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syndicom rivista N.29

Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L'unione fa la forza!

Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L'unione fa la forza!

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<strong>syndicom</strong><br />

N. 29 Maggio-Giugno 2022<br />

<strong>rivista</strong><br />

Sindacati,<br />

una lotta<br />

globale


Pubblicità<br />

Investa nel suo futuro<br />

Il crescente invecchiamento<br />

della società e gli attuali<br />

tassi d’interesse molto bassi<br />

stanno infliggendo un duro<br />

colpo alla previdenza per<br />

la vecchiaia pubblica e professionale.<br />

Per questo motivo<br />

dovrebbe iniziare per tempo<br />

a pensare alla costituzione della<br />

propria previdenza privata.<br />

Una volta raggiunta l’età di pensionamento, le prestazioni<br />

dell’AVS e della previdenza professionale dovrebbero consentirle<br />

di mantenere lo standard di vita abituale. Il primo<br />

e il secondo pilastro insieme le devono permettere di conseguire<br />

un reddito in forma di rendita pari a circa il 60%<br />

dell’ultimo salario percepito. Ma soprattutto le persone<br />

con interruzioni lavorative spesso non raggiungono questo<br />

obiettivo. Pertanto, per loro investire nella previdenza per<br />

la vecchiaia privata è ancora più importante.<br />

Benefici di un risparmio maggiore<br />

Prima effettuerà i versamenti, più a lungo beneficerà<br />

dell’effetto degli interessi composti, conseguendo un risparmio<br />

maggiore. Poiché, chi effettua versamenti regolari<br />

su un arco di tempo più lungo continua a reinvestire ricavi<br />

derivanti da un investimento – più a lungo lo si fa, maggiore<br />

sarà il risparmio accumulato.<br />

Ecco un breve esempio di calcolo*<br />

Se a 25 anni inizia a versare 200 CHF al mese su un conto di<br />

previdenza con un rendimento ipotizzabile pari allo 0,2%,<br />

dopo 40 anni, quindi all’età di 65 anni, avrà accumulato un<br />

risparmio di 100 000 CHF. Se invece inizia appena all’età<br />

di 45 anni, versando ogni mese per i successivi 20 anni<br />

400 CHF, a 65 anni si ritroverà soltanto con 98 000 CHF sul<br />

suo conto. Grazie quindi unicamente al versamento su un<br />

periodo più lungo, potrebbe contare su 2000 CHF in più<br />

nella terza età.<br />

Inoltre, investendo il suo capitale di previdenza in titoli, in<br />

caso di un buon andamento del mercato può ottenere un<br />

aumento del rendimento. Se i 200 CHF mensili di cui parlavamo<br />

nell’esempio li investe per 40 anni in titoli con un<br />

rendimento del 2%, all’età di 65 anni si ritrova con un capitale<br />

pari addirittura a 147 000 CHF. Ciò può essere quindi<br />

vantaggioso per lei.<br />

Non rimandi i suoi versamenti nel terzo pilastro<br />

Dal punto di vista fiscale conviene effettuare ogni anno<br />

versamenti nel terzo pilastro, poiché l’importo versabile<br />

annualmente ha un tetto massimo, nel 2022 è pari a<br />

6883 CHF. Ciò significa che se per uno o più anni trascura<br />

la sua previdenza privata, non potrà recuperare l’anno<br />

successivo. Per questo motivo le conviene effettuare ogni<br />

anno dei versamenti, anche se si tratta soltanto di piccoli<br />

importi.<br />

* Le supposizioni relative al futuro andamento dei tassi d›interesse e dei rendimenti si basano su pareri di esperti della Banca Cler e su dati storici. Non sono state<br />

considerate eventuali tasse o commissioni. Si parte dal presupposto che vengano effettuati versamenti annuali costanti, investiti integralmente. Di regola è possibile<br />

conseguire un rendimento più elevato solo correndo rischi maggiori. La performance del passato non costituisce alcuna garanzia né per la performance futura né per il<br />

rendimento futuro.<br />

Ogni situazione è migliorabile<br />

La aiutiamo volentieri a farsi una panoramica sulla sua previdenza, mostrandole tramite<br />

una pianificazione lungimirante quali possibilità esistono per migliorare la sua<br />

situazione finanziaria futura. In qualità di socio di Syndicom, presso la Banca Cler beneficia<br />

di condizioni speciali allettanti. Maggiori informazioni: www.cler.ch/<strong>syndicom</strong>


Sommario<br />

4 Team vincenti<br />

5 Brevi ma utili<br />

6 Dalla parte degli altri<br />

7 L’ospite<br />

8 Dossier: sindacati globali<br />

16 Dalle professioni<br />

22 Politica: intervista<br />

ad Anthony Bellanger<br />

25 Diritto e diritti<br />

26 Idee<br />

27 Mille parole<br />

28 Eventi<br />

30 Un lavoro, una vita<br />

31 Cruciverba<br />

32 Inter-attivi<br />

Care lettrici, cari lettori,<br />

spesso si afferma che la pandemia ha cambiato<br />

tutto. Per chi ha perso i propri cari è così.<br />

Ma per i lavoratori non è cambiato abbastanza.<br />

La ricchezza si concentra ancora nelle mani di<br />

pochi, le disuguaglianze sono cresciute e gli attacchi<br />

ai sindacati sono più frequenti. Ma esiste<br />

anche la necessità di una solidarietà internazionale<br />

e di un movimento sindacale globale vivace.<br />

Quest’anno rileviamo segnali di speranza.<br />

In Colombia, dove la violenza contro i leader<br />

sinda cali è all’ordine del giorno, UNI Global Union<br />

ha istituito un centro strategico di organizzazione<br />

nel paese, aiutando i lavoratori presso multinazionali<br />

come Fresenius e Teleperformance.<br />

Questo mese Novi Sindikat e studio Gamechuck<br />

hanno sottoscritto il primo contratto collettivo<br />

per i videogiochi in Croazia, con riduzioni<br />

dell’orario di lavoro, più giorni di vacanza e una<br />

quota di profitto del 10%.<br />

Il nostro centro organizzativo in Europa<br />

centrale ha battuto nuove strade e stimolato la<br />

crescita sindacale in Polonia, Ungheria e Repubblica<br />

Ceca, in particolare nel settore assistenziale.<br />

Inoltre sta sostenendo i rifugiati ucraini<br />

in cerca di lavoro per evitarne lo sfruttamento.<br />

I lavoratori di Amazon, dall’Alabama alla<br />

Baviera, si stanno mobilitando affinché il<br />

gigante tecnologico faccia di più per rispettare i<br />

lavoratori che ne fanno prosperare le attività.<br />

Le sfide per far pendere la bilancia a favore<br />

dei lavoratori sono molte e, senza la pace<br />

in Europa e nel mondo, saranno più difficili.<br />

Ora più che mai dobbiamo essere uniti.<br />

6<br />

8<br />

22<br />

Alke Boessiger, UNI Global Union


4<br />

Team vincenti<br />

«Il denaro della cassa pensioni riguarda<br />

tutti. Vogliamo controllarne la gestione!»<br />

Yannick Loigerot, Physical Security Manager<br />

presso GSE-PHY, comitato aziendale<br />

SC Group, da 35 anni a Swisscom,<br />

dal 2018 nel consiglio di fondazione<br />

Sandrine Perrenoud, Customer Consultant<br />

presso Swisscom Services (1811) a<br />

Sion, 30 anni di servizio presso Swisscom,<br />

(nuova)<br />

Giorgio Pardini, ex responsabile del settore<br />

ICT presso <strong>syndicom</strong>, dal 2011 nel<br />

consiglio di fondazione di Swisscom,<br />

attualmente presidente dello stesso<br />

Werner Schenk, Purchasing Manager<br />

presso CX-F-SCM-BYM, nel comitato<br />

aziendale Cablex, 36 anni di servizio<br />

presso PTT/Swisscom/Cablex, (nuovo)<br />

Daniel Hügli, responsabile del settore<br />

ICT e membro del Comitato direttivo di<br />

<strong>syndicom</strong>, (nuovo)<br />

Pia Bucher, Engagement Manager B2B,<br />

da 38 anni a Swisscom Svizzera, membro<br />

del sindacato dal 1989, (nuova)<br />

Salvatore Ferretti, Tribe Chief a Zurigo,<br />

categoria quadri Swisscom, 31 anni<br />

presso Swisscom e <strong>syndicom</strong>, (nuovo)<br />

Testo: Rieke Krüger<br />

Foto: <strong>syndicom</strong><br />

«Portiamo entusiasmo,<br />

esperienza e resilienza»<br />

Le prestazioni delle casse pensioni<br />

vengono ridotte sempre più e l’AVS<br />

indebolita. Stiamo assistendo a grandi<br />

trasformazioni di politica sociale.<br />

Perciò è ancora più importante per<br />

noi, ovvero per tutti coloro che lavorano<br />

nei diversi settori di Swisscom<br />

oppure ad esempio presso Cablex,<br />

che vengano trovate buone soluzioni<br />

per gli assicurati. Vogliamo entrare<br />

nel consiglio di fondazione di Com-<br />

Plan per impedire che le buone prestazioni<br />

di ComPlan vengano ridotte<br />

e che continuino a essere garantite<br />

sia per i giovani che per i colleghi più<br />

anziani, incluse le rendite transitorie.<br />

Swisscom voleva eliminarle, ma<br />

siamo riusciti a impedirlo. Il consiglio<br />

di fondazione è l’organo che decide<br />

la destinazione dei fondi previdenziali.<br />

Fanno parte del consiglio di<br />

fondazione in parti uguali rappresentanti<br />

dei dipendenti e del datore di<br />

lavoro, ovvero sette membri per ciascuna<br />

parte.<br />

Per noi sarebbe un importante<br />

successo essere eletti come team.<br />

Quattro di noi provengono da Swisscom,<br />

da diversi angoli del paese e<br />

diversi settori. E non siamo dei principianti,<br />

tutt’altro. Werner lavora<br />

presso Cablex, dove fa parte anche<br />

del comitato aziendale. Quando gli è<br />

stato proposto di far parte del consiglio<br />

di fondazione, non ha potuto<br />

dire di no e sarebbe ora fiero di rappresentare<br />

cablex nella cassa pensioni.<br />

Ci è anche stato chiesto se non<br />

trovassimo la materia troppo «arida».<br />

Assolutamente no!! «Trovo molto eccitante<br />

questa materia fatta di politica,<br />

numeri, finanze e strategia», dice<br />

Salvatore, e parla per tutti noi, quando<br />

dice che la cassa pensioni è un<br />

importante tema costante in cui<br />

sono richiesti entusiasmo, grinta e<br />

resilienza. Sono proprio le prerogative<br />

che portiamo noi! Anche gli altri<br />

candidati collaborano nei comitati<br />

aziendali. Conosciamo quindi la parte<br />

padronale e siamo esperti di negoziazione.<br />

E siccome siamo sulla lista<br />

del sindacato, riceviamo naturalmente<br />

sostegno dai professionisti di<br />

<strong>syndicom</strong>. Due di <strong>syndicom</strong> sono con<br />

noi nel team: Giorgio partecipa già<br />

dal 2011 nel consiglio di fondazione,<br />

di cui è attualmente il presidente.<br />

Ora si aggiunge Daniel che dirige il<br />

settore ICT del sindacato ed è quindi<br />

già responsabile del nostro Contratto<br />

collettivo e del piano sociale: meglio<br />

di così!


Brevi ma utili<br />

Tamedia, altri tagli a Bussigny \ Swisscom, avvio delle trattative<br />

\ AutoPostale, CCL a rilento \ Pressione dietro lo sportello \<br />

Pagare per rendite più basse? \ Contatti<br />

5<br />

Tamedia, altri tagli a Bussigny<br />

Ancora riduzioni del personale al centro<br />

stampa Tamedia a Bussigny. Per limitare<br />

i licenziamenti la direzione di Tamedia<br />

propone uscite volontarie, prepensionamenti<br />

o trasferimenti a Berna. <strong>syndicom</strong><br />

punta invece sul piano sociale. I trasferimenti<br />

obbligati non rientrano tra le<br />

misure proponibili da un datore di lavoro<br />

responsabile. La riduzione del volume,<br />

invocata come giustificazione, è dovuta<br />

in larga misura a Tamedia stessa: ad<br />

esempio, alla chiusura di Le Matin<br />

Semaine o alla riduzione del numero di<br />

pagine delle altre sue testate. <strong>syndicom</strong><br />

è in stretto contatto con gli interessati.<br />

Swisscom, avvio delle trattative<br />

La «sostanziale» riduzione dell’orario di<br />

lavoro, come espresso da Urs Zumbach<br />

della delegazione di <strong>syndicom</strong>, sarà il<br />

tema principale di quest’anno. Si tratta<br />

della settimana di 35 ore: una pietra<br />

miliare. Una questione che emerge<br />

costantemente in tutti i sondaggi e colloqui.<br />

La prima tornata con la presentazione<br />

delle rivendicazioni ha già avuto<br />

luogo a inizio maggio.<br />

AutoPostale, CCL a rilento<br />

Presso AutoPostale il CCL viene applicato<br />

a rilento. È quanto ha rilevato un sondaggio<br />

delle commissioni del personale<br />

condotto da <strong>syndicom</strong> a livello nazionale.<br />

Le lacune sono evidenti nell’attuazione<br />

della pianificazione annuale e nel<br />

coinvolgimento delle Commissioni del<br />

personale (CoPe). Non tutti i membri<br />

delle CoPe riescono a sfruttare il 10% di<br />

esenzione che spetta loro ai sensi del<br />

CCL. <strong>syndicom</strong> offre consulenza e supporto<br />

alle CoPe per poter porre rimedio<br />

agli inconvenienti.<br />

Pressione dietro lo sportello<br />

Agli sportelli della Posta vengono venduti<br />

sempre più spesso anche prodotti<br />

bancari e assicurativi. RetePostale auspica<br />

di aumentare ulteriormente le cifre<br />

di questi prodotti. Un recente sondaggio<br />

di <strong>syndicom</strong> ha rilevato com’è<br />

organizzata la vendita e cosa provoca<br />

la pressione sul personale. La metà dei<br />

dipendenti deve raggiungere obiettivi<br />

personali piuttosto che obiettivi di<br />

squadra. Il raggiungimento degli obiettivi<br />

dei singoli viene in parte esposto<br />

pubblicamente. Gli obiettivi sono rigidi<br />

e non realistici. I colleghi più anziani<br />

sono sottoposti a particolare pressione.<br />

Per porvi rimedio il comitato aziendale<br />

<strong>syndicom</strong> di RetePostale ha avanzato<br />

delle rivendicazioni dettagliate.<br />

Pagare per rendite più basse?<br />

Il Consiglio nazionale decide una riduzione<br />

delle rendite LPP; le parti sociali<br />

cercano di trovare un compromesso<br />

(LPP 21) che riesca, attraverso una ripartizione<br />

sociale, a mantenere il livello<br />

nonostante la riduzione dell’aliquota<br />

di conversione. E che fa la Commissione<br />

della Sicurezza sociale e della Sanità?<br />

Ignora tutte le proposte. I lavoratori<br />

più anziani devono pagare la propria<br />

decurtazione della rendita, i più giovani<br />

cofinanziano senza diritti. Le casse<br />

sono piene di soldi e preferiscono pagare<br />

commissioni illegali. Servono rendite<br />

più elevate e alla portata di tutti,<br />

rivendica l’USS.<br />

Contatti<br />

Segretariato <strong>syndicom</strong> Ticino e Moesano<br />

via Genzana 2, 6900 Massagno<br />

lu e gio 8.00-12.00, ma-me-ve<br />

13.30-17.30. e-mail: info@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Tel. 058 817 19 61, Fax 058 817 19 66<br />

Cassa disoccupazione <strong>syndicom</strong><br />

lu-ma-gio 9.00-11.30 me 14.00-16.30<br />

cassa.disoccupazione@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Gruppo Pensionati Ticino e Moesano<br />

pensionati.<strong>syndicom</strong>.ch<br />

e-mail: ernesto.fenner@bluewin.ch<br />

Agenda<br />

Giugno<br />

1<br />

Congresso FIJ<br />

Mascate (Oman). Fino al 3, Congresso<br />

della Federazione Internazionale dei<br />

Giornalisti, di cui <strong>syndicom</strong> fa parte.<br />

Intervista al segretario generale FIJ,<br />

Anthony Bellanger, a pagina 22<br />

Info: ifj.org<br />

4<br />

Incontro nazionale Sciopero<br />

per il clima<br />

Berna. Fino al 6, in programma il<br />

9° incontro nazionale con discussioni e<br />

laboratori per condividere esperienze.<br />

Info: climatestrike.ch<br />

14<br />

Sciopero delle donne<br />

Previste manifestazioni in tutto il<br />

paese. È possibile richiedere materiale<br />

a info@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Info: nateil14giugno.ch<br />

18<br />

Assemblea delegati <strong>syndicom</strong><br />

Berna, Bierhübeli<br />

Info: <strong>syndicom</strong>.ch e via e-mail<br />

19<br />

Gita <strong>syndicom</strong> Ticino Moesano<br />

Valtellina, agriturismo La Florida<br />

Informazioni: info@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Agosto<br />

3<br />

Locarno Film Festival<br />

Fino al 13. La sezione Open Doors è<br />

dedicata ai film del Sud del mondo.<br />

Questa edizione si occuperà delle produzioni<br />

cinematografiche dell’America<br />

Latina e dei Caraibi.<br />

www.locarnofestival.ch<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/agenda


6 Dalla parte<br />

André Moesch dirige Telebasel, la televisione regionale di<br />

degli altri<br />

Basilea, dopo una carriera giornalistica presso varie emittenti<br />

private e la SSR. È presidente dell’associazione della televisione<br />

regionale svizzera Telesuisse e consigliere d’amministrazione<br />

dell’organizzazione di ricerca dei media Mediapulse.<br />

1<br />

Che importanza hanno i fondi derivanti<br />

dalle concessioni (circa 30% dei<br />

proventi) per la gestione di Telebasel?<br />

Sono di importanza vitale per Telebasel.<br />

Solo in questo modo è possibile<br />

finanziare il servizio pubblico regionale.<br />

Il mercato pubblicitario regionale<br />

sarebbe troppo ristretto per coprire<br />

le costose spese di produzione<br />

televisive. Chi vuole una televisione<br />

locale deve approvare il finanziamento<br />

mediante emolumenti.<br />

2<br />

Perché Telebasel ha appoggiato il<br />

pacchetto di misure a favore dei media<br />

che è infine stato bocciato dagli<br />

elettori a febbraio?<br />

Il pacchetto di promozione dei media<br />

avrebbe aiutato anche le tv regionali.<br />

Il Consiglio federale avrebbe pertanto<br />

potuto aumentare le percentuali dei<br />

fondi delle emittenti regionali dall’attuale<br />

6% all’8%. Da questa cifra si capisce<br />

dove sta il nostro problema: più<br />

del 90% dei fondi dagli emolumenti<br />

vanno oggi alla SSR e solo una piccola<br />

parte va a tutti i privati. È pertanto<br />

difficile svilupparsi ulteriormente.<br />

3<br />

Quali sono le sfide del servizio<br />

pubblico regionale nei media?<br />

Come detto, si tratta in prima linea<br />

del finanziamento. Con le attuali percentuali<br />

degli emolumenti possiamo<br />

fare al massimo un’ora di programmazione<br />

al giorno se vogliamo fornire<br />

contenuti di qualità. La nostra offerta<br />

risulterebbe notevolmente più allettante<br />

se potessimo produrre più programmazione.<br />

Un’altra sfida è quella<br />

di trovare buone collaboratrici e<br />

buoni collaboratori che conoscano la<br />

regione.<br />

4<br />

Le emittenti private vengono spesso<br />

definite importanti per l’avvio alla<br />

professione. Quanti posti di formazione<br />

ci sono a Telebasel e cosa offre?<br />

Telebasel offre in maniera permanente<br />

due posti di volontariato. I giovani<br />

professionisti imparano da zero il lavoro<br />

televisivo, ma anche il lavoro in<br />

una redazione convergente dato che<br />

Telebasel offre anche un portale di<br />

news. Durante il volontariato è possibile<br />

anche frequentare il MAZ, il<br />

Centro di formazione dei media a<br />

Lucerna.<br />

5<br />

Qual è la fascia salariale dei programmatori<br />

(esclusi i quadri)?<br />

I salari dei programmatori sono compresi<br />

tra 5000 e 7000 franchi, a seconda<br />

dell’età, dell’esperienza e della<br />

mansione. Il nostro obiettivo è quello<br />

di un sistema salariale corretto, ovvero<br />

una stessa retribuzione per uno<br />

stesso lavoro. Lo stesso vale naturalmente<br />

anche tra uomini e donne.<br />

6<br />

Quali vantaggi ha il fatto che dietro a<br />

Telebasel ci sia una fondazione?<br />

La forma della fondazione ha molti<br />

vantaggi per un’azienda mediatica:<br />

la fondazione garantisce che al centro<br />

ci siano obiettivi editoriali e non<br />

commerciali. Il nostro obiettivo non è<br />

quindi quello di perseguire in primo<br />

luogo degli utili, bensì di avere dei<br />

buoni contenuti. Inoltre la fondazione<br />

garantisce l’indipendenza, una<br />

cosa tutt’altro che scontata.<br />

Testo: Robin Moret<br />

Foto: zVg


L’ospite<br />

In Europa aumenta la disparità salariale.<br />

Parecchi fattori favoriscono questa evoluzione,<br />

ma diversi studi dimostrano che un ruolo<br />

importante è svolto dall’indebolimento quasi universale<br />

dei sindacati, in particolare la perdita nel<br />

numero di iscritti. I membri del sindacato sono<br />

infatti maggiormente disposti, rispetto a chi non<br />

ne fa parte, a sostenere rivendicazioni politiche<br />

per una maggiore ridistribuzione del reddito o a<br />

eleggere partiti che lottano contro la disparità.<br />

E questo anche nel caso ciò risultasse contro i<br />

loro stessi interessi oppure essi appartengano a<br />

un gruppo sociale con poca sensibilità politica!<br />

Quanto più piccolo è il numero dei membri del<br />

sindacato, tanto più piccola sarà anche la percentuale<br />

di cittadini con buoni salari che sostengono<br />

l’uguaglianza. E tanto più piccola sarà anche<br />

la percentuale di chi guadagna di meno che si<br />

presenterà alle urne per far ascoltare la propria<br />

voce. Ci sono molti motivi per cui sempre meno<br />

lavoratori si organizzano a livello sindacale, soprattutto<br />

sempre meno lavoratori che percepiscono<br />

salari bassi. Alla luce dei molti successi<br />

politici del movimento dei lavoratori (dal diritto<br />

di voto proporzionale all’assicurazione contro la<br />

disoccupazione), per taluni non è più così essenziale<br />

agire a livello collettivo. Inoltre, il cambiamento<br />

strutturale rende difficile l’organizzazione<br />

sindacale sul mercato del lavoro: i lavoratori uomini<br />

impiegati a tempo pieno e con contratti a<br />

tempo indeterminato presso le grandi aziende industriali<br />

erano in effetti più facili da sindacalizzare<br />

rispetto alle donne impiegate con un tasso<br />

occupazionale basso (e spesso a tempo determinato)<br />

che oggi lavorano presso molti piccoli datori<br />

di lavoro nel settore dei servizi. È importante<br />

che i sindacati svizzeri reclutino proprio questa<br />

nuova classe lavorativa composta prevalentemente<br />

da donne nel settore dei servizi. In tal<br />

modo si garantirà la loro partecipazione politica.<br />

Altrimenti si rischia che il segmento del mercato<br />

del lavoro si riduca a un club maschile esclusivo<br />

che diventa via via sempre più piccolo.<br />

Un club esclusivo<br />

per soli uomini?<br />

Nadja Mosimann è politologa e lavora<br />

come assistente superiore all’Università<br />

di Zurigo e a un progetto sulla democrazia<br />

diseguale all’Università di Ginevra.<br />

Ha dedicato la sua tesi di dottorato al<br />

tema della solidarietà in tempi di disparità<br />

con il focus sulla politica sindacale<br />

e sull’effetto dell’adesione al sindacato<br />

su atteggiamenti e comportamenti politici.<br />

A novembre uscirà il suo libro dedicato<br />

alle prospettive e alla struttura dei<br />

membri del PS svizzero presso NZZ Libro.<br />

7


Dossier<br />

10 La sfida globale di organizzare il proletariato digitale<br />

12 Le prime vittorie contro i giganti delle multinazionali<br />

13 Quando la partecipazione rende forti: l’esempio svedese<br />

14 Lo sciopero come ultimo bastione


9<br />

I sindacati<br />

nel mondo


10 Dossier<br />

La consapevolezza della nostra forza<br />

Gli azionisti stappano lo champagne. Se i sindacati<br />

vogliono salvare sicurezza sociale e democrazia,<br />

devono ampliare la loro zona di lotta.<br />

Testo: Oliver Fahrni<br />

Foto: Nour Eliz Jabbes / shutterstock<br />

Lavoratori e capitalismo hanno interessi contrastanti. Il<br />

comando è nelle mani del capitalismo. I sindacati sono il<br />

tentativo di applicare condizioni comunque vivibili grazie<br />

a un contropotere organizzato. Questa lotta ha determinato<br />

la storia dell’umanità degli ultimi due secoli. Oggi in<br />

maniera più aggressiva che mai.<br />

Chi lo mette in dubbio, basta che consulti l’«Indice globale<br />

dei diritti» della Confederazione sindacale internazionale<br />

CSI (v. link alla fine dell’articolo). L’indice fa notare<br />

che nel 2021 la posizione dei lavoratori e dei<br />

sindacati è notevolmente peggiorata.<br />

Nel frattempo, nei tre quarti dei 149 paesi analizzati i<br />

salariati hanno addirittura il divieto di fondare o aderire a<br />

un sindacato, scrive Sharan Burrow, segretaria generale<br />

della CSI. L’87 % dei paesi ha violato il diritto fondamentale<br />

allo sciopero. In sei paesi sono stati uccisi dei sindacalisti,<br />

talvolta da squadroni della morte inviati dalle multinazionali.<br />

Centinaia di sindacalisti sono stati imprigionati.<br />

La repressione messa in atto in occasione del corteo<br />

parigino del Primo Maggio e i numerosi feriti gravi delle<br />

manifestazioni contro la riforma del mercato del lavoro<br />

dimostrano che la repressione poliziesca e giudiziaria sta<br />

diventando sempre più agguerrita anche nelle democrazie<br />

sviluppate. Gruppi come Amazon, Facebook e Google<br />

sorvegliano i loro dipendenti «in modo illegale o subdolo».<br />

(Ciò che i lavoratori consapevoli della loro forza sono<br />

comunque in grado di fare, lo leggete a pagina 12).<br />

E ovunque le organizzazioni lobbystiche del capitalismo<br />

stanno lavorando per calpestare le conquiste sociali<br />

degli ultimi 100 anni. In Svizzera i politici del PLR,<br />

dell’UDC e dei verdi liberali stanno ad esempio tentando<br />

di cambiare l’orario di lavoro previsto dalla legge. Vogliono<br />

tornare indietro alla settimana da 67 ore, a un lavoro<br />

notturno e domenicale senza limiti.<br />

Sin dagli inizi il capitalismo non disdegna la violenza per<br />

imporre i propri interessi. Anche in Svizzera (dove ad esempio<br />

l’esercito aprì il fuoco sui manifestanti in occasione<br />

dello sciopero generale del 1918). Non c’è una sola conquista<br />

sociale (assicurazioni sociali e AVS, settimana di 5<br />

giorni, vacanze, diritti sindacali ecc.) che non abbia dovuto<br />

essere raggiunta sacrificando un numero elevato di vittime.<br />

La repressione rispecchia la brutalità delle condizioni<br />

di lavoro. Quando agli azionisti vengono erogati miliardi<br />

in dividendi, i cimiteri del capitalismo crescono molto rapidamente.<br />

Questo vale per le fabbriche tessili andate a<br />

fuoco nel Bangladesh come pure per le «fabbriche Covid»<br />

di Bergamo (ovvero, gli operai vittime della pandemia che<br />

avevano continuato a lavorare nelle aziende della Bergamasca<br />

nella prima fase del contagio), per le morti da<br />

amianto come per i lavoratori agricoli avvelenati dai pesticidi,<br />

per i giornalisti uccisi in America Latina (ne parliamo<br />

a pagina 14) come per i probabilmente 6500 lavoratori<br />

edili morti per costruire gli stadi di calcio nel Qatar, paese<br />

che ospiterà la Coppa del mondo in autunno. Laddove invece<br />

i sindacati sono forti, le persone vivono meglio, più a<br />

lungo, più sane. E più libere. La Svezia ne è una convincente<br />

testimonianza (pagina 13). La Svizzera sarebbe ancora il<br />

paese delle baracche e dello statuto di stagionale – in violazione<br />

dei diritti umani – se i sindacati, inizialmente protezionisti,<br />

non avessero imparato che l’uguaglianza giuridica<br />

dei colleghi stranieri fosse il requisito per salari<br />

migliori e per la sicurezza sociale di tutti i lavoratori.<br />

Allo stesso modo questo dovrebbe oggi valere per<br />

l’uguaglianza delle donne. Esse rappresentano tuttora la<br />

massa manovrabile del capitalismo, impiegata a tempo<br />

parziale e a basso salario.<br />

Una pace di breve durata<br />

Con il senno di poi oggi appare tutto più chiaro: i «30 anni<br />

gloriosi» tra il 1945 e il 1975 sono stati in realtà solo una<br />

tregua provvisoria tra capitalismo e lavoro. Con diverse<br />

vaste ondate di scioperi dopo la fine della Seconda guerra<br />

mondiale, i lavoratori sono riusciti a conquistare un<br />

contratto sociale. Quasi tutte le assicurazioni sociali risalgono<br />

a quegli anni, il valore aggiunto del lavoro venne ripartito<br />

in modo un po’ più equo con conseguente aumento<br />

del tenore di vita. I sindacati erano talmente forti che a<br />

metà degli Anni Settanta le organizzazioni capitalistiche<br />

diedero vita alla rivoluzione neoliberale. Programma: annientamento<br />

dei sindacati, smantellamento della sicurezza<br />

sociale e giuridica, mercati finanziari sfrenati, fabbrica<br />

mondiale, strumentalizzazione di politica e Stato. E dal<br />

1990: attacchi al servizio pubblico. A tutta velocità verso il<br />

«turbofeudalesimo», come l’ha definito il sociologo e<br />

giornalista tedesco Mathias Greffrath.<br />

Molti sindacati, ormai appagati e immobili, sono dapprima<br />

finiti in uno stato di shock. Dove c’erano ancora<br />

delle resistenze, ad esempio fra i minatori e i lavoratori<br />

dell’acciaio in Gran Bretagna e in Francia, i governi neoliberali<br />

spezzarono tali resistenze ricorrendo all’esercito.<br />

In Svizzera tra il 1971 e il 1980 si sono verificati otto scioperi<br />

all’anno. Verso la fine degli Anni Ottanta i sindacati<br />

iniziarono a riunirsi in associazioni mantello internazionali.<br />

Questo era indispensabile per contrapporre la soli-<br />

La violenza del capitalismo<br />

I sindacati<br />

hanno futuro<br />

se coinvolgono<br />

anche<br />

i precari e<br />

i discriminati


darietà internazionale alla globalizzazione del capitale.<br />

Allo stesso tempo le cose all’interno dei sindacati iniziarono<br />

a cambiare. Alcuni si sono fusi. Altri hanno democratizzato<br />

le loro strutture ormai vetuste.<br />

Ma con la grande crisi finanziaria del 2008 il capitalismo<br />

ha inasprito nuovamente le sue strategie nei confronti<br />

dei lavoratori. Come dimostra il bilancio della CIS, la<br />

crescente precarizzazione del lavoro va di pari passo con<br />

l’attacco alla libertà di riunione, di espressione e di organizzazione.<br />

Decisive le prossime battaglie<br />

Ora si vedrà se il compromesso sociale collasserà anche da<br />

noi. Le nostre leggi sul lavoro sono deboli, più deboli che<br />

altrove. Ma finora molti rapporti di lavoro sono protetti da<br />

contratti collettivi di lavoro e la democrazia diretta e referendaria<br />

fornisce ai sindacati le armi per opporsi agli attacchi<br />

alla sicurezza sociale.<br />

Nel 2004 i fondatori del sindacato Unia erano stati<br />

mossi dalla doppia intuizione che i grandi sindacati hanno<br />

più potere per i lavoratori, addirittura un’unione di settori<br />

così diversi come l’industria e l’edilizia. E che il settore<br />

dei servizi in crescita era un deserto sindacale che<br />

doveva essere coltivato. <strong>syndicom</strong> ha invece avuto il merito<br />

di aver analizzato precocemente e aver compreso come<br />

la digitalizzazione, quale terza rivoluzione industriale,<br />

stravolga non solo il mondo del lavoro, ma modifichi<br />

anche le nostre forme di consumo, di vita e di comunicazione.<br />

Oggi <strong>syndicom</strong> si appresta a mettere sull’agenda politica<br />

un servizio pubblico digitale. Il sindacato lo ha concepito<br />

in un lavoro preparatorio di anni. Non si tratta solo di<br />

organizzare la digitalizzazione dei servizi pubblici in<br />

modo umano, ma anche di questioni come la protezione<br />

dei lavoratori, la sovranità dei dati dei singoli, il consolidamento<br />

digitale della popolazione, la lotta contro il divario<br />

digitale e l’utilizzo di nuove tecnologie per la trasformazione<br />

ecosociale.<br />

Organizzare il proletariato digitale<br />

Le condizioni esacerbate impongono un più forte impegno<br />

politico e sociale delle organizzazioni dei lavoratori.<br />

Nella catastrofe climatica e in una digitalizzazione selvaggia<br />

non c’è più alcun mondo del lavoro socialmente accettabile.<br />

Laddove proliferano minilavori, lavoro a chiamata,<br />

lavoro su piattaforme, telelavoro digitale, proletariato digitale<br />

e controllo totale, i sindacati – e con essi i lavoratori<br />

– si trovano a combattere una battaglia persa.<br />

Inoltre, il neoliberismo muta in un regime autoritario<br />

e antidemocratico. Spesso in alleanza con partiti di estrema<br />

destra come l’UDC oppure con il Rassemblement National<br />

in Francia, la cui candidata neofascista ha ottenuto<br />

alle presidenziali di aprile il 41% dei voti. Questi candidati<br />

dell’estrema destra parlano in modo sociale, ma agiscono<br />

in modo violentemente antisociale.<br />

I sindacati sono l’ultimo bastione delle conquiste sociali<br />

e democratiche contro il capitalismo sfrenato.<br />

Ampliamento della zona di lotta<br />

Per questo l’ampliamento della loro zona di lotta è una<br />

questione di sopravvivenza. I sindacati non devono solo<br />

trovare dei modi per risultare più allettanti sia per i «colletti<br />

bianchi» che per i presunti lavoratori indipendenti<br />

uberizzati e i lavoratori delle piattaforme. Ma questo significa<br />

anche che in tutti i temi critici, come l’ecologia,<br />

essi devono sviluppare un forte potere propositivo. Dopotutto<br />

devono condurre una violenta lotta contro la destra.<br />

Poiché nel neoliberismo autoritario i sindacati non sono<br />

più previsti.<br />

La Confederazione sindacale<br />

internazionale


12 Dossier<br />

States, il vento sta cambiando<br />

Negli Stati Uniti, far entrare il sindacato nelle<br />

grandi aziende è quasi un miracolo. Che a volte<br />

accade, come dimostrano i recenti casi di<br />

Amazon e Starbucks, i quali fanno ben sperare.<br />

Testo: Federico Franchini<br />

Un anno fa, a Bessemer, in Alabama, i dipendenti di Amazon<br />

si erano espressi per creare un sindacato interno.<br />

Dopo un’aspra battaglia marcata dalle irregolarità<br />

dell’azienda di Bezos, il No l’aveva spuntata. Ma per<br />

Christy Hoffman, segretaria generale di Uni Global Union,<br />

un tabù era stato sfatato: «Altre elezioni sindacali possono<br />

seguire e una delle prossime volte potremmo vincere». E<br />

così è stato! Lo scorso primo aprile il centro di smistamento<br />

di Staten Island è diventato il primo stabilimento Amazon<br />

negli Usa a essere sindacalizzato. Una vittoria frutto<br />

della consapevolezza che il sistema che garantisce ad<br />

Amazon profitti indecenti grazie allo sfruttamento del<br />

personale va fermato. Una vittoria frutto anche del coraggio:<br />

esporsi davanti al padrone non è mai scontato, farlo<br />

negli Stati Uniti quando il padrone si chiama Jeff Bezos lo<br />

è ancora di meno. Intendiamoci: la lotta per arrivare a negoziare<br />

un contratto di lavoro decente è solo l’inizio. Ma a<br />

Staten Island si è fatta la storia, come dichiarato da Angelica<br />

Maldonado, presidente del Comitato dei lavoratori<br />

del sindacato di Amazon: «Ne abbiamo affrontate tante<br />

per contribuire a realizzare un cambiamento. Per noi attivisti<br />

significa mancanza di sonno, mancanza di tempo a<br />

casa. E lo abbiamo fatto oltre a lavorare per Amazon. Quindi<br />

il fatto che abbiamo vinto oggi sembra irreale, mi sento<br />

come se fossi in un sogno. Abbiamo fatto la storia, vero?».<br />

Union Avoidance, una vera e propria industria<br />

Già, la storia. Negli Usa i criteri per la sindacalizzazione<br />

sono molto difficili. Per legge, se vuoi avere un sindacato<br />

per le negoziazioni collettive, devi avere la prova che la<br />

maggioranza degli impiegati lo vuole. Quindi si deve organizzare<br />

un’elezione su domanda di almeno il 30% del personale.<br />

Il che è molto complesso. Amazon, da sempre,<br />

porta avanti una politica antisindacale. Per il colosso è<br />

una questione di principio: vogliono semplicemente<br />

mantenere il controllo assoluto. Lo si è visto proprio nel<br />

caso di Bessemer. Amazon ha dapprima fatto di tutto per<br />

evitare che il 30% chiedesse la votazione. Non essendoci<br />

riuscita ha giocato sporco durante la campagna elettorale:<br />

oltre a diffondere manifesti ovunque e a mandare sms<br />

quotidiani per votare No al sindacato, l’azienda ha ingaggiato<br />

un’azienda specializzata nel “mantenere un luogo di<br />

lavoro libero dai sindacati”. L’Union Avoidance (letteralmente,<br />

l’evitamento dei sindacati) è una vera e propria industria<br />

negli States, con aziende disposte a spendere centinaia<br />

di milioni di dollari per convincere i lavoratori a non<br />

formare sindacati. Secondo un rapporto, l’uso di queste<br />

tattiche è stato uno dei motivi principali della maggiore<br />

difficoltà per organizzare i sindacati, contribuendo al declino<br />

della densità sindacale del settore privato, passata<br />

dal 35,7% nel 1953 a solo il 6,2% di oggi.<br />

La via è aperta, ma sarà piuttosto impervia<br />

Le difficoltà rimangono e i colossi non esitano a<br />

mostrare i muscoli e a giocare sporco. Di recente, i lavoratori<br />

di un centro Amazon di New York hanno votato contro<br />

l’arrivo del sindacato nel loro sito. Anche in questo caso<br />

sono state denunciate intimidazioni. A Bessemer, il voto<br />

dello scorso anno era stato considerato nullo dai funzionari<br />

federali che avevano dichiarato che la multinazionale<br />

aveva contaminato il processo elettorale. Si è rivotato da<br />

poco: ha vinto ancora il No, ma lo scarto si è affievolito,<br />

nonostante le continue macchinazioni del colosso giallo.<br />

I sindacati fanno paura. Amazon non è il solo gruppo a essere<br />

confrontato con il desiderio di chi lavora a una protezione<br />

sindacale. A dicembre, i dipendenti di due caffetterie<br />

Starbucks a Buffalo e New York hanno votato per<br />

formare un sindacato. Da allora più di 180 filiali della catena<br />

si dovranno esprimere al riguardo. E ora è il turno di<br />

Apple. La via è ormai aperta, ma occhio ai contrattacchi.


Dossier<br />

Svezia, la forza dei numeri<br />

13<br />

Buoni salari, contratti collettivi, un sistema<br />

scolastico e un welfare tra i migliori al mondo:<br />

quando i sindacati sono forti, si vive meglio.<br />

Testo: Mattia Lento<br />

La Svezia è riuscita a trovare le ricette giuste per competere<br />

nel mercato globale senza corse al ribasso in materia<br />

di stipendi e diritti. I sindacati e le associazioni dei lavoratori<br />

hanno giocato un ruolo fondamentale nel forgiare<br />

questo sistema. Nate sul finire dell’Ottocento, le sigle<br />

sindacali svedesi si sono confrontate subito con un ambiente<br />

ostile. I conflitti con il padronato, anche molto<br />

aspri, non sono mancati ma, sul finire degli Anni Trenta,<br />

datori di lavoro e sindacati hanno cominciato a definire<br />

accordi collettivi che hanno garantito pace sociale e<br />

prosperità diffusa. Secondo Johan Hall, dirigente della LO<br />

(Landsorganisationen i Sverige), la maggiore confederazione<br />

sindacale svedese, la forte popolarità dei sindacati è<br />

cominciata proprio in questa fase: «Vedere che le condizioni<br />

di lavoro miglioravano e sapere che senza sindacati<br />

non c’è regolamentazione è stato probabilmente fondamentale<br />

per il successo delle organizzazioni dei lavoratori».<br />

Lo Stato svedese, infatti, legifera tradizionalmente<br />

poco in materia di lavoro. Molto è lasciato alla contrattazione<br />

collettiva. Compito dello Stato è creare le condizioni<br />

quadro perché questa contrattazione possa svolgersi nel<br />

migliore dei modi e nell’interesse collettivo.<br />

«Negli anni l’ideologia neoliberale e le azioni dei governi<br />

conservatori hanno cercato di incrinare un sistema<br />

«Senza sindacati non<br />

c’è regolamentazione»<br />

costruito lungo tutto il Novecento, con pazienza e tenacia,<br />

dalle forze progressiste», afferma Manlio Palocci, che si è<br />

occupato per anni di formazione all’interno di diverse<br />

sigle sindacali svedesi, «ma tutto sommato la Svezia rimane<br />

ancora un paese fortemente sociale». Qui le sigle<br />

sindacali rimangono anche oggi fortissime: più o meno<br />

7 lavoratori dipendenti su 10 sono iscritti a un’organizzazione<br />

collettiva. L’iscrizione al sindacato comporta numerosi<br />

benefici, senza contare che in Svezia, così come in<br />

altri paesi europei, questa permette di usufruire automaticamente<br />

di un’assicurazione integrativa a copertura del<br />

rischio di disoccupazione. Questo è il cosiddetto sistema<br />

Gand, dove la responsabilità di gestire molte delle prestazioni<br />

sociali spetta ai sindacati. L’iscrizione al sindacato<br />

non conviene soltanto in termini di benefici: la forza derivante<br />

dal numero di iscritti permette alle sigle sindacali<br />

anche oggi di stringere accordi molto vantaggiosi con i datori<br />

di lavoro. In quasi ogni ramo esistono contratti collettivi<br />

e i salari seguono quasi sempre il ritmo dell’inflazione<br />

o la superano.<br />

Non un problema, ma parte della soluzione<br />

Le organizzazioni dei lavoratori inoltre sono coinvolte a<br />

tutti i livelli nelle decisioni: hanno voce in capitolo nelle<br />

strategie aziendali, nei momenti di crisi, in materia di welfare.<br />

Non sono percepite come antagoniste, come un problema,<br />

ma come parte della soluzione per risolvere i<br />

problemi, sia dai datori di lavoro, sia dalla politica. I sindacati<br />

sono popolari anche tra i colletti bianchi, tra il<br />

personale altamente qualificato e persino tra i liberi professionisti.<br />

Anzi sono addirittura più popolari tra queste<br />

categorie: secondo gli ultimi dati raccolti dalla confederazione<br />

sindacale TCO, che rappresenta soprattutto colletti<br />

bianchi, la percentuale di personale sindacalizzato tra<br />

gli impiegati raggiungeva addirittura il 74% all’inizio del<br />

2021. La TCO ha quasi 1.200.000 iscritti in tutto il paese,<br />

la LO sfiora addirittura un milione e mezzo di associati.<br />

Cifre enormi se pensiamo che la popolazione svedese supera<br />

di poco i dieci milioni. Quando i sindacati sono forti,<br />

i lavoratori stanno meglio.


14<br />

Dossier<br />

Scioperi, ancora e sempre<br />

In America Latina, lo sciopero resta un’arma<br />

importante della battaglia sindacale. Come<br />

i giornalisti messicani e i minatori peruviani,<br />

migliaia di lavoratori utilizzano questo antico<br />

strumento di lotta.<br />

Testo: Sergio Ferrari<br />

Oltre 26 mesi, ovvero più di dueanni: lo sciopero condotto<br />

dai giornalisti dell’agenzia di stampa messicana Notimex<br />

è uno dei più lunghi conflitti sociali della storia latino-americana<br />

contemporanea. Iniziato il 21 febbraio<br />

2020, indetto dal sindacato aziendale SutNotimex, può<br />

contare sull’appoggio attivo del sindacato dei giornalisti<br />

messicano, la più importante organizzazione del paese in<br />

questo settore. Finora Notimex ha licenziato 245 dipendenti<br />

su 327. La principale rivendicazione dello sciopero<br />

riguarda il reintegro dei 42 scioperanti licenziati<br />

nonché di decine di altri giornalisti anch’essi licenziati.<br />

Da allora, il «classico» servizio di informazione di Notimex<br />

è sospeso, nonostante l’agenzia abbia sostituito<br />

una parte delle persone licenziate e abbia utilizzato nella<br />

sua offerta quotidiana altri canali e reti sociali per tentare<br />

di eludere l’impatto sindacale.<br />

«Abbiamo vissuto 2 anni e 4 mesi molto complessi.<br />

Senza salari né prestazioni sociali», spiega la giovane<br />

giornalista Adriana Urrea, segretaria del sindacato in<br />

questione. Sebbene il Ministero del lavoro abbia riconosciuto<br />

la legalità dei «nostri mezzi di lotta, abbiamo subìto<br />

numerose pressioni. Alcuni settori del governo e alcuni<br />

media vicini al potere hanno tentato di criminalizzarci.<br />

Sostengono che il nostro movimento sia illegittimo».<br />

La segretaria sindacale di SutNotimex è stata accusata,<br />

in tre processi, di corruzione e uso improprio di fondi in<br />

occasione di viaggi di lavoro effettuati prima del conflitto.<br />

In occasione di queste tre accuse, è stata prosciolta per<br />

mancanza di prove. Una terza sentenza dell’aprile 2022 ha<br />

tentato di condannare Adriana Urrea per non aver presentato<br />

una nota spese per la somma irrisoria di 120 dollari.<br />

«È un pretesto grossolano per denigrare la nostra lotta. I<br />

nostri avvocati detengono tutte le prove e faranno ricorso<br />

contro questo nuovo attacco giudiziario», sottolinea.<br />

Facendo il punto su questo conflitto tuttora in corso,<br />

Adriana Urrea segnala con fervore una partecipazione prevalentemente<br />

femminile. Attualmente, SutNotimex conta<br />

un centinaio di membri, di cui il 90% donne. «Portiamo<br />

avanti una lotta molto lunga con colleghe che non accettano<br />

di porre fine allo sciopero perché sentono che si tratterebbe<br />

di una capitolazione». E fa notare anche la grande<br />

legittimità (nazionale e internazionale) che ha ottenuto la<br />

protesta. «Oggi vasti settori sindacali e della società civile<br />

messicana ci appoggiano attivamente, ci riconoscono e<br />

aderiscono alle nostre richieste. È già una grande vittoria<br />

della nostra lotta sindacale», conclude.<br />

Lavoratori fissi e interinali, una battaglia tra poveri<br />

A 4500 km a sud del Messico, nel cuore del Perù andino,<br />

un altro conflitto sindacale è scoppiato nel dicembre<br />

2021. I protagonisti sono i lavoratori della miniera di Andaychagua,<br />

nel dipartimento di Junín (44 000 km quadrati,<br />

un territorio più vasto della Svizzera). Esigono che il<br />

Volcán Compañía Minera, di proprietà della multinazionale<br />

elvetica Glencore, firmi un contratto collettivo di lavoro.<br />

Il 20 dicembre 2021, di fronte al rifiuto dell’azienda<br />

di negoziare il contratto in questione, il sindacato dei minatori<br />

e dei lavoratori metallurgici d’Andaychagua ha indetto<br />

lo sciopero. Dopo più di 60 giorni di conflitto, i rappresentanti<br />

del Ministero del lavoro hanno riconosciuto<br />

la legittimità del sindacato e delle sue richieste e hanno<br />

preteso che la filiale di Glencore accettasse la negoziazione.<br />

Ma l’azienda ha rifiutato la decisione ufficiale e ha<br />

scelto di ricorrere in giudizio utilizzando diversi pretesti<br />

formali.<br />

Una delle cause politiche fondamentali per cui la<br />

Volcán non accetta la negoziazione è la decisione del sindacato<br />

di estendere il quadro di affiliazione ai lavoratori<br />

in subappalto. Questi appartengono ad aziende sotto<br />

contratto con la Volcán: non godono degli stessi diritti e<br />

della stessa sicurezza sociale dei lavoratori fissi e i loro<br />

contratti temporanei possono essere sciolti senza che<br />

l’azienda debba pagare degli indennizzi e dei risarcimenti<br />

sociali.<br />

In America Latina, lo sciopero resta un’arma fondamentale<br />

della lotta sindacale. Come i giornalisti messicani<br />

e i minatori peruviani, migliaia di lavoratori utilizzano<br />

questo strumento di lotta. Scioperi che richiedono grandi<br />

sacrifici personali da parte dei loro protagonisti. Questi<br />

ultimi, tuttavia, riscontrano che le loro rivendicazioni e le<br />

loro lotte godono di un vasto appoggio sociale e talvolta<br />

della solidarietà internazionale.<br />

Fotoreportage<br />

Nour Eliz Jabbes, designer digitale e direttrice artistica Jr.,<br />

ha elaborato alcune foto di protesta sotto forma di collage<br />

per ricavarne immagini simboliche di battaglie sindacali nel<br />

mondo.<br />

Nata nel 1994 a Zurigo, ma con base a Losanna, Nour Eliz<br />

Jabbes è appassionata di fotografia e arte fin dall’infanzia.<br />

Questo interesse l’ha portata a trasformare la sua passione<br />

in una professione. La sua esperienza si concentra sulla<br />

progettazione di esperienze digitali e sul Graphic Design.<br />

noureliz.design


La sindacalizzazione in tutto il mondo<br />

La negoziazione collettiva e la voce dei lavoratori sono dei diritti fondamentali del lavoro<br />

e delle importanti istituzioni del mercato del lavoro che incidono sulla qualità degli<br />

impieghi in tutto il mondo. Tuttavia, nel corso degli ultimi anni, la negoziazione collettiva<br />

e la voce dei lavoratori sono state sottoposte a una crescente pressione, facendo<br />

diminuire a livello globale il tasso di sindacalizzazione e la copertura della negoziazione<br />

collettiva. Si sono sviluppate forme di lavoro atipiche e i rapporti di lavoro si sono<br />

maggiormente individualizzati. Nonostante queste sfide, la negoziazione collettiva e la<br />

voce dei lavoratori hanno ancora un ruolo fondamentale da svolgere nella prevenzione<br />

delle diseguaglianze in un mondo del lavoro in mutamento.<br />

L’attuale forza sindacale<br />

all’interno dei paesi dell’OCSE<br />

Fonte: OCSE<br />

82 milioni<br />

di lavoratori sono membri di sindacati<br />

nei paesi dell’OCSE<br />

160 milioni<br />

di lavoratori sono coperti da contratti<br />

collettivi di lavoro<br />

Tassi di copertura delle negoziazioni collettive nel mondo<br />

Il tasso di copertura indica la proporzione di lavoratori coperti da uno o più<br />

contratti collettivi, in percentuale<br />

Il tasso di adesione a un<br />

sindacato varia notevolmente<br />

da paese a paese<br />

Islanda<br />

90 %<br />

75%<br />

Cile<br />

17,7 %<br />

Canada<br />

25,9 %<br />

Fonte: ILOSTAT<br />

Il tasso di sindacalizzazione<br />

nel mondo è diminuito nel corso<br />

degli ultimi 60 anni<br />

1960<br />

2016 o più recente<br />

50,2 %<br />

14,6 %<br />

32,2 %<br />

17,3 %<br />

40,5 %<br />

23,6 %<br />

30,9 %<br />

10,3 %<br />

64,6 %<br />

66,7 %<br />

31,0 %<br />

18,3 %<br />

18,9 %<br />

10,8 %<br />

12,1 %<br />

8,2 %<br />

Fonte: OCSE/ICTWSS<br />

Australia Giappone Gran Stati Uniti Svezia Svizzera Francia Turchia<br />

Bretagna<br />

La sindacalizzazione è più debole fra i lavoratori atipici<br />

Il tasso di sindacalizzazione stimato per forma di lavoro in una selezione di paesi dell’OCSE<br />

Impiego atipico (contratto a tempo determinato,<br />

lavoro interinale, indipendente o di piattaforma)<br />

Impiego tipico<br />

La copertura sindacale in<br />

funzione del reddito<br />

Tasso di copertura in funzione del reddito<br />

sulla base dei dati di 98 paesi<br />

70 %<br />

60 %<br />

Reddito<br />

elevato<br />

42 %<br />

50 %<br />

40 %<br />

Reddito<br />

medio<br />

superiore<br />

30 %<br />

30 %<br />

20 %<br />

10 %<br />

Reddito<br />

medio<br />

inferiore<br />

10 %<br />

0<br />

Francia Stati Uniti Germania Gran<br />

Bretagna<br />

Italia Svezia Danimarca<br />

Reddito<br />

basso<br />

14 %<br />

Fonte: Negotiating Our Way Up: Collective Bargaining in a Changing World of Work<br />

Fonte : ILOSTAT


16<br />

Dalle<br />

professioni<br />

Pensione delle donne, uno scandalo<br />

La riduzione delle rendite e la riforma AVS 21 al centro<br />

delle manifestazioni del 14 giugno, allo sciopero delle donne.<br />

In Svizzera le donne ricevono almeno<br />

un terzo di rendita in meno rispetto<br />

agli uomini. Questo grande divario<br />

pensionistico dimostra la diseguale<br />

distribuzione delle opportunità occupazionali<br />

tra i sessi. Le donne svolgono<br />

infatti prevalentemente professioni<br />

faticose come ad esempio<br />

nell’ambito della salute, dell’assistenza,<br />

delle pulizie e delle vendite. Oltre<br />

all’attività lavorativa sono le donne a<br />

svolgere l’indispensabile lavoro non<br />

retribuito per la società. Si occupano<br />

dei nipoti, dei genitori/suoceri anziani<br />

e dei familiari malati. Le donne guadagnano<br />

in media quasi un quinto in<br />

meno rispetto agli uomini (stima fatta<br />

su un’occupazione a tempo pieno). Il<br />

loro reddito effettivo è addirittura del<br />

43,3 per cento più basso. Il motivo di<br />

queste differenze non è solo la discriminazione<br />

salariale, ma anche il fatto<br />

che la scelta professionale e la carriera<br />

delle donne sono maggiormente influenzate<br />

rispetto agli uomini dal lavoro<br />

di assistenza non retribuito. In<br />

Svizzera mancano infatti posti finanziariamente<br />

sostenibili nelle strutture<br />

per l’infanzia, tanto che la maggior<br />

parte delle donne deve provvedere<br />

all’accudimento dei figli riducendo il<br />

suo grado occupazionale o rinunciando<br />

del tutto al lavoro retribuito. Quattro<br />

donne con bambini su cinque lavorano<br />

oggi a tempo parziale. Nelle<br />

coppie si fanno carico della maggior<br />

parte del lavoro casalingo e assistenziale<br />

non retribuito rinunciando alla<br />

sicurezza finanziaria. Conseguenza:<br />

il lavoro di molte donne comporta pertanto<br />

oggi rendite indegnamente<br />

basse.<br />

Nonostante questa situazione, il<br />

Parlamento vuole che a pagare per<br />

l’AVS siano proprio le donne e intende<br />

tagliare le loro rendite AVS. Sarebbe<br />

un disastro, poiché durante la vecchiaia<br />

le donne possono contare esclusivamente<br />

sull’AVS. Solo nei prossimi<br />

10 anni le loro rendite sono destinate<br />

a essere decurtate di 7 miliardi. E questo<br />

è solo il primo passo. L’età pensionabile<br />

a 67 anni per tutti è già in programma.<br />

Per tutelare le nostre rendite<br />

e la più importante assicurazione<br />

sociale, serve un NO all’AVS 21.<br />

Gabriela Medici, segretaria centrale USS<br />

e responsabile assicurazioni sociali<br />

Le rendite delle donne e l’AVS 21<br />

sono al centro delle mobilitazioni<br />

previste per il 14 giugno. <strong>syndicom</strong><br />

sta organizzando un webinair proprio<br />

con Gabriela Medici nel quale<br />

saranno affrontati i punti centrali<br />

della riforma nonché gli argomenti<br />

contrari. Oltre ad azioni aziendali,<br />

parteciperemo a svariate manifestazioni,<br />

tra cui a Berna, Losanna e<br />

Bellinzona. E sulle finestre e nei<br />

cortei torneranno le immancabili<br />

bandiere viola.<br />

In Svizzera, la parità è un obbligo costituzionale soltanto dal 1981 e la legge federale sulla parità dei sessi è entrata in vigore nel 1996. (© USS)


L’80% dei lavoratori partecipanti al sondaggio ritiene insufficiente il<br />

salario minimo delle radio private, pari a 4300 franchi<br />

17<br />

Un accordo con radio e tv private<br />

Dall’aprile 2021 <strong>syndicom</strong> conduce dei colloqui con le associazioni<br />

padronali di tv e radio private della Svizzera tedesca. Sette<br />

tornate negoziali hanno permesso di ottenere l’aumento dei<br />

salari minimi, scandalosamente bassi. Ma molto resta da fare.<br />

Secondo uno studio del 2020, i salari nel settore dei media ristagnano da anni. (© Keystone­ATS)<br />

Nell’agosto 2020, uno studio di <strong>syndicom</strong><br />

(insieme a USS, Sindacato Svizzero<br />

Massmedia e Associazione Giornalisti<br />

Specializzati) aveva rilevato che i<br />

salari di molti programmatori di radio<br />

ed emittenti televisive private della<br />

Svizzera tedesca erano particolarmente<br />

bassi. Dal 2007 esistono solo condizioni<br />

di lavoro standard minime, rilasciate<br />

unilateralmente dalle aziende,<br />

ma nessuna norma vincolante. Il salario<br />

minimo presso le radio e tv private<br />

ammonta a 4mila franchi! I salari minimi<br />

per i praticantati, il volontariato<br />

e lo stage non sono affatto regolamentati.<br />

Le restanti condizioni di lavoro,<br />

come ad esempio le vacanze o la continuazione<br />

del pagamento del salario in<br />

caso di malattia, sono vicine al minimo<br />

di legge oppure appena al di sopra.<br />

Dopo sette tornate negoziali con<br />

l’associazione Telesuisse (TS) e l’Associazione<br />

radio private svizzere (ARPS),<br />

è stato ora possibile ottenere alcuni<br />

miglioramenti. Telesuisse, ad esempio,<br />

ha approvato un salario minimo<br />

di 4’800 franchi per i suoi dipendenti<br />

nelle TV private. L’ARPS è finora però<br />

solo disposta ad accettare un salario<br />

minimo di 4’300 franchi per i dipendenti<br />

delle radio private. I salari per i<br />

praticantati dovrebbero ora ammontare<br />

ad almeno 1’500 franchi e per i<br />

volontariati e gli stage ad almeno<br />

2’500–3’500 franchi a seconda dell’anno<br />

di formazione. Finora ha accettato<br />

solo TS, ma non l’ARPS. Tra gli altri<br />

principali miglioramenti vi sono anche<br />

l’aumento delle vacanze da 4 a 5<br />

settimane (per gli ultra 49enni da 5 a 6)<br />

nonché la continuazione del pagamento<br />

del salario in caso di malattia,<br />

che ora è stato portato dal minimo<br />

legale all’80% per 720 giorni.<br />

In un sondaggio online è stato raccolto<br />

il parere degli interessati su questo<br />

stadio intermedio delle negoziazioni.<br />

I risultati sono netti: più dell’81%<br />

dei partecipanti ritiene che il miglioramento<br />

dei salari minimi sia la cosa<br />

più importante. Ma quasi l’80% ritiene<br />

insufficiente il salario minimo presso<br />

le radio private (4’300). Il 63% ritiene<br />

sufficiente il salario minimo presso le<br />

TV private. In molti settori l’evoluzione<br />

dei salari non tiene sufficientemente<br />

conto dell’esperienza professionale.<br />

Non ci si stupisce che il tempo<br />

di permanenza nelle aziende in questo<br />

settore sia al di sotto della media. Il focus<br />

per le prossime tornate negoziali<br />

dovrà concentrarsi sul miglioramento<br />

della situazione reddituale.<br />

Idris Djelid<br />

Sempre più veloce<br />

è troppo veloce<br />

David Roth è segretario centrale Logistica<br />

«Il prossimo, prego» – in molti uffici<br />

postali questa frase viene già oggi sostituita<br />

da un sonoro «bing» e da un<br />

numero sul display. Questo «bing» viene<br />

– finora – azionato dalle persone<br />

che stanno dietro allo sportello. Ora<br />

dovrà essere il computer a farlo in maniera<br />

automatica. Nei contact center<br />

questo è già da tempo realtà. Non appena<br />

una persona ha attaccato, c’è già<br />

in linea la successiva. Ma anche nella<br />

casella di posta elettronica oppure<br />

nella finestra delle chat si attivano costantemente<br />

nuovi lavori.<br />

Così facendo non viene solo intensificata<br />

la cadenza lavorativa. Ma viene<br />

anche misurata con sempre maggiore<br />

precisione. Cosa succederebbe se<br />

l’impiegato allo sportello necessitasse<br />

solo di 5 secondi anziché di 10 fino al<br />

cliente successivo? Presso 800 uffici<br />

postali che servono 350 clienti al giorno<br />

è possibile risparmiare in questo<br />

modo 422 ore di lavoro.<br />

Ai dipendenti non resterebbe più<br />

tempo per rifiatare, bere un sorso<br />

d’acqua oppure proporre ai clienti<br />

nuovi prodotti. Di conseguenza siamo<br />

di fronte al gatto che si morde la coda,<br />

poiché il dipartimento successivo si<br />

lamenterà del fatto che vengono venduti<br />

troppo pochi prodotti aggiuntivi.<br />

Questo dimostra che gli interessi<br />

degli affari e dei lavoratori non sono in<br />

conflitto tra loro: esporre i lavoratori<br />

allo stress permanente fa male alla<br />

loro salute e agli affari stessi. Affinché<br />

ciò venga riconosciuto serve molto impegno<br />

da parte della rappresentanza<br />

del personale e del sindacato. E fino<br />

ad allora si continuerà a dire: «Il prossimo,<br />

prego».


18<br />

Dalle<br />

professioni<br />

«La Posta deve offrire posti di lavoro stabili che permettano<br />

di vivere sul nostro territorio» Marco Forte<br />

Basta precariato alla Posta!<br />

In Ticino, lanciata una petizione per chiedere migliori condizioni<br />

di lavoro nella logistica, settore nel quale si ricorre sempre<br />

più a contratti a tempo determinato e con basse percentuali.<br />

Condizioni che condannano i lavoratori alla precarietà.<br />

In Ticino (qui il centro logistica di Cadenazzo), salari che condannano alla precarietà. (© <strong>syndicom</strong>)<br />

Giovani al primo impiego con un salario<br />

che non basta per andare a vivere<br />

da soli. E c’è anche chi non guadagna<br />

abbastanza per separarsi dal coniuge.<br />

Le cifre parlano di 2­3mila franchi<br />

mensili, che non permettono di vivere<br />

una vita dignitosa. Tutto questo succede<br />

in Ticino, cantone già noto per i salari<br />

più bassi della Svizzera. Ma in questo<br />

caso, il datore di lavoro è la Posta.<br />

Come può accadere? «I lavoratori nei<br />

servizi logistici – spiega il segretario<br />

regionale di <strong>syndicom</strong> Marco Forte –<br />

vengono inseriti nelle fasce salariali<br />

più basse indipendentemente dall’età<br />

e dall’esperienza lavorativa. Inoltre il<br />

grande problema è che in Ticino attualmente<br />

tutti i lavoratori vengono<br />

assunti a tempo parziale e questo<br />

comporta salari così bassi da non permettere<br />

di vivere. Inoltre, viene richiesta<br />

una flessibilità estrema che rende<br />

difficile la ricerca di un secondo impiego».<br />

Nonostante il CCL permetta ai<br />

lavoratori di fissare giorni di libero<br />

settimanali, da concordare con il team<br />

e i responsabili, molto spesso si riscontrano<br />

resistenze perché si preferisce<br />

avere lavoratori che possono essere<br />

impiegati “a fisarmonica” in base<br />

alle necessità aziendali.<br />

Un anno per valutare<br />

In Ticino, la quasi totalità dei nuovi dipendenti<br />

della Posta è stata assunta<br />

con contratti a tempo determinato di<br />

un anno, violando così le condizioni<br />

del CCL. «A quanto pare – afferma<br />

Marco Forte – veniva fatto per testare<br />

le competenze del nuovo assunto. In<br />

realtà, il datore di lavoro ha già sufficiente<br />

tempo durante il periodo di<br />

prova di tre mesi. Perciò siamo intervenuti<br />

e abbiamo ottenuto che i contratti<br />

dei nuovi assunti a Lugano<br />

nell’ultimo anno (oltre 40, tutti a tempo<br />

determinato) venissero convertiti a<br />

tempo indeterminato, come è giusto<br />

che sia». Per denunciare la situazione,<br />

<strong>syndicom</strong> ha così lanciato in Ticino<br />

una petizione per dire basta ai contratti<br />

a tempo determinato e ai tempi<br />

parziali che generano precarietà.<br />

«E questo – conclude Forte – è ancora<br />

più grave perché si tratta della Posta,<br />

un’azienda della Confederazione. È<br />

necessario agire a livello nazionale per<br />

alzare i salari. Ma interverremo anche<br />

a livello regionale, se possibile con<br />

gruppi di lavoro, per trovare soluzioni<br />

con i responsabili sull’organizzazione<br />

dei turni per aumentare il grado di occupazione».<br />

Giovanni Valerio<br />

Privacy (e lavoratori) a<br />

rischio per vie traverse<br />

Daniel Hügli è membro del Comitato direttivo e<br />

responsabile del settore ICT<br />

L’e­mail del Dipartimento federale di<br />

giustizia e polizia non desta sospetti:<br />

<strong>syndicom</strong> è invitata alla procedura di<br />

consultazione sulle revisioni parziali<br />

delle ordinanze della legge federale<br />

sulla sorveglianza della corrispondenza<br />

postale e del traffico delle telecomunicazioni<br />

(LSCPT).<br />

A una prima occhiata, pare trattarsi<br />

di adeguamenti della telefonia mobile<br />

dovuti alla tecnologia 5G. Ma durante<br />

il colloquio con gli interessati<br />

appare evidente che le ripercussioni<br />

potrebbero essere molto più ampie.<br />

Soprattutto in materia di tutela della<br />

privacy e di autodeterminazione individuale<br />

nel campo dell’informazione,<br />

che ne uscirebbero indebolite.<br />

A tutt’oggi non è inoltre ancora affatto<br />

chiaro quale operatore di telecomunicazioni<br />

o servizi di comunicazione<br />

derivati ricada in quale categoria<br />

delle istituzioni obbligate a collaborare<br />

e quindi ad adempiere pertanto ai nuovi<br />

obblighi in materia di sorveglianza.<br />

Questo crea una situazione di insicurezza<br />

giuridica che si traduce in notevoli<br />

rischi commerciali per le aziende<br />

che sviluppano il loro modello di<br />

business su una forte protezione dei<br />

dati e sulla crittografia delle comunicazioni<br />

end­to­end. In questo modo<br />

aziende particolarmente attente alla<br />

privacy come Proton (con servizi come<br />

e­mail e Virtual Private Network) o<br />

Threema (chat), che offrono in Svizzera<br />

diverse centinaia di posti di lavoro,<br />

potrebbero essere costrette a lasciare<br />

il nostro paese. Dobbiamo quindi fare<br />

tutto il possibile per evitare che il polo<br />

economico e tecnologico svizzero si<br />

indebolisca. Perciò nella consultazione<br />

<strong>syndicom</strong> s’impegna anche per una<br />

migliore protezione della privacy.


«Le formalità burocratiche diminuiscono sempre più» Beatrice Fontana<br />

19<br />

«Dietro i fascicoli ci sono persone»<br />

Beatrice Fontana, responsabile della cassa disoccupazione di<br />

<strong>syndicom</strong> parla del suo lavoro, del collegamento col sindacato,<br />

della missione e delle sfide attuali, dopo il periodo del Covid.<br />

Come si rapporta la cassa disoccupazione<br />

di <strong>syndicom</strong> con <strong>syndicom</strong>? È la<br />

cassa disoccupazione interna che è<br />

ora a disposizione dei membri <strong>syndicom</strong>?<br />

No, siamo una normale cassa disoccupazione<br />

pubblica. Ovvero tutti coloro<br />

che si ritrovano in disoccupazione<br />

possono iscriversi da noi, non solo i<br />

membri del sindacato. Anche se ci<br />

chiamiamo cassa disoccupazione <strong>syndicom</strong>,<br />

a livello organizzativo siamo<br />

indipendenti dal sindacato. <strong>syndicom</strong><br />

è per così dire la promotrice di questa<br />

cassa. Anche i nostri uffici non si trovano<br />

presso la sede principale del sindacato<br />

alla Monbijoustrasse, bensì<br />

nella periferia di Berna, precisamente<br />

alla Looslistrasse. Questa divisione<br />

spaziale è richiesta dalla Segreteria di<br />

Stato dell’economia (SECO) per dimostrare<br />

anche simbolicamente la separazione<br />

istituzionale. I membri di <strong>syndicom</strong><br />

non possono essere trattati in<br />

modo privilegiato, ma questo non ci<br />

deve impedire di segnalare talvolta<br />

possibilità di networking e conoscenze<br />

di settore interne.<br />

Cosa succede concretamente se qualcuno<br />

vi contatta come disoccupato?<br />

Verifichiamo in modo più efficiente<br />

possibile il diritto all’indennità di disoccupazione,<br />

consigliamo i clienti in<br />

merito ai loro diritti e doveri e cerchiamo<br />

di creare un rapporto di fiducia. I<br />

disoccupati si trovano in una situazione<br />

difficile, ecco perché ci adoperiamo<br />

per comprendere la loro situazione,<br />

senza dimenticare mai che dietro<br />

ai circa 1200 dossier della nostra cassa<br />

disoccupazione ci sono degli esseri<br />

umani. Alla fine della giornata, il vero<br />

e proprio obiettivo del nostro lavoro è<br />

che il versamento mensile delle indennità<br />

di disoccupazione funzioni efficacemente<br />

con il sistema SIPAD.<br />

La pandemia di coronavirus ha avuto<br />

ripercussioni sul vostro lavoro?<br />

Eccome! Durante la crisi del coronavirus<br />

ci siamo confrontati con sfide finora<br />

mai conosciute. Il numero delle domande<br />

di indennità di disoccupazione<br />

è aumentato in modo repentino, nel<br />

Canton Zurigo è addirittura raddoppiato.<br />

Tutti i collaboratori hanno dovuto<br />

prestare temporaneamente del<br />

lavoro straordinario e ad esempio<br />

essere convocati al lavoro anche di<br />

sabato. Approfitto dell’occasione per<br />

ringraziare tutti ancora una volta per<br />

lo straordinario impegno. Allo stesso<br />

tempo la centrale e gli uffici di pagamento<br />

esterni hanno dovuto chiudere<br />

a causa dell’obbligo di home office ed<br />

essere riorganizzati nel giro di breve<br />

tempo. Abbiamo dovuto allestire posti<br />

di lavoro a casa, garantire la reperibilità<br />

telefonica e informare gli assicurati.<br />

Suona estenuante! La situazione è ora<br />

tornata alla normalità?<br />

Sì, da circa un anno siamo tornati alla<br />

normalità. La pandemia ha però avuto<br />

anche ripercussioni positive sul nostro<br />

lavoro grazie al potenziamento in<br />

termini di trasformazione digitale. Ad<br />

esempio, chi cerca un posto può ora<br />

compilare tutti i moduli online nella<br />

Job­Room della SECO e allegare direttamente<br />

i documenti corrispondenti.<br />

In questo modo risparmiamo molto<br />

tempo perché le formalità burocratiche<br />

si sono notevolmente ridotte.<br />

Nick Manouk<br />

La cassa disoccupazione di<br />

<strong>syndicom</strong><br />

Parte del team della cassa disoccupazione di <strong>syndicom</strong>: da sinistra, Beatrice Fontana, Daniela Ramseier, Rahel Ganz, Hans­Peter Haftka. (© Alexander Egger)


20<br />

Dalle<br />

professioni<br />

«L’NPS valuta l’azienda e non i singoli dipendenti.<br />

Questo punteggio non deve ripercuotersi sul salario» Miriam Berger<br />

Clienti soddisfatti: salari più<br />

elevati? Ecco perché non va<br />

Sempre più spesso ci viene chiesto in Internet: «Con quale<br />

probabilità ci raccomanderebbe ad altri?». Sempre più spesso<br />

la nostra risposta influisce anche sul salario del dipendente.<br />

NPS, una sigla che preoccupa parecchi dipendenti degli Swisscom Shop. (© ATS­Keystone)<br />

La misurazione della fidelizzazione<br />

dei clienti tramite NPS (v. riquadro) è<br />

molto apprezzata presso i fornitori di<br />

servizi. Questo è comprensibile, tanto<br />

più che la richiesta attiva della probabilità<br />

di una raccomandazione può già<br />

portare a una maggiore soddisfazione<br />

della clientela. Tramite il contatto con<br />

gli intervistati che si sono espressi in<br />

modo maggiormente negativo, si può<br />

scoprire cosa ha causato la valutazione<br />

negativa e si possono definire delle<br />

misure volte al miglioramento. L’NPS<br />

è invece assolutamente inadeguato<br />

per misurare la prestazione lavorativa.<br />

I collaboratori rappresentano l’azienda<br />

nel contatto con i clienti. Con l’NPS<br />

vengono resi responsabili di qualcosa<br />

di cui spetta all’azienda nel suo complesso<br />

farsene carico.<br />

Il Net Promoter Score, in breve NPS,<br />

è l’indicatore della fedeltà della<br />

clientela di un’azienda. Il rilevamento<br />

avviene sulla base di un sondaggio<br />

in cui la raccomandazione<br />

viene valutata su una scala da zero<br />

(molto improbabile) a 10 (molto<br />

probabile). Ne derivano tre categorie<br />

di clienti: «promoters», che indicano<br />

un valore compreso tra 9 e 10;<br />

«passives», che indicano un valore<br />

compreso tra 7 e 8; «detractors», che<br />

indicano un valore compreso tra<br />

zero e 6.<br />

Un fattore di stress in più<br />

Spesso le aziende utilizzano l’NPS anche<br />

per il calcolo delle quote salariali<br />

individuali. L’NPS come criterio per il<br />

raggiungimento degli obiettivi diventa<br />

così un fattore di stress non necessario,<br />

in quanto le proprie azioni non<br />

sono in grado di produrre cambiamenti.<br />

Per aumentare la qualità del<br />

servizio, servono un buon processo di<br />

feedback e seri corsi di formazione, e<br />

non dei sistemi salariali demotivanti.<br />

La problematica rappresentata dal<br />

costante aumento delle componenti<br />

salariali variabili è evidente. Sebbene<br />

per le attività che vengono retribuite<br />

in modo variabile aumenti la produttività,<br />

ciò va a scapito degli altri settori.<br />

Ad esempio, la provvigione sul fatturato<br />

induce solo a vendere il maggior numero<br />

di prodotti possibile. Questo<br />

modo di procedere non porta a un<br />

successo a lungo termine poiché la fiducia<br />

della clientela viene compromessa.<br />

Si tratta quindi di disaccoppiare<br />

il salario dall’NPS e di puntare su<br />

componenti salariali fisse più elevate.<br />

Miriam Berger<br />

Verso un nuovo tipo di<br />

promozione dei media<br />

Stephanie Vonarburg è responsabile del settore<br />

Media e vicepresidente di <strong>syndicom</strong><br />

Il 13 febbraio scorso il popolo svizzero<br />

ha respinto alle urne il pacchetto di<br />

misure a favore dei media. Molti dei<br />

votanti non hanno apprezzato che<br />

anche le grandi case editrici avrebbero<br />

beneficiato di un sostegno proveniente<br />

da fondi pubblici. Noi come sindacato<br />

avevamo approvato il compromesso<br />

e ci eravamo battuti a favore del<br />

progetto per favorire gli operatori dei<br />

media, i media online e le case editrici<br />

più piccole. La bocciatura penalizzerà<br />

alcuni media più piccoli e pertanto i<br />

loro dipendenti e numerosi freelance.<br />

Prima vittima: la <strong>rivista</strong> scientifica higgs.ch<br />

che ora chiude i battenti.<br />

Il sostegno al Consiglio della<br />

stampa, agli istituti di formazione per<br />

i giornalisti o all’agenzia di stampa<br />

svizzera non era affatto contestato. E<br />

ripartiamo proprio da qui, trasversalmente,<br />

a tutti i partiti. Le iniziative e le<br />

istituzioni che incoraggiano il giornalismo<br />

indipendente sono infatti sotto<br />

forte pressione finanziaria. Tuttavia,<br />

sono necessarie misure per portare<br />

avanti gli interessi dei professionisti<br />

dei media e la qualità stessa dei<br />

media.<br />

Inoltre, esistono nuove iniziative<br />

nella Svizzera romanda nonché a Basilea­Città<br />

per sostenere i media regionali<br />

a livello cantonale. Il «Colloque»<br />

di inizio maggio a Losanna, a cui ha<br />

contribuito anche <strong>syndicom</strong>, cerca<br />

nuove strade per una fondazione<br />

pubblica per la promozione diretta del<br />

giornalismo, finanziata a livello cantonale.<br />

Si tratta di un passo nella giusta<br />

direzione.


«Le negoziazioni salariali collettive garantiscono aumenti<br />

giusti per tutti i dipendenti della Posta » Matthia Loosli<br />

21<br />

Gli aumenti non piovono dal cielo<br />

Il contratto mantello della Posta prevede trattative salariali<br />

su base annua. Ecco come si svolgono.<br />

<strong>syndicom</strong> esige aumenti salariali giusti in un settore sotto pressione. (© Keystone­ATS)<br />

Ben prima di ricevere l’aumento di salario,<br />

arrivato sul conto il 25 aprile, ne<br />

sono successe di cose. Andiamo con<br />

ordine. L’Unione sindacale svizzera<br />

(USS) pubblica regolarmente le previsioni<br />

sul potere d’acquisto e sullo<br />

sviluppo economico. Poi a novembre<br />

la Posta riferisce sull’andamento del<br />

mercato. Queste informazioni rappresentano<br />

le basi fondamentali per le<br />

negoziazioni, come pure per le comparazioni<br />

con i concorrenti. Si tiene anche<br />

conto dell’andamento dei prezzi e<br />

dei salari. Quindi i comitati aziendali<br />

affidano alla direzione del settore una<br />

concreta rivendicazione salariale. Sulla<br />

base di questo <strong>syndicom</strong> porterà,<br />

entro il 6 dicembre, la sua rivendicazione<br />

al datore di lavoro. A quel punto<br />

si può dare avvio alle trattative. Vengono<br />

concordate 2­3 date per le riunioni.<br />

Le delegazioni si incontrano –<br />

quest’anno gli incontri sono stati virtuali<br />

– e contrattano l’aumento della<br />

massa salariale e la tipologia di versamento:<br />

aumenti generali per tutti, versamenti<br />

una tantum oppure premi<br />

produzione? Raggiunto un compromesso,<br />

si torna all’organo competente<br />

per chiedere l’approvazione: a <strong>syndicom</strong><br />

i rappresentanti sindacali eletti<br />

decidono all’interno del comitato<br />

aziendale, per la Posta decide il consiglio<br />

d’amministrazione. Se tutti gli organi<br />

danno il via libera, il risultato viene<br />

inserito in un accordo e sottoscritto<br />

dalle parti del CCL.<br />

Un processo complesso ma efficace<br />

A questo punto si inizia con l’attuazione.<br />

<strong>syndicom</strong> prepara il calcolatore<br />

salariale. Il dipartimento finanziario<br />

della Posta predispone il versamento<br />

con la mensilità di aprile. E infine il<br />

denaro arriva sul tuo conto. Non piove<br />

quindi dal cielo. Il processo può sembrare<br />

complesso ma è meno complicato<br />

rispetto alla singola negoziazione<br />

per ciascun dipendente della Posta. Le<br />

negoziazioni salariali collettive garantiscono<br />

aumenti salariali giusti per<br />

tutti. È così che il settore Logistica ha<br />

ottenuto dei buoni risultati in occasione<br />

di queste trattative salariali. Scopri<br />

il tuo nuovo salario grazie al calcolatore<br />

qui sotto.<br />

Matthias Loosli<br />

Il calcolatore salariale<br />

per i dipendenti della Posta<br />

Assicurazione freelance,<br />

già prevista in passato<br />

Patrizia Mordini è membro del Comitato direttivo<br />

di <strong>syndicom</strong><br />

L’assicurazione contro la perdita di<br />

guadagno per i freelance è un tema ricorrente<br />

dopo il periodo della pandemia.<br />

A questo proposito il settore Media<br />

di <strong>syndicom</strong> ha già elaborato una<br />

bozza di proposta, in collaborazione<br />

con la Scuola universitaria professionale<br />

della Svizzera nordoccidentale.<br />

Una simile assicurazione contro la<br />

perdita di guadagno è un’idea innovativa<br />

che colmerebbe un’importante<br />

lacuna e offrirebbe ai freelance una<br />

migliore protezione sociale.<br />

La legge sull’assicurazione contro<br />

la disoccupazione è entrata in vigore<br />

nel 1951, allora ancora senza obbligo<br />

di stipula a livello nazionale. È poco<br />

noto che un’assicurazione facoltativa<br />

contro la disoccupazione fosse presente<br />

nella Costituzione federale già<br />

dal 1976. Sì, l’articolo 114, che tratta<br />

l’assicurazione contro la disoccupazione<br />

(AD), contiene il passaggio «chi<br />

esercita un’attività indipendente può<br />

assicurarsi facoltativamente».<br />

Adrian Zimmermann, storico e<br />

membro del comitato del Gruppo<br />

d’interesse Freelance di <strong>syndicom</strong>, è<br />

una vera e propria enciclopedia ambulante.<br />

Come ricercatore del movimento<br />

dei lavoratori, ha scoperto che questo<br />

passaggio era stato creato nel 1976<br />

allorché, dopo la crisi economica, l’AD<br />

ha dovuto essere dichiarata obbligatoria<br />

in tempo record per quasi tutti i<br />

lavoratori. Un’AD facoltativa per i freelance<br />

è quindi una disposizione<br />

costituzionale non attuata dalla legislazione!


22 Politica<br />

«Far sì che resti accesa la<br />

luce dell’informazione»<br />

A inizio giugno, a Mascate, capitale dell’Oman, si tiene il 31°<br />

congresso della Federazione internazionale dei giornalisti (FIJ),<br />

di cui fa parte anche <strong>syndicom</strong>. L’incontro avviene nel difficile<br />

contesto del conflitto russo-ucraino, sullo sfondo drammatico<br />

dei 25 giornalisti assassinati nel corso dei primi cinque mesi<br />

dell’anno in diverse regioni del mondo. Ne anticipa i contenuti<br />

il segretario generale della FIJ Anthony Bellanger.<br />

Testo: Sergio Ferrari (in collaborazione<br />

con <strong>syndicom</strong>)<br />

Foto: Frédéric Moreau de Bellaing<br />

Nel rapporto che ha redatto per il<br />

congresso, lei si è espresso senza<br />

mezzi termini: i giornalisti, la FIJ e il<br />

pianeta Terra concludono un periodo<br />

(gli ultimi quattro anni) contrassegnato<br />

da quella che è forse stata la<br />

più traumatica crisi mondiale contemporanea.<br />

A livello retrospettivo,<br />

quale riflessione ne trae in relazione<br />

all’esercizio del giornalismo per<br />

questo periodo?<br />

«Il giornalismo<br />

e l’informazione<br />

di qualità<br />

devono rimanere<br />

dei beni pubblici»<br />

Quando rivivo gli ultimi tre anni, dal<br />

nostro congresso di Tunisi (2019),<br />

constato che la FIJ ha permesso ancora<br />

una volta ai suoi affiliati di difendersi<br />

bene da questa pandemia<br />

proponendo la Piattaforma mondiale<br />

per un giornalismo di qualità che<br />

è una sorta di cassetta degli attrezzi<br />

per uscire dalla crisi, fondamentalmente<br />

attraverso proposte economiche.<br />

Non dimentico naturalmente i<br />

numerosi giornalisti e giornaliste<br />

che hanno perso il loro impiego poiché<br />

molti media hanno dovuto chiudere<br />

in seguito alla crisi economica<br />

successiva alla pandemia e al lockdown<br />

generalizzato di tutto il pianeta<br />

(o quasi). Posso confermare che<br />

è la crisi peggiore che la FIJ abbia<br />

dovuto gestire dalla Seconda guerra<br />

mondiale.<br />

Quali sono le principali sfide/aspettative<br />

del segretariato della FIJ per<br />

questo 31° congresso?<br />

Per la prima volta in 100 anni la FIJ<br />

organizzerà un congresso mondiale<br />

in Medio Oriente, a Mascate, capitale<br />

dell’Oman. La grande questione,<br />

oltre alle mozioni ordinarie, sarà la<br />

sicurezza e la protezione dei giornalisti<br />

e degli operatori dei media,<br />

dopo la pubblicazione della Convenzione<br />

della FIJ rivolta alle Nazione<br />

Unite. Troppi assassinii – 9 su 10 –<br />

restano impuniti e l’ONU deve ora<br />

assumersi le proprie responsabilità.<br />

Riceveremo inoltre a Muscat, in<br />

Oman, le famiglie di vittime provenienti<br />

dalle cinque regioni del mondo<br />

che parleranno del loro calvario:<br />

non sapere chi ha assassinato i loro<br />

cari, senza alcuna speranza di giustizia.<br />

Questo congresso si riunirà nel contesto<br />

di una nuova crisi mondiale,<br />

durante il conflitto Russia-Ucraina.<br />

In che misura pensa che la FIJ, in<br />

qualità di organizzazione mondiale,


Fondata nel 1926, la Federazione internazionale dei giornalisti (FIJ) si definisce «la voce dei giornalisti<br />

di tutto il mondo». Riunisce 187 sindacati (tra cui <strong>syndicom</strong>), associazioni e federazioni (in<br />

rappresentanza di 140 paesi) con oltre 600mila membri. Si tratta della più grande organizzazione<br />

al mondo di professionisti dell’informazione.<br />

23<br />

potrà raggiungere dei consensi in<br />

una situazione geopolitica tanto<br />

complessa?<br />

Sì, la situazione geopolitica è complessa,<br />

ma non è una cosa nuova per<br />

noi. La FIJ, in quanto organizzazione<br />

mondiale, ha dopo tutto gli stessi<br />

problemi delle Nazioni Unite. La nostra<br />

parola d’ordine è sempre la<br />

stessa: il giornalismo e l’informazione<br />

di qualità devono rimanere beni<br />

pubblici. Qualunque siano le bandiere,<br />

i sistemi politici o le relazioni<br />

diplomatiche. Continuo ad andare<br />

in ogni momento e luogo per far sì<br />

che sul nostro pianeta la luce<br />

dell’informazione resti accesa.<br />

Se si analizza il rapporto della FIJ su<br />

questi ultimi quattro anni, ci sono<br />

tre elementi che sembrano fondamentali<br />

in questa tappa di costruzione<br />

di nuovi punti di riferimento<br />

per il giornalismo mondiale. Penso<br />

alla Carta etica mondiale dei giornalisti,<br />

approvata in occasione del precedente<br />

congresso a Tunisi nel<br />

2019; alla presa di posizione del Comitato<br />

esecutivo del luglio 2020 sulle<br />

molestie sessuali e alla Piattaforma<br />

mondiale per un giornalismo di<br />

qualità sviluppata durante la pandemia.<br />

Qual è l’impatto di questi pilastri<br />

di riflessione e riferimento?<br />

Questi documenti, una volta adottati<br />

dalle nostre istanze internazionali,<br />

sono divenuti de facto dei riferimenti<br />

per le redazioni e i giornalisti<br />

di tutto il mondo. Servono soprattutto<br />

alle nostre consorelle e confratelli<br />

sul campo e so che molti di loro<br />

li utilizzano quando non esiste una<br />

carta etica nel loro paese o la questione<br />

delle molestie è vista in modo<br />

diverso da altri paesi e culture. Se la<br />

FIJ lo scrive, lo pubblica e lo fa sapere<br />

in tutto il mondo, questo permette<br />

ai nostri sindacati di immedesimarsi<br />

nelle questioni e di difenderle<br />

sul campo.<br />

«La sicurezza dei<br />

giornalisti rimane<br />

una delle nostre<br />

sfide principali»<br />

Quali sono i grandi temi del futuro<br />

per i quattro prossimi anni e a cui la<br />

FIJ dovrebbe lavorare per produrre<br />

un quadro di riferimento paradigmatico<br />

per la professione?<br />

Si parla sempre del futuro del giornalismo<br />

perché continua a essere<br />

un vero interrogativo da decenni.<br />

Anche se il futuro non è sempre roseo,<br />

il giornalista non svolge il ruolo<br />

di «veggente» e si limita a lavorare<br />

sul campo sindacale e anche su<br />

quello della sicurezza e della protezione<br />

dei giornalisti. I nostri dibattiti<br />

all’ONU ci richiederanno tantissimo<br />

tempo ed energia nei prossimi<br />

anni. Ma è in gioco la memoria delle<br />

nostre consorelle e confratelli assassinati<br />

e della protezione di coloro<br />

che vengono minacciati ogni giorno.<br />

Se analizzo le circa 35 mozioni che i<br />

sindacati della FIJ presenteranno in<br />

Oman, quasi la metà fa riferimento<br />

alla sicurezza, alla persecuzione dei<br />

giornalisti, agli scandali come Pegasus...<br />

C’è una sfida in sospeso per la<br />

FIJ al riguardo, in un mondo dove la<br />

libertà di stampa sembra essere<br />

sempre più minacciata da meccanismi<br />

repressivi, criminalizzazione<br />

dell’attività giornalistica e tendenze<br />

monopolistiche della concentrazione<br />

dei media?<br />

Si tratta di un aspetto fondamentale<br />

del nostro lavoro in quanto federazione.<br />

Impossibile concludere senza dire<br />

che tra quattro anni la FIJ celebrerà<br />

il suo centenario. Quali sono le sue<br />

riflessioni in merito? Cosa dovrebbe<br />

sognare la FIJ per il suo 100° anno di<br />

vita?<br />

Senza dubbio si tratterà di un<br />

momento storico! Chi, tra i padri<br />

fondatori, soprattutto il francese<br />

Georges Bourdon, primo presidente<br />

della FIJ nel 1926, avrebbe potuto<br />

immaginare che la FIJ avrebbe celebrato<br />

il suo centenario? Spetterà al<br />

prossimo Comitato esecutivo organizzare<br />

tutto questo e definire il luogo<br />

di questo centenario nel 2026 e<br />

soprattutto il programma che rappresenterà<br />

un momento indimenticabile<br />

per tutti noi. Diversi sindacati<br />

si stanno già preparando seriamente,<br />

ma non posso dire di più per il<br />

momento...<br />

Pace, dignità<br />

e solidarietà<br />

I valori del Primo Maggio<br />

al centro delle rivendicazioni<br />

dell’assemblea dell’USS.<br />

Il conflitto in Ucraina è stato anche<br />

uno dei temi dell’assemblea dei delegati<br />

dell’Unione Sindacale Svizzera<br />

(USS), che si è tenuta ai primi di<br />

maggio a Berna. Nel corso dell’assemblea,<br />

una sindacalista ucraina<br />

ha fatto una descrizione impressionante<br />

della situazione nel suo paese.<br />

Come sempre, in guerra sono i più<br />

deboli e i più poveri a pagare. Per<br />

questo, l’USS si unisce al movimento<br />

sindacale internazionale per<br />

chiedere il ritiro dei soldati russi dal<br />

territorio ucraino. E s’impegna inoltre<br />

per un sostegno, finanziario e<br />

umanitario, all’Ucraina e a chi ha<br />

trovato rifugio nel nostro paese.<br />

Garantire il potere d’acquisto<br />

Nel corso dell’assemblea, i delegati<br />

USS hanno approvato diverse risoluzioni<br />

a favore di misure per contrastare<br />

la perdita di potere d’acquisto.<br />

Per la prima volta dal 2008, i prezzi<br />

al dettaglio sono in crescita. Per<br />

questo servono aumenti generalizzati<br />

dei salari, così come dell’AVS e<br />

del secondo pilastro, che devono essere<br />

adeguati all’inflazione. Inoltre,<br />

per far fronte all’esplosione annunciata<br />

dei costi delle casse malati,<br />

bisogna aumentare senza indugio i<br />

sussidi ai premi. Serve un modello<br />

di finanziamento globale che consenta<br />

sia la creazione di riserve sia<br />

la corretta e completa attuazione<br />

dell’iniziativa Per cure infermieristiche<br />

forti, accettata dal popolo nel<br />

novembre scorso. In particolare,<br />

l’USS rivendica che tutti i lavoratori<br />

guadagnino almeno 4mila franchi<br />

al mese (per 13 mensilità) per un<br />

impiego a tempo pieno. E che nessuno<br />

debba pagare per la cassa malati<br />

più del 10% del suo reddito.<br />

L’USS continuerà infine a combattere<br />

i progetti fiscali antisociali, come<br />

la soppressione dell’imposta anticipata<br />

sulla quale andremo a votare in<br />

settembre.<br />

Giovanni Valerio


24 Politica<br />

Pari opportunità,<br />

molto resta da fare<br />

Claudia Kaufmann, coautrice del commento giuridico sulla<br />

Legge delle pari opportunità, appena pubblicato dall’USS,<br />

ripercorre i progressi compiuti e anticipa le sfide future.<br />

Testo: Robin Moret<br />

Foto: Keystone-ATS<br />

Quali sono gli obiettivi e il campo<br />

d’applicazione della legge sulla parità<br />

dei sessi (LPar)?<br />

La legge sulla parità dei sessi ha<br />

l’obiettivo di combattere ruoli,<br />

aspettative e attribuzioni di genere<br />

da tempo radicati nella società – e<br />

spesso non messi in discussione –<br />

per consentire di scardinare le discriminazioni<br />

esistenti e consentire<br />

l’effettiva parità dei sessi in tutti i<br />

settori della formazione professionale<br />

e dell’attività lavorativa. Nulla è<br />

cambiato riguardo a questa finalità<br />

negli ultimi 25 anni; anzi continua a<br />

essere attuale.<br />

Ci sono anche nuove questioni che<br />

ha trattato nel commento?<br />

Sì, in particolare due aspetti: da un<br />

lato, il riconoscimento del concetto<br />

di multidiscriminazione, ovvero delle<br />

realtà di discriminazione pluridimensionali<br />

e della loro importanza<br />

nell’interpretazione del diritto in<br />

materia di parità dei sessi. D’altro<br />

lato, con l’approvazione della legge<br />

si è partiti dal presupposto della tradizionale<br />

attribuzione puramente<br />

binaria dei sessi uomo e donna.<br />

Mancava in gran parte la consapevolezza<br />

dello stretto e in parte indissolubile<br />

legame con tutti i fattori<br />

dell’orientamento sessuale e mancava<br />

del tutto il legame con l’identità<br />

di genere. Una comprensione opportunamente<br />

limitata fa sì che<br />

vengano sanciti e consolidati stereotipi<br />

e vengano discriminate persone<br />

con identità di genere non binaria<br />

oppure per il loro orientamento sessuale,<br />

con la conseguente emarginazione<br />

di queste persone.Non da ultimo,<br />

nella riedizione si trattava di<br />

considerare la revisione della LPar<br />

del 2021, ovvero l’introduzione di<br />

analisi salariali limitate e a tempo<br />

determinato.<br />

Come valuta la sua efficacia finora?<br />

Il bilancio è controverso: da un lato,<br />

non c’è più nessuna azienda che nel<br />

frattempo non sappia che deve essere<br />

pagato lo stesso salario per lo<br />

stesso lavoro. Ma molti non si rendono<br />

conto che devono vedere la discriminazione<br />

nel contesto dell’intero<br />

rapporto di lavoro. Ad esempio<br />

in fase di reclutamento, suddivisione<br />

dei compiti, promozione, sviluppo<br />

della carriera e in relazione a molestie<br />

sessuali. Positivo è anche il<br />

fatto che la legge abbia un effetto<br />

preventivo, soprattutto in caso di<br />

protezione da molestie sessuali.<br />

Dall’altro lato, però, anche dopo 25<br />

anni la legge, il suo ampio campo di<br />

applicazione e le agevolazioni procedurali<br />

sono tuttora troppo poco<br />

conosciuti presso le procure e i tribunali.<br />

Lo strumento dell’azione<br />

collettiva nella sua struttura attuale<br />

non ha praticamente dato buoni risultati,<br />

perché viene impiegato troppo<br />

raramente e consente solo azioni<br />

d’accertamento, e nessuna azione<br />

d’esecuzione di una prestazione che<br />

interromperebbe la prescrizione. E<br />

tuttora molte donne vengono discriminate<br />

in relazione alla gravidanza<br />

e alla maternità.<br />

Cosa chiedere alla politica e alla giustizia<br />

per migliorare la situazione?<br />

Finora i diversi tentativi per un’estensione<br />

dell’agevolazione dell’onere<br />

della prova e in caso di molestia<br />

sessuale sono falliti in<br />

Parlamento. Non sono neppure state<br />

ancora attuate le raccomandazioni<br />

derivanti dalla valutazione della<br />

LPar. Questo riguarda in particolare<br />

l’introduzione della possibilità di<br />

avviare un’azione nei confronti delle<br />

autorità; è sconcertante che si continui<br />

a lasciare esclusivamente agli<br />

interessati l’attuazione della parità<br />

dei sessi sancita dalla Costituzione.<br />

Dove si colloca la Svizzera nel confronto<br />

europeo in riferimento alla<br />

legislazione sulla parità dei sessi?<br />

All’entrata in vigore, la LPar ha acquisito<br />

l’allora avanzata situazione<br />

giuridica dell’UE. Lo sviluppo internazionale<br />

è andato però ben oltre<br />

senza che la Svizzera vi abbia aderito<br />

in maniera decisa.<br />

Commento alla Legge<br />

sulla parità, Edizioni<br />

Helbing Lichtenhahn


Diritto e diritti<br />

25<br />

Caro servizio di consulenza giuridica, lavoro<br />

come grafica in un’agenzia pubblicitaria<br />

(grado di occupazione: 80%). Da novembre<br />

2021 sono con orgoglio mamma di una bambina.<br />

Io e il mio compagno siamo d’accordo di<br />

svolgere l’attività lavorativa, domestica e<br />

assistenziale possibilmente in parti uguali.<br />

Pertanto, ho voluto ridurre il mio grado di occupazione<br />

al 60%. Il mio capo me lo ha negato<br />

minacciandomi di licenziarmi. Allo stesso<br />

tempo a un mio collega, che segue un perfezionamento<br />

durante il lavoro, ha concesso<br />

di ridurre la sua occupazione del 20%.<br />

Cosa posso fare?<br />

Risponde il servizio giuridico di <strong>syndicom</strong><br />

L’articolo 3 capoverso 1 della legge sulla parità dei<br />

sessi (LPar) vieta la discriminazione dei lavoratori sul<br />

posto di lavoro in base alla situazione familiare.<br />

Secondo l’articolo 3 capoverso 2 LPar, questo divieto<br />

vale anche per l’organizzazione delle condizioni di<br />

lavoro in cui rientra la desiderata riduzione del grado<br />

occupazionale. La discriminazione sul posto del lavoro<br />

nei confronti delle donne non è vietata solo durante la<br />

gravidanza, ma anche dopo il parto. Una volta rientrata<br />

al lavoro una donna non può essere penalizzata per<br />

il fatto di essere madre. Il suo datore di lavoro ha<br />

pertanto violato la legge sulla parità dei sessi.<br />

Quali conseguenze giuridiche ha una violazione<br />

della legge sulla parità dei sessi? Come<br />

posso procedere nei confronti del mio datore<br />

di lavoro?<br />

Chi è interessato da una discriminazione secondo<br />

l’articolo 3 LPar, può richiedere al tribunale di proibire<br />

una discriminazione imminente, di far cessare una<br />

discriminazione attuale oppure di accertare una discriminazione<br />

che continua a produrre effetti negativi.<br />

Qualora il suo datore di lavoro dovesse effettivamente<br />

rescindere il contratto di lavoro perché lei fa valere un<br />

diritto previsto dalla LPar, ha delle buone possibilità di<br />

ottenere un’indennità. Qualora si evinca un nesso tra<br />

maternità, disparità di trattamento rispetto ai suoi colleghi<br />

uomini e licenziamento, un giudice qualificherà<br />

tale licenziamento come illegittimo in applicazione<br />

dell’articolo 5 capoverso 2 LPar. Attenzione: anche un<br />

licenziamento illegittimo produce effetti giuridici e<br />

pone fine al rapporto di lavoro.<br />

La mia situazione finanziaria è attualmente<br />

un po’ tesa. Quali costi ricadono su di me<br />

qualora facessi valere in tribunale una discriminazione<br />

dovuta alla maternità?<br />

Il procedimento secondo la legge sulla parità dei sessi<br />

è in linea di principio gratuito. Questo significa che le<br />

autorità di conciliazione e i tribunali non applicano<br />

spese procedurali. In caso di un’eventuale rappresentanza<br />

legale sono tuttavia previsti dei costi per entrambe<br />

le parti. In caso di processo giudiziario, a differenza<br />

delle conciliazioni, la gratuità non è più prevista.<br />

Poiché, di norma, chi perde la causa deve sostenere le<br />

spese per la rappresentanza legale di entrambe le parti.<br />

Un’assicurazione privata di protezione giuridica, un’associazione<br />

professionale oppure un sindacato offrono<br />

in questi casi spesso assistenza giuridica e si assumono<br />

anche il rischio dei costi in caso di situazioni promettenti.<br />

Tutte le precedenti<br />

rubriche su internet


26 Rubriche<br />

Idee<br />

I corsi Helias visti da vicino<br />

Come raccontare i corsi Helias a chi<br />

non li conosce ancora? Abbiamo<br />

pensato di dare la parola a uno degli<br />

allievi più assidui, Andrea Marino,<br />

poligrafo presso l’industria grafica<br />

Fontana Print di Lugano. Curioso di<br />

natura, desideroso di crescere in<br />

ambito professionale ma non solo,<br />

negli ultimi anni Marino ha seguito<br />

diversi corsi di Helias. «Sono membro<br />

di <strong>syndicom</strong> anche per questa<br />

opportunità di formazione continua.<br />

E ne approfitto appena possibile»,<br />

racconta. «Seguo i corsi che<br />

riguardano direttamente la mia<br />

professione in azienda, come quello<br />

su Canva tenuto dal collega Diego<br />

Uccellani. E recentemente ho imparato<br />

molto anche grazie ai corsi<br />

di sicurezza informatica tenuti<br />

dall’esperto Andrea Tedeschi.<br />

Queste nuove conoscenze sono state<br />

propedeutiche per occuparmi anche<br />

di IT (Information Technology) per<br />

l’azienda dove lavoro, coordinando<br />

le attività di diversi informatici.<br />

Quando mi hanno affidato l’incarico<br />

avevo già una buona infarinatura<br />

della materia. E questo mi è servito<br />

sul campo. Quello che apprezzo dei<br />

docenti di Helias è proprio che si<br />

tratta di esperti attivi nel settore,<br />

immersi nella materia, che conoscono<br />

le ultime novità perché le usano<br />

tutti i giorni nel loro lavoro quotidiano:<br />

e questo è un valore aggiunto<br />

notevole». Marino ha seguito corsi<br />

sia in presenza, sia online durante<br />

la pandemia. «Questa è una buona<br />

opportunità per alcune materie, anche<br />

se grazie ai corsi in presenza si<br />

possono conoscere persone che fanno<br />

il mio lavoro». E anche imparare<br />

cose nuove: «Mi è piaciuto il corso di<br />

legatoria. È stato bello creare un libro<br />

da zero, dalla stampa alla cucitura,<br />

tutto manualmente, per me<br />

che di solito vedo libri realizzati in<br />

modo industriale!».<br />

Giovanni Valerio<br />

Informazioni aggiornate e lista dei corsi<br />

sul sito helias.ch<br />

Sorellanza dietro le quinte<br />

Perché sullo schermo c’è poco spazio<br />

per le donne di una certa età?<br />

Come lavorano insieme le registe, in<br />

nome della sorellanza? Come è nato<br />

il film «L’ordine divino», che ripercorre<br />

le battaglie per il voto alle donne?<br />

A queste e a tante altre domande<br />

risponde il podcast ROLE PLAY,<br />

realizzato dall’associazione Swan<br />

(Swiss Women’s Audiovisual<br />

Network). Il primo episodio della<br />

serie di cinque parti è sulle piattaforme<br />

da qualche settimana. Ogni<br />

martedì viene trasmesso un nuovo<br />

episodio, che culminerà nel finale<br />

della prima stagione il 14 giugno,<br />

data simbolica per le donne svizzere<br />

nonché per l’associazione Swan, che<br />

festeggerà il suo quarto anniversario.<br />

Dal 2018, appunto, Swan mira a<br />

promuovere l’uguaglianza e la diversità<br />

di genere nell’industria audiovisiva,<br />

cinematografica e televisiva<br />

svizzera. Attraverso una lista di<br />

professioniste del settore, favorisce<br />

lo scambio di informazioni e conoscenze<br />

nell’ambito delle pari opportunità<br />

nell’industria audiovisiva<br />

nazionale e internazionale. Nonostante<br />

tutte queste azioni, ancora<br />

oggi la mancanza di visibilità rimane<br />

un ostacolo importante per le<br />

donne nell’industria audiovisiva.<br />

Per questo è nato ROLE PLAY, un<br />

podcast multilingue (in tedesco,<br />

francese e italiano) che mette in<br />

luce sei registe svizzere e le storie<br />

che raccontano, nonché le specifiche<br />

sfide professionali e creative<br />

che devono affrontare. Con un montaggio<br />

accattivante e un ritmo incalzante,<br />

le podcaster Sabine Meyer,<br />

Pascaline Sordet e Isabella Visetti<br />

guidano gli ascoltatori in un viaggio<br />

dietro le quinte della produzione<br />

audiovisiva svizzera, ma anche<br />

dentro l’essere donna.<br />

Giovanni Valerio<br />

ROLE PLAY, podcast multilingue,<br />

Info su www.swanassociation.ch<br />

© Swan Association<br />

Le foto delle origini<br />

L’esposizione si pone l’obiettivo di<br />

raccontare la fotografia svizzera<br />

dagli albori, basandosi su ciò che è<br />

stato conservato negli archivi elvetici<br />

più importanti, tra cui la Fotostiftung<br />

Schweiz di Winterthur e il<br />

Photo Elysée di Losanna. E quindi si<br />

parte proprio dalle origini: giustamente<br />

nell’oscurità, per ragioni di<br />

conservazione, possiamo ammirare<br />

una serie rarissima di dagherrotipi<br />

(ovvero i frutti della prima tecnica<br />

fotografica costituita solo da un positivo<br />

su lastra argentata, impiegata<br />

dal 1840 al 1860). Tra di essi, troviamo<br />

prime immagini di Bellinzona<br />

dell’importante storico dell’arte inglese<br />

John Ruskin. Applicata ai molti<br />

campi del sapere, la nuova invenzione,<br />

continuamente perfezionata,<br />

trovò naturalmente gli esiti più felici<br />

in quell’industria che si stava sviluppando<br />

e che aveva bisogno di immagini:<br />

parliamo dell’industria del<br />

turismo. Le cascate di Lautbrunner,<br />

il ghiacciaio del Rodano e altri luoghi,<br />

fotografati e riprodotti, iniziano<br />

a diventare luoghi tipicamente svizzeri,<br />

conosciuti universalmente e ripetutamente<br />

(ri)fotografati. Ma tra<br />

le immagini più sorprendenti – in<br />

suggestivo parallelo con il contemporaneo<br />

– scelgo quelle riguardanti<br />

i grandi cantieri ferroviari, realizzate<br />

con mezzi e con un impiego impressionante<br />

di uomini e di sudore<br />

(si veda l’immagine di Adolphe<br />

Braun dell’entrata nella Galleria del<br />

Gottardo). In questo ambito due immagini<br />

del canale della ferrovia a<br />

Coldrerio – queste ultime provenienti<br />

dalla fototeca del Museo Vela<br />

– portano alla mente, per la spettacolarità<br />

della ripresa, un immaginario<br />

tipico della conquista del West<br />

americano, trasmesso a noi da tanta<br />

fotografia, film e telefilm.<br />

Gian Franco Ragno<br />

Dal Vero, a cura di Martin Gasser e Sylvie<br />

Henguely, MASI Lugano, fino al 3 luglio<br />

© Adolphe Brown, Collezione Fotostiftung Schweiz, Winterthur


1000 parole<br />

La matita di Ruedi Widmer<br />

27


28 Eventi Finalmente in piazza! Cortei, striscioni e slogan sono tornati sulle strade in<br />

occasione dello sciopero per il futuro, del Primo Maggio e contro la guerra<br />

in Ucraina. In nome della pace e della solidarietà, della riduzione del tempo<br />

di lavoro, dell’indipendenza energetica e della sostenibilità.<br />

2<br />

1<br />

3<br />

4<br />

5


1–5. Colorati e festosi, sono tornati i cortei del Primo Maggio in tutta la Svizzera, da Zurigo a Berna a Losanna (© <strong>syndicom</strong>)<br />

6–8. Giovani, ma non solo, al centro della manifestazione Strike for Future (qui il corteo di Zurigo), con oltre 75 azioni in tutto il paese (© Goran Basic)<br />

9–10. Migliaia di cittadini hanno manifestato per la pace in Ucraina, sin dall’inizio del conflitto: alcuni scatti da Berna (© <strong>syndicom</strong>)<br />

6<br />

7<br />

8<br />

9<br />

10


30<br />

Un lavoro,<br />

una vita<br />

«Anche in pensione, l’impegno continua»<br />

Giorgio Pardini (Berna, 1958) ha svolto un<br />

apprendistato come metalmeccanico e<br />

ha fatto la sua prima esperienza nel sindacato<br />

a 21 anni come segretario giovani<br />

FLMO. Dal 1986 ha lavorato al Sindacato<br />

Edilizia e Industria (SEI) e dal 2000 al<br />

Sindacato della Comunicazione, prima<br />

come segretario centrale poi responsabile<br />

della comunicazione e quindi vicepresidente.<br />

Nel 2004 ha studiato nonprofit<br />

management all’Università di<br />

Friburgo. Dalla nascita di <strong>syndicom</strong> nel<br />

2011, è stato a capo del settore ICT e<br />

ha fatto parte del Comitato direttivo.<br />

Al Congresso 2021 ha rinunciato al suo<br />

mandato per motivi di anzianità. Giorgio<br />

vive a Lucerna (dove ha assunto diversi<br />

mandati politici, a livello cittadino e<br />

cantonale), è sposato e ha due figli<br />

adulti.<br />

Foto: Jutta Vogel<br />

Una vita dedicata<br />

allo stato sociale<br />

Ispirato dalle esperienze del nazifascismo<br />

dei miei genitori nella Seconda<br />

guerra mondiale, associate alla<br />

necessità di emigrare in Svizzera dalle<br />

macerie della guerra, sono cresciuto<br />

con mio fratello in un ambiente<br />

familiare impregnato di politica.<br />

Valori come la giustizia sociale e i<br />

dibattiti politici al tavolo familiare<br />

hanno fortemente caratterizzato la<br />

mia personalità.<br />

Per me è stato naturale aderire al<br />

sindacato FLMO durante il mio apprendistato<br />

come metalmeccanico.<br />

Non è stato pertanto affatto un caso<br />

che una pausa alla scuola di ingegneria<br />

di Bienne fosse poi sfociata in un<br />

impiego presso il sindacato FLMO.<br />

Nel frattempo sono passati 40 anni e<br />

dal primo giugno sono in pensione.<br />

Mi permetto pertanto di tornare brevemente<br />

indietro a un episodio determinante<br />

che ci accompagna fino a<br />

oggi: la crisi economica mondiale degli<br />

Anni Settanta ha provocato una<br />

frattura con gli anni d’oro, ovvero gli<br />

anni Cinquanta e Sessanta. La Svizzera<br />

fu duramente colpita a causa dei<br />

suoi sistemi di produzione antiquati;<br />

si è assistito a licenziamenti di massa.<br />

Successivamente sono stati espulsi<br />

200mila migranti lavoratori. Questa<br />

misura ha permesso di<br />

mantenere bassa la disoccupazione<br />

rispetto ai paesi esteri. Il conflitto<br />

sociale è venuto in larga misura a<br />

mancare. L’attacco allo Stato sociale<br />

e al partenariato sociale arrivò all’inizio<br />

degli anni Novanta con il cosiddetto<br />

libro bianco «Mut zum Aufbruch»<br />

(letteralmente, «Il coraggio del<br />

cambiamento») dell’ex copresidente<br />

di ABB e diplomatico David de Pury,<br />

ormai deceduto. La rivendicazione<br />

centrale: deregolamentazione ed<br />

economizzazione dello Stato sociale,<br />

soppressione della previdenza professionale<br />

(LPP) e un’AVS che avrebbe<br />

dovuto garantire solo il minimo<br />

vitale. Veniva chiesta anche la privatizzazione<br />

dell’assicurazione contro<br />

la disoccupazione.<br />

Un’ampia parte dell’opinione<br />

pubblica ha percepito questo come<br />

una provocazione aperta. In veste di<br />

membro della direzione allargata<br />

dell’ex SEI, ho proposto quindi di<br />

mettere la politica LPP al centro delle<br />

nostre azioni. In particolare, si doveva<br />

incentivare la partecipazione<br />

nei consigli di fondazione delle casse<br />

pensioni a sostegno delle rappresentanze<br />

«sindacali» esterne. La composizione<br />

paritetica dei consigli di fondazione<br />

delle casse pensioni è uno<br />

dei più potenti strumenti nella legislazione<br />

svizzera. Purtroppo la mia<br />

proposta ha dovuto fare posto a priorità<br />

«politiche» di altro genere. Un errore<br />

politico, che nonostante il buon<br />

esito dei referendum sociopolitici<br />

non è recuperabile.<br />

Oggi sono pienamente convinto<br />

che se avessimo realizzato ovunque<br />

la presenza sindacale nei consigli di<br />

fondazione, come presso le FFS, la<br />

Posta e Swisscom, il dibattito politico<br />

attorno allo smantellamento sociale<br />

delle casse pensioni e dell’AVS<br />

sarebbe avvenuto a vantaggio dei<br />

dipendenti. Il mio impegno futuro<br />

come pensionato continuerà pertanto<br />

a essere dedicato alle istituzioni<br />

sociali.


Impressum<br />

Redazione: Robin Moret e Giovanni Valerio<br />

(responsabili), Rieke Krüger, Lydia Schebesta<br />

Tel. 058 817 18 18, redazione@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Traduzioni: Alleva Translations, Alexandrine Bieri<br />

Correzione bozze: Petra Demarchi<br />

Illustrazioni: Katja Leudolph<br />

Layout e stampa: Stämpfli Kommunikation, Berna<br />

Stampato in Svizzera con contratto collettivo (CCL)<br />

Notifica cambi di indirizzo: <strong>syndicom</strong>, Adressverwaltung,<br />

Monbijoustrasse 33, CP, 3001 Berna<br />

Tel. 058 817 18 18, Fax 058 817 18 17<br />

Inserzioni: priska.zuercher@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Abbonamenti: info@<strong>syndicom</strong>.com<br />

Gratis per i soci. Per gli altri: Fr. 35– (estero: 50.–)<br />

Editore: <strong>syndicom</strong> – sindacato dei media<br />

e della comunicazione, Monbijoustrasse 33,<br />

CP, 3001 Berna<br />

La <strong>rivista</strong> <strong>syndicom</strong> esce sei volte l’anno.<br />

Il prossimo numero uscirà il 5 agosto 2022.<br />

I termini riportati al maschile, laddove ambivalenti,<br />

sottintendono sempre il genere femminile.<br />

31<br />

Il cruciverba di <strong>syndicom</strong><br />

In palio 100 grammi d’argento sotto forma<br />

di lingotti offerti dal nostro partner<br />

Banca Cler. La soluzione sarà pubblicata<br />

sul prossimo numero insieme al nome<br />

del vincitore. Non è previsto alcuno<br />

scambio di corrispondenza sul concorso.<br />

Sono escluse le vie legali. Inviare la<br />

soluzione entro il 28 giugno a <strong>syndicom</strong>,<br />

via Genzana 2, 6900 Massagno o per<br />

mail: info@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

La soluzione del cruciverba dello scorso<br />

numero è SOVRANITÀ. Il vincitore è<br />

Fabrizio Bellorno di Soazza, a cui va il<br />

premio di un buono Coop del valore di<br />

40 franchi. Congratulazioni!<br />

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32 Inter-attivi<br />

<strong>syndicom</strong> social<br />

Museruola provvisoria 03.05.2022<br />

Facilitando le persone e le aziende con<br />

disponibilità finanziarie ad agire contro i<br />

media tramite strumenti di diritto civile,<br />

si rischia di indebolire notevolmente il<br />

giornalismo investigativo.<br />

@VGyoerffy su Twitter<br />

Attacco contro i sindacati in Bielorussia 19.04.2022<br />

Il servizio di sicurezza statale ha arrestato più di una<br />

dozzina di sindacalisti. Numerosi sindacati e organizzazioni<br />

internazionali chiedono la fine della repressione<br />

contro i sindacati bielorussi. labourstart.org<br />

Combattere la violenza sulle donne<br />

05.05.2022<br />

L’America Latina rientra fra i territori<br />

con il più elevato tasso di femminicidi.<br />

Due progetti pilota di Solidar Suisse in<br />

Honduras e in Guatemala intendono<br />

ora porvi rimedio. Il progetto si concentra<br />

su gruppi di popolazione vulnerabili<br />

o difensori dei diritti umani.<br />

Noti esponenti catalani intercettati tramite<br />

la tecnologia di Pegasus 19.04.2022<br />

Amnesty International conferma nuovi attacchi<br />

con il software di spionaggio «Pegasus» a illustri<br />

esponenti catalani. Le istituzioni UE trascurano di<br />

porre fine alle violazioni dei diritti umani attraverso<br />

questo software.<br />

Gli oligarchi russi e la Svizzera 09.05.2022<br />

Ricorsi abusivi<br />

contro le ONG 05.05.2022<br />

Un comunicato stampa<br />

di Heks segnala che<br />

sempre più aziende usano<br />

denunce o minacce di denuncia<br />

come leva strategica contro le ONG<br />

allo scopo di indebolirle nelle loro<br />

ricerche sulle attività di aziende<br />

antiumanitarie o inquinanti.<br />

Public Eye ha analizzato la relazione con la Svizzera di<br />

circa 30 ricchi uomini d’affari russi che sostengono il regime<br />

di Putin. La ricerca nonché la galleria degli oligarchi<br />

(«La grande galerie des oligarques») su: publiceye.ch<br />

Basta distruzione e violenza in Amazzonia 10.05.2022<br />

Migliaia di indios dell’Amazzonia si sono riuniti in occasione<br />

del 18° Free Land Camp a Brasilia per partecipare a<br />

manifestazioni di massa e chiedere la demarcazione dei<br />

loro territori. Hanno anche discusso di temi come la salute<br />

e la formazione. Greenpeace.ch<br />

Crisi ucraina 11.05.2022<br />

Secondo l’OIL, dall’inizio dell’attacco russo in Ucraina<br />

sono andati persi quasi 5 milioni di posti di lavoro.<br />

Il mercato del lavoro nel paese stesso e negli<br />

Stati vicini sono in frantumi.<br />

Un altro social media è possibile? 25.04.2022<br />

Social network senza pubblicità né raccolta di dati,<br />

con scambi anonimi e pacifici: ecco il sogno di<br />

Ethan Zuckerman, già direttore del prestigioso<br />

MIT Center for Civic Media, militante per un altro modello della<br />

comunicazione digitale e autore del libro «Rewire».<br />

ethanzuckerman.com<br />

Garantire il potere<br />

d’acquisto 06.05.2022<br />

A causa dell’aumento dei prezzi,<br />

l’assemblea dei delegati dell’USS ha<br />

deciso di rivendicare delle misure<br />

per contrastare la perdita del potere<br />

d’acquisto. Anche le rendite devono<br />

essere adeguate al rincaro.<br />

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