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I Quaderni di WineCouture Marzo-Aprile / 2022

I Quaderni di WineCouture sono monografie, disponibili gratuitamente al pubblico nel loro formato cartaceo presso le enoteche dell'associazione Vinarius, dedicate a una tipologia specifica, a un particolare momento di consumo o a un’area di produzione, che si pone l’obiettivo di fornire ai consumatori una “guida all’acquisto” e alla conoscenza delle etichette disponibili sul mercato, mediante il racconto delle stesse e delle cantine che le producono.

I Quaderni di WineCouture sono monografie, disponibili gratuitamente al pubblico nel loro formato cartaceo presso le enoteche dell'associazione Vinarius, dedicate a una tipologia specifica, a un particolare momento di consumo o a un’area di produzione, che si pone l’obiettivo di fornire ai consumatori una “guida all’acquisto” e alla conoscenza delle etichette disponibili sul mercato, mediante il racconto delle stesse e delle cantine che le producono.

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“Il vino non si beve soltanto: si annusa, si osserva,<br />

si degusta, si sorseggia... E se ne parla”. Così la<br />

pensava Edoardo VII, re in Inghilterra un secolo<br />

fa. E quando si è a tavola, è importante avere sempre una<br />

buona storia o un aneddoto da raccontare. Ecco qualche<br />

curiosità che ancora non sai sul Prosecco.<br />

Se il Veneto e la provincia <strong>di</strong> Treviso sono oggi<br />

considerati la patria del Prosecco, le sue origini<br />

vanno in<strong>di</strong>viduate altrove. Sono da ricercare vicino<br />

a Trieste, dove ancora oggi esiste la citta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> Prosecco.<br />

Da quest’area, a partire dal XIV secolo, si <strong>di</strong>ffuse verso il<br />

Veneto e poi la Dalmazia.<br />

da cui si ricava il Prosecco si chiama Glera,<br />

vitigno autoctono dell’Italia Nord Orientale,<br />

L'uva<br />

le cui origini risalgono ad almeno 2.000 anni fa.<br />

I romani già la conoscevano. E il vino prodotto con la<br />

Glera prendeva il nome <strong>di</strong> Pucino, in quanto prodotto<br />

nell’omonima località <strong>di</strong> castellum Pucīnum. A citarlo<br />

nella sua Naturalis Historia è Plinio il Vecchio nel I sec.<br />

d.C.<br />

La fortuna del Prosecco spumante deriva anche dal<br />

metodo Martinotti (o italiano, o anche Charmat),<br />

inventato da Federico Martinotti a fine ‘800. Fu<br />

poi Antonio Carpenè, uno dei fondatori della Scuola<br />

Enologica <strong>di</strong> Conegliano nel 1876, il primo ad adottarlo<br />

per creare la bollicina che oggi tutto il mondo conosce.<br />

Il Prosecco non è solo spumante metodo Martinotti.<br />

Può, infatti, essere Metodo Classico, come lo<br />

Champagne. Può essere Frizzante. Può essere<br />

Colfondo (o sur lie). Infine, il Prosecco è anche Fermo<br />

(o Tranquillo).<br />

Tra le colline patrimonio dell’Unesco del<br />

Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene<br />

Docg esiste un’area molto speciale denominata<br />

Cartizze. Si tratta <strong>di</strong> un fazzoletto <strong>di</strong> terra <strong>di</strong> appena 108<br />

ettari, compresi tra i pen<strong>di</strong>i più scoscesi <strong>di</strong> San Pietro<br />

<strong>di</strong> Barbozza, Santo Stefano e Saccol, nel comune <strong>di</strong><br />

Valdobbiadene. Un luogo magico dove un microclima<br />

e un terreno unici regalano le migliori uve in assoluto<br />

quando si parla <strong>di</strong> Glera. E da queste vigne nasce proprio<br />

il Cartizze, l’espressione più pregiata del Prosecco e,<br />

per questo, la più costosa.<br />

Sono ben tre le ipotesi sull’origine del nome<br />

Cartizze. Quella popolare lo fa risalire<br />

all’espressione locale “gar<strong>di</strong>z o gar<strong>di</strong>zze”,<br />

13<br />

che in<strong>di</strong>ca i graticci usati per l’appassimento delle uve.<br />

La storia locale, invece, punta su “cardus”, il cardo,<br />

fiore spinoso un tempo molto <strong>di</strong>ffuso sugli sterrati e sui<br />

terreni poveri e marnosi come quelli della collina <strong>di</strong><br />

Cartizze. Infine, la versione più aulica prende spunto<br />

dal primo documento pervenuto con l’in<strong>di</strong>cazione del<br />

toponimo “Caurige” del 1362, dunque richiama al carro<br />

o strada per il transito dei carriaggi.<br />

Dal 2020 esiste anche una versione Rosé del<br />

Prosecco, realizzata aggiungendo il Pinot Nero<br />

alla Glera. Ma fate attenzione: per <strong>di</strong>sciplinare,<br />

il Prosecco Rosé è solo e soltanto Doc. Questa tipologia<br />

non esiste nelle due Docg Prosecco Superiore <strong>di</strong><br />

Conegliano Valdobbiadene e <strong>di</strong> Asolo.<br />

Il termine Rive in<strong>di</strong>ca le colline più scoscese<br />

che caratterizzano il territorio <strong>di</strong> Conegliano<br />

Valdobbiadene. Questa tipologia mette in luce le<br />

<strong>di</strong>verse espressioni dei vigneti più ripi<strong>di</strong> e vocati, con<br />

le uve, raccolte rigorosamente a mano, che provengono<br />

da un unico Comune o frazione. All’interno del mondo<br />

del Prosecco Superiore si contano 43 Rive.<br />

Prosecco non è sinonimo <strong>di</strong> vino spumante,<br />

e viceversa. E per riconoscere il vero Prosecco<br />

basta fare attenzione alla fascetta <strong>di</strong> stato apposta<br />

sul collo della bottiglia: che sarà blu per la Doc, mentre<br />

sono l’oro e il marrone a in<strong>di</strong>care la Docg.<br />

Il Prosecco ha anche un romanzo <strong>di</strong> cui è grande<br />

protagonista fin dal titolo. Si tratta del giallo<br />

firmato dallo scrittore Fulvio Ervas intitolato<br />

“Finché c’è Prosecco c’è speranza”, poi <strong>di</strong>venuto anche<br />

un film <strong>di</strong> successo.<br />

Pillole<br />

<strong>di</strong> Prosecco<br />

per fare<br />

bella figura<br />

a tavola

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