ALLA LUCE DELLA LUCE
Filippo Davoli, "Alla luce della luce" (Nuova Compagnia Editrice, 1996 - introduzione di Franco Loi). Filippo Davoli, "Alla luce della luce" (Nuova Compagnia Editrice, 1996 - introduzione di Franco Loi).
CARNEVALECa t’gniss un cancher!, dunque ce l’ha sempresu col governo, il vecchio col berretto…E gli amici giocano al bardell’Ospedale, dove ogni rito si consuma,e vanno scoppiettanti i petardinidi carnevale, fuori stagione.Sale d’attesa e di disillusione,solite sagrestie piene d’aromi.Ca t’gniss un cancher, boia d’un mònd, frastornidella carta consunta che rimbalzaal limite del tavolo, grugnitoarso, lampante. Voce d’oltretombache un fare di maldestra età dissimula:già la ruga si stempera, vacillaquell’incresparsi liquido del mondo,quel fremere di cellule. Sospiratra le sue mani il mazzo da quarantatornato a liquefarsi, a ricomporsisotto le stanze asettiche, finali.
LA BANDACi mancava soltanto la bandacon quei gran colpi bassi sul tamburoe quell’arietta di falsa fanfarae gli sfiati potenti, verginalida primo coito (o mistico presagio).Ci mancava la banda in prima filasulla piazzetta ferma da cent’annie i bimbi ballano, che ancora non lo sannoe i pensionati ridono qua e là.
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CARNEVALE
Ca t’gniss un cancher!, dunque ce l’ha sempre
su col governo, il vecchio col berretto…
E gli amici giocano al bar
dell’Ospedale, dove ogni rito si consuma,
e vanno scoppiettanti i petardini
di carnevale, fuori stagione.
Sale d’attesa e di disillusione,
solite sagrestie piene d’aromi.
Ca t’gniss un cancher, boia d’un mònd, frastorni
della carta consunta che rimbalza
al limite del tavolo, grugnito
arso, lampante. Voce d’oltretomba
che un fare di maldestra età dissimula:
già la ruga si stempera, vacilla
quell’incresparsi liquido del mondo,
quel fremere di cellule. Sospira
tra le sue mani il mazzo da quaranta
tornato a liquefarsi, a ricomporsi
sotto le stanze asettiche, finali.