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Leo von Klenze - Quaderno 23 - aprile 2022

Durante il XIX secolo l’arte classica ebbe una profonda influenza sulla cultura architettonica tedesca come dimostra l’opera di Karl Friedrich Schinkel a Berlino e dell’architetto Leo Von Klenze, che a Monaco di Baviera, durante il regno di Ludovico I, realizzerà alcuni monumenti di grande impatto scenografico ispirati all’antica architettura greca. Fu a Paestum, dove ritornerà più volte nel corso dei suoi viaggi di studio, che ammirò per la prima volta la perfetta armonia dello stile dorico dei grandi templi, considerandoli la massima espressione dell’architettura greca. Stile che adotterà per gli edifici di particolare importanza realizzati in Germania, come per il Walhalla, il maggiore simbolo del classicismo tedesco. Oltre alla professione di architetto, Klenze si dedicò anche alla pittura, lasciandoci per Paestum alcuni disegni a matita e luminosi dipinti ad olio dai colori vivaci, conservati a Monaco di Baviera e in alcune collezioni private.

Durante il XIX secolo l’arte classica ebbe una profonda influenza sulla cultura architettonica tedesca come dimostra l’opera di Karl Friedrich Schinkel a Berlino e dell’architetto Leo Von Klenze, che a Monaco di Baviera, durante il regno di Ludovico I, realizzerà alcuni monumenti di grande impatto scenografico ispirati all’antica architettura greca. Fu a Paestum, dove ritornerà più volte nel corso dei suoi viaggi di studio, che ammirò per la prima volta la perfetta armonia dello stile dorico dei grandi templi, considerandoli la massima espressione dell’architettura greca. Stile che adotterà per gli edifici di particolare importanza realizzati in Germania, come per il Walhalla, il maggiore simbolo del classicismo tedesco.
Oltre alla professione di architetto, Klenze si dedicò anche alla pittura, lasciandoci per Paestum alcuni disegni a matita e luminosi dipinti ad olio dai colori vivaci, conservati a Monaco di Baviera e in alcune collezioni private.

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<strong>Leo</strong> <strong>von</strong> <strong>Klenze</strong><br />

Il dorico di Paestum<br />

per Ludovico I di Baviera<br />

I Quaderni


<strong>Leo</strong> <strong>von</strong> <strong>Klenze</strong> Il dorico di Paestum per Ludovico I di Baviera<br />

Costabile Cerone<br />

Con le scoperte archeologiche di Ercolano e Pompei<br />

e la “riscoperta” dell'antica città di Paestum, il Sud<br />

Italia vide la frequentazione di numerosi colti viaggiatori;<br />

letterati, artisti, pittori e molti architetti,<br />

soprattutto inglesi, che percorrevano la penisola per<br />

visitare i luoghi della classicità ed eseguire misurazioni,<br />

studi, disegni e dipinti. All'epoca il viaggio di<br />

studio in Italia rappresentava un'esperienza complementare<br />

per la formazione dell'architetto europeo e a<br />

partire dall'inizio del XIX secolo furono protagonisti<br />

di questo viaggio anche gli architetti tedeschi, che<br />

impegnati in Germania nella costruzione di uno stile<br />

nazionale, ricercavano idee e riferimenti per i loro<br />

progetti.<br />

Tra questi <strong>Leo</strong> <strong>von</strong> <strong>Klenze</strong> (fig. 1) fu l'architetto che<br />

visitò più volte la penisola per i suoi viaggi di studio e<br />

per accompagnare il principe ereditario Ludwig <strong>von</strong><br />

Wittelsbach (fig. 2), re di Baviera dal 1825 al 1848,<br />

un appassionato di arte ed un ammiratore dell'antica<br />

Grecia e del Rinascimento italiano.<br />

Entrato nelle grazie del principe, a cui sarà legata la<br />

sua fortunata carriera professionale, ed ottenuto<br />

l'incarico per il progetto di rinnovamento di Monaco<br />

e di alcuni dei principali edifici della capitale, <strong>Klenze</strong><br />

visiterà l'architettura greca in Italia con particolare<br />

attenzione ed interesse. A Monaco realizzerà la neoclassica<br />

Piazza Reale ( Königsplatz) con alcuni degli<br />

edifici che la circondano, la Gliptoteca ( Glyptothek),<br />

uno dei più famosi musei tedeschi, e i Propilei<br />

( Propyläen) (fig. 3), la porta della città in stile dorico,<br />

oltre al Ruhmeshalle, un edificio neoclassico con un<br />

colonnato dorico a tre ali, il Museo d'arte (Alte Pinakothek),<br />

una delle più antiche e ricche gallerie d'arte<br />

del mondo, e su di una collina nei pressi di Ratisbona,<br />

il famoso Walhalla (fig. 4), un grande tempio dorico<br />

che doveva servire per ospitare busti e tavole commemorative<br />

di importanti personaggi della storia e<br />

della cultura tedesca; tutte opere che mostrano una<br />

stretta derivazione dagli stili dell'architettura greca.<br />

Nel 1838, lo zar Nicola I di Russia gli commissionò il<br />

progetto del nuovo Hermitage, divenuto famoso per i<br />

dieci Telamoni che sorreggono il portico d'ingresso,<br />

ispirati all' Olympiéion di Agrigento.<br />

<strong>Leo</strong> <strong>von</strong> <strong>Klenze</strong> (Buchladen, 1784 - Monaco di<br />

Baviera, 1864), originario della Bassa Sassonia si era<br />

formato a Berlino presso la neonata università, la<br />

3<br />

2


I<br />

2<br />

Fig. 1. Immagine di copertina<br />

Auguste Couder (1789 - 1873)<br />

Ritratto di <strong>Leo</strong> <strong>von</strong> <strong>Klenze</strong>, 1861-1864<br />

Olio su tela (78,5 x 93 cm)<br />

Neue Pinakothek, Monaco di Baviera<br />

Fig. 2. Joseph Karl Stieler (1781 - 1858)<br />

Re Ludovico I di Baviera con le insegne<br />

dell'incoronazione, 1826<br />

Olio su tela (171 x 244 cm)<br />

Neue Pinakothek, Monaco di Baviera<br />

Fig. 3. <strong>Leo</strong> <strong>von</strong> <strong>Klenze</strong> (1784 - 1864)<br />

I Propilei sulla Königsplatz di Monaco, 1848<br />

Olio su tela (130,2 x 87,5 cm)<br />

Münchner Stadtmuseum, Sammlung Graphik-Gemälde,<br />

Monaco<br />

Fig. 4. <strong>Leo</strong> <strong>von</strong> <strong>Klenze</strong> (1784 - 1864)<br />

Veduta del Walhalla presso Ratisbona, 1836<br />

Olio su tela (130 x 95 cm)<br />

State Hermitage Museum, San Pietroburgo<br />

4<br />

3


Allgemeine Bauschule (Scuola Generale delle<br />

Costruzioni), dove seguì i corsi di Aloys Hirt, storico<br />

dell'arte e archeologo dell'architettura greca e romana,<br />

da cui apprese un metodo di analisi dell'antico<br />

come base per la progettazione architettonica che<br />

allo studio della storia affiancava l'indagine archeologica.<br />

In quegli anni entrerà in contatto con il giovane<br />

Karl Friedrich Schinkel che diverrà uno dei maggiori<br />

architetti del neoclassicismo tedesco, rivestendo<br />

un ruolo di primo piano nel riassetto architettonico<br />

della Berlino ottocentesca.<br />

<strong>Klenze</strong> per completare la sua formazione di architetto<br />

con lo studio dal vero degli antichi monumenti,<br />

intraprese il suo primo viaggio in Italia all'età di ventidue<br />

anni, tra la primavera e l'estate del 1806. Giunto<br />

a Roma nel mese di settembre, probabilmente entro<br />

la fine di quell'anno raggiunse Napoli, con la visita<br />

del Vesuvio, di Salerno e Paestum, dove ammirò per<br />

la prima volta l'architettura greca dei monumentali<br />

templi dorici, gli unici osservati da vicino fino a quando,<br />

qualche anno dopo, studiò prima i templi siciliani<br />

(fig. 5), tra cui il maestoso tempio di Giove Olimpico<br />

ad Agrigento ( Olympiéion) con la definizione di un<br />

ipotesi ricostruttiva, e poi, con l'elezione nel 1832 del<br />

figlio di Ludwig, Ottone di Baviera, primo re della<br />

Grecia dopo l'impero Ottomano, anche i monumenti<br />

ateniesi, elaborando un progetto per il restauro<br />

dell'Acropoli (fig. 6).<br />

Ritornerà a Paestum nei primi giorni di dicembre<br />

18<strong>23</strong> in occasione dell'escursione in Sicilia al seguito<br />

di Ludwig alla ricerca di modelli architettonici per i<br />

progetti della nuova Monaco, instaurando tese e<br />

discordanti conversazioni. Con ideali artistici contrastanti,<br />

l'architetto spesso doveva fronteggiare le<br />

bizzarre richieste del principe, che entusiasmandosi<br />

di fronte ad edifici e monumenti antichi, a volte<br />

anche ridotti in rovina, invitava <strong>Klenze</strong> a realizzare<br />

copie fedeli di quanto aveva visto.<br />

Proprio a Paestum il principe espresse il desiderio di<br />

realizzare una copia del tempio di Poseidone per la<br />

costruzione del Walhalla perfino con la ricreazione<br />

della patina e i segni del tempo che conferivano alle<br />

antiche strutture una sublime aurea romantica, ottenendo<br />

tuttavia la disapprovazione dell'architetto che<br />

infastidito si pronunciò con un chiaro e tacito rifiuto.<br />

Ma come ricorderà <strong>Klenze</strong> nei suoi scritti, fu durante<br />

la visita dei maestosi templi dorici che il principe si<br />

rese conto definitivamente di cosa fosse la bellezza<br />

dell'arte.<br />

Da Napoli, prima di imbarcarsi il 10 dicembre per<br />

Palermo, fecero visita a Paestum dove passarono la<br />

notte; al primo chiarore dell'alba, mentre la luna illuminava<br />

il grande tempio, si emozionarono per la grandiosità<br />

delle strutture architettoniche, anche se delusi<br />

5<br />

4


dall'incuria in cui versava il territorio, immaginato<br />

nell'antichità coperto da una lussureggiante vegetazione.<br />

<strong>Klenze</strong>, pieno di ammirazione per i resti degli<br />

antichi monumenti della città, riservò nelle sue<br />

memorie alcune riflessioni pertinenti la tipologia e<br />

l'architettura dei templi, contraddistinti da<br />

un'accentuata entasi alle colonne, e alle mura difensive<br />

dell'antica città, soffermandosi sulla forma delle<br />

torri e sulla tecnica costruttiva con grossi blocchi in<br />

pietra sovrapposti senza malta, segnalando l'assenza<br />

di rilievi precisi e affidabili, tra cui quello eseguito<br />

nel 1793 dall'architetto francese Claude Mathieu<br />

Delagardette.<br />

<strong>Klenze</strong> ritornerà a Paestum nella primavera del 1830<br />

e per l'ultima volta a maggio del 1855, quando<br />

disegnò a matita una prospettiva interna del tempio<br />

di Poseidone, base per un singolare dipinto ad olio da<br />

donare al re, che di fatto non lo conservò ma lo diede<br />

in regalo allo scultore Ferdinand <strong>von</strong> Miller, noto per<br />

aver realizzato in bronzo la Statua della Bavaria posizionata<br />

davanti il Ruhmeshalle.<br />

Il disegno datato 12 maggio 1855, una vista interna<br />

verso sud del pronao del tempio con in secondo piano<br />

il colonnato della Basilica (Tempio di Hera) (fig. 7), è<br />

contenuto in una raccolta di disegni (Nachlass <strong>von</strong><br />

<strong>Leo</strong> <strong>von</strong> <strong>Klenze</strong>) conservata presso la Biblioteca<br />

Nazionale a Monaco ( Bayerische Staatsbibliothek),<br />

mentre il dipinto datato lo stesso anno è conservato<br />

nella Galleria municipale (Städtische Galerie im Lenbachhaus)<br />

(fig. 9). L'opera colpisce per la presenza di<br />

un pastore (fig. 10) che si appresta a lanciare una pietra<br />

contro i due serpenti raffigurati in basso, al centro<br />

della scena, che per alcuni rappresentano un allusivo<br />

messaggio per Ludwig con il quale <strong>Klenze</strong> ebbe frequenti<br />

litigi: i due serpenti in lotta possono sottintendere<br />

proprio il difficile rapporto tra il principe e il suo<br />

architetto. La rappresentazione del tempio di Poseidone<br />

era ideale per la collocazione di questo messaggio<br />

proprio perché, come ci riferisce, è stato l'edificio<br />

che per primo risvegliò in Ludwig il concetto di bellezza.<br />

Si tratta dunque di un dualismo, che per <strong>Klenze</strong><br />

come per Schinkel si incarnava nel tempio greco,<br />

nella cui struttura si equilibrano forze uguali che agiscono<br />

in direzioni opposte.<br />

Fig. 5. <strong>Leo</strong> <strong>von</strong> <strong>Klenze</strong> (1784 - 1864)<br />

Il Tempio della Concordia ad Agrigento, 1857<br />

Olio su tela (131,5 x 88,7 cm)<br />

Staatliche Museen, Nationalgalerie, Berlino<br />

Fig. 6. <strong>Leo</strong> <strong>von</strong> <strong>Klenze</strong> (1784 - 1864)<br />

All'estremità occidentale del Partenone, ca. 1834<br />

Acquerello su grafite (61,4 x 45,3 cm)<br />

Princeton University Art Museum, Stati Uniti<br />

6<br />

5


L'architetto realizzava i suoi dipinti a Monaco, a<br />

volte anche a distanza di molti anni dall'esecuzione<br />

dei disegni a matita o a penna che eseguiva sul posto<br />

durante i suoi viaggi, con la tendenza a modificare la<br />

realtà ritratta aggiungendo nella composizione altri<br />

elementi, come le figure umane, la vegetazione e gli<br />

effetti di luce, pertanto considerati come opere autonome<br />

non strettamente legate ai luoghi e agli oggetti<br />

osservati.<br />

Un dipinto di Paestum datato 1859, realizzato quindi<br />

a distanza di quattro anni dall'ultima visita al sito<br />

archeologico, è una veduta verso est dall'interno<br />

della Basilica (Tempio di Hera), un olio su tela presente<br />

in una collezione privata a Colonia (fig. 11).<br />

La tela è stata esposta nella mostra “Dipingere per<br />

l'eternità. Le tombe di Paestum” ( Malerei fur die<br />

Ewigkeit, die graber <strong>von</strong> Paestum) tenuta ad Amburgo<br />

al centro espositivo internazionale Bucerius<br />

Kunst Forum nel 2007-2008, realizzata in collaborazione<br />

con il Museo Archeologico Nazionale di Paestum.<br />

Un altro dipinto dei Templi attribuito a <strong>Klenze</strong> per la<br />

firma in basso a sinistra ed un'incisione autografa sul<br />

retro della tela, proveniente da una collezione privata<br />

a Baden-Württemberg, è apparso sul mercato d'arte a<br />

Colonia nel 2015 (fig. 12).<br />

6<br />

8<br />

Fig. 8. Franz Ludwig Catel (1778 - 1856)<br />

Ritratto di <strong>Leo</strong> <strong>von</strong> <strong>Klenze</strong>, febbraio 1824<br />

Olio su carta (16,7 x 24,2 cm)<br />

Collezione privata (Le Claire Kunst, Amburgo)<br />

Studio per il dipinto "Il principe ereditario Ludovico<br />

nell'osteria spagnola a Roma" della Collezione di pittura<br />

statale bavarese, Neue Pinakothek, Monaco


7<br />

Fig. 7. <strong>Leo</strong> <strong>von</strong> <strong>Klenze</strong> (1784 - 1864)<br />

Disegno a matita del pronao del Tempio di Poseidone<br />

(n.31r), Paestum, 12 maggio 1855<br />

Matita su carta<br />

Biblioteca di Stato bavarese, collezione Manoscritti<br />

architettonici moderni, Monaco di Baviera<br />

7


9<br />

Fig. 9. <strong>Leo</strong> <strong>von</strong> <strong>Klenze</strong> (1784 - 1864)<br />

Il Tempio di Poseidone a Paestum, 1855<br />

Olio su tela (73 x 50 cm)<br />

Städtische Galerie im Lenbachhaus, Monavo di Baviera<br />

8


9


10


10<br />

Fig. 10. <strong>Leo</strong> <strong>von</strong> <strong>Klenze</strong> (1784 - 1864)<br />

Pastore che lancia il sasso, 1855<br />

Matita su carta<br />

Biblioteca di Stato bavarese, collezione Manoscritti<br />

architettonici moderni, Monaco di Baviera<br />

Studio per il dipinto " Il Tempio di Poseidone a Paestum"<br />

della Galleria municipale di Monaco di Baviera<br />

(Städtische Galerie im Lenbachhaus)<br />

Fig. 11. <strong>Leo</strong> <strong>von</strong> <strong>Klenze</strong> (1784 - 1864)<br />

Tempio di Hera a Paestum (Basilica), 1859<br />

Olio su tela (83,5 x 64 cm)<br />

Proprietà privata, Colonia<br />

11<br />

11


12<br />

12


Fig. 12. <strong>Leo</strong> <strong>von</strong> <strong>Klenze</strong> (1784 - 1864)<br />

I Templi di Paestum<br />

Olio su tela (60,5 x 41,5 cm)<br />

Collezione privata, Germania<br />

13


13<br />

Fig. 13. Franz Ludwig Catel (1778 - 1856)<br />

Il principe ereditario Ludwig di Baviera nell'osteria<br />

spagnola di Roma, 1824<br />

Olio su tela (73 x 63 cm)<br />

Neue Pinakothek, Monaco di Baviera<br />

14<br />

Il dipinto fu commissionato dal principe ereditario<br />

Ludwig nel 1824, in occasione di un incontro con amici<br />

nell'osteria spagnola della Ripa Grande a Roma per<br />

festeggiare il quarantesimo compleanno dell'architetto<br />

poco prima del suo ritorno a Monaco di Baviera (fig. 8). Il<br />

principe è seduto alla fine della panca, con il braccio teso<br />

per chiamare il padrone di casa Rafaele Anglada, con al<br />

suo fianco, da una parte lo scultore danese Bertel<br />

Thorwaldsen (di spalle) e dall'altra l'architetto <strong>Klenze</strong>, il<br />

disegnatore seduto a capotavola (di spalle) è lo stesso<br />

Catel, che in quell'anno realizzò uno dei suoi più noti<br />

dipinti, “Schinkel a Napoli”.<br />

Fig. 14. Franz Kruger (1797 - 1857)<br />

Ritratto di Karl Friedrich Schinkel, 1836<br />

Kupferstichkabinett, Staatliche Museen di Berlino<br />

14


15<br />

Fig. 15. Karl Friedrich Schinkel (1781 - 1841)<br />

Salerno vista dal mare e i monti vicino a Paestum, 1824<br />

Schizzo di viaggio - Matita su carta (24,4 x 16,4 cm)<br />

Kupferstichkabinett, Staatliche Museen, Berlino<br />

Schinkel visitò Paestum durante il suo secondo soggiorno<br />

in Italia nel 1824. A settembre di quell'anno, partito da<br />

Napoli insieme ai suoi accompagnatori, visitò prima<br />

l'antica colonia greca e poi Amalfi, raggiunta al ritorno<br />

con una barca partita da Salerno.<br />

Riferimenti bibliografici:<br />

<strong>Leo</strong> <strong>von</strong> <strong>Klenze</strong>, Nachlass <strong>von</strong> <strong>Leo</strong> <strong>von</strong> <strong>Klenze</strong>, Disegni<br />

dall'Italia, 1860<br />

<strong>Leo</strong> <strong>von</strong> <strong>Klenze</strong>, Memorabilien, Bd. 1-7, (<strong>Klenze</strong>ana I/1-I/7),<br />

BSB, München<br />

Norbert Lieb, Florian Hufnagel, <strong>Leo</strong> <strong>von</strong> <strong>Klenze</strong>: Gemalde und<br />

Zeichnungen, Callwey, München, 1979<br />

Catalogo della mostra “Ein griechischer Traum <strong>Leo</strong> <strong>von</strong> <strong>Klenze</strong>.<br />

Der Archäologe” (Un sogno greco. <strong>Leo</strong> <strong>von</strong> <strong>Klenze</strong>,<br />

l'archeologo), Glyptothek, Monaco di Baviera, 1985<br />

Michele Cometa, Duplicità del classico: il mito del tempio di<br />

Giove Olimpico da Winckelmann a <strong>Leo</strong> <strong>von</strong> <strong>Klenze</strong>, Editore<br />

Medina, Palermo, 1993<br />

Michele Cometa, Il romanzo dell'architettura. La Sicilia e il<br />

Grand tour nell'età di Goethe, Editori Laterza, Roma, 1999<br />

Dipingere per l'eternità. Le tombe di Paestum (Malerei für die<br />

Ewigkeit. Die Gräber <strong>von</strong> Paestum), Catalogo della mostra,<br />

Hirmer Publishers, Monaco, 2007<br />

Andrea Maglio, L' Arcadia è una terra straniera. Gli architetti<br />

tedeschi e il mito dell'Italia nell'Ottocento, Clean Edizione,<br />

Napoli, 2009<br />

Von Steffi Roettgen, Der "andere" <strong>Klenze</strong>. <strong>Leo</strong> <strong>von</strong> <strong>Klenze</strong><br />

porträtiert Italien, in Münchner Jahrbuch der bildenden Kunst,<br />

3, 2017 (Annuario delle Belle Arti di Monaco)<br />

Andrea Maglio, I viaggi in Italia di <strong>Leo</strong> <strong>von</strong> <strong>Klenze</strong>: memorie e<br />

trasfigurazioni, in La città, il viaggio, il turismo: Percezione,<br />

produzione e trasformazione, CIRICE - Centro<br />

Interdipartimentale di Ricerca sull'Iconografia della Città<br />

Europea, Università degli Studi di Napoli Federico II, 2017<br />

15


Durante il XIX secolo l'arte classica ebbe una<br />

profonda influenza sulla cultura architettonica<br />

tedesca come dimostra l'opera di Karl Friedrich<br />

Schinkel a Berlino e dell'architetto <strong>Leo</strong> Von <strong>Klenze</strong>,<br />

che a Monaco di Baviera, durante il regno di<br />

Ludovico I, realizzerà alcuni monumenti di grande<br />

impatto scenografico ispirati all'antica architettura<br />

greca. Fu a Paestum, dove ritornerà più volte nel<br />

corso dei suoi viaggi di studio, che ammirò per la<br />

prima volta la perfetta armonia dello stile dorico dei<br />

grandi templi, considerandoli la massima<br />

espressione dell'architettura greca. Stile che<br />

adotterà per gli edifici di particolare importanza<br />

realizzati in Germania, come per il Walhalla, il<br />

maggiore simbolo del classicismo tedesco.<br />

Oltre alla professione di architetto, <strong>Klenze</strong> si dedicò<br />

anche alla pittura, lasciandoci per Paestum alcuni<br />

disegni a matita e luminosi dipinti ad olio dai colori<br />

vivaci, conservati a Monaco di Baviera e in alcune<br />

collezioni private.<br />

Immagine di copertina<br />

Auguste Couder (1789 - 1873)<br />

Ritratto di <strong>Leo</strong> <strong>von</strong> <strong>Klenze</strong>, 1861-1864<br />

Olio su tela (78,5 x 93 cm)<br />

Neue Pinakothek, Monaco di Baviera<br />

collana<br />

I Quaderni dell’Arte<br />

a cura di Costabile Cerone<br />

<strong>Quaderno</strong> <strong>23</strong> - <strong>aprile</strong> <strong>2022</strong><br />

<strong>Leo</strong> <strong>von</strong> <strong>Klenze</strong><br />

Il dorico di Paestum per Ludovico I di Baviera<br />

Copyright: © <strong>2022</strong> PAESTUMinARTE<br />

Questo è un articolo ad accesso aperto distribuito secondo i termini della Creative Commons<br />

Licenza 3.0 Italia (CC BY-NC-ND 3.0 IT)

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