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TuttoBallo20 APRILE 2022.EnjoyArt

Aprile, finito il periodo di emergenza Covid, tutti siamo pronti a ripartire. Per quest'anno ci auguriamo che il simpatico proverbio "Aprile dolce dormire" si trasformi in azione e motivazione. Aprile porta con sè eventi religiosi e laici. I riti religiosi della Settimana Santa, la festa della Liberazione e la XL Giornata Internazionale della Danza. Un evento che l'Associazione Stefano Francia EnjoyArt, quest'anno, organizza a Terni, la città natale del maestro Stefano. Il 30 aprile vi diamo appuntamento a Terni per festeggiare insieme alla cittadinanza la dea Tersicore e Il CantaMaggio 2022 manifestazione popolare che da oltre 120 anni celebra, per le strade del centro storico della cittadina umbra, l'arrivo della primavera. Con il patrocinio del CID-UNESCO e il comune di Terni presenteremo il convegno "Il Futuro dell'Arte" e la fase finale del terzo concorso MultiArte "Dillo Alla Danza". Appuntamento per tutti, dunque, alle ore 15 del 30 aprile presso il CAOS Centro Arti Opificio Siri per discutere, ammirare e respirare d' arte. Convegno, mostra, esibizioni e degustazioni dei prodotti tipici umbri con Slow Food, gli ingredienti per brindare al rinascimento. La copertina e contro copertina di questo numero le abbiamo dedicate al cinema presentandovi due film italiani: "Mancino Naturale" con Claudia Gerini e "Bla Bla Baby" la nuova commedia di Fausto Brizzi con l'amico Alessandro Preziosi. E sfogliando aprile leggerete di teatro, musica, viaggi, libri, cucina, make up, interviste e molto altro ancora. Io e tutta redazione, vi auguriamo una felice Pasqua, una Pasqua di resurrezione per tutti i vostri desideri e sogni. Una Pasqua soprattutto di PACE...

Aprile, finito il periodo di emergenza Covid, tutti siamo pronti a ripartire.
Per quest'anno ci auguriamo che il simpatico proverbio "Aprile dolce dormire" si trasformi in azione e motivazione.
Aprile porta con sè eventi religiosi e laici. I riti religiosi della Settimana Santa, la festa della Liberazione e la XL Giornata Internazionale della Danza.
Un evento che l'Associazione Stefano Francia EnjoyArt, quest'anno, organizza a Terni, la città natale del maestro Stefano.
Il 30 aprile vi diamo appuntamento a Terni per festeggiare insieme alla cittadinanza la dea Tersicore e Il CantaMaggio 2022 manifestazione popolare che da oltre 120 anni celebra, per le strade del centro storico della cittadina umbra, l'arrivo della primavera.
Con il patrocinio del CID-UNESCO e il comune di Terni presenteremo il convegno "Il Futuro dell'Arte" e la fase finale del terzo concorso MultiArte "Dillo Alla Danza".
Appuntamento per tutti, dunque, alle ore 15 del 30 aprile presso il CAOS Centro Arti Opificio Siri per discutere, ammirare e respirare d' arte. Convegno, mostra, esibizioni e degustazioni dei prodotti tipici umbri con Slow Food, gli ingredienti per brindare al rinascimento.
La copertina e contro copertina di questo numero le abbiamo dedicate al cinema presentandovi due film italiani: "Mancino Naturale" con Claudia Gerini e "Bla Bla Baby" la nuova commedia di Fausto Brizzi con l'amico Alessandro Preziosi.
E sfogliando aprile leggerete di teatro, musica, viaggi, libri, cucina, make up, interviste e molto altro ancora.
Io e tutta redazione, vi auguriamo una felice Pasqua, una Pasqua di resurrezione per tutti i vostri desideri e sogni.
Una Pasqua soprattutto di PACE...

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27


TuttoBallo - <strong>APRILE</strong> 2022 - n. 27<br />

Copertina: Claudia Gerini protagonista del film "Mancino Naturale di<br />

Salvatore Allocca.<br />

Editore "Stefano Francia" EnjoyArt<br />

Direttore - Fabrizio Silvestri<br />

Vice direttore - Eugenia Galimi<br />

Segretaria di redazione - Pina delle Site<br />

Redazione - Marina Fabriani Querzè<br />

COLLABORATORI: Maria Luisa Bossone, Antonio Desiderio, Francesco<br />

Fileccia, David Bilancia, Giovanni Fenu, Mauri Menga, Sandro Mallamaci,<br />

Walter Garibaldi, David Iori, Giovanni Battista Gangemi Guerrera, Lara<br />

Gatto, Lucia Martinelli, Patrizia Mior, Ivan Cribiú, Danilo Pentivolpe,<br />

Alessia Pentivolpe, Carlo De Palma, Rita Martinelli, Assia Karaguiozova,<br />

Federico Vassile, Elza De Paola, Giovanna Delle Site, Jupiter, Francesca<br />

Meucci, Alberto Ventimiglia.<br />

Fotografi: Luca Di Bartolo, Elena Ghini, Cosimo Mirco Magliocca<br />

Photographe Paris, Monica Irma Ricci, Luca Valletta, Raul Duran,<br />

DsPhopto, Raul, Alessio Buccafusca, Alessandro Canestrelli, Alessandro<br />

Risuleo.<br />

Altre foto pubblicate sono state concesse da uffici stampa e/o scaricate<br />

dalle pagine social dei protagonisti.<br />

Le immagini e le fotografie qui presentate, nel rispetto del diritto d’autore,<br />

vengono riprodotte per finalità di critica e discussione ai sensi degli artt. 65<br />

comma 2 e 70 comma 1bis della Lg. 633/1941.<br />

É vietata la copia e la riproduzione dei contenuti e immagini in qualsiasi forma.<br />

É vietata la redistribuzione e la pubblicazione dei contenuti e immagini non autorizzata espressamente dal<br />

direttore. I collaboratori cedono all'editore i loro elaborati a titolo gratuito.<br />

Testata giornalistica non registrata di proprietà: ©ASS: Stefano Francia EnjoyArt<br />

per contattare la redazione Tuttoballo20@gmail.com<br />

Contro Copertina<br />

Aprile, finito il periodo di emergenza Covid, tutti siamo pronti a ripartire.<br />

Per quest'anno ci auguriamo che il simpatico proverbio "Aprile dolce<br />

dormire" si trasformi in azione e motivazione.<br />

Aprile porta con sè eventi religiosi e laici. I riti religiosi della Settimana<br />

Santa, la festa della Liberazione e la XL Giornata Internazionale della<br />

Danza.<br />

Un evento che l'Associazione Stefano Francia EnjoyArt, quest'anno,<br />

organizza a Terni, la città natale del maestro Stefano.<br />

Il 30 aprile vi diamo appuntamento a Terni per festeggiare insieme alla<br />

cittadinanza la dea Tersicore e Il CantaMaggio 2022 manifestazione<br />

popolare che da oltre 120 anni celebra, per le strade del centro storico<br />

della cittadina umbra, l'arrivo della primavera.<br />

Con il patrocinio del CID-UNESCO e il comune di Terni presenteremo il<br />

convegno "Il Futuro dell'Arte" e la fase finale del terzo concorso MultiArte<br />

"Dillo Alla Danza".<br />

Appuntamento per tutti, dunque, alle ore 15 del 30 aprile presso il CAOS<br />

Centro Arti Opificio Siri per discutere, ammirare e respirare d' arte.<br />

Convegno, mostra, esibizioni e degustazioni dei prodotti tipici umbri con<br />

Slow Food, gli ingredienti per brindare al rinascimento.<br />

La copertina e contro copertina di questo numero le abbiamo dedicate al<br />

cinema presentandovi due film italiani: "Mancino Naturale" con Claudia<br />

Gerini e "Bla Bla Baby" la nuova commedia di Fausto Brizzi con l'amico<br />

Alessandro Preziosi.<br />

E sfogliando aprile leggerete di teatro, musica, viaggi, libri, cucina, make<br />

up, interviste e molto altro ancora.<br />

Io e tutta redazione, vi auguriamo una felice Pasqua, una Pasqua di<br />

resurrezione per tutti i vostri desideri e sogni.<br />

Una Pasqua soprattutto di PACE...<br />

© F R E E P R E S S O N L I N E r i p r o d u z i o n e r i s e r v a t a - D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r t "


Massimo Polo<br />

Direzione Artistica


World Dance Day - 29 Aprile 2022<br />

Messaggio del Presidente dell'International Dance Council CID UNESCO,<br />

Prof. Dr. Alkis Raftis<br />

Questo messaggio viene scritto mentre i missili colpiscono edifici residenziali e la gente<br />

combatte per le strade. Probabilmente è troppo ottimista sperare che la gente il 29 aprile ballerà<br />

nelle strade per celebrare la pace. La situazione richiede ai danzatori di mostrare solidarietà agli<br />

altri danzatori. Individualità e 'do it alone' sono fuori moda.<br />

Molte persone sono pronte ad aiutare ma rischiano di cadere vittime di truffe. È molto difficile<br />

distinguere tra organizzazioni, siti web, persone, notizie ecc. genuini e falsi. Ci si può fidare solo<br />

di chi si conosce da molti anni, solo di chi ha una lunga storia di una politica seria con cui si è<br />

d'accordo - certamente non di chi promette di fare ora quello che non ha mai fatto prima. Il<br />

passato è la migliore garanzia per il futuro.<br />

Il CID non farà da intermediario. Noi sosteniamo la comunicazione diretta da persona a<br />

persona, l'assistenza e la collaborazione. Questo è ciò che proponiamo:<br />

- Andate all'Elenco Globale della Danza. Digita parole chiave come: nome della città, tipo di<br />

danza ecc. Prova varie parole chiave.<br />

- Trovate i professionisti della danza e chiamateli, o chiedete al CID il loro indirizzo e-mail.<br />

- Dite loro che vi preoccupate, chiedete di cosa hanno bisogno<br />

- Mandate quello che potete<br />

- Mantenete il contatto, date coraggio per superare le difficoltà, preparate la cooperazione dopo<br />

la crisi.<br />

Non è il momento di fare sfoghi romantici sulle virtù della danza e affermazioni simpatiche ma<br />

vaghe. La danza, dopo essere stata duramente colpita dalla pandemia, è ora colpita dal conflitto<br />

armato e dalla prospettiva di una guerra fredda su scala globale. È il momento di azioni<br />

concrete e risultati tangibili, il momento di mettersi insieme per avanzare uniti.<br />

www.DanceDay.CID-world.org


TERNI 30 <strong>APRILE</strong> 2022 "DILLO ALLA DANZA"<br />

CONCORSO MULTI ARTE E CONVEGNO NAZIONALE<br />

ORGANIZZAZIONE STEFANO FRANCIA ENJOYART.<br />

MADRINA DELL’EVENTO LA FATINA DELLA TV MARIA GIOVANNA ELMI<br />

"Il 30 aprile 2022 festeggia con noi la XL Giornata Internazionale della danza. L’associazione Stefano<br />

Francia EnjoyArt organizza a Terni la quarantesima giornata mondiale della danza con un convegno e il<br />

Concorso Multi Arte "DILLO ALLA DANZA"...<br />

Con il patrocinio del CID UNESCO e del Comune di Terni, l’associazione Stefano Francia EnjoyArt ha<br />

deciso di ripartire con l’organizzazione degli eventi, dopo il fermo di due anni causa pandemia, da Terni,<br />

comune di nascita del Maestro Stefano Francia, come ha spiegato il presidente Fabrizio Silvestri:<br />

><br />

La storia di un popolo parte dalla tradizione del luogo, in questa edizione al fianco dell’associazione<br />

Stefano Francia scende in campo anche Slow Food Terni, l’associazione internazionale no profit impegnata<br />

a ridare il giusto valore al cibo. Con loro e il folklore ternano del Cantamaggio si riscoprono i sapori e saperi<br />

della terra umbra. Ambasciatrice dell’evento Maria Giovanna Elmi, la rassicurante fatina della tv, mecenate<br />

e divulgatrice della cultura italiana.<br />

Nelle precedenti edizioni, svoltesi on line, i protagonisti sono stati i concorrenti delle 4 sezioni che, con i loro<br />

elaborati, hanno raccontato la danza attraverso la fotografia, la pittura, la scultura, la musica e la danza<br />

stessa. In occasione della Giornata Internazionale della Danza, le migliori composizioni musicali (inedite e<br />

cover) sono entrate a far parte della Compilation “DILLOALLADANZA”, prodotta dalla Stefano Francia<br />

EnjoyArt e dall’etichetta discografica Pomodoro Studio Always e distribuita in tutti i digital store. Le due<br />

copertine delle precedenti compilation sono state firmate da artisti che hanno partecipato al concorso.<br />


soprattutto in questo periodo, la bellezza dell’arte nella società, collante che unisce le persone attraverso il<br />

linguaggio universale dell’arte. Per noi è importante diffondere il virus dell’arte nella scuola, tra i bambini, i<br />

giovani, gli adulti, affinché tutti diventino appassionati dell’arte, con la speranza che tutti un giorno<br />

possiamo essere "artigiani" dell’arte, come i direttori artistici scelti per questa edizione: per la danza la<br />

professoressa Maria Luisa Bossone già prima ballerina nei maggiori teatri italiani, per la musica Ciro Vinci,<br />

musicoterapeuta e compositore per trasmissioni tv e cinema, per le arti letterarie e visive il maestro<br />

Giovannino Montanari, artista internazionale conosciuto come il pittore delle cupole>><br />

Il concorso "DILLO ALLA DANZA" è scrivere un racconto, una poesia, scattare una foto, dipingere una<br />

tela, cantare o suonare una canzone per la dea Tersicore.<br />

Il concorso è suddiviso in 4 sezioni:<br />

1. Sezione Arti letterarie (poesia e racconto breve/narrativa)<br />

2. Sezione Arti visive (scultura, fotografia, disegno)<br />

3. Sezione Musica e Canto (opere originali)<br />

4. Sezione Coreutica<br />

Ciascuna sezione è divisa in due categorie: under e over 18 anni.<br />

L’organizzazione per questa edizione della rinascita ha messo in palio prestigiosi premi:<br />

Sezione Letteratura, le opere saranno raccolte in un ebook distribuito sulla webkiosk di Yumpu, come<br />

allegato alla rivista TuttoBallo. Shooting fotografico realizzato dalla fotografa Monica Irma Ricci.<br />

Sezione Arti visive, le opere saranno raccolte in un catalogo on line allegato alla rivista TuttoBallo.<br />

Shooting fotografico realizzato dalla fotografa Monica Irma Ricci.<br />

Sezione Canto, le migliori 10 composizioni entreranno a far parte del terzo volume di “DilloAllaDanza<br />

2022”, distribuito in tutti i digital store dalla label Always - Pomodoro Studio. Contratto con l’etichetta<br />

indipendente Tilt Music Production. Shooting fotografico realizzato dalla fotografa Monica Irma Ricci.<br />

Sezione Coreutica. Borsa di studio di un mese presso Barcelona Ballet Project<br />

WorkShoop di una settimana presso International Creative Hub Roma.<br />

Shooting fotografico realizzato dalla fotografa Monica Irma Ricci.<br />

L’artista partecipa al concorso, a numero limitato, iscrivendosi sul sito www.dancematick.ite inviando in<br />

allegato le proprie opere nel formato richiesto dal regolamento.<br />

Inoltre, la documentazione dovrà essere inoltrata in copia a dilloalladanza@gmail.com<br />

Il Concorso “DILLOALLADANZA” è rivolto a ballerini, artisti, alunni e persone comuni maggiorenni e<br />

minorenni che amano esprimere l'amore per la danza attraverso tutte le arti: letteratura, poesia, pittura,<br />

fotografia, musica e danza. Le presentazioni delle opere scadono il 10/04/2022 iscrivendosi sul sito<br />

dancematick.it e inoltrando l’elaborato anche a: dilloalladanza@gmail.com<br />

Le premiazioni di "DILLO ALLA DANZA" si terranno il 30 Aprile 2022, presso il CASO Centro Artisti<br />

Opificio Siri - Teatro Secci - Terni nel rispetto delle normative Covid-19.


DILLO ALLA DANZA" CONVEGNO NAZIONALE<br />

Appuntamento nazionale per discutere sul futuro dell’arte in Italia, con illustri personaggi del mondo<br />

dell’arte. Questa emergenza-pandemia e la crisi, già in atto ma di deflagrante e persistente durata, stanno<br />

dimostrando quanto l’Italia abbia bisogno di nuova valorizzazione a partire dai suoi Beni Artistici e Culturali<br />

e dai suoi artisti, troppo spesso dimenticati nei vari piani di ricostruzione oltre che nelle Unità operative di<br />

pronto intervento; in questa miope visione del Futuro manca la concezione di una progettazione condivisa,<br />

partecipata ai processi di (ri)costruzione ed è assente l’Arte.<br />

Media Partner SoloMente diretto da Francesca Meucci e TuttoBallo la rivista edita dall’associazione<br />

Stefano Francia EnjoyArt e distribuita gratuitamente sulla webkiosk Yumpu.<br />


Si riprende da dove ci eravamo lasciati…<br />

Eugenia Galimi<br />

Vice Direttore<br />

Ci eravamo lasciati precisamente nel mese di febbraio di due anni fa con l’esibizione per il Carnevale 2020<br />

- come sempre organizzata dal Maestro Filippo De Salvo in collaborazione con l'Asc - presso il Centro<br />

commerciale "Porto Bolaro" di Reggio Calabria. Nessuno di noi poteva ancora immaginare cosa sarebbe<br />

successo a distanza di poche settimane: ci sentivamo comunque ed erroneamente protetti da un virus<br />

sconosciuto e, fortunatamente, geograficamente lontano.<br />

Ricordo ancora la comunicazione televisiva di qualche giorno dopo riguardante il lockdown, la corsa ad<br />

accaparrarsi un posto sull'ultimo treno, pullman o aereo disponibile per rientrare a casa dai propri affetti e<br />

l'angoscia che ci chiudeva il petto per una cosa che non conoscevamo, che non capivamo ma che,<br />

sicuramente, era più grande di tutti noi.<br />

Nonostante tutto, però, dopo due anni di chiusure, riaperture, regioni a colori, vittime e vaccini, lunedì<br />

scorso 28 febbraio 2022 - con molta felicità e ancora qualche apprensione - lo stesso Team Asc ha voluto<br />

riproporre lo spettacolo carnevalesco come un inno alla vita, una testimonianza della voglia di ricominciare<br />

nonostante mascherine, distanziamento e gel sanificante. La nutrita partecipazione di ballerini e pubblico<br />

ha testimoniato che, dopo due anni di restrizioni, nonostante la lunga chiusura di tutte le palestre,<br />

l’abbandono della pratica sportiva da parte di molti atleti e la chiusura definitiva di molte associazioni e<br />

scuole di ballo - oberate di spese senza alcuna entrata - la voglia di ballare e di veder ballare è ancora<br />

veramente tanta. Ed è proprio su questa voglia che il virus non ha potuto spegnere, che tutto il mondo della<br />

Danza sportiva deve puntare per rinascere dalle sue stesse ceneri come l’Araba fenice


Tempi<br />

Bui<br />

Sandro Mallamaci<br />

Tempi bui, a cui non eravamo certamente preparati, noi europei.<br />

Dopo la seconda guerra mondiale, a pochi anni dal termine dell’altro conflitto devastante, la prima, l’idea principale che<br />

ha pervaso i popoli europei è stata quella di fare in modo che non si ripetessero quegli orrori causati da mire<br />

espansionistiche di qualche capo popolo, o da idee secessioniste o da rivendicazioni di autonomie locali. Illuminati<br />

governanti sono riusciti a sedersi attorno ad un tavolo per trovare il modo di convivere in pace.<br />

Pur essendo l’Europa abitata da popolazioni con forti tradizioni nazionalistiche, si pensi alla Francia, alla<br />

Germania, all’Inghilterra, da secoli uniti sotto la stessa bandiera, ma anche all’Italia che era nata dall’unione di<br />

stati e staterelli, da sempre accomunati dai tempi dell’Impero Romano, si è costituita l’Unione Europea in cui ci<br />

si è riconosciuti condividendo scelte e decisioni prese in forma democratica attraverso il Parlamento Europeo<br />

in cui si trovano rappresentati tutte le nazioni. Non saremo mai un unico popolo, ma questa scelta ci ha consentito<br />

di vivere in pace per più di ottanta anni. Intere generazioni non hanno quindi mai conosciuto direttamente gli orrori di<br />

una guerra in casa propria. Si è dato sempre per scontato che le guerre raccontate in tv da noi non potessero mai<br />

accadere. Tutt’ora è così. Ma il conflitto che è scoppiato all’inizio di marzo ci ha scosso profondamente. Innanzitutto le<br />

ripercussioni sul piano economico ed energetico le stiamo subendo direttamente, ma anche sul piano umano perché<br />

molte persone che vivono e lavorano in tutta Europa hanno origini e legami affettivi proprio con quei popoli che si<br />

trovano a combattere una guerra che in molti non condividono, sia da un lato che dall’altro. Quei due popoli che da<br />

sempre hanno vissuto in un precario equilibrio, in diffuse autonomie locali, ma condividendo cultura e tradizioni che si<br />

sono inevitabilmente contagiate, e che da un giorno all’altro hanno scoperto di essere di nuovo nemici acerrimi.<br />

Nell’immaginario di chi si interessa di arte e in particolare di danza, la Russia e le repubbliche dell’ex Unione<br />

Sovietica sono tra le nazioni più rappresentative, con i teatri e le scuole di danza tra i più famosi e rinomati al<br />

mondo, come il teatro di San Pietroburgo o il Bolshoi di Mosca. L’accostamento delle due nazioni oggi in<br />

conflitto porta inevitabilmente alla memoria il ballo più caratteristico del popolo sovietico, l’hopak, la danza dei<br />

cosacchi. Fatta propria dall’intera Unione Sovietica, in realtà è il ballo nazionale ucraino. Nota in tutto il mondo, è<br />

una danza prevalentemente maschile molto energica, che veniva praticata già all’inizio del XVI secolo e ha tra<br />

le sue varianti l’hopak marziale. Nell’hopak viene usato tutto il corpo: chi lo pratica deve essere robusto ma<br />

molto agile, abile anche nel maneggiare armi e oggetti, oltre a saper cantare.<br />

È una danza che ricorda le arti marziali e in Ucraina viene tramandata in scuole che creano veri e propri atleti; la più<br />

importante è il Balletto Statale che ha anche la finalità di tramandare la tradizione delle danze cosacche e del folklore<br />

ucraino, che come tutte le tipiche danze russe e ucraine sono ballate dagli uomini indossando lunghe casacche<br />

decorate e i pantaloni larghi infilati negli stivali, accompagnati da pugnali e sciabole, e dalle donne che indossano vesti<br />

ricamate, gonne ampie, copricapo e foulard abito dalle tinte più vivaci. Il Hopak si sviluppò inizialmente nelle terre<br />

dell’Ucraina attuale già dal 16esimo secolo da formazioni militare, per celebrare vittorie dopo cruente battaglie.<br />

Gli esecutori erano quindi i giovani mercenari e non dei veri ballerini professionisti; per questo i passi di ballo erano<br />

prevalentemente improvvisati, con lo scopo unico di dimostrazione di virilità ed eroismo con ripetuti salti acrobatici per<br />

simulare le lotte sul campo di battaglia, con vere spade e lance. Sembra quasi rappresentare l’identikit di questi popoli<br />

di tradizione guerriera sempre in lotta tra di loro. Basta navigare sui motori di ricerca per trovare tanti video di gruppi di<br />

ballo che si esibiscono in questa particolare forma di danza; molti in luoghi aperti delle città che oggi sono devastate dai<br />

bombardamenti. Le immagini di dolore e sofferenza della gente in fuga che i media ci propongono tutti i giorni stridono<br />

con quelle che fino a qualche settimana fa erano solo di allegria e voglia di vivere in pace. Nella speranza che non si<br />

generi una escalation e che tutto quello che vediamo adesso non interessi un’area più ampia dell’Europa, ringraziamo<br />

quei popoli e i loro rissosi e irresponsabili governanti per averci regalato altri momenti tristi di questi anni, come se la<br />

pandemia, che ancora non è stata superata definitivamente, non fosse stata già abbastanza. Verrebbe da dire: chi è<br />

causa del proprio mal…


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Il Lago dei Cigni e il Romae Capital<br />

Ballet nella magica Arabia<br />

Antonio Desiderio Artist Management torna dopo due anni in tour e con il<br />

suo Romae Capital Ballet metterà in scena a Riyadh in Arabia Saudita il<br />

famoso balletto in tre fantastiche serate dal 29 al 31 marzo.<br />

Dopo i grandi successi della tournée del 2019 che ha visto impegnata la<br />

compagnia per più di 25 recite in tutta la Cina, Antonio Desiderio, manager<br />

internazionale di danza e fondatore del Romae Capital Ballet, torna<br />

nuovamente in scena con il grande classico"Il Lago dei Cigni" con le<br />

coreografie di Maria Grazia Garofoli, già Direttore del Corpo di Ballo della<br />

Fondazione Arena di Verona, riprese per l'occasione da Sabrina Bosco,<br />

Maitre du Ballet e Coreografa Internazionale qui affiancata da Federico<br />

Mella. La compagnia, ricostituita con un organico di 40 persone, sarà infatti<br />

impegnata per diverse recite nella città di Riyadh, in Arabia Saudita, nel<br />

grande Teatro Open Air della Capitale e vedrà la partecipazione<br />

straordinaria delle due etoiles Marta Petkova e Nikola Hadijtanev, Primi<br />

ballerini del Teatro dell'Opera di Sofia, nei ruoli della Principessa Odette e<br />

Principe Siegfried.<br />

"Siamo tutti molto emozionati nel ripartire con questa produzione ed in una<br />

città come Riyadh in cui la danza e l'arte sono molto sentite ed attese. In<br />

fondo credo che il nostro compito primario sia quello divulgare cultura in<br />

ogni parte del mondo" afferma Antonio Desiderio.<br />

I costumi dello spettacolo sono affidati alla storica sartoria partner da tempo<br />

di Antonio Desiderio, Triunfo Dance di Pasquale Triunfo, che per<br />

l'occasione ha rivisitato i costumi dei 24 Cigni in un nuovo elegantissimo<br />

design, mentre luci e proiezioni dello spettacolo sono affidate a Luigi<br />

Magnani. Attesa altissima per la compagnia e tutti i loro interpreti con<br />

biglietti esauriti da gia da tempo. Una ripartenza quindi ancora una volta<br />

che, con Antonio Desiderio, porta l'Italia all'estero in una posizione di<br />

assoluto prestigio e rilievo.


Il manager di balletto internazionale Antonio Desiderio dopo la tournée in Arabia Saudita con Il Lago Dei Cigni porta in scena un altro<br />

progetto a cui tiene tantissimo, il Mas alla de la Oscuridad nel prestigioso Teatro Apolo di Barcellona. La danza in questo spettacolo<br />

non è solo strumento di bellezza e di tecnica, ma anche mezzo di comunicazione di scottanti argomenti sociali dato che viene<br />

raccontata la lotta contro la violenza sulle donne. La creazione coreografica dello spettacolo è a cura dei coreografi internazionali<br />

Emanuela Campiciano e Gino Labate con “Mas de la Oscuridad” che andrà in scena nella caldissima Catalogna dal 31 Marzo al 03<br />

Aprile. "Mas allá de la oscuridad" è uno spettacolo di danza contemporanea che fa capo a un più ampio progetto di<br />

sensibilizzazione, informazione e prevenzione contro la violenza sulle donne, portato in scena dal Barcelona Ballet Project - The<br />

Company, compagnia di danza contemporanea composta da giovani danzatori tra i 18 e i 24 anni, e la direzione artistica è affidata<br />

proprio a Gino Labate ed Emanuela Campiciano. Obiettivo del progetto è sensibilizzare il pubblico sul valore della vita e su come va<br />

tutelata e valorizzata, comprendere che uno stile di vita lontano dalla violenza può migliorare le relazioni interpersonali e il rispetto<br />

per gli altri. La danza per soddisfare questo fine diviene un veicolo forte, ricco di significato ed espressione, un mezzo attraverso il<br />

quale lo spettatore rivive un'importante riflessione sui sentimenti di amore, amicizia, amore materno, energia positiva. Il progetto è a<br />

cura di Antonio Desiderio Artist Management, il quale afferma: “Sono felice di poter portare dopo un lungo lavoro, questo progetto sul<br />

palcoscenico del Teatro Apolo. In una città multietnica come quella di Barcellona, il pubblico potrà usufruire di una serata di grande<br />

danza contemporanea che permetterà una riflessione e soprattutto interrogarci con noi stessi sul valore del concetto donna.” Una<br />

coreografia di spessore quindi, non solo da un punto di vista tecnico ma anche umano, che vuole far riflettere su questo tema che<br />

purtroppo rappresenta una piaga sociale che ci affligge da troppo tempo e probabilmente non viene sanzionato nella giusta maniera.


Concerti Museo Del Saxofono<br />

A Fiumicino (RM) riprendono con la primavera, al Museo del Saxofono, i concerti<br />

settimanali della stagione 2022.Una grande e doppia opportunità, per chi non<br />

conosce ancora questo giovane spazio espositivo, che oltre a proporre musica di<br />

grande qualità con interpreti di assoluto spessore, offre la possibilità di ammirare da<br />

vicino la collezione di saxofoni più grande del mondo. A tale proposito, sabato 9<br />

aprile alle ore 18, verrà presentato in anteprima il catalogo ufficiale del Museo,<br />

realizzato con il contributo della Regione Lazio: frutto del grande lavoro di<br />

acquisizione, studio e di ricerca svolto da Attilio Berni sugli strumenti delle Collezioni<br />

del museo. L’opera si è avvalsa del contributo di prestigiosi esperti internazionali del<br />

settore; un volume prestigioso di grande formato che include numerose immagini di<br />

qualità, approfondimenti e notazioni tecnico-descrittive delle varie metamorfosi dello<br />

strumento che si intrecciano con le storie personali degli inventori e dei musicisti che<br />

lo hanno imbracciato. In relazione alla stagione musicale primaverile 2022, si inizierà<br />

sabato 26 marzo con i Big Night Players, orchestra che celebra la cultura italoamericana<br />

proponendo l'energia assoluta dello swing mescolata alla musicalità<br />

frenetica e ritmica degli anni ’50-’60. La formazione è composta da Francesco Sofia<br />

(voce), Andrea Pedroni (sax tenore), Carlo Capobianchi (tromba), Walter Fantozzi<br />

(trombone), Paolo Bernardi (pianoforte), Giordano Panizza (contrabbasso), Marco<br />

Della Torre (batteria).<br />

Domenica 3 aprile, per celebrare il grande repertorio del Gospel, musica nata per<br />

dare energia al corpo e speranza all'anima, sarà di scena Gospel Energy, con Dimitri<br />

Espinoza Grechi al sax tenore e Paolo “Pee Wee" Durante all’organo Hammond.<br />

Sabato 9 aprile, presentazione di Saxophones, catalogo del Museo del Saxofono con,<br />

a seguire, il concerto del Classic Jazz Quintet costituito da Attilio Berni (saxofoni),<br />

Maurizio Oriente (tromba), Alessandro Crispolti (pianoforte), Christian Antinozzi<br />

(contrabaso) e Alfredo Romeo (batteria)<br />

Sabato 23 aprile saranno protagonisti i musicisti del Big Block City, titolo dell’ultimo<br />

lavoro di Angelo Trane & Andrea Rongioletti, totalmente composto e realizzato<br />

durante il periodo del “lockdown”. Il repertorio, che abbraccia sonorità jazz/smooth<br />

con melodie mediterranee spesso influenzate da sonorità afroamericane, sarà<br />

eseguito insieme a Letizia Liberati, voce solista.<br />

Sabato 7 maggio la Ciribiribin Italian Swing Orchestra composta da Coky Ricciolino<br />

(voce), Andrea Tardioli (Clarinetto e Sax), Dario Pierini (Piano), Flavia Ostini<br />

(Contrabbasso), Antonio Donatone (Batteria) proporrà il concerto Do You speak<br />

Italiano, un viaggio tra melodie indimenticabili, dedicato ad artisti come Alberto<br />

Rabagliati, Bruno Martino, Natalino Otto, Fred Buscaglione, il Trio Lescano e molti<br />

altri.<br />

A chiudere la rassegna primaverile, sabato 21 maggio, il quartetto capitanato da<br />

Susanna Stivali con un progetto interamente dedicato all’enorme e diversificato lavoro<br />

del poeta, scrittore, autore e compositore Chico Buarque de Hollanda. La cantante,<br />

considerata una delle piu interessanti voci del panorama jazz italiano ed<br />

internazionale, si esibirà in Caro Chico accompagnata da Alessandro Gwis<br />

(pianoforte), Marco Siniscalco (basso elettrico e contrabasso) e Marco Rovinelli<br />

(batteria). Tutti i concerti (esclusi quelli di domenica 3 e sabato 9 aprile), si<br />

svolgeranno alle ore 21:30 al costo di € 15 e saranno anticipati, per chi lo desidera,<br />

da un’apericena a pagamento al costo di € 15. L'entrata del pubblico sarà disposta in<br />

base ai vigenti regolamenti ministeriali sulle norme anti-Covid.


F A R Ó C U L T U R A<br />

Presentato a Roma il programma nazionale EDU 2022 dell’Associazione Italiana giovani per l’UNESCO<br />

È stato presentato a Roma, presso l’università LUISS, il Programma Nazionale EDU 2022 che vede l’Associazione Italiana<br />

Giovani per l’UNESCO coinvolta nell’ambizioso obiettivo di creare nuovi legami tra scuole, istituzioni e realtà<br />

imprenditoriali innovative, con maggior attenzione verso quelle giovanili, per cercare di ampliare le conoscenze verso le<br />

opportunità di sviluppo sostenibile. La sesta edizione di EDU, dal titolo “Farò cultura” si propone di rispondere con<br />

flessibilità, e al contempo in maniera concreta, alle diverse esigenze educative, collocandosi in un contesto sociale<br />

pandemico in cui il benessere psico-fisico dell’individuo, il mantenimento e miglioramento della salute e del benessere<br />

globale viene ad essere relazionato con la fruizione di un patrimonio identitario comune. Impegno primario di questa<br />

missione è quindi quello di “fornire un’educazione di qualità, equa e inclusiva, oltre all’opportunità di apprendimento<br />

permanente per tutti, esattamente in linea con la cornice programmatica dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile<br />

adottata dell’ONU nel 2015 e, ancor prima, con la Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale<br />

dell’UNESCO del 2003.<br />

I progetti EDU, per ogni regione italiana, sono iniziati il 24 marzo scorso attraverso specifici laboratori incentrati su diversi<br />

argomenti il cui fil rouge è proprio la Cultura. Ogni territorio tratterà argomenti divisi...<br />

Abruzzo - Una nuova veste per i Vestini. Patrimonio accessibile in 3D, lavori che entreranno a fare parte del “Museo<br />

Tattile Diffuso” della Regione Abruzzo.<br />

Basilicata - SEat, storie di territori e della loro dieta mediterranea. Elaboreranno quindi un ricettario digitale pensato per<br />

le nuove generazioni.<br />

Calabria - Photovoice & Paesaggio: un laboratorio per il monitoraggio civico del paesaggio dell’Area Grecanica, utile ad<br />

apprendere l’uso della piattaforma Monithon per il monitoraggio civico dei progetti<br />

Campania - AIGU on the road, imparare a promuoverne la fruizione attraverso la narrazione di alcuni siti culturali del<br />

patrimonio territoriale urbano e rurale<br />

Lazio – La Mia Scuola Creativa, con la collaborazione del partner Fondazione Cinema per Roma, approccio all’audiovisivo<br />

come strumento di narrazione, imparando a sfruttarlo per raccontare la loro azione per una “Scuola Creativa”.<br />

Liguria - Navigando farò cultura. Fari e Patrimonio costiero che rappresenta un patrimonio culturale condiviso, da rendere<br />

accessibile attraverso un’operazione “ri-creativa”.<br />

Lombardia - Luce sul Patrimonio UNESCO Lombardo, laboratori esperienziali che coinvolgono attività creative come il<br />

teatro e l’archeologia sperimentale, per fruire del patrimonio divertendosi.<br />

Marche - Farò RigenerAzione. Rigenerazione culturale, che diventi uno stimolo alla cittadinanza attiva e inclusiva, garante<br />

di benessere sociale e ambientale.<br />

Molise - L’Incontro. Frammenti Identitari, integrazione delle minoranze etniche.<br />

Piemonte – Il paesaggio come patrimonio culturale identitario. Langhe, Roero e Monferrato, patrimonio culturale<br />

riconosciuto dall’UNESCO nel 2014.<br />

Puglia - La conoscenza di mezzo: tra reale e digitale<br />

Sardegna - IIHE. Innovative Intangible Heritage laboratorio formativo sulla tutela e la salvaguardia del patrimonio<br />

immateriale regionale, tra tradizione e innovazione.<br />

Sicilia - Oltre l’Opera dei Pupi. Nuove prospettive di inclusione sociale<br />

Toscana – Old but Gold, laboratorio di valorizzare e rilanciare l’artigianato e i mestieri d’arte in generale, con il beneficio<br />

di un’economia sostenibile per le generazioni future.<br />

Umbria - Heritage: ‘trekking for life’. Nuovi possibili racconti del territorio e del suo patrimonio culturale, materiale e<br />

immateriale, attraverso il linguaggio grafico e le nuove tecnologie.<br />

Valle D’Aosta - L’immatériel vive! Riscoperta del territorio regionale, mappando le usanze e le tradizioni valdostane e<br />

raccontandole tramite installazioni interattive su statue, monumenti, piazze e strade.<br />

Veneto - Veneto: In-Tessere, laboratorio sul patrimonio materiale e immateriale dell’Alto Vicentino, per poi creare un<br />

gioco di società finalizzato a valorizzare i luoghi storici e le dinamiche sociali legate al territorio.


Giovanni Bellini, Imago Pietatis, 1456 circa; Venezia, Fondazione Musei Civici di Venezia,<br />

Museo Correr. 2021 © Archivio Fotografico - Fondazione Musei Civici di Venezia<br />

Donatello, Amore-Attis, 1435-1440 circa; Firenze, Museo Nazionale del Bargello. Su<br />

concessione del Ministero della Cultura - Foto Bruno Bruchi<br />

Fino al 31 luglio 2022 la Fondazione Palazzo Strozzi e i Musei del<br />

Bargello presentano Donatello, il Rinascimento, una mostra storica e<br />

irripetibile che mira a ricostruire il percorso eccezionale di uno dei maestri<br />

più importanti e influenti dell’arte italiana di tutti i tempi, a confronto con<br />

capolavori di artisti a lui contemporanei quali Brunelleschi e Masaccio,<br />

Mantegna e Giovanni Bellini, ma anche successivi come Raffaello e<br />

Michelangelo.<br />

La mostra, evento culturale di punta del 2022, nasce come<br />

celebrazione del grande maestro per allargare la riflessione su questo<br />

artista rivoluzionario nei materiali, nelle tecniche e nei generi.<br />

Scultore supremo del Quattrocento – tra i secoli d’oro dell’arte italiana – e<br />

prediletto della famiglia Medici, insieme a Brunelleschi e Masaccio,<br />

Donatello diede il via alla straordinaria stagione del Rinascimento,<br />

proponendo nuove idee e soluzioni figurative che hanno segnato per<br />

sempre la storia dell’arte occidentale. Attraverso le sue opere Donatello<br />

rigenera l’idea stessa di scultura, con una potenza di visione unica in cui<br />

unisce le scoperte sulla prospettiva e un concetto totalmente moderno di<br />

umanità. La dimensione psicologica dell’arte di Donatello abbraccia in<br />

tutta la loro profondità le più diverse forme delle emozioni, dalla dolcezza<br />

alla crudeltà, dalla gioia al dolore più straziante.<br />

Curata da Francesco Caglioti, professore ordinario di Storia dell’Arte<br />

medievale presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, Donatello, il<br />

Rinascimento ospita circa 130 opere tra sculture, dipinti e disegni con<br />

prestiti unici, alcuni dei quali mai concessi prima, provenienti da quasi<br />

sessanta tra i più importanti musei e istituzioni al mondo come la<br />

National Gallery of Art di Washington, il Metropolitan Museum of Art di<br />

New York, il Victoria and Albert Museum e la National Gallery di Londra, il<br />

Musée du Louvre di Parigi, gli Staatliche Museen di Berlino, il<br />

Kunsthistorisches Museum di Vienna, le Gallerie degli Uffizi, la Basilica di<br />

Sant’Antonio a Padova e le basiliche fiorentine di San Lorenzo, Santa<br />

Croce e Santa Maria Novella.<br />

Distribuita su due sedi, Palazzo Strozzi e il Museo Nazionale del<br />

Bargello, la mostra propone un viaggio attraverso la vita e la fortuna<br />

di Donatello articolato in quattordici sezioni. Si inizia dagli esordi e dal<br />

dialogo con Brunelleschi, proponendo il confronto tra i due celebri<br />

Crocifissi lignei provenienti dalla Basilica di Santa Croce e da quella di<br />

Santa Maria Novella. Si procede poi attraverso i luoghi per cui Donatello<br />

ha lavorato (Siena, Prato e Padova, oltre a Firenze), trovando moltissimi<br />

seguaci, entrando in dialogo con altri celebri artisti molto più giovani quali<br />

Mantegna e Bellini, e sperimentando nei materiali più diversi le sue<br />

formidabili invenzioni plastiche e scultoree. Conclude la mostra una<br />

sezione speciale dedicata all’influenza di Donatello sugli artisti a lui<br />

successivi, tra cui Raffaello, Michelangelo e Bronzino, testimoniando così<br />

l’importanza capitale della sua opera per le vicende dell’arte italiana.<br />

Donatello, Madonna col Bambino (Madonna del Pugliese - Dudley), 1440 circa; Londra,<br />

Victoria and Albert Museum


di Assia Karaguiozova<br />

Un dinamismo tra forme incisive e<br />

colori vivaci nei volti di Giovanni<br />

Tagliavini. Mostra milanese, curata<br />

da Jean Blanchaert<br />

Giovanni Tagliavini, dopo un lungo<br />

percorso trentennale, ha trovato<br />

la sua impeccabile cifra<br />

stilistica, quella che gli<br />

consente di essere pittore,<br />

maestro del colore, psicologo,<br />

sociologo,<br />

umorista e antropologo della<br />

nostra società.<br />

I suoi lavori su carta sembrano<br />

magicamente tridimensionali, quasi<br />

fossero sculture in legno.<br />

Disegna, scannerizza, usa<br />

sapientemente Photoshop e alla<br />

fine ottiene un quadro digitale.<br />

Il file rimane nel suo archivio,<br />

ma il dipinto in questione, perché<br />

di dipinto si tratta, avrà una<br />

tiratura a tre esemplari, come<br />

accade per molti lavori<br />

fotografici


di Assia Karaguiozova<br />

Forme, prive di dettagli, che lasciano spazio all’immaginazione, luce che<br />

emerge dal contorno. Racconta Emanuele Kind a Torino con i suoi ‘Animali<br />

antichi’, curatela di Jean Blanchaert<br />

Emanuele Kind:<br />

"Avevo sei anni, feci il<br />

mio primo disegno a<br />

Colori su una lavagna.<br />

Diplomato all’Accademia<br />

di Belle Arti di Brera,<br />

Con 100 su 110: perché<br />

non avevo studiato.<br />

Sotto le maestranze del<br />

pittore cileno Rodrigo<br />

Vergara divento adesso<br />

indipendente."


di Assia Karaguiozova<br />

La potenza della gioventù, raccontata<br />

attraverso i volti puri di Kurt Ammann<br />

La fotografia che conduce alla<br />

riflessione<br />

A VENEZIA - ZATTERE - fino al 14<br />

Aprile, nell’incantevole Palazzo<br />

Trevisan degli Ulivi, presso il<br />

Consolato di Svizzera a Venezia<br />

La Mostra fotografica: KURT AMMANN:<br />

Youth - L’età dell’innocenza


di Assia Karaguiozova<br />

Ai Weiwei, La Commedia Umana<br />

<br />

Photo credit Daniele Peruzzi<br />

<br />

Courtesy of the Artist and Berengo Studio<br />

di Assia Karaguiozova<br />

Installazione in vetro, da togliere il fiato,<br />

perfettamente inserita nel contesto<br />

delle Terme di Diocleziano - Museo<br />

Nazionale Romano.<br />

Un forte e imponente urlo, che rompe<br />

gli schemi e va oltre ad ogni pregiudizio.<br />

L’arte come strappo dell’anima.<br />

Produzione di Berengo Studio,<br />

Fondazione Berengo, di Adriano<br />

Berengo


di Assia Karaguiozova<br />

Nei delicati toni della laguna una nuova luce per il<br />

classico goto veneziano. La tradizione rivive attraverso<br />

le trasparenze del vetro.<br />

L’arte a tavola di Maurizio Toso Borella (designer<br />

vetraio) per New Murano Gallery, lavorazioni presso<br />

l’Atelier Muranese.


STEFANO FRANCIA ENJOYART - POMODORO STUDIO ALWAYS<br />

presenrtano<br />

"Rhythm " & "Relaxing"<br />

di Julie Collins e Ciro Vinci<br />

UNA NUOVA COLLANA CHE TI AIUTA,<br />

NELL'ALLENAMENTO DEL TUO BALLO<br />

PREFERITO E A RILASSARTI CON LE NOTE<br />

DI JULIE COLLINS E CIRO VINCI.<br />

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Sono oltre 2 milioni gli spettatori che in Italia e in Europa hanno già<br />

vissuto le grandi emozioni di "Jesus Christ Superstar", il Musical di<br />

Massimo Romeo Piparo considerato un vero e proprio fenomeno<br />

internazionale, prodotto dalla PeepArrow Entertainment nella versione<br />

originale di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice, che a Pasqua dal palco<br />

del Sistina inizierà un nuovo, imperdibile tour italiano. Straordinario<br />

protagonista di un cast di incredibile talento sarà ancora una volta il<br />

carismatico Ted Neeley, il Gesù originale del celebre film di Norman<br />

Jewison del 1973, chiamato a dare volto, corpo e voce a un<br />

personaggio che rinnova un mito eterno, il cui messaggio di pace,<br />

spiritualità e dialogo è oggi più che mai necessario.<br />

La “resurrezione” di Cristo sul palcoscenico sarà emblema di rinascita,<br />

dopo la catastrofe umana e culturale lasciata dalla pandemia, e anche<br />

ora che si sta consumando l’ennesima, sanguinosa guerra.<br />

Tra le assolute novità del 2022, l'esordio di Frankie Hi-Nrg nel ruolo di<br />

Erode, per la prima volta in versione hip-hop. Precursore italiano del<br />

genere (è stato il primo italiano a pubblicare un brano hip-hop per una<br />

major nel 1992), Frankie Hi-Nrg vestirà infatti i panni di un<br />

personaggio che evoca tristemente la tremenda attualità di un<br />

“comandante” egoista e concentrato su se stesso al punto di<br />

trascurare il reale interesse del proprio popolo e del Regno che<br />

dovrebbe rappresentare.<br />

Nel suo essere veicolo di valori eterni e positivi, attraverso il racconto<br />

della passione di un uomo-simbolo capace di fare della spiritualità la<br />

sua bandiera rivoluzionaria, lo spettacolo non poteva non<br />

rappresentare anche l'immane tragedia a cui il mondo assiste ormai<br />

da settimane e offrire con il linguaggio universale dell'arte la propria<br />

vicinanza all'Ucraina. Scandendo il tempo della incalzante musica<br />

nella scena delle 39 frustate inferte a Gesù, saranno dunque<br />

proiettate le ormai mitiche 39 immagini di martiri contemporanei, con<br />

un “nuovo”, potente finale che sarà il grido di dolore del popolo<br />

ucraino.<br />

TO<br />

Con l’Orchestra dal vivo diretta dal Maestro Emanuele Friello e un<br />

cast di oltre 30 artisti, la storica edizione italiana firmata Piparo, in<br />

scena dal 1994, oltre Roma (Teatro Sistina dal 6 al 17 aprile) toccherà<br />

nel corso del 2022 molte città italiane: Firenze (Teatro Verdi dal 22 al<br />

24 aprile), Bari (Teatro Team dal 30 aprile al 1 maggio), Bassano del<br />

Grappa (Pala Bassano 2, 6 maggio) Genova (Politeama Genovese,<br />

dall’11 al 14 maggio), Torino (Teatro Colosseo dal 17 al 19 maggio),<br />

Reggio Emilia (Teatro Municipale Valli dal 27 al 29 maggio), Bologna<br />

(Teatro EuropAuditorium dal 31 maggio al 1 giugno), Parma (Teatro<br />

Regio dal 7 all’8 giugno).<br />

Con il suo imponente e spettacolare allestimento, lo spettacolo, in<br />

scena in lingua inglese, non solo celebra il talento ma rende onore<br />

all'Italia sui palcoscenici internazionali, dimostrando che il nostro<br />

Paese ha raggiunto ormai livelli competitivi in termini di qualità<br />

artistica e professionalità nel musical. Ne sono prova i sold out e le<br />

standing ovation a scena aperta che da anni accompagnano lo<br />

spettacolo, così come il prestigioso MusicalWorld Award, uno dei<br />

riconoscimenti internazionali più autorevoli nell'ambito del musical,<br />

che ha premiato il Jesus Christ Superstar prodotto dalla PeepArrow<br />

Entertainment di Massimo Romeo Piparo come migliore produzione<br />

internazionale in Olanda nel 2016.<br />

Jesus Christ Superstar è un musical che non<br />

conosce confini, capace di conquistare<br />

spettatori di tutte le età e di ogni nazionalità.<br />

12 anni consecutivi in cartellone nei Teatri<br />

italiani dal 1994 al 2006; più di 1.600<br />

rappresentazioni; oltre 2 milioni di spettatori<br />

in Italia e in Europa; oltre 190 artisti che si<br />

sono alternati nelle diverse edizioni. Tutto<br />

combinato in modo perfetto con la musica<br />

rock in stile anni '70. La tradizione del<br />

musical e una storia dai valori universali


Il racconto, sebbene incentrato su una storia e su argomenti drammatici, è dotato<br />

di forti elementi umoristici tipici della commedia romantica, insiti naturalmente<br />

nella vicenda e nei suoi personaggi. "Mancino Naturale" genera un’alternanza di<br />

dramma e ironia, tenuti insieme, in un’unica amalgama, da un’ambientazione e da<br />

un registro espressivo realistico. Questo consente di indagare e raccontare<br />

l’umanità e i drammi legati alla vicenda e ai personaggi, ma anche di sorridere, e<br />

ridere delle loro debolezze, dei loro tic, e delle situazioni paradossali ed eccessive<br />

che si vengono a creare di volta in volta. In questo senso il genere del film che<br />

immaginiamo è quello che viene oggi propriamente definito "commedia<br />

drammatica" o "dramedy". Un genere che per molti versi si rifà anche alla vecchia<br />

commedia all’italiana, dove proprio all’interno di drammi importanti si originava un<br />

tono umoristico: una mescolanza di dramma e commedia, che riflette la vita<br />

quotidiana di tutti i giorni. In Italia un bambino su cinque (nell’età tra i 5 e i 16<br />

anni) gioca a calcio nel circuito della FIGC, sperando di diventare il nuovo Totti o<br />

Del Piero. A volte, ancor più che i ragazzi, sono i genitori i più accaniti perseguitori<br />

dell'obiettivo, e pur animati dalle migliori intenzioni, capita che perdano di vista i<br />

limiti di intervento nelle vite dei figli o che cadano vittime di ciarlatani e<br />

approfittatori.<br />

In Paesi come l’Italia, dove al calcio è data molta attenzione, non è raro che un<br />

bambino che dimostra del talento venga spinto a mettere in primo piano la<br />

carriera calcistica e a sacrificare tutto il resto. La realtà è però diversa da quella<br />

che viene prospettata ai giovani calciatori, infatti solo uno su 5000 riuscirà a<br />

sfondare, gli altri 4999 rimarranno nell’anonimato. Il mondo del calcio giovanile<br />

diventa perciò una fabbrica di illusioni, costellato da personaggi la cui priorità non<br />

è sempre la tutela e la formazione dei bambini. Sedicenti procuratori e faccendieri<br />

senza scrupoli fanno leva sui sogni di gloria di bambini e famiglie per lucrare<br />

promettendo occasioni e opportunità che molto spesso non possono garantire.<br />

Mancino Naturale tocca sia temi umani universali (relazioni familiari, amore,<br />

senso di colpa, redenzione) che temi più specifici (passione per lo sport, calcio,<br />

difficoltà economiche), inseriti in un contesto realistico ed esplorati attraverso uno<br />

stile di narrazione drammatico alleggerito da un tocco di commedia. Il risultato è<br />

un prodotto sofisticato ma accessibile che si rivolge a un pubblico di tutte le età e<br />

estrazioni sociali. Il nucleo del film è la relazione madre-figlio di Isabella e Paolo.<br />

La storia parla della forza e la determinazione di una madre nel dare a suo figlio<br />

un futuro migliore, ma esplora anche le sue debolezze e gli errori che ha<br />

commesso in passato, rendendola un personaggio realistico e credibile in cui il<br />

pubblico si può identificare. Il film parla anche del mondo del calcio giovanile, un<br />

mondo fatto di sogni e opportunità ma con un lato oscuro. Con la costante<br />

crescita dell’industria dal calcio, questo tema sta acquisendo sempre più visibilità<br />

e popolarità: l’esempio più recente è il documentario “No hunger in Paradise”<br />

(2018), basato sul libro dell’autore premiato Micheal Calvin.<br />

MANCINO NATURALE<br />

di<br />

SALVATORE ALLOCCA<br />

con<br />

CLAUDIA GERINI<br />

FRANCESCO COLELLA<br />

MASSIMO RANIERI<br />

ALESSIO PERINELLI<br />

e<br />

KATIA RICCIARELLI<br />

<br />

Emma Film srl - Promenades Films sarls - Adler Entertainment in collaborazione con Rai Cinema


Dopo avervi presentato “Welcome Ballroom” anime sul mondo del ballo di<br />

coppia, ( poco reclamizzata su Amazion, ma di grande impatto), vi presentiamo<br />

in questo numero il primo adattamento anime in assoluto di un manga di George<br />

Asakura (in Italia noto per Piece of Cake edito da Goen). Dance Dance Danseur<br />

è incentrato su Junpei Murao, un adolescente che sin da bambino era<br />

affascinato dalla danza classica, ma nel suo secondo anno di scuola media, suo<br />

padre muore e lui decide di dover diventare più “maschile” per aiutare la famiglia,<br />

rinunciando così alle sue aspirazioni. Pur avendo ancora un devozione per la<br />

danza classica, Junpei si dedica all’arte marziale del Jeet Kune Do e diventa<br />

popolare nella sua classe. Però un giorno arriva Miyako Godai, una nuova<br />

studentessa figlia di una maestra di danza classica. Miyako si rende subito conto<br />

che Junpei ha un portamento da ballerino e non sapendo nulla del passato del<br />

suo compagno di classe lo invita nella scuola della madre per ballare con lei…<br />

Dance Dance Danseur debutterà l’8 aprile su Amazon…


Alessandro Preziosi<br />

protagonista della nuova<br />

commedia di Fausto Brizzi<br />

Bla Bla Baby


Alessandro Preziosi è Luca, uomo affascinante e perspicace, costretto a<br />

quarantacinque anni a lavorare all’interno di un asilo nido in una grande azienda,<br />

la Green Light, dopo una vita passata a inseguire il successo senza alcun<br />

risultato. Tra i suoi sogni c’è sicuramente Silvia (Matilde Gioli), splendida e<br />

giovane madre in carriera: ogni mattina i due si incontrano all’asilo, quando la<br />

donna lascia il piccolo Martino nelle mani di Luca e delle sue colleghe Celeste<br />

(Maria Di Biase) e Doriana (Chiara Noschese). I tre, ogni giorno, si trovano ad<br />

affrontare i piccoli dei dipendenti della Green Light, tra continui pianti, urla e<br />

l’impossibilità di instaurare un vero rapporto di comunicazione con i bambini,<br />

incapaci di parlare. O almeno così, fino al giorno in cui Luca, a casa dell’amico<br />

e scienziato Ivano (Massimo De Lorenzo), mangia un omogeneizzato alla<br />

platessa “contaminato” e appena ritirato dal commercio. Il giorno dopo, tornato<br />

all’asilo dopo una notte insonne, le voci incomprensibili dei bambini diventano<br />

per Luca parole di senso compiuto: con suo grande stupore, li sente parlare. Da<br />

qui, insieme ad Ivano, gli viene l’idea per una nuova App Bla Bla Baby, con cui<br />

diventare finalmente ricco usando il nuovo “dono” per i suoi scopi. Come provare<br />

ad entrare nelle grazie di Silvia, sebbene il piccolo Martino si dimostra più furbo<br />

della sua età ostacolando continuamente l’agguerrito quarantenne. Con il tempo<br />

però Luca impara a conoscere i pargoli dell’asilo, scoprendo casualmente il<br />

piano ordito da Mattia De Bortoli (Cristiano Caccamo), amministratore delegato<br />

della Green Light e amante di Silvia, per mandare in bancarotta l’azienda e<br />

scappare all’estero con diversi brevetti e idee, tra cui l’Ape Robot di Ivano. In<br />

balia dei suoi stessi sotterfugi, Luca sta per gettare la spugna, ma sono gli stessi<br />

bambini a dargli il coraggio di salvare l’azienda e conquistare finalmente il cuore<br />

di Silvia...<br />

BLA BLA BABY<br />

un film di<br />

FAUSTO BRIZZI<br />

prodotto da<br />

LUCA BARBARESCHI<br />

con ALESSANDRO PREZIOSI-MATILDE GIOLI-<br />

MASSIMO DE LORENZO - MARIA DI BIASE -<br />

CHIARA NOSCHESE<br />

CRISTIANO CACCAMO - NICOLAS VAPORIDIS -<br />

NINA TORRESI<br />

NICO DI RENZO - FABRIZIO NARDI


Lo spettacolo IL PRISMA: Viaggio tra storia e leggenda del<br />

capolavoro dei Pink Floyd “The Dark Side Of The Moon”, dove<br />

Sergio Muniz omaggia uno dei dischi più venduti di sempre.<br />

“Il Prisma” è uno spettacolo composito: l’attore Sergio Muniz<br />

racconta l’Opera in maniera suggestiva, esplicitandone i<br />

contenuti universali (la nascita, il tempo, il denaro,<br />

l’incomunicabilità, l’alienazione, l’ingiustizia sociale, la morte,<br />

la speranza), con la narrazione di temi, storie, aneddoti e delle<br />

curiose e fortunate casualità che hanno contribuito a<br />

modellare l’Opera stessa. Le parti narrate vengono seguite da<br />

accurate e fedeli esecuzioni dal vivo dei brani dell’album,<br />

grazie a otto musicisti, l’Experience Ensemble: Antonio Nasca -<br />

voce, Clara Trucchi – voce, Valentina Ciaffaglione - voce,<br />

Massimo Telli - tastiere, Andrea Di Pasqua – chitarre, Marco<br />

Tardioli - batteria e percussioni, Cesare Ceo – sax e lap steel,<br />

Stefano Nori - basso e cori.<br />

L’esecuzione di ogni brano è integrata da immagini e luci che<br />

ne aumentano l’impatto emotivo.<br />

Alla base del progetto, diretto da Stefano Nori e Massimo Telli,<br />

vi sono anni di ricerche bibliografiche e giornalistiche; uno<br />

studio attento della partitura, delle sonorità e delle soluzioni<br />

tecniche di allora (1973) e di oggi (2022) da riproporre in<br />

modo comparativo al pubblico con la consapevolezza che<br />

ancora oggi, dopo 49 anni dalla sua realizzazione, The Dark<br />

Side of the Moon rappresenti un’opera sublime e viva, che ha<br />

attraversato e coinvolto emotivamente generazioni e che non<br />

accenna minimamente a perdere la sua spinta emotiva. La<br />

scelta è quella di un approccio rispettoso sia della partitura che<br />

delle sonorità, riproponendo fedelmente l’Album nella sua<br />

versione originale. Per concludere: un magico “Prisma” grazie<br />

al quale ognuno può scegliere il colore con cui vedere il<br />

proprio “Lato Oscuro Della Luna”.<br />

“Il Prisma” farà tappa a:<br />

9 Aprile - Teatro Tognazzi , Velletri (RM)<br />

20 Maggio - Cineteatro Fanin, San Giovanni in Persiceto (BO)<br />

27 Maggio - Teatro Puccini, Firenze<br />

15 Luglio - Anfiteatro Romano, Terni<br />

21 Ottobre - Teatro Moderno, Grosseto<br />

11 novembre – Teatro 4 Mori- Livorno


Da quanti anni siete in coppia nel ballo e nella vita?<br />

Ci siamo conosciuti nel Gennaio del 1997 a Bornemouth Inghilterra allo UK Campionship dove è iniziata la<br />

nostra carriera insieme. Siamo diventati coppia anche nella vita il 7/7/1997 e ci siamo sposati nel Novembre<br />

del 2003 e siamo ancora insieme!!! Fai tu i conti di quanti anni sono!<br />

Hayden vostro figlio, balla pure ha scelto di fare altro?<br />

Hayden ha iniziato a ballare a 6 anni e ha fatto alcune gare, con vittorie e ottimi risultati in genere ma poi ha<br />

scelto circa 3 anni fa di fare tutt’altro. Ha scelto Hockey su ghiaccio e al momento è sotto contratto con le<br />

giovanili degli Ontario Reigns. Quando ha tempo (poco) fa ancora qualche lezione di danza come extra e<br />

come seconda passione, ma è totalmente coinvolto nell’Hockey 6 giorni a settimana.<br />

Come vi siete innamorati? Galeotto fu il ballo anche per voi….<br />

Qui la cosa si complica un pochino. Torno indietro nel lontano 1992 nella mia prima competizione a<br />

Blackpool. Mi ricordo che stavo guardando la categoria professionisti e non riuscivo a staccare gli occhi<br />

dalla coppia degli USA formata da Melissa Dexter and Rick Valenzuela, mi ricordo come fosse ora dire ai<br />

miei amici che il mio sogno nella danza era quello di riuscire, un giorno, a ballare con una dama come<br />

Melissa Dexter. Pochi anni dopo Espen Salberg mi chiese se volessi provare con lei. Una cosa simile è<br />

successa anche a Melissa. Stava guardando il campionato Italiano dove io stavo ballando e le è stato<br />

suggerito che sarebbe stata una bella idea ballare con me, pochi anni dopo…. e il resto è storia. Nei primi<br />

giorni di prova non potevamo neanche avvicinarci, ogni volta che entravamo in contatto erano letteralmente<br />

scintille. Scosse elettriche appena le mani si incontravano, è durata così per 3 giorni. Quando si dice<br />

elettricità nell’aria. Sapere che eravamo fatti uno per l’altra non è stato così difficile.<br />

Voi siete stati campioni italiani, danze latino americane, vice campioni di Showdance, finalisti europei<br />

e mondiali… Quanto vi è costato lasciare la pista da ballo?<br />

Penso si debba fare chiarezza sul fatto che quando uno lascia la pista lascia la gara, la competizione, ma<br />

non la Danza. Ci sono altri modi per esprimere la propria passione. Io e Melissa abbiamo coreografato<br />

anche per teatro e ballato in teatro, in film sia come coreografi che come ballerini. Le competizioni sono<br />

state solo una parte della nostra vita di ballerini. Melissa ha avuto una carriera anche come ballerina di<br />

danza classica etc… Lasciare le competizioni non è stato difficile, un giorno durante una competizione prima<br />

di entrare in pista ci siamo guardati e abbiamo capito che non avevamo più interesse a partecipare alle<br />

competizioni! L’amore per la danza è e sarà sempre dentro di noi, così come l’interesse nel migliorare e<br />

capire sempre di più tutto ciò che concerne la vita di un ballerino. Per quello che riguarda cosa spinge un<br />

atleta o ballerino a ritirarsi, pensiamo che sia una cosa decisamente personale. Per ciascuno di noi può<br />

essere diverso.<br />

Oggi siete insegnanti stimati e giudici internazionali… Quante volte rivedete nelle coppie che ballano<br />

la vostra vita?<br />

Entrambi abbiamo la tendenza ad andare sempre avanti e lasciare il passato dove si trova, alle spalle. Non<br />

abbiamo la tendenza ad identificarci con le persone con le quali lavoriamo o vediamo in pista, preferiamo<br />

aiutare ciascuno di loro a trovare la propria strada e personalità e a fare le proprie e uniche esperienze<br />

dentro e fuori dalla pista.


Secondo voi, come è cambiata la danza in questi<br />

anni?<br />

Come tutte le cose, anche la danza ha sviluppato alcune<br />

caratteristiche e ne ha mantenuto altre. Ci sono molte<br />

più federazioni e scuole di pensiero che hanno concetti<br />

di danza diversi e promuovono priorità diverse. Alcune<br />

sono forse più sull’artistico altre più sull’atletico. Alcune<br />

hanno sviluppato una struttura accademica più rigida,<br />

sia nel modo di giudicare che nella preparazione e<br />

crescita dei ballerini. Altre lasciano più libertà ai singoli<br />

atleti e insegnanti, o alle singole scuole su come<br />

sviluppare le varie carriere. Ci sono federazioni che<br />

fanno parte del IOC pertanto prettamente in ottica<br />

sportiva e altre che fanno danza come sport ma forse<br />

meno organizzate in tal senso. Il che non significa che<br />

non siano altrettanto valide sotto altri aspetti.<br />

Decisamente oggi rispetto a quando eravamo noi in<br />

pista ci sono molte più alternative, possibilità e<br />

soprattutto una quantità e accesso ad informazioni<br />

decisamente maggiori. Forse troppe. Unica differenza<br />

costante che noto ovunque oggi, è la tendenza ad<br />

acquisire una quantità di informazioni enorme, ma non<br />

uno sviluppo approfondito dell’informazione acquisita.<br />

Non viene dato tempo al ballerino o atleta, come lo si<br />

voglia chiamare, di maturare. Troppa fretta di vincere,<br />

senza preoccuparsi del come. Logicamente le risposte<br />

sono intese in senso generale. Ci sono sempre<br />

eccezioni! Ci sono molti più eventi a cui si può o si deve<br />

partecipare, lasciando meno tempo per curare dettagli e<br />

maturare. Dal punto di vista fisico decisamente, oggi<br />

sono più ……tutto!<br />

Da direttori artistici di una delle scuole di danza più<br />

importanti in Americana, quali differenze notate tra<br />

voi quando eravate allievi e i vostri allievi?<br />

Le differenze penso siano dovute a quanto detto sopra.<br />

Avevamo più tempo di capire, crescere, maturare,<br />

curare i dettagli. Imparare da discipline diverse dalla<br />

nostra per essere più completi. Non che ora non venga<br />

fatto ma da meno coppie rispetto a prima. Atleticamente<br />

oggi trovo i ballerini più preparati, hanno un supporto<br />

maggiore da molti punti di vista. Organizzazioni (club o<br />

federazioni) alle spalle, aiuti psicologici, facilità<br />

nell’accedere alle informazioni, luoghi dove allenarsi e<br />

molto altro. I costumi, l’alimentazione, i trucchi, le<br />

musiche e quanto altro di livello superiore.<br />

Melissa, come nasce una coreogorafia per uno<br />

show?<br />

Il fattore più importante è la mia ispirazione interiore. Mi<br />

approccio allo show come a una nuova vita e come nella<br />

vita ci sono differenti livelli di crescita, questo significa<br />

per un coreografo che l’ispirazione cambia con la<br />

crescita dello show. Ai primi stadi dello sviluppo la mia<br />

ispirazione può essere influenzata dalla musica, dai<br />

ballerini, dalle indicazioni del direttore, da qualcosa che<br />

succede nel mondo adesso o che è successo in<br />

passato. Questo accade indipendentemente dal fatto<br />

che la danza sarà per uno spettacolo o per una<br />

competizione.


Giacomo, qual è lo stato attuale della danza. Arte<br />

o Politica?<br />

La politica è ovunque e c’è sempre stata, non saprei<br />

neanche se chiamarla politica o semplicemente<br />

comportamento sociale di un cosmo a sé stante. La<br />

cosa che si nota oggi è che tutti ne parlano o credono<br />

di applicarla, ballerini di ogni età, livello, stile etc…<br />

Prima era solo, forse, riservata ai livelli più alti e fatta<br />

o controllata da poche persone. Il fatto che ci siano<br />

così tante federazioni lo trovo deleterio. La divisione<br />

non porta mai, a lungo termine, a niente di buono.Una<br />

volta un campione del mondo aveva un titolo con<br />

valore, in quanto quasi tutti, e decisamente i migliori,<br />

partecipavano a quel singolo evento, Il campione era<br />

uno. Oggi ogni federazione ha un campione ed al<br />

momento sono tanti. Personalmente penso siano<br />

troppi. I big pensano al proprio interesse? Alcuni ma<br />

non tutti, come è sempre stato. Oggi come in tutti gli<br />

sport o attività la quantità di denaro, persone,<br />

interesse è maggiore e questo porta a dover gestire le<br />

cose in modo diverso. C’è bisogno di strutture e<br />

sistemi più organizzati. E un sistema all’inizio è<br />

nell’interesse di ciò’ per cui viene creato, ma con il<br />

tempo la priorità è la vita e il funzionamento del<br />

sistema stesso, e ciò ne cambia le priorità. Esempio di<br />

alcune federazioni dove i ballerini all’inizio sono la<br />

priorità ma poi diventano secondari in quanto le<br />

priorità con il tempo cambiano.<br />

In America, nomi diversi ma stesse situazioni. Tutto il<br />

mondo è paese.<br />

Avete mai pensato di tornare a lavorare in Italia?<br />

Giacomo torna spesso in Italia per lavoro, circa 4 o 5<br />

volte l’anno. I suoi genitori vivono ancora in Italia<br />

pertanto li va a trovare spesso. Melissa solo ogni<br />

tanto. Hayden è indipendente ma non abbastanza da<br />

lasciarlo solo troppo a lungo.<br />

Cosa c’è nel futuro di Giacomo e Melissa?<br />

Nel nostro futuro ci sono ancora tante idee e progetti<br />

da portare a termine. Alcuni già a buon punto di<br />

sviluppo, riguardanti benessere e spiritualità. Altri<br />

ancora in fase di progettazione. La danza ovviamente<br />

sempre una delle nostre passioni, ci tiene sempre<br />

impegnati e attivi. Un’idea che entrambi coltiviamo è<br />

quella di tornare a vivere in Italia, ma il quando e il<br />

dove non sono ancora chiari. Ci sono altre cose da<br />

realizzare prima.


Michela Cagnin


Presentati come fossi ad una audizione.<br />

Mi chiamo Michela Cagnin, sono nata a Roma e lavoro come ballerina allo State Opera di<br />

Stara Zagora, Bulgaria, dall’anno 2018/2019.<br />

Non ho mai davvero pensato alla danza come una professione, quando ero piccola non<br />

sapevo cosa avrei fatto da grande, ci sono sempre state tante cose che avrei voluto fare<br />

per tutta la vita, ma poi si cresce e il nostro percorso personale ci porta a scegliere una via,<br />

la mia è stata la danza, ma non solo.<br />

Come hai iniziato a danzare?<br />

Ho iniziato il mio percorso nel mondo della danza all'età di soli tre anni, i miei genitori mi<br />

portarono a vedere una lezione di classico nella scuola di danza che si trovava di fronte a<br />

dove lavorava mia madre. Ero ancora troppo piccola per partecipare ai corsi, non c’erano<br />

lezioni di giocodanza, quindi la maestra disse ai miei che avrei solo assistito alla classe e<br />

che magari, fra qualche anno, avrei potuto prendere parte ai corsi. Con sorpresa di tutti alla<br />

fine della lezione la maestra Giorgia disse ai miei genitori che avrei potuto tranquillamente<br />

partecipare alle lezioni dal giorno successivo, seguivo molto e l’unico ostacolo sarebbe<br />

stato trovare una sbarra più bassa per me. Così ho iniziato a seguire i corsi di classico, mi<br />

sono poi affacciata alla danza moderna a circa otto anni. Sin da subito le mie insegnanti<br />

dissero ai miei genitori che avrei dovuto seguire le lezioni ogni giorno, con il mio corso e<br />

con quello avanzato. Quando la mia prima scuola di danza chiuse per trasferirsi in un’altra<br />

struttura i miei decisero di cercare una scuola di danza che avesse dei corsi più<br />

professionali. Seguendo le indicazioni dei miei insegnanti. Feci l’audizione alla scuola<br />

“Maison de la Danse” sotto la direzione del maestro Denis Ganio e rimasi nei corsi per un<br />

anno. La maestra del mio corso, dopo avermi vista un paio di volte a lezione, parlò con i<br />

miei genitori per la prima volta della scuola del Teatro dell’Opera di Roma, proponendo loro<br />

di prepararmi per le audizioni ai primi corsi.<br />

Come hai vissuto questa evoluzione di eventi?<br />

Non mi resi davvero conto del mondo nel quale mi stavo addentrando fin quando non iniziai<br />

i corsi, tutti i giorni, sabato compreso. Per una bambina di nove anni era difficile dover dire<br />

di no alle uscite con le amiche o alle gite per dover seguire i corsi di danza. All’inizio non<br />

capivo perché fosse così importante andare tutti i giorni in sala, in quel momento fu molto<br />

importante mia madre che mi fece tenere duro fino alla fine del primo anno. Da lì in poi la<br />

mia visione della danza cambiò, studiavo per diventare una ballerina professionista. Fu<br />

molto difficile come percorso, non si piace mai a tutti gli insegnanti, molto di quello che ho<br />

imparato in quella scuola lo devo sia agli insegnanti che non credevano in me e sia a quelli<br />

che invece hanno sempre saputo che, con i miei tempi, ce l’avrei fatta anche io.<br />

Il più grande insegnamento ricevuto?<br />

Dopo sei anni di scuola fui bocciata, non so dire se sia stato un bene o un male, avevo<br />

perso un po’ la motivazione, e quella porta che mi si chiuse in faccia, in realtà mi diede la<br />

possibilità di guardare indietro, al percorso fatto fino a quel momento e alle possibilità che<br />

ancora avevo di fronte a me. Spesso chi entra in scuole così prestigiose pensa che essere<br />

bocciati sia la fine, che se si esce di lì senza un diploma, tutti quegli anni sono stati<br />

sprecati. A me quella bocciatura è servita per farmi capire che questa volta non bastavano<br />

le doti fisiche per continuare a ballare, ma dovevo sudare ogni singola lezione di danza da<br />

lì in poi. È stato un percorso molto difficile, ma porto con me molti bei ricordi e tante<br />

persone che sono ancora oggi molto importanti nella mia vita. Dopo la bocciatura a sedici<br />

anni, iniziai a seguire delle lezioni private con i miei insegnanti Augusto Paganini ed<br />

Elisabetta Intini, a loro devo moltissimo, sono riusciti con la loro passione per la danza e i<br />

loro insegnamenti a trasformarmi da bambina a donna. Dopo un anno di lezioni decisi di<br />

fare l’audizione per la scuola del Balletto di Roma per poter studiare sia classico che danza<br />

contemporanea e confrontarmi di nuovo con altri ragazzi. Anche lì, ogni insegnate è stato<br />

fondamentale per farmi guardare la danza con occhi diversi, dal primo all’ultimo, anche nel<br />

momento più buio della mia vita, quando ho perso mia madre. Nessuno di loro ha smesso<br />

di trattarmi come qualsiasi altro allievo, insegnandomi che lo spettacolo continua davvero,<br />

che la vita non si ferma, che dobbiamo ringraziare per ogni minuto in cui possiamo fare<br />

quello che vogliamo davvero. Dopo due anni di corsi ho conseguito il diploma ed è iniziata<br />

la ricerca del lavoro.


E come è andata?<br />

ro<br />

È stato molto difficile trovare un posto di lavoro, ci sono sempre più ballerini e sempre<br />

meno teatri. Ho fatto diverse audizioni in Italia, ma non ho mai davvero avuto voglia di<br />

rimanere ancorata alle mie radici, forse tutto quello che avevo passato negli anni<br />

precedenti mi aveva fatto capire che avrei dovuto sfruttare l’opportunità di poter lavorare<br />

fuori, o forse cercavo solo di scappare dalla mia vecchia vita che in quel momento mi<br />

stava stretta. Dopo due anni di ricerca, pensai di smettere di ballare, nessuna audizione<br />

era andata bene e pensai di non essere abbastanza preparata tecnicamente per<br />

nessuna compagnia, poi il mio migliore amico, Manuel, mi disse che Diana Ferrara, per<br />

la quale lui lavorava da un anno, cercava una ballerina che in dieci giorni sostituisse la<br />

protagonista dello spettacolo “Il Flauto Magico” che si sarebbe tenuto in due date a<br />

Roma al Teatro Greco. Fu un lavoro estremamente stressante, le coreografie di Paolo<br />

Arcangeli erano molto diverse rispetto a quello che avevo fatto fino a quel momento, ma<br />

alla fine riuscii ad andare in scena e a godermi quel momento così magico. Dopo due<br />

anni di lavoro con la compagnia Astra Roma Ballet, sono entrata nell’attuale teatro dove<br />

lavoro da tre anni e mezzo. Non ero sicura di voler stare in un teatro d’opera dove si<br />

lavorasse il repertorio, soprattutto venendo da una compagnia di<br />

neoclassico/contemporaneo, fino a quando non sono salita sul palcoscenico con il Lago<br />

dei Cigni. So che può sembrare il tipico cliché, la ballerina che si innamora della danza<br />

con il Lago dei Cigni, ma quello fu davvero il mio primo spettacolo di repertorio, ricordo<br />

perfettamente come fosse oggi quello che pensai mentre ero in scena, davanti a quella<br />

platea piena, tremante per l’adrenalina e la stanchezza dei tre atti appena passati, dissi<br />

a me stessa ‘questo è quello che voglio fare da oggi in poi’ e da quel giorno c’è stato<br />

solo sudore, fatica, lacrime e tante soddisfazioni.<br />

Come vedi il tuo futuro?<br />

Nel futuro spero di ballare ancora, non sono mai stata soddisfatta di fare una sola cosa,<br />

la vita mi ha insegnato che non bisogna mai accontentarsi finché c’è aria nei polmoni e<br />

un tetto sulla testa.<br />

Quali sono le passioni che riesci a unire alla danza?<br />

C’era una promessa che avevo fatto molti anni fa a mia madre, avrei studiato<br />

all’università, solo che la mia prima scelta non fu quella giusta, Beni Culturali non era la<br />

mia strada, così decisi di iscrivermi all’università solo dopo aver ottenuto il primo<br />

contratto in un teatro. La scelta di studiare Psicologia è stata molto semplice e naturale,<br />

ero nella mia camera a Roma e guardavo i libri che avevo collezionato negli anni<br />

passati. Ero sempre stata convinta di essere una persona che leggeva molti libri fantasy,<br />

quando mi sono resa conto che su duecento volumi, almeno centoventi erano di<br />

psicologia o materie umanistiche. Sono sempre stata un’aspirante psicologa, ma la<br />

danza non mi ha mai lasciato un momento di respiro, non mi sono mai resa conto di<br />

avere anche un altro talento fino a che non ho iniziato a studiare. Spero davvero che una<br />

volta finita la carriera di ballerina, il mio nuovo inizio sia in uno studio privato, o in un<br />

ospedale o chissà magari in un tribunale, ma so che voglio aiutare le persone, voglio che<br />

ognuno abbia la possibilità di essere davvero felice, voglio sfruttare le mie capacità per<br />

permettere alle persone che soffrono di vivere con dignità e di essere curate come<br />

meritano, c’è ancora troppo scetticismo nei confronti delle cure psicologiche, il cervello è<br />

un organo che va curato nel modo adeguato, sempre.<br />

Quali consigli potresti dare alle giovani ballerine?<br />

Alle giovani donne che sono lì fuori e vogliono intraprendere la carriera di ballerine voglio<br />

solo dire di ricordarsi sempre da dove sono partite, guardarsi dietro fa sempre bene,<br />

ognuna di noi ha il diritto di essere felice, qualunque professione si scelga. Spesso<br />

mollare sembra la via più semplice, a volte è quella giusta, non importa il tempo passato<br />

in sala, le delusioni, le lacrime, le occasioni perse, fin che fate ciò che vi rende felici non<br />

è stato tempo perso. Vedo troppe ragazze dannarsi e perdere il focus vero della danza,<br />

regalare emozioni, e so che non è facile nel mondo del lavoro, ma non è mai troppo tardi<br />

per provarci. Ricordate di essere artisti e di coltivare sempre tutte le vostre passioni, non<br />

siate ciechi alla vita e alle opportunità che vi riserba.<br />

Ph. Monica Irma Ricci - www.monicairmaricci.it - www.istagram.com/i.r.m.a19<br />

Mua. Mauri Menga - www.istagram.com/maurimenga<br />

Studio. Linea B - Studio b49 - www.istagram.com/linea_b_


Mirko<br />

Luigi<br />

Giannini<br />

Ph. Monica Irma Ricci


Ph. Monica Irma Ricci<br />

Ph. Monica Irma Ricci<br />

Mirko Luigi Giannini, è nato a Napoli nell’aprile del 1999. Ha<br />

vissuto sempre in un piccolo paese, Castel Volturno in provincia<br />

di Caserta, e negli ultimi tre anni si è trasferito a Roma per<br />

studio. Ha sempre avuto la voglia di ballare, <br />

dichiara Mirko.<br />

Alle età di 8 anni, Mirko entra per la prima volta dentro una<br />

scuola “Profilo Danza” di Gloria Palazzo, dove studia fino alla<br />

maggiore età. In seguito frequenta il corso di perfezionamento<br />

professionale (CPP) dell’associazione Italiana Danzatori presso<br />

Molinari Art Center di Roma, istituito da oltre 10 anni per<br />

formare ballerini con corsi di alta formazione riconosciuti dal<br />

Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Turismo, grazie<br />

all’assegnazione di una borsa di studio. Negli ultimi anni ha<br />

avuto molte soddisfazioni, grazie ad una crescita personale e<br />

fisica, a causa della pandemia le difficoltà non sono mancate, i<br />

vari lockdown hanno inciso molto sull'allenamento, perdendo<br />

così alcuni risultati che aveva ottenuto per poi ricominciare da<br />

capo. Ma nonostante tutto Mirko non ha mai mollato, grazie alla<br />

passione che ha per la danza! Ultimamente ha partecipato ad<br />

alcuni spettacoli della "The Movement Company" e ha fatto<br />

parte del corpo di ballo del "Christmas World Italy" che si è<br />

tenuto lo scorso dicembre all'Auditorium Parco della Musica.<br />

Per il futuro ci sono alcuni progetti in fase di costruzione con la<br />

"Compagnia Nazionale del Balletto" del maestro Giacomo<br />

Molinari.<br />

Mirko Luigi Giannini - www.istagram.com/mirkoluigigiannini<br />

Ph. Monica Irma Ricci - www.istagram.com/i.r.m.a19<br />

Studio: Linea B - B49 - www.istagram.com/linea_b_<br />

Vittoria Tagliapietra www.istagram.com/_vittoriatagliapietra_<br />

Kamil Pawel Jasinshi www.istagram.com/kamilpaweljasinki<br />

Mirko Luigi Giannini<br />

Kamil Pawel Jasinshi<br />

Ph. Monica Irma Ricci<br />

Mirko Luigi Giannini<br />

Kamil Pawel Jasinshi<br />

Ph. Monica Irma Ricci<br />

Mirko Luigi Giannini<br />

Vittoria Tagliapietra e<br />

Kamil Pawel Jasinshi<br />

Ph. Monica Irma Ricci


ALICE IN WONDERLAND<br />

<br />

AL TEATRO ARCIMBOLDI MILANO<br />

DA VENERDÌ 8 A DOMENICA 10 <strong>APRILE</strong>


“Alice in Wonderland”, tratto da “Alice nel paese delle<br />

meraviglie” di Lewis Carroll del 1865 e rielaborato<br />

nell'impianto estetico dal Circus-Theatre Elysium di Kiev, è<br />

uno spettacolo per un pubblico di tutte le età, capace di<br />

raccontare l’onirico intrecciando molte discipline: teatro<br />

acrobatico, recitazione, danza, ginnastica acrobatica e arti<br />

circensi. Alice, il Cappellaio Matto, il Coniglio, il Gatto del<br />

Cheshire e la Regina Nera appariranno nella loro<br />

interpretazione circense, sullo sfondo di straordinarie scene<br />

3D, grazie ai giovanissimi acrobati-danzatori della compagnia.<br />

La storia di Alice si arricchisce nella linea dell’amore - la<br />

ragazza si innamora del Principe Azzurro ed entrambi gli eroi<br />

devono superare ostacoli inimmaginabili. Una favola<br />

romantica e strabiliante che saprà conquistare il pubblico del<br />

TAM. CIRCUS-THEATRE ELYSIUM è la nuova arte<br />

circense, luminosa ed elegante, nella quale le abilità fisiche<br />

e espressive degli artisti si fondono con le più sofisticate<br />

soluzioni scenotecniche. Fondato nel 2012, il CIRCUS-<br />

THEATRE ELYSIUM è un circo collettivo che accoglie i più<br />

esperti acrobati, ballerini e clown. Ha iniziato con pochi numeri<br />

inseriti nello spettacolo Fairytale Show. Dopo il sold-out in<br />

Francia, lo spettacolo si è trasformato in ALICE IN<br />

WONDERLAND. È stato cosi applaudito in Ucraina e in<br />

Russia, in Bielorussia e in Francia fino in Cina.<br />

Il progetto è fondato da un gruppo di creativi della capitale<br />

ucraina tra i quali Maria Remneva, direttrice del Circo<br />

Nazionale dell’Ucraina e vincitrice di molteplici premi tra cui<br />

tre medaglie d’oro e della competizione internazionale degli<br />

artisti circensi a Parigi, Yuliia Sacharova, nota coreografa<br />

ucraina insieme al direttore artistico Oleksandr Sacharov.<br />

Show Bees ha aderito a una rete di solidarietà di alcuni<br />

teatri italiani grazie alla quale gli artisti ucraini del Circus-<br />

Theatre Elysium di Kiev potranno restare al sicuro in Italia<br />

proseguendo la tournée iniziata in Italia l’8 febbraio prima<br />

dell’inizio del conflitto.


Vi siete mai chiesti come è la quotidianità di una<br />

persona che vive di arte?<br />

Quando ero piccola era una curiosità che provavo a<br />

soddisfare con l’immaginazione, ora invece ci vivo<br />

dentro visto che mi sono sposata un<br />

chitarrista/compositore poliedrico che vive<br />

costantemente immerso nella musica e che, proprio<br />

pochi giorni fa, ha pubblicato il suo nono album<br />

intitolato “My Standars”, un lavoro musicale che ho<br />

visto nascere e del quale conosco ogni attimo<br />

creativo, o almeno quello manifesto, perché ciò che<br />

avviene dentro l’animo dell’artista, solo lui può<br />

cercare di raccontarcelo. È per questa ragione che<br />

ho deciso di intervistare il chitarrista/compositore<br />

Francesco Mascio, che oltre ad essere un fantastico<br />

musicista è anche mio marito. Non vi aspettate però<br />

la solita intervista, perché mentre io cercavo di<br />

buttarla sull’ironia, Francesco professionale e serio<br />

mi rispondeva come se fossi Lilli Gruber. Comunque<br />

noi ci siamo molto divertiti a farla e spero che<br />

questa allegria pervada anche voi, buona lettura.<br />

Backstage di un Artista.<br />

Incontro con Francesco Mascio<br />

Dopo mesi di nottate insonni seduto al tavolo<br />

della cucina suonando incessantemente la<br />

chitarra per trovare accordi e accordature a te<br />

più congeniali, finalmente il 21 Marzo è uscito il<br />

tuo nuovo Album intitolato “My Standars”, quale<br />

è stata la tua prima sensazione nel vedere<br />

pubblicato questo nuovo lavoro discografico?<br />

Sinceramente non so rispondere, ma la sensazione che più si<br />

avvicina è quella del rilassamento. Dopo questo lungo periodo di<br />

circa due anni in cui è stato difficile vedersi per fare anche solo<br />

delle prove in studio, sapere che finalmente questo lavoro<br />

discografico è stato portato a termine e pubblicato mi fa stare<br />

bene, soprattutto perché la mia vena compositiva non si è affatto<br />

bloccata con la pandemia e stavo accumulando tantissima musica.<br />

In questo Album infatti, ci sono anche brani che ho composto oltre<br />

dieci anni fa e che ancora non avevano trovato la giusta<br />

collocazione e saperli sistemati e pubblicati mi dà una sensazione<br />

di sollievo, come se li avessi messi in cassaforte.<br />

Da dove prendi l’ispirazione e soprattutto come fai a<br />

concentrarti in maniera corretta e precisa, visto che viviamo in<br />

un piccolo appartamento di 50 mq in tre e che tra libri,<br />

giocattoli e chitarre lo spazio vitale sarà più o meno la metà?<br />

L’ispirazione musicale mi arriva da qualsiasi cosa, a volte da<br />

elementi prettamente musicali come la musica tradizionale di altri<br />

popoli,altre volte da un’emozione che può essere scaturita da una<br />

semplice routine di vita familiare, dalla lettura di un libro o<br />

semplicemente osservando la natura. Per quanto riguarda invece<br />

la concentrazione, negli anni ho imparato a chiudermi in una sorta<br />

di bolla, poi credo però che aiutano anche la pazienza, la<br />

tolleranza e la meditazione che pratico regolarmente.<br />

Come in ogni lavoro musicale anche su questo Album ci sono<br />

degli aneddoti, vuoi raccontarne qualcuno?<br />

Forse la particolarità di questo Album sta nel fatto che è stato realizzato<br />

con un ensemble di professionisti che sono anche amici e quindi sia<br />

durante le prove che durante le pause scherzavamo e ridevamo molto.


Su “Soul of New York”, che è un brano di improvvisazione radicale con un approccio irruento e vene free, ricordo<br />

che il fonico rimase un pochino frastornato, ma io ero sicuro che invece sarebbe stato uno dei brani più<br />

interessanti dell’album. A distanza di tempo dopo il mixaggio, anche il fonico è stato di quest’avviso, il ripensare<br />

alla sua espressionedi quel giorno mi fa sorridere ancora.<br />

Qual è il brano di questo album al quale sei più legato e perché?<br />

Il brano di questo album a cui sono più legato è “Notes from the Heart” che è il brano di chiusura realizzato in solo<br />

con la chitarra. È particolare perché è un brano di rottura rispetto agli altri, ha delle influenze folk e classiche e si<br />

discosta dal resto del lavoro che ha un taglio invece jazzistico. Ci sono legato perché secondo me esprime molto il<br />

mio lato emotivo. È un brano che durante questo periodo di stasi lavorativa mi suonavo spesso, e poi mi sono<br />

convinto che potesse essere il brano giusto per chiudere questo disco. Sono note che mi sono uscite dal cuore,<br />

perché l’amore è ciò che fa “muovere il sole e le altre stelle” e in questo caso invece ha fatto muovere le mie mani<br />

per comporre questa musica.<br />

Ci racconti come è nata la Front Cover di questo Album?<br />

Succede spesso che un artista abbia bisogno di foto, così ho chiesto a una mia carissima amica<br />

Simona Mililli, che è una grande appassionata di fotografia e una brava fotografa, di farmi qualche scatto<br />

particolare. Mi ha proposto di recarci in un luogo dove ci sono tutt’ora dei murales per fare alcuni scatti e così una<br />

mattina siamo andati armati di buone intenzioni. Dopo una serie di scatti tutti molto belli e particolari è uscita<br />

questa foto che mi è così tanto piaciuta da indicarla al produttore come immagine per la Front Cover dell’album.<br />

Dopo il lavoro di grafica per inserire le scritte e altro, posso dire che mi piace davvero tanto perchè mi trasmette<br />

una sensazione di armonia, di originalità e anche di contrasto. Una Front Cover perfetta per questo Album.<br />

Conosco i musicisti che hanno registrato con te e sono persone simpaticissime, come sei arrivato a capire<br />

che loro erano quelli giusti?<br />

È da qualche anno che collaboro con questi musicisti e il motivo principale, oltre alla loro professionalità e alle loro<br />

caratteristiche di apertura su vari generi e stili musicali, è il loro lato umano. Sono dell’avviso che quando si va in<br />

studio bisogna andarci con lo spirito giusto, ci deve essere uno scambio e una stima reciproca e questo permette<br />

di dare un valore aggiunto alla musica che deve trasmettere a chi l’ascolta una sensazione di benessere, ma ciò<br />

può accadere solo se questa sensazione si vive prima in studio.<br />

Spesso abbiamo discusso sul fatto che nessuno riuscisse a catalogare la tua musica in maniera corretta,<br />

forse il termine che si avvicina di più è Jazz Crossover ma ora che puoi esprimerti liberamente come la<br />

definiresti la tua musica?<br />

Come sai odio le etichette e le classificazioni, anche se capisco che alcune volte sono necessarie. La mia musica<br />

mi viene da classificarla come universale, perché è sempre diversa e si ispira al momento che sto vivendo. Se per<br />

esempio sto approfondendo la musica Africana, ovviamente nelle mie composizioni ci sarà quella sfumatura che fa<br />

pensare all’Africa e così via, è una musica libera dal punto di vista compositivo, timbrico ed espressivo con la<br />

quale io cerco di trasmettere un messaggio innovativo. Sicuramente la parola crossover può essere associata alla<br />

mia musica perché crea dei ponti fra stili musicali e non, nella musica si possono unire tutti, continenti, popoli e<br />

nazioni perché la musica è Universale


TuttoBallo<br />

Convinci le persone ad ascoltare e acquistare la tua musica.<br />

Questo è un disco realizzato accordando gli strumenti alla frequenza 432 Hz chiamata anche<br />

Love Frequency, con un altissimo livello tecnologico perché è stato registrato e mixato al Nightingale Studios che è<br />

famoso per la sua alta professionalità, suonato da musicisti bravissimi, professionali e simpaticissimi, masterizzato<br />

da un Audio Master mondiale Bob Katz, che ha vinto ben tre Grammy Award ed è il più acclamato tra gli audiofili,<br />

ha delle liner notes di un grandissimo chitarrista come Umberto Fiorentino, prodotto dalla Birdbox Records che è<br />

una casa discografica fantastica, la Front Cover è davvero bella e dentro ci sono dieci brani tutti da scoprire, in più<br />

è stato seguito dalla bravissima Social Media Manager Valentina Villa. Noi l’abbiamo realizzato al massimo delle<br />

nostre possibilità ora ovviamente tocca a voi ad acquistarlo e a godere delle nostre fatiche.<br />

Ultima domanda: Lancia un messaggio a chi ci legge.<br />

Il messaggio che vorrei dare è quello di scegliere musica che possa essere identificata come arte, so che non è<br />

facile da comprendere questo concetto ma vi aiuto ripetendo una frase che viene attribuita a San Francesco: Chi<br />

lavora con le mani è un operaio, chi lavora con le mani e la testa è un artigiano, chi lavora con le mani, la testa e il<br />

cuore è un artista." Quindi è importante riconoscere quando un artista usa il cuore in ciò che fa e quando invece il<br />

lavoro ha solo una valenza commerciale.<br />

Nel Disco “My Standards” hanno suonato:<br />

Francesco Mascio - Electric & Classic Guitar<br />

Esharef Alì Mhagag - voice<br />

Alberto La Neve - Sax<br />

Paolo Mazziotti - bass<br />

Nicola Scagliozzi - Double Bass<br />

Domenico Benvenuto - Drums<br />

Si ringraziano i grilli e le cicale che hanno fatto da perfetta colonna sonora alle giornate di registrazione. Buona<br />

musica a tutti ...<br />

Informazioni: L’Album “My Standards” potete trovarlo su tutte le piattaforme digitali<br />

Clikkando qui puoi ascoltare l’album sulle diverse piattaforme : https://orcd.co/mystandards_francescomascio?<br />

fbclid=IwAR34W9OPI91HHxmWnkvVSpjSAolJkuFI3JA_3wDrLCDm6jmHX89RjOY3uUI<br />

Puoi seguire Francesco Mascio su Instagram: https://www.instagram.com/francesco_mascio/<br />

Su Facebook https://www.facebook.com/FrancescoMascioArtist/<br />

Su YouTube https://www.youtube.com/francescomascio<br />

Su Twitter https://twitter.com/francescomasc10<br />

Potete curiosare sul sito di Francesco Mascio clikkando qui : https://www.francescomascio.com/<br />

Potete avere info su Bob Katz leggendo qui https://en.wikipedia.org/wiki/Bob_Katz<br />

Questo invece è il sito della casa discografica: https://www.birdboxrecords.com/it/


NO FILTER IL NUOVO ALBUM DI<br />

KARIMA<br />

No Filter è il nuovo lavoro di Karima che con il suo quartetto propone un progetto ‘senza filtri’ dove la sua musica,<br />

contaminazione di jazz e pop, si presenta in una rinnovata versione acustica, intima e ancor più espressiva. No Filter è<br />

anche il titolo del suo ultimo album, prodotto da Aldo Mercurio per Parco della Musica Records e Jando Music, con gli<br />

arrangiamenti di Piero Frassi. Karima affronta con con un’interpretazione personale e autentica una magnifica selezione di<br />

intramontabili successi: “Dal primo incontro con i miei compagni di lavoro abbiamo sentito l’esigenza di creare un<br />

nuovo progetto lontano dalle mie precedenti esperienze musicali, che mi desse nuovi stimoli”. L’elaborazione è<br />

stata complessa, ma al tempo stesso spontanea e immediata: “In due giorni abbiamo inciso tutto”, racconta Karima,<br />

“abbiamo scelto di fare al massimo due registrazioni per ogni pezzo, così da conservare le migliori emozioni che<br />

si trasmettono sempre nelle prime volte”. “Cercavo un suono che mi identificasse e abbiamo scelto di utilizzare<br />

solo strumenti acustici”. In concerto, come in sala di registrazione, Karima si avvale di persone speciali, amici e grandi<br />

musicisti: Gabriele Evangelista al contrabbasso, Bernardo Guerra alla batteria e Piero Frassi che, con la sua penna e la<br />

lunga collaborazione con Karima, è riuscito a vestire la sua voce con le sorprendenti Walk on the Wild Side, Tears in<br />

Heaven, Come Together e Man in the Mirror. Nella vocalità di Karima convivono e si esprimono i colori del soul, del blues<br />

e perfino del gospel. Da Livorno, sua città natale, eredita la permeabilità alle contaminazioni. Fin da bambina, sostenuta<br />

dal suo talento, si avvicina alla musica partecipando prima a Bravo Bravissimo e poi a Domenica In. Nell’ottobre del 2006<br />

entra nel programma Amici di Maria De Filippi. Si classifica al terzo posto e vince il premio della critica, decretato<br />

all’unanimità dalla giuria tecnica, che la ritiene la nuova voce più interessante del panorama musicale italiano. Nello stesso<br />

anno Karima sigla il suo primo contratto discografico con Sony Bmg e incide il suo primo album. Nonostante la giovane<br />

età, Karima ha già una lunga e variegata esperienza artistica, tra cui spicca il Festival di Sanremo nel 2009 e soprattutto la<br />

collaborazione con Burt Bacharach. Ha inoltre aperto i concerti di Whitney Houston e di John Legend. Ha collaborato con<br />

Dado Moroni, Riccardo FIoravanti e con Stefano Bagnoli.


STEFANO FRANCIA ENJOYART - POMODORO STUDIO ALWAYS<br />

presenrtano<br />

"Rhythm " & "Relaxing"<br />

di Julie Collins e Ciro Vinci<br />

UNA NUOVA COLLANA CHE TI AIUTA,<br />

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PREFERITO E A RILASSARTI CON LE NOTE<br />

DI JULIE COLLINS E CIRO VINCI.<br />

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ENRICO RUGGERI<br />

racconta<br />

“LA RIVOLUZIONE”<br />

www.instagram.com/p/CaZOmnjg2pD/?utm_medium=copy_link.


Ho passato la vita a fare 1 album all’anno e poi a un certo<br />

punto ho saltato 3 anni. Questo disco quindi arriva dopo un<br />

lungo periodo di lavoro e programmazione, per me è come se<br />

fosse un best of, in cui ho raccolto le canzoni più belle che ho<br />

scritto in questi ultimi anni.<br />

È un album che mi è costato tanto lavoro, tanti giorni passati<br />

con gli amici in studio, da Fortu Sacka a Sergio Bianchi (già<br />

mio ingegnere del suono in anni precedenti). Sono stati<br />

fondamentali anche la creatività della band, Marco Montanari,<br />

arrivato in corsa, e Massimo Bigi, che firma con me alcune<br />

canzoni alle quali ci siamo approcciati in maniera diversa,<br />

partendo da un suo spunto e elaborandolo.<br />

Ho pensato a lungo alla copertina, ma dato che questo è un<br />

album che parla di rapporti umani, di generazioni, di sogni<br />

dell’adolescenza, della vita che si scontra con quello che<br />

pensavamo la vita avrebbe dovuto essere, mi è sembrato<br />

naturale tirare fuori una foto del liceo. In quell’immagine ci sono<br />

non solo i miei sogni, ma di tutti i ragazzi, qui c’è una<br />

generazione che vide arrivare la Lotta Armata, le bombe di<br />

Piazza Fontana, l’eroina, l’Aids che portò a una retromarcia<br />

nella liberazione sessuale… ma anche tanti tipi di musica,<br />

suonata bene, che hanno segnato la storia. Ed ora veniamo da<br />

un periodo logorante, che ha esasperato la solitudine, in cui<br />

abbiamo ascoltato poco.<br />

Ecco, sono cambiate tante cose ma la voglia di fare musica è<br />

sempre la stessa.<br />

L’album si apre con “Magna Charta”, una sorta di bilancio e<br />

allo stesso tempo una dichiarazione programmatica, che<br />

prepara a “La Rivoluzione”, che racconta il passaggio<br />

dall’adolescenza all’età adulta, con uno sguardo affettuoso alla<br />

mia generazione. Poi si comincia a picchiare duro, con “La fine<br />

del mondo”, in bilico tra sentimenti e voglia di combattere, e<br />

“Non sparate sul cantante”, metaforica cavalcata sul ruolo<br />

dell’artista nel mondo di oggi.<br />

Il trittico sull’interiorità si apre con “Parte di me”, che racconta<br />

del dolore di una perdita, prosegue con “Che ne sarà di noi”, in<br />

bilico tra speranza e smarrimento (e qui c’è un Francesco<br />

Bianconi che aggiunge poesia con la sua voce profonda ed<br />

evocativa) e “Alessandro”, la storia vera di un mio amico<br />

fraterno costretto a una non vita da una terribile malattia.<br />

Con “Gladiatore” si torna al mio “nuovo rock”, che trova in<br />

“Vittime e colpevoli” il suo risvolto epico-orchestrale e in “Glam<br />

bang” la sua parte più coinvolgente (con un esplosivo finale<br />

cantato da Silvio Capeccia).<br />

Il finale è “La mia libertà”, epico e struggente racconto di un<br />

suicidio, in stile Jacopo Ortis.<br />

Un album che mi mette a nudo più di tante parole.<br />

Enrico Ruggeri


Francesco De Gregori e Antonello Venditti, hanno unito le loro voci reinterpretando due brani che hanno segnato le loro<br />

carriere e la storia della musica italiana, “Generale” e “Ricordati di Me”. I brani, disponibili sulle piattaforme streaming e in<br />

digital download, sono contenuti in un 45 giri da collezione disponibile in esclusiva su Amazon.<br />

Attualmente è in radio, “Generale”, brano pubblicato originariamente da Francesco De Gregori nel 1978, mentre<br />

“Ricordati di me” apre il disco di Antonello Venditti “In questo mondo di ladri”, uscito 10 anni più tardi.<br />

Due personalità differenti, ma affini. Due stature artistiche, ognuna con la sua poetica. VENDITTI & DE GREGORI<br />

cominciano a collaborare poco più che ventenni durante un viaggio in Ungheria e iniziano a scrivere le loro prime canzoni<br />

insieme, per arrivare al comune esordio discografico con “Theorius Campus” dove Antonello incide “Roma Capoccia”,<br />

subito grandissimo successo, e Francesco “Signora Aquilone”.<br />

Un disco che sancì per entrambi l’inizio del proprio percorso artistico. 50 anni dopo i due cantautori creszciuti al folk<br />

studio tornano ad emozionare il pubblico italiano con un atteso concerto.<br />

Per la prima volta i genitori del cantautorato romano saranno insieme sullo stesso palco e con un’unica band, in alcune<br />

delle location più suggestive d’Italia, tra cui l’Arena di Verona dove gli artisti si esibiranno il 12 luglio .<br />

Il tour verrà anticipato dall’esclusivo concerto di sabato 18 giudno allo Stadio Olimpico di Roma, nel cuore della loro città,<br />

là dove tutto ebbe inizio, nella cantina della loro musica. Venditti & De Gregori emozioneranno il pubblico con uno show<br />

irripetibile in cui daranno nuova veste ai loro più grandi successi, canzoni che sono entrate nel cuore della gente, nelle<br />

storie delle persone, che sono la colonna sonora di intere generazioni.<br />

Ad affiancarli sul palco una band d’eccezione che darà vita ad un suono unico e straordinario. Composta da musicisti che<br />

da anni collaborano con i due artisti, la band è formata da Alessandro Canini (batteria), Danilo Cherni (tastiere), Carlo<br />

Gaudiello (piano), Primiano Di BIase (hammond), Fabio Pignatelli (basso), Amedeo Bianchi (sax), Paolo Giovenchi<br />

(chitarre) e Alessandro Valle (pedal steel e mandolino).


Dopo lo show del 18 giugno allo Stadio Olimpico di Roma, queste le date del tour estivo di VENDITTI & DE GREGORI:<br />

7 luglio - FERRARA - Piazza Trento Trieste (Summer Festival)<br />

10 luglio - LUCCA - Piazza Napoleone (Summer Festival)<br />

12 luglio - VERONA - Arena di Verona (NUOVA DATA)<br />

14 luglio - MAROSTICA (VI) - Piazza Castello (Summer Festival)<br />

16 luglio - CATTOLICA - Arena della Regina<br />

18 luglio - TREVISO - Arena della Marca<br />

24 luglio - PALMANOVA (UD) - Piazza Grande (Estate di Stelle) - (NUOVA DATA)<br />

19 agosto - FASANO (BR) - Piazza Ciaia<br />

21 agosto - LECCE - Pala Live (Oversound Festival)<br />

23 agosto - ROCCELLA JONICA (RC) - Teatro al Castello (Summer Festival)<br />

25 agosto - PALERMO – Velodromo (NUOVA DATA)<br />

27 agosto - TAORMINA (ME) - Teatro Antico<br />

28 agosto - TAORMINA (ME) - Teatro Antico<br />

Tutte le informazioni sui biglietti per tutte le date del tour sono disponibili al seguente link: www.friendsandpartners.it.<br />

I biglietti acquistati in precedenza per il concerto allo Stadio Olimpico di Roma, inizialmente previsto il 5 settembre 2020 e<br />

poi il 17 luglio 2021, restano validi per la data di sabato 18 GIUGNO.


TuttoBallo


TuttoBallo<br />

Gabriel Baltoc nasce a Bucarest nel 1973.<br />

Si trasferisce in Italia alla fine degli anni '90 stabilendosi a<br />

Bagnasco (CN) dove tuttora vive e lavora. Fin dalla più<br />

giovane età dimostra grandi interessi per l’arte avvicinandosi<br />

alla scultura, alla fotografia, ma soprattutto alla pittura, la<br />

disciplina di molteplici tecniche diventando così un artista<br />

completo: acquerello, olio, acrilico, carboncino e matita sono<br />

alcune delle tecniche che utilizza nella realizzazione delle sue<br />

opere.<br />

Ma è soprattutto nell’acquerello che trova la sua massima<br />

realizzazione. Con grande padronanza della tecnica riesce a<br />

dominare acqua e colore con ottimi risultati. Attento<br />

osservatore di luci e ombre, di colori e proporzioni, riporta alla<br />

perfezione quanto vede donando alle sue opere esemplarità e<br />

sensibilità.<br />

La sua produzione artistica è principalmente rivolta al ritratto,<br />

sia soggetti etnici che locali, ma anche ad animali e paesaggi.<br />

Osservando i quadri si avverte immediatamente lo stato<br />

d’animo dei raffigurati: odio, amore, gioia, dolore, rabbia,<br />

allegria traspaiono prepotentemente.<br />

Viene notato dalla scrittrice ed esperta d’arte Claudia<br />

Ghirardello la quale di lui scrive così:<br />

”Gabriel Baltoc, autodidatta, partendo dal cuore della figura da<br />

lui ritratta sa entrare nel cuore del riguardante. Bambini,<br />

adulti… uomini, donne… dell’Occidente e dell’Oriente. I<br />

bambini raffigurati da tale pittore si rivelano magnetici, negli<br />

occhi che guardano oltre la scena e cercano lo sguardo di chi li<br />

osserva. È l’innocenza palesata nelle risate argentine, ma<br />

anche nelle meditazioni solitarie. Il bambino è disarmante<br />

fragilità, ma l’anima del bambino è purezza d'acciaio. È il<br />

prodigioso dell’essenza umana creata dalla divinità, con tutta<br />

l’emozione che ne deriva. Attento osservatore, Gabriel dà vita<br />

alle sue creature. Facendole respirare. Per capacità di resa<br />

anatomica e per raffinata azione di introspezione psicologica.<br />

Personaggio eclettico, Gabriel sa destreggiarsi in diverse<br />

tecniche: la matita, il carboncino, l’acquerello, l’olio, l’acrilico…<br />

Lavorando di sfumato, egli ottiene effetti delicatissimi negli<br />

incarnati, nelle capigliature, nelle stoffe dell’abbigliamento. Il<br />

bianco/nero gareggia con la policromia sempre nell’intento<br />

principe di innestare sulla lettura fotografica del soggetto<br />

ritratto l’analisi accattivante del pensiero”.<br />

https://www.facebook.com/<br />

miticoGABRIELBALTOC/<br />

baltocgabriel@gmail.com<br />

Cellulare 327/9877716


TuttoBallo<br />

Mi sono addentrato molto nel mondo delle<br />

emozioni attraverso la fotografia ed ho<br />

scoperto caratteristiche uniche che mi<br />

abitano.<br />

Sono passato dall'essere un fanatico<br />

delle macchine fotografiche a sentire la<br />

consistenza delle pareti della mia anima<br />

semplicemente fotografando ed<br />

ascoltando il ritmo biologico della mia<br />

esistenza; ho scoperto luoghi lontani,<br />

terre sconosciute ed ho provato anche il<br />

paracadutismo insieme alla canoa sul<br />

fiume, tutto insieme.<br />

I luoghi inaspettati del cuore sono<br />

impossibili da contare e sarebbe anche<br />

un'impresa inutile ed uno spreco di<br />

risorse.<br />

Fotografare non è uguale per tutti perché<br />

la vita non è identica in nessuno di noi.<br />

Qui porto la mia esperienza come essere<br />

umano e come fotografo o artista o<br />

qualsivoglia appellativo darmi ma essere<br />

umano basta.<br />

Sono fortunato a scrivere per una rivista?<br />

Me la sono cercata? Non sono domande<br />

che mi pongo. Semplicemente faccio ciò<br />

che più sento di fare e questo per me è<br />

vitale, pertanto, qualunque sia il mestiere<br />

che hai scelto di fare non esitare e non<br />

prendere spunto da quello che fanno gli<br />

altri dicendoti "Voglio essere come…".<br />

Niente di più sbagliato.<br />

Ad oggi non mi conosco, anche oggi non<br />

conoscendomi ho appreso qualcosa di e<br />

da me stesso, come un fiume che rinnova<br />

la sua acqua giorno dopo giorno.<br />

Dimenticatevi di voi stessi per come<br />

credete di essere e di dover essere e<br />

sicuramente andando oltre si scoprirà uno<br />

sguardo pulito e limpido, scoprirai,<br />

scoprirete lo sguardo puro dell'esistenza,<br />

quello che ho raggiunto fotografando.<br />

Lo so, forse non è quello che qualcuno si<br />

aspettava di trovare in un articolo di<br />

fotografia ma magari è l'esperienza<br />

narrata che serve in questo momento.


L'Italia e l'Argentina sono legate da molteplici fattori culturali, basti pensare alle<br />

massicce migrazioni che hanno interessato il paese sudamericano dalla fine dell'800<br />

agli inizi del '900. Il movimento di tali masse di italiani ha portato con sé storie e<br />

leggende legate anche al mondo del calcio, solo apparentemente lontano da quello del<br />

Tango; sono storie esilaranti, malinconiche e struggenti, a cavallo tra le due sponde<br />

dell'oceano, che hanno dato origine a squadre mitiche come il Boca Juniors, il River<br />

Plate, il Peñarol e l'Audax Italiano di Santiago del Cile.<br />

La febbre del calcio si trasmise a tutto il continente e gli italiani ebbero un ruolo<br />

determinante nei grandi agglomerati urbani di Buenos Aires, San Paolo del Brasile,<br />

Caracas, Asunción e Montevideo. Gli stessi italiani che diffusero la febbre del calcio<br />

furono coinvolti nel processo di sviluppo e maturazione del Tango; per questo motivo,<br />

Tango y Fútbol hanno sempre marciato di pari passo. Il sentimento triste che pervade il<br />

popolo argentino, così fortemente segnato dalle lagnanze musicali del tango e dai<br />

sospiri di uno strumento struggente come il bandoneón, sembra esprimersi<br />

compiutamente nell'incertezza delle origini che tanti emigrati hanno trasmesso ai figli<br />

per ignoranza, analfabetismo, paura del passato, morte rapida in un paese, come<br />

spiega Jorge Luis Borges, dove non ci sono leggende e nessun fantasma cammina<br />

nelle strade.<br />

Così molti argentini hanno una origine vaga e indefinita, come raccontano tanti temi<br />

tangueros. Questo vale anche per i miti nazionali come ad esempio Carlos Gardel, colui<br />

che nel 1928 sancì il connubio tra tango e calcio nella composizione Sami che dedicò<br />

alla leggenda Josep Samitier, giocatore del Barcellona dal 1919 al 1932. Altri pezzi di<br />

tango di Gardel che onorano il fútbol sono Patadura, Largue a esa Mujica e Mi primer<br />

gol.<br />

Oggi si contano almeno cinquanta temi di tango con sfondo calcistico. Il primo tanguero<br />

a esprimere la passione del calcio fu Rodríguez Peña che immortalò il Racing,<br />

l'Accademia del calcio di Avellaneda, nel momento del suo massimo splendore, dal<br />

1913 al 1919, quando vinse sette titoli. Roberto Firpo regalò al Racing una sua<br />

composizione nel 1913 e Francisco Canaro fece lo stesso nel 1915. Il Racing è stato<br />

nei cuori e nelle note anche di Carlos Di Sarli nel 1940, di Ángel D'Agostino nel 1946, di<br />

Rodolfo Biagi nel 1950 e di Alfredo Gobbi nel 1949, brano registrato quattro anni dopo<br />

anche da Héctor Varela. A pochi isolati di distanza dalla sede del Racing si trova quella<br />

dell'Independiente, rivale storica della prima, e alla quale Augustin Bardi dedicò il brano<br />

Rey de Copas.<br />

A Buenos Aires è storica la rivalità tra Boca Juniors e River Plate. Questo derby<br />

secolare si è combattuto anche a colpi di bandoneón. Sostenitore del River fu Francisco<br />

Canaro che ha realizzato l'inno ufficiale della squadra con la voce di Domingo Conte.<br />

Ma non si possono dimenticare neanche le struggenti note del brano River Plate scritto<br />

da Leopoldo Díaz Vélez e inciso da Armando Pontier. I tifosi del Boca, dal canto loro,<br />

hanno replicato con giri di Cumparsita e passi lenti, voci calcate e armonie di rimpianti<br />

come nel tango del 1916 Boca Juniors Club composto da José Quevedo,<br />

bandoneonista di Eduardo Arolas, e registrato da Roberto Firpo e ¡Campeón! scritto da<br />

Alfredo Bigeschi in occasione del primo trofeo nazionale vinto dai boquenses.<br />

Il tifoso Juan D'Arienzo si è cimentato con la magistrale miscela dei colori sociali del<br />

Boca Juniors in Azul y oro nel 1946, seguito da José Basso, di origine ligure, autore del<br />

tango Once y uno registrato nel 1952 in omaggio ai supporter della squadra del barrio<br />

più italiano della capitale federale, e da Miguel Caló con il pezzo Boca Juniors del 1954.<br />

A fondere canzone e pallone ci ha pensato Julio Elías Musimessi, portiere degli anni<br />

Cinquanta, definito El Arquero cantor, che portava a spasso i suoi bei baffetti alla Errol<br />

Flynn nelle balere della zona sud della capitale cantando Viva Boca di Américo Lalo<br />

Cipriano e Eduardo Pauloni.<br />

TuttoBallo


Insigne ph. Mosca<br />

A Buenos Aires è storica la rivalità tra Boca Juniors e River Plate. Questo<br />

derby secolare si è combattuto anche a colpi di bandoneón. Sostenitore del<br />

River fu Francisco Canaro che ha realizzato l'inno ufficiale della squadra con la<br />

voce di Domingo Conte. Ma non si possono dimenticare neanche le struggenti<br />

note del brano River Plate scritto da Leopoldo Díaz Vélez e inciso da Armando<br />

Pontier. I tifosi del Boca, dal canto loro, hanno replicato con giri di Cumparsita<br />

e passi lenti, voci calcate e armonie di rimpianti come nel tango del 1916 Boca<br />

Juniors Club composto da José Quevedo, bandoneonista di Eduardo Arolas, e<br />

registrato da Roberto Firpo e ¡Campeón! scritto da Alfredo Bigeschi in<br />

occasione del primo trofeo nazionale vinto dai boquenses.<br />

Il tifoso Juan D'Arienzo si è cimentato con la magistrale miscela dei colori<br />

sociali del Boca Juniors in Azul y oro nel 1946, seguito da José Basso, di<br />

origine ligure, autore del tango Once y uno registrato nel 1952 in omaggio ai<br />

supporter della squadra del barrio più italiano della capitale federale, e da<br />

Miguel Caló con il pezzo Boca Juniors del 1954. A fondere canzone e pallone<br />

ci ha pensato Julio Elías Musimessi, portiere degli anni Cinquanta, definito El<br />

Arquero cantor, che portava a spasso i suoi bei baffetti alla Errol Flynn nelle<br />

balere della zona sud della capitale cantando Viva Boca di Américo Lalo<br />

Cipriano e Eduardo Pauloni.<br />

José Rebolini e Carlos Pesce hanno elaborato l'inno del San Lorenzo a ritmo di<br />

tango. Esplicito è il titolo del tango di Francisco Caso e Francisco Lío, San<br />

Lorenzo, e pure El ciclón di Anselmo Aieta e Francisco Laino e El Azulgrana di<br />

Osvaldo Requena. El expreso de la Plata è l'omaggio di Horacio Pezzi e Carlos<br />

Espíndola al club Gimnasia y Esgrima. Nel 1950 Fumagalli e Brioschi hanno<br />

composto Platense in onore alla squadra biancoblu. Lo stesso anno, in una<br />

sorta di derby musicale, Francisco Rotundo ed Ernesto Rossi resero onore alla<br />

squadra del cuore, l'Estudiantes, con il tango strumentale Estudiantes de La<br />

Plata.<br />

Me elevo a las nubes è il titolo della canzone di Pedro e Roberto Sassone che<br />

celebra la vittoria dell'Huracán nel 1928. El Taladro di Alfredo de Angelis<br />

sancisce l'accesso alla prima divisione del Banfield nel 1946. Anche le società<br />

minori non si sono fatte mancare tanghi di grande fascino come Nueva<br />

Chicago, registrato nel 1925 dall'orchestra di Firpo, e Casaca Roja, omaggio al<br />

Club Deportivo Español alla fine degli anni Cinquanta.<br />

Non solo i club di calcio vennero omaggiati dal Tango, ma anche molti<br />

calciatori trovarono spazio nelle canzoni e nei testi. A Domingo Alberto<br />

Tarasconi, eroe degli anni Venti del Boca, venne dedicato il brano Tarasca e<br />

Pedro Ochoa del Racing fu il protagonista del tango Ochoíta di Osvaldo<br />

Fresedo. Canaro immortalò Bernabé Ferreyra, acquistato nel 1932 dal River<br />

Plate per la cifra record di 35 mila pesos, con il brano Bernabé, la Fiera. In quel<br />

periodo Miguel Padula scrisse due brani per l'Orquesta Típica Víctor, El<br />

Mortero del Globito e Lemita, il primo per consacrare la gloria di Herminio<br />

Masantonio, giocatore dell'Huracán, il secondo per celebrare Jaime Lema,<br />

detto Lemita.<br />

Anche Luisito Monti, forzuto centromediano del San Lorenzo e della Juventus,<br />

è stato celebrato da Alejandro Scarpino col brano Monti solo per ricordare le<br />

Olimpiadi del 1928 ad Amsterdam. Enrique Francini e Armando Pontier nel<br />

1949 osannarono le gesta di José Manuel Moreno del River con il brano A<br />

José Manuel Moreno, protagonista nello stadio ma anche nella notte tanguera<br />

di Buenos Aires.<br />

La lista degli idoli del calcio non finisce qui, ma furono le nazionali trionfatrici<br />

delle Olimpiadi del 1924 e dei Mondiali del 1978 ad essere le grandi ispiratrici<br />

del tango fútbolero: quando l'Uruguay vinse le Olimpiadi, Juan Rodríguez e<br />

Francisco Brancatti incisero Campeones Olímpicos, mentre nel 1961 Edmundo<br />

Rivero realizzò il brano Gol argentino, rivisto per i Mondiali del 1978. La stessa<br />

nazionale argentina trionfatrice nel mondiale venne esaltata da Astor Piazzolla,<br />

che celebrò l'evento con il tema Mundial 78, inciso in Italia.


Il Buongiorno si vede dal croissant<br />

TuttoBallo<br />

IL BUONGIORNO SI VEDE DAL CROISSANT<br />

di Camille Andrea<br />

Ebook: € 9,99 |Cartaceo : € 17,90<br />

Pagine: 272|<br />

Genere: Narrativa contemporanea\autostima<br />

Editore: Garzanti|<br />

TRAMA<br />

Pierre è un uomo di successo. La sua azienda, Happy<br />

Croissants,produce dolci venduti in tutto il mondo e<br />

aiuta le persone a cominciare la giornata con il sorriso.<br />

Pierre, invece, non sorride da molto. Non sa più cosa<br />

sia la felicità. Tutto, intorno, gli appare grigio, persino il<br />

poco tempo che passa con la famiglia. Fino al giorno in<br />

cui si ferma per caso a un chiosco. E proprio lì succede<br />

qualcosa che cambia il suo futuro. L'anziano venditore<br />

gli fa una proposta: assaggiare una colazione capace di<br />

migliorare la vita. Pierre se ne intende di brioche, e non<br />

crede alle parole dell'uomo. Eppure, ogni giorno ritorna<br />

al negozio e ascolta i consigli dell'ambulante; per<br />

esempio che nella vita c'è un'unica occasione e non va<br />

sprecata lamentandosi; o che il fallimento non è un<br />

errore, ma la strada per diventare chi si vuole essere; o<br />

ancora che non bisogna dare per scontato chi abbiamo<br />

accanto, perché è in loro che troviamo la forza di<br />

affrontare gli ostacoli. Mattina dopo mattina, Pierre<br />

prova a mettere in pratica questi insegnamenti e sente<br />

qualcosa risvegliarsi dentro di sé. Il sorriso che per lui<br />

era solo la forma dei croissant prodotti dalla sua<br />

azienda diventa parte delle sue giornate. Perché dare<br />

una svolta alla propria esistenza non solo è possibile,<br />

ma è un dovere. Il sole, il suono dell'acqua che scorre,<br />

l'odore della pioggia, il frusciare del vento, l'amore,<br />

l'amicizia sono un regalo che necessita di cure. Rendere<br />

grazie per le piccole cose è il primo passo per godersi<br />

appieno le gioie più immense. Il romanzo che ha<br />

convinto i lettori e i librai francesi. Una storia che tocca<br />

chi di noi è imprigionato in giornate che si ripetono<br />

sempre uguali, senza più provare grandi emozioni. Il<br />

cambiamento è possibile, tornare a ridere è davvero<br />

possibile. Ci vuole impegno, ci vogliono dei piccoli<br />

segreti, ma nulla che una buona storia non possa far<br />

accadere.<br />

Rubrica a cura del blog<br />

"Il COLORE DEI LIBRI"<br />

<br />

http://ilcoloredeilibri.blogspot.com/<br />

Sono stata attratta da questo libro dopo aver letto la sinossi che mi ha catapultato<br />

subito in un mondo che odora di burro e zucchero, e da buona golosa non ho potuto<br />

fare a meno di “assaggiare” questo romanzo.<br />

Pierre è un pasticcere molto famoso, talmente famoso che molte celebrità vanno a<br />

trovarlo direttamente dentro il laboratorio per assaporare le sue creazioni appena<br />

sfornate, ma mentre all’inizio della sua carriera tutto questo gli creava felicità, ora il<br />

suo mondo sembra grigio e lui non riesce a sorridere più, nonostante i suoi<br />

croissants abbiano proprio la forma di un sorriso.<br />

Una mattina tra le tante mentre si appresta ad andare al suo negozio, si ferma per<br />

caso davanti a un chiosco di hot dog e intraprende una bizzarra conversazione con<br />

lanziano venditore, il quale gli offre un caffè che lui classifica come il più buono del<br />

mondo. E così ogni mattina diventa routine fermarsi ad assaporare quella delizia<br />

nera e profumata e a parlare con l’uomo, che gli dispensa consigli saggi e lo fa<br />

riflettere sulla sua vita. Pierre si rende conto che a causa del suo immenso<br />

patrimonio da gestire e della sua smania di espansione non si gode la famiglia e<br />

soprattutto si accorge che le preoccupazioni e le incombenze giornaliere gli hanno<br />

tolto il sorriso.<br />

Il vecchio lo sprona e lo consiglia e quando si rende conto che Pierre è pronto, lo<br />

sfida a cambiare vita per un giorno.<br />

Pierre accetterà la proposta? Per cambiare vita ci vuole davvero così poco?<br />

Pierre Boulanger è un uomo che si è fatto da solo, in pochi anni ha creato un<br />

impero dopo aver avuto un’intuizione che ha portato i suoi croissants ad essere i più<br />

ambiti degli Stati Uniti. È un uomo d’azione che, nonostante abbia molte persone<br />

alle sue dipendenze, ama ancora mettere le mani in pasta per trovare nuove<br />

alchimie burrose, ma questa attività da lui amata è purtroppo diventata marginale,<br />

perché ogni giorno deve destreggiarsi tra le scartoffie in ufficio.<br />

Questo cambiamento di prospettiva lo ha reso serio, triste e proiettato solo verso gli<br />

obiettivi lavorativi, lasciando la famiglia e i piaceri della vita sullo sfondo.<br />

È un personaggio ben descritto e caratterizzato sia psicologicamente che<br />

caratterialmente, il prototipo dell’uomo in carriera.<br />

È davvero emozionante assistere alla sua metamorfosi pagina dopo pagina, una<br />

metamorfosi che avviene insieme al lettore. La lettura è piacevole e scorrevole, lo<br />

stile è chiaro, discorsivo, a tratti introspettivo ma sempre ritmato e leggero. Dialoghi<br />

e descrizioni si alternano in maniera perfetta, dando al lettore una sensazione di<br />

continuità, di temporalità che scorre e che muta.<br />

Ben descritta l’ambientazione, si sente l’odore caratteristico dei croissants, la loro<br />

croccante friabilità, si avverte il profumo intenso del caffè e la bellezza di alcuni<br />

panorami.Finale che lascia il lettore soddisfatto anche se con qualche lacrima<br />

attaccata alle ciglia. Un libro che mi ha fatto riflettere, mi ha emozionata e divertita e<br />

mi ha lasciato quella sensazione speciale che solo libri particolari riescono a<br />

donare, ovvero la sensazione di essere una persona felice e fortunata.<br />

Da leggere in ogni stagione, sprofondati in poltrona bevendo caffè e assaporando<br />

croissants freschi e friabili.<br />

Consigliato a tutti ma in particolare a coloro che hanno bisogno di vedere la vita in<br />

una prospettiva diversa.<br />

Sonia Poli


TuttoBallo<br />

Rancore<br />

di Gianfranco Carofiglio<br />

Come è morto, davvero, Vittorio Leonardi?<br />

Perché Penelope Spada ha dovuto lasciare la magistratura?<br />

Un’investigazione su un delitto e nei meandri della coscienza.<br />

Un folgorante romanzo sulla colpa e sulla redenzione.<br />

Un barone universitario ricco e potente muore all’improvviso; cause naturali,<br />

certifica il medico. La figlia però non ci crede e si rivolge a Penelope Spada,<br />

ex Pm con un mistero alle spalle e un presente di quieta disperazione.<br />

L’indagine, che sulle prime appare senza prospettive, diventa una<br />

drammatica resa dei conti con il passato, un appuntamento col destino e con<br />

l’inattesa possibilità di cambiarlo. Nelle pieghe di una narrazione tesa fino<br />

all’ultima pagina, Gianrico Carofiglio ci consegna un’avventura umana che va<br />

ben oltre gli stilemi del genere; e un personaggio epico, dolente, magnifico.<br />

EINAUDI STILE LIBERO BIG - € 18,50 - pp. 248<br />

Gianrico Carofiglio ha scritto racconti, romanzi, saggi.<br />

I suoi libri, sempre in vetta alle classifiche dei best seller,<br />

sono tradotti in tutto il mondo. Ha creato il popolarissimo<br />

personaggio dell'avvocato Guido Guerrieri. Per Einaudi<br />

ha pubblicato il racconto La doppia vita di Natalia Blum<br />

raccolto nell'antologia Crimini italiani (Stile libero 2008),<br />

Cocaina, con Massimo Carlotto e Giancarlo De Cataldo<br />

(Stile libero 2013 e e Super ET 2014), Una mutevole<br />

verità(Stile libero 2014, Super ET 2016 E Super ET<br />

2018, Premio Scerbanenco),La regola dell'equilibrio<br />

(Stile libero 2014, Super ET 2016 e Super ET 2018),<br />

Passeggeri notturni (Stile libero 2016 e Super ET 2017),<br />

L'estate fredda (Stile libero 2016 e Super ET 2018), Le<br />

tre del mattino (Stile libero 2017 e Super ET 2019), La<br />

versione di Fenoglio (Stile Libero 2019), La misura del<br />

tempo (2019 e 2022) e Non esiste saggezza. Edizione<br />

definitiva (2020).


Tre nuove collane musicali per la cura del copro, dell’anima e della mente.<br />

Prodotte dall’associazione Stefano Francia EnjoyArt, Pomodoro Studio<br />

Edizioni Musicale - Always Record e composte dalla compositrice<br />

americana Judie Collins e dal maestro Ciro Vinci.<br />

Dopo il successo di "Dillo Alla Danza vol 2" pubblicato in occasione della Giornata<br />

Mondiale della Danza, l'associazione Stefano Francia EnjoyArt, lancia una nuova<br />

produzione discografica dedicata ai ritmi di tutti gli stili di danza. La collana<br />

discografica, disponibile su ogni digital store (Spotify, Deezer, Amazon Music, Apple<br />

Music… ) sarà composta da vari volumi, ognuno dei quali studierà il ritmo di una<br />

singola danza. I primi 3 volume sono dedicati al ritmo del Cha Cha Cha e Rumba e un<br />

volume dedicato al relax e meditazione.<br />

"Rhythm" è studiata per agevolare l'insegnamento musicale e coreutico di ogni<br />

singolo ballo. In ogni volume amatori e professionisti possono sviluppare la loro<br />

tecnica seguendo il ritmo della danza selezionata…<br />

"Relaxing" invece, è una collana che raccoglie brani composti per accompagnare il<br />

danzatore nell’ attività di rilassamento quotidiano e meditazione composte a 432 Hz.<br />

L’accordo a 432 Hertz (Hz) risuona con le frequenze fondamentali del vivente: battito<br />

cardiaco, replicazione del DNA, sincronizzazione cerebrale, e con la Risonanza di<br />

Schumann e la geometria della creazione.<br />

“Musicoterapia” La musicoterapia è una disciplina basata sull'uso della musica come<br />

strumento educativo, riabilitativo o terapeutico. Basandosi su questa definizione il<br />

Pianista, musicoterapista, compositore, vocal coach, Ciro Vinci, presenta il suo primo<br />

album sul benessere dell’essere umano intitolandolo “Musicoterapia”, un lavoro<br />

composto da 8 track con lo scopo di educare, riabilitare e accrescere la cultura del<br />

benessere. Diversi studi hanno dimostrato che la musica influenza il cervello ed il<br />

corpo, l’ascolto delle note musicali sono utili per alleviare lo stress, ridurre la<br />

depressione e contrastare stati mentali negativi. Molte ricerche sull’argomento hanno<br />

evidenziato che alcuni dei principali modi in cui la musica può aiutarci a sentirci<br />

meglio, è ridurre l’ansia, migliorando l’accettazione di sé e facilitando la<br />

comunicazione e le relazioni con gli altri, ascoltare musica è altamente legato<br />

all’aumento di stati di felicità. La musica a questa frequenza è stata utilizzata per<br />

migliaia di anni come musico terapia anche se è decollata nei primi anni 2000.<br />

Le pubblicazioni discografiche prodotte dalla Stefano Francia EnjoyArt sono state<br />

composte scegliendo melodie musicali, concentrate sui ritmi accompagnati da sole<br />

armonie per sviluppare maggiore concentrazione e apprendere meglio il ritmo di un<br />

ballo. Avere una conoscenza di base della musica, e in particolare del ritmo, aiuta nei<br />

movimenti e armonia del corpo. Una base ritmica è il giusto supporto per memorizzare<br />

la coreografia, per migliorare la coordinazione con il partner o i partner e, soprattutto,<br />

a muoverci a tempo. Ogni singolo album è utile ai principianti, agli amatori ai<br />

professionisti, ai semplici appassionati di musica, e ai coach. L’utilizzo della musica<br />

nell’apprendimento sviluppa maggiori endorfine rendendolo più facile. Il progetto è<br />

stato realizzato da Fabrizio Silvestri e Bernardo Lafonte. La produzione è affidata al<br />

Pomodoro Studio Edizioni Musicale e la distribuzione, negli store digitali, alla Always<br />

Record. La composizione delle basi musicali ritmiche di latini, standard, liscio e ballo<br />

da sala e caraibici è affidata all’artista Americana Julie Collins, mentre la musico<br />

terapia al maestro Ciro Vinci, Pianista, musicoterapista, compositore, vocal coach. La<br />

sua musica innovativa ed elegante dotata d’intensa espressività è frutto di una ricerca<br />

profonda ed elaborata di contaminazioni sonore che si aprono al new age, al jazz, alla<br />

musica mediterranea e la rendono pienamente compatibile come colonna sonora d’<br />

immagini surreali. Dal 2019 compone musiche per programmi televisivi in onda su “La<br />

7” e per spot pubblicitari per reti nazionali e Web. Gli album sono disponibili su tutti i<br />

digital store.


di Rita Martinelli<br />

IL VIAGGIO A ROMA CONTINUA …<br />

IL “PONTE DI FERRO”<br />

Il Ponte dell'Industria, così si chiama, realizzato - su commessa di Papa Pio IX - tra<br />

il 1862 e il 1863 in Inghilterra, con componenti prefabbricate. Il montaggio viene<br />

effettuato a Roma, da una società belga, in subappalto da una società francese,<br />

appaltatrice dal governo pontificio dei lavori di raccordo tra la tratta ferroviaria Porta<br />

Portese Civitavecchia e il resto della Linea Pio Centrale. È a tre luci, su travate<br />

metalliche in ghisa acciaio, poggiate su piloni tubolari in ghisa e riempiti di<br />

calcestruzzo. Al centro, un ponte levatoio, apribile, per consentire il transito di<br />

piroscafi e bastimenti verso il porto di Ripa Grande. L'inaugurazione avviene il 24<br />

settembre 1863, alla presenza del Papa: all'ora stabilita, si apre la campata centrale<br />

per il passaggio di un vaporetto, poi, successivamente, viene abbassato il ponte<br />

levatoio e, sbuffando, passa il treno, fra la meraviglia generale.<br />

Ponte di ferro è di ghisa - Ghisa = lega ferro-carbonio di solidificazione eutettica,<br />

con tenore in carbonio tra 1,9 e 6,5% - così in Eniciclopedia Treccani. Eutettico, dal<br />

greco, significa facile a fondersi.<br />

È un bel materiale, la ghisa. Ho ammirato, negli anni, tanti oggetti di fine fattura:<br />

lampioni, vecchi termosifoni, mascheroni, panchine, sedili da giardino, battenti per<br />

porta e una gamma ricchissima di ringhiere. Come in un fotogramma, mi scorrono in<br />

mente le ringhiere raffinate lungo la Mojka e la Fontanka, mentre scivolo su un<br />

piccolo battello, nel cuore di San Pietroburgo.<br />

A Longiano, la Fondazione Neri - Museo Italiano della Ghisa espone, dislocate in<br />

due sedi suggestive, una pregevolissima raccolta di manufatti.<br />

H. 23.30 del 2 ottobre 2021 - si sviluppa un incendio (forse alimentato dalle<br />

sterpaglie?) che interessa principalmente una delle passerelle per il passaggio di<br />

cavi e condotte gas che crolla parzialmente.<br />

Lo sto guardando, Ponte di Ferro, da sotto, come ho fatto tante e tante volte. Mi<br />

piace molto guardarli da sotto, i ponti. È la passerella laterale che s'è accartocciata<br />

ed è crollata: è qui, carcassa inquietante che ostruisce la pista ciclabile - il tutto<br />

"messo in sicurezza" dalle arcinote reti arancioni e transenne che stazionano,<br />

poliennali e arricchite dai rifiuti, in tutta l'urbe.<br />

Incuria totale tutto intorno, l'offensiva bruttezza del condominio bianco che spicca<br />

sulla sponda di Ostiense.<br />

E, allora, mi concentro sull'erba che cresce lo stesso e rigogliosa, sull'acqua del<br />

fiume, sulle minuscole calette di rena fine fine e su di LUI, il PONTE, eccolo, saldo -<br />

non ha fatto una piega. Ha una bellezza essenziale, con un lieve, elegante decoro,<br />

in alto, intorno ai piloni.


TuttoBallo


TuttoBallo<br />

La settimana santa che precede la domenica di resurrezione è celebrata in tutto il mondo cristiano. Sono<br />

numerosi i riti e le processioni che partono dalla Domenica delle Palme fino al Sabato Santo che precede la<br />

Pasqua. Culmine delle celebrazioni è il venerdì con i riti della Via Crucis, le processioni e le veglie al sepolcro.<br />

Noi vi segnaliamo queste:<br />

Orte<br />

La processione del Cristo Santo di Orte è molto probabilmente la più antica<br />

celebrazione d'Italia. Nel borgo in provincia di Viterbo il venerdì santo le sette<br />

confraternite sfilano in processione con fiaccole e cappucci. La statua della bara di<br />

Cristo è Sorretta da 14 uomini ed è seguita dalla Macchina della Madonna Addolorata.<br />

Per maggiori informazioni visitate la pagina ufficiale<br />

Sulmona<br />

A Sulmona va in scena uno dei più curiosi riti della settimana santa, conosciuto come la<br />

Madonna che Scappa in Piazza ed organizzato dalla confraternita S. Maria di Loreto.<br />

L'evento si tiene la domenica di Pasqua. La statua della Madonna Addolorata viene<br />

spinta a grande velocità dal centro della piazza gremita di gente, atto che ricorda il<br />

momento in cui la Madonna va ad abbracciare il figlio risorto.<br />

Savona<br />

Ci spostiamo in Liguria, dove annualmente si tiene la processione del venerdì santo<br />

organizzata da sei Confraternite. La processione di Savona è articolata in poste, delle<br />

stazioni scandite dai capocassa che guidano le quindici casse lignee delle confraternite.<br />

Si tratta di gruppi scultorei che rappresentano i misteri della Passione di Cristo.<br />

Procida<br />

La processione dei Misteri di Procida risale alla fine del 600 ed è organizzata dalla<br />

Confraternita dell’Immacolata Concezione. Sin dal mattino del venerdì santo i membri<br />

della confraternina portano in processione per le strade del paese, carri allegorici con<br />

rappresentazioni realizzati in cartapesta che rievocano gli episodi del Vangelo e del<br />

vecchio testamento.<br />

Isernia<br />

Il venerdì santo l'appuntamento è a Isernia con la tradizionale processione del Cristo<br />

Morto dove i penitenti, incappucciati e vestiti con tuniche bianche sfila per le strade<br />

della cittò. I penitenti sorreggono le statue del Cristo Morto e della Mater Dolorosa, i<br />

busti degli Ecce Homo e le croci.<br />

Enna<br />

Ad Enna si svolgono alcune delle celebrazioni più belle di tutta la Sicilia. In occasione<br />

della processione del venerdì santo oltre 2500 confratelli camminano per le strade della<br />

città portando statue di Gesù morto e della Madonna Addolorata. I confratelli, seguendo<br />

le note delle marce funebri intonate dalle bande, iniziano la camminata lenta che crea<br />

un caratteristico ondeggiamento delle statue, quasi a riprodurre il dolore e la difficoltà<br />

del cammino.<br />

Iglesias<br />

In Sardegna non perdete almeno una volta i riti della Settimana Santa di Iglesias che<br />

culminano con la processione del Venerdì Santo che ha inizio al mattino presto e che<br />

passa per le chiese della città secondo un percorso che richiama la salita di Cristo al<br />

Calvario. In serata va in scena la processione del descenso che mette in scena una<br />

vera e propria rappresentazione sacra del funerale di Cristo che ricalca la tradizione<br />

barocca spagnola. Per maggiori informazioni visitate il sito ufficiale.


TuttoBallo<br />

Voglio vederti danzare<br />

Pièce di Uova di Cioccolato<br />

La mostra delle Uova di Pasqua dedicata alla danza resta aperta fino al 18 aprile presso la Pasticceria Walter Musco in a<br />

Roma. Lo spunto artistico della danza nasce dall’incontro professionale ed artistico con Daniele Cipriani direttore artistico<br />

ed intellettuale che da anni lavora unendo danza, musica, parole, costumi e forme in spettacoli da mettere in scena nei<br />

più importanti teatri italiani ed europei. La Pasqua del 2022 è una danza. Un momento di massima espressione della<br />

libertà individuale, di ritorno alla libertà di movimento, di felicità, di cessazione di barriere fisiche e strutturali che negli<br />

ultimi mesi ci hanno lasciato statici. Le uova di cioccolato sono dedicate ad artisti come Mirò, Chagall, Picasso, Depero,<br />

De Chirico, Matisse e Burri; a couturier come Chanel, Versace, Givenchy, Miyake e Capucci; a ballerini come Carla<br />

Fracci, Michael Clark, Lindsay Kemp e Piana Bausch; e molti altri artisti.


La primavera è alle porte ed io, da buon trapper, inizio a vagare come un nomade giramondo.<br />

Mi ha sempre affascinato la vita delle escursioni. Con la primavera inoltrata, mentre la natura<br />

si risveglia in tutto il suo splendore, le strade si riempiono di gente e di colore. E’ giunto il<br />

momento di lasciare la tranquillità del nostro intimo focolare di casa ed avventurarci in gite e<br />

viaggi fuori porta. Oggi con un salto tra natura, arte, enogastronomia e storia proviamo a<br />

conoscere uno dei piccoli borghi medioevali della pianura romagnola, Forlimpopoli.<br />

Forlimpopoli si trova lungo la via Emilia, l’antica via Romana che collegava Rimini a Piacenza.<br />

Questa cittadina, fondata dai romani nel II secolo a.C, è chiamata anche “Città Artusiana”, un<br />

appellativo legato al gastronomo Pellegrino Artusi che nacque a Forlimpopoli nel 1820.<br />

La piccola città rispecchia ancora oggi tutti i suoi fasti storici di centro poliedrico dell’Impero<br />

Romano. Detta la Forlì piccola, è un piacere passeggiare tra le sue vie. Tanti sono i punti di<br />

interesse storico/culturale come la Rocca Albornoziana a pianta quadrata che domina la<br />

piazza principale. Costruita verso la metà del XIV secolo sulle rovine dell'antica cattedrale, la<br />

Rocca tutt'ora ospita il municipio ma sono i suoi sotterranei a celare la storia della cittadina<br />

ospitando le sale del Museo Archeologico “Tobia Aldini” con manufatti e reperti paleolitici<br />

romani (fra i quali mosaici ed anfore), medioevali e tardo medievali ritrovati nel territorio<br />

circostante.<br />

Il Teatro Verdi, anch’esso posto entro le poderose mura della Rocca, fu lo scenario di un<br />

drammatico accadimento, di cui Forlimpopoli serba ancora la memoria: nella notte del 25<br />

gennaio 1851 Stefano Pelloni, meglio conosciuto come “Il Passatore”, brigante che infestava<br />

le terre di Romagna e sulla cui testa pendeva un’ingente taglia, irruppe nel teatro cittadino<br />

interrompendo lo spettacolo e derubando dei loro averi gli spettatori. Un’epigrafe all’interno<br />

del teatro ricorda quella tremenda notte. Recentemente restaurata la piccola Chiesa, edificata<br />

dai Servi di Maria nel XV secolo presso l’Ospedale dei Battuti Neri, venne modificata nel corso<br />

del Settecento, quando assunse le attuali forme. All’interno sono da segnalare la tavola con<br />

l’Annunciazione del pittore rinascimentale forlivese Marco Palmezzano, terminata nel 1533, e<br />

un organo del XVI secolo, le cui ante sono state dipinte dal pittore Livio Modigliani nel 1576.<br />

La Collegiata di San Ruffillo, esempio di architettura del VI secolo, conserva le reliquie del<br />

Santo, primo vescovo di Forlimpopoli. Fu rifatta nel corso del ‘400 e restaurata nel 1821.<br />

All’interno, profondamente rimaneggiato nel corso dell’Ottocento, sono conservate numerose<br />

opere di maestri romagnoli del XV e XVIII secolo. Molte sono le chiese e chiesette sparse sul<br />

territorio della cittadina che potrete vistare gratuitamente facendo una passeggiata nei suoi<br />

vicoli.<br />

Forlimpopoli ha dato i natali a Pellegrino Artusi, celebre per avere codificato e dato alle<br />

stampe il primo manuale di cucina, con interessanti consigli dietetici e aneddoti legati alla<br />

cultura gastronomica che lega insieme la Romagna e la Toscana, “La scienza in cucina e l’arte<br />

di mangiar bene”. Il successo fu travolgente: Artusi ne curò 15 edizioni in appena 20 anni e<br />

negli anni ’30 era il libro più letto in Italia dopo I Promessi Sposi e Pinocchio. Fu tradotto in<br />

quasi tutte le lingue del mondo. Il libro didattico, di approccio positivista, racchiude quasi 800<br />

ricette della tradizione culinaria italiana, accompagnate da riflessioni, aneddoti ed arguti motti<br />

di spirito. Insomma, un trattato di cucina declinato al buon gusto, all’igiene e all’economia,<br />

poiché consigliava vari modi di riutilizzare gli avanzi. Ormai un “must” editoriale, è stato anche<br />

lo spunto per la nascita di un importante progetto, a Forlimpopoli, dedicato all’illustre figlio:<br />

“Casa Artusi” è un luogo polivalente che ospita una corposa biblioteca di gastronomia e spazi<br />

ove degustare, leggere e partecipare a dibattiti sul tema dell’arte della cucina.<br />

Il suo celebre cittadino, nasce a Forlimpopoli il 4 agosto 1820 e muore a Firenze il 30 marzo<br />

1911. Eclettico personaggio, letterato e gastronomo, ci ha lasciato una delle più complete<br />

opere di cucina gastronomica mondiale che ancora oggi va tanto di moda.<br />

TuttoBallo


A fine giugno il paese rende omaggio a<br />

Pellegrino Artusi con la grande “Festa<br />

Artusiana”.<br />

La manifestazione anima per un'intera<br />

settimana il centro storico, offrendo menù<br />

ispirati all’opera artusiana, spettacoli,<br />

rassegne, degustazioni e incontri. La “Festa<br />

Artusiana” è l’occasione più allettante per<br />

visitare la cittadina. Nei nove giorni di<br />

durata della manifestazione, i ristoranti,<br />

molti dei quali all’aperto, offrono menù<br />

elaborati per l’occasione. L’offerta è<br />

estremamente varia: dai ristoranti di pesce,<br />

alla cucina Slow Food, agli stand dove fare<br />

piccole degustazioni e acquistare prodotti<br />

rari, alle trattorie allestite come una vecchia<br />

aia romagnola dove i camerieri,<br />

rigorosamente vestiti in abiti contadini,<br />

accolgono il pubblico intrattenendolo con<br />

filastrocche e detti della Romagna di una<br />

volta.<br />

Tra i prodotti del territorio possiamo<br />

degustare i passatelli in brodo di carne o al<br />

ragù, i cappelletti in brodo di cappone, gli<br />

strozzapreti (tipica pasta fresca di semola<br />

romagnola), le pappardelle e le tagliatelle,<br />

la ciambella romagnola (tipico dolce con il<br />

buco o a panetto inzuppata nel vino).<br />

Anche i vini hanno un posto d’onore nella<br />

storia del paese, il Sangiovese rosso rubino<br />

che si sposa molto bene con minestre,<br />

selvaggina, brasati, agnello e carni dai<br />

sapori forti. Il Trebbiano bianco (antipasti e<br />

piadina). Il Cagnina (caldarroste, formaggi<br />

freschi e dolciumi). L’Albana bianco<br />

(formaggi di fossa ed erborinati). Il<br />

Pagadebit con sentori di biancospino<br />

(risotti, carni bianche e pesce).<br />

Quindi una filosofia di cucina positiva, oltre<br />

che positivista, espressa in maniera come<br />

sempre impeccabile e briosa dalla celebre<br />

“preghiera” artusiana:<br />

TuttoBallo<br />

“Amo il bello ed il buono ovunque si trovino<br />

e mi ripugna di vedere straziata, come suol<br />

dirsi, la grazia di Dio. Amen.”...<br />

“Il mondo ipocrita non vuol dare importanza<br />

al mangiare; ma poi non si fa festa, civile o<br />

religiosa, che non si distenda la tovaglia e<br />

non si cerchi di pappare del meglio”<br />

Pellegrino Artusi


TuttoBallo<br />

INGREDIENTI PER 4 P<br />

200 gr di pangrattato<br />

200 gr di parmigiano<br />

4 uova<br />

50 gr di farina 0 (facoltativa)<br />

scorza di un limone grattugiata<br />

sale<br />

noce moscata<br />

brodo di carne 1 lt<br />

PROCEDIMENTO<br />

Preparare un brodo saporito di carne (sedano, carote, cipolla, zucchina, patata, manzo, pollo o gallina)<br />

Preparare l’impasto dei passatelli, amalgamando tutti gli ingredienti insieme, fino ad ottenere un composto morbido<br />

e saporito. Lasciare riposare per un’oretta.<br />

Se l’impasto risultasse troppo duro, ammorbidirlo con poco brodo caldo.<br />

Una volta avuta la consistenza desiderata, mettere l’impasto nello schiacciapatate con fori grandi da 5 mm o con<br />

l’attrezzo apposito per i passatelli e schiacciarli direttamente nella pentola del brodo bollente e fare cuocere qualche<br />

minuto, fino a quando vengono a galla.<br />

Servire ben caldi con il loro brodo di cottura, spolverati di abbondate parmigiano reggiano.<br />

(Sono ottimi anche cucinati nel brodo, scolati e conditi con dell’ottimo ragù.).<br />

INGREDIENTI<br />

150 gr di farro<br />

150 gr di orzo<br />

200 gr di riso integrale<br />

1 lt di latte<br />

300 gr di miele<br />

3 uova<br />

scorza di un limone e di un’arancia<br />

300 gr di uva passa<br />

300 gr di pangrattato<br />

150 gr di liquore Strega<br />

6 tazze di caffè<br />

150gr di fichi secchi<br />

200 gr di cacao amaro<br />

150gr di farina di mais<br />

150 gr di farina 0<br />

3 cucchiaio di olio EVO<br />

500 gr di mele<br />

500 gr di pere<br />

50 gr di gherigli di noci<br />

20 gr di pinoli<br />

20 gr di mandorle<br />

PROCEDIMENTO<br />

Mettete a bagno il farro, l'orzo perlato e il riso integrale per almeno un'ora e poi cuoceteli nel<br />

latte per 50 minuti. Nel frattempo, mettete in un contenitore il miele, le uova, la scorza<br />

grattugiata del limone e dell'arancia, l'uva passa, il pangrattato bagnato con latte, il liquore, il<br />

caffè, i fichi secchi tritati grossolanamente, le farine, il cacao in polvere, l'olio, le mele e le<br />

pere tagliate a pezzi, i gherigli di noce, le mandorle e i pinoli. Mescolate tutto bene e cuocete<br />

in padella a fuoco basso per qualche minuto, aggiungete il composto di riso cotto e mescolate<br />

bene. Trasferite il tutto in una teglia unta e cosparsa di pangrattato; il composto steso risulta<br />

alto 5 cm. Se il composto risulta un po' duro aggiungete un pochino di latte e di liquore.<br />

Mettete in forno a 150°C per un'ora, lasciatelo riposare ancora un quarto d'ora circa a forno<br />

spento, rovesciatelo su un piatto di portata, cospargetelo di zucchero a velo e tagliatelo a<br />

cubetti grossi.


TuttoBallo<br />

Vista l’attuale impopolarità della Russia, troppo impegnata a mettere in chiaro<br />

una guerra umanitaria, in questo articolo oggi ci tengo a sottolineare come la<br />

bar industry sia tanto vicino, quanto influente, come una volta era il cibo in<br />

tempo di guerra.<br />

Quindi cosa è successo di così stravagante? Un drink nato a Los Angeles, per<br />

caso da tre amici, che per caso miscelarono la vodka Smirnoff (prodotta e<br />

creata a Mosca) alla bevanda allo zenzero e per caso aggiunsero un po’ di<br />

lime fino a quando non scoprirono e capirono che il gusto era eccezionale e<br />

che avevano bisogno di qualcosa per far capire che era un nuovo intrigo….<br />

Quindi comprarono delle tazze di rame con un asino disegnato sopra, da qui<br />

l’omonimo nome appunto Moscow mule, che, pensate, la strategia adottata<br />

per far conoscere il drink ai baristi e ai bar Americani fu di impiegare gli attori<br />

del tempo, tra cui anche un suo consumatore, Mr. Woody Allen.<br />

Oggi appunto, l’iniziativa degli American Bar è stata proprio di boicottare la<br />

vodka Russa e di censurarne anche le tipicità del luogo. E non solo il Moscow,<br />

che da oggi passerà a Kiev Mule, ma anche il White & Black Russian, oggi<br />

White Ukranian & Black Ukranian, e la Caipiroska in Caipi Island.<br />

In conclusione, questa decisione, per me non molto efficace, su una<br />

considerazione mi trova d’accordo; e sarebbe il fatto che la vodka migliore,<br />

come ha precisato Cipriani dello storico Harry’s bar di Venezia, è Polacca.<br />

Instagram: https://www.instagram.com/danilo_pentivolpe/<br />

WEB SITE: www.bartendersclassheroes.com<br />

Facebook: https://www.facebook.com/pentivolpe.danilo/<br />

Danilo Pentivolpe


TuttoBallo<br />

MAURI MENGA<br />

TENDENZE<br />

MAKE UP 2022<br />

COME TRUCCARSI IN QUESTA<br />

PRIMAVERA ESTATE


Per chi ama rinnovare il proprio aspetto ed essere sempre alla moda, le tendenze<br />

make up 2022 chiudono il capitolo del nude look e trasformano il viso di chi lo<br />

vorrà in una bellissima tavolozza dai toni pastello o glitterati. Per chi cerca consigli<br />

di make up ecco come truccarsi in questa primavera estate, tutti i suggerimenti<br />

beauty per un look vibrante, creativo e personalizzato.<br />

Il dominio dei nude e del morbido e sofisticato degli ultimi anni sta per essere<br />

sostituito dal colore, soprattutto sulle labbra. Dopo un anno e mezzo di bocca<br />

coperta dalla mascherina, torna allo scoperto e lo fa alla grande con il rosso e il<br />

viola su tutti, anche abbinati a smokey eyes scuri. Infatti anche sugli occhi<br />

ricompaiono lampi brillanti tra azzurri, rosa, gialli e verdi fluo, mentre la base è<br />

sempre più nuda e fusa con la pelle, abbandonando il glow estremo in favore del<br />

trucco opaco ma leggeri, impalpabili. Anche questa primavera estate indosseremo<br />

il look monocromo, dove lo stesso colore tocca bocca, guance e occhi nel nome<br />

dei rosa, dei rossi e dei pescati, anche intensi, mentre gli illuminanti saranno<br />

cremosi e leggeri, dall’effetto non troppo bagnato. Nella storia degli stili di trucco<br />

abbiamo imparato ad apprezzare nuove mode, abbiamo visto tramontare<br />

velocemente alcune tendenze, abbiamo visto tornare dei beauty di tendenza<br />

particolari.<br />

TuttoBallo<br />

Tra le tendenze make up 2022 c’è proprio un grande ritorno: quello dei toni pastello che si rifà agli anni del trucco ottanta e<br />

duemila Quest’anno sarà una vera esplosione di colore, dove tonalità creative colorano labbra e occhi in modo unico e<br />

incredibile, dove gli occhi si trasformano in piccole opere d’arte, dove ombretti pastelli si fondono tra loro in modo energico e<br />

sgargiante, oppure dove le labbra tornano protagoniste, un punto luce rosso ultra femminile che non può passare inosservato!<br />

Per le amanti del nude look e della bellezza al naturale, è chiaro che ognuna fa quello che vuole di sé e del proprio corpo quindi<br />

non è necessario doversi arrendere alle nuove tendenze make up ma continuare con la propria scelta di trucco ideale. Lo stesso<br />

vale per chi ha ceduto<br />

Le sopracciglia sembrano tatuate, quest’anno la parola d’ordine è sopracciglia sottili ma ben definite e questa nuova moda non<br />

fa per chi ha ceduto al ritocchino di rinfoltimento! Alla base delle tendenze trucco 2022 c’è il rosso, in tutte le sue sfumature,<br />

Questa tonalità romantica si ripete su zigomi e labbra, per una nuance rosata naturale, fresca e luminosa. Questa tonalità è la<br />

chiave di bellezza in quanto è un colore che simboleggia il benessere, la salute, il romanticismo. Un effetto benessere<br />

totalizzante per chi vuole esprimere la sua femminilità nella sua delicatezza. La tendenza per quest’anno è dare volume e<br />

colorare le labbra di tinte rosse per un effetto luminoso, metallizzato, lucido ma allo stesso tempo confortevole. Una nota<br />

audace, che va dai rossi accesi a quelli più delicati oppure con tonalità più scure, dal borgogna al vinaccia.<br />

Il glitter non è mai scomparso totalmente dal mondo del make up ma nel 2022 torna alla ribalta sia per il trucco labbra sia per il<br />

trucco occhi: ombretti in crema, in polvere, liquidi, per un make up luminoso, brillante, abbinato a ombretti dai toni scuri per<br />

trovare le giuste sfumature e dare vita ad un trucco perfetto. Al rosa si affiancano argento, oro, bronzo o bianco in base al<br />

proprio incarnato. Per chi ama i colori pastello, nel make up 2022 non ci sono solo ombretti glitterati ma anche tante favolose<br />

tonalità pastello. la nuova tendenza vuole il bianco come base trucco occhi, a cui abbinare lilla o viola Very!


Pensiero del mese<br />

DI FRANCESCA MEUCCI - DIRETTRICE DI SOLOMENTE<br />

Un giorno decidi di fare qualcosa di concreto per la<br />

popolazione ucraina. Raccogli un sacco di roba, la dividi per<br />

genere in scatole predisposte e vai a consegnarle a Santa<br />

Sofia, il punto di raccolta di Roma. Però quando arrivi non ti<br />

limiti a consegnare e andare via. Chiedi se puoi visitare la<br />

chiesa. É meravigliosa. Fuori è tutta bianca. Dentro tutta<br />

piena di mosaici colorati che ti ricordano quelli bizantini della<br />

Basilica di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna. C'è un'altare.<br />

Sul lato destro la bandiera illuminata dai raggi del sole che<br />

entrano dalle vetrate. Io prego. C'è una grande pace. In<br />

chiesa non c'è nessuno. Al piano di sotto ci sono almeno<br />

duecento volontari che smistano le donazioni dei romani. I<br />

romani hanno un grande cuore e fanno la fila per<br />

consegnare quello che possono. Ogni giorno parte un tir. I<br />

miei figli hanno scritto dediche in ucraino (per una volta lo<br />

smartphone è stato utile) sui giochi per i bambini come loro,<br />

che prima vivevano come loro e ora si ritrovano in guerra.<br />

Una guerra che non gli appartiene e che non dovrebbero<br />

vivere. I bambini non si toccano. Mai. Qualcuno ha messo<br />

bigliettini nelle tasche dei vestiti (sempre in ucraino).<br />

Qualcuno ha scritto 'Forza Ucraina' sul tappo del barattolo di<br />

Nutella. Qualcuno domanda perché? Io non ho risposte.<br />

Come la spieghi questa guerra assurda a un bambino?<br />

Guardo la bandiera illuminata dal sole nella chiesa. C'è una<br />

grande pace. Tanto silenzio. E penso che i bambini devono<br />

vivere in pace, illuminati dal sole.<br />

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