Valle che vai, gusto che trovi
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INTRODUZIONE<br />
È sotto gli occhi di tutti come stia mutando la comune percezione delle aree marginali in<br />
seguito alla nuova narrazione di questa Italia minore, ma non meno importante, <strong>che</strong> si sta<br />
imponendo in ambito culturale e antropologico.<br />
Zone geografi<strong>che</strong> <strong>che</strong>, fino a ieri, erano dimenticate al punto da essere ritenute pressoché<br />
inesistenti dall’economia e dagli itinerari turistici, stanno manifestandosi come possibili oasi<br />
dove poter conoscere e sperimentare nuove forme del vivere umano.<br />
Nello specifico è interessante come, in esse e attraverso esse, stia iniziando ad apparire sulla<br />
scena la visione di un turismo lento e sostenibile, non invasivo e legato alla qualità della vita.<br />
Un "buon vivere" nel quale il cibo sano e territoriale rappresenta una parte importante.<br />
Le quattro valli cuneesi prese in considerazione da questo lavoro (Gesso, Grana, Maira e Stura)<br />
rientrano a pieno titolo in questo scenario.<br />
Quando si parla di aree marginali in relazione al cibo ben presto si finisce con lo scoprire <strong>che</strong> la<br />
scarsità di risorse ha fatto da spinta nell’utilizzo creativo dei pochi prodotti reperibili attorno al<br />
luogo in cui si svolgeva la vita.<br />
Oggi sono ormai lontani i tempi della fame, ma il boom economico degli anni ’60, se da un lato<br />
ha garantito la tranquillità economica delle famiglie, dall’altro ha culturalmente provocato il<br />
rifiuto e la rimozione, an<strong>che</strong> nel campo del cibo, di tutto ciò <strong>che</strong> era legato ad un passato non<br />
certo facile.<br />
Fortunatamente il lavoro ventennale di Slow Food ha aperto una "via maestra”, rivalutando la<br />
cultura del cibo (ché il cibo è cultura). Sono così state imboccate nuove strade, volte al recupero<br />
e all’attualizzazione di vecchie ricette e prodotti unici e non standardizzati, una visione <strong>che</strong> apre<br />
spazi verso economie sane, giuste e locali.<br />
Un futuro possibile auspicato da molte voci.<br />
Stiamo finalmente imparando il rispetto per il passato senza però farne un feticcio intoccabile,<br />
salvando le radici per far crescere l’albero di una nuova realtà an<strong>che</strong> economica e lavorativa.<br />
Nelle valli oggetto di questo lavoro sono nati infatti consorzi finalizzati alla tutela della<br />
biodiversità produttiva, altamente presente nei rispettivi territori, affiancati dal proliferare di<br />
piccole e giovani aziende <strong>che</strong> hanno scelto il metodo biologico e portano avanti produzioni e<br />
lavorazioni maggiormente attente alla qualità.<br />
Arrivati a questo punto non vi resta <strong>che</strong> iniziare il viaggio e l’esplorazione.<br />
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