07.02.2022 Views

Valle che vai, gusto che trovi

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INTRODUZIONE<br />

È sotto gli occhi di tutti come stia mutando la comune percezione delle aree marginali in<br />

seguito alla nuova narrazione di questa Italia minore, ma non meno importante, <strong>che</strong> si sta<br />

imponendo in ambito culturale e antropologico.<br />

Zone geografi<strong>che</strong> <strong>che</strong>, fino a ieri, erano dimenticate al punto da essere ritenute pressoché<br />

inesistenti dall’economia e dagli itinerari turistici, stanno manifestandosi come possibili oasi<br />

dove poter conoscere e sperimentare nuove forme del vivere umano.<br />

Nello specifico è interessante come, in esse e attraverso esse, stia iniziando ad apparire sulla<br />

scena la visione di un turismo lento e sostenibile, non invasivo e legato alla qualità della vita.<br />

Un "buon vivere" nel quale il cibo sano e territoriale rappresenta una parte importante.<br />

Le quattro valli cuneesi prese in considerazione da questo lavoro (Gesso, Grana, Maira e Stura)<br />

rientrano a pieno titolo in questo scenario.<br />

Quando si parla di aree marginali in relazione al cibo ben presto si finisce con lo scoprire <strong>che</strong> la<br />

scarsità di risorse ha fatto da spinta nell’utilizzo creativo dei pochi prodotti reperibili attorno al<br />

luogo in cui si svolgeva la vita.<br />

Oggi sono ormai lontani i tempi della fame, ma il boom economico degli anni ’60, se da un lato<br />

ha garantito la tranquillità economica delle famiglie, dall’altro ha culturalmente provocato il<br />

rifiuto e la rimozione, an<strong>che</strong> nel campo del cibo, di tutto ciò <strong>che</strong> era legato ad un passato non<br />

certo facile.<br />

Fortunatamente il lavoro ventennale di Slow Food ha aperto una "via maestra”, rivalutando la<br />

cultura del cibo (ché il cibo è cultura). Sono così state imboccate nuove strade, volte al recupero<br />

e all’attualizzazione di vecchie ricette e prodotti unici e non standardizzati, una visione <strong>che</strong> apre<br />

spazi verso economie sane, giuste e locali.<br />

Un futuro possibile auspicato da molte voci.<br />

Stiamo finalmente imparando il rispetto per il passato senza però farne un feticcio intoccabile,<br />

salvando le radici per far crescere l’albero di una nuova realtà an<strong>che</strong> economica e lavorativa.<br />

Nelle valli oggetto di questo lavoro sono nati infatti consorzi finalizzati alla tutela della<br />

biodiversità produttiva, altamente presente nei rispettivi territori, affiancati dal proliferare di<br />

piccole e giovani aziende <strong>che</strong> hanno scelto il metodo biologico e portano avanti produzioni e<br />

lavorazioni maggiormente attente alla qualità.<br />

Arrivati a questo punto non vi resta <strong>che</strong> iniziare il viaggio e l’esplorazione.<br />

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