Valle che vai, gusto che trovi
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LA SEGALE<br />
La segale è un cereale della famiglia delle Poaceae diffusa nelle zone temperate, il cui nome<br />
probabilmente deriva dal latino secare (tagliare): seges erano infatti le messi, le biade, <strong>che</strong> si<br />
tagliano con la falce.<br />
È il cereale della montagna per eccellenza, ma ha origine in Asia Minore migliaia di anni fa<br />
come pianta infestante nei campi di orzo e frumento.<br />
Tuttavia è riuscita a farsi apprezzare dagli agricoltori, diventando fondamentale per<br />
l’economia delle nostre montagne, grazie alla grande quantità di granella <strong>che</strong> è capace di<br />
produrre an<strong>che</strong> durante le cattive annate quando la produzione degli altri due cereali era<br />
scarsa. Inoltre è una pianta particolarmente adatta ai climi rigidi e alle avversità dell’arco alpino.<br />
La segale infatti veniva impiegata praticamente ovunque: in cucina, per imbottire i pagliericci<br />
e per la copertura dei tetti delle abitazioni. In cucina la farina di segale viene utilizzata<br />
principalmente per fare il pane e in alcuni casi an<strong>che</strong> la pasta. Uno dei piatti più abituali nella<br />
cucina contadina era costituito da fette di pane di segale immerse nella zuppa di verdure,<br />
ottenendo la “panada”.<br />
Il pane di segale si può ottenere sia usando solo farina di segale sia mischiandola con la farina<br />
bianca. Avendo meno forza di lievitazione, la pasta, in genere, si allarga e le pagnotte restano<br />
basse, più sottili di quelle di pane bianco.<br />
Oggi purtroppo i tetti in segnale non esistono quasi più nella zona alpina del Cuneese.<br />
Tuttavia percorrendo il sentiero Lo viòl di tàit da Sant’Anna di Valdieri se ne possono vedere<br />
alcuni, così come i terrazzamenti, i muri a secco e i canali d’irrigazione, a testimonianza di un<br />
passato in cui la segale veniva coltivata sui pendii.<br />
Se un tempo la segale era tutto, ancora oggi può significare qualcosa per l’economia di<br />
montagna, grazie a chi torna a seminare questo cereale per farne farina, birra, materiali<br />
isolanti destinati alla bioedilizia.<br />
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