Valle che vai, gusto che trovi
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MINESTRA DI AGLIO<br />
ANNARITA BELLIARDO<br />
Movimento per la Decrescita Felice / CircoloTerritoriale di Cuneo - <strong>Valle</strong> Grana<br />
ingredienti:<br />
1 l di acqua<br />
500 ml di brodo di carne<br />
4 teste d’aglio di Caraglio<br />
una manciata di foglie<br />
1 rametto di timo o origano<br />
1 foglia di alloro<br />
peperoncino a piacere<br />
5 cucchiai di panna o latte<br />
3 cucchiai di olio extra vergine d’oliva<br />
sale<br />
pepe<br />
pane raffermo<br />
Mettere nel misto di acqua e brodo l’aglio, la salvia, il timo, l’alloro e il peperoncino.<br />
Portare ad ebollizione e far cuocere per 20 minuti. Lasciar raffreddare e poi togliere alloro e<br />
peperoncino. Frullare con un mixer e aggiungere la panna o il latte.<br />
Salare, pepare e aggiungere l’olio. Riportare ad ebollizione per 2 minuti.<br />
Tagliare il pane a fette e abbrustolirlo. Mettere i crostoni nel piatto e versarvi sopra la zuppa calda.<br />
L’utilizzo dell’aglio di Caraglio (particolarmente dolce) alla base di questa ricetta garantisce<br />
una zuppa leggera <strong>che</strong> evita spiacevoli effetti ma depura l’organismo senza abdicare al <strong>gusto</strong><br />
veramente squisito.<br />
SOUPA MITUNÀ<br />
ANNARITA BELLIARDO<br />
Movimento per la Decrescita Felice / CircoloTerritoriale di Cuneo - <strong>Valle</strong> Grana<br />
ingredienti:<br />
400 g di pane raffermo (bianco, di frumento)<br />
brodo di carne<br />
1 cipolla dorata<br />
burro, a piacere<br />
olio extra vergine di oliva q.b.<br />
un mazzetto di rosmarino<br />
Affettare la cipolla e dorarla in padella con una noce di burro e due cucchiai di olio extra vergine<br />
di oliva. Intanto tagliare il pane a fette spesse un dito circa e unirle al soffritto. Coprire il tutto<br />
con il brodo, precedentemente riscaldato. Salare. Dopo circa dieci minuti di cottura,<br />
aggiungere il rosmarino.<br />
Quando tutto il brodo risulterà assorbito, aggiungere a piacere parmigiano grattugiato.<br />
Le zuppe di pane raffermo sono sempre state uno dei piatti più diffusi nelle tradizioni di valle,<br />
per la povertà dei suoi ingredienti e per la possibilità di riutilizzare il pane non più fresco.<br />
È an<strong>che</strong> chiamata in vario modo a seconda della tradizione: il termine “mitunà” deriva dal<br />
verbo francese mitonner, <strong>che</strong> fa riferimento a una cottura lenta e a fuoco dolce.<br />
Pare <strong>che</strong> questa minestra fosse molto utilizzata per ristorare le puerpere, oltre <strong>che</strong> per favorire<br />
la lattazione. In alcune zone del Piemonte, con l’aggiunta di cavolo, vi era la tradizione di<br />
prepararla la sera del 31 ottobre, prima di andare a dormire, apparecchiando la tavola così <strong>che</strong><br />
i famigliari defunti potessero visitare la casa e degustarla.<br />
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