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Valle che vai, gusto che trovi

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CROUSÉT DI VALLE AI PORRI<br />

CON MELATA DI ABETE<br />

I CROUSÉT<br />

ingredienti:<br />

1 kg di farina di frumento<br />

1 uovo<br />

IL SUGO<br />

CARLO OLIVERO<br />

<strong>Valle</strong> Stura<br />

ingredienti:<br />

3 porri di Cervere<br />

1 hg di formaggio Nostrale<br />

melata di abete q.b.<br />

Fare la fontana con la farina, sgusciarvi dentro l’uovo e impastare. Formare i crousét premendo<br />

dei piccoli pezzi di pasta con il pollice, strascinandoli contemporaneamente sulla spianatoia.<br />

Affettare sottilmente i porri e farli appassire con una noce di burro.Aggiungere il nostrale a cubetti.<br />

Condire con questo sugo i crouset precedentemente preparati e aggiungere all’ultimo un filo<br />

di melata.<br />

Per condimento a questa variante dei crousét sono stati scelti un formaggio d’alpeggio e i porri<br />

perché lievemente dolci e tipici della nostra regione. Il miele è aggiunto per esaltare il dolce e<br />

dare sapidità; con tutte le verdure in cui compare la nota dolce, una piccola aggiunta di miele<br />

risulta sempre una caratteristica positiva. In questo caso è consigliata la pregiatissima melata<br />

di abete <strong>che</strong> con la sua delicatezza e la ric<strong>che</strong>zza di profumi ed aromi trasforma un piatto<br />

povero in una preparazione <strong>che</strong> non sfigura su una tavola ben più ricca.<br />

CONIFERE<br />

Tutte le conifere (portatricI di “coni” comunemente detti pigne) presenti in Italia sono edibili in<br />

ogni loro parte: aghi, corteccia e resina.<br />

Va fatta, però, particolare attenzione ad evitare confusione con il Tasso (Taxus baccata) <strong>che</strong>,<br />

pur avendo aspetto simile, appartiene ad altra famiglia ed è pianta velenosa per antonomasia.<br />

Presso le civiltà anti<strong>che</strong>, si svolgeva un rito primaverile durante il quale si innalzava un abete<br />

nella piazza nel mercato e gli uomini nudi percuotevano con un martello l’immagine della<br />

Madre Terra, per liberare lo spirito dell’anno a venire.<br />

In alcuni Paesi europei si credeva <strong>che</strong> quest’albero vegliasse sul bestiame e sulla prosperità delle<br />

campagne;in alcunezonesipensava<strong>che</strong>allontanasseifulminieimpedisseglieffettidelmalocchio.<br />

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