P0023964-1-H1_Rev_0_RPdS
SNAM Rete Gas S.p.A. Terminale di Portovesme Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF) ai sensi del D.Lgs. 105/15 Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021
SNAM Rete Gas S.p.A.
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF) ai sensi del D.Lgs. 105/15
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021
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SNAM Rete Gas S.p.A.
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di
Nulla Osta di Fattibilità (NOF) ai sensi del D.Lgs.
105/15
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021
Il presente documento è costituito da
No. 113 pagine numerate progressivamente,
No. 30 Allegati.
Rev. Descrizione Preparato da Controllato da Approvato da Data
0 Prima Emissione F. Ovidi / M. Gattuso M. Gattuso G. Uguccioni Novembre 2021
Tutti i diritti, traduzione inclusa, sono riservati. Nessuna parte di questo documento può essere divulgata a terzi,
per scopi diversi da quelli originali, senza il permesso scritto di RINA Consulting S.p.A.
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
INDICE
LISTA DELLE TABELLE 5
LISTA DELLE FIGURE 5
ABBREVIAZIONI E ACRONIMI 7
DESCRIZIONE SINTETICA DEL PROGETTO 9
ADEMPIMENTI AI SENSI DEL D.LGS. 105/15 11
SCOPO, CAMPO DI APPLICAZIONE E STRUTTURA DEL RAPPORTO DI SICUREZZA 12
A. DATI IDENTIFICATIVI E UBICAZIONE DELLO STABILIMENTO 13
A.1 DATI GENERALI 13
A.1.1 Nominativo, codice fiscale e indirizzo (sede legale) del Gestore 13
A.1.2 Denominazione e ubicazione dello Stabilimento 13
A.1.3 Responsabile della progettazione 15
A.1.4 Responsabile della stesura del Rapporto di Sicurezza 15
A.2 LOCALIZZAZIONE E IDENTIFICAZIONE DELLO STABILIMENTO 15
A.2.1 Corografia della zona 15
A.2.2 Posizione dello stabilimento 15
A.2.3 Piante e sezioni dell’impianto 15
B. INFORMAZIONI RELATIVE ALLO STABILIMENTO 18
B.1 POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI 18
B.2 STRUTTURA ORGANIZZATIVA 18
B.3 DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ E TECNOLOGIA DI BASE 18
B.3.1 Descrizione delle attività 18
B.3.2 Tecnologia di base 24
B.3.3 Schema a blocchi e schema di processo 32
B.3.4 Capacità produttiva 32
B.3.5 Informazioni relative alle sostanze oggetto del Rapporto di Sicurezza 33
C. SICUREZZA DELLO STABILIMENTO 37
C.1 ANALISI DELL’ESPERIENZA STORICA INCIDENTALE 37
C.1.1 Problemi noti di salute e sicurezza dell’impianto 37
C.1.2 Esperienza storica relativa a incidenti 39
C.2 REAZIONI INCONTROLLATE 41
C.2.1 Reazioni esotermice e/o difficili da controllare 41
C.3 EVENTI METEOROLOGICI, GEOFISICI, METEOMARINI, CERAUNICI E DISSESTI
IDROGEOLOGICI 41
C.3.1 Condizioni meteorologiche prevalenti 41
C.3.2 Cronologia degli eventi geofisici, meteo marini, ceraunici e dei dissesti idrogeologici 47
C.4 ANALISI DEGLI EVENTI INCIDENTALI 60
C.4.1 Sequenze incidentali 60
C.4.2 Stima delle conseguenze degli scenari incidentali 61
C.4.3 Mappe di danno 61
C.4.4 Analisi delle conseguenze ambientali 61
C.4.5 Comportamento dell’Impianto in caso di indisponibilità delle reti di servizio 61
C.5 SINTESI DEGLI EVENTI INCIDENTALI E INFORMAZIONI PER LA PIANIFICAZIONE DEL
TERRITORIO 61
C.5.1 Sintesi dei risultati dell’analisi degli eventi incidentali 61
Pag.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 1
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
C.5.2 Elementi per la pianificazione territoriale ai sensi del D.M. 9 Maggio 2001 82
C.6 DESCRIZIONE DELLE PRECAUZIONI ASSUNTE PER PREVENIRE O MITIGARE GLI
INCIDENTI 83
C.6.1 Descrizione delle precauzioni assunte per prevenire o mitigare gli incidenti 83
C.6.2 Accorgimenti previsti per prevenire gli errori umani 83
C.6.3 Valutazione della sicurezza in relazione allo stato funzionale dell’impianto 84
C.7 CRITERI PROGETTUALI E COSTRUTTIVI 84
C.7.1 Precauzioni e coefficienti di sicurezza adottati nella progettazione delle strutture 84
C.7.2
C.7.3
Norme e criteri di progettazione degli impianti elettrici, dei sistemi di strumentazione di
controllo, degli impianti di protezione contro le scariche atmosferiche ed elettrostatiche 84
Norme e criteri di progettazione dei recipienti e apparecchiature di processo, dei
serbatoi e delle tubazioni, dei dispositivi di scarico della pressione e dei sistemi di
convogliamento ed eventuale abbattimento 88
C.7.4 Torce e scarichi d’emergenza all’atmosfera di prodotti tossici e/o infiammabili 88
C.7.5
C.7.6
Modalità e periodicità di controllo del funzionamento delle valvole di sicurezza, dei
sistemi di blocco e di tutti i componenti critici per la sicurezza 93
Criteri di protezione dei contenitori di sostanze pericolose nei confronti della corrosione
esterna 93
C.7.7 Ubicazione delle zone in cui sono immagazzinate sostanze corrosive 94
C.7.8 Rivestimenti interni, sovraspessori di corrosione e ispezioni. 94
C.7.9 Procedure di controllo delle apparecchiature critiche 94
C.7.10 Sistemi di blocco di sicurezza 94
C.7.11
C.7.12
Luoghi con pericolo di formazione e persistenza di miscele infiammabili e/o esplosive
e/o tossiche e misure adottate 99
Precauzioni a fronte del danneggiamento di serbatoi, condotte e apparecchiature
contenenti sostanze tossiche o infiammabili per impatti meccanici o urti con mezzi mobili
100
C.8 SISTEMI DI RILEVAMENTO 100
C.8.1 Descrizione e posizione dei rilevatori 100
D. SITUAZIONI CRITICHE, CONDIZIONI DI EMERGENZA E RELATIVI APPRESTAMENTI 102
D.1 SOSTANZE EMESSE 102
D.1.1
Sostanze emesse in condizioni anomale di funzionamento e in caso di incidente e quasi
incidente 102
D.2 EFFETTI INDOTTI DA INCIDENTI SU IMPIANTI RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE 102
D.2.1 Effetti indotti da incendi o esplosioni 102
D.2.2 Effetti degli incidenti indotti 104
D.2.3
Misure previste per evitare, in caso di incendio e/o esplosione, il danneggiamento di
strutture, serbatoi, apparecchiature e condotte contenenti sostanze infiammabili e/o
tossiche. 104
D.3 SISTEMI DI CONTENIMENTO 104
D.3.1 Sistemi per il contenimento di fuoriuscite di sostanze infiammabili 104
D.3.2 Sistemi per il contenimento di fuoriuscite di liquidi tossici o pericolosi per l’ambiente 105
D.3.3 Sistemi per il contenimento di fuoriuscite di gas o vapori tossici 105
D.4 CONTROLLO OPERATIVO 105
D.4.1 Criteri di predisposizione delle procedure e istruzioni per il controllo operativo 105
D.4.2 Struttura e indice dei manuali operativi 105
D.5 SEGNALETICA DI EMERGENZA 105
D.6 FONTI DI RISCHIO MOBILI 105
D.6.1 Descrizione delle fonti di rischio mobili 105
D.6.2 Precauzioni adottate per prevenire il rischio associato alle fonti di rischio mobile 107
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Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
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D.7 RESTRIZIONI PER L’ACCESSO AGLI IMPIANTI E PER LA PREVENZIONE DI ATTI DELIBERATI
107
D.7.1 Dispositivi, attrezzature, sistemi e/o procedure 107
D.8 MISURE CONTRO L’INCENDIO 107
D.8.1
Impianti, attrezzature e organizzazione per la prevenzione e l’estinzione degli incendi
107
D.8.2 Sistema di drenaggio 107
D.8.3 Fonti di approvvigionamento dell’acqua antincendio 107
D.8.4 Autorizzazioni concernenti la prevenzione incendi 107
D.9 SITUAZIONI DI EMERGENZA E RELATIVI PIANI 108
D.9.1 Dislocazione di sale controllo, uffici, laboratori e apparecchiature principali 108
D.9.2 Mezzi di comunicazione all’interno dello stabilimento e con l’esterno 108
D.9.3 Ubicazione dei servizi di emergenza e dei presidi sanitari previsti 108
D.9.4 Programma di Addestramento Personale 108
D.9.5 Piano di Emergenza Interno e informazioni per il Piano di Emergenza Esterna 108
D.9.6 Responsabili attuazione dei piani di emergenza 108
E. IMPIANTI DI TRATTAMENTO REFLUI E STOCCAGGIO RIFIUTI 109
E.1 TRATTAMENTO E DEPURAZIONE REFLUI 109
E.1.1 Impianti di trattamento e depurazione dei reflui 109
E.1.2 Planimetria della rete fognaria 109
E.2 GESTIONE DEI RIFIUTI PERICOLOSI 109
E.2.1 Adempimenti per la gestione dei rifiuti 109
F. MISURE ASSICURATIVE E DI GARANZIA PER I RISCHI DI DANNO A PERSONE, COSE,
ALL’AMBIENTE 111
F.1 CERTIFICAZIONI 111
F.1.1 Copia delle certificazioni e autorizzazioni 111
F.2 MISURE ASSICURATIVE 111
F.2.1
Copia della documentazione relativa alle polizze assicurative e di garanzia per i rischi di
danni a persone, a cose e all’ambiente 111
RIFERIMENTI 112
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ALLEGATO A.1.2
ALLEGATO A.1.4
ALLEGATO A.2.1
ALLEGATO A.2.2
ALLEGATO A.2.3
ALLEGATO B.3.2
ALLEGATO B.3.3-A
ALLEGATO B.3.3-B
ALLEGATO C.1.2
ALLEGATO C.4
ALLEGATO C.4.1-A
ALLEGATO C.4.1-B
ALLEGATO C.4.1-C
ALLEGATO C.4.1-D
ALLEGATO C.4.1-E
ALLEGATO C.4.1-F
ALLEGATO C.4.2
ALLEGATO C.4.3
INDICE DEGLI ALLEGATI E DELLE APPENDICI
PLANIMETRIA DEI CONFINI DELLO STABILIMENTO E UNITÀ LOGICHE
CURRICULUM VITAE DEL RESPONSABILE DELLA STESURA DEL RAPPORTO
PRELIMINARE DI SICUREZZA
COROGRAFIA DELLA ZONA
POSIZIONE DEL TERMINALE SU MAPPA
PIANTE E SEZIONI DEL TERMINALE
ELENCO DELLE NORME DI RIFERIMENTO
SCHEMA A BLOCCHI
SCHEMI DI PROCESSO E BILANCI DI MATERIA ED ENERGIA
ANALISI STORICA ESTERNA
METODOLOGIA PER LA CONDUZIONE DELL’ANALISI DI RISCHIO
ANALISI PRELIMINARE PER L’INDIVIDUAZIONE DELLE AREE CRITICHE (METODO A
INDICI)
HAZOP REPORT
IDENTIFICAZIONE DEGLI EVENTI INCIDENTALI DA DEVIAZIONI DI PROCESSO E
CALCOLO DELLA RELATIVA FREQUENZA DI ACCADIMENTO
P&IDS CON IDENTIFICATE LE SEZIONI INTERCETTABILI PER L’ANALISI DEGLI
EVENTI RANDOM
IDENTIFICAZIONE DEGLI EVENTI INCIDENTALI RANDOM E CALCOLO DELLA
RELATIVA FREQUENZA DI ACCADIMENTO
ANALISI DEI POSSIBILI CASI DI RILASCIO DI GNL A SEGUITO DI COLLISIONE DI
MEZZI NAVALI CON LA FSRU
ANALISI DELLE CONSEGUENZE DEGLI EVENTI INCIDENTALI
RAPPRESENTAZIONE CARTOGRAFICA DELLE CONSEGUENZE DEGLI SCENARI
INCIDENTALI
ALLEGATO C.5.2 ELEMENTI PER LA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE AI SENSI DEL D.M. 9/05/2001
ALLEGATO C.7.10
ALLEGATO C.7.11
ALLEGATO C.8.1
ALLEGATO D.6.1
ALLEGATO D.9.3
ALLEGATO E.1.2
ALLEGATO I.2
ALLEGATO I.4
ALLEGATO I.5
ALLEGATO I.9
ALLEGATO I.11
MATRICE CAUSA-EFFETTI
PLANIMETRIA AREE A RISCHIO DI ESPLOSIONE
PLANIMETRIA DEL SISTEMA DI RIVELAZIONE GAS E INCENDI
PLANIMETRIA DELLE AREE LOGISTICHE E DELLA VIABILITÀ DI COLLEGAMENTO
PLANIMETRIA DEI PRESIDI DI EMERGENZA, DELLE VIE DI FUGA E DEI PUNTI DI
RACCOLTA
PLANIMETRIA IMPIANTO SMALTIMENTO ACQUE PIOVANE
SCHEDE DI SICUREZZA
QUANTITÀ MASSIME DELLE SOSTANZE PERICOLOSE
TABELLA RIEPILOGATIVA DELLE RISULTANZE DELLE ANALISI DEGLI EVENTI
INCIDENTALI
ATTIVITÀ SOGGETTE AL CONTROLLO DEL CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL
FUOCO AI SENSI DEL D.P.R. 151/2011
DOCUMENTAZIONE, DI CUI ALL’ALLEGATO I DEL DECRETO DEL MINISTERO
DELL’INTERNO DEL 7 AGOSTO 2012
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LISTA DELLE TABELLE
Tabella 1: Caratteristiche della Shuttle Carrier da 7.500 m 3 19
Tabella 2: Caratteristiche della Shuttle Carrier da 30.000 m 3 19
Tabella 3: Caratteristiche della nave metaniera “bunkering vessel” da 1.000 m 3 20
Tabella 4: Caratteristiche della nave metaniera “bunkering vessel” da 7.500 m 3 20
Tabella 5: Sintesi delle modalità operative e corrispondenza con casi H&MB. 21
Tabella 6: Capacità produttiva e parametri operativi 33
Tabella 7: Composizione del GNL 34
Tabella 8: Classificazione delle sostanze secondo regolamento 1272/2008/CE 35
Tabella 9: Temperatura Media Mensile Aria nel periodo 2015 - 2020 (rif. Stazione RMN Carloforte) 42
Tabella 10: Temperatura Media Mensile Acqua nel periodo 2015 - 2020 (rif. Stazione RMN Carloforte) 43
Tabella 11: Umidità relativa nel periodo 2015 - 2020 (rif. Stazione RMN Carloforte) 43
Tabella 12: Dati anemometrici acquisiti 44
Tabella 13: Umidità relativa nel periodo 2015 - 2020 (rif. Stazione RMN Carloforte) 47
Tabella 14: Zone Sismiche e Accelerazioni Associate – Italia 47
Tabella 15: Correnti superficiali indotte dagli estremi di vento (rif. No. [16]); Usup = velocità superficiale 54
Tabella 16: Scala Fujita 57
Tabella 17: Principali eventi identificati come tornado 58
Tabella 18: Tabella riepilogativa delle risultanze delle analisi degli eventi incidentali 62
Tabella 19: Caratteristiche geometriche delle candele HP ed LP installate a bordo della FSRU 88
Tabella 20: Caratteristiche geometriche dello sfiato di emergenza in banchina 88
LISTA DELLE FIGURE
Figura 1: Inquadramento Generale dell’Area di Intervento 9
Figura 2: Inquadramento della rete di distribuzione gas di Portovesme (opere connesse) 10
Figura 3: Inquadramento geografico dell’area di intervento e indicazione dell’ubicazione del Terminale 13
Figura 4: Piantina del porto di Portovesme 14
Figura 5: Layout e limiti di batteria del Terminale 16
Figura 6: Classificazione IMO dei serbatoi di stoccaggio GNL 25
Figura 7: Ubicazione della valvola SDV-16 installata a monte del PIL 29
Figura 8: Schema semplificato circuito BOG 30
Figura 9: Ubicazione della centralina della Rete Mareografica Nazionale di Carloforte 42
Figura 10: Localizzazione geografica dei punti di acquisizione dati 44
Figura 11: Distribuzione direzionale del regime anemometrico ricostruito nel punto ERA5, Nord 39.25°N –
8.00°E 45
Figura 12: Distribuzione direzionale del regime anemometrico ricostruito nel punto ERA5, Sud 39.00°N –
8.00°E 45
Figura 13: Distribuzione direzionale del regime anemometrico misurato dalla stazione anemometrica di
Carloforte, 39.148°N – 8.31°E 46
Figura 14: Estratto classificazione sismica della Sardegna 48
Figura 15: Rischio Idrogeologico – Aree caratterizzate da pericolosità idraulica del Comune di Portoscuso
e posizione dell’impianto FSRU (verde). 51
Figura 16: Rischio Frane – Aree caratterizzate da pericolosità da frane del Comune di Portoscuso e
posizione dell’impianto FSRU (verde) 52
Figura 17: Localizzazione dei punti ERA5-Nord e ERA5-Sud utilizzati per la caratterizzazione del moto
ondoso a largo 53
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Figura 18: Distribuzione direzionale degli eventi di moto ondoso con Hs>0.5 m nel punto ERA5 Nord, di
coordinate 39.25°N, 8.00°E 53
Figura 19: Distribuzione direzionale degli eventi di moto ondoso con Hs>0.5 m nel punto ERA 5 Sud di
coordinate 39.00°N - 8.00°E 54
Figura 20: Livello idrometrico nel periodo 2015 – 2020 (rif. Stazione RMN Carloforte) 55
Figura 21: Distribuzione dei POIs nel territorio italiano e lungo il tratto di costa più prossimo all’area
portuale di Portovesme e indicazione del POI assunto come riferimento, ARP = 2.500 anni 56
Figura 22: Curve di rischio per il POI assunto. 56
Figura 23: Eventi di forte vento (giallo) o tornado (rosso) nel periodo gen. 2000- apr. 2021 – Fonte
European Severe Weather Database. In verde l’area di interesse 58
Figura 24: Mappa dei valori medi del numero di fulminazioni a terra sul territorio italiano 60
Figura 25: Architettura di controllo 86
Figura 26: Dispersione sfiati FSRU – GNL leggero – Condizioni meteo 2F – (a) LP, (b) HP 89
Figura 27: Dispersione sfiati FSRU – GNL pesante – Condizioni meteo 2F – (a) LP, (b) HP 90
Figura 28: Dispersione sfiati FSRU – GNL leggero – Condizioni meteo 5D – (a) LP, (b) HP 90
Figura 29: Dispersione sfiati FSRU – GNL pesante – Condizioni meteo 5D – (a) LP, (b) HP 90
Figura 30: Dispersione sfiati FSRU – GNL leggero – Condizioni meteo 7D – (a) LP, (b) HP 90
Figura 31: Dispersione sfiati FSRU – GNL pesante – Condizioni meteo 7D – (a) LP, (b) HP 91
Figura 32: Dispersione sfiato banchina –Condizioni meteo 2F – (a) GNL leggero, (b) GNL pesante 92
Figura 33: Dispersione sfiato banchina –Condizioni meteo 5D – (a) GNL leggero, (b) GNL pesante 92
Figura 34: Dispersione sfiato banchina –Condizioni meteo 7D – (a) GNL leggero, (b) GNL pesante 93
Figura 35: Schema ESD 96
Figura 36: Schema PSD 97
Figura 37: Schema LSD 98
Figura 38: Percorso delle autocisterne in ingresso al carico 106
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Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
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ABBREVIAZIONI E ACRONIMI
ARP
BDV
BOG
CAT-INGV
CCTV
CEI
CNVVF
CTR
DCS
D.Lgs.
D.M.
D.P.C.M.
D.P.R.
DWT
ERS
ESD
FSRU
F&G
GN
GNL / LNG
GPL
HIPPS
HMI
HP
IDLH
IEC
LFL
LP
LSD
MATTM
MIH
NFPA
NIOSH
NOF
NTC
PAI
PCS
PCV
PERC
PFD
PIL
PLC
POI
PSD
PSV
Average Return Period
Blow Down Valve
Boil-Off Gas
Centro Allerta Tsunami dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
Closed Circuit TeleVision
Comitato Elettrotecnico Italiano
Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
Comitato Tecnico Regionale
Distributed Control System
Decreto Legislativo
Decreto Ministeriale
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri
Decreto del Presidente della Repubblica
Deadweight Tonnage (Tonnellaggio di Portata Lorda)
Emergency Release System
Emergency Shut Down
Floating Storage Regasification Unit
Fire and Gas
Gas Naturale
Gas Naturale Liquefatto / Liquefied Natural Gas
Gas di Petrolio Liquefatto
High Integrity Pressure Protection System
Human-Machine Interface (Interfaccia Umo-Macchina)
High Pressure (Alta Pressione)
Immediately Dangerous to Life and Health
International Electrotechnical Commission
Lower Flammable Limit (Limite Inferiore di Infiammabilità)
Low Pressure (Bassa Pressione)
Local Shut Down
Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Maximum Inundation Height
National Fire Protection Association
National Institute for Occupational Safety and Health
Nulla Osta di Fattibilità
Norme Tecniche per le Costruzioni
Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico
Potere Calorifico Superiore
Pressure Control Valve (Valvola di Regolazione della Pressione)
Powered Emergency Release Coupling
Process Flow Diagram (Schema di Processo)
Punto di Intercetto Linea
Programmable Logic Controller
Point Of Interest
Process Shut Down
Pressure Safety Valve
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PTHA
RMN
RPT
s.l.m.
SDV
SiAM
SIL
TPIDL
TLV-TWA
TSO
UNI
UPS
UVCE
VVF
Probabilistic Tsunami Hazard Assessment
Rete Mareografica Nazionale
Rapid Phase Transition
Sul Livello Medio
Shut Down Valve
Sistema di Allertamento nazionale per i Maremoti
Safety Integrity Level
TECHNIP Italy Direzione Lavori S.p.A.
Threshold Limit Value - Time Weighted Average
Transport System Operator (Gestore del Sistema di Trasporto Gas)
Ente Nazionale Italiano di Unificazione
Uninterruptible Power Supply
Unconfined Vapour Cloud Explosion
Vigili del Fuoco
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Terminale di Portovesme
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DESCRIZIONE SINTETICA DEL PROGETTO
La Società Snam Rete Gas (“SRG”), società soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Snam S.p.A
(“Snam”), una delle principali società di infrastrutture energetiche e principale TSO (Transport System Operator -
gestore del sistema di trasporto gas) in ambito europeo, intende allestire nel porto di Portovesme un terminale di
rigassificazione per consentire su un mezzo navale permanentemente ormeggiato:
✓
✓
lo stoccaggio e la vaporizzazione di gas naturale liquefatto (GNL) per il suo trasferimento nella rete di trasporto
di gas naturale a terra che sarà realizzata da Enura S.p.A., Società soggetta all’attività di direzione e
coordinamento di Snam;
Servizi di Small Scale LNG attraverso:
• La distribuzione di GNL tramite autocisterne (truck loading),
• La distribuzione di GNL con apposite navi metaniere “bunkering vessels”.
In particolare, il Terminale sarà costituito da una unità navale di stoccaggio e rigassificazione flottante (FSRU,
Floating Storage Regasification Unit) con una capacità di stoccaggio di circa 130.000 m3 di GNL e una capacità di
rigassificazione massima di circa 330.000 Sm 3 /h. La FSRU sarà permanentemente ormeggiata lungo la banchina
Est del porto di Portovesme (SU).
Il progetto è parte integrante del più ampio progetto di “Collegamento Virtuale” (Virtual Pipeline) per
l’approvvigionamento di gas naturale alla Sardegna, che Snam, in qualità di principale operatore di trasporto e
dispacciamento di gas naturale sul territorio nazionale, intende realizzare, anche attraverso le sue controllate e
partecipate come Snam Rete Gas ed Enura, in coerenza con la legge del 11 settembre 2020, n. 120 «Misure urgenti
per la semplificazione e l’innovazione digitali» (c.d. Decreto Semplificazioni).
Figura 1: Inquadramento Generale dell’Area di Intervento
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Terminale di Portovesme
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Figura 2: Inquadramento della rete di distribuzione gas di Portovesme (opere connesse)
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ADEMPIMENTI AI SENSI DEL D.LGS. 105/15
Il Nuovo Terminale di Portovesme rientra tra le attività industriali a rischio di incidente rilevante ai sensi del D.Lgs.
105/15 “Attuazione della Direttiva 2012/18/UE Relativa al Controllo del Pericolo di Incidenti Rilevanti Connessi con
Sostanze Pericolose”, pubblicato il 26 Giugno 2015 sulla Gazzetta Ufficiale (Supplemento Ordinario No. 38 della
G.U. No. 161 del 14 Luglio 2015).
Più precisamente, il Terminale in esame si configura come “Stabilimento di Soglia Superiore”, essendo presenti
sostanze pericolose “in quantità pari o superiori alle quantità elencate nella colonna 3 della parte 1 o nella colonna
3 della parte 2 dell’allegato 1, applicando, ove previsto, la regola della sommatoria di cui alla nota 4 dell'allegato 1”
(rif. definizione di cui all’art. 3, comma 1, lettera c del D.Lgs. 105/15).
In particolare, per i nuovi stabilimenti, l’art. 16 “Nuovi stabilimenti: rapporti di sicurezza” del D.Lgs. 105/15 prevede
il seguente iter autorizzativo:
1. Chiunque intende realizzare un nuovo stabilimento di soglia superiore, prima di dare inizio alla costruzione
degli impianti, oltre a tutte le autorizzazioni previste dalla legislazione vigente, deve ottenere il Nulla Osta di
Fattibilità di cui all'articolo 17, comma 2; a tal fine, presenta al Comitato Tecnico Regionale (CTR), di cui
all'articolo 10, un rapporto preliminare di sicurezza redatto secondo i criteri di cui all'allegato C. Il permesso
di costruire non può essere rilasciato in mancanza del nulla osta di fattibilità.
2. Prima di dare inizio all'attività, il gestore deve ottenere il Parere Tecnico Conclusivo di cui all'articolo 17, comma
2; a tal fine il gestore presenta al CTR il rapporto di sicurezza di cui all'articolo 15, nella versione definitiva.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 11
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
SCOPO, CAMPO DI APPLICAZIONE E STRUTTURA DEL RAPPORTO DI
SICUREZZA
Il presente documento costituisce il Rapporto Preliminare di Sicurezza relativamente al progetto del Nuovo
Terminale di Portovesme.
Il presente Rapporto Preliminare di Sicurezza, elaborato secondo l’indice e i contenuti richiesti dall’Allegato C, Parte
2 del D.Lgs. 105/15, viene presentato ai fini dell’ottenimento del Nulla Osta di Fattibilità ai sensi dell’art. 16 del
D.Lgs. 105/15.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 12
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
A. DATI IDENTIFICATIVI E UBICAZIONE DELLO STABILIMENTO
A.1 DATI GENERALI
A.1.1
Nominativo, codice fiscale e indirizzo (sede legale) del Gestore
Il Gestore ai sensi dell’art. 3, comma 1, lettera i del D.Lgs. 105/15 dell’Impianto oggetto del presente Rapporto
Preliminare di Sicurezza è:
la cui sede legale è ubicata al seguente indirizzo:
A.1.2
Snam Rete Gas S.p.A.
Piazza Santa Barbara, 7
20097 – San Donato Milanese (MI)
Denominazione e ubicazione dello Stabilimento
L’impianto oggetto del presente Rapporto Preliminare di Sicurezza è denominato “Terminale di Portovesme” o,
sinteticamente, “Terminale”.
L’area di interesse è collocata all’interno della zona portuale di Portovesme (39°11,5’ Nord, 008° 23,3’ Est), nel
versante Sud Occidentale della Sardegna. Il porto è ubicato all'interno del Canale di San Pietro, compreso tra
l'Isola di San Pietro, l'Isola di Sant'Antioco e l'isola principale.
L’inquadramento geografico dell’area di intervento è riportato in Figura 3.
Figura 3: Inquadramento geografico dell’area di intervento e indicazione dell’ubicazione del Terminale
Il porto commerciale di Portovesme è classificato di II categoria e III classe secondo la Legge n. 84 del 28 Gennaio
1994 ed è regolato dall’Ordinanza “Regolamento del Porto Commerciale di Portovesme - Ufficio Circondariale
Marittimo Portoscuso”. Il Porto prevede un totale di dodici accosti, come mostrati in Figura 4, e in particolare:
✓ Banchina commerciale – accosto n. 1;
✓ Banchina commerciale – accosto n. 2;
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 13
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
✓ Banchina commerciale - accosto n. 3;
✓ Banchina traghetti – accosto n. 4;
✓ Banchina ex traghetti – senza numero;
✓ Banchina ormeggiatori – senza numero;
✓ Banchina traghetti – accosto n. 5 NON OPERATIVA;
✓ Banchina traghetti – accosto n. 6 NON OPERATIVA;
✓ Pontile ENEL – lato ovest – accosto n. 7;
✓ Pontile ENEL – lato est – accosto n. 8 NON OPERATIVA;
✓ Banchina ENEL - CARBONIERE– accosto n. 9 (detta anche “RIVA EST”);
✓ Banchina EURALLUMINA – accosto n. 10;
✓ Banchina EURALLUMINA – accosto n. 11;
✓ Nuova Banchina Commerciale – senza numero NON OPERATIVA;
✓ Banchina Acidotto PORTOVESME – accosto n. 12.
Figura 4: Piantina del porto di Portovesme
La FSRU sarà installata presso la Nuova Banchina Commerciale, attualmente non operativa, e i servizi onshore
saranno allestiti sulla banchina non utilizzata tra l’accosto 11 (Eurallumina) e l’accosto 12 (Acidotto).
L’area scelta per la realizzazione del Terminale è individuabile mediante le seguenti coordinate geografiche (UTM
WGS84 - Satellite Elipsoid, Zona 32N):
✓ latitudine: 39° 11,536’ N;
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 14
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
✓ longitudine: 008° 23,933’ E.
In Allegato A.1.2 al presente documento si riporta la planimetria generale della FSRU e della banchina, con
indicazione dei confini dello stabilimento e delle unità principali di cui è composto.
A.1.3
Responsabile della progettazione
La progettazione di base del Terminale di Portovesme è stata sviluppata dalla Società TECHNIP Italy Direzione
Lavori S.p.A. - 00148 Roma - Viale Castello della Magliana, 68 (di seguito anche, più brevemente, TPIDL).
TPIDL svolge servizi di ingegneria, progettazione, supervisione / direzione lavori, ingegneria ambientale, project
management (PMC) per infrastrutture e impianti industriali.
TPIDL appartiene alla Società Technip Italy S.p.A. del gruppo Technip Energies di cui può avvalersi di risorse,
tecnologie, brevetti e know-how.
A.1.4
Responsabile della stesura del Rapporto di Sicurezza
Il presente Rapporto Preliminare di Sicurezza è stato elaborato dalla Società RINA Consulting S.p.A. con sede in
Via Antonio Cecchi No. 6, 16129, Genova.
Responsabile della redazione del presente documento è l’Ing. Giovanni Maria Uguccioni, Oil & Gas HSE &
Reliability Manager di RINA Consulting, iscritto all’Albo degli Ingegneri della provincia di Pesaro e Urbino con il No.
639 e avente base operativa nell’ufficio RINA Consulting di via Gran S. Bernardo, Palazzo R - 20089 Rozzano (MI).
La qualificazione e l’esperienza professionale dell’Ing. Giovanni Uguccioni sono riportate in Allegato A.1.4.
La stesura del documento e l’elaborazione delle analisi sono state coordinate dall’Ing. Marco Gattuso, iscritto
all’Albo degli Ingegneri della Provincia di Pisa con il No. 2672 e avente base operativa nell’ufficio RINA Consulting
di via Edda Fagni 23/4, 32 - 57126 Livorno.
L’attività di coordinamento generale e controllo dei contenuti del Rapporto Preliminare di Sicurezza è stata eseguita
da Technip Energies - TPIDL S.p.A., nelle persone di:
✓
✓
Ing. Giuseppe Monti;
Ing. Rocco Vincenzo Monaco.
A.2 LOCALIZZAZIONE E IDENTIFICAZIONE DELLO STABILIMENTO
A.2.1
Corografia della zona
In Allegato A.2.1 è riportata la Corografia della Zona interessata in scala 1:10.000 sulla quale è indicato un raggio
di 2 km attorno al punto dove sorgerà l’impianto, con la presenza di scuole, ospedali, linee e stazioni ferroviarie,
aeroporti, insediamenti industriali.
A.2.2
Posizione dello stabilimento
Si riporta in Allegato A.2.2 la posizione dell’impianto su una mappa in scala 1:5.000 riportante la località che
rappresenta la zona circostante il Terminale con una distanza minima di 500 m dai confini dell’attività.
A.2.3
Piante e sezioni dell’impianto
Si riporta nella seguente figura un disegno di assieme del Terminale.
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Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
Figura 5: Layout e limiti di batteria del Terminale
Nello specifico, la banchina prevede l’ingresso principale da Nord in collegamento con la strada interportuale. Un
secondo ingresso secondario è previsto nella sezione a Sud della banchina connesso alla strada di accesso alla
banchina Acidotto.
La FSRU sarà ormeggiata in posizione centrale lungo la Nuova banchina commerciale. I bracci di carico/scarico
del gas naturale, GNL e ritorno vapori saranno installati sulla mezzeria della nave.
L’area di caricamento delle autocisterne GNL e relativi sottoservizi sarà posizionata in prossimità dell’ingresso
principale, per minimizzare il percorso delle autocisterne.
La sala controllo e la sottostazione elettrica sarà collocata nella parte sud della banchina.
Il punto di intercetto di linea, esclusa dallo scopo relativo alla realizzazione del Terminale, sarà installato in
prossimità dei bracci di carico nella sezione di banchina in terrapieno.
I limiti di batteria del Terminale sono rappresentati da:
✓
Limite ingresso principale;
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 16
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
✓
✓
✓
Limite ingresso secondario;
Limite di connessione ship-to-ship tra FSRU e nave metaniera spola;
Limite punto di intercetto di linea.
Le piante e le sezioni delle installazioni previste dal progetto, con l’indicazione della localizzazione delle principali
apparecchiature, tra cui quelle che contengono le sostanze di cui all’Allegato 1 al D.Lgs. 105/15, sono riportate in
Allegato A.2.3.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 17
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
B. INFORMAZIONI RELATIVE ALLO STABILIMENTO
B.1 POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI
Paragrafo non richiesto per i Rapporti Preliminari di Sicurezza, in accordo alle indicazioni del D.Lgs. 105/15,
Allegato C, Parte 2.
B.2 STRUTTURA ORGANIZZATIVA
Paragrafo non richiesto per i Rapporti Preliminari di Sicurezza, in accordo alle indicazioni del D.Lgs. 105/15,
Allegato C, Parte 2.
B.3 DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ E TECNOLOGIA DI BASE
B.3.1
Descrizione delle attività
Il nuovo Terminale di Portovesme risulta soggetto all'applicazione del D.Lgs. 105/15 e si configura, più
precisamente, come “stabilimento di soglia superiore” per la presenza di gas naturale in quantità superiori alla
soglia prevista dall’Allegato 1, Parte 2, Colonna 3 del medesimo decreto.
Il nuovo impianto prevede l’attracco permanente di una FSRU (Floating Storage and Regasification Unit) nel porto
di Portovesme e l’allestimento di parte dei servizi sulla banchina. La FSRU sarà rifornita tramite l’arrivo periodico
di navi metaniere (Shuttle Carrier o generiche LNGC) le quali attraccheranno alla FSRU in configurazione ship-to
ship (STS) e convoglieranno il GNL contenuto nei propri serbatoi fino ai serbatoi della FSRU. La FSRU sarà in
grado di stoccare, processare e consegnare il gas attraverso una condotta di collegamento alle utenze finali. Inoltre,
l’FSRU potrà offrire servizi di “Small Scale LNG” ovvero di caricamento autocisterne e realoading di navi metaniere
“bunkering vessel”.
L’impianto di stoccaggio e rigassificazione sarà completamente installato a bordo dell’FSRU e prevedrà i seguenti
sistemi principali:
✓
Sistema di scarico GNL dalla nave metaniera;
✓ Sistema di stoccaggio GNL, capacità nominale assunta pari a 130.000 m 3 ;
✓
✓
✓
✓
✓
✓
✓
Sistema di gestione del BOG (Boil-Off Gas);
Pompe per garantire la pressione di mandata alle Utenze;
Sistema di vaporizzazione;
Sistema di scarico GN (verso le Utenze), scarico/carico GNL/BOG per rifornimento autocisterne;
Correzione dell’Indice di Wobbe;
Sistema di misura del gas naturale non fiscale;
Sistema di ship re-loading (caricamento navi metaniere “bunkering vessel”).
La configurazione sopra descritta è basata sulle informazioni ad oggi disponibili e riportate nella specifica tecnica
di acquisto trasmessa ai possibili Fornitori della FSRU. È importante sottolineare che le analisi e le valutazioni
condotte nell’ambito del presente Rapporto Preliminare di Sicurezza sono state condotte sotto ipotesi cautelative,
in modo tale da fornire una rappresentazione conservativa del rischio associato alle installazioni in esame e da
rendere i risultati indipendenti dalla scelta definitiva del Fornitore.
La banchina sarà allestita con i seguenti impianti:
✓
✓
✓
✓
✓
✓
Bracci di scarico GN in pressione verso le Utenze;
Bracci di scarico/carico GNL/BOG per il corretto funzionamento delle baie di carico delle autocisterne (ATB);
No. 2 baie di carico delle autocisterne, con relativo sistema di misura fiscale di caricamento (pese integrate
nelle baie di carico);
Tubazioni di interconnessione tra bracci di carico e baie di carico delle autocisterne;
Punto di intercetto linea (PIL) su linea GN in pressione verso le Utenze;
Edificio adibito a magazzino ed uffici;
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 18
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
✓
✓
✓
✓
✓
✓
✓
✓
✓
✓
Edificio adibito a sala controllo dei sistemi in banchina e sottostazione elettrica;
Cabina quadri elettrici Enel (posizionata al di fuori del limite di concessione della banchina);
Cabina quadri elettrici Snam;
Sistema antincendio;
Sistema di scarico acqua di vaporizzazione nel canale Enel;
Impianto raccolta acque piovane (esistente);
Sfiato in banchina e serbatoio raccolta drenaggi;
No. 2 bacini di raccolta di eventuali spandimenti di GNL, uno in prossimità dei bracci di carico GNL e uno nella
zona delle baie di carico delle autocisterne;
Generatore di emergenza e serbatoi diesel;
Pozzo di spinta per tubazione (opera temporanea).
B.3.1.1
Specifica funzionale per il servizio rifornimento FSRU da Nave spola (nave metaniera Shuttle Carrier)
La FSRU sarà in grado di ricevere navi spola di taglia tra 7.500 – 30.000 m 3 . Nelle tabelle seguenti vengono fornite
le caratteristiche principali delle shuttle carrier di GNL da 7.500 m 3 e 30.000 m 3 . La FSRU sarà dotata di un sistema
di ormeggio affiancato (Side-by-Side) in grado di accogliere navi di dimensioni stimate specificate nelle tabelle
seguenti.
Tabella 1: Caratteristiche della Shuttle Carrier da 7.500 m 3
Tabella 2: Caratteristiche della Shuttle Carrier da 30.000 m 3
B.3.1.2
Specifica funzionale del sistema di rifornimento nave metaniera “Bunkering Vessel”
Il sistema di rifornimento a Bunkering Vessel (bettolina) e relativo sistema di ormeggio sarà progettato con una
portata minima di rifornimento di 950 m 3 /h e un tempo massimo di rifornimento fissato a 8 ore, assumendo una
Bunkering Vessel di 7.500 m 3 e un intervallo di pressione del serbatoio compreso tra 0,25 barg e 5,2 barg. Il
sistema di rifornimento è progettato per accettare Bunkering Vessel da 1.000 a 7.500 m 3 , con le caratteristiche
principali riportate nelle seguenti tabelle. La FSRU sarà dotata di un sistema di ormeggio affiancato (Side-by-Side)
in grado di accogliere navi delle dimensioni specificate nelle tabelle di cui sotto e sarà progettata per consentire il
rifornimento delle Bunkering Vessel in qualsiasi momento utilizzando una linea dedicata o la linea di scarico
principale.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 19
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
Tabella 3: Caratteristiche della nave metaniera “bunkering vessel” da 1.000 m 3
Tabella 4: Caratteristiche della nave metaniera “bunkering vessel” da 7.500 m 3
B.3.1.3
Specifica funzionale del sistema di carico autobotti
Il Terminale sarà dotato di una stazione di carico per autobotti, installata alla radice della banchina.
La FSRU sarà progettata in modo tale che sia in grado di fornire GNL a due (2) baie di carico per autocarri e ricevere
i vapori generati durante l'operazione di carico.
La portata minima di progetto del GNL per l’alimentazione della stazione di carico delle autobotti è di 90 m 3 /h.
B.3.1.4
Modalità operative del Terminale
Il progetto prevede diverse condizioni di funzionamento dell’impianto, in modo da permettere al Terminale di
soddisfare i seguenti scenari operativi:
✓
✓
A. Condizione di funzionamento di “normale operabilità”, che comprende i seguenti scenari:
• A.1. Servizio di rigassificazione,
• A.2. Servizio di rigassificazione e scarico GNL da Shuttle carrier,
• A.3. Servizio di rigassificazione e carico nave metaniera “bunkering vessel”,
• A.4. Servizio di rigassificazione e scarico GNL da Shuttle carrier e carico autocisterne,
• A.5. Servizio di rigassificazione e carico nave metaniera “bunkering vessel” e carico autocisterne,
• A.6. Servizio di rigassificazione e carico autocisterne.
B. Condizione di funzionamento in “stand-by”, che comprende i seguenti scenari:
• B.1. Servizio di rigassificazione non operativo (zero send-out verso le Utenze); lo scarico di GNL da
Shuttle carrier e i servizi di carico nave metaniera “bunkering vessel”/carico autocisterne non sono
operativi;
• B.2. Servizio di rigassificazione alla portata “de minimis”.
Di seguito si riporta la descrizione dettagliata delle modalità operative dei singoli scenari sopraelencati. Le
descrizioni riportate nelle seguenti sezioni fanno riferimento agli identificativi delle apparecchiature riportati negli
Schemi di Processo (PFD) forniti in Allegato B.3.3-B. Per maggior chiarezza si riporta nella seguente tabella la
corrispondenza tra le modalità operative sopraelencate e i corrispondenti casi dei bilanci di materia ed energia,
anche questi riportati in Allegato B.3.3-B.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 20
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
Modalità
Operativa
Caso
H&MB
Tabella 5: Sintesi delle modalità operative e corrispondenza con casi H&MB.
Rigassificazione
A.1 3 X
Scarico Shuttle
Carrier
A.2 X X
Servizi Operativi
Carico nave
metaniera
“bunkering vessel”
A.3 X X
Carico Autocisterne
A.4 1A, 1B X X X
A.5 2 X X X
A.6 X X
B.1 4
B.2 X (de minimis)
B.3.1.4.1
Condizione A.1 (Servizio di rigassificazione)
L’impianto sarà operativo con il servizio di rigassificazione, pertanto le pompe GNL (in-tank principali P-
101/102/201/202/301/302/401/402 e pompe alta pressione P-501/502/503/504/505) ed i vaporizzatori (E-
101/102/103) saranno in funzione; in questa condizione non saranno previste operazioni di scarico GNL da Shuttle
carrier e i servizi di carico nave metaniera “bunkering vessel” ed autocisterne non saranno attivi. Le pompe
principali all’interno dei serbatoi della FSRU (P-101/102/201/202/301/302/401/402) inviano il fluido al collettore GNL
principale, che a sua volta alimenta:
✓
✓
Il ricondensatore (MS-103); successivamente il GNL fluisce nelle pompe di alta pressione (P-
501/502/503/504/505) che garantiscono la portata necessaria ai vaporizzatori e la pressione richiesta alle
Utenze;
Le linee di ricircolo GNL per i servizi non operativi.
La gestione del BOG avviene secondo quanto indicato nel Paragrafo B.3.2.10.
La correzione dell’indice di Wobbe avviene, se necessario:
✓
✓
Direttamente all’interno del ricondensatore (MS-103) tramite l’iniezione di azoto, in modo da ridurre il valore
del PCS;
Nella linea BOG a monte dei compressori di alta pressione (K-104A/B/C) tramite l’iniezione di GNL vaporizzato
in modo da aumentare il valore del PCS. L’operazione richiede l’attivazione del vaporizzatore dedicato (E-
105).
L’attemperatore (MS-104), e relativo KO drum, installato in aspirazione ai compressori BOG di bassa pressione (K-
102A/102B) sarà attivato nella fase di avviamento dei compressori nel caso in cui la temperatura dei vapori fosse
relativamente alta (intorno ai -140°C), in modo da garantire una temperatura del BOG in ingresso ai ricondensatore
(MS-103) entro valori ottimali per il funzionamento dell’apparecchiatura. Le pompe in-tank secondarie (P-
103/203/303/403) vengono utilizzare per le operazioni transitorie di avvio dell’erogazione di GNL da un serbatoio
ed il ricircolo GNL per il singolo serbatoio.
B.3.1.4.2
Condizione A.2 (Servizio di rigassificazione e scarico GNL da Shuttle carrier)
La nave metaniera carica di GNL (Shuttle carrier) attracca alla FSRU side-to-side e, dopo aver effettuato le
operazioni preliminari (per esempio la misura del volume delle tanche pre-trasferimento, il raffreddamento delle
linee, la regolazione della pressione dei serbatoi, etc.) inizierà il pompaggio di GNL tramite manichette flessibili
dedicate.
L’aumento di livello di GNL nei serbatoi della FSRU garantisce il ritorno dei vapori nei serbatoi dello Shuttle carrier,
senza l’impiego di una soffiante.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 21
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
L’attemperatore (MS-102), e relativo KO drum, viene attivato nella condizione in cui il BOG ha una temperatura
superiore ai -130°C, in modo da garantire la consegna del vapore allo Shuttle carrier entro i valori definiti da
specifica.
Inoltre, l’impianto sarà operativo con il servizio di rigassificazione, pertanto le pompe GNL (in-tank principali P-
101/102/201/202/301/302/401/402 e pompe alta pressione P-501/502/503/504/505) ed i vaporizzatori (E-
101/102/103) saranno in funzione; in questa condizione i servizi di carico GNL a nave metaniera “bunkering vessel”
e autocisterne non saranno attivi.
Le pompe principali all’interno dei serbatoi della FSRU (P-101/102/201/202/301/302/401/402) inviano il fluido al
collettore GNL principale, che a sua volta alimenta:
✓
✓
Il ricondensatore (MS-103); Successivamente il GNL fluisce nelle pompe di alta pressione (P-
501/502/503/504/505) che garantiscono la portata necessaria ai vaporizzatori e la pressione richiesta alle
Utenze;
Le linee di ricircolo GNL per i servizi non operativi.
La gestione del BOG avviene secondo quanto indicato nel Paragrafo B.3.2.10.
Per la descrizione del sistema di correzione dell’indice di Wobbe, l’attemperatore (MS-104) installato in aspirazione
ai compressori BOG di bassa pressione (K-102A/102B) e le pompe in-tank secondarie (P-103/203/303/403) fare
riferimento al paragrafo B.3.1.4.1.
B.3.1.4.3
Condizione A.3 (Servizio di rigassificazione e carico nave metaniera “bunkering vessel”)
La nave metaniera “bunkering vessel” attracca alla FSRU side-to-side e, dopo aver effettuato le operazioni
preliminari (per esempio il raffreddamento delle linee, la regolazione della pressione dei serbatoi, etc.) inizia a
ricevere GNL tramite le medesime manichette flessibili utilizzate per le operazioni di scarico dello Shuttle carrier.
La pressione necessaria al riempimento della nave metaniera “bunkering vessel” sarà garantita dalle pompe intank
principali della FSRU (P-101/102/201/202/301/302/401/402). Il ritorno vapori dalla nave metaniera “bunkering
vessel” alla FSRU sarà gestito tramite la medesima manichetta flessibile utilizzata per le operazioni di scarico dello
Shuttle carrier. Inoltre, l’impianto sarà operativo con il servizio di rigassificazione, pertanto le pompe GNL (in-tank
principali P-101/102/201/202/301/302/401/402 e pompe alta pressione P-501/502/503/504/505) ed i vaporizzatori
(E-101/102/103) saranno in funzione; in questa condizione non sono previse operazioni di scarico GNL da Shuttle
carrier ed il servizio di carico alle autocisterne non sarà attivo. Le pompe principali all’interno dei serbatoi della
FSRU (P-101/102/201/202/301/302/401/402) inviano il fluido al collettore GNL principale, che a sua volta alimenta:
✓
✓
✓
La linea di caricamento della nave metaniera “bunkering vessel” tramite linea GNL dedicata;
Il ricondensatore (MS-103); successivamente il GNL fluisce nelle pompe di alta pressione (P-
501/502/503/504/505) che garantiscono la portata necessaria ai vaporizzatori e la pressione richiesta alle
Utenze;
Le linee di ricircolo GNL per i servizi non operativi.
La gestione del BOG avviene secondo quanto indicato nel Paragrafo B.3.2.10.
Per la descrizione del sistema di correzione dell’indice di Wobbe, l’attemperatore (MS-104) installato in aspirazione
ai compressori BOG di bassa pressione (K-102A/102B) e le pompe in-tank secondarie (P-103/203/303/304) fare
riferimento al paragrafo B.3.1.4.1.
B.3.1.4.4
Condizione A.4 (Servizio di rigassificazione e scarico GNL da Nave Spola e carico autocisterne)
La nave spola carica di GNL (nave metaniera, Shuttle carrier) attracca alla FSRU side-to-side e, dopo aver
effettuato le operazioni preliminari (per esempio la misura del volume delle tanche pre-trasferimento, il
raffreddamento delle linee, la regolazione della pressione dei serbatoi, etc.) inizierà il pompaggio di GNL tramite
manichette flessibili dedicate.
L’aumento di livello di GNL nei serbatoi della FSRU garantisce il ritorno dei vapori nei serbatoi dello Shuttle carrier,
senza l’impiego di una soffiante.
L’attemperatore (MS-102), e relativo KO drum, viene attivato nella condizione in cui il BOG ha una temperatura
superiore ai -130°C, in modo da garantire la consegna del vapore allo Shuttle carrier entro i valori definiti da
specifica.
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Inoltre, l’impianto sarà operativo con il servizio di rigassificazione, pertanto le pompe GNL (in-tank principali P-
101/102/201/202/301/302/401/402 e pompe alta pressione P-501/502/503/504/505) ed i vaporizzatori (E-
101/102/103) saranno in funzione; in questa condizione il servizio di carico GNL a nave metaniera “bunkering
vessel” non sarà attivo.
Le pompe principali all’interno dei serbatoi della FSRU (P-101/102/201/202/301/302/401/402) inviano il fluido al
collettore GNL principale che a sua volta alimenta:
✓
✓
✓
Il ricondensatore (MS-103), successivamente il GNL fluisce nelle pompe di alta pressione (P-
501/502/503/504/505) che garantiscono la portata necessaria ai vaporizzatori e la pressione richiesta alle
Utenze;
Le baie di carico per il caricamento delle autocisterne;
Le linee di ricircolo GNL per i servizi non operativi.
La gestione del BOG avviene secondo quanto indicato nel Paragrafo B.3.2.10.
Per la descrizione del sistema di correzione dell’indice di Wobbe, l’attemperatore (MS-104) installato in aspirazione
ai compressori BOG di bassa pressione (K-102A/102B) e le pompe in-tank secondarie (P-103/203/303/403) fare
riferimento al paragrafo B.3.1.4.1.
B.3.1.4.5 Condizione A.5 (Servizio di rigassificazione e carico nave metaniera Bunkering vessel e carico
autocisterne)
La nave metaniera (“Bunkering vessel” scarica di GNL) attracca alla FSRU side-to-side e, dopo aver effettuato le
operazioni preliminari (per esempio il raffreddamento delle linee, la regolazione della pressione dei serbatoi, etc.)
inizia a ricevere GNL tramite le medesime manichette flessibili utilizzate per le operazioni di scarico dello Shuttle
carrier. La pressione necessaria al riempimento della nave metaniera “bunkering vessel” sarà garantita dalle
pompe in-tank principali della FSRU (P-101/102/201/202/301/302/401/402). Il ritorno vapori dalla nave metaniera
“bunkering vessel” alla FSRU sarà gestito tramite la medesima manichetta flessibile utilizzata per le operazioni di
scarico dello Shuttle carrier. Inoltre, l’impianto sarà operativo con il servizio di rigassificazione, pertanto le pompe
GNL (in-tank principali P-101/102/201/202/301/302/401/402 e pompe alta pressione P-501/502/503/504/505) ed i
vaporizzatori (E-101/102/103) saranno in funzione; in questa condizione non sono previse operazioni di scarico
GNL da Shuttle carrier. Le pompe principali all’interno dei serbatoi della FSRU (P-
101/102/201/202/301/302/401/402) inviano il fluido al collettore GNL principale, che a sua volta alimenta:
✓
✓
✓
✓
La linea di caricamento della nave metaniera “bunkering vessel” tramite linea GNL dedicata;
Il ricondensatore (MS-103); Successivamente il GNL fluisce nelle pompe di alta pressione (P-
501/502/503/504/505) che garantiscono la portata necessaria ai vaporizzatori e la pressione richiesta alle
Utenze;
Le baie di carico per il caricamento delle autocisterne;
Le linee di ricircolo GNL per i servizi non operativi.
La gestione del BOG avviene secondo quanto indicato nel Paragrafo B.3.2.10.
Per la descrizione del sistema di correzione dell’indice di Wobbe, l’attemperatore (MS-104) installato in aspirazione
ai compressori BOG di bassa pressione (K-102A/102B) e le pompe in-tank secondarie (P-103/203/303/403) fare
riferimento al paragrafo B.3.1.4.1.
B.3.1.4.6
Condizione A.6 (Servizio di rigassificazione e carico autocisterne)
L’impianto sarà operativo con il servizio di rigassificazione, pertanto le pompe GNL (in-tank principali P-
101/102/201/202/301/302/401/402 e pompe alta pressione P-501/502/503/504/505) ed i vaporizzatori (E-
101/102/103) saranno in funzione; in questa condizione non sono previse operazioni di scarico GNL da Shuttle
carrier ed il servizio di carico nave metaniera “bunkering vessel” non sarà attivo. Le pompe principali all’interno dei
serbatoi della FSRU (P-101/102/201/202/301/302/401/402) inviano il fluido al collettore GNL principale, che a sua
volta alimenta:
✓
✓
Il ricondensatore (MS-103); Successivamente il GNL fluisce nelle pompe di alta pressione (P-
501/502/503/504/505) che garantiscono la portata necessaria ai vaporizzatori e la pressione richiesta alle
Utenze;
Le baie di carico per il caricamento delle autocisterne;
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✓
Le linee di ricircolo GNL per i servizi non operativi.
La gestione del BOG avviene secondo quanto indicato nel Paragrafo B.3.2.10.
Per la descrizione del sistema di correzione dell’indice di Wobbe, l’attemperatore (MS-104) installato in aspirazione
ai compressori BOG di bassa pressione (K-102A/102B) e le pompe in-tank secondarie (P-103/203/303/403) fare
riferimento al paragrafo B.3.1.4.1.
B.3.1.4.7
Condizione B.1 (Servizio di rigassificazione non operativo)
L’impianto sarà nella condizione di stand-by, situazione al di fuori della normale operabilità del sistema. Tale
condizione si verifica quando non è richiesto l’invio di gas naturale verso le utenze (zero-send-out), pertanto il
servizio di rigassificazione non è operativo. Per limitare la produzione di BOG lo scarico di GNL da Shuttle carrier
ed i servizi di carico nave metaniera “bunkering vessel”/autocisterne non saranno attivi.
Le pompe in-tank principali (P-101/102/201/202/301/302/401/402) e le pompe di alta pressione (P-
501/502/503/504/505) non saranno attive.
Le pompe in-tank secondarie (P-103/203/303/403) saranno attive per garantire i ricircoli del GNL sulle linee di
impianto per mantenere le condotte fredde.
Il BOG generato dal sistema (dovuto allo scambio termico nei serbatoi ed il ricircolo del GNL nelle linee) sarà
recuperato tramite un sistema di ri-liquefazione (PK-105). Nello specifico, il Boil-off gas nel collettore BOG
principale viene inviato al package di ri-liquefazione (PK-105) che permette il passaggio di stato. Il GNL infine viene
convogliato all’interno dei serbatoi della FSRU.
B.3.1.4.8
Condizione B.2 (Servizio di rigassificazione alla portata “de minimis”)
L’impianto sarà operativo con il servizio di rigassificazione alla portata “de minimis”, pari a 1.200 Sm 3 /h.
In questa condizione le pompe GNL (in-tank principali P-101/102/201/202/301/302/401/402 e pompe alta pressione
P-501/502/503/504/505) e i vaporizzatori (E-101/102/103) non saranno in funzione. Non saranno previste
operazioni di scarico GNL da Shuttle carrier ed i servizi di carico nave metaniera “bunkering vessel” e autocisterne
non saranno attivi, in modo da limitare la formazione di BOG.
La portata di gas naturale richiesta dalle utenze sarà gestita tramite l’invio del BOG presente in impianto
direttamente in rete tramite il compressore di alta pressione (K-104C). Nel caso in cui la quantità di BOG generata
dall’impianto fosse superiore alla portata “de minimis”, la quota parte in eccesso dovrà essere inviata al sistema di
ri-liquefazione (PK-105).
Per la descrizione del sistema di correzione dell’indice di Wobbe, l’attemperatore (MS-104) installato in aspirazione
ai compressori BOG di bassa pressione (K-102A/102B) e le pompe in-tank secondarie (P-103/203/303/304) fare
riferimento al paragrafo B.3.1.4.1.
B.3.2
Tecnologia di base
Il progetto del nuovo Terminale di Portovesme fa riferimento alle principali norme e prescrizioni italiane, europee e
internazionali e dei principali standard, di cui si riporta un elenco nell’Allegato B.3.2 al presente documento.
Con riferimento alle descrizioni riportate nel precedente Paragrafo B.3.1, si forniscono di seguito informazioni di
maggiore dettaglio sui singoli sistemi previsti dal progetto.
B.3.2.1
Sistema scarico GNL da Shuttle carrier
Le operazioni di scarico GNL da Shuttle carrier avvengono nella configurazione ship-to-ship tramite la connessione
di quattro (4) manichette flessibili.
Le pompe presenti nei serbatoi a bordo dello Shuttle carrier inviano il GNL a una portata di circa 7.500 m 3 /h,
permettendo la movimentazione dell’intero carico in circa 10 ore.
Lungo la linea di trasferimento del GNL sono presenti dei misuratori di pressione, portata e temperatura, oltre a un
banco di analisi (PK-101), necessari a valutare le caratteristiche del GNL in ingresso ai serbatoi.
Il sistema è dotato di una linea dedicata di ritorno vapori allo Shuttle carrier per compensare lo svuotamento dei
propri serbatoi. La temperatura dei vapori è monitorata per evitare di far rientrare nello Shuttle Carrier un gas fuori
specifica. La regolazione della temperatura viene eseguita tramite l’attemperatore (MS-102), attivato se la
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temperatura dei vapori è superiore a -130 °C. L’apparecchiatura prevede di iniettare GNL, prelevato dalla linea di
trasferimento GNL, controcorrente al flusso di vapore verso lo Shuttle Carrier. Un K.O. Drum a valle
dell’attemperatore (MS-102) evita l’ingresso di liquido nei serbatoi dello Shuttle Carrier.
B.3.2.2
Serbatoi di stoccaggio GNL (V-100/200/300/400)
I serbatoi di stoccaggio (tanche) saranno progettati in accordo al codice internazionale per la costruzione e
l'equipaggiamento delle navi che trasportano gas liquefatti alla rinfusa (codice IGC) dell’International Maritime
Organization (IMO), e la FSRU sarà classificata da un ente di classificazione autorizzato. Il codice IGC, adottato
con risoluzione MSC.5 (48), è obbligatorio ai sensi del capitolo VII della SOLAS dal 1° luglio 1986. Il codice IGC si
applica alle navi, indipendentemente dalle loro dimensioni, adibite al trasporto di gas liquefatti aventi una tensione
di vapore superiore a 2,8 bar assoluti a una temperatura di 37,8 °C. Lo scopo del Codice è quello di fornire uno
standard internazionale per il trasporto marittimo sicuro alla rinfusa di gas liquefatti, prescrivendo gli standard di
progettazione e costruzione delle navi coinvolte in tale trasporto e le attrezzature che dovrebbero trasportare in
maniera da ridurre al minimo i rischi per la nave, per il suo equipaggio e per l'ambiente, vista la natura dei prodotti
coinvolti.
Esistono due tipologie principali di serbatoi di stoccaggio per GNL: quelli realizzati secondo la tecnologia Moss
Rosemberg e quelli a membrana.
Figura 6: Classificazione IMO dei serbatoi di stoccaggio GNL
La tipologia di serbatoi scelta per la FSRU di Portovesme è a membrana.
La FSRU è costituita da quattro (4) serbatoi di uguale capacità, aventi le seguenti condizioni operative:
✓
✓
✓
Capacità massima di stoccaggio per singolo serbatoio: 31.850 m 3 (assunto 98% volume utile);
Pressione operativa interna: 1,1 – 1,2 bara;
Temperatura GNL: -162 °C.
La capacità totale di stoccaggio della FSRU è limitata dal livello minimo di pescaggio per garantire una distanza di
sicurezza tra lo scafo della nave e il fondale del porto.
Dai serbatoi di stoccaggio, il fluido sarà inviato al collettore GNL principale per mezzo di un sistema di pompaggio
costituito da:
✓
Due (2) pompe in-tank principali per ogni serbatoio a giri fissi (P-101/102; P201/202, P301/302, P401/402);
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✓
Una (1) pompa in-tank secondaria per ogni serbatoio a giri fissi (P-103/203/303/403).
Descrizione delle Pompe In-tank principali (P-101/102/201/202/301/302/401/402)
Le pompe in-tank principali, per ciascun serbatoio, avranno la seguente configurazione:
✓
✓
✓
No. 2 pompe x 50% (dimensionate per garantire servizio di rigassificazione, caricamento autocisterne e ricircoli
delle linee GNL, escluso caricamento nave metaniera “bunkering vessel”);
Funzionamento a giri fissi;
Portata operativa massima di 500 m 3 /h per ciascuna pompa;
✓ Portata operativa minima di 150 m 3 /h per ciascuna pompa, stimata per garantire un ricircolo minimo del 30%
della portata massima.
Nel caso sia operativo il servizio di caricamento della nave metaniera “bunkering vessel”, la portata di GNL per tale
operazione è garantita dalle pompe principali di un serbatoio differente rispetto alle pompe che inviano GNL agli
altri servizi (cioè rigassificazione, caricamento autobotti e ricircoli su linee GNL). Pertanto, nelle condizioni di
funzionamento A.3 e A.5 (si veda paragrafo B.3.1.1) sono attive le pompe in-tank principali di due serbatoi (no. 4
pompe principali attive).
Le pompe in-tank principali (P-101/102/201/202/301/302/401/402) sono delle pompe centrifughe criogeniche a
motore sommerso a giri fissi; avranno una curva prestazionale piuttosto piatta in modo da garantire un ampio campo
di variabilità in portata a prevalenza costante. Queste caratteristiche sono adatte a soddisfare le esigenze operative
previste (variazione della portata di rigassificazione e contemporaneità dei servizi).
Le pompe saranno protette, in caso di bassa portata, da linee di minimo ricircolo dedicate. Un controllore di portata
su ogni linea di mandata GNL comanderà l’apertura/chiusura della relativa valvola di regolazione sulla linea di
ricircolo. Il fluido ricircolato sarà convogliato di nuovo verso i serbatoi di stoccaggio.
Descrizione delle Pompe In-tank secondarie (P-103/203/303/403)
Le pompe in-tank secondarie (P-103/203/303/403), una per ciascun serbatoio, sono utilizzate per le operazioni di:
✓
✓
✓
Ricircolo del GNL nel singolo serbatoio per evitare stratificazione;
Ricircolo del GNL nelle linee nel caso di stand-by dell’impianto (condizione B.1, si veda paragrafo B.3.1.1).
Nelle condizioni di funzionamento di “normale operatività” (condizioni A, si veda paragrafo B.3.1.1) i ricircoli
del GNL nelle linee sono garantire dalle pompe in-tank principali;
Start-up e commissioning.
Due pompe dovranno essere attive per garantire il ricircolo completo di tutto le linee di impianto in condizioni di
stand-by dell’impianto.
Le pompe in-tank secondarie sono centrifughe criogeniche a motore sommerso a giri fissi, con le seguenti
caratteristiche:
✓
✓
Portata operativa massima di 170 m 3 /h;
Portata operativa minima di 50 m 3 /h, stimata per garantire un ricircolo minimo del 30% della portata massima.
Le pompe saranno protette, in caso di bassa portata, da linee di minimo ricircolo dedicate. Un controllore di portata
su ogni linea di mandata GNL comanderà l’apertura/chiusura della relativa valvola di regolazione sulla linea di
ricircolo. Il fluido ricircolato sarà convogliato di nuovo verso i serbatoi di stoccaggio.
B.3.2.3
Sistema ricircoli GNL
Tutte le linee GNL prevedono un sistema di ricircolo del fluido nella condizione in cui la tubazione non è in servizio.
L’impianto sarà predisposto con linee dedicate ai ricircoli gestite mediante valvole di regolazione della portata; nello
specifico:
✓
✓
Una linea dal collettore GNL principale alle manichette di carico GNL verso Shuttle Carrier/nave metaniera
“bunkering vessel”, per permettere il raffreddamento delle linee di trasferimento da/verso i serbatoi della FSRU;
Una linea dal collettore a valle delle pompe di alta pressione (P-501/502/503/504/505), per permettere il
raffreddamento del ricondensatore (MS-103), delle pompe di alta pressione e delle relative linee di
collegamento;
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Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
✓
Una linea dalle baie di carico al collettore GNL principale, per permettere il raffreddamento delle linee di
trasferimento verso le baie di carico.
B.3.2.4
Ricondensatore BOG (MS-103)
Il GNL che proviene dai serbatoi di stoccaggio, prima di essere inviato alle pompe di alta pressione, passa nel
ricondensatore del BOG (MS-103), la cui funzione è quella di condensare il BOG che si genera nell’impianto per
contatto diretto con una corrente di GNL.
Nella parte inferiore del ricondensatore entra la corrente principale di GNL proveniente dal collettore GNL principale
ed esce per l’alimentazione delle pompe ad alta pressione (P-501/502/503/504/505).
Il BOG è inviato all’interno del ricondensatore (MS-103) mediante i compressori BOG di bassa pressione (K-
102A/B).
Una linea GNL permette il by-pass del ricondensatore nel caso in cui la portata di GNL è superiore alla capacità
dell’apparecchiatura, inviando il fluido direttamente ai treni delle pompe di alta pressione (P-501/502/503/504/505).
La quantità di GNL necessaria alla condensazione del BOG sarà regolata da una valvola di tipo FCV. Il set di
quest’ultima viene definito da una logica che mette in relazione la pressione nel ricondensatore e la quantità di BOG
proveniente dai compressori (K-102A/B). Un aumento della pressione a causa di una maggiore quantità di BOG
inviata dai compressori determinerà l’aumento della frazione di GNL necessaria alla condensazione. Nel caso in
cui la portata di GNL non fosse sufficiente a ricondensare tutto il flusso di BOG (ad esempio nella condizione di
minima portata di rigassificazione, “de minimis”), un trasmettitore di pressione indipendente posizionato sulla linea
di adduzione del BOG determinerà l’accensione dei compressori di alta pressione (K-104A/B/C), in modo da inviare
quota parte del BOG dell’impianto direttamente verso le utenze.
Al fine di garantire un’adeguata prevalenza di aspirazione alle pompe di alta pressione (P-501/502/503/504/505) è
necessario mantenere al ricondensatore (MS-103) una pressione minima di 5/6 bara. A tal fine si utilizza come gas
di tenuta (Padding Gas) il gas naturale preso da una linea dedicata a valle dei vaporizzatori (E-102/102/103). La
regolazione del flusso di padding gas è garantita da una valvola di regolazione di pressione, in funzione del valore
di pressione del BOG a monte del ricondensatore.
Il ricondensatore BOG (MS-103) sarà dimensionato per ricondensare il BOG generato nella condizione A.1 (si veda
paragrafo B.3.1.1) con massima portata di rigassificazione.
B.3.2.5
Pompe Alta Pressione (P-501/502/503/504/505)
Le pompe alta pressione che trasferiscono il GNL direttamente ai vaporizzatori, avranno la seguente
configurazione:
✓
✓
✓
✓
✓
No. 4 x 25% + 1 spare (dimensionate per garantire servizio di rigassificazione nell’intero intervallo di portate
richieste dalle utenze, fatta esclusione per la portata “de minimis”);
Funzionamento a giri fissi;
Portata operativa massima di 140 m 3 /h per ciascuna pompa;
Portata operativa minima di 40 m 3 /h per ciascuna pompa;
Pressione massima in uscita 76 bara (pressione da garantire al punto di uscita della FSRU).
Le pompe di alta pressione (P-501/502/503/504/505) garantiscono la pressione richiesta alle utenze. Pertanto,
sulla mandata di ciascuna pompa di alta pressione sarà previsto un sistema di regolazione in funzione della
pressione di rete o della portata da erogare. In caso di diminuzione di richiesta di gas, per evitare problemi di
sovrapressione, un trasmettitore di pressione in prossimità dei bracci di scarico GN invierà un segnale alla logica
di regolazione delle valvole in mandata delle pompe.
Nella condizione in cui la richiesta di gas naturale alle utenze sarà inferiore alla minima portata di GNL erogabile
dalle pompe di alta pressione (P-501/502/503/504/505) (per esempio nella condizione di minima portata GN di
rigassificazione), sarà necessario ricircolare il GNL in eccesso tramite la linea dedicata fino ai serbatoi della FSRU.
Potrebbe rendersi necessario l’attivazione del package di ri-liquefazione (PK-105) per gestire il BOG in eccesso nel
sistema.
Le pompe di alta pressione (P-501/502/503/504/505) sono protette ognuna da una propria linea di minimo ricircolo
che inviano il GNL verso il ricondensatore del BOG (MS-103).
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Nel caso in cui la pressione in mandata alle pompe fosse al di sotto della minima pressione consentita, una valvola
di blocco SDV sarà operata mediante allarme di altissima pressione per determinare la chiusura della linea e, di
conseguenza, la messa in stand-by della FSRU.
È prevista una linea di bypass (delle pompe di alta pressione) dedicata al ricircolo di GNL per il raffreddamento
delle linee in mandata delle pompe nel caso di non operabilità dei treni di rigassificazione. La portata ricircolata per
garantire il raffreddamento delle linee sarà gestita dalle pompe in-tank e controllata da una valvola di regolazione
della portata.
B.3.2.6
Vaporizzatori GNL (E-101/102/103)
La tipologia di vaporizzatore è IFV (Intermediate Fluid Vaporiser) che prevede l’impiego di due fluidi per la
vaporizzazione: fluido intermedio a ciclo chiuso e acqua di mare a ciclo aperto.
Il controllo del flusso di acqua di mare che attraversa i vaporizzatori (E-101/102/103) necessario alla rigassificazione
sarà gestito da una valvola a tre vie, in funzione della temperatura del gas naturale in uscita dai vaporizzatori.
Le condizioni di funzionamento dei vaporizzatori sono le seguenti:
✓
✓
Configurazione 2 x 50% + 1 spare;
Portata operativa massima di 165.000 Sm 3 /h per ciascun vaporizzatore;
✓ Portata operativa minima di 16.500 Sm 3 /h per ciascun vaporizzatore (la portata minima è stimata pari al 10%
della capacità di targa del vaporizzatore);
✓
✓
✓
Fluido riscaldante per scambio termico: acqua di mare (con miscela acqua/glicole come fluido intermedio,
scelta da confermare in fase di ingegneria di dettaglio);
Temperatura fluido riscaldante: minima temperatura in ingresso 8 °C, con salto termico tra ingresso e uscita
di 5 °C;
Temperatura minima in uscita del Gas Naturale: 10 °C.
Descrizione del sistema acqua di vaporizzazione
La presa dell’acqua di mare necessaria alla vaporizzazione avviene tramite pompe sommerse a giri fissi,
posizionate in una vasca dedicata internamente alla FSRU. L’adduzione dell’acqua del porto avviene per mezzo
di un’apertura presente sullo scafo. Le condizioni di funzionamento delle pompe acqua di mare sono le seguenti:
✓
✓
✓
Configurazione 3 x 33% + 1 spare;
Portata operativa massima di 2.800 m 3 /h per ciascuna pompa;
Portata operativa minima di 840 m 3 /h per ciascuna pompa (la portata minima è stimata pari al 30% della
portata massima).
Per questioni ambientali, lo scarico dell’acqua di riscaldamento dovrà avvenire tramite un sistema di conferimento
all’esterno del porto per mezzo di una linea dedicata in mandata ai vaporizzatori (E-101/102/103); da qui, attraverso
il ponte principale e successivamente attraverso la banchina, l’acqua raggiungerà il punto di conferimento previsto
nel canale di scarico ENEL. In ogni caso, una presa a mare per lo scarico di emergenza sarà comunque installata
sullo scafo della FSRU. Il sistema di controllo consentirà di scegliere su quale linea scaricare mediante
l’apertura/chiusura di apposite valvole.
È previsto un sistema di trasferimento dell’acqua di mare dalla FSRU alla banchina tramite linee flessibili.
B.3.2.7
Sistema di Misura non fiscale / Invio Gas Naturale
Il gas naturale in uscita dai vaporizzatori (E-101/102/103) e il Boil-off gas in uscita dai compressori di alta pressione
(K-104A/B/C) deve essere sottoposto a misura (non fiscale) prima di essere inviato in rete. Il sistema sarà costituito
da due linee di misura:
✓
✓
Una linea con misuratore ultrasonico in grado di gestire portate da 25.000 Sm 3 /h a 330.000 Sm 3 /h;
Una linea con misuratore ultrasonico in grado di gestire portate da zero a 1.200 Sm 3 /h.
Tre bracci di scarico garantiscono il trasferimento del gas naturale dalla FSRU alla linea 26” fino alla valvola di
intercetto SDV-16 (collegata alle logiche di emergenza del Terminale) installata a monte del punto di intercetto linea
(PIL), come indicato nella seguente immagine.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 28
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
Figura 7: Ubicazione della valvola SDV-16 installata a monte del PIL
L’impianto prevede un sistema di protezione in caso di sovrappressione (HIPPS) a bordo della FSRU prima dei
bracci di scarico GN.
Il limite di batteria del Terminale è ubicato 50 cm prima del giunto isolante a monte della valvola di intercetto linea
(PIL).
Il sistema di analisi del gas, misura fiscale e regolazione della pressione è installato all’esterno dei confini di
stabilimento e non è pertanto oggetto del presente Rapporto Preliminare di Sicurezza.
B.3.2.8
Sistema Caricamento Autocisterne
Il sistema di caricamento delle autocisterne prevede l’installazione di due baie di carico in banchina, in grado di
rifornire di GNL 18 autocisterne al giorno. Il servizio di caricamento delle autocisterne prevede l’invio di GNL a una
portata di 45 m 3 /h per ciascuna baia tramite una linea dedicata dal collettore GNL principale a bordo della FSRU.
Le pompe in-tank principali (P-101/102/201/202/301/302/401/402) garantiscono la portata e pressione necessarie
al caricamento delle autocisterne. Il sistema per un corretto funzionamento prevede una linea di ritorno vapori
connessa alle autocisterne durante la fase di caricamento e una linea di ricircolo del GNL utilizzata durante le fasi
di inattività del servizio. La pressione sulla linea di ritorno vapori dall’autocisterna al collettore BOG principale verrà
regolata da un’apposita valvola di controllo. Tre bracci di scarico garantiscono il trasferimento di:
✓
✓
✓
GNL per caricamento autocisterna;
Ricircolo GNL;
Ritorno vapori.
Le operazioni di caricamento delle autocisterne sono previste solo in contemporanea con il servizio di
rigassificazione.
B.3.2.9
Sistema Caricamento navi metaniere “bunkering vessel”
Le operazioni di carico GNL verso la nave metaniera “bunkering vessel” avvengono nella configurazione ship-toship
tramite le stesse quattro (4) manichette flessibili utilizzate per il caricamento FSRU da Shuttle carrier.
Le pompe presenti nei serbatoi a bordo dello FSRU inviano il GNL a una portata di circa 950 m 3 /h, tramite una linea
dedicata a partire dal collettore GNL principale, permettendo la movimentazione dell’intero carico in circa 8 ore. La
linea di caricamento del GNL è provvista di un sistema di regolazione della portata.
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Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
I vapori di ritorno dalla nave metaniera “bunkering vessel” sono inviati alla FSRU, per compensare lo svuotamento
dei serbatoi, tramite la linea vapori utilizzata per le operazioni di scarico dello Shuttle carrier (con opportuni by-pass
e accorgimenti impiantistici).
B.3.2.10 Sistema di gestione BOG
Negli impianti GNL, nonostante serbatoi, tubazioni e apparecchiature siano opportunamente coibentate per limitare
le dispersioni termiche, è comunque fisicamente impossibile annullare il trasferimento di calore dall’ambiente
esterno (più caldo) verso il GNL (più freddo). Questo fa sì che il GNL tenderà sempre a scaldarsi e quindi, seppur
in minima parte, a tornare allo stato vapore.
Il BOG (boil-off gas) quindi, è quella quota parte di GNL che a causa dei suddetti input termici torna allo stato
vapore.
Altri fattori che determinano la produzione di BOG sono:
✓
✓
✓
✓
Variazione della pressione (diminuzione) nei serbatoi di stoccaggio di GNL
Calore assorbito da macchine operatrici
Respirazione dei serbatoi di stoccaggio GNL durante le fasi di Caricamento/Scaricamento
Flash adiabatico del GNL durante le fasi di Caricamento/Scaricamento
Lo schema generale del sistema di gestione BOG è mostrato nella seguente figura.
Figura 8: Schema semplificato circuito BOG
La gestione del BOG presente in impianto è effettuata in modo differente in funzione delle condizioni di
funzionamento (si veda paragrafo B.3.1.1); di seguito sono riepilogate le procedure previste:
i. Il BOG generato dall'impianto nella condizione A.1 (servizio di rigassificazione) viene raccolto dal collettore
BOG principale e tramite i compressori di bassa pressione (K-102A/B) e sarà inviato al ricondensatore (MS-
103) per il recupero del GNL. Il ricondensatore sarà dimensionato per gestire la portata di vapore generato
nella condizione A.1; pertanto, nel caso siano attivi altri servizi, il BOG in eccesso è gestito come descritto nei
seguenti punti;
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ai sensi del D.Lgs. 105/15
ii.
iii.
Durante le operazioni di scarico GNL da Nave Spola, il sistema di gestione del BOG invierà parte dei vapori
presenti in impianto alla nave metaniera, in modo da compensare lo svuotamento dei serbatoi della Nave Spola
con una portata volumetrica pari al flusso di GNL scaricato. Nel caso in cui il BOG presente nell'impianto non
fosse completamente smaltito dal ricondensatore (MS-103) e dal ritorno vapori alla Nave Spola, la quota parte
di BOG in eccesso sarà inviata ai compressori di alta pressione (K-104A/B/C) e quindi immessa in rete;
Durante le operazioni di carico Bunkering Vessel e/o carico autocisterne, una linea dedicata di ritorno vapori
convoglia il BOG in uscita dal Bunkering Vessel/autocisterna al collettore BOG principale; da qui quota parte
dei vapori fluisce nei serbatoi della FSRU per compensare il loro svuotamento. Nel caso in cui il BOG presente
nell'impianto non fosse completamente assorbito dai serbatoi della FSRU e smaltito dal ricondensatore (MS-
103), la quantità in eccesso sarà inviata ai compressori di alta pressione (K-104A/B/C) e quindi immessa in
rete;
iv. Il sistema di gestione del BOG prevede la presenza dei compressori di alta pressione (K-104A/B/C) per inviare
i vapori direttamente verso le utenze. L'apparecchiatura comprime il BOG alla pressione richiesta dalla rete e
lo convoglia sulla linea GN verso i bracci di carico. I compressori di alta pressione (K-104A/B/C) sono
dimensionati per gestire l'ampio intervallo di portate, dalla massima generazione di BOG del sistema (con
l'impiego dei compressori K-104A/B) alla portata "de minimis" (con l'impiego del compressore K-104C);
v. Durante la condizione B.1 (Caso 4, zero send-out) il BOG è gestito tramite un sistema di ri-liquefazione (PK-
105) dedicato, in quanto i vapori non possono essere inviati alla candela fredda o inviati alle utenze.
I compressori BOG avranno la seguente configurazione:
Compressore BOG di bassa pressione (K-102A/B):
✓
✓
✓
✓
No. 2 compressori con funzionamento a step (dimensionati per gestire la portata di vapori presente nel
collettore BOG principale nella condizione più gravosa);
Compressore centrifugo;
Portata operativa massima di 9.000 Sm 3 /h, per singolo compressore;
Portata operativa minima di 3.150 Sm 3 /h, stimata come portata di turn-down del 35% della portata massima.
In aspirazione ai compressori di bassa pressione (K-102A/B) sarà presente l’attemperatore (MS-104) e relativo KO
Drum, in grado di regolare la temperatura del BOG in ingresso ai compressori nella condizione di avvio delle
apparecchiature.
Compressori BOG di alta pressione (K-104A/B)
✓
✓
✓
✓
No. 2 compressori con funzionamento a step (dimensionati per gestire la portata di BOG che non è inviata allo
Shuttle carrier o al ricondesatore, nella condizione operativa più gravosa);
Compressore centrifugo;
Portata operativa massima di 6.000 Sm 3 /h, per singolo compressore;
Portata operativa minima di 2.100 Sm 3 /h, stimata come portata di turn-down del 35% della portata massima.
Compressore BOG di alta pressione (K-104C)
✓
✓
✓
✓
No. 1 compressore (dimensionato per gestire la portata “de minimis”);
Compressore centrifugo;
Portata operativa massima di 1.200 Sm 3 /h;
Portata operativa minima di 420 Sm 3 /h, stimata come portata di turn-down del 35% della portata massima.
Sistema di ri-liquefazione (PK-105)
✓
✓
No. 1 package (dimensionato per condizione B.1, zero send-out);
Portata operativa massima di 8.000 Sm 3 /h (pari a circa 5.600 kg/h).
B.3.2.11 Correzione Indice di Wobbe
L’impianto prevede un sistema di correzione dell’indice di Wobbe (PK-102), necessario a garantire la qualità di gas
naturale inviato alle utenze entro dei requisiti specifici in termini di intercambiabilità.
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Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
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La correzione dell’indice di Wobbe avviene, se necessario:
✓
✓
B.3.3
Direttamente all’interno del ricondensatore (MS-103) tramite l’iniezione di azoto, in modo da ridurre il valore
del Potere Calorifico Superiore (PCS);
Nella linea BOG a monte dei compressori di alta pressione (K-104A/B/C) tramite l’iniezione di GNL vaporizzato
in modo da aumentare il valore del PCS. L’operazione richiede l’attivazione del vaporizzatore dedicato
(E-105).
Schema a blocchi e schema di processo
Lo Schema a Blocchi del Terminale è riportato in Allegato B.3.3-A, mentre gli Schemi di Processo Semplificati
(PFD) sono forniti in Allegato B.3.3-B unitamente ai Bilanci di Materia ed Energia.
B.3.4
Capacità produttiva
L’impianto sarà progettato con le capacità operative necessarie a garantire i parametri operativi riassunti nella
seguente tabella.
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Tabella 6: Capacità produttiva e parametri operativi
Descrizione Unità Valore
Capacità serbatoi GNL
Capacità dei serbatoi FSRU m 3 130.000
Massimo stoccaggio operativo FSRU m 3 110.000
Minimo stoccaggio operativo FSRU m 3 35.000
Capacità dei serbatoi Shuttle Carrier m 3 30.000
Capacità dei serbatoi nave metaniera “bunkering vessel” m 3 7.500
Portata
Massima portata GN di rigassificazione Sm 3 /h 330.000
Minima portata GN di rigassificazione Sm 3 /h 25.000
Portata GN di rigassificazione “de minimis” Sm 3 /h 1.200
Portata GNL di scarico da Shuttle carrier m 3 /h 7.500
Portata GNL di carico a nave metaniera “bunkering
vessel”
m 3 /h
950
Portata GNL di carico ad autocisterne m 3 /h 90
Pressione
Massima pressione GN verso Utenze bara 76
Minima pressione GN verso Utenze bara 41
Pressione operativa GN verso le Utenze bara 56/61
Pressione operativa dei serbatoi bara 1,1
Pressione massima di caricamento autocisterne bara 6
Pressione massima di caricamento navi metaniere
“bunkering vessel”
bara
6
Temperatura
GNL da Shuttle carrier a FSRU °C -162
Ritorno vapori da FSRU a Shuttle carrier °C minore di -130
GNL da FSRU a nave metaniera “bunkering vessel” /
autobotti
°C
-162
GN all’uscita dalla FSRU °C >3; <50
Acqua di mare in ingresso °C 8
Acqua di mare in ingresso °C 3
B.3.5
Informazioni relative alle sostanze oggetto del Rapporto di Sicurezza
La principale sostanza pericolosa ai sensi del D.Lgs. 105/15 presente all’interno del nuovo Terminale di Portovesme
è il Gas Naturale, sia liquefatto che in fase gas, una miscela di composizione variabile il cui componente principale
è il metano.
Presso il terminale saranno presenti altre sostanze ricomprese tra quelle riportate in Allegato 1 al D.Lgs. 105/15
che, tuttavia, non costituiscono di per sé possibili fonti di incidenti rilevanti, in virtù delle quantità detenute, delle
condizioni in cui sono stoccate/processate e delle misure di prevenzione/protezione e di mitigazione rilasci adottate.
Tra queste rientrano in particolare, il gasolio, utilizzato a servizio del generatore di emergenza e delle motopompe
antincendio, e l’ipoclorito di sodio, utilizzato come antivegetativo per prevenire la crescita di organismi marini nel
sistema di acqua di mare. Entrambe tali sostanze saranno presenti in quantità significativamente inferiori rispetto
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ai sensi del D.Lgs. 105/15
ai limiti indicati nell’Allegato 1 del D.Lgs. 105/15 e saranno stoccate e manipolate in modo che eventuali perdite
siano contenute e non ci sia alcuna possibilità di contaminazione dei recettori ambientali.
B.3.5.1
Dati e informazioni sulle singole sostanze
Le schede di sicurezza delle sostanze pericolose presenti presso il Terminale sono fornite in Allegato I.2. Tali
schede sono fornite a titolo di esempio, non essendo in questa fase ancora disponibili quelle specifiche dei Fornitori
che saranno selezionati durante l’operatività del Terminale.
Per quanto riguarda la sostanza principale, il gas naturale è un gas infiammabile non tossico composto da una
miscela di metano (CH4), che è il componente principale, e piccole quantità di altri idrocarburi leggeri che può
variare entro limiti definiti, a seconda della provenienza.
Il GNL è ottenuto raffreddando il gas naturale a una temperatura inferiore al punto di ebollizione (a pressione
atmosferica) di circa -162 °C. Questo processo di liquefazione riduce il volume del gas di un fattore 600, rendendolo
uno stato molto più efficiente per lo stoccaggio e il trasporto.
Quando il GNL viene riscaldato e torna allo stato gassoso, è infiammabile in un intervallo di concentrazioni in aria
variabile in funzione dell’esatta composizione del GNL stesso. Prendendo a riferimento il metano, suo costituente
principale, il limite inferiore di infiammabilità è pari a 4,4% (44.000 ppm) e quello superiore è pari a 15% (150.000
ppm) circa.
Il GNL ha un punto di infiammabilità di -187 °C e una temperatura di autoaccensione di circa 650 °C.
Di seguito sono riportati due esempi di composizione tipica del GNL in arrivo al Terminale.
Tabella 7: Composizione del GNL
Componente Unità di Misura GNL leggero GNL pesante
Metano % mol 91,071 88,172
Etano % mol 7,551 8,473
Propano % mol 0,764 1,892
Iso Butano % mol 0,005 0,257
Normal Butano % mol 0,001 0,361
Iso Pentano % mol 0,000 0,005
Normal Pentano % mol 0,000 0,000
Esani e Sup. % mol 0,000 0,000
Azoto % mol 0,608 0,840
Densità liquido (1) (2) kg/m 3 448,75 462,54
PCS
Indice di Wobbe
MJ/Sm 3
kcal/Sm 3
MJ/Sm 3
kcal/Sm 3
40,149
9589
51,76
12363
41,488
9909
52,387
12512
Temperatura (1) °C -162 -162
Note
(1) Alle condizioni di pressione atmosferica standard 1,01325 barA.
(2) Il GNL una miscela la cui composizione e, quindi, la cui densità può variare entro limiti definiti a seconda della provenienza
del gas. La densità dipende inoltre da pressione e temperatura.
Come si evince dalla tabella sopra riportata, il costituente principale del gas naturale (sia che si tratti di “GNL
leggero” che di “GNL pesante”) è il metano che, pertanto, come dettagliato nell’Allegato C.4, è stato preso a
riferimento per la simulazione delle conseguenze degli scenari incidentali.
Come detto in precedenza, le altre sostanze pericolose ai sensi del D.Lgs. 105/15 presenti presso il terminale sono
il gasolio e l’ipoclorito di sodio.
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ai sensi del D.Lgs. 105/15
La classificazione secondo il regolamento 1272/2008/CE per le sostanze suindicate è fornita nella seguente tabella.
Dati di
Identificazione
Internazionale
Gas Naturale
Liquefatto (GNL)
Tabella 8: Classificazione delle sostanze secondo regolamento 1272/2008/CE
Numero CE
Numero CAS
232-343-9 8006-14-2
Gas Naturale 270‐085‐9 68410‐63‐9
Gasolio 269-822-7 68334-30-5
Ipoclorito di sodio 231-668-3 7681-52-9
Classificazione
Codici di Classe e di categoria di
pericolo
Gas Infiammabile Cat. 1
Gas sotto pressione. Gas liquefatto
refrigerato
Gas Infiammabile Cat. 1
Gas sotto pressione. Gas compresso
Sospettato di provocare il cancro (dermico)
Liquido e vapori infiammabili
Può essere letale in caso di ingestione e di
penetrazione delle vie respiratorie
Provoca irritazione cutanea
Nocivo se inalato
Può provocare danni agli organi in caso di
esposizione prolungata e ripetuta
Tossico per gli organismi acquatici con
effetti di lunga durata
Corrosivo per i metalli
Corrosione / irritazione cutanea
Pericoloso per l'ambiente acquatico –
Pericolo acuto
Pericoloso per l'ambiente acquatico –
Pericolo cronico
Codici di
indicazioni di
pericolo
Note
(1) Al momento dell'immissione sul mercato i gas vanno classificati «Gas sotto pressione» in uno dei gruppi pertinenti gas
compresso, gas liquefatto, gas liquefatto refrigerato o gas dissolto. Il gruppo dipende dallo stato fisico in cui il gas è
confezionato e pertanto va attribuito caso per caso.
H220
H281
H220
H280
H351
H226
H304
H315
H332
H373
H411
H290
H314
H400
H411
Note
(1)
(1)
Il gas naturale rientra tra le sostanze pericolose specificate nella parte 2 dell’Allegato 1 al D.Lgs. 105/15, “18. Gas
liquefatti infiammabili, categoria 1 o 2 (compreso GPL), e gas naturale” e sarà presente in quantità maggiori rispetto
alla soglia superiore di cui al succitato allegato (200 t). La sua pericolosità è legata principalmente alla elevata
infiammabilità (indicazione di pericolo H220).
Il gasolio rientra tra le sostanze pericolose specificate nella parte 2 dell’Allegato 1 al D.Lgs. 105/15, “34. Prodotti
petroliferi e combustibili alternativi”. Sarà presente a temperatura atmosferica all’interno di serbatoi di stoccaggio
a servizio del gruppo diesel di emergenza e delle motopompe antincendio. La principale caratteristica di pericolosità
del gasolio, nelle condizioni di utilizzo previste, è la tossicità nei confronti dell’ambiente acquatico (indicazione di
pericolo H411).
L’ipoclorito di sodio rientra nella categoria E1 di cui alla parte 1 dell’Allegato 1 al D.Lgs. 105/15, “Pericoloso per
l'ambiente acquatico, categoria di tossicità acuta 1 o di tossicità cronica 1”. Utilizzato come antivegetativo nel
sistema di acqua di mare, ha nella tossicità nei confronti dell’ambiente acquatico (indicazione di pericolo H410) la
sua principale caratteristica di pericolosità.
B.3.5.2
Fasi dell’attività in cui le sostanze oggetto del Rapporto di Sicurezza possono intervenire
Il GNL interviene in tutte le fasi operative del Terminale: stoccaggio, rigassificazione, scarico Shuttle Carrier, carico
navi metaniere “bunkering vessel”, carico autocisterne.
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ai sensi del D.Lgs. 105/15
Il Gas Naturale ed il BOG intervengono in tutte le fasi operative del Terminale: stoccaggio, rigassificazione, scarico
Shuttle Carrier, carico navi metaniere “bunkering vessel”, carico autocisterne, invio di gas naturale alle Utenze.
Il gasolio viene utilizzato per l’alimentazione del generatore di emergenza e della motopompa antincendio.
L’ipoclorito di sodio è utilizzato come antivegetativo per prevenire la crescita di organismi marini nel sistema di
acqua di mare.
B.3.5.3
Quantità effettiva massima prevista
Le quantità massime delle sostanze rientranti nell’Allegato 1 del D.Lgs. 105/15 presenti in impianto sono riportate
nella tabella in Allegato I.4 al presente documento.
B.3.5.4
Comportamento chimico-fisico in condizioni normali e/o anomale di utilizzo
In condizioni operative normali il GNL e del Gas Naturale non presentano fenomeni di instabilità connessi a reazioni
chimiche o a comportamenti anomali.
Il GNL, essendo gas liquefatto, durante la movimentazione e lo stoccaggio tende a evaporare, portandosi allo stato
gassoso e generando BOG. Il progetto del Terminale considera tale caratteristica e prevede sistemi di recupero del
BOG evaporato e sistemi di protezione da eventuali sovrappressioni dimensionati adeguatamente.
B.3.5.5
Trasformazione delle sostanze per anomalie di funzionamento
In impianto non sono effettuati processi chimici ma unicamente operazioni di cambiamento di fase del GNL
(vaporizzazione per produzione di gas naturale e vaporizzazione per correzione dell’indice di Wobbe), operazioni
di miscelazione del gas naturale con gas inerte (azoto) per la correzione dell’indice di Wobbe e operazioni di
stoccaggio e trasferimento (scarico Shuttle Carrier, carico navi metaniere “bunkering vessel”, carico autocisterne).
Tutte le unità saranno progettate in modo che in caso di anomalie dei parametri di processo il sistema e le logiche
di controllo effettuino le azioni necessarie a portare le stesse unità in condizioni di sicurezza.
In caso di anomalia di processo, il GNL e il Gas Naturale non possono dare origine, per modificazione o
trasformazione propria, a sostanze diverse da quelle normalmente presenti in impianto.
B.3.5.6
Contemporanea presenza di sostanze incompatibili
Il gas naturale reagisce violentemente con sostanze ossidanti ed è incompatibile con alogeni e sostanze fortemente
ossidanti (non presenti in impianto).
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Terminale di Portovesme
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ai sensi del D.Lgs. 105/15
C. SICUREZZA DELLO STABILIMENTO
C.1 ANALISI DELL’ESPERIENZA STORICA INCIDENTALE
C.1.1
Problemi noti di salute e sicurezza dell’impianto
Problemi di salute
L'impianto in esame non presenta particolarità per quanto riguarda aspetti inerenti alla sanità, se non pericolo di
asfissia in caso di fuoriuscite in ambienti confinati/congestionati; la principale sostanza trattata nell’impianto (l’unica
presente in quantità superiore ai limiti definiti nell’Allegato 1 al D.Lgs. 105/15) è gas naturale, sostanza non tossica,
né cancerogena.
Incendi ed esplosioni
Per quanto riguarda la sicurezza, i problemi principali sono legati all’infiammabilità del gas naturale che può dare
origine, in caso di rilascio, a fenomeni di incendio o esplosione che possono tuttavia verificarsi solamente in
circostanze fisiche molto limitate. Infatti, il campo di infiammabilità del metano, principale componente del GNL, è
compreso tra il 4,4% e il 15% in volume in una miscela d’aria, mentre l’auto-ignizione avviene solo a temperature
molto elevate (superiori a 500 °C).
Inoltre, affinché una nube di gas naturale possa innescarsi, è necessaria la presenza di una sorgente di ignizione
a elevata energia, come dimostrato da test sperimentali. Ad esempio, l’articolo “Tests and Studies on Pressurized
LNG Leakage and Dispersion”, SHU XIAOQIN, ZHAO XIN - China Huanqiu Contracting & Engineering (Beijing)
Co. Ltd., presentato alla 19 a conferenza internazionale sul GNL tenutasi a Shangai nel 2019, descrive alcune prove
sperimentali dove non è stato possibile innescare i vapori di GNL utilizzando scintille elettriche, anche dopo svariati
tentativi, ma si è dovuto ricorrere all’utilizzo di una griglia a carbone. Anche in questo modo, tuttavia, sono serviti
diversi minuti prima che la nube si innescasse; prima dell’innesco, sono stati osservati solamente fenomeni di
combustione locali intorno alla griglia, senza che la fiamma fosse in grado di propagarsi all’indietro verso la sorgente
di rilascio del GNL.
In generale, in funzione della fase rilasciata (liquida o vapore) possono instaurarsi i seguenti scenari incidentali (si
vedano anche le descrizioni riportate nella “Guida tecnica di prevenzione incendi per l’analisi dei progetti di impianti
di stoccaggio di GNL di capacità superiore a 50 tonnellate” della Direzione Centrale Prevenzione e Sicurezza
Tecnica del CNVVF):
✓
Rilasci in fase liquida (GNL)
In caso di rilascio in fase liquida, il primo effetto che si presenta è la vaporizzazione istantanea di una parte
del GNL fuoriuscito (flash), se mantenuto a temperatura superiore a quella di ebollizione a pressione
atmosferica, per effetto dell’espansione dalle condizioni di processo alla pressione atmosferica. Il fenomeno
del flash è tanto più significativo quanto maggiore è la differenza tra la temperatura a cui il GNL si trova
all’interno della sezione interessata dal rilascio e la temperatura di equilibrio alla pressione atmosferica
(temperatura di ebollizione) e, nel caso del GNL (temperature di poco superiori alla temperatura di ebollizione),
la frazione di GNL che vaporizza per flash risulta in generale estremamente contenuta.
Relativamente alla quota parte di GNL che non vaporizza istantaneamente (flash) si possono presentare tre
diversi casi:
1. Getto liquido stabile: se il liquido si trova al di sotto del punto di ebollizione alla pressione ambiente e
fuoriesce come un getto di liquido intatto.
In questo caso, il getto liquido riceve poco calore dall'aria circostante e ci si può aspettare che tutto
rimanga liquido fino a quando non incontra una superficie, formando una pozza che, in presenza di
innesco, originerà un Pool Fire.
In assenza di innesco, il gas naturale tenderà a evaporare per scambio termico sia con la superficie su
cui si è accumulato, sia con l’aria ambiente, formando una nube che si disperderà in atmosfera e che, in
presenza di una sorgente di innesco ritardata, darà luogo a un Flash Fire o, in presenza di aree
congestionate o confinate, a una UVCE;
2. Getto meccanicamente frammentato: se il liquido è al di sotto del punto di ebollizione alla pressione
ambiente e fuoriesce come uno spruzzo di goccioline (spray).
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 37
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✓
In questo caso il GNL non vaporizzato istantaneamente tenderà a evaporare per effetto dello scambio
termico con l’atmosfera, prima di toccare il suolo. La quota parte che evapora è funzione, principalmente,
dei seguenti fattori:
−
−
−
−
Condizioni ambientali: una temperatura elevata, così come condizioni di elevata velocità del vento e
condizioni atmosferiche turbolente favoriscono l’evaporazione,
Frazionamento del getto: quanto più piccola è la dimensione delle gocce (ovvero, quanto maggiore è
il rapporto tra superficie e volume delle gocce), quanto maggiore sarà il rateo di evaporazione. Il
frazionamento meccanico del getto è favorito dalle pressioni più elevate e dalle dimensioni del foro
più piccole,
Turbolenza del getto: se la pressione è elevata, le gocce che si formano nel jet vengono sostenute in
aria dalla forte turbolenza del getto,
Quota di rilascio: quanto maggiore è la quota a cui viene rilasciato il GNL, tanto maggiore sarà il
tempo che intercorre prima che le gocce tocchino terra e, quindi, tanto maggiore sarà la quantità di
GNL evaporata.
La quota parte di GNL che non è vaporizzato istantaneamente (flash) e non è evaporato prima di toccare
il suolo, prende il nome di “rain-out” e contribuisce alla formazione di una pozza di liquido sul terreno.
Gli scenari incidentali che possono presentarsi in caso di rilascio di GNL in forma di spruzzo di goccioline
(spray) sono, quindi, i seguenti:
−
−
−
In presenza di una sorgente di innesco immediata, la frazione di GNL vaporizzata (flash più
evaporazione delle gocce per scambio termico con l’aria atmosferica) può generare un Jet Fire. Una
volta formato, il calore sviluppato dal Jet Fire contribuirà in modo importante all’evaporazione del GNL
che continua a fuoriuscire, oltre a generare una maggiore turbolenza, entrambe condizioni favorevoli
per sostenere il Jet Fire stesso,
Pool Fire, in caso di innesco della pozza formatasi per effetto del rain-out;
Dispersione del gas naturale (flash più evaporazione delle gocce per scambio termico con l’aria
atmosferica più evaporazione dalla pozza formatasi per effetto del rain-out), con formazione di una
nube infiammabile che, in presenza di una sorgente di innesco ritardato, può originare un Flash Fire
o, in presenza di aree congestionate o confinate, una UVCE;
3. Getto bifase: se il liquido è contenuto a una pressione significativa, maggiore della pressione atmosferica,
e la sua temperatura è superiore al punto di ebollizione alla pressione atmosferica.
Rispetto ai casi precedenti, la frazione di rain-out risulta minore e, pertanto, il rischio connesso allo
sviluppo di Pool Fire risulta meno significativo. Al contrario, a parità di portato rilasciata, un eventuale Jet
Fire presenterà conseguenze più severe;
Rilasci in fase gas (GN):
• Jet Fire, in presenza di innesco immediato;
• Dispersione del gas naturale, con formazione di nube infiammabile che, in presenza di una sorgente di
innesco ritardato, può originare un Flash Fire o, in presenza di aree congestionate o confinate, una UVCE.
La probabilità che l'innesco di una nube di gas infiammabile determini un'esplosione di nube di tipo non confinato
(UVCE) anziché un Flash Fire, dipende essenzialmente dalla geometria del luogo ove la nube si estende e dalla
massa nei limiti di infiammabilità. Come indicato nel D.M. 15/05/1996, si può considerare che tale probabilità sia
non trascurabile solo quando:
✓
✓
✓
il rilascio interessi un ambiente essenzialmente chiuso; oppure
quantità di vapore entro i limiti di infiammabilità sia maggiore di 1,5 t, se in ambiente parzialmente confinato
(es. in presenza di grossi edifici o apparecchiature industriali nello spazio di sviluppo della nube); oppure
quantità di vapore entro i limiti di infiammabilità sia maggiore di 5 t, se in ambiente non confinato (come, ad
esempio, in mare aperto).
Roll-over
Un fenomeno caratteristico del GNL è rappresentato dal “Roll-Over” o “Basculamento”. Il fenomeno del rollover si
può verificare in un serbatoio di stoccaggio di GNL a causa di una mancata miscelazione di prodotto fresco con il
prodotto già presente, a cui consegue la formazione di due strati a diversa densità. Tale stratificazione, a causa
degli scambi di calore tra il serbatoio e l’ambiente esterno, può comportare un rimescolamento brusco delle due
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 38
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
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masse, con una rapida produzione di vapore e conseguente rapido aumento di pressione. Questo fenomeno è
molto noto nell’industria del GNL ed è testimoniato da un evento accaduto a Panigaglia (SP) nel 1971 che ha
comportato il rilascio (non innescato) in atmosfera di gas naturale attraverso la valvola di sicurezza e il vent (si veda
anche, per maggiori dettagli, il successivo Paragrafo C.1.2).
I serbatoi di GNL sono oggi progettati con tutta una serie di precauzioni che consentono di rendere marginale il
rischio connesso al fenomeno del roll-over. In particolare:
✓
✓
✓
✓
Riempimento dei serbatoi
Per quanto concerne i sistemi di riempimento, per evitare il fenomeno del roll-over sono state previste, per
ciascun serbatoio, immissioni di liquido sia sul fondo, sia nella parte più alta;
Monitoraggio del boil off
I serbatoi di stoccaggio del GNL saranno equipaggiati con un sistema di regolazione della pressione che
agisce direttamente sui sistemi di gestione del BOG. Saranno inoltre presenti su ciascun serbatoio sistemi tra
di loro indipendenti per la messa in sicurezza in caso di aumenti incontrollati di pressione (PSD per massima
pressione, PSV dimensionate per roll-over);
Misura della temperatura / densità lungo la verticale del serbatoio
I serbatoi di stoccaggio del GNL saranno equipaggiati con sonde di temperatura a diverse altezze e misuratori
di densità;
Ricircolo (per cooling down)
Il ricircolo del GNL all’interno di ciascun serbatoio di stoccaggio sarà garantito dalle pompe in-tank secondarie
(P-103/203/303/403).
Sulla base delle precauzioni previste dal progetto, si ritiene che la possibilità del fenomeno di roll-over non sia
credibile.
In ogni caso, i sistemi di protezione contro la sovrappressione ne serbatoi di stoccaggio (PSV con scarico verso
candela fredda) sono stati dimensionati per sfogare in sicurezza il gas generato da un eventuale fenomeno di rollover.
Tenuto conto di tutto quanto sopra, il fenomeno di roll-over non è stato preso in considerazione nell’Analisi di Rischio
di incidenti rilevanti.
Rapid Phase Transition (RPT)
Un altro fenomeno teoricamente possibile presso impianti che trattano GNL è la Transizione Rapida di Fase che
consiste in un fenomeno fisico di rapido cambiamento di fase del GNL, qualora questo venga a contatto con l’acqua.
Come riportato nella linea guida emessa dalla Direzione Centrale Prevenzione e Sicurezza Tecnica del Corpo
Nazionale dei Vigili del Fuoco “Guida tecnica di prevenzione incendi per l’analisi dei progetti di impianti di stoccaggio
di GNL di capacità superiore a 50 tonnellate”, anche se intensamente studiate nei laboratori, le transizioni rapide di
fase derivanti dal contatto di GNL con acqua sono state rare e con conseguenze limitate alla zona ove è avvenuto
lo sversamento.
Considerato quanto sopra, si ritiene che un eventuale fenomeno di RPT abbia conseguenze comunque limitate alla
zona del rilascio e, come mostrato dai fenomeni di RPT accaduti, non in grado di causare danni gravi ed effetti
domino e, pertanto, non è stato preso in considerazione nell’Analisi di Rischio di incidenti rilevanti.
C.1.2
Esperienza storica relativa a incidenti
L’analisi statistica degli eventi incidentali già occorsi nell’impiego di una determinata sostanza e su impianti simili
fornisce sempre un utile strumento cognitivo per l’identificazione dei rischi e per l’implementazione di efficienti
misure di sicurezza atte a prevenirli.
L’industria del GNL, con tutta la sua filiera, non è una tecnologia innovativa; il gas naturale liquefatto è prodotto,
manipolato, stoccato e distribuito in sicurezza da tantissimi anni e l’industria del GNL sebbene abbia, come tutte,
riscontrato eventi incidentali, presenta ottimi precedenti in tutto il mondo per quanto riguarda la sicurezza.
L’incredibile record di sicurezza detenuto dal settore GNL, se paragonato alle raffinerie e ad altri impianti
petrolchimici, sta nel fatto che, ad eccezione dell’evento incidentale di Cleveland del 1944, tutti gli infortuni o decessi
correlati a questa industria, sono stati sempre limitati all’interno degli impianti. Inoltre, non si sono mai verificati
incidenti mortali nel settore del trasporto via nave [26]. Rilasci di vapori di GNL e incendi non devastanti si sono
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Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
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verificati nel corso della storia, ma gli impatti sono stati sempre limitati all’interno degli stessi impianti e le emergenze
sono sempre state prontamente gestite dal personale addetto.
Gli incidenti verificatisi sono stati analizzati allo scopo di trarne indicazioni e prendere provvedimenti mirati alla
eliminazione delle cause o alla riduzione della probabilità di accadimento di eventi analoghi.
L’analisi storica degli incidenti è stata svolta in accordo alla Metodologia descritta nell’Allegato C.4 al Rapporto
Preliminare di Sicurezza.
Di seguito, si riportano alcuni dati statistici inerenti vari incidenti GNL suddivisi per settore di pertinenza: industria
(terra ferma), trasporto via mare e trasporto via terra. La descrizione dettagliata dei vari eventi è invece riportata in
Allegato C.1.2, ove gli stessi sono ordinati per data di accadimento.
C.1.2.1
Dati statistici inerenti ad impianti FSRU
Il database “Major Accident Reporting System” dell’European Commission non ha dato risultati per la ricerca delle
seguenti parole chiave: Floating Storage and Regassification Unit (FSRU), FSRU, floating LNG, Floating Production
Storage and Offloading Unit (FSPO).
La tipologia di impianto oggetto del presente Rapporto Preliminare di Sicurezza storicamente non è stata coinvolta
in alcun incidente rilevante.
C.1.2.2
Dati statistici inerenti ad impianti GNL su terra ferma
Il primo impianto commerciale del tipo “Peakshaving facility” iniziò la sua attività nel 1941 a Cleveland, Ohio. Da
allora sono stati costruiti più di 150 altri impianti di questo tipo di cui circa la metà sono impianti satelliti che non
hanno capacità di liquefazione. Inoltre, sono stati costruiti grandi impianti di liquefazione per esportazione e circa
30 grandi terminali di importazione GNL.
Nella storia vi sono stati solamente No. 6 incidenti correlati all’operatività dell’industria del GNL su terra ferma che
hanno provocato uno o più decessi:
✓
✓
✓
✓
✓
✓
Cleveland, Ohio, 1944 (128 morti, 225 feriti);
Raunheim, Germania, 1966 (1 morto, 75 feriti);
Arzew, Algeria, 1977 (1 morto);
Cove Point, Maryland, 1979 (1 morto, 1 ferito);
Bontang, Indonesia, 1983 (3 morti);
Skikda, Algeria, 2004 (27 morti, 5 feriti).
Altri due incidenti, Portland (1968 – 4 morti) e Staten Island (1973 – 40 morti) causarono decessi, ma dal momento
che il GNL non era coinvolto nell’evento incidentale, questi dovrebbero essere classificati come “Construction
accidents”.
Tra tutti gli incidenti sopra riportati, l’unico che ha causato morti al di fuori dei confini della proprietà è stato quello
di Cleveland, Ohio del 1944. Da allora però l’industria del metano liquido è cambiata drasticamente; oggi gli impianti
sono costruiti in conformità a codici e standard molto severi e con criteri che non erano certo verificati nell’impianto
di Cleveland. Per esempio, la lega utilizzata a Cleveland per la costruzione del guscio interno del serbatoio di
stoccaggio criogenico è oggi vietata in quanto caratterizzata da troppo basso contenuto di Nichel (3,5% a fronte del
9% oggi prescritto). Inoltre, la “National Association of State Fire Marshals” concluse, nel suo rapporto del Maggio
2005 [27], che se l’impianto di Cleveland fosse stato costruito in accordo alle attuali norme, l’incidente non sarebbe
mai avvenuto.
Sebbene l’Allegato C.1.2 intenda fornire un elenco quanto più completo possibile degli eventi incidentali connessi
con il GNL, in esso non sono riportati incidenti minori quali danneggiamenti ai contenitori esterni dei sistemi di
stoccaggio causa ricadute di liquido criogenico (perdite da tubazioni poste in alto) per i quali i sistemi sono stati
sempre riparati senza mettere fuori servizio l’unità.
C.1.2.3
Dati statistici inerenti a “LNG Carriers” (Navi metaniere)
Il primo trasporto di GNL via nave avvenne nel 1959 con la “Methane Pioneer” (nave ex-liberty che venne
ampiamente modificata) che trasportò 5000 m 3 di GNL dal lago Charles in Lousiana a Canvey Island, vicino a
Londra.
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Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
Il vero trasporto commerciale ebbe invece inizio qualche anno dopo, nel 1964, quando il GNL venne trasportato da
Arzew, Algeria a Canvey Island mediante due navi metaniere appositamente costruite: la “Methane Princess” e la
“Methane Progress”.
Il livello di sicurezza generale registrato dal settore del trasporto via nave nel periodo dal 1964 al 2010 è stato
veramente ottimo. In tale periodo sono stati effettuati più di 30.000 trasporti via mare e sono stati percorsi più di
100 milioni di chilometri, senza che si verificasse alcun incidente mortale per le persone dell’equipaggio o per il
pubblico. Inoltre, non vi è alcuna registrazione neppure di incendi avvenuti sul ponte delle navi, nelle stive o scaturiti
dai serbatoi di stoccaggio.
Secondo il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, solo 8 incidenti in tutto il mondo hanno portato a perdite di
GNL con alcuni scafi danneggiati a causa di frattura da freddo, ma senza il verificarsi di alcun incendio.
Tra il personale dei terminali di importazione / esportazione, solo 1 morto può essere ricondotto all’impiego del GNL
nelle fasi di carico / scarico. Nel 1977 un lavoratore del terminale di esportazione di Arzew, Algeria è rimasto ucciso
a seguito della rottura di una valvola di grande diametro che ha provocato un getto diretto di GNL sullo stesso
lavoratore. La sua morte fu quindi causata da contatto diretto con liquido criogenico, lo spillamento però non trovò
ignizione.
C.1.2.4
Dati statistici inerenti al trasporto di GNL su strada
Per quanto riguarda i dati statistici inerenti agli incidenti GNL correlati al trasporto via strada, è molto difficile avere
a disposizione un database completo di tutti gli eventi, in quanto ogni Stato gestisce e mantiene le banche dati a
suo piacimento.
Pertanto, l’elenco degli incidenti correlati al trasporto su strada di GNL riportato in Allegato C.1.2 non si intende
esaustivo di tutti gli eventi, ma fornisce indicazioni circa le potenziali tipologie di incidenti.
Inoltre, la maggior parte degli incidenti che hanno coinvolto il trasporto di GNL tramite autobotti sono relativi a
incidenti stradali e non sono pertanto riconducibili a incidenti in impianto o di processo verificatisi all’interno di
depositi / terminali GNL.
C.1.2.5
Analisi critica dell’esperienza storica degli incidenti nella filiera GNL
L’analisi storica di dettaglio è riportata in Allegato C.1.2, dove sono fornite tre tabelle:
✓
✓
✓
una per gli incidenti occorsi con il GNL e legati alla filiera industriale su terra ferma;
una correlata al trasporto su navi metaniere;
una correlata al trasporto su strada.
Per ciascun incidente è riportata una descrizione dettagliata e sono indicate le cause e le conseguenze in termini
di morti/feriti e danni agli asset. Infine, è riportata un’analisi critica al fine di evidenziare, in relazione alle tecnologie
e alle procedure connesse con l’impianto oggetto del presente studio, tutti gli accorgimenti implementati nel
presente impianto per la riduzione o l’eliminazione della probabilità di accadimento o, infine, la gestione delle
conseguenze.
C.2 REAZIONI INCONTROLLATE
C.2.1
Reazioni esotermice e/o difficili da controllare
Nel Terminale di Portovesme non avviene alcuna reazione chimica, ma vengono condotte unicamente attività
connesse al trasferimento del GNL e alla sua rigassificazione.
Non è quindi ipotizzabile lo sviluppo di reazioni incontrollate, né esotermiche e/o difficili da controllare.
C.3 EVENTI METEOROLOGICI, GEOFISICI, METEOMARINI, CERAUNICI E
DISSESTI IDROGEOLOGICI
C.3.1
Condizioni meteorologiche prevalenti
Il clima nell’area in esame è caratterizzato da un inverno mite, con temperature che nel mese più freddo, gennaio,
raramente scendono sotto lo zero, mentre le temperature dei mesi estivi superano normalmente i 30 °C. I venti
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Terminale di Portovesme
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ai sensi del D.Lgs. 105/15
dominanti nella zona hanno direzione prevalente da Nord a Nord-Ovest. La zona è costituita da una fascia costiera
ed è perciò influenzata dalle brezze di mare e di terra che apportano modificazioni alle caratteristiche climatiche.
La distribuzione mensile e stagionale delle precipitazioni è sensibilmente irregolare, e si alternano periodi siccitosi
di durata di circa sei mesi a rovesci concentrati in un lasso di tempo all’incirca bimestrale.
Sulla base dei dati menzionati e riferendosi alla classificazione del Pinna, basato sull’”Indice di aridità” e sui valori
medi delle precipitazioni e della temperatura, si può affermare che il clima della zona rientra fra quelli definiti nella
fascia sub-tropicale (rif. No. [22]).
C.3.1.1
Temperatura atmosferica
I dati meteorologici di seguito riportati sono stati ricavati dal sito della Rete Mareografica Nazionale (RMN) del
Servizio Mareografico Nazionale dell’ISPRA. La centralina di riferimento è quella denominata Carloforte. La
stazione è situata a circa 10 km dal sito di interesse, come mostrato nella seguente figura
(https://www.mareografico.it). I dati di temperatura sono raccolti su base oraria.
Figura 9: Ubicazione della centralina della Rete Mareografica Nazionale di Carloforte
Tabella 9: Temperatura Media Mensile Aria nel periodo 2015 - 2020 (rif. Stazione RMN Carloforte)
Mese
Temperatura Aria Media (°C)
2020 2019 2018 2017 2016 2015
Gennaio 13,1 11,2 13,7 11,3 13,4 12,5
Febbraio 13,8 12,2 11,1 13,4 13,8 11,2
Marzo 13,7 14,0 13,7 14,5 13,6 13,5
Aprile 16,4 15,1 16,7 15,9 16,8 15,8
Maggio 20,3 16,8 18,2 19,7 18,2 19,5
Giugno 22,6 23,6 22,4 24,4 22,1 23,0
Luglio 25,7 26,6 26,1 25,7 24,3 26,6
Agosto 26,6 26,6 26,0 26,6 24,2 25,9
Settembre 23,5 24,4 24,5 22,2 23,2 23,5
Ottobre 18,8 21,1 20,6 20,3 20,8 20,0
Novembre 16,9 15,9 16,0 15,4 17,0 15,9
Dicembre 13,4 14,9 14,2 12,5 14,9 13,7
Media Annuale 18,8 18,6 18,7 18,5 18,6 18,6
Media periodo 2015 - 2020 = 18,6 °C
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Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
C.3.1.2
Temperatura del mare
I dati di temperatura dell’acqua sono stati ricavati dal sito della Rete Mareografica Nazionale (RMN) dalla centralina
di Carloforte, mostrata in Figura 9. I dati di temperatura sono raccolti su base oraria.
Tabella 10: Temperatura Media Mensile Acqua nel periodo 2015 - 2020 (rif. Stazione RMN Carloforte)
Mese
Temperatura Acqua Media (°C)
2020 2019 2018 2017 2016 2015
Gennaio 14,0 12,6 13,4 12,6 13,7 13,0
Febbraio 14,8 13,2 12,7 14,1 14,1 12,3
Marzo 15,3 15,5 14,2 16,2 14,2 13,9
Aprile 18,4 16,9 17,6 17,8 17,6 17,3
Maggio 21,8 18,6 19,0 20,5 18,9 19,9
Giugno 24,0 23,5 23,5 25,1 23,1 23,8
Luglio 26,8 27,5 27,3 25,2 24,6 27,2
Agosto 27,7 27,5 28,1 26,4 25,2 27,0
Settembre 25,4 25,7 26,1 23,7 24,9 24,7
Ottobre 20,1 22,3 22,0 21,6 22,0 21,1
Novembre 18,4 17,7 17,8 16,4 18,1 16,8
Dicembre 15,1 15,2 14,9 12,8 15,7 15,0
Media Annuale 20,2 19,8 19,8 19,4 19,4 19,4
Media periodo 2015 - 2020 = 19,7 °C
C.3.1.3
Umidità
I valori di umidità relativa registrati dalla stazione della rete mareografica RMN ubicata nel Porto di Carloforte, nel
periodo 2015-2020, sono riportati nella seguente tabella. I dati delle stazione sono raccolti su base oraria.
Tabella 11: Umidità relativa nel periodo 2015 - 2020 (rif. Stazione RMN Carloforte)
Anno
Umidità relativa (%)
Massima Minima Media
2015 100,0 27,0 74,6
2016 100,0 27,0 75,2
2017 100,0 26,0 72,1
2018 100,0 30,0 77,3
2019 100,0 28,0 74,6
2020 100,0 29,0 76,2
Media 2015-2020 100,0 26,0 75,0
C.3.1.4
Venti
Per l’analisi del regime dei venti al largo si è fatto riferimento ai dati di vento ricostruiti in re-analisi dall’ECMWF e
riportati nel database ERA5 sviluppato nell’ambito del Progetto Europeo Copernicus su due nodi di griglia posti
rispettivamente a Nord e a Sud della località oggetto di studio. Inoltre, si sono acquisiti i dati di vento misurati dalla
stazione anemometrica di Carloforte facente parte della Rete Mareograrfica Nazionale (RMN) gestita dall’Ispra,
posta sull’Isola di San Pietro.
I riferimenti di questi dati sono riportati nella seguente tabella, dove è riportato l’elenco dei dati di vento, costituiti
da serie storiche, acquisiti e analizzati specificando se si tratta di dati ricostruiti (in rianalisi) mediante modelli
meteorologici o di dati provenienti da misure dirette. Per ogni fonte di dato si riporta la descrizione sintetica, la
posizione geografica di riferimento e il periodo di misura o ricostruzione. La posizione geografica di riferimento per
ogni tipologia di dato riportata nella seguente tabella è indicata in forma grafica nella successiva Figura 2-1.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 43
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Tabella 12: Dati anemometrici acquisiti
Rif. Fonte dati Descrizione Posizione Periodo
1
Dati ricostruiti: ECMWF-ERA5 40-Year
Wind Hindcast:
https://cds.climate.copernicus.eu/cdsapp#!/dataset/reanalysis-era5-singlelevels?tab=overview
Dati di vento
ricostruiti con
modello
ERA5
39.25° N
8.00° E
1979
2021
2
Dati ricostruiti: ECMWF-ERA5 40-Year
Wind Hindcast:
https://cds.climate.copernicus.eu/cdsapp#!/dataset/reanalysis-era5-singlelevels?tab=overview
Dati di vento
ricostruiti con
modello
ERA5
39.00° N
8.00° E
1979
2021
3
Rete Mareografica Nazionale (RMN)
Stazione di Carloforte
http://dati.isprambiente.it/
Dati di vento
misurati
39.148°N
8.31°E
2010
2021
Figura 10: Localizzazione geografica dei punti di acquisizione dati
Dati in ricostruzione per il punto ERA5 Nord
Nella seguente figura è riportata in forma polare la rosa direzionale degli eventi anemometrici ottenuta sulla base
della serie storica oraria acquisita nel punto ERA5-Nord di coordinate 39.25°N 8.00°E e relativo al periodo 1979-
2021.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 44
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Figura 11: Distribuzione direzionale del regime anemometrico ricostruito nel punto ERA5, Nord 39.25°N –
8.00°E
Analizzando la frequenza di accadimento degli eventi è possibile osservare che:
✓
✓
il regime dei venti è contraddistinto in prevalenza da brezze, da leggere a vivaci, appartenenti alla classe di
velocità compresa tra 4,0 nodi e 17,0 nodi, che hanno una frequenza di accadimento di circa il 72% pari a 262
giorni/anno; le brezze tese e il vento fresco, aventi velocità comprese tra 17,0 nodi e 28,0 nodi, si verificano in
media per 60 giorni l’anno con un frequenza di accadimento del 16,5%; i venti forti, aventi velocità superiore
a 28.0 nodi si verificano in media con una frequenza pari a 1,4% (circa 5 giorni/anno);
il regime dei venti risulta distribuito principalmente su due settori. Il settore prevalente risulta quello di
Maestrale (Nord-Ovest), mentre il secondario è costituito dallo Scirocco. Sono peraltro presenti stati di vento
provenienti dal Sud-Ovest.
Dati in ricostruzione per il punto ERA5 Sud
Nella seguente figura è riportata in forma polare la rosa direzionale degli eventi anemometrici ottenuta sulla base
della serie storica oraria acquisita nel punto ERA5-Sud di coordinate 39.00°N 8.00°E nel periodo 1979-2021.
Figura 12: Distribuzione direzionale del regime anemometrico ricostruito nel punto ERA5, Sud 39.00°N –
8.00°E
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Il clima anemometrico del punto ERA5-Sud risulta del tutto simile a quello relativo al punto ERA5-Nord.
Dati misurati dalla stazione anemometrica di Carloforte
Il clima anemometrico ottenuto sulla base della serie storica misurata dalla stazione RMN di Carloforte è riportato
in forma grafica polare nella seguente figura.
Figura 13: Distribuzione direzionale del regime anemometrico misurato dalla stazione anemometrica di
Carloforte, 39.148°N – 8.31°E
A differenza del clima anemometrico relativo ai due punti a largo ERA5-Sud e ERA5-Nord, la stazione
anemometrica di Carloforte, essendo influenzata dall’orografia costiera, risulta esposta prevalentemente al IV
quadrante, con venti ruotati, rispetto a quelli a largo, mediamente verso Nord.
C.3.1.5
Precipitazioni
Per le precipitazioni è stato fatto riferimento ai dati riportati nell’Annuario dei dati ambientali della Sardegna, prodotto
da ARPAS (http://www.sardegnaambiente.it/arpas/). Nella seguente tabella sono riportati i dati di sintesi dei
cumulati delle precipitazioni mensili, raccolti dalla centralina ARPAS denominata Iglesias, situata a circa 20 km dal
sito di interesse.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 46
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Tabella 13: Umidità relativa nel periodo 2015 - 2020 (rif. Stazione RMN Carloforte)
Cumulati delle precipitazioni mensili (mm)
Mese 2019 2018 2017 2016 2015
Gennaio 98,6 28,6 - 47,2 126,8
Febbraio 29,6 119 68 146,2 268
Marzo 5 206,6 10 55,6 85,9
Aprile 102,8 47,2 40,6 15,6 7,4
Maggio 54,4 158,2 0 36,6 12,4
Giugno 0,8 54,4 25,6 11,8 30,8
Luglio 3,2 0 4 0,8 0
Agosto 37,2 113 0 0 9,4
Settembre 10,8 31,2 22,6 66,6 45,2
Ottobre 49,8 159,6 3,6 64,2 117,2
Novembre 278,4 192,4 72 85,4 62,2
Dicembre 95,8 24 160,4 29,6 6,6
Media Annuale 63,9 94,5 37,0 46,6 64,3
Media periodo 2015 - 2019 = 61,9 mm
C.3.2
C.3.2.1
Cronologia degli eventi geofisici, meteo marini, ceraunici e dei dissesti
idrogeologici
Classificazioni di legge
Relativamente alla classificazione sismica, l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri No. 3519 del 28
Aprile 2006 ha fornito alle Regioni uno strumento per la classificazione del proprio territorio, introducendo degli
intervalli di accelerazione (ag), con probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni, da attribuire a quattro zone
sismiche in cui è stata divisa l’Italia.
Tabella 14: Zone Sismiche e Accelerazioni Associate – Italia
Zona
sismica
1
2
3
4
Descrizione
(Classificazione INGV)
È la zona più pericolosa.
Possono verificarsi fortissimi terremoti
In questa zona possono verificarsi
forti terremoti
In questa zona possono verificarsi
forti terremoti ma rari
È la zona meno pericolosa.
I terremoti sono rari.
Accelerazione con probabilità di
superamento pari al 10% in 50
anni (a g)
Accelerazione orizzontale
massima convenzionale di
ancoraggio dello spettro di
risposta elastico (a g)
a g > 0.25 0.35
0.15 < a g ≤ 0.25 0.25
0.05 < a g ≤ 0.15 0.15
a g ≤ 0.05 0.05
In accordo alla classificazione sismica al 30 Novembre 2020 “Recepimento da parte delle Regioni e delle Province
autonome dell'OPCM 20 marzo 2003, n. 3274 e dell'OPCM 28 aprile 2006, n. 3519”, l’area di Portovesme, comune
di Portoscuso, come tutta la regione Sardegna, risulta in Zona 4, cioè la zona meno pericolosa, dove la probabilità
che capiti un terremoto è molto bassa. Nella seguente figura si riporta un estratto del succitato documento, con
evidenza della classificazione sismica della Sardegna.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 47
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
C.3.2.2
Sisma
Figura 14: Estratto classificazione sismica della Sardegna
Nella zona del comune di Portoscuso, nel raggio di 30 km, storicamente non si sono verificati eventi sismici
(terremoti.ingv.it/search).
C.3.2.3
Rischio idrogeologico
Sul sito della Regione Sardegna, nella sezione “I documenti di piano”, è stato possibile consultare tutti gli elaborati
del Piano di gestione del rischio di alluvioni (PGRA) vigente, approvati con la Deliberazione del Comitato
Istituzionale n. 2 del 15/03/2016 (www.regione.sardegna.it/pianogestionerischioalluvioni/).
Inoltre, al fine di giungere alla definizione di un quadro esaustivo della definizione della propensione al dissesto
idrogeologico potenzialmente verificabile nel territorio regionale, all’interno del PGRA sono state anche
rappresentate mediante apposita cartografia le aree pericolose dal punto di vista geomorfologico.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 48
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
Con deliberazione in data 30.10.1990 n. 45/57, la Giunta Regionale ha suddiviso il Bacino Unico Regionale in sette
Sub bacini; l’intero territorio della Sardegna è pertanto suddiviso nei sette sub bacini, ognuno dei quali caratterizzato
da generali omogeneità geomorfologiche, geografiche, idrologiche. L’area di Portovesme rientra all’interno del:
✓
Sub bacino numero 1, denominato “Sulcis”, la cui superficie si estende per 1.646 km 2 e rappresenta circa il
6,8% dell’estensione territoriale regionale.
Per ognuno dei Sub bacini la Giunta regionale ha approvato il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI), che
ha individuato: le aree a pericolosità idraulica, le aree a pericolosità da frana, le mappe del rischio relative alla
pericolosità idraulica e da frana, le norme di salvaguardia che disciplinano le aree a pericolosità idraulica e da frana
e la programmazione delle misure di mitigazione del rischio.
Per ciascun bacino idrografico, l’individuazione delle aree a rischio è stata operata tramite: l’individuazione dei
tronchi critici del reticolo idrografico; l’analisi idrologica e idraulica per ciascun tronco critico e, infine, la delimitazione
delle aree inondabili di ciascun tronco critico e loro intersezione con elementi a rischio. L’individuazione dei tronchi
critici del reticolo idrografico è stata condotta in base a diversi criteri, tra cui: l'analisi storica delle inondazioni,
l’analisi geomorfologica dell'area e dell’alveo, le intersezioni delle infrastrutture viarie e ferroviarie con il reticolo
idrografico, la considerazione di aree di pregio adiacenti al reticolo idrografico e la presenza di dighe.
L’individuazione delle aree pericolose è stata articolata in quattro livelli di pericolosità:
✓
✓
✓
✓
Hi1: aree a bassa probabilità d’inondazione se allagabile con portata con tempo di ritorno minore o uguale a
500 anni;
Hi2: aree a moderata probabilità d’inondazione se allagabile con portata con tempo di ritorno minore o uguale
a 200 anni;
Hi3: aree ad alta probabilità d’inondazione se allagabile con portata con tempo di ritorno minore o uguale a
100 anni;
Hi4: aree a molto alta probabilità di inondazione, se allagabile con portata con tempo di ritorno minore o uguale
a 50 anni.
Nella redazione del PAI, le aree a rischio idraulico sono state quindi ricavate dalla sovrapposizione delle aree
allagabili con gli elementi a rischio e la vulnerabilità del territorio, tra cui: numero indicativo degli abitanti
potenzialmente interessati, infrastrutture e strutture strategiche (autostrade, ferrovie, ospedali, scuole etc), beni
ambientali, storici e culturali di rilevante interesse presenti nell'area potenzialmente interessata, distribuzione e
tipologia delle attività economiche insistenti sull'area potenzialmente interessata, impianti di cui all'allegato I del
decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59, che potrebbero provocare inquinamento accidentale in caso di alluvione
e aree protette potenzialmente interessate, individuate all'allegato 9 alla parte terza del decreto legislativo n. 152
del 2006 ed altre informazioni considerate utili, come le aree soggette ad alluvioni con elevato volume di trasporto
solido e colate detritiche o informazioni su fonti rilevanti di inquinamento.
Secondo la notazione usuale, il rischio idraulico totale (Ri) è stato quantificato secondo quattro livelli di seguito
elencati:
✓
✓
✓
✓
Ri1: Classe di rischio idraulico 1 – intensità moderata (Ri ≤ 0,002). Gli effetti attesi sono legati a danni sociali,
economici e al patrimonio ambientale marginali;
Ri2: Classe di rischio idraulico 2 – intensità media (Ri ≤ 0,005). Gli effetti attesi sono legati a possibili danni
minori agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale che non pregiudicano l’incolumità del personale,
l’agibilità degli edifici e la funzionalità delle attività economiche;
Ri3: Classe di rischio idraulico 3 – intensità elevata (Ri ≤ 0,01). Gli effetti attesi sono legati a possibili problemi
per l’incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli
stessi, la interruzione di funzionalità delle attività socio-economiche e danni rilevanti al patrimonio ambientale;
Ri4: Classe di rischio idraulico 4 – intensità molto elevata (Ri ≤ 0,02). Gli effetti attesi sono legati a possibili
problemi per l’incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente
inagibilità degli stessi, la interruzione di funzionalità delle attività socio-economiche e danni rilevanti al
patrimonio ambientale.
Mediante la successiva redazione del Piano stralcio delle fasce fluviali (PSFF), la Regione Sardegna ha voluto
integrare ed approfondire gli studi predisposti nell’ambito del PAI in materia di alluvioni. Infatti, mediante il PSFF
sono state considerate ed analizzate le aste fluviali per tutta la loro estensione, e non più per tronchi critici. Sono
stati analizzati n. 58 corsi d’acqua principali, per una lunghezza totale di circa 1.120 km. I corsi d’acqua secondari
analizzati sono costituiti da n. 226 aste, per una lunghezza complessiva di circa 2.030 km. Per tutti i corsi d’acqua
analizzati dal PSFF, in funzione dei succitati criteri, sono state individuate cinque fasce d’inondazione.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 49
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
✓
✓
✓
✓
✓
Fascia A2, ovvero aree inondabili al verificarsi dell’evento con portata al colmo di piena corrispondente a
periodo di ritorno T =2 anni (corrispondente alla pericolosità Hi4 del PAI);
Fascia A50, ovvero aree inondabili al verificarsi dell’evento con portata al colmo di piena corrispondente a
periodo di ritorno T=50 anni (corrispondente alla pericolosità Hi4 del PAI);
Fascia B100, ovvero aree inondabili al verificarsi dell’evento con portata al colmo di piena corrispondente a
periodo di ritorno T=100 anni (corrispondente alla pericolosità Hi3 del PAI);
Fascia B200, ovvero aree inondabili al verificarsi dell’evento con portata al colmo di piena corrispondente a
periodo di ritorno T=200 anni (corrispondente alla pericolosità Hi2 del PAI);
Fascia C, ovvero aree inondabili al verificarsi dell’evento con portata al colmo di piena corrispondente a
periodo di ritorno T=500 anni o superiore (corrispondente alla pericolosità Hi1 del PAI), comprensiva quindi
anche di eventi storici eccezionali, e, nel caso siano più estese, comprendenti anche le aree storicamente
inondate e quelle individuate mediante analisi geomorfologica.
Per quanto attiene alle mappe di pericolosità da alluvione, al fine di rispondere in maniera adeguata a quanto
richiesto dalla Direttiva Alluvioni, dal D. Lgs. 49/2010, dagli indirizzi operativi predisposti dal MATTM, le quattro
classi di pericolosità definite dagli strumenti di pianificazione adottati dalla Regione Sardegna (PAI, PSFF, studi ex
Art. 8 comma 2 delle Norme di Attuazione del PAI) nonché i perimetri delle aree interessate dall’evento alluvionale
del 18.11.2013 denominato “Cleopatra”, sono state accorpate secondo le tre classi di seguito riportate in base al
tempo di ritorno (Tr):
✓
✓
P1, ovvero arre a pericolosità bassa, con bassa probabilità di accadimento (200< Tr ≤500);
P2, ovvero aree a pericolosità media, con media probabilità di accadimento (100≤ Tr ≤200);
✓ P3, ovvero aree a pericolosità elevata, con elevata probabilità di accadimento (Tr ≤ 50).
Le mappe di pericolosità da alluvione, caratterizzate dalle tre sopra elencate classi, sono state riprodotte in 1610
tavole in formato A3 in scala 1:10.000, identificante mediante una numerazione progressiva caratterizzata dal
prefisso “Hi”, costituenti l’insieme delle Mappe della Pericolosità da Alluvione, nonché in ulteriori 330 tavole in
formato A3, contenute nell’apposito “Atlante delle aree di pericolosità idraulica per singolo Comune”, che
rappresentano le medesime pericolosità su scala comunale per ciascuno dei 330 Comuni interessati da tali
perimetrazioni. Nella seguente figura si riporta un estratto della tavola “At02.16 - Atlante delle aree di pericolosità
idraulica per singolo Comune - Vol.16” relativa al Comune di Portoscuso.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 50
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
Figura 15: Rischio Idrogeologico – Aree caratterizzate da pericolosità idraulica del Comune di
Portoscuso e posizione dell’impianto FSRU (verde).
Nel Comune di Portoscuso non sono state individuate aree alluvionate a seguito dell’evento “Cleopatra” del
18.11.2013. Allo stesso modo, non son stata individuate aree pericolose ai sensi del PAI ed ai sensi di studi di
dettaglio di cui all’Art. 8 comma 2 delle Norme di Attuazione del PAI. Come si evince dalla figura sopra riportata
esiste un’area (estensione 277 ha e popolazione residente 26 abitanti al 2011) all’interno del Comune di Portoscuso
caratterizzata da rischio idrogeologico con classe di pericolosità basso (P1) ai sensi del D.Lgs 49/2010 ed
identificata nel livello di pericolosità di più basso (fascia C) ai sensi del PSFF.
L’area occupata dall’impianto oggetto del presente Rapporto Preliminare di Sicurezza e l’intero versante Nord
comunale, non sono soggetti a rischio idraulico.
C.3.2.4
Rischio frane
Nel precedentemente citato Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (PAI), sono state identificate, sulla
base delle metodologie indicate nelle sue Linee Guida, e per il territorio dei Sub bacini, le aree classificate a
pericolosità da frana, classificate secondo lo schema seguente:
✓
✓
✓
✓
Hg0: Aree a pericolosità da frana Nulla. Aree non soggette a fenomeni franosi con pericolosità assente e con
pendenze < 20%;
Hg1: Aree a pericolosità da frana Moderata. Aree con pericolosità assente o moderata e con pendenze
comprese tra il 20% e il 35% con copertura boschiva limitata o assente;
Hg2: Aree a pericolosità da frana Media. Aree con fenomeni di dilavamento diffusi, frane di crollo e/o
scivolamento non attive e/o stabilizzate, con copertura boschiva rada o assente. e con pendenze comprese
tra 35 e 50%, falesie lungo le coste;
Hg3: Aree a pericolosità da frana Elevata. Aree con pendenze >50% ma con copertura boschiva rada o
assente; frane di crollo e/o scorrimento quiescenti, fenomeni di erosione delle incisioni vallive. Fonti di scavo
instabili lungo le strade; aree nelle quali sono in attività o sono state svolte in passato attività minerarie che
hanno dato luogo a discariche di inerti, cave a cielo aperto, cavità sotterranee con rischio di collasso del terreno
e/o subsidenza (i siti minerari dismessi inseriti nella Carta della pericolosità di frana); aree interessate in
passato da eventi franosi nelle quali sono stati eseguiti interventi di messa in sicurezza;
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 51
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Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
✓
Hg4: Aree a pericolosità da frana Molto Elevata. Aree con manifesti fenomeni di instabilità attivi o segnalati
nel progetto AVI o dagli Enti Locali interpellati o rilevate direttamente dal Gruppo di lavoro.
Le mappe della pericolosità da frana, sono stati unificati e le aree classificate a pericolo di frana sono state riprodotte
in 286 tavole in formato A3, contenute nell’apposito “Atlante delle aree di pericolosità da frana per singolo Comune”.
Nella seguente figura si riporta un estratto della tavola “At03.05 - Atlante delle aree di pericolosità da frana per
singolo Comune - Vol.05” relativa al Comune di Portoscuso.
Figura 16: Rischio Frane – Aree caratterizzate da pericolosità da frane del Comune di Portoscuso e
posizione dell’impianto FSRU (verde)
Come si evince dalla figura sopra riportata, nell’estremo Nord-Est del Comune di Portoscuso, esiste un’area
identificata a pericolosità frane, di estensione molto ridotte. Ai sensi del PAI, sono identificate tre aree, in particolare:
un’area di pericolosità Hg2 di estensione circa 17 ettari, con popolazione al 2011 censita ad 1 abitante; un’area di
pericolosità Hg3 di estensione di circa 4 ettari e un’area di pericolosità Hg4 di estensione di circa 0,5 ettari, entrambe
con popolazione censita al 2011 di 0 abitanti.
Dalla mappa, si nota l’assenza di pericolo di frana nell’area di interesse per il presente Rapporto Preliminare di
Sicurezza. Gli eventi franosi possono quindi essere esclusi dal novero delle possibili cause di accadimento di
incidente rilevante per il progetto in esame.
C.3.2.5
Maree e moto ondoso
Nell’ambito del progetto è stato sviluppato uno studio meteomarino [16] dove sono riportate le informazioni
dettagliate relativamente al moto ondoso e alle variazioni del livello del mare nell’area in cui è prevista la
realizzazione del Terminale di Portovesme.
Si riporta di seguito una sintesi di tale studio, cui si rimanda per eventuali approfondimenti.
Moto ondoso
Per la definizione delle caratteristiche del moto ondoso al largo di Portovesme si è fatto riferimento alla serie storica
dei dati ondametrici ERA5, acquisiti come detto dal Centro meteorologico europeo (ECMWF). Nel dettaglio ERA5
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 52
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rende disponibili i dati meteomarini (moto ondoso, vento e pressione atmosferica) ricostruiti in rianalisi dal 1979 al
2021, con un passo di discretizzazione spaziale LAT/LON di 0.25°N e una discretizzazione temporale oraria.
Questi dati sono stati acquisiti sui due punti di griglia indicati nella Figura 5-1 ERA5. I due punti sono stati scelti con
l’obiettivo di utilizzare il punto posto a Nord dell’Isola di San Pietro (39.25°N – 8.00°E) per caratterizzare il moto
ondoso proveniente dal settore di Maestrale (Nord-Ovest) e il punto posto a Sud della suddetta isola (39.00°N –
8.00 °E) per caratterizzare gli stati di mare provenienti dal settore di Libeccio (Sud-Ovest).
Figura 17: Localizzazione dei punti ERA5-Nord e ERA5-Sud utilizzati per la caratterizzazione del moto
ondoso a largo
Nella seguente figura è riportato il clima ondametrico relativo al punto ERA5 Nord.
Figura 18: Distribuzione direzionale degli eventi di moto ondoso con Hs>0.5 m nel punto ERA5 Nord,
di coordinate 39.25°N, 8.00°E
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 53
Terminale di Portovesme
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ai sensi del D.Lgs. 105/15
Il diagramma polare sopra riportato (clima ondametrico medio annuale) mostra che il punto in esame posto a largo,
presenta tre settori di traversia, ovvero il settore Nord-Ovest (maestrale), il settore Sud-Est (scirocco) e il settore
Sud-Ovest (libeccio).
Gli stati di mare provenienti dal IV quadrante risultano sia di maggiore intensità, sia di maggiore frequenza rispetto
a quelli provenienti dal II e III quadrante e pertanto il settore di maestrale può essere considerato il principale.
Il settore di maestrale è compreso tra le direzioni 300° e 330°N, mentre quello di libeccio è compreso tra le direzioni
225° e 270°N. Le onde provenienti da questi due settori possono raggiungere Portovesme attraverso i due bracci
di mare compresi tra la costa sarda e l’Isola di S. Pietro e tra l’Isola di S. Pietro e quella di S. Antioco.
Invece le onde provenienti da Scirocco non sono in grado di raggiungere Portovesme a causa dello schermo offerto
dall’Isola di S. Antioco.
Analoghe valutazioni possono essere condotte con riferimento al punto ERA5 Sud (si veda seguente figura).
C.3.2.6
Figura 19: Distribuzione direzionale degli eventi di moto ondoso con Hs>0.5 m nel punto ERA 5 Sud di
coordinate 39.00°N - 8.00°E
Regime delle correnti
Per quanto riguarda il regime delle correnti, all’interno del porto esso può considerarsi di esigua entità. Nella
seguente tabella si riportano i risultati dello studio di inquadramento meteomarino, relativi ai valori estremi di
corrente.
Tabella 15: Correnti superficiali indotte dagli estremi di vento (rif. No. [16]); Usup = velocità
superficiale
C.3.2.7
Livello idrometrico
I dati di livello idrometrico raccolti dalla centralina Carloforte della RMN sono riportati nella Figura 20, dove si mostra
il livello medio di marea, espresso in metri, per il periodo 2015-2020. I dati di livello idrometrico sono raccolti dalla
RMN ogni 10 minuti.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 54
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Figura 20: Livello idrometrico nel periodo 2015 – 2020 (rif. Stazione RMN Carloforte)
In accordo con lo studio meteomarino dell’area di interesse (rif. No. [16]), la Figura 20 mostra che la variazione del
livello di marea è compresa tra circa +0,70 m e -0,50 m. Per i dati dettagliati del contributo delle componenti di
marea astronomica e sovralzo meteorologico, si rimanda allo studio meteomarino dell’area (rif. No. [16]).
C.3.2.8
Tsunami
Per l’analisi dei possibili fenomeni di tsunami si fa riferimento alle linee guida- tecniche, emesse dal Centro Allerta
Tsunami dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (CAT-INGV) (www.ingv.it/cat/it). Il CAT-INGV è stato
costituito nel 2013 con il compito di realizzare e rendere operativo il servizio di sorveglianza per l’allerta da maremoti
e predisporre la mappa di pericolosità da maremoti per le coste italiane. Il CAT è diventato pienamente operativo a
gennaio 2017 ed è stato formalmente designato, da Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 17 febbraio
2017, come componente del Sistema di Allertamento nazionale per i Maremoti (SiAM) generati da eventi sismici
nel Mar Mediterraneo, coordinato dal Dipartimento della Protezione Civile nazionale.
Nell’ambito delle sue attività di sorveglianza e monitoraggio, il CAT utilizza i dati provenienti dalla Rete Sismica
Nazionale dell’INGV e dalle stazioni sismiche di altri centri di ricerca internazionali, nonché i dati della rete
mareografica dell’ISPRA e di quelli dei mareografi collocati sulle coste degli altri paesi del Mediterraneo. Nel
documento del CAT “Linee Guida tecniche per la definizione delle fasce costiere (TSUMAPS-NEAM/Run-Up Max)”,
emesso ad ottobre 2018, viene proposto il modello S-PTHA TSUMAPS-NEAM come il migliore attualmente
disponibile per lo screening della pericolosità legata a tsunami sulle coste italiane.
TSUMAPS-NEAM è lo strumento realizzato dal progetto europeo “Probabilistic TSUnami Hazard MAPS for the
NEAM Region” (http://www.tsumaps-neam.eu), avente come scopo quello di realizzare una valutazione del rischio
di tipo probabilistico degli tsunami generati da terremoti (Probabilistic Tsunami Hazard Assessment, PTHA) per la
regione NEAM (Nordest Atlantico, Mediterraneo e mari collegati). Al progetto hanno partecipato come partner
l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) in qualità di Project coordinator e altri organi degli altri Paesi
interessati (NGI, Norvegia; IPMA, Portogallo; GFZ, Germania; METU, Turchia; UB, Spagna; NOA, Grecia; CNRST,
Marocco; INM, Tunisia).
Il progetto ha prodotto delle curve di rischio e una mappa di rischio/probabilità, calcolate in specifici punti di interesse
(POIs). La mappa è caratterizzata da più di 2.000 POIs distribuiti lungo tutte le coste dell’area NEAM, a distanza
di circa 20 km l’uno dall’altro. Il parametro di misura dell’intensità degli eventi utilizzato nel modello è l’altezza
massima di inondazione (Maximum Inundation Height, MIH), ovvero l’altezza massima raggiunta dall’onda,
misurata rispetto al livello medio del mare. La mappa di rischio riporta per ogni POI il valore di MIH corrispondente
a un certo tempo medio di ritorno (Average Return Period, ARP); il valore di MIH riportato rappresenta un valore
medio dell’area coperta dal POI considerato, con i valori locali del MIH che possono di conseguenza essere
maggiori o minori del valore medio riportato.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 55
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Figura 21: Distribuzione dei POIs nel territorio italiano e lungo il tratto di costa più prossimo all’area
portuale di Portovesme e indicazione del POI assunto come riferimento, ARP = 2.500 anni
Dalla mappa sopra riportate si evince che l’area occupata dall’impianto oggetto del presente Rapporto Preliminare
di Sicurezza è caratterizzata da un rischio tsunami basso in confronto ad altre coste del territorio italiano.
Scendendo più nel dettaglio, per ogni POI sono disponibili delle curve di pericolosità che esprimono la probabilità
di superamento di un determinato valore di MIH in un dato tempo di esposizione (exposure time) assunto pari a 50
anni; ogni punto della curva fornisce quindi un’indicazione di “quanto frequentemente” un evento di una data
intensità può nel futuro essere superato nell’area in esame. La probabilità di superamento nel periodo di riferimento
può essere espressa anche come periodo medio di ritorno (ARP) che è l’intervallo di tempo che intercorre tra due
eventi della stessa intensità. Per ogni POI sono riportate diverse curve con differenti percentili, che rappresentano
il grado di incertezza dello studio dovuto ai modelli e alle assunzioni considerate. Più lungo è il periodo di ritorno
considerato, più scarse sono le osservazioni per testare e, eventualmente, falsificare il modello. Di conseguenza,
le indicazioni del Dipartimento di Protezione Civile suggeriscono l’adozione dell’84° percentile delle curve di
pericolosità ed un periodo di ritorno di 2.500 anni, ovvero, una probabilità di circa il 2% in 50 anni.
Figura 22: Curve di rischio per il POI assunto.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 56
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Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
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Dalla figura sopra riportata, si evince come l’altezza massima attesa (MIH) per un’onda conseguente ad uno
tsunami pari a 0,75 metri sia legata ad una probabilità di accadimento di circa il 2% in 50 anni. Per MIH di 1 metro
la probabilità di accadimento è pari a circa l’1% in 50 anni (ART pari a 5.000 anni). Mentre, MIH di 4 metri sono
legate ad una probabilità di accadimento di circa 0,05% in 50 anni (ART pari a 100.000 anni).
In accordo, con le indicazioni del Dipartimento di Protezione Civile, i risultati di pericolosità di riferimento da
considerare per la pianificazione territoriale sono:
✓
ART = 2.500 anni;
✓ Probabilità in 50 anni = 2%;
✓
✓
Curva di pericolosità = 84° percentile (p84 in figura);
MIH = 0,75 metri.
Tali valori si possono ragionevolmente considerare come non elevati, per cui eventi delle entità descritte non
costituiscono un rischio significativo per l’impianto.
C.3.2.9
Trombe d’aria e tornado
La forza di una tromba d’aria può essere definita secondo la classificazione “Fujita Scale”, che fornisce una misura
empirica dell’intensità di un tornado in funzione dei danni che si riscontrano su strutture, beni e ambiente. La scala
si struttura in sei classi d zero a cinque, con un livello crescente del grado dei danni. Il grado di intensità di una
tromba d’aria corrisponde a quello associato alla categoria di danno di maggiore entità osservato nell’area colpita.
Le categorie di danno vanno dalla rottura e trascinamento di singoli rami dagli alberi (F0), sino alla deformazione
strutturale di edifici alti, edifici robusti divelti dalle fondamenta, automobili trascinate per più di 100 m (F5). I dati
riportati nelle banche dati specialistiche lasciano evincere che anche il territorio italiano è stato ed è interessato da
episodi meteo riconducibili al fenomeno “tromba d’aria”, con le intensità della maggior parte degli eventi registrati
di recente che sono comprese tra le classi F1 e F2. Si riporta nel seguito una sintesi della Scala Fujita.
Tabella 16: Scala Fujita
Categoria
Velocità del
vento [km/h]
Velocità del
vento [m/s]
F0 64-116 18-32
F1 117-180 33-50
F2 181-253 51-72
F3 254-332 72-92
F4 333-418 93-116
F5 >418 >117
Danni
Danni leggeri. Alcuni danni ai comignoli e caduta di rami, cartelli stradali
divelti.
Danni moderati. Asportazione di tegole; danneggiamento di case
prefabbricate; auto fuori strada.
Danni considerevoli. Scoperchiamento di tetti; distruzione di case
prefabbricate; ribaltamento di camion; sradicamento di grossi alberi;
sollevamento di auto da terra.
Danni gravi. Asportazione tegole o abbattimento di muri di case in mattoni;
ribaltamento di treni; sradicamento di alberi anche in boschi e foreste;
sollevamento di auto pesanti dal terreno.
Danni devastanti. Distruzione totale di case in mattoni; strutture con deboli
fondazioni scagliate a grande distanza; sollevamento totale di auto ad alta
velocità.
Danni incredibili. Case sollevate dalle fondamenta e scaraventate talmente
lontano da essere disintegrate; automobili scaraventate in aria come
missili per oltre 100 metri; alberi sradicati.
Di seguito si riportano le informazioni disponibili per gli eventi registrati nell’area in esame (compresa tra latitudine
38.8 N e 39.6 N e tra longitudine 8.2 E e 8.6 E), nel periodo gennaio 2000 – aprile 2021, per gli eventi verificati o
con validazione, seppur incompleta. I risultati mostrano che nel periodo si sono registrati No. 2 trombe d’aria e No.
3 episodi di vento forte (fonte dati European Severe Weather Database (www.eswd.eu).
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 57
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
1 5
2
4
3
Figura 23: Eventi di forte vento (giallo) o tornado (rosso) nel periodo gen. 2000- apr. 2021 – Fonte
European Severe Weather Database. In verde l’area di interesse
Sono stati analizzati gli eventi classificati come tornado e forte vento, occorsi negli ultimi 20 anni in prossimità
dell’area di interesse, con fonti classificate come affidabili (QC1) e casi studio scientifici (QC2), i cui dettagli sono
riportati nella tabella di seguito.
Tabella 17: Principali eventi identificati come tornado
Rif.
Figura
23
1
Luogo, data e ora Evento
Masua
Italia (39.34 N,8.34 E) < 3 km
23-08-2018 (Giovedì)
13:35 UTC (+/- 15 min.)
Informazioni disponibili
Basato su: informazioni provenienti da: foto o video dell’evento, segnalazione a
mezzo stampa, segnalazione mediante sito web, segnalazione da testimone
oculare dell’evento.
Utilizzo del terreno: specchio d’acqua.
La nube a forma d’imbuto era osservabile.
Fonte: Casteddu Online, 23 Agosto 2018.
http://www.castedduonline.it/tromba-marina-al-pan-di-zucchero-di-masua-ibagnanti-in-acqua-guardano-lo-spettacolo-video/
Stato della segnalazione: Questa segnalazione ha una validazione incompleta
(QC1).
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 58
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
Rif.
Figura
23
2
3
4
5
Luogo, data e ora Evento
Carloforte
Italia (39.14 N,8.33 E) < 1 km
23-08-2014 (Sabato)
08:40 UTC (+/- 30 min.)
Calasetta
Italia (39.05 N,8.37 E)
06-11-2016 (Domenica)
12:00 UTC (+/- 1 h.)
Carbonia
Italia (39.17 N,8.52 E) < 5 km
20-04-2019 (Sabato)
13:00 UTC (+/- 3 h.)
Iglesias
Italia (39.31 N,8.54 E) < 5 km
20-04-2019 (Sabato)
13:00 UTC (+/- 3 h.)
Informazioni disponibili
Basato su: informazioni provenienti da foto o video dell’evento, segnalazione
mediante sito web.
Utilizzo del terreno: Terra, specchio d’acqua.
I vortici di suzione non sono stati osservati.
La nube a forma d’imbuto era osservabile.
Numero di persone ferite: 1 bambino di nove anni (da frammenti volanti)
Fonte: Centro Meteo Italiano, 24 Agosto 2014.
http://www.centrometeoitaliano.it/tromba-daria-sardegna-ferito-bambino-24-08-
2014-18640/?refresh_cens
Stato della segnalazione: Questa segnalazione ha una validazione incompleta
(QC1)
Basato su: informazioni provenienti da: segnalazione a mezzo stampa
Danni a beni immobili o proprietà: danni.
Fonte: “Maltempo in Sardegna: trombe d’aria e allagamenti bloccano treni e
strade”, La Nuova Sardegna, 06 Novembre 2016.
Stato della segnalazione: Questa segnalazione ha una validazione incompleta
(QC1)
Basato su: informazioni provenienti da: segnalazione mediante sito web
Impatti: Strada/strade non percorribile o chiusa, Linee elettriche danneggiate o
distrutte, Edificio/Edifici danneggiato, Albero/Alberi abbattuti o sradicati
http://www.meteoweb.eu/2019/04/maltempo-forte-vento-in-sardegna-decine-diinterventi-dei-vigili-del-fuoco/1253097/
Fonte: “Maltempo, forte vento in Sardegna: decine di interventi dei Vigili del Fuoco
“, meteoweb.eu, 20 Aprile 2019.
Stato della segnalazione: Questa segnalazione ha una validazione incompleta
(QC1)
Basato su: informazioni provenienti da: segnalazione mediante sito web
Impatti: Strada/strade non percorribile o chiusa, Linee elettriche danneggiate o
distrutte, Edificio/Edifici danneggiato, Albero/Alberi abbattuti o sradicati
http://www.meteoweb.eu/2019/04/maltempo-forte-vento-in-sardegna-decine-diinterventi-dei-vigili-del-fuoco/1253097/
Fonte: “Maltempo, forte vento in Sardegna: decine di interventi dei Vigili del Fuoco
“, meteoweb.eu, 20 Aprile 2019.
Stato della segnalazione: Questa segnalazione ha una validazione incompleta
(QC1)
Sono stati presi in considerazione i 5 eventi occorsi in siti più vicini a quello di interesse, i cui dettagli sono riportati
nella tabella sopra; solo uno di essi è in realtà occorso in luogo vicino a quello di ubicazione dell’impianto oggetto
del presente Rapporto Preliminare di Sicurezza ed è caratterizzato da tromba d’aria nella zona di Carloforte.
L’evento sopracitato, come anche gli altri eventi di tipo “tromba d’aria” riportati nella precedente tabella, non sono
stati categorizzati all’interno della Scala Fujita, in quanto non hanno registrato i danni descritti nella Tabella 16. Gli
altri eventi riportati nella precedente tabella sono legati a fenomeni di vento forte. In base a queste informazioni si
può ragionevolmente escludere il pericolo di trombe d’aria per il sito in esame.
C.3.2.10 Perturbazioni Cerauniche
Per quanto attiene la fulminazione, l’area di Portovesme è caratterizzata da una probabilità di fulminazione annua
pari a 1,5 fulmini / anno / km 2 .
Tale valore è stato dedotto dalle mappe del “Sistema Italiano di Rilevamento dei Fulmini (SIRF)” istituito presso il
CESI (Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano) di Milano, che riportano i valori medi del numero di fulminazioni
a terra per anno e per km 2 sull’intero territorio nazionale.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 59
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
Figura 24: Mappa dei valori medi del numero di fulminazioni a terra sul territorio italiano
Lo studio del Rischio Fulminazioni è stato effettuato nell’ambito del progetto facendo riferimento alla serie di norme
UNI EN 62305-1/2/3/4 “Protezione contro i fulmini”. Per maggiori dettagli si rimanda al paragrafo C.7.2.
C.4 ANALISI DEGLI EVENTI INCIDENTALI
C.4.1
Sequenze incidentali
C.4.1.1
Individuazione delle Unità Critiche dello Stabilimento
Con riferimento all’analisi preliminare per l’individuazione delle aree critiche dell’impianto (Metodo a Indici) si
rimanda ai seguenti allegati:
✓
✓
C.4.1.2
Allegato C.4, per ciò che riguarda gli aspetti metodologici;
Allegato C.4.1-A, dove sono forniti i dettagli dell’applicazione del Metodo a Indici e una sintesi dei risultati.
Identificazione degli eventi incidentali di riferimento
Con riferimento all’identificazione degli eventi incidentali di riferimento e al calcolo della relativa frequenza di
accadimento si rimanda ai seguenti allegati:
✓
✓
✓
Allegato C.4, dove è riportata la descrizione della metodologia e i principali criteri e assunzioni di base adottati
nell’analisi;
Allegato C.4.1-B, dove è riportato il rapporto dello studio HAZOP condotto per il Terminale;
Allegato C.4.1-C, dove sono identificati, a partire dall’analisi HAZOP, gli eventi incidentali causati da deviazioni
di processo (Top Event) e ne è calcolata, mediante la tecnica degli Alberi di Guasto, la relativa frequenza di
accadimento, in base alla quale sono selezionati gli eventi incidentali credibili che saranno ulteriormente
analizzati in termini di valutazione delle conseguenze;
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 60
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
✓
✓
✓
Allegato C.4.1-D, dove sono riportati i P&Ids del Terminale su cui sono evidenziate le sezioni intercettabili
dalle quali potrebbero avvenire gli eventi incidentali dovute a cause random, non riconducibili cioè a deviazioni
di processo;
Allegato C.4.1-E, dove sono identificati, sulla base delle sezioni intercettabili e delle diverse modalità operative
del Terminale, gli eventi incidentali random e ne è calcolata, mediante la metodologia della “parts count”, la
relativa frequenza di accadimento, in base alla quale sono selezionati gli eventi incidentali credibili che saranno
ulteriormente analizzati in termini di valutazione delle conseguenze;
Allegato C.4.1-F, dove è riportata un’analisi dei possibili casi di rilascio di GNL a seguito di collisione di mezzi
navali con la FSRU.
C.4.1.3
Identificazione e analisi degli eventi NATECH
Con riferimento all’analisi degli eventi incidentali determinati da cause naturali (NATECH: Natural Hazard Triggering
Technological Disasters) si rimanda a quanto riportato nel Paragrafo C.3.
C.4.2
Stima delle conseguenze degli scenari incidentali
Con riferimento all’analisi delle conseguenze degli scenari incidentali si rimanda ai seguenti allegati:
✓
✓
C.4.3
Allegato C.4, dove è riportata la descrizione della metodologia e i principali criteri e assunzioni di base adottati
nell’analisi;
Allegato C.4.2, dove sono forniti i dettagli dell’analisi e una sintesi dei risultati.
Mappe di danno
Le mappe di danno degli scenari incidentali credibili sono riportate in Allegato C.4.3.
C.4.4
Analisi delle conseguenze ambientali
Le sostanze pericolose per l’ambiente ai sensi del D.Lgs. 105/15 che saranno presenti presso il Terminale sono il
gasolio, utilizzato per il sistema di alimentazione di emergenza e per le pompe antincendio, e l’ipoclorito di sodio,
utilizzato come antivegetativo nel sistema di acqua di mare.
Il gasolio rientra tra le sostanze di categoria E2 di cui all’Allegato 1, Parte 1 del D.Lgs. 105/15, essendo
caratterizzata da indicazione di pericolo H411.
L’ipoclorito di sodio rientra tra le sostanze di categoria E1 di cui all’Allegato 1, Parte 1 del D.Lgs. 105/15, essendo
caratterizzata da indicazione di pericolo H410.
Entrambe tali sostanze saranno presenti in quantità significativamente inferiori rispetto ai limiti indicati nell’Allegato
1 del D.Lgs. 105/15 e saranno stoccate e manipolate in modo che eventuali perdite siano contenute e non ci sia
alcuna possibilità di contaminazione dei recettori ambientali.
Si può pertanto concludere che, per il Terminale di Portovesme, non sono ipotizzabili eventi incidentali rilevanti di
tipo ambientale.
C.4.5
Comportamento dell’Impianto in caso di indisponibilità delle reti di servizio
Paragrafo non richiesto per i Rapporti Preliminari di Sicurezza, in accordo alle indicazioni del D.Lgs. 105/15,
Allegato C, Parte 2.
C.5 SINTESI DEGLI EVENTI INCIDENTALI E INFORMAZIONI PER LA
PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO
C.5.1
Sintesi dei risultati dell’analisi degli eventi incidentali
La sintesi degli scenari incidentali è riportata in Allegato I.5 al presente Rapporto Preliminare di Sicurezza e, per un
più rapido riferimento, nelle tabelle seguenti.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 61
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF) ai sensi del D.Lgs. 105/15
Tabella 18: Tabella riepilogativa delle risultanze delle analisi degli eventi incidentali
Evento iniziatore
Condizioni
meteorologiche
Distanze di danno [m]
(rif. D.M. LL.PP. 9 Maggio 2001)
ID
Descrizione
Frequenza
[ev/anno]
Scenario
incidentali
Frequenza
[ev/anno]
Velocità
del vento
Classe di
stabilità
atmosferica
ZONA 1
12.5 kW/m2
0.3 bar
LC50
LFL
ZONA 2
7 kW/m2
0.14 bar
-
LFL/2
ZONA 3
5 kW/m2
0.07 bar
IDLH
-
ZONA 4
3 kW/m2
0.03 bar
-
-
Jet Fire
6,59E-04
5 D N.R. 27 36 47
2 F N.R. 34 42 53
R1.1_1”
Rilascio minore - Rilascio di GNL da
manichette flessibili di scarico da
Shuttle Carrier, durante il servizio
caricamento FSRU.
1,01E-01
Pool Fire
Flash Fire
6,59E-04
1,54E-03
5 D 19 24 27 32
2 F 17 22 26 32
5 D N.R. N.R. - -
2 F N.R. N.R. - -
UVCE -- (1)
5 D - - - -
2 F - - - -
Jet Fire
1,56E-07
5 D 25 35 41 49
2 F 31 41 47 56
R1.2_1”
Rilascio minore - Rilascio di GNL da
collettore di scarico a valle delle
manichette, durante il servizio
caricamento FSRU da Shuttle Carrier.
2,39E-05
Pool Fire
Flash Fire
1,56E-07
3,64E-07
5 D 19 24 27 32
2 F 17 22 26 32
5 D N.R. N.R. - -
2 F N.R. N.R. - -
UVCE -- (1)
5 D - - - -
2 F - - - -
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 62
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF) ai sensi del D.Lgs. 105/15
Evento iniziatore
Condizioni
meteorologiche
Distanze di danno [m]
(rif. D.M. LL.PP. 9 Maggio 2001)
ID
Descrizione
Frequenza
[ev/anno]
Scenario
incidentali
Frequenza
[ev/anno]
Velocità
del vento
Classe di
stabilità
atmosferica
ZONA 1
12.5 kW/m2
0.3 bar
LC50
LFL
ZONA 2
7 kW/m2
0.14 bar
-
LFL/2
ZONA 3
5 kW/m2
0.07 bar
IDLH
-
ZONA 4
3 kW/m2
0.03 bar
-
-
Jet Fire
1,31E-07
5 D 133 151 164 187
2 F 152 172 185 209
R1.2_4”
Rilascio significativo - Rilascio di GNL
da collettore di scarico a valle delle
manichette, durante il servizio
caricamento FSRU da Shuttle Carrier.
6,75E-06
Pool Fire
Flash Fire
1,31E-07
2,45E-07
5 D 82 103 117 143
2 F 76 98 113 141
5 D 95 148 - -
2 F 132 172 - -
UVCE 6,11E-08 (2)
5 D - - - -
2 F - - - -
Jet Fire
8,87E-07
5 D N.R. 18 23 33
2 F N.R. N.R. 27 38
R1.3_1”
Rilascio minore - Rilascio di GNL da
linee di caricamento serbatoi FSRU,
durante il servizio caricamento FSRU
da Shuttle Carrier.
1,80E-04
Pool Fire
Flash Fire
8,87E-07
2,07E-06
5 D 12 15 17 20
2 F 11 14 16 20
5 D N.R. N.R. - -
2 F N.R. N.R. - -
UVCE -- (1)
5 D - - - -
2 F - - - -
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 63
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF) ai sensi del D.Lgs. 105/15
Evento iniziatore
Condizioni
meteorologiche
Distanze di danno [m]
(rif. D.M. LL.PP. 9 Maggio 2001)
ID
Descrizione
Frequenza
[ev/anno]
Scenario
incidentali
Frequenza
[ev/anno]
Velocità
del vento
Classe di
stabilità
atmosferica
ZONA 1
12.5 kW/m2
0.3 bar
LC50
LFL
ZONA 2
7 kW/m2
0.14 bar
-
LFL/2
ZONA 3
5 kW/m2
0.07 bar
IDLH
-
ZONA 4
3 kW/m2
0.03 bar
-
-
Jet Fire
6,93E-07
5 D 96 111 120 137
2 F 114 129 139 156
R1.3_4”
Rilascio significativo - Rilascio di GNL
da linee di caricamento serbatoi FSRU,
durante il servizio caricamento FSRU
da Shuttle Carrier.
4,74E-05
Pool Fire
Flash Fire
6,93E-07
1,62E-06
5 D 59 74 84 102
2 F 55 70 81 101
5 D 44 67 - -
2 F 57 102 - -
UVCE -- (1)
5 D - - - -
2 F - - - -
Jet Fire
2,46E-06
5 D 37 53 60 71
2 F 46 61 68 80
R1.4_1”
Rilascio minore - Rilascio di GNL da
linee di mandata pompe in-tank e
collettore GNL principale, durante il
servizio caricamento FSRU da Shuttle
Carrier.
2,61E-04
Pool Fire
Flash Fire
2,46E-06
5,74E-06
5 D 33 41 46 56
2 F 30 39 45 55
5 D N.R. N.R. - -
2 F N.R. N.R. - -
UVCE -- (1)
5 D - - - -
2 F - - - -
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 64
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF) ai sensi del D.Lgs. 105/15
Evento iniziatore
Condizioni
meteorologiche
Distanze di danno [m]
(rif. D.M. LL.PP. 9 Maggio 2001)
ID
Descrizione
Frequenza
[ev/anno]
Scenario
incidentali
Frequenza
[ev/anno]
Velocità
del vento
Classe di
stabilità
atmosferica
ZONA 1
12.5 kW/m2
0.3 bar
LC50
LFL
ZONA 2
7 kW/m2
0.14 bar
-
LFL/2
ZONA 3
5 kW/m2
0.07 bar
IDLH
-
ZONA 4
3 kW/m2
0.03 bar
-
-
Jet Fire
1,39E-06
5 D 161 184 200 229
2 F 186 209 225 254
R1.4_4”
Rilascio minore - Rilascio di GNL da
linee di mandata pompe in-tank e
collettore GNL principale, durante il
servizio caricamento FSRU da Shuttle
Carrier.
5,87E-05
Pool Fire
Flash Fire
1,39E-06
2,60E-06
5 D 103 130 147 180
2 F 96 123 142 177
5 D 113 210 - -
2 F 156 170 - -
UVCE
6,49E-07
5 D N.R. 39 82 196
2 F N.R. 39 82 196
Jet Fire
4,18E-07
5 D 48 57 63 74
2 F 56 66 72 82
R1.5_1”
Rilascio minore - Rilascio di GNL da
linea ship loading a servizio ricircolo
GNL durante il caricamento FSRU da
Shuttle Carrier.
4,44E-05
Pool Fire
Flash Fire
4,18E-07
9,76E-07
5 D 33 41 46 56
2 F 30 39 45 55
5 D N.R. N.R. - -
2 F N.R. N.R. - -
UVCE -- (1)
5 D - - - -
2 F - - - -
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 65
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF) ai sensi del D.Lgs. 105/15
Evento iniziatore
Condizioni
meteorologiche
Distanze di danno [m]
(rif. D.M. LL.PP. 9 Maggio 2001)
ID
Descrizione
Frequenza
[ev/anno]
Scenario
incidentali
Frequenza
[ev/anno]
Velocità
del vento
Classe di
stabilità
atmosferica
ZONA 1
12.5 kW/m2
0.3 bar
LC50
LFL
ZONA 2
7 kW/m2
0.14 bar
-
LFL/2
ZONA 3
5 kW/m2
0.07 bar
IDLH
-
ZONA 4
3 kW/m2
0.03 bar
-
-
Jet Fire 4,36E-08 (2)
5 D - - - -
2 F - - - -
R1.5_4”
Rilascio significativo - Rilascio di GNL
da linea ship loading a servizio ricircolo
GNL durante il caricamento FSRU da
Shuttle Carrier.
3,39E-06
Pool Fire 4,36E-08 (2)
Flash Fire
1,02E-07
5 D - - - -
2 F - - - -
5 D N.R. 55 - -
2 F 47 70 - -
UVCE -- (1)
5 D - - - -
2 F - - - -
R2.1_1”
Rilascio minore - Rilascio di GNL da
linee di mandata pompe in-tank e
collettore GNL principale, durante
servizio caricamento nave metaniera
“bunkering vessel” da FSRU (ship
reloading).
1,76E-04
Jet Fire
Pool Fire
Flash Fire
1,44E-06
1,44E-06
3,37E-06
UVCE -- (1)
5 D N.R. 42 50 61
2 F N.R. 48 58 69
5 D 27 34 38 46
2 F 25 32 36 45
5 D N.R. N.R. - -
2 F N.R. N.R. - -
5 D - - - -
2 F - - - -
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 66
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF) ai sensi del D.Lgs. 105/15
Evento iniziatore
Condizioni
meteorologiche
Distanze di danno [m]
(rif. D.M. LL.PP. 9 Maggio 2001)
ID
Descrizione
Frequenza
[ev/anno]
Scenario
incidentali
Frequenza
[ev/anno]
Velocità
del vento
Classe di
stabilità
atmosferica
ZONA 1
12.5 kW/m2
0.3 bar
LC50
LFL
ZONA 2
7 kW/m2
0.14 bar
-
LFL/2
ZONA 3
5 kW/m2
0.07 bar
IDLH
-
ZONA 4
3 kW/m2
0.03 bar
-
-
R2.1_4”
Rilascio significativo - Rilascio di GNL
da linee di mandata pompe in-tank e
collettore GNL principale, durante
servizio caricamento nave metaniera
“bunkering vessel” da FSRU (ship
reloading).
3,91E-05
Jet Fire
Pool Fire
Flash Fire
UVCE
9,38E-07
9,38E-07
1,75E-06
4,38E-07
5 D 166 190 206 236
2 F 191 215 232 261
5 D 105 132 150 183
2 F 97 125 144 180
5 D 121 223 - -
2 F 163 177 - -
5 D N.R. 39 82 196
2 F N.R. 39 82 196
Jet Fire
3,63E-07
5 D 38 49 54 63
2 F 44 56 62 71
R2.2_1”
Rilascio minore - Rilascio di GNL da
linea ship loading, durante il servizio
caricamento nave metaniera
“bunkering vessel” da FSRU (ship
reloading).
4,44E-05
Pool Fire
Flash Fire
3,63E-07
8,46E-07
5 D 27 33 38 45
2 F 25 31 36 45
5 D N.R. N.R. - -
2 F N.R. N.R. - -
UVCE -- (1)
5 D - - - -
2 F - - - -
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 67
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF) ai sensi del D.Lgs. 105/15
Evento iniziatore
Condizioni
meteorologiche
Distanze di danno [m]
(rif. D.M. LL.PP. 9 Maggio 2001)
ID
Descrizione
Frequenza
[ev/anno]
Scenario
incidentali
Frequenza
[ev/anno]
Velocità
del vento
Classe di
stabilità
atmosferica
ZONA 1
12.5 kW/m2
0.3 bar
LC50
LFL
ZONA 2
7 kW/m2
0.14 bar
-
LFL/2
ZONA 3
5 kW/m2
0.07 bar
IDLH
-
ZONA 4
3 kW/m2
0.03 bar
-
-
Jet Fire 8,14E-08 (2)
5 D - - - -
2 F - - - -
R2.2_4”
Rilascio significativo - Rilascio di GNL
da linea ship loading, durante il servizio
caricamento nave metaniera
“bunkering vessel” da FSRU (ship
reloading).
3,39E-06
Pool Fire 8,14E-08 (2)
Flash Fire
1,52E-07
5 D - - - -
2 F - - - -
5 D 166 245 - -
2 F 185 206 - -
UVCE 3,80E-08 (2)
5 D - - - -
2 F - - - -
R2.3_1”
Rilascio minore - Rilascio di GNL da
collettore carico a monte delle
manichette, durante il servizio
caricamento nave metaniera
“bunkering vessel” da FSRU (ship
reloading).
2,06E-05
Jet Fire
Pool Fire
Flash Fire
1,66E-07
1,66E-07
3,88E-07
UVCE -- (1)
5 D 37 48 53 63
2 F 43 56 61 71
5 D 26 33 37 45
2 F 24 31 35 44
5 D N.R. N.R. - -
2 F N.R. N.R. - -
5 D - - - -
2 F - - - -
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 68
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF) ai sensi del D.Lgs. 105/15
Evento iniziatore
Condizioni
meteorologiche
Distanze di danno [m]
(rif. D.M. LL.PP. 9 Maggio 2001)
ID
Descrizione
Frequenza
[ev/anno]
Scenario
incidentali
Frequenza
[ev/anno]
Velocità
del vento
Classe di
stabilità
atmosferica
ZONA 1
12.5 kW/m2
0.3 bar
LC50
LFL
ZONA 2
7 kW/m2
0.14 bar
-
LFL/2
ZONA 3
5 kW/m2
0.07 bar
IDLH
-
ZONA 4
3 kW/m2
0.03 bar
-
-
R2.3_4”
Rilascio significativo - Rilascio di GNL
da collettore carico a monte delle
manichette, durante il servizio
caricamento nave metaniera
“bunkering vessel” da FSRU (ship
reloading).
5,06E-06
Jet Fire
Pool Fire
Flash Fire
1,21E-07
1,21E-07
2,27E-07
UVCE 5,67E-08 (2)
5 D 163 186 202 232
2 F 187 211 227 257
5 D 103 130 147 180
2 F 96 123 142 177
5 D 162 240 - -
2 F 189 220 - -
5 D - - - -
2 F - - - -
R2.4_1”
Rilascio minore - Rilascio di GNL da
manichette flessibili di carico nave
metaniera “bunkering vessel”, durante
il servizio caricamento nave metaniera
“bunkering vessel” da FSRU (ship
reloading).
6,72E-02
Jet Fire
Pool Fire
Flash Fire
5,43E-04
5,43E-04
1,27E-03
UVCE -- (1)
5 D 30 44 51 61
2 F 38 51 58 68
5 D 26 33 37 45
2 F 24 31 35 44
5 D N.R. N.R. - -
2 F N.R. N.R. - -
5 D - - - -
2 F - - - -
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 69
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF) ai sensi del D.Lgs. 105/15
Evento iniziatore
Condizioni
meteorologiche
Distanze di danno [m]
(rif. D.M. LL.PP. 9 Maggio 2001)
ID
Descrizione
Frequenza
[ev/anno]
Scenario
incidentali
Frequenza
[ev/anno]
Velocità
del vento
Classe di
stabilità
atmosferica
ZONA 1
12.5 kW/m2
0.3 bar
LC50
LFL
ZONA 2
7 kW/m2
0.14 bar
-
LFL/2
ZONA 3
5 kW/m2
0.07 bar
IDLH
-
ZONA 4
3 kW/m2
0.03 bar
-
-
Jet Fire
1,51E-06
5 D 38 49 54 63
2 F 44 56 62 71
R2.5_1”
Rilascio minore - Rilascio da linee di
ricircolo GNL, durante il ricircolo GNL
per servizio caricamento nave
metaniera “bunkering vessel” da FSRU
(ship reloading).
1,84E-04
Pool Fire
Flash Fire
1,51E-06
3,52E-06
5 D 27 33 38 45
2 F 25 31 36 45
5 D N.R. N.R. - -
2 F N.R. N.R. - -
UVCE -- (1)
5 D - - - -
2 F - - - -
Jet Fire
3,49E-05
5 D 47 57 63 73
2 F 56 66 72 82
R3.1_1”
Rilascio minore - Rilascio di GNL da
linee di mandata pompe in-tank e
collettore GNL principale.
3,74E-03
Pool Fire
Flash Fire
3,49E-05
8,15E-05
5 D 32 40 45 55
2 F 30 38 44 54
5 D N.R. N.R. - -
2 F N.R. N.R. - -
UVCE -- (1)
5 D - - - -
2 F - - - -
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 70
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF) ai sensi del D.Lgs. 105/15
Evento iniziatore
Condizioni
meteorologiche
Distanze di danno [m]
(rif. D.M. LL.PP. 9 Maggio 2001)
ID
Descrizione
Frequenza
[ev/anno]
Scenario
incidentali
Frequenza
[ev/anno]
Velocità
del vento
Classe di
stabilità
atmosferica
ZONA 1
12.5 kW/m2
0.3 bar
LC50
LFL
ZONA 2
7 kW/m2
0.14 bar
-
LFL/2
ZONA 3
5 kW/m2
0.07 bar
IDLH
-
ZONA 4
3 kW/m2
0.03 bar
-
-
Jet Fire
1,54E-05
5 D 126 143 155 177
2 F 144 163 175 198
R3.1_4”
Rilascio significativo - Rilascio di GNL
da linee di mandata pompe in-tank e
collettore GNL principale.
8,33E-04
Pool Fire
Flash Fire
1,54E-05
2,87E-05
5 D 76 95 108 131
2 F 70 90 104 130
5 D 81 131 - -
2 F 125 204 - -
UVCE
7,17E-06
5 D N.R. 39 82 196
2 F N.R. 39 82 196
Jet Fire
1,24E-05
5 D N.R. 40 49 60
2 F N.R. 45 56 67
R3.2_1”
Rilascio minore - Rilascio di GNL da
ricondensatore MS-103.
1,54E-03
Pool Fire
Flash Fire
1,24E-05
2,90E-05
5 D 26 33 37 45
2 F 24 31 35 44
5 D N.R. N.R. - -
2 F N.R. N.R. - -
UVCE -- (1)
5 D - - - -
2 F - - - -
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 71
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF) ai sensi del D.Lgs. 105/15
Evento iniziatore
Condizioni
meteorologiche
Distanze di danno [m]
(rif. D.M. LL.PP. 9 Maggio 2001)
ID
Descrizione
Frequenza
[ev/anno]
Scenario
incidentali
Frequenza
[ev/anno]
Velocità
del vento
Classe di
stabilità
atmosferica
ZONA 1
12.5 kW/m2
0.3 bar
LC50
LFL
ZONA 2
7 kW/m2
0.14 bar
-
LFL/2
ZONA 3
5 kW/m2
0.07 bar
IDLH
-
ZONA 4
3 kW/m2
0.03 bar
-
-
Jet Fire
4,70E-06
5 D 163 187 203 232
2 F 188 212 228 257
R3.2_4”
Rilascio significativo - Rilascio di GNL
da ricondensatore MS-103.
1,96E-04
Pool Fire
Flash Fire
4,70E-06
8,77E-06
5 D 103 130 147 180
2 F 96 123 142 177
5 D 116 216 - -
2 F 159 173 - -
UVCE
2,19E-06
5 D N.R. 39 82 196
2 F N.R. 39 82 196
Jet Fire
2,34E-06
5 D N.R. N.R. 32 51
2 F N.R. N.R. 39 57
R3.3_1”
Rilascio minore - Rilascio di GNL dal
collettore linee di aspirazione pompe
alta pressione P-501/502/503/504/505.
3,03E-04
Pool Fire
Flash Fire
2,34E-06
5,45E-06
5 D 24 30 34 41
2 F 22 28 32 40
5 D N.R. N.R. - -
2 F N.R. N.R. - -
UVCE -- (1)
5 D - - - -
2 F - - - -
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 72
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF) ai sensi del D.Lgs. 105/15
Evento iniziatore
Condizioni
meteorologiche
Distanze di danno [m]
(rif. D.M. LL.PP. 9 Maggio 2001)
ID
Descrizione
Frequenza
[ev/anno]
Scenario
incidentali
Frequenza
[ev/anno]
Velocità
del vento
Classe di
stabilità
atmosferica
ZONA 1
12.5 kW/m2
0.3 bar
LC50
LFL
ZONA 2
7 kW/m2
0.14 bar
-
LFL/2
ZONA 3
5 kW/m2
0.07 bar
IDLH
-
ZONA 4
3 kW/m2
0.03 bar
-
-
Jet Fire
9,00E-07
5 D 148 172 188 217
2 F 173 197 213 241
R3.3_4”
Rilascio significativo - Rilascio di GNL
dal collettore linee di aspirazione
pompe alta pressione P-
501/502/503/504/505.
3,93E-05
Pool Fire
Flash Fire
9,00E-07
2,10E-06
5 D 54 68 77 93
2 F 50 64 74 92
5 D N.R. 140 - -
2 F 127 161 - -
UVCE -- (1)
5 D - - - -
2 F - - - -
Jet Fire
6,09E-05
5 D 57 75 83 98
2 F 65 86 95 109
R3.4_1”
Rilascio minore - Rilascio di GNL dalle
linee di mandata pompe alta pressione
P-501/502/503/504/505.
4,44E-03
Pool Fire
Flash Fire
6,09E-05
1,42E-04
5 D 54 67 76 92
2 F 50 63 73 91
5 D N.R. N.R. - -
2 F N.R. N.R. - -
UVCE -- (1)
5 D - - - -
2 F - - - -
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 73
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF) ai sensi del D.Lgs. 105/15
Evento iniziatore
Condizioni
meteorologiche
Distanze di danno [m]
(rif. D.M. LL.PP. 9 Maggio 2001)
ID
Descrizione
Frequenza
[ev/anno]
Scenario
incidentali
Frequenza
[ev/anno]
Velocità
del vento
Classe di
stabilità
atmosferica
ZONA 1
12.5 kW/m2
0.3 bar
LC50
LFL
ZONA 2
7 kW/m2
0.14 bar
-
LFL/2
ZONA 3
5 kW/m2
0.07 bar
IDLH
-
ZONA 4
3 kW/m2
0.03 bar
-
-
Jet Fire
8,06E-06
5 D 80 97 107 125
2 F 94 112 123 142
R3.4_4”
Rilascio significativo - Rilascio di GNL
dalle linee di mandata pompe alta
pressione P-501/502/503/504/505.
5,70E-04
Pool Fire
Flash Fire
8,06E-06
1,88E-05
5 D 56 70 80 97
2 F 52 67 77 96
5 D N.R. N.R. - -
2 F N.R. 68 - -
UVCE -- (1)
5 D - - - -
2 F - - - -
Jet Fire
9,59E-06
5 D 57 75 83 98
2 F 65 86 95 109
R3.5_1”
Rilascio minore - Rilascio di GNL da
collettore linee mandata pompe alta
pressione verso vaporizzatori.
6,99E-04
Pool Fire
Flash Fire
9,59E-06
2,24E-05
5 D 54 67 76 92
2 F 50 63 73 91
5 D N.R. N.R. - -
2 F N.R. N.R. - -
UVCE -- (1)
5 D - - - -
2 F - - - -
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 74
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF) ai sensi del D.Lgs. 105/15
Evento iniziatore
Condizioni
meteorologiche
Distanze di danno [m]
(rif. D.M. LL.PP. 9 Maggio 2001)
ID
Descrizione
Frequenza
[ev/anno]
Scenario
incidentali
Frequenza
[ev/anno]
Velocità
del vento
Classe di
stabilità
atmosferica
ZONA 1
12.5 kW/m2
0.3 bar
LC50
LFL
ZONA 2
7 kW/m2
0.14 bar
-
LFL/2
ZONA 3
5 kW/m2
0.07 bar
IDLH
-
ZONA 4
3 kW/m2
0.03 bar
-
-
Jet Fire
1,86E-06
5 D 156 181 197 227
2 F 181 206 222 250
R3.5_4”
Rilascio significativo - Rilascio di GNL
da collettore linee mandata pompe alta
pressione verso vaporizzatori.
7,74E-05
Pool Fire
Flash Fire
1,86E-06
4,33E-06
5 D 54 67 76 92
2 F 50 63 73 91
5 D N.R. 155 - -
2 F 128 177 - -
UVCE -- (1)
5 D - - - -
2 F - - - -
Jet Fire
1,47E-05
5 D 40 67 78 95
2 F N.R. 77 89 106
R3.6_1”
Rilascio minore - Rilascio di GNL da
vaporizzatori E-101/101/103.
1,08E-03
Pool Fire
Flash Fire
1,47E-05
3,44E-05
5 D 54 67 76 92
2 F 49 63 73 91
5 D N.R. N.R. - -
2 F N.R. N.R. - -
UVCE -- (1)
5 D - - - -
2 F - - - -
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 75
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF) ai sensi del D.Lgs. 105/15
Evento iniziatore
Condizioni
meteorologiche
Distanze di danno [m]
(rif. D.M. LL.PP. 9 Maggio 2001)
ID
Descrizione
Frequenza
[ev/anno]
Scenario
incidentali
Frequenza
[ev/anno]
Velocità
del vento
Classe di
stabilità
atmosferica
ZONA 1
12.5 kW/m2
0.3 bar
LC50
LFL
ZONA 2
7 kW/m2
0.14 bar
-
LFL/2
ZONA 3
5 kW/m2
0.07 bar
IDLH
-
ZONA 4
3 kW/m2
0.03 bar
-
-
Jet Fire
2,82E-06
5 D 103 125 138 162
2 F 122 144 157 180
R3.6_4”
Rilascio significativo - Rilascio di GNL
da vaporizzatori E-101/101/103.
1,53E-04
Pool Fire
Flash Fire
2,82E-06
6,59E-06
5 D 76 95 108 131
2 F 70 90 104 130
5 D N.R. N.R. - -
2 F N.R. N.R. - -
UVCE -- (1)
5 D - - - -
2 F - - - -
R3.7_1”
Rilascio minore - Rilascio di GN da
sistema di misura ed analisi non fiscale
PK-103.
2,55E-03
Jet Fire
Flash Fire
3,97E-05
9,26E-05
UVCE -- (1)
5 D N.R. N.R. N.R. N.R.
2 F N.R. N.R. N.R. N.R.
5 D N.R. N.R. - -
2 F N.R. N.R. - -
5 D - - - -
2 F - - - -
R3.7_4”
Rilascio significativo - Rilascio di GN da
sistema di misura ed analisi non fiscale
PK-103.
2,79E-04
Jet Fire
Flash Fire
1,65E-05
3,84E-05
UVCE -- (1)
5 D 67 91 105 127
2 F 63 87 103 126
5 D N.R. N.R. - -
2 F N.R. N.R. - -
5 D - - - -
2 F - - - -
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 76
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF) ai sensi del D.Lgs. 105/15
Evento iniziatore
Condizioni
meteorologiche
Distanze di danno [m]
(rif. D.M. LL.PP. 9 Maggio 2001)
ID
Descrizione
Frequenza
[ev/anno]
Scenario
incidentali
Frequenza
[ev/anno]
Velocità
del vento
Classe di
stabilità
atmosferica
ZONA 1
12.5 kW/m2
0.3 bar
LC50
LFL
ZONA 2
7 kW/m2
0.14 bar
-
LFL/2
ZONA 3
5 kW/m2
0.07 bar
IDLH
-
ZONA 4
3 kW/m2
0.03 bar
-
-
R3.8_1”
Rilascio minore - Rilascio di GN da
braccio di scarico verso impianto
onshore.
6,00E-04
Jet Fire
Flash Fire
9,26E-06
2,16E-05
UVCE -- (1)
5 D 34 38 40 44
2 F 34 37 40 45
5 D 18 20 - -
2 F 19 21 - -
5 D - - - -
2 F - - - -
Jet Fire
1,13E-05
5 D 34 38 40 44
2 F 34 37 40 45
R3.9_1”
Rilascio minore - Rilascio di GN da
linea onshore fino a sistema PIL.
7,31E-04
Flash Fire
2,63E-05
5 D 18 20 - -
2 F 19 21 - -
UVCE -- (1)
5 D - - - -
2 F - - - -
Jet Fire
1,25E-05
5 D 126 143 155 177
2 F 124 142 156 180
R3.9_4”
Rilascio significativo - Rilascio di GN da
linea onshore fino a sistema PIL.
1,39E-04
Flash Fire
2,93E-05
5 D 87 106 - -
2 F 90 105 - -
UVCE -- (1)
5 D - - - -
2 F - - - -
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 77
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF) ai sensi del D.Lgs. 105/15
Evento iniziatore
Condizioni
meteorologiche
Distanze di danno [m]
(rif. D.M. LL.PP. 9 Maggio 2001)
ID
Descrizione
Frequenza
[ev/anno]
Scenario
incidentali
Frequenza
[ev/anno]
Velocità
del vento
Classe di
stabilità
atmosferica
ZONA 1
12.5 kW/m2
0.3 bar
LC50
LFL
ZONA 2
7 kW/m2
0.14 bar
-
LFL/2
ZONA 3
5 kW/m2
0.07 bar
IDLH
-
ZONA 4
3 kW/m2
0.03 bar
-
-
Jet Fire
1,18E-05
5 D 48 57 63 74
2 F 56 66 72 82
R4.1_1”
Rilascio minore - Rilascio di GNL da
linea utenza carico autocisterne, a
monte dei bracci di carico da FSRU a
impianto onshore.
1,25E-03
Pool Fire
Flash Fire
1,18E-05
2,75E-05
5 D 33 41 46 56
2 F 30 39 45 55
5 D N.R. N.R. - -
2 F N.R. N.R. - -
UVCE -- (1)
5 D - - - -
2 F - - - -
Jet Fire
6,89E-07
5 D 26 29 31 35
2 F 30 33 35 39
R4.2_0,4”
Rilascio minore - Rilascio di GNL da
braccio di carico autocisterne, da
FSRU a impianto onshore, da foro 0,4”.
1,50E-04
Pool Fire
Flash Fire
6,89E-07
1,61E-06
5 D 11 13 15 18
2 F 10 12 14 17
5 D 14 15 - -
2 F 12 15 - -
UVCE -- (1)
5 D - - - -
2 F - - - -
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 78
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF) ai sensi del D.Lgs. 105/15
Evento iniziatore
Condizioni
meteorologiche
Distanze di danno [m]
(rif. D.M. LL.PP. 9 Maggio 2001)
ID
Descrizione
Frequenza
[ev/anno]
Scenario
incidentali
Frequenza
[ev/anno]
Velocità
del vento
Classe di
stabilità
atmosferica
ZONA 1
12.5 kW/m2
0.3 bar
LC50
LFL
ZONA 2
7 kW/m2
0.14 bar
-
LFL/2
ZONA 3
5 kW/m2
0.07 bar
IDLH
-
ZONA 4
3 kW/m2
0.03 bar
-
-
Jet Fire
1,18E-05
5 D 56 63 68 77
2 F 65 72 77 86
R4.3_1”
Rilascio minore - Rilascio di GNL da
linea onshore di carico autocisterne, a
monte delle pensiline di carico.
1,25E-03
Pool Fire
Flash Fire
1,18E-05
2,75E-05
5 D 33 41 46 56
2 F 30 39 45 55
5 D 29 31 - -
2 F 27 27 - -
UVCE -- (1)
5 D - - - -
2 F - - - -
Jet Fire
1,36E-03
5 D 25 28 30 34
2 F 29 32 34 38
R4.4_0,4”
Rilascio minore - Rilascio di GNL da
manichette flessibili di carico
autocisterne all’interno delle pensiline
di carico, da foro 0,4”.
3,00E-01
Pool Fire
Flash Fire
1,36E-03
3,17E-03
5 D 10 13 14 17
2 F 9 12 13 17
5 D 14 15 - -
2 F 12 15 - -
UVCE -- (1)
5 D - - - -
2 F - - - -
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 79
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF) ai sensi del D.Lgs. 105/15
Evento iniziatore
Condizioni
meteorologiche
Distanze di danno [m]
(rif. D.M. LL.PP. 9 Maggio 2001)
ID
Descrizione
Frequenza
[ev/anno]
Scenario
incidentali
Frequenza
[ev/anno]
Velocità
del vento
Classe di
stabilità
atmosferica
ZONA 1
12.5 kW/m2
0.3 bar
LC50
LFL
ZONA 2
7 kW/m2
0.14 bar
-
LFL/2
ZONA 3
5 kW/m2
0.07 bar
IDLH
-
ZONA 4
3 kW/m2
0.03 bar
-
-
Jet Fire
4,46E-06
5 D 47 56 62 73
2 F 55 65 71 81
R5.1_1”
Rilascio minore - Rilascio di GNL da
linea ricircolo onshore dell’impianto di
caricamento autocisterne, durante il
servizio di ricircolo.
4,80E-04
Pool Fire
Flash Fire
4,46E-06
1,04E-05
5 D 32 40 45 55
2 F 30 38 44 54
5 D N.R. N.R. - -
2 F N.R. N.R. - -
UVCE -- (1)
5 D - - - -
2 F - - - -
Jet Fire
2,26E-07
5 D 25 28 30 34
2 F 29 32 34 38
R5.2_0,4”
Rilascio minore - Rilascio di GNL da
braccio di carico autocisterne da
impianto onshore a FSRU, in servizio
ricircolo, da foro 0,4”.
5,00E-05
Pool Fire
Flash Fire
2,26E-07
5,28E-07
5 D 10 13 15 17
2 F 9 12 14 17
5 D 14 14 - -
2 F 12 14 - -
UVCE -- (1)
5 D - - - -
2 F - - - -
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 80
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF) ai sensi del D.Lgs. 105/15
ID
R5.3_1”
Evento iniziatore
Descrizione
Rilascio minore - Rilascio di GNL da
linea ricircolo GNL da carico
autocisterne
Frequenza
[ev/anno]
5,92E-04
T1 Invio di GNL in rete di distribuzione 1,04E-07
Scenario
incidentali
Jet Fire
Pool Fire
Flash Fire
Frequenza
[ev/anno]
5,49E-06
5,49E-06
1,28E-05
UVCE -- (1)
Jet Fire 9,36E-09 (2)
Flash Fire 1,75E-08 (2)
UVCE 4,37E-09 (2)
T2 Sovrappressione autocisterna 4,44E-08 (3) -- --
Condizioni
meteorologiche
Velocità
del vento
Classe di
stabilità
atmosferica
ZONA 1
12.5 kW/m2
0.3 bar
LC50
LFL
Distanze di danno [m]
(rif. D.M. LL.PP. 9 Maggio 2001)
ZONA 2
7 kW/m2
0.14 bar
-
LFL/2
ZONA 3
5 kW/m2
0.07 bar
IDLH
-
ZONA 4
3 kW/m2
0.03 bar
5 D 47 56 62 73
2 F 55 65 71 81
5 D 32 40 45 55
2 F 30 38 44 54
5 D N.R. N.R. - -
2 F N.R. N.R. - -
5 D - - - -
2 F - - - -
5 D - - - -
2 F - - - -
5 D - - - -
2 F - - - -
5 D - - - -
2 F - - - -
5 D - - - -
2 F - - - -
Note:
(1) La massa infiammabile è risultata inferiore a 1,5 t. Per questa ragione, come indicato nel D.M. 15/05/1996 e in accordo con la Metodologia per la conduzione dell’Analisi di Rischio (Allegato
C.4), il contributo dell’esplosione di nube al rischio globale può ritenersi marginale e pertanto non rilevante ai fini di una valutazione complessiva dell’impianto.
(2) Scenario incidentale non credibile in quanto caratterizzato da una frequenza di accadimento inferiore a 1,0E-07 ev/anno e, pertanto, non ulteriormente analizzato in termini di valutazione delle
conseguenze.
(3) Evento non credibile in quanto caratterizzato da una frequenza di accadimento inferiore a 1,0E-07 ev/anno e, pertanto, non ulteriormente analizzato in termini di valutazione delle conseguenze.
-
-
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 81
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
Sulla base delle risultanze dell’analisi di rischio è possibile trarre le seguenti conclusioni:
✓
✓
✓
✓
gli scenari incidentali rappresentativi del nuovo terminale di Portovesme e le distanze di danno associate sono
da considerarsi nel complesso congrue per la realtà impiantistica in esame;
come dettagliato nel successivo Paragrafo C.5.2, la compatibilità dello Stabilimento con il territorio circostante,
valutata in relazione alla sovrapposizione delle tipologie di insediamento con l’inviluppo delle aree di danno
determinate dai singoli scenari incidentali credibili individuati, risulta rispettata;
effetti domino conseguenti all’accadimento degli scenari incidentali analizzati non sono possibili, grazie a
opportune misure di prevenzione e protezione, quali ad esempio:
• sistema di rilevazione gas/incendi che, attivando automaticamente l’ESD, con conseguente isolamento
della perdita e depressurizzazione, consente di ridurre al minimo la durata di un eventuale rilascio
accidentale e il quantitativo di sostanza pericolosa rilasciata,
• sistemi di convogliamento di eventuali perdite di GNL verso bacini di raccolta (impounding basins) che
permettono di allontanare il GNL sversato dalle aree di impianto interessate e prevenire così che un
eventuale innesco possa risultare in un Pool Fire incontrollato; i bacini saranno dotati di sistemi a schiuma
attivati automaticamente in caso di rilevazione presenza GNL (freddo) in modo da limitare l’evaporazione
del GNL e prevenire il rischio di innesco della pozza,
• sistemi di raffreddamento delle apparecchiature;
la compatibilità del nuovo terminale con le installazioni preesistenti nell’area risulta pienamente soddisfatta,
infatti:
• gli scenari incidentali ipotizzati per l’impianto in esame non sono tali da poter generare effetti domino sulle
installazioni preesistenti, come si evince dall’analisi delle conseguenze riportata in Allegato C.4.2,
• non sono possibili effetti domino sul nuovo Terminale indotti dagli scenari incidentali che potrebbero
generarsi presso le installazioni preesistenti, come dettagliato nel Paragrafo D.2.1.2.
Sulla base di quanto sopra esposto si può concludere che il rischio complessivo associato alle attività che saranno
condotte presso il nuovo Terminale di Portovesme risulta accettabile.
C.5.2 Elementi per la pianificazione territoriale ai sensi del D.M. 9 Maggio 2001
C.5.2.1
Compatibilità con il territorio circostante
Le informazioni di cui al punto 7.1 dell’allegato al Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici del 9/05/2001 sono
fornite nell’Allegato C.5.2 al presente Rapporto Preliminare di Sicurezza.
Dalla sovrapposizione delle tipologie di insediamento presenti nell’area circostante il nuovo Terminale di
Portovesme, categorizzate in termini di vulnerabilità da “A” ad “F” secondo le indicazioni del D.M. 9/05/2001, con
l’inviluppo delle aree di danno (si veda Allegato C.4.3) e tenuto conto della frequenza di accadimento degli scenari
incidentali (si veda Allegato C.4.2), si può concludere che la compatibilità territoriale ai sensi del D.M. 09/05/2001
risulta rispettata.
C.5.2.2
Compatibilità con le attività preesistenti
Nell’ambito dell’Analisi di Rischio elaborata per il nuovo Terminale di Portovesme, riportata in Allegato C.4 al
presente Rapporto Preliminare di Sicurezza, sono state valutate anche le possibili interazioni con le installazioni
già presenti nell’area.
Dall’analisi è emerso che gli scenari incidentali ipotizzati per il nuovo Terminale non sono tali da poter generare
effetti domino sulle installazioni preesistenti.
A completamento dell’analisi, sono state valutate anche le interazioni indotte dagli scenari incidentali che
potrebbero generarsi presso le installazioni preesistenti sul nuovo Terminale: anche in questo caso l’analisi ha
permesso di concludere la non credibilità di effetti domino sulle nuove installazioni.
Sulla base di quanto sopra, si conclude, pertanto, che la compatibilità del nuovo Terminale con le installazioni
preesistenti dell’area industriale di Portovesme risulta pienamente soddisfatta.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 82
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
C.6 DESCRIZIONE DELLE PRECAUZIONI ASSUNTE PER PREVENIRE O
MITIGARE GLI INCIDENTI
C.6.1
Descrizione delle precauzioni assunte per prevenire o mitigare gli incidenti
C.6.1.1
Precauzioni dal punto di vista impiantistico
A livello impiantistico, le precauzioni che saranno assunte a livello generale possono essere riassunte come segue:
✓
✓
✓
✓
✓
✓
✓
✓
✓
C.6.1.2
progettazione e costruzione degli impianti/apparecchiature eseguite in accordo a norme e standard
riconosciuti a livello internazionale;
opportuna scelta dei materiali e dei dispositivi di tenuta in relazione al fluido circolante;
impiego di strumentazione di controllo altamente affidabile e, per le variabili critiche, ridondante;
indipendenza tra la strumentazione asservita ai blocchi di sicurezza da quella di controllo;
adozione sulle linee e sulle apparecchiature, in accordo con le normative di legge, di valvole di sicurezza (PSV)
e di depressurizzazione (BDV);
minimizzazione delle tubazioni/stacchi di piccolo diametro e/o comunque maggiormente esposti a perdite in
conseguenza di urti accidentali;
minimizzazione di raccordi flangiati;
adozione di valvole di intercettazione a comando remoto atte all’isolamento di linee e apparecchiature, in modo
da ridurre il quantitativo di sostanze pericolose rilasciato in caso di perdita accidentale;
la presenza di dispositivi di sgancio rapido (PERC) sui bracci di carico usati per il trasferimento del GNL dalla
FSRU alla banchina, aventi lo scopo di scollegare le due sezioni del braccio, allorquando sottoposto a una
sollecitazione che potrebbe causarne il cedimento.
Precauzioni dal punto di vista gestionale
Paragrafo non richiesto per i Rapporti Preliminari di Sicurezza, in accordo alle indicazioni del D.Lgs. 105/15,
Allegato C, Parte 2.
C.6.1.3
Controlli sistematici delle zone critiche, programmi di manutenzione e ispezione periodica, verifica dei
sistemi di sicurezza
Paragrafo non richiesto per i Rapporti Preliminari di Sicurezza, in accordo alle indicazioni del D.Lgs. 105/15,
Allegato C, Parte 2.
C.6.1.4
Criteri e strumenti utilizzati per la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sicurezza e per la
valutazione costante delle prestazioni
Paragrafo non richiesto per i Rapporti Preliminari di Sicurezza, in accordo alle indicazioni del D.Lgs. 105/15,
Allegato C, Parte 2.
C.6.1.5
Criteri utilizzati per l’adozione e l’attuazione delle procedure di valutazione periodica e sistematica della
politica di prevenzione degli incidenti rilevanti e dell’efficacia e adeguatezza del Sistema di Gestione
della Sicurezza,
Paragrafo non richiesto per i Rapporti Preliminari di Sicurezza, in accordo alle indicazioni del D.Lgs. 105/15,
Allegato C, Parte 2.
C.6.2
Accorgimenti previsti per prevenire gli errori umani
Paragrafo non richiesto per i Rapporti Preliminari di Sicurezza, in accordo alle indicazioni del D.Lgs. 105/15,
Allegato C, Parte 2.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 83
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
C.6.3
Valutazione della sicurezza in relazione allo stato funzionale dell’impianto
L’analisi di rischio, per i cui dettagli si rimanda al precedente Paragrafo C.4, è stata condotta prendendo in
considerazione tutte le possibili modalità operative in cui opera il Terminale, descritte nel precedente Paragrafo
B.3.1.4.
C.7 CRITERI PROGETTUALI E COSTRUTTIVI
Si riportano in questa sezione tutte le precauzioni e i coefficienti di sicurezza adottati per la progettazione
dell’Impianto.
In Allegato B.3.2 è riportato un elenco delle principali norme e prescrizioni italiane, europee e internazionali e dei
principali standard, a cui si è fatto riferimento per la progettazione delle apparecchiature di processo, dei serbatoi
e delle tubazioni.
C.7.1
Precauzioni e coefficienti di sicurezza adottati nella progettazione delle
strutture
Le strutture dell’impianto devono poter resistere ai carichi/stress causati dagli scenari accidentali ragionevolmente
prevedibili, tra cui:
✓
✓
✓
Eventi sismici
Con riferimento alla classificazione sismica, l’area di Portovesme, comune di Portoscuso, come tutta la regione
Sardegna, risulta in Zona 4, cioè la zona meno pericolosa.
La FSRU, in quanto installazione galleggiante, non è soggette a rischio sismico.
Le installazioni di banchina saranno progettate in accordo alle Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC).
Incendi
Il rischio di incendio è stato valutato all’interno del presente Rapporto Preliminare di Sicurezza (rif. Paragrafo
C.4);
Esplosioni
Il rischio di esplosione è stato valutato all’interno del presente Rapporto Preliminare di Sicurezza (rif. Paragrafo
C.4). Si evidenzia che le analisi condotte hanno permesso di escludere possibili effetti domino conseguenti a
eventuali scenari di esplosione.
C.7.2
Norme e criteri di progettazione degli impianti elettrici, dei sistemi di
strumentazione di controllo, degli impianti di protezione contro le scariche
atmosferiche ed elettrostatiche
C.7.2.1
Alimentazione e Distribuzione elettrica
L’approvvigionamento energetico del terminale avverrà tramite alimentazioni dalla rete elettrica esistente a terra.
Al fine di minimizzare l’emissione di inquinanti in atmosfera e ridurre il consumo di GNL, le apparecchiature del
Terminale saranno dotate di motore elettrico.
La FSRU sarà alimentata con una connessione ridondante nave-terra, in grado di fornire una potenza massima di
8,0 MW: La fornitura avrà una tensione disponibile di 15 kV @ 50 Hz, opportunamente trasformata per renderla
utilizzabile dalle utenze di bordo.
A bordo della FSRU sarà prevista una ulteriore ridondanza di 8,0 MW utilizzando generatori di bordo bifuel
normalmente alimentati a gas, che forniranno il pieno carico al sistema elettrico in caso di mancanza di potenza in
arrivo dalle connessioni ridondanti da terra.
Inoltre, la FSRU avrà ulteriori generatori di bordo in grado di garantire la richiesta energetica delle utenze
programmabili nella condizione di carico di picco, oltre gli 8,0 MW.
Le utenze dell’impianto di ricezione in banchina saranno alimentate tramite una fornitura dedicata ridondata con
tensione disponibile di 15 kV @ 50 Hz, in grado di fornire una potenza massima di circa 2,0 MW.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 84
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
C.7.2.2
Sistema di controllo di processo
Si riportano di seguito le informazioni di carattere generale relativamente ai sistemi di controllo che saranno previsti
a bordo della FSRU e in banchina, rimandando per maggiori dettagli al documento 100-ZA-E-08012 “Filosofia del
sistema di controllo”, disponibile su richiesta.
Le aree impiantistiche installate nel Terminale (a bordo della FSRU e quelle in banchina) saranno equipaggiate con
sistemi di controllo e monitoraggio che permetteranno, come minimo, le seguenti funzioni:
1. Controllo e monitoraggio delle fasi di processo (gas/liquido) e utilities varie;
2. Rapidità ed accuratezza nel segnalare qualsiasi incidente che possa portare ad una situazione di pericolo;
3. Controllo e monitoraggio dei parametri di sicurezza di processo e marittimi, nonché ambientali;
4. Controllo e monitoraggio degli accessi e delle uscite alle/dalle strutture;
5. Scambio di informazioni esterne/interne in condizioni normali e di emergenza.
Le principali funzioni sopra indicate saranno svolte dai sistemi/apparati di seguito elencati:
✓
✓
✓
✓
✓
✓
✓
Sistema di Controllo del Processo (DCS);
Sistema di Blocco di Emergenza (ESD);
Sistema di Controllo Fire & Gas (F&G);
Sistema di misura, campionamento ed analisi;
Sistema di Controllo Marittimo;
Sistemi Controllo Accessi e anti-intrusione;
Rete di comunicazione interna/esterna;
Le sottosezioni del sistema relative alla sicurezza (ESD, F&G) saranno completamente indipendenti dal DCS
relativo al controllo del processo e dei servizi.
Nessuna azione di arresto di emergenza sarà eseguita da DCS.
Il Safety Integrity Level sarà assegnato alle funzioni di sicurezza in base alla sessione di valutazione SIL e ai sistemi
di sicurezza.
In via preliminare, i logic solver per i sistemi ESD e F&G avranno SIL 3 secondo i requisiti della ISO 20257.
I quadri di controllo relativi ai sistemi descritti saranno installati in apposite sale quadri allocate a bordo FSRU (che
costituirà la Sala di Controllo Principale) e in banchina, in area sicura.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 85
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
Figura 25: Architettura di controllo
Il sistema di sicurezza e controllo di impianto sarà centralizzato, completamente automatizzato per fornire sia
funzioni di controllo che di protezione disponibili nelle Sala di Controllo a bordo FSRU ed in banchina.
Stazioni di controllo operatore ridondate equipaggiate con le suddette Interfaccia Uomo-Macchina (HMI: Human-
Machine Interface) saranno installate all’interno della Sala Controllo FSRU (dove saranno alloggiate anche la
stazione ingegneria per la configurazione dei parametri di controllo e l’archivio) e della Sala Controllo prevista in
banchina di ormeggio e comunicanti tra loro tramite connessione ridondata in fibra ottica.
La filosofia di ubicare ulteriori postazioni operatore in banchina deriva dal fatto che alcune operazioni, come ad
esempio quelle sui bracci di carico od il truck loading, vanno eseguite nei pressi delle relative apparecchiature.
La sala di controllo sull’FSRU dovrà inoltre ospitare una postazione operatore dedicata per gestire i segnali
provenienti dall’impianto di ricezione situato sulla banchina di ormeggio.
Tutte le operazioni dell’impianto saranno generalmente controllate e dirette da tali HMI interfacciate all’ESD, al
sistema F&G e al DCS per tutte le aree, i sistemi navali etc.
Gli operatori delle sale controllo saranno messi nelle condizioni di poter monitorare tutte le variabili importanti
dell’impianto e, grazie ad un sistema di allarme, saranno avvertiti dell’esistenza di condizioni anomale in modo che
possano informare il personale esterno ed effettuare interventi correttivi in modo tempestivo.
Le informazioni minime scambiate tra le sale saranno le seguenti:
✓
✓
✓
Telemetria dati dalla banchina di ormeggio ad FSRU (bracci di carico, baie di carico autocisterne e ritorno
vapori, area di processo);
Telemetria dati da FSRU a banchina di ormeggio (condizioni di scarico LNG/GN);
Video tramite sistema CCTV in banchina / baie di carico autocisterne.
In particolare, i segnali di interscambio relativi a sistemi di sicurezza (ESD, F&G) che sovraintendono ad esempio
le operazioni di scarico tra gli LNG carriers e la FSRU e tra la FSRU e gli impianti a terra dovranno essere previsti
e gestiti come “ESD link” ridondati da una tecnologia di interfaccia ship-to-ship e ship-to-shore riconosciuta a livello
internazionale ISO 28460 e SIGTTO.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 86
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
Ad eccezione del suddetto link, i sistemi ESD e F&G non potranno in alcun caso essere cablati con sistemi diversi
dal cablaggio tradizionale.
Il sistema di controllo sarà in grado di garantire in condizioni normali e in maniera continuativa i parametri di
consegna al caricamento GNL ed alla rete utente correggendo mediante regolazioni automatiche eventuali disturbi,
nonché di gestire i transitori durante l’avviamento e le fermate (normali e di emergenza).
Le fasi di carico delle navi metaniere “bunkering vessel”, di scarico delle navi metaniere e il carico delle autocisterne
(truck loading) verranno gestite dal sistema di controllo principale, da cui sarà possibile monitorare e controllare
tutte le operazioni automatiche.
Il sistema di automazione e controllo sarà realizzato mediante l’utilizzo di tecnologie miste quali: cablaggi
tradizionali, bus di campo, ethernet e fibre ottiche.
Tutti i cablaggi provenienti dalla strumentazione di campo saranno raggruppati in Junction Box dalle quali con un
uno o più multicavi saranno collegati ai relativi quadri delle terminazioni da campo (marshalling panel) o ad RTU
(Remote Terminal Unit) locali o PLC forniti con i package, i quali saranno poi collegati ai sistemi centrali in parte
tramite connessioni seriali ed in parte filo-filo.
Dovrà essere applicato il principio di segregazione dei segnali in funzione della tipologia degli stessi (al minimo
segnali analogici, digitali, alimentazioni in corrente continua, alternata, segnali a sicurezza intrinseca).
La rete nelle sale controllo sarà realizzata mediante l’impiego di reti di tipo ETHERNET.
C.7.2.3
Impianto di protezione contro le scariche atmosferiche
La valutazione del rischio fulminazione è stata condotta nell’ambito del progetto in accordo alle seguenti norme
tecniche di riferimento:
✓
✓
✓
✓
CEI 81-10/1 (EN 62305-1): “Protezione contro i fulmini. Parte 1: Principi Generali”, Aprile 2006 e Variante V1
(Settembre 2008);
CEI 81-10/2 (EN 62305-2): “Protezione contro i fulmini. Parte 2: Valutazione del rischio”, Aprile 2006 e Variante
V1 (Settembre 2008);
CEI 81-10/3 (EN 62305-3): “Protezione contro i fulmini. Parte 3: Danno materiale alle strutture e pericolo per
le persone”, Aprile 2006 e Variante V1 (Settembre 2008);
CEI 81-10/4 (EN 62305-4): “Protezione contro i fulmini. Parte 4: Impianti elettrici ed elettronici nelle strutture”,
Aprile 2006 e Variante V1 (Settembre 2008).
In particolare, la procedura di calcolo è in accordo alla norma CEI EN 62305-2.
La valutazione del rischio ha tenuto conto delle misure di protezione individuate in via preliminare nella presente
fase di progettazione e che dovranno essere confermate/ottimizzate in fase di ingegneria di dettaglio:
✓
✓
✓
✓
sistema di SPD sull’impianto interno FM/LUCE ZONA 1 con LPL I (protezione rinforzata x3 avente
PSPD=0,001);
sistema di SPD sull’impianto interno FM/LUCE ZONE 2/3 con LPL I (protezione rinforzata x3 avente
PSPD=0,001);
sistema di SPD sull’impianto interno INTERSCAMBIO SEGNALI ZONA 1 con LPL I (protezione rinforzata x3
avente PSPD=0,001);
sistema di SPD sull’impianto interno INTERSCAMBIO SEGNALI ZONE 2/3 con LPL I (protezione rinforzata
x3 avente PSPD=0,001);
✓ SPD per la realizzazione dei collegamenti equipotenziali sulla linea ENERGIA entrante con LPL I;
✓
✓
SPD per la realizzazione dei collegamenti equipotenziali sulla linea INTERSCAMBIO SEGNALI entrante con
LPL I;
Spinterometri di sezionamento per il ponticellamento di elementi isolanti, flange isolanti presenti sulla FSRU e
delle connessioni di interfaccia (condotte metalliche) tra la FSRU e l’impianto di ricezione.
Con particolare riferimento al rischio di perdita di vite umane (inclusi danni permanenti), lo studio condotto ha
permesso di concludere che, grazie all’adozione di idonee misure di protezione contro le scariche atmosferiche,
esso non è superiore al valore di rischio tollerato.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 87
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
La valutazione integrale del rischio fulminazioni è dettagliata nel documento di progetto No. 100-EF-E-40005
“Studio del Rischio di Fulminazioni”, disponibile su richiesta.
C.7.3
Norme e criteri di progettazione dei recipienti e apparecchiature di processo,
dei serbatoi e delle tubazioni, dei dispositivi di scarico della pressione e dei
sistemi di convogliamento ed eventuale abbattimento
In Allegato B.3.2 è riportato un elenco delle principali norme e prescrizioni italiane, europee e internazionali e dei
principali standard, a cui si fa riferimento per la progettazione delle apparecchiature di processo, dei serbatoi e delle
tubazioni.
C.7.4
Torce e scarichi d’emergenza all’atmosfera di prodotti tossici e/o infiammabili
C.7.4.1
Descrizione dei sistemi di sfiato della FSRU e in banchina
Per gestire la quantità di idrocarburi durante la procedura di depressurizzazione o scaricati attraverso le PSV in
caso di emergenza a bordo della FSRU, sarà previsto di convogliare i collettori di sfiato di emergenza dei sistemi
di alta pressione (HP) e di bassa pressione (LP) su di un unico traliccio posto nella parte prodiera della FSRU.
Le caratteristiche geometriche delle candele HP ed LP sono riportate nella seguente tabella.
Tabella 19: Caratteristiche geometriche delle candele HP ed LP installate a bordo della FSRU
Item Altezza (m) Diametro (m)
Candela LP 74,5 0,6096 (24”)
Candela HP 74,5 0,5080 (20”)
Per quanto riguarda lo sfiato di emergenza in banchina, la posizione è stata scelta in maniera da minimizzare le
interferenze con gli equipaggiamenti installati e con le aree carrabili adibite al percorso per i mezzi di emergenza.
Tabella 20: Caratteristiche geometriche dello sfiato di emergenza in banchina
Item Altezza (m) Diametro (m)
Sfiato 34,5 0,1020 (4”)
Nell’ambito del progetto è stato condotto uno studio di dispersione e irraggiamento al fine di verificare che,
considerando i dati di progetto relativi alla geometria agli sfiati (sia della FSRU che della banchina), alla
composizione di GNL di riferimento, alle condizioni ambientali e alla portata scaricata, un eventuale scarico di
emergenza non possa costituire una fonte di pericolo, né in caso di dispersione della nube e successivo innesco
(con conseguente Flash Fire o, qualora ricorrano le condizioni, UVCE), né in caso di innesco immediato (con
conseguente Jet Fire).
Per la verifica di dispersione:
✓
sono state considerate le soglie di concentrazione pari a LFL e ½ LFL.
Per la verifica di irraggiamento:
✓
la soglia di 5 kW/m 2 è stata considerata per definire un’area sterile nell’intorno della candela di sfiato, confinata
all’interno dello stabilimento, in cui la presenza di personale è interdetta in condizioni normali;
✓ il livello di radiazione applicato ai confini dell’impianto verso l’esterno è assunto pari a 3 kW/m 2 ;
✓ in nessun caso si deve raggiungere il valore limite di 7 kW/m 2 .
La verifica di esplosione è stata condotta in accordo a quanto indicato nello standard API 521 e può ricondursi a
due fenomeni:
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 88
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
✓
✓
esplosione della massa confinata all’interno del getto per effetto dei moti turbolenti del gas che possono fare
evolvere l’accensione in una esplosione – L’esplosione del gas presente nel getto fuoriuscente a elevata
velocità è possibile nelle condizioni iniziali dello scarico massimo allo sfiato (portata di picco); infatti, in queste
condizioni si ha la velocità massima di efflusso e quindi l’insorgenza del fenomeno di elevata turbolenza;
raggiungimento di aree confinate a terra da parte del fenomeno di dispersione della nube con conseguente
esplosione in caso d’innesco – L’esplosione a terra in aree confinate è da escludersi se viene esclusa la
possibilità che la nube di vapori possa raggiungere tali aree: se la nube infiammabile non raggiunge il terreno
o strutture elevate il rischio d’innesco accidentale può considerarsi piuttosto contenuto (esiste sempre un
rischio d’innesco a causa di particolari fenomeni atmosferici). Considerata la tipologia di gas trattato
nell’impianto (88,74% e 99,98% metano) la presenza di esso al suolo è piuttosto improbabile.
Nello studio sono state considerate due composizioni tipiche del GNL (leggero e pesante) e tre condizioni meteo di
riferimento (2F, 5D e 7D).
Gli esiti di questo studio (Doc. No. 100-ZX-E-85000 “Verifica elevazione sfiati di emergenza (Studio
dispersione/irraggiamento)”, disponibile su richiesta) sono sintetizzati nei seguenti paragrafi, il primo dedicato alla
FSRU, il secondo alla banchina.
C.7.4.2
Sfiati FSRU
Per quanto riguarda lo sfiato ad alta pressione è stata simulata una depressurizzazione dell’impianto ad una
pressione di 75 bar considerando lo smaltimento di un volume di miscela pari a 45 m 3 , ovvero al volume contenuto
nel percorso tubazioni che si estende dalle pompe HP fino al battery limit dei bracci di carico.
Per lo sfiato di bassa pressione i parametri di processo utilizzati nelle analisi si riferiscono allo sfiato di emergenza
con una portata assunta pari a 35.000 kg/h come per il caso ad alta pressione; questa scelta risulta conservativa
ai fini della sicurezza. Il diametro dello sfiato è stato dimensionato anche in considerazione delle portate attese
durante il roll-over con un picco di portata pari a 121.300 kg/h, seppure tale evento possa essere considerato
ragionevolmente non credibile e, come tale, non sia stato considerato nell’Analisi di Rischio, come dettagliato nel
precedente Paragrafo C.1.1.
Studio di dispersione
Nelle seguenti figure sono mostrati i principali output del programma per le simulazioni effettuate. In particolare, le
figure mostrano la vista della dispersione sottovento per le due composizioni tipiche del GNL (leggero e pesante)
e per le tre condizioni meteo di riferimento (2F, 5D e 7D).
(a)
Figura 26: Dispersione sfiati FSRU – GNL leggero – Condizioni meteo 2F – (a) LP, (b) HP
(b)
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 89
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
(a)
Figura 27: Dispersione sfiati FSRU – GNL pesante – Condizioni meteo 2F – (a) LP, (b) HP
(b)
(a)
Figura 28: Dispersione sfiati FSRU – GNL leggero – Condizioni meteo 5D – (a) LP, (b) HP
(b)
(a)
Figura 29: Dispersione sfiati FSRU – GNL pesante – Condizioni meteo 5D – (a) LP, (b) HP
(b)
(a)
Figura 30: Dispersione sfiati FSRU – GNL leggero – Condizioni meteo 7D – (a) LP, (b) HP
(b)
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 90
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
(a)
Figura 31: Dispersione sfiati FSRU – GNL pesante – Condizioni meteo 7D – (a) LP, (b) HP
Come si evince dalle figure sopra riportate:
✓
✓
✓
La nube con concentrazione maggiore di LFL/2 rimane confinata a quote superiori all’altezza delle candele;
La nube con concentrazione maggiore di LFL/2 non raggiunge mai il ponte della FSRU;
La nube con concentrazione maggiore di LFL/2 si trova a un’altezza tale per cui non sono raggiunge le strutture
elevate limitrofe.
Studio di irraggiamento
La verifica è stata condotta calcolando i valori di irraggiamento termico alle seguenti quote:
✓
✓
✓
19 m s.l.m. pari all’altezza del ponte della FSRU (17 m) a cui vengono sommati conservativamente 2 m per
considerare la presenza di persone;
31 m s.l.m. pari all’altezza del ponte della FSRU (17m) a cui vengono sommati 7,5 m relativi all’altezza dei
serbatoi e 6,5 m di altezza per i collettori;
49 m s.l.m. pari all’altezza delle gru collocate accanto al sistema di processo.
Le analisi condotte hanno permesso di concludere quanto segue:
✓
✓
✓
✓
✓
✓
L’irraggiamento di 5 kW/m 2 non è mai raggiunto al ponte della FSRU, al livello della gru e al livello della sala
comandi in nessuno dei casi esaminati;
L’irraggiamento di 3 kW/m 2 non è mai raggiunto all’altezza del ponte della FSRU, al livello della gru e al livello
dei collettori in nessuno dei casi esaminati;
L’irraggiamento di 1,6 kW/m 2 non è mai raggiunto alla quota 19 m s.l.m. corrispondente all’altezza del ponte;
L’irraggiamento di 1,6 kW/m 2 a un’altezza di 31 m s.l.m. si estende al massimo fino a 56,78 m per cui la
radiazione al di fuori dall’impianto è inferiore a 1,6 kW/m 2 ;
L’irraggiamento di 1,6 kW/m 2 a un’altezza di 49 m per lo sfiato a bassa pressione si estende al massimo fino
a 77,29 m per cui raggiunge la gru;
Ad altezze pari a 31 m e 49 m i valori di irraggiamento si mantengono sempre al di sotto di 3 kW/m 2 per cui
non avvengono reversibili alle persone, né danni alle strutture.
Verifica di esplosione
La verifica condotta ha permesso di concludere quanto segue:
✓
✓
C.7.4.3
Valori di sovrappressione pari a 0,03 bar (lesioni reversibili), 0,07 bar (lesioni irreversibili) o 0,14 bar (inizio
letalità) non sono raggiunti né sul ponte della nave, né in banchina;
Valori di sovrappressione pari a 0,3 bar (elevata letalità, effetti domino) non sono raggiunti ad alcuna quota.
Sfiato banchina
Per lo sfiato ad alta pressione in banchina è stata simulata una depressurizzazione dell’impianto a una pressione
di 75 bar considerando lo smaltimento di 10 m 3 di miscela, ovvero il volume compreso nel percorso tubazioni che
si estende dal battery limit dei bracci di carico fino al Punto Intercetto Linea (PIL). In questo caso la portata è stata
conservativamente assunta pari a 7.300 kg/h.
(b)
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 91
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
Studio di dispersione
Nelle seguenti figure sono mostrati i principali output del programma per le simulazioni effettuate. In particolare, le
figure mostrano la vista della dispersione sottovento per le due composizioni tipiche del GNL (leggero e pesante)
e per le tre condizioni meteo di riferimento (2F, 5D e 7D).
(a)
Figura 32: Dispersione sfiato banchina –Condizioni meteo 2F – (a) GNL leggero, (b) GNL pesante
(b)
(a)
Figura 33: Dispersione sfiato banchina –Condizioni meteo 5D – (a) GNL leggero, (b) GNL pesante
(b)
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 92
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
(a)
Figura 34: Dispersione sfiato banchina –Condizioni meteo 7D – (a) GNL leggero, (b) GNL pesante
Come si evince dalle figure sopra riportate:
✓
✓
✓
La nube con concentrazione maggiore di LFL/2 rimane confinata a quote superiori all’altezza delle candele;
La nube con concentrazione maggiore di LFL/2 non raggiunge mai il ponte della FSRU;
La nube con concentrazione maggiore di LFL/2 si trova a un’altezza tale per cui non sono raggiunge le strutture
elevate limitrofe.
Studio di irraggiamento
La verifica è stata condotta calcolando i valori di irraggiamento termico alle seguenti quote:
✓
✓
5,3 m s.l.m. pari all’altezza della banchina (3,3 m) a cui vengono sommati conservativamente 2 m per
considerare la presenza di persone;
18.3m s.l.m. pari all’altezza del Main Deck della FSRU, per valutare le eventuali interferenze dello sfiato di
banchina con la nave.
Le analisi condotte hanno permesso di concludere quanto segue:
✓
L’irraggiamento si mantiene sempre al di sotto della soglia di 1.6 kW/m 2 , sia all’altezza del main deck (18,3 m
s.l.m.) che all’altezza del camminamento della banchina (5,3 m s.l.m.), per cui la radiazione al di fuori
dall’impianto è inferiore a questo valore soglia.
Verifica di esplosione
La verifica condotta ha permesso di concludere quanto segue:
✓
✓
C.7.5
Valori di sovrappressione pari a 0,03 bar (lesioni reversibili), 0,07 bar (lesioni irreversibili) o 0,14 bar (inizio
letalità) non sono raggiunti in banchina, né possono interessare la FSRU;
Valori di sovrappressione pari a 0,3 bar (elevata letalità, effetti domino) non sono raggiunti ad alcuna quota.
Modalità e periodicità di controllo del funzionamento delle valvole di
sicurezza, dei sistemi di blocco e di tutti i componenti critici per la sicurezza
Le valvole di sicurezza, i sistemi di blocco e, più in generale, tutti i sistemi critici per la sicurezza saranno testati
periodicamente al fine di accertarne la corretta funzionalità.
C.7.6
Criteri di protezione dei contenitori di sostanze pericolose nei confronti della
corrosione esterna
Le strutture e le attrezzature sono progettate e costruite per sostenere le condizioni atmosferiche prevalenti
(atmosfera marina) e in accordo alla normativa applicabile.
(b)
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 93
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
C.7.7
Ubicazione delle zone in cui sono immagazzinate sostanze corrosive
Presso il Terminale non sono presenti sostanze corrosive.
C.7.8
Rivestimenti interni, sovraspessori di corrosione e ispezioni.
Il GNL non dà origine a fenomeni di corrosione.
Per le apparecchiature di impianto sono adottati spessori di corrosione standard secondo le buone norme di
progettazione.
C.7.9
Procedure di controllo delle apparecchiature critiche
Impianti, macchine e apparecchiature sottoposti ai controlli di legge (ad esempio: estintori, impianti e
apparecchiature antincendio in genere, etc.) saranno periodicamente verificati e registrate secondo le norme
vigenti.
Le attività di manutenzione saranno affidate a ditte esterne specializzate, fatta eccezione per interventi di piccola
entità potranno essere eseguite da personale interno.
C.7.10 Sistemi di blocco di sicurezza
C.7.10.1 Filosofia e architettura del sistema ESD
C.7.10.1.1
Descrizione
Il terminale sarà dotato di un sistema di sicurezza con l’obiettivo di proteggere il personale, gli impianti di produzione
e l’ambiente: il sistema sarà adibito alla gestione delle emergenze e sarà costituito da due sezioni (ESD, F&G)
indipendenti dal sistema di controllo del processo e dei servizi (DCS) il quale non potrà eseguire nessuna azione
di arresto di emergenza.
Quest’ultimo consentirà all’impianto di operare in sicurezza ed efficienza all’interno delle condizioni di design,
cercando di evitare, per quanto possibile, il raggiungimento di condizioni di esercizio di rischio (fuori dai limiti di
design). L’operatore sarà avvisato tramite segnali di allarme, in caso di condizioni di processo anomale, e avrà la
possibilità di mettere in campo azioni correttive.
Se, tuttavia, le condizioni di rischio saranno raggiunte, sarà il sistema di sicurezza a farsi carico della gestione della
emergenza intervenendo a protezione dell’impianto e attivando i dispositivi di sicurezza preposti allo scopo.
Tra i vari rischi, il predominante in relazione alla sicurezza è il rilascio incontrollato di idrocarburi e la possibilità di
un successivo incendio od esplosione.
Lo scopo principale del sistema sarà quindi essere quello di ridurre i rilasci e le escalation incontrollate in modo da
evitare che le situazioni derivanti da tale rischio possano compromettere la sicurezza di persone e/o ambiente
oppure danneggiare apparecchiature e/o linee dell’impianto con conseguente perdita di produzione.
Il sistema di sicurezza sarà ti tipo fail-safe, ovvero progettato e costruito in modo tale che il fallimento di una sua
parte comporti un’azione che ponga l’impianto in condizione di sicurezza.
L’ESD provvederà all’isolamento e alla fermata in sicurezza delle apparecchiature in caso di danno, condizioni di
processo anomale o perdita incontrollata di gas infiammabile con possibilità di esplosione e/o incendio su richiesta
del sezione F&G: questa infatti opererà secondo delle logiche a soglie di intervento che prevedono in
corrispondenza della conferma di presenza fuoco oppure perdita di gas in una determinata area il conseguente
invio alla sezione ESD di segnali digitali per l’avvio delle azioni di sicurezza a suo carico previste in impianto per
quell’evento ovvero l’invio di segnali di allarme in corrispondenza di soglie inferiori.
Al sistema saranno connessi “propri” sensori e attuatori e le relative interconnessioni dovranno essere predisposte
per operare in maniera indipendente dagli altri sistemi di monitoraggio, controllo e allarme dell’impianto.
Per il raggiungimento dell’obiettivo richiesto il sistema dovrà eseguire tutte le azioni necessarie per isolare le
apparecchiature e le tubazioni correlate al fine di sezionare l’idrocarburo in volumi indipendenti più piccoli. Se
necessario, dovrà provvedere anche al rilascio controllato, verso il sistema di depressurizzazione di impianto, della
quantità di idrocarburo contenuto in tali sezioni.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 94
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
Come configurazione minima il Terminale sarà dotato di valvole di isolamento atte a sezionarlo secondo le seguenti
aree principali:
✓
✓
Sulla FSRU:
• Area di scarico GNL da nave metaniera,
• Area di stoccaggio GNL,
• Area sistema gestione BOG,
• Area pompe di mandata alle Utenze,
• Area sistema di vaporizzazione,
• Area scarico GN (verso le utenze), scarico/carico GNL/BOG per rifornimento autocisterne,
• Area sistema di correzione dell’Indice di Wobbe,
• Area sistema di misura del GN (non fiscale),
• Area sistema di ship re-loading (caricamento Bunkering Vessels);
In impianto di ricezione in banchina:
• Area bracci di scarico GN in pressione verso le Utenze,
• Area bracci di scarico/carico GNL/BOG per il corretto funzionamento delle baie di carico delle
autocisterne,
• Area baie di carico delle autocisterne,
• Tubazioni di interconnessione tra bracci di carico e baie di carico delle autocisterne,
• Area sistema di scarico acqua mare nel canale Enel.
Ognuna delle suddette aree e le relative tubazioni e apparecchiature potranno essere ulteriormente sezionabili
secondo quanto sviluppato nelle successive fasi di ingegneria dettaglio.
Al fine della salvaguardia dai rischi di sversamento di idrocarburi durante le operazioni di carico/scarico al molo, il
sistema di interconnessione tra l’FSRU e l’impianto di ricezione in banchina dovrà essere regolato secondo le
prescrizioni di sicurezza riportate nella informativa SIGTTO.
In aggiunta a una progettazione e realizzazione degli ormeggi che risultino in un fissaggio sicuro e movimenti relativi
limitati, alle interconnessioni di sicurezza di tipo ESD link Ship/Shore secondo i Rif. [24] e [25] si dovrà prevedere
in corrispondenza di ogni braccio di carico rigido degli accoppiamenti PERC con valvole ad azionamento rapido
ambo i lati della connessione in modo da garantire un rilascio a secco in caso di condizioni di emergenza.
Un sistema di rilascio di emergenza ERS dovrà essere previsto per i bracci di carico e interfacciato con l’ESD per
l’attivazione del PERC.
L’ERS sarà attivato manualmente o da appositi sensori di movimento relativo del braccio di carico e provvederà
tramite l’ESD alle azioni di arresto pompe di mandata e isolamento tubazioni sia sull’FSRU che in impianto di
ricezione in banchina e successivamente in caso di persistenza e aggravio della anomalia e della condizione di
emergenza provvederà al distacco rapido come sopra descritto, evitando la rottura dei bracci stessi e riducendo al
minimo la possibilità di sversamenti e conseguenti rischi.
Per poter operare con continuità il sistema sarà alimentato da apposito quadro di continuità UPS o con
caratteristiche similari che interverrà in caso di emergenza intesa come mancanza dell’alimentazione primaria.
I livelli di intervento della sezione di emergenza ESD previsti per la messa in sicurezza dell’impianto consistono in
tre livelli di emergenza classificabili a seconda del tipo di intervento che viene eseguito.
I livelli gerarchici di intervento sono di seguito riportati in ordine di priorità e descritti nei paragrafi successivi:
1. Emergency Shutdown (ESD);
2. Process Shutdown (PSD);
3. Local Shutdown (LSD).
C.7.10.1.2
Emergency Shutdown (ESD)
Il livello di Emergency Shutdown (ESD) è il livello di intervento più alto eseguibile dell’ESD. Esso prevede la fermata
dell’intero impianto e la depressurizzazione automatica dello stesso.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 95
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Lo scopo del sistema ESD è quello di intervenire in caso di situazioni di rischio per la sicurezza di persone e/o
ambiente come il malfunzionamento di un’apparecchiatura o un rilascio incontrollato di idrocarburo infiammabile
con possibilità di innesco di esplosione e/o incendio.
Il livello di intervento ESD potrà essere attivato da una delle seguenti azioni:
✓
✓
✓
Inizializzazione manuale dall’operatore;
Inizializzazione automatica dalla sezione F&G;
Inizializzazione automatica dalla strumentazione di processo adibita alla sicurezza e con segnali elaborati da
logiche ESD.
La funzione ESD deve eseguire le seguenti azioni:
✓
✓
✓
Fermare e isolare le apparecchiature oggetto di evento di rischio (malfunzionamento, perdita di idrocarburo,
fuoco);
Fermare e isolare tutte le altre apparecchiature di impianto e i relativi tratti di linea per suddividere l’impianto
in sezioni più piccole contenenti minori quantità di idrocarburo;
Eseguire la depressurizzazione dell’impianto o parte di esso.
L’isolamento delle sezioni di impianto viene messo in atto tramite la chiusura delle valvole di shutdown (SDV). La
depressurizzazione dell’impianto viene eseguita tramite le valvole di blowdown (BDV).
Figura 35: Schema ESD
Come regola generale, il livello di intervento ESD non dovrà interrompere i seguenti processi:
✓
✓
✓
✓
✓
Antincendio;
Generazione di aria strumenti e azoto;
UPS e relative utenze sottese;
Generazione di energia di emergenza;
Servizi essenziali vari (mezzi di soccorso, luce di emergenza, doccia di sicurezza e sistema lavaocchi, etc.).
In caso di mancanza di energia elettrica primaria il sistema di generazione di emergenza sarà avviato
automaticamente.
Tutte le valvole attuate pneumaticamente dovranno rimanere in posizione per mezzo di solenoidi di comando
alimentate da UPS.
In base alle valutazioni degli scenari di rischio e ai criteri di layout, impatti su alloggi ed edifici di controllo, filosofie
di presidio etc. e con lo scopo di mettere in sicurezza l’impianto prima della evacuazione sarà definita la richiesta
di “Abbandono Unità” su ordine esclusivo del Comandante. Tale richiesta potrà essere quindi inizializzata solo
manualmente da apposito pulsante collocato in sala controllo/ponte di comando protetto meccanicamente (ad
esempio tramite chiave).
Il relativo livello di intervento sarà apicale in quanto l’attivazione di tali dispositivi provocherà oltre al blocco di
impianto con relativa depressurizzazione anche l’attivazione dei toni di allarme e dei sistemi di evacuazione previsti
in caso di “Abbandono Unità” (ad esempio: illuminazione delle vie di fuga, accensione proiettori lato porto per
facilitare i soccorsi ed il recupero del personale, accensione proiettori illuminazione scialuppe, etc).
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 96
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ai sensi del D.Lgs. 105/15
C.7.10.1.3
Process Shutdown (PSD)
Il livello di Process Shutdown (PSD) è il livello di intervento intermedio eseguibile dall’ESD. Esso prevede la fermata
dell’intero impianto, senza la depressurizzazione automatica dello stesso.
Lo scopo del livello PSD è quello di intervenire in caso di situazioni che possano compromettere la produzione di
impianto (senza, però, essere rischiose per la sicurezza di persone e/o ambiente) come condizioni operative di
processo anomale.
La funzione PSD potrà essere attivata da una delle seguenti azioni:
✓
✓
✓
Inizializzazione automatica in cascata dalla logica ESD (livello superiore);
Inizializzazione manuale dall’operatore;
Inizializzazione automatica dalla strumentazione di processo adibita alla sicurezza e con segnali elaborati da
logiche PSD.
La funzione PSD deve eseguire le seguenti azioni:
✓
✓
Fermare e isolare le apparecchiature oggetto di condizioni operative di processo anomale;
Fermare e isolare tutte le altre apparecchiature di impianto e i relativi tratti di linea per suddividere l’impianto
in sezioni più piccole contenenti minori quantità di idrocarburo.
Come per l’ESD, l’isolamento delle sezioni di impianto viene messo in atto tramite la chiusura delle valvole di
shutdown (SDV).
C.7.10.1.4
Local Shutdown (LSD)
Figura 36: Schema PSD
Il livello di Local Shutdown (LSD) è il livello di intervento più basso eseguibile dall’ESD. Esso prevede la fermata
solamente di alcune sezioni dell’impianto, senza la depressurizzazione automatica dello stesso.
Lo scopo del livello LSD è quello di intervenire in caso di situazioni che possano compromettere la funzionalità di
alcune parti di impianto (senza però, né compromettere la funzionalità del resto dell’impianto né essere rischiose
per la sicurezza di persone e/o ambiente) come condizioni operative di processo anomale. La funzione LSD potrà
essere attivata da una delle seguenti azioni:
✓
✓
✓
✓
Inizializzazione automatica in cascata dalla logica ESD (livello superiore);
Inizializzazione automatica in cascata dalla logica PSD (livello superiore);
Inizializzazione manuale dall’operatore;
Inizializzazione automatica dalla strumentazione di processo adibita alla sicurezza e con segnali elaborati da
logiche LSD.
La funzione LSD deve eseguire le seguenti azioni:
✓
Fermare e isolare solo le apparecchiature dell’impianto che sono oggetto di condizioni operative di processo
anomale.
Come per il PSD e l’ESD, l’isolamento della sezione di impianto viene messa in atto tramite la chiusura delle valvole
di shutdown (SDV).
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C.7.10.1.5
Cause di blocco
Figura 37: Schema LSD
Di seguito sono elencate alcune delle cause di blocco considerate per il design del sistema di emergenza:
✓
✓
✓
✓
✓
Flusso anomalo (es. bassissimo flusso per le pompe, basso flusso per gli scambiatori, etc.);
Livello anomalo (es. bassissimo livello in aspirazione pompe, altissimo livello in separatori gas/liquido e K.O.
drum, etc.);
Pressione anomala (es. altissima pressione di mandata compressori e pompe, etc.);
Temperatura anomala (es. altissima temperatura del lubrificante delle macchine rotanti, etc.);
Vibrazione anomala (es. per macchine rotanti come compressori e refrigeranti ad aria, etc.).
Valori anomali dei suddetti parametri di processo devono essere pre-segnalati da opportuni allarmi (H, High e L,
Low) per mezzo di strumentazione dedicata. I livelli di intervento/blocco, in corrispondenza di valori altissimi (HH,
High High) e bassissimi (LL, Low Low) dei parametri di processo, devono essere settati con un margine sufficiente
da permettere la messa in atto di azioni correttive prima dell’intervento ultimo delle valvole di sicurezza.
Gli strumenti iniziatori delle cause di blocco dovranno essere previsti secondo una architettura del sistema con
logica di voting conseguente al SIL richiesto per ogni funzione di sicurezza strumentata.
In generale, la predisposizione di tre trasmettitori iniziatori di una logica 2oo3 si prevede quando la logica implica
l’azione di fermata e l’isolamento dell’intero impianto e tenendo in considerazione che la configurazione finale avrà
anche l’obiettivo di ridurre la probabilità di fermate dell’impianto dovute a errori del sistema di controllo (allarme
spurio) a discapito però di costi superiori, sia in termini di materiale sia in termini di manutenzione.
In ogni caso, l’architettura finale sarà decisa e/o confermata attraverso sessioni di allocazione del SIL per ciascuna
funzione di sicurezza strumentata di sicurezza: i logic solvers e i dispositivi elettronici del sistema di sicurezza
dovranno essere conseguentemente selezionati per verificare il SIL richiesto e certificati in accordo alle norme
IEC61508 e IEC61511. Tale attività è prevista nell’ambito nelle successive fasi del progetto, nell’ambito dello
sviluppo dell’ingegneria di dettaglio.
C.7.10.1.6
Sistema di depressurizzazione e scarico in atmosfera
Come specificato in precedenza, il sistema ESD provvederà, dapprima, alla fermata dell’impianto ed all’isolamento
(tramite la chiusura delle SDV) della quantità di idrocarburo in sezioni più piccole e, poi, al rilascio controllato (tramite
apertura le BDV) di tali quantità di idrocarburo verso il sistema di depressurizzazione dell’impianto (che include un
orifizio calibrato a valle della BDV opportunamente dimensionato e la candela per lo scarico in atmosfera).
La depressurizzazione è richiesta in caso di rilascio incontrollato di idrocarburo infiammabile con possibilità di
innesco di esplosione e/o in caso di incendio. In questi casi, infatti, la quantità di idrocarburo deve essere ridotta
per rimuovere, per quanto possibile, la sorgente di alimentazione del fuoco o di innesco dell’esplosione. Ciò ha,
come fine ultimo, quello di ridurre il tempo di esposizione alle alte temperature (del fuoco esterno) delle
apparecchiature che sono soggette a stress termico e, quindi, possibile danneggiamento.
La procedura di depressurizzazione e l’eventuale temporizzazione dello scarico dell’impianto secondo sequenze a
zone prestabilite sarà oggetto di studio nelle fasi successive di ingegneria.
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C.7.10.1.7
Reset dei segnali di blocco
Dopo l’avvenuta fermata dell’impianto, la logica di reset dei blocchi sarà inizializzata manualmente dall’operatore.
Tuttavia, tale reset potrà essere eseguito solo a condizione che la causa che ha generato la fermata dell’impianto
sia stata rimossa.
In particolare:
✓
✓
✓
Le valvole di blocco SDV saranno fornite con dispositivo di reset manuale locale: la posizione della valvola
potrà essere resettata solo manualmente dall’operatore e previa rimozione della causa che ne ha provocato
la chiusura di emergenza (ovvero reset della logica ESD);
Le valvole di depressurizzazione BDV saranno fornite con dispositivo di reset manuale locale: la posizione
della valvola potrà essere resettata solo manualmente dall’operatore e previa rimozione della causa che ne
ha provocato l’apertura di emergenza (ovvero reset della logica ESD);
Le apparecchiature che sono state fermate possono essere riavviate solo manualmente dall’operatore
(seguendo una procedura standard dedicata) previa rimozione della causa che ne ha provocato l’arresto di
emergenza (ovvero reset della logica ESD).
C.7.10.1.8
Allarmi
I livelli di allarme per valori alti (H) e bassi (L) dei parametri di processo saranno settati con un margine sufficiente
da consentire la messa in atto di azioni correttive da parte dell’operatore prima dell’intervento del sistema di
emergenza che implicherà fermata e isolamento dell’impianto ed, eventualmente, depressurizzazione.
C.7.10.1.9
Sistema F&G
La sezione F&G del sistema di sicurezza sarà responsabile della rilevazione di sversamenti di GNL, fughe gas,
presenza fiamme e presenza fumo e della attivazione del relativo stato di allarme che, abbinato ai sistemi attivi
antincendio ad acqua, acqua e schiuma, polvere e a gas inerti permetterà di minimizzare i rischi e i danni derivanti
da perdite di gas e incendi.
Nell’ambito del sistema di sicurezza, il F&G costituirà una sezione dedicata, separata ma interfacciata col sistema
ESD in modo che a condizioni pericolose da esso rilevate corrisponda l’esecuzione di azioni da parte del sistema
ESD.
Per ulteriori dettagli sulla sezione Fire and Gas (F&G) vedere Paragrafo C.8.1.
C.7.10.1.10 Priorità dei comandi
Si intende per priorità di un comando il fatto che tale comando sia in grado di disattivare la sequenza corrente delle
operazioni ed inizializzare la sequenza delle operazioni ad esso associata.
La sequenza del sistema di emergenza ha il seguente ordine di priorità:
1. Emergency Shutdown (ESD)
2. Process Shutdown (PSD)
3. Local Shutdown (LSD)
Ciò significa che la sequenza corrente attivata da un certo livello (ad esempio 3) può essere disattivata da tutti i
livelli superiori (ad esempio 2 o 1) che inizializzeranno la loro sequenza di operazioni. Viceversa, la sequenza
corrente di un livello (ad esempio 1) non può essere disattivata da nessun livello inferiore (ad esempio 2 o 3). In
pratica, un dato livello ha priorità rispetto a tutti i livelli inferiori.
C.7.10.2 Descrizione delle logiche di blocco
La matrice Causa-Effetti del Terminale è riportata in Allegato C.7.10.
C.7.11 Luoghi con pericolo di formazione e persistenza di miscele infiammabili e/o
esplosive e/o tossiche e misure adottate
In Allegato C.7.11 è riportata la planimetria indicante la classificazione delle aree a rischio esplosione effettuata in
accordo alla norma CEI EN 60079-10. Le apparecchiature presenti in queste aree saranno selezionate
opportunamente.
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C.7.12 Precauzioni a fronte del danneggiamento di serbatoi, condotte e
apparecchiature contenenti sostanze tossiche o infiammabili per impatti
meccanici o urti con mezzi mobili
Le principali precauzioni adottate per evitare danneggiamenti a seguito di urti sono:
✓
✓
✓
Definizione dei percorsi che devono essere seguiti dalle autocisterne GNL, dagli automezzi e dai mezzi di
emergenza che accedono in banchina;
Definizione di limiti di velocità per la circolazione dei mezzi in banchina;
Sistema di autorizzazioni e permessi di lavoro in caso di interventi di manutenzione con l’ausilio di veicoli o di
macchine di sollevamento, con definizione delle modalità e i provvedimenti preventivi che di volta in volta e a
seconda dei lavori devono essere adottati.
C.8 SISTEMI DI RILEVAMENTO
C.8.1
Descrizione e posizione dei rilevatori
Si riporta di seguito la descrizione dei sistemi di rilevazione F&G previsti sia sulla FSRU che in banchina. La
posizione dei rivelatori gas, incendio e perdite è mostrata nelle planimetrie riportate in Allegato C.8.1.
C.8.1.1
FSRU
C.8.1.1.1
Requisiti generali
Il sistema di rilevazione F&G sarà una sezione altamente affidabile, indipendente e autonoma del sistema di
sicurezza, responsabile del monitoraggio e controllo continuo di tutti i dispositivi di rilevazione di sversamenti GNL,
fughe gas, presenza fiamme e presenza fumo, della esecuzione di logiche prestabilite e della attivazione del relativo
stato di allarme che, abbinato ai sistemi attivi antincendio ad acqua, acqua e schiuma, polvere e a gas inerti
permetterà di minimizzare i rischi e i danni derivanti da perdite di gas e incendi.
Per navi classificate FSRU, i relativi requisiti dei sistemi di rilevazione F&G sono in linea generale espressi nell’IGC
Code.
I requisiti e le funzionalità di base saranno i seguenti:
✓
✓
✓
✓
✓
✓
✓
✓
✓
Fornire una rilevazione la più possibile rapida e affidabile in caso di rilascio GNL, gas in quantità e
concentrazioni sufficienti per innescare un’esplosione o comunque mettere in pericolo il personale;
Rilevare la presenza di un incendio nelle fasi iniziali al fine di prevenirne la diffusione anche incontrollata;
Minimizzare il rischio verso personale e l’impianto iniziando azioni di prevenzione e controllo evitando
escalation degli incidenti; tali azioni includono l’attivazione degli impianti antincendio e la partenza delle pompe
associate;
Intraprendere azioni appropriate per controllare e ridurre il rischio;
Allertare il personale in impianto e in sala controllo locale e banchina;
Attivare le procedure di emergenza previste in impianto per fronteggiare tali situazioni;
Evitare falsi allarmi;
Essere in grado di indicare dove è stato rilevato il pericolo;
Essere idoneo all’ambiente localizzato.
Tutte le apparecchiature del sistema di rilevazione di incendi, gas, calore, freddo, dispositivi di allarme etc., devono
essere cablati direttamente filo-filo agli armadi di controllo F&G.
Tutti i cavi utilizzati per questo sistema (in ingresso dai rilevatori ed in uscita verso altri sistemi) saranno resistenti
al fuoco in accordo alla serie IEC 60331 e indirizzati verso percorsi fisicamente separati per evitare cause comuni
di guasto.
Gli allarmi e i guasti saranno visualizzati sulle postazioni operatore e sul pannello sinottico in sala di controllo. Oltre
che la rappresentazione sulle HMI, in sala di controllo infatti deve essere previsto un sinottico antincendio e del
gas, visibile agli operatori e cablato direttamente al sistema F&G.
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Inoltre, il sistema dovrà interfacciarsi con i sistemi di protezione antincendio (ad esempio pannelli pompa acqua
antincendio) per l’azionamento automatico/manuale degli stessi e il monitoraggio dei loro segnali di stato nonché
con il sistema PA per l’attivazione degli allarmi sonori dell’FSRU, oltre che con l’altra sezione del sistema sicurezze
l’ESD.
La progettazione del sistema di rilevamento incendi e gas sarà conforme alle principali normative
internazionalmente riconosciute quali NFPA 72, ISA TR84.00.07-2018, IEC 61511 ed equivalenti.
C.8.1.1.2
Tipo di rilevatori
I rilevatori previsti per essere utilizzati in impianto sono i seguenti:
✓
✓
✓
✓
✓
rilevatori di gas infiammabile (puntuali e a raggio aperto);
rilevatori di fiamma;
rilevatori di temperatura;
rilevatori del freddo (perdite GNL);
rilevatori di fumo.
C.8.1.2
Banchina
C.8.1.2.1
Requisiti generali
La banchina sarà dotata di un sistema di rilevazione gas, incendi, perdite e di un sistema di allarme, progettati per:
✓
✓
✓
✓
fornire una rilevazione la più possibile rapida e affidabile in caso di rilascio GNL, gas o incendio;
allertare il personale in impianto e in sala controllo locale;
minimizzare il rischio al personale e all’impianto iniziando azioni di prevenzione e controllo evitando escalation
degli incidenti; tali azioni includono l’attivazione degli impianti antincendio e la partenza delle pompe associate;
C.8.1.2.2
attivare le procedure di emergenza previste in impianto per fronteggiare tali situazioni.
Tipo di rilevatori
I rilevatori previsti per essere utilizzati in impianto sono i seguenti:
✓
✓
✓
✓
✓
rilevatori di gas infiammabile;
rilevatori di fiamma;
rilevatori di temperatura;
rilevatori del freddo (perdite GNL);
rilevatori di fumo.
Il sistema di rilevazione incendi comprenderà anche pulsanti manuali di allarme e lampeggianti e sirene di allarme.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 101
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D. SITUAZIONI CRITICHE, CONDIZIONI DI EMERGENZA E
RELATIVI APPRESTAMENTI
D.1 SOSTANZE EMESSE
D.1.1
Sostanze emesse in condizioni anomale di funzionamento e in caso di incidente
e quasi incidente
La sostanza stoccata e movimentata all’interno del Terminale è gas naturale, composto per la maggior parte da
metano, allo stato liquefatto e allo stato gassoso. Il gas naturale è una sostanza non tossica, non corrosiva né
pericolosa per l’ambiente ed è classificato H220 “Gas Altamente Infiammabile”, secondo il Regolamento CE
1272/2008.
Nel caso in cui si bruci gas naturale si avrà, a seguito della combustione, emissione di anidride carbonica, vapore
acqueo e monossido di carbonio. L’anidride carbonica è normalmente presente in aria in concentrazione pari a
circa 300 ppm. È un gas asfissiante e, nel caso di un incendio di elevata entità, potrebbe generare effetti di asfissia
nei soggetti che si trovano sottovento e non possono portarsi in condizioni di sicurezza. La concentrazione IDLH 1
indicata dal National Institute for Occupational Safety and Health (NIOSH) è pari a 40.000 ppm. Il vapore acqueo
non presenta invece effetti particolari. Il monossido di carbonio è un gas estremamente tossico caratterizzato da
TLV-TWA 2 pari a 35 ppm (NIOSH), e ha effetti di tossicità acuta. La sua concentrazione IDLH indicata dal NIOSH
è pari a 1.200 ppm.
D.2 EFFETTI INDOTTI DA INCIDENTI SU IMPIANTI RISCHIO DI INCIDENTE
RILEVANTE
D.2.1
Effetti indotti da incendi o esplosioni
D.2.1.1
Analisi dei possibili effetti indotti da incendi o esplosione con origine presso il Terminale
Per quanto riguarda l’analisi degli effetti domino potenzialmente indotti dagli scenari incidentali che potrebbero
avere origine presso le installazioni del Terminale oggetto del presente Rapporto Preliminare di Sicurezza, si
rimanda all’analisi delle conseguenze riportata in Allegato C.4.2.
Le analisi condotte hanno permesso di escludere la possibilità di effetto domino, infatti:
✓
✓
✓
in caso di un rilascio da una linea/apparecchiatura non è possibile escludere che gli effetti degli scenari
incidentali conseguenti possano interessare altre installazioni del Terminale, tuttavia la presenza di sistemi di
rilevazione F&G che attivano automaticamente le azioni di emergenza (intercettazione e depressurizzazione)
consente di minimizzare la durata dei potenziali rilasci, in modo tale da poter escludere la possibilità di
danneggiamento di altre linee/apparecchiature e conseguente escalation degli effetti;
considerazioni analoghe valgono per il potenziale coinvolgimento delle installazioni presenti in banchina
(opere connesse al di fuori del limite di batteria del Terminale). La durata estremamente limitata degli scenari
incidentali consente di escludere eventi indotti su queste installazioni e, quindi, potenziali effetti domino;
gli effetti degli scenari incidentali analizzati sono tali per cui i valori di soglia per effetto domino non raggiungono
aree esterne al Terminale con presenza di installazioni preesistenti che potrebbero, in caso di
danneggiamento, determinare un’escalation degli effetti. Inoltre, per quanto detto nel punto precedente, effetti
domino non sarebbero comunque possibili in virtù della limitata durata degli scenari incidentali.
Ciò consente di concludere che la progettazione dei sistemi di rilevazione F&G, incluse le relative azioni esecutive,
e dei sistemi di mitigazione dei potenziali eventi pericolosi (sistemi di intercettazione e depressurizzazione) è
adeguata a rendere il rischio connesso alle nuove installazioni tollerabile.
1
2
IDLH, Immediately Dangerous to Life and Health: concentrazione tossica fino alla quale un individuo sano, in seguito
all'esposizione di 30 minuti, non subisce danni irreversibili alla salute e sintomi tali da impedire l'esecuzione delle appropriate
azioni protettive.
TLV-TWA Threshold Limit Value - Time Weighted Average: concentrazione media a cui può essere esposto un operatore per
otto ore al giorno e per 40 ore settimanali senza subire danni alla salute.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 102
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
D.2.1.2
Analisi dei possibili effetti indotti sul Terminale da incendi o esplosione con origine presso le installazioni
in banchina al di fuori dei limiti di batteria del Terminale
Sulla banchina saranno presenti alcune installazioni considerate opere connesse al di fuori dei limiti di batteria del
Terminale: ci si riferisce, in particolare, al Punto di Intercetto Linea (PIL) che costituisce il punto iniziale della rete
di trasporto.
Tali installazioni sono caratterizzate dalle medesime condizioni operative della tubazione di send-out del Terminale
e, pertanto, si può assumere che un eventuale rilascio di gas naturale dal PIL condurrebbe, nel suo sviluppo, a
conseguenze analoghe a quelle dell’evento R.3.9 analizzato nell’Analisi di Rischio del Terminale.
Sarà prevista una procedura di allertamento di emergenza del dispacciamento di Enura che provvederà
all’intercettazione tempestiva delle valvole di isolamento (comandabile da remoto) in modo tale da limitare la durata
dell’evento, prevenendo così l’insorgere di effetti domino sul Terminale.
Sulla base delle considerazioni sopra riportate, quindi, si può escludere che un eventuale rilascio dal PIL possa
determinare eventi indotti sul Terminale.
D.2.1.3
Analisi dei possibili effetti indotti sul Terminale da incendi o esplosione con origine presso installazioni
esterne preesistenti
Per quanto riguarda l’analisi del possibile coinvolgimento del nuovo Terminale da parte degli effetti di scenari
incidentali di altre installazioni preesistenti, si è fatto riferimento alle informazioni riportate nel Piano di Emergenza
Esterna (PEE) dell’area industriale di Portoscuso, che comprende i seguenti stabilimenti a Rischio di Incidente
Rilevante:
✓
✓
✓
✓
✓
Enel – Centrale Termoelettrica Sulcis S.p.A. – Produzione di energia elettrica;
Enel – Centrale Termoelettrica Portoscuso S.p.A. – Produzione di energia elettrica;
Eurallumina S.p.A. – Impianto di produzione di ossido di alluminio (allumina);
Portovesme S.r.l. – Impianto metallurgico primario per la produzione di metalli non ferrosi, quali piombo, zinco,
rame, loro leghe, acido solforico;
Alcoa Trasformazioni S.r.l. – Produzione di alluminio attraverso il processo di elettrolisi dell’allumina (ossido
di alluminio.
Il PEE è stato emesso nel 2015 ai sensi dell’art. 20 dell’allora vigente D.Lgs. 334/99 e s.m.i. e successivamente
aggiornato in data 26/11/2018, sulla scorta delle informazioni fornite dai Gestori degli stabilimenti ricadenti nell’area
oggetto della pianificazione e delle conclusioni dell’istruttoria da parte del Comitato Tecnico Regionale e in
conformità alle Linee Guida emanate con D.P.C.M. del 25/02/2005.
Con riferimento a ciascuno degli stabilimenti sopra elencati, le informazioni contenute nel PEE portano a concludere
che nessuno degli scenari incidentali ipotizzabili possono coinvolgere l’area presso la quale si intende realizzare il
nuovo Terminale, come di seguito sintetizzato.
Enel – Centrale Termoelettrica Sulcis S.p.A.
Gli eventi incidentali di riferimento della Centrale Termoelettrica Sulcis consistono principalmente nel rilascio di olio
combustibile denso e gasolio, con conseguente Pool Fire. Gli effetti degli scenari incidentali credibili valutati nel
Rapporto di Sicurezza rimangono tutti all’interno dei confini di stabilimento.
Nessun evento incidentale che potrebbe accadere presso le installazioni della Centrale Termoelettrica Sulcis S.p.A.
può, pertanto, determinare effetti sull’area presso la quale sarà realizzato il Terminale.
Enel – Centrale Termoelettrica Portoscuso S.p.A.
Gli eventi incidentali di riferimento della Centrale Termoelettrica Portoscuso consistono principalmente nel rilascio
di olio combustibile denso e gasolio, con conseguente Pool Fire. Gli effetti degli scenari incidentali credibili valutati
nel Rapporto di Sicurezza rimangono tutti all’interno dei confini di stabilimento.
Nessun evento incidentale che potrebbe accadere presso le installazioni della Centrale Termoelettrica Portoscuso
S.p.A. può, pertanto, determinare effetti sull’area presso la quale sarà realizzato il Terminale.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 103
Terminale di Portovesme
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ai sensi del D.Lgs. 105/15
Eurallumina S.p.A.
I potenziali rischi di incidenti rilevanti evidenziati dall’analisi di rischio dello stabilimento in esame sono, in generale,
riconducibili a rilasci di sostanze combustibili ed eco tossiche (pericolose per l’ambiente).
Gli effetti dell’irraggiamento termico stazionario conseguente a un incendio potrebbero interessare limitate aree
interne allo stabilimento, senza coinvolgere terreni al di fuori dei confini di stabilimento.
Nessun evento incidentale che potrebbe accadere presso le installazioni della Eurallumina S.p.A. può, pertanto,
determinare effetti sull’area presso la quale sarà realizzato il Terminale.
Portovesme S.r.l.
I rischi connessi allo stabilimento Portovesme S.r.l. sono riconducibili principalmente a scenari di incendio.
Per quanto riguarda il Deposito di olio combustibile e l’Impianto SX, gli effetti degli scenari incidentali analizzati
rimangono tutti all’interno dei confini di stabilimento.
Con riferimento al Deposito di GPL, lo scenario incidentale con distanze di danno più elevate è il Flash Fire, con
una distanza all’LFL di 60 m e all’LFL/2 di 124 m. Tali distanze sono significativamente inferiori rispetto a quella
minima che separa il confine dello stabilimento Portovesme S.r.l. e l’area che sarà occupata dal nuovo Terminale
(oltre 1 km).
Nessun evento incidentale che potrebbe accadere presso le installazioni della Portovesme S.r.l. può, pertanto,
determinare effetti sull’area presso la quale sarà realizzato il Terminale.
Alcoa Trasformazioni S.r.l.
Gli impianti in esame sono attualmente fuori servizio.
Ad ogni modo, l’analisi di rischio che era stata condotta nell’ambito del Rapporto di Sicurezza aveva evidenziato
che gli eventi classificabili come “incidenti rilevanti” erano connessi a eventuali perdite di GPL che avrebbero potuto
condurre, nel loro sviluppo, a Flash Fire o Jet Fire. Le aree di danno di tali scenari incidentali risultavano tutte
interne ai confini di stabilimento.
Nessun evento incidentale che potrebbe accadere presso le installazioni della Alcoa Trasformazioni S.r.l. può,
pertanto, determinare effetti sull’area presso la quale sarà realizzato il Terminale.
D.2.2
Effetti degli incidenti indotti
Si rimanda all’analisi di rischio riportata in Allegato C.4.2.
D.2.3
Misure previste per evitare, in caso di incendio e/o esplosione, il
danneggiamento di strutture, serbatoi, apparecchiature e condotte contenenti
sostanze infiammabili e/o tossiche.
Le strutture del Terminale sono dotate di adeguate misure di protezione attiva e passiva per far fronte a eventuali
scenari incidentali e di incendio, allo scopo di impedire o comunque limitare la propagazione degli incendi ed
eventuali effetti domino, nonché assicurare la sicurezza delle persone presenti.
I dettagli dei sistemi di protezione attiva e passiva sono riportati nel Paragrafo nell’Allegato I.11, cui si rimanda.
D.3 SISTEMI DI CONTENIMENTO
D.3.1
Sistemi per il contenimento di fuoriuscite di sostanze infiammabili
Determinati accorgimenti nella progettazione del Terminale sono adottati al fine di minimizzare la possibilità di
fuoriuscita accidentale o perdite di GNL. La filosofia adottata mira a minimizzare gli accoppiamenti flangiati in favore
di quelli saldati, inoltre l’impianto è dotato di valvole di intercettazione in ingresso e uscita dalle apparecchiature
principali (serbatoi, pompe, compressori, vaporizzatori, etc.) e sulle linee principali di GNL. In tal modo si rende
possibile isolare le apparecchiature e i tratti di linea e di limitare al minimo i rilasci di GNL e di gas naturale in caso
di fuoriuscita.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 104
Terminale di Portovesme
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Il sistema di raccolta delle possibili fuoriuscite di GNL è progettato per raccogliere e contenere eventuali
sversamenti intorno e al di sotto di valvole, tubazioni e apparecchiature in cui siano contenuti liquidi criogenici.
Lo scopo del sistema di raccolta consiste nel drenare il GNL accidentalmente fuoriuscito, all’interno di apposite
vasche che consentono di limitare la superficie di GNL esposta all’aria e quindi di limitarne l’evaporazione. Le aree,
dove una fuoriuscita di GNL può avvenire, sono pavimentate e realizzare in maniera tale da permettere il deflusso
del liquido verso canali aperti che scaricano nelle vasche di raccolta.
Sono previsti due bacini in banchina: uno in prossimità dei bracci di carico/scarico GNL e uno nella zona delle baie
di carico delle autocisterne.
I bacini di raccolta saranno dotati di rilevatori di freddo allo scopo di allertare gli operatori e iniziare le azioni
necessarie in caso di emergenza d’impianto. In particolare, una volta rilevata la presenza di GNL in tali bacini, si
avvierà in automatico l’applicazione di schiuma a bassa espansione sul pelo libero del GNL rilasciato, in modo da
evitare l’innesco e controllare l’evaporazione del GNL.
D.3.2
Sistemi per il contenimento di fuoriuscite di liquidi tossici o pericolosi per
l’ambiente
Come già indicato nel Paragrafo C.4.4, presso il Terminale saranno presenti, in quantità significativamente inferiori
ai limiti di soglia, gasolio e ipoclorito di sodio, sostanze pericolose per l’ambiente ai sensi del D.Lgs. 105/15
(rispettivamente appartenenti alla categoria E2 e alla categoria E1 dell’Allegato 1, Parte 1 del D.Lgs. 105/15).
Tali sostanze saranno stoccate e manipolate in modo che eventuali perdite siano contenute e non ci sia alcuna
possibilità di contaminazione dei recettori ambientali.
Presso il Terminale non saranno invece presenti sostanze tossiche.
D.3.3
Sistemi per il contenimento di fuoriuscite di gas o vapori tossici
Non sono presenti sostanze tossiche all’interno del Terminale.
D.4 CONTROLLO OPERATIVO
D.4.1
Criteri di predisposizione delle procedure e istruzioni per il controllo operativo
La progettazione e realizzazione del Terminale comporterà la redazione di un Manuale Operativo. Il Manuale
Operativo includerà tutte le procedure operative necessarie al buon esercizio dell’impianto e dei sistemi presenti.
Allo stato attuale di progettazione, sono state sviluppate le filosofie generali per il controllo operativo del Terminale,
tra cui:
✓
✓
Filosofia di funzionamento (doc. no. 100-GA-E-08004);
Filosofia del sistema di controllo (doc. no. 100-ZA-E-08012).
Alcuni estratti di tali documenti (disponibili su richiesta) sono stati riportati nel Paragrafo B.3.1e B.3.2.
D.4.2
Struttura e indice dei manuali operativi
Paragrafo non richiesto per i Rapporti Preliminari di Sicurezza, in accordo alle indicazioni del D.Lgs. 105/15,
Allegato C, Parte 2.
D.5 SEGNALETICA DI EMERGENZA
Paragrafo non richiesto per i Rapporti Preliminari di Sicurezza, in accordo alle indicazioni del D.Lgs. 105/15,
Allegato C, Parte 2.
D.6 FONTI DI RISCHIO MOBILI
D.6.1
Descrizione delle fonti di rischio mobili
Le fonti di rischio mobili per il nuovo Terminale sono riconducibili alle seguenti:
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 105
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
✓
✓
✓
Navi metaniere “Shuttle Carrier” e/o navi metaniere “bunkering vessel” in ingresso al porto per le operazioni di
scarico/carico;
Autocisterne in arrivo sulla banchina per le operazioni di carico GNL;
Eventuali mezzi pesanti circolanti in banchina per le operazioni di manutenzione.
Per ciascun mezzo sopra elencato, si riportano nei paragrafi seguenti le precauzioni messe in atto che permettono
di considerare ragionevolmente non credibili un eventuale incidente connesso alla circolazione/manovre (su mare
o su strada).
Mezzi navali (navi metaniere “Shuttle Carrier” e navi metaniere “bunkering vessel”)
La valutazione del rischio connesso all’eventuale collisione di mezzi navali contro la FSRU ormeggiata in banchina
è riportata nell’Allegato C.4.1-F, cui si rimanda.
Mezzi gommati (autocisterne)
Le autocisterne possono accedere alle baie di carico unicamente dall’ingresso dedicato che si trova alla radice
della banchina. L’accesso sarà consentito ai soli mezzi autorizzati e controllati dalla guardiania dedicata agli
ingressi allo Stabilimento.
Il percorso che dovrà essere seguito dai mezzi gommati è limitato al piazzale ubicato alla radice della banchina,
dove sono ubicate le baie di carico, così come si evince dalla planimetria riportata in Allegato D.6.1 (di cui si riporta
un estratto qui di seguito): i mezzi in ingresso al carico non potranno quindi accedere alla banchina, dove sono
presenti le altre installazioni e dove sarà ormeggiata la FSRU.
Figura 38: Percorso delle autocisterne in ingresso al carico
È inoltre importante sottolineare che il caricamento delle autobotti non sarà effettuato in orario notturno: ciò
garantisce la massima visibilità e la minimizzazione del rischio di incidenti connessi a colpi di sonno.
Mezzi pesanti (per manutenzione)
L’eventuale accesso di mezzi pesanti, quali ad esempio mezzi di sollevamento per effettuazioni di operazioni di
manutenzione, sarà procedurizzato e controllato dal personale di impianto.
I lavori attorno alle apparecchiature saranno soggetti a valutazione del rischio.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 106
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
D.6.2
Precauzioni adottate per prevenire il rischio associato alle fonti di rischio
mobile
Si veda paragrafo precedente e Paragrafo C.7.12.
D.7 RESTRIZIONI PER L’ACCESSO AGLI IMPIANTI E PER LA PREVENZIONE
DI ATTI DELIBERATI
D.7.1
Dispositivi, attrezzature, sistemi e/o procedure
Paragrafo non richiesto per i Rapporti Preliminari di Sicurezza, in accordo alle indicazioni del D.Lgs. 105/15,
Allegato C, Parte 2.
Il Terminale sarà dotato di un sistema di controllo e monitoraggio che consentirà di monitorare e controllare gli
accessi e le uscite dall’impianto e di un sistema antintrusione.
D.8 MISURE CONTRO L’INCENDIO
D.8.1
Impianti, attrezzature e organizzazione per la prevenzione e l’estinzione degli
incendi
La descrizione dei sistemi di protezione antincendio, comprensiva di planimetria dei sistemi di protezione attiva e
planimetria dei sistemi di protezione passiva, è fornita in Allegato I.11, cui si rimanda.
D.8.2
Sistema di drenaggio
Le canalette e i bacini di raccolta del GNL saranno dimensionati per garantire l’evacuazione del GNL sversato dalle
aree interessate da un eventuale rilascio accidentale.
Il dimensionamento dei bacini di raccolta sarà effettuato in fase di ingegneria di dettaglio e terrà conto anche del
battente di schiuma che viene sversata automaticamente all’interno degli stessi in caso di rilevazione presenza
GNL (rilevatori freddo).
D.8.3
Fonti di approvvigionamento dell’acqua antincendio
Si rimanda all’Allegato I.11.
D.8.4
Autorizzazioni concernenti la prevenzione incendi
Poiché le attività presenti nel Terminale ricadono tra quelle elencate nell’Allegato I al D.P.R. 151/2011, le corrette
modalità di svolgimento delle verifiche di prevenzione incendi sono riportate nell’Allegato L al D. Lgs. 105/2015,
“Procedure Semplificate di Prevenzione Incendi per gli Stabilimenti di Soglia Superiore”.
La realizzazione del Terminale si configura ai sensi del D. Lgs. 105/2015 come realizzazione di un nuovo impianto,
per cui si fa riferimento al punto 5 dell’Allegato L, relativo a Nulla Osta di Fattibilità (NOF) e valutazione del progetto
antincendio. L’istruttoria per il rilascio del NOF ai sensi dell’art.17 del D.Lgs. 105/2015 comprende la valutazione
del progetto di tutte le attività di cui al D.P.R. 151/2011. Le attività di cui all’allegato I del D.P.R. 151/2011
individuabili come impianti o depositi di cui all’art. 3, oggetto dell’analisi di rischio nel Rapporto Preliminare di
Sicurezza, sono documentate ai sensi dell’allegato C del D.Lgs. 105/2015.
In Allegato I.11 si riporta pertanto la “Documentazione, di cui all’allegato I del D.M. 7 agosto 2012, relativa alle
attività soggette al controllo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco di cui all’Allegato I.9, che sono oggetto
dell’analisi del rischio”.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 107
Terminale di Portovesme
Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
D.9 SITUAZIONI DI EMERGENZA E RELATIVI PIANI
D.9.1
Dislocazione di sale controllo, uffici, laboratori e apparecchiature principali
In Allegato A.2.1 si riporta la planimetria generale del Terminale, con indicazione delle unità logiche di impianto.
Maggiori dettagli relativamente all’ubicazione degli edifici (tra cui sale controllo) e delle apparecchiature principali
sono disponibili nelle mappe e layout forniti in Allegato A.2.3.
D.9.2
Mezzi di comunicazione all’interno dello stabilimento e con l’esterno
Paragrafo non richiesto per i Rapporti Preliminari di Sicurezza, in accordo alle indicazioni del D.Lgs. 105/15,
Allegato C, Parte 2.
D.9.3
Ubicazione dei servizi di emergenza e dei presidi sanitari previsti
Il Terminale sarà dotato dei necessari presidi sanitari previsti secondo quanto richiesto dalla normativa vigente
(D.Lgs. 81/08 e s.m.i.).
In Allegato D.9.3 si riporta una planimetria con l’indicazione preliminare dei presidi di emergenza, delle vie di fuga
e dei punti di raccolta. La configurazione rappresentata è indicativa e dovrà essere confermata in fase di ingegneria
di dettaglio.
D.9.4
Programma di Addestramento Personale
Paragrafo non richiesto per i Rapporti Preliminari di Sicurezza, in accordo alle indicazioni del D.Lgs. 105/15,
Allegato C, Parte 2.
D.9.5
Piano di Emergenza Interno e informazioni per il Piano di Emergenza Esterna
Paragrafo non richiesto per i Rapporti Preliminari di Sicurezza, in accordo alle indicazioni del D.Lgs. 105/15,
Allegato C, Parte 2.
D.9.6
Responsabili attuazione dei piani di emergenza
Paragrafo non richiesto per i Rapporti Preliminari di Sicurezza, in accordo alle indicazioni del D.Lgs. 105/15,
Allegato C, Parte 2.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 108
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Rapporto Preliminare di Sicurezza per la fase di Nulla Osta di Fattibilità (NOF)
ai sensi del D.Lgs. 105/15
E. IMPIANTI DI TRATTAMENTO REFLUI E STOCCAGGIO RIFIUTI
E.1 TRATTAMENTO E DEPURAZIONE REFLUI
E.1.1
Impianti di trattamento e depurazione dei reflui
Emissioni in atmosfera
Il Terminale può essere considerato un sistema con limitate emissioni in atmosfera in quanto il sistema di processo
principale è costituito dai vaporizzatori alimentati da acqua di mare.
Le emissioni in atmosfera sono principalmente associate a:
✓
✓
✓
Combustione nei sistemi di generazione di potenza elettrica di norma con operatività non continuativa o di
emergenza (generatori di bordo per gestire i picchi di richiesta elettrica e generatori di emergenza);
Emissioni in fase di emergenza (sfiati);
Traffico indotto da mezzi terresti e navi.
Emissioni in acqua
Sarà previsto il prelievo e la restituzione dell’acqua di mare per soddisfare le esigenze del processo di
rigassificazione GNL (tramite i vaporizzatori) e altri usi industriali come il raffreddamento di alcune tipologie di
apparecchiature.
L’attuale sistema di raccolta delle acque meteoriche in banchina sarà mantenuto. Il sistema è costituito da tubazioni
di diametro variabile da 400 a 630 mm, disposte lungo il bordo della banchina e pozzetti di raccolta ogni 25 m.
L’acqua viene collettata in una vasca di raccolta dimensionata per raccogliere un volume di acqua di prima pioggia
notevolmente superiore al volume di calcolo (pari a circa 5,5 m 3 ) per tenere in considerazione la possibilità di eventi
meteorici di carattere eccezionale. Inoltre, la disponibilità di un bacino di raccolta ampio, consente di dosare gli
invii di acqua al depuratore consortile evitando picchi che potrebbero causare disservizi o malfunzionamenti.
E.1.2
Planimetria della rete fognaria
Con riferimento alla FSRU, le acque reflue verranno scaricate in un apposito serbatoio per il successivo smaltimento
su nave metaniera “bunkering vessel” e/o autocarro. Il serbatoio delle acque reflue sarà installato a bordo e dovrà
essere provvisto di uno o più passi d’uomo che ne consentano l’accesso per la pulizia, la manutenzione e
l’ispezione. Il collegamento sarà in un’area facilmente accessibile sul lato di attracco della FSRU e lato banchina
e contrassegnato per evitare qualsiasi collegamento errato.
Con riferimento alla banchina, la planimetria, il dettaglio degli scarichi ed il particolare della vasca di raccolta
dell’impianto di smaltimento acque piovane esistente sono forniti in Allegato E.1.2.
E.2 GESTIONE DEI RIFIUTI PERICOLOSI
E.2.1
Adempimenti per la gestione dei rifiuti
I principali rifiuti prodotti in fase di esercizio del Terminale derivano da:
✓
✓
✓
✓
✓
rifiuti urbani: rifiuti domestici e assimilabili;
rifiuti di imballaggio, assorbenti, stracci, materiali filtranti;
oli esausti;
rifiuti liquidi da usi civili;
rifiuti e residui provenienti dalle operazioni di manutenzione e pulizia dei serbatoi e degli impianti e
apparecchiature.
I rifiuti generati verranno sempre smaltiti nel rispetto della normativa vigente. In particolare, ove possibile, si
procederà alla raccolta differenziata volta al recupero delle frazioni riutilizzabili. Eventuali stoccaggi temporanei
all’aperto di rifiuti speciali non pericolosi saranno provvisti di bacini di contenimento impermeabili. I rifiuti speciali,
liquidi e solidi, previsti in piccolissime quantità prodotti durante l’esercizio o nel corso di attività di manutenzione
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 109
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ai sensi del D.Lgs. 105/15
ordinaria e straordinaria, saranno gestiti secondo la vigente normativa in materia di rifiuti, e trasportati e smaltiti da
ditte specializzate.
Ad ogni modo, considerata la tipologia, la quantità e le modalità di gestione, nessuno dei rifiuti prodotti in fase di
esercizio potrà dare luogo a un incidente rilevante.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 110
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F. MISURE ASSICURATIVE E DI GARANZIA PER I RISCHI DI
DANNO A PERSONE, COSE, ALL’AMBIENTE
F.1 CERTIFICAZIONI
F.1.1
Copia delle certificazioni e autorizzazioni
Paragrafo non richiesto per i Rapporti Preliminari di Sicurezza, in accordo alle indicazioni del D.Lgs. 105/15,
Allegato C, Parte 2.
F.2 MISURE ASSICURATIVE
F.2.1
Copia della documentazione relativa alle polizze assicurative e di garanzia per
i rischi di danni a persone, a cose e all’ambiente
Paragrafo non richiesto per i Rapporti Preliminari di Sicurezza, in accordo alle indicazioni del D.Lgs. 105/15,
Allegato C, Parte 2.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 111
Terminale di Portovesme
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ai sensi del D.Lgs. 105/15
RIFERIMENTI
[1] aeronautica Militare, Atlante Climatico: “http://clima.meteoam.it/atlanteClimatico.php”
[2] Binetti R., F. Cappelletti, R. Graziani, G. Ludovisi, A. Sampa“lo, 1990, "Metodo Indici’zato per l'Analisi e la
Valutazione del Rischio di Determinate Attività ”ndustriali", Prevenzione Oggi ISPESL.
[3] Center for Energy Economics, CEE, 2012, “LNG Safety and Security”, Bureau of Economic Geology,
Jackson School of Geosciences, The University of Texas, Austing.
[4] Cleaver P. et al., 2006, “A Summary of Experimental Data on LNG Safety”, Elsevier
[5] Det Norske Veritas, DNV, 2007, Phast DNV Risk Management Software, Version 6.54.
[6] TNO, 1992, Methods for the Determination of Possible Damage (Green Book), CPR 16E
[7] National Institute for Occupational and Health, NI“SH, 2015, "Pocket Guide to Chemical Ha”ards (NPG)",
http://www.cdc.gov.niosh.
[8] Pitblado, 2004, “Consequences of LNG Marine Incidents”, CCPS Conference, June 2004.
[9] Sandia, 2004, Hightower at al., “Guidance on Risk Analysis and Safety Implications of a large LNG Spill over
Water”, Sandia National Laboratories Report SAND2004-6258, Dicembre 2004.
[10] eMARS Major Accident Reporting System – Joint Research Center – European Commission,
https://emars.jrc.ec.europa.eu/.
[11] California energy commission, http://www.energy.ca.gov.
[12] Timor-Leste Institute for Development Monitoring and Analysis http://www.laohamutuk.org.
[13] U.S. Chemical Safety Board, http://www.csb.gov.
[14] Pipeline and Hazardous Material Safety Administration PHMSA, http://www.phmsa.dot.gov.
[15] Health and Safety Executive HSE, http://www.hs“.gov.uk.
[16] "Portovesme FSRU – Studio meteomarino”, doc. no. 100-ZA-E-10008.
[17] Banchina Lato Est del Porto Industriale di Portovesme – Progetto esecutivo Relazione Tecnica. Consorzio
per il nucleo di industrializzazione del Sulcis Iglesiente.
[18] Provincia di Carbonia, Studio Meteo Marino del Sistema Portuale del Sulcis-Iglesiente, Studio Associato di
Ingegneria Prima, 2012.
[19] Consorzio industriale Provincia di Carbonia Iglesias, Appalto per la progettazione esecutiva lavori di bonifica
e dragaggio fondali antistanti la banchina est Portovesme. Studio Meteo Marino, Progevi s.r.l., 2017.
[20] DNVGL – RP C205. Environmental conditions and environmental loads.
[21] P13IT02251-MNT-MA-001-002 “Impianto di Rigassificazione del Gas Naturale (GNL) di Panigaglia (SP)
Manuale Operativo. P-00_IMPIANTO GNL-FASCICOLO 1 – DESCRIZIONE”.
[22] PUC 1997 Portoscuso, “36-Tav. - B1 Relazione Geologica PUC Portoscuso”.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 112
Terminale di Portovesme
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ai sensi del D.Lgs. 105/15
[23] IMO International Maritime Organization. IGC Code - International Code of the Construction and Equipment
of Ships Carrying Liquefied Gases in Bulk (IGC Code).
[24] SIGTTO, ESD Arrangements & Linked Ship/Shore Systems for Liquefied Gas Carriers.
[25] ISO 28460 Petroleum and natural gas industries— Installation and equipment for liquefied natural gas—
Ship-to-shore interface and port operations.
[26] CH IV International, The LNG Specialist, Safety History of International LNG Operations, Hanover, Maryland,
USA, December 2006. Technical Document TD-02109. www.CH-IV.com.
[27] National Association of State Fire Marshals, Liquefied Natural Gas: An Overview of the LNG Industry for
Fire Marshals and Emergency Responders. Maggio 2005.
Doc. No. P0023964-1-H1 Rev. 0 – Novembre 2021 Pag. 113
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