Farmacia clinica e dermatologia psoriasi
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FARMACIA CLINICA<br />
E DERMATOLOGIA<br />
PSORIASI<br />
Francesco Cattel<br />
Arturo Cavaliere<br />
Giampiero Girolomoni<br />
Silvia Manfrè<br />
Adriano Vercellone<br />
makingpaper<br />
1
SOMMARIO<br />
5<br />
Capitolo 1<br />
La malattia<br />
11<br />
Capitolo 2<br />
Le terapie per la <strong>psoriasi</strong><br />
moderata-grave<br />
15<br />
Capitolo 3<br />
Criteri di scelta, limiti e<br />
opportunità dei farmaci<br />
biologici<br />
20<br />
Capitolo 4<br />
Il farmacista clinico e il suo<br />
ruolo nella gestione del<br />
paziente con <strong>psoriasi</strong>
Premessa<br />
Le malattie dermatologiche<br />
gravi e croniche rappresentano<br />
un problema sanitario di<br />
grande rilevanza per diffusione<br />
ed esercitano un forte impatto<br />
sulla qualità di vita dei<br />
pazienti. Le conseguenze socioeconomiche<br />
di tali patologie<br />
sono importanti, così come<br />
sono rilevanti le conseguenze<br />
a carico dei sistemi sanitari.<br />
La sfida sanitaria posta dalle<br />
patologie dermatologiche croniche<br />
non rimane confinata<br />
all’ambito clinico, ma si allarga<br />
alle componenti professionali<br />
che possono garantire l’efficienza<br />
dell’intero percorso di<br />
cura, farmacista SSN in primis.<br />
La disponibilità di nuove classi<br />
di farmaci (biotecnologici) ha<br />
radicalmente modificato il bagaglio<br />
di strumenti che sono<br />
oggi a disposizione del clinico<br />
per garantire risposte efficaci.<br />
Va evidenziato inoltre che questi<br />
nuovi strumenti, proprio a<br />
causa della loro complessità<br />
(e del relativo costo), costituiscono<br />
spesso una necessaria<br />
e fortunata occasione di condivisione<br />
con le altre figure<br />
del percorso assistenziale.<br />
Fra questi profili professionali<br />
è in primo piano il farmacista<br />
del SSN: per i compiti e le responsabilità<br />
dei quali si fa carico<br />
nei processi di valutazione<br />
all’accesso, di approvvigionamento<br />
e di gestione del flusso<br />
del trattamento (dall’acquisto<br />
all’erogazione), il farmacista<br />
rappresenta un protagonista<br />
indiscusso, che affianca il clinico<br />
nella gestione e ottimizzazione<br />
dei percorsi di trattamento.<br />
Il contenuto del presente documento<br />
è volutamente semplificato<br />
perché non ha obiettivo<br />
scientifico, ma divulgativo. Prevede<br />
una breve panoramica,<br />
senza ambizioni di esaustività,<br />
sui principali modelli di gestione<br />
della <strong>psoriasi</strong>, rispetto ai<br />
quali si evidenzia il ruolo del<br />
farmacista SSN nell’ottimizzazione<br />
dei percorsi di cura.<br />
4
La malattia<br />
Le malattie della pelle sono più<br />
comuni di quanto si potrebbe<br />
credere: s’inseriscono al quarto<br />
posto nella classifica delle<br />
patologie più diffuse. Lo rivela<br />
uno studio di L. Tizek et al.<br />
pubblicato sul Journal of the<br />
European Academy of Dermatology<br />
and Venereology 1 , secondo<br />
il quale in molti casi la<br />
cura di queste malattie sarebbe<br />
inoltre trascurata, perché coloro<br />
che ne sono affetti non si<br />
rivolgerebbero al medico. Tale<br />
fenomeno viene riportato anche<br />
nella <strong>psoriasi</strong>, una malattia<br />
infiammatoria cronica e multifattoriale,<br />
che può presentarsi<br />
in forme estese e per la quale<br />
non esiste ancora un’omogeneità<br />
ben definita del percorso<br />
di cura perché troppo spesso la<br />
problematica è sottovalutata.<br />
Nel mondo, la <strong>psoriasi</strong> colpisce<br />
tra lo 0,6 e il 4,8% della popolazione<br />
2 . In Italia l’incidenza della<br />
<strong>psoriasi</strong> è di 2,3 – 3,2 casi per<br />
1000 persone all’anno 3 .<br />
La <strong>psoriasi</strong> (dal greco “psora”:<br />
squama) è conosciuta fin<br />
dall’antichità ma il primo a<br />
descriverla fu Robert Willan,<br />
dermatologo inglese, ai primi<br />
dell’Ottocento.<br />
Si tratta di una dermatosi caratterizzata<br />
da lesioni cutanee<br />
5
squamose bianco-argentee su<br />
cute arrossata e infiammata,<br />
con un andamento cronico e/o<br />
recidivante. Classicamente le<br />
lesioni si concentrano nelle<br />
zone del cuoio capelluto, dei<br />
gomiti, delle ginocchia e del<br />
tronco.<br />
La <strong>psoriasi</strong> può essere talora<br />
difficile da diagnosticare, perché<br />
i segni e i sintomi più frequenti<br />
sono comuni a numerose<br />
altre malattie della pelle.<br />
Si tratta di una condizione cronica:<br />
questo significa che il<br />
paziente dovrà convivere con<br />
questa patologia per tutta la<br />
vita (andando incontro a periodi<br />
di peggioramento, spesso<br />
alternati a fasi con la completa<br />
remissione).<br />
Un paziente su quattro affetto<br />
da <strong>psoriasi</strong> viene colpito da artrite<br />
<strong>psoriasi</strong>ca 4 , patologia che<br />
interessa in ugual modo uomini<br />
e donne 5 .<br />
EZIOLOGIA DELLA PSORIASI<br />
La <strong>psoriasi</strong> consiste nell’iperproliferazione<br />
dei cheratinociti<br />
associata all’infiammazione<br />
dell’epidermide e del derma.<br />
È tradizionalmente definita<br />
come una malattia infiamma-<br />
toria della pelle ad andamento<br />
cronico-recidivante che, nella<br />
sua forma più comune, si manifesta<br />
con placche eritemato-squamose<br />
localizzate sulle<br />
superfici estensorie del corpo. 6<br />
L’eziologia della <strong>psoriasi</strong> non<br />
è completamente chiarita. La<br />
patologia risulta condizionata<br />
da fattori genetici, ambientali<br />
e immunologici. Il sistema<br />
immunitario sembra causare<br />
l’iperproliferazione accelerata<br />
dei cheratinociti epidermici e<br />
in questo meccanismo le cellule<br />
T rivestirebbero un ruolo<br />
centrale, rilasciando citochine<br />
proinfiammatorie, quali IFN-γ,<br />
TNF-α e IL-17, che stimolano<br />
la proliferazione cutanea dei<br />
cheratinociti. 17,18 Si ipotizza<br />
che fattori genetici e fattori<br />
ambientali potenzialmente<br />
scatenanti (trigger) concorrano<br />
a innescare l’anomalia<br />
immunitaria e la conseguente<br />
risposta infiammatoria. Infatti,<br />
nella <strong>psoriasi</strong> è stata osservata<br />
frequentemente familiarità<br />
(particolarmente associata<br />
all’insorgenza precoce e a<br />
maggiore gravità 7 ); inoltre risultano<br />
associate alla malattia<br />
diverse combinazioni di alcuni<br />
geni e alcuni antigeni leucocitari<br />
umani (Cw6, B13, B17).<br />
6
L’analisi di associazione tramite<br />
genomewide ha individuato<br />
loci che determinerebbero<br />
suscettibilità alla <strong>psoriasi</strong>. Tra<br />
questi, il più importante sarebbe<br />
il locus PSORS1 sul cromosoma<br />
6p21.<br />
I trigger sono ben identificati e<br />
comprendono: 8,9<br />
Traumi<br />
Lesioni cutanee di qualunque<br />
tipo, comprese le ustioni solari<br />
e le punture d’insetto, possono<br />
determinare il fenomeno<br />
di Koebner con la comparsa di<br />
chiazze <strong>psoriasi</strong>che nella stessa<br />
sede del trauma.<br />
Stress<br />
Si ritiene che il sistema immunitario<br />
risponda alle pressioni<br />
mentali ed emotive con modalità<br />
analoghe a quelle adottate<br />
in risposta a eventi fisici.<br />
Infezioni<br />
Può manifestarsi <strong>psoriasi</strong> in<br />
seguito a infezioni come quella<br />
da HIV e da streptococco beta-emolitico<br />
che porta a <strong>psoriasi</strong><br />
guttata.<br />
Farmaci<br />
Alcuni medicinali come beta-bloccanti,<br />
litio, clorochina,<br />
ACE-inibitori, terbinafina, indometacina<br />
e interferone-alfa<br />
sono associati all’attivazione<br />
o al peggioramento della <strong>psoriasi</strong>.<br />
Altre sostanze<br />
Il fumo di tabacco e l’alcol possono<br />
determinare forme gravi.<br />
Inoltre, i forti bevitori hanno<br />
un rischio più elevato, specialmente<br />
gli uomini più giovani.<br />
L’alcol può anche rendere i<br />
trattamenti meno efficaci.<br />
Obesità e alterazioni del<br />
metabolismo<br />
Sovrappeso, obesità e alto BMI,<br />
come pure cambiamenti ormonali<br />
(in particolare nelle donne<br />
durante la pubertà e la menopausa)<br />
e le alterazioni dei processi<br />
metabolici sono fattori di<br />
rischio per la <strong>psoriasi</strong>.<br />
Alimentazione<br />
Un’alimentazione povera di<br />
calcio è in alcuni casi responsabile<br />
della comparsa della<br />
<strong>psoriasi</strong>, mentre si ritiene che<br />
l’alto contenuto di grassi polinsaturi<br />
nella dieta e bassi livelli<br />
plasmatici di acido arachidonico<br />
contribuiscano alla ridotta<br />
prevalenza di malattie infiammatorie<br />
compresa la <strong>psoriasi</strong>.<br />
7
CLASSIFICAZIONE DELLA<br />
PSORIASI<br />
Classificazione per severità<br />
La severità con cui si manifesta<br />
la <strong>psoriasi</strong> varia notevolmente<br />
da persona a persona: alcuni<br />
pazienti ne sono colpiti in modo<br />
lieve e i sintomi si limitano a una<br />
piccola irritazione, altri ne sono<br />
affetti in forma grave e l’impatto<br />
sulla qualità della loro vita è significativo.<br />
Questa notazione definisce<br />
sin dalla diagnosi come<br />
sia importante agire secondo un<br />
modello di cura personalizzato.<br />
La <strong>psoriasi</strong> può essere classificata<br />
in base alle manifestazioni<br />
cutanee come:<br />
lieve (è interessata meno del<br />
3% della superficie del corpo);<br />
moderata (superficie corporea<br />
interessata compresa tra il 3<br />
e il 10%);<br />
grave (è interessato più del<br />
10% del corpo).<br />
Nel 10-20% dei pazienti, la <strong>psoriasi</strong><br />
si presenta in forma grave,<br />
tale da interferire pesantemente<br />
sulla qualità della loro vita, sulle<br />
loro capacità professionali (o<br />
di studio) e sulle loro relazioni<br />
sociali. Le lesioni si sviluppano<br />
con maggiore frequenza sul<br />
cuoio capelluto, sulle ginocchia,<br />
sui gomiti e sulle mani, ma nelle<br />
forme gravi si estendono a vaste<br />
aree della cute.<br />
È importante una corretta valutazione<br />
dell’estensione, processo<br />
che ovviamente è di competenza<br />
del dermatologo, perché<br />
da questa dipendono in genere<br />
le opzioni di trattamento.<br />
La valutazione tiene in ogni caso<br />
conto anche dell’impatto che la<br />
malattia ha sulla vita del paziente,<br />
che può essere severo anche<br />
se limitato a una piccola area<br />
come, ad esempio, i palmi delle<br />
mani o le piante dei piedi.<br />
La classificazione della severità<br />
della <strong>psoriasi</strong> secondo la severità<br />
(estensione e impatto sulla<br />
vita) rimane la tecnica più comune<br />
ed è usata spesso nella pratica<br />
<strong>clinica</strong> per orientare il trattamento<br />
e la gestione appropriata<br />
del paziente. Tuttavia, questo criterio,<br />
largamente adottato nella<br />
pratica <strong>clinica</strong>, non è il solo a<br />
essere impiegato per classificare<br />
la malattia. Faremo qui riferimento<br />
alla classificazione per<br />
tipo (morfologica), alla classificazione<br />
causale (patogenetica)<br />
e parleremo infine dell’indice<br />
dermatologico PASI, la misura<br />
di sintesi frequentemente usata<br />
per descrivere la patologia.<br />
8
Classificazione morfologica<br />
Psoriasi a placche<br />
È la più comune manifestazione<br />
<strong>clinica</strong> della <strong>psoriasi</strong>. La lesione<br />
tipica è una placca ben demarcata,<br />
eritematosa e coperta con<br />
scaglie desquamanti argentee,<br />
di aspetto simile alla mica.<br />
Le singole placche possono avere<br />
diametro diverso e possono<br />
confluire tra loro fino a coprire<br />
intere aree corporee. Dal grado<br />
di eritema e di desquamazione<br />
si può giudicare l’attività della<br />
<strong>psoriasi</strong>.<br />
Psoriasi guttata<br />
Questa forma si presenta, nei<br />
soggetti giovani, dopo un’infezione<br />
streptococcica, di solito<br />
tonsillare. Sulla cute compaiono<br />
papule da 1 mm a 1 cm di diametro,<br />
disseminate soprattutto<br />
sul tronco, con aspetto a goccia<br />
di pioggia. A conferma della relazione<br />
tra streptococco e <strong>psoriasi</strong>,<br />
dopo una bonifica con antibiotico<br />
o con tonsillectomia, si<br />
assiste alla regressione spontanea<br />
di questa forma di <strong>psoriasi</strong>.<br />
Psoriasi pustolosa<br />
Questa forma può essere localizzata<br />
o generalizzata. La forma<br />
localizzata si manifesta preferenzialmente<br />
in sede palmare<br />
e plantare. In questo caso compaiono<br />
piccole vescicole sottocornee,<br />
che si superficializzano<br />
desquamando. Nelle forme più<br />
violente compaiono segni di eritema,<br />
ipercheratosi, fissurazioni.<br />
La forma seborroica<br />
Questo tipo di <strong>psoriasi</strong> molto comune<br />
viene denominata anche<br />
sebo<strong>psoriasi</strong> o seboriasi ed è<br />
caratterizzata da lesioni molto<br />
simili alla dermatite seborroica,<br />
ma può coinvolgere aree normalmente<br />
non interessate dalla<br />
dermatite seborroica, come le<br />
unghie o le zone periauricolari.<br />
Classificazione da causa<br />
patogenetica<br />
Anche se non può essere considerata<br />
una malattia genetica nel<br />
senso più “comune” del termine<br />
(ovvero per la quale una mutazione<br />
o alterazione in un singolo<br />
gene è responsabile dell’insorgenza),<br />
i fattori genetici giocano<br />
un ruolo non trascurabile. Ciò è<br />
evidenziato dal fatto che la prevalenza<br />
della <strong>psoriasi</strong> è nettamente<br />
maggiore in soggetti con<br />
familiarità per questa malattia.<br />
Una persona che ha un parente<br />
di primo grado (genitore) affetto<br />
da <strong>psoriasi</strong> ha infatti una probabilità<br />
maggiore di poter svilup-<br />
9
pare la dermatosi rispetto a chi<br />
non l’ha. In particolare, se uno<br />
dei due genitori è affetto da <strong>psoriasi</strong>,<br />
il bambino ha circa il 15%<br />
di rischio di sviluppare la malattia;<br />
se i due genitori sono colpiti,<br />
il rischio è del 40%.<br />
Infine, ricordiamo che alcuni casi<br />
di <strong>psoriasi</strong> sono associati all’uso<br />
di prodotti farmaceutici (<strong>psoriasi</strong><br />
farmaco-indotta).<br />
Psoriasis Area Severity Index (PASI)<br />
Il PASI è un indice che correla i segni e sintomi locali della <strong>psoriasi</strong> con<br />
l’estensione della malattia. Si tratta di una valutazione della presenza, in<br />
quattro zone del corpo (testa, arti superiori, tronco, arti inferiori), di 3 segni<br />
clinici (eritema, infiltrazione e desquamazione), su una scala da 0 a 4 (dove<br />
0= assente e 4= presenza molto marcata). Questi segni vengono poi valutati<br />
in base all’area cutanea coinvolta, su una scala da 1 a 6, dove 1 =
Le opzioni terapeutiche per<br />
il trattamento della <strong>psoriasi</strong><br />
sono oggi molteplici e la scelta<br />
è orientata da:<br />
gravità del disturbo;<br />
estensione delle zone colpite;<br />
tipo di <strong>psoriasi</strong>;<br />
risposta positiva alla terapia<br />
iniziale.<br />
Le cure disponibili sono le seguenti,<br />
e di solito vengono intraprese<br />
proprio in quest’ordine<br />
(ed è ovviamente possibile<br />
associarle tra loro):<br />
Le terapie per<br />
la <strong>psoriasi</strong><br />
moderata-grave<br />
farmaci per uso topico (applicati<br />
direttamente sulla pelle);<br />
fototerapia (terapia mediante<br />
raggi luminosi);<br />
trattamenti sistemici per<br />
via orale o iniettiva convenzionali<br />
di sintesi (comprese le<br />
small molecules) e trattamenti<br />
sistemici biologici. 7<br />
TERAPIA SISTEMICA<br />
Il termine sistemico indica che<br />
il farmaco agisce sull’intero<br />
organismo, garantendo quindi<br />
maggior efficacia sul controllo<br />
11
della malattia ma, allo stesso<br />
tempo, un rischio più elevato<br />
di effetti collaterali.<br />
TRATTAMENTI SISTEMICI DI<br />
SINTESI<br />
Tra i farmaci sistemici<br />
di sintesi utilizzati nel<br />
trattamento della <strong>psoriasi</strong><br />
troviamo per esempio:<br />
metotrexato, indicato nel controllo<br />
dei sintomi della <strong>psoriasi</strong><br />
grave, recidivante e disabilitante<br />
che non risponde<br />
adeguatamente ad altre forme<br />
di terapia;<br />
ciclosporina, indicata per il indicato<br />
per il trattamento della<br />
<strong>psoriasi</strong> a placche da moderata<br />
a severa negli adulti che<br />
necessitano di terapia farmacologica<br />
sistemica;<br />
dimetilfumarato indicato per<br />
il trattamento della <strong>psoriasi</strong> a<br />
placche da moderata a severa<br />
negli adulti che necessitano di<br />
terapia farmacologica sistemica;<br />
apremilast, indicato per il<br />
trattamento della <strong>psoriasi</strong> cronica<br />
a placche da moderata<br />
a grave in pazienti adulti che<br />
non hanno risposto, che hanno<br />
una controindicazione o che<br />
sono intolleranti ad altra terapia<br />
sistemica comprenden-<br />
te ciclosporina, metotrexato o<br />
psoralene e raggi ultravioletti<br />
di tipo A (PUVA).<br />
Metotrexato<br />
Categoria farmacoterapeutica:<br />
antineoplastico e antireumatici.<br />
Codice ATC: L01BA01.<br />
L’acido 4-ammino-10-metil-pteroilglutammico<br />
è un<br />
antimetabolita e un analogo<br />
dell’acido folico. Il medicinale<br />
penetra nelle cellule attraverso<br />
un sistema di trasporto<br />
attivo per i folati ridotti e, tramite<br />
un legame relativamente<br />
irreversibile, inibisce la diidrofolato<br />
reduttasi. Questo enzima<br />
converte l’acido diidrofolico<br />
in acido tetraidrofolico,<br />
rendendolo adatto al trasporto<br />
di unità monocarboniose nella<br />
sintesi dei nucleotidi purinici e<br />
dell’acido timidilico. Il principio<br />
attivo interferisce pertanto<br />
con la replicazione cellulare,<br />
la sintesi e la riparazione del<br />
DNA. Esso si lega fortemente<br />
ma reversibilmente alla diidrofolicoreduttasi,<br />
inibendo<br />
così la conversione enzimatica<br />
dell’acido folico a tetraidrofolico.<br />
Tale arresto enzimatico<br />
conduce ad una deplezione dei<br />
folati ridotti necessari per il<br />
12
trasferimento di unità monocarboniose<br />
in molte reazioni<br />
biochimiche interessanti la<br />
biosintesi di acido timidilico<br />
(nucleotide specifico per il<br />
DNA) e di acido inosinico precursore<br />
delle purine necessarie<br />
alla sintesi sia di DNA che<br />
di RNA. Il medicinale sembra<br />
inoltre determinare un aumento<br />
della deossiadenosina<br />
trifosfato intracellulare che<br />
si ritiene inibisca la ribonucleoside-trifosfato<br />
reduttasi<br />
e la polinucleotide ligasi, un<br />
enzima coinvolto nella sintesi<br />
e nella riparazione del DNA.<br />
Il meccanismo di azione del<br />
farmaco è strettamente legato<br />
al ciclo cellulare, agendo soprattutto<br />
durante la sintesi del<br />
DNA nella fase S; infatti, quei<br />
tessuti a rapida moltiplicazione<br />
cellulare con alta frazione<br />
di crescita (cellule in ciclo)<br />
sono i più sensibili agli effetti<br />
citotossici del medicinale.<br />
Nella <strong>psoriasi</strong> la velocità di<br />
produzione delle cellule epiteliali<br />
cutanee risulta ampiamente<br />
superiore rispetto a<br />
quanto osservato nella cute<br />
normale. Tale differenza in<br />
termini di velocità di proliferazione<br />
è alla base dell’uso<br />
di metotrexato per il controllo<br />
dei processi psorisiaci.<br />
Ciclosporina<br />
Categoria farmacoterapeutica:<br />
sostanze immunosoppressori,<br />
inibitore della calcineurina.<br />
Codice ATC: L04AD01.<br />
La ciclosporina (denominata<br />
anche ciclosporina A) è un polipeptide<br />
ciclico composto da<br />
11 aminoacidi. È un potente<br />
immunosoppressore in grado<br />
di prolungare, negli animali,<br />
la sopravvivenza di trapianti<br />
allogenici di cute, cuore, rene,<br />
pancreas, midollo osseo, intestino<br />
tenue o polmone. Gli<br />
studi hanno messo in evidenza<br />
che la ciclosporina inibisce<br />
lo sviluppo delle reazioni immunitarie<br />
mediate da cellule,<br />
comprendenti l’immunità da<br />
trapianto allogenico, le reazioni<br />
di ipersensibilità cutanea<br />
ritardata, l’encefalomielite<br />
sperimentale allergica, l’artrite<br />
da adiuvante di Freund,<br />
la reazione da trapianto verso<br />
ospite (GVHD) ed anche la produzione<br />
di anticorpi dipendenti<br />
dai linfociti T. A livello cellulare<br />
inibisce la produzione e<br />
il rilascio di linfochine, tra cui<br />
l’interleuchina 2 (T-cell growth<br />
13
factor, TCGF).<br />
La ciclosporina risulta bloccare<br />
i linfociti quiescenti nella<br />
fase G0 o G1 del ciclo cellulare<br />
e inibisce il rilascio, scatenato<br />
dall’antigene, di linfochine da<br />
parte delle cellule T attivate.<br />
Tutte le evidenze disponibili<br />
indicano che la ciclosporina<br />
agisce sui linfociti in modo<br />
specifico e reversibile. A differenza<br />
degli agenti citostatici,<br />
essa non deprime l’emopoiesi<br />
e non altera la funzione dei fagociti.<br />
Gli effetti benefici della terapia<br />
con ciclosporina sono stati osservati<br />
in una serie di malattie<br />
di origine autoimmune o che<br />
possono essere considerate<br />
tali.<br />
DImetilfumarato<br />
Categoria farmacoterapeutica:<br />
Altri immunosoppressori, codice<br />
ATC: L04AX07.<br />
Gli effetti antinfiammatori e<br />
immunomodulatori del dimetilfumarato<br />
e del suo metabolita<br />
monometilfumarato non<br />
sono del tutto chiari, ma si ritiene<br />
che siano principalmente<br />
dovuti all’interazione con il<br />
glutatione ridotto intracellulare<br />
delle cellule direttamen-<br />
te coinvolte nella patogenesi<br />
della <strong>psoriasi</strong>. Questa interazione<br />
con il glutatione porta<br />
all’inibizione della traslocazione<br />
all’interno del nucleo e<br />
dell’attività trascrizionale del<br />
fattore nucleare potenziante<br />
la trascrizione delle catene<br />
leggere kappa delle cellule B<br />
attivate (NF-κB).<br />
Si ritiene che la principale<br />
attività del dimetilfumarato<br />
e del monometilfumarato sia<br />
immunomodulatoria; tale attività<br />
determina una transizione<br />
delle cellule T helper (Th) dal<br />
profilo Th1 e Th17 a un fenotipo<br />
Th2. La produzione di citochine<br />
infiammatorie viene<br />
quindi ridotta con induzione di<br />
eventi proapoptotici, inibizione<br />
della proliferazione dei cheratinociti,<br />
ridotta espressione di<br />
molecole di adesione e riduzione<br />
dell’infiltrato infiammatorio<br />
all’interno delle placche<br />
<strong>psoriasi</strong>che.<br />
Apremiplast<br />
Categoria farmacoterapeutica:<br />
immunosoppressori, immunosoppressori<br />
selettivi. Codice<br />
ATC: L04AA32.<br />
Apremilast, un inibitore orale<br />
a basso peso molecolare del-<br />
14
la fosfodiesterasi 4 (PDE4),<br />
agisce a livello intracellulare<br />
per modulare una rete di mediatori<br />
pro-infiammatori e antinfiammatori.<br />
La PDE4 è una<br />
PDE specifica per l’adenosin<br />
monofosfato ciclico (cAMP)<br />
ed è la PDE dominante nelle<br />
cellule infiammatorie. L’inibizione<br />
della PDE4 aumenta<br />
i livelli intracellulari di cAMP,<br />
che a sua volta provoca una<br />
sottoregolazione della risposta<br />
infiammatoria modulando<br />
l’espressione di TNF-α, IL-23,<br />
IL-17 e altre citochine infiammatorie.<br />
L’AMP ciclico modula<br />
inoltre i livelli di citochine antinfiammatorie,<br />
come IL-10.<br />
Questi mediatori pro-infiammatori<br />
e antinfiammatori sono<br />
coinvolti nell’artrite <strong>psoriasi</strong>ca<br />
e nella <strong>psoriasi</strong>.<br />
Negli studi clinici in pazienti<br />
con <strong>psoriasi</strong>, apremilast ha ridotto<br />
lo spessore della lesione<br />
sull’epidermide, l’infiltrazione<br />
di cellule infiammatorie e<br />
l’espressione dei geni pro-infiammatori,<br />
inclusi quelli per<br />
ossido nitrico sintasi inducibile<br />
(iNOS), IL-12/IL-23p40, IL-<br />
17A, IL-22 e IL-8. 15<br />
FARMACI BIOLOGICI<br />
I farmaci biologici, per le elevate<br />
dimensioni delle molecole<br />
che costituiscono i loro principi<br />
attivi, non possono essere<br />
prodotti per sintesi chimica: è<br />
necessario ottenerli a partire<br />
da materiale biologico.<br />
Le terapie sistemiche con<br />
farmaci biologici per il trattamento<br />
della <strong>psoriasi</strong> comprendono:<br />
inibitori del fattore<br />
di necrosi tumorale α (anti<br />
TNF-α), inibitori di IL 12 e 23,<br />
inibitori di IL 23, inibitori di IL<br />
17 e inibitori del recettore di IL<br />
17. 11<br />
Alla scadenza brevettuale dei<br />
farmaci biologici, la commercializzazione<br />
dei rispettivi biosimilari,<br />
cioè medicinali biologici<br />
contenenti una versione<br />
del principio attivo del medicinale<br />
biologico originale già<br />
autorizzato (medicinale di riferimento)<br />
nello Spazio economico<br />
europeo (SEE) 12 , dovrebbe<br />
consentire un più largo uso<br />
di queste opzioni terapeutiche<br />
con risparmio per il SSN.<br />
Una gamma così vasta di soluzioni<br />
efficaci e tecnologicamente<br />
complesse necessita<br />
di esperienza e competenza<br />
(prescrizione dei biotecnologici<br />
limitata ai centri regionali<br />
15
autorizzati) ai fini di un impiego<br />
che deve mirare a criteri di<br />
efficacia e sicurezza nonché<br />
all’ottimizzazione delle risorse<br />
economiche.<br />
Inoltre, il cambio di terapia,<br />
per scarsa efficacia o eventi<br />
avversi, non è un fatto occasionale,<br />
anzi nel caso della<br />
<strong>psoriasi</strong> è piuttosto frequente.<br />
Ne deriva la valorizzazione<br />
dell’intera gamma di opzioni<br />
terapeutiche disponibili. Il farmacista<br />
clinico può dunque<br />
ben affiancare il clinico nell’identificare<br />
specifiche categorie<br />
di pazienti cui orientare<br />
l’impiego di ciascuna molecola<br />
(place in therapy).<br />
16
Criteri di scelta,<br />
limiti e opportunità<br />
dei farmaci<br />
biologici<br />
I farmaci biologici rappresentano<br />
uno dei maggiori progressi<br />
ottenuti dalla medicina negli<br />
ultimi anni in campo terapeutico.<br />
Il successo di queste nuove<br />
terapie risiede nella loro grande<br />
selettività d’azione con riduzione<br />
degli effetti collaterali rispetto<br />
alle terapie tradizionali di tipo<br />
“chimico”. I farmaci biologici<br />
finora prodotti sono anticorpi<br />
monoclonali, citochine (interferoni<br />
e interleuchine), proteine<br />
di fusione e fattori di crescita<br />
tissutali.<br />
Tali prodotti possiedono l’enorme<br />
vantaggio di poter interferire<br />
in modo selettivo, a vari livelli<br />
e con modalità di azione differenti,<br />
nei processi immunologici<br />
che scatenano e sostengono la<br />
<strong>psoriasi</strong>. Questo perché, come è<br />
ormai noto da anni, nello sviluppo<br />
della <strong>psoriasi</strong> sono coinvolte<br />
sia cellule proprie della cute,<br />
quali i cheratociti, sia cellule del<br />
sangue destinate alla difesa immunitaria,<br />
come i linfociti T.<br />
L’alterazione di un fisiologico<br />
“dialogo” fra questi due tipi di<br />
cellule dà luogo a uno squilibrio<br />
nella sintesi dei prodotti dei linfociti<br />
T, con abnorme produzione<br />
di una serie di molecole di<br />
interazione cellulare che porta<br />
a eritema e formazione di squa-<br />
17
me.<br />
Le molecole maggiormente<br />
disponibili e utilizzate sono:<br />
infliximab, etanercept, adalimumab,<br />
ustekinumab, tildrakizumab,<br />
secukinumab, ixekizumab<br />
e brodalumab. Sono<br />
utilizzati per il trattamento della<br />
<strong>psoriasi</strong> anche guselkumab e<br />
risankizumab.<br />
Gli inibitori del TNF-alfa come<br />
etanercept, infliximab e adalimumab<br />
sono stati i primi farmaci<br />
biologici a essere impiegati<br />
nella cura della <strong>psoriasi</strong><br />
oltre 15 anni or sono, e di questi<br />
sono disponibili diversi biosimilari<br />
il cui costo è molto inferiore<br />
rispetto a quello degli originator:<br />
fattore che permette il trattamento<br />
di un maggior numero<br />
di pazienti. Più recentemente<br />
sono stati introdotti gli inibitori<br />
della interleuchina 12/23<br />
(ustekinumab) e gli inibitori della<br />
interleuchina 17 (secukinumab<br />
e ixekizumab).<br />
Si riportano nel dettaglio alcune<br />
informazioni su farmaci biologici<br />
utilizzati nel trattamento<br />
della <strong>psoriasi</strong> (categoria farmacoterapeutica,<br />
codice ATC, meccanismo<br />
d’azione e indicazioni<br />
terapeutiche) contenute nei riassunti<br />
delle caratteristiche del<br />
prodotto (RCP) resi disponibili<br />
da AIFA. Tali informazioni sono<br />
tenute in considerazione per<br />
orientare la scelta terapeutica.<br />
Infliximab (con brevetto scaduto)<br />
Categoria farmacoterapeutica:<br />
immunosoppressori, inibitori<br />
del fattore di necrosi tumorale<br />
alfa (TNF-alfa), codice ATC:<br />
L04AB02.<br />
Infliximab è un anticorpo monoclonale<br />
umano-murino chimerico<br />
IgG1 prodotto in cellule di<br />
ibridoma murino con tecnologia<br />
DNA ricombinante, che si lega<br />
con alta affinità sia alla forma<br />
solubile che a quella transmembrana<br />
del TNF α<br />
, ma non<br />
alla linfotossina α (TNF ß<br />
). In vivo,<br />
infliximab forma rapidamente<br />
complessi stabili con il TNF α<br />
umano, processo che porta alla<br />
perdita di attività biologica del<br />
TNF α<br />
. Nei pazienti con <strong>psoriasi</strong>,<br />
il trattamento con infliximab ha<br />
determinato una diminuzione<br />
dell’infiammazione epidermica<br />
e la normalizzazione della differenziazione<br />
dei cheratinociti<br />
nelle placche <strong>psoriasi</strong>che. È indicato<br />
per il trattamento della<br />
<strong>psoriasi</strong> a placche di grado da<br />
moderato a severo nei pazienti<br />
adulti che non hanno risposto o<br />
18
per i quali siano controindicati o<br />
che sono risultati intolleranti ad<br />
altri trattamenti sistemici inclusi<br />
la ciclosporina, il metotrexato<br />
o PUVA.<br />
Etanercept (con brevetto scaduto).<br />
Categoria farmacoterapeutica:<br />
immunosoppressori, inibitori<br />
del Fattore di Necrosi Tumorale<br />
α (TNFα) codice ATC: L04AB01.<br />
Etanercept è una proteina di fusione<br />
del recettore umano p75<br />
del fattore di necrosi tumorale<br />
con l’Fc, ottenuta tramite tecniche<br />
di DNA ricombinante attraverso<br />
un sistema mammifero di<br />
espressione in cellule ovariche<br />
di criceto cinese (CHO). Etanercept<br />
è un dimero di una proteina<br />
chimerica geneticamente<br />
preparata tramite fusione del<br />
dominio extracellulare del recettore-2<br />
del fattore di necrosi<br />
tumorale umano (TNFR2/p75)<br />
responsabile del legame con<br />
il ligando, con la frazione Fc<br />
dell’immunoglobulina umana<br />
IgG1 contenente la regione cerniera,<br />
la regione CH2 e CH3 ma<br />
non la regione CH1 dell’IgG1.<br />
Etanercept è un inibitore competitivo<br />
del legame del TNF ai<br />
propri recettori cellulari superficiali<br />
e perciò inibisce l’attività<br />
biologica del TNF. Si pensa che<br />
il meccanismo d’azione di etanercept<br />
consista infatti in una<br />
inibizione competitiva del legame<br />
del TNF ai recettori superficiali<br />
TNFR, che previene<br />
le risposte cellulari mediate<br />
dal TNF rendendo il TNF biologicamente<br />
inattivo. Etanercept<br />
può anche modulare le risposte<br />
biologiche controllate da molecole<br />
addizionali a cascata (es.<br />
citochine, molecole di adesione<br />
o proteinasi) che sono indotte<br />
o regolate dal TNF. La maggior<br />
parte della patologia cutanea<br />
nella <strong>psoriasi</strong> a placche è mediata<br />
da molecole pro-infiammatorie<br />
che sono collegate in<br />
un network controllato dal TNF.<br />
Etanercept è indicato per il trattamento<br />
della <strong>psoriasi</strong> a placche<br />
da moderata a grave negli<br />
adulti che non hanno risposto,<br />
o presentano una controindicazione,<br />
o sono intolleranti ad<br />
altre terapie sistemiche, inclusi<br />
ciclosporina, metotrexato o<br />
psoralene e luce ultravioletta<br />
A (PUVA). È indicato anche per<br />
il trattamento della <strong>psoriasi</strong> a<br />
placche cronica grave nei bambini<br />
ed adolescenti a partire da<br />
6 anni di età che non sono controllati<br />
in maniera adeguata da<br />
19
altre terapie sistemiche o fototerapie<br />
o che sono intolleranti<br />
ad esse.<br />
Adalimumab (con brevetto scaduto).<br />
Categoria farmacoterapeutica:<br />
Immunosoppressori, inibitori<br />
del Fattore di Necrosi Tumorale<br />
alfa (TNF-α). Codice ATC:<br />
L04AB04.<br />
Adalimumab è un anticorpo<br />
monoclonale umano ricombinante<br />
prodotto in cellule ovariche<br />
di criceto cinese (Chinese<br />
Hamster Ovary). Adalimumab<br />
si lega selettivamente al TNF e<br />
ne neutralizza la funzione biologica<br />
bloccando la sua interazione<br />
con i recettori del TNF di<br />
membrana cellulare, p55 e p75.<br />
Adalimumab modula anche le<br />
risposte biologiche che sono indotte<br />
o regolate dal TNF, inclusi<br />
i cambiamenti dei livelli delle<br />
molecole di adesione responsabili<br />
della migrazione dei leucociti<br />
(ELAM1, VCAM-1 e ICAM-1<br />
con un IC50 di 0,1-0,2 nM). Adalimumab<br />
è indicato per il trattamento<br />
della <strong>psoriasi</strong> cronica a<br />
placche, di grado da moderato a<br />
severo, in pazienti adulti candidati<br />
alla terapia sistemica. Adalimumab<br />
è indicato anche per il<br />
trattamento della <strong>psoriasi</strong> cronica<br />
a placche grave in bambini<br />
e adolescenti dai 4 anni di età<br />
che abbiano avuto una risposta<br />
inadeguata, o siano candidati<br />
inappropriati alla terapia topica<br />
e alle fototerapie.<br />
Ustekinumab<br />
Categoria farmacoterapeutica:<br />
Immunosoppressori, inibitori<br />
dell’interleukina, codice ATC:<br />
L04AC05.<br />
Ustekinumab è un anticorpo<br />
monoclonale IgG1K interamente<br />
umano, che lega interleuchina<br />
(IL)- 12/23, prodotto in una<br />
linea cellulare di mieloma murino,<br />
usando la tecnologia di DNA<br />
ricombinante. Ustekinumab è<br />
un anticorpo monoclonale Ig-<br />
G1K interamente umano che<br />
lega con specificità la proteina<br />
p40, subunità condivisa delle<br />
interleuchine (IL)-12 e IL-23,<br />
citochine umane. Ustekinumab<br />
inibisce l’attività biologica di IL-<br />
12 e di IL-23 umane, impedendo<br />
il legame di p40 con la proteina<br />
recettoriale IL-12Rß1 espressa<br />
sulla superficie delle cellule<br />
immunitarie. Ustekinumab non<br />
può legarsi a IL-12 o a IL-23 che<br />
sono già legate ai recettori IL-<br />
12Rß1 presenti sulla superficie<br />
20
cellulare. Quindi, è improbabile<br />
che ustekinumab contribuisca<br />
alla citotossicità complemento-mediata<br />
o anticorpo-mediata<br />
delle cellule con i recettori di IL-<br />
12 e/o IL-23. IL-12 e IL-23 sono<br />
citochine eterodimeri secrete<br />
da cellule attivate presentanti<br />
l’antigene, come macrofagi e<br />
cellule dendritiche ed entrambe<br />
le citochine partecipano all’attività<br />
immunitaria; IL-12 stimola<br />
le cellule natural killer (NK)<br />
e conduce la differenziazione<br />
delle cellule T CD4+ verso il fenotipo<br />
T helper 1 (Th1), IL-23 induce<br />
il pathway del T helper 17<br />
(Th17). Tuttavia, la regolazione<br />
anomala di IL-12 e IL-23 è stata<br />
associata a patologie immuno-mediate,<br />
come la <strong>psoriasi</strong>.<br />
Attraverso il legame alla subunità<br />
p40 condivisa di IL-12 e IL-<br />
23, ustekinumab può esercitare<br />
i suoi effetti clinici nella <strong>psoriasi</strong><br />
interrompendo i pathway<br />
citochinici di Th1 e Th17, che<br />
sono cruciali per la patologia di<br />
queste malattie. Ustekinumab è<br />
indicato per il trattamento della<br />
<strong>psoriasi</strong> a placche di grado da<br />
moderato a severo, in pazienti<br />
adulti che non hanno risposto,<br />
o che presentano controindicazioni<br />
o che sono intolleranti ad<br />
altre terapie sistemiche, incluse<br />
ciclosporina, metotrexato (MTX)<br />
o PUVA (psoraleni e raggi ultravioletti<br />
A). Ustekinumab è indicato<br />
anche per il trattamento<br />
della <strong>psoriasi</strong> a placche nei di<br />
grado da moderato a severo in<br />
pazienti pediatrici e adolescenti<br />
a partire dai 6 anni di età che<br />
non sono adeguatamente controllati<br />
da altre terapie sistemiche<br />
o fototerapia o ne sono<br />
intolleranti.<br />
Tildrakizumab<br />
Categoria farmacoterapeutica:<br />
Immunosoppressori, inibitori<br />
dell’interleuchina, codice ATC:<br />
L04AC17.<br />
Tildrakizumab è un anticorpo<br />
monoclonale umanizzato di<br />
tipo IgG1/k prodotto nelle cellule<br />
ovariche del criceto cinese<br />
(CHO) tramite la tecnologia del<br />
DNA ricombinante, che si lega<br />
specificatamente alla subunità<br />
proteica p19 della citochina 23<br />
(IL-23) senza legarsi al recettore<br />
IL-12 e inibendone l’interazione<br />
con il recettore specifico<br />
IL-23. IL-23 è una citochina fisiologicamente<br />
coinvolta nelle<br />
risposte infiammatorie e immunitarie.<br />
Tildrakizumab inibisce<br />
il rilascio di citochine e chemochine<br />
pro-infiammatorie. Ed è<br />
21
indicato per il trattamento della<br />
<strong>psoriasi</strong> a placche da moderata<br />
a severa negli adulti candidati a<br />
una terapia sistemica.<br />
Un’analisi pubblicata sul British<br />
Journal of Dermatology ha mostrato<br />
l’efficacia della molecola<br />
fino a cinque anni. È stata in<br />
particolare confermata la sicurezza<br />
della molecola per quanto<br />
riguarda l’incidenza di infezioni<br />
severe, neoplasie maligne, gravi<br />
eventi avversi cardiovascolari e<br />
nei pazienti di età superiore ai<br />
65 anni. 13<br />
Secukinumab<br />
Categoria farmacoterapeutica:<br />
immunosoppressori, inibitori<br />
dell’interleuchina, codice ATC:<br />
L04AC10.<br />
Secukinumab è un anticorpo<br />
monoclonale IgG1/K ricombinante<br />
interamente umano<br />
prodotto in cellule ovariche di<br />
criceto cinese (CHO) che lega<br />
selettivamente e neutralizza<br />
la citochina proinfiammatoria<br />
interleuchina IL-17A (IL-17A).<br />
Secukinumab ha come bersaglio<br />
l’interleuchina IL-17A e ne<br />
inibisce l’interazione con il suo<br />
recettore che è espresso su diversi<br />
tipi di cellule compresi i<br />
cheratinociti. Di conseguenza<br />
secukinumab inibisce il rilascio<br />
di citochine proinfiammatorie,<br />
chemiochine e mediatori<br />
di danno tissutale e riduce il<br />
contributo mediato da IL-17A<br />
alla patogenesi delle malattie<br />
autoimmuni e infiammatorie.<br />
Livelli <strong>clinica</strong>mente rilevanti di<br />
secukinumab sono reperibili a<br />
livello cutaneo dove riducono<br />
i marker infiammatori locali.<br />
Come diretta conseguenza il<br />
trattamento con secukinumab<br />
riduce eritema, indurimento e<br />
desquamazione presenti nelle<br />
lesioni della <strong>psoriasi</strong> a placche.<br />
IL-17A è una citochina di<br />
origine naturale coinvolta nelle<br />
normali risposte infiammatorie<br />
e immunitarie. IL-17A gioca un<br />
ruolo chiave nella patogenesi<br />
della <strong>psoriasi</strong> a placche ed è<br />
iperespressa nella cute lesionata<br />
rispetto a quella non lesionata<br />
nei pazienti con <strong>psoriasi</strong> a<br />
placche. È indicato per il trattamento<br />
della <strong>psoriasi</strong> a placche<br />
di grado da moderato a severo<br />
in adulti che sono candidati alla<br />
terapia sistemica. È indicato<br />
anche per il trattamento della<br />
<strong>psoriasi</strong> a placche di grado da<br />
moderato a severo in bambini e<br />
adolescenti a partire dai 6 anni<br />
di età che sono candidati alla<br />
terapia sistemica.<br />
22
Ixekizumab<br />
Categoria farmacoterapeutica:<br />
Immunosoppressori, inibitori<br />
dell’interleuchina, codice ATC:<br />
L04AC13.<br />
Ixekizumab è prodotto in cellule<br />
CHO con la tecnica del DNA<br />
ricombinante. Ixekizumab è un<br />
anticorpo monoclonale IgG4<br />
che si lega con alta affinità (<<br />
3 pM) e specificità all’interleuchina<br />
17A (sia IL-17A che IL-<br />
17A/F). Elevate concentrazioni<br />
di IL-17A sono implicate nella<br />
patogenesi della <strong>psoriasi</strong> promuovendo<br />
la proliferazione e<br />
l’attivazione dei cheratinociti.<br />
La neutralizzazione dell’IL-17A<br />
da parte di ixekizumab inibisce<br />
queste azioni. Ixekizumab non<br />
si lega ai ligandi IL-17B, IL-17C,<br />
IL-17D, IL-17E o IL-17F. I tests<br />
in vitro di legame hanno confermato<br />
che ixekizumab non<br />
si lega ai recettori umani Fcγ I,<br />
IIa e IIIa o alla componente del<br />
complemento C1q. È indicato<br />
per il trattamento della <strong>psoriasi</strong><br />
a placche di grado da moderato<br />
a severo in adulti che<br />
sono candidati ad una terapia<br />
sistemica. È indicato anche per<br />
il trattamento della <strong>psoriasi</strong> a<br />
placche di grado da moderato<br />
a severo in bambini a partire<br />
da 6 anni di età e con un peso<br />
corporeo di almeno 25 kg e in<br />
adolescenti che sono candidati<br />
ad una terapia sistemica.<br />
Brodalumab<br />
Categoria farmacoterapeutica:<br />
immunosoppressori, inibitori<br />
dell’interleuchina, codice ATC:<br />
L04AC12.<br />
Brodalumab è un anticorpo<br />
monoclonale IgG2 ricombinante<br />
interamente umano prodotto<br />
in cellule ovariche di criceto cinese<br />
(CHO). Si lega con alta affinità<br />
all’IL-17RA umana e blocca<br />
le attività biologiche delle<br />
citochine pro-infiammatorie<br />
IL-17A, IL-17F, eterodimero IL-<br />
17A/F, IL-17C e IL-17E (anche<br />
nota come IL-25), determinando<br />
l’inibizione dell’infiammazione<br />
e dei sintomi clinici associati<br />
alla <strong>psoriasi</strong>. L’IL-17RA<br />
è una proteina espressa sulla<br />
superficie cellulare ed è un<br />
componente necessario dei<br />
complessi recettoriali utilizzati<br />
da numerose citochine della<br />
famiglia IL-17. È stato riportato<br />
che i livelli di citochine della<br />
famiglia IL-17 aumentano nella<br />
<strong>psoriasi</strong>. L’IL-17A, l’IL-17F e<br />
l’eterodimero IL-17A/F hanno<br />
attività pleiotropica, inclusa<br />
23
l’induzione di mediatori pro-infiammatori<br />
quali IL-6, GROα e<br />
G-CSF dalle cellule epiteliali,<br />
dalle cellule endoteliali e dai fibroblasti<br />
che promuovono l’infiammazione<br />
tissutale. È stato<br />
dimostrato che l’IL-17C induce<br />
nei cheratinociti risposte simili<br />
all’IL-17A e all’IL-17F. Il blocco<br />
di IL-17RA inibisce le risposte<br />
indotte dalla citochina IL-17 e<br />
determina una normalizzazione<br />
dell’infiammazione cutanea.<br />
È indicato per il trattamento<br />
della <strong>psoriasi</strong> a placche di<br />
grado da moderato a severo in<br />
adulti che sono candidati alla<br />
terapia sistemica.<br />
Guselkumab<br />
Categoria farmacoterapeutica:<br />
Immunosoppressori, inibitori<br />
dell’interleuchina, codice ATC:<br />
L04AC16.<br />
Guselkumab è un anticorpo<br />
monoclonale (mAb) interamente<br />
umano IgG1λ (costituito da<br />
una immunoglobulina lambda<br />
G1), diretto contro l’interleuchina<br />
(IL) -23, e prodotto nelle cellule<br />
ovariche di criceto cinese<br />
(Chinese Hamster Ovary, CHO)<br />
mediante la tecnologia del DNA<br />
ricombinante. Si lega selettivamente<br />
all’interleuchina 23<br />
(IL-23) con alta affinità e specificità.<br />
IL-23 è una citochina<br />
regolatrice che influenza la differenziazione,<br />
l’espansione e la<br />
sopravvivenza di sottogruppi di<br />
cellule T (ad es., cellule Th17<br />
e Tc17) e di sottogruppi di cellule<br />
dell’immunità innata, che<br />
rappresentano le fonti delle<br />
citochine effettrici, comprese<br />
IL-17A, IL-17F e IL-22, che favoriscono<br />
lo sviluppo della malattia<br />
infiammatoria. Negli esseri<br />
umani, è stato dimostrato<br />
come il blocco selettivo di IL-23<br />
sia in grado di normalizzare la<br />
produzione di queste citochine.<br />
I livelli di IL-23 sono elevati<br />
nella cute dei pazienti affetti da<br />
<strong>psoriasi</strong> a placche. Nei modelli<br />
in vitro, è stato dimostrato<br />
come guselkumab inibisca la<br />
bioattività dell’IL-23 bloccando<br />
l’interazione con il suo recettore<br />
sulla superficie cellulare,<br />
interrompendo il segnale, l’attivazione<br />
e la cascata di citochine<br />
mediata dall’IL-23. Guselkumab<br />
esercita effetti clinici<br />
sulla <strong>psoriasi</strong> a placche attraverso<br />
l’inibizione della via della<br />
citochina IL-23. È indicato per<br />
il trattamento della <strong>psoriasi</strong> a<br />
placche da moderata a severa<br />
in pazienti adulti che sono candidati<br />
ad una terapia sistemica.<br />
24
Risankizumab<br />
Categoria farmacoterapeutica:<br />
immunosoppressori, inibitori<br />
dell’interleuchina, codice ATC:<br />
L04AC18.<br />
Risankizumab è un anticorpo<br />
monoclonale umanizzato, costituito<br />
da una immunoglobulina<br />
G1 (IgG1), selettivo per la<br />
proteina interleuchina 23 (IL-<br />
23), prodotto in cellule ovariche<br />
di criceto cinese (Chinese<br />
Hamster Ovary, CHO) mediante<br />
la tecnologia del DNA ricombinante.<br />
Si lega selettivamente<br />
con elevata affinità alla subunità<br />
p19 della citochina umana<br />
interleuchina 23 (IL-23) senza<br />
legarsi a IL-12 e inibisce la sua<br />
interazione con il complesso<br />
del recettore IL-23. IL-23 è una<br />
citochina coinvolta nelle risposte<br />
infiammatorie e immunitarie.<br />
Bloccando il legame di IL-23<br />
al suo recettore, risankizumab<br />
inibisce il segnale cellulare<br />
IL-23-dipendente e il rilascio di<br />
citochine proinfiammatorie. È<br />
indicato per il trattamento della<br />
<strong>psoriasi</strong> a placche da moderata<br />
a severa in pazienti adulti candidati<br />
alla terapia sistemica.<br />
L’ampiezza della gamma oggi<br />
disponibile per il trattamen-<br />
to della <strong>psoriasi</strong>, se da un lato<br />
impone un elevato grado di<br />
competenza (garantito dalla limitazione<br />
per i trattamenti più<br />
importanti ai centri specialistici<br />
identificati dalle regioni) e una<br />
efficienza assoluta per assicurare<br />
a ciascun paziente la terapia<br />
più indicata, senza dubbio<br />
pone anche elementi di complessità<br />
su cui riflettere. Oltre<br />
ai costi delle terapie biologiche,<br />
bisogna tenere conto che esistono<br />
ancora limitate evidenze<br />
per orientare le scelte. La linea<br />
guida 25 SNLG-ISS “Il trattamento<br />
della <strong>psoriasi</strong> nell’adulto”,<br />
in risposta al quesito 4 “Nei<br />
pazienti con <strong>psoriasi</strong> esistono<br />
evidenze che un trattamento<br />
con farmaci biotecnologici sia<br />
migliore rispetto a un altro in<br />
termini di efficacia, sicurezza,<br />
accettabilità e compliance del<br />
paziente?” sottolinea che esistono<br />
pochi studi di confronto<br />
diretto tra i diversi farmaci biotecnologici<br />
e tra farmaci biotecnologici<br />
e trattamenti sistemici<br />
convezionali e auspica la conduzione<br />
di nuovi RCT al fine di<br />
confrontare l’efficacia e la sicurezza<br />
dei farmaci biotecnologici<br />
e di avere maggiori informazioni<br />
per poter scegliere il farmaco<br />
più appropriato in relazione<br />
25
al paziente da trattare. Anche<br />
sul confronto in termini di efficacia,<br />
sicurezza, accettabilità e<br />
compliance del paziente tra associazioni<br />
tra farmaci sistemici,<br />
la linea guida evidenzia che i<br />
dati in letteratura sono di scarsa<br />
qualità. 6<br />
Si segnala che più recentemente<br />
sono state pubblicate le<br />
Linee guida EuroGuiDerm sul<br />
trattamento sistemico della<br />
14, 15<br />
<strong>psoriasi</strong> volgare.<br />
Sui criteri di scelta dei trattamenti<br />
e sugli eventuali limiti<br />
delle terapie, esistono inoltre<br />
linee guida regionali come:<br />
“Raccomandazioni per l’utilizzo<br />
appropriato dei farmaci<br />
per il trattamento della Psoriasi<br />
a placche di grado da moderato<br />
a severo” redatte dal Servizio<br />
Politiche del Farmaco con il<br />
supporto tecnico scientifico<br />
della Commissione Tecnica Regionale<br />
Farmaci (CTRF) delle<br />
Regione Puglia (versione 1 - ottobre<br />
2018)<br />
riferimento ai farmaci biotecnologici”<br />
a cura del gruppo di<br />
lavoro multidisciplinare sui<br />
Farmaci Biotecnologici in Dermatologia<br />
Regione Emilia-Romagna<br />
(maggio 2019)16<br />
“Documento di indirizzo regionale<br />
per l’impiego dei farmaci<br />
per il trattamento della<br />
<strong>psoriasi</strong> di grado moderato severo”<br />
redatto dal Gruppo di Lavoro<br />
per il monitoraggio dei farmaci<br />
biologici per l’area<br />
dermatologica licenziato dalla<br />
Commissione Tecnica Regionale<br />
nella seduta del 15.06.2017,<br />
ex DGR n. 425/2017 della Regione<br />
Veneto.<br />
Il percorso di selezione e definizione<br />
della terapia per ciascun<br />
paziente, l’approvvigionamento<br />
e la distribuzione dei farmaci<br />
biologici resta comunque un’operazione<br />
complessa che può<br />
essere facilitata dalla collaborazione<br />
tra la componente <strong>clinica</strong><br />
e quella di farmacia.<br />
Linee guida terapeutiche n.<br />
1 “Trattamento sistemico della<br />
<strong>psoriasi</strong> cronica a placche moderata-grave<br />
con particolare<br />
26
IL “FARMACISTA<br />
DI CONTINUITÀ<br />
ASSISTENZIALE”<br />
Il farmacista rappresenta uno<br />
snodo concreto ed efficace tra<br />
la prescrizione specialistica-ospedaliera<br />
e la governance della<br />
stessa. Essendoci situazioni<br />
diverse a seconda dei contesti<br />
regionali e locali di cura, grazie<br />
alle proprie competenze il farmacista<br />
si occupa dell’approvvigionamento<br />
e della distribuzione<br />
dei trattamenti in base al<br />
sistema in cui opera.<br />
Il farmacista<br />
clinico e il suo<br />
ruolo nella<br />
gestione del<br />
paziente con<br />
<strong>psoriasi</strong><br />
Il ruolo e le competenze del<br />
farmacista del Ssn (ospedaliero<br />
e territoriale) in relazione<br />
a pazienti con forme croniche<br />
gravi, quali la <strong>psoriasi</strong> moderata<br />
e severa, possono essere<br />
sintetizzate nei seguenti punti:<br />
Nell’affiancamento alle attività<br />
cliniche, il farmacista ospedaliero<br />
interviene nella valutazione<br />
delle nuove terapie e soprattutto<br />
nell’ulteriore verifica e, al<br />
momento della dispensazione,<br />
dell’opportunità prescrittiva e<br />
della compatibilità con altre terapie<br />
che spesso sono assunte,<br />
in particolare nei soggetti più<br />
anziani (riconciliazione).<br />
27
Nella gestione della distribuzione<br />
diretta ha un’opportunità<br />
unica di interfacciarsi con i<br />
pazienti (o con i loro caregiver)<br />
motivandoli all’aderenza, sostenendo<br />
l’attenzione ai principali<br />
eventi avversi attesi e spiegando<br />
le corrette modalità di conservazione<br />
dei farmaci, visto<br />
che in buona parte dei casi si<br />
tratta di formulazioni da conservare<br />
in frigorifero a 2-8 °C.<br />
Per quanto riguarda la distribuzione<br />
periodica delle terapie,<br />
questa può avvenire mediante<br />
la distribuzione diretta<br />
nei centri ospedalieri oppure<br />
decentrata presso le strutture<br />
distrettuali delle ASL. Quest’ultimo<br />
modello è maggiormente<br />
utilizzato nelle regioni con un<br />
minor numero (geograficamente<br />
concentrato) di centri<br />
specialistici per facilitare l’accesso<br />
del paziente. In questo<br />
caso è fondamentale che tra le<br />
strutture ospedaliera e territoriale<br />
si realizzi la massima integrazione,<br />
sia documentale<br />
che attraverso un’azione concreta<br />
sul territorio da parte del<br />
personale ospedaliero o comunque<br />
di personale sanitario<br />
afferente alla Asl del territorio<br />
stesso.<br />
Nella gestione eventuale<br />
della distribuzione per conto, è<br />
la farmacia di comunità a diventare<br />
il punto di erogazione<br />
della terapia, ma sempre sotto<br />
il controllo del settore farmaceutico.<br />
Per quanto riguarda le analisi<br />
di farmacoutilizzazione,<br />
queste sono supportate dai sistemi<br />
informativi gestionali e<br />
amministrativi che permettono<br />
valutazioni puntuali e su popolazioni<br />
circa l’aderenza del farmaco<br />
con le prescrizioni previste<br />
nel piano terapeutico.<br />
FARMACISTA DEL SSN<br />
E I PERCORSI DI CURA<br />
Il farmacista del SSN, ospedaliero<br />
e territoriale, interviene<br />
di fatto in molti “snodi” del<br />
percorso di cura delle cronicità.<br />
Un moderno strumento per ridefinire<br />
i percorsi di cura allo<br />
scopo di una costante revisione<br />
e di una piena valorizzazione<br />
delle potenzialità diagnostiche<br />
e terapeutiche è rappresentato<br />
dai Percorsi diagnostici terapeutici<br />
assistenziali (PDTA).<br />
I PDTA sono documenti che<br />
28
hanno lo scopo di disegnare<br />
un piano interdisciplinare che<br />
rappresenti la visione organizzativa<br />
con cui prendere in<br />
carico i malati di specifiche<br />
condizioni patologiche. Nella<br />
pratica sono principalmente<br />
rivolti alla gestione delle cronicità,<br />
specialmente in caso di<br />
bisogni complessi che si articolano<br />
in fasi specialistiche/<br />
ospedaliere e domiciliari.<br />
Il PDTA promuove la continuità<br />
assistenziale, favorisce l’integrazione<br />
fra gli operatori, riduce<br />
la variabilità <strong>clinica</strong>, sostiene<br />
la diffusione della medicina<br />
basata sulle prove, permette<br />
una migliore allocazione delle<br />
risorse.<br />
In particolare, i PDTA rispondono<br />
efficacemente alla frammentazione<br />
organizzativa dei<br />
servizi sanitari, specie nell’interfaccia<br />
ospedale-territorio,<br />
riducendo i rischi connessi al<br />
passaggio del paziente dall’ospedale<br />
ai servizi territoriali e<br />
alla medicina di base. Evitando<br />
la duplicazione delle prestazioni<br />
sanitarie, questi percorsi<br />
permettono il contenimento<br />
della spesa sanitaria e offrono<br />
al paziente un iter clinico-assistenziale<br />
organizzato e semplificato.<br />
RUOLO DEL FARMACISTA<br />
NELLA GESTIONE DEL<br />
PAZIENTE PSORIASICO<br />
Nella gestione del paziente<br />
<strong>psoriasi</strong>co, il farmacista<br />
ospedaliero entra in campo<br />
per offrire un contributo<br />
importante nei percorsi di cura<br />
e, in particolare, nei processi di<br />
governance farmaceutica dei<br />
pazienti con le forme più gravi<br />
di malattia.<br />
I molteplici trattamenti<br />
terapeutici oggi disponibili<br />
devono essere gestiti<br />
nel modo più corretto ed<br />
efficace possibile, attraverso<br />
processi multidisciplinari che<br />
coinvolgono in prima persona il<br />
farmacista<br />
Una survey condotta tra<br />
febbraio e marzo 2021<br />
nell’ambito del Progetto Elite,<br />
dermatopatie ad alto impatto<br />
medico (progetto di educazione<br />
sanitaria multidisciplinare<br />
in ambito dermatologico,<br />
realizzato con il contributo<br />
non condizionante di Almirall)<br />
su un campione di farmacisti<br />
ha permesso di descrivere<br />
l’approccio di questa figura<br />
professionale alle malattie<br />
dermatologiche gravi e in<br />
particolare alla <strong>psoriasi</strong>.<br />
29
Il grafico 1, risultato<br />
dell’elaborazione dei risultati<br />
della ricerca, mostra che,<br />
secondo i farmacisti, l’elemento<br />
più complesso e critico da<br />
gestire è la “valutazione<br />
dell’aderenza”. Si tratta di<br />
fatto di un tema ricorrente,<br />
che ripropone un interrogativo<br />
non del tutto risolto per<br />
quanto riguarda la gestione di<br />
numerose malattie croniche.<br />
La questione trascina dietro<br />
di sé la necessità di sistemi di<br />
tracciatura, rendicontazione,<br />
analisi dei dati. E tutto questo<br />
costituisce una sfida anche per<br />
il farmacista.<br />
Nella gestione della terapia e del paziente, una volta individuata la strategia<br />
farmacologica ottimale, su quali elementi si concentrano, nell’esperienza reale,<br />
le maggiori criticità/complessità nelle attività della farmacia <strong>clinica</strong>? (Si resti<br />
sempre nell’ambito delle dermopatie gravi, ad esempio la <strong>psoriasi</strong>)<br />
1<br />
=elemento di scarsa complessità, pochi problemi di gestione<br />
10 =elemento di estrema complessità, numerosi problemi di gestione<br />
PIANIFICAZIONE DEGLI ACCESSI ALLA DISTRIBUZIONE<br />
Case manager<br />
Alternanza di situazioni<br />
ospedale-territorio<br />
7,3<br />
6,9<br />
10 7,1<br />
8<br />
7,7<br />
6<br />
4<br />
2<br />
0<br />
Pianificazione dei<br />
fabbisogni<br />
7,1<br />
Procedure di<br />
acquisto<br />
Gestione delle<br />
scorte<br />
7,2<br />
Valutazione<br />
dell’aderenza<br />
8,0<br />
7,3<br />
7,3<br />
Somministrazione<br />
Ruolo/coinvolgimento<br />
dei care giver<br />
Grafico 1<br />
30
Ottimizzare i centri di<br />
distribuzione delle terapie,<br />
sviluppare una maggiore<br />
integrazione con le figure<br />
professionali del territorio<br />
(medici di medicina generale e<br />
specialisti distrettuali), disporre<br />
di linee guida regionali chiare<br />
e strutturate in PDTA sono le<br />
soluzioni a cui si guarda per<br />
un progressivo miglioramento<br />
nei processi di gestione della<br />
<strong>psoriasi</strong> (grafico 2 ).<br />
Dopo avere valutato vari<br />
parametri, la ricerca si è, quindi,<br />
focalizzata su quello che è<br />
ormai considerato lo strumento<br />
Ci concentriamo ora sulla gestione del paziente con <strong>psoriasi</strong>.<br />
Quali azioni/strumenti possono facilitare un’efficace governance<br />
farmaceutica e terapeutica?<br />
1<br />
10<br />
= azione/strumento di scarsa efficacia, basso impatto<br />
sul percorso di cura<br />
= azione/strumento di estrema efficacia, elevato impatto<br />
sui percorsi di cura<br />
SOSTEGNO DELLE ASSOCIAZIONI DI PAZIENTI<br />
Integrazione con medici<br />
di medicina generale<br />
Integrazione con<br />
specialisti del distretto8,2<br />
Modelli di<br />
teleassistenza<br />
7,6<br />
8,5<br />
10<br />
6,8<br />
8<br />
6,3<br />
6<br />
4<br />
2<br />
0<br />
Servizi segretariali<br />
delle aziende<br />
7,6<br />
6,7<br />
Procedure<br />
informatizzate<br />
unificate<br />
Aumento della<br />
distribuzione per conto<br />
Aumento dei centri<br />
di distribuzione<br />
8,3<br />
5,0<br />
Riduzione dei centri di<br />
distribuzione<br />
8,0<br />
Procedure regionali<br />
chiare e documentate<br />
7,3<br />
Attribuzione dei<br />
costi della terapia<br />
Grafico 2<br />
31
più utile per la programmazione,<br />
l’aggiornamento e la gestione<br />
delle patologie croniche: il Pdta.<br />
Alla richiesta di identificare gli<br />
elementi che più caratterizzano<br />
la figura del farmacista nel<br />
Pdta del paziente con <strong>psoriasi</strong><br />
è emersa una «uguale<br />
rilevanza per tutti gli aspetti<br />
considerati», con una leggera<br />
prevalenza (moda e media)<br />
della «definizione di procedure<br />
off label condivise».<br />
Ancora una volta ci si<br />
trova di fronte a situazioni<br />
spesso complesse, mai<br />
sufficientemente normate, che<br />
lasciano un grande spazio alla<br />
professionalità dei singoli e<br />
alla costruzione di un valido<br />
percorso di integrazione<br />
multidisciplinare.<br />
32
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<strong>clinica</strong>l trials (reSURFACE 1 and reSURFACE 2). British Journal of DermatologyVolume 185, Issue 2 p.<br />
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novembre - 2020, pagine 2461-2498. https://www.eadv.org/<strong>clinica</strong>l-guidelines<br />
15. Linee Guida EuroGuiDerm sul trattamento sistemico della Psoriasi vulgaris - Parte 2: situazioni<br />
cliniche e comorbilità specifiche - Nast A, Smith C et al. - Volume 32, Numero 2, febbraio - 2021, Pagine<br />
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16. Gruppo di lavoro multidisciplinare in <strong>dermatologia</strong> Regione Emilia-Romagna. Trattamento sistemico<br />
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66-73.
AUTORI<br />
Francesco Cattel | Direttore struttura complessa farmacia<br />
ospedaliera, Azienda ospedaliero-universitaria - Città della salute<br />
e della scienza, Torino<br />
Arturo Cavaliere | Direttore UOC farmacia aziendale Asl Regione<br />
Lazio, Viterbo<br />
Giampiero Girolomoni | Direttore di unità operativa complessa<br />
di <strong>dermatologia</strong> e malattie veneree, Azienda ospedaliera<br />
universitaria integrata, Verona<br />
Silvia Manfrè | Dirigente farmacia ospedaliera, Azienda<br />
Ospedaliera Universitaria Integrata, Verona<br />
Adriano Vercellone | Farmacista dirigente, Asl Napoli 3 sud
Gruppo editoriale<br />
Makinglife Srl<br />
Piazza della Repubblica 10<br />
20124 Milano<br />
Progetto grafico<br />
e impaginazione<br />
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