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È Gesù a darci questo amore.
Gesù prende come esempio il sistema sociale
del suo tempo, dove il padrone pensava di non
dover nulla di più del salario pattuito a un servitore
che sapeva davvero fare qualcosa. La gente
del tempo pensava che questo fosse normale.
Gesù si rivolge poi ai credenti del
suo tempo e dice loro, e allo
stesso tempo a noi:
“E voi, che non sapete nulla,
pensate che Dio vi debba
qualcosa, mentre sabotate la
sua opera! Non capite che la
grazia è ancora dalla parte di
Dio quando vi dà il suo campo
e vi propone di lavorarci”.
Un’altra certezza che dovrebbe tranquillizzarci.
Gesù non può dimenticare domani
quello che ha detto ieri di me: che sono
un servitore inutile.
Non avrà domani le illusioni che lui stesso
ha dissipato ieri.
Così sa che le mie mani sono maldestre, il
mio cuore stretto, la mia lingua feroce. Sa
che accumulerò sabotaggi su sabotaggi,
dimenticanze su dimenticanze, errori su
errori.
Ma dobbiamo sapere che già lo sapeva.
Quindi tocca a noi ricevere questa grazia incomprensibile
che ci viene offerta e che è al di
là di noi. Ma poi possiamo andare avanti.
Infatti, con un maestro così, possiamo metterci
al lavoro. Il più maldestro degli incompetenti
può entrare nel suo campo. Perché questo
maestro non è più un maestro.
L’importante è sapere che siamo chiamati
perché siamo amati.
E quando per grazia di Dio compiamo il nostro
compito di servitori, non aspettiamo di essere
congratulati, di ricevere complimenti o apprezzamenti
dagli uomini, perché stiamo solo facendo
il nostro dovere:
Lavorando bene come dipendente
onesto e leale,
come un capo che rispetta i
suoi collaboratori,
come coniugi che si amano e
amano i propri figli,
come bambini rispettosi,
come un pastore premuroso che è
vicino ai suoi membri di chiesa,
come membri che sono grati ai pastori e agli
anziani,
come cristiani, siamo convinti che mettere in
pratica i comandamenti di Dio apra un cammino
verso il prossimo.
Stiamo solo facendo il nostro dovere, il che
è un privilegio e non un merito.
Questa parabola ci mostra meglio di ogni altra
che l’impiego al servizio di Cristo è una grazia e
la disoccupazione una maledizione.
Se c’è una verità che dobbiamo riscoprire ancora
e ancora, è questa!
ALAIN MUTZENBERG
Chiesa di Ginevra
Dei buoni a nulla? Sì, senza dubbio, visto che
lo dice Gesù, ma dei buoni a nulla che valgono
molto agli occhi di Dio, buoni a nulla che lui ama
e che, grazie a lui, possono fare qualsiasi cosa.
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