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Giovanni Battista Lusieri - Quaderno 18 - novembre 2021

Per i duecento anni dalla scomparsa di Giovanni Battista Lusieri, avvenuta ad Atene nel 1821, PAESTUMinARTE ha voluto dedicare un quaderno al grande pittore italiano di paesaggio. Considerato da Lord Byron un artista “di grande eccellenza”, ma spesso ricordato come l’uomo che organizzò per Lord Elgin la controversa spedizione a Londra dei marmi del Partenone, Lusieri si rivela invece come uno dei più abili paesaggisti del suo tempo, le cui opere venivano richieste dai ricchi viaggiatori britannici. Tra i disegni e gli acquerelli di splendidi panorami mediterranei illuminati dal sole e di architetture in rovina dell’antica civiltà greca, fanno bella mostra le dettagliate vedute realizzate nel 1793 dei monumentali templi dorici di Paestum, consegnando al nuovo secolo una rinnovata immagine del sito archeologico, più raffinata ed accurata.

Per i duecento anni dalla scomparsa di Giovanni Battista Lusieri, avvenuta ad Atene nel 1821, PAESTUMinARTE ha voluto dedicare un quaderno al grande pittore italiano di paesaggio. Considerato da Lord Byron un artista “di grande eccellenza”, ma spesso ricordato come l’uomo che organizzò per Lord Elgin la controversa spedizione a Londra dei marmi del Partenone, Lusieri si rivela invece come uno dei più abili paesaggisti del suo tempo, le cui opere venivano richieste dai ricchi viaggiatori britannici.
Tra i disegni e gli acquerelli di splendidi panorami mediterranei illuminati dal sole e di architetture in rovina dell’antica civiltà greca, fanno bella mostra le dettagliate vedute realizzate nel 1793 dei monumentali templi dorici di Paestum, consegnando al nuovo secolo una rinnovata immagine del sito archeologico, più raffinata ed accurata.

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<strong>Lusieri</strong><br />

Gli acquerelli fotorealistici<br />

di Paestum<br />

I Quaderni


<strong>Giovanni</strong> <strong>Battista</strong> <strong>Lusieri</strong>. Gli acquerelli fotorealistici di Paestum<br />

Costabile Cerone<br />

Don Titta, così veniva chiamato <strong>Giovanni</strong> <strong>Battista</strong><br />

<strong>Lusieri</strong>. Di alta statura, sguardo profondo con occhi<br />

castani, barba nera corta con baffi e pizzetto a punta,<br />

romano di nascita e pittore di straordinari paesaggi<br />

dal vero, sorprendenti per la purezza di colore,<br />

l'accuratezza del tratto e dei minimi dettagli e con<br />

raffinati effetti di luce e ombra.<br />

Si trasferì a Napoli tra la fine del 1781 e l'inizio del<br />

1782, dove fu presto riconosciuto come un vedutista<br />

di grande talento realizzando vedute della città per i<br />

ricchi viaggiatori inglesi (fg. 1). Thomas Jones, un<br />

pittore paesaggista gallese che incontrò <strong>Lusieri</strong> a<br />

Napoli, nelle sue “ Memoirs” fa riferimento al “ Signor<br />

Giambattista Lusier, un romano, comunemente<br />

chiamato Don Titta, che realizzava colorati disegni,<br />

meritatamente ammirati per la loro correttezza e per<br />

la rigorosa attenzione verso la natura, molti dei<br />

quali acquistati dai nostri cavalieri inglesi. Ora è<br />

impegnato a riprendere delle vedute della città per la<br />

Regina Maria Carolina d'Austria”.<br />

Napoli nella seconda metà del Settecento divenne,<br />

sempre più, una tappa irrinunciabile del Grand Tour,<br />

una città del Continente capace di riunire gli aspetti<br />

più apprezzati per la pittura di paesaggio: l'antico, con<br />

il fascino degli scavi archeologici di Ercolano e Pompei<br />

e del dorico di Paestum; il pittoresco, con i suoi suggestivi<br />

paesaggi mediterranei di grande fascino, e le<br />

curiosità naturali, come l'intensa attività eruttiva del<br />

Vesuvio che si prestava alle osservazioni sui fenomeni<br />

vulcanici e geologici (fig. 2).<br />

Da Roma, viaggiatori ed artisti si spostavano numerosi<br />

verso la capitale del Regno borbonico, dove antiquari<br />

e pittori, sopratutto inglesi, gravitavano intorno<br />

alla casa di Sir William Hamilton (fig. 3), ambasciatore<br />

britannico a Napoli dal 1764 al <strong>18</strong>00, un grande collezionista<br />

d'arte ed esperto di antichità, per il quale<br />

<strong>Lusieri</strong> realizzò diverse vedute all'acquerello, tra cui<br />

la famosa “Veduta di Napoli da Palazzo Sessa a Pizzofalcone”<br />

del 1791 (fig. 4), oggi conservata presso la<br />

collezione del Jean Paul Getty Museum a Los Angeles.<br />

La veduta di grandi dimensioni, realizzata in due<br />

anni di lavoro su sei fogli di carta, fu ripresa da una<br />

fi n e s t r a d e l P a l a z z o , l u o g o d i r e s i d e n z a<br />

dell'Ambasciatore.<br />

Nel 1799 fu proprio Sir Hamilton a proporre a Thomas<br />

Bruce, VII conte di Elgin (fig. 12), ambasciatore della<br />

1<br />

2


Corte d'Inghilterra a Costantinopoli, di affidare a<br />

<strong>Lusieri</strong> la supervisione del suo progetto ad Atene con<br />

l'avvio di una campagna di rilevamenti sull'Acropoli,<br />

giungendo alla rimozione dei fregi, delle metope e<br />

delle sculture dei frontoni del Partenone - per lo più<br />

opera di Fidia e dei suoi assistenti - per trasportarli<br />

fino in Inghilterra (fig. 13). Noti come i “Marmi di<br />

Elgin”, oggi sono esposti al British Museum nella<br />

Galleria Duveen, la cui proprietà è ancora oggi<br />

oggetto di controversie internazionali.<br />

<strong>Lusieri</strong> rimarrà ad Atene fino alla sua morte nel <strong>18</strong>21,<br />

lasciando a Lord Elgin tutti i dipinti realizzati in quel<br />

periodo, che spediti in nave per la sua residenza scozzese,<br />

la Broomhall House a Charlestown, purtroppo<br />

furono persi in un naufragio nel <strong>18</strong>28 a largo della<br />

costa di Grabusa dell'isola di Creta, cancellando<br />

quasi del tutto il lavoro svolto dall'artista nei venti<br />

anni vissuti in Grecia. I dipinti superstiti, realizzati in<br />

Italia ad acquerello ed acquistati da Lord Elgin nel<br />

<strong>18</strong>24 presso gli eredi del pittore, sono in parte presenti<br />

nella collezione di famiglia a Broomhall, altri invece<br />

sono apparsi nel 1986 sul mercato d'arte londinese<br />

in una vendita presso la nota casa d'aste Sotheby's,<br />

portando ad una riscoperta critica di <strong>Lusieri</strong> per anni<br />

dimenticato.<br />

Tra le opere vendute spuntava anche un acquerello<br />

del “ Tempio di Nettuno a Paestum” (fig. 8), parte di<br />

una serie di disegni dedicata all'antica città della<br />

Magna Grecia ancora conservata nella collezione<br />

Elgin a Broomhall House, tra cui un altro acquerello,<br />

la “ Veduta dei templi di Paestum” (fig. 9), ed alcuni<br />

schizzi a matita contenuti in un taccuino di disegno<br />

dell'artista (fig. 6-7).<br />

Le due vedute all'acquerello attirano per la loro straordinaria<br />

nitidezza, dove la capacità analitica<br />

dell'artista, per la rappresentazione materica e dello<br />

stato di conservazione dei templi, è unita ad una<br />

sapiente resa pittorica con lo stesso interesse per le<br />

rovine e per il paesaggio, riprodotti in una perfetta<br />

armonia di forme e colori. La particolare luminosità<br />

di questi dipinti è esaltata dal bianco della carta non<br />

del tutto coperta dai colori diluiti, senza corpo, tipici<br />

della tecnica ad acquerello.<br />

Il tempio di Nettuno è uno dei pochi dipinti completamente<br />

finiti, al contrario della seconda veduta rima-<br />

Fig. 1. <strong>Giovanni</strong> <strong>Battista</strong> <strong>Lusieri</strong> (1755 - <strong>18</strong>21)<br />

Il Golfo di Napoli con i monti Vesuvio e Somma, 1782-<br />

1794<br />

Acquerello e inchiostro nero su grafite (93,8 x 62,8 cm)<br />

National Gallery of Art, Washington, Stati Uniti<br />

Fig. 2. <strong>Giovanni</strong> <strong>Battista</strong> <strong>Lusieri</strong> (1755 - <strong>18</strong>21)<br />

Vesuvio durante l'eruzione del 1794<br />

Acquerello<br />

Collezione Elgin, Broomhall House, Charlestow, Scozia<br />

2<br />

3


sta incompiuta come molte delle sue opere, che non<br />

riuscendo ad ultimare per i lunghi tempi di esecuzione,<br />

presentano spesso la fascia in primo piano non<br />

colorata, occupata solo dai contorni a matita di figure<br />

o elementi della vegetazione, restituendo<br />

un'immagine surreale del dipinto.<br />

<strong>Lusieri</strong> aveva lavorato a Paestum nel 1793 su commissione<br />

del nipote del famoso banchiere Henry Hoare,<br />

Sir Richard Hoare (fig. 5), un nobile viaggiatore<br />

inglese, un artista dilettante appassionato di storia e<br />

archeologia, che nel 1787 intraprese il suo secondo<br />

Tour in Italia, narrato nel volume “A Classical Tour<br />

through Italy and Sicily”.<br />

Lord Bruce, cugino di Richard, in una lettera inviata<br />

da Napoli il 23 <strong>novembre</strong> 1793 a suo padre Thomas<br />

Brudenell-Bruce, primo conte di Ailesbury, riferisce:<br />

“Ammiro i disegni di Don Tito più di ogni altro e mi<br />

piace molto quello che mi ha appena realizzato con i<br />

tre Templi di Paestum, dove è stato tutta l'estate a<br />

lavorare per Sir R. Hoare e per me”. Oltre alla veduta<br />

di Paestum Lord Bruce aveva acquistato da <strong>Lusieri</strong><br />

altri acquerelli tra cui il tempio di Proserpina sul lago<br />

d'Averno e l'eruzione del Vesuvio.<br />

Probabilmente le vedute di Paestum della collezione<br />

a Broomhall House, acquistate da Lord Elgin, sono<br />

una replica di quelle realizzate dall'artista nel 1793<br />

per Lord Bruce, disegni a cui <strong>Lusieri</strong> fa riferimento in<br />

una lettera, quando nel <strong>18</strong>08 fuggito da Atene in Sicilia,<br />

in seguito allo scoppio della guerra tra Inghilterra<br />

e Turchia, li aveva ritrovati tra i fogli rimasti<br />

sull'isola prima di partire per la Grecia: “i miei occhi<br />

fissi da tempo sul Partenone si sono riempiti<br />

d'ammirazione vedendo i ritratti dei templi di Paestum”.<br />

(fig. 11)<br />

L'artista considerava i templi di Paestum come esempi<br />

di uno stile più puro, definendoli di gusto più corretto<br />

e classico, affermando che “in questi edifici<br />

l'ordine dorico raggiunse una preminenza oltre la<br />

quale non passò mai; non vi è stata posta una pietra<br />

senza un disegno evidente e importante; ogni parte<br />

della struttura rivela la propria essenziale utilità”.<br />

Della collezione Elgin faceva parte anche una inedita<br />

vista panoramica da sud-ovest con i tre templi dorici<br />

immersi in un sereno paesaggio, inquadrato in primo<br />

piano da una verdeggiante collina di invenzione e<br />

chiuso sullo sfondo dalle montagne di Capaccio (fig.<br />

10). La veduta all'acquerello, acquistata a Londra<br />

nel 1986 e rivenduta a New York nel 2013, fu esposta<br />

l'anno precedente alla Scottish National Gallery ad<br />

Edimburgo in occasione della prima mostra interamente<br />

dedicata a <strong>Giovanni</strong> <strong>Battista</strong> <strong>Lusieri</strong> dal titolo<br />

“Expanding Horizons: <strong>Giovanni</strong> <strong>Battista</strong> <strong>Lusieri</strong><br />

and the Panoramic Landscape”. La stessa vista, con<br />

una diversa organizzazione della vegetazione e delle<br />

figure presenti in primo piano, è rappresentata in un<br />

acquerello di una collezione privata napoletana.<br />

4


Attribuita a <strong>Lusieri</strong> è anche una veduta della “Piana<br />

dei Templi di Paestum” risalente al primo anno di permanenza<br />

a Napoli, una gouache presente in una collezione<br />

privata, firmata e datata “ Lusier 1783”. Il<br />

dipinto, realizzato su modello di una tela di Antonio<br />

Joli, probabilmente osservata nella residenza di<br />

Hamilton, propone una vista da ovest dell'antica città<br />

con i monumenti in lontananza avvolti in una splendente<br />

atmosfera.<br />

Fig. 3. Sir Joshua Reynolds (1723 - 1792)<br />

Ritratto di Sir William Hamilton, 1777<br />

Olio su tela (175,2 x 255,3 cm)<br />

National Portrait Gallery, Londra<br />

Fig. 4. <strong>Giovanni</strong> <strong>Battista</strong> <strong>Lusieri</strong> (1755 - <strong>18</strong>21)<br />

Una veduta del Golfo di Napoli, guardando a sud-ovest<br />

da Pizzofalcone verso il Capo Posilippo, 1791<br />

Acquerello, tempera, grafite e penna e inchiostro su sei<br />

fogli di carta (271,9 x 101,8 cm)<br />

J. Paul Getty Museum, Los Angeles, Stati Uniti<br />

La chiarezza, la purezza del colore e l'accuratezza dei dettagli<br />

di questa veduta hanno portato molte persone a credere<br />

che <strong>Lusieri</strong> abbia usato un telescopio o una camera<br />

oscura per registrare la complessità, le proporzioni e<br />

l'impostazione della prospettiva.<br />

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4<br />

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Fig. 6-7. <strong>Giovanni</strong> <strong>Battista</strong> <strong>Lusieri</strong> (1755 - <strong>18</strong>21)<br />

Veduta dei Templi di Paestum<br />

Disegni a matita<br />

Da un taccuino (sketchbook) di acquerelli e disegni<br />

dell'artista (36,5 x 22,5 cm)<br />

All'interno della copertina, segnato a matita: "The Earl<br />

of Elgin"<br />

Collezione Elgin, Broomhall House, Charlestow, Scozia<br />

6<br />

Fig. 5. Prince Hoare the younger (1755 - <strong>18</strong>34)<br />

Sir Richard Colt Hoare, 2nd Bt (1758 - <strong>18</strong>38), ca. 1783<br />

Olio su tela (100,3 x 125,7 cm)<br />

Stourhead House, Wiltshire, Inghilterra<br />

5<br />

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8<br />

Fig. 8. <strong>Giovanni</strong> <strong>Battista</strong> <strong>Lusieri</strong> (1755 - <strong>18</strong>21)<br />

Il Tempio di Nettuno a Paestum<br />

Matita, inchiostro e acquerello (62 x 96 cm)<br />

Collezione privata<br />

Proveniente da Broomhall House, Collezione Elgin,<br />

venduto presso Sotheby's nel 1986<br />

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9


9<br />

Fig. 9. <strong>Giovanni</strong> <strong>Battista</strong> <strong>Lusieri</strong> (1755 - <strong>18</strong>21)<br />

Veduta dei Templi di Paestum<br />

Matita, inchiostro e acquerello (64 x 97 cm)<br />

Collezione Elgin, Broomhall House, Charlestow, Scozia<br />

Dipinto esposto alla prima mostra interamente dedicata a<br />

<strong>Giovanni</strong> <strong>Battista</strong> <strong>Lusieri</strong> tenuta alla Scottish National<br />

Gallery ad Edimburgo nel 2012 dal titolo “Expanding<br />

Horizons: <strong>Giovanni</strong> <strong>Battista</strong> <strong>Lusieri</strong> and the Panoramic<br />

Landscape”.<br />

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10<br />

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Fig. 10. <strong>Giovanni</strong> <strong>Battista</strong> <strong>Lusieri</strong> (1755 - <strong>18</strong>21)<br />

La piana di Paestum, XVIII sec.<br />

Matita, inchiostro e acquerello<br />

Collezione privata<br />

Proveniente da Broomhall House, Collezione Elgin, fu<br />

acquistato dal commerciante d'arte James Mackinnon<br />

presso Sotheby's nel 1986 e rivenduto da Master Drawings<br />

a New York nel 2013.<br />

Il dipinto fu esposto alla mostra "Expanding Horizons -<br />

<strong>Giovanni</strong> <strong>Battista</strong> <strong>Lusieri</strong> and the Panoramic Landscape"<br />

tenuta nel 2012 ad Edimburgo presso la Scottish National<br />

Gallery.<br />

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12<br />

Fig. 11. <strong>Giovanni</strong> <strong>Battista</strong> <strong>Lusieri</strong> (1755 - <strong>18</strong>21)<br />

Il Partenone da nord-ovest, <strong>18</strong>02<br />

Acquerello (95 x 58 cm)<br />

Museo Benaki, Atene<br />

Fig. 12. George Perfect Harding (1780 - <strong>18</strong>53)<br />

Ritratto di Thomas Bruce, VII conte di Elgin, XIX sec.<br />

Penna e inchiostro grigio con grafite (14,8 x 21,1 cm)<br />

Disegno dal dipinto di Anton Graff del 1788<br />

Collezione del British Museum, Londra<br />

Fig. 13. Edward Dodwell/Simone Pomardi<br />

La discesa dei marmi all'angolo sud-est del Partenone,<br />

Atene, <strong>18</strong>01-<strong>18</strong>05<br />

Acquerello (71 x 54 cm)<br />

The Packard Humanities Institute, Los Angeles<br />

14


13<br />

Riferimenti bibliografici:<br />

Edward Daniel Clarke, Travels in various countries of Europe,<br />

Asia and Africa, part I Russia, Tartary and Turkey; part II<br />

Greece, Egypt and the Holy Land; part III Scandinavia,<br />

Cambridge <strong>18</strong>10-23<br />

The Manuscripts of the Duke of Somerset, the Marquis of<br />

Ailesbury and the Rev. Sir T.H.G. Puleston, Bart (Historical<br />

Manuscripts Commission. Fifteenth report, appendix ; part. 7),<br />

Londra, <strong>18</strong>98<br />

Arthur Hamilton Smith, Lord Elgin and his Collection, The<br />

Journal of Hellenic Studies, 1916<br />

Thomas Jones, Memoirs of Thomas Jones, Penkerrig<br />

Radnorshire, <strong>18</strong>03, Walpole Society, 1951<br />

Cesare De Seta, Vedutisti e viaggiatori in Italia tra Settecento e<br />

Ottocento, Bollati Boringhieri, Torino, 1999<br />

Fabrizia Spirito, Giovan <strong>Battista</strong> <strong>Lusieri</strong>. L'opera completa,<br />

Electa Napoli, 2003<br />

Francesco Muscolino, Giovan <strong>Battista</strong> <strong>Lusieri</strong> «regio pittore<br />

delle antichità». Un legame tra la Sicilia e la missione di Lord<br />

Elgin in Grecia, ET Edizioni, Milano, 2011<br />

AA.VV., Expanding Horizons. <strong>Giovanni</strong> <strong>Battista</strong> <strong>Lusieri</strong> and the<br />

Panoramic Landscape, Edizione del National Galleries of<br />

Scotland, Edimburgo, 2012<br />

C.I.M. Williams, <strong>Lusieri</strong>'s surviving works, in The Burlington<br />

Magazine, 1982<br />

Giuliano Briganti, <strong>Giovanni</strong> <strong>Battista</strong> <strong>Lusieri</strong>, in La fortuna di<br />

Paestum e la memoria moderna del dorico 1750-<strong>18</strong>30, Centro<br />

Di, Firenze, 1986<br />

Theodore Vrettos, The Elgin Affair, The abduction of antiquity's<br />

greatest treasures and the passions it aroused, Arcade<br />

Publishing, New York, 1997<br />

Nicola Spinosa, Leonardo Di Mauro, Vedute napoletane del<br />

Settecento, Electa, Napoli, 1989<br />

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Per i duecento anni dalla scomparsa di <strong>Giovanni</strong> <strong>Battista</strong><br />

<strong>Lusieri</strong>, avvenuta ad Atene nel <strong>18</strong>21,<br />

PAESTUMinARTE ha voluto dedicare un quaderno<br />

al grande pittore italiano di paesaggio. Considerato<br />

da Lord Byron un artista “di grande eccellenza”, ma<br />

spesso ricordato come l'uomo che organizzò per<br />

Lord Elgin la controversa spedizione a Londra dei<br />

marmi del Partenone, <strong>Lusieri</strong> si rivela invece come<br />

uno dei più abili paesaggisti del suo tempo, le cui<br />

opere venivano richieste dai ricchi viaggiatori britannici.<br />

Tra i disegni e gli acquerelli di splendidi panorami<br />

mediterranei illuminati dal sole e di architetture in<br />

rovina dell'antica civiltà greca, fanno bella mostra le<br />

dettagliate vedute realizzate nel 1793 dei monumentali<br />

templi dorici di Paestum, consegnando al nuovo<br />

secolo una rinnovata immagine del sito archeologico,<br />

più raffinata ed accurata.<br />

Immagine di copertina<br />

<strong>Giovanni</strong> <strong>Battista</strong> <strong>Lusieri</strong> (1755 - <strong>18</strong>21)<br />

Veduta dei Templi di Paestum - Particolare<br />

Matita, inchiostro e acquerello (64 x 97 cm)<br />

Collezione Elgin, Broomhall House, Charlestow, Scozia<br />

collana<br />

I Quaderni dell’Arte<br />

a cura di Costabile Cerone<br />

<strong>Quaderno</strong> <strong>18</strong> - <strong>novembre</strong> <strong>2021</strong><br />

<strong>Giovanni</strong> <strong>Battista</strong> <strong>Lusieri</strong><br />

Gli acquerelli fotorealistici di Paestum<br />

Copyright: © <strong>2021</strong> PAESTUMinARTE<br />

Questo è un articolo ad accesso aperto distribuito secondo i termini della Creative Commons<br />

Licenza 3.0 Italia (CC BY-NC-ND 3.0 IT)

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