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REVISTA CONNESSIONE - EDIÇÃO DE SETEMBRO N.10 2021

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ri. Purtroppo nell’overtime Oscar (44

punti) è costretto a uscire per limite di

falli, mentre l’asso jugoslavo continua a

bruciare la retina (fino a 62 punti) trascinando

gli spagnoli al 117-113 conclusivo.

Mai nella storia delle competizioni

europee per club si erano realizzati 230

punti in una finale, un dato che ha consegnato

alla storia del basket anche gli

sconfitti. Quella fantastica ma sfortunata

partita fu il canto del cigno dell’avventura

di Oscar nella città della magnifica

Reggia, sulla quale calò il sipario nella

stagione 1989/90. Proprio un attimo

prima di realizzare il sogno tricolore di

cui quest’anno ricorre il 30 esimo anniversario:

era il 21 maggio 1991 quando

la Phonola Caserta superò in gara 5 la

Philips Milano conquistando il primo e

unico titolo di Campione d’Italia. Gli artefici

dello scudetto erano gli stessi con

cui Oscar aveva condiviso gioie e dolori:

Nando Gentile, Vincenzo Esposito e

Sandro Dell’Agnello e ovviamente coach

Franco Marcelletti. Un piccolo grande

rammarico per il fuoriclasse brasiliano

che per ben sette volte avrebbe vinto

la classifica marcatori della nostra Serie

A1 e detiene tuttora il record di giocatore

straniero ad aver segnato il maggior

numero di punti (13957 alla media di

34,6 a partita). In nazionale, Oscar ha

stabilito altri incredibili record con ben

cinque partecipazioni ai Giochi Olimpici

(da Mosca 1980 ad Atlanta 1996) e il

primato di punti in assoluto (1093). Ma

il vero capolavoro della carriera, lo ha

dipinto ai Giochi Panamericani di Indianapolis

quando ha trascinato la Seleçao

alla medaglia d’oro, battendo i fortissimi

Stati Uniti 120-115. Era il 23 agosto

1987 e all’intervallo gli americani erano

avanti di 14 ma non avevano fatto i conti

con la Mano Santa che ne mise in tutto

46 scrivendo la pagina più esaltante

della sua vita sportiva. Tanto da meritarsi

nel 2013 un posto nella Naismith Hall

of Fame, il Paradiso dei canestri.

Stefano Aloe

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