Montecalvo Irpino - Viaggio nei paesi dell'Osso

09.08.2021 Views

Montecalvo.qxp_Layout 2 09/08/21 11:53 Pagina 2 16 CRONACA martedì 10 agosto 2021 Roma - Il Giornale di Napoli www.ilroma.net Nei paesi dell’osso MONTECALVO. UN SANTO E DUE MADONNE: FEDE, MITO E TANTA NATURA Le giovani pacchiane e l’eredità di Liberato A 95 anni, l’abile fisarmonicista vincitore de La Corrida tiene ancora vive le usanze contadine lontane secoli DI GIANLUCA CARDINALE Èun paese tutto da scoprire Montecalvo Irpino, un luogo dove si fondono fede e mito, nonché storia e fantasia, passando tra sapori e misteri. Un posto che vide i primi passi di colui che un domani sarebbe diventato San Pompilio Maria Pirrotti: una figura rivoluzionaria per l’epoca in cui visse, capace di scappare da una vita agiata per darsi interamente a Dio, nonché dedicare la propria esistenza ai più bisognosi. Quello che era il palazzo di famiglia a Montecalvo, oggi ospita il “Museo della religiosità montecalvese e della memoria pompiliana”. Qui, oggetti legati alla vita del santo si affiancano ad antiche monete ritrovate in loco mentre frammenti di maiolica arianese fanno compagnia al corredo aureo della “Pacchiana” montecalvese. Una fusione tra sacro ed elementi legati alla cultura locale che non lascia indifferente chi ha occasione di far visita all’esposizione. Da qui, passando davanti a un’imponente mensa ponderaria del 1600 nota come “Sekoma”, ci si incammina per corso Umberto I. La vista viene catturata subito da maioliche policrome incastonate sui muri e mascheroni in pietra che sormontano gli antichi portali, mentre dalle finestre spalancate arriva l’inconfondibile profumo dei cicatielli fatti in casa e preparati come detta la tradizione. Salendo verso la parte alta del “monte” ci si imbatte nel “Vicoletto degli Innamorati”, luogo di antichi e celati amori, dove coppie di giovani, approfittando dello spazio ridotto, si sfioravano per un istante, lontano dagli occhi dei familiari per svelare i propri sentimenti. Il tempo di una foto ricordo e la passeggiata continua alla volta della chiesa di Santa Maria Assunta. Ad accogliere il visitatore sono antiche croci patenti scolpite nel portale in arenaria, probabilmente all’epoca della presenza a Montecalvo dei cavalieri crociati. Ba- __ Nelle foto in alto, il sentiero degli innamorati, le pacchiane con il 95enne Liberato Russolillo, vincitore de La Corrida con la sua fisarmonica. Qui sopra, il sakoma, antichissima pietra utilizzata per misurare le quantità di grano. sta sfiorarle per fare un salto indietro nel tempo di circa otto secoli ma il mistero più grande si trova all’interno in quella che è nota come cappella Carafa. Di forma ottagonale, richiama il numero proprio della Madonna e al suo interno ospita la Madonna dell’abbondanza. Si tratta di una statua lignea appartenuta alla famiglia Pirrotti che nella pupilla dell’occhio destro presenta un inquietante mistero: un teschio umano stilizzato, che da studi effettuati non è riconducibile ad opera umana. Dal sacro si passa al profano e come le Janare montecalvesi in volo tra i vicoli ci si ritrova di fronte al Trappeto, arcaico insediamento di case-grotte dove uomini e animali vivevano in simbiosi. Qui storie di povertà e lavoro, si contrapponevano agli sforzi economici fatti dalle famiglie per far sì che ogni figlia avesse l’agognato vestito da “Pacchiana”, fatto a mano dai sarti locali, tuttora simbolo distintivo di Montecalvo. La passeggiata si conclude al cospetto di una seconda Madonna, detta “della Libera”, che ci accoglie a braccia aperte mostrando le già citate croci patenti impresse sui palmi delle mani oltre a un’inusuale “rotondità” fisica, che i fedeli nel tempo chiamano Madonna incinta. L’arma in più di Montecalvo sono il sorriso e l’entusiasmo di Liberato Russolillo. Ha 95 anni suonati. Vive in simbiosi con la sua fisarmonica. L’abilità nell’esecuzione delle musiche tradizionali lo ha reso famoso a livello nazionale quando, concorrente della trasmissione la Corrida nel 2018, rapì tutto lo studio a colpi di tarantelle e polche sca- tenatissime. Ma più di tutto potè l’entusiasmo e il sorriso di un entusiasta della vita, testimone di un Sud e di una Irpinia che sanno scovare, anche nelle difficoltà, i motivi per ridere e dirvertirsi. Una preziosa eredità che è stata raccolta da un gruppo affiatato di ragazzi di Montecalvo. Francesca Leone, 19 anni, laureanda in Matematica, e Alessia Russo, soli 17 anni, con il Liceo Scientifico ancora da finire, seguono Liberato nelle sue performance indossando gli abiti delle pacchiane. Conoscono le danze dei loro arcavoli e le ripropongono nel giorni di festa e per le comitive di turisti che si trovano a passare per il paese. La mente sa che entrambe dovranno finire gli studi e poi guardarsi attorno, fare scelte di vita che, con ogni probabilità, le porteranno lontano dalle loro radici. Ma il cuore non vorrebbe mai arrendersi a questo ineludibile destino e le immagina volentieri sentinelle di un modo di vivere dove la propria terra sia madre anche nei bisogni di tutti i giorni. TRADIZIONE La leggenda della Malvizza e il grande sogno della Pro Loco Ciriaco Puopolo e l’amore smisurato verso la sua terra DI GIANNI VIGOROSO Quando si parla della Malvizza, piccolo fazzoletto di terra al confine tra Montecalvo e Castelfranco in Miscano, il pensiero va quel ferragosto funesto di tanti secoli fa, tramandato nei racconti dei nonni, quando la terrà sprofondò inghiottendo coloro che non avevano obbedito all’invito della chiesa di fermarsi e recarsi a messa nel giorno sacro, dedicato alla Vergine dell’Assunta. I contadini non ne vollero sapere, preferendo lavorare anche a Ferragosto. E fu così che quando un monaco si allontanò, la terrà si aprì e tutti sprofondarono negli inferi insieme ai loro animali. Leggende, tradizioni, che fanno parte della cultura e la storia montecalvese. “Il nostro scopo oggi è quello di valorizzare al meglio tutto ciò che abbiamo, religione, storia, enogastronomia per incentivare il turismo sul nostro territorio.” E’ questa la scommessa della Pro Loco di Montecalvo, con il neo presidente Ciriaco Puopolo, scesa in campo in questa estate montecalvese. Circa 80 iscritti dallo scorso anno, risorta in piena pandemia con tante idee e proposte da mettere in atto. “Riorganizzare il gruppo folk delle pacchiane, una grande risorsa del nostro paese, riallacciare i rapporti con Campi Salentina, attraverso i cammini che ci riportano alla storia di San Pompilio Maria Pirrotti, puntare ad un turismo dinamico attraverso l’affascinante esperienza del trekking e bike e riprendere nel modo ottimale dal prossimo anno la sagra dei cicatielli, punta di diamante della gastronomia locale.” Sono queste solo alcune delle iniziative che la Pro Loco intende portare avanti con forza e determinazione. L’obiettivo è quello di valorizzare l’esistente e portare gente a Montecalvo Irpino, un paese ancora tutto da scoprire e da amare.

Montecalvo.qxp_Layout 2 09/08/21 11:54 Pagina 3 martedì 10 agosto 2021 Roma - Il Giornale di Napoli www.ilroma.net 15 CRONACA ARCHIVIO INTERATTIVO Inquadra il codice e scopri le puntate precedenti Arriva sul sito in automatico (effe). Nei paesi dell’osso è uno sguardo non indiscreto nelle realtà più piccole della nostra regione. Dell’osso perché qui e soltanto qui è palpabile, concreta, la differenza di velocità del Paese inteso come senso dello Stato, che dovrebbe essere padre di tutti, tutelandone, in modo uguale, ogni diritto. Nei volti di chi resiste, di chi prende su di sè il peso di strade che non ci sono, servizi che mancano, lavoro che non si trova, c’è la vita nell’Italia che si svuota, che non ha voce, che ha smesso di protestare e che non ha nemmeno più armi per blandire. Persino la politica, quella che raccatta voti e consensi a ogni turno elettorale, qui non si fa vedere. Ma ci sono i sindaci e la narrazione dei loro sogni cui dare voce. Il sindaco Iorillo rilancia la sfida sui fondi europei del piano di ripresa e resilienza «Fermeremo la fuga dei giovani» «Dobbiamo farci trovare pronti: è la nostra ultima occasione di sviluppo» DI PIERLUIGI MELILLO __ Il sindaco Mirko Iorillo intervistato da 696 Tv. In basso, il Municipio Fare il sindaco oggi è una missione. E lo è ancora di più in un paese delle zone interne della Campania. Ne è consapevole Mirko Iorillo, primo cittadino da sette anni di Montecalvo Irpino. Quali sono le difficoltà che incontra ogni giorno? «Guardi, siamo in un momento politico particolare: si cerca sempre un capro espiatorio. Oggi le difficoltà dei comuni delle zone interne sono di carattere strutturale: abbiamo molti dipendenti che sono andati in pensione e c'è una difficoltà evidente a gestire gli uffici, senza dimenticare che le risorse economiche sono ridotte all'osso». Lei eletto per la prima volta a 37 anni, poi è stato riconfermato due anni fa: che rapporto è riuscito a instaurare con i suoi concittadini? «La prima elezione è stata molto combattuta perché c'eravamo presentati con una lista di giovani sostenuti dagli ex amministratori nel segno del rinnovamento. La seconda vittoria elettorale è stata netta, non ce l'aspettavamo. Ma la gente ha avuto fiducia in noi ed ha apprezzato il nostro lavoro». Montecalvo ha perso quasi 2mila abitanti negli ultimi 60 anni: cosa è successo? «E' un'emergenza, purtroppo, diffusa. Mancano investimenti e infrastrutture. Sono pochi quegli eroi di imprenditori che decidono di insediarsi in queste aree, perché qui è difficile anche il trasporto delle merci. Mancando il lavoro i giovani sono costretti ad andare via». Come riaprire la vertenza delle zone interne per ridare una speranza ai giovani che vogliono restare qui? «Non bisogna inventarsi nulla, dobbiamo puntare su quello che i territori hanno. Servono investimenti sulle infrastrutture e, nello stesso tempo, potenziare l'offerta turistica». Dalla Regione e da De Luca c'è stata la giusta attenzione per questo territorio? «C'è stata di sicuro un'inversione di rotta. E lo posso confermare perché ho vissuto da sindaco l'ultimo periodo del governo Caldoro quando non c'era nessuna attenzione per l'entroterra. Forse oggi anche i nostri eletti in regione hanno un peso maggiore. Ora ci aspettiamo, dopo questa crisi pandemica che ha bloccato tutto, che ci sia una ripresa per questi territori». Montecalvo è famosa per il pane e l'olio dop ma ovviamente non basta per rilanciare l'economia: su cosa si deve puntare per il futuro? «L'agricoltura è un punto fondamentale per la nostra economia. Noi avevamo immaginato di creare un mercato dei prodotti tipici montecalvesi. Avevamo anche individuato una struttura poi la pandemia ci ha fermato. Ma si deve puntare anche sulla valorizzazione delle testimonianze storiche e sulle risorse ambientali». Come guardate alla realizzazione dell'Alta Capacità Napoli-Bari con le stazioni che saranno costruite da Benevento, a valle Ufita e Orsara: voi siete baricentrici rispetto a questi tre scali, che occasione può essere per questo territorio? «Ci è stata data un'opportunità unica, l'opera è importante per tutta quest'area. Ma bisogna capire se le varie istanze dei comuni saranno prese in considerazione in particolare per quanto riguarda la viabilità che è di fondamentale importanza». Lei è sindaco da 7 anni, c'è un risultato che ha raggiunto del quale va particolarmente orgoglioso? «Abbiamo realizzato molte opere pubbliche, di un certo rilievo. Ma quello che mi gratifica di più è la riqualificazione dei piccoli spazi urbani e il restauro dei murales. Sono opere forse minori ma che danno una grande soddisfazione». Come continuerà la sua sfida da sindaco? «Con il solito impegno e la voglia di fare. Speriamo di tornare alla normalità quanto prima in un clima di serenità perché abbiamo perso tutte le nostre abitudini. Adesso dobbiamo impegnarci perché questo è il momento decisivo per sfruttare le tante risorse economiche che arriveranno sul territorio».

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CRONACA<br />

martedì 10 agosto 2021<br />

Roma - Il Giornale di Napoli<br />

www.ilroma.net<br />

Nei <strong>paesi</strong><br />

dell’osso<br />

MONTECALVO. UN SANTO E DUE MADONNE: FEDE, MITO E TANTA NATURA<br />

Le giovani pacchiane<br />

e l’eredità di Liberato<br />

A 95 anni, l’abile fisarmonicista vincitore de La Corrida<br />

tiene ancora vive le usanze contadine lontane secoli<br />

DI GIANLUCA CARDINALE<br />

Èun paese tutto da scoprire<br />

<strong>Montecalvo</strong> <strong>Irpino</strong>, un luogo<br />

dove si fondono fede e<br />

mito, nonché storia e fantasia,<br />

passando tra sapori e misteri. Un<br />

posto che vide i primi passi di colui<br />

che un domani sarebbe diventato<br />

San Pompilio Maria Pirrotti:<br />

una figura rivoluzionaria<br />

per l’epoca in cui visse, capace<br />

di scappare da una vita agiata per<br />

darsi interamente a Dio, nonché<br />

dedicare la propria esistenza ai<br />

più bisognosi. Quello che era il<br />

palazzo di famiglia a <strong>Montecalvo</strong>,<br />

oggi ospita il “Museo della<br />

religiosità montecalvese e della<br />

memoria pompiliana”.<br />

Qui, oggetti legati alla vita del<br />

santo si affiancano ad antiche<br />

monete ritrovate in loco mentre<br />

frammenti di maiolica arianese<br />

fanno compagnia al corredo aureo<br />

della “Pacchiana” montecalvese.<br />

Una fusione tra sacro ed<br />

elementi legati alla cultura locale<br />

che non lascia indifferente chi<br />

ha occasione di far visita all’esposizione.<br />

Da qui, passando<br />

davanti a un’imponente mensa<br />

ponderaria del 1600 nota come<br />

“Sekoma”, ci si incammina per<br />

corso Umberto I. La vista viene<br />

catturata subito da maioliche policrome<br />

incastonate sui muri e<br />

mascheroni in pietra che sormontano<br />

gli antichi portali, mentre<br />

dalle finestre spalancate arriva<br />

l’inconfondibile profumo dei<br />

cicatielli fatti in casa e preparati<br />

come detta la tradizione.<br />

Salendo verso la parte alta del<br />

“monte” ci si imbatte nel “Vicoletto<br />

degli Innamorati”, luogo di<br />

antichi e celati amori, dove coppie<br />

di giovani, approfittando dello<br />

spazio ridotto, si sfioravano<br />

per un istante, lontano dagli occhi<br />

dei familiari per svelare i propri<br />

sentimenti. Il tempo di una<br />

foto ricordo e la passeggiata continua<br />

alla volta della chiesa di<br />

Santa Maria Assunta. Ad accogliere<br />

il visitatore sono antiche<br />

croci patenti scolpite nel portale<br />

in arenaria, probabilmente all’epoca<br />

della presenza a <strong>Montecalvo</strong><br />

dei cavalieri crociati. Ba-<br />

__<br />

Nelle foto in alto, il sentiero degli innamorati, le pacchiane con il<br />

95enne Liberato Russolillo, vincitore de La Corrida con la sua<br />

fisarmonica. Qui sopra, il sakoma, antichissima pietra utilizzata per<br />

misurare le quantità di grano.<br />

sta sfiorarle per fare un salto indietro<br />

nel tempo di circa otto secoli<br />

ma il mistero più grande si<br />

trova all’interno in quella che è<br />

nota come cappella Carafa. Di<br />

forma ottagonale, richiama il numero<br />

proprio della Madonna e al<br />

suo interno ospita la Madonna<br />

dell’abbondanza. Si tratta di una<br />

statua lignea appartenuta alla famiglia<br />

Pirrotti che nella pupilla<br />

dell’occhio destro presenta un inquietante<br />

mistero: un teschio<br />

umano stilizzato, che da studi effettuati<br />

non è riconducibile ad<br />

opera umana. Dal sacro si passa<br />

al profano e come le Janare montecalvesi<br />

in volo tra i vicoli ci si<br />

ritrova di fronte al Trappeto, arcaico<br />

insediamento di case-grotte<br />

dove uomini e animali vivevano<br />

in simbiosi.<br />

Qui storie di povertà e lavoro, si<br />

contrapponevano agli sforzi economici<br />

fatti dalle famiglie per far<br />

sì che ogni figlia avesse l’agognato<br />

vestito da “Pacchiana”, fatto<br />

a mano dai sarti locali, tuttora<br />

simbolo distintivo di <strong>Montecalvo</strong>.<br />

La passeggiata si conclude al cospetto<br />

di una seconda Madonna,<br />

detta “della Libera”, che ci accoglie<br />

a braccia aperte mostrando<br />

le già citate croci patenti impresse<br />

sui palmi delle mani oltre<br />

a un’inusuale “rotondità” fisica,<br />

che i fedeli nel tempo chiamano<br />

Madonna incinta.<br />

L’arma in più di <strong>Montecalvo</strong> sono<br />

il sorriso e l’entusiasmo di Liberato<br />

Russolillo. Ha 95 anni<br />

suonati. Vive in simbiosi con la<br />

sua fisarmonica. L’abilità nell’esecuzione<br />

delle musiche tradizionali<br />

lo ha reso famoso a livello<br />

nazionale quando, concorrente<br />

della trasmissione la Corrida<br />

nel 2018, rapì tutto lo studio<br />

a colpi di tarantelle e polche sca-<br />

tenatissime. Ma più di tutto potè<br />

l’entusiasmo e il sorriso di un entusiasta<br />

della vita, testimone di<br />

un Sud e di una Irpinia che sanno<br />

scovare, anche nelle difficoltà,<br />

i motivi per ridere e dirvertirsi.<br />

Una preziosa eredità che è stata<br />

raccolta da un gruppo affiatato<br />

di ragazzi di <strong>Montecalvo</strong>.<br />

Francesca Leone, 19 anni, laureanda<br />

in Matematica, e Alessia<br />

Russo, soli 17 anni, con il Liceo<br />

Scientifico ancora da finire, seguono<br />

Liberato nelle sue performance<br />

indossando gli abiti delle<br />

pacchiane. Conoscono le danze<br />

dei loro arcavoli e le ripropongono<br />

nel giorni di festa e per le<br />

comitive di turisti che si trovano<br />

a passare per il paese.<br />

La mente sa che entrambe dovranno<br />

finire gli studi e poi guardarsi<br />

attorno, fare scelte di vita<br />

che, con ogni probabilità, le porteranno<br />

lontano dalle loro radici.<br />

Ma il cuore non vorrebbe mai arrendersi<br />

a questo ineludibile destino<br />

e le immagina volentieri<br />

sentinelle di un modo di vivere<br />

dove la propria terra sia madre<br />

anche <strong>nei</strong> bisogni di tutti i giorni.<br />

TRADIZIONE La leggenda della Malvizza e il grande sogno della Pro Loco<br />

Ciriaco Puopolo e l’amore smisurato verso la sua terra<br />

DI GIANNI VIGOROSO<br />

Quando si parla della Malvizza,<br />

piccolo fazzoletto di<br />

terra al confine tra <strong>Montecalvo</strong><br />

e Castelfranco in Miscano,<br />

il pensiero va quel ferragosto<br />

funesto di tanti secoli<br />

fa, tramandato <strong>nei</strong> racconti<br />

dei nonni, quando la terrà<br />

sprofondò inghiottendo coloro<br />

che non avevano obbedito<br />

all’invito della chiesa di fermarsi<br />

e recarsi a messa nel<br />

giorno sacro, dedicato alla<br />

Vergine dell’Assunta. I contadini<br />

non ne vollero sapere,<br />

preferendo lavorare anche a<br />

Ferragosto. E fu così che<br />

quando un monaco si allontanò,<br />

la terrà si aprì e tutti<br />

sprofondarono negli inferi insieme<br />

ai loro animali. Leggende,<br />

tradizioni, che fanno<br />

parte della cultura e la storia<br />

montecalvese.<br />

“Il nostro scopo oggi è quello<br />

di valorizzare al meglio<br />

tutto ciò che abbiamo, religione,<br />

storia, enogastronomia<br />

per incentivare il turismo sul<br />

nostro territorio.” E’ questa<br />

la scommessa della Pro Loco<br />

di <strong>Montecalvo</strong>, con il neo presidente<br />

Ciriaco Puopolo, scesa<br />

in campo in questa estate<br />

montecalvese. Circa 80 iscritti<br />

dallo scorso anno, risorta<br />

in piena pandemia con tante<br />

idee e proposte da mettere in<br />

atto. “Riorganizzare il gruppo<br />

folk delle pacchiane, una<br />

grande risorsa del nostro<br />

paese, riallacciare i rapporti<br />

con Campi Salentina, attraverso<br />

i cammini che ci riportano<br />

alla storia di San Pompilio<br />

Maria Pirrotti, puntare<br />

ad un turismo dinamico attraverso<br />

l’affascinante esperienza<br />

del trekking e bike e<br />

riprendere nel modo ottimale<br />

dal prossimo anno la sagra<br />

dei cicatielli, punta di diamante<br />

della gastronomia locale.”<br />

Sono queste solo alcune<br />

delle iniziative che la Pro<br />

Loco intende portare avanti<br />

con forza e determinazione.<br />

L’obiettivo è quello di valorizzare<br />

l’esistente e portare<br />

gente a <strong>Montecalvo</strong> <strong>Irpino</strong>,<br />

un paese ancora tutto da scoprire<br />

e da amare.

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