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Rivista "Agricoltura" Regione Piemonte - n. 100 luglio 2021

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Agricoltura > 100

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RITORNO IN CUCINA

Il centro del discorso sul “cibo del

futuro” è l’innovazione intesa come

processo capace di affrontare le sfide

emergenti del mercato, creando valore.

L’attuale situazione di pandemia

mondiale può essere quindi letta anche

come una sfida, un evento che ha

profondamente inciso sulle abitudini

dei consumatori, con le quali i produttori

dell’agroalimentare devono

saper dialogare, ma anche un cataweb

per l’acquisto di prodotti non

alimentari. Sono stati per lo più i

Millenials e le più giovani generazioni

in ambito urbano a sperimentare

per primi queste modalità di

acquisto che, oggi, dopo l’esperienza

pandemica, hanno avuto rapida

ascesa, diffondendosi non solo tra

gli appassionati di nuove tecnologie.

L’e-commerce è riuscito a garantire

uno sbocco diretto anche ai piccoli

produttori sul mercato e un contatto

diretto con il consumatore. Questo

legame appare particolarmente importante

perché il consumatore che si

rivolge a un prodotto più ricercato e

di territorio vuole conoscere sempre

di più dei produttori e dei loro territori,

di come i prodotti sono realizzati.

Questo dato si avverte anche nel

campo della ristorazione, che vede

CIBO NON SOLO

COME PIACEVOLEZZA

E RACCONTO DEL

TERRITORIO, MA ANCHE

COME RICERCA

DELLA SALUTE

sempre più affermato un modello

di offerta capace di offrire tipicità,

narrazione e tracciabilità. I consumatori

cercano soprattutto cibi che

producono piacevolezza, assieme

al racconto del paesaggio che li circonda

e della comunità che li nutre.

A fronte di ciò, la pandemia appare

avere accelerato un altro trend che si

stava concretizzando: quello della ricerca

di salute. Il consumatore vuole

prodotti ed esperienze che gli garantiscano

sicurezza. Questa richiesta

si volge non solo a prodotti esotici,

quali molti superfood, o integratori,

ma si rivolge anche ai nostri produttori,

che devono essere pronti alla sfida

comunicando e fornendo non solo

tradizione ma anche un’informazione

che guarda al benessere del corpo.

lizzatore capace di accelerare i processi

in atto ed acuire le criticità vissute

dal settore. Come spiega Corvo:

Il primo cambiamento che voglio

sottolineare è la crescente importanza

assunta dalla modalità telematica

nei consumi alimentari. Il lockdown

ha certamente migliorato le conoscenze

relative alla comunicazione

on-line, grazie a smart working e

didattica a distanza, di cui ha beneficiato

anche il mondo del cibo, con

il raddoppio delle prenotazioni effettuate

on-line e il crescente utilizzo

dei tutorial di cucina on-line.

Il secondo aspetto importante è il ritrovato

interesse degli italiani per il

cucinare, come dimostra il notevole

aumento di chi ha impiegato più di

un’ora di tempo per preparare il pasto.

I dati sono tratti da una ricerca

svolta dall'Università degli Studi di

Scienze Gastronomiche di Pollenzo

nel 2020, che ha interpellato più di

3000 soggetti su tutto il territorio

nazionale. Più della maggioranza

assoluta degli intervistati (54,8%)

ha impiegato da 1 a 2 ore per cucinare,

il 23,4% da 2 a 3 ore, il 5,2% addirittura

più di tre ore. Certamente

hanno influito il maggior tempo libero

a disposizione e la chiusura di bar

e ristoranti, ma è indubbio che il cibo

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