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Donna Impresa Cover Stefania Brancaccio

Questa è Stefania Brancaccio: nata a Napoli il 21/06/1949 laureata in lettere e filosofia presso l'università Federico II di Napoli e specializzata in psicopedagogia dell'età evolutiva presso il Magistero di Torino, entra in Azienda nel 1974 ricoprendo vari ruoli di responsabilità fino alla odierna Vice Presidenza della società COELMO SpA che progetta e produce Gruppi Elettrogeni Industriali e Marini da 3 a 4000 kVA dal 1946. Nominata Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel Maggio 2009, Stefania ricopre la carica di Reggente Banca d'Italia presso la sede Banca d'Italia Napoli; è Membro del Consiglio Generale Federmeccanica Roma; Membro del Gruppo Tecnico Organizzazione Confindustria Nazionale; Membro Steering Commitee Luiss Business School Progetto Grow – Generating Real Opportunities For Women; (...) www.dimagazine.it

Questa è Stefania Brancaccio: nata a Napoli il 21/06/1949 laureata in lettere e filosofia presso l'università Federico II di Napoli e specializzata in psicopedagogia dell'età evolutiva presso il Magistero di Torino, entra in Azienda nel 1974 ricoprendo vari ruoli di responsabilità fino alla odierna Vice Presidenza della società COELMO SpA che progetta e produce Gruppi Elettrogeni Industriali e Marini da 3 a 4000 kVA dal 1946. Nominata Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel Maggio 2009, Stefania ricopre la carica di Reggente Banca d'Italia presso la sede Banca d'Italia Napoli; è Membro del Consiglio Generale Federmeccanica Roma; Membro del Gruppo Tecnico Organizzazione Confindustria Nazionale; Membro Steering Commitee Luiss Business School Progetto Grow – Generating Real Opportunities For Women; (...) www.dimagazine.it

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Di

Special edition luglio/settembre 2021

Donna Impresa Magazine

Proprietà editoriale e progetto grafico DONNA IMPRESA

Dossier

Cult

for

women

Ma come fa a fare tutto?

In primo

piano

DONNE

e potere

MODA

Bella

VITA

In Memory of Claudio C.

www.dimagazine.it

Storia di copertina

Stefania

BRANCACCIO

Vice Presidente

Coelmo SpA


Di

Top Women

nxt-rportag

e e e

www.dimagazine.it

Christine

Lagarde

Presidente della Banca Centrale Europea.

I testi e le foto sono coperti da copyright. E’ vietata la riproduzione parziale o totale salvo espresso consenso degli autori. _ baldassarri2013@gmail.com

Per la tua pubblicità e/o publiredazionale Dott. Bruno Romano Baldassarri mob. +39 339.1309721

4

35

71

STORIA DI COPERTINA

Stefania Brancaccio Vice Presidente COELMO SpA

DOSSIER

Cult for women - Ma come fa a fare tutto?

IN PRIMO PIANO

HANNO DETTO

a cura di Patrizia Esposito

Ilaria Profumi

SPECIALE/TOP WOMEN

FOOD

LUI

Catania Giuseppe Sebastiano - Gianfranco Vastaroli

ARTE/EVENTI

Ivonne Capelli - Roberta Calandra

BELLE SCOPERTE

Beatrice Moschetta Bioprofumeria Vegan

DONNA IMPRESA SICILIA

a cura di Dhebora Mirabelli

Barilla - Ciriaci - Arioli - Perini - Fileni - Le Caniette - Agribologna

BELLA VITA

Back to the Future - Claudio Coccoluto & Top Women DeeJay - Alex Milani

Angela Contabile - Den Harrow - Francesco LeNoire - Tony Carrasco

23

52

Paolo Sistilli - Pietra Barrasso - Marco e Marzia Siniscalchi / Decathlon / Kasta Morrely

Valentino Haute Couture - European Bridal Week

MODA

Charlotte Casiraghi - Adriana Agostini

111

BLOG: www.yumpu.com/user/donnaimpresa


AIUTIAMO

A RITROVARE

IL BOSCO

LE SUE RADICI

Dal 2018 abbiamo ridotto e compensato le nostre emissioni di CO 2 e aderito alla campagna

nazionale “Mosaico Verde” promossa da Legambiente e AzzeroCO 2 con l’iniziativa “Boschi

di Grancereale”. Grazie a questo progetto, Grancereale ripristina 6 aree boschive in Italia da

Nord a Sud per un totale di 13 ettari di terreno e prevede la messa a dimora di circa 3.200 tra

piante e arbusti.

Aumento della biodiversità, stabilizzazione del suolo, riduzione del rischio di propagazione

incendi e ripristino di fruibilità delle aree sono solo alcuni dei principali benefici raggiunti.

Questa, ed altre iniziative, fanno parte dell’impegno concreto di Grancereale per l’ambiente.

SCOPRI IL NOSTRO IMPEGNO SU GRANCEREALE.IT

MORDI LA FORZA DELLA NATURA


the

EXEMPLUM

LA MANAGER

ILLUMINATA E DI

SPIRITO BATTAGLIERO

DALLA PARTE DELLE

DONNE.

Ingredienti principali della sua esperienza: buon senso, tenacia, umiltà.

Questa è Stefania Brancaccio: nata a Napoli il 21/06/1949 laureata in lettere e filosofia presso l'università

Federico II di Napoli e specializzata in psicopedagogia dell'età evolutiva presso il Magistero di Torino, entra

in Azienda nel 1974 ricoprendo vari ruoli di responsabilità fino alla odierna Vice Presidenza della società

COELMO SpA che progetta e produce Gruppi Elettrogeni Industriali e Marini da 3 a 4000 kVA dal 1946.

Stefania Brancaccio

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www.dimagazine.it

con noi il Vice Presidente Coelmo SpA:


Nominata Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica Giorgio

Napolitano nel Maggio 2009, Stefania ricopre la carica di Reggente Banca

d'Italia presso la sede Banca d'Italia Napoli; è Membro del Consiglio

Generale Federmeccanica Roma; Membro del Gruppo Tecnico

Organizzazione Confindustria Nazionale;

Membro Steering Commitee

Luiss Business School Progetto Grow – Generating Real Opportunities

For Women; Vice Presidente Sezione Metalmeccanica Confindustria

Napoli; Membro del Comitato Scientifico dell' IPE ( Istituto per Ricerche ed

attività Educative); Consiglio direttivo Commissione Microcredito e Finanza

Etica per l'Associazione Nazionale per Lo Studio dei Problemi del Credito

Roma; Membro di Confindustria ( SFC) nell'ambito del Programma-obiettivo

del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale per l'anno 2007; Membro

della Consulta Femminile del Pontificio Istituto della Cultura Roma;

Presidente Regionale dell' UCID;

Membro del Consiglio di Amministrazione

della Fondazione "In Nome della Vita O.n.l.u.s. ", “ Casa di Tonia”,

accoglienza delle ragazze madri e donne vittime di violenza, Curia

Arcivescovile di Napoli. Vincitrice della 22° Edizione Premio Minerva Anna

Mammoliti Roma, attribuito alle donne per qualità imprenditoriali; Socio

Rotary Nord Napoli, è stata premiata con riconoscimenti Paul Harris Fellow,

per il Progetto Open Innovation per il lavoro dei giovani e per la Presidenza

della Commissione distrettuale “ Lavoro, Occupazione e Micro Credito".

INTERVISTA

Che tipo di persona sei Stefania, come hai imparato a fare bene le cose

che sai fare, quali abilità hai appreso naturalmente e quali hai sviluppato

con fatica?

Eccomi: una laureata in filosofia che entra in uno stabilimento di tute blu nel

1973, negli anni detti di "Piombo". Erano gli anni in cui fu redatto lo Statuto dei

Lavoratori: anni difficili e di grandi tensioni. Nel mio percorso filosofico, a mia

guida è stato il grande filosofo Heiddegger, che mi ha indicato il "cammino”

che noi uomini di oggi avremmo dovuto compiere: "tenere sempre gli occhi

aperti su ciò che è degno di essere pensato". Una filosofia certamente non

accademica né chiusa in se stessa, ma una filosofia che incrocia e si

confronta continuamente con la realtà per ricercare risposte possibili; una

filosofia come "amore della sapienza, della conoscenza". Terminato il mio

percorso di studi, entrai in azienda con esperienza “pari a zero” e cominciai

dal basso, con molta umiltà, avendo quale primo incarico quello di mettere in

ordine alfabetico le fatture. Consapevole di non avere tutte le conoscenze

necessarie per il settore in cui agivo, decisi in quegli anni di studiare tanto, ma

veramente tanto! I risultati nel lavoro si conquistano con molto sacrificio. Ho

studiato tutto ciò che mancava alla mia formazione di donna in azienda. Ho

preso lezioni di ragioneria. Mi sono specializzata in gestione della qualità,

gestione della sicurezza, gestione aziendale, e così via, gradino per gradino,

senza sconti, fino a giungere alla dirigenza. Ho avuto coraggio per quegli

anni, ma attenzione il coraggio non è temerarietà. Come diceva Ambrosoli

“avere coraggio non è essere eroi”, bensì vuol dire essere una persona

normale che vuole lavorare e vivere la propria vita in pieno.

Ma esistono ancora i lavori da donna e i lavori da uomo?

La Coelmo è un'azienda produttrice di gruppi elettrogeni. Da questa

descrizione merceologica emerge un'immagine di un'azienda che può

scoraggiare un pubblico femminile. Espressioni quali "progettazione,

manutenzione, conduzione di macchine elettriche interventi manutentivi” non

permettono di capire con esattezza di cosa si tratti. Queste locuzioni sono

associate all'idea di un lavoro che implica forza fisica e pertanto, in

quanto donna, avrei potuto scoraggiarmi, ma allora

non ho mai pensato “non è un lavoro da donna”.

Cosa ti caratterizza, quali i tuoi valori e le tue

motivazioni e le priorità ... Ci sono parole chiave

perlatuavita?

Ho sempre voluto sradicare quegli stereotipi e

pregiudizi relativi al genere con la voglia di sfidare la

“segregazione occupazionale” a cui noi donne ci

sottoponiamo. Il pregiudizio contro le donne che

sembra strano ma è comune a tutte le culture dalle

origini: Nella Bibbia, nella cultura filosofica, in quella

religiosa, politica ed anche scientifica che ha

codificato l'assoluta “Inferiorità” della donna e che ci

ha reso vittime e ci ha posto in una continua

inspiegabile sottomissione. Ho sempre lavorato per

creare un ambiente in grado di accogliere la

partecipazione femminile non di respingerla. Sono

questi pregiudizi sociali che ostacolano il successo

professionale di noi donne. Ho cercato, infatti, di

usare il lavoro in azienda per realizzare un “agire

donativo”, per riuscire ad andare oltre e scoprire e

far scoprire la dimensione della spiritualità. Ho

lavorato con lo spirito del pioniere, quella qualità che

accompagna, insieme alla qualità tutta femminile

della generatività, chi vuole creare nuovi rapporti,

nuove dinamiche, ponendo la persona al centro

dell'attività imprenditoriale. Ho lavorato con la

“cultura del noi” che implica una concezione del

lavoro fondata sulla passione, sulla propositività,

sulla ricerca del confronto e sulla volontà di

superare sé stessi portando più in alto il livello di

efficienza dell'intera organizzazione. Una filosofia

d'impresa in cui responsabilità, fiducia e rispetto

regolano i rapporti aziendali, mentre la formazione

continua, gli investimenti in ricerca e sviluppo,

l'internazionalizzazione dei mercati eiservizipiù

vicini alla necessità della clientela sono divenuti i

pilastri della strategia della mia azienda.

L'uguaglianza di genere è il fulcro dello

sviluppo. Lo sviluppo umano deve tenere conto,

per definizione, del genere…

Le donne in Italia sono la componente più dinamica

della società, quella che sta cambiando più

rapidamente i propri connotati a livello sociale,

culturale ed economico. Grazie alla lunga marcia nel

campo dei diritti, dell'istruzione e del mondo del

lavoro sono passate da una situazione di totale

svantaggio a una condizione di parità in molti aspetti

del nostro vivere in società. Purtroppo questo lungo

cammino ancora non è arrivato al suo termine.

Nonostante gli obiettivi raggiunti eirisultatiottenuti,

grazie ad una lotta iniziata più di un secolo fa,

ancora oggi, purtroppo, le donne vedono i loro diritti

non riconosciuti o calpestati e, in varie occasioni,

sono vittime di discriminazioni, pregiudizi e violenze.

La nostra società è ancora lontana dall'aver

raggiunto una condizione di pari opportunità per pari

capacità tra i due sessi.

Nel 2010 sei stata la firmataria del manifesto

WEPs, Women's Empowerment Principleses

posto dal Global Compact delle Nazioni Unite

con tanto di sette assiomi suggeriti da reali

pratiche aziendali al fine di promuovere

presupposti paritari per le donne. Quali sono i

contenuti di questo manifesto e quali sono i

punti più importanti?

Tutto ciò è avvenuto prima dell'Enciclica del Papa

Fratelli Tutti, perché in azienda abbiamo parlato di

gratuità di riconoscimento dell'altro, cioè della

persona sia essa donna, disabile, di altra etnia o di

altra religione, questo rispetto deve aprirsi non solo

al rispetto in sé ma anche a conoscere chi è l'altro,

portatore di un 'altra cultura. Noi abbiamo certificato

la nostra azienda HALAL, una certificazione che

attesta che i prodotti, nei settori agroalimentare,

cosmetico, sanitario, farmaceutico, finanziario e

assicurativo, siano conformi alla dottrina islamica.

La nostra certificazione non è dovuta al fatto che noi

produciamo prodotti di bellezza o prodotti alimentari.

Lo abbiamo fatto affinché i nostri collaboratori si

aprissero a quell'altro mondo, capissero che cosa

fosse il diverso visto che trattiamo con i paesi

islamici. Allora la donna, da noi, pari a tutti gli altri

diversi che puoi incontrare, fa parte di quelle

esperienze che all'interno della COELMO si fanno

ed equivalgono a dei corsi di formazione. Se

esistessero dei corsi di formazione all'incivilimento

noi faremmo dei corsi di formazione per questo e

siccome non esistono spingiamo all'incontro, alla

condivisione, alla fraternità ed alla gratuità. Sono

termini che sono sempre stati banditi normalmente

dalla gestione delle aziende. È veramente molto

importante riuscire, all'interno delle aziende che

sottoscrivono questi punti, a misurare se

effettivamente esiste una politica di empowerment

della presenza femminile, cominciando dalla parità

dello stipendio, dalla parità del trattamento, dalla

salute, dalla sicurezza delle donne, promuovendo la

formazione professionale.

La legge è uguale per tutti ma la busta paga

delle donne è sempre la più leggera.

Il divario retributivo di genere fa parte dell'obiettivo

più ampio di promuovere l'uguaglianza sul posto di

lavoro e combattere la discriminazione. Il principio

dell'eguaglianza di retribuzione tra uomini e donne a

parità di posizione organizzativa e di rendimento

professionale costituisce un elemento essenziale

della dinamica di uguaglianza di genere ed è

necessario per portare al giusto riconoscimento del

ruolo delle donne nel mondo del lavoro. Rimuovere

le cause delle differenze salariali analizzando la

situazione e rivedendo le procedure è, quindi, un

prerequisito per una completa equiparazione di

genere nel mondo del lavoro. Questo è uno dei

compiti fondamentali per un'azienda, che deve

operare con trasparenza ed efficacia per superare le

pratiche soggettive di valutazione che portano

automaticamente alle differenze.


Gli stereotipi, i pregiudizi e gli atteggiamenti

etnocentrici rendono la diversità un pretesto per

la discriminazione, l'intolleranza e

l'emarginazione, che sono gravi malattie delle

società umane…

Ho cominciato a vivere ed attuare una cultura delle

pari opportunità che, diversamente dalla cultura

dell'uguaglianza, permette di mettere in atto

processi non omologanti. In azienda ho voluto

costruire un percorso di valorizzazione della

differenza di genere, ovvero sulla differenza tra

uomo e donna, che non possono e non devono

essere assolutamente negate: l'uomo e la donna

sono “irriducibili” l'uno all'altro. Per un certo periodo

un certo femminismo è sembrato volesse rinunciare

per tutto al riconoscimento della diversità uomo,

donna prefigurando un tipo di individualità né

maschile né femminile. Uomini e donne esistono e

sono al tempo stesso uguali, perché persone ed

individui sociali, ma differenti, perché è la dotazione

biologica che li differenzia ma non per questo si

giustifica una forma di discriminazione sul piano

esistenziale e sociale.

Una vasta letteratura nell'economia del lavoro

osserva l'esistenza, ancora oggi, di una forte

disparità di genere anche nei salari…

Il divario retributivo di genere fa parte dell'obiettivo

più ampio di promuovere l'uguaglianza sul posto di

lavoro e combattere la discriminazione. Il principio

dell'eguaglianza di retribuzione tra uomini e donne a

parità di posizione organizzativa e di rendimento

professionale costituisce un elemento essenziale

della dinamica di uguaglianza di genere ed è

necessario per portare al giusto riconoscimento del

ruolo delle donne nel mondo del lavoro. Rimuovere

le cause delle differenze salariali analizzando la

situazione e rivedendo le procedure è, quindi, un

prerequisito per una completa equiparazione di

genere nel mondo del lavoro. Questo è uno dei

compiti fondamentali per un'azienda, che deve

operare con trasparenza ed efficacia per superare le

pratiche soggettive di valutazione che portano

automaticamente alle differenze.

Pochi lo sanno. Ma in parallelo al G20

presieduto dall'Italia, quest'anno si tiene anche il

G20 Empower, l'alleanza per la promozione della

rappresentanza delle donne nell'economia. Che

cosa ne pensa Stefania?

Mi è molto dispiaciuto è di aver letto che nel G20,

che si terrà in Italia ad Ottobre 2021, c'è una

sottosezione dedicata alle Donne, come se le donne

fossero “un tema” ci hanno messo in un recinto con

la qualifica inesorabile di tema non principale

rispetto agli scopi principali del G20. Purtroppo, per

chi come me si occupa di pari opportunità sa che il

“Tema” delle donne è “Recintato” oramai da decenni

senza grandi esiti. Il problema della disuguaglianza

di genere e dei suoi effetti disastrosi è noto a tutti da

molto tempo, e sono noti i danni ad ogni livello.

Ancora troppo spesso i diritti delle donne rimangono

non riconosciuti e sottorappresentati sul campo.

Sono state scritte risoluzioni, piani d'azione e

strategie; le donne si sono battute a gran voce per la

partecipazione e le pari opportunità. Ma le cose si

muovono troppo lentamente, prevalgono i pregiudizi

e persiste la discriminazione strutturale. Dobbiamo

rompere il recinto, se guardiamo a quelli che

saranno gli obbiettivi del prossimo G20: People,

Planet, Prosperity noi Donne dovremmo essere

chiamate a mettere le mani su questa economia per

decidere con competenza come riuscire a cambiare

le regole. Le donne sono un mezzo e non un fine.

Devono emergere per risolvere insieme agli uomini,

perché solo insieme e alla pari possiamo assestare

la direzione ancora così ingiusta. Non si tratta quindi

di aiutare le donne ma di aiutare il Mondo attraverso

le donne.

Il tuo mood di Azienda?

Bisogna pensare all'Azienda come ad una comunità

di persone. L'azienda non è un'entità astratta: esiste

un uso del "noi" e non del "voi" che sottolinea una

separazione. L'azienda non deve essere un luogo

ostile, respingente, che non innesca dinamiche di

crescita personale, un ambiente che non offre al

soggetto la motivazione per esprimere la propria

personalità in ciò che fa lavorando. La mia idea di

azienda è quella che mette al centro i lavoratori

facendoli partecipi del bene raggiunto per

condividerlo. Coinvolgere, motivare,

responsabilizzare, sono i verbi della mia visione: le

decisioni dei leader devono ricadere positivamente

sulla vita dei lavoratori e delle loro famiglie e

comunità. La Coelmo investe sia in ricerca e

sviluppo, quanto per la formazione, la crescita del

personale, la loro sicurezza e felicità. L'azienda

deve essere uno strumento per migliorare la vita

delle persone. Far tornare la sera a casa i lavoratori

appagati e felici è la cosa più importante perchè

mantengono la dignità e la stima di sé stessi

migliorando le loro vite e quelle della comunità in cui

vivono.

“Tutto ciò che facciamo deve essere al di sopra

delle aspettative”, si legge in cima al “Pentalogo

dei valori” aziendali. E il secondo comma

aggiunge: “Essere disposti ad adottare il

cambiamento”. Principi fondamentali di una

tavola della legge che fa di un'azienda un caso.

La Coelmo ha oltre 70 anni di storia eicambiamenti

sono il suo DNA. Cambiamenti nei prodotti, nei

mercati, nella tecnologia, nella struttura societaria.

Una azienda che ha fatto dell'adattamento ai

mutamenti ambientali la sua capacità di

sopravvivere, di competere e di crescere per

continuare a creare valore, mantenendo intatta la

cultura che l'ha resa “una eccellenza” tra i grandi

produttori mondiali del settore, con una particolare

attenzione allo sviluppo delle persone ed alle

relazioni. Sviluppo che deve sapere affrontare le

sfide del nuovo millennio, non semplice da gestire,

con una organizzazione che deve essere ripensata

in modo evolutivo, innovativo e snello. Ripartendo

dal capitale umano, sapendo far squadra,

riportando la creazione di valore al primo posto di

ogni azione organizzativa. Il cambiamento è

condizione ineludibile per ogni essere vivente. I

sistemi organici evolvono e si trasformano come

risposta adattativa alle mutazioni ambientali, come

stimolo di sopravvivenza e di governo

dell'incertezza nei confronti di situazioni diverse da

quelle conosciute, di rottura dell'equilibrio

preesistente. Anche le organizzazioni economiche

rappresentano un organismo vitale. Le

organizzazioni nascono, perseguono scopi,

ottengono risultati, imparano, si sviluppano,

attraversano crisi e le superano, oppure si

ammalano e muoiono. E questo processo è fatto di

persone e di relazioni, di risorse e di valore

aggiunto, di opportunità e minacce, di continue

trasformazioni, alcune graduali, altre, improvvise.

Sostenibilità e Responsabilità Sociale: quali le

differenze, Stefania?

Molto spesso i termini “Sostenibilità” e

“Responsabilità Sociale d'Impresa” vengono

considerati sinonimi e, di conseguenza, si parla di

sostenibilità o RSI senza tenere in considerazione

la sostanziale differenza dei due termini. La

Sostenibilità è il fine a cui tendere, l'obiettivo da

raggiungere: l'equilibrio tra le tre dimensioni

(economica, sociale ed ambientale) che permette

ad un'azienda di essere al di sotto o al pari della

soglia di sostenibilità del pianeta (ovvero il limite che

permette la salvaguardia del pianeta). La

Responsabilità Sociale d'Impresa racchiude tutte

quelle azioni che vengono messe in atto dalle

aziende per raggiungere la Sostenibilità.

La Sostenibilità può rappresentare davvero

un'opportunità di crescita e di sviluppo del

business delle pmi?

La sostenibilità non può essere un esercizio su

carta, è un obbligo morale per le aziende.

Assumere comportamenti responsabili nei riguardi

della società e della comunità in cui si vive

rappresenta per ogni azienda, al di là della sua

dimensione o del settore di appartenenza, uno

strumento necessario per incidere sulla

competitività. Le imprese che hanno trasformato e

continuano a trasformare la propria governance per

perseguire scelte di investimento legate alla

sostenibilità e alla gestione responsabile d'impresa

hanno effetti vantaggiosi, tangibili, misurabili. Il venir

meno della fiducia in una crescita economica senza

freni ha portato a considerare non più tollerabile la

creazione di ricchezza da parte delle aziende

ignorando il contesto socio-ambientale in cui sono

inserite. La relazione con la società e l'ambiente in

cui operano riveste un fattore critico nell'abilità di

continuare a operare efficacemente, ed è sempre di

Standing

ovation

COELMO!


COELMO, DA 70 ANNI PRIORITÀ AD AMBIENTE E IMPRESA SOCIALE.

Con tre stabilimenti produttivi, una gestione integrata della progettazione e della produzione, una vasta rete di distributori ed officine internazionali, COELMO è in grado di produrre Gruppi Elettrogeni

per qualsiasi tipo di applicazione e di fornire assistenza post vendita praticamente ovunque, in ogni momento. COELMO riserva un costante investimento in ricerca industriale e tecnologica per

sviluppare soluzioni innovative che combinano l'affidabilità delle fonti energetiche tradizionali con la sostenibilità delle energie rinnovabili. COELMO ha un ruolo di leadership ed importanti quote di

mercato in diverse applicazioni, da quello telefonico a quello dell'estrazione petrolifera, dal supporto per le operazioni militari a quello per le organizzazioni umanitarie, dalle navi commerciali fino alle

più sofisticate imbarcazioni da diporto. L'azienda ha di un sistema di Gestione Certificato per la Qualità, l'Ambiente, la Sicurezza e la Responsabilità sociale, conforme alle norme UNI EN ISO

9001:2015, 14001:2015, SA 8000:2014, ISO 45001, coniugando così le più recenti tecnologie con l'esperienza di chi opera da tre generazioni nel settore. Con 70 anni di esperienza e numerosi

progetti ultimati con successo, COELMO è in grado di fornire un servizio completo di progettazione, realizzazione, project management, collaudo, installazione, messa in servizio, manutenzione

programmata ed assistenza tecnica di Gruppi Elettrogeni, in diversi paesi del mondo.

®

Via delle Industrie, 278, 80011 Acerra (NA) Italy

Agglomerato Industriale ASI

Ph + 39 081.8039731 _ Fax + 39 081.8039724 _ info@coelmo.it

www.coelmo.it

www.dimagazine.it


più utilizzata come misura della performance

globale. Le organizzazioni di ogni tipo, in virtù

della funzione centrale che rivestono nella società,

hanno un ruolo importante nel mantenimento di

uno sviluppo sostenibile, cioè nella capacità di

soddisfare i bisogni della generazione attuale

senza compromettere la capacità delle

generazioni future di soddisfare i propri. Sempre

più spesso ci si interroga su come possano le

aziende contribuire ad un mondo migliore

mettendo in atto migliori politiche di gestione.

Concetti quali Sviluppo Sostenibile e Gestione

Responsabile sono ad oggi imperativi su cui

fondare la gestione aziendale, che impongono alle

imprese di rivedere le proprie pratiche eirapporti

con gli innumerevoli stakeholder.

In Coelmo come è avvenuto questo percorso?

In Coelmo Responsabilità Sociale non è uno

slogan, perché qui c'è corrispondenza tra le parole

e le cose. I nostri stabilimenti sono a impatto zero

e abbiamo sempre seguito il principio

dell'innovability, l'innovazione possibile, con

impatto diretto sul sociale: dalla qualità della vita

dei nostri dipendenti agli effetti sociali sul territorio.

Coelmo ha aderito ai principi ispiratori della UCID

(Unione Cristiana Imprenditori, e Dirigenti,) di cui

ne è Vice Presidente Nazionale, che richiama alla

Responsabilità del ruolo dell'imprenditore,

soggetto di una economia competitiva ma

responsabile. Ci impegniamo a creare le migliori

condizioni per il lavoro e la crescita delle sue forze

lavoro, per aiutarli a mettere a frutto i loro talenti,

per privilegiare la condivisione, lo stare insieme,

l'ascolto. Abbiamo preso le distanze dall'obiettivo

della massimizzazione del profitto e, più in

generale da qualsiasi obiettivo che prediliga

esclusivamente o la creazione di valore azionario

o la crescita o l'occupazione o altro, ma promuove

invece un economia di tipo circolare i cui obiettivi

economico-finanziari, obiettivi competitivi e

obiettivi sociali si uniscono per fare il bene

dell'azienda, cioè per uno sviluppo duraturo e

sostenibile, alla ricerca del bene comune e dei

saldi principi della solidarietà e della sussidiarietà.

Essere socialmente responsabili significa, infatti,

non solo soddisfare pienamente gli obblighi

giuridici applicabili, ma anche andare al di là

investendo “di più” nel capitale umano,

nell'ambiente e nei rapporti con le altre parti

interessate. Ciò si traduce nell'adozione di una

politica aziendale che sappia conciliare gli obiettivi

economici con quelli sociali e ambientali del

territorio di riferimento, in un'ottica di sostenibilità

futura. Oggi il compito delle imprese non deve

essere più soltanto quello tradizionale di creare

profitto ma anche confrontarsi con i problemi della

società attuale, facendosi attori non solo dello

sviluppo economico ma anche di quello sociale.

Cito testualmente “Coelmo porta la luce in

tutto il mondo. Anche nelle zone più critiche.

Anche dove le reti di connessione non

esistono e la corrente elettrica è risorsa che

appartiene al mondo dei sogni.”

Certamente, è così: produciamo gruppi elettrogeni

industriali e marini. Alla innovazione di processo e

di prodotto dedichiamo un investimento costante

in ricerca e tecnologia, per sviluppare soluzioni

innovative che combinano l'affidabilità delle fonti

energetiche tradizionali con la sostenibilità delle

energie rinnovabili. Questo ci ha consentito di

conquistare un ruolo di leadership e importanti

quote di mercato in diverse applicazioni quali il

settore telefonico, quello petrolifero, il supporto per

le operazioni militari o le organizzazioni

umanitarie. Nell'ambito del comparto marino, i

nostri prodotti figurano sia sulle navi commerciali

che nelle imbarcazioni da diporto.

Come hai vissuto in azienda la drammatica

esperienza della pandemia?

Il lockdown è stato un avvenimento storico di

portata eccezionale, del tutto inaspettato. Un

evento imprevisto rapido e repentino che ci ha

spiazzato, ha stravolto le nostre abitudini, ha

drasticamente modificato le nostre priorità e anche

la nostra percezione della realtà. Questa è stata la

nostra economia. E questo ci ha dato la forza,

questo sentirsi uniti e noi lo abbiamo visto anche

durante la pandemia: siamo rimasti aperti sempre,

siamo andati avanti e chi si è ammalato ha

continuato a collegarsi da casa. Questo spirito

partecipativo non si crea in un attimo e chi viene

nella nostra azienda deve essere così altrimenti

non può starci. Oggi si parla di Economia Civile,

Solidale, Circolare, come se fossero tante diverse

economie. Non c'è un'altra maniera di fare

economia: l'economia è una ed è Civile, Solidale,

Circolare. Si parla di aziende resilienti: io detesto

questo termine perché è un termine botanico, si

dice resiliente una pianta che rimane lì, ferma, e

che dopo aver subito tutte le aggressioni degli

agenti atmosferici, rimane ad essere quella che

era. Quindi usare la parola resilienza nei confronti

delle donne e delle aziende non va bene.

Vogliamo dire antifragili? Si, noi ci possiamo

rompere, spezzare, ma poi siamo diventati

resistenti. Non più forti, meno fragili!

Che cosa ne pensi dello smart working?

Parlare di smart working vuol dire fiducia, vuol dire

fidarsi del tuo collaboratore e la fiducia per me è

una cosa importante, è una cosa seria. La fiducia,

per la mia esperienza, è sempre stata a due vie,

nel senso che se tu dai veramente fiducia a una

persona e riesci a fargliela sentire, quello che ti

torna indietro è positivo. Il rischio, però è che lo

smart working per le donne sia vissuto come

carico improvviso e incredibilmente pesante.

Diverse sono le donne che si sono trovate a dover

lavorare di punto in bianco in remoto e con figli in

dad a cui badare. Una giornata all'insegna di

impegno e fatica, in costante crescita. Non farsi

trascinare dalle faccende domestiche diviene un

vero e proprio numero da circo con gli spazi e le

distanze casa-lavoro completamente cancellate.

L'alba di una nuova routine spinge diverse donne

a un bivio, a scelte drastiche. A ripresentarsi nei

loro cuori è l'atavico dilemma esistenziale: famiglia

o carriera? L'antinomia, però, non si porrebbe se

le italiane potessero far affidamento su di un

sistema di welfare più obiettivo e vigoroso, in

grado di assicurare loro la libertà di impegnarsi

nella realizzazione professionale con le stesse

possibilità ed energie dei loro colleghi uomini. Ci si

auspica allora una vera parità.

Molte delle lettrici di Donna Impresa Magazine

spesso si domandano come fare a conciliare

un lavoro a tempo pieno soprattutto quando si

è madri. Questo doppio impegno pone le

donne difronte all'atavico quesito: lavoro o

maternità? Tu come hai vissuto la cultura del

tempo che è uno dei fattori più escludenti per

le donne?

Sono riuscita a gestire il mio tempo, il grande

nemico di noi donne, perché ero la proprietaria.

Ma è da lì che sono partita e ho sentito la

necessità di dover parlare di “identità di genere”

per offrire alle donne che hanno collaborato con

me le stesse opportunità che ho avuto io.

Ovvero?

Ho capito che le libertà che avevo, cioè il tempo di

accudire i figli, la gestione del mio lavoro, mi

avevano dato quello spazio per potere crescere e

quindi la prima cosa che ho voluto è stata la

possibilità di offrire alle donne dell'azienda, la

libertà di gestire il proprio tempo attuando, prima

di tante altre imprese la conciliazione “del tempo di

vita e di lavoro”.

Come gestisci questa “problematica” del

doppio ruolo delle donne in Azienda?

Alla Coelmo abbiamo realizzato un Baby-Parking,

un'esperienza di intrattenimento estivo dei figli dei

dipendenti di età tra i1e3anni. Abbiamo voluto la

conciliazione, che a noi piace chiamare

“coordinamento dell'orario di lavoro” per una più

serena conciliazione dei tempi di vita familiare,

consapevoli delle diversità dei bisogni rispetto al

genere ed ai cicli di vita delle donne. Tra le azioni

di conciliazioni lo sportello Family Friendly, lo

sportello Commissioni/Fattorino aziendale,

l'accudimento figli durante riunioni e momenti

critici, il Baby Sitting rivolto all'assistenza

Self-help

In aziende che hanno applicato un modello incentrato sul welfare, la coesione dei dipendenti e un forte senso di appartenenza all’azienda risultano cruciali per le situazioni

di crisi, come quella attuale caratterizzata dalla pandemia da COVID 19. Coelmo è un’azienda che applica un modello revisionato ma assimilabile a quello olivettiano,

incentrato sull’eliminazione della piramide aziendale di potere e improntato alla condivisione e alla creazione di una comunità lavorativa. La fabbrica è vista come un unico

organismo, nel quale ogni individuo ha una sua funzione, una sua peculiarità utile al conseguimento del benessere dell’azienda. La capacità di Stefania è quella di far

emergere in ognuno il meglio di se stesso; si deve guardare sempre avanti, pur avendo rispetto per il passato.

domiciliare su richiesta. Abbiamo organizzato per i

dipendenti di origine extracomunitaria corsi di

supporto per l'alfabetizzazione di lingua italiana, di

cui possono beneficiare non solo i dipendenti ma

anche i familiari, fornendo anche un aiuto per

riuscire ad ottenere il congiungimento familiare. Ai

dipendenti stranieri abbiamo concesso periodi di

ferie extra da utilizzare per visitare le famiglie non

ricongiunte nei propri Paesi. Abbiamo organizzato

per la garanzia di un luogo di lavoro sicuro e

salubre corsi di formazione per la sicurezza sul

lavoro secondo lo standard OHSAS 18001, norma

di cui siamo certificati, con un documento “DVR” in

ottica di genere. Abbiamo istituito uno Sportello di

Ascolto a disposizione di tutti i dipendenti e

collaboratori, uno Sportello di Mediazione

Familiare interpersonale con l'obiettivo di rilevare,

sostenere, e quando possibile, risolvere eventuali

problematiche di carattere sociale e/o familiare

che potrebbero celare, anche solo indirettamente

o in misura minima, maltrattamenti o abusi.

Abbiamo istituito aree di parcheggio facilitato

riservato a personale femminile. Abbiamo


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Roma_ Palazzo del Quirinale 22 gennaio 2020: Il Presidente Giorgio Napolitano con i Cavalieri del Lavoro Giovanni Punzo e Stefania

Brancaccio e il Dott. Tommaso Lavarone in occasione dell'incontro con una delegazione dell'Associazione "Italia Futura"


realizzato spazi interni ed esterni per l'accoglienza

temporanea dei figli dei dipendenti o

accompagnatori dei visitatori. Abbiamo istituito

una cassetta e una posta elettronica anonima per

la segnalazione di suggerimenti o reclami.

In una recente intervista hai dichiarato che la

politica dei bonus incentivanti per le aziende

che assumono donne è offensiva. Perché?

Come se lo Stato chiedesse alle imprese di fare il

sacrificio di assumere le donne. Invece che sulle

politiche dei bonus bisogna porre l'attenzione sulla

busta paga e quindi sul valore netto della

retribuzione: se le donne si vedessero aumentato

il netto in busta potrebbero organizzare la loro vita

in tutt'altro modo. Le donne italiane sono le meno

aiutate in Europa e tutti i servizi, a parità di

prelievo fiscale, sono eccessivamente onerosi. La

famiglia, a fronte dell'entità dei prelievi, non ha

niente in cambio perché l'asilo, se c'è, va pagato,

e profumatamente. Perché insistere nel cercare di

migliorare qualcosa la cui inefficacia è sotto gli

occhi di tutti? Meglio guardare il problema da

un'altra angolazione. Ma cambiare lo sguardo su

un problema è un esercizio faticoso. Il vero tema è

metterle nelle condizioni di lavorare: le donne

hanno bisogno di flessibilità per modulare la

prestazione lavorativa in maniera più compatibile

con le responsabilità familiari. Il tema, quindi, è

l'organizzazione più che l'incentivo.

Idem per le quote rosa, Stefania?

Non bastano le quote rosa, serve una riscossa di

genere e generazioni per uscire dall'angolo. Fino a

cinquant'anni fa era normale pagare una

lavoratrice meno del collega uomo, a parità di

mansione. Perché si dava per scontato che

nell'Italia delle “madri costituenti” esistesse un

“differenziale di produttività” (geneticoo culturale?)

da scaricare su paghe più asciutte. La

giurisprudenza degli anni '70 ha per fortuna

scardinato questa insensata impostazione. Con

governance mista aziende vanno meglio: abbiamo

bisogno delle donne in azienda. Non è questa la

sede per analizzare e approfondire l'origine degli

stereotipi che, nel tempo, hanno relegato la donna

a ruoli subordinati a quelli maschili: troppi

sarebbero gli elementi di origine culturale,

religiosa e sociale. Di fatto i pregiudizi sono esistiti

e, in parte, tutt'ora sono incombenti, anche se il

mutato clima culturale ed economico sembra aver

incrinato quel “soffitto di vetro” che è metafora

dell'impossibilità della figura femminile di

raggiungere posizioni apicali in ambito aziendale

anche se in risposta alla crescente esigenza di

diversità inerente all'ambito della forza lavoro,

molte aziende, oggi, vogliono affrontare questa

tematica all'interno della leadership aziendale,

prefissandosi di raggiungere obiettivi precisi, come

il superamento delle disuguaglianze

nell'occupazione e nella retribuzione e la

promozione della diversità, intesa non come un

problema, ma come un valore aggiunto. Il diversity

& inclusion management rappresenta dunque

un'esigenza sempre più sentita dalle aziende più

evolute, consapevoli che la gestione della

diversità può rappresentare un'opportunità per

l'azienda di raggiungere una efficacia

organizzativa e una performance soddisfacente.

Esiste un'ampia letteratura circa gli effetti positivi

della segregazione orizzontale del mercato, che

offrono alcune riflessioni interessanti, a partire

dalla creazione di politiche del lavoro mirate alle

donne e dirette ad innescare proprio gli effetti

moltiplicatori sul mercato, insiti nell'incremento di

occupazione femminile. Il percorso, però verso

una consapevolezza e una maggiore apertura

all'imprenditorialità femminile, è ancora lungo.

Rimangono gli ostacoli e le limitazioni che una

donna deve affrontare in ambito aziendale, in

relazione alla disparità di opportunità, di

trattamento e di livello di retribuzione.

Affrontare le scelte professionali e decidere

quale professione seguire, in giovane età è

una sfida. Oggi, più che mai…

In un contesto così difficile, come quello che

stiamo vivendo, essere ragazzi e ragazze “per

bene”, richiede sacrifici e coraggio. È bello che

questo coraggio di cui ho parlato prima ci sia. Ma

una società civile dovrebbe essere quel luogo nel

quale per essere buoni cittadini, donne che

lavorano, madri soddisfatte non si dovrebbe

"avere coraggio”… Forse per fare l'astronauta, sì,

ma non per la vita di tutti i giorni.

Una dedica a tutte le nostre lettrici...

Auguro a tutti noi un paese che sia in grado di

offrire alle donne di domani un contesto che

favorisca la loro realizzazione sia morale che

professionale. Questo è quanto abbiamo fatto e

continuiamo a fare nella mia azienda. Ma

lasciatemi rivolgere un augurio alle ragazze che

entreranno nella vita adulta: preparatevi ad

esigere, da chiunque ed in qualsiasi circostanza,

sia essa lavorativa, familiare, politica, il rispetto

della vostra dignità di donne. Sarà questa la

condizione e la premessa per ogni vostra

autentica affermazione e conquista.

“E se a sostenere la conciliazione dei

tempi e la riscoperta della propria

femminilità è una donna così tosta da

essere stata una pioniera in un ruolo ed

in un settore prettamente maschili, non

possiamo che seguire il suo esempio.”

Valeriana Mariani

Bisogna puntare sulla

conciliazione dei tempi e la

flessibilità, invitando le donne che

hanno raggiunto posizioni di potere

istituzionale o manageriale a non

dimenticarsi delle altre.


Nella foto: l’assegnazione della Stella al Merito a Stefania Brancaccio da parte del

Centro Studi e Alta Formazione Maestri del Lavoro d’Italia

Centodieci e lode

Non ne fa un mistero dei suoi 72 anni spesi nel

dinamismo, tra l’essere mamma e donna di

impresa e nonna, il che l’ha temprata nello spirito

e nel fisico. Nata a Napoli dove vive ancora oggi. Nel ’68

aveva 19 anni ed era studentessa al liceo. Sostenitrice

dell’uguaglianza dei diritti, difese i primi Sessantottini, ma

abbandonò i movimenti di protesta quando diventarono

violenti. Si laureò in filosofia, nel 1973 si sposò e iniziò a

lavorare nell’azienda metalmeccanica di famiglia

riuscendo ad emergere come professionista e come

donna in un settore completamente maschile. Riuscì

anche a conciliare carriera e vita privata, impegnandosi

nella difesa del lavoro femminile. Oggi è vicepresidente

della sua azienda e dal 2009 Cavaliere del lavoro. Amante

dell’ideologia e dei principi di Adriano Olivetti ha

trasportato nella sua industria quel mondo utopistico, ma

non troppo e lo ha reso attuale. Coelmo oggi è un'azienda

poliedrica, versatile; un unicum per produttività, fama nel

mondo, cura del prodotto e welfare aziendale. Inclusione,

partecipazione ed uguaglianza sono le parole chiave per

Stefania Brancaccio; i dipendenti devono far parte di una

grande famiglia, in modo tale da ottenere una efficienza

cosciente e partecipativa. Chiunque doveva essere felice

di andare a lavorare, fare parte della comunità, ma

soprattutto sentirsi artefice, coautore del benessere

collettivo.

[Liberamente tratto da Il Centro studi ed Alta

Formazione maestri del lavoro d’Italia]

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Nella foto: Papa Francesco e Stefania Brancaccio

“I gesti che trasmettono il carisma di Papa Francesco

ci permettono di scorgerne le radici e di gustarne più in

profondità la ricchezza dell'essere umano. Un incontro

per me indimenticabile perchè ho sentito la fratellanza

in Cristo. Tengo ancora ben strette le emozioni e

l'intensità di quel colloquio. Ho ricevuto la sensazione

di avere di fronte un uomo con una saggezza enorme,

lo dimostra anche il fatto che il tempo è sembrato

volare. Ho capito la grandezza della persona... quando

lo senti parlare, per quello che dice e come lo dice,

lascia un segno indelebile dentro di te.


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Io e la mia famiglia

andiamo fieri di Coelmo

non soltanto per l'eccellenza dei prodotti ma anche per il livello di civiltà che vi si respira e che si poggia sulle

diversità e sul valore delle differenze.

“Per l'inclusione, la strada da percorrere è

quella di rimuovere le discriminazioni che

pesano sul futuro della società, a partire da

quelle nei confronti delle donne la cui

condizione occupazionale appare (ancora) di

svantaggio nella società contemporanea, come

risulta dalla oggettiva constatazione di un

persistente e grave squilibrio di genere, specie

nelle posizioni apicali. Nel nostro Paese,

sebbene sia in atto un cambiamento, permane

un significativo gender gap, tanto più profondo

quanto più si sale nella scala professionale, e

un conseguente “giacimento” di lavoro

femminile (conoscenze, energie, competenze,

intelligenze e creatività) prezioso ma sprecato,

spesso addirittura invisibile, seppur attestato

dai tassi di occupazione, disoccupazione,

inoccupazione e scoraggiamento femminile.

Questo capitale umano potrebbe invece

essere utilizzato per sostenere occupazione e

crescita. In questa traiettoria, focalizzo

l'attenzione sulla segregazione occupazionale

c.d. "verticale", cioè sulla scarsa presenza

femminile nei vertici gestionali e di controllo

delle società, sia nel settore pubblico sia in

quello privato; presenza fortemente ostacolata

da diffusi fenomeni di accesso sbarrato, di

potere negato, di ingiustizia sociale e di vera e

propria discriminazione legata al (pregiudizio

di) genere subita dalle donne nel corso dei

secoli. Se la donna non raggiunge al più presto

una parità, soprattutto economica, con l'uomo,

le economie mondiali non saranno in grado di

affrontare crisi inaspettate e drammatiche

come quella causata dal Covid-19. Una

leadership femminile forte fa funzionare e

guadagnare di più le imprese. E, in politica,

favorisce visioni di lungo periodo incentrate su

cambiamento e sostenibilità. Non sopporto chi

riduce a uno slogan banale le pari opportunità.

Che invece sono un percorso lungo e faticoso

e che ha avuto bisogno di atti di coraggio, di

orientamento, di indirizzo, di determinazione

politica e di tante delibere amministrative. E

non sopporto quelle donne in carriera che si

appiattiscono sugli uomini mascolinizzandosi a

tal punto da cedere al partner funzioni

domestiche e facendone dei mammi in

grembiule e cravatta. La sera bisogna tornare

a casa ed essere in grado di preparare una

cena, essere donne fino in fondo. Quando le

donne saranno riconosciute nella loro diversità

solo allora avremo la parità. La donna non può

essere omologata. Ha bisogno dei suoi spazi e

dei suoi tempi. Il vero nemico delle donne è il

tempo. La rinuncia ad essere madri oafareun

solo figlio non è una banalità. Viviamo in una

società che si sta distruggendo, in cui non c'è

più natalità e in cui è necessario parlare non

soltanto di welfare a sostegno delle donne, ma

di genitorialità. Da qui l'adozione di strategie

politiche ed azioni in tema di pari opportunità

perché diventino cultura ed obiettivi di sistema.

L'azienda per me non è mai stata solo una

struttura in cui sono presenti macchinari e

operai che svolgono il proprio lavoro, ma un

luogo dove la piacevolezza del viverla

quotidianamente assurge a principio guida. Un

felice connubio tra etica e produzione, tra

modernizzazione e umanesimo. Lo scopo

principale di un imprenditore non deve essere il

mero arricchimento, ma il modo in cui lo si

investe, tramutandolo in valore sociale.”

Stefania Brancaccio

Una donna che ha sempre tenuto presenti i valori della società: eccellenza, dinamicità, leadership, responsabilità e consapevolezza. Stefania, manager e imprenditrice, oggi dirige la Coelmo insieme col

marito Domenico Monsurrò e con i tre figli, Marco, Maura e Jacopo.

a cura di Valeriana Mariani


Donna Impresa:

for

employers

Il nostro Award Internazionale premierà le aziende virtuose italiane.

Donna Impresa è stata la prima in Italia a firmare i “United Nations Women’s Empowerment Principles” per promuovere

l’uguaglianza di genere. una serie di impegni istituiti da UN Women e UN Global Compact con l’obiettivo dichiarato di

promuovere l’uguaglianza di genere nei luoghi di lavoro e nella società. Siamo orgogliosi di toccare con mano i benefici dei

progressi che abbiamo compiuto.

427 milioni

Per candidarsi scrivere a: info@donnaimpresa.com

www.yumpu.com/user/donnaimpresa


Italy's BEST

women 2021.

www.dimagazine.it

di grazie!

Nella foto il Presidente di Donna Impresa Valeriana Mariani


Cult

for

women

Ma come fa a

far tutto?

Liberamente tratto da "Presupposti e importanza del work life balance per il successo di carriera" di Cavinato Sara.

Un romanzo che è riuscito a vendere oltre 5 milioni di copie in tutto il mondo, rimasto

per 23 settimane nella classifica di vendite del New York Times, definito da Oprah

“l'inno nazionale delle madri lavoratrici”, adattato per il grande schermo da Aline Brosh

McKenna, sceneggiatrice de Il Diavolo Veste Prada, e portato in sala dal regista di

“Emma” interpretato da colei che per un decennio ha “rappresentato” le donne

d'America in tv. Nel film del 2011 "Ma come fa a far tutto?", Sarah Jessica Parker è una

moglie presente, una madre affettuosa, una donna in carriera. La sua è una vita

frenetica, ma lei sembra abilissima a tenere tutto insieme. Nella vita reale, tuttavia, le

cose vanno diversamente e “fare tutto” è quasi un'utopia. Una lettura attenta di questo

film, e del nostro tempo, riapre antiche disuguaglianze e mette in evidenza il “grande

talento di acrobate” delle donne. La questione della conciliazione tra famiglia e lavoro

rappresenta in effetti un tema di grande attualità nella società contemporanea, una

sfida importante e centrale per le politiche sociali, del lavoro e delle pari opportunità a

livello nazionale ed europeo.

Figli o Carriera? Ma sei proprio sicura di dover scegliere?

Quando capita di dover scegliere tra lavoro e figli, il primo desiderio è di lasciare il lavoro. Questo film ci insegna

che possiamo farcela, anche se è dura, e di non lasciarsi sedurre dall'idea di sacrificare la realizzazione

professionale Kate, la protagonista, non solo ce la fa, ma riesce anche meglio dei suoi colleghi maschi perché

non cerca di essere un uomo - “cercare di essere un uomo è come sprecare una donna” - ma porta il suo

femminile anche al lavoro. www.dimagazine.it 14


Un film di Douglas McGrath . Con Sarah Jessica Parker , Pierce Brosnan , Greg Kinnear , Christina Hendricks ,

Kelsey Grammer. Titolo originale I Don't Know How She Does It .

“La conciliazione dei

tempi di lavoro con

quelli da dedicare alla

propria vita, e quindi

alla propria famiglia, è

un punto veramente

importante. ”

I cambiamenti dei metodi di ricerca dei fabbisogni, di

progettazione, dei processi produttivi, di reperibilità delle risorse

che via via stanno scarseggiando, dei sistemi di vendita e di

assistenza, nonché di comunicazione, rappresentano una

grandissima opportunità che non può essere ignorata o

sottovalutata. Tutte e tre le precedenti rivoluzioni industriali hanno

apportato grandissimi miglioramenti sociali ed economici, creando

e non togliendo posti di lavoro. Ai nostri giorni sarebbe

impensabile un mondo senza macchinari, elettricità, internet,

apportati dalle prime tre grandi rivoluzioni industriali che hanno

anche introdotto cambiamenti sociali e culturali alzando i livelli di

benessere.

A tal proposito, molte sono le domande che ci si

pone, per esempio l'impatto che tutto questo ha

sulla natura.

Ma come fa a far tutto?

I don't know how she does it


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E se dovessimo scegliere tra la nostra


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Chi

di voi, non si è mai

chiesta

“ma come faccio

a fare tutto?”

carriera e la sua?

Permettere alle donne di conciliare vita lavorativa e

privata vuol dire offrir loro i cosiddetti "strumenti di

flessibilità" di cui hanno bisogno; strumenti non devono

essere rivolti unicamente alle donne, anzi la loro efficacia

aumenta se sono destinati ad entrambi i generi. Infatti,

garantendo anche agli uomini dei privilegi o facilità in

determinate circostanze vuol dire dare alle donne

maggiori opportunità di investire il proprio tempo ed

energia nello sviluppo del loro talento e competenze di

leadership. La rilevanza di questo tema e le pratiche di

Work Life Balance si possono interpretare come la

conseguenza di importanti cambiamenti sociodemografici

che negli ultimi anni hanno modificato la

società ed il mercato del lavoro rivoluzionando i ruoli e gli

obiettivi di uomini e donne. L'incremento della presenza

femminile nel mercato del lavoro, i cambiamenti nella

struttura familiare, l'invecchiamento della popolazione

attiva, il costante superamento di limiti e confini geografici

e l'introduzione di nuove tecnologie sempre più

all'avanguardia, hanno reso cruciale tale questione sia

per le aziende che per gli stessi collaboratori. Se un

tempo il lavoro di cura e le responsabilità della custodia

dei figli e degli anziani erano considerate di competenza

femminile, ora è in corso il progressivo superamento di

tale stereotipo che prevede che le donne, soprattutto se

madri, non possano essere sufficientemente coinvolte e

interessate alla carriera professionale. Tale tipo di

carriera, divenuta necessità e opportunità sia per gli

uomini che per le donne, ha richiesto quindi la

redistribuzione dei lavori di cura. Gli strumenti tecnologici

se da un lato hanno facilitato la comunicazione,

permettendo l'ottimizzazione tecnica e consentendo di

lavorare in qualsiasi momento della giornata e in qualsiasi

luogo, dall'altro stanno diventando sempre più invasivi

nella vita delle persone, distruggendo i confini che un

tempo separavano ciò che era il lavoro da ciò che non lo

era. A partire dagli anni '90 abbiamo assistito al

progressivo sopravvento di un'economia basata sulla

flessibilità, caratterizzata da incertezza e imprevedibilità

dell'ambiente che richiede manodopera sempre più

qualificata, competenze specifiche e interscambiabili. Le

risorse umane hanno dovuto e devono quindi essere in

grado di adattarsi ai diversi contesti in continuo

cambiamento. Allo stesso modo anche le richieste da

parte degli stessi collaboratori sono mutate: oltre alla

retribuzione e alla possibilità di fare carriera richiedono

diverse forme di flessibilità, soluzioni e strumenti di

conciliazione poiché, come dimostrato da numerose

ricerche, la difficoltà che sussiste nel dividersi tra ruoli

familiari e lavorativi può generare tensioni che con il

tempo possono trasformarsi in veri e propri fattori

stressanti sia dal punto di vista del benessere fisico che


psicologico. Varie soluzioni sono state attuate dalle

aziende per giungere ad un equilibrio che

contribuisca sia a migliorare la qualità di vita del

singolo collaboratore sia a fornire un contributo

positivo all'azienda. Soltanto attraverso la

preparazione professionale di donne manager sarà

possibile proporre gradualmente un nuovo modello

culturale, superando quelli tradizionali legati al

genere e permettendo alle donne di partecipare in

modo equo a gran parte di quel mondo lavorativo,

economico e sociale che per

molto tempo è stato fuori dalla

loro portata. L'obiettivo è da una

parte quello di fornire alle donne

gli strumenti e le conoscenze

adatte per affrontare questo

cambiamento, dall'altra

preparare la società ad

accettarlo. Infatti si è convinti che

per valorizzare effettivamente il

talento femminile non basti

inserire più donne nei ruoli di

potere, ma bisogna anche

cambiare la mentalità. Senza

dubbio a questo punto risulta

necessario che l'intera collettività

partecipi all'evoluzione e sia

consapevole dei motivi principali

che sostengono determinate

scelte. Solo così si possono

iniziare a rimuovere gli ostacoli

che rendono ancora più

difficoltoso alle donne l'ingresso

nel mondo del lavoro e creano

un enorme divario tra i sessi.

Iniziando forse dai pregiudizi che

guidano la stessa scelta degli

studi e dei diversi percorsi

professionali in generale, pieni

anch'essi di prerogative di

genere. Ciò che si propone non

è di certo il creare una sorta di

equilibrio artificiale tra vita e

lavoro, che penda a favore delle

donne, ma di trovare insieme un

modello alternativo di equilibrio

individuale. Unire il sociale

all'economico per accrescere le singole capacità e

partecipare senz'altro ad un processo di cui si è certi

che tutti godranno degli immensi benefici che ne

deriveranno. Riassumendo, la meta finale è quella di

"andare oltre il femminile, per sviluppare in Italia una

nuova cultura d'impresa al passo con i tempi e con il

resto del mondo". Le aziende sono perciò l'altro

protagonista indiscusso del progetto. Il loro impegno

diretto aiuta senza dubbio a coinvolgere più persone

e ad avere una forza propositiva maggiore. Infatti è

su di loro che cade la responsabilità di attuare delle

politiche che favoriscano la possibilità di avere più

donne nelle posizioni di vertice, superando le

barriere culturali di cui abbiamo parlato, consentendo

la crescita professionale delle donne a pari

condizioni e la loro valorizzazione professionale, per

arrivare infine ad una vera neutralità di genere nelle

fasi di inserimento. Solo in questo modo si darebbe

anche una voce femminile alle scelte manageriali e

alle strategie economiche che da esse derivano. La

scelta di queste donne risulta però fondamentale.

Non si possono di certo tralasciare i requisiti di

merito e capacità se parallelamente ci si pone

l'obiettivo di migliorare anche le prestazioni

economiche delle aziende coinvolte. Perciò il punto

su cui si insiste è quello della creazione di una rete di

consulenza sulle best practices e le possibili tattiche

da attuare per formare, selezionare e reclutare le

future leaders che andranno a ricoprire i ruoli di

comando, da sempre in mano agli uomini. Il focus è:

aumentare la rappresentanza dei talenti femminili ai

vertici delle aziende italiane attraverso azioni tangibili

e concrete. Anche la creazione e l'acquisizione di

competenze particolari, conoscenze precise, ma

anche dell'autostima femminile è un lavoro da

compiere gradualmente. Imparare a far carriera per

diventare realmente competitivi è il punto da cui

partire se si vogliono realmente coltivare i talenti

valorosi di domani. Le donne devono essere portate

a considerare da una parte le proprie preferenze e

inclinazioni individuali, ma dall'altra tali preferenze

devono venir ponderate assieme alle vere

opportunità lavorative che esse possono offrire.

Grazie a numerose ricerche e interviste di donne che

sono riuscite ad arrivare a posizioni di comando, si

sono sfatati man mano alcuni dei miti che si pensava

regolassero i meccanismi sociali alla base di questa

situazione, primo fra tutti la convinzione che fossero

le stesse donne a non voler far carriera. Si dimostrò

come la strada per riuscirci era talvolta così

complicata al punto da, in un certo senso, obbligare

coloro che vi si avvicinavano a mollare l'impresa

prima di finire sopraffatti. Ostacoli quali la mancanza

di strutture per l'infanzia, la bassa flessibilità del

mondo del lavoro, le responsabilità domestiche le

quali spesso sono completamente a responsabilità

femminile, fanno sì che per le donne il portare avanti

un percorso professionale meritevole e fruttuoso si

presenti come una fatica insostenibile. Per

concludere, il Work-Life Balance è un aspetto di

fondamentale importanza in qualsiasi tipo di carriera.

Non esiste tuttavia una soluzione univoca per

raggiungere tale bilanciamento, ma partendo dalle

proposte e dalle misure ideate

dalle aziende e dalle istituzioni

ognuno deve ricercare il proprio

equilibrio. Lavoro e vita privata si

devono alimentare

reciprocamente. Coltivare

interessi, esperienze e relazioni

extra-lavorative può dare

importanti stimoli per la vita

lavorativa. Una cosa è certa:

dovremmo smettere di lottare per

raggiungere la perfezione nella

vita privata e in quella

professionale: la maggior parte

delle donne per raggiungere un

buon equilibrio tra lavoro e

famiglia tende a caricarsi di

impegni, a strafare. Niente di più

sbagliato. Sveglia alle 6,

mezz'ora prima del resto della

famiglia per portarsi avanti con le

esigenze dei figli, la cura e

l'accudimento dei cari e della

casa, la spesa, la cucina, le

pulizie. Sì, forse con questa

descrizione stiamo mettendo

davanti ai tuoi occhi uno

stereotipo, quello della donna e

mamma lavoratrice, che ancora

oggi si occupa di tutto e di tutti.

Eppure in Italia le abitudini

domestiche sembrano non

discostarsi ancora troppo da

questo modello. Certo, gli uomini

sono diventati più attivi e

partecipativi nel contesto

familiare, permettendo alle donne

di liberarsi di una parte di queste incombenze. Ma la

strada del work-life balance è ancora lunga e per

questo motivo sempre più donne oggi si fanno

aiutare dal welfare aziendale. Le donne non

rinunciano più alla carriera e ce la mettono tutta per

raggiungere i loro obiettivi ed essere soddisfatte del

proprio lavoro Questo però non significa dimenticare

la vita privata. Spesso, infatti, le donne (e le mamme

in particolare) mirano a conciliare la stanchezza

lavorativa con gli impegni di vita familiare. Secondo i

dati di alcune recenti ricerche, sono soprattutto le


Seguire un partner che

cambia città, restare vicino

ai genitori anziani, accettare

una proposta di lavoro,

mettere da parte per i figli

altri progetti: capita spesso

di rinunciare a una parte

della propria vita per dare

la precedenza ad altro.

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ragazze più giovani, appena entrate nel mondo del

lavoro, a mettere in pratica questo work-life balance,

tentando di conciliare il più possibile la vita privata con il

lavoro. Al contrario, le donne più adulte, ipotizzando

che abbiano uno o più figli a carico e con genitori

anziani, richiedono più sostegno all'azienda per i servizi

capaci di alleviare la pressione quotidiana per la cura

dei familiari più vulnerabili: minori, disabili o anziani. Per

entrambe le fasce di età i fringe benefits restano uno

strumento utile per migliorare la propria gestione

quotidiana e finanziaria. Si tratta in questo caso di

benefici a tutela e integrazione del reddito, come

convenzioni con negozi o buoni acquisto. La scelta di

quest'ultima tipologia di benefit, in particolare, deve far

riflettere. Si tratta infatti di una concezione del welfare

aziendale come forma di risparmio legata al passato.

Oggi le aziende devono comunicare in modo più chiaro

e diretto ai propri dipendenti che il welfare può essere

una forma concreta di sostegno alla gestione della vita,

soprattutto per le donne. Ecco perché è essenziale che

anche le imprese si impegnino in una corretta

comunicazione sul tema welfare e donne. I servizi

welfare preferiti dalle donne. Al primo posto in questa

sorta di classifica troviamo la cura dei figli con il 42%. I

servizi riguardanti questo ambito comprendono: i

rimborsi spesa per i libri e lo studio dei propri figli; i

servizi per il supporto e l'orientamento allo studio; i

campus estivi. Con il 41% di utilizzo, al terzo posto ci

sono i servizi per la tutela della salute. Segno di una

nuova consapevolezza da parte delle donne

dell'importanza del proprio corpo. Troviamo quindi

servizi di assistenza sanitaria, check-up e visite

mediche specialistiche. Ultimo dato è quello che

riguarda la mobilità con il 17%. Si tratta di una

percentuale di richieste di rimborsi per il trasporto casalavoro

che deve far riflettere anche su quanto tempo le

donne trascorrono fuori casa. Se gli spostamenti non

sono sufficientemente rapidi, mancherà il tempo in una

sola giornata per gestire la casa, la famiglia, se stesse

e la propria vita. Ecco perché quando parliamo di

welfare e donne sono sempre più necessari servizi

“salva-tempo”, che siano di supporto nello svolgimento

delle attività quotidiane. Dal punto di vista aziendale, le

misure di welfare si traducono sempre in una maggiore

produttività. E gli studi lo dimostrano: migliorare il

welfare aziendale consente alle donne di impegnarsi

nella propria carriera, alleggerendole da alcune

incombenze legate alla vita familiare e permettendo alle

lavoratrici di sviluppare tutto il proprio potenziale con

importanti ricadute sul successo aziendale. Nell'ultimo

decennio l'occupazione femminile è cresciuta più di

quella maschile, ma con diversi periodi di blocco. Un

esempio lampante è dato dal periodo di pandemia,

durante il quale sono state ancora una volta soprattutto

le donne a sacrificare il lavoro e la carriera in favore

della famiglia. Insomma, dimissioni e congedi,

situazioni di stress e di stanchezza, dovuti alla difficoltà

di conciliare le esigenze della vita professionale e di

quella privata, presentano numeri ancora troppo elevati.

Conciliare

l'inconciliabile?

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E per questo le aziende devono essere in prima linea.

In particolare, saranno sempre più necessari tutti quei

servizi di sostegno per la gestione del tempo, che

consentano di conciliare positivamente il tempo

dedicato al lavoro con il benessere proprio e della

propria vita privata. Solo questo può tradursi in una

maggiore produttività e nel raggiungimento degli

obiettivi aziendali, insieme. Infatti, definire quali sono

le esigenze dei proprio dipendenti, con particolare

attenzione alla condizione delle donne e delle madri

lavoratrici, aiuta le aziende a trovare soluzioni che

migliorino da una parte il work-life balance, e dall'altra

la vita aziendale.

Imprenditrici in tacchi e tailleur tra casa e lavoro?

Le imprenditrici di oggi, bye bye clichés!

Se nel tuo immaginario l'imprenditrice tipo è una

donna elegante, con un tailleur scuro e lo sguardo

intimidatorio, allora dovrai ricrederti. Oggi le donne

imprenditrici che fondano piccole e medie imprese o

che si mettono in proprio sono istruttrici di danza,

estetiste, avvocate, traduttrici, giornaliste, ecc. Per

molte di loro, una volta diventate madri, l'esigenza

principale diventa la flessibilità e non la ricerca di un

percorso professionale tradizionale, ecco perché

scelgono di mettersi in proprio: in questo modo sono

libere di gestire il loro tempo come credono più

opportuno. Soprattutto in Italia, diventare

un'imprenditrice è spesso il risultato di una serie di

ostacoli incontrati durante il lavoro da dipendente, di

una serie di scelte obbligate che ogni donna si ritrova

costretta a fare. Ho voglia di condividere con voi

qualche riflessione (non solo mia) sul tema, e darvi

anche qualche piccolo consiglio.

Mamma presente o imprenditrice di successo?

Ma perché dovremmo scegliere? Ci sembra assurdo

ritrovarsi nella condizione di dover decidere se

realizzarsi professionalmente o fare un figlio. E invece

purtroppo in molti casi è così. Ci son donne che si

trovano costrette a fare una scelta (forzata). Una

donna che ottiene entrambe le cose è invece una

donna serena e una mamma felice, stanca ma

davvero molto felice.

La gioia di essere madri...

La gioia di avere un figlio può essere oscurata da altri

problemi, da possibilità negate, da una crescita

professionale che non arriverà, da una serie di

rinunce, e nulla dovrebbe invece togliere luce a

questo momento. Molte sono le donne che scelgono

di fare impresa da sole, ma mentre prima erano

spinte a farlo perchè una donna con figli aveva meno

possibilità di trovare occupazione o tenersi stretta

quella che aveva prima della gravidanza, oggi i motivi

sono diversi. Si tratta di donne che hanno dato

importanza a quella vocina che chiedeva di realizzare

un progetto professionale unico e personale e che

mattone su mattone hanno costruito la loro azienda.

In Inghilterra le chiamano Mompreneurs, sono le

mamme imprenditrici che hanno scosso l'economia

inglese, facendola impennare. In Italia invece emerge

un dato estremamente curioso (e inquietante):

secondo l'osservatorio sull'imprenditoria femminile di

Confartigianato, pare che nonostante le imprenditrici

italiane, di cui molte sono mamme, siano le più

intraprendenti d'Europa, la nostra nazione è invece tra

gli ultimi posti in Europa per l'occupazione delle

donne con figli. Assurdo. Siamo ai primi posti per

l'imprenditoria delle mamme ma tra gli ultimi per

occupazione della donna con figli in azienda, e so che

questo potrebbe avere molte motivazioni, che vanno

dal culturale al sociale. Quello che resta però è che

essere mamma non è un lavoro, ma assorbe tempo

ed energia come se lo fosse. Ogni donna prima di

fare in figlio deve porsi delle domande e poi di

conseguenza fare delle scelte, ma mi sento di

spronare chiunque abbia un piccolo sogno a non

abbandonarlo: le due cose non sono inconciliabili. È

difficile, ma non impossibile. Dopo anni di battaglie,

l'equazione «donna = casa e figli» si è indebolita

molto. Questo lo possiamo notare sia nel discorso

pubblico sia nella realtà dei fatti. Certo, la situazione

non è omogenea nel nostro Paese; tuttavia questa

evoluzione si sta verificando anche in quelle regioni

dove la figura della donna «dea del focolare

domestico» era più radicata.

L'esperienza di una mamma imprenditrice...

Io ho scelto di non scegliere. Ho scelto di costruire

qualcosa di piccolo, coltivarlo giorno per giorno e farlo

crescere, insieme alla mia famiglia. Certo, sono

fortunata, ho dalla mia parte dei nonni e un compagno

che collaborano a questo sogno, un'intera famiglia

che fa squadra e allevia i miei pesi appena possibile,

ma ci sono dei momenti difficili che stenterei a

superare se non si trattasse di difendere la mia più

grande passione. Ho sempre amato i bambini: ho

cominciato a fare la babysitter già in adolescenza

come lavoro estivo e anche da studentessa

universitaria. Racimolavo qualche extra come

babysitter di una bimba che adoravo. All'epoca,

quando pensavo al mio futuro, ero certa che “da

grande” avrei avuto una bella famiglia con dei

bambini. Poi quando una decina di anni fa, quando ho

scelto di cominciare questo cammino imprenditoriale,

questo pensiero è stato un po' accantonato. Si è

sbiadito. La mia attività mi assorbiva talmente tanto

tempo ed energie che non avrei potuto gestire altro.

Emma era sempre con me.

Donne e lavoro: la sfida rimane aperta.

Si è affermato, con assoluta gradualità, un processo

di differenziazione e una diversa composizione della

forza lavoro, in tutte le posizioni organizzative eiruoli

aziendali, a partire da coloro che svolgono la propria

attività nella gestione operativa dei processi produttivi,

fino ai più alti livelli manageriali. Si apre così un nuovo

scenario post industriale, che vede connessa

l'elaborazione e l'implementazione di una più

innovativa politica di regolazione delle relazioni di

lavoro nelle organizzazioni pubbliche e private,

rappresentata dall'adozione di un approccio attento

alla valorizzazione di tali differenze, ove il

coinvolgimento attivo e la partecipazione consapevole

delle strategie organizzative e produttive aziendali

svolgono un ruolo primario. Il radicale processo di

mutamenti sociali e cambiamenti economici ha

portato all'affermazione di nuovi modelli organizzativi

orientati a concetti di qualità totale, di apprendimento

organizzativo e migliore centralità delle risorse

umane. La naturale conseguenza di un processo

evolutivo della gestione delle imprese, ha visto

dapprima un particolare accentramento sulla

produzione, ora invece si cerca di badare e di puntare

sul mercato del lavoro e sulle turbolenze che

involgono lo stesso ponendo al centro

dell'organizzazione del lavoro l'individuo come risorsa

importante ed imprescindibile. Si è dunque

assaporato un cambiamento ed un passaggio da una

economia di scala a un'economia della flessibilità

dove cambiano radicalmente i criteri di gestione delle

imprese e assume un'accezione diversa il concetto di

“efficacia economica”, intesa come la necessità di

realizzare prodotti o servizi appropriati nel tempo, nel

luogo e nel modo in cui gli stessi sono richiesti dal

mercato e dai criteri di qualità e personalizzazione

attesa dal cliente. L'antropocentrismo è una visione

presa in considerazione da diverse organizzazioni

che sviluppano politiche di gestione della diversità.

Tale visione permette di raccoglierne l'impegno e i

consensi verso i valori e le strategie aziendali anche

in considerazione di una conciliazione lavorativa e

nell'adozione di politiche di welfare integrato e di

strumenti per il work life balance. Gli stessi paesi

dell'Unione Europea sono sensibili a tali argomenti

tanto da porre uno sguardo a lungo termine sulla

qualità delle politiche di welfare adottate. In realtà la

valorizzazione del work life balance rappresenta un

traguardo ambizioso da cercare, e nel quale

perseverare per poter raggiungere anche nel bilancio

sulla strategia di Lisbona, nelle amministrazioni

virtuose e nelle imprese eticamente orientate e

socialmente responsabili, un nuovo obiettivo

strategico. Ai fini dunque di una corretta politica di

work life balance, il sistema di governo centrale e

locale dovrebbe realizzare una serie di azioni

intervenendo nello specifico sul peso della burocrazia

nelle procedure e nell'attività amministrativa delle PA,

attraverso un processo di snellimento e di

semplificazione delle procedure; puntare su politiche

sociali ed assistenziali, tese a creare condizioni di

empowerment ed autodeterminazione delle persone,

puntando al miglioramento del livello qualitativo e di

personalizzazione dei servizi sociali partendo da quelli

educativi, asili nido, fino a toccare quei servizi di

assistenza agli anziani, ai disabili e di persone che

non sono in condizione di essere autonomi o

comunque emarginati dalla società, cercando di

accorciare il più possibile il divario e le difficoltà di

conciliazione dei servizi con quelli dell'organizzazione

della casa e dei figli. Le imprese stanno assumendo

un ruolo di crescente importanza nell'ambito della

conciliazione famiglia – lavoro. Lo svantaggio delle

donne nel mercato del lavoro è un fenomeno in rapida

ascesa che dipende da diversi fattori che

accumulandosi portano queste ultime a fare spesso

scelte a favore della famiglia e dei figli, ma

penalizzanti nel lavoro e nella crescita di percorsi di

carriera.

Equilibrio lavoro vita privata? Un'utopia.

Quando parliamo di raggiungere l'equilibrio tra lavoro

e vita privata stiamo implicitamente sostenendo che

questo equilibrio sia qualcosa di statico in attesa di

essere raggiunto. Ma proviamo a pensare ad una

persona che fa una verticale. Anche se da lontano

può sembrarci che sia in equilibrio perfetto,

avvicinandoci noteremmo con chiarezza che compie

in realtà dei micro movimenti, delle micro oscillazioni

per restare in quella posizione. È in equilibrio, quindi,

ma non in modo statico. L'equilibrio, infatti, è un

processo che comporta una catena infinita di

correzioni, prove, decisioni, priorità, risposte a sfide

ed opportunità. In ogni momento possiamo perderlo

ed è del tutto normale. Abbandonare il mantra

dell'equilibrio perfetto vita-lavoro a favore dell'armonia

vita-lavoro è quanto di più saggio possiamo fare.

Vivere armoniosamente non richiede la perfezione, né

ci richiede di sottostare ad esatte misure di successo.

Sentiamoci libere di non essere perfette.

L'imperfezione delle donne perfette o potremmo dire

la perfezione delle donne imperfette. Troppo spesso

abbiamo sentito dire che noi donne dobbiamo essere

brave sul lavoro, essere buone madri, sensuali

compagne, ottime massaie, provette guidatrici,

cuoche esperte, attente al proprio aspetto fisico,

capaci di ascoltare, divertire, mediare, prendere

posizione, sorvolare, rassicurare e fare l'amore. La

società è folle! Oppure noi siamo folli. Ma siamo certe

che siano gli altri a pretenderlo e non noi da noi

stesse. Questa corsa verso la perfezione ad ogni

costo finisce per essere una corsa infinita nella quale

la bandierina dell'arrivo continua ad allontanarsi dalla

nostra vista. Quando saremo riuscite ad affermarci sul

lavoro magari ci renderemo conto che non potremo

più seguire la casa come delle Cenerentole. Quando

faremo un figlio o magari due; Quando impareremo

ad ascoltare, rassicurare e preparare un ottimo ragù

di carne, forse potremo anche ritrovarci senza un

marito che nel frattempo potrebbe avere optato per

una donna che sa far bene l'amore e ride alle sue

battute anche se magari non sa cucinare. E se

andiamo in ufficio, accompagniamo i figli in piscina e

ci ricordiamo anche di fare la spesa, forse non

riusciremo ad andare in palestra e dall'estetista. Vero

che abbiamo la fortuna di lavorare ed essere

economicamente indipendenti, ma neanche

abbastanza da permetterci di avere i capelli sempre

perfetti, abiti sempre alla moda e un'analista per

combattere l'ansia che ci coglierà nel momento in cui

dovremo fare conto con la nostra inadeguatezza.


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Io

“ Perseveranza e rispetto”!


ORIGINARIA DI ASSISI, AVVOCATO,

DOPO DIVERSE ESPERIENZE

PROFESSIONALI E FORMATIVE

ALL'ESTERO, INIZIA IL SUO PERCORSO

PROFESSIONALE IN RE/MAX NEL 2006.

IN 15 ANNI DI LAVORO IN AZIENDA HA

RICOPERTO RUOLI DIVERSI, CON UN

PERCORSO DI CARRIERA INVIDIABILE

CHE L'HA PORTATA A DIVENTARE PRIMA

RESPONSABILE AFFARI LEGALI, QUINDI

COO – DIRETTORE OPERATIVO –

RIPORTANDO DIRETTAMENTE AL

FONDATORE E CEO DI RE/MAX ITALIA.

Tanta passione per i viaggi e una eccezionale voglia

di lavorare, formarsi e mettersi in gioco

continuamente: così Ilaria Profumi, avvocato, è

passata dalla Silicon Valley a Milano con un percorso

professionale che l'ha vista ricoprire il ruolo di

Direttore Generale di Remax Italia. Le piace definirsi

cittadina del mondo. Ha sempre amato viaggiare e

vivere all'estero e così, terminati gli studi classici della

scuola superiore, si è trasferita a San Francisco.

Peraltro dobbiamo aggiungere che non è mai stata

un giorno senza lavorare dalla maturità in poi perché,

anche mentre studiava, cercava di mettere da parte

qualche risparmio per il suo trasferimento negli

States facendo la cameriera. Andò a vivere a Santa

Clara, dove alloggiò presso una famiglia che abitava

nei pressi della Silicon Valley. Rimase per un anno

frequentando corsi di lingue e vivendo tra la Silicon

Valley e San Francisco. I suoi genitori le hanno

trasmesso la curiosità e la passione per i viaggi. "A

14 anni ho fatto la prima vacanza studio all'estero, a

Londra per migliorare l'inglese - ci racconta Ilaria - A

18 ho chiesto di poter fare un'esperienza negli Usa.

Ma ho sempre tenuto alla mia indipendenza

economica, concetto trasmessomi da mia madre. Ella

mi ha sempre ripetuto che a maggior ragione una

donna doveva studiare, evolvere e lavorare per

potersi affrancare psicologicamente ed

economicamente da eventuali dipendenze maschili.

Al mio rientro in Italia decisi di studiare

giurisprudenza, ma non feci subito l'esame per

l'avvocatura e, mentre studiavo all'università, lavorai

prima come venditrice di polizze assicurative, per poi

cogliere l'occasione di approfondire una mia grande

passione, la scrittura, lavorando come giornalista

pubblicista per un quotidiano locale e

successivamente come addetta stampa in un ente

pubblico. Il lavoro nell'ente pubblico mi consentì di

venire in contatto con un magnate americano in visita

all'amministrazione locale, che mi chiese di seguire la

costruzione di un teatro da mille posti in Assisi.

L'edificio era un ex opificio chimico Montedison.

L'idea del magnata era quella di costruirvi un teatro

da 1000 posti in stile Broadway per ospitarvi un

musical permanente sulla vita di San Francesco a cui

egli era estremamente devoto. Alla conclusione dei

lavori di ristrutturazione mi fu offerto di occuparmi

della gestione dello stesso. Si trattò di un'esperienza

straordinaria, sebbene di breve durata. Dopo un anno

la società americana rese il teatro al Comune di

Assisi ed io non avevo voglia di lavorare per

un'amministrazione locale e mi rimisi in gioco. Nel

frattempo, per non annoiarmi dopo la laurea, mi ero

infatti iscritta a un Master in Diritto del Lavoro e una

società romana nel business delle sale bingo,

mercato appena partito in Italia, che aveva pianificato

l'apertura di sessanta sale in Italia, mi chiamò per

occuparmi della parte amministrativa e burocratica

dell'apertura di alcune delle 60 sale dislocate per la

penisola. Mi trasferii a Roma e lì incontrai il padre dei

miei figli. Proprio per amore, a seguito del suo

trasferimento a Milano, mi dimisi per trasferirmi

anch'io. Il rimanere senza una occupazione non mi

fece di certo perdere d'animo. A quel tempo ricordo

sorridendo come, non avendo internet in casa, mi

recavo nell'internet point sotto casa per spedire

curricula alla ricerca di un impiego. Decisi di

iscrivermi all'esame per l'abilitazione di avvocato e

chiudere così un capitolo importante della mia vita. Il

lavoro in RE/MAX venne per caso dopo un mese dal

mio trasferimento a Milano. In realtà all'epoca

l'azienda cercava una segretaria per il back office del

dipartimento espansione. Si trattava quindi di fare

diversi passi indietro nella mia carriera professionale,

ma ho sempre accolto con curiosità le sfide che la

vita mi ha posto davanti. E così cominciai a lavorare

come segretaria nuovamente le varie posizioni

lavorative, ma non senza fatica dovuta al fatto di

essere donna in un ambiente, il real estate, all'epoca

molto maschile e nel frattempo diedi l'esame di

avvocato superandolo al primo colpo. In RE/MAX

Italia ho trascorso oltre 15 anni estremamente

importanti della mia vita, non solo professionali. In

quegli anni sono nati i miei due figli, Luca ed

Edoardo. Nonostante fossi un manager aziendale fin

dall'età di 28 anni posso affermare con certezza che

è grazie alle maternità che la mia carriera ha spiccato

il volo. Ho sempre desiderato diventare madre e

posso affermare con certezza che i miei due figli

sono il più grande successo della mia vita. La

maternità ti consente di acquisire delle soft skills

estremamente importanti per una persona che è

chiamata a coordinare e gestire persone. La

pazienza, la cura, l'attenzione ai bisogni dell'altro,

l'ascolto e molte altre capacità vengono

estremamente affinate dalla maternità e tornano utili

ILARIA :PROFUMI

EMEIA REGIONAL DIRECTOR EXP REAL - UK, EUROPE, MIDDLE EAST, AFRICA & INDIA

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in ambito professionale. Credevo di concludere la mia carriera

lavorativa in RE/MAX, ma il covid mi ha concesso una preziosa

occasione di ridefinire alcuni aspetti della mia vita. Sono persona

molto convinta dei valori che permeano la mia vita e che sono mutuati

dalla mia famiglia di origine. Credo che per un essere umano sia

estremamente importanti restare fedeli a questi valori. È per questo

motivo che quando mi fu stata prospettata una opportunità lavorativa

in cui avrei potuto contribuire alla creazione di una comunità di

professionisti, e supportarli nella propria evoluzione, professionale e

personale, in diversi Paesi del mondo, ho deciso di accogliere questa

nuova sfida. Attualmente opero in eXpRealty, una digital broker di

origine americana come Regional Director EMEIA (UK, Europe, Africa,

Middle East and India) ed ho la fortuna di lavorare ogni giorno con

persone estremamente umane e competenti in diverse parti del Globo.

Avere l'opportunità di dare e ricevere ogni giorno, ispirazione è un

dono preziosissimo. Mio padre, mio mentore scomparso

prematuramente qualche anno fa, mi ha insegnato la perseveranza ed

il rispetto per ciascun essere umano, l'importanza di rispettare i valori

in cui si crede e la volontà di evolvere costantemente e migliorarsi.

Sono grata per la carriera professionale percorsa fino a qui; Non è

scontato che si trovino realtà dove si lascia spazio all'espressione del

potenziale femminile "dalla mia esperienza posso dire che le aziende

governate da donne hanno molto successo. Le donne sono empatiche

e solidali, sono capaci di maggiore comprensione e supportano meglio

i collaboratori nella crescita; esse esprimono la leadership in maniera

differente dagli uomini. Le donne solitamente sono dei servant leader,

dei leader di supporto. Immagini un branco di lupi, il lupo servant è

quello che resta dietro tutti gli altri e controlla che non vi siano pericoli

per il resto del branco o che nessuno resti indietro. Nel tempo libero

legge, scrive (ha aperto un blog), ascolta musica e suona il piano: è

appassionata di arti e di bellezza in generale e in questa fase della vita

di piena consapevolezza è alla continua ricerca della bellezza poiché

ritiene che circondarsi di bellezza porti a pensieri ricchi di bellezza."


Nella foto: Ilaria con i figli Luca ed Edoardo

ILARIA :PROFUMI

INTERVISTA

Leggiamo in una tua intervista

“Meritocrazia e focus sulla persona sono la

chiave per il successo di un'azienda”... la

meritocrazia appare un obiettivo

condivisibile da tutti ma è un processo

delicatissimo da gestire, soprattutto

quando viene associata all'idea di

“competizione”, non credi Ilaria?

Io credo che pensare di tradurre tutto ciò che

conta in un'impresa in concetti processabili e

processi calcolabili sia una mera illusione. Le

organizzazioni, mi piace usare più questo

termine parlando di aziende poiché le imprese

sono composte di persone e “organizzazione”

da il senso di qualcosa di vivo e sempre in

movimento ed evoluzione; dicevo le

organizzazioni sono formate da persone che

pensano, vivono gioie e drammi e

naturalmente sono esseri sociali che rendono

di più se collaborano con altri. Quello che

voglio dire è che i risultati migliori solitamente

sono risultati collettivi derivanti da un intenso

confronto e dall'ispirazione reciproca. Devo

dire che la pandemia ha messo in evidenza più

che mai la necessità di avere ruoli rivestiti dalle

“persone giuste” e di poterne valutare i risultati:

significa dare alla meritocrazia il ruolo che

giustamente le spetta. Nel mondo dell'impresa

meritocrazia significa misurare e riconoscere i

risultati ottenuti. E per farlo, sembra ovvio, ma

non sempre è così, è necessario anzitutto

assegnare a tutti obiettivi in linea con la

strategia aziendale, che siano chiari, realistici e

misurabili. Tuttavia parlare di meritocrazia non

significa parlare solo di risultati quantificabili

economicamente, oppure di indicatori di

performance, come per esempio la produttività

ma vale per me quanto detto prima, la capacità

di creare ambienti di lavoro sostenibili.

Nel 2020 sei stata inserita da Forbes tra le

100 donne più influenti d'Italia: sei riuscita

dunque a rompere quel simbolico soffitto di

cristallo che rende difficile alle donne

l'avanzamento di carriera?

Posso in effetti affermare con umiltà che sì

sono tra le privilegiate che vi sono riuscite. Il

tutto è passato da un costante studio,

impegno, anche a rinunce, ma maggiormente

è dovuto al continuo mettersi in discussione, al

non ritenersi mai arrivata. Questo stato

mentale ti consente di avere un approccio

costantemente umile e mantenere la voglia di

imparare nuove cose ogni giorno e ascoltare

tutti i tuoi interlocutori perché da tutti puoi

imparare qualcosa. La strada per la effettiva e

completa parità di genere nella professione è

tuttavia ancora lunga.


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®

REALTY

EMEIA Regional Director eXp Real

Come Regional Director dei Paesi EMEIA

( UK, Europe, Middle East, Africa & India)

"Mi occupo di coordinare e supportare

l'espansione e la crescita degli stessi in

termini di numero di Agenti che aderiscono

ad un modello di business altamente

innovativo, operazioni immobiliari, aprire

nuovi scenari per gli investitori."


Quali sono le caratteristiche della cultura

femminile d'impresa rispetto al modello

imprenditoriale “maschile”?

Credo che innanzitutto sia necessario farsi una

ragione del fatto che uomini e donne sono

profondamente diversi e pertanto anche

nell'impresa agiranno sempre in maniera diversa.

Credo che per le donne del terzo millennio, la

domanda è: “Che cosa hanno di diverso le donne?

Qual è il contributo unico che possono portare oggi

al mondo?”. Le donne hanno un'eredità speciale e

oggi hanno la possibilità e la responsabilità di

portarla al potere. Il Dna delle donne è cablato con

la nascita e la cura: un tratto che ha consentito la

sopravvivenza della nostra specie tanto quanto la

nostra capacità di cacciare, se non di più. Poiché

nessuna specie in Natura ha bisogno di cura alla

nascita più a lungo di quella umana, l'essere sociali

è una condizione della sopravvivenza. È sempre

stato così. È un modello di caring leadership

estremamente potente, che le donne possono

incarnare e diffondere, portando una nuova

prospettiva nel mondo. Possiamo affermare in linea

generale che l0imprenditore è un interprete del

proprio ambiente, capace di afferrare all'interno del

gruppo sociale nel quale agisce e si muove le

motivazioni per intraprendere un'attività economica.

Proprio questa definizione porta in se la differenza

di approccio tra caratteristica delle imprese

femminili e modelli maschili. Nel corso di una

recente intervista ho affermato come, almeno per

quanto mi riguarda, nel mio agire professionale

ricerco sempre la “sostenibilità” in un significato più

profondo delle mode attuali “green”. L'accezione

che do io a questo termine è quello di operare

sempre per costruire un “ben-vivere” comune per

tutti. Per fare ciò è necessaria una nuova cultura

comune e condivisa in questo presente dinamico, in

cui abbiamo bisogno di essere in presenza attiva.

Ecco nel mio operare imprenditorialmente cerco di

spingermi oltre i luoghi comuni cercando di vivere

felice e far vivere felici nel senso profondo di questo

termine mutuato dalla lingua latina che è “vivere

fecondi”, generatori di bene e benessere per se e

per gli altri.

Una definizione di "leadership"...

Quella della leadership è un concetto spesso

abusato, ma in realtà è difficile definirla davvero. La

leadership non va legata al carisma, nasce invece

dall'esperienza. Può essere favorita da condizioni

innate, ma è la vita che permette di costruirla.

In Italia, il pensiero di leader è legato al concetto del

capo forte che conduce le persone, nulla di più

errato!! Leader significa servire le persone e si

apprende solo grazie all'esperienza personale. Il

motore della leadership sono le capacità maturate e

allenate nel corso del tempo. Chi guida, oltre a

saper decidere, deve puntare sulla condivisione

con i propri collaboratori creando le condizioni

perché le persone possano lavorare motivate e con

profitto. É necessario inoltre creare senso,

soprattutto nei discepoli del leader, capacità di

delega per far crescere le persone, flessibilità e

iniziativa. Caratteristica importante richiesta al

leader nei tempi di crisi è la resilienza, intesa come

capacità di mantenere una direzione. Le donne, in

particolare, hanno grande resilienza perché essa di

sviluppa nei momenti di difficoltà e le donne spesso

di trovano in situazioni di minoranza. Diventare

maggioranza fa sì che ci si omologhi al sistema di

potere, senza mettersi più in discussione, perché

questi tempi sono fatti per difendersi dal

cambiamento. In particolare in momenti come

questo serve molta resilienza e le minoranze hanno

le risorse per navigare in questa situazione di

incertezza. Altre caratteristiche importanti del leader

sono la capacità di adattamento e il senso di

possibilità, intesa come la capacità di alzare lo

sguardo, nonostante la situazione difficile, per

trovare soluzioni. Molto importante è anche

l'empatia, che permette di comunicare meglio e di

aprir le porte alle emozioni. La “leadership diffusa”

deve diventare sempre più un tema di relazione e

non di controllo. Per l'uomo è istintivo chiedere una

guida forte in momenti difficili, ma ogni persona ha

grandi responsabilità che rappresentano un

ampliamento del potere. L'intelligenza emotiva poi

ci aiuta a interpretare meglio queste situazioni,

perché il leader deve dare spazio alle emozioni,

con capacità di ascolto, massimizzando la propria

esperienza cognitiva insieme con quella emotiva. Il

leader è chiamato a esplorare le emozioni proprie e

altrui. Solo attraverso una maggiore

consapevolezza si possono mettere in atto

strategie adeguate. Nel leader, quindi non possono

mancare la capacità di ascolto per cogliere tutti i

segnali di comunicazione delle persone e

l'avvicinamento alle paure degli altri per dimostrare

il nostro lato umano e vulnerabile. Il leader deve

saper rischiare.

Come ti comporti d'istinto nelle situazioni

nuove?

Sono una persona che approccia al nuovo con

estrema curiosità e apertura mentale. Mi interessa

approfondire, studiare. Nella vita non mi credo mai

arrivata e questo mi aiuta ad approcciare a nuove

situazioni con umiltà e desiderio di capire il perché

sta accadendo un nuove fenomeno sociale, di

mercato.

Cosa ti riesce meglio?

Professionalmente credo di riuscire molto bene ad

entrare in empatia con l'altro. Proprio per tutto

quanto detto prima. Parto dalla consapevolezza

che ciascun essere umano è estremamente

interessante e profondamente degno di

compassione (nel vero significato del termine

derivante dal latino cum pateo) come affermava

Anna Karenina e pertanto mi approccio all'altro con

l'umiltà secondo la quale di certo uscirò dal

confronto con lui arricchito e se potrò arricchirlo a

mia volta avrò eseguito il mio Big Why

Bisogna tenere sempre alto lo sguardo senza

mai dimenticare le proprie aspirazioni. Poi,

però, occorre fare i conti con il quotidiano...

Qualcuno un tempo disse “a chi più da più verrà

richiesto” ed io sono convinta di questo. Il

quotidiano è lo specchio di come intenzionalmente

decidiamo di condurre la nostra vita. Certo ognuno

di noi nel proprio quotidiano si trova ad avere a che

fare con imprevisti e drammi, ma la narrazione è

sempre personale. Non è ciò che accade dunque

ma come decidi di affrontare ciò che ti accade

quotidianamente che fa la differenza, tra colui che

decide scientemente di vivere una vita felice

(feconda per se e per gli altri) o colui che decide di

farsi sovrastare dagli eventi. Quindi Sguardo

sempre all'Universo per quanto mi riguarda.

Secondo te, per diventare una persona di

successo, devi nascere con la stoffa del leader

o è possibile imparare ad essere vincenti?

É possibile imparare a vivere felici e di

conseguenza vivendo felici essere vincenti nella

vita. Fermo restando che l'essere vincente ha un

significato soggettivo. La strada per una vita

vincente, felice, di successo passa da un cammino

di profonda autoconsapevolezza e miglioramento

personale.

Fare impresa è un gioco sempre più duro

eppure continui a metterti alla prova. Sappiamo

che hai un nuovo progetto, ce ne parli?

E' un progetto entusiasmante. E' il progetto della

mia maturità professionale. Sono sempre stata

convinta che le persone, ciascun singolo individuo,

faccia sempre la differenza. Il mio Big Why consiste

nel contribuire all'evoluzione personale e

professionale delle persone. Io sono felice se riesco

a dare questo contributo. Per questo motivo ho

deciso di abbracciare questo progetto che mi è

stato presentato ovvero di occuparmi dell'apertura

di nuovi mercati e alla crescita degli stessi in termini

di coinvolgimento di persone, professionisti del real

estate, in EMEIA (Uk, Europa, Emirati Arabi, India e

Africa). Il progetto di eXp Realty, digital brokerage

di matrice americana, è quello che creare la più

grande community di agenti immobiliari al mondo.

In questa azienda i professionisti trovano

opportunità di evoluzione professionale, tecnologie

innovative che hanno ampiamente abbracciato la

digitalizzazione come mezzo per lavorare meglio,

buoni guadagni, possibilità di essere parte in qualità

di azionista stesso di una società globale, continuo

interscambio con persone operanti in ogni parte del

monto. Il nuovo progetto a cui ho deciso con gioia

di contribuire ha veramente l'obiettivo di costruire

un qualcosa a supporto dell'umanità. Per questo

motivo ho deciso di fare il salto. Non possiamo

ostacolare l'avvento del nuovo che avanza. La

pandemia ha accelerato i processi di

digitalizzazione, ma quest'ultima deve essere

utilizzata come mezzo per un obiettivo che ha

sempre al centro l'essere umano. In questa azienda

innovazione e tradizione si incontrano e combinano

in maniera eccellente.

La tecnologia ha di certo cambiato le nostre

esistenze: secondo te, quali sono gli aspetti

positivi e quali quelli negativi che ha apportato?

La tecnologia diventa “cattiva” se si sostituisce

all'uomo; è invece un mezzo ottimo per vivere e

lavorare meglio che resta mezzo. Viviamo ormai in

un mondo dove lo smartphone è diventato il nostro

secondo cervello; dove si parla di impiantare

microchip wirelesse sottocutanei per controllo e

possibilità di effettuare operazioni quotidiane più

velocemente. Ecco io credo che sia importante non

prendere una deriva tecnologica facendosi

sopraffare dalla stessa. L'essere umano per quanto

mi riguarda deve restare al centro degli scopi

imprenditoriali.

Descrivici la tua routine: com'è la giornata tipo

di una grande businesswoman?

Sveglia molto presto, meditazione e preparazione

della colazione ai bambini; accompagno a scuola i

bambini (è una routine da cui non prescindo mai e

che mi fa cominciare bene la giornata). Dopodichè

comincio una serie di video riunioni (in questo

momento virtuali) con i collaboratori dei vari Paesi

che coordino, intervallati da incontri con possibili

partner, interventi a conferenze. Il pranzo è sempre

veloce; a volte mi concedo un pic nic al parco vicino

casa con il mio compagno, o una lezione di pilates.

Nel pomeriggio riprendo gli incontri e cerco di

riservarmi almeno un ora dedicata al pensiero

strategico e alla progettazione. Al ritorno dei

bambini da scuola mentre io lavoro loro fanno i

compiti. La pandemia mi ha costretto a casa, io che

viaggiavo moltissimo, ma questa nuova routine con

la possibilità di seguire di pi+ i miei figli che stanno

crescendo non mi dispiace. I pasti li preparo

sempre io (adoro cucinare e mi rilassa). Alla sera

può accadere di essere impegnata in alcune

riunioni (con i fusi orari è naturale) ma non

mancano le serate di relax con i figli o di

chiacchiera con le amiche. Dal prossimo ottobre

riprenderò a viaggiare per lavoro, cosa che adoro.

ilyprof@gmail.com

INFO:

www.exp.net/iprofumi


nella

Stanza

dei

"Troppo brava, troppo ambiziosa, troppo capace per

essere una vera donna". Molto raramente i media

mostrano una donna leader che esercita con

successo le sue funzioni; di solito le donne di potere

vengono dipinte come nevrotiche, ostili, irascibili,

pericolose; si pensi a ritratti cinematografici come

quello di "Il diavolo veste Prada" . Le donne potenti

disturbano perchè mettono in luce una dissonanza tra

potere e genere che crea disagio. Questi fenomeni

ostili rischiano di cacciare le donne in un vicolo cieco:

se si mostrano competenti, ambiziose, aggressive

suscitano reazioni negative per lesa femminilità; se si

rivelano più discrete e attente alle relazioni, vengono

giudicate inadatte ad assumere posizioni di

leadership. Le donne sono così costrette ad una

Bottoni

navigazione accidentata, impegnate, da un lato, a

evitare di essere assimilate allo stereotipo

tradizionale e, dall'altro, a contenere le espressioni di

competenza ed efficacia, che trasgrediscono le

prescrizioni relazionali. Sta di fatto che quando una

donna entra nella stanza dei bottoni, dovrebbe sentire

la responsabilità di portarsi dietro altre donne. E mi

viene di aggiungere che se anche gli uomini ci

dessero una mano, fossero nostri alleati nel creare un

sistema paritario, sarebbe tutto più semplice e veloce.

Un endorsment importantissimo. Dietro ad una donna

di successo c'è sempre il duro lavoro ed anche, in

molti casi, il coraggio di farsi avanti e la capacità di

saper riconoscere e sfruttare un momento propizio.

Entusiasmo, intraprendenza, determinazione,

lungimiranza: è un mix perfetto quello che

contraddistingue le nostre Top Women.

Professioniste, imprenditrici e manager che hanno

scelto di inseguire i propri sogni e di mettere in

campo perseveranza e capacità di problem solving

per raggiungere traguardi sempre più ambiziosi.

Testimonianze preziose di donne che hanno saputo

inventarsi ed in alcuni casi "reinventarsi" o che hanno

individuato in un periodo di estrema incertezza uno

stimolo in più per correre il rischio di cambiare vita. Le

donne di questa rubrica condividono i miei stessi

valori e il mio impegno a cambiare le cose: è

responsabilità di chi ha una voce usarla per far sì che

anche chi non ne ha una possa finalmente dire la

propria. Dare voce a chi non ce l’ha è l'unico modo

che porta un cambiamento nel mondo. Nonostante le

donne abbiano attenuto i propri diritti e siano state

varate delle leggi per tutelare il proprio status, la loro

lotta non è ancora finita e non finirà fino a che la

società mondiale non ci riconoscerà pari opportunità:

la parità di genere è una questione Etica e di Diritto.

Ritengo che questa sarà la più rivoluzionaria sfida per

il prossimo futuro: eliminare il concetto di superiorità o

di inferiorità dell’uno o dell’altro sesso, i ruoli

stereotipati, e preparare le giovani donne ad

assumere responsabilità decisionali in campo politico,

economico, sociale e culturale senza rinunciare al

sapere della loro differenza di genere, anzi portandola

nelle sedi opportune.

Testo ispirato al libro "Psicosociologia del maschilismo" di Chiara Volpato.


Sociologa, Esperta in Comunicazione e Mass-Media; Esperta in Analisi e

Valutazione di Politiche di Welfare; Esperta in materia di Prevenzione e Contrasto alla

Violenza di Genere e Lotta agli Stereotipi afferenti al Servizio Politiche Sociali e Socio

Educative; Esperta in Politiche per l'Integrazione Sociale e Contrasto alla povertà;

International Affaire Professional Knowledge Visionary (Esperta in Politiche e Strategie

Aziendali Internazionali);

La sua carriera inizia nel 2002 come Presidente di Confartigianato Donna

Impresa (l'associazione italiana delle piccole e medie imprese artigianali gestite da

donne). Condividere le migliori pratiche nell'imprenditoria femminile è la passione della

sua vita: nel 2006 fonda l’Associazione Donna Impresa e la rivista Donna Impresa

Magazine www.dimagazine.it di cui è Presidente.

Ad oggi è Presidente di International Women ( International Association Women

Entrepreneurs and Business Leaders - Employment, Social Affaire & Equal

Opportunities); Ambasciatrice della Moda nel Mondo per la Camera della Moda Italiana;

Fondatrice Donna Impresa Associazione non-profit che si occupa di pari opportunità e di

contrasto alla violenza di genere fisica (domestica) e psicologica (nei luoghi di lavoro) ;

Accademico d'Onore dell' Accademia Internazionale Mauriziana; Accademico d'Onore

della Norman Academy INC; Professoressa Norman Academy INC; Accademico

d'Onore per la sezione Enogastronomica Norman Academy INC; Accademico d'Onore

dell’ Accademia Europea per le Relazioni Economiche e Culturali; Ambasciatrice per

la Pace e la Cooperazione fra i Popoli Repubblica delle Filippine; Ambasciatrice Club

Internazionale Billionaires Elite VIP ( USA); Membro del Consiglio di Amministrazione

dell'Investment Migration Council IMC; Membro dell’International Parliament Higher

Education Ministry (Women & Leadership).

www.dimagazine.it 29

SPECIALE

WOMEN INSPIRING THE FUTURE: IN PRIMO PIANO

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Mamma e manager

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la

determinazione

Donna

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Intervista alla dott.ssa Ivonne Capelli

Nel 2015 veniva nominata tra i Capitani Coraggiosi dell'Anno. Da allora “coraggio” è

stata la parola chiave della sua vita, personale e professionale. In particolare nella

gestione dell'emergenza Covid a Villa Giulia. Com'è andata…

Nel 2015 ricevevo il tributo/nomina di capitana coraggiosa tramite un'intervista nella quale

si evidenziava il mio grande coraggio, pubblicata nella quindicesima edizione del volume

che premia le eccellenze italiane. Se negli anni dell'adolescenza e della gioventù riuscivo

poco ad essere coraggiosa, nell'età adulta ho iniziato a sviluppare questa dote che mi è

stata di grande aiuto durante tutta la crisi sanitaria Covid a Villa Giulia, casa residenza

anziani di Pianoro (BO) che dirigo assieme a mio fratello. L'esperienza della pandemia è

stata complessa soprattutto perché non avevamo strumenti. Per affrontare tutte le difficoltà

ho seguito un lungo periodo di formazione. Da gennaio 2021 la situazione è migliorata e i

residenti nonché gli operatori sono stati vaccinati. Il peggio è passato, grazie al vaccino

guardiamo con fiducia al futuro.

In un articolo ha sostenuto l'importanza della ginnastica intellettuale per la terza e

quarta età. Ci spiega attraverso quali attività e laboratori, avviati a Villa Giulia, è

possibile dare beneficio psicofisico ai residenti anche affetti da demenza?

A Villa Giulia sono attivi diversi progetti sia di gruppo che personalizzati curati da animatori

e da liberi professionisti a beneficio dello stato cognitivo, tra cui: Rot Therapy, Reality

Orientation Therapy, terapia di riorientamento spazio temporale; Narrazione teatrale

interattiva, per stimolare l'innalzamento del tono umorale e per provocare emozioni positive

recuperando la memoria positiva; Silver English, familiarizzazione con una lingua straniera

per la diminuzione della memoria e della capacità di verbalizzazione; Skype rivedo

Bologna, attraverso visite guidate della città in diretta per una ri-esperienza virtuale.

Non solo ginnastica per la mente ma anche per il corpo e soprattutto uno staff

coinvolto nel wellness al 100%, è così?

Da sempre sostengo il dixit mens sana in corpore sano e ho esteso questa convinzione ai

miei residenti eatuttelecollaboratrici e collaboratori. L'OMS ha pubblicato le nuove linee

guida per contrastare, attraverso l'attività fisica, la sedentarietà, che, purtroppo, secondo la

stessa Organizzazione, a livello globale 1 adulto su 4 non segue i livelli raccomandati di

attività fisica con il risultato di aumento del rischio di morte nelle persone insufficientemente

attive dal 20 % al 30 % rispetto le persone attive. Per questo da gennaio 2020 ho

organizzato ed avviato un corso di Wellness aziendale nella rinnovata palestra della nostra

struttura. Il corso è rivolto a tutte le dipendenti e collaboratrici, per due volte alla settimana

divisi in due gruppi, in modo da consentire la partecipazione in base ai turni. Le lezioni

sono tenute dalla Dottoressa Laura Dell'Aquila. Ad oggi, la partecipazione è alta tra le

collaboratrici e rappresenta il 53%. Per quanto riguarda le residenti la percentuale di

adesione alla ginnastica dolce di gruppo è del 65%. Sono molto soddisfatta di questi

numeri.

Per il terzo mandato consecutivo è stata rieletta del Direttivo regionale di ANASTE.

Ripeterete l'esperienza del Bilancio Sociale anche quest'anno?

Sì, mi fa molto piacere questa riconferma di Tesoriere nel Consiglio Direttivo di Anaste –

Associazione Nazionale Strutture Terza Età. Stiamo lavorando alla stesura del Bilancio

Sociale dell'Associazione regionale che racchiude le informazioni e i dati del settore delle

Strutture Socioassistenziali associate ANASTE. Un momento di analisi e riflessione che

apre un dibattito con la cittadinanza e le istituzioni a tutela della terza età ma anche delle

associate.

Chiudiamo in bellezza, con la nomina nel 2021 nel CDA di Emilbanca. Cosa

rappresenta per lei questa nomina e questo riconoscimento?

La nomina in consiglio d'amministrazione di Emilbanca è per me motivo di soddisfazione e

orgoglio, sia come donna che come professionista. Il mio interesse al mondo bancario

iniziava ai tempi della mia laurea all'Alma Mater di Bologna, in tecnica bancaria con una

tesi dal titolo Le merchant banks. All'epoca era un argomento rivoluzionario e del tutto

sconosciuto ma che mi coinvolse moltissimo, spingendomi a viaggiare a Roma e Milano

per acquisire documentazione. Per lo stesso titolo vinsi una borsa di studio dall'Ordine dei

Dottori Commercialisti di Bologna. Penso che la determinazione, la volontà, la voglia di

aggiornarsi costantemente mi hanno aiutata a raggiungere una meta molto importante e

sedere oggi nel board di 17 membri, insieme ad altre due donne. Sono felice che la Banca

abbia investito in me. Per una donna nulla è impossibile, volere è potere!

Imprenditrice

IVONNE

_ Proprietaria di

VILLA GIULIA _ Pianoro Vecchio (Bo)

CAPELLI


MI PRESENTO

Innanzi tutto vorrei ringraziare Valeriana

Mariani per l’opportunità ricevuta: sono

convinta che il futuro del pianeta, dopo un

trauma globale così violento e imprevedibile,

sarà affidato alla nostra capacità di dialogare

tra posizioni opposte, divergenze, differenze,

imparando a incuriosirci, conoscerci, rispettarci

gli uni con gli altri in modo radicalmente più

profondo di quanto avessimo mai fatto fino

adesso. In tal senso sono felice e orgogliosa di

presentarmi a un universo come quello

dell’imprenditoria femminile, io che vengo da

una combriccola di artisti, che vivo tra attrici,

registi, scrittori, con un forte contatto con il

mondo della terapia e dell’olismo. Direbbe

Snoopy “Nacqui in una notte buia e

tempestosa…” in realtà effettivamente la mia

infanzia e la mia adolescenza sono state molto

complicate per una pesante situazione

familiare e, come accade a molti scrittori, mi

sono creata la mia capannuccia di Robinson

tra libri, film, viaggi e una grande passione per

la bellezza. Ero una secchiona, ma non ho mai

seguito percorsi convenzionali scegliendo

sempre la passione, senza preoccuparmi delle

conseguenze: laurea in filosofia, studi di

scrittura cinematografica, corsi di arteterapia e

costellazioni familiari (sia a sfondo familiare

che professionale-imprenditoriale qui sì)…e

tanto altro. Dopo l’evento molto complesso

della morte di mia madre ho avvertito quanto

dovessi prendere in pieno carico la mia

creatività inesplorata, malgrado le tante piccole

esperienze fatte, e dedicarmi completamente a

ciò che amavo, senza mezzi termini: scrivere.

Ho messo a fuoco una serie di temi personali,

che vanno dall’introspezione psicologica

all’umorismo anglosassone,

dall’approfondimento delle relazioni alla

differenza sessuale, dal buddismo (fede che

abbraccio convintamente da 27 anni) alla

spiritualità in senso lato, la riscrittura più o

meno fedele di biografie illustri, l’esoterismo, la

politica traslata metaforicamente, l’amore

declinato in tante forme non tipiche e ho creato

un mio piccolo universo, consultabile su

www.robertacalandra.it dove per ogni singolo

progetto mi sono concentrata sul creare la

giusta squadra di lavoro. Come indole sono

propensa a pensare che il vero successo sia

essere se stessi, prima ancora che essere

riconosciuti e così, nel creare questo tragitto

unico, mattone su mattone, ho incontrato

anime affini, compagni e compagne di viaggio

che avevano il desiderio di esprimersi con

modalità analoghe, senza paura di rischiare

anche forme di rappresentazione insolite,

come l’utilizzo di accenti surreali e grotteschi

nel teatro. Sicuramente il fatto di scavare così

a fondo in tematiche personali ha i suoi prezzi:

rimettersi costantemente in discussione,

pagare una sorta di esclusione dai circuiti

produttivi consacrati, assumersi costantemente

in prima persona ogni rischio, materiale e

psicologico. In tal senso considero la mia una

battaglia vinta, perché ho realizzato già diversi

progetti che apparivano impossibili, come il

romanzo “Otto” che è oggi il mio cavallo di

battaglia, portato anche a teatro, fiabe

buddiste, fumetti sulle zie, un memoriale del

doloroso disagio psichico materno, un romanzo

e uno spettacolo su Anna Freud, la mia

versione del legame tra Gesù e la Maddalena

e tanto ancora bolle in pentola e cerca casa.

Sono anche molto felice della mia recente

collaborazione con il Magazine Rewriters, che

mi permette di dare luce anche al lavoro altrui,

su basi di innovazione e stima. Oggi, momento

in cui la cultura ha subito colpi così gravi,

penso più che mai che continuare a creare sia

un’azione fondamentale, preziosa e più che

mai cerco di ascoltare i richiami del mio cuore

e le suggestioni dell’esterno, cercando

costante rinnovamento. Con la stessa caparbia

ostinazione mi sono rotta più volte il muso su

relazioni complicate, ho amato tremendamente

amici e amiche, a casa mia non mancano mai

gatte – attualmente tre: Futura, Lea e Grace -

e alla mia adorata nipote biologica Lisa ho

virtualmente affiancato il meraviglioso giovane

Leonardo. Da pochissimo sta arrivando anche

Maia. Divido il mio tempo tra Roma e la

campagna di Capalbio, dove divido con mia

sorella una piccola casa, e, malgrado sia

veramente difficile, cerco di creare valore ad

ogni istante. Come difetti principali posso

vantare una certa ostinazione verso cause

perse, il costante sopravvalutare le mie forze,

la tendenza a sobbarcarmi tutto da sola in ogni

nuova impresa, i sogni a volte troppo visionari

dei Pesci e la concretezza a volte frustrante

della Vergine che ho per ascendente. L’unione

degli opposti mi interessa molto, e, come un

alchimista spesso troppo impaziente, la

perseguo con costanza. Da bambina la mia

favola preferita era “La regina delle nevi” . Da

grande il romanzo top “Le ore” di

Cunningham. Amo la musica in ogni sua

declinazione, anche se sono stonata come una

campana, le notti di luna piena, le rose e le

mimose, il mare, ogni decollo, ogni atterraggio.

Prego per avere sempre la forza di non

smettere di creare, stupirmi, trattenermi dal

giudizio affrettato, dalle reazioni impulsive e

non dare mai nulla e nessuno per scontato.

Grazie con tutto il cuore per l’opportunità

offerta..

Otto

E-mail: roberta.calandra@gmail.com _ Mobile 339 8188739 _ Web: www.robertacalandra.it


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Autrice - Arteterapeuta - Costellatrice Familiare - Roma - Italy

ROBERTA

CALANDRA


Nella foto: l'imprenditrice Beatrice Moschetta

Beatrice


Bioprofumeria

Moschetta

La tua

bioprofumeria di

fiducia 100% vegan

e cruelty free!

Ampia selezione di

make-up e prodotti

per la cura della

persona.

La nostra è la prima bioprofumeria online

100% vegan in Italia - ci dice la graziosa

29enne proprietaria Beatrice Moschetta -

Abbiamo ufficialmente aperto i battenti il

26 aprile 2021. La passione per il makeup,

unita alla scelta etica che ho

intrapreso ormai anni fa, mi ha spinta a

voler dare vita ad un sogno che ho

tenuto nel cassetto per molto tempo: la

creazione di una Bioprofumeria Vegan

appunto. Il periodo difficile che abbiamo

vissuto, e stiamo vivendo, ha fatto sì che

si che io virassi verso la sola

Vegan

realizzazione di un e-commerce, settore

di cui conosco bene le potenzialità. La

particolarità di questo negozio è quella di

offrire un catalogo di soli prodotti senza

componenti di origine animale. Andando

a "scandagliare" la lista ingredienti di tutti

i prodotti dei migliori brand del settore

per poi andarli a rivendere sul mio sito.

Lo store fa in modo che qualsiasi

individuo che per scelta etica voglia

usare solo prodotti vegan, non debba

perdere tempo controllando

minuziosamente le liste INCI dei

bellescoperte

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35


BIOPROFUMERIA

VEGAN

produttori o di altri rivenditori. In questo modo si

argina anche la possibile frustrazione e delusione

del cliente che pensa di acquistare un prodotto

realizzato senza componenti animali da un noto

brand cruelty-free che magari, al contrario,

commercializza anche prodotti non vegan. Il

catalogo attualmente è composto da oltre un

migliaio di articoli – precisa Beatrice –, mirati a

soddisfare ogni esigenza di donne, uomini e

bambini: dalla cura della persona al make-up e ai

prodotti di igiene, dai rimedi naturali ai prodotti per

la cura degli animali. Sensibili anche alle tematiche

ambientali, selezioniamo prodotti con packaging in

bio-plastica, vetro e alluminio (se non, addirittura,

detergenti in formato solido e, di conseguenza,

zero-waste), proponiamo alternative riutilizzabili

come assorbenti e dischetti struccanti lavabili,

nonché rasoi di sicurezza, al posto della controparte

usa e getta. Tutti i materiali scelti per l'imballo dei

pacchi per le spedizioni sono plastic-free,

riutilizzabili ed interamente riciclabili, in quanto

composti solo da carta e cartone. Essendo vegana

da svariati anni e molto sensibile alle tematiche

riguardanti gli animali, ho deciso di devolvere una

parte dei primi introiti per il tesseramento a tre

associazioni (LAV, Essere Animali e Rat Rescue) e

sicuramente in futuro continuerò a effettuare

donazioni per la salvaguardia degli animali. Questo

a dimostrazione di come la mission di Bioprofumeria

Vegan non sia solo il mero guadagno economico,

ma che faccia dell'aspetto etico della scelta vegan il

proprio timone, andando a contribuire

concretamente all'opera che varie realtà

antispeciste pongono in atto per la salvaguardia del

mondo animale. Nel mio piccolo, insieme ad altre

aziende e rifugi sensibili alla tematica vegan, mi

sono proposta di distribuire gratuitamente,

allegandola ad ogni ordine, la fanzine semestrale

auto-prodotta “Giungla”, una rivista antispecista

creata dall'attivista Giù Veg e dall'illustratrice

Violinoviola. Bioprofumeria Vegan si pone quindi

come punto di approdo per persone che abbiano

già intrapreso la scelta di vita vegan ma anche,

senza pregiudizio alcuno, per chi è solamente

interessato alla tematica o semplicemente

incuriosito. Il progetto – conclude l'imprenditrice –

ha già suscitato interesse e riscosso successo sia

all'interno della galassia vegan, che presso

acquirenti che non hanno (ancora) intrapreso il

percorso di consapevolezza che è base della

Bioprofumeria. Svariati già gli ordini da clienti che

attualmente non sono vegan ma che si sono

complimentati sia per la scelta dei prodotti di qualità

ma, soprattutto, per l'attenzione e la cura dimostrata

verso quelle tematiche così delicate quali la tutela

ambientale e la difesa degli animali. Questo ad

ulteriore dimostrazione che, per quanto osteggiata

da svariati settori, l'alternativa vegan si rivela

estremamente valida ed apprezzata da un pubblico

eterogeneo, in cui la consapevolezza si mischia con

la curiosità e fa in modo che questa tematica venga

comunque riconosciuta e discussa.

LINK AL SITO: https://bioprofumeriavegan.it PAGINA FACEBOOK: https://www.facebook.com/bioprofumeriavegan PROFILO INSTAGRAM: https://www.instagram.com/bioprofumeriavegan


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HANNODETTO

HANNODETTO

Rubrica a cura di Patrizia Esposito

*ILARIA VENTURINI FENDI

*ILARIA PROFUMI

*LARA PONTI

*ALESSANDRA GRITTI

*VALENTINA FREDIANI

*CHIARA BURBERI

*ELENA DAVID

*MARINA SALAMON

*MARGHERITA REZZONICO

*RAFFAELLA GREGORIS BAKEL

*SERENA ALBINI

*FEDERICA TISATO

*CANTINE NONINO

HANNODETTO

WWW.DIMAGAZINE.IT

www.dimagazine.it 38


PATRIZIA

ESPOSITO

www.dimagazine.it

La sostenibilità felice

Valeriana Mariani è molto attenta ai cambiamenti e questa volta apre le pagine della rivista

Donna Impresa Magazine al tema della Sostenibilità. Imprenditrici di ambiti diversi

intervistate da Patrizia Esposito, disegnano la loro mappa per un viaggio verso la

sostenibilità felice sorprendente e illuminante, punti insoliti e inesplorati, dove si scoprono passo

dopo passo come creare un'azienda felicità: essere, conoscere, applicare.

Dietro le frasi “Cambiare o perire” , “Il futuro non è più gestibile” , si nasconde una povertà di

idee, di valori, di relazioni, di amore, per cui tutto si riduce ad una continua lotta per

sopravvivere. Eppure qualcuno ha deciso di tagliare il cordone ombelicale che lega le

persone ad una fonte di conformismo per diventare un Visionario, persona capace di

trasformare l'economia ed il business, perchè dotato di un sesto senso che è l'Intuito e di un

settimo senso che è il Sogno. Quella persona alimenterà l'intelligenza ed imparerà a gestire

le principali fonti di valore di una nuova economia. Le nuove aziende create avranno una

unicità nel Carattere, nel Fisico e nello Stile e saranno i tramiti di una nuova coscienza

aggregativa verso il raggiungimento di più alti livelli di libertà. Esse saranno consapevoli

che il grande Vantaggio Competitivo sarà nella unione della Mente con lo Spirito,

dell'Intelletto con il Cuore. L'economia si unirà all'etica e si creerà un nuovo mondo degli

affari e delle relazioni, la comunicazione sarà il legame più “fruttuoso” nel mondo globale.

L'economia sarà il prodotto visibile dell'etica ed esse collaboreranno come un'unica entità,

una unica realtà, infatti più ricco sarà il sistema dei valori di un'azienda, più ricca sarà la sua

economia ed il suo business sarà più solido e duraturo. La FOLLIA VINCENTE! La nuova

azienda leggerà i problemi come spinta alla propria evoluzione. La sua sostenibilità sarà

felice in quanto deriva dalla consapevolezza delle tre identità della persona: fisica, psichica,

spirituale in armonia con l'ambiente in un abbraccio dinamico con l'economia, i valori, i

talenti e la fiducia. Ciò che ho descritto come viaggio immaginario si preannuncia molto

reale.


Avv.VALENTINA FREDIANI Founder & Managing

Director Colin & Partners

"La Sostenibilità è un Sentimento Imprenditoriale, che include

equilibrio fra gli obiettivi e il benessere collettivo del team

aziendale. La mia è una realtà che nasce nel 2001 e nei primi 7/8

ani di attività ho preso consapevolezza della diversità che esiste

fra l'attività professionale dell'avvocato e le esigenze

imprenditoriali: la gestione del tempo, la guida di un gruppo di

persone verso gli obiettivi e l'attenzione alle esigenze del cliente.

Abbiamo un team di giovani, e anche questa scelta è un impegno

di sostenibilità, perchè investiamo nelle nuove generazioni per

rispondere a nuovi modelli di business. Un approccio condiviso,

disponibilità, elasticità essere più vicini alle persone è un percorso

di sostenibilità in cui abbiamo creduto fin dall'inizio. Unire obiettivi

e esigenze delle persone: questo è quello che chiamo sentimento

imprenditoriale, vivere bene permette di anticipare le situazioni,

essere in grado di modificare i comportamenti in parallelo ai

cambiamenti del mercato e del business. Una visione allargata

permette di sfruttare gli strumenti per migliorare l'attività di contatto

con i clienti. La nostra azienda è un micro mondo e per questo

deve essere attenzionato in ogni suo aspetto: a conferma di ciò ad

esempio abbiamo organizzato negli anni passati un percorso di

ginnastica correttiva in azienda per aumentare consapevolezza

alla salute da parte delle persone, ed attivato già dal 2018 lo smart

working per una maggiore flessibilità nella gestione degli impegni

di natura personale . “Oggi più che mai penso ad un ruolo molto

importante dell'impresa: essa avrà un'Anima e una Personalità e

assumerà una responsabilità educativa sociale. Questa

consapevolezza inciderà costruttivamente nel ridefinire il Valore Economico del fare impresa, non più misurato

primariamente in un profitto privato dell'etica, ma ricomposto in una competizione sana, che sappia convivere con

l'ambiente intero”.

CHIARA BURBERI AD REDOOC .COM

"La sostenibilità è dare e ricevere con responsabilità in tutti gli ambiti della vita. La Sostenibilità è sinonimo

di bene comune, da raggiungere attraverso la responsabilità individuale. I 17 goals dell'agenda 2030

dell'ONU si dividono in educazione ambientale, educazione civica e educazione economica. Parlare solo di

sostenibilità ambientale è riduttivo, anche se il tema

ambientale è chiave: la Terra è il miglior pianeta B che si

possa immaginare! Il bene comune deriva dalle piccole

azioni quotidiane che facciamo individualmente: l'impatto

non è visibile nell'immediato, ma solo nel medio-lungo

termine e quindi sono faticose da mettere in pratica, per

la nostra società che vuole tutto e subito. La forza di

volontà di una visione lungimirante attraverso i piccoli

gesti quotidiani i nostri giovani ce l'hanno molto più di noi;

noi adulti siamo meno propensi alla collaborazione, ci

portiamo ancora addosso il DNA dell'Italia dei Comuni

medioevali. Dobbiamo riappropriarci del significato

originario della parola "Educazione", dal latino educere,

"tirare fuori", per dare l'opportunità ai nostri ragazzi e

ragazze di scoprire e far emergere i propri talenti, piccoli

o grandi. Purtroppo la scuola, malgrado l'obiettivo

dell'Educazione di Qualità (Goal 4) segue il messaggio

dell'"Istruzione", tante materie studiate a cassetti

indipendenti tra loro, senza collegamenti in grado di dare

un senso, un significato reale, concreto. Materie studiate,

non imparate perché manca la curiosità, la passione.

La sfida per noi adulti è ricominciare ad educare i nostri

figli e figlie alla responsabilità individuale, facendo

comprendere il valore del bene comune, per raggiungere

gli obiettivi di sostenibilità dell'agenda 2030."

ELENA DAVID Consigliere Indipendente Fideuram Intesa

San Paolo

"La Sostenibilità della Conciliazione. Noi viviamo in una società

ancora culturalmente chiusa alle donne, dove la carriera è limitata o

difficilmente accessibile: le uguali possibilità all'accesso alla carriera

dovrebbero evidenziare un fattore discriminante che è la

meritocrazia, dove la sostenibilità è data dall'accesso per tutti ad

ambire un proprio sviluppo personale. Ma oggi le pari opportunità di

accesso sono fortemente condizionate dal ruolo ancestralmente

assegnato alla donna in ordine alla cura della famiglia e degli

anziani, e da un sistema di welfare sociale che non favorisce la

sostenibilità in questo senso. Una ragazza laureata si trova davanti a

scelte come la carriera oppure la famiglia: ma queste non devono

essere antitetiche, piuttosto inserite in un sistema sostenibile

circolare. Oggi questa divisione non è più realistica. Sono fiduciosa

nei giovani, meno nelle sovrastrutture sociali ed in una parte delle

classi dirigenti che non recepiscono i nuovi modelli. Abbiamo uno

sguardo limitato al breve, dovremmo allargare la visione ad un

orizzonte più ampio. La sostenibilità etica nelle aziende è un altro

gradino di consapevolezza verso un profitto necessario ma diffuso,

non solo per pochi, alimentando così la disuguaglianza e la povertà.

Questa comprende la responsabilità verso l' ambiente, che riguarda

tutti e tutto, anche se ancora oggi si vedono incidenti ambientali

causati da una pochezza e una superficialità a volte sconcertante. La

pandemia ha imposto delle riflessioni sulla sostenibilità e sulla

precarietà del sistema di equilibrio creato da un consumismo eccessivo, dagli atavici squilibri territoriali,

inceppatosi e aggravato al sopraggiungere di questo evento mondiale."

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hannodetto

MARINA SALAMON

"La Sostenibilità è unione nella diversità verso lo stesso scopo. La parola sostenibilità tende a

subire interpretazioni individuali, si divide in tante dimensioni e si presenta come la nostra storia

che ci ha visti, nei secoli, separati: non abbiamo ancora superato i limiti di questo sguardo. Serve

un'apertura di visione, unendo cuore e testa, per creare nuovi rapporti con le persone. Molte

persone con una formazione economica si limitano a applicare le formule e si fanno poche

domande, eppure qualcosa sta cambiando: all'Università Ca' Foscari di Venezia hanno introdotto

il nuovo corso di laurea in “Philosophy and Economics", in cui le due modalità di conoscenza

della realtà stimolano la plasticità del nostro cervello per apprendere e sviluppare idee

innovative. La storia italiana è caratterizzata (ancora) dalla divisione fra gli ambienti accademici e

quelli imprenditoriali: viaggiano su due binari paralleli senza

incontrarsi, così come fra le stesse imprese, dove si sviluppa

una concorrenza feroce, mentre sarebbe positivo per tutti

avere un dialogo costruttivo, così come accade già nel settore

digitale, in Silicon Valley. Credo nella possibilità di unire lo

sguardo economico con lo sviluppo umano: perchè ciò accada,

io parto dalla responsabilità individuale: ogni azione della mia

vita, ogni mio gesto deve essere coerente con la mia visione.

Capisco come va il mondo esplorandolo, frequentando la

gente, osservando relazioni e comportamenti, per esempio

attraverso il volontariato. Io vedo due tendenze post pandemia:

1) aprirsi fiduciosamente 2) mantenere le vecchi certezze.

La prima nasce con l'apertura all'altro, diversità incluse,

attraverso un'etica responsabile, per creare anche mestieri fatti

di dignità. Ci sono tanti giovani che si muovono in questa

direzione, per costruire un mondo migliore di quello in cui

stanno vivendo, che hanno uno sguardo presente e lontano

con pensieri in azione che nell'immaginario comune sono

dimensioni utopiche. Niente e nessuno è isolato e noi stiamo

facendo del nostro meglio per prenderci cura del mondo."


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Hannodetto

a cura di Patrizia Esposito

ILARIA VENTURINI FENDI titolare e designer del

marchio Carmina Campus

"La Sostenibilità che cambia il mondo. La persona possiede la

capacità di trasformare la realtà che la circonda, sia sul piano fisico,

psichico e spirituale, influenzando i cambiamenti a livello sociale,

economico e ambientale. Con questa consapevolezza essa può

decidere di Creare senza Distruggere e ricomporre ciò che è

materiale di scarto in forme di bellezza etica. E' ciò che ha fatto Ilaria

Venturini Fendi (figlia di Anna, una delle cinque sorelle Fendi) creando

Carmina Campus nel 2006, un progetto in cui creatività e alto

artigianato si abbinano al rispetto per l'ambiente e all'impegno sociale,

la sostenibilità declinata nella moda e nel design, attraverso una

visione innovativa.Tutto il sistema moda sta cambiando, si accelerano

i ritmi e Ilaria sente di non riuscire a dare più un senso al lavoro che

sta facendo. Acquista I Casali del Pino per dedicarsi all'agricoltura.

Inizia la conversione al biologico e questo episodio le suggerisce

l'idea che moda e agricoltura, ispirati dagli stessi valori legati alla

sostenibilità, possano diventare due attività da portare avanti insieme.

Crea così il suo marchio Carmina Campus, con il quale, grazie al suo

passato know-how e alla perizia di abili artigiani italiani, propone

borse, accessori e mobili utilizzando materiali di riuso. Con la stessa

filosofia questa volta incentrata sul lavoro come strumento di riscatto,

nel 2007 Carmina Campus crea il suo primo progetto di lavoro in

Camerun per una comunità di donne svantaggiate. Ilaria nel 2009

accetta l'invito dell'agenzia dell'ONU International Trade Centre a spostare il suo progetto nel loro hub di Nairobi in

Kenya. Inizia una lunga collaborazione che coinvolge una comunità di oltre 90 donne che vivono nelle discariche di

Nairobi. L'obiettivo è fornire opportunità di lavoro creando microimprenditori indipendenti ed è riassunto dal motto “NOT

CHARITY, JUST WORK”. Lo scopo trovato di Ilaria Venturini Fendi è contribuire in prima persona e con il suo gruppo di

collaboratori, allo sviluppo di una cultura del ben-essere e del ben-vivere che possa ispirare e incoraggiare le persone

verso la felicità sostenibile."

LARA PONTI CEO Ponti Spa

"La sostenibilità è nel DNA della nostra azienda, che vive da 9 generazioni. Lo

sviluppo sostenibile è la capacità di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali

senza compromettere le possibilità di quelle future. Questa definizione mette a

fuoco i concetti chiave della sostenibilità: la centralità del futuro e del legame

intergenerazionale, la cura delle risorse in senso allargato, la ricerca

dell'equilibrio dinamico e continuo tra istanze diverse, la visione di lungo periodo.

Assumere questa consapevolezza vuol dire lavorare per accrescere le ricadute

positive dell'impresa su tutti i soggetti coinvolti, sui territori, diminuire gli impatti

negativi e inserirsi in un processo di cambiamento ed evoluzione costanti. La mia

famiglia ha sempre vissuto l'azienda come un bene comune, come parte

integrante di una comunità di cui deve alimentare lo sviluppo. Quando sono

entrata in azienda, dopo una lunga esperienza nella cooperazione sociale, ho

portato l'abitudine a rendicontare, rendere trasparenti gli impatti dell'impresa

anche relativamente a dimensioni extraeconomiche: le persone che lavorano con

noi, i fornitorieiclienti, l'ambiente, le comunitàeiterritori.Perchèlasostenibilità

d'impresa è anche l'assunzione di un dovere sociale: l'azienda attinge alle risorse

del territorio ma deve anche alimentarle grazie a un'occupazione inclusiva, allo

sviluppo economico, all'innovazione tecnologica, al supporto alle comunità .

Storicamente abbiamo sempre pensato alla qualità dei prodotti come frutto della

qualità dei processi produttivi, che si esprimono nelle relazioni con clienti,

fornitori, dipendenti, comunità. Parliamo di equità nei trattamenti, attenzione alle

persone, rispetto della legalità, trasparenza. Crediamo fortemente che il nostro

successo imprenditoriale abbia solide basi proprio in queste dimensioni. Per

questa ragione ci accingiamo a elaborare un Piano di sostenibilità per il prossimo

triennio ancora più sfidante e ambizioso di quanto non abbiamo fatto finora."

ILARIA PROFUMI Regional Director EMEIA

( UK,Europe, Middle East, India & Africa)ineXp Realty

"La Sostenibilità è Donna, per caratteristiche proprie del nostro

genere, abbiamo una sensibilità che ci consente di pre-vedere

(vedere prima, percepire, sentire) le situazioni. Sostenibilità = donna

come leader (quindi guida) del cambiamento dei costumi e delle

abitudini per un mondo sostenibile, per ribaltare un vecchio concetto

che dice vita mia e morte tua, ed affermare invece il modus vivendi

del "vita tua vita mea" per riscoprire comportamenti che vanno dalla

gentilezza, alla bellezza, all'applicare la felicità in azienda. Il mio

pensiero è sostenere il modello Work Life Integration: la sostenibilità

innovativa e inclusiva, che riguarda tutti gli aspetti della vita sociale,

ambientale e umana. Con la mia attività di manager guido le persone

di diversi paesi, entrando in contatto con culture diverse e questo mi

da modo di riscoprire il perchè si fanno le cose, che è non solo per

motivi economici ma anche per ampliare il significato del vivere e per

quanto mi sia possibile per diffondere la felicità "felix nel significato

latino del termine significa "fare fecondo", il campo felix era il campo

fecondo. vivere felici nel senso profondo del vivere fecondi,

generatrici di bene e benessere per se e per gli altri). La sostenibilità

non è solo ambientale, nuove e vecchie generazioni si dovremmo

avvicinare alla sostenibilità come ad una diversa modalità di vita e di

approccio ad essa: non è più il successo che determina la vita felice.

In questi momenti, oltre i soliti luoghi comuni, è importante guardarsi

dentro e interrogarsi sullo svolgere della propria vita e su quella degli altri. Sorrido a chi pensa di tornare alla normalità, ciò

è impossibile, il tempo lascia il segno: bisogna trovare la sostenibilità del mondo in cui ci è dato di vivere oggi. Come top

manager sento l'urgenza di andare verso la sostenibilità, dove la tecnologia è un mezzo per adottare comportamenti

sostenibili con al centro l'essere umano."

ALESSANDRA GRITTI Cofondatore,Vicepresidente e

Amministratore Delegato di T.I.P. Tamburi Investment Partners S.p.A

"La Sostenibilità è Apertura Mentale all'Evoluzione. L'argomento è complesso

per le sue diverse sfaccettature nelle tre macro direzioni: ambientale, sociale e

di governance. Per il primo punto, parlando di aziende quotate, esse sono da

tempo attente alle certificazioni ed a tutto ciò che il mercato richiede per il

rispetto dell'ambiente. sono obbligate a seguire le regole del mercato e della

competizione globale, anche se abbiamo molti esempi che vanno oltre

l'obbligatorietà: l'attenzione nel preservare il territorio dove spesso azienda e

imprenditore convivono e quindi anche su dimensioni più piccole. Possiamo

dire che oggi la sostenibilità ambientale è un impegno in cui il coinvolgimento è

di tutta la comunità. Poi c'è la sostenibilità sociale in cui non ci sono regole o

guide a cui far riferimento, anche se in Italia le imprese hanno spesso svolto

attività di rilievo per il proprio territorio e per le persone, vediamo scuole, centri

sportivi, chiese, arte realizzati grazie ad investimenti privati. Oggi dovremo

razionalizzare le espressioni di bontà, guardando il nostro sistema sociale nel

presente per il futuro prossimo che è rappresentato dai giovani. Si può parlare

di sostenibilità responsabile quando lavoriamo per la loro educazione partendo

dalla scuola, fornendo loro strumenti e possibilità di studio per poi realizzare nel

mondo le loro aspirazioni con l'obiettivo di trovare un lavoro stabile. Ci

confrontiamo da tempo sui temi macro come la riforma della scuola, del lavoro

per i giovani, in questo momento ci dobbiamo calare nel terreno e impegnarci a

fare germogliare le soluzioni nel quotidiano. Questo potrebbe far parte

dell'impegno delle aziende verso i giovani: unirsi e “imporre” al sistema di pensare in quella direzione. L'altro ambito della

sostenibilità è la cultura d'impresa nelle nostre aziende italiane. Abbiamo esempi di eccellenze e genialità nelle aziende

familiari che però mancano di governance, ossia di comportamenti, traguardi e regole per svilupparsi in un mercato in

continuo movimento. C'è una ritrosia culturale ad aprirsi a terzi che potrebbero supportare quelle genialità imprenditoriali

con l'immissione di capitali per investimenti nella crescita e mettendo a disposizione conoscenze diverse per stimolare la

creatività e l'innovazione e l'affermazione in mercati più ampi di quello nazionale. Spesso l'azienda italiana gestita dalla

famiglia ha la visione della sopravvivenza familiare e questo si ripercuote negativamente sul futuro di altri giovani,

riducendo le prospettive di lavoro e la capacità di attrarre manager esterni alla famiglia. Il benessere più concreto che

possiamo pensare per le nostre ragazze e ragazzi è creare loro un mondo in cui possano ben-vivere, grazie anche ad una

cultura d'impresa aperta e sostenibile."


Margherita Rezzonico Tessilmare S.r.l.

"La Sostenibilità è farsi domande e non dare per scontato ciò che avviene.

Noi ci occupiamo di materie plastiche e certamente non è semplice

parlare di sostenibilità, ma nel nostro piccolo ci siamo presi l'impegno di

fare al meglio per la nostra vita quotidiana. Mi fermo a pensare quanto

possa incidere il mio comportamento e quello dei miei dipendenti nella

costruzione di sostenibilità, intesa come rispetto e attenzione. Per

esempio: non utilizziamo i sacchetti di plastica, ma solo plastica

biodegradabile, abbiamo costruito una mega cisterna per utilizzare l'acqua

piovana, le nostre auto sono green, non utilizziamo la corrente elettrica,

ma ci illuminiamo in modo naturale. Ho chiesto ai miei dipendenti di non

usare la carta per asciugarsi le mani, ma di portare un proprio

asciugamano, così come invece di bere nel bicchiere di carta (uno spreco

inutile di carta) consiglio di portare una tazza da casa. Purtroppo questi

comportamenti sono faticosi e non c'è ancora l'abitudine di mettere in

pratica la sostenibilità. Mi sono fatta delle domande che vogliono mettere

in evidenza l'altro lato della medaglia della sostenibilità: per imballare

esempio usiamo le buste di plastica green, ma sono leggere e si rompono

con facilità, quindi dobbiamo usarne il doppio! I nostri tessuti tecnici sono

in pvc riciclabile, abbiamo tolto tutte le parti non green, però ora il tessuto

dura la metà del tempo. Quindi se da una parte si parla di non spreco, ci si

dimentica di considerare il consumo superiore che si provoca e anche il

costo del riciclo. In questo momento ho molta confusione sui

comportamenti sostenibili. Un altro punto che mi fa riflettere è perchè non

si utilizza l'acqua piovana? Sono tante le potenziali forme di energia che vengono sprecate o forse la

consapevolezza delle sostenibilità è soltanto un modo di dire?"

DOTTORESSA RAFFAELLA GREGORIS

"Una donna, una madre e un'imprenditrice: rappresenta la triplice sostenibilità sostenuta, in ogni aspetto della

sua vita, dalla sua carica di innovatrice assoluta. L'innata passione per la ricerca l'ha portata a studiare

farmacia all'università e in seguito a specializzarsi con un master

in chimica cosmetica. Con questo bagaglio di conoscenze, ha

cominciato a collaborare con diversi laboratori e a formulare

cosmetici tradizionali. Ha accumulato preziose esperienze per più

di dieci anni, ma non ha mai smesso di chiedersi se non ci fosse

una via alternativa, migliore, per formulare cosmetici composti

unicamente da ingredienti attivi e clean. Un modo sicuro ed

efficace di modificare i meccanismi dell'invecchiamento senza

dover scendere a compromessi. Ha trovato un nuovo modo:

Bakel nasce così nel 2009. Con due brevetti a suo nome, è

insignita di premi prestigiosi: il WWD Beauty Biz Award nel 2009,

il Pure Beauty Award nel 2012 e il Marie Claire Prix d'Excellence

de la Beauté nel 2016, tra le 100 Donne più influenti di Italia nel

2020, il tutto supportato dalla sua voglia di conoscere e

intraprendere nel nome della sostenibilità rivolta alla donna, (ma

anche uomo) consapevole della propria bellezza. Attenzione al

contenuto, ma anche al contenitore. I prodotti BAKEL hanno una

packaging leggero, totalmente riciclabile. Ovvero, si apre come si

fosse un origami, perché non ci sono punti colla. La vera

rivoluzione BAKEL l'ha affrontata con i CHARM SIZES, dei

formati ridotti e nell'estate 2021 con i SOLARI senza il packaging,

ma solo un QR che si collega a bakelskicare.com, il sito

esclusivamente informativo responsabile ed efficace. Quindi

meno carta, meno plastica e tante informazioni di prodotto, per un

uso consapevole e attento."

ELISABETTA, FRANCESCA, GIANNOLA, CRISTINA E ANTONELLA NONINO

in una delle cantine padronali delle Distillerie Nonino.

"La Sostenibilità di una Passione. L'Amore e la Passione familiare tramandati alla nostra generazione (siamo

alla quinta generazione) dai nostri genitori. Ecco una parte dell'introduzione del conferimento della Laurea

specialistica ad honorem in Economia Aziendale a Giannola Bulfoni Nonino, nostra madre: “La prima finalità

del nostro impegno, in un'epoca in cui il profitto sembra essere la misura dominante di ogni successo non è

mai stato il guadagno, ma l'impegno per il miglioramento continuo, per la ricerca esasperata della qualità, per

l'innovazione, per la produzione della migliore Grappa del mondo, nel rispetto del territorio e della sua

cultura, caratterizzata dai profumi tipici del vitigno d'origine, capace di avvicinare e sedurre il consumatore più

esigente. La mia è una testimonianza di vita vissuta con rabbia e passione, determinazione e gioia di vivere.

È un susseguirsi di momenti consequenziali, strettamente dipendenti uno dall'altro, che alla fine ci hanno

consentito di realizzare quello che, nei primi anni 60, sembrava impossibile: trasformare la grappa da

Cenerentola a Regina delle Acqueviti! Sono nata da genitori meravigliosi, colti, intelligenti, generosi che mi

hanno trasmesso il valore dell'onestà intellettuale, ma soprattutto della “famiglia”, quell'intreccio di

dipendenza e indipendenza che forse è il vero amore: vivere uno per l'altro, affrontare uniti le difficoltà e la

gioia che la vita ci riserva. Grazie ai miei genitori mi sono sempre considerata un individuo pensante, che

con determinazione e spirito di sacrificio, mirando lontano per arrivare almeno vicino, avrebbe potuto

realizzare quanto si prefiggeva”. Questi siamo noi con Amore e Passione."

hannodetto

La sostenibilità felice

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SERENA ALBINI Managing Director Albini&Pitigliani S.p.A.

"La Sostenibilità Felice: convivenza generazionale e incoraggiamento dei

talenti. Azienda familiare di tre generazioni, abbiamo sempre considerato il

contatto diretto e il dialogo con i dipendenti come il punto centrale della

nostra organizzazione: lavoriamo e collaboriamo insieme non presento le

persone come dipendenti ma come colleghi. Questo è il valore aggiunto

dell' azienda: un ambiente sereno stimola le competenze e le capacità per

affrontare le situazioni complesse che si presentano oggi. Una grande

vivibilità interna permette confronti costruttivi e soprattutto apertura a

soluzioni raggiungibili se condivise. Le nostre convention che di solito

facciamo nel mese di settembre con i colleghi Italia e del Mondo (con le

nostre sedi, filiali e agenti), sono occasioni di crescita per tutti, attraverso la

conoscenza di culture diverse si creano opportunità illuminanti. Nel nostro

gruppo, io sono l'unica donna in CDA e questo mi rende orgogliosa e

anche responsabile delle scelte che facciamo insieme, perchè da noi non

c' il passaggio generazionale, piuttosto la convivenza generazionale, dove i

nostri padri sono presenti in azienda, noi ci confrontiamo con le loro

esperienze, migliorando le nostre. Che dire, la nostra è una realtà

affascinante, ci permette di vedere come gira il mondo, cosa succede oltre

i nostri confini: per me questo è molto più di un lavoro, è una scuola e una

formazione continua. Inoltre incoraggiamo i giovani talenti nella loro

crescita lavorativa e anche personale: questa è un'altra scelta sostenibile

verso le nuove generazioni. Infatti siamo ancora giovani nonostante siamo presenti nel mondo dal 1945!."

FEDERICA TISATO Direttore Generale Sismaitalia.

"La Sostenibilità Etica. Vorrei parlare del Fattore Umano. Io lo

chiamo Fattore U, l'attenzione alla dimensione umana oltre che a

quella ambientale, che sono strettamente collegate e

interdipendenti. Questa consapevolezza produrrà un importante

cambiamento partendo dalle dinamiche lavorative. Io ho un

grande sogno, che muove i miei comportamenti e pensieri:

creare un'impresa con un gruppo di persone dallo spirito

identitario riferito a un valore comune, che attraverso la

comunicazione interna, si diffonda e si raccolga poi in un nome

d'impresa. Gruppo che acquisisce forza in quel valore e sia

disposto a combattere per rappresetarlo e praticarlo. Questa

credenza avrà l'effetto positivo anche nella parte del profitto,

prodotto da una coscienza nuova e eticamente sostenibile. Ma è

un sogno? Forse, perchè ultimamente abbiamo perso fiducia

nell'essere umano, ci troviamo immersi in una grande quantità di

pensieri e azioni lontani dalla nostra reale natura. Io credo che se

stimolati, risvegliati dal torpore con più fiducia in noi stessi,

possiamo essere in grado di creare una Sostenibilità Umana con

grandi benefici comuni. L'Italia è uno stupendo Paese, con molte

risorse in più rispetto ad altri Paesi, ma soffre di una mancanza

d'Identità, di riferimenti valoriali che possano raggruppare le

persone e camminare insieme verso un obiettivo comune. Ci

siamo persi. Noi siamo responsabili e causa dei nostri mali, quindi possiamo cambiare ciò che ci circonda,

diventare consapevoli di ciò che siamo e di quello che possiamo fare insieme. Certo ci vuole coraggio. Ma

oggi e da sempre è il coraggio delle persone che muove il mondo: dobbiamo decidere come e dove

andare. Io sto dando il mio contributo."

L'AWARD INTERNAZIONALE DONNA IMPRESA

L'Award è ideato e promosso dalle Associazioni Donna Impresa ed International Women

(International Association Women Entrepreneurs and Business Leaders – Employment, Social Affaire &

Equal Opportunities) con il patrocinio delle Massime Istituzioni nazionali ed internazionali, ha la finalità di

valorizzare l'apporto di donne per farne dei modelli da seguire per il mondo femminile. È assegnato ad

aziende, imprenditrici – la cui cultura d'impresa corrisponde ai più elevati standard etici e professionali – che

si sono distinte per intuito e capacità di gestione, sviluppo, innovazione e ricerca.


Maria Castaldo

GENERAL MANAGER

COLLESI BEAUTY

PH: Samuele Esposito

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"La mia crescita in Collesi Beauty è stata rapida

come l'andatura dei treni ad alta velocità, da cui

salgo e scendo quotidianamente per spostarmi tra

Pesaro e Milano. Sono abituata ai ritmi serrati,

quindi non mi spaventano il lavoro e gli orari lunghi,

ma questa volta è diverso. Non sento il peso delle

giornate, perché le soddisfazioni che mi sto

togliendo in quest'esperienza sono davvero

entusiasmanti. Sono stata ripagata dell'impegno

profuso a dimostrazione che la meritocrazia esiste e

che chi vuole crescere ha il coraggio di osare.

Collesi è un'eccellenza totalmente Made in Marche,

abituata a primeggiare nel mercato delle birre e dei

distillati. Da dicembre 2020, ha raggiunto con il Gin

un risultato che da tanti anni già identifica la sua

birra artigianale: prodotto italiano più premiato al

mondo. Quando sono entrata in Collesi mi sono

domandata quale potesse essere il segreto del

successo della sua birra. Certo, l'altezza e

l'esposizione delle colture è irripetibile, così come

avere la fonte del Monte Nerone praticamente a

ridosso dell'azienda. Ma, oltre ai fattori naturali, ho

potuto apprezzare l'attenzione, la passione e

l'impegno con cui il fondatore (Giuseppe Collesi)

lavora ogni giorno per migliorare i prodotti. Non

basta nemmeno vincere, si deve puntare a una

qualità sempre più alta. La divisione Beauty, ultima

nata in famiglia, è composta da Cosmetics e da

Parfum. La prima parte dalla birra artigianale, un

prodotto dai molteplici benefici, usato per la bellezza

sin dai tempi dei Fenici, per realizzare una gamma

cosmetica premium. La seconda dai nostri distillati

per ottenere fragranze per la persona e gli ambienti.

Custodiamo le nostre formule gelosamente. Per

questo nella cosmetica produciamo

autonomamente, monitorati dal nostro laboratorio di

ricerca interno, e nella profumeria tutto nasce dalle

nostre distillerie. Siamo impegnati in un programma

di crescita che deve proiettare il brand a

raggiungere, nel medio periodo, la leadership.

Come già fatto con il birrificio e la distilleria. A

settembre saremo protagonisti a Milano con

l'apertura del primo Collesi Store (ne seguiranno

altri quattro entro il 2022 tra Venezia e Roma) e la

presenza a uno degli eventi più importanti della

Design Week."

Maria Castaldo


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COLLESIBEAUTY

Anche voi meritate la classe Collesi

Località Pian della Serra 61042 Apecchio ( Pesaro-Urbino ) ITALY

Phone: +39 075 933118 | fax: +39 075 933118 - email: info@collesi.com

www.collesibeauty.com

Un'avventura della qualità, della tradizione e dell'esperienza che nasce dalla passione del suo fondatore, Giuseppe Collesi

Giuseppe Collesi, riscoprendo antichissime usanze, intuisce che la birra può diventare un efficace ingrediente naturale per i prodotti di bellezza. Fin dall'antichità infatti regine babilonesi e imperatrici romane usavano

immergersi in rigeneranti bagni di birra che era nota per le sue proprietà terapeutiche e cosmetiche anche in Egitto e Mesopotamia. Riti millenari che diventano fonte d'ispirazione da approfondire e trasformare in

cosmetica avanzata. Dai Laboratori cosmetici Collesi, una proposta cosmetica unica e innovativa che ha portato ad una tecnologia produttiva con un brevetto esclusivo. Questo sofisticato processo preserva tutti i principi

funzionali della Birra e dei suoi ingredienti: Orzo, Malto, Luppolo, Lievito e gli scarti della sua produzione artigianale. Con Collesi l'energia vitale della Birra arriva intatta dalla natura alla pelle. A partire da Settembre 2019

Sorgente di Birra Srl ha intrapreso l'iter di certificazione del proprio Sistema Qualità alla Norma UNI EN ISO 9001 e all'applicazione delle pratiche di buona fabbricazione ( GMP) in conformità alla UNI EN ISO 22716, al

fine di garantire prodotti con sempre più elevati standard di qualità sicurezza e igienico-sanitari.


WWW.DIMAGAZINE.IT

HANNODETTO

Ecco cosa ci hanno

risposto alcune

imprenditrici e

libere

professioniste sul

tema:

SE IL MONDO

RICONQUISTASSE

LA

SUA PARTE

FEMMINILE?

HANNODETTO

Rubrica a cura di Patrizia Esposito

HANNODETTO

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Educare

per vivere

Noi siamo maschili e femminili queste caratteristiche convivono in ognuno di noi,

eppure la nostra società è sbilanciata verso il maschile: nei sistemi educativi,

manageriali, imprenditoriali, nel linguaggio e nei comportamenti, dove prevale

la forza e la competizione .

Con l'attuale situazione, questo modo di vivere sta presentando i suoi limiti, evidenziando la fragilità del sistema

anche nelle relazioni personali. Per esempio osserviamo i rapporti fra l'uomo e la donna: soggetti violentati

psicologicamente e fisicamente entrambi, sottratti ad una educazione al sentimento dell'amore e del rispetto, perchè

ritenuti fattori “inutili” allo sviluppo economico. Noi vediamo solo gli effetti di questa manipolazione che ci mette un

velo davanti alle reali cause, infatti già osservando il modello familiare si può prevedere il tipo di comportamento

condizionato che avranno i figli e le figlie: la disuguaglianza di genere si sviluppa nell'ambito della famiglia di

origine, oggi si deve avviare un mutamento di quel modello, cominciando a condividere la genitorialità e il lavoro

domestico. Inoltre la frustrazione a cui sono sottoposte le figure maschile davanti alla incapacità di gestire le nuove

situazioni imprevedibili come quelle che sta creando il covid 19, (l'uomo perde la sua identità nel momento in cui

perde il suo ruolo sociale) e l'ignoranza all'amore, che è conoscenza e disponibilità verso l'altro/a, portano a sfogare la

rabbia sulla persona più debole fisicamente e economicamente. Indignarsi difronte a questi comportamenti non basta,

bisogna cominciare ad osservarne le motivazioni, con più attenzione. La povertà emozionale sia nella donna che

nell'uomo è una causa della violenza in genere. Una educazione al bene, alla virtù, al vivere civile, può nascere dalla

famiglia e dalla scuola, per guidare l'impulsività dei giovani verso un sano sviluppo emozionale perchè imparino ad

onorarsi a vicenda nelle loro diversità naturali, e a evitare che essi scarichino nell'altro sesso la responsabilità dei guai

del mondo. Un esempio di questa impulsività è il bullismo (che troviamo sia nelle le ragazze che nei ragazzi),

espressione di un'energia non educata, ma reattiva. Un'altra possibile soluzione per abbassare l'offesa e la violenza è

impegnarsi a creare un sistema economico e politico realizzato sull'equilibrio fra i generi, per esempio nei luoghi dove

anche le donne ricoprono posti strategici, i numeri dimostrano uno sviluppo migliore e armonico del sistema. In

sintesi l'educazione ha il compito di favorire la piena fioritura della Persona (nella sua interezza

maschile e

femminile). Cosa fare? Sicuramente non rimanere passivi spettatori, che si indignano per gli eventi ma aspettano che

il momento passi, oppure si scoraggiano, si diventa co-responsabili dell'atto di aggressione( ricordo che l'aggressione

è sia psicologia che fisica!) e soprattutto di subire il giudizio negativo dei giovani, per i quali dovremmo essere

educatori (al rispetto). Poi la comunicazione: è un eccellente strumento per educare, ma si deve essere consapevoli

che può anche diventare un'arma offensiva, che va a stimolare l'aggressività psicologica per sfociare in quella fisica.

Quindi attenzione particolare alle parole.

PATRIZIA

ESPOSITO

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Hannodetto

a cura di Patrizia Esposito

VINCENZA FRASCA

Vicepresidente Confimi Industria Verona

Presidente Nazionale del Gruppo Donne Imprenditrici di Confimi Industria (da

febbraio 2020) che l'ha portata ad intraprendere un cammino di studio e lavoro a

favore delle donne e CFO nell'azienda di famiglia.

"Ho fatto due tipi di percorso, entrambi duri e impegnativi ma ricchi di

soddisfazioni utili alla mia crescita personale e professionale. Il primo è iniziato e

lo è tutt'ora nella gestione dell'azienda familiare insieme ai due fratelli e alla

sorella. Grazie all'educazione dei nostri genitori verso valori importanti quali

l'unione e il rispetto, la collaborazione e l'ascolto abbiamo guidato insieme

l'azienda in maniera attiva e costruttiva anche nei momenti più impegnativi. Il

secondo percorso riguarda la donna Vincenza: avevo una certa irrequietezza,

insoddisfazione personale, come se mi mancasse qualcosa per una mia

crescita. Avevo l'azienda, avevo raggiunto un punto importante ma lo era per chi

mi guardava, non per me. Accetto di entrare in un'associazione di categoria e lì

inizio a capire i miei valori reali, perchè il confronto con altre persone che non

sono i familiari, mi permette di ingranare quella marcia in più che non conoscevo

di avere, senza peccare di presunzione. In questa mia esperienza associativa mi

sono accorta che essere donna ti poneva dei limiti di crescita: ad un certo livello

potevi accedere, oltre ti dovevi fermare, ci sono delle resistenze da parte di altri.

Con attenzione e perseveranza non mi sono fermata e oggi ho raggiunto gli

obiettivi che mi ero prefissata. Probabilmente stiamo andando verso un

cambiamento epocale e le donne future non dovranno più sgomitare. Io credo

che collegarsi con persone che sono sulla stessa linea di pensiero, possa creare

una energia positiva che coinvolgerà molte persone, perchè con il confronto si

comprende il proprio valore. Bisogna anche imparare a fidarsi di noi stesse e a

volersi bene."

AVV. AGNESE LA ROSA ( of counsel presso JMU Law Firm)

Studio Legale Medaglia Larosa & Partners Firenze

“Una delle cose più importanti che ho capito all'inizio dei miei studi, e che

conservo integra ancora oggi, è la consapevolezza che si può emergere

nel mondo del lavoro e nella vita sociale senza doversi necessariamente

trasformare in un uomo. Ho sempre voluto essere un bravo avvocato -ed

essere valutata tale dai colleghi e dai clienti- mantenendo la mia

femminilità e facendo capire a chi mi stava accanto che si può essere

competitivi pur senza mascolinizzarsi ma facendo di quella fantastica

irrazionalità, che contraddistingue il mondo femminile, il nostro punto di

forza. Lavoro in un studio legale, dove fino a due anni ero praticamente

l'unica donna e questa cosa non mi ha mai creato alcun imbarazzo, né mi

ha messo in competizione con i miei colleghi uomini che ho sempre visto

come potenziali alleati. Continuo a credere che il volere assomigliare a

qualcuno che non siamo noi non aiuti nella realizzazione personale, forse

all'inizio si potrà trovare un po' di gratificazione ma con il tempo

l'insoddisfazione tornerà. Solo lavorando su noi stesse e guardando la

questione da una prospettiva differente, si potrà trovare la giusta

soluzione. Certo non rinnego che molte volte per noi donne sia tutto un

po'più complicato, ma continuo a credere che la strada della omologazione

al maschile sia quella sbagliata. Perdere la sensibilità equivale a perdere

la nostra identità femminile ed invece io ho sempre amato il mio essere

donna, avvocato e moglie provando a far emergere il meglio in tutti e tre i

ruoli e non sentendomi mai inadeguata: ritengo che molto dipenda anche

dagli uomini che ci affiancano ma non è l'aggressività la chiave del

successo. Ho scelto di non essere madre non per colpa del mio lavoro o

perché temessi che qualcuno potesse prendere il mio posto, ma solo

perché non ero pronta al momento e all'età giusta per me. Una scelta che

ogni donna consapevole e libera dovrebbe poter fare così come la quella

di voler diventare madre”

FABIA

ROMAGNOLI

Presidente di Mariplast Spa

Pistoia e un distaccamento

negli USA.

Eredita dal padre insieme al

fratello Mauro la guida

dell'azienda familiare, dove

era entrata quando era in

attesa del secondo figlio.

Intraprendenza e curiosità

sono le qualità che ha

portato nell'impresa. "Stiamo

vivendo un momento

particolare e credo che le

qualità femminili

rappresentino la chiave per

individuare soluzioni

flessibili e in linea al

cambiamento della società e

dell'economia. Nell'ambito

del lavoro, purtroppo

abbiamo scarse posizioni di

leadership al femminile,

perchè sono poche le donne

che credono nelle loro

capacità e si fermano a ruoli

marginali o scontati:

sarebbe importante avere

più fiducia e stima in noi stesse. L'uomo perde la sua identità nel momento in cui perde il lavoro, mentre la donna grazie

alle esperienze specifiche della gravidanza e della nascita, riesce a avere una visione più ampia e meno ristretta del

presente che le permette di dare nuovi significati al quotidiano vivere. Per l'uomo, il lavoro e la qualifica sociale nella

società sono anche il suo limite. La donna è invece creatrice, riesce ad affrontare gli eventi, le problematiche con audacia

e equilibrio, a volte trovando soluzioni impensabili sfruttando la sua creatività con determinazione. Nella coppia di oggi, il

compagno ha un ruolo fondamentale di affiancamento e ascolto, eppure il timore dell'uomo di essere prevaricato nel

ruolo, che a parole condivide la volontà della donna di trovare una sua posizione sociale, si rivela spesso nella realtà con

un'altra visione in cui chiede alla compagna di rivestire la figura di donna madre, moglie e cuoca, quando invece la donna

potrebbe gestire più ruoli, con capacità e competenza."

PATRIZIA CECCHI FAGNI Presidente Soroptimist

International Italia club di Pistoia Montecatini Terme

"Come convogliare le donne verso un loro miglioramento consapevole? Per

dare un seguito a questa domanda, abbiamo creato un percorso base sulla

gestione del budget finanziario, per stimolare a pianificare le spese, perchè

molte donne non sono abituate a parlare di finanza e delegano troppo spesso

al proprio compagno, con il rischio di diventarne dipendenti economicamente.

Vogliamo parlare con semplicità di economia, per migliorare lo stato

economico e psicologico delle donne e renderle attive nella loro vita, senza

assistenzialismo. Un altro prossimo impegno che sarà realizzato a

brevissimo, è rendere accessibile La stanza di Accoglienza: realizzata presso

il Comando Provinciale dei Carabinieri i quali hanno messo a disposizione

delle donne e dei bambini una stanza tranquilla per le denunce di violenza o

maltrattamenti. Non diamo buoni spesa, piuttosto cerchiamo di capire le

necessità delle donne e aiutarle nelle loro necessità di crescita, proprio nello

spirito di renderle attive e padrone della loro vita. Se approfondiamo le

caratteristiche che noi donne possediamo, ce ne sono due importanti: la

flessibilità e la sensibilità, che molte vedono come limiti, ma che sono

ricchezze inestimabili, che ci permettono di superare le situazioni critiche o

imprevedibili, come quelle attuali; sono risorse di alto valore da collocare nelle

attività come un bene economico, un vantaggio/ricchezza inesauribile, da

investire nel mondo del lavoro. Tutte noi affrontiamo quotidianamente le

differenze di genere, il futuro deve partire dall'educazione non solo nelle

scuole, per esempio io sono una insegnante nelle scuole superiori e noto che

le discriminazioni sono più presenti all'esterno che in questo ambiente."


ARCH. ALESSIA GUARNACCIA Ph.D. - CEO Pandora Group

S.r.l. - Napoli

"Delle considerazioni che hai fatto, introducendo questo scambio di opinioni, mi

ha colpito molto la necessità di recuperare un'ottica unitaria dei due aspetti: il

maschile e il femminile, accettando la loro naturale presenza in ciascun essere

umano. Un'affermazione che condivido. Credo che abbiamo portato troppo

all'estremo la separazione dei due sistemi valoriali. I segnali di questa frizione,

si erano da tempo presentati alla nostra “percezione di comunità” in maniera

più o meno latente, ma ce ne siamo accorti solo con l'arrivo dell'emergenza. E'

necessario recuperare quella cognizione di unitarietà del genere umano che,

sola, può aiutarci verso soluzioni innovative per il nuovo modello di sviluppo,

sia economico che sociale, che siamo chiamati a disegnare. La risoluzione delle

estreme conseguenze derivate dai nostri comportamenti nei confronti sia del

mondo naturale sia di noi stessi è la sfida a cui non possiamo più sottrarci.

Dovremmo farci guidare dalla spinta creativa che si ha dopo un reset, davanti

ad un foglio bianco, con la fiducia di poter costruire una nuova società, con un

sistema di valori chiari e condivisi. Avere una prospettiva all'altezza di questa

sfida, significa unire le parti femminile e maschile e allontanare atteggiamenti

parziali e schizofrenici; con l'umiltà di riconoscere la necessità dell'apporto di

tutte le sensibilità. La complessità del nuovo mondo richiede l'impiego di elementi, che la cultura ha legato,

nell'immaginario collettivo, ai due aspetti, ad esempio la cura, la pazienza, la lunga visione connessi al femminile, o la

combattività, la potenza e intensità d'azione correlato al maschile. Siamo sempre più immersi in una polarizzazione di

opinioni, che arriva ad esaltare estremizzazioni e separatismi: oggi abbiamo bisogno di un approccio olistico in grado

di sostenere pensieri costruttivi originali ed incisivi necessari per fondare il nuovo mondo.

ILARIA D'UVA Imprenditrice D'Uva - Firenze

"Sono alla guida dell'azienda familiare D'Uva Firenze che da oltre sessanta

anni si occupa di interpretazione del patrimonio culturale attraverso la

tecnologia. Sono la figlia di Giovanni, il padre dell'audioguida. Cresciuta in un

mondo maschile, con tre fratelli più grandi che mi hanno fatta sempre sentire

protetta e mi hanno insegnata a combattere, ma non mi sono mai posta con

un approccio mascolino, sul lavoro e nelle relazioni, mi sono sempre tenuta

lontana da aggettivi e facili stereotipi di riferimento maschile. Mi piace essere

donna così come si è, con le caratteristiche femminili senza usare modi di

comunicare duri e aggressivi che non ci appartengono. Grazie all'educazione

della mia famiglia d'origine, coniugo i miei obiettivi con una visione femminile

dell'imprenditorialità. Viaggiare mi dona grande energia. Prima di tornare a

casa, dai miei figli, mi guardo allo specchio e aggiusto il trucco: ci tengo

molto che loro tre mi trovino bella, anche se sono stanca, e che capiscano

quanto la cura di me, del mio aspetto, faccia parte della mia identità di

donna, di madre e di imprenditrice. Credo che le donne possiedano capacità

strategiche naturali, perché hanno il futuro insito nel loro essere. Gli uomini

forse sono più tattici e più attenti al presente, senza generalizzare. Le donne

sanno raggiungere mete ambiziose, con la delicatezza (che non è

debolezza), l'ascolto e la sensibilità, colgono aspetti che il mondo maschile

non sempre vede. Con la pandemia mondiale, purtroppo, molte donne si

sono fatte carico della vita dei familiari, quasi fosse un loro dovere esclusivo:

noi, per prime, dovremmo reagire a questo condizionamento culturale che ci

vede espressione solo nell'ambito familiare. Io sono una donna fortunata, ho

a fianco un uomo che sa prendersi cura della famiglia, più e meglio di me.

Abbiamo la passione: usarla con femminilità farà sicuramente la differenza,

in tutti gli ambiti familiari, lavorativi e personali.

ROSSELLA SPATOLA Imprenditrice

Sicilia

"Che cosa è per me la femminilità? armonia.

Quell'armonia che rimanda ad un piacere delle

forme, la bellezza può salvare il nostro mondo con

la sua energia positiva. Sarebbe una grande

opportunità avere una donna a capo del nostro

governo: avremmo più empatia per comprendere le

situazioni e le persone, senza per questo

dimenticare le altre responsabilità. Io credo nella

Bellezza come fonte di vita e di cultura, purtroppo

questo valore è spesso relegato alla parte

femminile: eppure entrambi il femminile e il

maschile possiedono qualità elevate nel loro essere

così, è spesso il condizionamento culturale che

divide e pregiudica anche i rapporti di lavoro. Io

amo spiegarmi con degli esempi reali: ho di recente

partecipato a una riunione di lavoro, composta da 9

uomini e 3 donne (io ero fra queste tre). All'incontro

ci sono stati comportamenti maschili: esempi di

forza e impazienza che hanno condizionato la

tempistica della riunione, senza portare conclusioni

concrete. Sicuramente un equilibrio fra le due parti

(donne e uomini) avrebbe portato un esito diverso.

Le donne non vogliono perdere tempo, forse perchè

sanno gestirsi meglio, visto le tante responsabilità

che assumono. Per esempio la dinamicità mi ha

portato a realizzare nuove attività, infatti oltre a

seguire la parte commerciale estero della azienda

familiare, ho delle attività autonome nel food e nel

turismo. Il desiderio di progettare non si abbina alla

parola arrendersi. Io credo nell'energia creativa che

emaniamo tutti e per questo dico che la forza della

bellezza e dell'armonia sono elementi indispensabili

alla nostra evoluzione con buon senso e

consapevolezza delle difficoltà che stiamo vivendo."

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hannodetto

RACHELE MORINI

F.A.M. srl e Presidente

CONFIMI ROMAGNA

Titolare insieme al fratello di

F.A.M srl Fonderia Alluminio e

Presidente Confimi Romagna

"Meglio un giorno da leone

che cento da pecora!

Un'affermazione importante

alla conclusione del nostro

dialogo, fa capire il motivo

per cui Rachele, insieme al

fratello, sia alla guida di

un'attività di forte

connotazione maschile: la

fonderia di famiglia. La vita è

rappresentata dall'unione dei

due sessi, servono entrambi

in maniera equilibrata:

maschile è forza, femminile è

sensibilità. Sono valori che

contraddistinguono le

differenze e contribuiscono a

rendere migliore la vita in comune e il lavoro. Per esempio, per la mia elezione a presidente Confimi, sono

stata aiutata e ho ricevuto molta collaborazione da parte dei miei "amici" uomini dell'associazione. Mi

sono impegnata nel raggiungere quella posizione e con entusiasmo ho accettato un ruolo che mi avrebbe

messo di fronte ai miei difetti e paure, ma la volontà di imparare e di migliorare hanno vinto i miei timori.

Ho imparato ad affrontare le sfide quotidiane con il dialogo, mi definisco una persona semplice,

trasparente, che sa ascoltare e crede nel lavoro in team, perchè lo scambio di idee e di opinioni che

vengono messe in campo durante gli incontri, portano a soluzioni nuove e spesso inimmaginabili.

Condivido il pensiero del confronto: un atto fondamentale quando si devono prendere decisioni a volte

anche impegnative e difficili. Sono consapevole di avere un carattere riservato, non amo mettermi in

mostra, a volte si può risultare deboli, allora per questo sto lavorando sulla mia autostima ho fatto passi

importanti verso la crescita e la consapevolezza delle mie qualità femminili, come per esempio la

dolcezza. Sono orgogliosa delle decisioni prese in autonomia, anche se mi affianco sempre del supporto

e dei consigli della mia famiglia."


FABRIZIA FAGNONI

Laurea in Scienze Politiche e Counselor. Dirigente di Impresa Cooperativa

Pistoia

"Sono circa 20 anni che collaboro con molte imprenditrici; quando si parla di

empowerment e leadership al femminile, con alcune ho spesso condiviso

l'idea e il valore della centralità della persona, composta di talenti e capacità

magnifiche spesso sottovalutate e talvolta sconosciute. Oggi è ancora

purtroppo radicata la visione dicotomica usata spesso in senso antitetico, fra

maschile e femminile, dove si tende a valutare la persona per il suo genere

invece che per le sue qualità. Eppure se si avesse il coraggio di esaminare

la questione da una prospettiva diversa, si scoprirebbero nuovi e lungimiranti

modi di convivenza civile ed economica con risultati di " ben-essere " diffuso

a ricaduta diretta sul complesso sistema di relazioni sociali. Il cambiamento

che auspichiamo va agito sin dalla prima infanzia, perché per educare al

riconoscimento della persona nella sua interezza, bisogna iniziare dalla

tenera età. Si dovrebbe anche insegnare ciò che significa il fallimento:

l'errore fa parte della crescita, perchè SOLO così si impara, mentre per

tradizione culturale la razionalità aggressiva dell'uomo si rivolge al fallimento

come alla negazione del successo. La persona si convince di essere

inadeguata, si acuisce il senso di frustrazione che porta ad eccessi di rabbia

e all'isolamento sociale. Che pagano le donne. Il focus quindi, è concentrarci

sulla persona, che vuol dire riconoscere il lato femminile e maschile con le

loro intrinseche qualità come valore dell'intero, attraverso la formazione.

Così l'intuizione, l'irrequietezza e la visione pragmatica considerate

"femminili" e la razionalità, la schematizzazione e gli indici di performance

considerate " tipicamente maschili", diventano ingredienti essenziali per la

buona riuscita di ogni processo di empowerment. Per tendere ad una

società di persone consapevoli ed efficaci, dove non predomini più solo un desueto standard di efficienza."

ANGELA LANDUCCI Landucci Srl di Pistoia

Gestisce con i fratelli Federica e Lando l'azienda di famiglia Landucci

Srl di Pistoia, che produce trafile, macchine e accessori per la pasta

alimentare, fondata negli anni “20 dal nonno.

A proposito del tema “SE IL MONDO RI-CONQUISTASSE LA SUA

PARTE FEMMINILE...". dice: "La nostra Italia ha una forte tradizione

della famiglia in cui la donna ha il ruolo centrale: colei che si occupa

della prole e dell'organizzazione familiare. Oggi noi donne lavoriamo,

usciamo dalle mura domestiche e abbiamo l'onere, ma anche le

capacità di fare più cose contemporaneamente e in maniera ottimale.

Questa attitudine insita nel nostro dna la trasferiamo nell'attività

lavorativa; nel generare e accogliere la vita, abbiamo una maggiore

capacità di capire il punto di vista dell'altro e a gestire meglio il nostro

tempo. Nell'assolvere pienamente questi compiti, talvolta non sempre

accettiamo l'aiuto, perché vogliamo avere tutto sotto il nostro controllo,

bisognerebbe delegare di più agli altri familiari. Questo può comportare

un conflitto interno: conciliare lavoro e figli non è sempre facile, capisco

il pensiero delle madri quando devono lasciare i bambini piccoli

all'asilo, perchè ci sono passata anche io. Certamente sarebbe

importante che lo Stato riconoscesse una maggiore attenzione allo

sviluppo di servizi adeguati alle nuove famiglie. Siamo due sorelle e un

fratello che ci dividiamo la guida della azienda e la maggiore

componente femminile porta un fattore di specificità e innovazione

nelle relazioni di lavoro. La nostra è una azienda metalmeccanica

tendenzialmente a maggiore presenza maschile, oggi però stiamo

ricevendo cv di donne per coprire ruoli tecnici e siamo aperti a

introdurle in azienda, organizzandoci anche con orari flessibili così

come abbiamo fatto con le donne presenti in azienda. Diciamo che

oggi, le donne partono con uno svantaggio, ma con la volontà e le

capacità innate si muovono con un passo in avanti...”

SONIA MARITAN

Architetto, giornalista e

poetessa.

"Detesto il rosa. Migliaia di

anni improntati al genere

maschile rendono questo

pianeta ancora fortemente

squilibrato. Sono moltissimi

i segnali di questa distonia

che scorgevo sin da

bambina, la percepivo in

famiglia e guardando piccoli

scorci di mondo quando

uscivo fuori, forse per

questo ho passato

moltissimo tempo a

osservare la natura

cercando di capire il

linguaggio degli animali che

istintivamente rispettano il

codice ancestrale

dell'universo e sono parte

del cerchio della vita che

tutto rigenera. Oggi

parliamo di “economia

circolare” senza accorgerci

che madre natura ha un

bagaglio di tre milioni e

mezzo di anni in “Ricerca &

Sviluppo”! Agli esordi ero

indecisa se iscrivermi alla

facoltà di veterinaria per

salvare il mondo oppure di

architettura per ridisegnarlo

e con la tesi di laurea

intitolata “Lectus genialis” ho cercato di indagare l'etica del rapporto uomo-donna. A parte una breve parentesi

adolescenziale detesto il color “rosa bambola” e apprezzo i colori naturali o quelli netti come i primari eisecondari, ma

soprattutto aborro l'idea che il genere femminile debba essere limitato a una “quota rosa”, che richiama ai recinti e

quindi alle conquiste dei territori, alla sopraffazione, alle guerre, allo sfruttamento indiscriminato delle risorse e alla

violenza, fino alla morte. Non parliamo degli stereotipi che vogliono che un uomo non possa mostrarsi vulnerabile o

debba giocare da bambino con i soldatini …a fare la guerra! Di fronte a questo pianeta malato a causa della

conversione degli habitat naturali, prima che diventi così inospitale da costringerci ad abitare in bolle ermetiche,

dobbiamo ricreare l'equilibrio partendo proprio dall'essere donna e la sua forza creatrice, protettrice, rigeneratrice che le

è propria. Un uomo e una donna in un rapporto di maturità civile per un nuovo alfabeto che codifichi l'armonia."

hannodetto

SE IL MONDO RICONQUISTASSE LA SUA

P A R T E FEMMINILE...

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ERICA CAPPELLI

Cappelli Bruce srl Firenze

"Guido, insieme a mio fratello, l'azienda familiare di

pressofusione per minuterie metalliche; non mi sono scelta

questa attività, ma l'azienda è il luogo dove sono cresciuta sia

professionalmente che individualmente. Sono moglie e

mamma - di due maschi - ed il mio dovere è educarli ad una

sensibilità generalizzata, perché fin da piccoli e poi da adulti

apprezzino e rispettino la persona che avranno accanto.

Auspico per loro un futuro in cui si valorizzi la persona che il

genere, io sono fiera di essere donna, ho al mio fianco un

compagno con cui posso confrontarmi e rapportarmi alla pari.

Lo stesso accade con i miei colleghi, con i quali mi confronto

con fiducia e stima. Non credo nelle pari opportunità, intese

come quote rosa, ma nel merito. Vi sono esempi, pessimi a

mio avviso, dove la donna si adagia sul ruolo che ci si attende

da Lei o si approfitta del suo genere. Ancora troppe donne

giustificano i propri fallimenti o delusioni al suono della

discriminazione di genere, e piuttosto che valorizzare la

propria emotività e sensibilità, la soffocano diventando

pessime copie di colleghi maschi. Purtroppo, nonostante le

quote rosa (che a mio avviso sono svilenti come concetto di

base) la donna non ha raggiunto maggiore visibilità

autonomia o prestigio. E il fatto di assegnare posti in base alla

parità di genere sottolinea e rende ancora più aggressiva la

disuguaglianza invece di risolverla, perché non tiene conto

del merito. Il successo è un merito e si ottiene quando una

persona si realizza in qualsiasi ambito della sua vita – sia che

si scelga di fare il netturbino, l'insegnante il casalingo/a o il

manager. Nell'immaginario collettivo una baby sitter è ancora

donna, cosi come un docente di asilo, quando invece vi sono

uomini preparati, sia a livello empatico che comunicativo, a ricoprire molto bene quei ruoli."

VANESSA CIOTOLI GIUNTINI Naturopata

operatrice in Discipline del Benessere bioNaturali

"In questo mondo nel quale abbiamo perduto la percezione di

completezza e interdipendenza che si acquisisce al momento della

nascita, la Naturopatia è uno strumento adatto per farla

riemergere. La mia professione, non ancora riconosciuta in Italia,

mentre lo è nella comunità europea, ha molto da dire su ciò che si

può fare oggettivamente per valorizzare quella parte del “feminino”

che alberga in ognuno di noi, uomini o donne. Una professione

olistica, che non scinde le singole componenti dell'essere umano

perché, per definizione, le abbraccia e le valorizza tutte, in una

totalità non data da una sommatoria, ma da una armonizzazione,

come le singole note in una sinfonia.In un mondo che per secoli ha

avvallato una visione dualistica del “maschile” e “femminile”, la

Naturopatia aiuta a ritrovare l'armonia della “sintesi” dell'essere

umano, riequilibrando e soprattutto valorizzando le parti di noi che

tendiamo a soffocare e quindi che ci portano verso un'azione

errata o monca del vivere. Applicare queste risorse anche

all'interno di aziende, in ambito lavorativo, aiutando lo sviluppo di

una nuova visione dell'imprenditoria e sostenendo una rivoluzione

consapevole, permette una vita più equilibrata. Poter scegliere di

rivalorizzare le caratteristiche che fino ad oggi sono sembrate

inadatte a livello manageriale, politico, istituzionale, insite in ogni

essere umano, quali la speranza, la bellezza, il sorriso, il coraggio

di produrre Vita (che non significa “solo” mettere al mondo figli);

sarà la scommessa del futuro imprenditoriale di cui la mia

professione si fa portavoce attraverso proposte concrete, spazi da

creare internamente alle aziende, per cominciare a trasformare un

veleno quotidiano in medicina del vivere."

PATRIZIA ALMA PACINI

AD Pacini Editore srl Presidente Confindustria Pisa

" Inizio con un incoraggiamento alle donne: non piangiamoci

addosso, noi siamo in grado di indirizzare la società verso

una vita migliore anche economicamente. Ribaltiamo il punto

di vista solito: gli altri/uomini sono poco furbi, perchè i numeri

dimostrano una crescita maggiore là dove anche le donne

ricoprono ruoli strategici. Oggi ci vengono concessi strumenti

come il part time o il baby sitting, dimenticando che per la

donna sono un ulteriore problema da gestire, insieme al

lavoro, il quale passa in secondo o terzo piano, così come la

sua autostima. Io avevo una bisnonna che mi diceva che

qualsiasi lavoro è dignitoso, l'importante che crei una tua

indipendenza economica! Vorrei descrivere gli svantaggi del

part-time:

1. una scelta che porta alla rinuncia di una carriera, le donne

dovrebbero avere una visione più a lungo nel tempo, perchè

potrebbero poi pentirsi di quella scelta.

2. la donna rinuncia a crearsi una propria indipendenza

economica, è costretta a legarsi al compagno easubire le

situazioni perchè non può permettersi una sua vita. Il nostro

sistema non aiuta le donne a lavorare con piacere e

serenamente, perchè il loro tempo lavorativo non si concilia

con i tempi della scuola, per esempio, quindi la gestione

giornaliera diventa un'ansia continua.

La scuola attraverso la comunicazione, dovrebbe coinvolgere

le bambine in età pre-adolescenziale nel renderle

consapevoli delle loro possibilità e aiutarle nella scelta della

strada nel mondo che le renda libere e indipendenti anche

economicamente, ripeto, così che sappiano rispondere a atti

di violenza psicologica alcune volte più invasiva di quella fisica, con azioni coraggiose, abbandonando chi le ha

colpite. In uno scenario economico e politico in equilibrio, dove siano riconosciuti i vantaggi derivati dai diversi valori di

genere, non c'è dominio e aggressione."

GIUSY BETTONI

CEO e fondatrice di C.L.A.S.S. eco Hub Internazionale

"Affermato punto di riferimento nella moda e nel tessile per coloro

determinati a innescare il cambiamento e lo sviluppo in termini di

responsabilità e di sana competitività. Di cosa ha bisogno il nostro mondo?

Penso a Nuovi Valori Immateriali. Avevo trent'anni quando ho cominciato a

lavorare in azienda e vedevo l'economia gestita in modo molto razionale: i

conti dovevano tornare; eppure sentivo che c'erano altri fattori da

considerare, ovvero i fattori immateriali, che nascosti, potevano

condizionare gli equilibri economici. Le aziende sono guidate dalle persone

competenti (sia uomini o donne) e le componenti femminili, possono

contribuire a rompere quelle regole limitanti, allargando la visione anche alle

sfumature del bianco e del nero. Io credo nella strada dell'integrazione fra

competenze, sensibilità – intesa come capacità di percepire – e creatività,

fra la preparazione e il modo di condividerla attraverso la comunicazione.

Un esempio di nuovo valore “immateriale” entrato nelle strategie aziendali è

la sostenibilità, fondamentale per le scelte di vita e di benessere di nuova

generazione. Prendiamo la moda: essa si esprime in tanti modi, è più

personale, non solo forme e colori, ma declinazioni sulla persona.

Immateriale + economica circolare =espressione di valore per ognuno,

questa è la nuova modalità di integrazione di valori di nuova generazione.

Ancora: la salute e la tracciabilità "i capi non li mangio, ma li metto a contatto

con la mia pelle e il fatto di sapere da dove provengono e come sono fatti,

mi rassicura molto e crea valore". I giovani vogliono conoscere l'azienda, la

sua affidabilità. Ecco le nuove sfumature dell'immateriale. Questo è il mio

contributo: pensare oltre i sensi (conosciuti) e mettere l'essere umano al

centro del nostro mondo, rispettando i valori di nuova generazione, che

guardano anche agli aspetti molto potenti e talvolta non riconosciuti propri

del femminile.


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DONNA

IMPRESA

SICILIA

DHEBORA

MIRABELLI

PRESIDENTE CONFEDERAZIONE DELLA

PICCOLA E MEDIA INDUSTRIA SICILIANA E

PRESIDENTE DONNA IMPRESA SICILIA

DA OGGI SEI LIBERA

DI ESSERE

COME SEI

www.6libera.org


NASCE DONNA IMPRESA

SICILIA:

LA PRESIDENZAA CHI DA

VOCE AL CAMBIAMENTO

IN TEMA MOLESTIE E

VIOLENZE NEI LUOGHI DI

LAVORO!

L'avvocato e manager di impresa, Dhebora Mirabelli,

riveste attualmente il ruolo di Presidente della

Confederazione delle Piccole e Medie Industrie

Siciliane ( CONFAPI): unica Presidente donna

all'interno della Confederazione che rappresenta,

articolata in 78 Confederazioni Territoriali. Da anni

impegnata anche sui temi riguardanti la tutela delle

pari opportunità e non discriminazione, si fa oggi

promotrice della lotta alla cultura del silenzio in tema di

molestie e violenze nei luoghi di lavoro lanciando il

progetto 6libera e realizzando il sogno di vivere in una

Sicilia che mira a diventare nuovo modello di etica e di

responsabilità sociale di impresa. Lavorare su azioni e

progetti condivisi con realtà imprenditoriali di successo

in tema di inclusione e pari opportunità in Sicilia,

significa lavorare sul cambiamento culturale e

dimostrare che se è possibile in una terra in cui

bisogna, per le più disparate ragioni, faticare il doppio

per raggiungere risultati e fare impresa, diventa a

maggior ragione doveroso nel resto del mondo. La

ripresa economica del paese dopo la pandemia passa

dalla maturità di nuove consapevolezze, tra queste,

per le aziende e organizzazioni l'importanza di

lavorare per diventare HUB di salute e sicurezza. E'

questo il punto di partenza secondo il Presidente

Dhebora Mirabelli, ovvero, iniziare a trattare le

molestie e le violenze nei luoghi di lavoro al pari della

tutela di qualsiasi altro diritto umano. Le associazioni

datoriali e quelle sindacali da anni sono investite del

ruolo di garanti e promotrici di azioni di

sensibilizzazione, prevenzione e contrasto a tali

condotte, ma le armi nelle loro e in quelle degli

imprenditori si sono rivelate armi spuntate. Gli accordi

firmati dai principali sindacati e associazioni datoriali

come Confindustria, e Confapi in attuazione

dell'accordo quadro delle parti sociali europee

( Businesseurope, Ueapme, Ceep e Etuc/Ces)

siglato il 26 aprile 2007 dal titolo “Framework

Agreement on Harassment and Violence at Work”,

sono intese che senza i corretti strumenti e gli giusti

stimoli alle imprese, capaci di darvi attuazione e farne

policy organizzative e gestionale interne, restano atti

autoreferenziali e fermi ad un livello non operativo. Da

qui l'idea di coinvolgere le aziende, modelli di valore

oltre che di profitto, della Sicilia per fare prevenzione e

sensibilizzazione. Da una prima versione, definita

“basic” e sperimentale, dal nome 6come6, testata on

line per qualche mese, si passa ora alla progettazione

e realizzazione della versione aggiornata e ripensata

più complessa, completa, integrata e internazionale:

6libera.org! Sono le aziende partner che investono e

supportano la Presidente di Confapi Sicilia, per

l'utilizzo dell'innovazione e la tecnologia a sostegno di

questa nuova più ambiziosa sfida. “Ribattezzata

6libera anche per invitare lavoratori e datori di lavoro a

sentirsi liberi di stringere un patto di alleanza etico che

si fonda sulla trasparenza, coraggio e responsabilità

sociale, finalizzato a promuovere

denunce/segnalazioni di un fenomeno ancora troppo

nascosto ma dalle conseguenze negative evidenti per

tutti: lavoratori, datori di lavoro e organizzazioni volte

alla rappresentanza di interessi e fabbisogni nel

mondo del lavoro. Si, perché a differenza di quanto si

pensa, hanno tutti un interesse a sostenere

6libera.org - osservatorio contro le molestie e

violenze nei luoghi di lavoro: lavoratori e lavoratrici che

sognano un ambiente privo di molestie e violenze,

imprenditori che vogliono fare della propria azienda un

luogo sicuro capace di contenere i costi legati alla

tutela della salute e alla Brand Reputation e, infine,

istituzioni e parti sociali che auspicano di avere dati e

informazioni da trattare per meglio comprendere il

fenomeno e contrastarlo. Ad oggi in Italia l'81% delle

donne che subisce abusi, ricatti, molestie e violenze

sul lavoro non denuncia. I motivi sono tanti, primo fra

tutti la cultura del silenzio che porta le vittime a sentirsi

sole e isolate in questa battaglia e chi deve pianificare

politiche e interventi di contrasto efficaci a non

conoscere realmente il fenomeno da combattere.

L'osservatorio 6libera.org è stato progettato sulla

base delle ragioni che alimentano il silenzio e per

ognuna di esse propone azioni e strumenti digitali, di

intelligenza artificiale e blockchain atti a infondere

fiducia eafarsentirelavittimao,ancheilsemplice

testimone di una violenza o molestia, parte di un

sistema etico capace di aggregare fare rete e

“abbracciare” il lavoratore/trice sostenendolo nella

personale lotta di liberazione dell'azienda e/o

l'organizzazione in cui opera da queste condotte

inaccettabili. Alcuni esempi:

1) Paura di ritorsioni? Si offre ai lavoratori la possibilità

di inviare in forma anonima segnalazioni e descrivere

l'episodio in modo puntuale in una sezione dedicata

2) Si è convinti che sarà addebitata la colpa? Si

forniscono i supporti per non far sentire il lavoratore

che decide di denunciare doppiamente vittima

3) Si ha paura di non riuscire ad avere sufficienti forme

di tutela? Si forniscono news, informazioni e

documenti sugli strumenti eisoggetti istituzionali

preposti alla tutela.

L'intenzione di far sentire alla vittima meno il peso

della solitudine generata dallo squilibrio di potere tra

lavoratore e datore di lavoro si percepisce subito

guardando l'impostazione dell'osservatorio digitale.

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Lo stesso è suddiviso in due parti simmetriche: una dedicata alle aziende/organizzazioni,

l'altra ai lavoratori/lavoratrici. Entrambi così possono in egual misura e con azioni diverse

rompere il muro del silenzio di chi preferisce non denunciare, di chi ha rinunciato a

lottare. In home page anche le aziende, Stakeholder, Parti Sociali, Istituzioni ed Enti che

hanno deciso di fare squadra e non lasciare sola la vittima. Per rafforzare il tutto, si offre

una certificazione etica: “Qui si opera con-fare sicuro”, riconosciuta e concessa agli

Imprenditori, Manager e Hr che decidono di impegnarsi in azioni di prevenzione,

contrasto e sensibilizzazione in prima persona all'interno della propria realtà lavorativa.

Ed infine uno spot “non è colpa tua - 6libera” contro il Victim Blaming. Ma se dovessero

esserci dubbi sulla reale volontà delle aziende coinvolte di scendere in campo a

sostegno della sicurezza, salute e tutela della parità, basta soffermarsi nella sezione:

progetti – iniziative condivise e si trovano i prodotti di eccellenza siciliana in Special

Edition per 6LIBERA con l'impegno di donare parte dei ricavati alla causa. Tanti poi gli

sviluppi tecnologici e innovativi correlati all'iniziativa: dalla certificazione e al data base

digitale del mondo etico di 6libera, interrogabile da tutti gli utenti; alla web app per dare

una chiave di uscita che utilizza la Blockchain; fino all'analisi e monitoraggio

dell'evoluzione del fenomeno attraverso la mappatura dei contenuti in tema di molestie e

violenze archiviati dal sito e presenti nel web (canali social, giornali online e siti internet)

per meglio comprendere i comportamenti di datori di lavoro e lavoratori. La promotrice ed

ideatrice, Dhebora Mirabelli, avverte: “ il cambiamento è alle porte, le aziende e i

lavoratori possono decidere di unirsi a noi e guidarlo o subirlo. Basta guardare a quattro

tappe importanti che hanno segnato questo semestre l'Italia a vari livelli sul tema,

collezionando successi. Mi riferisco all'operato di : 1) Corte Costituzionale: sentenza n. 1

dell'11 gennaio 2021 che ribadisce il patrocinio legale gratuito a tutte le vittime di violenza

a prescindere dalla personale situazione reddituale; 2) Parlamento che ratifica la

convenzione internazionale dell'OIL contro le molestie e violenze nei luoghi di lavoro con

la legge n. 4 del 15 gennaio 2021 ed stende gli ambiti di tutela; 3) Governo che con

l'adozione del piano nazionale ripresa e resilienza (PNRR) del 26 aprile 2021 introduce

un sistema nazionale di certificazione sulla responsabilità di parità e prevede 10 milioni di

euro di sgravi fiscali e contributi alle PMI che adottano policy a favore della parità di

genere ed infine 4) Corte dei Diritti dell'uomo di Strasburgo che con sentenza del 27

maggio 2021, nel caso J.L vs Italia, condanna l'Italia, i suoi tribunali e la sua cultura

ancora influenzati da inaccettabili pregiudizi e stereotipi sul ruolo delle donne perché

troppo spesso colpevolizzano doppiamente la vittima di violenze e molestie, frutto di un

pensiero sessista e maschilista inaccettabile .” L'ambasciatrice del progetto “6libera” è

Giulia Giuffrè, membro del direttivo di Confapi Sicilia con delega alle pari opportunità e

“no discriminazioni”, recentemente nominata dal Global Compact delle Nazioni Unite

SDG Pioneer 2021. Infatti, l'imprenditrice siciliana s'impegna da anni, insieme ad Irritec,

per promuovere il riconoscimento del valore delle donne, specialmente in agricoltura, e

abbattere le diseguaglianze. “Sono orgogliosa di essere parte attiva del progetto

“6libera”, un'iniziativa nata da un'esigenza concreta: agevolare le denunce delle donne

che subiscono violenza. In questo contesto, anche le aziende sono chiamate a

promuovere una rinnovata cultura di genere, contro ogni forma di discriminazione e

violenza” - commenta Giulia Giuffrè,

Board Member e Ambasciatrice della Sostenibilità

di Irritec S.p.A ., sponsor fondatore del progetto - . “Come donna, madre ed imprenditrice

sento il dovere etico e morale di dare il mio contributo per essere a fianco delle donne e

aiutarle a costruire un percorso di vita libero. Il tema della parità di genere non è solo

un'esigenza ma anche un diritto umano fondamentale e un presupposto necessario per

un mondo sostenibile”. Con lo spirito, la determinazione e tenacia di chi vuole sviscerare i

problemi e dar voce e coraggio a tutte le persone discriminate e abusate non

dimenticando i soggetti più fragili (troppo spesso le donne) , così come fatto per la lotta

contro le molestie e violenze nei luoghi di lavoro, la neo eletta di Presidente Donna

Impresa Sicilia, promette di non risparmiarsi e di esercitare la sua leadership a supporto

dell'informazione, ma più in generale attraverso Donna Impresa Magazine, a tutela delle

donne, dell'inclusione, della parità ed a supporto della crescita economica di un territorio

"eccellenza italiana" e non solo madre di omertà e mafia. Con questi criteri e ispirazioni

sono, dunque, state selezionate le prime Top Women Siciliane:

Mariagrazia Di

Francesco, Valentina Parisi, Miriam Pace ed Eleonora Rossato.

a cura di Valeriana Mariani

DONNA

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Il mondo cambia, cambia anche tu, dai voce al

cambiamento con 6 libera il suo motto!


FREE

AGAINST

GENDER

VI OLEN CE

DIMAGAZINE.IT

LEADERSHIP

FEMMINILE

2021

VALENTINA PARISI

MARIAGRAZIA DI FRANCESCO

MIRIAM PACE

ELEONORA ROSSATO

Ritratti

di

donne

siciliane

Dhebora Mirabelli Presidente Donna Impresa Sicilia

SICILIA

TOP WOMEN


VALENTINA

PARISI

ESPERTA IN PUBLIC AFFAIRS E RELAZIONI INTERNAZIONALI

L'INNOVATRICE DEL PENSIERO “ETOLOGIA DIGITALE”

Valentina Parisi di Catania ha una specializzazione in Intelligence, cybersecurity e

infrastrutture critiche e negli ultimi anni ha avviato diverse start up innovative insieme

ai più grandi esperti del settore.

La sua attività imprenditoriale spazia dal supportare l'app CONVYSCHOOL in tema di bullismo

e cyberbullismo e alla promozione del “padel” come sport di eccellenza con la nuova

piattaforma WE SMASH. Nonostante sia imprenditrice di eccellenza, non rinuncia alla

promozione di relazioni internazionali e istituzionali per favorire la crescita di realtà

imprenditoriali italiane nel mondo. Di recente ha stretto un patto di alleanza con la sua amata

Sicilia e ha deciso di assumere la guida del CIFE Comitato per l'Internazionalizzazione e

Fiscalità Estera a beneficio delle start-up e PMI siciliane. Una sfida e un impegno faticoso per

restituire dignità e orgoglio ai suoi conterranei. Coordina, infatti, la Rete degli Ambasciatori per

l'internazionalizzazione delle Piccole e Medie Industrie siciliane presenti in tutti i continenti.

Nella sua lunga e brillante carriera all'interno dei più autorevoli organi di governo nazionali ed

europei ha partecipato alla realizzazione di diversi progetti, dalla stesura per la candidatura siti

Unesco, facilitando rapporti con organismi nazionali e internazionali in ambito istituzionale,

relatrice del pacchetto Immigrazione per la Commissione Europea. Tra gli incarichi

istituzionale è stata relatrice al pacchetto immigrazione in commissione Europea Ministero

delle Politiche Europee Bruxelles, 2008/2011, Capo segreteria tecnica Commissione Esteri

Camera dei deputati e Coordinatrice tra Commissione Esteri Camera dei Deputati Ambasciate

italiane all'estero. Head of Public Affairs di BOOLEBOX Cloud italiana che protegge i dati

della Agenzia di Difesa Europea Commissione Europea e di moltissime aziende strategiche e

del nostro Sistema Paese. Valentina e una collega che opera in ambito sicurezza hanno

fondato una nuova filosofia e approccio scientifico basato su interazione tra sociologia, scienze

naturali e informatica denominata Etologia digitale. Questa innovazione di pensiero affonda le

radici nell' etologia di Konrad Lorenz della quale Valentina è studiosa e appassionata. É uno

studio sulle società collaborative che mettono in relazione il comportamento con un digitale

sostenibile: le infrastrutture critiche diventano infrastrutture sostenibili, adattabili all'innovazione

e la comportamento mutante dato dall'approccio digitale.


L' etologia digitale trova

ispirazione dallo studio e

dall'esigenza di voler

spiegare come la natura e

il comportamento siano

parte integrante di un

processo di innovazione.

Partendo dagli studi di

Lorenz ho deciso di pormi

l'obiettivo di studiare il

comportamento digitale,

ovvero come l'essere

umano si stia modificando

con le nuove tecnologie.

Partendo dalle prime smart

cities delle colonie di

formiche, fino aggressioni

digitale dell'hate speech.

Ho trovato naturale il

connubio tra entomologia,

antropologia e biologia

comportamentale pronta a

sovvertire e rivedere tesi e

paradigmi scientifici.

Valentina Parisi

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MARIA GRAZIA

DI FRANCESCO

AZIENDA VITIVINICOLA

CASA GRAZIA – GELA (CALTANISETTA)

Forza e tenacia seminate tra i vigneti

È una donna tenace, Maria Grazia Di Francesco Brunetti, anima stessa di Casa

Grazia, l'azienda vitivinicola sulle sponde del lago Biviere di Gela, nella provincia

nissena, il più grande lago costiero salato dell'Isola. Qui, tra gli aironi bianchi e

quelli più rari rossi, i profumi di timo e rosmarino e, in primavera, di colorate

orchidee, nell'atmosfera rarefatta di una Sicilia sospesa, nasce il sogno suo e del

marito, Angelo Brunetti, di produrre vini che possano declinare la bellezza di un

terroir unico e suggestivo, dove la natura incontra l'uomo. Anzi, la donna, perché è

proprio lei, Maria Grazia , socia delle “Donne del Vino della Sicilia” , a prendersi

cura delle vigne e a dare la sua impronta gentile e raffinata a vini di grande

eleganza. Una viticoltura moderna, la sua, dalle forti radici, dove a regnare è il

microclima costiero condizionato e favorito dalla presenza “materna” del lago

Biviere, sempre sferzato dall'energia dinamica del Mediterraneo. È in questo

scenario di ampio respiro naturalistico di una Sicilia lontana dalle solite rotte

turistiche, tra alberi di frutta e secolari ulivi, che la famiglia Brunetti si dedica

all'agricoltura fin dagli inizi del '900. Quando Angelo, per lavoro, lascia le sue

terre, è la sua compagna di vita a prendere in mano le redini del viaggio e a dar

vita al sogno. Con umiltà, un passo alla volta, sorretta dalla fede e dall'amore per

la sua famiglia, Maria Grazia impara sul campo. Nel 2005, la svolta, perché, dopo

un decennio, Casa Grazia per la prima volta imbottiglia le proprie uve, figlie del

Lago Biviere. Dai terreni argillosi, sabbiosi, nascono vini di grande sapidità, la

peculiarità di Casa Grazia. Un territorio che confina nel ragusano, terra

d'eccellenza di quel Cerasuolo Di Vittoria, unica DOCG siciliana. Con la regia

dell'enologo agrigentino Tonino Guzzo (vincitore del premio Spumantitalia 2020,

solo per citare uno dei tanti titoli!) nascono dai grappoli di Frappato Euphorya e

Laetitya, dal Moscato Adorè, dal Grillo Zahara, dal Cerasuolo di Vittoria Victorya

1607, dal Nero d'Avola Gradiva. Ed anche dai vitigni internazionali, con una

chiara accezione identitaria siciliana, dal Syrah Emiryam e dal Cabernet

Sauvignon Vi Veri, un omaggio alla terra del Biviere, che nella lingua dialettale

restituisce il forte legame con il territorio e con le radici latine, “verso la forza”.

Niente pratiche dannose ma solo azioni che si tramandano da generazioni per far

emergere il valore intrinseco delle uve. Ed il 2020 è l'anno della certificazione bio

e le nuove annate in uscita nel 2021 sono le prime a portare il vessillo green. Lo

scorso anno conquista tre medaglie ai Decanter World Wine Award, uno dei più

prestigiosi concorsi vinicoli al mondo: Medaglia d'Argento per Euphorya 2019,

Spumante Rosato Brut realizzato da uve Frappato e, per il Laetitya 2018,

Frappato in purezza DOC Sicilia ed il Victorya 1607, del 2018, Cerasuolo di

Vittoria DOCG, il bronzo.


DONNA

IMPRESA

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DONNA

IMPRESA

SICILIA

“Riconoscimenti importanti - spiega Maria Grazia - perché ci stimolano a

perseguire con maggiore determinazione la strada tracciata, insieme a

tutta la nostra squadra”. Con il marito ed i figli Emilio e Miryam, che

lavorano in azienda, la resilienza si è trasformata in rinascita. Tra pochi

mesi è già al traguardo il progetto della cantina, dove i vini di Casa

Grazia troveranno la loro dimora. Si produce anche olio evo Involio,

ottenuto da un sapiente blend di Biancolilla e Cerasuola, con estrazione

a freddo per mantenere intatte le sue qualità. Si incrementano gli acquisti

di nuovi alberi di ulivi e si immagina il frantoio. Maria Grazia, la vestale di

questo angolo di paradiso benedetto www.dimagazine.it

da Dio, non ha dubbi: “Un territorio

che ci ha dato sempre la forza e l'amore per riuscire a superare tutte le

difficoltà, riproponendosi con grande bellezza e naturale spontaneità a

chi, come me, ha occhi e pazienza per osservarlo. Oggi sono così, figlia

grata che partecipa alla rinascita di una terra che ha tanto di sé da

comunicare”.

Maria Grazia crede nella forza aggregatrice e nella collaborazione e

per questo insieme alla Confederazione delle Piccole e Medie

Imprese siciliane (Confapi Sicilia) aiuterà le donne imprenditrici

coraggiose a diventare protagoniste della ripresa economica della

sua amata terra.

Nella foto: Maria Grazia Di Francesco con il marito Angelo Brunetti

Maria Grazia

Di Francesco


MIRIAM

PACE

DIRETTORE GENERALE DI PLASTICA ALFA – CALTAGIRONE

Di padre in figlio: con Miriam Pace la continuita'

generazionale di Plastica Alfa genera valore

Miriam Pace: classe 81, una grande passione per

l'arte e la pittura. Una Laurea al Politecnico di

Milano in Disegno Industriale. Oggi impegnata in

prima linea affianca il padre come Direttore

generale dell'azienda di famiglia. E' cresciuta con

la visione imprenditoriale di suo padre, Mario

Pace, che le ha trasmesso l'amore per l'azienda, il

rispetto per i lavoratori e la dedizione per tutti gli

aspetti della loro attività, da quello amministrativo

ed economico all'ambito tecnico e produttivo; suo

padre è per lei un esempio di eccellenza e di

talento innato al quale si ispira guardando al

futuro. La vision di suo padre, ad oggi

Amministratore della nostra società, ha generato

qualcosa di unico per il territorio di provincia: un

vero e proprio distretto industriale, autonomo e

ricco di know-how e tecnologie, una realtà

fortemente internazionalizzata, con un portfolio

prodotti di propria manifattura di oltre 6000 articoli

appartenenti a diverse gamme prodotto nel campo

della distribuzione dell'acqua. Molti definiscono

Plastica Alfa un fiore all'occhiello per il territorio

che, grazie al suo indotto lavorativo di quasi 200

famiglie e 120 dipendenti, crea valore e sviluppo

anche grazie alla nostra costante attenzione

all'innovazione e alla ricerca. Il tema del passaggio

generazionale non è per loro un elemento di

preoccupazione, proprio grazie al suo graduale

affiancamento ai temi dell'imprenditoria e al

continuo confronto con suo padre che tuttora

esercita il ruolo da Imprenditore. Il suo ruolo

manageriale da Direttore Generale in azienda ha

proprio lo scopo di maggiore tutela della

governance, poiché le permette di esplorare

ancora più a fondo tutte le tematiche, o le

problematiche, attinenti alla loro realtà, abbatte il

rischio di una discontinuità di gestione e la prepara

al momento in cui sarà necessario per prendere

decisioni non solo a livello operativo e gestionaleattinenti

tipicamente al ruolo da manager- ma

anche a livello strategico- come d'altronde prevede

la funzione dell'Imprenditore. Miriam Pace non

ha saltato la gavetta ed ha scalato tutti i livelli

grazie a competenza, dedizione e

professionalità. E' arrivata in azienda nel 2007

dopo numerose altre esperienze di lavoro. Ha

scelto di rientrare e far parte di Plastica Alfa

solo dopo aver capito cosa vuol dire lavorare in

team e avere un “capo”, cosa che consiglia

vivamente ai figli di imprenditori come lei. Infatti,

sostiene con convinzione che: “pur essendo

titolari di azienda è fondamentale saper

ascoltare e confrontare le proprie idee ed

esperienze con gli altri, non ponendosi in una

posizione di “vantaggio” ma lavorando allo

stesso livello. Solo la collaborazione può

disegnare un percorso duraturo basato sulla

fiducia e sulla motivazione. Negli anni ho avuto

modo di lavorare un po' in diversi reparti

aziendali, proprio per maturare la conoscenza e

la consapevolezza delle attività che vengono

svolte in azienda: ho seguito l'officina stampi,

partecipando alla progettazione di nuove linee e

al design di nuovi prodotti; ho lavorato a stretto

contatto con l'area marketing per il lancio di

nuovi prodotti e per con campagne di

comunicazione e la progettazione di stand

fieristici; e per ultimo ho seguito le attività

dell'area R&D, ed in particolare i progetti

riguardo gli impianti di accrescimento algale.

Dopo 12 anni di lavoro, quando si è resa

necessaria l'evoluzione della mia figura

professionale nell'ambito della gestione

d'impresa, ho sentito l'esigenza di fare

formazione e di completare le mie competenze,

prettamente tecniche, in materia economica e

gestionale, così ho deciso di frequentare un

master in SDA Bocconi in General Management,

cosa che in effetti si è rivelata fondamentale.”

Plastica Alfa punta sulla Ricerca e Sviluppo

Miriam Pace


per segnare il loro vantaggio competitivo. L'azienda investe quasi il 10% dei flussi di cassa generati in

questo ambito. Per parecchi anni la Ricerca in Plastica Alfa si è mossa principalmente sullo sviluppo di

nuove aree di business, in particolare sulle energie rinnovabili ( Progetto sul micro-eolico SIMPLE), sulle

biotecnologie ( Progetto Bio 4BIO e Progetto C3) e sui tecnopolimeri nanocompositi (Progetto No Fire). La

parte quindi di sviluppo nuovi prodotti all'interno delle gamme del core business è stato da sempre

appannaggio del team di progettazione guidato dall' Amministratore, suo padre, che suggerisce idee e linee

guida. Al momento sono nella fase di ri-organizzazione del dipartimento R&D: una parte del team continuerà

a lavorare sui nuovi business, come ad esempio l'ultrafiltrazione e il trattamento acqua - altro tema di nostro

interesse, e le altre unità si occuperanno dell'innovazione di prodotto del business caratteristico. L'emergenza

Covid, che fortunatamente non ha visto peggiorare le performance aziendali in termini di fatturato e

produttività, ha permesso di fortificare il gruppo di lavoro e lo spirito di squadra. Fisicamente e

psicologicamente è stata una prova di abilità e di resistenza, e che le ha dato molti spunti di riflessione.

“Questa pandemia è stata un'occasione per molte imprese come la nostra, per riflettere sul proprio modello di

business e sugli strumenti a disposizione del marketing e del commerciale. In particolare ci siamo focalizzati

su tutta una serie di iniziative per implementare sistemi più contemporanei e tecnologici per la gestione dei

clienti attuali e per la ricerca dei clienti potenziali. In assenza di eventi fieristici e di meeting in presenza è

stato necessario l'utilizzo delle piattaforme Web dedicate e quindi l'aggiornamento del personale si è reso

indispensabile”, dichiara Miriam. Durante i mesi di pandemia hanno avviato e gestito una serie di iniziative

per migliorare il controllo dei processi più critici e la gestione delle risorse a disposizione. Molte delle attività

sono rientrate nel panorama dell'Industria 4.0 e della digitalizzazione, poiché ascrivibili alle azioni ammesse

per gli sgravi fiscali del credito d' imposta e del bonus sud. Un altro loro punto di forza: la sostenibilità. Da

sempre, infatti, l'azienda è coinvolta nelle buone pratiche nella gestione delle risorse primaria (acqua ed

energia), nella gestione dei rifiuti e degli scarti di produzione, dell'efficientamento energetico e della

sostenibilità dei prodotti e dei materiali d'uso. Da quest'anno hanno deciso di portare alla luce le moltissime

iniziative che Plastica Alfa mette in atto, non solo per l'ambiente, ma anche per il territorio e il sociale e per

l'economia nazionale, grazie ad un percorso mirato basato sui temi della CSR (Corporate Social

Responsibility) che prevede: l'analisi dello stato attuale di sostenibilità dell'azienda, misurato in base i

principali Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS/SDGs, Sustainable Development Goals) delle Nazioni Unite;

l'individuazione di aree di miglioramento, e quindi l'elaborazione di un piano strategico per la sostenibilità a

breve termine, ed infine l'elaborazione del Bilancio di Sostenibilità. Miriam si sta personalmente occupando di

questa iniziativa grazie alla collaborazione con Circularity (società specializzata con elevata expertise

tecnica sul tema) ormai ritenuta di rilevanza internazionale e particolarmente dibattuta sui tavoli di investitori,

finanziatori ed istituti di credito, poiché crede che proprio dal Bilancio di Sostenibilità - che a suo parere

dovrebbe diventare obbligatorio - si possa costruire uno scenario competitivo leale e adatto al nuovo

millennio. La sostenibilità ambientale, sociale ed economica non è un valore aggiunto ma un modo di lavorare

correttamente, secondo le regole, una pratica indispensabile per garantire il futuro alle prossime generazioni

e continuare a generare valore per tutti gli stakeholders e shareholders

La sintesi in tre parole per descrivere i punti di forza dell'azienda che si propone di far diventare linee

di indirizzo per altre realtà siciliane impegnandosi in ruoli e azioni della Confederazione datoriale delle

piccole e medie industrie siciliane (Confapi Sicilia): Internazionalizzazione, specializzazione e

innovazione.

DONNA

IMPRESA

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ELEONORA

ROSSATO

DONNA

IMPRESA

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RESINLAB (PATERNÒ – CATANIA)

La celebrity stylist che con resine e

nanocementi veste le più belle

case del mondo.

Eleonora, seconda di quattro sorelle, è cresciuta in un mondo di donne, cresciute da una madre guerriera

con un grande cuore e da un padre forte e idealista. Questi valori si sono radicati nel profondo del suo

essere e l'hanno spinta, fin dalle prime scelte di vita, a guardare lontano con gli occhi dell'anima. A seguito

del percorso formativo dedicato alla progettazione e all'architettura di interni, ha sviluppato una costante

passione per il cantiere, attraverso la quale ha acquisito quella impagabile formazione sul campo che

soltanto l'esperienza può dare. In poco tempo ha imparato a dialogare utilizzando gli stessi codici dei

Eleonora Rossato


tecnici e degli artigiani, guadagnandosi ben presto la loro attenzione. A 26 anni era già cotitolare

di uno studio di Interior design, formato da 4 donne giovani ma agguerrite. Con

l'andare del tempo, sentiva addosso i limiti di un approccio troppo tradizionale, dove le sue

idee e la sua voglia di cercare avrebbero fatto fatica a svilupparsi eatrovarespazio.Crescein

quegli anni l'attenzione per l'imprevisto e l'imprevedibile. È stato come alzare le vele di

un'imbarcazione che soltanto lei poteva governare, poiché nato da lei il progetto di un

percorso su cui intendeva farla navigare. Da quel momento non si è mai fermata, facendo

sempre tesoro di ogni esperienza. Si è resa presto conto che per via delle competenze e

capacità applicative che andava acquisendo, cresceva dentro di lei la volontà di migliorare la

percezione del buon vivere delle persone, sia all'interno che all'esterno degli spazi abitativi e

quando un giorno le capitò di incrociare la sua strada con quella di un'importante industria di

resine italiana, la colse, per il rispetto che nutre verso le tecniche innovative ed eco sostenibili

e per la qualità del rapporto umano. Posò la prima "pietra filosofale" di un edificio che non

smise di stupirla. L'impoverimento causato dalla crisi del 2008 e l'impatto dirompente che

vedeva travolta l'intera filiera dell'edilizia, fu il propulsore della nuova inversione di rotta che

trovava nella sua determinazione e nell'amore per questo lavoro la forza e la spinta per

rilanciarsi ancora. Si apriva un nuovo e stimolante scenario di cui non visualizzava i particolari

ma intravedeva le grandi linee che le avrebbero dato la possibilità di realizzare qualcosa di

importante. Voleva rendersi partecipe in prima persona dello sviluppo di un settore

professionale ricco di creatività e del miglioramento delle condizioni sociali e ambientali del

mondo in cui viveva. Progettò equilibrio, bellezza e armonia di forme per ridare nuova vita a

spazi impoveriti dal tempo. L'analisi dei punti deboli evidenziati dal mercato in questo settore è

stata l'intuizione che tutto ha generato. Ha colto con chiarezza che il disallineamento tra

produttori di resine e utente finale passava per l'approssimazione del processo di posa mentre

l'assenza di una figura garante destabilizzava il concetto di solidità di tutto il processo creativo.

Resinlab nasce dalla volontà di colmare quella distanza e di portare un approccio creativo e

un taglio sartoriale in un settore in quel momento ancora prettamente industriale. L'incontro

con Paola Saponara, che diviene in poco tempo il suo braccio destro, la loro consapevolezza

del valore del ruolo della donna e del suo potenziale, ha arricchito la forma di sensibilità per i

dettagli che le contraddistingue. Insieme, si pongono come obiettivo il dialogo continuo tra

produttori e aziende di posa, garantendo l'operato e la classificazione di cicli risolutivi di

eccellenza e ad alto contenuto artistico. Questa visione le ha portate a lavorare al fianco di

aziende produttrici e dei loro tecnici di laboratorio, di interior designers, imprese, architetti ed

artigiani, promuovendo una continua innovazione stilistica e tecnica delle resine e dei

nanocementi e, allo stesso tempo, l'artigianalità e il saper fare Made in Italy. Iniziano così

collaborazioni incredibili con realtà di eccellenza e il capitale umano diventa il vero TESORO.

Partendo dalla Sicilia per arrivare a Roma, e ritornare poi ben presto in Sicilia per riprendere il

volo per Cipro e Inghilterra si rafforza positivamente la visione di chi attorno alle parole dà

forma ai sogni, e anche durante il difficilissimo anno della pandemia, Resinlab non si ferma,

portando al proprio attivo importanti partnership in Costa Azzurra. L' entusiasmo eirisultativia

via ottenuti sono la maggiore spinta motivazionale a continuare. La strada è tracciata sul

costruttivo scambio di competenze professionali con i produttori, sull'innovazione dei prodotti,

su una grande attenzione alla formazione e al coinvolgimento dello staff, di cui apprezza

l'impegno a tutti i livelli e, non ultimo, sullo sviluppo di tecnologie mediatiche digitali innovative.

Eleonora Rossato, trae forza dalla crescente consapevolezza del valore del ruolo della

donna e del suo potenziale, arricchito da quella particolare forma di sensibilità che la

contraddistingue e dal sostegno del mondo politico e sociale che finalmente apre finestre su

nuovi e consolidati scenari di collaborazione a tutto tondo tra professionalità e genialità che

non hanno genere. Comunicare è un must e Resinlab si impegna a farlo attraverso la

sostanza e l'attenzione. "Siamo un team di donne e questo non ci ha mai fermate... - ci dice

Eleonora - Non lottiamo per farci strada in un mondo di uomini. Noi la strada la costruiamo."

Eleonora nasce a Roma e consolida il suo business in Sicilia . Grazie alla

confederazione delle piccole e medie imprese siciliane (CONFAPI SICILIA), sperimenta

nuove occasioni per fare rete con le imprenditrici siciliane che vogliono mettere

l'innovazione al servizio del bello e dello stile italiano.

Nella foto: Eleonora Rossato e Paola Saponara

Il nostro motto è:

io sono resina!


È CON NOI IL SINDACO DI

MUSSOMELI :

Catania Giuseppe

Sebastiano

Giuseppe Sebastiano Catania, nato a Mussomeli, 51 anni

sposato. Proveniente da una famiglia di artigiani. Dopo la

formazione in indirizzo economico ha seguito diversi percorsi di

formazione specialistica in Agente di Sviluppo Cooperativo,

Formazione rivolta ad adulti e Progettazione europea in

Finanziata d'impresa e Fondi Strutturali. Dopo varie esperienze

lavorative, nel 2001 ha fondato una Società di Servizi ad Imprese

specializzata nella finanza agevolata in favore delle PMI e nella

progettazione con fondi comunitari. Ha lavorato, anche, come

consulente esterno in promozione di impresa per conto

dell' Istituto Tagliacarne di Roma e per conto della Fondazione

Europa Occupazione di Roma. Ha avuto, inoltre, esperienze di

tipo associativo ricoprendo per diversi anni la carica di vicepresidente

di Confcooperative Sicilia. Nel 2015 si è candidato a

Sindaco del Comune di Mussomeli ottenendo la vittoria con il

46% dei voti. Nel 2020 si è ri-candidato per il suo secondo

mandato, ottenendo una netta riconferma con il 70% dei

consensi. Riveste varie cariche, tra cui componente del Consiglio

di Amministrazione del Consorzio CEV ( Consorzio Energia

Verde) – Consorzio Nazionale che raggruppa oltre 1.100 comuni

soci. Presidente del Consiglio di Amministrazione della S.R.R.

Caltanissetta Provincia Nord. Società pubblica costituita da 15

comuni dell'area nord della provincia di Caltanissetta, che si

occupa di regolamentazione e gestioni dei rifiuti. Grazie alla sua

conduzione i comuni di quest'area in questi anni sono passati dal

20% a circa il 65% di raccolta differenziata. Vice-Presidente del

Consorzio GAL Terre del Nisseno, società mista pubblico-privata,

orientata alla promozione e allo sviluppo turistico del territorio..

Fondatore e Presidente E20

UI

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64


Di recente entrato a far parte del

partito di Giorgia Meloni e

nominato Responsabile del

Dipartimento delle Politiche per il

Mezzogiorno da parte dei vertici nazionali

di Fratelli d'Italia. Sin dal suo

insediamento, la sua visione della sua città

è stata quella di far diventare Mussomeli

capitale della cultura e del turismo delle

aree interne siciliane. In questo senso

tante sono le iniziative e le progettualità

messe in campo dalla sua

amministrazione su vari fronti. Il progetto di

Sviluppo Economico di Mussomeli si basa

su una visione specifica: “Mussomeli

paese dello stile di vita mediterraneo”. Si

tratta di una visione che si fonda sulla

triade virtuosa cibo, bellezza e viaggio ed

ha lo scopo di tutelare, mettere in rete e

valorizzare tutti gli attrattori turistici,

culturali, naturalistici, enogastronomici, e

simili, materiali ed immateriali, del nostro

territorio, in stretta sinergia con le altre

comunità delle aree interne. Si punta alla

promozione integrata ed in particolare a:

•Potenziare e qualificare, anche

attraverso lo strumento delle OO.PP. ,

la filiera agricola, agroindustriale ed

enogastronomica del territorio (olivicola,

cerealicola e della caseificazione), sia nei

mercati internazionali che nei mercati

interni domestici;

•incrementare e diffondere il turismo

di qualità, regionale, nazionale ed

internazionale dei territori coinvolti

(incoming), il turismo lento, il turismo

valoriale, relazionale ed esperienziale.

Inoltre, si punta a rimettere in modo uno

dei settori trainanti dell'economia

mussomelese: l'edilizia. E ciò attraverso:

•La A progettualità pubblica e

l'attrazione di fondi regionali,

nazionali e comunitari, così come già

fatto in questi ultimi cinque anni e mezzo

(ben 45 milioni di euro di progetti finanziati

ed un parco progetti di oltre 80 milioni di

euro).

•L'Attrazione B

di capitali italiani e

stranieri finalizzati all'acquisizione e

riqualificazione di edilizia privata,

soprattutto del centro storico;

•La C promozione degli incentivi fiscali

statali (sismabonus, superbo-nus,

etc) finalizzati alla riqualificazione e

all'efficientamento di edifici privati.

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CASTELLO MANFREDONICO

di

MUSSOMELI


Infine, si punta, in sinergia con altri enti locali ed

organismi, alla creazione di alcune precondizioni

facilitanti dello sviluppo. In particolare:

•Al A potenziamento delle infrastrutture viarie di

collegamento da e per Mussomeli. Da una

parte con il capoluogo ( Caltanissetta) e con

l' Autostrada PA-CT e dall'altra con lo scorrimento

veloce AG-PA.

•Al B potenziamento delle infrastrutture digitali

(fibra ottica, WiFi) utili per le nostre imprese;

performane sulla raccolta differenziata del 70%

circa (partendo da un misero 0,8% del 2015).

In più, nel corso degli ultimi 5 anni, diversi sono

stati i progetti messi in campo e molti già

finanziati (efficientamento illuminazione pubblica,

efficientamento edifici scolastici e Palazzo

municipale). Il Comune inoltre sta promuovendo

l'utilizzo di energie alternative per l'abbattimento

delle emissioni e raggiungimento degli obiettivi

comunitari Agenda 2030. In u ottica di

europee, cercano di sperimentare usi e costumi di

una comunità con una logica di Slow Life.

Un'esperienza che consenta al cittadino straniero

con cultura e tradizioni assai lontane da quelle

nostre, di immergersi nello stile di vita quotidiano

della nostra comunità e del Vallone in generale.

L'obiettivo è quello di far rinascere il centro storico

attraverso la valorizzazione del patrimonio edilizio

e lo sviluppo di attività commerciali e artigianali al

proprio interno. E l'accordo sottoscritto con

olio di alta qualità. Un ultimo tema, non per

importanza, su cui ci si sta muovendo con passi

decisi riguarda la parità di genere, anche in

campo lavorativo ed imprenditoriale, su cui il

Comune di Mussomeli punta molto. In questa

direzione vanno gli accordi di collaborazione già

sottoscritti con la Global Thinking Foundation

rappresentata da Claudia Segre e con CONFAPI

Sicilia rappresentata da Dhebora Mirabelli. Già

partite le prime iniziative: l'8 marzo scorso con

M u s s o m e l i

un borgo sospeso nel tempo.

•Al rafforzamento della collaborazione con

Agenzie formative, Università e Centri di

Ricerca

•Al riconoscimento della fiscalità di vantaggio

per queste aree intere e di montagna

mediante l'approvazione della legge sulle Zone

Franche Montane che prevede la fiscalità di

vantaggio per il nostro comune.

In questi anni, molto è stato fatto dalla sua

amministrazione per migliorare l'efficacia nella

gestione del ciclo dei rifiuti, con risultati eccellenti

che hanno portato il comune ad avere una

rigenerazione urbana, circa 3 anni fa nasce il

progetto Case1Euro – Mussomeli che ha fatto

registrate uno straordinario risultato in termini di

impatto mediatico internazionale (diverse testate

giornalistiche ed emittenti televisive si sono

interessate del progetto con servizi dedicati) ed in

termini di compravendite e riqualificazioni (oltre

190 case già vendute a cittadini stranieri di oltre

18 nazionalità diverse). L'idea alla base del

progetto consiste nell'offrire ad un mercato

turistico caratterizzato da persone che, stanche

della vita frenetica delle metropoli italiane ed

CONFAPI Sicilia a febbraio 2020 diventa centrale

in un'ottica di rigenerazione urbana finalizzata allo

sviluppo di distretti produttivi. Nasce così il

progetto Pensiamo a Sud finalizzato alla

rigenerazione urbana, al contrasto allo

spopolamento dei piccoli borghi attraverso

l'implementazione di due distretti produttivi:

Turistico culturale ed Agro-alimentare. Progetto

che ha già mosso i primi passi e che sta facendo

registrare forte interesse, oltre ad aver visto già la

luce di una start up composta da giovani del

territorio operanti nel settore della produzione di

CONFAPI Sicilia sui temi della finanza applicata

alle imprese al femminile e l'8 giugno scorso è

stato realizzato con Global Thinking Foundation

un webinar per fare il punto relativo al primo

periodo di attuazione della legge sul Codice

Rosso. Altre attività saranno realizzate, sempre

con la loro collaborazione, a partire dall'apertura

di un incubatore di impresa che vedrà la luce a

Mussomeli nei primi di settembre di quest'anno,

con il patrocinio della Presidenza del Consiglio

dei Ministri.


COMUNE DI ) Piazza della Repubblica _ Tel. 0934/961111 _ 0934/961249

MUSSOMELI Caltanissetta

(Provincia di (Ufficio Turistico)

www.comunedimussomeli.it

SINDACO

COMUNE

DI

“Mussomeli è un paese di 11 mila anime

nell’entroterra siciliano. Nel 2020 è stato eletto

il più bel borgo di Sicilia. Un borgo di origini

medioevali con un centro storico meraviglioso

che stiamo cercando di rilanciare attraverso

un progetto di rigenerazione urbana. L’arrivo

di investitori stranieri in questo piccolo centro

piegato dallo spopolamento, è stato una

manna dal cielo. Si è messo in moto il settore

dell’artigianato e soprattutto si respira un

rinnovamento culturale. Questo progetto può

essere l’opportunità per crescere ancora.

Mus

so

me

li

GIUSEPPE

SEBASTIANO

CATANIA


www.dimagazine.it

STUDIO

LEASING VASTAROLI

1983 – 2021 DA 38 ANNI AL

SERVIZIO DELLE IMPRESE

ASSISTERE LE IMPRESE NELLE

LORO SCELTE DI INVESTIMENTI

IMPRENDITORIALI. QUESTO IL

COMPITO DELLO STUDIO

VASTAROLI DOVE IL TITOLARE

GIANFRANCO E' AGENTE IN

ATTIVITA' FINANZIARIA

REGOLARMENTE ISCRITTO

ALL'OAM.


Il partner strategico per la tua impresa

Vogliamo essere protagonisti dello sviluppo di chi ha deciso di

raggiungere un obiettivo.

“Operiamo nel leasing: siamo l'interlocutore di molte aziende prevalentemente marchigiane, che debbono effettuare investimenti in macchinari, immobili, beni strumentali. Stiamo

parlando di acquisti importanti nella vita delle imprese. Non siamo concorrenti alle banche, operiamo per conto di un grande Istituto di credito italiano che controlla al 100% la società

di leasing nostra mandante. Abbiamo una precisa specializzazione. Oggi viviamo nel mondo delle specializzazioni e noi siamo a 360 gradi, direi sette giorni su sette dedicati ed

impegnati a fare solo questo. Ai clienti forniamo consulenza relativamente alle agevolazioni presenti ed applicabili al leasing. Oggi con il Covid-19 sono presenti diversi tipi di

agevolazioni, tutte cumulabili tra loro, che permettono ottime performances all'impresa che investe, ed ottimi ritorni in termini fiscali (credito di imposta) e finanziari (Legge Sabatini

Ter). Quando si devono fare investimenti importanti, la consulenza e l'assistenza non si fermano solo al primo momento della firma del contratto leasing, ma lo stesso ha una sua vita

durante ed anche a fine contratto. Pensiamo ad esempio al caso di un immobile che a fine contratto deve essere riscattato o ad un autocarro che deve essere ceduto prima della sua

scadenza naturale. In questi periodi di forti tensioni e difficoltà economiche siamo sempre stati vicini alle persone, non abbiamo mai smesso di fare operazioni di leasing come invece

hanno fatto altri nostri concorrenti. È proprio in questi momenti che bisogna “centellinare” bene ogni possibilità per avere credito ed utilizzare bene ogni strumento finanziario per la sua

propria necessità. Ad esempio per gli investimenti a medio e lungo termine, anche di modici importi, non si può più pagare dilazionando a 12-18-24 mesi, perché così facendo si toglie

liquidità importante all'azienda. Un bene che dura nel tempo deve essere finanziato nel medio-lungo termine. L'Italia è un grande paese, pieno di brava gente capace e in grado di

dirigere una impresa piccola o grande che sia. Io sono fermamente convinto che, come fecero i nostri padri ed i nostri nonni nel dopoguerra, riusciremo a risollevare le sorti della

nostra Italia. Con sacrifici, volontà e impegno. Nonostante tutto sono fiducioso che l'inventiva, lo spirito di sacrificio e l'imprenditorialità degli italiani alla fine prevarranno. Ho molta

fiducia negli italiani che sono un popolo pieno di risorse e di creatività; non è un caso che il nostro Made in Italy e l'Italianità siano la nostra Brand Identity nel Mondo. Il Made in Italy

non è solo un concetto o un'etichetta, ma è proprio un approccio culturale/progettuale; la passione e l'attenzione che noi italiani mettiamo nei progetti non è pari al mondo ed è

davvero l'elemento distintivo del nostro sapere fare ”.

Gianfranco Vastaroli

L & F di Pisoni M. e Vastaroli G. s.n.c.

AGENTE MONOMANDATARIO

VIA G. GALLIANO, 80

63822 PORTO SAN GIORGIO (FM) - ITALY

TEL. (+39) 0734 679564

MAIL: gianfranco.vastaroli@tiscali.it



Valeriana Mariani Presidente Donna Impresa

TENDENZE DEL CONSUMO

DI PASTA DA QUI AL 2050

SECONDO L'UNIONE ITALIANA

FOOD. #PASTA2050

Un buon piatto di pasta non tramonterà mai,

neanche guardando a scenari futuri e

futuribili. Si continuerà a mangiare anche se

in modo più consapevole, sostenibile e, in

un'ottica di globalizzazione, con tante

contaminazioni derivanti da cibi di altre

culture gastronomiche. A delineare le

principali tendenze che caratterizzeranno il

futuro della pasta, da qui al 2050, è Unione

Italiana Food che, interrogati sul futuro della

pasta, invitando un panel di esperti

(professori universitari, esperti in

sostenibilità, giornalisti, medici nutrizionisti,

pastai, designer, chef, food blogger, esperti

di scenari futuri dell'alimentazione) hanno

tracciato sei tendenze:

La prima tendenza è Pasta, amore e

fantasia:

la pasta, come alimento antistress.

In pochi sanno che la Pasta fa davvero

bene alla mente, all'umore, allo spirito e

perché no, alla fantasia: sono infinite le idee

che nascono per preparare un gustoso

piatto di pasta, sperimentare nuovi

abbinamenti, assecondare i nostri sapori

preferiti. I carboidrati della pasta hanno

effetti benefici sul sistema nervoso ed

inoltre contengono il triptofano, un

amminoacido che non solo migliora il sonno

ma è anche precursore della serotonina, il

neurotrasmettitore del piacere anche

conosciuto come “ormone della felicità” . La

Pasta è dunque una vera e propria alleata

del nostro umore e benessere fisico e

psicologico. Ci aiuta a pensare, a

concentrarci, a gestire lo stress, ad essere

felici ed appagati. La dimostrazione di

quanto essa sia importante per il nostro

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From farm to fork

F D

OO

Ecellenze d'Italia in tavola


umore è l'effetto negativo che provocano le diete low-carb (sono

quelle a basso contenuto in carboidrati) e dalle diete chetogeniche

( privazione completa di carboidrati) nelle quali si rinuncia alla

Pasta: questo vuol dire privarsi sia di nutrienti importanti, andando

ad alterare senso di fame e sazietà, sia ridurre le prestazioni

mentali e fisiche poiché i carboidrati sono i principali dispensatori

di energia dell'organismo. Dobbiamo sapere che il cervello è un

organo glucosio-dipendente, cioè necessita di glucosio per

svolgere le sue attività, trasformandolo in energia.

La seconda tendenza che emerge è “Io mangio classico” : la

pasta così come la conosciamo oggi, con le sue ricette

apprezzate in tutto il mondo, continuerà a essere un 'classico'. La

pasta di semola di grano duro avrà un ruolo importante

nell'alimentazione del pianeta, portando avanti la bandiera della

tradizione e della dieta mediterranea.

La terza tendenza, “Io mangio etico” ha come slogan 'pasta,

verdure e sostenibilità'. Il futuro sarà sempre più dominato da un

interesse per le diete a base vegetale. E la pasta verrà certamente

“contaminata” da questa tendenza. Le ragioni di questa

evoluzione sono legate certamente al crescente desiderio di stare

bene e pensare di più alla nostra salute, ma fanno riferimento

anche all'approccio più responsabile delle giovani generazioni che

mettono la sostenibilità in testa alle loro scelte di vita.

La quarta tendenza viene identificata con la frase “Io mangio

globale”, e quindi “pasta fusion: un mondo di contaminazioni”. La

pasta, rimanendo sé stessa, dovrà però essere aperta alle

contaminazioni. Non solo quando esplorerà nuovi paesi e si

presenterà a nuove culture gastronomiche, ma dovrà iniziare,

presto, a farlo anche 'in casa'. Qui in Italia. Sono sempre di più –

circa il 56% – gli italiani che si aprono ai cibi etnici, perché curiosi

di sperimentare sapori e culture differenti. Mentre il 49% dei nostri

connazionali pensa che alcune cucine etniche rappresentino una

valida alternativa a quella italiana.

La quinta tendenza esemplificata dalla frase “Io mangio

semplice: all'insegna del 'less is more". Semplicità farà anche

rima, sempre di più con qualità. L'imperativo sarà lavorare il meno

possibile una materia prima di altissima qualità e accompagnare

la pasta che se ne ricava con il miglior pomodoro, il miglior olio

extravergine d'oliva, le migliori verdure, i migliori formaggi.

La sesta tendenza “Io mangio consapevole” . Il futuro della

pasta passa anche attraverso la corretta informazione. Oggi infatti

viviamo schiacciati tra due tendenze, incoerenti fra loro ma

altrettanto forti e radicate. Che si estremizzeranno (ancora di più)

in futuro. Da una parte c'è il legittimo desiderio, da parte dei

consumatori, di cercare e ricevere informazioni da chi produce gli

alimenti e di scegliere sulla base di una migliore conoscenza del

prodotto. Dall'altra però esiste un flusso continuo e incontrollato di

fake news che confondono il consumatore, dicendo che un

alimento fa bene o fa male sulla base di informazioni grossolane,

spesso ideologiche, non di valore scientifico.

Pasta italiana

Dott.ssa Cristina Mariani

*Laurea Triennale in Scienze dell'Alimentazione;

*Laurea Magistrale Specialistica in Nutrizione Umana;

*Corsi di specializzazione in Nutrizione Clinica applicata alle

Patologie in modo specifico malattie Nefrologiche (patologie

renali), Neurologiche (sistema nervoso e patologie

neurodegenerative), Gastroenterologiche, di cui sta sviluppando

competenze specifiche.


100%

Ieri

il marchio Barilla è un simbolo di ‘ Made in Italy’ in tutto il mondo. una sola controindicazione: l'eccesso di

bontà. Barilla rinnova la sua Pasta classica fatta con 100% Grano Italiano. Unendo due ingredienti

semplicissimi, quali farina di semola di grano duro e acqua è possibile ottenere uno dei prodotti più conosciuti e

amati del nostro paese: la Pasta. Una prelibatezza diventata ormai un segno distintivo della nostra nazione,

imitata e fantasiosamente condita anche all’estero, nel tentativo di simulare i nostri primi piatti principali.

Qualità della pasta, di cosa tenere conto?

Utilizzare materie prime di qualità per la produzione della pasta non è, per Barilla, solo una necessità produttiva in

chiave competitiva. È, piuttosto, una responsabilità sociale ed etica che da oltre 140 anni la famiglia emiliana

sente come propria: affonda le radici nella terra e nei campi di grano e nella cultura fondata sul rispetto del

territorio, delle persone e dell’ambiente. Una responsabilità che nel tempo è diventata missione. Per la produzione

del suo prodotto simbolo, la pasta, l’azienda utilizza esclusivamente grani duri di alta qualità, valorizzando laddove

possibile filiere di approvvigionamento locali. Per i formati classici della pasta destinata al mercato italiano, Barilla

utilizza grano 100% italiano selezionato, caratterizzato da alto contenuto proteico, elevata qualità del glutine,

colore giallo dorato e basso contenuto di ceneri (sali minerali). La scelta di oggi è una nuova tappa in un percorso

lungo più di 20 anni, volto a incrementare la qualità del grano duro italiano e valorizzare la filiera nazionale. Per

Barilla l’origine non fa la qualità, ma è giusto che chi produce sia il più vicino possibile a chi coltiva. La nuova

Pasta Barilla 100% Grano Duro Italiano è il risultato di un percorso fatto di investimenti, ricerca sulle sementi,

collaborazioni con istituzioni e cooperative agricole nazionali. Alla base della nuova pasta la stretta collaborazione

con mugnai, cooperative e consorzi, agricoltori e istituzioni che hanno scelto di far convergere i propri patrimoni di

conoscenze, strumenti ed esperienze per valorizzare la filiera agricola italiana e dare vita a una produzione di

altissima qualità. Barilla ha realizzato una pasta che integra quattro esclusive varietà di grani duri coltivate in 13

regioni italiane; forte di un continuo rinnovamento e ammodernamento di tutte le fasi della produzione, ha

ridisegnato le geometrie dei principali formati, aumentandone spessori e diametri. Una catena del valore a

supporto del Paese avviata negli anni Novanta e improntata, da un lato, al miglioramento del sistema agronomico

nazionale, dall’altro volta a ottenere e produrre un grano italiano di ottima qualità. Grazie a ricerca, investimenti,

contratti di filiera e in seguito alla sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa siglato a fine 2019 con il Ministero

dell’Agricoltura per un ulteriore aumento degli acquisti di grano italiano, Barilla arriva oggi a uno straordinario

risultato di prodotto, derivato di un processo ad alto valore aggiunto: sostegno delle aree d’ Italia a minor sviluppo

economico, attenzione al territorio e redistribuzione delle risorse alle comunità locali, riduzione dell’impatto

ambientale attraverso pratiche agricole sempre più sostenibili.

Per saperne di più e scoprire i dieci punti che compongono il Protocollo d’Intesa : https://www.barilla.com/itit/manifesto-del-grano-duro

CHI LO DICE

CHE LE

BELLE DONNE

NON MANGIANO

LA PASTA?


Oggi

80

grammi

di pasta

corrispondono

solo a circa

400 kcal


Parità di genere: Barilla

premiata con il Catalyst

Award.

Il 17-18 marzo 2021 Barilla ha ricevuto il

Catalyst Award per le iniziative che hanno

permesso la valorizzazione della leadership

femminile sul posto di lavoro e aumentato

l’inclusione di tutti i suoi dipendenti nel mondo.

È la prima azienda italiana ad aggiudicarsi il

riconoscimento dedicato alla parità di genere.

Dal 2013 al 2020 nell’azienda di Parma è

aumentata dall’8% al 28% la rappresentanza

di donne che riportano direttamente

all’ Amministratore delegato. Dal 2014 al 2020,

inoltre, la presenza delle donne è cresciuta

dal 23% al 36% anche nelle posizioni che

rispondono direttamente al Global

Leadership Team. Nelle posizioni che

rispondono direttamente ai leader senior è

passata dal 40% al 47%, e nelle posizioni di

leadership a livello globale è passata dal 33%

al 38%. Nel 2020 Barilla ha raggiunto la

Gender Pay Equality per tutti i suoi

dipendenti nel Mondo. A parità di qualifiche e

mansioni, uomini e donne hanno lo stesso

stipendio. E’ stata anche una delle prime

aziende in Italia a porsi diversi obiettivi di

inclusione, come la formalizzazione del lavoro

flessibile in tutte le sue sedi, e la prima

azienda italiana ad aderire agli standard di

condotta ONU contro la discriminazione

LGBTI sul lavoro. Catalyst è

un’organizzazione no-profit, fondata nel 1962,

che lavora con alcuni dei più potenti

amministratori delegati del mondo e con le

aziende leader per aiutare a costruire

ambienti di lavoro in cui il talento femminile

possa essere sempre più riconosciuto. Da

oltre 30 anni conferisce i Catalyst Awards

per premiare le iniziative delle aziende che

promuovono la carriera femminile, in base al

principio per cui il progresso delle donne è il

progresso di tutti. Quest’anno il tema

dell’evento è stato “Progress Won’t Pause-

Equity Can’t Wait”, per sottolineare gli sforzi

continui e costanti delle organizzazioni

impegnate nella diversità, nell’equità e nella

inclusione. I dirigenti delle migliori aziende

globali, stakeholder, governi, Ong e istituzioni

educative si sono riuniti al Catalyst Award del

2021, presieduto da Julie Sweet, Ceo di

Accenture. Più di 5mila sono stati i

partecipanti all’evento virtuale, tra cui il

Consiglio di Amministrazione di Catalyst e i

Catalyst Ceo Champions For Change.

"Siamo onorati di essere stati riconosciuti da

Catalyst per il nostro impegno globale nel

promuovere l'uguaglianza di genere sul posto

di lavoro, arricchito dal significativo

raggiungimento della Gender Pay Equality in

tutto il mondo Barilla" dichiara in una nota

Claudio Colzani, Ceo della multinazionale

della pasta. "Questo premio è un riflesso

dell'impegno del Gruppo Barilla per

promuovere la cultura della diversità e

dell'inclusione nei nostri dipendenti, nei nostri

partner e nelle comunità dove operiamo. C'è

ancora molto da fare, ma continueremo con

determinazione su questa strada per rendere

l'azienda ancora più inclusiva"

Donna Impresa, nella persona del suo

Presidente Valeriana Mariani, esprime i

più sinceri e vivi complimenti a Barilla per

questo riconoscimento meritato per il

grande lavoro messo in opera per

realizzare una cultura aziendale davvero

inclusiva.

www.dimagazine.it96


Ciriaci:

una storia di passione

e tradizione

Nata

da un’antica tradizionedi famiglia di salumieri, all’inizio in forma artigianale, il

Salumificio Ciriaci rappresenta oggi una delle realtà più importanti delle Marche nel

campo della norcineria. L’azienda nasce nel 1930, sotto la guida sapiente e attenta di

Lorenzo Ciriaci, gran conoscitore dell’arte della "salata" termine marchigiano con il

quale si indica la professionalità nel confezionare, preparare e ottimizzare qualsiasi

pezzo di carne di maiale, spezzato disossato a salato. Col passare del tempo l’azienda è

passata sotto la guida di Benito Ciriaci che ha aumentato la produzione ed ha

cominciato a costruire la vera realtà, che oggi alla guida di Graziella Ciriaci è leader nel

settore. Molti gli investimenti effettuati, non ultimo il grande stabilimento situato ad

Ortezzano nella Valle dell’Aso. Il nuovissimo stabilimento, altamente tecnologico è in

grado di soddisfare oltre a qualità e continuità della tradizione artigianale, qualsiasi

esigenza di mercato anche la più particolare. Questo ha consentito a Ciriaci un

grandissimo sviluppo. Caratteristica importantissima è l’allevamento di suini di proprietà

della azienda che garantisce la genuinità del prodotto contribuendo alla qualità dei

salumi prodotti. L' Amministratrice Unica, l'imprenditrice Graziella Ciriaci, ha puntato

sulla diffusione della rete di distribuzione nelle Marche con una serie di caratteristici

punti vendita: a Moresco, uno dei Borghi più belli d' Italia, a Porto San Giorgio e a

Sant’Elpidio a Mare, dove si possono acquistate degustare e acquistare tutti i prodotti

del Salumificio Ciriaci, dal fresco al confezionato, al sottovuoto allo stagionato. Le

specialità di "Casa" Ciriaci vanno dal Ciauscolo IGP al Lonzino, alla Lonza stagionata

vera specialità. Quest’ultima è ottenuta da capocollo di suino nazionale selezionato,

insaccata nel budello naturale e legata con spago juta sintetico. E’ aromatizzata con sale

marino grosso, pepe nero, pepe bianco e con l’aggiunta di potassio nitrato. Non meno

noti, prosciutti, salsicce e salami che, nonostante il volume di vendite, hanno conservato

la cura ed il sapore artigianali. L'eccellente sapore dei prodotti ha permesso al

Salumificio Ciriaci di posizionarsi nei grandi mercati, ma anche in quelli di nicchia,

come uno dei prodotti più ricercati sul mercato regionale e nazionale. I salumi Ciriaci

non hanno confronto; sono moltissime le attestazioni di apprezzamento per genuinità e

specialità. Negli ultimi tempi è stata ottimizzata la possibilità di essere presenti anche

all’estero.

Salumificio Ciriaci - Contrada S. Massimo - 63851 Ortezzano (Fm) - www.salumificiociriaci.it


IN MEDIO STAT VIRTUS

Nato come piccolo laboratorio negli anni ’80, il Salumificio

Ciriaci si è subito distinto per il rispetto dei principi di

lavorazione della tradizione marchigiana. Una passione che

negli anni ha coinvolto la nostra realtà familiare guidandoci in

un percorso di ricerca dell’eccellenza. In medio stat virtus, la

virtù sta nel mezzo: è proprio in mezzo ai Sibillini che nasce

uno dei prodotti più rappresentativi di queste terre: il

Ciauscolo. Una volta assaggiato, non v’è dubbio che il suo

sapore travolga e incanti.



Passione di una vita,

Marchigiani

per tradizione.

Punti vendita diretti con carni, salumi, formaggi:

Ortezzano - Contrada San Massimo snc

Porto San Giorgio - via Tommaso Salvadori, 143

Sant'Elpidio a Mare - via Porta Romana

www.salumificiociriaci.it


Caseificio Arioli Achille

LO SAPEVATE CHE PER UNA FORMA DA

10 KG DI GORGONZOLA DOLCE

CI VOGLIONO 100 LITRI DI LATTE E

ALMENO 80 GIORNI DI STAGIONATURA?

É ad Ozzero il

gorgonzola

più buono d'Italia

È la storia di questo caseificio condotto dalla stessa famiglia, dedita al

Gorgonzola da cinque generazioni. La cascina storica sede

dell’azienda, risalente al XVI secolo, è diventata un magnifico

agriturismo con tanto di Spa e camere arredate. La produzione è

sempre nel segno del Gorgonzola DP, realizzato secondo le regole del

disciplinare del Consorzio di Tutela del Gorgonzola Dop e proposto sia

in versione piccante sia in versione dolce, più morbido e cremoso,

insieme ad altri formaggi come Taleggio, Primo Sale, Crescenza.

Il segreto del formaggio Arioli risiede nelle terre bagnate dai Navigli e

così ricche di acqua. “La pianura padana è un territorio ricco dal punto di

vista dell’irrigazione e questo è fondamentale per l’approvvigionamento

delle mucche e la loro alimentazione” ci dice Gianluca “ecco perché il

latte qui è uno dei migliori d’Italia”. All’eccellenza della materia prima,

Arioli aggiunge poi fermenti lattici ed il segreto della manualità nella

lavorazione. “Ci sono passaggi che non si possono fare industrialmente.

Il nostro è un prodotto di altissima qualità perché siamo piccoli”. La

produzione artigianale è quella che fa la differenza "Che le migliori

gastronomie di tutto il mondo si riforniscano da noi ci rende fieri del

nostro lavoro”. L'azienda presenta un piccolo spaccio, molto ben tenuto

dove potrete acquistare sia lo zola classico, che la crema oiprodotti del

pastificio ripieni, lasciandovi liberi di spaziare con i mille accostamenti

possibili.

Caseificio Arioli Achille - Strada Cascina Sega 11 - Ozzero (Mi) Tel. 029407302 - www.arioliachille.com


Perini

conserverie nazionali

The luxury of nature

Confetture ad alto contenuto di frutta.

E' anche nell'ottica delle produzioni sostenibili che le coltivazioni fuori

suolo - oltre alla produzione di frutti di elevata qualità - consentono la

razionalizzazione dell'apporto irriguo e minerale del terreno. Perini

Conserverie Nazionali coltiva discreti quantitativi di fragole rifiorenti

su substrato, destinati principalmente alla realizzazione di confetture

extra. Una produzione che affianca alla lavorazione di lamponi e

ciliegie, avvalendosi dell'esperienza che da quattro generazioni vede

impegnata la famiglia nel commercio di prodotto ortofrutticoli.

Un'esperienza artigianale, un territorio straordinariamente fertile,

frutta raccolta a mano, innovazione: così nascono così gli eccellenti

prodotti di quest'azienda, che dal 2014 affianca la produzione del

fresco ai trasformati. Ci troviamo a ridosso dei Monti Lessini - area

montana a nord di Verona, di origini antichissime - dove il clima e

l'escursione termica favoriscono le condizioni ottimali per produrre

frutta d'impareggiabile qualità. La punta di diamante della produzione

è rappresentata dalla lavorazione artigianale di confetture disponibili

in cinque gusti: Pera & Cannella, Fragola & Vaniglia,

Fragola &

Clementina, Lampone e, ultima arrivata, la marmellata di Arancia

Bionda.


Fileni

BIO

Carni biologiche rigorosamente

controllate, di alta qualità e

con un sapore insuperabile.

Non le avete ancora provate?

Fileni BIO è la proposta di Carne Biologica nata da una filiera costantemente

controllata: Solo così otteniamo carni di alta qualità e dal sapore insuperabile.

20 anni di esperienza nel campo del biologico e una straordinaria attenzione

alla tradizione gastronomica italiana: nasce così un mondo di prodotti buoni e

semplici, realizzati all’insegna di buon senso, consapevolezza e scelte

naturali e sane. Carni Biologiche che rispettano l’ambiente e gli animali e che

si distinguono per il loro gusto unico. Fileni BIO è la prima linea di carni

biologiche in Italia. Una proposta che nasce da una filiera costantemente

controllata che rispetta il benessere degli animali e l’ambiente. Una linea di

carne altissima qualità che dedichiamo a tutti quelli che vogliono comprare

prodotti buoni e salutari e prendersi realmente cura della propria salute.

Proprio come te.

Fileni Alimentare SpA - Località Cerrete Collicelli N° 8 – 62011 Cingoli (MC) - tel 0733.606.211 – fax 0733.606.239 - www.fileni.it


Le Caniette

Vignaioli da quattro generazioni

custodi di vitigni autoctoni

L’azienda, situata a

Ripatransone, piccolo comune

medievale di Ascoli Piceno che insieme ad Offida è

conosciuta in tutta la regione (e non solo) come

“terra del vino”, nacque nel 1897 con Raffaele

Vagnoni che a partire dagli anni ’60 inizia a

convertire a vigneti tutti i terreni ereditati dal padre

Giovanni. Le prime etichette appaiono con

Giovanni Vagnoni che, nei primi anni ’90, entra in

Azienda e inizia a introdurre tutte quelle novità

tecnologiche ed imprenditoriali che hanno reso LE

CANIETTE conosciute ed apprezzate sul territorio e

nel mondo. Ad oggi Le Caniette contano un totale di

20 (ha) di terreni di cui 16 vitati, 1,5 per uliveti e il

restante di boschi. Ma il loro vero punto di forza è il

territorio e il rispetto della natura. Le vigne, poste in

zona collinare, si ritrovano di fronte il mare ed alle

spalle le montagne creando un microclima davvero

unico che permette una perfetta maturazione delle

uve. I vigneti sembrano corde di violino che solcano i

terreni bagnati dalla brezza marina dove la

maturazione delle uve viene in modo naturale. La

sapienza delle mani dei cantinieri fanno tutto il resto:

la differenza è l'amore dei titolari verso il territorio.

Crediamo di poter dire con certezza che i vini di

questa cantina siano tra i migliori del parco enologico

Italiano.

Az. Agr. Le Caniette - C.da Canali, 23 - 63065 Ripatransone (AP) - Tel.: +39 0735 9200 - Fax: +39 0735 91028 - mail:info@lecaniette.it - www.lecaniette.it



Donne e Agricoltura

L’altra metà del campo è al femminile.

La nuova campagna di Comunicazione 2021

mette al centro le donne. Sale al 50% la presenza

femminile nelle aziende agricole della cooperativa

Agribologna. In agricoltura solo il 27% della forza

lavoro è occupata dalle donne; la presenza

femminile pesa per il 3% del totale delle donne

occupate contro il 14% dell’industria e l’83 % nei

servizi: lo dicono i più recenti dati ISTAT -

Censimento 2016 – in attesa che si concluda

nelle prossime settimane il Censimento 2021

(fonte fondazione Campagna Amica – Coldiretti).

Se pure il numero di donne in agricoltura è in

crescita, molto resta da fare. Risulta quindi in

controtendenza Agribologna, che vede salire la

quota delle donne impiegate nelle aziende

agricole della cooperativa, fino al 50%. A

riconoscimento di questa realtà, così

determinante per l’impegno eisuccessidel

gruppo, la nuova campagna di comunicazione

2021 è dedicata proprio "all’altra metà del

campo". “Tutti i principali organismi internazionali

ed europei in particolare, mirano a sensibilizzare il

ruolo cruciale che le donne possono e devono

rivestire nello sviluppo, nell’innovazione e nella

sostenibilità. Anche il Censimento ISTAT 2021, in

fase conclusiva proprio nelle prossime settimane,

attribuisce un ruolo centrale alle donne.

Nonostante questo, ed un numero crescente di

donne impegnate in Agricoltura, i dati più recenti

attestano che tuttora meno del 30% di imprese

agricole in Italia e in Europa è gestito da donne.”

Commenta Franco Linguerri, presidente

Gruppo Agribologna. “Siamo quindi

particolarmente orgogliosi di poter affermare che

all’interno del consorzio la figura femminile è

fondamentale, anzi direi strategica per il buon

funzionamento dell’impresa agricola; sempre alla

pari e al fianco della figura maschile, oggi le

donne all’interno delle aziende del consorzio

Agribologna rappresentano il 50% della forza

impiegata. Si tratta pertanto di una realtà in

controtendenza, in un settore che tende a

rimanere ancora oggi prevalentemente gestito da

uomini. La nostra ‘scelta di campo’ è fatta di

principi, convinzioni, innovazione, sostenibilità e

tanto impegno, sulla base di una cultura

cooperativa responsabile, che ci è propria. La

nostra campagna 2021 riconosce giustamente il

ruolo che le donne rivestono da sempre nel creare

valore, partecipando ai progetti e ai successi del

Consorzio e del Gruppo.” La Campagna di

Comunicazione AGRIBOLOGNA "Questo l’ho

fatto io" 2021. Prodotti e Soggetti: Insalata

Salanova di Samantha Laffi (Azienda Agricola

Naturalmente Laffi, Budrio, BO) ; Basilico di

Francesca Benelli (Cooperativa Sociale Il

Bettolino, Reggiolo, RE) ; Cachi di Cristina Zavoli

(Società agricola Zavoli, Poggio Torriana, RN).

Tre donne, tre prodotti. Tre personalità, tre

progetti, tre visioni differenti, che attestano la

realtà di Agribologna, in cui le donne esistono da

sempre. Il media mix della campagna prevede, fra

luglio e ottobre: Televisione; Radio; Stampa di

settore, food, cucina; Affissioni e Digital. La

Campagna 2021 diAgribologna èacuradiLo

Studio Hibo. GRUPPO AGRIBOLOGNA 2.500

clienti nei canali GDO, ristorazione commerciale,

collettiva e retail tradizionale, un fatturato, stimato

per il 2020 a 190 mln (totale gruppo) . Sono i

numeri del Gruppo Agribologna. 110 soci

agricoltori, con 3.500 ettari di superfici coltivate,

21 piattaforme attive in Italia e2inEuropa,

35.000 mq di magazzini refrigerati e 220

dipendenti confermano il Gruppo Agribologna

come una delle più significative realtà italiane di

settore. Il Consorzio Agribologna oggi

cooperativa di primo grado, attiva da oltre

vent’anni, è nata a Bologna nel 1997, dall’unione

di sei cooperative, trasformatasi poi nel 1998 in

Organizzazione di Produttori ( O.P.)

Mec&Partners paola.abruzzese@mec-partners.it |+ 39 349/2325481* pamela.valerio@mec-partners.net|+ 39 327/201 7334


ALL'INTERNO:

PAOLO SISTILLI PETRA BARRASSO

MARCO E MARZIA SINISCALCHI

“ The toy

box”

La scatola dei balocchi,

the

toy box sono le ultime mie

piu`recenti creazioni. La realtà

filtrata attraverso dei ricordi e

delle visioni oniriche,

astraendo le forme in un

sovrapporsi di colori primari e

di sfumature calde che

contrastano con i fondi freddi o

neutri cercando di mantenere

e creare delle profondità in un

miraggio di sensazioni che

rispecchiano una visione

personale della vita. Ho unito i

linguaggi e le creazioni usate

negli anni come gli alfabeti

immaginari l'archeologia

della

comunicazione,

i simboli e le

forme,

il tutto in una sinossi

proiettata nel presente con

calore per combattere il grigio

di un periodo e dare speranza

e positività

ad un futuro

prossimo venturo.

at r

Paolo Sistilli gioca continuamente con colori e simboli. Tutto questo fa parte della sua ricerca

sull'archeologia della comunicazione.

Paolo Sistilli

86

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lA SCATOLA

DEI

BALOCCHI

GALLERY

UTRECHT - NEDERLAND

www.paolosistilli.nl

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PIETRA

BARRASSO

at r

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L'ARTE DIVENTA PREZIOSA SOLO SE LO E' IL SUO

ARTEFICE

La pittrice si distingue nel panorama artistico italiano per le notevoli doti, disciplinate in espressione

di vera pittura da decenni di prassi consapevole e costante e di confronto incessante con l’arte

contemporanea internazionale. Stabilire cosa sia veramente l’arte al giorno d’oggi non è così

scontato nel ventaglio delle innumervoli espressioni “artistiche” che si manifestano come

alternative alla scultura e alla pittura, ma Pietra può con certezza affermare la sua superiorità

in ambito pittorico, comunque mai del tutto eclissato e anzi molto vicino a una rinascita a seguito di

interessi collezionistici pronti a riprendersi, data la riapertura del mercato dell’arte a tecniche e

metodi tradizionali. C’è da dire che Pietra, pur essendo pittrice, naviga in un mondo sempre vivo,

attuale e decisamente mai collassato : quello dell’arte cosidetta “astratta” o “informale”, pur avendo

alle spalle una tradizione di arte classica piuttosto considerevole… ma è risaputo che i migliori

artisti non figurativi sono quelli che hanno fatto esperienze incontrovertibili di Arte di

Accademia. Se le arti figurative (tutto ciò che rappresenta il reale) hanno concluso il loro ciclo

vitale, salvando risposte illuminanti ed esaustive dagli interrogativi sorti sul loro percorso storico, le

arti non figurative (tutto ciò che non rappresenta il reale) , iniziate a manifestarsi alla fine

dell’Ottocento - già gli Impressionisti avevano ridotto la composizione a un disegno essenziale

preferendo puntare sugli effetti di luce e colore -, sono ancora in attesa di risposte convincenti,

vista l’apparente incomunicabilità dell’arte astratta con il pubblico. L’Astrattismo è un libro

incompleto, che non è stato letto sino in fondo perché vi mancano delle pagine e a queste pagine

dà finalmente risposta, dopo più di cento anni, il MetaFormismo©. Ideato e teorizzato da Giulia

Sillato, storico dell’arte di scuola longhiana, rappresenta una chiave di lettura, non solo nuova ma

anche definitiva, per interpretare in maniera corretta e calzante il messaggio che l’artista non

figurativo porge al suo pubblico … è un modo razionale di porsi di fronte alle FORME di cui è ricca

un’opera cosidetta “astratta” o “informale” (l’informale non esiste) . Pietra Barrasso è stata prescelta

per sostenere questa importante rivoluzione storico-artistica del primo ventennio degli anni

Duemila perché è un’artista che per propria storia e proprie indiscusse capacità è ben all’altezza

di questa nuova leadership, intesa come fase ultima e risolutiva della Storia dell’Arte di tutti i

tempi.

FONDAZIONE GIULIA SILATO

Nella foto l'artista Pietra Barrasso


BIOGRAFIA

Frequenta l’Accademia delle Belle Arti

di Napoli, scegliendo il dipartimento di

pittura. Segue la specializzazione in

grafica pubblicitaria e fotografia. Conosce

Antonio Corpora e ne diventa allieva. È

presente nella 54a Biennale di Venezia

con Vittorio Sgarbi. Su specifico invito

entra nel MetaFormismo© ed è presente

in molte delle rassegne dell’evento

itinerante L’Arte Contemporanea nelle

antiche dimore©, non mancando neppure

a L’ArteeilTempo© , official event di

Expo Milano 2015, entrambi ideati e

realizzati dalla Prof. Giulia Sillato. In

molti eventi le sue opere sono state

associate a quelle di Warhol, Scatizzi,

Sassu, Schifano, Kostabi, Lodola,

Borghi, Kanewsky e la stessa

Fondazione Aligi Sassu la patrocina in

Brianza. Viene insignita dell’onorificenza

Personalità Europea nel 2012; consegue

il Premio Internazionale d’Arte con

medaglia di bronzo della Camera dei

Deputati nel 2012; il Palm Art Award nel

2012; la Medaglia del Presidente del

Senato della Repubblica nel 2017. La

Regione Campania le ha commissionato

un certo numero di dipinti in omaggio a

tutte le Presidenze delle Regioni Italiane

in occasione del meeting nazionale a

Palazzo Reale di Napoli. Le sue opere

fanno quindi parte del patrimonio artistico

della Camera dei Deputati, di

Ambasciate, Regioni, Provincie e di

numerosi Comuni italiani. Innumerevoli le

mostre personali in Italia e all’estero tra

cui Berlino, Boston, Cambridge,

New

York, Tokyo, Cina, San Pietroburgo,

Pechino, Canada, Montecarlo, Nizza,

Mosca, Stoccarda, Lugano, Reinach,

Worchester, Springfield, Barcellona,

Vienna, Avellino, Spoleto, Roma,

Modena, Capri, Milano, Venezia, Lucca,

Fermo, Perugia, Potenza, Arezzo,

Carrara, Firenze. Tra i numerosi e

qualificati riferimenti bibliografici si citano

la Trec International delle Edizioni

Treccani eilCatalogo dell’Arte Moderna

dell’Editoriale Giorgio Mondadori.

Hanno scritto di lei: Giovanni Faccenda,

Mara Ferloni, Giammarco Puntelli,

Giuseppe Selvaggi, Giulia Sillato,

Luigi

Tallarico.

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Pietra Barrasso


at r

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1963 — Pietra nasce a Venticano, delizioso paese vicino ad Avellino. Si sente

attratta dall’arte sin da giovanissima età e nel 1977 si cimenta nella sua prima grande

creazione pittorica. Nel 1980 conclude il triennio sperimentale all’Istituto Statale d’Arte

“ Paolo Anania De Luca” di Avellino con il diploma di Maestro d’Arte. Prosegue con il biennio di

specializzazione in fotografia e grafica pubblicitaria sino alla Maturità d’Arte Applicata, conseguita

con il massimo dei voti.

1983 — Inizia a frequentare l’ Accademia di Belle Arti di Napoli, dove sceglie la

sezione pittura, magistralmente condotta da Armando De Stefano, a sua volta allievo di

Emilio Notte. In tale contesto sviluppa notevoli capacità pittoriche di tipo figurativo che

saranno molto apprezzate dai docenti-guida della sua frequenza.

1984 — Incrementa la sua formazione artistica con il restauro di pittura su tela, corso

indetto dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali , Architettonici , Artistici , Storici di

Salerno e Avellino e diretto da Giovanni Muollo. È un’esperienza che per la sua

rilevanza

sarà l’inizio di una serie di importanti committenze pubbliche e private.

1992 — Entra in cerchie artistiche di fama internazionale: da Pietro Annigoni a

Robert Carroll , Pericle Fazzini , José Ortega , Aligi Sassu , Gregorio Sciltian , Orfeo

Tamburi , Ernesto Treccani. Sono esperienze preziose che le consentono di migliorare

notevolmente la sua crescita artistica. In particolare sarà Aligi Sassu che le farà da tutor grazie

all’amicizia cordiale instauratasi nel loro rapporto professionale.

1992 — Si trasferisce dall’Irpinia a Roma, dove i critici d’arte della capitale le suggeriscono

di cambiare il nome anagrafico di Pierina nel nome d’arte Pietra.

1994 — Conosce Antonio Corpora del quale diventa allieva per affinare le sue

tecniche pittoriche. L’affinamento della tecnica infatti la induce molto presto a produrre

opere che per la magia luministica dei colori le valgono il soprannome di “maestro della

luce”.

2005 — Si iscrive all’ Albo dei Giornalisti Pubblicisti della Regione Campania,

entrato dal 2005 in poi nell’ Ordine Regionale del Lazio.

2012 — Riceve in Campidoglio il primo premio come “ Personalità Europea”.

2013 — Entra nella selezione del Metaformismo© , nuova visione storico-artistica

relativa al non figurativo contemporaneo, ideata e teorizzata dalla Prof. Giulia Sillato,

storico dell’arte di scuola longhiana, che da quel momento in poi inviterà Pietra ad essere

presente in molte delle sue Rassegne.

Nella foto l'artista Pietra Barrasso

Destinato a rivoluzionare gli orizzonti critici dell’arte del futuro, il nuovo indirizzo visivo

propone di leggere e interpretare le espressioni non figurative con la chiave di lettura più

semplice che esista: la forma. L’autore, infatti, ha concluso - dopo studi durati circa venti

anni - che nelle opere cosiddette “ astratte ” mancano figure leggibili (ed è per questo che sono

astratte), ma non mancano forme e queste vanno compiutamente individuate e analizzate.


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L'eredità di

Caravaggio in

Europa.

Dipinti del '600 in collezioni private

La mostra ripercorre il segno che l'opera di Caravaggio

lasció nel suo tempo, dopo di lui l'arte non sarebbe stata più come

prima. Esposti tra i maggiori caravaggeschi da O. Gentileschi,

a Caracciolo, Filippo Vitale, Paolo Guidotti, Trophime Bigot,

Jacob Jordaens, Ribera, Finson,

Matthias Stomer

Dal 02 luglio al 12 settembre 2021

ARTE ANTICA

Location

FONDAZIONE PALMIERI

CHIESA DI SAN SEBASTIANO

Lecce, Vico Dei Sotterranei, 26, ( Lecce)

giunto alla sua quinta edizione, presenta trentatré artisti in rappresentanza di tredici

nazionalità. Un viaggio introspettivo, disamina di un tempo sospeso in cui in bilico ci

si muove nello spazio/luogo delle sale della dimora storica di Villa Fiorentino. Un

viaggio introspettivo, indagine di un tempo sospeso in cui in bilico ci si muove nello

spazio/luogo delle sale della dimora storica, generando interconnessioni e visioni. Gli

artisti sono provenienti dall'Italia, Indonesia, Iran, Egitto, Polonia, Spagna, Bosnia,

Turchia, Slovacchia, Giappone, Russia, Austria e Serbia raccontano storie, luoghi,

viaggi in cui al centro si colloca l'essere umano. In un tempo di grandi trasformazioni

epocali l'artista segna una traccia, irrompe e rimodula, edifica la casa universale. Con i

lavori site-specific di Ehsan Shayegh, Giorgia Di Lorenzo, Ufuk Boy,

Prisco De

Vivo ed Edina Seleskovic gli spazi narrano il presente attraverso suggestioni e

rimandi vividi. Come di consueto si organizzano eventi collaterali e si rinnova il

coinvolgimento degli studenti del Liceo Artistico - Musicale “ Francesco Grandi” di

Sorrento, nello specifico della classe “Design del Libro” , attraverso la presentazione

di progetti grafici. SyArt Gallery Contatti: info@syart.it / 3332882217 – 3488865220

.

Femminile. Plurale

Dal 10 luglio al 04 settembre 2021

ARTE CONTEMPORANEA -ARTE MODERNA -

COLLETTIVA

Monocromo

Contemporary

Art

Monocromo Contemporary Art, da quasi un ventennio

punto di riferimento per artisti e collezionisti sia a livello

nazionale che internazionale, ha aperto a Porto San

Giorgio una galleria d'arte per la stagione estiva 2021.

Dopo quasi due anni di distanziamento sociale in cui ci

siamo allontanati dagli altri e dall'arte, è importante

imparare a riconnettersi con le immagini, le opere visive,

gli sguardi delle persone. Il fine di questa apertura è

proprio quello di riattivare i legami “messi in pausa”,

aiutare il fruitore ad approcciarsi alla bellezza dopo un

lungo periodo di distacco sociale, portare l'energia positiva

ed i colori dell'arte contemporanea tra la gente durante la

pausa estiva. Nei mesi di luglio e agosto, sarà dedicato

ampio spazio ad importati iniziative di grande valore come

La mostra Femminile.Plurale (c on opere di Chiara Fucà,

Elisa Baldissera, Chiara Capobianco) recentemente

esposta a Roma. In questo pop-up fresco e vivo, verranno

continuamente pianificati ed organizzati eventi speciali,

mostre ed allestimenti per instaurare un dialogo tra clienti,

appassionati, collezionisti, artisti contemporanei e maestri

del passato. Imperdibili tele e carte di Marco Tamburro,

una performance esclusiva di live painting del famoso

street artist MauPal ( Mauro Pallotta), l'esposizione di

una selezione di opere del famoso Maestro Mario

Schifano, i colori travolgenti dei lavori di Silvia Fiorenza

e le opere cu cartoncino di Ema Antonelli con i suoi mitici

“Ghirigori People”. Questa temporary gallery vuole

insediarsi nel panorama culturale nazionale, marchigiano e

sangiorgese come un polo dinamico e creativo, capace di

presentare una vasta gamma di artisti contemporanei di

grande qualità, ma soprattutto di far riflettere sul tema

dell'accessibilità sia dal punto di vista economico che

culturale, proponendo anche una rassegna di appuntamenti

denominati “ Not Ordinary Days” in cui artisti diversi,

stili e materiali si fondono insieme per regalare uno

spettacolo, per l'appunto, fuori dall'ordinario. Diretta da

Danilo de'Cocci, con la consulenza curatoriale di Ilaria

Ferretti, la galleria sarà aperta dal mercoledì alla

domenica dalle 18 alle 23, nei mesi di luglio ed agosto,

fino ai primi di settembre. Monocromo Contemporary

Art Temporary Gallery – Summer 2021 Piazza della

Marina, 4 – Porto San Giorgio (Fm) +39 351 5772442

monocromo.it galleria@monocromo.it

@monocromo_contemporaryart

SMACH

Constellation of art,

culture & history in the Dolomites

La 5° edizione della biennale SMACH – Constellation of art,

culture & history in the Dolomites, è stata inaugurata il 10 luglio

2021 in Val Badia e proseguirà fino al 12 settembre. Il concorso

internazionale che si svolge ogni due anni, è stato ideato da Michael

Moling, coadiuvato da Katharina Moling e Gustav Willeit, nel

2012. Dieci progetti artistici, selezionati da una giuria di

professionisti dell'arte contemporanea, hanno composto un percorso

espositivo en plein air in Val Badia – tra i 1.100 e i 2.300 mt. di

altitudine – nel contesto paesaggistico e culturale delle Dolomiti,

patrimonio Unesco dal 2009. Inoltre, in Val dl'Ert ( in ladino: Valle

dell'Arte) si potranno scoprire le opere delle edizioni precedenti di

SMACH che sono entrate a far parte della collezione permanente. Le

opere esposte sono in dialogo non solo con l'ambiente naturale in cui

si collocano, ma anche con il patrimonio culturale, storico e

architettonico dei territori dolomitici, in uno scambio virtuoso di

valori locali, nazionali ed internazionali. SMACH, in sinergia con

sostenitori locali ed istituzionali, lavora per la promozione dell'arte,

del territorio e del turismo culturale, attivando un canale di incontro

tra amanti dell'arte, appassionati di natura, turisti e professionisti di

settore. Per ogni edizione SMACH propone un argomento intorno al

quale gli artisti sono invitati ad elaborare le loro proposte; il tema per

l'anno 2021 è la parola “Fragile”. L'argomento scelto è strettamente

legato al particolare momento storico in cui siamo immersi. La

pandemia lascia emergere tutti gli aspetti personali, umani e sociali,


Prime Time

Anouk Chambaz

Autore

Anouk Chambaz

Giulia Mangoni

in conversazione con

Giulia Mangoni

Magic Lantern Film Festival, in collaborazione con Fondazione smART – polo per l'arte, presenta Prime Time: un

programma di screening ed eventi che approfondisce le modalità e le diverse espressioni attraverso cui l'immagine in

movimento è adottata dalle poetiche di alcuni protagonisti dell'arte emergente italiana, con l'intento di dare visibilità agli

immaginari e alle metodologie degli artisti e filmmaker coinvolti. Il ciclo di presentazioni mira a investigare e portare alla

luce le variazioni linguistiche ed estetiche del video da parte di artisti provenienti da una generazione cresciuta nel pieno

della rivoluzione digitale, andando ad analizzare le modalità con le quali si usa, si studia, si interpreta il materiale a

disposizione, ci si rapporta con il pubblico e ci si relaziona ai contesti diversi. Prime Time si propone di ragionare sulle

rapide trasformazioni a cui è sottoposto il mezzo filmico, in grado di adattarsi ai mutamenti sociali e tecnologici e al

contempo capace di plasmarne i contenuti instancabilmente. Ogni appuntamento consiste in una proiezione di una

selezione di film seguita da un talk in cui l'artista, affiancato da un interlocutore appartenente alla stessa generazione,

introduce la propria poetica e metodologia a partire dalle sue influenze culturali: artisti, registi, punti di riferimento che

sono stati fondamentali per l'evoluzione della propria ricerca. Il ciclo di presentazioni vuole porsi come un momento di

dibattito critico e di confronto tra l'artista e il pubblico, con l'obiettivo di mettere in luce le variazioni linguistiche ed

estetiche inerenti alla dimensione del video che emergono nei lavori di artisti cresciuti con la rete, ove l'acceso

all'informazione sembra essere infinito. Andando ad analizzare le modalità con le quali l'immagine in movimento viene

prima percepita e appropriata, poi elaborata e interpretata, Prime Time si addentra nelle ricerche, nelle visioni, negli

sguardi e nei desideri dei protagonisti delle arti visive del futuro che hanno scelto di lavorare con il mezzo video, spesso

in modo sperimentale e interdisciplinare.

Calendario: Mercoledì 22 settembre: Perla

Sardella; Mercoledì 29 settembre: Stefania

Carlotti. Il festival aspira ad agire sia come

strumento per la diffusione di linguaggi

artistici che utilizzano il cinema come mezzo

ideale con cui dare forma all'immaginazione,

sia come momento di indagine critica di

autori, idee e generi. Magic Lantern Film

Festival è un progetto ideato e curato da

Maria Alicata, Adrienne Drake e Ilaria

Gianni. Ingresso libero fino ad esaurimento

posti Prenotazione obbligatoria

esposizioni@fondazionesmart.org.

Per ulteriori informazioni:

info@magiclanternfilmfestival.org

www.magiclanternfilmfestivalrome.org

www.fondazionesmart.org

at r

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riconducibili alla percezione di uno stato di fragilità. Gli artisti sono

invitati ad una riflessione che, partendo da uno stato d'animo o da una

condizione intima, spazia su considerazioni sociali, sul mondo

contemporaneo, sulle istituzioni che lo regolamentano e sulla

globalizzazione, ma anche indaga su aspetti più celati della condizione

umana. I partecipanti sono stati invitati ad offrire liberamente il loro

contributo senza limiti di tecnica e contenuto, ma mantenendo sempre

l'attenzione al contesto paesaggistico e culturale nel quale intervengono

e pertanto garantendo il rispetto e la cura dell'ambiente. Ogni opera è

stata ideata appositamente per uno dei siti selezionati dalla Biennale

SMACH.

Le località prescelte sono: Le da Rina, Chi Jus, Pra de Pütia,

Forcela

de Furcia, Val dl'Ert, Tru di Lec, La Crusc, Armentara, Fanes, Pederü.

La giuria internazionale quest'anno vede l'adesione di: Julia Bornefeld

(Kiel, DE artista) , Gehard Demetz (Selva Gardena BZ, IT artista) ,

Guus van den Hout (Oosterhout, NL curatore al MET di New York),

Giacinto Di Pietrantonio (Pescara, IT consigliere della GAMeC di

Bergamo) , Giulia Ferracci (Roma, IT curatrice MAXXI Roma) .

SMACH – Constellation of art, culture & history in the Dolomites

Dal 10 luglio al 12 settembre 2021

ARTE CONTEMPORANEA

Location

SMACH

Piccolino, Strada Gran Ega, 4, (BZ)

Sito web:

www.smach.it


Chárōn Ferocia

illuminata

Dal 06 al 30 luglio 2021

ARTE CONTEMPORANEA

Location

KUNSTSCHAU CONTEMPORARY PLACE

Lecce, Via Gioacchino Toma, 72, (Lecce)

Autore

Martadi Donna

FrancescaMussi

VincenzoZancana

Curatore

ChiaraBevilacqua

Produzione organizzazione

Kunstschau

Chárōn – ferocia illuminata, installazione ambientale di Marta di Donna (Como,1989),

Francesca

Mussi (Milano, 1992) e Vincenzo Zancana (Salemi, 1991) , a cura di Chiara Bevilacqua, in

collaborazione con Fiusis SRL e ACLI società agricola cooperativa. I tre artisti propongono per il

white cube leccese la seconda tappa di Chárōn (Caronte) a seguito del primo intervento allestito nel

2018 a Spazio Serra a Milano. Il progetto nasce dall'interesse e dalla ricerca sviluppata dagli artisti

attorno alla problematica degli incendi boschivi in Italia che, dal picco massimo registrato del 2017

(oltre 140.000 ettari bruciati) ad oggi, hanno continuato a colpire tutta la nazione. L'intento dell'opera,

affermano i nostri, è quello di “mettere in gioco la responsabilità artistica, per risvegliare la sensibilità

pubblica” su un fenomeno così allarmante. L'installazione realizzata per Kunstschau,

Chárōn -

ferocia illuminata, analizza l'inquietante fenomeno degli incendi avvenuti in Puglia negli oliveti

colpiti da Xylella. L'intera installazione appare alterata cromaticamente da un telo plastico rosso che

allude al violento divampare delle fiamme. Per la realizzazione dell'opera gli artisti hanno fatto

ricorso sia ai resti di incendi direttamente raccolti sui campi, che al cippato di legno proveniente dalla

FIUSIS SRL di Calimera, azienda green attiva nella produzione di energia pulita dagli scarti di ulivi

colpiti da Xylella, premiata a Bruxelles come modello di sviluppo innovativo sostenibile. Un

partenariato significativo che sottolinea come la coscienza ecologica possa trovare spazio nei

processi economici annullando la distanza tra pensiero ecologista e sistemi produttivi. In tal senso

Chárōn - ferocia illuminata esorta lo spettatore a guardare oltre il dramma, a cogliere e sostenere

la rinascita di là di ogni morte, la trasformazione individuale e il cambiamento collettivo. Marta Di

Donna / Francesca Mussi / Vincenzo Zancana Chárōn – ferocia illuminata a cura di Chiara

Bevilacqua. Dal 6 luglio al 30 luglio 2021, su appuntamento Kunstschau_Contemporary place via

G. Toma 72, Lecce Info: + 39 320 5749854 - info.kunstschau@gmail.com www.kunstschau.it - FB

@kunstschau - IG ks_kunstschau Ufficio Stampa: Lucia Flora Reho - press.reho@gmail.com - + 39

328 8189765

Gottfried Helnwein

Quel silenzioso bagliore

GOTTFRIED HELNWEIN A VENEZIA CON LA MOSTRA QUEL SILENZIOSO BAGLIORE Mette il dito nella ferita. Con le sue

opere Gottfried Helnwein mostra che nel nostro mondo i più deboli sono abusati, feriti e mandati in guerra. I suoi dipinti super

realistici hanno come tema centrale la violenza sui bambini. Dal 3 luglio al 15 agosto 2021 le Sale Monumentali della Biblioteca

Nazionale Marciana, Museo Correr, in Piazza San Marco a Venezia, ospitano, con il supporto Edition Minerva e della Galleria

Geuer & Geuer, Düsseldorf, una selezione di dipinti dell’artista austriaco Gottfried Helnwein. La mostra, curata da Manfred

Möller, si intitola "Quel silenzioso bagliore". Nelle sue opere Gottfried si occupa della sofferenza spesso silenziosa dei bambini,

causata da traumi di guerra o abusi e violenze. Nei suoi dipinti super realistici egli contrappone l'innocenza infantile al sangue,

alle bende, alle armi e alle uniformi militari. Attraverso immagini implicitamente brutali, rende visibile la vulnerabilità e il bisogno

di protezione dei bambini. Le figure centrali del suo lavoro artistico sono teen-agers pallide, a volte coperte di sangue, altre in

uniforme militare o con un'arma in mano. Undici importanti opere dell'artista, alcune delle quali di grandi dimensioni, sono

esposte in questa mostra nella magnifica sala storica della Biblioteca Marciana, l a Sala Sansoviniana, accanto a opere prestate

dal Museo Albertina di Vienna. Nato a Vienna nel 1948, il pittore e fotografo Gottfried Helnwein ha studiato pittura con Rudolf

Hausner all' Accademia di Belle Arti di Vienna ed è considerato uno degli artisti di lingua tedesca di maggior successo a livello

internazionale, ma anche uno dei più controversi del dopoguerra. Le opere di Helnwein sono presenti nelle collezioni del

Museo d'Arte Moderna di Los Angeles, dell' Albertina di Vienna, del Museo Ludwig di Colonia, del Museo Statale Russo di San

Pietroburgo e molti altri. Sono collezionisti delle sue opere anche Sean Penn, Nicolas Cage, Arnold Schwarzenegger,

Ben

Kingsley e Marius Müller-Westernhagen. Mostra: Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana.

Ingresso per la mostra: Museo Correr Piazza San Marco n°52 – Ala Napoleonica; I – 30124 Venezia

www.marciana.venezia.sbn.it - Orario : 11.00 – 17.00 (ultimo ingresso alle ore 16.00) (a causa della pandemia COVID-19, gli

orari di apertura possono cambiare con breve preavviso. Vi preghiamo di informarvi in anticipo nella homepage del Museo

Correr: https://correr.visitmuve.it/)


Torneremo a viaggiare

Dal primo luglio al 05 settembre 2021

Location

GRANAI DI VILLA MIMBELLI

Livorno, Piazza Sant'jacopo In Acquaviva, 65, (Livorno)

Orario di apertura: dal martedì alla domenica dalle ore 16.00 alle ore 19.00

Ufficio stampa “TST” TI SCRIVO TUTTO di Sandra Mazzinghi e Valeria

Cappelletti

Autore: Fondazione Carlo Laviosa

Curatore: Simona Manfredini

Produzione organizzazione: Fondazione Carlo Laviosa - Livorno

Nella Sala degli Specchi di Villa Mimbelli la mostra del 4°, il Concorso

“Fotografia e mondo del lavoro” promosso dal Comune di Livorno e dalla

Fondazione Carlo Laviosa dal titolo “Torneremo a viaggiare: il lavoro nel

turismo fra tradizione e nuove forme di ospitalità”. L'inaugurazione si è

svolta il 3 luglio alle ore 18.00, nel Parco di Villa Mimbelli ( Livorno, via

San Jacopo in Acquaviva, 65), l'esposizione è stata allestita nei Granai della

Villa. 125 scatti che parlano del futuro con un occhio critico al passato

suddivisi in racconti fotografici e scatti singoli. Purtroppo bassa è stata la

partecipazione femminile, circa il 33%. La mostra, a ingresso gratuito, sarà visitabile fino al 5 settembre dal martedì alla domenica dalle ore 16.00 alle ore 19.00. Visite

guidate su appuntamento: Fondazione Carlo Laviosa tel. 0586 1837460. Modalità di accesso: Museo Civico Giovanni Fattori tel. 0586 808001 / 824607. - Sandra

Mazzinghi – Valeria Cappelletti Ufficio stampa promozione eventi artistico-culturali tstufficiostampa@gmail.com cell. Sandra 392.3809509 – Valeria 348.7258795

Restyling per la libreria di Palazzo

Mosca Dal

primo luglio al 31 dicembre 2021

RESTYLING PER LA LIBRERIA ALL’APERTO DI PALAZZO MOSCA. È uno dei soggetti più amati dal web ed è tutta made in Pesaro: la libreria

open air realizzata con le scenografie del Rossini Opera Festival è appena stata rinnovata con nuovi volumi arrivati dai ricchissimi depositi dell’unica

manifestazione al mondo interamente dedicata al genio di Rossini. È l'unica e inconfondibile libreria all’aperto che accoglie i visitatori nella corte di

Palazzo Mosca, sede di una tappa imperdibile a Pesaro: i Musei Civici con splendidi tesori tra pittura, ceramica e arti decorative. L’hanno usata le

testate nazionali, Lucca per il suo Salone dei Beni Culturali, Verona - solo per citarne alcuni -, e la libreria sarà anche uno delle destinazioni più

originali della città svelati nella guida di prossima uscita “100 cose da

sapere e da fare a Pesaro”, Gruppo Editoriale Raffaello. La libreria ha

subito un restyling ed è ancora più bella: l’intervento ha previsto la

sostituzione dei vecchi libri ormai segnati dagli agenti atmosferici, la

messa in sicurezza della struttura generale e il trattamento con una

vernice speciale per una maggiore resistenza. Il lavoro è stato realizzato

dal Comune di Pesaro/Giancarlo Cesarini, Centro Operativo in

collaborazione con il Rossini Opera Festival che ha fornito i nuovi

elementi e Sistema Museo. E se qualcuno ancora non conoscesse la

storia di questo angolo ormai simbolo di Pesaro, diciamo che si tratta di

una scenografia di Stefano Lazaridis (1944-2010) ideata per il Möise et

Pharaon andato in scena al ROF 1997 con la regia di Graham Vick. Un

luogo speciale, dunque, che si lega a doppio filo ad un’eccellenza

assoluta dell’offerta culturale di Pesaro Città Creativa Unesco della

Musica: il Rossini Opera Festival pronto a lanciare la sua 42esima

edizione dal 9 al 22 agosto.

PALAZZO MOSCA

Pesaro, Piazza Mosca, 29, (Pesaro E Urbino)

Ogni terza domenica del mese, da ottobre a maggio, l'ingresso è libero

per i possessori di Card Pesaro Cult

Exposition d'ètè

Dal 28 giugno al 03 ottobre 2021

Location: ART1307 STUDIO GALLERY

Napoli, Rampe San Antonio a Posillipo 104

A Napoli una splendida "Exposition

d'été". Presso la sede napoletana di

ART1307 alle Rampe S. Antonio a

Posillipo 104 si terrà, fino al prossimo 3

ottobre, una mostra estiva di opere su

carta di diversi artisti che hanno

accompagnato il percorso della galleria

nel corso degli anni: inedite produzioni,

materiali innovativi, sculture murali e

tanto altro all'interno di un nuovo

allestimento creato per l'occasione.

L'esposizione sarà aperta tutti i giorni

dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle

13.30 con chiusura il sabato e la

Domenica.

Marisa Zattini

Labirintica

in limine Dedalus

Dal 22 maggio al 26 settembre 2021

LABIRINTO DELLA MASONE

Fontanellato, Strada Masone, 125,

(Parma).

Orario di apertura 10.30-19.00

Autore:

Marisa Zattini

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www.dimagazine.it

k

Marco Siniscalchi

Ho 59 anni e, dall'adolescenza in poi, sono cresciuto grazie alla

continua ricerca di conoscenza e miglioramento di me stesso. Mi

definisco un “ottimista scettico” . Curioso, socievole, pragmatico,

silenzioso. Marito di una Donna fantastica, Daniela e padre di una

Donna meravigliosa, Marzia. Ho 30 anni di esperienza in ambito

commerciale per aziende multinazionali, nelle quali ho costruito una

buona carriera che mi ha permesso di sviluppare solide competenze di

Customer Centricity, Customer Satisfaction (NPS), modelli Lean e

Agile. Durante questo percorso ho acquisito principi di tecniche di

coaching, change management e people engagement. Oggi metto a

disposizione la mia professionalità come Formatore di persone e

consulente di funzioni commerciali. Sono convinto che il mindset

(personale definizione) sia il motore che rappresenta la guida delle

scelte individuali (con conseguenza sulle collettive) , unitamente al fatto

che le credenze ne influenzano la programmazione. Queste variabili

sono individuali e, se condivise, possono contribuire a conoscenza e

comprensione, alimentando la consapevolezza. Siamo lo strumento

principale delle nostre scelte, per questo ritengo fondamentale sapere

come funziona. Definisco lo scambio di opinioni come elemento di

arricchimento. Uso come metafora “lo scambio di una moneta” . Se ci

scambiamo 1,00€ per uno, il capitale individuale rimane invariato.

Invece, facendo lo stesso con opinioni, idee, conoscenze e punti di

vista, il capitale aumenta esponenzialmente. Sulla base di questo

approccio, è nata l'idea di sviluppare Le cose da dentro. Dal momento

che si parla anche di rapporto generazionale, ho sentito di voler

coinvolgere Marzia nello sviluppo del messaggio che il testo

rappresenta. Perché abbiamo un fantastico rapporto che ci lega, che

abbiamo costruito insieme, dal quale siamo arricchiti e cresciuti

entrambi. In questo periodo vivo in ambiente rurale a 30 Km a nord

della Capitale.

Marzia Siniscalchi

Marzia e Marco

Siniscalchi

Trentenne, raminga, osservatrice dal “dietro le quinte” . Ancora alla

ricerca. Dopo il percorso di studi concluso con la Laurea in Psicologia,

le mie cose da dentro sussurravano la necessità di un cambiamento.

Così con il tempo, ho scelto di occuparmi di ristorazione, stagionale,

almeno per ora. Il lavoro è diventato solo il mezzo che mi ha permesso

e mi permette di viaggiare ogni volta che ne ho la possibilità, perché il

viaggio è apprendere, è aprire la propria mente, è scoperta di sé

stessa e degli altri. Amo viaggiare, perché questo mi permette di

conoscere esperienzialmente il mondo nel quale viviamo. Conoscere e

confrontarsi significa acquisire diversi punti di vista, da diverse

angolazioni. Seguendo latitudini e longitudini, sono molte le differenze

che si notano, più o meno evidenti. Realtà poco descritte e più o meno

condivisibili. Un confronto che diventa sfida interiore. Viaggiare è

conoscere e questo annulla le differenze. Negli ultimi 10 anni ho

vissuto a Londra e Barcellona, per arrivare a Ibiza dove vivo, per il

momento.


Le cose

da dentro

Quando si decide di unire due menti provenienti da due mondi

diversi come quelle di un Senior e di una Junior non si sa mai

davvero cosa può succedere. Gli stili di comunicazione che sono

lì, in guardia dietro i due protagonisti, credono di essere sempre

più efficaci rispetto all'altro. Come si fa, dunque, a farli andare

d’accordo e trasformarli in condivisone, magari unione? Se ci

riflettiamo fin dai tempi in cui esiste l'essere umano ci sono stati

ritrovamenti di scritture, disegni, messaggi indecifrabili. Con il

tempo si sono evoluti e trasformati, le persone sono riuscite a

creare codici, scritture, lingue. Indistintamente da chi fosse il

protagonista ogni intima voce ha sempre fortemente captato

un'innata necessità di trasmettere qualcosa. E così ha lavorato per

dare a tutti la possibilità di condividere il proprio messaggio e

viceversa. In tutti noi vive da sempre una voce che vuole uscire e

scoprire se ne esiste un'altra, da qualche parte, che si assomiglia,

che possa essere in sintonia o che comunque abbia voglia di

ascoltarla. Siamo degli animali sociali. Viviamo di unione e

comunicazione e lo abbiamo dimostrato attraverso il duro lavoro

che ci ha portato, ad oggi, a possedere una quantità infinita di

modi differenti di comunicare. Ed è qui, in questo mondo di

parole e di voci, in questo mare di tastiere e schermi, di codici

morse e segni, di musica ed arte, che c'è lui, unico e inimitabile,

piccolo o grande che sia ma sempre ricco di emozioni, il libro.

Grande spettatore di storie e custode di emozioni che mai

avremmo avuto il coraggio di tirare fuori se solo lui non fosse

stato così silenzioso e rispettoso delle nostre cose da dentro. Si

lascia plasmare senza lamentarsi, non ci giudica se decidiamo di

lasciarlo su un comodino per giorni e poi tornare da lui. Non si

lamenta se ce ne dimentichiamo, perché sa che bello o brutto che

possa essere stato, noi torneremo da lui. Il libro è talmente

generoso ed aperto alla condivisione che ti permette di tirare fuori

tutte quelle voci che non avresti mai avuto il coraggio di

esprimere, se avessi di fronte qualcuno non aperto all'ascolto.

Dall'altra parte chi lo legge è costretto ad aspettare prima di poter

dire la sua e di conseguenza è portato ad ascoltare anche la sua di

voce interiore. Si crea così un mondo parallelo, fatto di silenzi che

si osservano in una lettura interiore di chi scrive e chi legge. In

quel mondo fatato tutti ci osserviamo e proviamo ad immaginare

cosa sta succedendo davvero nell'interiore dell'altro. Si fermano

gli impulsi, gli istinti che ci azzittiscono e azzittiscono l'altro, in

un momento di disaccordo. Ci ascoltiamo in silenzio. Ci

rileggiamo, ci studiamo, ci rincontriamo o magari non ci

piaceremo mai, sempre con rispetto. Ma comunque per un

secondo ci siamo guardati. Le cose da dentro sono diventate un

libro per poter aprire una porta verso quel mondo astrale nel quale

siamo tutti in silenzio e possiamo avvicinarci per un momento.

Per tornare ad essere quegli animali sociali a cui piace molto

condividere e tirare fuori la propria voce. Tornare bambini e unire

le nostre voci, in accordo o in disaccordo che siano, ma almeno le

tiriamo fuori e ci confrontiamo senza paure. Ed è così che le due

comunicazioni di quel Senior e di quella Junior sono diventate

amiche. Anche noi ci siamo avvicinati prima in silenzio,

scrivendoci. Siamo entrati in quel mondo fatato. La paura di

parlarsi si opacizza nella scrittura. E così avviene non solo tra un

padre e una figlia, ma in mille situazioni dove vorremmo avere

una coperta di Linus che ci faccia sentire a nostro agio. Anche

nello scrivere questo libro ci siamo scambiati le nostre coperte, e

senza rendercene conto abbiamo abbattuto un pezzetto in più

delle nostre paure nell'aprirci all'altro. Le cose da dentro sono in

ognuno di noi e spaventano, ma condividerle le rende meno folli.

O meglio le rende folli insieme. Un padre e una figlia possono

vivere nella loro follia e sentirsi meno distanti, un manager e uno

stagista possono scoprirsi complici e trasmettersi i loro mondi, un

nonno e un nipote posso ritrovarsi a giocare insieme a

nascondino. Come le radici dell'umanità ci hanno insegnato,

anche noi avevamo sentito quella spinta nel far uscire la nostra

voce e provare a condividerla, scoprire quali altri voci ci fossero lì

fuori e vedere se fosse possibile incontrarci in quel piccolo mondo

parallelo. Facciamo diventare le nostre voci amiche e facciamole

conoscere. La conoscenza, la condivisione e la consapevolezza di

comprendere che l’unione rafforza la crescita. A fronte di ciò Le

cose da dentro sono diventate un racconto che parla di persone,

considerando varie angolazioni, in un viaggio temporale di eventi

ed effetti, che evidenzia alcune “crepe” divisorie. Uno scambio

per costruire una soluzione ad un futuro migliore, che abbiamo

deciso di condividere.


Nella foto da sinistra: Silvia Urpis, Roberta Malnig, Elisa Gianola, Patrizia Brognoli, Ilaria Bontempo, Francesca Cavaglieri www.dimagazine.it 98


Sempre di più le aziende sono

guidate da donne e sempre di più

assistiamo ad una maggiore

presenza femminile in quei ruoli

“chiave” che per troppo tempo sono

stati appannaggio esclusivo degli

uomini.

A cura di: Fulvio Matteoni, Amministratore Delegato Decathlon Italia

Le aziende e le organizzazioni di successo sono quelle guidate da leader,

donne e uomini, capaci di includere e valorizzare talenti diversi per età,

genere, orientamento affettivo, etnia, diversa abilità e religione. Per

valorizzare al meglio le potenzialità dei talenti ed accompagnare le strategie di

business, è importante stimolare una leadership inclusiva che favorisca il

raggiungimento di obiettivi grazie alla collaborazione di team coesi, eterogenei e

motivati. In Decathlon il 55% delle nostre risorse è donna ed il ruolo di sport

team leader (department manager), trampolino di lancio per chi decide di

prendersi maggiori responsabilità, è ricoperto da circa 350 donne. Questo ruolo

è prezioso e strategico e permette di cimentarsi con responsabilità sempre più

complesse e importanti che consentono alle nostre risorse di coltivare i propri

talenti e sviluppare capacità e attitudini. Abbiamo, infatti, bisogno di talenti,

competenze, prospettive ed approcci differenti e per noi è fondamentale avere

una leadership inclusiva, stimolando sempre più la presenza femminile. Non è

sempre facile e ne siamo consapevoli. La percentuale di donne leader si riduce

mano a mano che andiamo verso altre responsabilità, dallo store leader o altre

funzioni che richiedano anche trasferimenti. Per questo motivo incoraggiamo

l'ingaggio personale, senza distinzione di genere o ruolo, offrendo la possibilità di

candidarsi in autonomia su una piattaforma online interna che offre visibilità alle

posizioni interne “aperte” su ruoli di responsabilità affinché ogni risorsa sia attore

o attrice del proprio percorso. Da due anni è inoltre possibile, per chi ha

responsabilità manageriali, proporre per sé un aumento retributivo. Siamo

coscienti dei “freni” che, soprattutto le donne, potrebbero vivere in queste

dinamiche e per questo motivo in Decathlon è possibile scegliere un o una

coach che possa accompagnare la risorsa nel proprio percorso professionale ed

aiuti ad essere più consapevoli ed avere una maggiore autonomia nella presa di

decisione. Abbiamo, infine, progettato una formazione dedicata alla leadership al

femminile, aperta a donne e uomini, per sensibilizzare sulle differenze di genere,

sui differenti approcci e modi di pensare e per lavorare sull'autostima, sul selfmarketing

e sul networking. Il modello di leadership è cambiato, sta evolvendo

ed è nostra responsabilità renderlo inclusivo ed efficace”.

Nella foto: Fulvio Matteoni


Aurora Galli Warehouse Department Leader

"Quando mi viene chiesto, che tipo di leadership esprimo essendo donna, la mia risposta è che non mi sono mai soffermata a pensarla al femminile

o al maschile. Sono convinta che la differenza tra leader non sia dettata dal genere, ma dall'unicità di ogni singola persona con le sue specifiche

capacità e volontà; è determinata dall'impegno profuso a sapersi mettere in ascolto e a disposizione degli altri accompagnandoli a valorizzarsi, è

impegnarsi a crescere con il proprio team e a condividere insieme difficoltà e risultati".

Laura Fachini Store Administration Leader

''E' arrivato il momento di prendere consapevolezza di quello che siamo e di quanto valiamo: Possiamo fare qualsiasi cosa, la società in cui viviamo

ha bisogno di noi.''

Diversity & Inclusion Manager: patrizia.brognoli@decathlon.com

External & Corporate Communication Manager: nicoletta.latorre@decathlon.com

Spazio stampa: https://it.decathlon.press/it_IT/comunicati-cartelle


Nella foto: Aurora Galli


KASTA

MORRELY

JASI FASHION

WEEK

Creative Industries Festival Kasta Morrely Fashion Week.

PROGETTO CULTURALE EUROPEO DEDICATO ALLA SOSTENIBILITÀ DELLA

MODA AL PALAZZO DELL'ESERCITO DELLA CITTÀ DI IASI.

Il decimo anniversario del Fashion Week Kasta Morrely, dedicato

alla sostenibilità della moda, ha visto due

appuntamenti: il 30 giugno e il 4 luglio 2021 e la partecipazione di brand provenienti da dieci paesi e tre

continenti. Due giorni di festival della moda digitale la cui location sono state le spiagge e lo splendido mare

rumeno e due giorni, in presenza, con pubblico internazionale, presso il Palazzo dell'Esercito nella città di Iasi.

event

Nella foto: un momento della sfilata in presenza al - ( ).

Palazzo dell'Esercito

Iași Romania

www.dimagazine.it 102


Il seminario internazionale "Moda sostenibile sotto i

riflettori" e attività di job shadowing dedicate ai

giovani all'inizio della loro carriera nella moda. Il

festival è attività del progetto internazionale

"Fashion Sustainability in the spotlight, new trends

of Intercultural Learning". Il progetto è cofinanziato

dal programma Creative Europe

dell'Unione Europea eportato avanti daun

consorzio internazionale che coinvolge i partner:

Intercultural for All Organization dal

Portogallo, Sfax University dallaTunisia

e

l' Associazione Culturale Kasta Morrely dalla

Romania in qualità di coordinatore. L'apertura

dell'evento in celebrazione dell'anniversario tenutosi

al Palazzo dell'Esercito nella città di Iasi è stato

ufficializzato dalla Dott.ssa Barbara Gessler, capo

dell' Unità Europa Creativa,

Direzione Generale

per l'Educazione, Gioventù, Sport e Cultura della

Commissione Europea, che si è congratulata in

diretta da Bruxelles con il progetto coordinato da

Kasta Morrely per l'innovazione, il soggetto

originale e la promozione della sostenibilità, della

cultura e dell'educazione a livello internazionale. Per

una buona visibilità e comunicazione pubblica a

livello nazionale ed europeo della sua missione

culturale-educativa, questo evento no-profit ha

beneficiato anche del sostegno istituzionale

dell' Ambasciata del Portogallo in Romania,

promuovendo la Presidenza portoghese del

Consiglio dell'Unione Europea per il primo

semestre del 2021. L'importanza della missione

culturale assunta da questo festival gode anche dei

messaggi di apprezzamento della Dott.ssa Maria

Grapini,

vicepresidente della Commissione per il

Mercato Interno e la Protezione dei Consumatori

del Parlamento Europeo e del Dott. Dragoș

Pîslaru, membro della Commissione per

l'Occupazione e gli Affari Sociali del Parlamento

Europeo. Il pubblico, i partner, i designer e i

partecipanti coinvolti hanno avuto l'opportunità,

durante i due giorni del festival con il pubblico al

Palazzo dell'Esercito, di ricevere informazioni e

materiali riguardanti l' Unione Europea, i valori e

le opportunità europee. Tutta questa attività ha

potuto essere realizzata grazie al supporto fornito

dall'Ufficio d' Informazione del Parlamento Europeo

in Romania. Gli specialisti di Kasta Morrely

durante gli studi di ricerca necessari per scrivere

l' Occupational Standards Mannequin, gli

organizzatori di eventi e i dottori di ricerca nel

campo, hanno trovato un gap educativo del grande

pubblico sull'importanza di un abbigliamento

adeguato ai diversi contesti sociali. A causa di questo

gap educativo molti degli eventi presentati come

festival della moda promuovono la sottocultura

come un'arte a scapito dello sviluppo del settore

delle industrie culturali e creative e del benessere

della società nel suo complesso. Il Festival Kasta

ASTA ORRELY ASHION EEK

K M F W

Nella foto: la bellissima modella Diana Morelli

Morrely Fashion Week attraverso il Teatro

della Moda è un approccio culturale unico oggi

perché si rivolge in una forma elaborata attraente e

facile da capire al grande pubblico incontrando

anche le esigenze degli specialisti della moda,

mettendo in evidenza l'arte e il contributo dei

designer all'evoluzione del settore. Attraverso il

Teatro della Moda vengono presentate sia le

tradizioni, le eredità e le tendenze della moda, sia il

modo in cui vengono indossate le nuove creazioni di

abbigliamento, al fine di caratterizzare, come unico,

ciascun progetto creativo. L'attrattiva e la

responsabilità educativa di qualsiasi tipo di evento

dipende sempre dalla qualità e dalle qualifiche degli

specialisti del backstage. Per raggiungere questo

obiettivo culturale, sono obbligatorie le qualifiche

specialistiche complementari degli organizzatori di

eventi di moda e la preparazione dei modelli e delle

modelle secondo lo standard professionale. Durante

i cinque giorni, il Festival delle Industrie

Creative Kasta Morrely Fashion Week 2021

ha riunito più di 40 designer di fama nazionale e

internazionale, concentrandosi sui principi della

moda sostenibile, promuovendo giovani designer di

quattro università specializzate in design

dell'abbigliamento ( Iasi, Oradea, Timișoara, Sfax). I

creatori di arte dell'abbigliamento provenivano dai

Paesi Bassi, Turchia, Libano, Tunisia, Portogallo,

Italia, Repubblica Ceca, Ucraina, Repubblica

Moldova e Romania. L'evento internazionale

dell'anniversario culturale del Teatro della Moda

ha avuto l'onore di debuttare al Palazzo

dell'Esercito a Iași con il canto dell'inno romeno

nell'accompagnamento della musica militare della

guarnigione di Iași nell'ambito della 15a Brigata

meccanizzata "Podu Înalt" , guidata dal Capitano

Gil

Negrei. La prima collezione d'abbigliamento

presentata all'apertura del festival è stata quella

interculturale sostenibile creata nell'ambito del

progetto da un team internazionale di designer, che

rispettano e promuovono i principi della moda

sostenibile e le specificità della moda tradizionale in

Portogallo, Tunisia e Romania. L'evento mirava a

presentare il patrimonio culturale attraverso

momenti di Fashion Theater® utilizzando l'arte e


il contributo dei designer all'evoluzione della moda, le tendenze della moda e come devono essere indossate per farsi

notare, in accordo con la promozione dell'importanza della sostenibilità della moda. Le collezioni presentate al

festival Kasta Morrely Fashion Week sono state firmate da stilisti e marchi di moda, come: Addy van den

Krommenacker la stilista della Casa Reale dei Paesi Bassi, In Couture by Kiwi, Oksana Mukha - Amarige

Fashion Group, Anna Forgacci Wedding -Gattinolli diMarwan e Saiid Kobeisky,

Jitka Klett

Repubblica Ceca, Dames, Dadarlat Hats, Daleea Fashion, Ethno Paris di Valentina Alexa, Monarh -

Larisa Lupoiu, Bianca Ripan, Atmosphere Fashion, Cristiana Maria Purdescu, Vera Anton,

Kasta

Morrely Kids, By Danina, Eve Juliett, Simplicity Kids, Velmoft, Beatrice Lianda Design,

Adriana

Agostini, Seroussi, Adelina Boie, Anastasia Atelier, Cristina Bota, Nicoleta Obis, Irina Akkaya,

Katty

Fashion, Rita Sa.

Nella foto: Talida Moreli in un momento della sfilata al

Palazzo dell'Esercito - Iasi

Nella foto: Iuliana Dup veste Oksana Mukha Romania at Kasta Morrely Fashion Week - Photograph : Paul Covalschi

Hairstyle : Ionuţ Dincă - Make-up : Florentina Voicu

event

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Il tema della sostenibilità della moda richiama l'attenzione

sull'importanza dei valori culturali, sociali, etici, ambientali ed

economici all'interno del processo dedicato allo sviluppo sostenibile.

L'evento culturale no-profit Kasta Morrely Fashion Week

promuove fin dalla prima edizione l'importantissimo ruolo delle

attività culturali coordinate da personale qualificato nello sviluppo

delle industrie creative, al fine di contribuire allo sviluppo e al

benessere della comunità attraverso attività promozionali nel rispetto

dell'etica e della responsabilità dell'organizzatore di eventi. Le persone

di cultura coinvolte nell'organizzazione di eventi pubblici assumono

una grandissima in virtù del loro ruolo educativo. Kasta Morrely ha

contribuito allo sviluppo del settore delle industrie culturali e creative

con la creazione degli standard occupazionali legalizzati di Mannequin

e Organizzatore di Eventi, con l'ideazione e la registrazione del nuovo

genere artistico Fashion Theatre® e con l'ottenimento dei dottorati

necessari per introdurre questo tipo di attività nel campo della

cultura. Donna Impresa Magazine, considerata l'importanza

dell'evento, in virtù dei temi sociali espressi e delle finalità etiche ed

educative di Kasta Morrelly, è lieta di essere stata scelta come

Partner Strategico per la divulgazione dei contenuti e la visibilità dei

brand ospiti del Fashion Week 2021.


K M F W

ASTA ORRELY ASHION EEK

www.dimagazine.it


Haute couture e Arte, Piccioli

per Valentino in passerella

all'Arsenale.

Location da togliere il fiato: le Gaggiandre. Due imponenti tettoie acquatiche del '500, nella

Darsena nuovissima, dove gli abiti sono sfilati davanti all'istallazione "Idee di pietra-Olmo" , di C.

Martinez, commissionata dalla Vuslat Foundation per la Biennale Architettura 2021. Di

grandissimo impatto estetico, nel mentre le modelle percorrevano la passerella, i riflessi di

colore degli abiti e i lustrini riverberavano sul filo dell'acqua. L'acqua è forma essenziale,

creatrice di vita sia materiale che spirituale. L'acqua è vita, purificazione, rigenerazione. Venezia

è palcoscenico nel quale la maison sbarca per la prima volta. E lo fa, grazie a Piccioli, con un

progetto che pesca e si ispira all'arte, materia di cui è fatta questa città . " Valentino Des Atelier"

, il

nome della collezione, è un incontro di mondi, la moda, e l'arte, che hanno nella creatività il loro

punto d'incontro. Un'inedita factory, ha dato "vita" alla collezione: 17 artisti da tutto il mondo, in

gran parte pittori, sono stati chiamati ad esprimere il proprio estro creativo. Così rasi, chiffon,

tele da sartoria, laminati e taffetà, sono stati impiegati per creare abiti da sogno ispirati dalle

opere di Andrea Respino, Sofia Silva, Wu Rui, Francis Offman, e tanti altri. E per alcuni di

loro la trasposizione in passerella non è stata sempre glamour. Sotto i ricami a filo, le

sovrapposizioni, le mille invenzioni sartoriali della maison, si leggono in filigrana tracce dei quei

linguaggi sociali che gli artisti di questa community veicolano: la questione femminile, i temi del

lavoro, la libertà nell'espressione di genere, la sostenibilità.

Credits: Courtesy of Valentino


"Credo che la moda debba creare bellezza e suscitare

curiosità e interesse. Se succede questo si vede, e si va

oltre. La moda può essere un messaggio politico forte" ha

commentato il Creative Director Piccioli. Una proposta di

alta moda che ricapitola i codici della Couture Valentino,

dai cappelli fluttuanti ai ballgown grandiosi, caricandoli di

vibranti segni cromatici, fluidificandoli nella noncurante

casualità di drappeggi e movimenti.

La silhouette è lunga e

stratificata, oppure corta e scultorea. Gli abiti disegnano

possibilità, per donne e per uomini, nelle quali il

virtuosismo della lavorazione stempera nella leggerezza.

La palette è ricca di colori e spazia da nuance intense

come il bordeaux e il blu a sfumature più accese, come il

giallo, il verde acido, il fucsia, il turchese e il viola.

Fluidified in

nonchalant draping and

movement.

Credits: Courtesy of Valentino

Credits: Courtesy of Valentino

Credits: Courtesy of Valentino

event

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Credits: Courtesy of Valentino


event

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Un romantico

Questo evento internazionale dedicato alle collezioni da sposa e da sera, è

da non perdere. La European Bridal Week, ( EBW) è il miglior centro di

acquisto del Nord Europa per l'ultima moda e i migliori design di alcuni dei

produttori più esclusivi e dei designer ( inter)nazionali. Il cuore pulsante di

ogni fiera sono gli espositori: ogni azienda può contribuire con qualcosa di

unico. Ecco perchè la scelta degli espositori avviene con molta cura

selezionando brand di qualità. In tutti i casi i tessuti sono pregiati per poter

sostenere una lavorazione artigianale e per un comfort assoluto: l'abito da

sposa deve essere creato secondo una tradizione storica e le migliori

tecniche sartoriali e artigianali per poter offrire un abito perfetto, bello da

vedere e comodo da indossare.

“ ”


EUROPEANBRIDAL

WEEK

European Bridal Week - Telefono : +31 318 769233


CharlotteCasiraghi

Charlotte Marie Pomeline Casiraghi, figlia secondogenita

della principessa Carolina di Monaco e di Stefano Casiraghi,

è la nuova brand ambassador dell'iconico brand Chanel.

MODA

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Da sempre vicina al brand grazie alla lunga amicizia di famiglia con Karl Lagerfeld e al rapporto con l’attuale direttore creativo

Virginie Viard. Charlotte è la protagonista della campagna per la Collezione Prêt-à-Porter Primavera-Estate 2021. Inoltre

coordina a una serie di talk con scrittori e attori intitolata "Les Rendez-vous littéraires rue Cambon" Appuntamenti Letterari rue

Cambon, un progetto che perpetua l’amore incondizionato di Gabrielle Chanel e Karl Lagerfeld per la letteratura. Vicina al

marchio fin dalla sua adolescenza, e fotografata dallo stesso Lagerfeld per il libro The little black jacket: Chanel's classic

revisited by Karl Lagerfeld e Carine Roitfeld nel 2012, Charlotte è sempre stata fedele alla maison, partecipando a molti

eventi Chanel e indossando regolarmente le sue creazioni. Laureata in filosofia e appassionata di letteratura e poesia,

Charlotte Casiraghi è presidente dei Rencontres philosophiques de Monaco, associazione da lei fondata nel 2015. Illustre

cavallerizza, Charlotte è anche la madrina della manifestazione Monte-Carlo International jumping.

La campagna per la collezione prêt-à-porter primavera-estate 2021 di Chanel, immaginata dal direttore creativo Virginie

Viard, è fotografata a Monaco da Inez van Lamsweerde e Vinoodh Matadin.


MODA

fahion

and

style

Sensuality is in the air

www.dimagazine.it 111

Nella foto: Charlotte Casiraghi nuovo volto di Chanel


MODA

www.dimagazine.it

Divisa tra la Romania e l' Italia,

Adriana Agostini ha sempre

dato sfoggio della sua immensa

bravura presentando

annualmente collezioni uniche. I

suoi abiti, a tema, sono rivolti a

diverse fasce d'età. Sia che

affronti un tema glamour piuttosto

che casual, la nota artistica, la

professionalità, l'originalità e la

visione del design del prodotto

d'abbigliamento è evidente.

Collezioni che mescolano colori,

stili e modelli e prendono

ispirazione in tempo reale dal

mondo della moda. Adriana

esalta la bellezza di ogni donna,

anche nelle linee più casual,

senza rinunciare alla praticità e

alla dinamicità.

Adriana Agostini

FASHION DESIGNER - ITALIA - ROMANIA


UNA DONNA D’ACCIAIO MA DELICATA COME ALI DI FARFALLA. È STATA INSIGNITA CON IL PRESTIGIOSO AWARD

INTERNAZIONALE DONNA IMPRESA, DALL’ AWARD KASTA MORRELY - CREATIVE INDUSTRIES AWARDS ED È

STATA PROTAGONISTA AL FESTIVAL DI SANREMO CON LE SUE STUPENDE CREAZIONI SARTORIALI. SOLO

QUESTI, TRA I TANTI RICONOSCIMENTI ALLA CARRIERA DENOTANO LA GRANDEZZA DI QUESTA DONNA

La sofisticata semplicità dei suoi abiti rende la donna unica ed inconfondibile

KMW

F

Website: www.adrianaagostini.com

E-mail: fashionadriana@yahoo.it

Phone: +39 3276822634 +40727218169

Address: Via Palestro - Milano

Nella foto: la fashion designer Adriana Agostini al kasta Morrely Fashion Week - Palazzo dell'Esercito - Iasi (Romania)


Memory

the music is in my head

rubrica a cura

Bruno Romano Baldassarri

alias CaptainJack

REMEMBER...

Ciao Claudio, conoscerti è stato un piacere e un privilegio, chiacchierare con te di musica è stato

illuminante. Sei stato fonte di ispirazione non solo per me, anche per moltissimi altri dee-jay. Ci siamo

conosciuti in una notte magica d'estate in un locale della costa adriatica, l' Hakuna Matata del mio

carissimo amico Stefano Pomioli, ricordo... che abbiamo passato molto tempo a parlare di musica, delle

nuove tendenze e della capacità degli animatori di saper coinvolgere il pubblico, della nostra vita e del

futuro come prospettiva. Una serata che ricordo con estrema felicità. Incontrare e intrattenersi con un

luminare nel campo musicale è stato davvero straordinario e coinvolgente. Hai sempre avuto la mia

ammirazione e rispetto.

Nella foto: Claudio Coccoluto e Bruno Baldassarri Hakuna Matata 2007

singer

etra x

&deejay

producer

all'interno:

Top women Deejay

and Vocalist ( singer)

Alex Milani (DeeJay &Producer)

Angela Contabile (Voice )

Francesco Le Noire (DeeJay)

Den Harrow (New song -Always)

Tony Carrasco (DeeJay &Producer)

www.dimagazine.it 114

music fashion 2021 2020

bydimagazine.it

BELLAVITA


www.dimagazine.it

All'interno:

*

Claudio Coccoluto - DeeJay

Alex Milani - Voice - Producer

*

Angela Contabile - Singer

Den Harrow - Singer

Francesco LeNoire - Dee Jay

*

Tony Carrasco - Dee Jay

Esistono anche dee-jay donna

entertainment top


Il DeeJay non può

e s s e r e

un

JUKEBOX

... ha un'anima

www.donnaimpresa.com

face to face with...

the interview

by Bruno Romano Baldassarri

Alex mi racconti il tuo percorso di dee jay producer?

Allora, sin da teenager 14 enne adoravo andare in discoteca la

domenica pomeriggio, ma invece di ballare adoravo guardare il dj. C'è

da dire che una volta il DJ non era il fulcro del locale, ma era solamente

colui che suonava i dischi della discoteca dove lavorava. All'età di 15

anni mio padre mi regalò due piatti e un piccolo mixer, e da quel

momento ho iniziato a provare, facendo tesoro di ciò che “rubavo” la

domenica pomeriggio al dj del Paradiso (nota discoteca bresciana).

In linea di massima ho imparato molto ascoltando e riproducendo ciò

che sentivo, affinando via via l'orecchio. Facevo pratica, oltre che

nella mia stanzetta, anche alle varie feste di compleanno di amici.

A 17 anni ho cominciato a fare sul serio... ho iniziato in una radio

privata Radio Onda Azzurra, dove avevo il mio spazio di musica

mixata (rigorosamente dal vivo) e in un club del lago di Garda, il

Vanity... Per dare una giusta collocazione a livello temporale a chi

ci sta leggendo, era il 1986... fate voi i conti della mia età'

anagrafica (sorride). Contestualmente ho suonato in molti locali

italiani della riviera romagnola, di Brescia, della Toscana...

diciamo che L'Italia l'ho girata in lungo e in largo. Negli ultimi

anni, dopo le prime produzioni, ho collaborato con radio e

club europei, per fare un nome Castle Club a Londra, ma

anche JD Radio in Olanda e qualche emittente americana,

fino ad arrivare ai giorni nostri, dove, prima della pandemia,

mi sono dato meno aI club, ma ho preferito i Beach

party, i festival ed eventi live. Innamorato della musica e

Alex

con una lunga storia alle spalle, guardo fiducioso al futuro.

Milani

Nello studio della musica non si finisce mai d'imparare.


Da autodidatta buona parte del mio approfondimento si è concretizzato

nel razionalizzare ciò che avevo compreso al livello intuitivo: ogni tappa

che ho fatto rappresenta il punto in cui ero arrivato in quel momento, in

termini evolutivi. Del resto siamo in continua evoluzione.

Come nasce Delicious?

Delicious non è la mia prima produzione: la prima è Dream, ma è

sicuramente la prima produzione importante con la casa discografica

EXECUTIVA MUSIC, nasce dalla voglia di creare nuove sonorità in un

momento dove la musica ha subito un cambiamento, uscendo da un

periodo dove l'EDM veniva pian piano sostituita con sonorità future

House e Deep

Cosa ti piace della tua professione?

Della mia professione mi piace tutto, dalla creatività che posso esprimere

durante le produzioni, al rapporto umano con il pubblico, alla possibilità di

conoscere persone, per me molto importante perché lo ritengo un modo

di crescere e di condividere esperienze.

Le tue influenze artistiche?

Beh artisticamente sono nato a fine anni 80, quindi sono cresciuto a pane

e musica dance, ma soprattutto sono cresciuto coi frutti artistici di Claudio

Cecchetto, da Linus ad Albertino per arrivare a Dan Harrow Sandy

Marton Tracy Spencer, ed i più recenti Prezioso, Molella, Fargetta e

Jovanotti. Ho sempre e comunque ascoltato tutta la musica, anche per

crearmi un ampio ventaglio di conoscenza musicale. Ai giorni nostri

adoro le produzioni di David Guetta, Tiesto, Bob Sinclar Timmy

Trumpet…

Per andare oltre i confini regionali un artista oltre che a mixare deve

dedicare del tempo alla produzione di brani? Lo ritieni utile?

Ovviamente... oggi come oggi un deejay è un artista a tutto tondo, non

può essere un juke box che propone solo musica, ma deve curare il

proprio personaggio e deve proporre soprattutto proprie produzioni.

Ora parliamo delle tue ispirazioni nello scegliere una selezione

musicale delle tue trasmissioni radiofoniche o nei tuoi deejay set.

Io sono uno spontaneo, uno che agisce di impulso e come si dice... “di

pancia”… i deejay set non li preparo mai… Arrivo nel locale, mi guardo

intorno, e inizio. Guardo come reagisce il pubblico e in base alla loro

risposta propongo pezzi che ritengo, indicati alla situazione. Anche i

programmi radiofonici non li preparo mai, improvviso perché ritengo che

un artista debba improvvisare in base alle sensazioni provate in quel

momento. Solo nella trasmissione LA STANZA ORALE che conduco con

la mia collega Micol Moruzzi, pochi minuti prima della messa in onda ci

confrontiamo sulle linee guida da tenere, ma poi anche lì,

improvvisiamo... abbiamo una fantastica intesa professionale, ci capiamo

con il solo sguardo: a volte ci sono parole che non dicono niente, ma

sguardi che dicono tutto.

La tecnologia quanto è importante nel tuo lavoro di dee jay

producer rispetto al passato?

La tecnologia è importantissima, non solo nell'ambito musicale e dei

deejay, pensiamo al progresso nel campo automobilistico, che ormai una

autovettura e' quasi in grado di guidare da sola... quindi dico sì... è molto

importante, ma lo è altrettanto saper andare senza pilota automatico,

perché l'umanizzazione in un deejay set, a mio avviso è importantissima.

Quindi, oltre alla tecnologia, ci vuole anche la mano sensibile del deejay.

Chi sono gli artisti contemporanei o colleghi per i quali ti piacerebbe

spendere una parola o collaborare per una produzione?

Mi piacerebbe produrre un singolo o un progetto musicale con un deejay

di fama mondiale, una collaborazione con David Guetta con la

partecipazione di una voce internazionale tipo Sia non sarebbe male, ma

vorrei produrre un pezzo anche con un'artista italiana, una voce

particolare come quella di Masini o Fiorella Mannoia.

the music is in my head

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Campionare: sì o no?

Assolutamente sì! Trovo sia affascinante

riportare in chiave moderna loop di vecchi brani,

quindi adoro campionare voci o melodie.

Puoi dirci un brano che proprio non puoi fare

a meno di mettere?

Beh sarò sicuramente banale, ma ogni deejay ha

un piccolo scrigno dove custodisce i cosiddetti

salvavita, cioè quei pezzi che appena proponi le

prime note riempi immediatamente le piste. Uno

dei miei preferiti è sicuramente BLA BLA BLA di

Gigi D'Agostino, che propongo in mille versioni.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Per il futuro vorrei continuare a produrre nuovi

singoli, (ne ho già 8 all'attivo di cui 2 pubblicati su

HIT MANIA); produrre e continuare nuovi

programmi radio, ma vediamo il post COVID

cosa ci proporrà e quanti locali avranno la forza

di riaprire e riiniziare.

Come stai vivendo questo momento di

particolare apprensione per via della

pandemia, con le relative restrizioni sulla

nostra vita di tutti i giorni e del tuo lavoro in

particolare.

Beh... sto vivendo un momento surreale che

nessuno di noi avrebbe mai pensato di

affrontare. Ma io sono uno che vede il bicchiere

sempre mezzo pieno, e sono convinto che

questo momento difficile è terribile, darà la

possibilità di ricominciare con nuovi progetti e

diventare ancora più forti di prima.

Ricominceremo da capo sicuramente, ci vorrà

sicuramente un periodo di rodaggio, ma poi

torneremo alla normalità

Parlaci del tuo rapporto professionale con la

tua patner radiofonica Micol Moruzzi e delle

tue dirette molto divertenti su FB.

Come spiegavo poco fa, io e Micol abbiamo un

rapporto stupendo non solo professionale ma

anche di amicizia, nato per caso cinque anni fa

da un'intervista radiofonica che lei mi ha fatto

nell'emittente dove tutt'oggi lavora, E che per

caso è sfociato in un rapporto professionale

basato su simpatia improvvisazione e musica.

Quindi il programma che conduciamo Insieme e

frutto di una sintonia e complicità

radiofonica

molto forte.

Un aneddoto che ti descrive?

Ce ne sarebbero molti di aneddoti che

contraddistinguono la mia vita professionale nel

mondo musicale, ma sicuramente uno tra i più

simpatici è stato quando, alla fine degli anni 80,

tutti gli artisti italiani avevano comunque nomi

d'arte che richiamavano la cultura americana ed

il mio era Alex Ghost. Durante un contest

musicale tra dj, un noto personaggio dello

spettacolo, dopo avermi elogiato per la bravura

visto la mia tenera età

al tempo diciassettenne

mi disse: certo che hai veramente un nome

d'arte che fa schifo ti consiglio di cambiarlo, tra

trent'anni tutti gli artisti porteranno o il loro nome

o comunque un nome italiano, quindi da lì decisi

di chiamarmi Alex Milani.

Alex Milani


NEXTNUMBER

MICOLMORUZZI

BELLAVITA

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ALEXMILANI


woman

entertainment

Angela scopre la passione per il canto grazie al Piccolo Coro di Santena, dall'età di 4 anni. E'

cantante ed autrice dei testi delle proprie canzoni. Angela ha partecipato a vari festival e selezioni

( Saint Vincent , Festival estivo di Piombino e di Parma , Premio Mia Martini , Tour Music Fest)

guadagnando sempre la finale ed è stata vincitrice del Festival della canzone Italiana in Belgio,

premiata dal presidente di giuria Fabrizio Pausini e Peppino di Capri, festival grazie a cui incontra il

produttore discografico Libertino Gallo, che produce il suo primo album di inediti " Oltre ciò che vedi".

Laureata al DAMS indirizzo musica, con specializzazione nel metodo Gordon, per bimbi da 0 a 6

anni e per donne in gravidanza, musicoterapia, varie tecniche di meditazione abbinate alla musica, e

coaching di benessere psico-fisico. Attualmente Angela è anche organizzatrice eventi e direttrice

artistica ufficiale del Festival " Arte e bellezza".

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Angela Contabile

Cantante e organizzatrice di eventi


THE INTERVIEW

Il genere musicale che più si avvicina alla tua personalità.

Il genere musicale che più si avvicina alla mia personalità direi pop rock, per per il coraggio e l'impatto deciso, a

volte un po' aggressivo con cui perseguo gli obiettivi, che però spesso non sono personali, ma indirizzati a chi

ne ha bisogno. In effetti il genere musicale che canto corrisponde alla descrizione.

Un aneddoto curioso e divertente della mia vita?

Una volta sono stata premiata sul

palco di un Festival in Belgio da

Fabrizio Pausini, papà di Laura.

Non me lo aspettavo così, appena

ho sentito il mio nome, mi sono

catapultata sul palco e sono

scivolata, cadendo a terra in

posizione prona ai piedi di Fabrizio

Pausini e davanti a circa 800

persone. Poi in Belgio non è come

in Italia, qui tutti avrebbero riso,

invece li sono rimasti con il fiato

sospeso in totale silenzio e l'unica

che rideva (per la figuraccia) ero io.

Parlami di qualcosa di più del tuo

lavoro.

Sono attualmente commessa in un

negozio di ottica, Monfort ottica,

all'interno di un centro commerciale.

Lavoro in Monfort Ottica da 10 anni,

ma ho sempre affiancato al lavoro

principale le mie passioni artistiche

e gli studi. La mia laurea in Dams

mi ha avvicinata, oltre che

maggiormente al canto, alla

musicoterapia e alle arti terapie in

genere quindi adesso definirei un

vero e proprio altro primo lavoro

quello che svolgo per chi ha

bisogno di crescere e raggiungere

degli obiettivi nella vita in campo

artistico e non solo. Mi occupo

oltretutto di proporre stages e

laboratori per adulti, bambini e

donne in gravidanza incentrati sulla

musica, sulla meditazione e sulle

varie arti terapie e discipline

olistiche alternative e preventive per quanto riguarda il benessere psico-fisico. Oltre a tutto ciò, essendo parte

del direttivo della Pro Loco Santena, ho iniziato ad organizzare eventi come direttrice artistica all'interno e al di

fuori di essa.

Il tuo futuro, come lo vedi.

Sicuramente il mio obiettivo prioritario in campo lavorativo e artistico è di ampliare le mie competenze e di

poterle mettere a disposizione di tante persone, seguendo varie fasce di età e accompagnandole al

raggiungimento dei propri obiettivi e formandole a livello personale ed artistico, aiutandoli a fare emergere il loro

talento. L'obiettivo potrebbe essere definito "Life coach degli artisti".

Tra 20 anni chi sarà Angela?

Angela tra 20 anni è una donna in carriera che ha accompagnato al successo personale tantissime persone e

contribuisce a portare benessere, sogni e felicità nella loro vita. Tra 20 anni Angela probabilmente avrà scritto

qualche libro. Angela avrà anche dato un ottimo esempio alla sua attuale bimba, che tra vent'anni sarà una

ragazza, insegnandole che tutto è possibile se si segue l'obiettivo con passione, fiducia, perseveranza, tenacia e

impegno.

Angela Contabile


Nella foto: Daisy Scaramella e Stefano Zandri in arte Den Harrow

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Dopo una lunga pausa voluta dall’artista, Den Harrow con un curriculum

di 20 milioni di dischi venduti, decide di tornare con un brano dance

vagamente anni 80, estivo ed attuale, scritto per lui dalla sua compagna

Daisy Scaramella.

Oltre alla versione originale scritta da due produttori di grande

esperienza Carlo Aiello e Michele Giorgi, vengono invitati a collaborare

altri noti produttori: Soundfactory di Danny Losito e Paolo Visnadi,

Watt & Jack , Gianpiero XP e Giancarlo Cavallo di One Station Radio,

Pirmaut e Nunzio Marzulli.

Tutti hanno dato un contributo fondamentale al fine di realizzare tante

versioni, di stili musicali diversi tra loro, una più bella dell’altra.

La produzione esecutiva e gli arrangiamenti di Always sono stati ideati e

curati da Den Harrow e Daisy Scaramella.

"Buon ascolto e vi aspettiamo tutti in discoteca, per ballare questa nuova

hit di Den Harrow ... parola di Captain Jack"


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The Dee-Jay

producer

Francesco Tursi in arte “ Le Noire” nasce a Moncalieri il 30 aprile 1972,

cresciuto a Trofarello ma tutt'ora residente a Santena prov.Torino, è un DJ

producer insieme al suo collega Simone Ventura. Francesco cresce con la

passione per la musica sin da piccolo quando all’età di 18 passava gran parte

delle domeniche in discoteca a guardare e cercare di apprendere il lavoro del DJ.

Nel 1992 frequenta il corso per DJ e inizia a suonare il varie discoteche in Italia

ed estero, tra cui Magic Club , Porto Seguro , Rodhouse 341 , Gipsy Club,

Korona Disco , Coyote Club Roma , Ethage Club , New Havana Cafè , The

Sound Club, e molti altri. Inizia a produrre remix in cui collabora anche con noti

DJ. I due producono musica EDM dove con ottimi

risultati sfornano brani di buon livello come

DREAM , EHART , MAD ma non disdegnano anche

collaborazioni dance con artisti dj del calibro di

ALEX MILANI con cui sono usciti, nel febbraio

2020, col brano edito da SMILAX - DON'T STOP

THE RHYTHM. “I miei remix non hanno un genere

specifico, se una canzone mi colpisce qualsiasi sia

il suo genere ci metto l’anima per far un buon

prodotto rispettando il genere e l’artista che ha

composto il brano” ci dice. “Mi sono esibito in

discoteche, disco pub e ospite in villaggi turistici e piazze in Italia ed estero.

Locali più noti e con bei ricordi ”. Sul web è possibile ascoltare le loro version:

delle perle nascoste da scoprire. Francesco Le Noire è presente su Facebook,

Twitter, Instagram, Linkedin.

Ultimamente ha realizzato insieme a Simone Ventura il remix ufficiale del nuovo

singolo di Den Harrow ( Always) per l'etichetta JB production e collabora con

Radio Roma e Radio Web 63.

UNO DEGLI SPECIAL BORDERLINE GUEST!

LeNoire

Per contatti lavorativi francescolenoire@yahoo.it

Per info e contatti mobile +39 348 5608246.


www.dimagazine.it

Tony

Carrasco


INTER

WIEW

Raccontaci l'evoluzione della tua carriera.

Sono nato e cresciuto a New York City, dove ho

iniziato la mia ascesa per diventare un dj

internazionale. Ho lavorato in diversi top club a

new york, in europa e nei top club italiani. È stata

una grande esperienza lavorare in tutto il mondo

e principalmente presso lo STUDIO 54,

AMNESIE, PLAYGROUNDS, IBIZA, VARI

FESTIVAL, MIAMI MUSIC CONFERENCE, THE

LOVE PARADE festival di musica dance

elettronica, SWISS PARADE IN ZURICH e tanti

tanti altri…

Come è cambiato il clubbing House, da

quando hai iniziato tu ai giorni nostri?

Ho iniziato a registrare, produrre e remixare

musica alla fine del 1979 / 1980 fino ad oggi. È

cambiato completamente, oggi puoi registrare la

musica a casa o su un computer portatile,

mentre in passato la musica veniva registrata su

una macchina di registrazione nota come

registratore multitraccia.

Da producer, come è cambiata l' House music

in tutti questi anni?

La musica house ha molte forme, ha cambiato

pelle nel corso degli anni, in passato era più

orientata sul vocale, poi è passata a una fase

strumentale, fino ai campionamenti odierni degli

anni '70, '80 e alle tracce minimali.

Che ricordi hai dell'Italia e dei locali italiani?

Ho solo amore e tanti fantastici ricordi dei club

italiani e di tutta l' Italia. Ho fatto il DJ in ogni città,

paese e provincia da voi. Prima ancora che i dj

Guest mettessero piede in Italia. È stata una

grande e meravigliosa esperienza, non solo

suonare, ma anche vivere in Italia nonostante

dopo io abbia girato anche in molte città

europee. L'Italia è la mia seconda casa dopo

l'America.

Come pensi possano ripartire i club, dopo

questa pandemia mondiale del covid?

continua! Ho preso questa decisione per me, per

la mia famiglia, i miei amici e per tutti gli avventori

di discoteche, evento o festivalPropongo un'idea

ai pochi club rimasti, che ci sono in giro e, ad

eventuali club all'orizzonte che apriranno, anche

se personalmente, credo che le discoteche

abbiano iniziato già a soffrire negli ultimi 10 /15

anni, per colpa anche dei vari discobar (happy

hour djset), festival, grandi eventi e

un'abbondanza di dj ospiti internazionali. Si

spera che i proprietari di club leggano questa

intervista, gli proporrei, di tornare a dj resident,

assumendo 2/3 dj locali e offrendo loro un

contrattofisso. I2o3djovviamente,

dovrebbero essere

un dj esperto e uno o

due giovani di

talento, emergenti

della zona in modo

che tutti insieme

possano provare a

ricreare i veri club

come una volta. Solo

così, i piccoli club

potranno tornare a

suonare bella musica

o underground

house music, per

una pubblico magari

più ristretto ma

selezionato, mentre i

grandi club potranno

tornare a proporre

2/3 piste con generi

diversi, dalla musica

commerciale, revival

alla musica

underground house.

Come succedeva in

passato! Altrimenti le

discoteche

torneranno a soffrire,

nel tentativo di

competere coi più

grandi festival,

grandi eventi e le

ospitate dei soliti djs

internazionali.

Ribadisco il

messaggio per i

proprietari di

discoteche, tornate

ad assumere dj

resident!!!

Per quanto riguarda

COVID 19 Virus, è

una domanda difficile

a cui rispondere in questo preciso momento.

Penso che dovremmo provare a resistere alla

tempesta di COVID, almeno fino alla fine

dell'anno, dicembre 2020. Io presonalmente, ho

deciso di non fare serate, fino a quando tutti i

club, in tutto il mondo, non saranno riaperti,

semplicemente perché penso che non sarebbe

corretto per la mia salute e per la salute di

chiunque io possa incontrare in un club o in un

evento in questo momento o periodo. Ho perso

molte serate, ma la vita .

Raccontaci se puoi, qualche aneddoto o

storiella sullo studio 54, visto che tu hai

avuto il privilegio di viverlo in prima persona?

Non ho mai visto così tante persone famose

ballare e bere insieme nella stessa notte, nella

stessa serata, in un club, in tuttta la mia carriera

da dj, come succedeva sempre allo Studio 54.

tutti questi Vip, attori, cantanti etc...quando

entravano allo Studio 54, sembravano clienti

qualsiasi, persone normali, clienti normali, che

vanno semplicemente in discoteca a ballare. e

quanto si divertivano!!!

Per concludere, quali sono i tuoi progetti

futuri?

In passato ho pubblicato musica per film,

documentari e ora giochi. Ho appena firmato una

delle mie canzoni per Grand Theft Auto, il

famoso gioco per PlayStation4, Xbox One,

PlayStation3, Xbox 360 e PC e forse dovrò farne

una seconda canzone. Sto anche creando 2

nuove etichette discografiche per pubblicare

molta nuova musica da poter suonare in tutto il

mondo. Ovviamente, non appena tutto potrà

tornare alla normalità.

Auguro a tutti di stare bene e al sicuro carI amicI

continuate a lavorare cosi bene con il vostro

Magazine che presto tutto tornerà come prima ...

anzi ... meglio di prima. Parola di Tony ......

Tony Carrasco


women Le

deejay

più

famoseepagatealmondo

by Alice Del Monaco

Chi sono le donne dj più famose e pagate al mondo?

Ecco i nomi delle top dj che sono riuscite a sfondare nel mondo della musica facendo ballare milioni di

persone. Non sono molte le donne che sono riuscite a varcare la cortina di ferro che circonda il mondo dei

dj. La professione del dj è infatti normalmente associata a uomini: tra i 100 migliori deejay al mondo sono

solo quattro le donne menzionate, e tra la lista dei 10 dj più pagati al mondo non ne compare nemmeno

una. Eppure, donne dj brave e famose ce ne sono eccome e, per fortuna, ce n'è sempre di più. Non è

ancora arrivato purtroppo il momento in cui saranno finalmente pagate quanto i loro colleghi maschi, ma

per le professioniste della musica che scuote le piste da ballo stanno aprendosi sempre più porte anche se

nessuna di loro raggiunge neanche lontanamente i cachet dei dj uomini (che raggiungono apici come 46

milioni). Ad oggi, sono sempre di più dj donne che amano sperimentare con i loro set esplosivi, dalla

TECNO al EDM alla DANCE.

Ecco gli 11 nomi delle donne dj più famose e pagate al mondo.

TOKIMONSTA

Dopo aver studiato pianoforte, Tokimonsta decide di consacrarsi all'arte del mixing. Inizia al college

diventando famosa per i suoi remix di canzoni famosi e per i brani da lei stessa prodotti. Nel 2019 viene

nominata ai Grammys per “Best dance studio album”.

La dj britannica prima di decidere di dedicarsi

alla musica house era una giocatrice di

football professionista. Ma ad un certo punto

non ha più saputo resistere alla chiamata e ha

cominciato a mettere e a mixare musica

house sulle piste da ballo, facendo

letteralmente impazzire il pubblico. Sempre in

tour, Hannah Wants si impegna anche nella

promozione e nell'aiuto di giovani dj

emergenti.

NERVO

è il cognome di due sorelle australiane che si sono guadagnate il loro posto nel pantheon dei dj dopo

l’enorme successo di “When love takes over” , brano reso famoso da David Guetta e Kelly Rowland.

Nervo continuano a produrre musica per altri artisti famosi e a girare con i loro dj set. Nel 2014, dopo 200

concerti le due hanno incassato, secondo Forbes, 9 milioni di dollari in soli 12 mesi.

HANNAH WANTS


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MIJA

Questa deejay originaria dell' Arizona arriva al successo quando viene adocchiata da Skrillex, che sentendo

uno dei suoi set decide di aiutarla a sfondare. Da quell'incontro, la strada per Mija va in discesa, e comincia a

collezionare date in festival famosi come Coachella, Miami Music Week e Red Bull's Culture Clash.

MISS K8

KREWELLA

Direttamente dall' Ucraina, ad accendere i cuori e i corpi di club, discoteche e festival con la sua techno feroce

è invece Miss K8. Nel 2015, Miss K8 è comparsa nella lista dei 100 dj migliori al mondo secondo il magazine

Dj Mag, piazzandosi al 94esimo posto (considerato che il 90 % dei nomi presenti nella lista sono maschili) .

Un’altra coppia di

sorelle dj famose sono

le Krewella, note per

il loro gusto eclettico

ed esotico, mixando

pop e musica etnica e

molto altro ancora. Le

due sono anche

producer, producendo

brani dance di

successo come “Alive”

and “Team”. Secondo

Forbes, le due sorelle

sono tra le dj donne

più pagate al mondo.

Richiamandosi al celebre

libro “Alice nel Paese

delle Meraviglie”, Alison

Wonderland fa il suo

ingresso nel mondo

dell' EDM nel 2012. Si fa

notare sia per le sue

notevoli abilità di

mixaggio sia

come producer.

Alison

Wonderland ha

una formazione classica,

dedicandosi per molti

anni allo studio del

violoncello.


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NINA KRAVIZ

Nina Kraviz è una delle DJ e produttrici più acclamate della scena techno internazionale. Originaria di

Irkutsk, Siberia, è apparsa sulla scena a metà degli anni 2000 stabilendosi ben presto sia come DJ sia

come produttrice. Proprietaria della label Trip ( трип), negli ultimi anni è diventata uno dei punti di riferi-

mento nel panorama techno. Ha suonato in alcuni dei festival più importanti al mondo, fra cui Time Warp,

Sónar Festival, Awakenings, Primavera Sound e Coachella, ed ha prodotto alcuni dei brani più rilevanti

dell'ultimo decennio, come "Ghetto Kraviz" o "I Wanna Go Bang" , l'uscita di Bjarki su Trip.Nata alla fine

degli anni 80, Nina Kraviz era nel mondo della musica già da bambina. Iniziando dal rock con influenze

elettroniche, avvicinandosi poi alla musica acid, Detroit techno, IDM, Chicago house, funk, disco

classica ed EBM, e arrivando infine alla disco underground e alla new-wave che, insieme a tutti gli altri

generi, hanno forgiato il suo suono nel corso degli anni. Mentre studiava medicina negli anni 90,

diventò una presentatrice radiofonica e giornalista per Ptuch, una leggendaria rivista musicale

russa. Nel 2000, dopo essersi trasferita a Mosca, iniziò la sua collezione di vinili e, continuando la

sua carriera come giornalista, iniziò anche a lavorare come assistente in unaagenzia di artisti.

Negli stessi anni, iniziò a collezionare musica funk ed organizzare party funk con un amico. È

quando entrò a far parte della band My Space Rocket come cantante, cantautrice e

co-produttrice, che iniziò a produrre la propria musica. Tuttavia, il punto di svolta

nella sua carriera avvenne nel 2006, quando partecipò alla Red Bull Music Academy a

Melbourne. Un’esperienza intensa che le premise di far avere a Greg Wilson la demo della

sua band, e nel 2007 “Amok”, traccia co-prodotta con l’attuale Vakula, fu pubblicata su B77.

L’anno successivo, dopo aver lasciato la band, iniziò a caricare la sua musica su MySpace

sotto l’alias Damela Ayer, continuando la sua carriera come dentista e lavorando

all'Ospedale dei Veterani di Guerra. I venerdì sera però erano dedicati alla sua serata nel

leggendario Propaganda club di Mosca. Era sempre il 2008 quando le sue demo

vennero accettate da Jus-Ed su Underground Quality e da Radio Slave ( Matt

Edwards) su Rekids. Questo le aprì le porte internazionali. Nel 2011, i 2 EP “I’m

Week” e “Ghetto Kraviz” divennero delle hit underground e nel 2012 pubblicò il suo

album di debutto su Rekids. Un altro punto di svolta avvenne nel 2014, quando Nina

Kraviz lanciò Trip ( трип), la sua etichetta, grazie a cui diversi nomi vennero

introdotti sulla scena, fra cui Bjarki e Nikita Zabelin. Il 2015 fu segnato dalla

traccia “I Wanna Go Bang” di Bjarki, pubblicata su Trip e riconosciuta come una

delle tracce techno dell’anno.

Ciò che è venuto dopo per Nina Kraviz è stato un continuo miglioramento

della sua ormai già ben definita carriera. Performance come quella al

Coachella nel 2019, dove ha portato un nuovo concetto di live show, o il

suo nuovo b2b con Helena Hauff, sono la dimostrazione di ciò che può

offrire questa artista. Non solo, la costante evoluzione del suo suono e la

sua continua ricerca di nuovi approcci musicali, fanno di Nina Kraviz

uno dei nomi più versatili e apprezzati nel mondo della musica

elettronica.

Nina Kraviz


NINA LAS VEGAS

La carriera di

Nina Las Vegas inizia come dj in radio, diventando presto uno dei nomi più noti del radio djing

australiano. Presto inizia anche a produrre musica e decide di aprire un'etichetta discografica che continua a

gestire tuttora. Nina Las Vegas collabora con Diplo, uno dei dj uomini più famosi e pagati al mondo.

HELENA HAUFF

La dj e producer tedesca si fa riconoscere per i suoi set techno dalle sonorità vintage e per le sue tracce

electro. Come producer Hauff ha riscosso molto apprezzamento sia di pubblico che di critica, ed è stata la

prima donna dj ad essere chiamata per il famoso BBC Radio 1's Essential Mix, normalmente affidato a

uomini.

ANNIE MAC

Attiva da più di 20 anni sulla scena musicale internazionale, la dj irlandese vanta anche un'ottima carriera

come presentatrice televisiva. Mac collaborerà anche con la prestigiosa BBC Radio con un programma tutto

suo, che va in onda tutti i venerdì sera. Annie Mac continua a suonare nei festival più importanti al mondo.

LE

DONNE

DJ

ESISTONO

"Le donne dee-jay dimostrano ad ogni set di

essere brave professioniste, creative e capaci,

perfettamente in grado di gestire grandi folle con i

loro set esplosivi, al pari dei colleghi uomini.

Le coraggiose che ora stanno conquistando i

posti più prestigiosi della scena musicale

internazionale aprono la strada alle loro colleghe

ancora emergenti, sperando che prima o poi la

situazione diventi più egualitaria, dove talento e

professionalità vengono premiati allo stesso a

prescindere dal sesso. I tempi non sono ancora

maturi, ma ci auguriamo che maturino il prima

possibile. Parola di Jack"

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