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Passpartu Festival della Montagna 2021 - Manifestazione

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SPECIALE



editoriale

[di Gabriele Gulotta]

L’estate 2021 è l’estate della ripresa, del

percorso verso la normalità, del riscatto,

così ci immaginiamo tutti. Sono orgoglioso

di presentare nelle prossime pagine

un evento che segna il riavvio della

vita mondana, culturale e musicale di

due paesi: Corleone e Gratteri. Il Festival

della Montagna, in queste due sedi,

nel segno della sicurezza, del ricordo e

della fiducia verso il futuro, rappresenterà

un momento di rilancio forte per

due territori che hanno passato, come

il resto d’Italia e del mondo d’altronde,

momenti di grande paura e difficoltà.

Invito tutti voi lettori ad unirvi a questo

importante evento, in entrambe le sedi,

per soddisfare la vostra voglia di rinascita

e viverla in tutta serenità.

Buona estate!

PROGRAMMA


Festival della

Montagna

A Gratteri si terrà il Festival della Montagna,

una iniziativa che prevede un ricco

calendario di eventi culturali, concerti,

rappresentazioni teatrali e tante altre attività

che hanno come obiettivo comune la

valorizzazione della montagna e delle sue

specificità. Gratteri è una perla incastonata

nella meraviglia dell’entroterra siciliana,

inserita nel bel mezzo delle splendide

Madonie. Gratteri e il territorio che la circonda

rappresentano al meglio la cultura

montana siciliana. La varietà dei colori e

degli scenari, le caratteristiche uniche,

le peculiarità storiche e folkloristiche la

rendono un microcosmo unico ed inimitabile,

da vivere e visitare assolutamente.

Altro territorio montano che accoglierà

una appendice del festival sarà Corleone,

dove si terrà, a partire dal 23 luglio, la mostra

Le 5 Generazioni (mostra che in parallelo

si svolgerà anche a Gratteri a partire dal

7 agosto, con gli stessi artisti ma con opere

ovviamente differenti).

A Corleone il Festival prenderà inizio il 23

luglio, con l’inaugurazione della mostra

“Le 5 Generazioni” presso il complesso di

Sant’Agostino e con il concerto di un quintetto

d’archi Ensemble più clarinetto, sempre

presso il Complesso di Sant’Agostino,

diretto dal maestro Giuseppe Crapisi. All’inaugurazione

della mostra parteciperanno

diverse personalità, in primis gli artisti (vi

rimandiamo alla sezione dedicata per conoscere

il parterre di opere e persone che

esporranno), inoltre sarà presente il mecenate

Antonio Presti, la Console Onoraria di

Danimarca a Palermo, Maria Carolina Maddalena

Castellucci, le autorità locali e rappresentati

del tessuto civile ed economico

corleonese.

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A Gratteri il Festival avrà inizio ad agosto

e come già ribadito vedrà una mostra parallela,

sempre dal titolo Le 5 generazioni e

con i medesimi artisti. A Gratteri la mostra

verrà inaugurata il 7 agosto e si terrà presso

i locali del Centro Diurno.

Inoltre verrà proposto l’Expo dei prodotti

della Montagna, uno spazio dove i produttori

locali metteranno i vetrina le eccellenze

del territorio. All’interno degli spazi del

Belvedere di Gratteri i visitatori potranno

avvicinarsi al meglio della produzione locale

di qualità. Tipicità locali, prodotti tipici

e fondamentali nella Dieta Mediterranea,

manufatti di eccellenza avranno ampio risalto.

Sarà inoltre attivo l’Arcipelago della

Salute, un utile momento di promozione

della salute e prevenzione, nel quale operatori

della salute e del benessere metteranno

a disposizione degli utenti le proprie

competenze e le proprie conoscenze.

Comune

di Gratteri

I saluti del Sindaco,

Giuseppe Muffoletto

Questa estate, l’estate della ripresa, l’estate

della fiducia, del ricordo e dell’attenzione,

sarà animata a Gratteri dal Festival della

Montagna, in gemellaggio con gli amici di

Corleone. Due sedi importanti per un festival

che rappresenta un atto di rinascita verso

uno stato di serenità che tutti meritiamo.

La montagna, in questo contesto storico,

rappresenta uno dei baluardi più importanti

della salubrità e dello stile di vita sano.

Valorizzarla e riscoprirla è un atto dovuto,

oggi più che mai. Gratteri si appresta ad

accogliere con passione e calore turisti e

spettatori, desiderosa di offrire il meglio a

chi ci darà l’onore di visitarci. Il Festival della

Montagna con i suoi spettacoli, le mostre,

gli incontri, rappresenta una formidabile

occasione per conoscere in fondo le preziose

qualità che la nostra terra propone.

Incastonata nelle Madonie, Gratteri è la

quint’essenza della cultura montana, fatta

di tradizioni, enogastronomia, scenari mozzafiato,

beni culturali unici e irripetibili. Siamo

pronti ad accogliervi a braccia aperte.

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gli artisti

I solisti de GliArchiEnsemble

(Quintetto d'archi) e Salvatore

Bonventre (Clarinetto)

(Corleone, Complesso Sant’Agostino, 23

luglio ore 19)

GliArchiEnsemble,

orchestra

da camera nata

a Palermo nel

dicembre 2003,

ha negli anni

ampliato il repertorio

e perfezionato l’intenzione interpretativa,

grazie all’esperienza maturata a

livello internazionale e alla collaborazione

con illustri solisti e direttori del calibro di

Boris Belkin, Günter Neuhold, Massimo

Quarta, George Pehlivanian, Giovanni Antonini,

Simone Bernardini, Ramin Bahrami,

Moni Ovadia, Carlo Boccadoro, per citarne

solo alcuni. Proporranno, nel magico contesto

del Complesso Sant’Agostino, un repertorio

suggestivo. Si presenteranno con

questo assetto: primo e secondo violino,

viola, violoncello, contrabbasso e clarinetto

solista.

Compagnia Teatrale Cepros

in Un Matrimonio all’Italiana

(Gratteri, 7 agosto 2021 presso Belvedere

alle ore 21), Regia di Mimmo Paternostro.

In questa bella commedia si pone l’attenzione

sulle dinamiche familiari che si instaurano

a seguito della decisione di Durante,

vedovo da due anni dopo la morte

dell’amata moglie Nannina, di rifarsi una

vita intraprendendo una relazione sentimentale

con Pavla, un’avvenente ragazza

polacca, conosciuta attraverso un’agenzia

matrimoniale. In questa commedia si affronta

il tema dell’immigrazione e lo si fa

ponendosi una domanda: “Avremmo lo

stesso atteggiamento di pregiudizio se,

invece dell’africano sub-saariano, ci trovassimo

di fronte a un’avvenente giovane

e provocante donna proveniente dall’est?”

Siamo in Italia. Dorino, il capofamiglia è vedovo

della sua amatissima moglie Nannina.

Vive in casa con il suo unico figlio Giacchino,

con la sorella Filomena, chiamata Mena,

e con il fratello nullafacente di Nannina,

Ciro. Improvvisamente, l’uomo decide di

risposarsi con una donna straniera più giovane

conosciuta tramite agenzia.

L’avvenente donna si aggira per casa come

una pantera, alle prese con Mena che mal

tollera la sua presenza, con Giacchino che

ci mette davvero poco a perdere la testa

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per la nuova “mamma” e con Ciro che ha

uno strano modo di comportarsi. Tra colpi

di scena e situazioni comiche, i nostri divertenti

personaggi si trovano a fronteggiare

in modo del tutto originale la condizione

dell’immigrazione, in una forma molto diffusa

oramai: il matrimonioper procura con

avvenenti donne straniere.

Bottega Retrò

Musica D'autore e Teatro Canzone

(Gratteri, 9 agosto 2021 presso Belvedere

alle ore 21)

Bottega Retrò - Musica D'autore e Teatro

Canzone Il progetto Bottega Retrò nasce

nel 2009 per volere di Cocò Gulotta (attore,

cantante e compositore) e Alberto Di Rosa

(chitarrista e compositore) ispirandosi alla

forma “Teatro-Canzone” inventata negli

anni'70 da Gaber e Luporini. Quello della

Bottega è, quindi, uno show che usa i numeri

del Teatro di narrazione, del Cabaret

e della Canzone d'Autore. Musicalmente

è una giocosa mescolanza di generi: dallo

swing al pop-vintage; dalla bossa alla milonga;

dalle ballate popolari siciliane alle

canzonette ironiche in stile “Italia anni '70”,

fino alle più improbabili contaminazioni

trash-rock-dance e via suonando. E' un progetto,

in continua evoluzione, di spettacolo

teatral-musicale. Il risultato dell’ alchemico

incontro tra Cocò e Alberto che insieme (in

duo o in quartetto/ quintetto) tengono il

palco con disinvoltura e grande senso dello

spettacolo per più di due ore. C'è poesia,

nei testi della Bottega, ma anche forte denuncia

sociale. C'è divertimento, ma anche

tanta malinconia. La scaletta si compone di

canzoni “standard” dal minutaggio classico,

di SHORT SONG (raccontini surreali in musica

di poco più di un minuto) e, ancora, di

TWEET SONG, canzoncine da contenere per

legge “socialbottegara” entro i canoni dei

post brevi di Twitter... Ad oggi la Bottega

Retrò ha pubblicato due album di canzoni

originali scritte da Gulotta e Di Rosa con la

Produzione artistica di Toni Carbone: PER IL

RESTO TUTTAPPOSTO! (2013) e LA GRANDE

TRISTESSA (2017).

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FISIOGNOMICA

la Band, omaggio a Franco Battiato

(Gratteri, 5 agosto 2021 presso Belvedere

alle ore 21)

FISIOGNOMICA è un progetto musicale

nato dal desiderio di omaggiare e reinterpretare

lo straordinario repertorio del grande

Artista siciliano recentemente scomparso.

La discografia di Battiato è immensa e,

perciò, abbiamo dovuto operare una difficile

selezione per comporre la scaletta del

concerto. L'operazione ha tenuto conto

del grande numero di stili che Battiato, nel

corso della sua lunghissima carriera, ha approfondito

e combinato tra loro in modo

eclettico e personale: dal pop al rock progressivo

e all'avanguardia colta fino alla

canzone d'autore, la musica etnica, quella

elettronica e l'opera lirica.

abilità tecnica da una Band composta da

Musicisti di lunga esperienza e di straordinaria

passione artistica.

LA FORMAZIONE

Cocò Gulotta, voce

Al Di Rosa, chitarre

Marco D'Arpa, basso

Vito Lo Galbo, tastiere

Fabrizio Pezzino, batteria

FISIOGNOMICA, in definitiva, è un divertito

ed appassionato omaggio all'infinita grandezza

dell'Artista catanese che, attraverso

una “rilettura” energica e moderna del repertorio

di Battiato intende coinvolgere

trasversalmente un pubblico eterogeneo di

fans e di curiosi amanti della musica “vera”.

In scaletta canzoni poetiche, vibranti ed

eterne come “CENTRO DI GRAVITA' PERMA-

NENTE”, “PROSPETTIVA NEWSKY”, “LA CURA”

, ma anche brani tratti dalle prime opere

sperimentali del Maestro (Fetus, Pollution,

Clic, etc.) interpretate con grande gusto ed

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GRATTERI,

la perla delle madonie

Pittoresco paesino madonita di circa 1000

abitanti situato a 650 metri sopra il livello

del mare, è circondato da un rigoglioso

bosco che si specchia nel golfo di Cefalù, il

bosco delle Madonie, il secondo massiccio

montuoso più alto della Sicilia dopo l’Etna.

Il primo insediamento risale al IX sec ed è di

origine araba. Nel 1059 giunsero poi i Normanni

a cui si deve la costruzione di molte

abbazie tra le quali quella di San Giorgio, di

cui restano qualche elemento decorativo

simile a quelli del duomo di Cefalù e i muri

perimetrali della chiesa a pianta basilicale e

a tre navate. Dal XV secolo in poi Gratteri fu

governata dai Ventimiglia che ampliarono

l’antico nucleo medievale costituito dal castello

circondato dalla cinta muraria.

A Gratteri si respira la tipica ed autentica atmosfera

della Sicilia antica e montana. Qui,

lontano dai luoghi inflazionati ed affollati,

si può scoprire la tranquilla vita del paese

e le sue antiche tradizioni, e può capitare

di fermarsi a gustare l’ottima cucina locale

e ritrovarsi ad essere gli unici coccolati

avventori del ristorante. Il paese si trova in

un punto di equilibrio perfetto tra la conservazione

delle sue tradizioni e la moderata

ed intelligente apertura ad un turismo

eco-sostenibile, non a caso oggi alcuni

personaggi dello spettacolo sono diventati

proprietari di alcune vecchie abitazioni del

centro storico dove trascorrono spesso le

loro vacanze. Oggi il castello non c’è più,

ma è rimasto il caratteristico impianto medievale.

Il cuore del paese è costituito dal

Corso Umberto dove si trova la cattedrale

dedicata a San Michele Arcangelo, costruita

dalla famiglia Ventimiglia a ridosso del

castello, probabilmente come cappella

privata. L'iscrizione su una delle campane

riporta la data del 1390. All’interno della

Cattedrale, in un prezioso reliquario d’argento,

sono custodite quattro spine della

corona di Cristo, un tesoro d’inestimabile

valore religioso molto venerato dalla gente

del paese che ne celebra la festa la prima

domenica di maggio. Le spine furono personalmente

portate da Gerusalemme dal

conte Ruggero d’Altavilla. Nel 1648, il barone

don Lorenzo Ventimiglia fece erigere, in

onore delle Sante Spine, un sontuoso altare

in marmo ed una robusta custodia in ferro.

Ai lati della custodia erano sistemati due

angeli (sfortunatamente non pervenutici),

uno dei quali recava il blasone di Gratteri,

raffigurante una colomba che beve in una

fonte, con intorno la scritta: “Tuere Nobile

Gratterium”. Sia l’altare che la custodia si

trovano attualmente nell’apposita cappella

delle SS. Spine nella Chiesa Madre. Fin a

pochi anni fa i gratteresi, in occasione di calamità

naturali come il vento di scirocco e la

siccità, esponevano le Sante Spine affinché

il Signore facesse cessare tali flagelli. A Gratteri

sono inoltre da visitare l'Abbazia di San

Giorgio, a circa 4 chilometri da Gratteri, di

epoca normanna, l'Abbazia di Sant'Anastasia

che, anche se si trova oggi nel territorio

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del comune di Castelbuono, all'epoca della

sua fondazione faceva parte di Gratteri, la

Chiesa di Santa Maria di Gesù, edificata nel

XII secolo, la Chiesa di Sant'Andrea, la Chiesa

di San Giacomo, la Chiesa di Sant'Elia e

infine il Castello, sorto intorno all'VIII secolo

sulla sommità della rocca di San Vito, di cui

rimane davvero poco in quanto tra il XVIII e

il XIX secolo i ruderi del castello vennero totalmente

demoliti e i materiali furono reimpiegati

per costruire la chiesa della "Matrice

Nuova". Al livello naturalistico, uno dei

posti più belli da visitare è l’incantevole

grotta, denominata “Grattara”, il cui toponimo

ha probabilmente contribuito a dare il

nome al paese. Si trova alle falde del Pizzo

di Pilo, ad oltre 1000 metri d’altitudine, da

dove si gode un magnifico paesaggio. Vi si

accede per un sentiero sinuoso, ma abbastanza

praticabile che si snoda in mezzo ad

una lussureggiante pineta, fino al piccolo

massiccio denominato “lazzu di vuoi” (giaciglio

dei buoi) e di lì per un piccolo tratto

pianeggiante s’arriva alla grotta. Al centro

della grotta c’è un cratere di pietra formato

dal gocciolamento perenne delle acque.

L’accesso alla fonte è costituito da una

piccola gradinata naturale. In questa zona

troviamo il bellissimo e raro Abies Nebrodensis,

specie endemica relitto di antiche

glaciazioni. La grotta Grattara è parte integrante

della storia e del folklore di Gratteri

perché nella leggenda era il rifugio della

Befana (“a vecchia”), che nell’ultima notte

dell’anno, avvolta in un bianco lenzuolo si

calava dai comignoli delle case per riempire

le calze di doni ai bambini. Ancora oggi

la Grotta Grattara è meta di una tradizionale

fiaccolata notturna di fine anno che parte

dalla piazza del paese per concludersi col

rogo di una vecchia-fantoccio tra i canti e

le musiche popolari. Un’altra antica e caratteristica

tradizione ha luogo Il 18 marzo, la

sera che precedere la festa di San Giuseppe.

A Gratteri, come in altre località della Sicilia,

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si usa ancora accendere fuochi e fiaccole: “i

vampi”, enormi cataste di legna che la gente

ammassa in qualunque slargo e che poi

accende al passaggio del Santo in processione.

Queste fiammate si chiamano “luminarie”.

Quando questi mucchi di legna sono

consumati, si utilizza la brace, per preparare

grigliate di carciofi e salsiccia che vengono

offerti ai presenti.

Raggiungere Gratteri equivale a varcare la

soglia di un mondo favoloso e incredibilmente

ammaliante, la cui antica bellezza,

lungi dal risiedere nella memoria di ciò che

è stato, è ancora oggi viva e percepibile nei

sui vicoli stretti e acciottolati e nei suoi caratteristici

slarghi, che, bersaglio prediletto

di un sole abbacinante, costituiscono non

di rado l’ordito di motivi netti e astratti o,

ancora, nel riflesso di una donna che, pensosa

e trasognata, pettina alla finestra i suoi

lunghi e bianchi capelli, negli anziani che,

incuranti dei passanti, giocano a carte a

ridosso del corso principale o si intrattengono

al bar con i loro ricordi di vite vissute

e straordinarie e, ovviamente, nei bambini,

pochi purtroppo, ma comunque presenti

e capaci di una gioia vivida e genuina. A

Gratteri è ancora possibile assaggiare non

poche delizie culinarie realizzate come si

faceva una volta, all’antica, sulla base di

ricette custodite con amore e orgoglio dai

membri delle famiglie che le hanno ereditate

e fortunatamente preservate. Propria

della tradizione gratterese è sicuramente

la “Vastedda”, una specie di pane fritto che

può essere preparato nella sua versione sia

salata che dolce e che ogni anno il 14 agosto,

in occasione della sagra apposita, viene

offerto in tutta la sua bontà a chiunque

voglia assaporarlo. Ma quello su cui vogliamo

soffermarci è un dolce da forno molto

semplice chiamato “Cucchia”, perché è

composto da due “taralle” che poi vengono

“incucchiate”, cioè unite, appunto, e servite

generalmente con il gelato.


ringraziamenti

delle autorità

I saluti del Sindaco,

on. nicolò nicolosi

con il Patrocinio

Comune

di Corleone

Accogliamo con grande gioia l’avvio del

Festival della Montagna, che a Corleone

presenterà la mostra Le 5 Generazioni. Un

evento importante per la nostra comunità.

Dobbiamo guardare con serenità al futuro,

senza mai abbassare la guardia. La pandemia

ha lasciato ferite importanti, impossibili

da dimenticare, da adesso è necessario

impegnarsi per rilanciare dal punto di vista

sociale ed economico le nostre sorti. Il Festival

costituirà senza dubbio un tassello

importante in questo percorso di ripresa.

Mi preme sottolineare l’importanza che ricopre

la doppia sede dell’evento, che unisce

in un grande abbraccio due territori

montani di eccellenza quali Gratteri e Corleone.

Un abbraccio che ha il sapore della

speranza e della libertà. Il tema centrale del

Festival, la montagna, assume un significato

importante, poiché la montagna è per

noi scrigno di saperi, tradizioni e risorse di

valore inestimabile. Corleone vi aspetta e

freme nell’accogliervi nel più caloroso dei

modi.

assessori giusy dragna e gianfranco grizzaffi

La Festa della Montagna può esprimere in

qualche modo la filosofia che lega le mie

deleghe all'Ambiente, alla Cultura ed al

Turismo in un connubio perfetto. Infatti, la

mia mission è quella non solo di dare un input

al turismo in senso classico, ma anche

di cercare nuove strade che possano valorizzare

il patrimonio artistico, culturale ed

archeologico della nostra Città, nonchè le

bellezze paesaggistiche del nostro territorio,

attraverso un turismo slow ed eco-sostenibile,

che passi inevitabilmente attraverso

l'enogastronomia e la nostra storia.

Ripartiamo dopo la pandemia con nuovi

orizzonti e tanta progettualità, seppur in

tempi difficili ma rivolti sempre al futuro

ed attenti alle potenzialità che Corleone è

in grado di offrire a chiunque intende conoscerla

con occhi scevri da pregiudizi e

stereotipi.

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CORLEONE

Le Meraviglie Naturalistiche di Corleone

Corleone sorge in un contesto naturalistico

e geologico affascinante ed unico. Le rocce

dal colore giallo-verdastro che cingono

il paese costituiscono un originale unicum

geologico denominato “calcarenite glauconite

di Corleone”, la cui composizione chimica

non si riscontra in nessun’altra parte

del mondo. In quest’angolo di Sicilia la natura

non finisce mai di stupirci, offrendoci

incantevoli panorami. Attorno a Corleone

le rocce hanno aperto splendide gole con

profonde pareti a strapiombo. Lungo una

di queste pareti è possibile ancora osservare

i resti dell’antico acquedotto cittadino,

risalente alla metà del ‘700. In un’altra,

chiamata “Canyon delle due Rocche”, vi

sono i resti di un ponte della fine del ‘300.

Più in là, il silenzio di questo ameno luogo

è interrotto dal cinguettio degli uccelli e da

un riposante fruscio d’acqua. Le cosiddette

“Cascate delle due Rocche”, originate dal

salto delle acque del torrente Corleone, impregnano

l’aria di una refrigerante frescura.

La vegetazione che cresce tutto intorno e

la roccia a strapiombo fann oda cornice ad

una scena quasi surreale.

Le Rocche di Corleone

Il paesaggio di Corleone è dominato dalle

cosiddette “Rocche gemelle”, due alte ed

isolate rupi sulle quali i documenti attestano

la presenza di fortilizi reali almeno

a partire dal 1200. Ad est del centro abitato

la Rocca Soprana, punto strategico di

avvistamento. Sulla sua sommità svetta la

torretta circolare denominata “saracena”,

ma di dubbia datazione (ultimo avanzo del

‘castrum’ superiore), già in rovina nel XVIII

secolo. La Rocca Sottana è, invece, al centro

del paese. Del complesso medievale rimangono

probabilmente solo le mura di cinta

che chiudono tutta la spianata sommatale

dell’enorme monolite che si staglia sulla

riva destra del fiume che lambisce l’abitato

a sud. L’articolato edificio, di irregolare

forma rettangolare, è composto da diversi

corpi di fabbrica che si addossano l’uno

sull’altro. Più volte manomesso, costituì nei

secoli un luogo inaccessibile e protetto. Fu

ristrutturato dai Borboni intorno al 1845 e

venne utilizzato come carcere fino al 1968.

Oggi, adeguatamente adattato, è diventato

un eremo francescano in cui vivono i Frati

Minori Rinnovati.

Santuario della Madonna del Rosario di

Tagliavia.

Proseguendo, lungo la SS 118, a “Tagliavia”,

nell’oasi di silenzio dell’ottocentesco santuario

della Madonna del Rosario, si conservano

affreschi e tele di Giuseppe Carta.

Ancora qualche chilometro e si possono

visitare le Gole del Drago, un biotopo natu

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rale con la sua macchia mediterranea, con

le sue pietre scavate dall’acqua del fiume di

Frattina, con la sua flora lussureggiante.

Ficuzza

Il Bosco della Ficuzza è il più grande polmone

verde della parte occidentale dell’isola.

Sorge a a 682 metri sul livello del mar

e dista pochi chilometri dal centro abitato

di Corleone. Già riserva reale di caccia sotto

i Borboni, questo sito conserva ancora una

ingente porzione di “bosco naturale” e nel

complesso rappresenta uno dei boschi più

belli di Sicilia dove si sono conservati habitat

incontaminati sia per quanto riguarda

la flora che la fauna. Viene infatti definito il

regno dell’aquila reale dove continuano a

vegetare piante endemiche rupestri di particolare

rilevanza botanica e il particolare

tipo di “Bosco misto mediterraneo”. Inoltre

qui è presente l’80% delle specie animali,

tra uccelli e fauna selvatica, dell’intera regione.

La bellezza naturalistica della località

viene valorizzata anche dalla vicinanza con

il “Gorgo del Drago“, un’oasi verde dove si

ha la possibilità di ammirare il Fiume Frattina;

Rocca Busambra (1.613 m), il rilievo isolato

più alto della Sicilia occidentale a nord

del quale si sviluppa il Bosco della Ficuzza e

il bosco del Cappelliere. Tutta questa zona

è Riserva Naturale Orientata. Il Bosco di

Ficuzza inoltre si inserisce nel contesto rurale

collinare tipico dell’entroterra siciliano,

dominato da pascoli e colture di uliveti e

vigneti, e in buona parte conserva ancora

i suoi caratteri originari caratterizzati da un

complesso sistema di bagli e masserie connessi

da una rete di strade rurali. All’interno

del bosco è possibile ammirare la Casina

di caccia, costruita dentro al parco della

Ficuzza, alla fine del settecento per volere

del re borbonico Ferdinando IV. L’edificio,

dalla facciata rettangolare e severa, ha

pianta rettangolare con prospetto dalle linee

neoclassiche dell’architettura siciliana,

sovrastato dal gruppo scultoreo del dio Pan

e della dea Diana con al centro lo stemma

borbonico. Assieme alla palazzina vennero

costruiti i fabbricati minori e la piazza centrale.

Nell’edificio si trovano camere, saloni

di rappresentanza, cappella privata, cantina,

oltre a stalle e magazzini “d’ordinanza”.

Le feste a Corleone

Il 1° marzo Corleone festeggia il patrono

San Leoluca, (un abate basiliano vissuto ai

tempi dei Saraceni) portandone il simula

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cro in processione lungo le strade illuminate

dai falò. Il Santo viene festeggiato anche

la quarta domenica dopo Pasqua, quando

il suo simulacro viene portato in processione

sulle spalle di confratelli che percorrono,

di corsa, la strada che separa la piazza

dalla piccola cappella dedicata al santo in

fondo al paese. Particolare è la ricorrenza

del Venerdì Santo, quando una processione

di centinaia di persone vestite di bianco

e incappucciate porta fin sul calvario una

statua del Cristo realizzata in cartapesta,

snodabile. Giunti alla mèta, la statua viene

messa sulla croce e a sera, dopo la deposizione,

viene riportata in paese con la processione

detta del Cristo morto e dell’Addolorata.

Feste laiche da ricordare sono

certamente il carnevale, quando decine e

decine di diavoli di rosso vestiti scorrazzano

per il paese scampanellando accanto ai

carri in parata, e la Sagra della Ricotta, che

si tiene ogni anno alla fine della primavera.

Agli appassionati di rally segnaliamo che a

Corleone si conclude ogni anno il Rally del

Conca d’Oro.



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