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Maestri Liguri '800 e '900 - 83ª Edizione

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Galleria Arte Casa<br />

<strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> <strong>'800</strong> e <strong>'900</strong>


In copertina<br />

Antonio Giuseppe Santagata, Mattutino ligure, 1923 ca.<br />

22 MAGGIO - 12 GIUGNO 2021<br />

Orario: 9 - 12.30 / 15 - 19 • Tutti i giorni, 1 a e 2 a Domenica comprese


50 °<br />

1968 • 2018<br />

<strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> <strong>'800</strong> e <strong>'900</strong><br />

83 a EDIZIONE<br />

22 MAGGIO - 12 GIUGNO 2021<br />

Galleria Arte Casa<br />

di Diletta Pelizza & C. s.a.s.<br />

Via Garibaldi, 12 - 16124 Genova<br />

010 541433 - 338 6619453<br />

info@galleria-artecasa.it - www.galleria-artecasa.it<br />

3


Mostra a cura di:<br />

Tito Pelizza<br />

Giacomo Goslino<br />

Schede delle opere:<br />

Giacomo Goslino<br />

Presentazione:<br />

Enrico Paroletti<br />

Presidente Associazione Amici dell’Accademia Ligustica Onlus<br />

4


Si può essere passante,<br />

cittadino dilettante<br />

Si può essere turista<br />

o ancor meglio giornalista<br />

Se frequenti per tuo gusto<br />

o anche solo per il busto<br />

quello scorto in vetrina<br />

tra un ritratto e una marina,<br />

non puoi certo fare a meno<br />

di bellezza fare il pieno.<br />

Bello, grande, incorniciato<br />

o di piccolo formato.<br />

Di materia sopraffina<br />

o di terra rossa e fina.<br />

Senza titolo e non datato<br />

o di tutto blasonato.<br />

Di autore prestigioso<br />

e, senz’altro, talentuoso,<br />

Di privata provenienza<br />

o di indubbia referenza<br />

Che sia amor o altro indizio<br />

certo levati lo sfizio<br />

Questa breve prefazione alla nuova mostra di Tito Pelizza e Giacomo Goslino vuole essere un'informale<br />

dedica all’arte. Un inno al piacere di entrare in gallerie come Arte Casa. Un inno alla<br />

ritrovata gioia di poter frequentare mostre, musei ed eventi culturali. Non altro se non un invito a<br />

rendere sempre più quotidiano, piacevole, normale e diretto l’incontro con l’arte.<br />

Non riuscirei a farlo meglio che utilizzando le parole di Gustave Flaubert: «Se c’è sulla terra e fra<br />

tutti i nulla qualcosa da adorare, se esiste qualcosa di santo, di puro, di sublime, qualcosa che assecondi<br />

questo smisurato desiderio dell’infinito e del vago che chiamano anima, questa è l’arte».<br />

Enrico Paroletti<br />

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OPERE


1<br />

Angelo Balbi<br />

(Genova 1872 - ivi 1939)<br />

In darsena<br />

Olio su tavola<br />

Cm 26,5 x 28,5<br />

Firmato in basso a sinistra<br />

Probabile datazione: 1930 ca.<br />

Sul retro: timbro della galleria Il Capolinea, Genova<br />

Poetica rappresentazione della darsena del porto di Genova di un pittore dalla personalità<br />

mite e poliedrica. Angelo Balbi oltre ad aver interpretato in maniera lirica e sommessa il paesaggio<br />

ligure nei primi decenni del secolo, ha contribuito, come uomo di cultura e puntuale<br />

scrittore d’arte, a definire la fisionomia di “quel meraviglioso periodo d’arte” che è stata la<br />

pittura ligure dell’Ottocento e del primo Novecento.<br />

8


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2 Eugenio Baroni<br />

(Taranto 1880 - Genova 1935)<br />

Vedetta alpina<br />

Fusione in bronzo<br />

Cm 50 h<br />

Probabile datazione: 1934 ca.<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- Eugenio Baroni, Centro Polivalente, Bogliasco (GE) 1990<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- F. Sborgi e A. Tenca (a cura di), Eugenio Baroni, catalogo della mostra, De Ferrari Editore,<br />

Genova 1990, n° 44 di catalogo, riprodotto a pag. 85<br />

- Sergio Paglieri, Lo scultore Baroni, Genova 1994, riprodotto<br />

Lo straordinario bronzo costituisce una variante del tema della “vedetta”, figura posta all’apice<br />

Monumento al Fante, il tributo scultoreo ai fanti caduti durante la Prima Guerra Mondiale infine<br />

non costruito.<br />

Un’altra fusione del medesimo soggetto è conservata, insieme allo studio in gesso, presso<br />

l’Associazione Nazionale Alpini di Genova.<br />

Struggenti sono le parole con le quali Ettore Cozzani descrive l’opera nel 1940. «... la penna<br />

nera getta il suo grido di sfida: è bastato all’artista di modellare il cappotto così aderente alle<br />

gambe, perché la sensazione di vetta, di isolamento, di principio di tormenta sia evidentissima:<br />

il modellato è un miracolo di vibrazione e nello stesso tempo di compattezza».<br />

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3 Luigi Bassano<br />

(Genova 1900 - ivi 1989)<br />

Nelle Langhe<br />

Olio su cartone<br />

Cm 21 x 27<br />

Firmato in basso a destra<br />

Datazione: 1944<br />

Sul retro: di pugno dell’artista titolo, data e firma<br />

Nell'estratto di una lettera scritta da Cesare Pavese e indirizzata a Fernanda Pivano il 27 giungo<br />

del 1942, il paesaggio collinare delle Langhe dipinto da Bassano sembra trovare una poetica ed<br />

evocativa descrizione:<br />

«...rivedere perciò questi alberi, case, viti, sentieri, ecc. mi dà un senso di straordinaria potenza<br />

fantastica, come se mi nascesse ora, dentro, l’immagine assoluta di queste cose, come se fossi<br />

un bambino, ma un bambino che porta, in questa sua scoperta, una ricchezza di echi, di stati,<br />

di parole, di ritorni, di fantasia insomma, che è davvero smisurata!».<br />

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4 Emilio Bocciardo<br />

(Genova 1869 - ivi 1939)<br />

Pini sulle alture di Paraggi<br />

Olio su tela applicata su cartone<br />

Cm 39,5 x 34,5<br />

Firmato e datato luglio 1930 sul retro<br />

Provenienza: già raccolta eredi dell’artista<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- Emilio Bocciardo, Accademia Ligustica di Belle Arti, Genova 2012<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Luciano Caprile (a cura di), Emilio Bocciardo, catalogo della mostra, Accademia Ligustica<br />

di Belle Arti, Fondazione Edoardo Garrone, Genova 2012, riprodotto a pag. 39<br />

«Ci troviamo ragionevolmente al cospetto dell’estrema manifestazione d’amore nei confronti<br />

di una terra tanto indagata e tanto celebrata da identificarla col personale desiderio. È lo stesso<br />

amore che ha guidato la mano di Domenico Guerello e di Rubaldo Merello di cui egli non ha<br />

seguito solo gli ammaestramenti pittorici: di costoro ha profondamente inteso in particolare<br />

lo spirito d’osservazione e di intima partecipazione nei riguardi di ciò che si intendeva trasferire<br />

sulla tela, ovvero un’immagine suadente per gli occhi, un dono incommensurabile per il<br />

cuore» (Luciano Caprile 2012).<br />

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5 Sexto Canegallo<br />

(Sestri Ponente (GE) 1882 - ivi 1966)<br />

Fontana luminosa<br />

Olio su tavola<br />

Cm 36 x 47<br />

Probabile datazione: 1920 ca.<br />

Firmato sul retro<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- Sexto Canegallo, Museo Navale, Pegli 2014<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Luciano Caprile (a cura di), Sexto Canegallo, catalogo della mostra, Ateneo Edizioni,<br />

Genova 2014, riprodotto a pag. 42<br />

Esempio emblematico di quel metodo pittorico elaborato dall’artista e denominato “integralismo”,<br />

volto a far «coesistere realtà e astrazione, fisicità e psiche, percezioni soggettive e oggettive» (Matteo<br />

Fochessati 2019).<br />

In un ambiente naturale - un parco? - dai volumi intangibili, una fontana costituita da tre figure<br />

femminili in marmo bianco alimenta lo specchio d’acqua su cui è posta mediante fiotti - reali<br />

o proiettati? - di acqua colorata.<br />

Un’opera intrisa di elementi simbolisti riconducibili agli interessi di Canegallo per le dottrine<br />

teosofiche ed esoteriche allora in voga nei circoli intellettuali cittadini; interessi condivisi con<br />

numerosi esponenti delle avanguardie storiche italiane ed europee.<br />

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6 Enrico “Chin” Castello<br />

(Rivarolo (GE) 1890 - Genova 1960)<br />

La nonnina delle fiabe<br />

Inchiostro blu, rosso e oro su carta<br />

Cm 22,5 x 16,5<br />

Firmato Chin in alto a sinistra<br />

Probabile datazione: 1926 ca.<br />

Provenienza: già Archivio Ettore Cozzani<br />

La graziosa opera su carta viene realizzata al fine di illustrare il libro di Gemina Fernando<br />

La nonnina delle fiabe, edito da “L’Eroica” nel 1926. Fondata da Ettore Cozzani a La Spezia nel<br />

1911, la rivista pubblica un grande numero di immagini, diventando un esempio di estetica<br />

simbolista. Oltre al già citato Castello, fra i numerosi artisti chiamati a collaborare vi sono,<br />

Discovolo, Dodero, Gaudenzi, Governato e gli scultori Eugenio Baroni e Arturo Martini.<br />

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7 Giuseppe Cominetti<br />

(Salasco (VC) 1882 - Roma 1930)<br />

Ragazza che salta la corda<br />

Olio su tela<br />

Cm 115 x 73<br />

Firmato in basso a destra<br />

Probabile datazione: 1912 ca.<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- Giuseppe Cominetti, Accademia Ligustica di Belle Arti, Genova 1983<br />

- Giuseppe Cominetti, Auditorium Santa Chiara, Vercelli 1983<br />

- Il Divisionismo di Giuseppe Cominetti. Visioni di luce, Museo dei Campionissimi, Novi Ligure<br />

(AL) 2006<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Dino Molinari, Giuseppe Cominetti pittore, “Il Piccolo”, Alessandria 01/09/1971<br />

- AA. VV. (a cura di), Giuseppe Cominetti, Galleria Accademia, Torino 1973, riprodotto<br />

- Dino Molinari, G. Cominetti. Un pittore piemontese a Parigi, “Rivista di Storia Arte<br />

e Archeologia per le Province di Alessandria e Asti”, 1974-1975<br />

- Gianfranco Bruno (a cura di), Giuseppe Cominetti, catalogo della mostra, Stringa Editore,<br />

Genova 1983, tav. n° 85, riprodotto a pag. 98<br />

- Alessandra Quattordio (a cura di), Giuseppe Cominetti, catalogo della mostra, Assessorato<br />

alla Cultura della Città di Vercelli, Genova 1983, n° 35 di catalogo, riprodotto a pag. 76<br />

- Gianfranco Bruno, La pittura in <strong>Liguri</strong>a dal Neoclassicismo al Divisionismo, in AA. VV. (a cura di),<br />

Bolaffi. Catalogo dell’Arte Italiana dell’Ottocento, numero 12, Giorgio Mondadori & Associati,<br />

Milano 1983, riprodotto a pag. 72<br />

- G. Bruno e L. Perissinotti (a cura di), Il Divisionismo di Giuseppe Cominetti. Visioni di luce,<br />

catalogo della mostra, Vanillaedizioni, Albissola Marina (SV) 2006, n° 38 di catalogo,<br />

riprodotto a pag. 63<br />

Ascrivibile agli anni del soggiorno parigino - Cominetti è a Parigi dal 1909, nel pieno della stagione<br />

Fauve - l’opera si rivela allo sguardo nella tensione dinamica della figura femminile in<br />

movimento. Nella moltitudine di segmenti di colore incrociati, laddove ogni pennellata deriva<br />

dalla precedente e suggerisce la successiva, prende corpo la dimensione dipinta, palesando<br />

l’avvicinamento dell’artista agli ambienti del Futurismo. La ragazza che salta la corda, fulcro<br />

di un’ampia vicenda espositiva e bibliografica, è uno dei capolavori di Giuseppe Cominetti.<br />

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8 Angelo Costa<br />

(Genova 1858 - ivi 1911)<br />

Marina ligure al tramonto<br />

Olio su tela<br />

Cm 80 x 110<br />

Probabile datazione: 1890 ca.<br />

Un grande quadro di mare realizzato da uno degli allievi prediletti di Tammar Luxoro, capace<br />

di conferire all’opera le vibrazioni atmosferiche e luminose tipiche della pittura en plein air<br />

anche alle composizioni di maggiore dimensione. Di particolare intensità impressionistica è<br />

la schiuma delle onde che lambiscono gli scogli del mare azzurro, in cui si scorgono i riflessi<br />

rosati degli ultimi raggi di sole.<br />

Collocato in un tratto di costa nei dintorni della città, il suggestivo scorcio ha ispirato numerosi<br />

pittori dell’Ottocento nei loro soggiorni a Genova, da Lorenzo Gignous al paesaggista<br />

austriaco Alfred Zoff.<br />

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9 Aurelio Craffonara<br />

(Gallarate (MI) 1875 - Genova 1945)<br />

Riviera di Ponente<br />

Olio su tela<br />

Cm 50,5 x 71<br />

Firmato e datato 1914 in basso a sinistra<br />

Sul retro: di pugno dell’artista titolo, data e firma<br />

In un’ampia veduta della riviera di ponente, debitrice dei modi pittorici di Antonio Varni,<br />

l’artista descrive la serena e laboriosa quotidianità dei pescatori. Le qualità di grande armonia<br />

compositiva e cromatica, caratteristica precipua del Craffonara acquarellista, ritornano altresì<br />

in uno dei rari dipinti a olio realizzati dal pittore.<br />

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10 Aurelio Craffonara<br />

(Gallarate (MI) 1875 - Genova 1945)<br />

Per le vie del borgo<br />

Acquerello su carta<br />

Cm 60 x 50<br />

Firmato e datato XVI (1938) in basso a destra<br />

In una delicata istantanea del maestro dell’acquerello, la magia dei vicoli assolati prende vita<br />

nella leggerezza dei tocchi di colore e nella vivacità della composizione. Ineguagliabile è la<br />

capacità di Craffonara di rappresentare la semplicità di una scena di vita quotidiana, incorniciata<br />

dai gerani in fiore e dalle viti che si arrampicano sui muri delle vecchie case.<br />

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11 Armando Cuniolo<br />

(Genova 1900 - Milano 1955)<br />

Scarico carbone<br />

Olio su tela<br />

Cm 60 x 80,5<br />

Firmato e datato 32 in basso a destra<br />

Sul retro: titolo<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- Armando Cuniolo, Palazzo Rosso, Genova 1933<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Catalogo della mostra Armando Cuniolo, Palazzo Rosso, Genova 1933, n° 17 di catalogo<br />

Il tessuto pittorico e cromatico dell’opera, il cui forte senso della materia è aumentato dalla<br />

ruvidità della tela a grana grossa, descrive puntualmente l’ambiente operoso e vibrante del<br />

terminal carboni. Il grande e suggestivo dipinto, la cui importanza risiede inoltre nel valore<br />

storico e documentario, è un esempio delle sensibilità dell’artista per i temi relativi al lavoro<br />

e al progresso.<br />

«Una meravigliosa vigoria di creatività d’artista, una esperta applicazione di maturità e di<br />

studio, non fermo al passato non al presente non al futuro ma in un simultaneo tutt’uno»<br />

(Giovanni Paganelli 1982).<br />

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12 Gennaro D’Amato<br />

(Napoli 1857 - Pieve Ligure (GE) 1947)<br />

Portofino da Bogliasco<br />

Olio su tela<br />

Cm 29,5 x 36<br />

Firmato in basso a destra<br />

Datazione: 1930<br />

Sul retro: titolo; di pugno dell’artista G. D’Amato al suo più vecchio amico d’infanzia<br />

Cav. Luigi Fumasi. Bogliasco. Pasqua 1930<br />

Apprezzato sia come illustratore delle maggiori testate giornalistiche dell’epoca, sia come<br />

raffinato interprete di una pittura improntata alla resa luministica, Gennaro D’Amato dipinge<br />

vivide impressioni della Riviera di Levante tra Pieve Ligure, Bogliasco e Portofino.<br />

La rigogliosa vegetazione dell’immediato entroterra prepara lo sguardo al bagliore inebriante<br />

di un sole ventoso che risplende sulla costa ligure.<br />

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13 Pietro Dodero<br />

(Genova 1881 - ivi 1967)<br />

Portofino<br />

Olio su tavola<br />

Cm 45 x 49<br />

Firmato in basso a sinistra<br />

Probabile datazione: 1950 ca.<br />

Di notevole raffinatezza e grande impatto cromatico sono i due dipinti inediti di Pietro Dodero<br />

che rappresentano gli scorci più famosi di Santa Margherita Ligure e di Portofino, i borghi marinari<br />

simbolo della Riviera di Levante. La particolare libertà tecnica nella gestione delle forme,<br />

testimonia l’uscita dell’artista dagli schemi più rigidi della sua esperienza novecentista.<br />

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14 Pietro Dodero<br />

(Genova 1881 - ivi 1967)<br />

Porto di Santa Margherita Ligure<br />

Olio su tavola<br />

Cm 45 x 49<br />

Firmato in basso a sinistra<br />

Probabile datazione: 1950 ca.<br />

Sul retro: di pugno dell’artista titolo e firma<br />

«Fu un indipendente, con una propria inconfondibile personalità, che da una erudizione di<br />

natura classica attraverso un’arte raffinata e signorile si era uniformato al movimento evolutivo<br />

moderno contenuto in un sobrio equilibrio di linee e di forme. Osservando le sue opere si è<br />

colpiti dalla vivezza delle tinte fra di loro contrastanti in un’armonia di toni e di riflessi che<br />

raramente ci vien dato di ammirare». (D. Castagna).<br />

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15 Cesare Esposito<br />

(Napoli 1886 - Genova 1943)<br />

Barche nel porto di Santa Margherita<br />

Olio su tela<br />

Cm 68 x 70<br />

Firmato in basso a destra<br />

Probabile datazione: 1930 ca.<br />

Sul retro: autentica di Giovanni Paganelli, timbro della Galleria Arte Casa, Genova;<br />

cartiglio recante il numero 30<br />

L’attitudine narrativa propria del pittore si esprime nell’affascinante scorcio del porto di<br />

Santa Margherita. Uno dei soggetti più rappresentati da Cesare Esposito è raccontato attraverso<br />

la quotidianità legata al mondo della pesca e della vita in mare, con l’utilizzo di una<br />

gamma cromatica varia e intensa, che diventa alquanto suggestiva nei riflessi che vibrano<br />

sulla superficie dell’acqua.<br />

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16 Berto Ferrari<br />

(Bogliasco (GE) 1887 - Genova 1965)<br />

Pescatore dilettante<br />

Olio su tela<br />

Cm 40,5 x 30<br />

Firmato in basso a sinistra<br />

Datazione: 1939<br />

Sul retro: di pugno dell’artista titolo, data e firma; cartiglio e timbro dell’artista<br />

Una maggiore frequenza di marine e quadri di paesaggio non devono far dimenticare le rare,<br />

ma non per questo meno significative, incursioni dell’artista in altri soggetti. La vivacità del<br />

tratto, la freschezza dei colori e la libertà nel disporre i pochi elementi della composizione,<br />

dimostrano la qualità del pittore. E quel dal vero, annotato di suo pugno sul retro dell’opera,<br />

non può che far rivivere il momento stesso in cui il gesto artistico ha preso vita.<br />

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17 Berto Ferrari<br />

(Bogliasco (GE) 1887 - Genova 1965)<br />

Tramonto in riviera ligure. Impressione dal vero<br />

Olio su cartone<br />

Cm 22 x 30<br />

Firmato in basso a sinistra<br />

Datazione: 1939<br />

Sul retro: di pugno dell’artista titolo, data e firma<br />

«Quelle giornate pallide e soavi<br />

Come infiniti e placidi tramonti<br />

Dai grandi righi d’oro agli orizzonti<br />

Come architravi.»<br />

Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, Sogni d’ottobre<br />

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18 Andrea Figari<br />

(Sassari 1858 - Genova 1946)<br />

Marina ligure. Impressione dal vero<br />

Olio su cartone<br />

Cm 23,5 x 32,5<br />

Firmato in basso a sinistra<br />

Probabile datazione: 1920 ca.<br />

Una vibrante istantanea del mare e degli scogli del Levante genovese più volte rappresentato<br />

da un pittore capace di coglierne le variazioni luminose e atmosferiche nei diversi<br />

momenti del giorno.<br />

La materia densa conferisce consistenza e movimento alle onde che lambiscono la costa.<br />

Alcune barche a vela e il monte di Portofino, incorniciato dall’azzurro rosato del cielo e delle<br />

nuvole, completano la composizione sullo sfondo.<br />

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19 Alberto Helios Gagliardo<br />

(Genova 1893 - ivi 1987)<br />

Monte Rosa<br />

Olio su tela<br />

Cm 65 x 83<br />

Firmato e datato 1927 in basso a destra<br />

In un dipinto dal sapore antico, capace di celebrare la vitale bellezza della natura, l’artista<br />

introduce la grandiosità del Monte Rosa mediante una sequenza serrata di piani prospettici,<br />

ora in ombra, ora illuminati dal sole.<br />

La tecnica del pittore, che ricorda un po’ il Divisionismo di Maggi, ma rimane autentica e<br />

personale, irradia la superficie dipinta di vibrazioni atmosferiche e luminose. Un’opera affine<br />

è conservata presso le collezioni della Galleria d’Arte Moderna di Genova.<br />

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20 Cesare Giarrusso<br />

(Catania 1887 - Genova 1945)<br />

Vittoria alata<br />

Fusione in bronzo<br />

Cm 47 h<br />

Firmata sulla base<br />

Probabile datazione: 1925 ca.<br />

Una Vittoria alata - ovvero una Nike, divinità greca figlia del titano pallante e della ninfa Stige<br />

- morbida e sinuosa, intrisa degli stilemi modernisti che in <strong>Liguri</strong>a hanno trovato ampi sviluppi<br />

grazie alla presenza di De Albertis. Cesare Giarrusso si esprime in maniera alternativa rispetto<br />

alla linea classicista dominante negli anni Venti, ispirandosi a modelli simbolisti e déco.<br />

Dell'artista si conosce un’altra scultura del medesimo soggetto, utilizzata come figura centrale<br />

del Monumento celebrativo dei caduti di guerra di Nervi; monumento in seguito smantellato<br />

al fine di riutilizzare il bronzo per l’industria bellica durante la Seconda Guerra Mondiale.<br />

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21 Domenico Guerello<br />

(Portofino (GE) 1891 - ivi 1931)<br />

San Fruttuoso<br />

Olio su cartone<br />

Cm 20 x 14<br />

Firmato e titolato sul retro<br />

Probabile datazione: 1915 ca.<br />

Ascrivibile ai primi anni Dieci del XX secolo, ovvero al periodo giovanile dell’artista, il piccolo<br />

olio muove dall’eredità formale del paesaggismo ligure, da quella pittura che ha fatto delle<br />

forme e dei colori della natura rivierasca uno dei principali motivi di ispirazione.<br />

Tra le oscillazioni di una materia densa e distribuita mediante rapide pennellate sono tuttavia<br />

presenti, in nuce, le vibrazioni atmosferiche e luminose che segneranno gli sviluppi della ricerca<br />

di uno dei più raffinati divisionisti liguri.<br />

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22 Lazzaro Luxardo<br />

(Voltri (GE) 1865 - Genova 1949)<br />

Navi in porto<br />

Olio su cartone<br />

Cm 15 x 22,5<br />

Firmato in basso a destra<br />

Probabile datazione: 1915 ca.<br />

Raccogliendo l’eredità formale dei grandi marinisti liguri, il pittore addolcisce un impianto compositivo<br />

ancora legato alla tradizione mediante un utilizzo del colore vibrante e frammentato.<br />

L’accostamento di pennellate orizzontali e il raggiungimento di un punto di luce ora soffuso<br />

ora iridescente costituiscono la cifra stilistica dell’artista e la sua personale interpretazione<br />

del divisionismo.<br />

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23 Tammar Luxoro<br />

(Genova 1825 - ivi 1899)<br />

Il Golfo di Spezia<br />

Olio su tela<br />

Cm 75 x 175<br />

Siglato in basso a sinistra<br />

Probabile datazione: 1870 ca.<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- Caffi e Genova. La percezione del paesaggio ligure a metà Ottocento, Museo di Palazzo Reale,<br />

Genova 2006<br />

- En plein air. Luigi Garibbo e il vedutismo tra Genova e Firenze, palazzo Rosso, Genova 2011<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Piero Donati, Pittura in provincia di Spezia. Dal Medioevo alla metà dell’Ottocento, Carispe,<br />

Società Editrice Buonaparte, Sarzana (SP) 2002, tav. XLIX, riprodotto a pag. 161<br />

- G. Rossini e L. Leoncini (a cura di), Caffi e Genova. La percezione del paesaggio ligure a metà<br />

Ottocento, catalogo della mostra, Skira, Milano 2006, riprodotto a pag. 151<br />

- E. Papone e A. Serra (a cura di), En plein air. Luigi Garibbo e il vedutismo tra Genova e Firenze,<br />

catalogo della mostra, Silvana Editoriale, Milano 2011, riprodotto a pag. 152<br />

Un grande capolavoro dell’iniziatore del paesismo d’emozione in <strong>Liguri</strong>a, affine per soggetto<br />

e qualità esecutiva all’opera esposta presso il Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti.<br />

L’impianto spaziale fortemente orizzontale e l’orizzonte ampio, presupposti del vedutismo,<br />

si stemperano nelle variazioni luminose e negli effetti atmosferici. Elementi che invece caratterizzeranno<br />

la nuova pittura di paesaggio e che qualificano la modernità di questo dipinto.<br />

È lecito pensare inoltre, data l’importanza dell’opera, che possa essere identificato con il<br />

dipinto Il Golfo di Spezia esposto presso la Società Promotrice di Belle Arti di Genova nel<br />

1868 e nel 1870.<br />

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24 Federico Maragliano<br />

(Genova 1873 - ivi 1952)<br />

Luci di guerra<br />

Olio su tela<br />

Cm 56 x 72<br />

Firmato e datato 18 in basso a destra<br />

Sul retro: titolo; di pugno dell’artista Federico Maragliano - Via Acquarone 6/6 - Genova<br />

La straordinaria perizia tecnica di Federico Maragliano nel rappresentare con ineguagliata<br />

coerenza topografica le vedute della città di Genova caratterizza un’opera dall’elevato valore<br />

storico e documentario. Posizionato nei dintorni della Spianata di Castelletto, l’artista realizza<br />

un’ampia panoramica della città nelle ore notturne; tra i tetti, i terrazzi e le poche finestre<br />

illuminate, svetta la cupola della Basilica della Santissima Annunziata del Vastato.<br />

Ma il vero soggetto dell’opera sono le luci delle contraeree posizionate sulle alture a monitorare<br />

i cieli di una città che, durante la Prima Guerra Mondiale, temeva gli attacchi degli aerei<br />

e dei dirigibili nemici.<br />

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25 Vasco Menegozzo<br />

(Venezia 1886 - Biella 1974)<br />

Il porto di Camogli<br />

Olio su tela<br />

Cm 73 x 99<br />

Firmato in basso a destra<br />

Probabile datazione: 1940 ca.<br />

Allievo di Alfredo Luxoro all’Accademia Ligustica di Belle Arti, istituzione che lo eleggerà<br />

accademico di merito nel 1926, Menegozzo esprime le possibilità di un naturalismo diretto<br />

e immediato. Un grande quadro del porto di Camogli, espressione di «una pittura luminosa,<br />

solare, fatta di atmosfere create dal colore denso, gettato senza ripensamenti» (Giovanni<br />

Paganelli 1994).<br />

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26 Rubaldo Merello<br />

(Isolato Valtellina (SO) 1872 - Santa Margherita Ligure (GE) 1922)<br />

Omaggio alla sovrana<br />

Olio su tela<br />

Cm 24 x 19<br />

Probabile datazione: 1915 ca.<br />

Provenienza: già studio dell’artista<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- <strong>Maestri</strong> divisionisti in <strong>Liguri</strong>a, Galleria <strong>Liguri</strong>a, Palazzo Cattaneo Mallone, Genova 1971<br />

- LXIX Mostra <strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> fra Ottocento e Novecento, Galleria Arte Casa, Genova 2014<br />

- Rubaldo Merello tra divisionismo e simbolismo. Segantini, Previati, Nomellini, Pellizza, Palazzo<br />

Ducale, Genova 2017<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Vitaliano Rocchiero, Rubaldo Merello: folle e incendiario colorista di Montefino, “<strong>Liguri</strong>a”,<br />

Casa Editrice <strong>Liguri</strong>a, Savona 1970, riprodotto a pag. 8<br />

- Vitaliano Rocchiero (a cura di), <strong>Maestri</strong> divisionisti in <strong>Liguri</strong>a, catalogo della mostra, Galleria<br />

<strong>Liguri</strong>a, Palazzo Cattaneo Mallone, Genova 1971, n° 62 di catalogo, tav. n° XXXI<br />

- Gianfranco Bruno (a cura di), Rubaldo Merello, catalogo della mostra, Edizioni Iride, Genova<br />

1990, n° 97 del repertorio delle opere, riprodotto a pag. 209<br />

- Catalogo della LXIX Mostra <strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> fra Ottocento e Novecento, a cura di T. Pelizza<br />

e G. Paganelli, Galleria Arte Casa, Genova 2014, n° 25 di catalogo, riprodotto a pag. 35<br />

- M. Fochessati e G. Franzone (a cura di), Rubaldo Merello tra divisionismo e simbolismo.<br />

Segantini, Previati, Nomellini, Pellizza, catalogo della mostra, Palazzo Ducale, Genova<br />

2017, Sagep, Genova 2017, n° 15 di catalogo, riprodotto a pag. 130<br />

Espressione dell’adesione del pittore alla poetica simbolista, frutto del sodalizio artistico con<br />

il tragediografo Sem Benelli e delle suggestioni rispetto ai temi del simbolismo mitteleuropeo<br />

di Max Klinger e Franz Von Stuck.<br />

Nell’Omaggio alla sovrana si mescolano elementi religiosi e pagani - si veda ad esempio l’affinità<br />

rispetto alla scultura Lo Spirito della Verginità e al disegno per una Figura femminile in<br />

trono conservato presso la Wolfsoniana di Genova - accessi cromatici visionari e tipicamente<br />

“merelliani” e pennellate scarne e povere di colore, secondo una concezione della materia<br />

pittorica vicina a quella dell’espressionismo internazionale.<br />

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27 Evasio Montanella<br />

(Prà (GE) 1878 - Genova 1940)<br />

Mareggiata a Vernazzola<br />

Olio su tavola<br />

Cm 40 x 50<br />

Firmato in basso a destra<br />

Probabile datazione: 1925 ca.<br />

Appassionato cantore del mondo del mare e dei pescatori, Evasio Montanella esplora le possibilità<br />

di un naturalismo postimpressionista lontano dai riflettori delle avanguardie storiche e<br />

dai postulati dei novecentismi.<br />

Poco prima della mareggiata, una figura solitaria osserva il montare del vento e delle onde nel<br />

piccolo borgo di Vernazzola; il sole che filtra dalle nuvole ammanta la superficie dipinta di<br />

una luce soffusa e quasi minerale.<br />

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28 Plinio Nomellini<br />

(Livorno 1866 - Firenze 1943)<br />

Napoleone tra i due Titani<br />

Tecnica mista su carta<br />

Cm 62 x 50<br />

Firmato in basso a destra<br />

Probabile datazione: 1911 ca.<br />

Sul retro: timbro della galleria Rotta, Genova; etichetta della mostra Nomellini e Pascoli;<br />

etichetta della mostra Fra il Tirreno e le Apuane<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- Nomellini e Pascoli. Un pittore e un poeta nel mito di Garibaldi, Palazzo Comunale,<br />

Barga (LU) 1986<br />

- Fra il Tirreno e le Apuane. Arte e cultura tra Otto e Novecento, Complesso Monumentale<br />

di San Micheletto, Lucca 1990<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Giovanni Pascoli, I poemi del Risorgimento, Ed. Zanichelli, Bologna 1913<br />

- R. Alessi, Giovanni Pascoli e i Poemi del Risorgimento, “Giornale del mattino”, 3 giugno 1913<br />

- T. Bellonzi e F. Fiori (a cura di), Archivi del Divisionismo, volume secondo, Officina Edizioni,<br />

Roma 1969, n° 4.131<br />

- Eleonora Barbara Nomellini (a cura di), Nomellini e Pascoli. Un pittore e un poeta nel mito di<br />

Garibaldi, catalogo della mostra, Firenze 1986, n° 29 di catalogo, riprodotto a pag. 100<br />

- Paola Paccagnini, Un pittore per un poeta: Plinio Nomellini illustratore pascoliano (Lettere<br />

1901 - 1913), Type Service, Massa 1988, tav. n° 9, riprodotto a pag. 37<br />

- AA. VV. (a cura di), Fra il Tirreno e le Apuane. Arte e cultura tra Otto e Novecento, catalogo<br />

della mostra, Cassa di Risparmio di Lucca, Artificio, Firenze 1990, n° 80 di catalogo, riprodotto<br />

a pag. 222<br />

L'opera è una delle illustrazioni realizzate dall'artista per i Poemi del Rsorgimento di Giovanni<br />

Pascoli. Di notevole interesse è una lettera scritta dal poeta e indirizzata a Nomellini:<br />

«Abbi pazienza, divino poeta! Ora sono al lavoro. Manda i disegni allo Zanichelli.<br />

Ebbi il tuo fregio magnifico, secondo il cuor mio. Ho il Napoleone e il Trombetto riprodotti<br />

splendidamente. Sarà un bel dono ai nostri reduci dalla vittoria. Speriamo. [...] Ma il dovere<br />

cozza sempre col piacere. E ahimè! Il piacer mio non sarebbe infine che lavoro, lavoro anch’esso<br />

e più lancinante lavoro che il dovere! Un abbraccio dal tuo Giovanni Pascoli»<br />

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29 Eugenio Olivari<br />

(Genova 1882 - ivi 1917)<br />

Sera in <strong>Liguri</strong>a<br />

Olio su cartone<br />

Cm 29,5 x 34,5<br />

Firmato in basso a sinistra<br />

Probabile datazione: 1910 ca.<br />

I cromatismi sobri tipici del pittore e una materia densa ma distribuita in campiture precise e<br />

ordinate traghettano la composizione verso una dimensione interiore e atemporale. Dopo aver<br />

assimilato la lezione della Scuola grigia, l’artista partecipa al rinnovamento della pittura di inizio<br />

secolo aprendo a idee innovative e sfiorando un naturalismo dalle tonalità visionarie.<br />

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30 Eso Peluzzi<br />

(Cairo Montenotte (SV) 1894 - Monchiero (CN) 1985)<br />

Inverno a Santuario<br />

Olio su tavola<br />

Cm 45 x 52,5<br />

Firmato e datato 932 in basso a destra<br />

Sul retro: cartiglio dell’artista recante titolo, data e misure; autentica dell’artista<br />

Dipinto preparatorio per Paesaggio invernale, esposto nel 1934 alla XIX Biennale di Venezia<br />

e, in quell’occasione, acquistato dal Comune di Genova per le collezioni della Galleria<br />

d’Arte Moderna.<br />

Il pittore supera gli austeri classicismi degli anni Venti ritornando a una pittura immediata,<br />

ispirata dalla poetica semplicità dei luoghi della sua vita.<br />

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31 Giuseppe Pennasilico<br />

(Napoli 1861 - Genova 1940)<br />

Bagnanti<br />

Olio su cartone<br />

Cm 18,5 x 20<br />

Firmato in basso a sinistra<br />

Probabile datazione: 1920 ca.<br />

Sul retro: vecchio cartiglio della galleria Rotta, Genova, recante firma autografa dell’artista<br />

Collocabile nel solco ideale della tradizione visiva intorno al tema dei “bagnanti”, l’artista<br />

rielabora diverse volte il medesimo soggetto.<br />

Il grande colorista di origine partenopea guarda alle accensioni cromatiche e all’austera plasticità<br />

di Cézanne in un piccolo olio di notevole modernità compositiva e tecnica.<br />

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32 Emanuele Rambaldi<br />

(Pieve di Teco (IM) 1903 - Savona 1968)<br />

Ragazza con cesto di frutta<br />

Olio su tavola<br />

Cm 90 x 75<br />

Firmato e datato 1929 in basso a sinistra<br />

Sul retro: timbro della galleria Rotta, Genova<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- E. Rambaldi, mostra antologica, galleria Rotta, Genova 1970<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Catalogo della mostra E. Rambaldi, galleria Rotta, Genova 1970, riprodotto<br />

I quattro presupposti estetici intorno ai quali si è costruita l’esperienza del Novecento Italiano,<br />

ovvero sintesi, composizione, precisione della linea e sobrietà del colore, definiti da Margherita<br />

Sarfatti come «l’espressione di una classicità moderna, che voleva tornare alle leggi classiche<br />

del disegno e della composizione», determinano l’elevato valore qualitativo dell’opera.<br />

L’evidente riferimento alla tradizione contadina della <strong>Liguri</strong>a non impedisce al dipinto di travalicare<br />

i confini regionali, collocandolo anzi tra le più aggiornate realizzazioni italiane dell’epoca.<br />

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33 Emanuele Rambaldi<br />

(Pieve di Teco (IM) 1903 - Savona 1968)<br />

Place du Tertre, Montmartre<br />

Olio su tela<br />

Cm 59,5 x 49,5<br />

Firmato in basso a sinistra<br />

Datazione: 1950<br />

Sul retro: di pugno dell’artista titolo e firma<br />

Provenienza: già collezione Costantino Barile, Albissola<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- A. Grande e A. Podestà, Rambaldi, Sabatelli Editori, Savona 1965, riprodotto<br />

L’artista supera gli stilemi novecentisti grazie a una rinnovata libertà nella disposizione delle<br />

masse e nell’utilizzo del colore, senza tuttavia venire meno alla resa di quella particolare armonia<br />

costruttiva riscontrabile in tanta parte della sua produzione.<br />

L’accostamento e la sovrapposizione delle pennellate sembrano infatti aver sostituito l’impostazione<br />

disegnativa nella genesi di un dipinto immediato e comunicativo: la piazza degli<br />

artisti nel cuore di Montmartre è un esempio di «piena e completa pittura di stati d’animo»<br />

(Adriano Grande 1965).<br />

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34 Ernesto Rayper<br />

(Genova 1840 - Gameragna di Stella (SV) 1873)<br />

Pastorella in giardino<br />

Olio su cartoncino applicato su tela<br />

Cm 23 x 33<br />

Probabile datazione: 1870 ca.<br />

Sul retro: cartiglio della galleria Rotta, Genova;<br />

cartiglio della mostra L’alba del vero, Genova 1993<br />

Provenienza: già collezione Bartolomeo Pellerano, Genova<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- Mostra dei pittori della scuola di Rivara, Salone de “La Stampa”, Torino 1942<br />

- L’alba del vero. Pittura del secondo ‘800 in <strong>Liguri</strong>a, Museo dell’Accademia Ligustica<br />

di Belle Arti, Genova 1993<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Marziano Bernardi (a cura di), Mostra dei pittori della scuola di Rivara, catalogo della mostra,<br />

Salone de “La Stampa”, Torino 1942, pag. 39<br />

- G. Bruno (a cura di), L’alba del vero. Pittura del secondo ‘800 in <strong>Liguri</strong>a, Museo dell’Accademia<br />

Ligustica di Belle Arti, Genova 1993, n° 43 di catalogo, riprodotto a pag. 120<br />

Tra i risultati più innovativi della ricerca di Ernesto Rayper, esempio di immediatezza esecutiva<br />

e, al contempo, di profonda conoscenza dell'effetto dei raggi luminosi sui verdi della natura.<br />

«Il dipinto rappresenta un riuscito esempio di quella costante invenzione poetica da Rayper<br />

condotta, nella sua maturità, sulla pittura di puro tono. Pittura d’emozione, che trasfigura il<br />

soggetto esaltandone quella componente cromatica che determina poi l’intera tessitura del<br />

dipinto» (Gianfranco Bruno 1993).<br />

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35 Oscar Saccorotti<br />

(Roma 1898 - Recco (GE) 1986)<br />

Entroterra ligure<br />

Olio su tela<br />

Cm 70 x 55<br />

Firmato in basso a destra<br />

Probabile datazione: 1960 ca.<br />

«È in questi quadri ch’egli dipinge i muri a secco delle fasce, i sentieri, le rocce assolate,<br />

dove salvie, origani, maggiorane, rosmarini e mentastri, slargano nell’aria aromi selvatici. [...]<br />

L’elogio di Sbarbaro mi pare del tutto giustificato. Di lui, infatti, Sbarbaro diceva: Anima limpidamente<br />

mediterranea, Oscar Saccorotti è pittore d’istinto. La sua tecnica è nuova e antica;<br />

la sua tavolozza casta. Sullo sfondo di una natura sentita con primitiva freschezza s’atteggia<br />

un’umanità serena e cordiale. I suoi quadri danno la gioia che dà il frutto maturo.<br />

L’artista non si pone propriamente problemi: quando li avverte li ha già superati» (Mario<br />

De Micheli 1998).<br />

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36 Oscar Saccorotti<br />

(Roma 1898 - Recco (GE) 1986)<br />

Armonia floreale<br />

Olio su cartoncino applicato su tavola<br />

Cm 315 x 90<br />

Firmato e datato 1957 in basso a sinistra<br />

Un grande pannello decorativo a soggetto floreale in cui si coglie l’eco, nelle dimensioni, ma<br />

anche nella sobrietà dei toni, della pittura murale.<br />

L’artista riduce al minimo la gamma cromatica: essenziali tratti di inchiostro nero suggeriscono<br />

la presenza dei fiori, delle foglie e degli steli, pennellate verdi e lumeggiature bianche ne<br />

rivelano la forma. Il colore del supporto diventa fondamentale tanto nelle sfumature quanto<br />

nella definizione plastica dei volumi.<br />

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37 Oscar Saccorotti<br />

(Roma 1898 - Recco (GE) 1986)<br />

Gabbietta e richiami<br />

Olio su tela<br />

Cm 40 x 30<br />

Firmato e datato 72 in basso a destra<br />

Diventate a buon diritto un simbolo della cultura ligure e genovese, le “gabbiette” costituiscono<br />

un momento fondamentale al fine di comprendere a fondo le ragioni della poetica<br />

di Oscar Saccorotti.<br />

Seppur non ascrivibili alla fase “storica” della sua produzione, hanno stimolato positivamente<br />

l’attenzione della critica e della letteratura artistica, occupando una posizione privilegiata nel<br />

collezionismo privato, il cui interesse crescente ne conferma il valore.<br />

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38 Giuseppe Sacheri<br />

(Genova 1863 - Pianfei (CN) 1950)<br />

Sera a Capolungo<br />

Olio su cartone<br />

Cm 21 x 25<br />

Firmato in centro a destra<br />

Probabile datazione: 1930 ca.<br />

Sul retro: di pugno dell’artista titolo e firma<br />

L’artista racconta un momento della vita dei pescatori che si preparano a uscire in mare, interpretando<br />

un motivo figurativo ricorrente nel suo immaginario poetico: il notturno sul mare.<br />

La dimensione simbolista cede il passo a una maggior aderenza alla realtà quotidiana.<br />

Nella gentilezza impressionista del piccolo dipinto sembra di respirare l’aria del mare e di<br />

sentire il vociare indaffarato all’interno delle trattorie.<br />

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39 Alberto Salietti<br />

(Ravenna 1892 - Chiavari (GE) 1961)<br />

Vaso di fiori sulla seggiola<br />

Olio su tela<br />

Cm 90 x 75<br />

Firmato e datato 1929 in basso a destra<br />

Sul retro: cartigli del Carnagie Institute, Pittsburgh<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- International Exhibition of Painting, Carnegie Institute, Pittsburgh 1930<br />

- Realtà e magia del Novecento Italiano in <strong>Liguri</strong>a, Palazzo Ducale, Genova 1995<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- International Exhibition of Painting, catalogo della mostra, Carnegie Institute, Pittsburgh 1930,<br />

n° 324 di catalogo<br />

- R. Bossaglia, M. Fochessati, G. Paganelli, T. Pelizza, F. Ragazzi (a cura di), Realtà e magia del<br />

Novecento Italiano in <strong>Liguri</strong>a, catalogo della mostra, Sagep, Genova 1995, n° 105 di catalogo,<br />

riprodotto a pag. 143<br />

Figura centrale del Novecento Italiano, il gruppo di pittori nato a Milano grazie al carisma di<br />

Margherita Sarfatti, negli anni Venti Alberto Salietti si lega alla <strong>Liguri</strong>a e alla cittadina di Chiavari,<br />

che diventa un punto di riferimento per gli interpreti delle poetiche novecentiste.<br />

Nel 1930 il grande dipinto Vaso di fiori sulla seggiola viene esposto in occasione dell’International<br />

Exhibition of Painting, la mostra annuale di arte contemporanea organizzata presso il<br />

Carnegie Institute di Pittsburgh. La celebre esposizione, cui l’artista partecipa sin dall’edizione<br />

del 1926, permette a Salietti di essere apprezzato anche negli Stati Uniti d’America. Nel 1936<br />

l'istituzione americana lo insignisce della Terza menzione d'onore.<br />

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40 Alberto Salietti<br />

(Ravenna 1892 - Chiavari (GE) 1961)<br />

Figure sulla spiaggia<br />

Matite colorate su carta<br />

Cm 21 x 24<br />

Firmato e datato 26-7-24 in basso a destra<br />

«A Chiavari, in <strong>Liguri</strong>a, non ci fu un viale di pini o di acacie, non ci fu una casa rosa o azzurra<br />

che, nel profumo del mare, rimase nascosta a Salietti in quella zona. Come un cane da caccia<br />

andava a fiutare il “motivo” e la Riviera di Levante, prima degli scempi edilizi, ha avuto in<br />

Salietti un pittore fedele e glorioso. I luoghi e i momenti di ispirazione di Salietti sono infiniti»<br />

(Raffaele De Grada 1964).<br />

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41 Antonio Giuseppe Santagata<br />

(Genova 1888 - ivi 1985)<br />

Mattutino ligure<br />

Olio su tela<br />

Cm 109 x 100<br />

Firmato in basso a destra<br />

Probabile datazione: 1923 ca.<br />

ESPOSIZIONI:<br />

- Prima Mostra Regionale d’Arte Ligure, Palazzo Rosso, Genova 1929<br />

- Realtà e magia del Novecento Italiano in <strong>Liguri</strong>a, Palazzo Ducale, Genova 1995<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- Catalogo della Prima Mostra Regionale d’Arte Ligure, Genova 1929, n° 52 di catalogo<br />

- Ugo Nebbia, Cronache genovesi. La prima mostra d'arte del sindacato ligure, “Emporium”,<br />

Vol. LXXI, n. 422, Istituto Italiano d’Arti Grafiche, Bergamo 1930, riprodotto a pag. 116<br />

- R. Bossaglia, M. Fochessati, G. Paganelli, T. Pelizza, F. Ragazzi (a cura di), Realtà e magia del<br />

Novecento Italiano in <strong>Liguri</strong>a, catalogo della mostra, Sagep, Genova 1995, n° 108 di catalogo,<br />

riprodotto a pag. 146<br />

Immersa nell’oasi collinare di Mulinetti, tra la macchia mediterranea, le rocce e gli ulivi, la casa<br />

dell’artista irrompe nell’estatica serenità del Golfo Paradiso. La precisione del tratto e i colori<br />

nitidi, espressione di un’armonia primigenia, ricordano le atmosfere terse di Antonio Donghi e,<br />

più in generale, della pittura rinascimentale italiana, cui tanti autori, in quegli anni, si ispiravano.<br />

Esempio emblematico del Realismo Magico in <strong>Liguri</strong>a, Mattutino Ligure è il capolavoro di<br />

Antonio Giuseppe Santagata.<br />

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42 Giovanni Battista Torriglia<br />

(Genova 1857 - ivi 1937)<br />

Tramonto<br />

Olio su cartone<br />

Cm 20,5 x 34,5<br />

Firmato in basso a sinistra<br />

Probabile datazione: 1885 ca.<br />

Sul retro: titolo<br />

Raro e prezioso dipinto di Giovanni Battista Torriglia, virtuoso della “bella forma” e fautore di<br />

una pittura in totale autonomia rispetto agli sviluppi dell’ottocentismo pittorico ligure.<br />

Un’opera realizzata con la perizia di un miniaturista da un attento narratore degli aspetti più<br />

curiosi della vita quotidiana, in cui si respira l’aria di innocente ingenuità di un bimbo colto a<br />

giocare con un ramo all’ora del tramonto.<br />

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43 Antonio Varni<br />

(Genova 1841 - Sampierdarena (GE) 1908)<br />

Passeggiata sulle alture<br />

Olio su tela<br />

Cm 44,5 x 66,5<br />

Firmato e datato 1907 in basso a sinistra<br />

Una giovane contadina dai tipici indumenti dell’entroterra ligure che, nel giorno di festa, si<br />

concede il vezzo di un elegante ombrello rosso.<br />

«Ancora all’inizio del nuovo secolo Varni dipinge opere nelle quali lo spirito della Scuola<br />

Grigia si perpetua in una visione di domestico realismo e di delicata poesia del quotidiano»<br />

(Gianfranco Bruno, 1993).<br />

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44 Cesare Viazzi<br />

(Alessandria 1857 - Predosa (AL) 1943)<br />

Papaveri<br />

Olio su cartone<br />

Cm 34,5 x 45,5<br />

Sul retro: cartiglio recante il numero 183<br />

Probabile datazione: 1903 ca.<br />

BIBLIOGRAFIA:<br />

- D. Molinari e M. L. Caffarelli (a cura di), Cesare Viazzi, Edizioni dell’Orso, Alessandria 1988,<br />

n° 205 di catalogo, riprodotto a pag. 88<br />

Accanto ai grandi dipinti da esposizione, le cui composizioni attente e meditate riportano<br />

in vita gli usi e i costumi di epoche passate, la pittura dell’Ottocento si costituisce altresì di<br />

piccole opere realizzate en plein air, poetiche digressioni e variazioni sul tema.<br />

Un ciuffo spontaneo di papaveri, cresciuto in un terreno pietroso in compagnia di sparuti<br />

fili d’erba, diventa così il pretesto che l’artista coglie nella realizzazione di un dipinto dai<br />

colori dell’estate.<br />

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45 Fausto Zonaro<br />

(Masi (PD) 1854 - Sanremo (IM) 1929)<br />

Piazza Cavour<br />

Olio su tavola<br />

Cm 17,5 x 28,5<br />

Firmato in basso a destra<br />

Probabile datazione: 1915 ca.<br />

Sul retro: titolo<br />

Raffinato interprete dell’ottocentismo pittorico tra Venezia e Napoli e pittore di corte del<br />

sultano di Costantinopoli, nel 1909 Fausto Zonaro si trasferisce a Sanremo, attratto dalla ricchezza<br />

e dal cosmopolitismo di uno dei centri della Belle Époque italiana, di cui diventerà<br />

cittadino onorario.<br />

In <strong>Liguri</strong>a l’artista dipinge panorami della riviera e scorci cittadini, come Piazza Cavour, preziosa<br />

tavoletta in cui compone una movimentata e colorata istantanea della Genova operosa<br />

e mercantile a ridosso del porto.<br />

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Ultima di copertina<br />

Giuseppe Cominetti, Ragazza che salta la corda, 1912 ca.<br />

Finito di stampare nel mese di Maggio 2021 da Grafiche G7 - Genova<br />

Foto e Grafica: L’Agorà - Genova<br />

© Galleria Arte Casa, 2021


galleria-artecasa.it

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