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MAP - Magazine Alumni Politecnico di Milano #9 - PRIMAVERA 2021

Il Magazine dei Designer, Architetti, Ingegneri del Politecnico di Milano - Numero 9 - Primavera 2021

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Il PoliMove Reacing Team guidato dal prof. Sergio Savaresi partecipa<br />

all’Indy Autonomonous Challenge: la prima corsa al mondo <strong>di</strong> veicoli<br />

a guida autonoma. Il racconto <strong>di</strong> come si guida senza mani, ma con<br />

trenta cervelli politecnici<br />

LA COMPETIZIONE<br />

Il Motor Speedway <strong>di</strong> In<strong>di</strong>anapolis è<br />

il secondo autodromo più antico del<br />

mondo. Costruito nel 1909, nella sua pista<br />

sono corse auto, moto e - sopra la pista -<br />

anche mongolfiere. Fra i tanti primati che<br />

hanno avuto luogo qui ricor<strong>di</strong>amo quello<br />

del 1911: durante la 500 Miglia tutte le auto<br />

ospitavano a bordo un meccanico che<br />

aveva il compito <strong>di</strong> guardare il traffico alle<br />

spalle del veicolo, tutte tranne quella <strong>di</strong><br />

Ray Harroung, che sulla sua Marmon Wasp<br />

montava il primo specchietto retrovisore<br />

della storia. Acceleriamo <strong>di</strong> cento<strong>di</strong>eci<br />

anni e arriviamo al 23 ottobre del <strong>2021</strong>,<br />

quando a bordo dell’auto non solo non<br />

ci sarà un meccanico a far da specchietto<br />

ma non ci sarà neanche il pilota. Quel<br />

giorno, infatti, al Motor Speedway si<br />

svolgerà la finale dell’Indy Autonomous<br />

Challenge: la prima gara automobilistica<br />

<strong>di</strong> veicoli a guida autonoma. Tra i team in<br />

gara c’è il PoliMove Racing Team, guidato<br />

da Sergio Savaresi, coor<strong>di</strong>natore <strong>di</strong> trenta<br />

cervelli al lavoro sul software <strong>di</strong> controllo<br />

e sull’algoritmo che verrà installato su<br />

una Dallara IL-15.<br />

LA GARA PRIMA DELLA GARA<br />

«Nel racing tra<strong>di</strong>zionale si vuole enfatizzare<br />

il ruolo del pilota, per cui tutto ciò che<br />

è controllo automatico, dal controllo <strong>di</strong><br />

trazione alle sospensioni elettroniche, è<br />

stato inizialmente introdotto e poi tolto.<br />

Per me è fondamentale aver trovato un<br />

contesto <strong>di</strong> racing <strong>di</strong> altissimo livello, in<br />

cui la competizione è al 100% sulle cose<br />

che facciamo noi, cioè algoritmi per la<br />

guida autonoma» <strong>di</strong>chiara il prof. Sergio<br />

Matteo Savaresi. «Le prime qualificazioni<br />

le abbiamo fatte al simulatore: un<br />

software che simula perfettamente tutti<br />

gli elementi fondamentali <strong>di</strong> un veicolo.<br />

Cominciata la gara, noi non possiamo<br />

più comunicare con il pilota virtuale. Gli<br />

possiamo inviare esclusivamente dei<br />

messaggi <strong>di</strong> emergenza, per esempio<br />

“C’è un grosso problema, fermati a bordo<br />

pista”. La gara, in un certo senso, comincia<br />

prima della gara: cioè ora, mentre i team<br />

sono al lavoro nello sviluppo del software<br />

<strong>di</strong> guida. «Come gruppo <strong>di</strong> lavoro del<br />

<strong>Politecnico</strong>, lavoriamo in quest’ambito<br />

ormai da vent’anni - <strong>di</strong>ce Savaresi -<br />

abbiamo quin<strong>di</strong> alle spalle tantissimo<br />

know-how e siamo sicuramente fra i<br />

team che potenzialmente sono un po’ più<br />

avanti rispetto agli altri».<br />

Sono cinque gli strati che separano<br />

un veicolo guidato da un pilota ad un<br />

veicolo a guida autonoma. Il primo strato<br />

è il controllo degli attuatori: acquisisce<br />

cioè la capacità <strong>di</strong> frenare, accelerare<br />

e sterzare. «Una volta che la traiettoria<br />

è definita serve un algoritmo in grado<br />

<strong>di</strong> inseguirla », specifica Savaresi. Ed è<br />

proprio con il comando della <strong>di</strong>namica,<br />

propriamente detto trajectory tracking,<br />

che la in<strong>di</strong>vidua, <strong>di</strong>stinguendo tra<br />

<strong>di</strong>namica laterale e longitu<strong>di</strong>nale e<br />

decidendo con quale velocità affrontarla.<br />

Per fare questo, deve a sua volta<br />

possedere il controllo della stabilità, della<br />

trazione e della frenata. Seguono gli strati<br />

<strong>di</strong> planning, che si sud<strong>di</strong>vidono in global<br />

planning e local planning. Funzionano<br />

così: nella traiettoria globale il veicolo<br />

non ha ostacoli e il percorso è tutto per<br />

sé. Nella traiettoria locale deve interagire<br />

con gli altri elementi, ad esempio con<br />

un altro veicolo che s’interpone nel<br />

percorso. Infine, c’è lo stato <strong>di</strong> perception<br />

& localization, ovvero la percezione degli<br />

ostacoli ed il posizionamento esatto<br />

del veicolo sul circuito, che completa<br />

l’autonomia su <strong>di</strong> uno specifico contesto,<br />

come per esempio un circuito <strong>di</strong> gara.<br />

Queste auto raggiungeranno un livello<br />

altissimo <strong>di</strong> autonomia, ovvero L4 (veicolo<br />

completamente autonomo, in un contesto<br />

predefinito). Lo strato successivo, che non<br />

rientra nel range della gara, è L5, in cui un<br />

SERGIO SAVARESI<br />

Docente <strong>di</strong> Controllo dei Veicoli<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Elettronica,<br />

Informazione e Bioingegneria<br />

Alumnus Ingegneria Elettronica<br />

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