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N. 2 / Marzo 2021<br />

CARITAS<br />

La Rivista di Caritas Svizzera<br />

Siria: da quasi<br />

10 anni sul campo<br />

Pagina 6<br />

Attualità<br />

Formazione<br />

professionale ad Haiti<br />

Pagina 5<br />

Svizzera<br />

Coronavirus<br />

senza fine<br />

Pagina 12<br />

Contadini di montagna<br />

Volontari<br />

in aumento<br />

Pagina 13


Lettera aperta<br />

Care donatrici, cari donatori<br />

Se ci chiediamo cosa abbiamo effettivamente imparato dalla crisi del coronavirus,<br />

una delle possibili risposte è la riscoperta del valore della solidarietà.<br />

Impressionanti sono state le iniziative dei volontari che si sono<br />

prodigati per aiutare, anche solo per fare la spesa, le persone particolarmente<br />

vulnerabili e la disponibilità a cambiare le nostre abitudini comportamentali<br />

per il rispetto della salute altrui. Siamo rimasti molto colpiti anche<br />

dall’enorme generosità della popolazione svizzera, che ha permesso<br />

a Caritas di realizzare la più grande iniziativa di aiuto della sua storia per<br />

oltre 100 000 persone.<br />

«Riscoprire il valore<br />

della solidarietà»<br />

Ma vi è anche un’altra possibile risposta: il coronavirus, o meglio la gestione<br />

delle conseguenze economiche e sanitarie della pandemia, evidenzia<br />

le disparità nella distribuzione delle risorse finanziarie quando si tratta di<br />

aiutare le persone colpite. Mentre nel nostro Paese ci viene data gradualmente<br />

la possibilità di sottoporci alla vaccinazione contro l’infezione da<br />

coronavirus, la situazione nei Paesi dell’emisfero meridionale è diversa. Ci<br />

vorrà ancora molto tempo prima che anche gli Stati fragili siano in grado di<br />

offrire un vaccino alla propria popolazione. Si potrebbe obiettare che il vaccino<br />

anti-COVID-19 non rappresenta il problema principale di Paesi come<br />

il Venezuela, Haiti o la Siria. Ma la tematica solleva una questione fondamentale:<br />

qual è la situazione in termini di solidarietà internazionale? Che<br />

cosa dovremmo dedurre dal fatto che la distribuzione delle risorse presenta<br />

enormi squilibri? E questo non solo nel contesto mondiale. La crisi<br />

del coronavirus ha palesato il fenomeno della povertà pure in Svizzera. E<br />

anche nel nostro Paese abbiamo difficoltà ad aiutare chi è caduto nell’indigenza<br />

a causa di questa crisi.<br />

Spetta a noi decidere se la pandemia sarà ricordata per la maggiore solidarietà<br />

o per l’intensificazione delle lotte di distribuzione. Mi auguro che in<br />

futuro le nostre azioni – nella vita quotidiana, ma anche in ambito politico –<br />

siano orientate maggiormente verso valori come la solidarietà. Colgo l’occasione<br />

per ringraziarvi sentitamente della generosità che dimostrate attraverso<br />

le vostre donazioni regolari a favore di Caritas e che ci permette<br />

di proseguire il nostro lavoro.<br />

Peter Marbet, Direttore Caritas Svizzera<br />

2<br />

Foto: Nique Nager


Sommario<br />

Un futuro grazie<br />

alla scuola<br />

5<br />

Attualità: formazione<br />

professionale ad Haiti<br />

La lotta quotidiana per procurarsi il cibo, i vestiti e un alloggio sicuro rappresenta<br />

una grande sfida in Siria. Ma anche tornare sui banchi è un problema.<br />

Oltre due milioni di bambini non frequentano la scuola e 1,3 milioni<br />

probabilmente non otterranno mai un diploma. Molti hanno dovuto<br />

abbandonare la scuola a causa della guerra o hanno interrotto il loro percorso<br />

scolastico per lunghi periodi. Caritas si impegna nell’istruzione<br />

dei giovani per garantire loro un futuro migliore. Pagina 6<br />

Caritas permette ai giovani haitiani senza<br />

diploma di seguire una formazione professionale<br />

duale.<br />

12 Svizzera: il coronavirus<br />

non dà tregua<br />

Caritas Svizzera continua a ricevere molte<br />

richieste di aiuto da persone in difficoltà a<br />

causa della pandemia.<br />

13 Contadini di montagna: nel<br />

2020 grande solidarietà<br />

Lo scorso anno c’è stato un forte aumento<br />

di volontari corsi in aiuto ai contadini<br />

di montagna.<br />

IMPRESSUM<br />

La rivista di Caritas Svizzera esce sei volte all’anno<br />

Editrice è Caritas Svizzera, Comunicazione e Marketing, Adligenswilerstr. 15, Casella<br />

postale, CH-6002 Lucerna, info@<strong>caritas</strong>.ch, www.<strong>caritas</strong>.ch, Tel. +41 41 419 24 19<br />

Redazione: Lisa Fry (lf); Fabrice Boulé (fbo); Stefan Gribi (sg); Anna Haselbach (ah);<br />

Vérène Morisod Simonazzi (vm)<br />

Il costo dell’abbonamento è di 5 franchi all’anno e viene dedotto una sola volta<br />

dalla donazione. Grafica: Urban Fischer Copertina: Hasan Belal<br />

Tipografia: Kyburz, Dielsdorf Carta: 100 % riciclata Conto donazioni: CP 60-7000-4<br />

3


Eco<br />

Sunrise punta sulla<br />

partecipazione digitale<br />

Le competenze digitali di base di circa un<br />

quarto della popolazione svizzera sono<br />

scarse se non addirittura nulle. Sunrise<br />

dona pertanto 250 000 franchi a Caritas<br />

Desiderate fare del bene e dare il via a una<br />

colletta? Con Caritas è semplicissimo: registrate<br />

la vostra raccolta fondi personale<br />

sulla nostra piattaforma online e coinvolgete<br />

i vostri familiari, amici e conoscenti.<br />

Ci sono molte occasioni che si prestano<br />

per lanciare un’iniziativa benefica e per<br />

creare insieme qualcosa di grande. Scegliete<br />

il vostro evento e lo scopo della donazione<br />

sul sito myaction.<strong>caritas</strong>.ch e fatelo<br />

conoscere attraverso le vostre reti<br />

sociali. Le occasioni sono pressoché infinite:<br />

compleanni, matrimoni, manifestazioni<br />

sportive o l’emergenza coronavirus.<br />

Registratevi e lasciatevi ispirare. (lf)<br />

myaction.<strong>caritas</strong>.ch<br />

Svizzera per un progetto congiunto volto<br />

a preparare le persone colpite dalla povertà<br />

in Svizzera all’ingresso nel mondo<br />

digitale. Come partner di Caritas, Sunrise<br />

intende garantire a questi soggetti l’accesso<br />

ai dispositivi digitali e trasmettere<br />

le competenze necessarie per orientarsi<br />

nell’universo tecnologico. Questo consentirà<br />

loro di reperire informazioni importanti,<br />

compilare moduli online, annunciarsi agli<br />

enti pubblici o candidarsi a un posto di lavoro<br />

e quindi di partecipare alla vita economica<br />

e culturale. E non da ultimo, migliorerà<br />

le loro opportunità sul mercato del<br />

lavoro. «Caritas ci è sembrata il partner<br />

ideale per questo progetto che mira a favorire<br />

la partecipazione digitale delle persone<br />

indigenti» spiega André Krause, CEO<br />

di Sunrise. (lf)<br />

La vostra campagna di donazione<br />

personale<br />

Eco mediatica<br />

La Regione | «Covid e povertà – Caritas<br />

chiede aiuti per chi è in difficoltà» |<br />

1.12.2020 La crisi del coronavirus sta<br />

aggravando la povertà in Svizzera: ne<br />

è convinta Caritas Svizzera, che invita<br />

quindi Confederazione e Cantoni ad<br />

adottare ulteriori misure per aiutare le<br />

persone in difficoltà finanziarie. Caritas<br />

ha nel frattempo lanciato la più grande<br />

operazione di soccorso della sua storia<br />

per la popolazione svizzera.<br />

Swissinfo.ch | «La pandemia spinge le<br />

persone a basso reddito verso la precarietà»<br />

| 21.12.2020 In sei mesi, l’organizzazione<br />

caritativa Caritas Giura ha<br />

distribuito nel solo distretto di Delémont<br />

gli aiuti che normalmente distribuisce<br />

in tre anni in tutto il Cantone.<br />

«È una bomba a orologeria» avverte il<br />

direttore della sezione giurassiana di<br />

Caritas Jean-Noël Maillard.<br />

Keystone ATS | «La crisi del coronavirus<br />

esclude ulteriormente i poveri dalla società»<br />

| 16.12.2020 La pandemia ha evidenziato<br />

con quanta rapidità molte<br />

persone in Svizzera si ritrovano in difficoltà<br />

finanziarie. Già prima dell’emergenza<br />

sanitaria, oltre mezzo milione di<br />

persone vivevano nell’indigenza e ora<br />

sono relegate ai margini della società.<br />

L’Almanacco sociale recentemente<br />

pubblicato da Caritas Svizzera mostra<br />

come e perché la povertà porta all’esclusione<br />

e cosa si può fare per contrastare<br />

questo problema.<br />

20 minuti Ticino | «Lavorare in montagna<br />

è impegnativo» | 9.12.2020 Da oltre<br />

quarant’anni, le famiglie di contadini di<br />

montagna possono contare sull’aiuto<br />

alla montagna di Caritas. In caso di necessità<br />

e durante gli impegnativi mesi<br />

estivi, alle famiglie interessate viene offerto<br />

l’aiuto di volontari. Da febbraio<br />

verranno pubblicati online gli annunci<br />

per la stagione 2021.<br />

4<br />

Foto: Thomas Plain, Shutterstock


Attualità<br />

«Il programma di Caritas offre<br />

nuove prospettive professionali e<br />

aiuta ad aumentare gli standard<br />

qualitativi nel settore dell’edilizia»<br />

Una buona formazione professionale è determinante<br />

Haiti è un Paese con una popolazione giovane e un tasso di disoccupazione elevato. Molti<br />

giovani seguono una formazione in professioni non regolamentate. Un nuovo progetto<br />

Caritas volto a promuovere le formazioni professionali nel settore dell’edilizia offre migliori<br />

prospettive per il futuro e aumenta gli standard qualitativi delle costruzioni.<br />

«La vita non è facile, tantomeno ad Haiti,<br />

ma continuerò a lottare» questa l’affermazione<br />

convinta di Philipe Joseph* che sta<br />

seguendo una formazione professionale<br />

nel settore edile. Philipe è nato e cresciuto<br />

«Grazie alla formazione<br />

di Caritas posso imparare nuove<br />

tecniche di costruzione»<br />

a Jacmel. La sua famiglia cerca di mantenersi<br />

a galla con un piccolo negozio. Philipe<br />

ha frequentato le elementari e le medie,<br />

ma non possiede nessun diploma<br />

scolastico.<br />

Il gruppo target del progetto Caritas<br />

sono proprio i giovani come lui. La formazione<br />

consente al ventiduenne di colmare<br />

le proprie lacune. «Questa formazione mi<br />

rende fiducioso. Ora so che posso andare<br />

oltre.»<br />

Charles Clairveau*, 32 anni, è cresciuto<br />

in una famiglia di contadini molto povera.<br />

«Prima di iniziare nell’edilizia, lavoravo<br />

nell’agricoltura» racconta. «Grazie alla formazione<br />

offerta da Caritas imparo nuove<br />

tecniche di costruzione e miglioro le mie<br />

conoscenze specialistiche.»<br />

Integrare meglio le donne<br />

Philipe e Charles seguono le lezioni di teoria<br />

in aula, mentre la formazione pratica<br />

avviene principalmente in cantiere. Questo<br />

sistema di formazione duale è molto<br />

apprezzato ad Haiti, perché in questo Paese<br />

povero molti giovani seguono formazioni<br />

in professioni non regolamentate. Il<br />

progetto di Caritas, finanziato dalla Direzione<br />

dello sviluppo e della cooperazione<br />

(DSC), offre una formazione accreditata<br />

dallo Stato e dona una prospettiva professionale<br />

a giovani uomini e donne senza<br />

diploma scolastico. Il progetto aiuta inoltre<br />

ad aumentare gli standard qualitativi<br />

nella costruzione degli edifici e costituisce<br />

pertanto un importante fattore di sicurezza,<br />

considerati gli elevati rischi di<br />

terremoti e uragani.<br />

I responsabili del progetto vogliono incrementare<br />

anche il numero delle donne<br />

che intraprendono una formazione tecnica<br />

e migliorare la loro accettazione nel<br />

settore. Ecco perché il team del progetto<br />

collabora strettamente con le responsabili<br />

dei cantieri.<br />

«Al termine della mia formazione voglio<br />

continuare gli studi per diventare ingegnere»<br />

racconta Philipe. Ad ogni modo,<br />

qualunque sia il futuro di Philipe e Charles,<br />

grazie alle nuove prospettive professionali<br />

potranno migliorare la situazione<br />

economica delle loro famiglie. (vm)<br />

*I nomi sono stati modificati<br />

Foto: Rafaelle Castera<br />

5


Reportage<br />

Salim crede nel suo sogno<br />

Testo: Fabrice Boulé<br />

Ricerca: Zeina Shahla<br />

Foto: Hasan Belal<br />

Salim ha molti amici nel suo quartiere.<br />

Il bambino è stato vittima di una mina e lo<br />

stesso giorno ha perso entrambi i fratelli.


Reportage<br />

La vita di Salim è dura. Ma il<br />

ragazzino è pieno di energia ed emana<br />

un’incredibile gioia di vivere.<br />

La scuola ha trasferito<br />

l’aula di Salim al piano terra.<br />

Salim* e Zahra* sono figli della guerra. Nei loro quartieri non si combatte più, ma tutto<br />

deve essere ricostruito da zero. Salim, 9 anni, e Zahra, 13 anni, lottano ogni giorno<br />

per sopravvivere. Insieme alle loro famiglie cercano di migliorare il proprio futuro poco<br />

per volta. Caritas offre un sostegno psicosociale, ha ricostruito due scuole e fornisce<br />

consulenza pedagogica agli insegnanti. Dal 2012 Caritas aiuta le persone in difficoltà in<br />

Siria e nei Paesi limitrofi.<br />

Jarba è una località situata nella Ghouta<br />

orientale, una grande regione vicino a Damasco<br />

che in passato era considerata il<br />

granaio e il frutteto della capitale siriana.<br />

Come altri luoghi di questa zona, Jarba<br />

«Voglio diventare ingegnere.<br />

È difficile, ma sento di<br />

avere la forza di farcela»<br />

è rimasta sotto assedio per mesi mentre<br />

l’esercito siriano cercava di scacciare<br />

i militanti della resistenza. I bombardamenti<br />

hanno raso al suolo gli ospedali e le<br />

scuole. La battaglia per accaparrarsi alcuni<br />

edifici importanti durava a volte settimane.<br />

Le vittime civili si contavano a<br />

migliaia. Oggi Jarba è un cumulo di rovine.<br />

Salim e Zahra e le rispettive famiglie<br />

stanno cercando di ricostruirsi una<br />

vita all’ombra delle macerie e in mezzo<br />

alle mine.<br />

Poco più di due anni fa, una mina ha<br />

dilaniato le gambe di Salim e ucciso entrambi<br />

i suoi fratelli. «Sento ancora le<br />

grida disperate dei bambini che erano<br />

venuti a chiamarmi» ricorda Leila, la madre<br />

di Salim. «Non dimenticherò mai quel<br />

giorno.» Le sofferenze sembrano però<br />

non avere fine: in quel periodo scompare<br />

anche il marito e la moglie non ha mai più<br />

avuto sue notizie. Purtroppo durante la<br />

guerra molta gente veniva data per dispersa.<br />

Tutto questo è successo quando<br />

la famiglia è tornata a Jarba al termine dei<br />

combattimenti e dopo aver vissuto per<br />

sette anni in diversi posti nei pressi di Damasco.<br />

Ritrovatasi sola da un giorno all’altro<br />

con Salim e la figlia più grande, Leila fa<br />

di tutto per far curare suo figlio in Siria e<br />

all’estero. «È ancora troppo giovane per<br />

le protesi. Per ora preferisce la sedia a rotelle.<br />

Ha un’energia incredibile ed emana<br />

gioia ovunque» afferma Leila sorridente<br />

nonostante tutto.<br />

Amici e sostegno<br />

Salim ha molti amici che lo proteggono.<br />

Quando esce di casa la mattina presto<br />

con la madre e la sorella, i suoi amici gli<br />

corrono subito incontro e lo spingono<br />

sulla sedia a rotelle lungo la strada verso<br />

la scuola. «Hanno addirittura spostato<br />

l’aula al piano terra per me» racconta entusiasta<br />

il ragazzo. «Ma per raggiungere il<br />

mio banco ci sono ancora alcuni gradini.<br />

Adesso in inverno ho molto freddo» aggiunge<br />

in buon inglese, la sua materia preferita.<br />

Non c’è da stupirsi: la scuola è priva<br />

di porte e finestre e i muri sono crivellati<br />

dai colpi di proiettile. Studiare in queste<br />

condizioni non è facile. Mancano anche<br />

insegnanti e le classi sono molto numerose.<br />

A Salim piace disegnare gli alberi e la<br />

natura – ha una buona manualità e spesso<br />

realizza oggetti in legno o metallo. «Voglio<br />

diventare ingegnere. È difficile, ma sento<br />

di avere la forza di farcela. Voglio realizzare<br />

i miei sogni anche su una sedia a rotelle»<br />

dice Salim con grande entusiasmo.<br />

Con la felicità in volto, si gira velocemente<br />

e va a giocare con i suoi amici in cortile.<br />

7


Reportage<br />

Da piccola Zahra ha dovuto abbandonare la<br />

sua casa insieme ai genitori e al suo ritorno<br />

l’ha trovata completamente distrutta. Il suo<br />

percorso scolastico è stato difficile, ma ora<br />

sta riacquistando fiducia in sé stessa.<br />

Infanzia traumatizzata<br />

Una sera di fine agosto del 2011, la famiglia<br />

della tredicenne Zahra era seduta davanti<br />

alla loro casa a Jarba. Improvvisamente<br />

decine di aggressori assaltarono<br />

Zahra sta riacquistando<br />

pian piano la fiducia<br />

in sé stessa.<br />

il quartiere. Fu una notte terribile. Fortunatamente<br />

la famiglia rimase illesa. Il<br />

mattino seguente si mise in fuga, spostandosi<br />

da un posto all’altro per mesi.<br />

Poi si stabilì nella pianura della Bekaa,<br />

nel vicino Libano. Siccome non poteva<br />

esercitare il mestiere di insegnante, il pa-<br />

dre di Zahra svolgeva dei lavori occasionali<br />

nel settore agricolo. Anche i bambini<br />

non andavano quasi mai a scuola. Zahra<br />

non ha frequentato la scuola per un intero<br />

anno. La famiglia è tornata a Jarba<br />

alla fine del 2018. La speranza di poter<br />

vivere di nuovo nella loro casa è stata<br />

spezzata: l’abitazione era stata in parte<br />

distrutta dalle fiamme e completamente<br />

saccheggiata. Con l’aiuto dei fratelli, il<br />

padre di Zahra l’ha ricostruita come meglio<br />

ha potuto.<br />

Zahra è una ragazza timida. Suo padre<br />

racconta che è rimasta completamente<br />

traumatizzata dalle violenze subite nell’estate<br />

del 2011, dalle esperienze vissute<br />

durante la fuga e dalla costante sensazione<br />

di paura e incertezza. Le manca<br />

un contesto sicuro che le verrebbe assicurato,<br />

se non altro, con una frequenza<br />

scolastica regolare. «La speranza di ritrovare<br />

la sua cameretta e i suoi giocattoli al<br />

nostro ritorno dal Libano le è stata tolta»<br />

spiega il padre. «Sono davvero molto<br />

preoccupato per Zahra. Ma a scuola la<br />

ragazzina è seguita dagli operatori di<br />

Caritas due volte alla settimana e questo<br />

le è molto di aiuto. Pian piano sta riacquistando<br />

la fiducia in sé stessa e recuperando<br />

le lacune nella lettura e nella scrittura.»<br />

Zahra e la sua famiglia si recano<br />

regolarmente anche al centro psicosociale<br />

di Caritas aperto di recente a Jarba.<br />

Per evitare che Salim e Zahra diventino<br />

parte di una generazione perduta a<br />

causa della guerra, Caritas vuole donare,<br />

soprattutto ai giovani, una speranza e<br />

prospettive per il futuro. I giovani devono<br />

sentirsi al sicuro e avere un’istruzione.<br />

8


Reportage<br />

Milioni di bambini descolarizzati e<br />

senza un diploma<br />

In Siria più di due milioni di bambini non<br />

vanno a scuola e 1,3 milioni potrebbero<br />

essere costretti ad abbandonare gli<br />

studi senza ottenere un diploma. Molti<br />

hanno dovuto interrompere la scuola per<br />

un lungo periodo oppure abbandonarla<br />

completamente a causa della guerra.<br />

Secondo le Nazioni Unite, sei milioni di<br />

giovani hanno bisogno di sostegno per<br />

seguire una formazione scolastica nel<br />

loro Paese. La sola Ghouta orientale ne<br />

conta un milione. Inoltre, mancano circa<br />

140 000 insegnanti in Siria.<br />

Caritas ha ricostruito due scuole (tre<br />

edifici) a Jarba e, a breve, 800 bambini<br />

potranno studiare in condizioni ottimali.<br />

Caritas fornisce agli insegnanti supporto<br />

pedagogico e materiale scolastico. Gli<br />

assistenti sociali seguono alcuni gruppi<br />

di bambini due giorni alla settimana in entrambe<br />

le scuole. Questi approcci per-<br />

mettono ai bambini di apprendere in un<br />

contesto sicuro e adeguato. Vengono anche<br />

impartiti corsi di formazione agli insegnanti<br />

e al personale per l’assistenza ai<br />

bambini traumatizzati.<br />

*nomi modificati dalla redazione<br />

Ulteriori informazioni:<br />

<strong>caritas</strong>.ch/siria<br />

La giornalista Zeina<br />

Shahla e il fotografo<br />

Hasan Belal di Damasco<br />

hanno visitato<br />

la Ghouta orientale<br />

nel gennaio 2021<br />

su incarico di Caritas<br />

Svizzera e hanno<br />

realizzato questo<br />

reportage.<br />

Zahra sta ogni giorno<br />

un po’ meglio da quando<br />

a scuola viene accudita<br />

adeguatamente.<br />

Crisi siriana: da quasi dieci anni al fronte<br />

Caritas Svizzera si impegna per le vittime<br />

della crisi siriana da quasi dieci anni. La<br />

nostra presenza sul campo e la cooperazione<br />

con i nostri partner locali hanno<br />

permesso di fornire negli anni un aiuto<br />

umanitario completo, immediato e orientato<br />

ai bisogni più urgenti. Caritas Svizzera<br />

è riuscita a creare anche una rete<br />

capillare attraverso la quale raggiunge<br />

direttamente le persone colpite.<br />

Aiuti in contanti<br />

Un elemento importante del nostro programma<br />

è il sostegno diretto alle famiglie<br />

in difficoltà attraverso il versamento<br />

di contanti (cash assistance). Caritas<br />

Svizzera ha copresieduto per il secondo<br />

anno il Syria Cash Working Group insieme<br />

al Programma alimentare mondiale.<br />

Accesso all’istruzione pubblica<br />

Caritas Svizzera sta sviluppando insieme<br />

alle autorità libanesi un modello di<br />

formazione per preparare gli insegnanti<br />

di tutto il territorio nazionale all’istruzione<br />

dei rifugiati siriani. Questa assistenza sistemica<br />

garantisce l’accesso al sistema<br />

scolastico pubblico ai giovani siriani e libanesi.<br />

Supporto pedagogico<br />

I collaboratori dei centri sociali in Siria<br />

seguono i bambini con un’attenzione<br />

amorevole. Qui i piccoli ospiti possono<br />

giocare e riposare. A Jarba, nella<br />

Ghouta orientale, Caritas ha ricostruito<br />

due scuole e fornisce consulenza pedagogica<br />

agli insegnanti. Due volte alla settimana,<br />

i team di Caritas organizzano attività<br />

con i bambini a scuola.<br />

Situazione più grave dopo<br />

l’esplosione a Beirut<br />

L’esplosione nel porto di Beirut nell’agosto<br />

2020 ha ulteriormente aggravato la<br />

situazione già precaria nella regione di<br />

crisi. L’aumento della povertà in Libano<br />

sta generando una forma di concorrenza<br />

nella distribuzione dei servizi umanitari:<br />

la popolazione residente deve condividere<br />

il materiale di assistenza con i rifugiati<br />

siriani ospitati nel loro Paese. Negli<br />

ultimi due anni Caritas Svizzera è riuscita<br />

a potenziare gli aiuti e i partenariati in Siria<br />

e nei due Paesi ospitanti, il Libano e<br />

la Giordania. In questo ambito, si è concentrata<br />

sugli aiuti di emergenza, sull’istruzione<br />

in situazioni di crisi e sulle misure<br />

di sostentamento. Caritas associa<br />

le misure di aiuto a breve termine a una<br />

cooperazione allo sviluppo a lungo termine<br />

al fine di conseguire un miglioramento<br />

duraturo.<br />

9


Brennpunkt<br />

Personaggi<br />

Dopo l’esplosione<br />

a Beirut<br />

Sarah Omrane lavora da più di due anni per Caritas Svizzera in Libano.<br />

«Dobbiamo guardare avanti»<br />

Dal 2018, Sarah Omrane, 34 anni, coordina da Beirut una parte dei progetti<br />

umanitari di Caritas nel Libano. Con l’esplosione del 4 agosto 2020 è stata<br />

improvvisamente colpita personalmente da una catastrofe e ha partecipato<br />

allo sviluppo del programma di sostegno di Caritas Svizzera per la sua città.<br />

Theresia<br />

23 anni, Beirut<br />

«Da sei anni lavoro come<br />

volontaria presso Caritas<br />

Libano. Qui le sofferenze della<br />

popolazione sono enormi. La<br />

gente ha urgentemente bisogno<br />

del sostegno di donatori esteri.<br />

Siamo molto grati per qualsiasi<br />

forma di aiuto che arriva<br />

dall’estero. Perché nonostante<br />

la grave situazione d’emergenza<br />

che regna dall’esplosione<br />

dell’estate scorsa, il<br />

governo non fa niente.»<br />

«Quando il terzo giorno dopo l’esplosione<br />

mi sono recata in una tenda di Caritas,<br />

ho trovato molti volontari provenienti da<br />

tutto il Paese. Tutti volevano aiutare. Questa<br />

solidarietà mi ha profondamente commossa<br />

e motivata a dare il meglio per aiutare<br />

la popolazione colpita nella mia città.<br />

La mia famiglia è stata estremamente fortunata.<br />

Benché la nostra casa abbia subito<br />

ingenti danni, tutti sono rimasti illesi.<br />

Aiuti in contanti e sostegno<br />

psicologico<br />

Ma le persone indigenti e vulnerabili che<br />

vivono in un Paese in preda a una crisi finanziaria<br />

e con un tasso di disoccupazione<br />

elevato come possono riprendersi<br />

dalle conseguenze di una simile esplosione?<br />

Nel mio quartiere vi sono tuttora,<br />

in pieno inverno, molte riparazioni in sospeso.<br />

Alle famiglie mancano i soldi per<br />

riassettare le loro abitazioni. C’è un notevole<br />

aumento di problemi psichici. Con<br />

chiunque parlo: in tanti avevano già perso<br />

i loro risparmi o il posto di lavoro. I problemi<br />

di salute o la perdita della propria<br />

casa a causa dell’esplosione aggravano<br />

ulteriormente la situazione, rendendola<br />

insopportabile. Ecco perché gli aiuti in<br />

contanti e il sostegno psicologico costituiscono<br />

un pilastro importante del programma<br />

Caritas.<br />

In qualità di persone specializzate negli<br />

aiuti umanitari, disponiamo della formazione<br />

giusta per chiarire il fabbisogno<br />

di sostegno, sviluppare progetti e lavorare<br />

con le persone colpite da una catastrofe.<br />

Operare per la propria comunità è<br />

stato per me un compito del tutto nuovo<br />

e difficile, ma anche molto bello. Ora noi<br />

libanesi dobbiamo guardare avanti e continuare<br />

a impegnarci per un Paese in cui<br />

tutti possiamo vivere dignitosamente.<br />

Non ci resta altra scelta.» (ah)<br />

Per maggiori informazioni sugli<br />

aiuti di Caritas a Beirut:<br />

<strong>caritas</strong>.ch/beirut<br />

Lauren<br />

23 anni, Beirut<br />

«In qualità di volontaria presso<br />

Caritas Libano ho vissuto da<br />

vicino le sofferenze delle<br />

vittime. Abbiamo dormito in<br />

strada per essere sicuri di<br />

riuscire ad assistere tutte le<br />

persone più bisognose. Se non<br />

si condividono le sofferenze<br />

delle persone, non si potrà mai<br />

comprendere il loro dolore.<br />

Spero tanto che tutti ricevano<br />

gli aiuti adeguati.»<br />

10<br />

Foto: Caritas Svizzera


Migrazione<br />

Yexibel non può mai lasciare<br />

suo marito a casa da solo a lungo.<br />

Ha bisogno di molta assistenza.<br />

Yexibel lotta per la sua famiglia in Colombia<br />

Yexibel è fuggita insieme al marito Miguel in Colombia per sottrarsi alla crisi di<br />

approvvigionamento in Venezuela. Il marito ha dovuto sottoporsi a un intervento<br />

chirurgico urgente e da allora ha bisogno di cure. La famiglia di Yexibel riceve<br />

aiuto da Sepas, un’organizzazione partner di Caritas.<br />

Yexibel, 23 anni, è fra i milioni di rifugiati<br />

venezuelani che si sono lasciati alle spalle<br />

lo stato di caos e le difficoltà del loro Paese.<br />

Ma la ragione principale che l’ha<br />

portata a emigrare in Colombia sei anni<br />

«Fa così bene potersi<br />

confidare con qualcuno<br />

e ricevere un aiuto»<br />

fa sono state le condizioni di salute del<br />

marito Miguel, 35 anni. L’uomo soffriva<br />

di problemi cardiaci e polmonari e doveva<br />

essere operato urgentemente. Ma<br />

purtroppo in Venezuela non era possibile<br />

perché gli ospedali sono privi di tutto.<br />

Malgrado Yexibel fosse incinta, la coppia<br />

si è trasferita in Colombia, dove tuttora<br />

vive nella regione di confine. Poco<br />

dopo il loro arrivo, è nato Santiago*. Successivamente<br />

Miguel ha subito ben tre interventi<br />

chirurgici. Ancora oggi deve far<br />

capo all’ossigeno artificiale e assumere<br />

diversi farmaci costosi. Lavorare è fuori<br />

discussione per lui.<br />

Yexibel non può mai lasciarlo a casa<br />

da solo per lungo tempo. Per provvedere<br />

al sostentamento della famiglia vende<br />

prodotti cosmetici attraverso annunci su<br />

riviste, un lavoro che può fare anche a domicilio.<br />

Svolge anche dei piccoli lavori occasionali<br />

che le permettono di rimanere il<br />

più possibile accanto a Miguel. Siccome<br />

deve accudire il marito e anche lavorare,<br />

non riesce a dedicare abbastanza tempo<br />

al figlio di sei anni. «Per questo Santiago<br />

vive con mia madre oltre il confine, in Venezuela.<br />

Viene da noi regolarmente» afferma<br />

malinconica. «Durante il lockdown<br />

non lo abbiamo visto per quasi un anno.<br />

È stato un periodo durissimo» ricorda la<br />

madre.<br />

Molti ostacoli da superare<br />

Lo scorso anno le varie misure di protezione<br />

contro il coronavirus hanno complicato<br />

ancora di più la vita a Yexibel.<br />

Quando inviava i suoi prodotti all’estero,<br />

la merce veniva bloccata al confine e di<br />

conseguenza i clienti non pagavano subito<br />

il corrispettivo importo. Spesso non<br />

sapeva come sfamare la famiglia. In più<br />

c’era la costante preoccupazione per il<br />

marito.<br />

Yexibel spera che un giorno Miguel<br />

possa ristabilirsi. La famiglia non desidera<br />

altro che una casa tutta per sé dove<br />

sentirsi al sicuro. «Anche solo una stanza,<br />

ma che sia nostra» afferma tra le lacrime.<br />

È grata del sostegno ricevuto da Sepas,<br />

l’organizzazione partner di Caritas. I kit<br />

per le cure mediche e l’assistenza sono<br />

molto preziosi. «Fa così bene potersi confidare<br />

con qualcuno e ricevere un aiuto»<br />

dice Yexibel. «Questo mi fa sentire sollevata<br />

e mi consente di guardare di nuovo<br />

al futuro con fiducia.» (lf)<br />

* nome modificato<br />

Foto: Caritas Svizzera 11


Svizzera<br />

Dalla scorsa primavera il mercato Caritas<br />

ha ridotto sensibilmente i prezzi dei<br />

prodotti alimentari di base nonché della<br />

frutta e della verdura.<br />

Ancora nessun miglioramento in vista nella<br />

crisi del coronavirus<br />

La popolazione svizzera è stanca della pandemia. Anche i media non riferiscono più<br />

così diffusamente come all’inizio della povertà generata dall’emergenza sanitaria.<br />

Tuttavia, le persone continuano ad essere in difficoltà. Le richieste nei nostri consultori<br />

sociali e nel mercato Caritas restano numerose.<br />

La crisi ha colpito duramente le persone<br />

che prima dell’emergenza sanitaria riuscivano<br />

a malapena ad arrivare a fine mese<br />

e che poi, da un giorno all’altro, hanno<br />

perso interamente o in parte il loro reddito<br />

percepito con un lavoro a tempo parziale,<br />

«Queste persone sono i nuovi<br />

poveri della nostra società»<br />

a ore o su chiamata. Anche i lavoratori autonomi<br />

che gestiscono un piccolo commercio<br />

o un’impresa sono in difficoltà.<br />

Molti di loro sono riusciti a superare l’estate<br />

attingendo alle proprie riserve finanziarie.<br />

Ma con la seconda ondata, i redditi<br />

calano di nuovo e le fatture scoperte<br />

aumentano. «Queste persone, che prima<br />

della pandemia non erano mai ricorse a<br />

un aiuto, sono i nuovi poveri della nostra<br />

società. Ora li si incontra nei mercati<br />

Caritas o nei nostri centri di consulenza<br />

sociale» afferma Peter Marbet, direttore<br />

di Caritas Svizzera.<br />

La più grande iniziativa di aiuto<br />

della sua storia<br />

In risposta all’aumento del numero dei disagiati,<br />

Caritas è attiva da un anno nella<br />

più grande iniziativa di aiuto della sua storia<br />

a favore della popolazione svizzera. Ciò<br />

è reso possibile grazie all’ampio sostegno<br />

della Catena della Solidarietà, ma anche<br />

grazie alla costante solidarietà di privati,<br />

istituzioni ed enti ecclesiastici. Numerose<br />

aziende del settore privato hanno lanciato<br />

raccolte di donazioni e sostenuto gli aiuti<br />

di Caritas con contributi importanti.<br />

Nel 2020 oltre 10 000 persone in cerca<br />

di aiuto si sono rivolte ai consultori delle<br />

16 organizzazioni Caritas regionali, circa il<br />

doppio degli anni precedenti. Oltre al servizio<br />

di consulenza, Caritas fornisce anche<br />

un supporto finanziario. Finora più di<br />

17 000 persone hanno ricevuto aiuti immediati<br />

fino a 1000 franchi per persona o<br />

3000 franchi per famiglia. Caritas ha inoltre<br />

realizzato decine di progetti a livello<br />

regionale e nazionale per far fronte alle<br />

esigenze specifiche. Di queste offerte beneficiano<br />

all’incirca 78 000 soggetti.<br />

Il mercato Caritas riduce i prezzi<br />

I 21 mercati Caritas in Svizzera svolgono<br />

un ruolo importante nell’approvvigionamento<br />

della popolazione indigente o a rischio<br />

di povertà. Per sgravare il carico<br />

finanziario dei clienti, dalla scorsa primavera<br />

il mercato Caritas ha ridotto sensibilmente<br />

i prezzi dei prodotti alimentari di<br />

base nonché della frutta e della verdura.<br />

La domanda di questi prodotti ha registrato<br />

un aumento del 25 per cento. (sg)<br />

12<br />

Foto: Conradin Frei


Volontariato in montagna<br />

L'esperienza di Cyril da una famiglia di contadini di montagna<br />

nel Canton Glarona è stata molto arricchente.<br />

Lo scorso anno circa 1200 volontari hanno aiutato i contadini di montagna, aprendosi a<br />

un mondo per loro sconosciuto.<br />

Aiutare in una fattoria di montagna<br />

In realtà, Cyril voleva partire per un lungo viaggio, ma la scorsa estate l’emergenza<br />

coronavirus gli ha scombussolato i piani. Ha quindi scelto di aiutare una famiglia<br />

di contadini di montagna.<br />

Quando arriva alla fattoria di montagna<br />

della famiglia Figi nel Canton Glarona, il<br />

trentasettenne Cyril Dönni freme di curiosità.<br />

Quali compiti gli verranno affidati? Si<br />

troverà bene con la famiglia? Ma non ha<br />

molto tempo per pensare a queste cose.<br />

Durante uno spuntino veloce conosce i<br />

«Si diventa una squadra<br />

affiatata quando tutti devono<br />

dare una mano»<br />

genitori Ruth e Walter e i loro cinque figli,<br />

di età compresa tra i sei mesi e i dieci<br />

anni, e in men che non si dica si ritrova<br />

già sul tetto della nuova costruzione adiacente<br />

alle prese con i lavori di carpenteria.<br />

Si alza tutti i giorni alle sei e aiuta nella<br />

fienagione. Il contadino usa una falciatrice<br />

per tagliare l’erba sul terreno scosceso.<br />

Nei posti particolarmente esposti,<br />

il mezzo agricolo deve essere ulteriormente<br />

assicurato con una fune. In seguito,<br />

Cyril usa un decespugliatore per<br />

rifinire il taglio attorno ai grossi sassi e<br />

lungo il limite del bosco. «Sono rimasto<br />

colpito dall’accuratezza del lavoro. Si raccoglie<br />

ogni singolo mucchietto di fieno;<br />

serve per foraggiare le 30 mucche della<br />

fattoria.» Poi arriva il momento per fare<br />

una bella colazione abbondante. Dopodiché<br />

Cyril ritorna sul tetto. Nel pomeriggio<br />

si lavora il fieno su un altro prato. Il contadino<br />

raccoglie il fieno in andane con il rimorchio<br />

autocaricante e i figli più grandi<br />

rastrellano il resto. Cyril scarica il fieno<br />

dal rimorchio con una forca e lo getta nel<br />

soffiatore, che a sua volta lo aspira sparpagliandolo<br />

nel deposito. Un lavoro faticoso.<br />

«Il giorno dopo avevo male dappertutto»<br />

racconta. Ciononostante, alla<br />

sera ha ancora voglia di giocare a Jass insieme<br />

alla famiglia di contadini.<br />

Una vita intensa ma che offre molte<br />

soddisfazioni<br />

Con nove persone che convivono in uno<br />

spazio ristretto dalle sei del mattino alle<br />

nove di sera, la vita della famiglia contadina<br />

è senz’altro molto impegnativa.<br />

Cyril si è integrato velocemente. «Si diventa<br />

una squadra affiatata quando tutti<br />

devono dare una mano» spiega. «Ogni<br />

franco non speso rappresenta per così<br />

dire un guadagno per il contadino» fa notare<br />

Cyril. Nella famiglia di contadini si<br />

percepisce comunque una grande soddisfazione.<br />

Ecco cosa pensa Cyril del suo<br />

impegno come volontario: «Un’esperienza<br />

molto interessante e arricchente.»<br />

Lo scorso anno, circa 1200 volontari<br />

hanno teso una mano ai contadini<br />

di montagna in Svizzera, il 45 % in più rispetto<br />

all’anno precedente. Il coronavirus<br />

ha mobilitato molte risorse, la solidarietà<br />

è stata straordinaria. Anche quest’anno<br />

c’è ancora bisogno di aiuto. Le attività in<br />

fattoria sono molto variegate: curare gli<br />

animali, falciare il fieno, riparare le recinzioni,<br />

occuparsi delle faccende domestiche<br />

e accudire i bambini. Anche le donne<br />

sono benvenute: nel 2020 sono state addirittura<br />

in maggioranza (53 %). (lf)<br />

Per conoscere i luoghi<br />

d’impiego, visitare il sito<br />

www.montagnards.ch<br />

Foto: Christoph Keiser, per gentile concessione<br />

13


Dal mondo<br />

Aiutare i rifugiati in Bosnia-<br />

Erzegovina durante l’inverno<br />

Più di 10 000 rifugiati e migranti diretti<br />

verso l’Europa occidentale sono bloccati<br />

in Bosnia-Erzegovina. L’inverno e la pandemia<br />

da coronavirus hanno peggiorato<br />

ulteriormente la loro già drammatica situazione.<br />

Molti campi profughi e centri di accoglienza<br />

sono sovraffollati e non equipaggiati<br />

per offrire una protezione adeguata dal<br />

freddo. Anche la situazione igienica è pessima.<br />

Caritas Svizzera sostiene l’omonima<br />

Ong in Bosnia-Erzegovina che si occupa di<br />

un migliaio di persone particolarmente vulnerabili,<br />

garantendo il fabbisogno di base<br />

e misure di protezione dal Covid-19. Per<br />

migliorare la situazione igienico-sanitaria,<br />

Caritas mette a disposizione servizi di lavanderia<br />

e postazioni per lavarsi le mani e<br />

distribuisce pacchetti alimentari. Le persone<br />

che non hanno trovato un posto nei<br />

centri di accoglienza ricevono vestiti, articoli<br />

per l’igiene e sacchi a pelo. (lf)<br />

Invasione di locuste in Etiopia<br />

Oltre che dalla crisi del coronavirus,<br />

l’Africa orientale è afflitta da più di un<br />

anno dalla peggiore invasione di locuste<br />

degli ultimi decenni. In alcune regioni, gli<br />

enormi sciami hanno distrutto fino al 50<br />

per cento del raccolto. A partire da giugno,<br />

Caritas ha sostenuto – per conto<br />

dell’Organizzazione delle Nazioni Unite<br />

per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO)<br />

– le famiglie più colpite nel Sud-Est del<br />

Paese con un programma di aiuti d’emergenza<br />

che prevedeva versamenti in<br />

contanti per l’acquisto nel breve termine<br />

di generi alimentari e materiale di protezione<br />

per il bestiame. Caritas ha distribuito<br />

anche 240 tonnellate di sementi di<br />

grano per consentire alla popolazione di<br />

riseminare rapidamente e beneficiare presto<br />

di un nuovo raccolto. (lf)<br />

Cose di tutti i giorni<br />

Philipe Joseph*,<br />

22 anni, Haiti<br />

«A seconda di quanto<br />

mi applico, raggiungo<br />

più o meno obiettivi»<br />

Sta seguendo una formazione<br />

in campo edilizio. In che modo<br />

le tornerà utile?<br />

Voglio ampliare le mie conoscenze<br />

in questo settore. La formazione mi<br />

rende fiducioso. La mia famiglia e i<br />

miei insegnanti mi spronano ad andare<br />

avanti. E nel mio quartiere ora sono più<br />

rispettato.<br />

La vita ad Haiti non è facile.<br />

Cosa le dà la forza di continuare<br />

a lottare?<br />

Si dice che «solo chi lotta vive». In<br />

prima linea, gli obiettivi che raggiungo<br />

dipendono da quanto mi applico. Ecco<br />

perché devo lottare. Il futuro di mio figlio<br />

è la mia più grande fonte di motivazione.<br />

Chi è il suo idolo?<br />

Il mio idolo è decisamente mia nonna.<br />

Era una donna incredibilmente coraggiosa.<br />

Ha cresciuto da sola dieci figli.<br />

Ma anche i miei genitori e mio zio mi<br />

danno sempre buoni consigli.<br />

Quali sono i suoi sogni e progetti?<br />

Ho tantissimi sogni. Dopo la mia formazione<br />

vorrei continuare gli studi nel<br />

genio civile per diventare ingegnere.<br />

Mi piacerebbe lavorare in tutti i settori<br />

dell’edilizia. (vm)<br />

<br />

*Il nome è stato modificato<br />

14<br />

Foto: Caritas Svizzera, Giulia Paravicini


Insieme<br />

Agenda<br />

16 giugno 2021, ore 17.30<br />

Prix Caritas<br />

KKL, Lucerna<br />

26 maggio 2021, ore 17.00<br />

Evento informativo per le donatrici<br />

e i donatori di Caritas Svizzera<br />

Zugo oppure online<br />

28 maggio 2021, ore 13.30<br />

Evento informativo per le donatrici<br />

e i donatori di Caritas Svizzera<br />

Zurigo oppure online<br />

Tobias Schär e Dalia Bohn festeggiano la vincita del youngCaritas-Award 2020<br />

a nome dell'associazione «Wir lernen weiter».<br />

Impegno giovanile in tempi di crisi<br />

Purtroppo molti eventi sono<br />

stati cancellati o rinviati a causa<br />

della pandemia.<br />

Nel 2020 il mondo si è fermato – l’impegno giovanile no. 13 progetti sono stati<br />

nominati per il youngCaritas Award. Durante la pandemia i giovani partecipanti<br />

hanno fornito un valido aiuto. Il premio è stato conferito a un progetto<br />

dedicato alla digitalizzazione della società.<br />

La molteplicità dei progetti presentati ha<br />

messo in rilievo le tematiche che hanno<br />

coinvolto i giovani nel 2020 e mostrato<br />

come essi identificano e affrontano i problemi<br />

della società mediante proposte di<br />

soluzione adeguate. «Creatives x Beirut»,<br />

ad esempio, ha lanciato un’iniziativa di<br />

raccolta fondi subito dopo l’esplosione nel<br />

porto di Beirut, «Zeta Movement» si occupa<br />

di sensibilizzazione ai problemi di salute<br />

mentale e «Essen für Alle» fornisce generi<br />

alimentari alle persone che vivono in<br />

precarietà durante la crisi del coronavirus.<br />

Pari opportunità digitali per tutti<br />

A causa dell’emergenza sanitaria, l’evento<br />

si è tenuto alla presenza di un pubblico limitato.<br />

Numerosi interessati hanno però<br />

potuto seguire la consegna del young­<br />

Caritas Award direttamente da casa in live<br />

streaming. Il premio principale è stato assegnato<br />

all’associazione «Wir lernen weiter».<br />

L’associazione ripristina vecchi computer<br />

per poi donarli alle persone indigenti<br />

in Svizzera, nell’intento di creare pari opportunità<br />

digitali per tutti. Nel suo discorso<br />

tenuto in occasione della cerimonia di premiazione,<br />

il fondatore Tobias Schär ha<br />

sintetizzato la filosofia del young Caritas<br />

Award: «Non si tratta di vincere un premio,<br />

ma di dare visibilità a un tema sociale<br />

importante.» www.young<strong>caritas</strong>.ch/award<br />

Nora Engler<br />

Campo estivo<br />

Un gruppo di giovani svizzeri e di giovani<br />

con un background da rifugiati trascorreranno<br />

una settimana all’insegna<br />

del divertimento e di incontri stimolanti<br />

dall’8 al 14 agosto 2021 a Zweisimmen.<br />

I responsabili del campo avranno l’opportunità<br />

di rafforzare le proprie competenze<br />

interculturali e di mettere a frutto<br />

le loro capacità organizzative. Iscrivetevi<br />

ora come responsabile o partecipante:<br />

www.young<strong>caritas</strong>.ch/sommerlager<br />

Biglietti di Caritas<br />

Donate conforto o condividete una gioia<br />

con i biglietti di condoglianze e di auguri<br />

editi da Caritas. Con l'acquisto sostenete<br />

anche i progetti di Caritas per la<br />

lotta contro la povertà in Svizzera e all'estero.<br />

I pregiati biglietti, dal soggetto serio<br />

o allegro, sono realizzati da giovani<br />

artisti e corredati di un inserto in carta e<br />

una busta.<br />

Scegliete tra i 32 soggetti creativi:<br />

shop.<strong>caritas</strong>.ch<br />

Foto: Fabienne Wheeler<br />

15


Sidra, 10 anni, dalla Siria, è nata<br />

quando nel suo Paese è scoppiata<br />

la guerra. Vuole diventare medico<br />

per alleviare le sofferenze degli altri.<br />

Fare la cosa giusta<br />

Quando la povertà<br />

mostra il suo volto<br />

Legga la storia di Sidra e della sua famiglia:<br />

<strong>caritas</strong>.ch/sidra-i

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