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Jolly Roger Magazine. Numero 3 Anno IV. Marzo 2021

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ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 3 • MARZO 2021<br />

Posti di manovra!<br />

Le nuove entusiasmanti rotte<br />

dell’Editoria indipendente,<br />

tracciate dal marketing<br />

e percorse dal cuore<br />

pag. 6<br />

AUTORI JOLLY ROGER<br />

Intervista a Paola Cimmino.<br />

Ironia e profondità di pensiero<br />

per vivere un 8 marzo diverso.<br />

pag. 20<br />

RACCONTAMI UNA STORIA<br />

Terzo round del concorso.<br />

“Stanno suonando la nostra canzone”.<br />

I vincitori.<br />

pag. 24<br />

CULTURA E FACEBOOK<br />

Stefania Farinella e Elena Raspanti<br />

ci raccontano la rubrica<br />

#unasettimanadautore per LLC.<br />

pag. 42<br />

www.edizionijollyroger.it


INDICE<br />

Editoriale di Fabio Gimignani pag. 5<br />

Plancia di comando di Fabio Gimignani pag. 6<br />

Autori. Patrizia Torsini di Bruno Ferro pag. 10<br />

Bussola e sestante di Amelia Volpe e Fabio Gimignani pag. 16<br />

Autori. Paola Cimmino di Fabio Gimignani pag. 20<br />

Raccontami una storia di Fabio Gimignani pag. 24<br />

Cultura e Internet di Stefania Farinella e Elena Raspanti pag. 42<br />

MENSILE LETTERARIO ONLINE<br />

Anno <strong>IV</strong> · Numero 3 · Marzo 2021<br />

Autori. Vincenzo Montenero di Fabio Gimignani pag. 46<br />

info@edizionijollyroger.it<br />

www.edizionijollyroger.it.it<br />

SEGUICI SUI SOCIAL<br />

www.edizionijollyroger.it<br />

3


EDITORIALE<br />

onora i padrI<br />

di Fabio Gimignani<br />

Lo so: c’è un Girone speciale<br />

dell’Inferno che attende tutti<br />

coloro che si sono appropriati<br />

dei versi scritti da grandi poeti,<br />

creando parodie dissacranti.<br />

Ho il posto prenotato. È il 21,<br />

proprio all’ingresso, sulla destra,<br />

vicino al bar.<br />

Ma nel settecentesimo anniversario<br />

della morte di Dante<br />

Alighieri, da fiorentino, non<br />

potevo esimermi dal dedicargli<br />

un tributo, componendo l’editoriale<br />

del numero di marzo in<br />

endecasillabi.<br />

Niente di blasfemo, giuro! Né<br />

per lui né per l’altro grande<br />

citato all’interno del testo, ma<br />

solo uno sviscerato amore per<br />

entrambi che mi porta a sentirli,<br />

oltre che Maestri, anche un po’<br />

amici di vecchia data.<br />

Inoltre, sempre da fiorentino<br />

(e forse ancor di più, in questo<br />

caso) mi preme porgere le scuse<br />

a nome di tutta la città per<br />

l’esilio al quale il sommo Poeta<br />

fu condannato. Questo dovrebbe<br />

portare tutti noi a riflettere<br />

su un fatto: pensiamo bene alle<br />

nostre azioni, perché una rottura<br />

oggi potrebbe essere motivo<br />

di rimpianto domani.<br />

Quindi cerchiamo di tenere i<br />

nervi sotto controllo, soprattutto<br />

in periodi come l’attuale, nei<br />

quali abbiamo tanti motivi per<br />

essere tesi.<br />

Lòv en pìs, insomma...<br />

Giungemmo al Cercho dell’Editoria,<br />

dove l’Autore cerca compimento<br />

per pubblicare a mo’d’opera pia.<br />

Poiché, patito invero lo sgomento<br />

dopo aver ricevuto le proposte<br />

delle Case Editrici a pagamento,<br />

ascolta con cautela le risposte<br />

di chi millanta pubblicar volumi<br />

venduti sulle vette e sulle coste.<br />

Ma quando, ahimè, vengon richiesti lumi<br />

su come migliorare il manoscritto,<br />

ogni speranza tosto va in frantumi<br />

e rotola l’Autore, dritto dritto,<br />

in bocca al correttore analfabeta<br />

sì che quel testo, dalle cure afflitto,<br />

raggiunge della libreria la meta<br />

posando il dorso sopra gli scaffali,<br />

e mostra le sue pagine al pianeta<br />

pien di refusi, roba da maiali!<br />

“So che la cosa adesso ti ha sconvolto,<br />

ma dammi retta: non son tutti uguali”<br />

mi rincuorò ‘l mio Duca “E pure molto<br />

vedrai che potrà fare l’Editore<br />

quando il DPCM sarà tolto<br />

e le presentazioni, come un fiore,<br />

di nuovo sbocceranno nei locali,<br />

facendo sì che il popolo lettore<br />

possa spiegare ancora le sue ali<br />

godendosi le lettere, giulivo,<br />

non proprio in mezzo a turpi baccanali,<br />

ma quantomeno con l’aperitivo”.<br />

Io lo fissai: “Maestro, le parole<br />

che colgo dalle tue labbra in arrivo,<br />

riscaldan le mie membra come ‘l sole<br />

spronandomi a far sempre cose belle<br />

che meritar colui che legge suole.<br />

Ma dimmi: tu che brilli tra le stelle<br />

donde raccogli tutto lo sapere<br />

che il sol sentire fa sudar le ascelle?”<br />

Ed ei: “Mi stai prendendo pel sedere?<br />

Tu che dell’Editor vesti l’almuzio,<br />

non riconosci chi a tutte le schiere<br />

degli Editori scotennò il prepuzio?<br />

Abbassa il capo e inchinati alla storia.<br />

Sono inver la tua guida: Aldo Manuzio!”<br />

www.edizionijollyroger.it<br />

5


PLANCIA DI COMANDO<br />

PLANCIA DI COMANDO<br />

VISIBILITÀ<br />

LA SFIDA DEL TERZO MILLENNIO<br />

Scrivere e pubblicare i libri più belli del mondo<br />

serve a poco se il grande pubblico non lo sa<br />

di Fabio Gimignani<br />

La visibilità è importante; più<br />

importante di quanto si possa<br />

immaginare, soprattutto adesso<br />

che i tempi ci costringono a<br />

evoluzioni circensi per riuscire<br />

a svettare nel bombardamento<br />

mediatico al quale questa sociopatia<br />

forzata ci sottopone<br />

quotidianamente.<br />

Compito di un Editore, oggi,<br />

è anche quello di creare nuove<br />

opportunità affinché la Casa<br />

Editrice, e di conseguenza tutti<br />

gli Autori da essa pubblicati,<br />

possa sollevare la testa al di<br />

sopra del pelo dell’acqua assicurandosi<br />

salvifiche boccate<br />

d’ossigeno.<br />

Fino a un paio di anni fa potevamo<br />

contare sulle fiere del libro<br />

che, tolte Torino e Milano,<br />

appannaggio delle Majors dove<br />

la piccola editoria indipendente<br />

viene tollerata unicamente in<br />

quanto apportatrice di denaro<br />

per l’acquisto di stand con un<br />

costo al metro quadrtao superiore<br />

a quello di un attico a Piazza<br />

di Spagna, costituivano un tessuto<br />

espositivo ben ramificato<br />

sul territorio nazionale, capace<br />

di offrire vetrine funzionali a<br />

prezzi non sempre proibitivi.<br />

Selezione e cura<br />

dei dettagli sono le<br />

basi per un buon<br />

catalogo.<br />

Ma se i tempi<br />

correnti ci bloccano<br />

in un angolo, privi<br />

di ogni visibilità<br />

e condannati a<br />

contare solo sulle<br />

nostre esigue forze,<br />

come possiamo<br />

emergere?<br />

La risposta sta nella<br />

creatività e nel gioco<br />

di squadra.<br />

Oggi, purtroppo, le stringenti<br />

normativa messe in atto a livello<br />

mondiale per ostacolare<br />

il diffondersi della pandemia,<br />

hanno fatto dissolvere questa<br />

possibilità lasciando il comparto<br />

editoriale a fare i conti<br />

con le sole proprie risorse, per<br />

accedere a una comunicazione<br />

che deve giocoforza prescindere<br />

da qualsiasi operazione che<br />

preveda l’interazione fisica con<br />

il pubblico.<br />

Quindi il compito dell’Editore,<br />

di cui parlavo poc’anzi, viene<br />

adesso svolto su un terreno in<br />

continuo mutamento e tra scenari<br />

operativi che cambiano<br />

con gli stessi capricci del clima<br />

tropicale.<br />

Ma nonostante tutto, o si chiude<br />

bottega o ci si impegna affinché<br />

il catalogo della Casa Editrice<br />

sia comunque fruibile da un<br />

pubblico il più ampio possibile.<br />

Per fare questo ci sono due<br />

modi: investire vivacissime<br />

somme di denaro in comunicazione<br />

affidandosi ad agenzie<br />

blasonate, o far lavorare le famose<br />

cellule grigie, tanto care<br />

al buon Poirot, per inventarsi<br />

sempre nuovi modi di catturare<br />

l’attenzione di un pubblico<br />

blandito da mille sirene incantatrici.<br />

La prima soluzione, a meno di<br />

non possedere pozzi di petrolio<br />

in Texas, prevede che le vendite<br />

siano talmente entusiasmanti<br />

da permettere di distogliere<br />

parte del guadagno e destinarlo<br />

agli investimenti pubblicitari.<br />

Ma sappiamo come già normalmente<br />

sia difficile segnare<br />

dei buoni risultati di vendita, e<br />

le misure antiCovid certamente<br />

non facilitano le cose.<br />

Se poi aggiungiamo che molti<br />

Autori, una volta smaltito il<br />

primo entusiasmo per la pubblicazione<br />

del libro, tendono<br />

fisiologicamente a disinteressarsi<br />

della promozione pensando<br />

che già l’aver gratificato le<br />

Terre Emerse della loro Opera<br />

sia uno sforzo sufficiente per<br />

trasmettere una memoria imperitura<br />

ai posteri, possiamo<br />

immaginare come ogni speranza<br />

di plusvalenza sia in pratica<br />

una pallida chimera.<br />

Circa le cellule grigie, invece,<br />

infischiandosene della falsa<br />

modestia siamo messi decisamente<br />

bene.<br />

Gino & Pino (i due neuroni)<br />

stanno lavorando alacremente<br />

e sfornano soluzioni a ritmo<br />

incalzante, permettendo al Galeone<br />

<strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong> di fendere<br />

le acque con rinnovato ottimismo,<br />

o quantomeno di fenderle<br />

divertendosi.<br />

Come è ovvio supporre, tutto<br />

questo deve essere filtrato attraverso<br />

il tempo crudele e le<br />

risorse a disposizione, mediando<br />

e distillando il massimo risultato<br />

compatibile con tutto il<br />

mondo circostante.<br />

Ed è secondo questa logica che<br />

sono nate operazioni come il<br />

concorso gratuito “Raccontami<br />

una storia” e il progetto “More<br />

Weird Tales”, volte a catturare<br />

l’attenzione di Autori e Lettori<br />

per promuovere i primi e fidelizzare<br />

i secondi.<br />

Anche le pagine che state sfogliando<br />

in questo preciso istante<br />

sono la testimonianza di<br />

come un piccolo Editore si stia<br />

muovendo sul terreno della comunicazione<br />

con l’unico fine di<br />

interessare un uditorio composto<br />

da potenziali Autori con il<br />

“libro nel cassetto” e altrettanto<br />

potenziali lettori che, a causa<br />

delle già menzionate difficoltà<br />

circa l’attuazione di costose<br />

campagne pubblicitarie, non<br />

avrebbero mai l’opportunità di<br />

conoscere i validissimi scrittori<br />

pubblicati attraverso i tipi di<br />

Edizioni <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong>.<br />

E aggiungiamo anche i Social,<br />

tanto bistrattati dai puristi, ma<br />

comunque funzionali alla diffusione<br />

di idee e pensieri, dai più<br />

frivoli ai più profondi e gratificanti,<br />

e l’articolo pubblicato<br />

a pagina 42, a cura di Stefania<br />

Farinella e di Elena Raspanti,<br />

amministratrici del gruppo<br />

Facebook “Leggo Letteratura<br />

Contemporanea”, ne è una prova<br />

lapalissiana.<br />

Ma le iniziative non si fermano<br />

qui: siamo in dirittura d’arrivo<br />

con un progetto che andrà a costituire<br />

un nuovo modo di fare<br />

editoria e comunicazione che<br />

6 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 3 • MARZO 2021 www.edizionijollyroger.it<br />

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farà storcere il naso ai talebani<br />

dell’Ars Gratia Artis (nondum<br />

matura est) e rivitalizzerà gli<br />

entusiasmi sopiti di molti Autori.<br />

E con “dirittura d’arrivo” non<br />

voglio dire che stiamo lavorando<br />

al progetto e che nel volgere<br />

di poco potremo annunciare il<br />

suo avvio. No: voglio proprio<br />

dire che io stesso e un manipolo<br />

di eletti ci abbiamo già lavorato,<br />

ottenendo i risultati che ci<br />

eravamo prefissi.<br />

Adesso si tratta di limare qualcosa<br />

e aggiustare qualcos’altro,<br />

PLANCIA DI COMANDO<br />

ma in sostanza siamo pronti per<br />

la pubblicazione. E che pubblicazione!<br />

È stato costituito, come amo<br />

dire, un “gruppo di fuoco” con<br />

la capacità di muoversi in ogni<br />

direzione che la narrativa richieda;<br />

una sorta di task force dalla<br />

penna duttile e dalla fantasia<br />

inesauribile in grado di raccogliere<br />

qualsiasi sfida tematica<br />

per costruire intorno e dentro di<br />

essa dei piccoli capolavori, alla<br />

stregua di tante piccole e preziosissime<br />

Uova di Fabergé.<br />

La squadra è destinata ad ampliarsi<br />

una volta portato a termine<br />

e consegnato alle stampe<br />

il progetto pilota, ma se la selezione<br />

per veder pubblicato il<br />

proprio libro da Edizioni <strong>Jolly</strong><br />

<strong>Roger</strong> è dura, quella per entrare<br />

a far parte dell’élite sarà una<br />

cosa in confronto alla quale le<br />

quattordici settimane di addestramento<br />

alle quali vengono<br />

sottoposti gli aspiranti Legionari,<br />

sembreranno una vacanza<br />

pagata al Club Méditerranée.<br />

Non si tratterà di scalare montagne<br />

a mani nude, quanto di<br />

dimostrare che il proprio impegno<br />

nei confronti della Casa<br />

Editrice è sempre stato profuso<br />

senza riserve e senza pigrizia.<br />

E il Minosse che si cingerà il<br />

corpo con la coda per esprimere<br />

il giudizio (siamo in un mood<br />

spudoratamente dantesco, lo<br />

so, ma settecento anni non sono<br />

mica bruscolini...), ahimé, sarò<br />

solo e soltanto io.<br />

Dirvi di più al momento non è<br />

una soluzione perseguibile.<br />

Non possiamo, non dobbiamo,<br />

non vogliamo, come ebbe a dire<br />

Papa Pio VII prima di abbandonare<br />

il Soglio Pontificio ed essere<br />

affidato ai carcerieri napoleonici.<br />

E noi, seppure nessuno<br />

minacci di tradurci in catene,<br />

ripetiamo la sua dichiarazione<br />

certi di meritare la suspense<br />

che condurrà a un meraviglioso<br />

coup de théâtre capace di tracciare<br />

addirittura una nuova rotta<br />

per l’editoria indipendente.<br />

Già, perché dietro a quello che<br />

potrà sembrare un comune progetto<br />

editoriale stiamo creando<br />

le impalcatire che sosterranno<br />

un settore in grado di generare<br />

molteplici ricorrenze contraddistinte<br />

da quello che il lessico<br />

moderno definisce “win-win<br />

situation”, ovvero casi nei quali<br />

tutti gli attori hanno solo da<br />

guadagnare.<br />

Chi sono questi attori?<br />

Be’, per saperlo dovrete attendere<br />

il prossimo numero di <strong>Jolly</strong><br />

<strong>Roger</strong> Magazine, ma sono<br />

certo che un mese di attesa sarà<br />

ampiamente ricompensato dalla<br />

consistenza della novità.<br />

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8 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 3 • MARZO 2021


AUTORI JOLLY ROGER<br />

AUTORI JOLLY ROGER<br />

PATRIZIA TORSINI<br />

L’AUTRICE DALL’ANIMA ROCK<br />

Kayak, bella musica, thriller e paranormale<br />

Ecco gli ingredienti del terzo libro di un’Autrice “tosta”<br />

Patrizia Torsini. Con tre libri<br />

all’attivo ti consideri una<br />

Scrittrice?<br />

In verità devo dire che personalmente<br />

ho sempre immaginato<br />

di essere una scrittrice. Fin<br />

da quando alla superiori scrivevo<br />

temi con piglio giornalistico<br />

che elevavano di un paio<br />

di punti i voti in italiano. In<br />

poche parole compensavo con<br />

la prova scritta, che quindi non<br />

mi costava nessuna fatica, la<br />

fatica di studiare. In tutta realtà<br />

mi veniva più naturale passare<br />

i pomeriggi in altri impegni<br />

più interessanti. Quando, poi,<br />

ho cominciato a scrivere veramente,<br />

cioè quando ho iniziato<br />

a scrivere il primo libro, ho<br />

sempre immaginato di essere<br />

una scrittrice ma con maggior<br />

convinzione. Mi sono convinta<br />

di esserlo solo quando qualcuno<br />

che aveva letto il libro mi ha<br />

fatto dei complimenti e ho capito<br />

che era piaciuto. In fondo,<br />

finché nessuno ti legge non sei<br />

una scrittrice o uno scrittore.<br />

Sei un’amante degli sport<br />

estremi. C’è più adrenalina in<br />

una discesa in Kayak o nello<br />

di Bruno Ferro<br />

Tra il lavoro e le<br />

passioni per gli sport<br />

estremi, Patrizia<br />

Torsini trova anche<br />

il tempo per scrivere<br />

romanzi che si<br />

incollano alle mani<br />

del lettore finché la<br />

parola “fine” non<br />

compare davanti ai<br />

suoi occhi.<br />

Cnosciamo meglio<br />

questa Autrice che<br />

ci riserva sempre<br />

sorprese.<br />

scrivere “fine” al termine di<br />

un romanzo?<br />

Francamente mi rimane difficile<br />

trovare questa differenza<br />

solo perché proprio ieri sono<br />

riuscita a fare la discesa di un<br />

fiume dopo ben sette mesi che<br />

non rimettevo piede in una canoa.<br />

Tanta acqua e tanta tensione.<br />

In condizioni normali, però,<br />

scrivere la parola fine di un romanzo<br />

da un tipo di eccitazione<br />

tale da non potersi paragonare<br />

con altre prestazioni. Anche<br />

solo per la rarità dell’evento...<br />

Vuoi parlarci un po’ della Patrizia<br />

Torsini con la pagaia,<br />

prima di conoscere quella con<br />

la penna?<br />

La Patrizia Torsini canoista ha<br />

iniziato la sua attività meno di<br />

dieci anni fa. Quindi certamente<br />

non in tenerà età. Non saprei<br />

dire se è stata una sfida, una<br />

scommessa iniziare così tardi.<br />

So solo che da quando ho iniziato,<br />

solo in questi ultimi mesi<br />

di Covid ho fatto una pausa così<br />

lunga senza pagaiare. Ricominciare<br />

è stata come una specie di<br />

masochismo fino a quando ho<br />

cavalcato un treno d’onde ed<br />

ho capito finalmente di essere<br />

a casa. Mai andare in crisi da<br />

astinenza in questo sport, perché<br />

poi è difficile ricominciare.<br />

Quanto influiscono le tue passioni<br />

in quello che scrivi?<br />

Molto, soprattutto nel primo<br />

libro dal momento che è ambientato<br />

nel mondo canoistico.<br />

Nel secondo e nel terzo, invece,<br />

solo in parte. Altre passioni<br />

che accomunano i tre libri sono<br />

l’arte e la musica. I miei libri<br />

sono sempre corredati da un<br />

soundtrak.<br />

Poi mi sono resa conto che<br />

avevo fra le mani un potere<br />

notevole. Nel senso che chiunque<br />

avesse letto un mio libro<br />

avrebbe recepito, insieme alla<br />

storia raccontata, anche mie<br />

impressioni e pensieri. Fra questi<br />

uno importantissimo è quello<br />

d’informazione sul degrado<br />

dell’ambiente e delle lotte per<br />

salvaguardare questo pianeta<br />

bistrattato.<br />

I miei libri sono dei thriller,<br />

non dei saggi, pertanto lo scopo<br />

primario è quello di divertire il<br />

lettore, tenendolo in uno stato<br />

di fibrillazione artificiosa per<br />

stimolarlo a leggere più velocemente<br />

possibile ed arrivare<br />

alla fine. Un buon thriller non<br />

si può leggere lentamente … è<br />

assolutamente vietato. Pertanto<br />

i miei tentativi di illuminare le<br />

menti dei miei lettori sono quelli<br />

di denunciare situazioni di<br />

incuria del territorio, ma in pillole.<br />

Dilungarsi troppo sull’argomento<br />

sarebbe deleterio per<br />

la storia stessa perché farebbe<br />

perdere il ritmo della tensione,<br />

ma qualche parola qua o là, nel<br />

punto giusto, spesso fanno più<br />

presa di qualsiasi sermone. Che<br />

dire... io ci provo, ce la metto<br />

tutta, perché sono una persona<br />

ostinata. Se con i miei tentativi<br />

riuscissi solo ad aprire anche<br />

solo una mente su questo argomento,<br />

sarei la donna più felice<br />

del mondo.<br />

Tre romanzi all’attivo, dicevamo.<br />

Parlaci di come sono nati.<br />

Il primo “Acqua alla gola”<br />

(2015 Portoseguro Editore)<br />

è stato una bella partita di allenamento.<br />

Ho cominciato a<br />

scrivere per divertimento in un<br />

momento di sofferenza psicologica.<br />

Avevo bisogno di evadere<br />

a tutti i costi: scrivere è stata<br />

la mia fuga. E da lì, un po’ per<br />

volta, mi sono ritrovata fra le<br />

mani un romanzetto adrenalinico<br />

di più di duecento pagine<br />

che scorre veloce, veloce. Trovare<br />

un editore disposto a pubblicarlo<br />

è stato un attimo. Poi<br />

è subentrato il panico. La percezione<br />

che da quel momento<br />

il libro non era più solo mio e<br />

chiunque avrebbe potuto leggere<br />

le mie elucubrazioni mi<br />

ha messo a disagio. Solo dopo<br />

un po’ di tempo è diventato una<br />

cosa piacevole.<br />

Per “Killer on the road”(2017<br />

Portoseguro Editore) la gestazione<br />

della storia è stata più<br />

immediata. Sicuramente più<br />

esperta io, ma ha molto giovato<br />

il fatto di raccontare luoghi<br />

conosciuti ed amati con tutte le<br />

sfaccettature del caso. Netta differenziazione<br />

fra i capitoli ambientati<br />

in una città industriale,<br />

con tutte le sue ombre che si<br />

adattano bene ad un thriller, e<br />

la meraviglia della campagna<br />

e della zona boschiva in cui<br />

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AUTORI JOLLY ROGER<br />

AUTORI JOLLY ROGER<br />

scovare le vestigia di antiche<br />

culture. Qui inizia, anche, la<br />

mia battaglia per la protezione<br />

dell’ecosistema fluviale nell’alta<br />

Toscana, dove l’avidità di<br />

possibili guadagni porta via acqua<br />

dal suo letto naturale.<br />

Eccoci finalmente al mio ultimo<br />

parto: “L’importanza di<br />

chiamarsi Bloody Mary” (2020<br />

Edizioni <strong>Jolly</strong><strong>Roger</strong>). Se è vero<br />

che con il tempo lo stile si affina,<br />

l’ho constatato scrivendo<br />

quest’ultimo libro. Il percorso<br />

di ricognizione dedicato alla<br />

raccolta di documentazione è<br />

stato impegnativo, ma entusiasmante<br />

allo stesso tempo. Ho<br />

avuto anche la fortuna di essere<br />

sospinta con delicatezza verso<br />

argomenti che poi mi sono stati<br />

utilissimi. L’incontro fatale<br />

che ha deciso il futuro di questa<br />

storia non è stato altro che<br />

la presentazione di “Killer on<br />

the road” a Bagni di Lucca. La<br />

scelta era dettata dal fatto che<br />

questo secondo libro è ambientato<br />

in piccola parte proprio<br />

qui. E qui ho conosciuto due<br />

persone meravigliose, i gestori<br />

di questa libreria, con i quali ho<br />

allacciato un rapporto viscerale<br />

e intellettivo che ha segnato il<br />

mio futuro.<br />

Sono due persone caratterizzate<br />

da una profonda venerazione<br />

per Percey e Mary Shelley ed il<br />

loro entusiasmo è stato per me<br />

contagioso. Come importante<br />

è stato aver ricevuto materiale<br />

utile per la stesura del libro e<br />

la concessione di poter parlare<br />

di loro nella storia da costruire.<br />

La presenza di Mary Shelley ha<br />

donato un alone gotico alla storia<br />

con la presenza di fantasmi<br />

storici. Ma non bisogna mai<br />

farsi ingannare e necessita capire<br />

che non tutto è quello che<br />

sembra.<br />

Come si formano le tue storie e<br />

i tuoi personaggi?<br />

A dire la verità qualche volta<br />

me lo domando anch’io. Nel<br />

senso che spesso sembra che la<br />

storia cresca per conto proprio.<br />

E’ come se avessi già accantonato<br />

nella memoria particolari,<br />

avvenimenti, ricordi personali<br />

che aspettano solo di essere tirati<br />

fuori dal cassetto e mescolati<br />

al canovaccio che nel frattempo<br />

mi sono già imposta come<br />

base. Mi piace prendere in considerazione<br />

spunti diversissimi<br />

fra loro, lontani mille miglia<br />

uno dall’altro, e cercare i collegamenti<br />

possibili. Lo avrete<br />

già capito: non mi piacciono le<br />

cose semplici, ma non ci posso<br />

far nulla. Sono fatta così.<br />

Pertanto anche i personaggi<br />

seguono questa linea. E mi diverto<br />

un sacco a trattare la parte<br />

psicologica dei loro caratteri.<br />

Spero solo che qualcuno non<br />

si riconosca nei miei romanzi,<br />

ma credo che sia molto difficile<br />

poiché quel poco che prendo<br />

dalla realtà viene abbondantemente<br />

manipolato.<br />

Quanto di te c’è nei tuoi personaggi?<br />

Abbastanza, ma democraticamente<br />

sparpagliato a destra e<br />

a manca. Mai direttamente in<br />

un personaggio solo. E lo faccio<br />

senza rendermene conto.<br />

Chi mi conosce bene rintraccia<br />

meglio di me quelle che sono le<br />

mie contaminazioni. Penso che<br />

tutto ciò sia molto naturale per<br />

chi scrive.<br />

Quando scrivi comandi tu o<br />

comanda la storia?<br />

All’inizio comando io. Eccome<br />

se comando io. Dopo un certo<br />

punto, però, la storia mi prende<br />

la mano e mi rendo conto<br />

che qualche volta mi sfugge<br />

il comando. E’ come quando<br />

vado in canoa: si segue la linea<br />

dell’acqua perché è il modo<br />

più semplice per viaggiare. Ma<br />

se si pensa di opporsi alla forza<br />

della corrente, si può anche<br />

provare ma si fa una fatica bestiale.<br />

Non ne vale la pena.<br />

Hai anche un’anima Rock.<br />

Quando nasce la tua passione<br />

per la musica e come si insinua<br />

tra le tue pagine?<br />

La passione per la musica nasce<br />

molto presto. Più o meno nella<br />

prima adolescenza. Quando le<br />

mie amiche mettevano da parte<br />

le bambole, io già cominciavo<br />

ad avvicinarmi al mondo del<br />

rock iniziando ad ascoltare, di<br />

nascosto, una trasmissione radiofonica<br />

che è stata una pietra<br />

miliare della musica moderna:<br />

Supersonic.<br />

Erano gli anni 1972/73 e io<br />

l’ascoltavo mentre i miei pensavano<br />

che stessi dormendo.<br />

Radiolina attaccata all’orecchio,<br />

rintanata sotto le coperte<br />

al buio e la porta chiusa. Non<br />

era facile fare in modo che non<br />

sfuggisse nessun colpo di batteria<br />

e qualche riff di chitarra.<br />

A cominciare dalla sua potente<br />

sigla: “In-a-gadda-da-vida” degli<br />

Iron Butterfly.<br />

Da lì la mia sete di conoscenza<br />

in quel mondo nuovo divenne<br />

ogni giorno più intensa. Erano<br />

anni in cui il rock nelle sue più<br />

varie espressioni dava vita a<br />

cambiamenti radicali nella musica,<br />

ma anche nella cultura e<br />

nella vita quotidiana. Dall’hard<br />

al metal, al progressive iniziai<br />

ad amare tutto quello che era<br />

ritmo ed armonia.<br />

Collegando il rock alle mie<br />

pubblicazioni rimane evidente<br />

la matrice delle mie origini.<br />

Sul frontespizio di “Acqua alla<br />

gola” ho riportato l’intero testo<br />

di “In the rapids” - Genesis –<br />

THE LAMB LIES DOWN ON<br />

BRODWAY, quindi progressive<br />

puro.<br />

Per “Killer on the road” ho scelto<br />

“Riders on the storm” - The<br />

Doors – L.A. WOMAN, il cui<br />

testo si trascina in tutto il libro,<br />

non solo nella prima pagina.<br />

Per “L’importanza di chiamarsi<br />

Bloody Mary”, invece, mi<br />

sono fatta ammaliare da “Find<br />

me” - Kings of Leon – WAL-<br />

LS. E qui l’input per iniziare<br />

questa storia mi è stato dato da<br />

Virgin Radio. Essere una radio<br />

non vuol dire solo trasmettere<br />

musica, ma anche idee, notizie<br />

e retroscena del mondo del<br />

rock. Se il frontman della band<br />

ha scritto questa canzone utiliz-<br />

12 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 3 • MARZO 2021 www.edizionijollyroger.it<br />

13


zando un sogno di sua moglie<br />

(innamorarsi di un fantasma)<br />

perché non posso farlo anch’io?<br />

Utilizzando come riconoscenza<br />

il testo di “Find me” e la sua<br />

musica come colonna sonora.<br />

In fondo cercami è il leitmotiv<br />

di tutto il libro e si adatta ad un<br />

thriller come pochi altri.<br />

E’ evidente che senza musica<br />

sarei poca cosa.<br />

Libri, Autori e Social network.<br />

Quali sono secondo te le dinamiche<br />

che legano questi tre<br />

soggetti?<br />

Io posso solo dire qual’è il modo<br />

mio personale di utilizzare i Social<br />

network per la promozione<br />

dei mie libri, indipendentemente<br />

da quello che fanno gli altri.<br />

La condivisione di quello che<br />

voglio comunicare all’utente<br />

finale è utilissima soprattutto<br />

facendo parte di moltissimi<br />

gruppi di interesse letterario,<br />

ma credo che ci si detta porre<br />

in modo corretto con chi ci segue.<br />

Bisogna avere qualcosa da<br />

dire, non solo inondare i Social<br />

di post preconfezionati e freddi.<br />

Non sono a vendere un detersivo,<br />

sono a vendere parole<br />

ed allora per presentarmi devo<br />

utilizzare quelle giuste ed avere<br />

molta sensibilità.<br />

Il tuo sogno nel cassetto?<br />

Riuscire a pubblicare un best<br />

seller? Oppure più semplicemente<br />

continuare a scrivere finché<br />

ne avrò la voglia e finché<br />

questo mi farà divertire.<br />

AUTORI JOLLY ROGER<br />

Tre motivi per leggere “L’importanza<br />

di chiamarsi Bloody<br />

Mary”?<br />

Il primo perché è un libro surreale<br />

e non annoia. Il secondo<br />

perché mentre lo leggete potreste<br />

provare qualche brivido. E<br />

il terzo perché vi potrebbe stordire<br />

con profonde emozioni.<br />

I tuoi consigli a chi vorrebbe<br />

affacciarsi al mondo della<br />

scrittura?<br />

Prima leggere, leggere, leggere,<br />

leggere, leggere, leggere<br />

leggere, leggere, leggere. Poi<br />

iscriversi ad un gruppo di lettura<br />

da frequentare con assiduità<br />

per qualche anno. Nel frattempo<br />

cominciare ad allenarsi<br />

scrivendo racconti, pensieri,<br />

poesie, oppure solo la lista della<br />

spesa.<br />

Quello che penso, in realtà, è<br />

che non esiste un modus operandi<br />

obbligatorio. Cominciate<br />

a scrivere quello che vi viene in<br />

mente, solo per il gusto di scrivere<br />

e fermatevi solo quando<br />

sarete stanchi.<br />

Parlando seriamente io credo<br />

che il primo consiglio sia quello<br />

sicuro, inderogabile. Poi costruire<br />

lo schema della storia e<br />

l’elenco dei personaggi. Non<br />

rimane che partire e vedere<br />

come va a finire. La riuscita<br />

dipenderà dall’impegno che ci<br />

metterete e da quanto bagaglio<br />

letterario avete. E non perdersi<br />

mai d’animo...<br />

Io ve l’avevo detto che non ho<br />

il dono della sintesi. Vi avevo<br />

avvertito...<br />

QUANDO IL THRILLER<br />

incontra le tenebre<br />

mistero, storia e paranormale in un romanzo dal fascino magnetico<br />

Il romanzo di Patrizia Torsini è acquistabile in tutte le librerie,<br />

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14 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 3 • MARZO 2021


BUSSOLA E SESTANTE<br />

BUSSOLA E SESTANTE<br />

ARTE RUFFIANA<br />

L’importanza della copertina<br />

Spiccare nel mezzo a un’offerta tanto vasta è un’impresa<br />

Ma chi dice che le belle cose debbano essere semplici?<br />

di Amelia Volpe e Fabio Gimignani<br />

La copertina<br />

è il fiocco che<br />

chiude quel pacco<br />

meraviglioso<br />

chiamato libro.<br />

Ci sono regole<br />

ben precise per<br />

comporla, e la<br />

collaborazione tra<br />

Editore, Editor e<br />

Autore è a dir poco<br />

essenziale.<br />

Approfondiamo<br />

l’argomento e<br />

riflettiamo bene.<br />

“Don’t judge a book by its cover”,<br />

canta Tim Curry nell’indimenticabile<br />

Rocky Horror<br />

Picture Show.<br />

Seppure a malincuore siamo<br />

costretti a dissentire dalle affermazioni<br />

dell’alieno in guêpière,<br />

arroccandoci sulla posizione<br />

ideologica che vuole un libro,<br />

almeno in primissima istanza,<br />

giudicato proprio dalla copertina.<br />

E non per essere conservatori<br />

o restii a qualsivoglia forma di<br />

ribellione, ma per l’innegabile<br />

fatto che l’immagine grafica<br />

costituente la porta d’accesso al<br />

libro, è quell’eterno specchietto<br />

per le allodole che cattura la<br />

nostra attenzione dagli scaffali<br />

delle librerie o, in tempi di Covid,<br />

dalle pagine di Internet.<br />

Scherzi a parte, la copertina<br />

continua a rivestire un ruolo<br />

fondamentale nella vita pubblica<br />

del libro, e anche se la cosa<br />

può sembrare ovvia, vi garantisco<br />

che non lo è affatto.<br />

Da Editore, desideroso oltre<br />

ogni altra cosa che i libri da me<br />

pubblicati vengano acquistati<br />

dall’intera popolazione dell’orbe<br />

terracqueo, ho sempre profuso<br />

ogni energia nella realizzazione<br />

di elaborati grafici<br />

che commentino il testo senza<br />

svelarne i contenuti salienti, ma<br />

comunque in grado di colpire<br />

e incuriosire il pubblico. Lo<br />

ritengo un complemento irrinunciabile<br />

per la soddisfazione<br />

dell’Autore e per le potenzialità<br />

di vendita.<br />

Ora, qualcuno potrà obiettare<br />

sul fatto che, avendo alle spalle<br />

un passato ultraventennale di<br />

comunicazione e grafica pubblicitaria,<br />

non è che proprio mi<br />

faccia venire l’ernia ogni volta<br />

che realizzo una copertina.<br />

Giustissimo, ma considerando<br />

che Edizioni <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong> è una<br />

Casa Editrice che non sgozza<br />

gli Autori per attaccarsi alla<br />

giugulare e berne il sangue,<br />

tutto ciò che può essere realizzato<br />

“in casa” è quanto di più<br />

apprezzato.<br />

Ma questo non pone altri Editori<br />

al riparo dalle critiche che, in<br />

tutta onestà, mi sento di muovere<br />

per l’utilizzo di immagini<br />

banali, raffazzonate, quando<br />

non addirittura brutte senza<br />

possibilità d’appello.<br />

Ma bando alle recriminazioni e<br />

passiamo a esaminare l’iter che<br />

una buona copertina dovrebbe<br />

seguire.<br />

Innanzitutto il dilemma si pone<br />

circa chi decide cosa rappresentare<br />

graficamente.<br />

È l’Editore, ovvio, ma tra un<br />

costruttivo confronto con i soggetti<br />

coinvolti e un laconico<br />

ipse dixit, la differenza non è<br />

certo cosa di poco conto.<br />

La prima regola per realizzare<br />

una buona copertina consiste<br />

nel leggere il manoscritto, e<br />

anche se la cosa può sembrare<br />

ovvia, vi assicuro che non lo è<br />

affatto. È il motivo per il quale<br />

nella sezione “risoluzione dei<br />

problemi” presente nei manuali<br />

di tutti gli elettrodomestici<br />

compare la voce “accertarsi di<br />

aver inserito la spina nella presa<br />

di corrente”.<br />

Successivamente è bene confrontarsi<br />

con l’Autore e verificare<br />

se lo stesso abbia espresso<br />

preferenze in merito. Ci sono<br />

Autori che addirittura inviano,<br />

insieme al manoscritto, anche<br />

la copertina... ecco, non fatelo.<br />

Non che lo sforzo creativo non<br />

sia apprezzabile, beninteso, ma<br />

dato che ogni Casa Editrice<br />

dispone di un proprio format<br />

grafico, indicazioni testuali o<br />

immagini di riferimento sono<br />

più che sufficienti, considerando<br />

anche il fatto che un’elaborazione<br />

grafica realizzata da<br />

un non professionista presenta<br />

sempre problematiche tecniche<br />

difficilmente aggirabili in fase<br />

di produzione.<br />

Insomma, rimettere le mani su<br />

qualcosa di già fatto, spesso è<br />

più complicato che fare il lavoro<br />

da zero.<br />

Quindi ben vengano suggerimenti,<br />

indicazioni e riferimenti<br />

visivi, ma lasciate fare a un grafico<br />

il lavoro del grafico.<br />

Successivamente anche l’Editor<br />

viene consultato. E non vedo<br />

come ciò non sia possibile dato<br />

che si tratta della persona che,<br />

dopo l’Autore, conosce meglio<br />

ogni risvolto del testo, avendone<br />

radiografato trama, sviluppo,<br />

sintassi e ortografia.<br />

Spesso i punti salienti di<br />

un’Opera vengono evidenziati<br />

proprio dall’Editor e, laddove<br />

quest’ultimo possieda anche<br />

doti estetiche, i suggerimenti<br />

per l’immagine di copertina<br />

provenienti dal suo lavoro risultano<br />

quantomai preziosi.<br />

Edizioni <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong>, da questo<br />

punto di vista, è tra le più fortunate<br />

Case Editrici del pianeta.<br />

Qui giunti, si tratta di decidere<br />

come realizzare l’immagine,<br />

ovvero se affidarsi a un illustratore,<br />

optare per la soluzione<br />

fotografica o semplicemente<br />

utilizzare il lettering a mo’ di<br />

immagine, in puro stile marinettiano.<br />

Purtroppo l’aspetto economico<br />

gioca un ruolo fondamentale,<br />

e se sarei sempre felice di utilizzare<br />

illustrazioni originali<br />

per i miei Autori, i costi di un<br />

illustratore spesso portano la<br />

bilancia di costi e ricavi relativa<br />

all’Opera in rosso; ragion<br />

per cui vengono percorse altre<br />

vie per giungere a compimento,<br />

non ultima quella del ricorso a<br />

immagini di banche royalties<br />

16 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 3 • MARZO 2021 www.edizionijollyroger.it<br />

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BUSSOLA E SESTANTE<br />

BUSSOLA E SESTANTE<br />

free e successiva elaborazione<br />

delle stesse tramite il mai abbastanza<br />

celebrato Photoshop.<br />

Anche in questo caso la mano<br />

del professionista si differenzia<br />

da quella dell’amatore in<br />

maniera macroscopica, per cui<br />

vale lo stesso suggerimento<br />

fornito poc’anzi: lasciate fare a<br />

chi lo fa di mestiere.<br />

L’importante, comunque, è<br />

che il risultato “parli”; ovvero<br />

trasmetta immediatamente<br />

l’ambiente nel quale il Lettore<br />

si troverà avvolto non appena<br />

varcate le prime pagine del libro.<br />

E senza barare, che un’immagine<br />

evocativa priva di corrispondenza<br />

reale tra le pagine<br />

è il modo migliore per rimanere<br />

tra i ricordi del Lettore. Quelli<br />

nefasti.<br />

Quindi evitiamo immagini da<br />

Pulp Magazine anni trenta, con<br />

Pin-Ups procaci e scollacciate,<br />

se il romanzo parla della Sciura<br />

Maria di Codogno, o bei tenebrosi<br />

dagli addominali lucidi<br />

quando il protagonista della<br />

storia è un ragioniere sovrappeso<br />

con calvizie incipiente, prossimo<br />

alla pensione<br />

Pochi chiari elementi, ecco il<br />

segreto di una buona copertina.<br />

L’occhio percepisce pochi oggetti<br />

alla volta, e ne focalizza<br />

ancor meno, soprattutto se affogati<br />

in mezzo a centinaia di<br />

referenze simili; quindi lo scaffale<br />

di una libreria è il terreno<br />

di scontro sul quale sobrietà e<br />

originalità, se usate in stretta<br />

combinazione, costituiscono le<br />

armi vincenti.<br />

Poi è ovvio: se accanto alla bellissima<br />

copertina di un piccolo<br />

Editore indipendente c’è la grafica<br />

fetida dell’ultimo romanzo<br />

di Stephen King, allora avete<br />

perso ancor prima di combattere,<br />

ma almeno avrete perso con<br />

onore.<br />

Poi ci sono gli elementi grafici<br />

ricorrenti e la cosiddetta “gabbia”.<br />

Il Format, come dicono<br />

quelli fighi che capiscono di<br />

marketing.<br />

Prendete dieci libri a caso pubblicati<br />

da uno stesso Editore, e<br />

se non riscontrare un fil rouge<br />

che unisce le copertine, allora<br />

avrete individuato una Casa<br />

Editrice dove il nipote di uno<br />

dei soci “è tanto bravo col computer”<br />

e realizza le grafiche in<br />

cambio del nome in quarta o di<br />

una pizza alla settimana. Con<br />

birra alla spina, of course, altrimenti<br />

è sfruttamento.<br />

Riferimenti grafici come logo,<br />

griffe, collana e tutto ciò che<br />

contribuisce alla contestualizzazione<br />

del volume devono (e<br />

sottolineo DEVONO) occupare<br />

posizioni di rigore non soggette<br />

a mutazioni dovute a non meglio<br />

identificate esigenze di immagine.<br />

Se l’angolo in basso a sinistra<br />

di tutte le copertine <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong><br />

ospita l’indicazione della collana<br />

di appartenenza, nemmeno<br />

per l’Annunciazione di Leonardo<br />

sarei disposto a lasciarlo libero;<br />

preferisco tagliare il piede<br />

sinistro di Maria, piuttosto.<br />

E questo non significa essere<br />

talebani, bensì aver dedicato<br />

anni e anni della propria vita<br />

professionale al rispetto di regole<br />

auree che oggi, nell’era dei<br />

programmi “bimbominkia-faida-te”<br />

sembrano completamente<br />

dimenticate. Probabilmente<br />

nessuno si accorgerà della differenza,<br />

ma a livello inconscio<br />

il divario tra un lavoro fatto secondo<br />

regole che fin dai tempi<br />

di Manuzio sovrintendono la<br />

realizzazione di una copertina,<br />

e uno messo giù dal suddetto<br />

nipote tanto bravo, costituiscono<br />

il punto di svolta tra un libro<br />

acquistato e uno lasciato sullo<br />

scaffale a fare tanto bella quanto<br />

inutile mostra di sé.<br />

Altra nota dolens è rappresentata<br />

dalla scelta dei colori: a<br />

prescindere dal gusto cromatico<br />

che connota le copertine di<br />

una determinata Casa Editrice<br />

(lo so: le mie sono tutte nere,<br />

ma ho amato alla follia Franco<br />

Maria Ricci, quindi che volete<br />

da me?), ci sono regole che non<br />

possono essere ignorate, pena<br />

l’invisibilità.<br />

Il titolo e/o il nome dell’Autore<br />

devono spiccare sulla grafica<br />

come un prete sulla neve fresca;<br />

e qui non ci sono scuse.<br />

Massimo contrasto, lettering<br />

leggibile e posizionamento<br />

srategico rispetto agli altri elementi<br />

grafici. Sono tollerati<br />

piccoli orpelli quali ombre o<br />

bagliori, laddove siano funzionali<br />

a un maggiore distacco del<br />

titolo dall’immagine, ma ogni<br />

altro intervento merita di essere<br />

punito con il taglio della mano<br />

sulla pubblica piazza.<br />

È imperativo che il lettering<br />

sia intonato all’immagine e, di<br />

conseguenza, all’argomento<br />

del libro, ma preziosismi grafici<br />

volti a fondere gli elementi<br />

sono quanto di peggio si possa<br />

fare per impreziosire una copertina.<br />

Quindi no! Se avete in mente di<br />

chiedere all’Editore modifiche<br />

che tendano a ciò, evitate.<br />

E se ve le propone lui, fuggite<br />

più rapidamente possibile e<br />

cercate qualcuno che sappia lavorare<br />

sul serio.<br />

Non necessariamente Edizioni<br />

<strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong>, anche se sarebbe<br />

di certo una buona idea.<br />

Quindi, in conclusione, una<br />

buona copertina deve soddisfare<br />

le aspettative dell’Autore, essere<br />

evocativa circa il contenuto<br />

del libro, colpire l’attenzione<br />

del potenziale Lettore, possedere<br />

i requisiti di eleganza e<br />

bilanciamento imposti dall’Arte<br />

Grafica e mantenere in posizioni<br />

rigorose tutti gli elementi<br />

utili all’identificazione di Casa<br />

Editrice e collana.<br />

Inoltre deve essere leggibile.<br />

Autore e titolo devono farla da<br />

padrone.<br />

Poi, come in ogni circostanza<br />

che preveda la soggettività<br />

quale criterio operativo primario,<br />

ciascun operatore è libero<br />

di gestire la cosa come meglio<br />

crede; l’importante è che sia<br />

conscio dei rischi che politiche<br />

non conformi a regole consolidate<br />

e pluritestate comportano.<br />

Noi, qui in Edizioni <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong>,<br />

lo sappiamo bene e le copertine<br />

di ogni libro pubblicato<br />

sottolineano i concetti fin qui<br />

espressi.<br />

Sì, è vero: avremmo potuto impiegare<br />

una dose maggiore di<br />

umiltà nell’enunciare le regole<br />

da seguire, ma a che pro? Sappiamo<br />

fare il nostro lavoro e lo<br />

facciamo bene, orgogliosi di<br />

proporre al pubblico dei Lettori<br />

libri curati in ogni più piccolo<br />

aspetto.<br />

Perché fare editoria seriamente<br />

significa anche questo.<br />

18 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 3 • MARZO 2021 www.edizionijollyroger.it<br />

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AUTORI JOLLY ROGER<br />

AUTORI JOLLY ROGER<br />

PAoLA CIMMINO<br />

un cocktail di ironia e cultura<br />

Se pensate che le persone dotate di una cultura sconfinata<br />

siano per forza barbose, allora non conoscete Paola<br />

Paola Cimmino. Sei una donna<br />

poliedrica difficile da inquadrare<br />

con definizioni che<br />

risulterebbero comunque troppo<br />

strette. Vuoi provare a raccontarci<br />

i tuoi mille volti?<br />

Mille volti? Davvero?<br />

Dovendo rientrare in una 40<br />

(di taglia, mica di età) qualsiasi<br />

definizione mi sa che andrebbe<br />

stretta!<br />

Diciamo che spero di assomigliare<br />

a una riccia, appena sfornata<br />

in pasticceria. Una sfogliatella<br />

che fa croc, in attesa dei<br />

canditi e del ripieno. È la somma<br />

che fa il totale… Anche se<br />

il giorno appresso mi identifico<br />

meglio in un babà.<br />

Come Autrice ti cimenti nel<br />

romanzo, nella satira, nella<br />

di Fabio Gimignani<br />

Poliedrica, ironica,<br />

colta, sottile,<br />

sorniona, e chi più<br />

ne ha più ne metta.<br />

Con il suo ultimo<br />

romanzo “Donne<br />

da morire”, Paola<br />

Cimmino esplora gli<br />

universi siderali del<br />

rapporto affettivo,<br />

utilizzando come<br />

sonda un’ironia<br />

capace di far<br />

sorridere anche<br />

davanti ai drammi<br />

rima... e in che altro?<br />

E in parecchie cazzate, mi verrebbe<br />

da dire… :-)<br />

Se proprio mi tocca essere seria,<br />

quale che sia il genere e il<br />

mezzo (Letteratura, Cinema,<br />

Teatro, Radio, TV, Web, ecc.)<br />

non mi tiro mai indietro.<br />

Cosa significa per te scrivere?<br />

Un tempo avrei risposto che<br />

per me scrivere equivaleva a<br />

“delinquere con la penna”, evocando<br />

o esplicitando inganni e<br />

insidie dell’esistenza. D’altronde,<br />

il mondo ti offre il fianco…<br />

Nel tempo ho cercato di andare<br />

oltre, coglierne anche i lati positivi<br />

e spaziare il più possibile.<br />

Anche per questo non amo<br />

rimanere ancorata, nella scrittura,<br />

a una singola tipologia di<br />

opera.<br />

Oggi posso tranquillamente<br />

affermare che il mio primo<br />

pensiero prima della sveglia, e<br />

l’ultimo della notte in vista del<br />

sonno, è legato a qualcosa che<br />

sto scrivendo o che mi accingo<br />

a ideare. Il resto della giornata,<br />

che pure conta, è altro carburante<br />

per la scrittura.<br />

Documentazione e ricerca delle<br />

fonti. Quale importanza rivestono<br />

per te queste due cose<br />

e come le affronti?<br />

Reperire le fonti e vagliarle attentamente<br />

– laddove possibile<br />

– è importante per me, sia che<br />

si progetti un romanzo di fantasia,<br />

che ovviamente un altro<br />

tipo di opera (propriamente storica,<br />

biografica, ecc.). Pur svincolandosi<br />

da qualsiasi laccio<br />

storico o temporale, realistico<br />

o meno, in un romanzo occorre<br />

infatti essere credibili, ancora<br />

più che verosimili. Ma a mio<br />

avviso, va anche tenuta in debita<br />

considerazione la voglia – e<br />

capacità – di prescindere parzialmente<br />

dai dati, per liberare<br />

quella vena di follia che distingue<br />

un’opera di genio da una<br />

mera ricostruzione.<br />

Ciò detto, se occorre, mi ritrovo<br />

a fare le pulci alle fonti reperite<br />

in vario modo.<br />

Parliamo del tuo ultimo romanzo:<br />

“Donne da morire,<br />

cronache di relativa anaffettività”.<br />

Raccontaci di cosa parla,<br />

come è nata l’idea e quale<br />

è stato il percorso per la sua<br />

realizzazione.<br />

Ho conosciuto dal vivo, in palestra,<br />

nel 2015, quello che sarebbe<br />

diventato – due anni dopo<br />

– il protagonista del romanzo.<br />

Fabrizio, romano, classe 1956.<br />

Un dongiovanni, o da taluni<br />

ritenuto tale, ancora all’opera,<br />

eppure, appena sessantenne,<br />

già in vena di bilanci poco lusinghieri,<br />

ovvero, positivi per<br />

tutto, tranne sul versante sentimentale.<br />

Affermava candidamente<br />

di non essere mai riuscito<br />

a innamorarsi, nonostante le<br />

tantissime conquiste. Un vero<br />

cruccio per lui, ancora alla ricerca<br />

del vero Amore.<br />

Lo assillava il timore di essere<br />

un soggetto anaffettivo. Nel<br />

dubbio, ne abbiamo parlato e riparlato,<br />

partendo dai suoi esordi<br />

di amatore, percorrendo tutta<br />

la parabola dei suoi, per così<br />

dire, “disastri”. E il risultato di<br />

questa avventura tragicomica ci<br />

ha condotto ad alcune conclusioni.<br />

In primo luogo, derivarne<br />

un libro, poi magari altro… Fabrizio<br />

è un grande appassionato<br />

di film.<br />

Inutile dire che mi sono divertita<br />

un mondo in questa indagine<br />

sgangherata, costellata di feriti<br />

e contusi: un’intera generazione<br />

di donne. Lo spaccato che<br />

viene fuori presta il fianco a<br />

una miriade di considerazioni,<br />

riguardanti sia gli uomini che<br />

le donne di oggi. Anche se ho<br />

l’impressione che in passato le<br />

cose non siano mai andate in<br />

modo molto diverso.<br />

Indispensabili, ai fini della ricostruzione,<br />

sono stati fogli di<br />

carta e penne, più interi moleskine<br />

per evitare di smarrire i<br />

ricordi, nonché la ragione…<br />

Mia.<br />

Sappiamo che il tuo palmares<br />

è molto nutrito. Metti da parte<br />

la modestia e snocciola tutto il<br />

petigree.<br />

Al tuo refuso m’illumino d’immenso,<br />

come direbbe il Poeta.<br />

Siccome era involontario, sigh!<br />

non darò seguito a ciò che mi<br />

era balzato per la mente, ovvero<br />

assecondarlo…<br />

Accetto le sfide e partecipo di<br />

tanto in tanto a qualche “contest”<br />

(concorso a premi), senza<br />

l’ansia però di dover dimostrare,<br />

a me stessa o agli altri, se e<br />

quanto valgo; il fine è essenzialmente<br />

quello di divertirmi,<br />

avere l’opportunità di uno<br />

scambio e di conoscere altre<br />

persone, non necessariamente<br />

dei colleghi.<br />

Fra i riconoscimenti che ho ricevuto,<br />

negli scorsi anni, ricordo<br />

con particolare piacere il premio<br />

ArgenPic 2017 per un’intervista<br />

nientepopodimeno che<br />

alle Corna. Un argomento che<br />

bene si adatta (come del resto<br />

quel concorso) alla mia vena<br />

goliardica e scanzonata.<br />

E adesso la Paola Cimmino<br />

privata. Chi sei in realtà e quali<br />

sono le passioni che muovono<br />

la tua vita?<br />

Una burlona, anche se a prima<br />

vista non si direbbe. Ma le apparenze<br />

ingannano, e parecchio<br />

20 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 3 • MARZO 2021 www.edizionijollyroger.it<br />

21


pure… Mi salvano gli occhiali,<br />

forse, fanno tanto maestrina<br />

o prof. Esattamente quello<br />

che non potrei mai essere. Non<br />

sono infatti una “scholar,” semmai<br />

una scolara. Studio quello<br />

che mi piace.<br />

Le mie passioni, a prescindere<br />

dalla lettura e scrittura, già in<br />

gran parte legate al mio lavoro<br />

di scrittrice e sceneggiatrice, si<br />

riassumono facilmente: i gatti,<br />

i papiri in vaso, il ballo (tip<br />

tap, lindy hop), il canto, i film<br />

in B/N e in costume. Ma se mi<br />

offrissero il ruolo di fantasmino<br />

lavato con Dash, o zombi, in un<br />

film o videoclip alla Michael<br />

Jackson, andrebbe bene lo stesso.<br />

È vero che l’ironia ci salverà?<br />

Me di sicuro. L’ironia è il miglior<br />

modo per restare a galla,<br />

ma anche per sollevarsi un<br />

po’. E non solo di morale. Una<br />

ginnastica mentale e fisica. Le<br />

dinamiche del mondo, com’è<br />

noto, provocano tristezza e mal<br />

di schiena. Meglio riderci sopra.<br />

Si distendono anche le rughe,<br />

eheheheh.<br />

Qual è il consiglio che ti senti<br />

di dare a chi si affaccia oggi al<br />

mondo della scrittura?<br />

Di avere la pazienza dei santi.<br />

E di non perderla mai.<br />

Libri, Autori e Social network.<br />

Quali sono secondo te le dinamiche<br />

che legano questi tre<br />

soggetti?<br />

Pare che oggi i social siano il<br />

solo mondo “reale”, un po’ per<br />

tutti, non solo per chi è un nativo<br />

digitale. E più che mai impazzano<br />

falsi miti.<br />

Lo trovo alquanto riduttivo e<br />

personalmente ne faccio un uso<br />

moderato. Ma soprattutto mi<br />

piace ancora distinguere i due<br />

mondi, quello dell’apparenza<br />

(o del dover apparire) e quello<br />

che esiste una volta spenti tutti<br />

i dispositivi. Là dove i sogni<br />

a occhi chiusi o aperti restano<br />

privati, né sono costretti a misurarsi<br />

o realizzarsi grazie al<br />

numero di follower.<br />

Se si aspira al successo come<br />

scrittori, vale la pena ricordare<br />

i tanti che lo sono diventati<br />

ben prima dell’avvento della<br />

rete, dei social network, grazie<br />

soprattutto al valore delle loro<br />

opere.<br />

Che possano essere utili, non lo<br />

escludo. Come per ogni cosa,<br />

ci sono ovviamente le debite<br />

eccezioni.<br />

Il tuo sogno nel cassetto?<br />

Credo che i miei sogni superino<br />

allo stato attuale le dimensioni<br />

dei cassetti, tanto da chiedere<br />

asilo alle pareti. Mi piacerebbe<br />

recitare in un film, anche in un<br />

ruolo assolutamente improponibile.<br />

Chissà cos’altro di me verrebbe<br />

fuori.<br />

AUTORI JOLLY ROGER<br />

Tre motivi per leggere “Donne<br />

da morire”?<br />

È un testo leggero, ma non superficiale,<br />

graffiante e irriverente,<br />

dolce e amaro. Dove gli<br />

stessi personaggi entrano ed<br />

escono dai ruoli, liberandosi da<br />

lacci e da cliché.<br />

Provate poi a misurarvi coi titoli<br />

e le trame dei tanti film che<br />

vengono citati e chiamati in<br />

causa. Meglio delle parole crociate.<br />

Last but not least, si trova ancora<br />

in saldo, sul sito di Edizioni<br />

<strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong>, a un prezzo scontatissimo,<br />

e arriva direttamente<br />

a casa vostra.<br />

Più veloce della luce? Non ancora…<br />

Ma di sicuro arriva. In<br />

tutta Italia. Che ci sia sole o<br />

pioggia, vento o neve. Senza<br />

rischio di uscire e ammalarsi di<br />

Covid o necessità di indossare<br />

la mascherina.<br />

E per concludere, un messaggio<br />

per tutte le Donne (ma anche<br />

per gli uomini) da leggere<br />

ad alta voce questo otto marzo?<br />

“Donne da morire” non è che<br />

un titolo. Nella realtà dovremmo<br />

essere tutte, sempre e solo,<br />

donne “da vivere”.<br />

https://paolacimmino.it/<br />

amare o non amare?<br />

questo e' il dilemma<br />

una storia dolce, profonda e graffiante come solo le donne sanno essere<br />

Il romanzo di Paola Cimmino è acquistabile in tutte le librerie,<br />

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22 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 3 • MARZO 2021


RACCONTAMI UNA STORIA<br />

RACCONTAMI UNA STORIA<br />

TERZO ROUND: “STANNO SUONAN-<br />

DO LA NOSTRA CANZONE”<br />

Ecco i vincitori.<br />

Le antologie di fine concorso si preannunciano splendide!<br />

Eh già<br />

di Elena Rustici<br />

Vi odio!<br />

No, non è vero.<br />

Vi amo! Amo la vostra<br />

fantasia, il vostro cuore,<br />

le lacrime che intravedo<br />

attraverso le righe<br />

dei racconti che scrivete,<br />

i sorrisi che fate esplodere<br />

come tanti fuochi d’artificio sui<br />

volti di chi vi legge.<br />

Amo la caparbietà con la quale<br />

continuate a inviare i vostri elaborati,<br />

pur sapendo che il podio<br />

ha solo tre posti e che difficilmente<br />

si centra il bersaglio due<br />

volte consecutive... anche se<br />

molti di voi stanno dimostrando<br />

che è vero l’esatto contrario.<br />

E a costo di ripetermi (scusate:<br />

è l’età) ribadisco che ogni volta<br />

escludere qualcuno da un podio<br />

che meriterebbe appieno è sempre<br />

più difficile; così difficile<br />

che questa volta non ho potuto<br />

fare a meno di assegnare un exaequo<br />

per il terzo posto dopo<br />

essermi reso conto che lanciare<br />

una monetina in aria sarebbe<br />

stato poco corretto.<br />

Non è stato un sottrarsi alla responsabilità<br />

di giudice, ve lo assicuro:<br />

sono rimasto per molto<br />

tempo con entrambi i racconti<br />

di Fabio Gimignani<br />

Prima classificata<br />

Elena Rustici<br />

“Eh già”<br />

Secondo classificato<br />

Diego Cabras<br />

“Musica per le nostre<br />

orecchie”<br />

Terzi classificati<br />

Silvia Assunti<br />

“Lègami Legàmi”<br />

Fabrizio De Sanctis<br />

“Sogno Giulia”<br />

aperti, tentando di capire quale<br />

dei due superasse l’altro. magari<br />

di un’inezia, di un soffio di<br />

quel non so che, sufficiente a<br />

far pendere la bilancia da una<br />

parte. Ma niente da fare: i piatti<br />

sono rimasti perfettamente allineati<br />

e perfettamente<br />

paralleli al pavimento.<br />

Quindi, forte del mio<br />

ruolo di Padrone del<br />

Vapore e convinto assertore<br />

del fatto che la<br />

democrazia sia un’utopia<br />

buona solo per gli incarti<br />

dei Baci Perugina destinati ad<br />

alcuni Paesi dell’America Centrale,<br />

ho tratto il dado varcando<br />

il Rubicone del regolamento e<br />

assegnando il terzo posto a Silvia<br />

Assunti e Fabrizio De Sanctis.<br />

E adesso, prima di leggere<br />

iquattro racconti vincitori di<br />

questa manche, vi prego, soffermatevi<br />

un istante insieme a me<br />

per riflettere su un dato di fatto<br />

di un’importanza a dir poco<br />

epocale: Gennaio 2022 vedrà<br />

nascere due antologie meravigliose,<br />

grazie a un Editore che<br />

crede nei talenti da scoprire, ma<br />

grazie soprattutto a voi, sognatori<br />

intrepidi, capaci di sfidare<br />

i tempi con le vostre parole e<br />

le vostre idee. Capaci di incuriosire,<br />

affascinare, ammaliare,<br />

commuovere. Voi, saldi sulle<br />

gambe e con lo sguardo perso<br />

verso il mare aperto.<br />

“Eh già<br />

sembrava la fine del mondo<br />

ma sono ancora qua<br />

ci vuole abilità<br />

eh, già<br />

il freddo quando arriva poi va<br />

via<br />

il tempo di inventarsi un’altra<br />

diavoleria”<br />

Alla radio passano la canzone<br />

di Vasco e il pensiero va lì, non<br />

c’è verso, sempre a lui il mio<br />

caro amico Paolo.<br />

Paolo ha avuto una vita difficile,<br />

molto difficile, a tratti assurda,<br />

talvolta di una sfortuna<br />

fuori dal normale, in alcuni casi<br />

invece così particolare da definire<br />

la sua stessa esistenza un<br />

miracolo, eh già!<br />

«Paolino! Sei tornato, grande!<br />

Sei un supereroe, non c’è niente<br />

da fare».<br />

«Allora Tesorino, eh già, sono<br />

ancora qua, ancora non me ne<br />

vado, ho la pelle dura sai?»<br />

«Lo so bene, vieni andiamo a<br />

fumarci una sigaretta, che mi<br />

racconti le ultime avventure».<br />

Con la sua bocca storta ed un occhio<br />

un po’ più chiuso dell’altro<br />

mi fa una delle sue risate così<br />

tenere che gli fanno muovere<br />

anche le spalle in su e in giù,<br />

poi un colpo di tosse, gira con<br />

abilità la sua sedia a rotelle e si<br />

spinge fino all’ area fumo.<br />

«Come è andata a questo giro il<br />

ciclo di chemio? Un po’ meglio<br />

dell’altra volta?»<br />

«Mica tanto Tesorino, sono sei<br />

cicli, ne ho fatti tre, ed è sempre<br />

peggio. Ma sai cosa mi è<br />

successo, che ridere a ripensarci!<br />

Il giorno dopo aver fatto la<br />

terapia, ed aver passato tutto<br />

il tempo in bagno, sai a letto<br />

non mi potevo mettere, ci avrei<br />

messo troppo tempo ad alzarmi<br />

e nel frattempo mi sarei cacato<br />

addosso, quindi mi sono messo<br />

in salotto e mi sono addormentato».<br />

«Come fai sempre, che sembri<br />

una gallina appollaiata sulla sedia<br />

a dormire».<br />

«Sì, sì, brava proprio così, insomma,<br />

non so come mi sono<br />

ribaltato. Ho cominciato a chiamare<br />

la mia mamma, ma è sorda<br />

come una campana, dormiva<br />

e non sentiva niente, io che cercavo<br />

di tirarmi su, ma il divano<br />

era troppo basso e io troppo<br />

debole e non ce la facevo, insomma<br />

sono rimasto per terra<br />

come una tartaruga rigirata per<br />

mezz’ora finché mamma non si<br />

è svegliata e non è venuta a rialzarmi».<br />

Non so se mettermi a piangere<br />

per questo mio amico disabile a<br />

causa della Poliomielite presa a<br />

tre anni, straziato da un tumore<br />

al nervo facciale ed eliminato<br />

con la radio ed ora sottoposto<br />

a chemio per un tumore al cervelletto,<br />

non operabile, ma lui<br />

ride, racconta la sua storia tragica<br />

e ride, che meraviglia.<br />

«Noo, dai ma che dici, ma<br />

muovevi anche le gambette e le<br />

braccia in alto proprio come le<br />

tartarughe rigirate?»<br />

«Sii! Una scena impietosa,<br />

quando la mamma mi ha trovato<br />

si è spaventata, ha 80 anni,<br />

prima o poi le faccio venire un<br />

infarto. Comunque, anche questo<br />

ciclo è andato, questo fine<br />

settimana vado a giocare a bocce<br />

con in miei amici».<br />

«Ah! quelli che di tre non se ne<br />

fa uno?»<br />

«Brava! Proprio loro, poi non<br />

ti scordare che la prossima settimana<br />

abbiamo il concerto di<br />

Vasco, ti passo a prendere io».<br />

«Mi vieni a prendere con la<br />

supercar, così parcheggiamo<br />

davanti allo stadio e facciamo<br />

invidia a tutti».<br />

«Certo! Io ho il posto riservato<br />

ai VIP!»<br />

Ride ancora, io con lui.<br />

Ogni volta che lo guardo e lo<br />

sento parlare mi chiedo come<br />

faccia ad essere sempre allegro.<br />

Proprio lui che ha tanti<br />

problemi, vive mille difficoltà<br />

ogni giorno, ed è malato, molto<br />

malato. Per lui tutto è difficile,<br />

scendere dal letto la mattina,<br />

uscire di casa, montare e<br />

scendere dalla sua macchina<br />

super attrezzata e anche quando<br />

finalmente è sulla sedia a ro-<br />

24 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 3 • MARZO 2021 www.edizionijollyroger.it<br />

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telle deve trovare percorsi che<br />

gli permettano di accedere alle<br />

varie strutture senza rischio di<br />

ribaltarsi, né troppo in salita<br />

né troppo in discesa. Praticamente<br />

una continua corsa ad<br />

ostacoli contro tutto e contro<br />

tutti, questa è la sua vita, ma<br />

lui dice che è bella, che vale<br />

la pena vivere, per il piacere di<br />

fumarsi una sigaretta, di chiacchierare<br />

con gli amici, di voler<br />

bene e di riceverlo. Il suo unico<br />

rammarico e di non aver avuto<br />

figli, si è innamorato, anche<br />

diverse volte, ma purtroppo era<br />

corrisposto con affetto, non con<br />

l’amore che lui avrebbe voluto.<br />

Lavoriamo insieme, è disabile<br />

fisicamente per colpa della poliomielite,<br />

ma è perfettamente<br />

sano di mente, ha un diploma<br />

di scuola media superiore, è<br />

perito chimico. Spesso viene<br />

sottovalutato e lui si diverte a<br />

far credere di essere un po’ “ritardato”<br />

per poi lanciare qualche<br />

frase ad effetto che lascia<br />

gli interlocutori di stucco e lui<br />

ride, ride spesso, ride tanto. C’è<br />

stato un tempo in cui, quando<br />

lo vedevo in mensa a mangiare,<br />

talvolta solo, facevo finta di<br />

niente e mi mettevo ad un altro<br />

tavolo, pensando, come tanti,<br />

anzi quasi tutti, “che noia Paolo,<br />

il disabile, cosa avrà mai da<br />

dire, magari si lamenta dei suoi<br />

problemi, ognuno ha i suoi, figurati<br />

se voglio stare a sentire<br />

anche lui”. Grande errore di<br />

valutazione, apparenza mai fu<br />

più ingannevole. Paolo, il disabile,<br />

lo storpio, quello che parla<br />

anche un po’ male, da quando<br />

l’hanno operato al nervo facciale,<br />

è una delle persone più<br />

interessanti, allegre e che trasmette<br />

gioia più di tante “belle<br />

persone”. È un pittore, è riuscito<br />

anche ad esporre dei quadri,<br />

gli piace l’arte, è uno sportivo,<br />

ha nuotato nella nazionale disabili,<br />

gioca a bocce, tifa Inter,<br />

ascolta tanta musica e non si<br />

perde un concerto, a patto che<br />

qualcuno lo accompagni. Il suo<br />

sogno sarebbe farsi una casa<br />

su misura per lui e vivere solo,<br />

ma da quando gli hanno trovato<br />

l’ennesimo tumore, la banca<br />

non gli eroga il mutuo, secondo<br />

loro non ce la farà a pagarlo, se<br />

ne andrà prima. Questo l’ha depresso<br />

parecchio, era un sogno,<br />

un obiettivo, era il suo modo<br />

di farsi coraggio e combattere<br />

contro l’ennesimo nemico del<br />

suo corpo, ma la banca gli ha<br />

messo davanti la realtà dei fatti.<br />

Per fortuna è durato poco, si<br />

è ripreso ed ha detto che dopo<br />

che avrà sconfitto anche questa<br />

bestiaccia ci riproverà, la sua<br />

forza d’animo è incredibile e<br />

contagiosa. E’ impossibile lamentarsi<br />

della propria esistenza<br />

dopo aver passato anche solo<br />

un’ora con lui, è un antidepressivo,<br />

è una fonte di ispirazione<br />

e speranza.<br />

«Vieni bellezza monta in macchina<br />

che ti porto a cantare!»<br />

Monto in macchina, rido e lui<br />

con me. E’ felice quando esce<br />

dalla routine, come tutti, ma<br />

riesce ad apprezzarlo di più.<br />

Arriviamo allo stadio, siamo<br />

in netto anticipo, ma dobbiamo<br />

muoverci prima che inizi<br />

la confusione, ovviamente parcheggiamo<br />

nel posto dei disabili<br />

proprio davanti all’entrata,<br />

lo aiuto a scendere, gli tiro giù<br />

la carrozzina e lui ci si accomoda.<br />

Quando è in mezzo a tanta<br />

RACCONTAMI UNA STORIA<br />

gente sta all’erta, per lui tutto è<br />

un potenziale rischio per la sua<br />

stabilità. Entriamo, gli steward<br />

ci accompagnano sulla pedana<br />

per i disabili, siamo vicini al<br />

palco. Ci sono già altre persone,<br />

quasi tutte in carrozzina. La<br />

sistemazione è semplice, disabile<br />

davanti, accompagnatore<br />

su una sedia proprio dietro, in<br />

fila indiana.<br />

«Io ho la sciarpa e il cappellino<br />

di Vasco! Guarda, guarda!»<br />

«Sì l’ha visto la signora, ora<br />

lasciala stare, guarda il palco,<br />

guarda se arriva Vasco».<br />

L’accompagnatrice del ragazzo<br />

handicappato mi sorride e<br />

cerca di distrarre il ragazzo, ad<br />

intervalli regolari gli asciuga la<br />

bocca che cola saliva copiosamente.<br />

Guardo Paolo, è assorto nei<br />

suoi pensieri, si guarda intorno,<br />

a pochi metri un’altra ragazza<br />

lo guarda.<br />

«Oh che cazzo vuoi, che cazzo<br />

guardi, che vuoi, girati stronzo!»<br />

«Laura, dai stai buona, non ti<br />

sta guardando».<br />

L’accompagnatore di Laura<br />

è molto giovane, fa parte di<br />

un’associazione, la ragazza ce<br />

l’ha con tutti, ma soprattutto<br />

con Paolo che, in realtà, non la<br />

guarda neanche.<br />

«Paolo ce l’ha con te! Ora ti<br />

picchia, mi toccherà anche sedare<br />

una rissa».<br />

Lui ride, è estasiato dall’ambiente,<br />

le luci e dallo stadio che<br />

piano, piano si è già riempito.<br />

Dopo un po’ inizia il concerto,<br />

la musica rock di Vasco parte a<br />

tutto volume, cantiamo a squarcia<br />

gola le canzoni, le sappiamo<br />

tutte! C’è una ragazza che balla<br />

miele, sangue<br />

e vetriolo<br />

racconti ai confini della perversione umana... e anche oltre<br />

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26 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 3 • MARZO 2021


RACCONTAMI UNA STORIA<br />

RACCONTAMI UNA STORIA<br />

sotto il palco dei disabili, ha un<br />

seno abbondante ed una maglietta<br />

corta e stretta che glielo<br />

risalta, ballando si muove tutto.<br />

Paolo l’ha notata e non le stacca<br />

più gli occhi di dosso, si è<br />

perfino scordato di Vasco. Lei<br />

ogni tanto si gira, sente il suo<br />

sguardo su di sé e sorride maliziosa,<br />

muovendo ancora di più<br />

il seno, gli sta facendo perdere<br />

la testa.<br />

«Oh, hai beccato! Vuoi tornare<br />

a casa con lei?»<br />

«Magari, ma mamma è gelosa,<br />

non gli ho neanche detto che<br />

sono venuto al concerto con<br />

te, ufficialmente sono con un<br />

amico, non vuole che mi girino<br />

intorno le donne, dice che<br />

mi prendono in giro e poi io<br />

ci rimango male. Ma io questo<br />

lo so, quella lì, lo so che lo<br />

fa apposta per farsi vedere, ed<br />

è per questo che io la guardo,<br />

mi piace, ma lo so che finisce<br />

qui, mi accontento, magari mi<br />

accontenterò da solo poi a casa<br />

ripensandola».<br />

«Daii che schifo, non me le dire<br />

Giovanni e Sandra sono seduti<br />

nella loro auto; sono usciti<br />

fuori dalla statale e si sono nascosti<br />

dietro un macchione di<br />

ginestra per non dare nell’occhio<br />

visto che la vecchia Opel<br />

Astra è ridotta ad un catorcio riconoscibilissimo,<br />

sperano solo<br />

queste cose!»<br />

Ridiamo di gusto, la ragazza si<br />

deve essere accorta che parliamo<br />

di lei e sembra ancora più<br />

compiaciuta, che idiota.<br />

«Mi dispiace solo che mamma<br />

non capisca che ci sono donne<br />

che sono anche amiche, come<br />

te, voglio dire, tu hai un marito<br />

dei figli, è ovvio che passi<br />

il tempo con me perché siamo<br />

amici, io ci credo nell’amicizia».<br />

«Certo! Anche se lo sai che<br />

io di te mi approfitto spudoratamente,<br />

perché fai sembrare<br />

ogni mio problema una barzelletta<br />

in confronto ai tuoi, quindi<br />

mi fai accettare meglio le cose e<br />

mi fai essere più allegra e contenta.<br />

La verità è che ti sfrutto<br />

biecamente».<br />

«E io sono contento di questo<br />

e mi faccio sfruttare volentieri!<br />

Noo, senti cosa suonano, la nostra<br />

canzone, eh già!»<br />

“con l’anima che si pente<br />

metà e metà<br />

con l’aria, col sole<br />

con la rabbia nel cuore<br />

Musica per le nostre orecchie<br />

di Diego Cabras<br />

che nessuno noti il sottile filo<br />

di fumo che esce dal radiatore<br />

accartocciato. D’altronde ormai<br />

è buio, la serata è fredda e<br />

brumosa, quindi il rischio è relativo.<br />

Il ragazzo, che ha poco<br />

più di vent’anni, accarezza lentamente<br />

la coscia sinistra della<br />

con l’odio, l’amore<br />

in quattro parole<br />

io sono ancora qua”<br />

«Tesorino, sai di cosa ho paura,<br />

che quando non ci sarò più<br />

non avrò lasciato niente, non ho<br />

figli e sembrerà che io non sia<br />

mai esistito».<br />

Ad un tratto è serio, abbiamo<br />

entrambi le lacrime agli occhi,<br />

ci guardiamo, gli sorrido.<br />

«Non succederà, uno muore<br />

davvero quando nessuno si ricorda<br />

più di lui e questo io non<br />

lo permetterò, te lo prometto,<br />

già con i tuoi quadri hai lasciato<br />

il segno, ma io cercherò di fare<br />

di più».<br />

“poi l’anima che si arrende<br />

alla malinconia<br />

poi piango, poi rido<br />

poi non mi decido<br />

cosa succederà?”<br />

Paolo non c’è più ormai da<br />

qualche anno, ha combattuto<br />

fino alla fine, poi la bestiaccia<br />

se l’è portato via, però, in qualche<br />

modo, lui è ancora qua, eh<br />

già!<br />

sua fidanzata dove campeggia<br />

un ematoma mostruoso che diventa<br />

più scuro ogni minuto,<br />

il suo sguardo però è fisso in<br />

un varco nel cespuglio davanti<br />

a sé e scruta l’incrocio che,<br />

pochi metri più in là, conduce<br />

all’ingresso del pronto soccor-<br />

so dell’ospedale di S. Nazario,<br />

subito fuori città.<br />

Ogni tanto stacca la mano da<br />

Sandra per detergersi l’occhio<br />

destro, si è fatto un brutto taglio<br />

sul sopracciglio battendo<br />

la faccia sul volante e continua<br />

a sanguinare, poi ricomincia la<br />

sua lenta carezza, imbrattando<br />

di rosso la gamba di lei.<br />

La giovane si gira un attimo<br />

a guardarlo; sarebbe carina<br />

se non avesse i lunghi capelli<br />

biondi completamente scompigliati,<br />

una brutta abrasione sulla<br />

guancia e sangue che le esce<br />

dalla bocca:<br />

«Sei bello, sai?»<br />

Guarda innamorata il volto di<br />

Giovanni, col suo ciuffo castano<br />

sugli occhi, che cola sangue<br />

e che si sta gonfiando a vista<br />

d’occhio.<br />

Lui sorride senza distogliere<br />

lo sguardo; ripensa all’ultima<br />

ora e sente che sta per avere<br />

un’erezione. Si gira un attimo<br />

per guardarla a sua volta e non<br />

l’ha mai trovata tanto eccitante<br />

come adesso che sembra un<br />

relitto umano. Nella radio Skin<br />

urla a basso volume Secretly,<br />

un pezzo preistorico degli<br />

Skunk Anansie; lui la spegne e<br />

apre la bocca per la prima volta<br />

da un bel po’:<br />

«Raccontamelo ancora, dai».<br />

«Allora: siamo usciti da casa<br />

dei tuoi nel tardo pomeriggio,<br />

siamo saliti su questo cesso di<br />

auto che hai rubato ieri sera e<br />

abbiamo girato un po’ a caso in<br />

periferia finché non abbiamo<br />

trovato quell’incrocio larghissimo<br />

fuori città, vicino a Tavernera;<br />

sembrava un’autostrada,<br />

era perfetto. Lo abbiamo fatto<br />

avanti e indietro diverse volte<br />

per vederlo da tutte le angolazioni,<br />

poi ci siamo parcheggiati<br />

con due ruote sull’erba all’angolo<br />

della provinciale, in attesa<br />

della situazione più favorevole,<br />

coi fari spenti. Abbiamo aspettato<br />

quasi mezz’ora e intanto io<br />

ti ho toccato, eri eccitatissimo.<br />

Alla fine è successo quello che<br />

aspettavamo: un’auto ha cercato<br />

di passare nel buio a tutta<br />

birra quando il rosso era ormai<br />

scattato, mentre le due dall’altra<br />

parte stavano già partendo;<br />

il nostro motore era rimasto<br />

acceso tutto il tempo e tu hai<br />

accelerato scattando con una<br />

sgommata pazzesca. Ho sentito<br />

lo stridio delle ruote mentre<br />

prendevamo velocità; era ovvio<br />

che le auto avrebbero rallentato<br />

per far passare quel pazzo ma<br />

noi ci siamo messi di mezzo non<br />

lasciando scampo a nessuno:<br />

abbiamo urtato l’auto passata<br />

col rosso dal quarto posteriore<br />

con tutta la violenza possibile,<br />

spingendola come un proiettile<br />

impazzito contro le altre due,<br />

era una di quelle stupide macchinette<br />

che non pesano nulla.<br />

Sono riuscita a non chiudere<br />

mai gli occhi come mi ero ripromessa,<br />

nemmeno nel momento<br />

dell’impatto. È stato bellissimo<br />

guardare le facce di quegli innocenti<br />

mentre una bomba stava<br />

per piombargli addosso: uno<br />

era un vecchietto inespressivo,<br />

probabilmente non si è accorto<br />

di nulla fino all’ultimo, mentre<br />

sull’altra macchina c’era una<br />

donna terrorizzata con i figli<br />

a bordo. L’urto è stato violentissimo<br />

e l’auto della tizia si è<br />

ribaltata su un fianco finendo<br />

contro il palo del semaforo, ricordo<br />

ancora il rumore delle lamiere<br />

sull’asfalto. L’altra invece<br />

ha cominciato a girare su se<br />

stessa come una trottola finché<br />

è volata giù nel fosso accanto<br />

alla statale e il suo clacson si è<br />

bloccato suonando fisso; è stato<br />

eccitante! La Ford del tipo passato<br />

col rosso è andata a finire<br />

contro il pilastrino a bordo strada,<br />

completamente accartocciata,<br />

sembrava finita sotto una<br />

pressa e quel coglione aveva<br />

perso i sensi sul volante. Doveva<br />

aver tirato una bella craniata<br />

sul parabrezza perché c’era una<br />

bellissima ragnatela di crepe<br />

tutta insanguinata!»<br />

Giovanni ormai è eccitato.<br />

«Ricordo che dopo qualche secondo<br />

ho sentito i bambini che<br />

cominciavano a piangere; per<br />

fortuna siamo riusciti a rimettere<br />

in moto e ci siamo avvicinati<br />

fino a vedere la madre svenuta,<br />

o forse morta chissà, con la<br />

testa tutta insanguinata fuori<br />

dal finestrino rotto, appoggiata<br />

sull’asfalto in modo innaturale,<br />

i vetri erano dappertutto. Poco<br />

dopo ho sentito un forte odore<br />

di benzina e ho visto che una<br />

grande chiazza si stava allargando<br />

da sotto il rottame. Era<br />

una sensazione strana quella di<br />

girellare tranquilli e silenziosi<br />

col motore al minimo in mezzo<br />

a tutti quei rottami. I bambini<br />

rompevano decisamente i coglioni<br />

coi loro strilli e piagnucolii<br />

quindi, dopo aver guardato<br />

i segni bianchi dei graffi<br />

sull’asfalto, striati a loro volta<br />

di rosso, ci siamo avvicinati al<br />

fossato per guardare cosa ne<br />

era stato del vecchio. La sua<br />

Renault era finita a muso in giù<br />

nel canale, sembrava corta la<br />

28 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 3 • MARZO 2021 www.edizionijollyroger.it<br />

29


metà, e il lato guidatore era tutto<br />

incassato dalla botta iniziale;<br />

a parte il clacson non si sentiva<br />

niente e dopo un minuto siamo<br />

andati via chiedendoci in che<br />

condizione fosse ridotto il tizio<br />

e se fosse ancora vivo. Mi sono<br />

accorta solo allora, parlando,<br />

che stavo masticando tanti pezzettini<br />

di vetro; probabilmente<br />

durante l’urto avevo la bocca<br />

spalancata e mi si è riempita<br />

coi frammenti del finestrino<br />

esploso. Mi è piaciuto sentirli<br />

mescolati al sapore metallico<br />

del mio stesso sangue.<br />

Siamo tornati sulla provinciale<br />

e abbiamo nascosto l’auto nel<br />

verde, poi abbiamo fatto l’amore<br />

ed è stato bellissimo amore<br />

mio. Quando abbiamo visto le<br />

luci e sentito le sirene delle ambulanze<br />

siamo scappati e siamo<br />

venuti subito qua sperando che<br />

l’auto non ci abbandonasse prima<br />

del tempo».<br />

A rievocare quelle immagini si<br />

è di nuovo eccitata anche lei,<br />

non si è mai sentita tanto viva in<br />

vita sua. Comincia a strusciare<br />

la mano sui jeans di Giovanni e<br />

sente la sua erezione, vorrebbe<br />

fare di nuovo l’amore ma lui la<br />

allontana; adesso non è il momento,<br />

vuole restare vigile e la<br />

botta presa alla testa già non lo<br />

aiuta.<br />

Passano ancora tre o quattro minuti<br />

nel silenzio più totale poi,<br />

da lontano, si cominciano a sentire<br />

di diverse sirene. Il suono è<br />

urgente e angoscioso, si alza di<br />

volume e di tono secondo dopo<br />

secondo fino a diventare altissimo<br />

e quasi insopportabile nella<br />

cacofonia di tre ambulanze che<br />

RACCONTAMI UNA STORIA<br />

arrivano a tutta velocità, passano<br />

proprio davanti all’auto<br />

nascosta dei ragazzi che guardano<br />

affascinati e raggiungono<br />

l’uscita dell’ospedale imboccando<br />

l’ingresso del Pronto<br />

Soccorso come impazzite e disegnando<br />

in modo inquietante<br />

la drammaticità del momento,<br />

tra il saettare di suoni e fredde<br />

luci blu in movimento.<br />

Giovanni si gira verso Sandra<br />

con gli occhi sognanti e pieni di<br />

desiderio, la osserva un attimo:<br />

ha il volto tumefatto e le labbra<br />

gonfie da cui escono minuscole,<br />

meravigliose goccioline di<br />

sangue vermiglio. È l’immagine<br />

stessa della bellezza.<br />

«Li senti? Ora possiamo fare<br />

l’amore, stanno suonando la<br />

nostra canzone».<br />

il xvi secolo<br />

attuale come non mai<br />

Le bande nere rivivono tra le pagine geniali di lorenzo leoni<br />

Lègami Legàmi<br />

di Silvia Assunti<br />

Deglutendo il groppo di dolore<br />

che avevo in gola, mi avviai<br />

alla rastrelliera dove, meticolosamente<br />

ordinati, erano appesi<br />

tutti i miei costumi di scena.<br />

Adoravo ballare, era qualcosa<br />

che mi permetteva di essere<br />

davvero me stessa, di perdere<br />

quei freni che costantemente<br />

guidavano la mia vita.<br />

Quella sera non me la sentivo<br />

di mettere in scena il solito<br />

spettacolo di burlesque, seppure<br />

i miei numeri fossero sempre<br />

molto ben curati e di ottimo<br />

gusto, avevo semplicemente<br />

voglia di lasciarmi andare sulle<br />

note della musica, farmi carezzare<br />

dalla melodia e dalle parole<br />

che cantavo e in esse annullarmi.<br />

Ero una delle poche<br />

ballerine del locale a cantare<br />

dal vivo durante gli spettacoli<br />

e questo mio talento era molto<br />

apprezzato dal pubblico, che<br />

per me soltanto riempiva il locale<br />

ben oltre la sua effettiva<br />

capacità. «Solo posti in piedi<br />

quando ti esibisci, Hun!» Affermava<br />

sempre il gestore del<br />

locale Bryan, un mio vecchio<br />

amico. «Dovresti davvero fare<br />

audizioni per spettacoli teatrali,<br />

hai del vero talento Hun» Ripeteva<br />

in continuazione, ma a me<br />

non era mai interessato far parte<br />

di una compagnia teatrale. Io<br />

ballavo per me stessa, ballavo<br />

per sentirmi libera, ballavo perché<br />

avevo bisogno di sentire<br />

qualcosa, di provare qualcosa.<br />

Oramai non provavo emozioni<br />

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30 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 3 • MARZO 2021


RACCONTAMI UNA STORIA<br />

RUBRICA<br />

vite intrecciate<br />

e sentimenti da troppo tempo,<br />

ero solo un bel contenitore e<br />

Bryan lo sapeva bene. Per questo<br />

mi spronava sempre a portare<br />

la mia passione a un altro<br />

livello, a farlo diventare il mio<br />

lavoro fisso, a condividerlo con<br />

il mondo, ma io ero rotta dentro.<br />

Ero vuota. Il mio corpo un<br />

contenitore senza emozioni,<br />

senza pulsioni e, per quanto talento<br />

avessi, non ero in grado di<br />

trasmettere ciò che non provavo.<br />

Non ero brava fino a quel<br />

punto.<br />

Guardai il mio riflesso nello<br />

specchio, lo riconoscevo eppure<br />

mi sembra diverso: due<br />

occhi azzurri mi fissavano di<br />

rimando. Posi più attenzione<br />

al resto dell’immagine: il volto,<br />

un ovale di forma armonica,<br />

quasi perfetta costellato da una<br />

pioggia di stelle rosso ruggine<br />

che scendeva lungo il collo fino<br />

a sparire sotto il cotone della<br />

maglietta, le labbra rosee leggermente<br />

aperte, il naso non<br />

troppo sottile ma in armonia<br />

con il resto dei lineamenti. Respirai<br />

profondamente una, poi<br />

due volte e distolsi lo sguardo<br />

da quel viso così simile al mio,<br />

ma che non riconoscevo più,<br />

per dirigermi nuovamente alla<br />

rastrelliera con gli abiti. Gli occhi<br />

mi caddero su un corpetto<br />

di raso blu con intarsi di pizzo e<br />

Swarovski sulle coppe al quale<br />

allacciai una lunga coda in tulle<br />

dello stesso colore delle decorazioni;<br />

vi abbinai una giarrettiera<br />

in pizzo nero e calze, nere<br />

anch’esse, ricamate con disegni<br />

di rose rampicanti. Scelsi un<br />

trucco leggero per gli standard<br />

del locale, ma che metteva in<br />

risalto gli occhi blu rendendoli<br />

più grandi e luminosi mentre un<br />

rossetto rosso rubino tingeva le<br />

mie labbra. Scelsi infine delle<br />

décolleté dello stesso colore del<br />

rossetto e dal tacco vertiginoso.<br />

Mi parai nuovamente difronte<br />

allo specchio e ammirai la sinuosa<br />

figura che vi si stagliava<br />

dentro: il corpetto risaltava il<br />

seno prosperoso e il tacco alto<br />

aiutava a slanciare la mia figura<br />

rendendo le gambe ancora più<br />

affusolate. Soddisfatta del risultato,<br />

sciolsi i lunghi riccioli<br />

ramati ravvivandoli con le mani<br />

prima di uscire dal camerino ed<br />

immettermi nel lungo corridoio<br />

che conduceva al palco.<br />

«Ehy Cassidy!» Mi chiamò dalla<br />

parte opposta del corridoio<br />

Luiza. «Sei bellissima come al<br />

solito! Quale numero proporrai<br />

stasera? Io ho appena concluso<br />

e stavo andando a cambiarmi;<br />

ci facciamo una birra quando<br />

hai finito?» Mi domandò. Luiza,<br />

una bellissima ragazza dalla<br />

pelle color caramello e dal<br />

sorriso solare, si era trasferita<br />

a Londra da Puerto Rico per<br />

studiare letteratura inglese e<br />

mentre frequentava l’università<br />

lavorava nel locale di Bryan.<br />

«Ehy Lù!» Salutai di rimando.<br />

«Grazie, ma non credo di riuscire<br />

a prendere quella birra<br />

stasera, magari facciamo un’altra<br />

volta» Replicai forzando il<br />

mio viso a sorridere. Non sarei<br />

uscita quella sera, come non<br />

uscivo oramai da molte sere,<br />

ma Lù si ostinava a volermi<br />

tirar fuori dal mio guscio. Ero<br />

io che non volevo abbandonare<br />

l’oscurità nella quale ero sprofondata,<br />

avevo costruito una<br />

nuova fortezza lì dentro e non<br />

volevo abbandonarla. Dopotutto<br />

custodiva tutti i miei ricordi.<br />

Sospirando Luiza si fece da parte:<br />

«Capisco. Facciamo un’altra<br />

volta allora» Rispose un po’<br />

contrariata, ma senza perdere il<br />

sorriso solare. La salutai con un<br />

cenno della testa e continuai a<br />

camminare in direzione del palco.<br />

Poco prima di salirvi raggiunsi<br />

Matt, il dj e tecnico del<br />

suono e gli chiesi di suonare per<br />

me la base di “Bound to you” di<br />

Cristina Aguilera. «Sei sicura<br />

Cas?» Domandò Matt sorpreso,<br />

voltandosi quasi di scatto verso<br />

di me. «Non è meglio optare<br />

per un’altra canzone? Dopotutto<br />

stasera il locale è pieno, magari<br />

metto su un bel pezzo jazz<br />

o uno degli anni ’20 che dici?»<br />

Continuò Matt cercando di farmi<br />

desistere dal mio intento.<br />

«Va bene così Matt» Replicai<br />

semplicemente, sorridendogli<br />

in maniera poco convincente:<br />

«Stasera è la serata giusta per<br />

questa canzone» Conclusi dandogli<br />

un bacio sulla guancia.<br />

Anche Matt, come Bryan mi<br />

voleva molto bene. Avevamo<br />

provato ad avere una relazione<br />

quando iniziai a lavorare nel locale<br />

di Bryan, ma avevamo capito<br />

quasi subito che eravamo<br />

come fratello e sorella e deciso<br />

di rimanere semplicemente<br />

amici e, come amico, Matt era<br />

davvero preoccupato per me.<br />

«Come vuoi Cas, vai e stendili<br />

tutti!» Mi incitò ammiccandomi<br />

per poi voltarsi di nuovo<br />

verso la sua strumentazione da<br />

navicella spaziale mentre io<br />

prendevo posto dietro il tendone<br />

del palcoscenico.<br />

Attesi. Il nulla. Non provavo<br />

nulla. Non un’emozione, non<br />

tra storie di ogni giorno<br />

il nuovo romanzo di camilla cosi che punta dritto al cuore<br />

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32 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 3 • MARZO 2021 www.edizionijollyroger.it<br />

33


l’ansia né la trepidazione, ero<br />

come un perfetto capolavoro<br />

di Michelangelo: bellissimo.<br />

Freddo. Vuoto. Il sipario del teatro<br />

si aprì e le dolci note della<br />

melodia si diffusero nel locale<br />

mentre le luci venivano abbassate.<br />

Guardai la sala immersa<br />

nella penombra riconoscendo<br />

la maggior parte dei clienti seduti<br />

ai loro soliti tavolini, tutti<br />

rivolti verso il palcoscenico.<br />

Un silenzio surreale calò nella<br />

sala quando tutti riconobbero le<br />

note della canzone. L’aria si era<br />

fatta improvvisamente densa,<br />

nessuno si azzardava a respirare.<br />

Stavano lì, immobili quasi<br />

come statue domandandosi<br />

se avrei cominciato a cantare<br />

o, piuttosto, sarei scoppiata in<br />

un pianto lacerante. Non avrei<br />

pianto, anche volendo non avevo<br />

più lacrime. Erano tutti in<br />

trepidante attesa e così, senza<br />

più alcun indugio cominciai ad<br />

intonare le parole di “Bond to<br />

you”.<br />

Lasciai andare il dolore che mi<br />

opprimeva costantemente il<br />

petto attraverso il canto; sinuosa<br />

scesi dal palco avvicinandomi<br />

agli avventori, ammaliandoli<br />

col suono della voce e con il<br />

seducente andamento delle anche.<br />

Erano tutti preda di quello<br />

strano incantesimo creato dalle<br />

luci soffuse, dal vestito succinto,<br />

dalla melodia dolce e dalla<br />

mia voce avvolgente e colma di<br />

dolore.<br />

Il ritmo divenne più incalzante<br />

ed io cantavo: «Wall I build up<br />

became my home. I’m strong<br />

and I’m sure there is a fire in<br />

us…» Sentivo il dolore squarciarmi<br />

il petto, il cuore aperto<br />

in due, lacerato come lacerato<br />

era il canto che fuoriusciva dalle<br />

mie labbra. Mi avventurai tra<br />

i tavoli volteggiando aggraziata<br />

e, sottolineando gli accenti<br />

della canzone, mi soffermai a<br />

quello di uno dei clienti di più<br />

lunga data. Mi accovacciai per<br />

guardarlo negli occhi: «I’m<br />

terrifierd to love for the first<br />

time. Can you see I am bound<br />

in chain? I finally find my way.<br />

I am bound to you…» Intonai<br />

sfiorandogli la guancia irta di<br />

barba, prima di raddrizzarmi<br />

e continuare la mia avanzata<br />

verso il fondo della sala. Era lì<br />

che volevo andare, volevo raggiungere<br />

quel muro bianco difronte<br />

al palco, così vicino ma<br />

così lontano allo stesso tempo;<br />

volevo poterlo toccare ancora<br />

una volta, accarezzarlo, sentirne<br />

l’odore… Lasciai cadere la<br />

lunga gonna di tulle blu mentre<br />

ondeggiavo al suono straziante<br />

di quelle parole: «I’m bound<br />

to you…» Volteggiai elegantemente<br />

verso il tavolino successivo.<br />

Puntai una delle décolleté<br />

sul petto dell’uomo che<br />

mi guardava estasiato prima di<br />

lasciarla cadere a terra per poi<br />

sfilare l’altra e usarla a mo’ di<br />

bicchiere versandoci del vino<br />

rubato al tavolo del mio ammiratore.<br />

La musica mi dava la<br />

forza di andare avanti, di proseguire<br />

nella mia corsa contro<br />

il muro in fondo alla stanza, un<br />

indumento che cadeva a terra<br />

ad ogni mio nuovo passo. Riuscivo<br />

a vederlo sempre più<br />

chiaramente, riuscivo quasi a<br />

toccarlo. Era a pochi metri da<br />

me: «Do I risk it all? Come<br />

this far just to fall, fall… I have<br />

entrusted, and boy I belived in<br />

us…» Continuai col cuore a<br />

RACCONTAMI UNA STORIA<br />

pezzi mentre mi avvicinavo ancora<br />

di più e i polpastrelli delle<br />

dita sfioravano in una carezza<br />

dolce quei pochi centimetri<br />

che mi separavano dal muro…<br />

Quel muro dove di solito lui si<br />

appoggiava per spiarmi durante<br />

i miei numeri e io volontariamente<br />

e provocatoriamente lo<br />

raggiungevo volteggiando per<br />

i tavoli, abbandonando pezzi<br />

dell’abbigliamento di scena<br />

lungo il tragitto per poi, quasi<br />

nuda, rubargli il cappello alla<br />

texana che gli calava sul viso<br />

e coprirmi con esso mentre ripercorrevo<br />

il percorso a ritroso<br />

fino al palco.<br />

Guidata dalla musica, persa nel<br />

mio mondo, raggiunsi lo stesso<br />

punto della parete adesso vuota<br />

e la accarezzai come se potesse<br />

riportarmi indietro, riportarmi<br />

da lui.<br />

«I am bond to you…» Conclusi<br />

chiudendo gli occhi e<br />

accasciandomi priva di forze<br />

su quel muro. Ero pazza perché<br />

potevo ancora sentire il<br />

suo odore sul muro a distanza<br />

di tutti quei mesi. Lui se n’era<br />

andato, mi aveva abbandonata<br />

e non sarebbe mai più tornato,<br />

non poteva, anche se avesse<br />

voluto. Le lacrime arrivarono<br />

ad inondarmi gli occhi ed il<br />

petto sconquassato dagli spasmi.<br />

«Cas! Oh Cas!» La voce<br />

di Bryan arrivò come un balsamo<br />

per le mie orecchie e io mi<br />

ritrovai appesa alla sua camicia<br />

lasciandomi andare come una<br />

bambina. «Hun…» Sospirò Bryan<br />

accarezzandomi dolcemente<br />

la testa «Quando suona la<br />

vostra canzone io ho indietro il<br />

mio migliore amico».<br />

la poesia<br />

senza pudore ne' pieta'<br />

squarci d'amima, profondi come solo la poesia sa essere<br />

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34 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 3 • MARZO 2021


Sogno Giulia<br />

di Fabrizio De Sanctis<br />

RACCONTAMI UNA STORIA<br />

DEntro alla mafia cinese<br />

dentro al sistema<br />

un'indagine scomoda per il commissario siciliano<br />

È il nostro angolo. Una panchina<br />

sotto un salice, ideale<br />

quando Giulia decide che vuole<br />

uscire. In una tiepida mattina di<br />

maggio, poi, è perfetta. Intorno<br />

a noi il mondo si muove calmo,<br />

con i suoi ritmi immutabili, ma<br />

è come se non esistesse. Ci siamo<br />

solo noi; da tutta la vita, mi<br />

sembra, e forse è davvero così.<br />

Oppure no. È così importante?<br />

Conta solo il presente, dicono.<br />

Io lo so. Anche Giulia lo sa.<br />

Dal suo sguardo – che qualcuno,<br />

con molta superficialità, definirebbe<br />

assente – comprendo<br />

che sta godendo di questi attimi<br />

perché sono solo nostri.<br />

I ricordi sono bestie strane.<br />

Popolano una landa misteriosa<br />

della nostra mente. Credo sia<br />

impossibile stabilirne l’estensione;<br />

preferisco pensare che<br />

sia infinita. Ho letto qualcosa<br />

sul tema. Parole, classificazioni,<br />

schemi, diagrammi. Tutto<br />

molto interessante, per chi abbia<br />

voglia di approfondire l’argomento,<br />

ma niente che spieghi<br />

come e perché certi ricordi rimangano<br />

vividi, altri si nascondano<br />

in attesa di riemergere, altri<br />

ancora sembrino sparire per<br />

sempre. Traumi, amnesie, sono<br />

simili a tsunami che spazzano<br />

via tutto; eppure i ricordi resistono,<br />

pronti a riemergere alla<br />

prima sollecitazione, quando<br />

le macerie si ricompongono,<br />

l’orizzonte si schiarisce, la landa<br />

misteriosa torna a popolarsi.<br />

Negli occhi di Giulia rileggo<br />

la sua vita. La nostra vita, fatta<br />

soprattutto di ricordi, ormai.<br />

Non mi interessa se sono belli<br />

o brutti. Vanno e vengono, nel<br />

loro territorio. Come animali,<br />

lo marcano, si nutrono l’uno<br />

dell’altro. Il tempo è il loro nemico<br />

più pericoloso. Lo spirito<br />

di sopravvivenza è forte ma,<br />

alla resa dei conti, solo i migliori<br />

restano in superficie. Che<br />

non vuol dire siano i più belli.<br />

Anzi, i più difficili da cancellare<br />

– sempre che cancellarli<br />

sia possibile – sono i momenti<br />

duri, difficili. Brutti, insomma.<br />

Giulia è stata ed è la mia vita.<br />

Ci siamo messi insieme, come<br />

si diceva allora, al liceo e non ci<br />

siamo più lasciati. Lei è il mio<br />

sogno, da sempre. In certi momenti<br />

mi sembra impossibile<br />

averlo realizzato.<br />

Un sogno, già. C’è un ricordo,<br />

fra tanti, che niente potrà mai<br />

cancellare: un pomeriggio in un<br />

negozio del centro, uno di quelli<br />

che non esistono più. Scartabellavo<br />

fra le ultime uscite,<br />

nomi che hanno fatto la storia<br />

e meteore sparite in un amen.<br />

Come sempre, la scelta era difficile;<br />

sapevo già che, a casa,<br />

avrei discusso con mia madre.<br />

«Ancora quella robaccia? Mi<br />

raccomando, volume basso e<br />

meglio quando non ci sono».<br />

Corsi e ricorsi: la musica di<br />

oggi a me sembra inascoltabile;<br />

niente di nuovo sotto il sole.<br />

C’era una commessa molto carina,<br />

in quel negozio. Veronica,<br />

si chiamava; per dire quanto<br />

certi ricordi siano tenaci, fin nei<br />

minimi particolari. Sapeva il<br />

fatto suo. Doveva avermi notato<br />

quando ero andato lì con Giulia<br />

e altri compagni di scuola. Anche<br />

un cieco si sarebbe accorto<br />

che ero cotto di lei, figurarsi<br />

Veronica, che aveva un sesto<br />

senso nello studiare i clienti.<br />

Quel pomeriggio, rammento,<br />

c’ero solo io in negozio e lei, a<br />

un tratto, mi si accostò.<br />

«Ho qualcosa per te» disse ammiccando.<br />

Scartabellò fra i 45 giri –<br />

all’epoca si ragionava a forza<br />

di 45 e 33, i singoli e gli album<br />

– ne estrasse uno e lo mise sul<br />

piatto. Pochi istanti e la melodia<br />

di un flauto dolce si diffuse<br />

nell’ambiente, sul tappeto di un<br />

arpeggio di chitarra.<br />

«Chi sono?» le chiesi.<br />

«Un gruppo nuovo, particolare.<br />

Inglesi. Pink Floyd» rispose.<br />

«Mai sentiti».<br />

«Zitto e ascolta» intimò.<br />

Erano gli anni nei quali l’inglese<br />

si imparava più sui testi<br />

delle canzoni che sui banchi di<br />

scuola. Per me, almeno, funzionava<br />

così. Con quello scambio<br />

di battute persi le prime frasi, a<br />

parte un pillow, “cuscino”, che<br />

diceva poco o niente. Ma il ri-<br />

In tutte le librerie, nei principali shop online<br />

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36 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 3 • MARZO 2021


tornello mi lasciò senza fiato:<br />

“Sogno Julia, la regina dei miei<br />

sogni”. Sembrava scritto per<br />

me.<br />

Credo di avere assunto<br />

un’espressione da ebete perché<br />

Veronica sorrise, consapevole<br />

di aver fatto centro. Furono i tre<br />

minuti più importanti della mia<br />

vita, posso dirlo senza temere<br />

di sembrare patetico. Quelle<br />

parole che, alla fine del pezzo,<br />

sfumavano sulla base di chitarra<br />

e mellotron, proprio come un<br />

sogno che svanisce, rimasero<br />

impresse dentro di me come<br />

un marchio indelebile. All’improvviso<br />

sapevo cosa fare, ma<br />

non sapevo se avrei trovato il<br />

coraggio di farlo.<br />

Ho… no, abbiamo ancora quel<br />

45 giri dalla copertina stramba<br />

come il nome del gruppo. Credo<br />

di non averne mai ascoltato<br />

l’altra facciata, anche se poi,<br />

negli anni, i Pink Floyd sono<br />

diventati il mio gruppo preferito,<br />

a prescindere da “Julia dream”.<br />

Diciamo la verità, io non ero<br />

il tipo sfrontato che si faceva<br />

avanti e, a un certo punto, pronunciava<br />

le fatidiche parole:<br />

«Mi piaci un casino, sai? Vuoi<br />

metterti con me?». Mi bloccavo<br />

sempre sul più bello. Con<br />

Giulia, ancora di più. Non so<br />

come – in questo i ricordi non<br />

soccorrono – un giorno trovai<br />

il coraggio di chiederle se le<br />

andava di venire a studiare da<br />

me per preparare il compito di<br />

non so cosa. L’emozione quando<br />

mi disse sì, quella, cavoli, la<br />

rammento benissimo, come il<br />

tremito quando, davanti ai libri<br />

aperti sul tavolo del soggiorno,<br />

azzardai: «Posso farti sentire<br />

una cosa?»<br />

Ecco, da quel momento, lo ammetto,<br />

il ricordo si fa confuso,<br />

evanescente. Come un sogno,<br />

appunto. Un sogno che dura ancora,<br />

non soltanto in senso metaforico:<br />

immagini confuse di<br />

noi due abbracciati, del primo<br />

bacio, di parole sussurrate, del<br />

cuore che batte a mille e sembra<br />

voler scoppiare; immagini<br />

che lentamente svaniscono,<br />

accompagnate dal suono di un<br />

flauto dolce che mi riporta alla<br />

realtà.<br />

Oggi ho deciso di tentare un<br />

nuovo salto nel buio. Un’ispirazione<br />

improvvisa, di quelle alle<br />

quali devi dare retta per non rimanere<br />

preda del rimpianto di<br />

non averci provato. Come quel<br />

“Ti va di venire da me?” per<br />

il quale Fantozzi sarebbe stato<br />

fiero: salivazione azzerata,<br />

mani due spugne, voce che esce<br />

a stento. Insomma, oggi non è<br />

proprio così, non potrebbe esserlo.<br />

Molte cose sono cambiate,<br />

lo confesso. Bisogna dare<br />

nuova linfa ai sogni.<br />

È tutto pronto. Devo solo fare<br />

una leggera pressione sul display<br />

del cellulare, miracoli di<br />

You Tube. Non sono un amante<br />

della tecnologia a tutti i costi.<br />

I cd, per esempio, sono belli,<br />

comodi, pratici e indistruttibili,<br />

ma il ritorno in auge del vinile è<br />

stato una goduria immensa, diciamolo.<br />

Tutto sta ad adattarsi,<br />

a sfruttare il buono. E questo è<br />

buono, spero.<br />

Uno sguardo a Giulia. Non bada<br />

a me; è concentrata su qualcosa<br />

che forse è solo dentro di lei.<br />

Per una volta, bene così. Mi<br />

volto appena dall’altra parte,<br />

mano al taschino della camicia,<br />

RACCONTAMI UNA STORIA<br />

impacciato quanto basta. Colpa<br />

dell’età, mi dico, se le dita non<br />

rispondono; anche l’emozione,<br />

però, gioca la sua parte.<br />

Come Dio vuole, riesco nell’impresa.<br />

Appoggio il cellulare<br />

sulla panchina, accanto a me,<br />

e attendo. Pochi secondi che<br />

sembrano eterni. Poi…<br />

«Senti, amore? Stanno suonando<br />

la nostra canzone» sussurro<br />

appena, quando il Pifferaio<br />

Magico inizia a intonare la sua<br />

melodia.<br />

È un attimo. Un brivido. Giulia<br />

si scuote, mi fissa, sorride, mi<br />

prende la mano.<br />

Julia dream, dream that queen,<br />

queen of all my dreams…<br />

Canta quelle parole con voce<br />

appena percettibile. Devo fare<br />

violenza a me stesso per trattenere<br />

le lacrime, per ricambiare<br />

il suo sorriso, per cantare con<br />

lei. Qualcuno, intorno, si gira a<br />

guardarci. Un uomo inguainato<br />

in una vestaglia azzurra, a piccoli<br />

passi, fa per venire verso<br />

di noi, si ferma quasi subito e<br />

torna indietro. A suo modo intuisce<br />

che quel momento è solo<br />

nostro, è pura magia, l’attimo<br />

più vicino a un miracolo che io<br />

sia in grado di immaginare.<br />

Durerà solo il tempo della canzone?<br />

Ho impostato la ripetizione<br />

automatica, quindi può<br />

durare all’infinito. Sono previdente,<br />

ho caricato il cellulare<br />

prima di uscire di casa; ai miracoli<br />

bisogna sempre dare una<br />

mano.<br />

Anche ai sogni, se è per questo.<br />

Giulia mi parla. La sua voce,<br />

incrinata dagli anni, ha lo stesso<br />

suono di quel giorno, a casa<br />

mia, quando disse: «È meravigliosa»<br />

e mi prese la mano,<br />

cosa nascondono<br />

le apparenzE?<br />

quattordici racconti per capire che niente e' come sembra<br />

In tutte le librerie, nei principali shop online<br />

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38 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 3 • MARZO 2021


RACCONTAMI UNA STORIA<br />

come adesso, per stringerla e<br />

non lasciarla più.<br />

Sì, basta un niente perché i ricordi<br />

riprendano vita. I suoi,<br />

adesso, sono coperti da un sudario<br />

dal nome che non mi azzardo<br />

a pronunciare. Irreversibile,<br />

dicono i medici. Se le forze me<br />

lo consentissero, correrei oltre<br />

quella porta a vetri, laggiù, a<br />

gridare loro di venire a vedere<br />

questo piccolo, grande miracolo.<br />

A che scopo, però? Perderei<br />

attimi preziosi, irrecuperabili.<br />

Alla nostra età non possiamo<br />

permetterci di sprecare tempo.<br />

Perché fra un minuto, un ritornello<br />

o chissà quando, il sudario<br />

tornerà a calare sui ricordi<br />

di Giulia. Ma ora so come sollevarlo,<br />

per un minuto, un ritornello<br />

o chissà quanto.<br />

Forse è solo un sogno, ma tornare<br />

a sognarlo con lei, a sognare<br />

di lei, non ha prezzo. In<br />

fondo, basta poco. Basta tornare<br />

a suonare la nostra canzone.<br />

Appuntamento al 5 aprile con il nuovo <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong> Magazine<br />

dove conoscerete i vincitori del quarto round dal tema<br />

“Diritto di sangue”<br />

CONTEST MENSILE<br />

PER RACCONTI INEDITI<br />

Edizioni <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong> promuove un contest<br />

mensile per racconti inediti della lunghezza<br />

massima di 10.000 battute.<br />

La partecipazione è aperta a tutti, non prevede<br />

vincoli di genere ed è gratuita.<br />

I tre elaborati giudicati di volta in volta migliori<br />

verranno pubblicati integralmente sulla<br />

rivista “<strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong> Magazine”, in uscita<br />

il 5 di ogni mese.<br />

Su ogni numero della rivista sarà reso noto il<br />

tema per il contest successivo, e gli elaborati<br />

dovranno pervenire entro il 5 del mese successito<br />

all’indirizzo mail indicato.<br />

Trascorso un anno dall’inizio del contest,<br />

i dodici racconti classificatisi al primo posto<br />

saranno inseriti in un’antologia cartacea<br />

pubblicata e distribuita su scala nazionale a<br />

cura di Edizioni <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong>.<br />

I racconti classificatisi al secondo e terzo<br />

posto saranno inseriti in un’antologia realizzata<br />

e distribuita in eBook a cura di Edizioni<br />

<strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong>.<br />

Il tema mensile potrà essere sviluppato in<br />

piena libertà, senza limite di genere e contesto<br />

temporale, purché non leda la dignità di<br />

persone, enti o religioni esistenti.<br />

Per qualsiasi ulteriore informazione è possibile<br />

inoltrare le richieste alla casella mail<br />

info@edizionijollyroger.it<br />

CONTEST MENSILE<br />

PER RACCONTI INEDITI<br />

Tema per il numero di Maggio 2021<br />

Ricordati di me<br />

Gli elaborati, della dimensione massima di 10.000<br />

(diecimila) battute spazi inclusi, dovranno pervenire<br />

entro la mezzanotte del giorno 5 aprile 2021<br />

in formato OpenOffice alla casella<br />

contest@edizionijollyroger.it<br />

Gli Autori dei racconti classificati ai primi tre posti<br />

e pubblicati sul numero di maggio 2021 della rivista<br />

online “<strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong> Magazine” si impegnano a non divulgare<br />

l’elaborato con altri canali o sottoporlo ad altri<br />

Editori fino alla pubblicazione in cartaceo o in eBook a<br />

cura di Edizioni <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong>.<br />

Nella mail di invio si prega di inserire i dati anagrafici<br />

dell’Autore, un recapito telefonico e l’autorizzazione a<br />

pubblicare l’elaborato in caso di vittoria.<br />

40 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 3 • MARZO 2021


CULTURA E INTERNET<br />

CULTURA E INTERNET<br />

#unasettimanadautore<br />

approfondire per amare<br />

“Leggo Letteratura Contemporanea”: un gruppo<br />

nel quale la cultura (quella vera) trova finalmente spazio<br />

Oggigiorno si parla tanto dei social,<br />

dei contenuti che li riguardano<br />

e degli effetti che possono<br />

produrre sulla gente, soprattutto<br />

sugli adolescenti. Casi di<br />

cronaca recente hanno molto<br />

allarmato le autorità e smosso<br />

l’opinione pubblica riportando<br />

l’attenzione su vari aspetti<br />

del social media e sull’uso che<br />

spesso ne viene fatto.<br />

Facebook è una delle tante vetrine<br />

virtuali, diffusore di video,<br />

link, notizie e a volte, perché<br />

no, anche di cultura. Comprendo<br />

sia difficile abbinare il termine<br />

cultura a facebook, però<br />

è possibile, e anche vero. Posso<br />

dirlo a gran voce, poiché da<br />

quando faccio parte del gruppo<br />

facebook “Leggo Letteratura<br />

Contemporanea” il mio bagaglio<br />

umano e culturale si è notevolmente<br />

ampliato, raggiungendo<br />

vette che non avrei mai<br />

creduto di poter sfiorare grazie<br />

ad internet e al virtuale.<br />

E invece è così, LLC è una realtà<br />

accessibile a tutti e già appartenente<br />

a molti.<br />

Dapprima ne ho fatto parte<br />

come semplice utente commentatrice.<br />

Perché in LLC si può<br />

di Stefania Farinella ed Elena Raspanti<br />

Conoscere<br />

profondamente<br />

Autrici e Autori<br />

significa anche<br />

riuscire a definirne<br />

epoca, passioni<br />

e biografia non<br />

sempre ufficiale.<br />

Approfondimenti<br />

complessi, ma<br />

utili per svelare<br />

particolari in grado<br />

di fornire sempre<br />

nuove e avvincenti<br />

chiavi di lettura.<br />

curiosare tra le tante opinioni<br />

degli altri lettori riguardo gli<br />

ultimi romanzi letti, o saggi o<br />

libri di poesie. Poi, se lo si desidera<br />

si può aggiungere qualcosa<br />

di proprio e avviare una discussione<br />

che spesso porta a migliaia<br />

di commenti e a dibattiti<br />

interessanti. Dopo diversi anni<br />

di “navigazione” nel gruppo ne<br />

sono diventata amministratrice,<br />

prima del gruppo locale Palermitano/Pirandello<br />

(nato per incontri<br />

ed eventi dal vivo), e poi<br />

come amministratrice nazionale,<br />

alla guida dell’appassionato<br />

Fabrizio D’Alessandri, fondatore<br />

storico del gruppo.<br />

Come amministratrice devo<br />

dire che tutto è cambiato, la situazione<br />

mi è apparsa da un’ottica<br />

diversa e mi sono sentita<br />

“responsabile” di questa grande<br />

famiglia, sia per i contenuti da<br />

far circolare sia per le iniziative<br />

da introdurre, che possano essere<br />

d’interesse generale.<br />

Questo spirito che accomuna<br />

tutti noi amministratori ha portato<br />

nel tempo alla creazione di<br />

Rubriche, ovvero di veri e propri<br />

appuntamenti giornalieri,<br />

settimanali, quindicinali e mensili<br />

che accompagnano i lettori<br />

alla scoperta di Incipit famosi,<br />

autori dell’immenso panorama<br />

letterario, censure e rimaneggiamenti<br />

effettuati su opere storiche<br />

e romanzi d’autore e tanti<br />

altri contenuti ancora.<br />

Oggi voglio parlarvi della rubrica<br />

da me fondata insieme<br />

alla mia immancabile socia<br />

Elena Raspanti, anche lei amministratrice<br />

del gruppo nazionale<br />

e altresì del gruppo locale<br />

Emilia Romagna/Pasolini.<br />

Ogni mese ci dedichiamo alla<br />

pubblicazione della nostra rubrica,<br />

#unasettimanadautore, la<br />

quale ci richiede un lavoro di<br />

approfondimento notevole ma<br />

che ci arricchisce ogni volta.<br />

Il nostro intento è quello di far<br />

conoscere le opere e i racconti<br />

di noti autori attraverso la loro<br />

storia personale, il loro vissuto<br />

e gli anni in cui hanno scritto e<br />

pubblicato i loro testi. L’epoca<br />

che fa da sfondo alla loro vita<br />

spesso ha influenzato lo stile e<br />

la narrazione dell’opera. La conoscenza<br />

del periodo storico e<br />

delle esperienze personali permette<br />

dunque un approccio ai<br />

loro testi più lucido e maturo.<br />

Questo viaggio nelle vite delle<br />

scrittrici e scrittori più amati ha<br />

coinvolto noi fondatrici per prime,<br />

non posso negarlo.<br />

Mi sono ritrovata emozionata<br />

nel leggere come Virginia Woolf<br />

abbia inciso profondamente<br />

nella mentalità dei suoi tempi,<br />

portando alla luce l’importanza<br />

dei talenti delle donne, considerandole<br />

intellettuali al pari degli<br />

uomini e della gente di potere.<br />

Lei per prima ha subito i pregiudizi<br />

e le tradizioni dell’Inghilterra<br />

dell’800, quando le<br />

donne dovevano accontentarsi<br />

di studiare dalla biblioteca di<br />

famiglia poiché non gli era permesso<br />

la frequentazione nelle<br />

scuole, al contrario dei loro fratelli.<br />

La Woolf riempie i salotti<br />

della sua dimora non solo con<br />

i pettegolezzi, ma soprattutto<br />

con le idee femministe e rivoluzionarie,<br />

accolte da molti intellettuali<br />

del tempo. Accoglie<br />

le donne come sue amiche, le<br />

sprona a fare di più, ad andare<br />

oltre il consentito, ad avere<br />

“Una stanza tutta per sé”. Una<br />

vera donna all’avanguardia, un<br />

autentico baluardo per tutte le<br />

donne del tempo, e icona femminista<br />

anche per tutte le donne<br />

di oggi.<br />

E a proposito di donne e scrittrici,<br />

la vita di Irene Nemirovsky<br />

è stata travagliata e intensa<br />

come mai avrei immaginato.<br />

Avevo letto alcune sue opere,<br />

“Il ballo” ad esempio, racconto<br />

breve ed estremamente toccante,<br />

e avevo compreso, da alcune<br />

scene e dialoghi, degli evidenti<br />

vissuti travagliati con la figura<br />

materna. Ne ho avuto conferma<br />

studiando la sua vita per riportarla<br />

alla luce davanti agli occhi<br />

degli utenti di LLC. Nata a Kiev,<br />

in Ucraina, da una famiglia<br />

ebrea benestante, la scrittrice<br />

ha vissuto in Russia fino alla rivoluzione<br />

d’autunno. La solitudine<br />

della sua infanzia sviluppò<br />

in Irène le inclinazioni verso il<br />

libero uso dell’immaginazione.<br />

Mentre i genitori seguivano i<br />

loro affari, la piccola era affidata<br />

alle cure della governante<br />

Marie detta Zézelle che le insegnava<br />

canzoni e proverbi francesi,<br />

mentre lei languiva per la<br />

mancanza di attenzioni e di carezze<br />

paterne e materne. La sua<br />

fu peraltro un’esistenza quasi<br />

da orfana, anche se l’abbandono<br />

le procurava un piacere sconosciuto:<br />

quello di osservare la<br />

propria vita a distanza. Questa<br />

dote fu uno dei motivi che rendevano<br />

così speciale la creazione<br />

artistica della Némirovsky.<br />

Le figure genitoriali che fanno<br />

da sfondo nella crescita della<br />

giovane Irène verranno entrambe<br />

riprese nei suoi romanzi poiché<br />

senza l’uno non esisterebbe<br />

l’altra. La vita della giovane<br />

scrittrice trova la sua fine ad<br />

Auschwitz nel 1942.<br />

Altro esempio interessante è<br />

rappresentato dal talentuoso<br />

Bohumil Hrabal, lo scrittore<br />

nasce a Brno, il 28 Marzo del<br />

1914, ed è tra i più importanti<br />

scrittori Cecoslovacchi del<br />

novecento. Tra i moltissimi la-<br />

42 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 3 • MARZO 2021 www.edizionijollyroger.it<br />

43


vori che svolse ci fu quello alla<br />

cartiera, dove veniva creata la<br />

carta da macero con i libri censurati<br />

dal regime comunista,<br />

lavoro che diede lo spunto per<br />

quel capolavoro che è “Una<br />

solitudine troppo rumorosa”,<br />

o manovratore ferroviario che<br />

fece nascere “Treni strettamente<br />

sorvegliati”. Si definiva<br />

uno “sbruffone”, uno di quei<br />

personaggi che hanno animato<br />

e colorito la prima metà del<br />

900, quelli usciti quasi indenni<br />

dalle guerre, che alla morte rispondevano<br />

con una risata, una<br />

sghignazzata dal sapore alcolico,<br />

incapaci di fronte all’orrore<br />

di continuare a prendere tutto<br />

“terribilmente sul serio”, perché<br />

niente e nello stesso tempo<br />

tutto, sono il fulcro di quello<br />

che raccontava.<br />

Spero di essere riuscita ad appassionare<br />

anche voi con queste<br />

pillole di vita e storia di questi<br />

amati scrittori che, ancor prima<br />

delle loro opere, sono stati donne<br />

e uomini dei loro tempi, intimamente<br />

incisi dalle proprie<br />

vicende personali e dai legami<br />

affettivi e familiari che hanno<br />

attraversato la loro esistenza.<br />

La rubrica spazia letteralmente<br />

attraverso tutto il periodo<br />

contemporaneo e gli Stati del<br />

mondo, nessun limite ci siamo<br />

date alla conoscenza. Cerchiamo<br />

di scrivere degli autori più<br />

rappresentativi, valutandone<br />

le intrinseche capacità stilistiche<br />

e culturali e le peculiarità<br />

umane che li contraddistinguono;<br />

perché la grande letteratura<br />

è soprattutto l’elevazione del<br />

messaggio e dei valori verso<br />

una dimensione meno terrena e<br />

in cerca di un realismo che si<br />

lega a tutte le sfaccettature del<br />

comprensibile.<br />

Cercando di diffondere, nel nostro<br />

piccolo, la cultura e la conoscenza<br />

credo che si possa seminare<br />

qualcosa di buono. Oggi<br />

CULTURA E INTERNET<br />

come oggi grazie ad una ricerca<br />

su internet tutti possiamo avere<br />

immediatamente davanti a noi<br />

notizie e curiosità, ma spesso<br />

non abbiamo il tempo di farlo<br />

per quel che riguarda i nostri<br />

hobby o passioni.<br />

Ecco, io ed Elena Raspanti<br />

cerchiamo di donare all’interno<br />

del nostro amato gruppo di<br />

LLC alcuni minuti di intensa<br />

lettura riguardo le biografie di<br />

autori e poeti. Ci impegniamo<br />

così tanto che il tempo da noi<br />

dedicato alla ricerca e all’approfondimento<br />

non ci sembra<br />

affatto faticoso o eccessivo. Per<br />

noi vuol dire dare vita nuova<br />

alle opere e agli scrittori che<br />

magari tutti noi conosciamo o<br />

abbiamo sentito solo nominare,<br />

invitando però i lettori a leggerle<br />

e a scoprirle con occhi nuovi.<br />

E credo che questo possa fare la<br />

differenza.<br />

dalle crociate alle veline<br />

tra amore e morte<br />

l'eterna lotta tra il bene e il male raccontata con ironia attraverso i secoli<br />

Stefania Farinella, adm del gruppo Leggo<br />

Letteratura Contemporanea e del Gruppo<br />

palermitano di LLc/Pirandello<br />

Elena Raspanti, adm del gruppo Leggo<br />

Letteratura Contemporanea e del Gruppo<br />

Emilia Romagna/Pasolini<br />

In tutte le librerie, nei principali shop online<br />

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44 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 3 • MARZO 2021


AUTORI JOLLY ROGER<br />

AUTORI JOLLY ROGER<br />

VINCENZO MONTENERO<br />

l’acqua, i sassi e l’ironia<br />

Un Autore brillante, capace di trasformare in un sorriso<br />

anche le più bieche pecche di un’umanità imperfetta<br />

di Fabio Gimignani<br />

Con Vincenzo Montenero è stato<br />

amore a prima vista.<br />

Seduti al tavolino di un bar in<br />

un centro commerciale nei pressi<br />

di Roma, quando ancora era<br />

possibile farlo, abbiamo parlato<br />

per ore di letteratura, costume,<br />

politica ed editoria.<br />

E parlare con lui è proprio come<br />

leggere il suo “Senza Resto”: ci<br />

si mette comodi e si lascia che<br />

Vincenzo scoperchi un vaso di<br />

Pandora dal quale esce veramente<br />

di tutto.<br />

L’unico rimpianto è costituito<br />

dal fatto che il Covid abbia impedito<br />

di portare il suo libro e<br />

la sua verve ovunque, ma conto<br />

di farlo non appena sarà possibile.<br />

Intanto, per tentare di correggere<br />

questa pandemica ingiustizia<br />

nei confronti di un Autore<br />

che tutti (e sottolineo “tutti”)<br />

dovrebbero leggere, ho deciso<br />

di dedicargli spazio qui sulle<br />

pagine di <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong> Magazine<br />

affinché quanti più Lettori<br />

possibile possano conoscerlo,<br />

procurarsi il suo libro e, a loro<br />

volta, innamorarsi di una prosa<br />

scoppiettante e avvincente dalla<br />

prima all’ultima sillaba.<br />

Una borsa piena<br />

zeppa di soldi, una<br />

vita che si trasforma<br />

in un’avventura<br />

senza fine e una<br />

conclusione fuori<br />

dagli schemi.<br />

Ecco gli ingredienti<br />

dell’ultima fatica<br />

di Vincenzo<br />

Montenero, che<br />

dell’irriverenza ha<br />

fatto una bandiera<br />

da sventolare con<br />

ironia.<br />

Quindi, signore e signori, è con<br />

infinito orgoglio che vi lascio in<br />

sua compagnia.<br />

Vincenzo Montenero. Scrittore,<br />

drammaturgo, opinionista...<br />

e che altro?<br />

Attore, copywriter, speechwriter<br />

e attualmente autore di format<br />

televisivi che sto cercando<br />

di proporre alle pochissime<br />

case di produzioni televisive<br />

non monopolizzate, impresa<br />

ardua, ma in previsione non<br />

impossibile.<br />

Cosa significa per te scrivere?<br />

‘Camminare sull’acqua sapendo<br />

dove sono i sassi’; superfluo<br />

e relativo aggiungere altro, poiché<br />

questa frase è completamente<br />

inclusiva a trecentosessanta<br />

gradi del mio pensiero in<br />

merito.<br />

Come fai a riconoscere un’idea<br />

dalla quale può nascere un romanzo<br />

da un semplice pensiero?<br />

E cosa fai per fissarla ed<br />

espanderla?<br />

Potrei rispondere che scatta la<br />

solita molla dentro di me, ma<br />

mentirei a me stesso e a chi<br />

mi legge, anche se la mia è una<br />

menzogna part time, dimezzata,<br />

perché sono h24 nel continuo,<br />

perenne stress dello scrittore, di<br />

colui per il quale la prima e unica<br />

droga preferita e consumata<br />

quotidianamente da sempre ha<br />

un solo nome: penna.<br />

Hai un metodo per scrivere?<br />

Nessuno in particolare e poiché<br />

è la vera verità non vorrei mortificarla,<br />

e pertanto non aggiungo<br />

altro.<br />

“Senza resto” è un romanzo<br />

intenso, divertente e graffiante.<br />

Come è nato?<br />

Dalla considerazione che i soldi<br />

non sempre danno il senso<br />

reale del potere e come in<br />

tutte le cose supreme, uniche,<br />

inaspettate che accadono nella<br />

propria vita, non si è mai pronti<br />

ad accoglierle e gestirle come<br />

andrebbe realmente e sapientemente<br />

fatto .<br />

Raccontaci come si è formato<br />

il Vincenzo Montenero di<br />

oggi.<br />

Dalle inevitabili esperienze sia<br />

positive che logicamente negative,<br />

dagli studi in giurisprudenza,<br />

dal lavoro amministrativo,<br />

dall’amore per le donne tutte<br />

benefattrici, ma tutte belle e<br />

principalmente dai figli le uniche<br />

due cose (ndr ho due figli)<br />

che realmente ho fatto di buono<br />

nella mia vita, logicamente con<br />

l’aiuto di mia moglie .<br />

Quali sono le tue passioni, oltre<br />

alla scrittura?<br />

Domani forse potrò rispondere<br />

onestamente e con sufficienza<br />

a questa per me complessa domanda,<br />

diciamo a senso unico .<br />

Quanto di te c’è nei tuoi personaggi?<br />

E come li costruisci?<br />

Nulla in particolare ,li costruisco<br />

guardando fuori della finestra<br />

di casa mia, passeggiando<br />

per le strade del mio paese e<br />

ricordando tutte le persone incontrate<br />

nella mia vita e se non<br />

mi basta: chiudo gli occhi e<br />

cerco di pensare a qualcosa di<br />

materialmente valido e che non<br />

puzzi possibilmente di qualunquismo<br />

.<br />

Quando scrivi comandi tu o<br />

comanda la storia?<br />

Comandiamo tutti e due, a volte<br />

litigando ma per fortuna c’è<br />

sempre l’arbitro presente, la<br />

mia penna, possibilmente ma<br />

non necessariamente blu .<br />

Libri, Autori e Social network.<br />

Quali sono secondo te le dinamiche<br />

che legano questi tre<br />

soggetti?<br />

La pubblicità, la propaganda,<br />

gli spot editoriali e l’inserimento<br />

nell’ultra monopolizzato settore<br />

distributivo editoriale italiano,<br />

senza il quale rimane per<br />

nostra comunque fortuna solo<br />

Amazon .<br />

Il tuo sogno nel cassetto?<br />

Pubblicare per un grande editore<br />

italiano o in subordine vedere<br />

sul grande o piccolo schermo<br />

la versione cinematografica<br />

o televisiva di Senza Resto che<br />

46 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 3 • MARZO 2021 www.edizionijollyroger.it<br />

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esta un discreto soggetto, che<br />

ben si inserisce in particolare<br />

nel panorama cinematografico<br />

che visti gli ultimi film prodotti<br />

fa piangere e non solo il botteghino<br />

.<br />

Tre motivi per leggere “Senza<br />

resto”?<br />

In un periodo di politicamente<br />

scorretto come l’attuale bisogna<br />

essere irriverenti ma non<br />

verso il Pd i 5S, la Lega, Forza<br />

Italia e compagnia più o meno<br />

bella, ma in particolare nei<br />

confronti del Dio più potente al<br />

mondo: il Denaro; e Senza Resto<br />

assolutamente lo è, poi bisogna<br />

cercare di guardare sempre<br />

e comunque oltre la siepe<br />

del quotidiano e Senza Resto ci<br />

aiuta in tal senso, inoltre bisogna<br />

cercare di comprendere che<br />

a volte restituire è come donare,<br />

ha un suo valore intrinseco e in<br />

Senza Resto ciò è ampiamente<br />

dimostrato<br />

I tuoi consigli a chi vorrebbe<br />

affacciarsi al mondo della<br />

scrittura?<br />

Leggere,leggere e ancora leggere<br />

e ancora rileggere e poi<br />

solo dopo iniziare a scrivere<br />

evitando i c.d. Editor che in<br />

Italia somigliano ai funzionari<br />

dell’ Agenzia delle Entrate: lo<br />

scrittore, come il contribuente<br />

è sempre colpevole, insomma<br />

sbaglia sempre .<br />

AUTORI JOLLY ROGER<br />

tanti soldi, belle donne...<br />

e la vita?<br />

si dice che tutto puo' accadere, ma se accade veramente come ci salviamo?<br />

Il romanzo di Vincenzo Montenero è acquistabile in tutte le librerie,<br />

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48 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 3 • MARZO 2021


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