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CINTI
BALLERINI
BALLARINI
CINTI
BALLERINI
BALLARINI
CINTI
BALLERINI
BALLARINI
Indice
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Cinti
Giuseppe e Dina
Filippo
Zenaide Cippitelli
Dirce
Giuseppa
Angela
Cinzia
Ballerini
Giuseppe
Emma
Aldo
Maria
Arnaldo
Ballarini
Giovanni
Andrea
Alfonso
Maria
Mariano
Angelo
Giovanni
Giuseppe
Mario
Progetto grafico e impaginazione Daniela Marchini
Stampa digitale Scannerservice
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BALLARINI
CINTI
VINCENZO
BALLARINI
CINTI VINCENZO
GIUSEPPE
BALLARINI
CINTI GIUSEPPE
DIOFEBO EMILIA
ANGELO
DINA
FILIPPO
BALLARINI ANGELO
CINTI FILIPPO
CIPPITELLI ZENAIDE
GIOVANNI
DIRCE
GIUSEPPA
ANGELA
CINZIA
BALLARINI GIOVANNI
STEFANINI FILOMENA
BALLERINI GIUSEPPE
CINTI DIRCE
ANDREA
ALFONSO
MARIA MARIANO ANGELO
EMMA
ALDO
MARIA
ARNALDO
BALLARINI ANGELO
BALLERINI MARIA
D’AMBROSI DANTE
MINARI TERESA
GIOVANNI GIUSEPPE MARIO
DARIO
GIULIANA
CARLA
CLAUDIO
RICCARDA
CECCHINI TRENTO
MAIORI MARIA
BALLARINI GIUSEPPE
D’AMBROSI GIULIANA
TOMMASOLI FRANCESCO
RICCI EUFEMIA
FRANCESCA
ELISABETTA
GIANLUCA
SILVIA
FRANCESCA
GIOVANNI
BALLARINI MARIO
CECCHINI ELISABETTA
MARIO MARIA TERESA LUCA
BALLARINI LUCA
CARLOTTA
PIETRO
CECILIA
TOMMASOLI SILVIA
GIUSEPPE
SERGHEI
CANI ANDREA
BALLARINI MARIA TERESA
PANNI ROBERTO
BALLARINI MARIA TERESA
CLAUDIA
LORENZA
LEONARDO
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GIUSEPPE CINTI
CINTI
Giuseppe Cinti di Vincenzo e di...................
da Castelleone di Suasa (AN) nasce a...............
il............. Medico chirurgo.
Alla data del 17 giugno 1828 (registrazione del
battesimo di sua figlia Dina).
È medico condotto in località FRATTE di
............... (vedi libro dei battezzati dal 1811
al 1833 (archivio della Cattedrale di Urbino)
Emilia Diofebo di .................e di ..................
Dina Cinti di Giuseppe e Emilia Diofebo
possidente, nasce a Urbino (PU) il 2 Giugno
1828 (vedi trascrizione di battesimo da registro
della Cattedrale di Urbino trasmesso da Mons.
Franco Negroni in data 25 Maggio 2003).
Dalla morte del marito Massimo Garbi vive in
seno alla famiglia del fratello Filippo (vedi alla
pag. 13 Stato di famiglia riferito alla data 31
Dicembre 1870).
Muore a Pesaro in data 5 Ottobre 1903 (vedi
alla pag. 17 al n° 66 libro dei defunti della
parrocchia di S. Pietro in Calibano).
CINTI
VINCENZO
CINTI VINCENZO
GIUSEPPE
CINTI GIUSEPPE
DIOFEBO EMILIA
DINA
FILIPPO
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FILIPPO CINTI
CINTI FILIPPO
DIRCE GIUSEPPA ANGELA CINZIA
CIPPITELLI ZENAIDE
Filippo Cinti di Giuseppe e Diofebo Emilia,
farmacista, nasce a Mondavio in data 11 Aprile
1832 (vedi registrazione del battesimo presso
la parrocchia S.S. Pietro e Paterniano
di Mondavio, in lingua latina, (vedi a pag. 12)
Il padre, Giuseppe, è medico chirurgo, ed egli
si laurea in farmacia presso l’università di
Roma (vedi pag. 145 del volume “A Pesaro vi
è un farmacista” di Massimo Gunelli, edito da
ASPES - Pesaro - anno 2000, (vedi a pag. 18/19).
Non ancora trentenne si arruola e segue il
generale Garibaldi nella “spedizione dei mille”
con il grado di tenente medico.
Si innamora, ricambiato, di Zenaide Cippitelli
da Corinaldo (AN). L’amore dei due giovani
viene contrastato dal tutore di Zenaide,
un sacerdote imposto dalla chiesa, dopo
l’avvenuta fucilazione del proprio padre,
Francesco, perché affiliato alla “Giovane
Italia”, e accusato, con altri dell’uccisione
di due prelati e di una spia infiltrata.
(In casa di nonna Dirce, ricordo di certe
sedute spiritiche volte a comunicare con
Francesco Cippitelli per sapere se davvero
fu soltanto lui a sparare ad uno dei prelati).
In famiglia poi, si narrava (sottovoce) che
Filippo, adirato per gli ostacoli posti dal
tutore, gli sparò ferendolo. Seguì denuncia,
ma venne prosciolto per la testimonianza di
alcuni suoi amici che dichiararono che egli
stava recitando in un teatro di Corinaldo
all’ora dell’attentato (vedi memoria scritta da
Graziella Salucci in data 12 Settembre 2003
a pag. 38/39).
Si uniscono in matrimonio e Zenaide segue
Filippo, ancora militare, prima in Sicilia e poi
a Torino. Dalla loro unione nascono Dirce
(mia nonna) 27 Febbraio 1860, Giuseppa
(o Giuseppina) 24 Febbraio 1866, Angela 17
Febbraio 1870 e Cinzia 26 Giugno 1872.
La famiglia, con la primogenita Dirce, visse
a Torino per un po’ di tempo, tanto che mia
nonna parlava correttamente francese.
Filippo, congedato, si trasferisce a Pesaro.
Al 31 Dicembre 1870 risulta ivi residente
in via Tebaldi n° 7 (vedi attestato di famiglia
rilasciato dal comune in data 16 Maggio 2003
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FILIPPO CINTI
a pag. 13). Componenti: Cinti Filippo,
Cippitelli Zenaide, Dirce, Giuseppe, Angela
e Cinzia, figli, e Cinti Dina sorella.
Acquista una farmacia (ora Zongo) e per
qualche anno esercita a Pesaro (vedi lettere
circolari della prefettura di Pesaro 5 Giugno
e 18 Novembre 1892 con in calce, per presa
visione e da lui firmate unitamente ad altri
farmacisti; estratto di delibera comunale del
consiglio di Pesaro 18 Novembre 1899 a pag.
22 / 24.
Sceglie poi di vendere in Pesaro per acquistare
altra farmacia in frazione S. Pietro in Calibano
(ora Villa Fastiggi) e lì stabilirsi (vedi stato
d’anime a pag. 15 /16).
In famiglia si diceva che così decise perché
senza figli maschi a garantire la continuità
dell’esercizio e (a bassa voce) perché grande
amante della caccia e così più vicino alla
campagna.
Osservo quei luoghi ora e posso immaginare
come fossero allora: una piccolissima borgata
di case a circa chilometri 6 dalla città
(notevole distanza per quei tempi), intorno
campi coltivati e case coloniche sparse.
A ridosso, verso monte, subito alte colline
coperte di boschi; sulla destra, guardando il
colle, grande distesa di pianura e poi il fiume
Foglia. Colombacci, starne, beccacce e lepri a
monte, anatre, allodole e quaglie a valle.
Roba da non morire mai, per un cacciatore.
In famiglia lo si descriveva bello e brillante e
un po’ “fumantino”.
Di cose a lui appartenute e da me conservate,
restano:
• Fotografia giovanile a pag. 10, fotografia
con la moglie Zenaide a pag. 11, ed una a
figura intera in divisa da garibaldino a pag. 9.
• Dipinto a tempera su carta fissata su iuta
(cm 35x24) raffigurante Madonna con bambino.
È soltanto parte di quanto fosse in originale
(cm 62x83) ne conservo ancora la cornice.
L’opera è dello stesso Filippo, pittore per
diletto pag. 34.
• Doppietta ad avancarica cal. 16 di
fabbricazione austriaca dell’armaiolo Yoh
Scasuhl di Ferlach. Canne a tortiglione e
finissime incisioni con scene di caccia da
pag. 29 a pag. 33 (vedi foto dell’arma e lettera
del Borgomastro di Ferlach del 30 Agosto 1996
e del 10 Ottobre 1996). Pervenutami da
Ballerini Emma (Anita) in Salucci, sorella di
Maria mia madre invece, bilancino da farmacia
corredato di scatola di legno e contenente
svariati pesi (vedi foto a pag. 23).
Muore in S. Pietro in Calibano il giorno 12
Novembre 1902 (vedi al n° 63 anno 1902,
reg. n° 16 Vol. III libro dei defunti presso
parrocchia di S. Pietro in Calibano, pag. 17).
Filippo Cinti e Zenaide Cippitelli - 20 Settembre 1920
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Parrocchia di S. Pietro in Calibano - Libro dei defunti
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Traduzione lettera del Borgomastro di Ferlach in risposta a quella inviatagli in
data 27 Luglio 1996
Gentile Sig. Ballarini, ho letto con interesse la sua lettera del 27 luglio c.a.
Le nostre ricerche nell’archivio della città riportano che nel (Land) regione
Carinzia, si trova una memoria dell’anno 1807 nell’archivio Dietrichstein
fascicolo CCXXXVIII e lì compare un fornitore di armi Johann Schaschl armaiolo
e costrutture di canne per fucile.
Se lei avesse bisogno di altre informazioni la prego di rivolgersi direttamente
all’archivio del Land della Carinzia e prendere contatti con Klagenfurt (Capitale
della Carinzia). Esatte informazioni sul maestro armaiolo di Ferlach le potrà
ricevere da consorzio Maestri armaioli di Ferlach. (Contattare il sig. Josef
Krainer..................)
Allegato trovate un elenco degli armaioli di Ferlach i quali le daranno volentieri
informazioni.
Nella speranza di averla aiutata con queste informazioni la saluto cordialmente.
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Ferlach, 10/10/1996
Gentile Sig. Ballarini
La ringrazio per la sua lettera del 5 ottobre 1996.
Il valore della sua arma è estremamente difficile da stabilire poiché dipende
dall’anno di fabbricazione, del modello esclusivo, dall’interesse del collezionista
in una particolare raccolta.
La ditta SCHASCHL è stata a suo tempo una delle più stimate fabbriche di armi
di Ferlach.
La ditta SCHASCHL non esiste più e la ditta SCHASCHL-OUTSCHAR non
2 una diretta erese.
Per poter stimare il valore della sua arma le consigliamo di rivolgersi alla
cosidetta Borsa delle armi e di fare stimare il suo fucile.
Le invieremo a stretto giro di posta un catalogoinformativo sulle armi da caccia
dela paese di Ferlach con il relativo listino prezzi. Le armi contenute nel catalogo
sono costruite artigianalmente a mano da Maestri armaioli di Ferlach e perciò
vengono costruite in pezzi unici secondo i desideri dei clienti.
Inoltre vi è una generazione di armi, i fucili a scoppio “KARAWANKEN” e
modello “CARINZIA”. Queste due armi vengono prodotte meccanicamente e
completate nella COOPERATIVA DEGLI ARMAIOLI.
Tale materiale le sarà inviato per posta. Per ulteriori domande il Sig. Bracci,
il nostro rappresentante italiano sarà a sua disposizione.
Cordiali saluti
Genossenschaft der Buchsenmachermeister
9170 Ferlach
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FILIPPO CINTI
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ZENAIDE CIPPITELLI
Zenaide Cippitelli di Francesco e Ciani Angela
nasce a Corinaldo il 30 Maggio 1834 (vedi
Stato di Famiglia del comune di Pesaro riferito
al 1870) - (vedi stato delle anime parroccchia
San Pietro in Calibano anno 1877 al n° 317-58
e da stato anime 1872 a pag. 13/15/16).
Di nobile famiglia con palazzo in Corinaldo
e proprietà terriere. In tenera età viene separata
da un fratello e una sorella e affidata
ad un sacerdote con funzione di tutore.
Tale separazione è a conseguenza dell’avvenuta
condanna a morte per fucilazione del
padre Francesco, eseguita, unitamente ad altri
tre affiliati alla “Giovane Italia” a Corinaldo
in data 13 Maggio 1854.
Erano accusati di avere ucciso un delatore e
due prelati.
• Vedi memorie di mia cugina Graziella
Salucci a pag. 38/39.
• Vedi copia del verbale del processo
Arciprete Don Giacomo Mattei, 14 Settembre
1848 e del Vicario Foraneo don Giuseppe
Mazzoleni - 20 Marzo 1849. pag. 40.
• Vedi stralcio della storia di Corinaldo libro
II cap. 16 di Sergio Stefanini; pag. 41.
Vedi memoria di Bolognini da Corinaldo del
7 Marzo 1975 pag. 42.
• Vedi invito alla cerimonia per la scoperta
della lapide commemorativa apposta sul
luogo dell’esecuzione in data 13 Maggio
1975 - pag. 44
• Vedi foto di alcuni discendenti e particolare
della lapide pag. 45
• Vedi articolo su “Il Resto del Carlino” del
1 Marzo 1975 pag. 43.
Muore a ------------- in data 2 Giugno 1912.
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ZENAIDE CIPPITELLI
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ZENAIDE CIPPITELLI
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ZENAIDE CIPPITELLI
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ZENAIDE CIPPITELLI
La lapide a ricordo
Discendenti. Ballarini per Cippitelli terzo da sinistra.
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DIRCE CINTI
Dirce Cinti, di Filippo e Zenaide Cippitelli,
nasce a Corinaldo (AN) in data 27 Febbraio
1860.
Si diploma alle magistrali e sino all’età di
pensione insegna alle scuole elementari.
(Vedi medaglia d’oro rilasciata dal Ministero
della Pubblica istruzione per meriti didattici,
conservata da mia figlia Maria Teresa).
Si fidanza con il farmacista del paese di
Montelabbate a nome Lamberto ma poi
si innamora, a soli ventitre anni di Giuseppe
Ballerini, vedovo e con un figlio a nome
Bruno, titolare di un piccolo spaccio di
prodotti per calzature. Quando le si chiedeva
perchè mai avesse sposato un vedovo e di
una certa età, rispondeva che era un uomo
bellissimo.
Il genitore Filippo, contrarissimo all’unione,
sembra, così si diceva, che addirittura
maledisse le nozze, a quei tempi grave cosa.
Io bambino la ricordo abitare una bella casa
e molto grande in Montecchio frazione
di S. Angelo in Lizzola con intorno un ampio
giardino; dalla strada principale del paese
dopo un grande cancello in ferro battuto, un
viale in leggera salita, che si sviluppava per
almeno venti metri, portava ad una gradinata
che conduceva su un ampio terrazzo e di qui
all’abitazione, vedi a pag. 51.
Con la mia famiglia abitavo in un’altra casa,
molto vicina a quella di nonna, grande
anch’essa ma senza giardino.
È così che molto spesso ero lì a giocare con
altri miei coetanei; ricordo due grandi noci,
un albicocco, un fico, un pero e un melo;
sul retro della costruzione due enormi noci
e un melograno. Sottostante l’abitazione e
interrata un’ampia cantina piena di fascino e
mistero. L’intero paese andò distrutto durante
la seconda guerra mondiale 1939-1945.
Un grande deposito di mine anticarro posto
su terreno al centro dell’abitato saltò in aria
per un atto di sabotaggio. Numerosi i morti.
Pag. 52. Erano le ore 21,30 del giorno 21
Gennaio 1944.
Io e la mia famiglia e nonna Dirce con noi, ci
eravamo trasferiti a Pesaro già dall’anno 1938.
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DIRCE CINTI
Poche ore prima dello scoppio, passammo
di lì sfollati da Pesaro diretti a S. Angelo in
Lizzola per stabilirci presso zia Emma (Anita),
insegnante elementare in quel luogo.
Eravamo partiti nelle prime ore del pomeriggio
con un carro trainato da un cavallo sul quale
avevamo riposto poche masserizie e sistemato
nonna Dirce su un materasso.
Babbo, mamma, io e mio fratello Mario,
lo seguivamo a piedi concedendoci ogni tanto
un po’ di riposo seduti sulle sponde.
Ci fermammo solo il tempo per salutare zio
Aldo, fratello di mamma, già lì sfollato con
la famiglia da diversi mesi. Penso siano state
circa le ore 17,00 considerato che giunti a
casa di zia Anita feci appena in tempo a
togliermi le scarpe dai piedi doloranti e gonfi,
sedermi davanti al caminetto ed essere
improvvisamente investito da una nuvola di
cenere e udire, subito dopo, un gran boato e
rumore di vetri rotti. Corremmo tutti verso le
mura del castello, io senza scarpe, che per il
gonfiore dei piedi non hanno più inteso di
essere calzate e di lì, nella notte, vedere un
grande bagliore in direzione del paese che
avevamo appena lasciato. Dopo una notte
insonne e alle prime luci del giorno a fatica
riuscii a rimettermi le scarpe e di nuovo
mi incamminai verso il paese (circa 6 Km) per
vedere l’accaduto. Presi una stradina secondaria
che conduceva al paese di Montelabbate
via Le serre, ma poco prima di Montecchio
una pattuglia di soldati tedeschi mi proibì di
proseguire. Potei farlo circa un’ora dopo e lì
travai mio cugino Pietro che nel frattempo
era giunto in bicicletta. (Vedi fotografia alla
pagina 79 del libro a cura di Gastone
Mazzanti “La guera? Na gran brutta bestia”,
Edizioni Grapho 5 anno 1997 pag. 53).
Nella foto, macerie del paese e gruppo di
superstiti, quello sulla bicicletta con impermeabile
bianco è mio cugino Pietro e io
subito alla sua destra con impermeabile scuro,
pag. 52.
Conservo di nonna Dirce alcuni mobili (forse
già di casa Cinti), una pagella scolastica riferita
all’alunno Angelo Ballarini, mio padre e a sua
firma datata 23 Giugno 1903 vedi pag. 90,
un logoro ventaglio con penne di struzzo e un
piccolo santino da lei firmato e dedicato alla
figlia Emma a pag. 50 con l’effige di S. Anna
e sul retro una preghiera in lingua francese,
traccia del suo soggiorno in Piemonte.
Inoltre, forse i più antichi già di casa Cinti,
circa 50 volumi ed è ciò che resta di una ben
fornita libreria che ricordo posta in nicchia
nel vano pranzo dell’abitazione. Alcuni datati
1600 - 1700 e i restanti quasi tutti del 1800.
Dall’unione con Giuseppe Ballerini nascono:
Emma (Anita) 1887, Aldo 1890, Maria 1894,
Arnaldo 1900.
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DIRCE CINTI
Pianta dell?abitazione e giardino cos come nei miei ricordi.
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DIRCE CINTI
21?Gennaio 1944. Scoppio a Montecchio. La casa da noi abitata quando l residenti. Sul
fondo a destra attraversata in verticale dal palo della luce.
21?Gennaio 1944. Ore 21,00 spoppio a Montecchio.
Foto riportata alla pagina 79 del libro di Gastone Mazzanti La guera? na gran brutta
bestia
Mio cugino Pietro Salucci sulla bicicletta e impermeabile bianco. Io il primo alla sua destra
con impermeabile scuro.
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DIRCE CINTI
GIUSEPPA CINTI
Quella sera nel salotto buono di nonna Dirce.
Un’ampia ottomana di panno verde vellutato e
sulla stessa parete due grandi dipinti a tempera
di circa cm 120 x 100. Pennellata sapiente e
buon colore. Paesaggi alla maniera dei pittori
inglesi del settecento, che si spingevano sino a
Roma per riprenderne la campagna e i ruderi
antichi. Su altra parete e a sinistra del divano,
una vetrina in legno di cigliegio di fine fattura
con nella parte superiore a vetri i servizi buoni
di porcellana che, proprio perché buoni,
non si usavano mai; subito dopo, un’ampia
apertura arcata provvista di pesante tenda che
conduceva al vano pranzo e sulla destra di
questa, altro mobile dello stesso legno ma
non a vetri, la parte inferiore a due sportelli
e sul ripiano una mensola sorretta da quattro
colonnine in legno tornito e fissata sul retro
su testata dello stesso legno. Li si chiamava
buffet e contro-buffet.
Sulla parete a fronte del divano una finestra
con tendaggi, alla sua sinistra un orologio a
pendolo stile liberty che ancora conservo e a
destra un grande e alto mobile grammofono
retto da quattro brevi gambe arcuate, con al
piano inferiore due portelli con all’interno
divisori verticali in legno per riporre dischi, al
disopra il piatto girevole azionato a molla con
manovella, il braccio pieghevole con la puntina
e una grande enorme tromba acustica.
Ricordo di avere ascoltato brani della
“Cavalleria rusticana e della Tosca”.
Sulla parete opposta a quella dei due mobili,
appesi sulla sinistra, due quadri con eguale
cornice, uno con l’effige di Garibaldi e l’altro
di Mazzini. Sulla destra una porta-finestra
comunicante con l’esterno e sul terrazzo.
Al centro del vano un tavolo rotondo in noce e
a intarsi con sopra un antico lume ad olio a tre
becchi e una tabacchiera, al centro e su un
bianco centrino ricamato un’anfora delle ceramiche
Molaroni con due anse a serpentelli
attorciliati e figure su fondo nero. Sei seggiole
800 di bella fattura di cui ne conservo ancora
due. Era sera e stava imbrunendo, il tavolo
leggermente spostato per meglio sistemare il
mobile radio a fronte del divano, una radio
Marelli di quelle a valvola sistemata entro un
apposito mobile in legno a due sportelli e
retto da quattro gambe (vedi foto sotto).
Si attendevano ospiti: Il medico a nome
Spartaco Gradi, un raffinato falegname restauratore
a nome Diotamo Urbinati, l’ufficiale
postale, un maestro elementare, un commerciante
di stoffe e il titolare di una cassa rurale.
Giunsero tutti puntuali e ben vestiti.
Ricordo il falegname con un completo chiaro
e un cappello a larghe tese.
Nonna, sistematili ai loro posti chiuse le
imposte e accese la radio, corse a spegnere la
luce centrale del lampadario a soffitto non
smentendo così la sua assodata parsimonia.
Gli ospiti, tutti silenziosi e il cappello sulle
ginocchia, fissavano attenti la piccola lucina
spia di colore verde della radio, ormai unico
riferimento luminoso nella stanza buia.
Dopo alcune scariche la voce arrivò improvvisa
e tutti ebbero un piccolo sussulto.
...”Abbiamo pazientato quarant’anni, ora
basta!” Si era nel 1935 e avevo 9 anni, mi
rallegrai per avere dovuto pazientare per molto
meno, senza però capire perché proprio ora
dovessi spazientirmi.
Giuseppa o Giuseppina Cinti, di Filippo e
Cippitelli Zenaide, nasce a Corinaldo (AN)
in data 24 Febbraio 1866.
All’età di anni diciotto si sposa con un
funzionario di stato e si trasferisce a Roma
il 19 giugno 1885, muore nello stesso
anno, per malattia infettiva, in data 8
Novembre.
• Vedi memoria scritta di Graziella Salucci.
• Vedi stato di famiglia al 31 Dicembre
1870 comune di Pesaro.
Pochi giorni fa, oggi è il 4 Aprile anno
2004, mi sono recato al vecchio cimitero
di S. Pietro in Calibano e con grande
sorpresa e commozione ho scoperto
ancora esistente la tomba di Giuseppa,
posta sulle mura di cinta del camposanto.
Sulla lapide vi è la sua foto con sotto
scolpito: “Giuseppina Cinti in Nicolini,
M. 8 Novembre 1885 di anni 18 e mesi 8”.
Sulla sinistra, della stessa lapide, foto di un
maturo signore con sotto scolpito:
“Giuseppe Nicolini, M. 26 Gennaio 1923
di anni 64”.
Evidentemente il marito, deceduto 38 anni
dopo, aveva espresso il desiderio di essere
posto accanto alla sua giovanissima sposa.
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ANGELA CINTI
CINZIA CINTI
Angela Cinti, di Filippo e Cippitelli Zenaide,
nasce a Corinaldo (AN) in data 17 Febbraio
1870.
Muore a Corinaldo in data 10 Settembre 1870.
• Vedi Stato di famiglia alla data 10 Settembre
1870 rilasciato dal comune di Pesaro 16
Maggio 2003 a pag. 13.
Cinzia Cinti, di Filippo e Cippitelli Zenaide,
nasce a Pesaro in data 26 Giugno 1873.
Si diploma in canto presso il Conservatorio
musicale G. Rossini di Pesaro. Per un certo
periodo si esibisce in vari teatri nazionali e
impartisce lezioni private.
Si fidanza con certo conte Della Torre ma
sposa certo Zazzarini.
Le muore l’unico figlio, Ferruccio, insegnante
elementare a seguito di un incidente motociclistico
all’età di anni ventidue.
Muore in Pesaro in data 23 Agosto 1943.
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GIUSEPPE BALLERINI
BALLERINI GIUSEPPE
CINTI DIRCE
EMMA ALDO MARIA ARNALDO
Giuseppe Ballerini nasce a S. Angelo in
Lizzola in data 24 Marzo 1850 da Luigi e
Lodovici Rosa.
Sposa in prime nozze -------------- in data -------
e resta vedovo in data ------------- con un figlio
a nome Bruno nato il 2 Marzo 1880.
In data 2 Ottobre 1885 sposa in seconde
nozze Dirce Cinti e dalla loro unione
nascono: Emma 1887, Aldo 1890, Maria 1984,
Arnaldo 1900.
Non conosco molto di lui. Mia madre ne
ricordava i suoi modi gentili e l’amore per i
figli. So di una sua emigrazione in Brasile.
Da bambino giocavo con una corazza di
armadillo da lui riportata da quel paese; da
qualche frase captata in certi discorsi fatti in
famiglia, ho capito che l’ultimo suo periodo
di vita l’ha trascorso lontano dalla propria
moglie e famiglia, senza mai saperne il vero
motivo. Lo si ricordava di idee repubblicane
e di bell’aspetto e non incline a subire prepotenze.
Da certe frasi ascoltate, m’è parso di
capire che una certa sera subì un’aggressione
da parte di quattro uomini poi arrestati. (Non
ne conosco il motivo, a tutt’oggi, anno 2004).
Nel camposanto di Montecchio vi è ancora la
sua tomba e con lui le ceneri di due piccoli
nipotini, uno a nome Giannetto, primo figlio
di mia madre Maria e a me fratello maggiore.
Muore a S. Angelo in Lizzola il 21 Dicembre
1920.
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GIUSEPPE BALLERINI
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EMMA BALLERINI
Emma (Anita) Ballerini, di Giuseppe
e Dirce Cinti, nasce a S. Angelo in Lizzola in
data 20 Ottobre 1887.
Il periodo dei suoi studi, scuola magistrale,
lo vive in seno alla famiglia del nonno Filippo
Cinti in S. Pietro Calibano proprio perché più
vicino a Pesaro rispetto a Montecchio.
Insegna come supplente in varie sedi, anche
disagiate, prima di ottenere una sua cattedra
di ruolo in S. Angelo in Lizzola capoluogo.
Certi periodi di vacanza li trascorre con la
sorella Maria, mia madre, a Corinaldo ospiti
di parenti. In data 30 Aprile 1919 si unisce in
matrimonio con Carlo Salucci di S. Angelo in
Lizzola, piccolo proprietario di terreni e
artigiano specializzato in motori agricoli e
sopra ogni cosa, si diceva, grande amante
della caccia.
Dall’unione nascono tre figli
Maria Assunta ------------ muore in tenera età
a soli anni ---- . Pietro 2 Settembre 1921 e
Graziella 28 Novembre 1926.
Donna di certa bellezza e forte carattere.
Nelle sue mani, il governo della casa e
l’educazione dei figli.
Muore a S. Angelo in Lizzola in data 20
Dicembre 1973.
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EMMA BALLERINI
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ALDO BALLERINI
Aldo Ballerini, di Giuseppe e Dirce Cinti,
nasce a S. Angelo in Lizzola in data
20 Ottobre 1890.
Frequenta la terza media e all’età di 16 anni
emigra negli Stati Uniti d’America.
Svolge svariati mestieri e frequenta circoli
anarchici. (Ricordo che ancora negli anni
quaranta gli venivano inviati dall’America
opuscoli informativi.)
Torna in Italia con risparmi suffiecienti a
costruirsi una casa a Montecchio e aprire un
esercizio commerciale di pellami e articoli
per calzature.
Nel 1931 si trasferisce a Pesaro dove continua
la sua attività di commercio con negozio in via
Branca.
Di fede comunista e iscritto al partito sin da
giovanissimo, resta memorabile in famiglia il
ricordo delle furiosi liti con il fratello Arnaldo,
maggiore della milizia e perciò convinto
fascista. Il ricordo di tali scontri verbali m’è
restato indelebile nella memoria anche se, ad
ogni loro cessare, non restava nulla che mi
potesse convincere ad abbracciare l’una o
l’altra frontiera.
Io balilla (addirittura moschettiere) ero però
maggiormente conquistato dall’amore di patria
e convinzione di vittoria che scaturiva dalle
parole di zio Arnaldo (si era negli anni
1939 - 40). Liti feroci e affettuose insieme.
Ricordo zio Aldo, pistola in pugno, minacciare
di morte un comunista di Pesaro (certo Remo,
di professione carrettiere) per avere sferrato un
pugno al fratello Arnaldo appena tornato dalla
prigionia dopo la sconfitta (si era nel Febbraio
1946).
In data 20 Giugno 1932 si unisce in matrimonio
con Guerrina (Gina) Clementoni e nascono:
Giuseppina --------------, Bice -------- Sergio
------------
Muore in data 24 Giugno 1955.
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ALDO BALLERINI
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MARIA BALLERINI
Maria Ballerini, di Giuseppe e Dirce Cinti,
nasce a S. Angelo in Lizzola in data 18 Marzo
1894.
Non frequenta scuole superiori a quelle
dell’obbligo ma ricordo di lei un bello e
corretto scrivere, grande sensibilità e capacità
comunicativa. Un’esistenza interamente
dedicata alla famiglia, al governo della casa
e all’educazione dei figli.
Le grandi decisioni e scelte difficili sono state
sempre da lei determinate. Carattere dolce ed
energico insieme.
Parlerò ancora di lei, Maria mia madre,
proseguendo in questo cammino di memorie,
lieto e triste insieme.
Va sposa ad Angelo Ballarini in data 8
Febbraio 1923 e dalla loro unione nascono:
Giovanni 1924, Giuseppe 1926, Mario 1930.
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MARIA BALLERINI
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ARNALDO BALLERINI
Arnaldo Ballerini (chiamato Gigetto)
di Giuseppe e Dirce Cinti, nasce a S. Angelo
in Lizzola il 29 Gennaio 1900.
Frequenta gli anni del Ginnasio presso il
collegio dei Carissimi di Fano.
All’età di diciotto anni si arruola volontario nei
bersaglieri e partecipa agli ultimi sussulti della
prima guerra mondiale 1915/18.
All’avvento del fascismo, 1922, si arruola nella
milizia sino a raggiungere il grado di maggiore.
Partecipa alla campagna di Spagna, d’Etiopia
e Albania. Conservo di lui un album di foto
scattate durante la campagna in Abissinia e
ricordo, appesi su una parete di casa sua uno
scudo, due lance, un arco con frecce e una
scimitarra; lo scudo aveva lamine di ottone
lavorato, poste su fondo di velluto rosso.
Alla caduta del fascismo, 25 Luglio 1943, milita
nella repubblica sociale di Salò e segue Benito
Mussolini sino alla sua cattura. Viene fatto
prigioniero dalle truppe americane e rinchiuso
in campo di concentramento in località
Coltano, provincia di Pisa.
Ricordo sua moglie Giuseppina, che con lui ha
sempre diviso vicissitudini e passione politica,
partire alla ventura e con mezzi di fortuna sino
a raggiungere il campo e solo per vederlo
attraverso il reticolato e dargli una crostata di
marmellata di uve. Si era nell’anno 1945 la
guerra infuriava ancora (vedi lettera di mia
cugina Graziella datata 22 Settembre 1945
pag. 77). Tornato a casa non gli riesce l’inizio
di una nuova vita produttiva e conduce, grazie
ad una sua pensione di guerra e alla oculata
e attenta amministrazione della moglie,
un’esistenza modesta ma molto dignitosa.
Il fratello Aldo, comunista, gli è sempre stato
vicino. Arnaldo e Giuseppina si uniscono in
matrimonio in data 29 Ottobre 1928 e non
hanno figli.
Arnaldo muore a Pesaro in data 1 Ottobre
1978.
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ARNALDO BALLERINI
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BALLARINI
CINTI
VINCENZO
BALLARINI
CINTI VINCENZO
GIUSEPPE
BALLARINI
CINTI GIUSEPPE
DIOFEBO EMILIA
ANGELO
DINA
FILIPPO
BALLARINI ANGELO
CINTI FILIPPO
CIPPITELLI ZENAIDE
GIOVANNI
DIRCE
GIUSEPPA
ANGELA
CINZIA
BALLARINI GIOVANNI
STEFANINI FILOMENA
BALLERINI GIUSEPPE
CINTI DIRCE
ANDREA
ALFONSO
MARIA MARIANO ANGELO
EMMA
ALDO
MARIA
ARNALDO
BALLARINI ANGELO
BALLERINI MARIA
D’AMBROSI DANTE
MINARI TERESA
GIOVANNI GIUSEPPE MARIO
DARIO
GIULIANA
CARLA
CLAUDIO
RICCARDA
CECCHINI TRENTO
MAIORI MARIA
BALLARINI GIUSEPPE
D’AMBROSI GIULIANA
TOMMASOLI FRANCESCO
RICCI EUFEMIA
FRANCESCA
ELISABETTA
GIANLUCA
SILVIA
FRANCESCA
GIOVANNI
BALLARINI MARIO
CECCHINI ELISABETTA
MARIO MARIA TERESA LUCA
BALLARINI LUCA
TOMMASOLI SILVIA
CARLOTTA
PIETRO
CECILIA
GIUSEPPE
SERGHEI
CANI ANDREA
BALLARINI MARIA TERESA
PANNI ROBERTO
BALLARINI MARIA TERESA
CLAUDIA
LORENZA
LEONARDO
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GIOVANNI BALLARINI
BALLARINI GIOVANNI
STEFANINI FILOMENA
ANDREA ALFONSO MARIA MARIANO ANGELO
Giovanni Ballarini di Angelo e ---------------
nasce a -------------- il ------------- 1854.
Titolare di un’impresa edile a carattere famigliare
si sposa in data --------------con Stefanini
Filomena e dalla loro unione nascono: Andrea
1886, Alfonso 1890, Angelo 1893, Maria
1896, Mariano ---------.
Famiglia ritenuta benestante e gratificata di
molta stima. I quattro figli maschi, muratori,
erano parte integrante dell’impresa e li univa
anche la comune passione per la musica.
Un affiatato quintetto che, con il padre
Giovanni (violino), Angelo (contrabbasso),
Alfonso (fisarmonica), Mariano (clarinetto),
Andrea (sax) era uso, dopo ogni settimana
di lavoro, riunirsi per suonare e il paese,
immancabile, accorrere numeroso ad
ascoltarli.
Allo scoppio della prima guerra mondiale
1915 - 1918 tutti e quattro i fratelli Ballarini
sono richiamati e inviati a combattere sui vari
fronti.
Andrea cade combattendo sul Carso nel giugno
1916, Mariano per ferite riportate in combattimento
muore in un ospedale da campo in
Vicenza nel Dicembre 1918 (vedi foto scattata
al Sacrario di Redipuglia pag. 85).
Angelo, dopo avere combattuto su suolo
italiano nelle campagne 1916 e 1917 fa parte
del corpo di spedizione al comando del
Gen. Albricci e inviato in territorio francese.
Combatte nella battaglia della Marna e viene
decorato di medaglia d’argento sul campo
per atto di valore in data 3 Ottobre 1918 in
località Bois de Gouttes d’Or (AISNE)
Ballarini Giovanni, perduta anche la consorte,
cade in profonda depressione e muore in
data -----------.
Stefanini Filomena di -------------------------------
e di ------------------------------.
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ANDREA BALLARINI
ALFONSO BALLARINI
Andrea Ballarini di Giovanni e Stefanini
Filomena nasce a Montelabbate (PU) il 7
Febbraio 1886. In data 5 Luglio 1914 sposa
Pagnoni Iole e dall’unione nascono
Duilio e Elia. Muore combattendo sul Carso
nella prima guerra mondiale 1915/1918 in
data -------- giugno 1916 all’età di anni 30.
Alfonso Ballarini di Giovanni e Stefanini
Filomena nasce a Montelabbate (PU) in data
16 Maggio 1890. Sposa in data 28 Luglio 1915
Mariotti Cleofe e dall’unione nascono:
Elsa - Flora (o Fiora), Amelio e Luigi.
Richiamato alle armi combatte sui vari fronti
(prima guerra mondiale 15/18).
Nella foto, seduto, terzo da sinistra.
Muore a Pesaro in data 3 agosto 1960.
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MARIA BALLARINI
MARIANO BALLARINI
Maria Ballarini di Giovanni e Stefanini
Filomena nasce a Montelabbate (PU) il 20
Febbraio 1896. In data 9 Settembre 1918
sposa Azzaroni Elio e dall’unione nascono:
Bianca, Adelmano (Nino) e Nella.
Muore a Pesaro in data 10 Gennaio 1966.
Mariano Ballarini (o Marino) di Giovanni
e Stefanini Filomena nasce a ---------------
in data ------------------- sposa --------------
e dall’unione nascono -----------------------.
Richiamato alle armi muore per le ferite
riportate in combattimento nell’ospedale da
campo di Vicenza in data Dicembre 1918
(vedi foto scattata a Redipuglia - Sacrario).
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ANGELO BALLARINI
Angelo Ballarini, mio padre, di Giovanni
e Stefanini Filomena nasce a Montelabbate il
23 Febbraio 1893. Di professione muratore
come gli altri suoi fratelli Andrea, Mariano e
Alfonso, tutti operanti in seno all’impresa edile
del loro padre Giovanni. Comune con i suoi
fratelli e il padre era anche l’amore per la
musica. Suonatore di contrabbasso lo ricordo
ancora partire con quel grande strumento
posto a tracolla in sella alla bicicletta, tanto
grande da coprirlo tutto così che, osservato
da retro, pareva fosse il contrabbasso a
pedalare per lui.
In casa lo si chiamava “Violone” ed era
di un bel legno lucido e scuro e sempre tenuto
con molta cura. A causa degli eventi bellici
causati dalla seconda guerra mondiale
(1942/45) dovemmo lasciare Pesaro e sfollare
a S. Angelo in Lizzola ospiti di zia Emma
(Anita) insegnante elementare e sorella di mia
madre. Il violone, in quella occasione venne
sistemato nella cantina della casa in Pesaro
per ritrovarlo poi, passato il fronte, completamente
distrutto.
Ne acquistò poi uno usato e di piccola
dimensione dal quale non riusciva a trovare
i desiderati accordi così che lo udivo spesso
e insoddisfatto esclamare: “con l’altro sì!”
In seno alla mia famiglia non era abitudine
parlare dialetto e ricordo mia madre richiamare
mio padre quando a questi usciva
inprovvisa qualche frase.
Un giorno mio padre si stancò e chiese a mia
madre perché mai allora lo chiamasse
“Angiulin” anzichè Angelo.
Grande lavoratore e incapace di qualsiasi
speculazione e furbizia, altruista e fortemente
critico nello stesso tempo. A guerra inoltrata lo
vidi partire per la Germania a prestare la sua
opera di muratore perché qui mancava il
lavoro (vedi biglietto ferroviario in lingua
tedesca e italiana datato 31 Luglio 1942 a
pag. 101). Mi salutò raccomandandomi di
studiare e andare bene a scuola.
Ogni energia era spesa dai miei genitori per
noi figli, perché io e mio fratello Mario si
potesse studiare.
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ANGELO BALLARINI
In età giovanile pratica ciclismo e con certi
prestigiosi successi.
Allo scoppio della prima guerra mondiale
1913/1918 viene chiamato alle armi unitamente
agli altri suoi fratelli: Andrea, Alfonso e Mariano
così che l’impresa economica familiare viene a
cessare pressochè ogni attività.
Andrea cade sul Carso nel giugno del 1916;
Mariano, per ferite riportate in combattimento
muore presso l’ospedale da campo di Vicenza
nel Dicembre 1918.
Angelo, dopo le campagne 1916 e 1917 in
suolo italiano viene inviato in Francia con il
corpo di spedizione al comando del generale
Albricci e durante la battaglia delle Marne
viene ferito e compie atto di valore tanto da
essere decorato di medaglia d’argento al V.M.
conferita sul campo in data 18 Ottobre 1918
in Località Bois des Gouttes (AISNE) presso
REIMS pag. 92.
In data 8 Febbraio 1923 sposa Maria Ballerini
e dalla loro unione nascono: Giovanni
(Giannetto) 15 gennaio 1924, Giuseppe 26
Dicembre 1926, Mario 24 Luglio 1930.
Documentazione:
• Trascrizione atto di nascita pag. 89.
• Pagella scolastica (diploma scuola elementare)
firmata dall’insegnante Cinti Dirce sua futura
suocera datata 23 giugno 1903 pag. 90.
• Attestato per aver donato la fede matrimoniale
unitamente a Maria Ballerini, sua moglie in data
3 Dicembre 1935 pag. 91.
• Diploma Ministero della Guerra attestante
la decorazione di medaglia d’argento con
motivazione: Roma 2 maggio 1921 pag. 92.
• Foto del medagliere pag. 93.
• Diploma per medaglia commemorativa della
Repubblica Francese Parigi 2 Novembre 1923
pag. 95.
• Attestato per la concessione di Croce al
Merito di Guerra Regio Esercito Italiano Roma
10 Febbraio 1931 pag. 96.
• Carta Topografica I:25.000 riportante la zona
del combattimento (battaglia della Marna)
pag. 98.
• Articoli di stampa con descrizione della
battaglia pag. 99/100.
• Foglio di congedo illimitato-Pesaro
3 Settembre 1923 pag. 102/103.
• Foglio di viaggio per militari isolati Ancona
25 Marzo 1992 pag. 101.
• Foglio di viaggio per militari isolati Pozzo
Basso 24 Maggio 1932 pag. 101.
• Biglietto ferroviario Berlino-Pesaro 31 Luglio
1942 (già citato) pag. 101.
• Emblema del “Nastro azzurro”.
Decorati al valor militare - Roma 20 Aprile
1942 pag. 104.
• Decreto per liquidazione per invalidità
contratta per ferita di guerra - Ministero del
Tesoro Roma 25 Settembre 1954 pag. 105.
• CD rom delle memorie, versione elettronica
del libro dei decorati della provincia i
Pesaro - Urbino pag. 106.
• Sito in internet www.portalememorie.it
pag. 107.
Ballarini Angelo muore in Pesaro
l’11 Marzo 1968.
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Alla pag. 249 riportata la foto di Angelo Ballarini Portale e la delle memorie: www.portalememorie.it
motivazione della decorazione.
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ANGELO BALLARINI
A Maria mia madre.
Ricordavi la mia nascita con tanta neve caduta
nella stessa notte, seguente a quella del Natale
e le “candele” di ghiaccio che dalle grondaie
puntavano verso terra.
Forse la balbuzie dei miei primi anni non era
dovuta allo spavento per l’abbaiare di un cane,
così come tu raccontavi.
Lo scoprii molti anni dopo, quasi ieri, quando,
messe a confronto alcune date accertai che,
mentre nutrivi me nel tuo grembo, cessava di
vivere Giovanni (Giannetto) il tuo primo figlio,
di appena due anni, così che, tutte le ansie,
le paure e gli atroci dolori tuoi, io li ho divisi
con te.
Il paese, Montecchio, pur se ad appena
dieci chilometri dalla città di Pesaro impediva,
per l’economia della nostra famiglia, la
possibilità di frequentare scuole seguenti a
quelle elementari.
Ricordo che consideravi la non istruzione
una delle più gravi “malattie”, così la definivi,
che potesse colpire l’uomo e così un mattino,
dell’anno 1937, di non so quale mese e appena
sul far del giorno, mi trovai su una sorta di
carrozza a quattro ruote, aperta e trainata da
cavalli, con sedili laterali e un telo con frange
ai bordi per copertura. Era detta “Giardiniera”
e a guidarla certo soprannominato “Pampà”,
“tassista” riconosciuto del luogo.
Avevo accanto un piccolo baule con le mie
cose, fatto costruire per l’occasione, ne sentivo
l’odore di legno per il taglio recente e quello
di vernice. Destinazione: il seminario di
Pesaro. Il seminario mi stava stretto e spesso
provavo il bisogno di piangere. Si pregava
molto e si mangiava poco e neppure potevi
lasciare nel desco il desinare non gradito
perché stantio.
Mi sono rimaste inchiodate nella memoria
certe sarde conservate in barattolo che, non
potendo appunto rifiutare, nascondevo nei
calzettoni neri attorno gli stinchi.
Passato l’inverno e i tanti geloni ai piedi e
sulle mani, giunse la primavera e con essa tu
per riportarmi a casa.
Dicevi ch’eri spaventata per i tanti pidocchi
che scoprivi nelle maglie che ti inviavo per
mettere in bucato. Quanti bucati t’ho visto fare
in quel grande mastello di legno, la cenere
messa sopra un telo e il ranno.
Quanti desinari e quanti rammendi, quante
attenzioni perché tutti si fosse sempre ben
vestiti e curati. Quante infinite altre cose.
Quanti rosari recitati al vespro.
Un mattino partisti per Pesaro, tornasti ch’era
buio ed eri felice. L’anno scolastico stava per
iniziare e fra dieci giorni ci saremmo tutti
trasferiti a Pesaro. Tre stanze in affitto in via
Giordano Bruno n° 54 (è ancor oggi anno
2006, lo stesso).
L’incubo della non scuola aveva cessato di
affliggerti. Un giorno venni con te a portare
cose d’argento al “monte di pietà”, allora
presso il cinema Nuovo Fiore. Era per i libri
dicesti. Poi la guerra, la nostra fuga da Pesaro,
novembre 1943, verso le colline: S. Angelo in
Lizzola prima, Monteguiduccio poi.
Le tante cresce che, come d’incanto,
riuscivi a fare col poco grano spigolato
da noi sui campi e alla meglio macinato e
il pane che un giorno ricordo, infornavi
sull’aia mentre le granate ti scoppiavano
intorno e le tante pagine di un libro che tua
sorella Anita intanto, distribuiva dalla porta
della cantina accanto alle ragazze che poi
correvano verso il vicino canneto per le
improvvise loro diarree da paura.
Si tornò alla casa di Pesaro, ora in via
Manzoni, appena cessata la furia delle
battaglie. Si era nel settembre 1944.
I nostri diplomi di scuola media superiore,
mio e di mio fratello Mario, erano il tuo
orgoglio. Eri felice.
Tanto mamma mia, dovevi ancora soffrire!
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GIOVANNI BALLARINI
Giovanni Ballarini 1924 - 1926
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GIOVANNI BALLARINI
GIUSEPPE BALLARINI
Giuseppe Ballarini
autoritratto cm 44 x 54 - 1999 dal libro “Momenti” pag. 129
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GIUSEPPE BALLARINI
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MARIO BALLARINI
Quel lungo viaggio in treno
Dai confini con la Romagna sull’Adriatico
là dove aveva inizio la Gotica
giù giù sino alla Sicilia, Palermo.
Dieci rintocchi
dall’orologio a pendolo
di casa mia.
Due trilli di campanello al portone di casa mia.
Due carabinieri che chiedono di mio padre
e il mio partire con mamma
sul treno delle ventitrè e trenta minuti.
Giù giù
muti
il cuore gonfio
il fremito leggero delle labbra di mia madre
per le preghiere bisbigliate
e io pieno di paura
guardare nella notte
il mondo fuggire.
L’ormai ingiallita
scatola da scarpe con dentro
una piccola croce di legno,
un piccolo corpetto bianco
e sei palline di coccio
che mamma ancora serba
sul fondo di una cassapanca
di legno scuro.
Giovanni era il suo nome
nato ancor prima ch’io nascessi
e vissuto per due sole primavere.
Sempre muta mia madre
sempre tremanti le sue labbra e
il nostro non guardarci mai.
Lo sferragliare del treno,
gli sbuffi e il fischio ad ogni piccola stazione
e da Roma, dormienti senza scarpe
e un tappeto di bucce di semi di zucca e lupino.
Nella macchina militare
che ci attende nella notte,
un cappellano e una lacrima calda
corrergli sulla gota.
Mia madre
che da essa mai udii
qualcosa dire
nel dialetto nostro,
con un fil di voce:
L’HE MORT!
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MARIO BALLARINI
1932 Mario di anni 2 con il fratello Giuseppe
1950 - Mario con il mandolino e alla sua destra la ottomana.
Sulla sinistra la radio e il vaso Molaroni già descritti in
“Quella sera nel salotto buono di nonna Dirce”.
1948 - Mario accosciato primo a sinistra con amici del 5° geometra.
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MARIO BALLARINI
1949 - Vis Pesaro - Mario primo da sinistra.
1953 - Mario all’Anconetana Dorica.
Di lui conservo album con foto e articoli sullo sport del calcio a lui riferiti.
Articoli e immagini sono riportati su “cento anni di Vis” 1999 ed. Vis Pesaro
alle pagine 109 - 111 - 129 - 135
1953 Mario, primo da destra “Dorica Anconetana”
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MARIO BALLARINI
“Sudario” 1975 olio su tela cm 100 x 80 - Ballarini
Sudario
Pavese di lenzuola
gonfie di scirocco siciliano.
Sudari immacolati
stesi a raccogliere vento
per danzare
col garrire dei rondoni neri.
Era giugno,
era giugno e tu scopristi,
d’improvviso, che di giovinezza
si può morire.
E io con te.
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MARIO BALLARINI
...la mostra è allestita nella piccola galleria comunale;
vi si ammirano anche alcuni disegni e tempere di MArio Ballarini,
fratello dell’artista, scomparso nel 1953. Sono schizzi e bozzetti
che rivelano una passione per l’arte, repentinamente troncata
da un incidente.
“Il Resto del Carlino” 17/4/71 Marco Zonghetti
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MARIO BALLARINI
China a pennino cm 48 x 69
Acquerello su cartoncino - cm 10,5 x 18
Geom. Mario Ballarini N. 21 Luglio 1930 M. 22 Giugno 1953
Oggi sono venuto a trovarti, avevo voglia di vederti; non ricordavo più il tuo posto, sapevo che eri vicino al monumento dei caduti
ma ho impiegato tanto tempo prima di trovarti.
Il fatto è che ti penso spesso e cerco di immaginarti vivo come non ti ho mai conosciuto;
penso ai tuoi gesti, al tuo modo di parlare, cerco di ricostruire tutte le tue possibili espressioni.
A volte rimango molto tempo davanti ai tuoi disegni, ammirandoli e invidiando la tua bravura.
Non riesco a spiegarmi perché ma istintivamente ti sento molto vicino, sono sicuro che saremmo andati molto d’accordo.
Scusami se ho pianto davanti alla tua tomba.
Pesaro 10 Novembre 1987 Luca Ballarini
China a pennino (particolare cm 20 x 29) opera intera cm 48 x 69
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MARIO BALLARINI
China a pennino (particolare cm 20 x 29) opera intera cm 48 x 69 China a pennino (particolare cm 20 x 29) opera intera cm 48 x 69
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MARIO BALLARINI
Acquerello cm 28 x 20,5
China a pennino (particolare cm 20 x 29) opera intera cm 48 x 69
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Cimitero di Villa Fastiggi già S. Pietro in Calibano
Cimitero di S. Pietro in Calibano
Cimitero a Montecchio di S. Angelo in Lizzola
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Cimitero di Pesaro
“Concerto” 1987 olio su tela cm 120 x 80 - Ballarini
Concerto
M’era parso d’udire
un dolcissimo suonar
di violino,
fra i tanti gemiti
che il vento scriveva
giocando coi rami
dei neri cipressi,
nel campo di pietra.
Ho fermato i miei
passi pesanti,
perchè altro diverso
rumore
non disturbasse
i tanti dormienti
nei loro lunghissimi
sonni.
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Pesaro Via Manzoni “Il giardino innevato”
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San Costanzo - Castellara “Cà le bel mench”
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