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La nuova Via della Seta obiettivi e strategie cinesi, percezioni e risposte occidentali

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La posizione dell’Europa, nonostante la forte preoccupazione di un’eccessiva

influenza cinese nella sfera economica e geopolitica mondiale, sembra essere più

favorevole rispetto agli Stati Uniti: la strategia della Commissione europea, pur

dinnanzi alle perplessità di alcuni paesi, mira a partecipare al progetto della Nuova

Via della seta, sottoscrivendo un accordo bilaterale con Pechino entro il 2020. Ad

oggi la risposta più concreta da parte dei paesi UE sembra essere l’adesione alla

Banca Asiatica d’Investimento per le Infrastrutture lanciata nel 2013 che si pone

come alternativa alla Banca Mondiale e al Fondo Monetario Internazionale,

istituzioni notoriamente controllate da Washington. L’obiettivo dell'Unione Europea

è quello di riuscire a modellare il progetto cinese secondo i principi di trasparenza e

concorrenza, applicando gli standard sociali europei e garantire nello stesso tempo

la sicurezza dei propri settori strategici. Notevoli sono le criticità che evidenzia l’UE

all’interno dell’OBOR, legati alla distanza tra Cina e UE in materia dei diritti civili,

diritti e tutele dei lavoratori. Significativo è il caso della costruzione della linea

ferroviaria ultraveloce Belgrado-Budapest, affidata alla China Railway International

Corporation, sulla quale l’UE ha deciso di indagare, bloccando temporaneamente il

progetto, per verificare se siano state violate le leggi europee sugli appalti pubblici.

Nella disamina, oggetto di studio, saranno identificati i paesi membri dell’UE

maggiormente coinvolti e, in particolare, il ruolo che sta svolgendo l’Italia come

prima grande potenza economica mondiale che ha sottoscritto un Memorandum

d’Intesa con la Cina (MOU), analizzando soprattutto il piano di sviluppo dell’

‟Alleanza dei Cinque Porti” che mira a restituire al Mediterraneo la sua importanza

storica per il commercio regionale.

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