La nuova Via della Seta obiettivi e strategie cinesi, percezioni e risposte occidentali
esclusivamente sull'infrastruttura, include ora anche componenti industriali,tecnologici, culturali e ambientali. Allo stesso tempo, la Bri ha aumentato il suoambito geografico spostando la sua attenzione dalla storica regione della Via dellaSeta a tutto il mondo. I responsabili delle politiche cinesi stanno preparando per laBri obiettivi sempre più ambiziosi: dallo sviluppo economico alla costruzione di unacomunità di destino condiviso per tutta l'umanità. Di conseguenza, l'unica costanteche la Bri ha mostrato è la sua propensione al cambiamento” 3 .Con questo progetto il governo cinese, quindi, non si propone solo di creareun grande spazio economico eurasiatico, un ponte tra Oriente e Occidente, peragevolare e incentivare la collaborazione economica, commerciale e diplomatica trai paesi coinvolti, ma mira anche ad acquisire una supremazia in ambito geopoliticoe culturale in Africa, nel Medio–Oriente e in Europa. L’effetto che questi nuoviscambi avranno sui Paesi in via di sviluppo del Sud-Est asiatico, dell’Africa Orientalee del Medio Oriente sarà particolarmente imponente: la Cina divenendo il principalepartner commerciale rappresenterà una fonte di cambiamenti profondinell’economia e nella società 4 .La Cina, con le sue immense risorse finanziarie e le sue formidabili capacitànella costruzione di infrastrutture 5 sembra voler riproporre i fasti dell’antica rottacommerciale in Asia fin dal 100 a.C. che divenne di importanza cruciale per la storiadell’umanità perchè, per la prima volta, attraverso questi itinerari fu possibile un3Grzegorz STEC, The Invisible Silk Road: Enter the Digital Dragon, European Institute for Asian Studies,Maggio 2018, http://www.eias.org/eu-asia-at-a-glance/the-invisible-silk-road-enter-the-digital-dragon-may-2018/4 Islam MD. NAZRUL, Silk Road to Belt Road Reinventing the Past and Shaping the Future, SpringerNature Singapore Pte Ltd. 2019.5 La Belt And Road Initiative (BRI) rappresenta uno dei progetti geopolitico- economico- culturaliinfrastrutturalipiù forti che siano stati proposti negli ultimi anni al mondo e prevede un investimento di oltre 1400miliardi di dollari in dieci anni.6
intenso interscambio di idee, tecniche e convinzioni religiose tra realtà culturaliestremamente diverse. Dopo la fine della cosmopolita dinastia Tang, che regnò trail settimo e decimo secolo d.C. 6 , la Via della Seta fu poi quasi del tutto dimenticataper secoli sia dall’Oriente che dall’Occidente.Attraverso questo studio si vuole offrire un’analisi della visione cinese, che èalla base della formulazione di questa iniziativa, contestualizzandola all’interno delpercorso di revisione interna degli anni ‘70 che ha prodotto un’impetuosa crescitaeconomica e un ampliamento delle mire geopolitiche della Cina.La riuscita del progetto del Presidente Xi Jinping è però tutt’altro che scontata:le opposizioni all’architettura e alle varie ramificazioni del progetto si stannointensificando, sia in Cina che all’estero. Numerose sono le difficoltà interne, per leperplessità crescenti sull’effettiva capacità di far avanzare le riforme economichenecessarie, così come notevoli sono gli ostacoli che si frappongono in politicaestera, dove molti governi manifestano grandi resistenze nei confronti del progetto 7 .Le autorità statunitensi, in particolare, non hanno esitato a denunciare le tramecommerciali e politiche di Pechino che puntano a scalzare gli Stati Uniti dallaposizione di leader globale 8 .6 La Dinastia Tang, che regnò per quasi tre secoli, viene descritta come l’apice della civiltà cinese poichèassicurò un periodo di pace e prosperità, (grazie anche a formidabili eserciti pronti a difendere i confinidell’impero), e che ha favorito il fiorire di produzioni artistiche. La capitale Chang’an era una grande metropoli,un’attrazione per diplomatici di tutto il globo, facendo della Cina il vero “Regno di Mezzo”.7 Alcuni Paesi - specie dopo cambiamenti nella loro leadership – stanno rendendosi conto che le fintroppo generose offerte di capitali cinesi per grandi progetti infrastrutturali rischiano di far entrare le loro nazioniin una trappola del debito: dalle Maldive (dove addirittura il nuovo governo fatica a comprendere quanto debitosia stato assunto nei confronti della Cina) alla Malaysia, da Myanmar al Pakistan, negli ultimi mesi si sonomoltiplicate sospensioni o rinegoziazioni di iniziative già concordate, tra sospetti di corruzione e avvertenzeinedite, come quella sul rischio di «neocolonialismo» lanciata dal premier malese Mahathir Mohamad.8 Più che una iniziativa economica, è diventata il cardine della politica estera cinese, in un tentativogeostrategico che – come sottolinea Peter Frankopan, professore di storia globale a Oxford e autore di libriautorevoli sulle Silk Roads – sembra rivoluzionario ma in realtà cerca un ritorno al passato, nel riesumare nelXXI secolo la centralità che avevano le Vie della Seta come principali arterie della civilizzazione del mondo.Frankopan Peter, The New Silk Roads - Il presente e il futuro del mondo, Knopf Doubleday Publishing Group,2019.7
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intenso interscambio di idee, tecniche e convinzioni religiose tra realtà culturali
estremamente diverse. Dopo la fine della cosmopolita dinastia Tang, che regnò tra
il settimo e decimo secolo d.C. 6 , la Via della Seta fu poi quasi del tutto dimenticata
per secoli sia dall’Oriente che dall’Occidente.
Attraverso questo studio si vuole offrire un’analisi della visione cinese, che è
alla base della formulazione di questa iniziativa, contestualizzandola all’interno del
percorso di revisione interna degli anni ‘70 che ha prodotto un’impetuosa crescita
economica e un ampliamento delle mire geopolitiche della Cina.
La riuscita del progetto del Presidente Xi Jinping è però tutt’altro che scontata:
le opposizioni all’architettura e alle varie ramificazioni del progetto si stanno
intensificando, sia in Cina che all’estero. Numerose sono le difficoltà interne, per le
perplessità crescenti sull’effettiva capacità di far avanzare le riforme economiche
necessarie, così come notevoli sono gli ostacoli che si frappongono in politica
estera, dove molti governi manifestano grandi resistenze nei confronti del progetto 7 .
Le autorità statunitensi, in particolare, non hanno esitato a denunciare le trame
commerciali e politiche di Pechino che puntano a scalzare gli Stati Uniti dalla
posizione di leader globale 8 .
6 La Dinastia Tang, che regnò per quasi tre secoli, viene descritta come l’apice della civiltà cinese poichè
assicurò un periodo di pace e prosperità, (grazie anche a formidabili eserciti pronti a difendere i confini
dell’impero), e che ha favorito il fiorire di produzioni artistiche. La capitale Chang’an era una grande metropoli,
un’attrazione per diplomatici di tutto il globo, facendo della Cina il vero “Regno di Mezzo”.
7 Alcuni Paesi - specie dopo cambiamenti nella loro leadership – stanno rendendosi conto che le fin
troppo generose offerte di capitali cinesi per grandi progetti infrastrutturali rischiano di far entrare le loro nazioni
in una trappola del debito: dalle Maldive (dove addirittura il nuovo governo fatica a comprendere quanto debito
sia stato assunto nei confronti della Cina) alla Malaysia, da Myanmar al Pakistan, negli ultimi mesi si sono
moltiplicate sospensioni o rinegoziazioni di iniziative già concordate, tra sospetti di corruzione e avvertenze
inedite, come quella sul rischio di «neocolonialismo» lanciata dal premier malese Mahathir Mohamad.
8 Più che una iniziativa economica, è diventata il cardine della politica estera cinese, in un tentativo
geostrategico che – come sottolinea Peter Frankopan, professore di storia globale a Oxford e autore di libri
autorevoli sulle Silk Roads – sembra rivoluzionario ma in realtà cerca un ritorno al passato, nel riesumare nel
XXI secolo la centralità che avevano le Vie della Seta come principali arterie della civilizzazione del mondo.
Frankopan Peter, The New Silk Roads - Il presente e il futuro del mondo, Knopf Doubleday Publishing Group,
2019.
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