La nuova Via della Seta obiettivi e strategie cinesi, percezioni e risposte occidentali
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INTRODUZIONE
Nel 2013 la Repubblica Popolare Cinese ha lanciato, per bocca del suo
presidente Xi Jinping, un’imponente iniziativa strategica ufficialmente volta al
miglioramento dei collegamenti e della cooperazione tra i paesi dell’Eurasia 1 .
Il progetto denominato “Nuova Via della Seta”, noto anche come BRI (Belt and
Road Initiative, "Iniziativa della zona e della via") o OBOR (One belt, one road, “Una
cintura di infrastrutture, una via”), prevede il rilancio, in chiave contemporanea,
dell’antica “Via della Seta”, volendo così richiamare, nel suo stesso nome, l’epoca
d’oro degli scambi nei grandi spazi euroasiatici, l’era delle carovane che
attraversando Siria, Iran e Asia Centrale consentivano il commercio tra il bacino del
Mediterraneo e la Cina.
Con questo grande progetto, Pechino punta a rilanciare la connettività
infrastrutturale e commerciale della grande massa continentale eurasiatica e a
edificare una nuova architettura economico-commerciale, interessando circa 80
nazioni che raggruppano più del 65% della popolazione mondiale e che
rappresentano il 40% del Prodotto Interno Lordo globale.
Nel Belt and Road Forum di Pechino del maggio 2017, il Governo cinese ha
presentato il progetto “La nuova Via della seta” come un progetto win-win, capace
cioè di apportare vantaggi a tutte le parti coinvolte. Il piano di investimenti sarà il più
grande mai concepito, superando di ben dodici volte l’European Recovery Program
(piano Marshall) che operò successivamente alla Seconda Guerra Mondiale.
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Xi Jinping è Segretario generale del Partito Comunista Cinese dal 15 novembre 2012 e Presidente
della Repubblica popolare cinese dal 14 marzo 2013. Nel settembre 2013, durante la sua visita in Kazakistan,
il presidente cinese chiese l’istituzione di un nuovo modello di cooperazione regionale, annunciando al mondo
la “Silk Road Economic Belt”.
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