La nuova Via della Seta obiettivi e strategie cinesi, percezioni e risposte occidentali
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l’entrata della Cina nella World Trade Organization (WTO) nel 2001, dopo un
complesso processo di adeguamento alle esigenze e richieste dell’Organizzazione
internazionale.
Il cambiamento nella politica commerciale determinò una graduale
liberalizzazione delle importazioni e delle esportazioni, aumentando il numero delle
imprese con il permesso di commerciare, e concretizzando un articolato sistema di
cambi e dazi. L’inserimento della Cina nell’economia globale è avvenuto sfruttando
il vantaggio competitivo del paese, ovvero l’enorme base di manodopera a basso
costo, determinando dunque una specializzazione nelle fasi produttive ad alta
intensità di lavoro o standardizzate.
Tra il 1991 e il 2002 il paese ha aumentato la quota di mercato nei prodotti
ad alta intensità di lavoro non qualificato dall’8,1% al 17,7%, in percentuale
consistentemente maggiore rispetto alla crescita delle quote nei prodotti ad alta
intensità di capitale e in quelli ad alta intensità di tecnologia 27 .
L’aumento della presenza di imprese e società straniere sul territorio cinese
dal 2000 al 2014 ha poi fatto in modo che la Cina diventasse un nodo cruciale di
molte filiere industriali internazionali, determinando una variazione dei prodotti
importati ed esportati: le importazioni cinesi riguardavano prevalentemente beni
intermedi e semilavorati, i quali, dopo un processo di lavorazione e assemblaggio,
venivano esportati come beni finali.
Tra il 1978 e il 2018 la Cina ha conosciuto un impressionante miracolo
economico, passando rapidamente dall’essere considerata una delle economie più
l’acquisizione di capitale internazionale da investire assieme a quello nazionale fondando aziende a capitale
misto, con l’obbiettivo di acquisire intensi rapporti commerciali, industriali, tecnologici, politici e finanziari.
Gregory C. CHOW, Economic reform and growth in China, Annals of economics and finance, n.5, 2004
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Stefano CHIARLONE, Alessia AMINGHI, Op.Cit.
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