Il Quartiere - Anno VII - Numero I
Anno 7 - n. 1FEBBRAIO - MARZO 2021«Raccontare quel che succede sotto casa come fosse la cosa più importante del mondo, e i grandi temi del mondo con la semplicità della porta accanto»ARISTONLA SOLITUDINE DI CHI HA RIAPERTOIL “SACRIFICIO” DI SANREMO PER RIALZARE, UNO AD UNO, TUTTI I SIPARI D’ITALIAdi Gerson MaceriSi tratta dell'evento divisivo per eccellenza, capace di crearepolarizzazioni paragonabili, per forza, solo a quelle d'àmbitopolitico o sportivo. Questa volta, però, non potremopermetterci spaccature su un Festival che – già etichettato damolti come triste e solitario – rischia di rivelarsi anche final: alcontrario, dovremo viverlo – e godercelo – come grande provagenerale di ripartenza.segue a pag. 2COVID-19DUE PAROLE IN SEMILIBERTÀ...UNA NOBILE INIZIATIVA LETTERARIA E UNA RIFLESSIONEdi Alessandra Chetry e Carmelo RomeoLe nuove, giovani firme de “Il Quartiere” ci offrono un'ampiadisamina sull'emergenza sanitaria, frutto di sensibilità eangolazioni diverse. Scopriremo, infatti, l'impegno di chi havoluto “auscultare” la pancia e il cuore delle persone durante lapandemia, dandogli voce e sfogo attraverso un'antologia confinalità benefiche, ma anche la profonda disillusione di chi sisente ostaggio di una sceneggiatura pirandelliana in cui lemaschere, numerosissime, non hanno nulla di festoso ocarnevalesco. In cui “vivere” e “sopravvivere”, così, si sovrappongonofatalmente nel segno di una comune privazione diaspettative per il futuro.STORIAdi Andrea Gandolfo e Gerson Macerisegue a pagg. 6-7TRA CALCIO E TOPONOMASTICAQUALCHE CARTOLINA SEPPIATA DELLA “SANREMO CHE FU”Attraverso la nostra macchina del tempo, riviviamo l'etàpionieristica del football in Riviera, facendo particolareriferimento ai contatti col “quadrilatero” piemontese delpallone, egemone all'inizio del XX secolo; inoltre, concludiamol'affascinante viaggio storico tra le vie cittadine più a levante:corso Mazzini, via Val d'Olivi e...segue a pagg. 4-8SAN MARTINOIL FUTURO DI VIA VESCOSALESI “VEDE” GIÀ LA BRETELLINA DI PORTOSOLEdi Gerson MaceriNonostante la recente riassegnazione della bocciofila di San Martinoall'Acli (un anno con opzione per un altro), l'ipotesi dell'apertura di unbypass veicolare tra via Vesco e Portosole resta un tema caldo. Ne abbiamodiscusso con l'ex assessore comunale all'ambiente Salesi.segue a pag. 3
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Anno 7 - n. 1
FEBBRAIO - MARZO 2021
«Raccontare quel che succede sotto casa come fosse la cosa più importante del mondo, e i grandi temi del mondo con la semplicità della porta accanto»
ARISTON
LA SOLITUDINE DI CHI HA RIAPERTO
IL “SACRIFICIO” DI SANREMO PER RIALZARE, UNO AD UNO, TUTTI I SIPARI D’ITALIA
di Gerson Maceri
Si tratta dell'evento divisivo per eccellenza, capace di creare
polarizzazioni paragonabili, per forza, solo a quelle d'àmbito
politico o sportivo. Questa volta, però, non potremo
permetterci spaccature su un Festival che – già etichettato da
molti come triste e solitario – rischia di rivelarsi anche final: al
contrario, dovremo viverlo – e godercelo – come grande prova
generale di ripartenza.
segue a pag. 2
COVID-19
DUE PAROLE IN SEMILIBERTÀ...
UNA NOBILE INIZIATIVA LETTERARIA E UNA RIFLESSIONE
di Alessandra Chetry e Carmelo Romeo
Le nuove, giovani firme de “Il Quartiere” ci offrono un'ampia
disamina sull'emergenza sanitaria, frutto di sensibilità e
angolazioni diverse. Scopriremo, infatti, l'impegno di chi ha
voluto “auscultare” la pancia e il cuore delle persone durante la
pandemia, dandogli voce e sfogo attraverso un'antologia con
finalità benefiche, ma anche la profonda disillusione di chi si
sente ostaggio di una sceneggiatura pirandelliana in cui le
maschere, numerosissime, non hanno nulla di festoso o
carnevalesco. In cui “vivere” e “sopravvivere”, così, si sovrappongono
fatalmente nel segno di una comune privazione di
aspettative per il futuro.
STORIA
di Andrea Gandolfo e Gerson Maceri
segue a pagg. 6-7
TRA CALCIO E TOPONOMASTICA
QUALCHE CARTOLINA SEPPIATA DELLA “SANREMO CHE FU”
Attraverso la nostra macchina del tempo, riviviamo l'età
pionieristica del football in Riviera, facendo particolare
riferimento ai contatti col “quadrilatero” piemontese del
pallone, egemone all'inizio del XX secolo; inoltre, concludiamo
l'affascinante viaggio storico tra le vie cittadine più a levante:
corso Mazzini, via Val d'Olivi e...
segue a pagg. 4-8
SAN MARTINO
IL FUTURO DI VIA VESCO
SALESI “VEDE” GIÀ LA BRETELLINA DI PORTOSOLE
di Gerson Maceri
Nonostante la recente riassegnazione della bocciofila di San Martino
all'Acli (un anno con opzione per un altro), l'ipotesi dell'apertura di un
bypass veicolare tra via Vesco e Portosole resta un tema caldo. Ne abbiamo
discusso con l'ex assessore comunale all'ambiente Salesi.
segue a pag. 3
EVENTI
SE LA SOCIALCOMUNICAZIONE VA ALL'ASSALTO DEL FESTIVAL
GLI HATERS DI “SANREMO”, EVENTO DIVISIVO PER ECCELLENZA, SI GIOCANO IL JOLLY DELLA PANDEMIA; POLITICI GUARDINGHI
di Gerson Maceri
Qualunquismo, banalismo
e benaltrismo
– cifre stilistiche
dell'ormai imperante
“socialcomunicazione”
politica e non solo –
stanno producendo
una degradante assuefazione
intellettuale al
gossip, al chiacchiericcio,
all'opinionismo (distruttivo)
ad ogni costo.
Esemplifichiamo:
nei giorni scorsi abbiamo
dovuto assistere –
sempre meno allibiti,
a dire il vero –
all'endorsement per
Barbara D'Urso da
parte di un noto segretario
di partito.
«Hai portato la voce
della politica vicino alle
persone!» si legge in
un suo tweet, con hashtag
d'ordinanza
(#noneladurso), che
sembrerebbe aprire alla
creazione di un movimento
della conduttrice:
il BD.
Battute a parte, è la
politica dei grandi e
minimi temi, insomma,
che si confondono
nella brodaglia mediatica
come verdure in
un minestrone a pezzettoni,
i cui ingredienti
vengono declinati
– da qualcuno –
in infiniti elenchi dal
non più vago sentore
di supercazzola.
Tra quei temi, finora
fortunatamente classificabile
solo come “intermedio”,
rientra pure
il Festival di
Sanremo.
I grandi leader, in
questa prima fase di
studio, hanno preferito
mandare in avanscoperta
le seconde linee.
«Riapriamo il
Casinò e rinviamo la
kermesse a una data
più sicura!» ha tuonato
su tutti, in due atti,
un onorevole locale,
con dichiarazioni
esplorative per sondare
le pance popolari.
Legittimo.
Ora: non siamo –
perciò non faremo
conto di esserlo – verginelle.
Per la Rai, il
Festival di Sanremo
rappresenta un utile
da 20 milioni di euro
(dati 2020); per il
Comune, un introito
da 5 milioni di convenzione
(cui va a sommarsi
un variegato,
pur se quest'anno ridotto,
indotto). Vi sono,
perciò, oltre 25 milioni
di buoni motivi
(più per loro – qualcuno
obietterà –, ma “loro”
siamo anche noi)
per non annullare o
rinviare indefinitamente
l'evento.
E l'alternanza schizofrenica
tra il “giallo”
e l'“arancione scuro”?
Certo, un disagio e un
tributo non indifferenti.
Che avremmo
“pagato” con maggior
serenità – e, magari,
Abbiamo ripescato una vignetta di Claudio della Croce del Festival di cinque anni fa. La domanda è ancora d'attualità...
Diodato e la sua 'Fai rumore' fanno la loro comparsa nella 'Walk of fame' sanremese
comprensione – se
tempistiche e motivazioni
fossero state le
une più coerenti, le altre
più sincere. Non è,
insomma, una questione
di
(in)competenza. Non
solo, almeno.
Scevri da ogni pregiudizio
e/o strumentalizzazione
di stampo
politico, depurati da
ogni sentimento di frustrazione
o avvilimento
personale, proviamo
però a volare un
po' più alti. Proviamo
a spegnere i social
(«Chiudono le scuole,
aprono il Festival: vergogna!»,
«Perché il
Festival sì e cinema e
teatri no?», «Ci prendono
in giro!») e a moderare
il volume di
qualche emittente avvelenata.
Sforziamoci,
se necessario ingoiando
qualsiasi batrace,
di voler bene a questo
Sanremo 2021; speriamo,
chiediamo, pretendiamo
con forza –
assieme a tutti i cantanti,
ai produttori,
agli artisti – che la manifestazione
assurga a
punto di (ri)partenza
culturale locale e nazionale;
che funga da
sblocco, per riniziare –
gradualmente, certo,
e in sicurezza – a rialzare
i sipari, a riaprire
i palcoscenici, le sale,
le platee; che rappresenti
l'iniezione di fiducia
e volontà che, a
fianco di quella vaccinale,
possa ridestarci
dal torpore della paura
riallargando, finalmente,
la nostra comfort
zone.
Perché Sanremo
non sia solo Sanremo,
ma – una volta di più,
oggi come non mai –
anche l'Italia intera.
ANCHE A
DOMICILIO
Cell 375 5062912
2
Abbiamo rivolto alcune
domande-chiave per lo
sviluppo urbanistico futuro
di San Martino a Gianni
Salesi, stimato professionista
con base lavorativa
in via della Repubblic
a , e x a s s e s s o r e
a l l ' a m b i e n t e
dell'amministrazione
Borea nonché già segretario
cittadino del Partito
Democratico.
Nell'incontro programmatico
dello scorso
31 agosto tra Alberto
Biancheri e Giovanni
Toti si è abbozzata
un'interessante triangolazione:
Regione
Liguria, infatti, acquisirebbe
l'area-deposito
RT di San Martino,
girandola poi al Comune
che vi realizzerebbe
(nella parte sud) una
nuova scuola tecnologicamente
e strutturalmente
all'avanguardia:
vi sono notizie di questo
iter o si è arenato? E
soprattutto: si tratterebbe
di un progetto
realmente riqualificante
e migliorativo, con
benefici per il quartiere?
«La realizzazione di
una scuola media nel
deposito RT di San Martino
è sempre stata la
prima scelta nella pianificazione
urbanistica, ma si
scontra con le esigenze
economiche dell'RT che,
non bisogna dimenticarlo,
è una società pubblica, per
cui i suoi debiti sono
anche i nostri debiti. Sicuramente
una nuova scuola
media è una necessità
per sostituire la “Pascoli”,
la cui attuale struttura da
sempre non è adeguata a
tale destinazione. In considerazione
anche dei servizi
collegati ad una
nuova scuola, sarebbe un
grande successo per il
quartiere, che vedrebbe
anche la non privatizzazione
e l'uso pubblico di
un'area di grande valore».
Spostiamoci qualche
centinaio di metri più a
ponente: negli ultimi
mesi si sono rincorse
diverse voci sull'ipotesi
di aprire pienamente
via Vesco al traffico veicolare
per creare una
seconda via di accesso a
Portosole. Ciò comporterebbe
l'eliminazione
della bocciofila e di
diversi posti auto e
moto e la realizzazione
di un by-pass (semaforico?)
sul tracciato
della ciclabile. È un progetto
valido? Che possa
alleggerire il traffico
creando un'alternativa
a corso Cavallotti? E
quali sarebbero le controindicazioni?
«Il tema di una nuova
“strada di Portosole”,
coll'utilizzo di via Vesco, è
prioritario, interessa non
solo il quartiere ma complessivamente
il centro di
Sanremo. Col progetto di
riqualificazione del Porto
Vecchio e il sottopasso viario
di via Nino Bixio
diventa indispensabile
rendere più agevole lo
scorrimento verso levante,
anche con lo spostamento
della pista ciclabile sulla
Il deposito RT che potrebbe ospitare una scuola media all'avanguardia e un parcheggio al servizio del quartiere
Il tratto di ciclabile “sacrificabile” al transito veicolare tra via Vesco e Portosole
SAN MARTINO
LA RIVOLUZIONE DELLA VIABILITÀ PASSA PER LA CICLABILE
GIANNI SALESI, ARCHITETTO ED EX ASSESSORE DELLA GIUNTA BOREA IN QUOTA PD, CI PROPONE LA SUA IDEA DI QUARTIERE...
di Gerson Maceri
passeggiata Trento e Trieste.
Lo spostamento della
bocciofila, l'incrocio con
la ciclabile e la perdita di
parcheggi deve trovare
una soluzione tecnica
accettabile in considerazione
dei benefici indotti».
Un'altra pratica, questa
volta apparentemente
dormiente, è quella
relativa all'uscita
dell'Aurelia Bis a San
Martino e la (conseguente?)
realizzazione
d i u n a r o t o n d a
all'incrocio tra via della
R e p u b b l i c a , v i a
Lamarmora e corso
Cavallotti: gli investimenti
giustificherebbero
i vantaggi per la
città e, in secondo luogo,
per il quartiere?
Sappiamo a che punto
si trovano gli iter per i
finanziamenti? Dopo i
benefici apportati dalla
rotatoria della Foce allo
scorrimento veicolare ci
si sarebbe aspettati un
iter più convinto e veloce…
«La possibilità di uscire
dall'Aurelia bis a San
Martino anche con percorrenza
verso levante è
una richiesta da sempre
portata avanti nelle trattative
con ANAS ed Autostrade.
È indispensabile.
La rotonda a San Martino
doveva già essere realizzata,
e ancora di più
sarebbe importante nel
caso che si apra davvero
la strada di Portosole, per
evitare intasamenti su via
Vesco/corso Cavallotti,
creando una seconda corsia
di innesto. Aggiungo
una osservazione: la realizzazione
di una scuola
media dovrebbe essere
l'occasione per realizzare
un importante parcheggio
interrato, nella sede RT,
sotto la scuola, che
dovrebbe risolvere la tematica
della sosta a San Martino
anche in considerazione
dei posti persi in funzione
del miglioramento
della viabilità».
ANCHE A
DOMICILIO
3
SPORT
SUGGESTIONI QUADRILATERALI NELL'ESTREMO PONENTE LIGURE
QUALE CONTRIBUTO DIEDERO I PIEMONTESI AL BOOM DEL CALCIO A SANREMO E, IN GENERALE, NELLA NOSTRA RIVIERA?
di Gerson Maceri
Nonostante anche
nella Riviera dei Fiori il
football sia stato “importato”
dagli inglesi
(bisogna risalire almeno
al 1903, quando la
colonia britannica sanremese
provò a dare
impulso a una sezione
apposita all'interno del
locale “Velo-Sport”
presieduto da Fiorentino
Leonardi), esiste
un suggestivo fil rouge
che riconduce quei
primi calci, pure, al
celeberrimo “Quadrilatero
piemontese”.
Sì, proprio quello
che monopolizzò il proscenio
pallonaro nazionale
dal 1908 al 1922,
avente ai vertici Vercelli
(e la sua Pro, con
sette scudetti dei quali
l'ultimo, quello del
1921/22, “condiviso”
con la Novese a causa
della scissione tra
FIGC e CCI, che diede
vita a due massimi campionati),
Casale (uno),
Alessandria e Novara.
Tra il 7 e il 14 aprile
1912, infatti, l'Ausonia
F.B.C. (definita spesso
ed impropriamente la
“prima Sanremese”
ma in realtà «una
nuova associazione fondata
da giovani volenterosi
– in massima
parte studenti – della
città di Sanremo») organizzò
– e vinse – un quadrangolare
dal montepremi
di ben 563 lire.
Superato il Sanremo
F.B.C. in una semifinale-mattanza
(che fece
contare sei contusi),
nell'ultimo atto i neroazzurri
si sbarazzarono
a n c h e d e l l a S . C .
Sant'Ampelio di Bordighera
con un inappellabile
tre a zero. Al di là
della consueta spina
dorsale inglese, formata
dai terzini Rosbell e
Anderson e dal centromediano
Walter, però,
i trionfatori si avvalsero
eccezionalmente in
finale di «due valenti
giuocatori vercellesi»,
a n n o t ò p o l e m i c o
“L'Avvenire di Bordighera”.
Il confronto tra i
tabellini della manifestazione
porta alla conclusione
che si fosse
trattato di tali Ponti e
Marcone, il primo halfback,
l'altro insideforward.
Sconosciuti
alla prima squadra
delle “bianche casacche”
ma chissà, forse
riserve, forse “boys”,
forse onesti pedatori
del circondario, sicuramente
ingaggiati reinvestendo
(buona?)
parte di quel gruzzolo
di cui sopra che quarantasei
munifici sottoscrittori
avevano destinato
all'evento.
Ma in chiave “quadrilaterale”,
attenzione
anche a quanto
accadde il 25 maggio
del 1919, data della
première ufficiale
della sezione calcistica
dell'Unione Sportiva
Sanremese (del “falso
storico” del 1904 s'è
scritto sufficientemente
nell'introduzione a
La prima testimonianza fotografica calcistica sanremese. La squadra della Società
Ginnastica La Speranza, 1910 (foto ricolorata da Gerson Maceri)
“I pionieri del football
p o n e n t i n o ” ) . S u l
campo del “giardino
pubblico” di Ventimiglia,
infatti, i matuziani
si presentarono in
maglia nerostellata (un
unicum!), patendo
peraltro un umiliante
sei a uno dal locale
S p o r t C l u b . C h i
prestò/donò loro quelle
divise? Un giocatore
monferrino? Un membro
casalese (d'origine
o di simpatia) presente
nel nuovo organigramma
(del quale,
purtroppo, non si ha
copia)? E perché non
furono riutilizzate: scaramanzia
o cessazione,
appunto, del prestito?
Interrogativi cui solo
un'imperterrita ricerca
potrà dare risposta,
regalandoci inediti ma
significativi intrecci
storico-sportivi.
Sei un erede di uno dei
“pionieri del football
ponentino”? In soffitta
conservi documenti (quali
tesserini, contratti, medaglie,
maglie, diari personali
etc.) oppure foto e
testimonianze calcistiche
della prima metà del Novecento
in Riviera dei Fiori?
Avresti piacere a ricostruire
la biografia di un
parente inserendola
all'interno della storia più
ampia (e mai abbastanza
valorizzata) del calcio
locale? E, magari, persino
in un libro? Scrivi
g e r s o n . m a c e-
ri@gmail.com.
Il velodromo della Foce, recinto all'interno del quale si tennero tra le prima sfide di football a Sanremo
La trilogia de 'I pionieri del football ponentino', disponibile su www.ilquartiere.eu
Nuova sede in Via Lamarmora 47
4
CULTURA
IL
FANTASMINO D'ORO
di Redazione
Nella sterminata
galassia dei concorsi
letterari ce n'è uno che
giunge quest'anno alla
diciottesima edizione.
È il “sogno di carta”
realizzato da due autori
sanremesi, Evelina
Lunardi e Aldo Marchetto,
che al loro progetto
hanno dato una
forma indefinita; infatti,
il concorso è denominato
“Il Fantasmino
d'oro”, impalpabile
come i sogni e impreziosito
dalla poesia.
Il concorso è itinerante
ed è stato ospite
di tanti castelli in Liguria
e Piemonte: Cisterna
D'asti (AT), Fossano
(CN), Saliceto (CN),
D o l c e a c q u a ( I M ) ,
Santo Stefano D'Aveto
(GE), Prunetto (CN),
Sale San Giovanni
(CN), ma si è tenuto
anche a Lomello (PV),
a Porta Soprana e
Palazzo Ducale a Genova,
nell'antica biblioteca
di Finalborgo (SV) e
al Maschio Angioino a
Napoli.
L'edizione 2021 sarà
ospitata il 12 settembre
2021 – emergenza sanitaria
permettendo –
dal Castello dei Marchesi
del Carretto a
Saliceto (CN).
Regolamento. 1) Le
opere partecipanti
dovranno essere inviate
alla Segreteria del
Premio, entro e non
oltre il 15 luglio 2021,
al seguente indirizzo:
Evelina Lunardi, via
Lamarmora 164/12,
18038 Sanremo (IM).
Per ulteriori informazioni,
è a disposizione
un numero telefonico
(3892772690) e un
indirizzo e-mail (evelunaldo@gmail.com).
2) Le quote di partecipazione
potranno
essere inviate in contanti,
allegate agli elaborati,
o versate sul
conto corrente postale
53571147 intestato a
“Cenacolo Accademico
Poeti nella Società”, o
ancora versate sulla
P o s t e p a y
n°4023600974408215
(codice fiscale di riferim
e n t o :
LNRVLN45S54I138D
). In questi due ultimi
casi, sarà necessario
allegare la ricevuta agli
scritti. Il mancato versamento
della quota
comporta l'esclusione
dal concorso. I residenti
e lettori de “Il
Quartiere” potranno
beneficiare di una riduzione
di cinque euro a
sezione.
3) Gli elaborati non
saranno restituiti.
Sono ammesse opere
già premiate in altri
concorsi, o pubblicate.
4) È consentita la partecipazione
con testi in
vernacolo, o in lingua
straniera, purché corredati
da traduzione. È
altresì ammessa la partecipazione
a più di
una sezione; le quote
possono essere comprese
in un unico versamento.
FESTEGGIA I DICIOTT'ANNI CON NOI
ISCRIZIONE AGEVOLATA AL CONCORSO PER I LETTORI DE “IL QUARTIERE”; GRAN GALÀ NEL CASTELLO DI SALICETO A SETTEMBRE
Gli autori dovranno
avvalersi di Posta Uno
o Posta Quattro (non
raccomandata).
5) L'organizzazione
stampa e distribuisce
g r a t u i t a m e n t e
un'antologia contenente
una poesia della
sezione A e due della
sezione B, e un breve
sunto del racconto
d e l l a s e z i o n e C .
L'antologia è comprensiva
di tutti i concorrenti.
6) Coloro che non
potranno essere presenti
alla cerimonia di
premiazione potranno
delegare altra persona.
I premi in denaro non
verranno inviati, ma
riproposti nella successiva
edizione.
La spedizione del
premio comporta il
pagamento di un contributo
anticipato di
dieci euro in francobolli.
7) Tutti i concorrenti
presenti alla cerimonia
potranno declamare
una loro poesia della
sezione A, due della
sezione B e il breve
sunto del loro racconto.
8) I concorrenti che
i n d i c h e r a n n o
l ' i s c r i z i o n e a d
un'associazione culturale
avranno diritto a
una riduzione di 5
e u r o a s e z i o n e .
L'associazione presente
con più partecipanti
riceverà un premio
dagli organizzatori.
9) Il giudizio della
Giuria è insindacabile.
La partecipazione al
c o n c o r s o i m p l i c a
l'accettazione del presente
regolamento.
Ti p o l o g i a d e g l i
scritti. A) Poesia singola.
Temi: “Libero”,
“L'abuso”, “L'Amore”.
O g n i c o n c o r r e n t e
dovrà inviare tre poesie
(massimo 28 versi),
edite o inedite, in quattro
copie di cui una contenente
nome, cognome,
indirizzo e recapito
telefonico (ed eventuale
e-mail). La quota
di partecipazione è fissata
in 15 euro. Per i
minori, 5. Le poesie
possono essere contenute
in un unico foglio.
B) Silloge. Ogni concorrente
dovrà inviare
una raccolta di 16 poesie,
edite o inedite, in
quattro copie, di cui
una recante nome,
cognome, indirizzo,
telefono, titolo della
raccolta ed eventuale
e-mail. La quota di partecipazione
è di 20
euro.
C) Racconto. Ogni
concorrente dovrà
inviare un racconto di
massimo quattro cartelle
(senza limiti di
righe per cartella) in
quattro copie, di cui
una contenente nome,
cognome, indirizzo,
telefono ed eventuale
e-mail. La quota di partecipazione
è di 25
euro.
Le opere dovranno
essere inviate in forma
cartacea. Le e-mail serviranno
solo per le
comunicazioni. Ai soli
vincitori e premiati
sarà inviata comunicazione
scritta.
Montepremi. Primo
premio per le sezioni
A, B e C: 100 euro più
targa; secondo e terzo
premio (A, B, C): targa.
La giuria, inoltre, assegnerà
premi fino al
quindicesimo posto
per la sezione A e fino
al quinto per le sezioni
B e C.
Per l'assegnazione
del premio in denaro,
le sezioni B e C dovranno
superare il quorum
di otto concorrenti.
ANCHE A
DOMICILIO
5
: PANDEMIA\1
OLTRE IL COVID QUANDO LE PAROLE ATTENDONO SULL'USCIO
L'INIZIATIVA LETTERARIA (E BENEFICA) LANCIATA DA DIEGO COSTACURTA DOPO IL DURO LOCKDOWN DELLA PRIMAVERA 2020
di Carmelo Romeo
È ormai una piacevole
consuetudine quella di
ospitare sul “Quartiere” i
pensieri e le disamine a
livello sociale del – possiamo
dirlo con orgoglio –
nostro Carmelo Romeo.
In questo numero, il contributo
è doppiamente lodevole...
Diego Costacurta (dall'archivio personale dell'autore)
È disponibile da qualche
giorno, sia sugli
scaffali di alcune librerie
cittadine sia in rete,
“Quando le parole attendono
sull'uscio”, raccolta
di “emozioni pandemiche”
a firma di noti
autori locali.
L ' i d e a t o r e
dell'iniziativa è Diego
Costacurta, poliziotto
in pensione, ora sociologo
e appassionato di
dinamiche sociali: «A
spingermi in questo tentativo
di analisi di un periodo
particolarmente turbato
e instabile – afferma – è
stata la passione per lo
studio della società e la
volontà di rappresentare
la stessa attraverso gli
strumenti che le scienze
sociali mi hanno fornito».
E per fare ciò, quale
modo migliore se non
quello di “auscultare”
la pancia e il cuore
delle persone?
Il sociologo, così, ha
lanciato il suo progetto
con un'esca sui social
network; in pochissimo
tempo, ha raccolto
numerosi (e trasversali)
feedback da autori
impegnati in un esercizio
di escapologia, nel
cercare di evadere
dalla prigione mentale
imposta dal lockdown
dello scorso marzo. I
punti di vista sono molteplici:
professori,
scrittori, amatori…
Tutti coinvolti emotivamente
in un progetto
intellettualmente
nobile ma il cui vero
obiettivo è raccogliere
fondi per aiutare chi è
in difficoltà.
Il ricavato dalle vendite
del libro, infatti,
sarà devoluto alla neon
a t a a s s o c i a z i o n e
“aMarti” di Sanremo,
la quale offre supporto
alle famiglie fragili,
con bambini affetti da
patologie mediche,
nella provincia di
Imperia.
«I nostri servizi sono
legati alle esigenze dei
nuclei famigliari che
incontriamo – spiega
per 'aMarti' la psicologa
Martina Prette –;
sarà pertanto possibile
richiedere consulenze individuali
ai vari professionisti
coinvolti, intraprendere
percorsi di sostegno
psicologico individuali o
famigliari, far parte di un
gruppo con gli stessi vissuti
e bisogni. Insomma:
“aMarti” vuole passare
dal curare al prendersi
cura; quando curi una
malattia puoi vincere o
perdere, ma quando curi
una persona puoi solo
vincere».
Di seguito, l'elenco
degli autori presenti
nell'antologia e i titoli
dei loro testi, accompagnati
dalle immagini e
dalle vignette di Palex
(Alessandro Prevosto),
Romina Barbarino e
Fabio Acquista: Anton
e l l a A l t o m o n t e :
Ansia; Valeria Amici:
Avevo paura della morte...
e tante altre paure;
Romina Barbarino:
Fratture; Cristian Bonacini:
345; Daniele
Comandini: A chi ricomincia;
Diego Costacurta:
Il tempo ritrovato;
Dario Daniele: Il pittore;
Marco Di Domenico:
Un caffè, per favore;
Sara Di Vittori: Il vecchi
saggio e Nicole. Pseudopsico-tragicommedia
in
un solo atto (con pseudorispetto
dell'unità di tempo,
luogo e d'azione); Giuseppe
Manno: Le colonne
del mio universo; Claudia
Mis: “Resta a casa”
pensiero privato; Carmelo
Romeo: “Finalmente
l'attesa è finita”; Chiara
Torredoro: Le porte di
un'altra notte; Simona
Anfosso: Colpo di scena.
L'introduzione è
curata da Diego Costacurta;
il disegno di
copertina è di Lido
Contemori.
***
La copertina del volume illustrato da Lido Contemori
Racconti intrisi di
tristezza? Poesie rigonfie
di avvilimento? Macché!
La selezione eseguita
da Diego Costacurta
è stata attenta,
precisa, ma non scontata.
“Quando le parole
attendono sull'uscio” ci
costringe a riflettere su
di un tema impegnativo:
le reazioni della
società a eventi critici e
portatori di cambiamenti
radicali. Non lo
fa, però, attraverso il
linguaggio duro e asettico
della scienza, ma
tramite racconti divertenti,
poesie spassose e
vignette esilaranti.
Il libro è pubblicato
da “Youcanprint” e lo
si può acquistare presso
la libreria Garibaldi
in corso Garibaldi e al
Pozzo di San Patrizio (gestito
dal vignettista
Palex) in via Francia
6
PANDEMIA\2
«ANDRÀ TUTTO BENE»: L'ULTIMA, DISATTESA, ASPETTATIVA
NEL CAST DI UNA SCENEGGIATURA PIRANDELLIANA SENZA LIETO FINE, POLITICI, VIROLOGI, PSEUDOGIURISTI E MORALISTI 2.0
di Alessandra Chetry
“Il Quartiere” è lieto di
accogliere nella propria
squadra Alessandra, giovane
studentessa universitaria
e talentuosa scrittrice
con un sogno nel cassetto:
diventare giornalista.
Che il nostro giornale
possa essere il tuo trampolino
ideale! La redazione.
“Pandemia, infezione
globale”. Sono queste
le parole che riecheggiano
per le strade
vuote, strette nella
loro, nella nostra solitudine.
Alla vista delle
vie, in cui si sovrappongono
unicamente
cieche speranze e ambizioni
impetrate, noi,
persone, esseri umani,
sembriamo avvolti da
un taedium vitae leopardiano.
Siamo rinchiusi
nelle nostre abitazioni
e allo stesso tempo,
ormai, fossilizzati su
una consuetudine linguistica
che ci induce a
pensare che il termine
“ p a n d e m i a ” a b b i a
un'accezione esclusivamente
negativa. Incredibilmente,
invece, continua
a conservare in sé
la sua tradizione quasi
poetica. La scoviamo
nel “Simposio” di Platone,
in cui vi è il
richiamo al nome prop
r i o d e l l a d e a
dell'amore libero, Afrodite
Pandemia, appunto.
Nelle circostanze in
cui siamo costretti, parlare
di “libertà” sembra
beffardo, eppure “pandemia”,
nelle sue origini
più antiche, rimanda
proprio a questo
concetto, oggi così lontano
e dai più ignorato.
Attualmente, dunque,
per ragioni contestuali,
il termine “pandemia”
si pone in relazione
a una sceneggiatura
pirandelliana, in
cui i politici indossano
le maschere dei medici,
alcuni medici quelle
dei conduttori, alcuni
conduttori quelle dei
vigili, pronti a richiamare
all'ordine il popolo.
Ciò che appare sembra
una finzione, un
qualcosa di poco aderente
alla realtà a cui
siamo abituati. Uno
spettacolo grottesco e
di pessimo gusto, purtroppo.
Condividiamo un
dolore per il quale non
esiste immunità, a cui
nessuno può sottrarsi,
perciò, tra un monop
o l i e u n a v i d e o -
chiamata, abbiamo
r i s p o l v e r a t o
l'altruismo e chiuso nel
cassetto l'egoismo.
Prima della pandemia,
il verbo “condividere”
era stato fagocitato
dal mondo dei
social; ora, forse, v'è
l'occasione per riappropriarsi
del suo
significato originario,
in un mondo sempre
(e ancora più) social
ma nuovamente sociale.
Quella che stiamo
vivendo – o a cui stiamo
sopravvivendo – è
una realtà in cui i sacrifici
di una vita sono rimborsati
coi decreti
ristori, in cui non possiamo
più godere della
soddisfazione di esserci
guadagnati, realmente,
la pagnotta.
Siamo stati svuotati
anche di questo, che è
(era) un piacere basilare.
Una distanza, quella dettata dalla pandemia, non solo fisica ma anche emotiva.
Gli studenti, di qualsiasi grado d'istruzione, sono stati (e continuano a essere) vittime
privilegiate di Covid e politica
Al contempo, gli
i n v e s t i t o r i -
scommettitori hanno
puntato su nuovi “cavalli”,
i vaccini, protagonisti
delle staffette
quotidiane in borsa.
E ancora, la nostra
società vede ergersi
due nuove, diverse personalità:
i giuristi senza
laurea e i moralisti 2.0.
I primi sono fautori
della tesi della dittatura
sanitaria, colpevole
dello sgretolamento
dei capisaldi della
d e m o c r a z i a ,
quest'ultima lacerata
dai continui provvedimenti
del governo che
– dicono – violerebbe i
diritti dell'uomo; i giuristi
senza laurea,
inconsapevolmente
(?), hanno scordato che
la salute, secondo quanto
disposto dall'articolo
32 della Costituzione
italiana, è «fondamentale
diritto dei cittadini
e interesse della collettività».
Invece, i moralisti
2.0 sembrano ispirarsi
a Gaio Sallustio Crispo,
figura emblematica,
politico corrotto e poi
feroce polemista in
merito alla decadenza
dei valori dei cittadini
romani. I moralisti contemporanei,
ricalcando
l'antitesi sallustiana,
si propongono inscenando
un ulteriore
dualismo: protagonisti
degli assembramenti
p r i m a , c r i t i c i
dell'operato politico
per quanto concerne la
gestione del contenimento
del virus poi.
O g n u n o s e m b r a
aver trovato la propria
parte in questa “finzione
realistica”, almeno
in apparenza. In verità,
tuttavia, gli attori di
questa sceneggiatura
pirandelliana improvvisata
sono rimasti
senza autore; le apparenze
ingannano, e
dietro un «andrà tutto
bene» si cela un mal
celato sconforto per un
futuro privo di aspettative.
ANCHE A
DOMICILIO
C.so Cavallotti, 161
7
STORIA
TOPONOMASTICA DI QUARTIERE, ULTIMA PUNTATA… A LEVANTE
I PRIMI CENTOVENT'ANNI DI CORSO MAZZINI, L'ISTANTANEA MEDIEVALE DEL FOSSATO “DE OLIVIS” E IL FUTURO DEI TRE PONTI
di Andrea Gandolfo
Concludiamo, in questo
numero, l'imaginifico
viaggio secolare attraverso
le strade di San Martino,
magistralmente condotti
dal più celebre e prolifico
storico locale,
Andrea Gandolfo. Lo ringraziamo
ancora una
volta per il suo contributo
non solo al nostro giornale,
ma al (ri)fiorire della
cultura cittadina.
A partire dallo stadio
“Comunale”, al limite
orientale del quartiere,
inizia il lungo corso
intitolato al patriota
genovese Giuseppe
Mazzini, che giunge
fino al torrente Armea.
La strada fu realizzata
tra il 1898 e il 1899 su
iniziativa della giunta
municipale presieduta
dal sindaco Vincenzo
Manuel Gismondi.
Nato a Genova il 22
giugno 1805, dopo
essersi laureato in Filosofia
e in Giurisprudenza,
nel 1827 Mazzini
si affiliò alla Carboneria
e operò al suo
i n t e r n o f i n c h é f u
costretto all'esilio. Stabilitosi
a Marsiglia, vi
fondò la Giovine Italia.
Dopo lo scioglimento
dell'organizzazione nel
1834, si trasferì in Svizzera,
dove fondò la Giovine
Europa. Costretto a
lasciare anche la Svizzera,
si rifugiò a Londra.
Dopo l'inizio dei
moti del 1848, si recò a
Parigi e riprese la propaganda
repubblicana.
Membro del triumvirato
della Repubblica
romana, caduta anche
quest'ultima, dovette
riparare nuovamente
in Svizzera e a Londra.
Nel 1853 fondò il Partito
d'azione. Costituitosi
il nuovo Regno
d'Italia nel 1861, si
oppose alla politica
della Destra storica.
Uno sguardo più panoramico su corso Mazzini
Un vista mozzafiato di San Martino dai tornati del Poggio
Favorì la costituzione e
l'organizzazione nazionale
delle società di
mutuo soccorso e nel
1864 collaborò alla fondazione
della Prima
Internazionale. Morì a
Pisa il 10 marzo 1872.
All'inizio di corso
Mazzini si dirige verso
la frazione di Poggio
via Val d'Olivi, situata
nell'omonima regione
nella zona a levante
della città. Il fossato de
Olivis è citato in due
documenti medievali
risalenti al 1350 e al
1359. Poche decine di
metri più avanti, sul
lato sinistro di corso
Cavallotti, si devia
verso strada Tre Ponti,
che giunge fino a Capo
Verde. Attualmente la
breve salita che collega
la via con corso Mazzini
è chiusa al traffico,
ma è in fase di progettazione
la realizzazione
di una rotonda in corso
Mazzini alla conclusione
del rettilineo dei
Tre Ponti per alleggerire
il traffico lungo la
strada durante l'estate.
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“Il Quartiere” Testata giornalistica registrata presso il
tribunale di Sanremo N. di reg. 1/13 del 29-04-2013
REDAZIONE
Paolo Staltari - Direttore Responsabile
Gerson Maceri - Redattore
Alfredo Schiavi - Redattore
Flavio Di Malta - Redattore
hanno collaborato a questo numero:
Andrea Gandolfo - Collaboratore
Riccardo Bergonzi -Collaboratore
Francesco Ciuffi - Collaboratore
Carmelo Romeo - Collaboratore
Alessandra Chetry - Collaboratore
Alessia Garaventa - Collaboratore
La facciata dello stadio Comunale (ex Littorio) che domina il tratto iniziale di corso Mazzini
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