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TRAKS MAGAZINE 040

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zoni e andavo in giro a suonarle

da solo, in acustico. Dopo poco

tempo ho cominciato a girare i

pezzi agli amici, e con qualcuno

di loro abbiamo cominciato a

suonare (Giangiorgio Giallo alla

batteria, Simone Mazzola al basso,

Alberto Ubbiali alla chitarra e

Dario Sorano alle tastiere). A quel

punto, dopo aver fatto qualche

live, abbiamo deciso di registrare

qualcosa, abbiamo pensato fosse

giusto testimoniare il punto a cui

eravamo arrivati, il primo mattone

di questo progetto. E’ stato tutto

molto naturale, devo dire che

c’è tuttora l’entusiasmo che ci permette

di mettere a disposizione le

reciproche esperienze musicali e

ascolti. La realizzazione di questo

ep è stata un po’ lunga, abbiamo

cominciato a registrare all’inizio

di febbraio dello scorso anno e abbiamo

dovuto interrompere per

qualche mese, per poi riuscire a

finire in studio a settembre dello

scorso anno. E’ stato frustrante,

ma ci ha anche dato modo di pensare

a delle soluzioni diverse e ci

ha dato anche uno stimolo sulla

preparazione dell’uscita di questo

lavoro.

Mi incuriosisce Segrate: come

nasce?

Segrate è una di quelle canzoni

che non nasce in una volta, ma

che hanno bisogno di tempo. Il

primo spunto me l’hanno dato

le immagini: ricordo che ero in

giro per lavoro e mi era rimasta

impressa la vista di questo cantiere

enorme che dava sulla strada.

Ricordo di essermi sentito picco-

lo rispetto e la sensazione che ho

provato è stata quella di non poter

cambiare niente rispetto alla situazione,

mi sono accorto che ero

“dentro come tutti gli altri”. Piano

piano è nato tutto il resto, e la

stesura definitiva è un demo che

ho registrato a casa una notte di

agosto al ritorno da un viaggio di

lavoro.

Hai dei “maestri” musicali? O

almeno dei punti di riferimento?

In generale ho sempre ascoltato

punk rock, gli Offspring e i NOFX

sono due delle mie band preferite.

Sono un fan dei Tre Allegri Ragazzi

Morti, e li seguo da sempre,

hanno fotografato diversi momenti

della mia vita. Dei maestri veri e

propri non ce li ho, però per trarre

qualche ispirazione per questo

progetto ho ascoltato molta

musica italiana anni ‘60: i Rokes,

Sergio Endrigo, l’immancabile

Luigi Tenco, i Giganti, Celentano,

Equipe 84. Ultimamente mi piacciono

molto Mac Demarco e i Boy

Pablo, mi piacerebbe fare qualcosa

in quella direzione.

Quali saranno i tuoi passi successivi?

Si spera che a un certo punto si

possa ricominciare a suonare per

promuovere questo disco, questo

progetto è nato live e ci manca

molto quella dimensione. Soprattutto

lo scambio tra le persone.

Quindi spero davvero si possa

ripartire da lì. L’idea che ci sta venendo

è quella di buttare fuori un

nuovo singolo tratto da questo disco.

E poi ci piacerebbe registrare

qualcosa di nuovo entro la fine

dell’anno, ma di questo è ancora

presto per parlarne. Ci rivediamo

presto sotto i palchi, grazie per le

domande

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