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ausstellungen mostre - Kultur bz it

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TIPP DES MONATS CONSIGLIO DEL MESE<br />

Nevicata al Riotinto, 1985<br />

«Sono nato tra gli alberi multicolori della<br />

Val di Sole, valle del sole baciata da acque<br />

limpide e fresche. Ho fatto la mia esperienza<br />

informale concettuale ma me ne sono r<strong>it</strong>ratto<br />

avvil<strong>it</strong>o e scontento.<br />

Sono r<strong>it</strong>ornato alla v<strong>it</strong>a, alla natura, ai fiori,<br />

ai frutti nella loro natural<strong>it</strong>à vera.<br />

Li vedo intensamente anche quando sono<br />

chiuso in una stanza buia a pensare»<br />

Paolo Vallorz<br />

Foto dal catalogo “La Donazione Paolo Vallorz. Nelle Collezioni del Museo di Arte<br />

Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto”, Electa 1994<br />

PAOLO VALLORZ<br />

Se si dà uno sguardo alla biografia di Paolo<br />

Vallorz, vengono in mente i caratteri di alcuni<br />

personaggi da film, e questa frase, appare quasi<br />

stridente se messa al confronto soprattutto<br />

con la prima metà della v<strong>it</strong>a dell’artista, fatta<br />

di sperimentazione, curios<strong>it</strong>à per il nuovo e<br />

senso dell’avventura. Paolo Vallorz fu un p<strong>it</strong>tore<br />

precocissimo – incontrò il mondo della p<strong>it</strong>tura a<br />

diciassette anni – studiò all’Accademia di Belle<br />

Arti a Venezia, nel 1949 si trasferì a Parigi, dove<br />

frequentò il corso di Storia dell’Arte all’Ecole du<br />

Louvre e, allo stesso tempo, l’Accademia Libera<br />

della Grande Chaumière du Montparnasse. Per<br />

ev<strong>it</strong>are il servizio mil<strong>it</strong>are visse in clandestin<strong>it</strong>à.<br />

In questi anni frequentò Alberto Burri, César,<br />

Yves Klein, Giacometti e Pierre Restany. La sua<br />

produzione di quegli anni fu di carattere astratto,<br />

inizialmente opere geometriche, poi informali.<br />

Negli anni della matur<strong>it</strong>à, riacquistò personalmente<br />

le opere di questo periodo per distruggerle,<br />

in quanto non si riconosceva più in quanto<br />

realizzato. Nel 1956 fu conquistato dalla passione<br />

per le macchine da corsa: con Jean Tinguely progettò,<br />

realizzò e guidò una vettura nella 24 ore di<br />

Le Mans del 1958.<br />

Riprese poi a dipingere, privilegiando i paesaggi,<br />

soprattutto della sua valle natia, la Val di Sole.<br />

Nella prima metà degli anni sessanta espose a<br />

New York, due volte, partecipò a svariate collettive<br />

a Parigi ed a Tolosa, ottenne anche il primo<br />

premio di p<strong>it</strong>tura alla Tate Gallery di Londra.<br />

La Fondazione Amonn ed il <strong>Kultur</strong>ins<strong>it</strong>ut, organizzano<br />

a Castel Moos di Appiano, una mostra<br />

dedicata a questo grande p<strong>it</strong>tore trentino, che si<br />

Cielo di temporale in Val Cercen, 1990<br />

aprirà con l’inaugurazione di venerdì 4 settembre<br />

alle 18, per proseguire fino al 27 settembre<br />

e che presenta circa 25 opere di grande formato<br />

– alcune delle quali prestate dal Mart di<br />

Rovereto – appartenenti alla vasta produzione<br />

p<strong>it</strong>torica e rappresentative di tutti i soggetti<br />

privilegiati negli ultimi cinquant’anni di produzione.<br />

Compaiono quindi i paesaggi, i r<strong>it</strong>ratti e gli<br />

interni, accanto alle nature morte ed ai celebri<br />

cieli. La mostra a cura di Ennio Casciaro, offre<br />

quindi la possibil<strong>it</strong>à di ripercorrere la produzione<br />

di questo artista che, tornato da un’esperienza<br />

cosmopol<strong>it</strong>a e astratta, ha forse r<strong>it</strong>rovato nella<br />

sua terra, quelle ver<strong>it</strong>à che cercava, rintracciandole<br />

nelle espressioni del quotidiano, anche in<br />

quelle che appaiono più banali. Tra i soggetti<br />

che appaiono più sent<strong>it</strong>i, ci sono i cieli e con le<br />

parole di Jean Clair, direttore del Museo Picasso,<br />

potremmo dire che, in natura, i cambiamenti di<br />

tonal<strong>it</strong>à dell’atmosfera (meteorologia) sono come<br />

i cambiamenti d’umore dell’anima”, con questa<br />

frase di Carus , amico e discepolo di Goethe e<br />

Caspar David Friedrich, penetriamo nel cuore<br />

del Romanticismo e della Naturphilosophie.” Ma<br />

se pure il richiamo alla tradizione Romantica e ai<br />

suoi duraturi lasc<strong>it</strong>i appare obbligata, quando si<br />

parla di p<strong>it</strong>tura naturalistica e del fascino eserc<strong>it</strong>ato<br />

da parte della Natura sull’arte di tutti i tempi,<br />

sia nelle sue declinazioni di aspetto p<strong>it</strong>toresco<br />

o sublime, quando si parla di rappresentazione<br />

del cielo, il richiamo alla natura – quella umana –<br />

diventa profondissimo. Basta pensare ai bambini,<br />

e alla loro ab<strong>it</strong>udine di raffigurare il cielo in tutte<br />

le sue varianti, con il sole che splende, o nuvolo-<br />

Georges, il barbone addormentato, 1990<br />

so, con la pioggia o l’arcobaleno. Il fascino degli<br />

agenti atmosferici sull’animo umano ha quindi<br />

radici profondissime, che si gettano nell’anima<br />

con conseguenze che tutti possiamo rilevare,<br />

sull’umore, così come sull’organismo. E in questa<br />

lunghissima tradizione di rappresentazione dei<br />

cieli – perché parlare al plurale sembra d’obbligo<br />

– ma non solo, fatta di capac<strong>it</strong>à di osservazione<br />

e dono dello stupore, pazienza e decisione, si<br />

inscirive anche l’opera di Paolo Vallorz.<br />

Negli anni Cinquanta dello scorso secolo, al suo<br />

arrivo a Parigi, Paolo Vallorz frequentò i Noveaux<br />

Réalistes. Nel gruppo, colui che eserc<strong>it</strong>ava il maggior<br />

fascino sul p<strong>it</strong>tore trentino era Yves Klein,<br />

grandissimo artista che realizzò opere che oggi<br />

vengono celebrate alla pari di oggetti sacri, da<br />

parte degli ambienti dell’avanguardia. E tra i suoi<br />

lasc<strong>it</strong>i, il blu che porta il suo nome e la spugna<br />

impregnata di quel colore che si trova in tanti<br />

suoi basamenti per improbabili sculture. Ered<strong>it</strong>à<br />

certo non casuale, specie nel suo riferimento per<br />

eccellenza, quel blu del cielo a cui si guarda per<br />

cercare risposte alle domande di ciò che sotto il<br />

cielo si muove. E di questa ered<strong>it</strong>à, Paolo Vallorz,<br />

diviene l’erede quasi eletto, per quella Valle di<br />

Sole che gli ha dato i natali, e che con la sua<br />

natura ha intriso quella del p<strong>it</strong>tore.<br />

La mostra proseguirà fino al 27 settembre.<br />

Info: 0471 313800 e www.kulturins<strong>it</strong>ut.org.<br />

Nadia Marconi<br />

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