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BELLAVITA by DONNA IMPRESA MAGAZINE FEBBRAIO 2021

Ricordo, tornando indietro nel tempo…. che si era nel pieno dell'adolescenza e i nostri mezzi a quei tempi erano quelli che erano… molto, ma molto limitati, nonostante questo ci accontentavamo e ci divertivamo lo stesso. Negli anni dell'adolescenza si vive di emozioni e il cuore diventa il protagonista assoluto… Che tenerezza oggi nel ripensare quando le ragazze più disinibite, di nascosto dai genitori, venivano per ballare in quel salone quattro metri per quattro. Spesso capitava di vivere un amore non corrisposto. Essere innamorati di una persona che probabilmente non sapeva neanche della nostra esistenza, che non ti degnava neanche di uno sguardo. Ma esisteva anche l'amore, nel vero senso della parola. Quello che bastava solo immaginarlo, per far spuntare un sorriso. La fine di una storia d'amore era unatragedia. Se eri tu a lasciare una ragazza non aveva importanza, era una storiella, (...) WWW.DIMAGAZINE.IT

Ricordo, tornando indietro nel tempo…. che si era nel pieno dell'adolescenza e i nostri mezzi a quei tempi erano quelli che erano… molto, ma molto limitati, nonostante questo ci accontentavamo e ci divertivamo lo stesso. Negli anni dell'adolescenza si vive di emozioni e il cuore diventa il protagonista assoluto… Che tenerezza oggi nel ripensare quando le ragazze più disinibite, di nascosto dai genitori, venivano per ballare in quel salone quattro metri per quattro. Spesso capitava di vivere un amore non corrisposto. Essere innamorati di una persona che probabilmente non sapeva neanche della nostra esistenza, che non ti degnava neanche di uno sguardo. Ma esisteva anche l'amore, nel vero senso della parola. Quello che bastava solo immaginarlo, per far spuntare un sorriso. La fine di una storia d'amore era unatragedia. Se eri tu a lasciare una ragazza non aveva importanza, era una storiella, (...) WWW.DIMAGAZINE.IT

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Dance

in the

house

the music is in my head

rubrica a cura

Bruno Romano Baldassarri

alias CaptainJack

REMEMBER

Ricordo, tornando indietro nel tempo…. che si era nel pieno dell'adolescenza einostrimezzia

quei tempi erano quelli che erano… molto, ma molto limitati, nonostante questo ci

accontentavamo e ci divertivamo lo stesso. Negli anni dell'adolescenza si vive di emozioni e il

cuore diventa il protagonista assoluto… Che tenerezza oggi nel ripensare quando le ragazze

più disinibite, di nascosto dai genitori, venivano per ballare in quel salone quattro metri per

quattro. Spesso capitava di vivere un amore non corrisposto. Essere innamorati di una

persona che probabilmente non sapeva neanche della nostra esistenza, che non ti degnava

neanche di uno sguardo. Ma esisteva anche l'amore, nel vero senso della parola. Quello che

bastava solo immaginarlo, per far spuntare un sorriso. La fine di una storia d'amore era una

tragedia. Se eri tu a lasciare una ragazza non aveva importanza, era una storiella, (...)

singer

etra x

&deejay

producer

all'interno:

Top woman Deejay

and Vocalist (singer)

Kay Rush (Dee Jay RMC)

Karol Diac (singer)

Iolanda Nes JO4M (singer)

Jaqueline (siner)

Cinzia Tedesco (singer)

music fashion 2021 2020

bydimagazine.it

www.dimagazine.it110

BELLAVITA


Dance

in the

house

the music is in my head

rubrica a cura

Bruno Romano Baldassarri

alias CaptainJack

REMEMBER

Ricordo, tornando indietro nel tempo…. che si era nel pieno dell'adolescenza einostrimezzia

quei tempi erano quelli che erano… molto, ma molto limitati, nonostante questo ci

accontentavamo e ci divertivamo lo stesso. Negli anni dell'adolescenza si vive di emozioni e il

cuore diventa il protagonista assoluto… Che tenerezza oggi nel ripensare quando le ragazze

più disinibite, di nascosto dai genitori, venivano per ballare in quel salone quattro metri per

quattro. Spesso capitava di vivere un amore non corrisposto. Essere innamorati di una

persona che probabilmente non sapeva neanche della nostra esistenza, che non ti degnava

neanche di uno sguardo. Ma esisteva anche l'amore, nel vero senso della parola. Quello che

bastava solo immaginarlo, per far spuntare un sorriso. La fine di una storia d'amore era una

tragedia. Se eri tu a lasciare una ragazza non aveva importanza, era una storiella, (...)

singer

etra x

&deejay

producer

all'interno:

Top woman Deejay

and Vocalist (singer)

Kay Rush (Dee Jay RMC)

Karol Diac (singer)

Iolanda Nes JO4M (singer)

Jaqueline (siner)

Cinzia Tedesco (singer)

music fashion 2021 2020

bydimagazine.it

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BELLAVITA


CaptainJACK

REMEMBER

the music is in my head

Nella foto lo staff di RMI 91.300

on RADIO MONTOTTONE INTERNATIONAL since 1979

(...) perché quella a cui tenevi davvero, beh' era

sempre lei a lasciare te! Anni spensierati che

nonostante potessero essere a volte offuscati dai

problemi tipici che ogni adolescente affronta in

questa fase della sua vita, di solito rimane un

ricordo piacevole che ci si porta dietro per sempre.

Proprio come capita a me oggi. E chi se li

dimentica i pomeriggi estivi a giocare a pallone in

qualche campetto di periferia o le mattine a

inseguire quello stesso pallone lungo le distese di

sabbia? Perché facevamo forse altro in quei giorni

d'estate di fine anni '60 che pensare al pallone?

Badate bene che era prima che perdessimo la

nostra guerra contro le ragazze, quando ancora

facevamo fatica ad ammettere che ci piacessero,

quando nascondevamo l'idea di stringerle

teneramente per mano e accettare la resa. Al mare

in autobus, con le scarpe eicalzini,agiocarea

biliardino (….male e con frullata annessa) a sentire

terribile musica dance italiana e aspettare il

Festivalbar la sera, quando una sorella o un fratello

più grande ti spiegavano quale fosse la differenza

fra esibirsi dal vivo e cantare in playback. Quaranta

minuti il viaggio d'andata, quaranta quello di

ritorno, due ore di partita, sudati da far schifo e un

ombrellone neanche a pagarlo. Era interdetto ai

minori di 18 anni portarsi l'ombrellone al mare….

quello di casa non te lo avrebbero mai lasciato i

tuoi genitori, che sapevano quanto eri coglione e

quanto avresti pensato di trasformare anche quello

in un palo e magari dimenticarlo lì. Grupponi di soli

ragazzi, manco belli da vedere, con l'adolescenza

esplosa addossa sotto forma di peli e odori poco

rassicuranti. Certo…. niente perizomi e brasiliane

in giro, ma anche se fosse, quello è un pallone,

vuoi mettere? La domenica aveva una sua

sacralità; guai a rinunciare alle feste private.

Ricordo che eravamo inseparabili amici io, Leo,

Lallo, Savino, Eros, Ivano, Daniele e Massimo e di

domenica pomeriggio, in una sorta di tour

itinerante nelle case dei nostri genitori allestivamo,

con una modesta consolle e due o tre faretti

colorati per dare una parvenza da sala da ballo,

quel luogo “sacro” dove potersi ritrovare e

corteggiare le ragazze del paese evitando occhi

indiscreti. Per noi era già gran cosa. Sgombrati da

tavolo divani e quant'altro, i soggiorni di case

rispettabilissime si trasformavano dunque in

pseudo-Studio54 o la discoteca di quei tempi. La

porta chiusa, si fumava di nascosto per sembrare

più grandi, più machi, rinunciando a far penetrare

una fresca ventata d'aria salubre nella stanzetta

satura ormai di un intossicante fumo (erano gli

esordi inconsapevoli di futuri convertiti al

tabagismo). Gli anni della prima Disco Music… in

tanti si esibivano alla maniera dei big. Sempre il

solito particolare personaggio di turno che

prediligeva dedicarsi alle luci ed imperterrito

pigiava a tempo di musica gli interruttori del

lampadario al fine di ricreare un improbabile effetto

psichedelico, ma non appena la puntina del

giradischi leggeva le prime note di un lento,

Pensiero D'amore di Mal dei Primitives, Fortuna dei

Procol Harum e l'inossidabile Sampa PaTi di

Carlos Santana, la luce veniva regolarmente

spenta quasi del tutto e appassionate coppie si

congiungevano al centro della stanza incuranti che

da un momento all'altro potessero sopraggiungere

i genitori. Ma la vera occasione che ci permise di

dare libero sfogo ai nostri impetuosi desideri

giovanili ce la offrirono mamma e papà nel

concedendomi l'intero garage della nostra casa di

campagna… divenne subito il luogo deputato a

memorabili feste di compleanno. Con molto

impegno, materiali di fortuna e con le strane scritte

pacifiste sui muri del tipo “mettete i fiori nei vostri

cannoni … oppure ama il tuo cane come te stesso”

e cosi via, avevamo finalmente il nostro club

privato. Il garage trasformato fu pari ad una

velocissima meteora e costituì una fase importante

nelle nostre vite: un passaggio tanto fulmineo

quanto indimenticabile. Collegammo un solo piatto,

il LENCO, ad un poco più che essenziale mixer a

tre canali…. al centro una luce stroboscopica che

creava affascinanti illusioni ottiche, tutte intorno le

sedie che ogni sabato pomeriggio prelevavamo

dallacucinadicasamiacheeraliapochipassi.

Ovviamente eravamo dotati dalle autorizzazioni dei

miei genitori e perciò il club visse sotto un profilo

molto underground. Più tardi arrivarono le

discoteche e questi luoghi di ritrovo finirono per

svanire. A non svanire però sono le sensazioni che

restano tatuate nella mia mente e nel mio cuore.

LA MUSICA COMUNQUE SIA È UN TERRENO

RICCO DI STORIE DA RACCONTARE E DA

SCOPRIRE, LA COLONNA SONORA DELLA

NOSTRA VITA, DELLE NOSTRE PASSIONI E

DELLE NOSTRE AVVENTURE.


NINAKRAVIZ

WOMAN DJ

NinaKraviz

NEXTNUMBER

BELLAVITA


www.dimagazine.it

* ***

*

All'interno:

Kay Rush - Voice RMC

Iolanda Nes & Jo4M

Karol Diac Singer and Dj

Jaqueline - Singer

Cinzia Tedesco - Singer

entertainment t op w omen


Conduttrice,scrittriceeDj.

La voce più bella dell'etere.

Essere a RMC un vero

SUCCESS0

LA STORIA

Kay Rush è una giornalista, conduttrice radiofonica,

disc jockey e scrittrice statunitense naturalizzata

italiana. Nata negli Stati Uniti, di madre giapponese e

padre svizzero-tedescostatunitense, è divenuta

cittadina italiana dalla primavera del 2006. Nota

anche come Kay Sandvick, dal 1995 ha adottato

legalmente il cognome del suo padre naturale, Rush,

in luogo di quello del patrigno, Sandvick. Ha studiato

scrittura creativa all'università di Milwaukee

(Wisconsin) ma prima di laurearsi decide di partire

per New York all'età di 18 anni. Poco dopo si

trasferisce a Parigi dove lavora per un breve periodo

come modella. Nel 1980 arriva in Italia ed inizia a

lavorare come deejay a "Le Cinemà" una discoteca

di Milano. Viene notata da Claudio Cecchetto che le

propone di collaborare con Radio Deejay come

tecnico del suono e poi al programma Deejay

Television su Italia 1, dove si occupa di scrivere e

realizzare tutte le interviste agli artisti internazionali. È

sua la voce del famoso 'Disc-o'Clock'. Nel 1986 la

RAI le affida la conduzione di Hit parade quindi di

Discoring e della sezione rock del "Festival di San

Remo" (1989). Partecipa anche a Va' pensiero nel

1987. Nel 1990 diventa sommelier e giornalista

professionista (iscritta all'Albo nell'elenco stranieri).

Nello stesso anno scopre una passione per la

montagna ed i viaggi in luoghi lontani, tra i quali India,

Nepal, Tibet e Perù. Ha vissuto quattro anni a

Madonna di Campiglio. Gli anni ‘90 Torna negli Stati

Uniti per studiare all'Actor's Studio. Nel 1991

ricompare sugli schermi televisivi italiani affiancando

Raimondo Vianello nella conduzione di Pressing. Nel

1992 si dedica quindi al teatro, dove riscuote un buon

successo di critica per il suo ruolo di Helena Charles

nell'opera teatrale di John Osborne Ricorda con

rabbia per la regia di Diego Pesaola (Zap Mangusta).

Dopo un nuovo periodo di assenza torna sui

teleschermi nel 1995 per seguire una serie di eventi

speciali dedicati alla montagna per Tele+2. Nel 1996

è nel cast della fiction Pazza famiglia 2 di e con

Enrico Montesano e dal 1997, per i successivi tre

anni, le vengono affidate le interviste eicollegamenti

dal backstage del "Concerto del 1º Maggio" con Piero

Chiambretti. Nel 1997 recita inoltre al fianco di

Sandra Mondaini e Raimondo Vianello nel film tv

"Quattro assi per una rapina" della serie I misteri di

Cascina Vianello. Nel 1998 si trasferisce in Francia

(dove tuttora possiede una casa a Chamonix). Dallo

stesso anno conduce e si occupa della

programmazione musicale di Montecarlo Nights su

Radio Monte Carlo, trasmissione notturna dedicata

alla musica jazz, soul, lounge e chill out. Gli anni

2000 Prosegue il suo costante impegno radiofonico

ma nel 2000 viene chiamata dalla televisione

spagnola Telecinco per condurre il programma

d'avanguardia, culturale e d'attualità Nosolomusica

che diventa presto un cult. Lascia la casa in Francia

per vivere a Madrid e comincia a fare la spola tra

Italia e Spagna. Nel 2003 lascia la conduzione di

Montecarlo Nights per dedicarsi interamente a

Nosolomusica, di cui diventa uno degli autori. In Italia

conduce su StudioUniversal, canale satellitare di Sky

Italia, Hollywood's Greatest Stunts, una rubrica

dedicata agli stuntman più famosi d'America. Nello

stesso anno si sposa dopo 3 anni di fidanzamento,

con lo spagnolo Ismael Santos, excampione e

capitano della squadra di basket, Real Madrid. Dal

2007, è la presentatrice ufficiale della serata di

premiazione di Rock Master, una competizione di

arrampicata che si svolge ad Arco di Trento. Nel

2008 e 2009, è presente come giornalista al Trentino

Film Festival dove si occupa di intervistare i

personaggi più importanti del mondo della montagna.

Dopo 4 anni di attività in Spagna, torna

definitivamente in Italia dove viene richiamata da

Radio Monte Carlo; le viene affidata la conduzione di

due programmi scritti e ideati da lei stessa: Rush

Hour, un programma quotidiano di attualità

internazionale e Unlimited, programma di musica

deep house in onda durante il week-end. Dal 2005 al

2020 Kay pubblica venti compilations di successo

della serie Kay Rush Presents Unlimited. Nel giugno

2007 esce il suo primo romanzo, Il seme del

desiderio, per l'editore Sonzogno RCS. Kay Rush ha

anche aperto numerosi blog su internet tra i quali Kay

Rush, Rush Hour Chiama Himalaya, Rush Hour nel

pallone, Rush Hour Unplugged e Rush Hour - il

Mondo di Kay Rush sulla grande rete di Blogosfere.it.

face to face with...

Kay Rush

the interview

www.donnaimpresa.com


A giugno 2008 è tornata a Radio Monte Carlo con il suo

programma di musica soulful e deep house, "RMC

Unlimited". Ha ideato e presentato il programma

radiofonico dedicato alla notte delle elezioni su Radio

Monte Carlo, 'Elezioni U.S.A.2008 - Il Rush Finale'. Il 7

luglio 2009 ha partecipato come commentatrice al

"Michael Jackson Memorial", trasmesso su Italia 1 in

diretta. In ottobre 2010 esce il suo secondo romanzo,

Winter Love, edito da Marsilio Editori. In marzo 2011,

esce la prima edizione della compilation "Kay Rush feat.

Harley & Muscle presents House Classics". Sempre nello

stesso anno a marzo, nasce la prima web radio di soulful

e deep house in Italia, RMC Radio Kay Kay. Il mese

successivo, esce l' XI edizione di "Kay Rush Presents

Unlimited"... dopo 6 anni passati in India ad oggi siamo

alla compilation n.20 e continua il sodalizio con Radio

Montecarlo anche attraverso la trasmissione radiofonica

" kay is in the air"

L'INTERVISTA

Siamo in compagnia di Kay Rush; l'abbiamo

raggiunta in un momento di relax a Radio

Montecarlo. Con lei parliamo della sua vita, del suo

lavoro, delle sue passioni; in sottofondo una

selezione musicale che nessun vero amante della

musica può permettersi di non conoscere. Una

musica delicata ed avvolgente, che può

accompagnare in tutti i momenti della vita.

Bene eccoci qui Kay, parliamo di musica. A che cosa

ti ispiri nello scegliere la selezione musicale delle tue

trasmissioni?

La musica della mia trasmissione viene scelta dall'ufficio

musica di Radio Montecarlo, ma è una cosa che oggi

avviene in tutte le radio del mondo. Quando lavoravo a

Montecarlo night la musica la sceglievo io perchè era un

tipo di programma diverso dagli altri, mentre per tutte le

mie compilation la selezione è mia. Non c'è più l'idea

romantica del dj che di notte sceglie i vinili e va avanti

scegliendo pezzo per pezzo... a selezionarli

personalmente oggi è rimasto solo il dj che lavora in

discoteca che prepara la sua track-list, ovvio che poi

ognuno ha un suo genere da proporre... io quando

venivo chiamata ho sempre proposto la mia musica,

adeguandomi ovviamente alla location che mi ospitava

ed alla tipologia dell'evento, ma comunque sempre

musica elegante. Generalmente quando venivo chiamata

erano già consapevoli del genere che avrei messo...

insomma nessuna sorpresa per coloro che venivano ad

ascoltarmi, avevo la mia track e quella proponevo per

l'intera serata. I dj oggi sono incredibili... sono dei

musicisti davvero molto bravi e più preparati di 40 anni fa.

Ma sono molto aiutati dalla tecnologia rispetto al

passato...non credi?

Si, questo è vero, ma vero anche che la tecnologia

bisogna saperla usare ed oggi ritengo che tutti siano

molto preparati al riguardo.

Una musica che parli alla tua anima... o comunque

un genere musicale che tendi ad usare

maggiormente nei tuoi spettacoli e/o performance?

Nelle mie performance comprese le compilation e

sopratutto quando posso amo la musica soul and deep

house. Attualmente studio chitarra classica quindi si

potrebbe dire la classica, oppure la musica spagnola in

un contesto del flamengo o cose del genere... o ancora

quella indiana considerato che ho vissuto in India per 6

anni, fino a poco tempo fa. Se voglio ascoltare musica

popolare scelgo naturalmente le proposte di Radio

Montecarlo.

Quali, gli artisti italiani contemporanei per i quali ti

piacerebbe spendere una parola di apprezzamento?

Sono davvero pochi e faccio molta difficoltà a citarne

qualcuno...

Come mai in questa tua lunghissima variegata

carriera non ha mai inciso un disco tuo?

Non l'ho mai fatto perchè io non canto. Incido in un certo

senso attaverso le mie compilation... Kay Rush Unlimited

la xx è l'ultima uscita.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Continuare con questo appuntamento pomeridiano a

Radio Montecarlo che va in onda dalle ore 16.00 alle

18.00 e si chiama "kay is in the air", proseguire gli studi di

chitarra classica. Potrei aggiungerti lo studio delle lingue

che è un'altro mio hobby. Ho studiato 10 anni hindi che è

una delle lingue ufficiali dell'India ed ora la scrivo e la

parlo correttamente. Nel mio futuro vedo anche

l'alpinismo che pratico da vent'anni e la meditazione

buddista, un'attività a cui dedico giornalmente almeno 4

ore del mio tempo; mia madre era giapponese e sarà

forse per questo che ho vissuto in India per 6 anni ed ho

studiato la lingua Hindi. Nel tempo libero insegno yoga. I

miei progetti futuri sono di vivere la vita e mantenere un

equilibrio.... ma sopratutto cercare di capire perchè

esisto... (sorride).

Come stai vivendo questo momento di particolare

apprensione per via della pandemia e le relative

restrizioni sulla nostra vita di tutti i giorni?

Da un lato mi ritengo molto fortunata e gioisco all'idea di

lavorare per una grande azienda come Radio

Montecarlo, del gruppo di Mediaset, che ci ha consentito

di lavorare tutto il tempo mentre ci sono colleghi che, al

contrario, hanno perso il lavoro; il rovescio della medaglia

è la profonda amarezza che provo nei confronti di tutti

coloro che soffrono per i più svariati motivi... vorrei

sinceramente che anche loro tornassero a gioire. Questa

"pesantezza" nel mondo la sento e mi rattrista l'idea che

ci siano molte persone hanno perso il lavoro, famiglie che

non hanno sufficiente denaro per mangiare, attività

commerciali che stanno chiudendo i battenti o che sono

chiuse da mesi: negozi, ristoranti... una vera tragedia.

Spero davvero che ne possiamo uscire quanto prima e

ricominciare con un'altra visione del mondo. Vorrei che

tutti trovassero un sereno equilibrio e non vedo l'ora che

arrivi il tempo per uscire da questo periodo buio della

nostra esistenza, che tornassimo tutti a fare le cose che

facevamo prima dell'arrivo della pandemia. Io, come ho

già detto, mi ritengo molto fortunata di continuare a

lavorare e sopratutto di fare un lavoro che amo, però non

posso essere egoista e non tener conto del dolore degli

altri. Dobbiamo comprendere che ci sono altri valori nella

vita... magari vivere con meno e dare risalto alle cose che

sono davvero importanti. Usare questo periodo insomma

per ricostruire un futuro diverso, in cui vi sia una

maggiore consapevolezza ed equilibrio da parte di tutti.

Dobbiamo abituarci ad una nuova normalità, diversa da

quella che abbiamo conosciuto fino a ieri all'insegna di

una nuova filosofia di vita: non dimentichiamo che il

primo passo verso la felicità consiste nel ridurre ed

escludere tutto ciò che è superfluo, per poi concentrarsi

sull’essenziale. Adesso sta arrivando questo nuovo

vaccino e spero con tutto il cuore che ci aiuti ad uscire da

questo periodo davvero terribile... sarebbe un sogno; in

questi tempi così freddi e pieni di negatività, è

fondamentale essere ancora in grado di sognare.

Concederci il lusso di far volare la mente è un bellissimo

atto di ribellione, significa rallentare e concedere alla

nostra parte più emotiva e irrazionale la possibilità di

esprimersi.

B.B.

the music is in my head

www.dimagazine.it

Bene Key.... è stata davvero una bellissima conversazione più

che intervista ... mi complimento per la tua saggezza e per la tua eleganza.

Per chiudere una domanda di rito: ti descrivi attravero

un aneddoto? (30 secondi di silenzio e poi lei con accento

delizioso alla mia affermazione "Pensavo fosse caduta la

linea telefonica ...." risponde: " Il silenzio" (accennando ad un sorriso) .

B.B.


JO4M È UNA BAND

FORMATA DA 4

ELEMENTI:

CHITARRA, BASSO,

BATTERIA E VOCE.

IL COMPLESSO

SELEZIONA BRANI

DAI REPERTORI DI

SOLE DIVE, DEL

MOMENTO E NON.

“Ho conosciuto Stefano, Marco e Gianluca nel 2016 quando,

volenterosi di portare avanti questo progetto che ruota attorno

alle Dive, erano alla ricerca di una cantante che si

rispecchiasse in quest’idea.Quando mi hanno proposto i brani

che avevano già arrangiato, io quasi non ho avuto bisogno dei

testi, ne di ascoltarli prima, perché rispecchiavano i miei gusti

musicali al punto di essere già molto preparata. Perciò ci

siamo amalgamati subito molto bene e abbiamo iniziato a

lavorare su nuovi brani e nuove idee. Con loro ho imparato un

sacco di cose, mi sono praticamente formata. Prima di entrare

nella band ero una cantante che frequentava concorsi e talent,

e saltavo di band in band cercando di trovare il “mio posto.

Chiaramente, prima di tutto ciò ho studiato tanto, per tanti

anni. Prendevo lezioni private di canto, pianoforte e solfeggio

già alle scuole medie. Poi ho fatto un periodo di logopedia che

mi ha fatto fare il salto di qualità, soprattutto grazie agli

insegnanti di canto Monica Grassi e Fabio Mammarella che mi

hanno seguita per anni presso la scuola “pianeta musica” di

Pesaro. Negli anni di studio a scuola ho fatto tante esperienze

formative che mi hanno cambiata e fatta crescere e quando

sono arrivati i Jo4m sono stata davvero in grado di esprimere

me stessa. Prima della band facevo tanti provini, sono anche

riuscita a entrare a The Voice una volta, ma la soddisfazione

di cantare insieme alla mia band è totalmente su un altro

livello. Jo4m è il nostro angolo di libertà, tra noi non ci sono

filtri , perciò quando ci esibiamo le nostre personalità emergono

creando il nostro stile. Rock, chiaramente. Ci divertiamo, ci

esaltiamo, è sempre un momento felice quando suoniamo.”

Iolanda Nes

Nelle foto da sinistra: Marco Ercoles chitarra,

Iolanda Erculanese voce

Stefano Pagnini batteria e Gianluca Baldassarri basso

JO4M


Iolanda Nes

Credo negli ottimisti, nei ribelli, nei sognatori e negli innamorati.

Iolanda Nes


Esce l'11 settembre per Borderline Records il EP

“Borderline”. Abbiamo già avuto modo di ascoltare questo

pezzo di sottofondo durante il Radio Show negli ultimi

mesi: oggi diventa canzone ufficiale sia del Radio show

che del Format live e viene distribuito su tutte le

piattaforme e i digital stores, anche nella versione Dance

remix e nella versione Slow. Il brano è già in

programmazione radiofonica in tutta Europa. Un giro di

chitarra acustica che ci porta in un'atmosfera future house

e che, come promette il chorus, “Where you are is where

I'll be/ Where you are is home to me”: oltre a rimanere

sempre con voi, nella vostra mente, descrive benissimo il

Format live che Karol e Bruce attendono di portare nelle

città in cui già va in onda il Radio Show. Ad oggi il Radio

show si sta espandendo sempre di più, soprattutto

all'estero: viene trasmesso a Ibiza, Fuerteventura,

Tenerife, Malta, Belgio, Mallorca e in molte città d'Italia

sulle frequenze di Radio Venezia, Radio Digi-One, RADIO

Eco Sud, Radio Millecuori e altre radio fm oltre che su

Radio Crossover Disco, web radio dance piemontese.

Borderline nasce come Format live dall'abbinamento della

voce di Karol Diac, sia grazie ai suoi live vocal che ai

singoli già pubblicati in passato (“ Here I Am” - Smilax

Publishing & Lion Edizioni, “Mister” - Papa Musique di

Radio Montecarlo / Soulgem Records di Lelio D'Aprile,

“ Battles” - Sony Recordings, “ Be Your Hero” - Sony

Recordings) alla regia dell'eclettico dj e produttore Bruce

Blayne, che cura la parte pop dance e club del format

assieme alla Karol. Bruce è dj resident del Holi Colors

Festival e vanta una carriera piena di soddisfazioni e date

importanti. Questa collaborazione ha dato origine sia al

Borderline Show che all'album “ Borderline”: una raccolta

di remix con sonorità Club House che si distingue per il

suo stile senza barriere e che uscirà l'anno prossimo. Nel

frattempo Karol e Bruce sono impegnati a sviluppare

sempre di più il Radio show, che oggi ha collezionato

interviste con numerosi ospiti interessanti come

Rush&Hydro ( Spinning Talent Pool), Maxi B (rapper con

all'attivo featuring con Fedez, Salmo ed altri), Lelio

D'Aprile, Dj Castello & Lorenzo Perrotta, Scirica, Marco

Sees, Mandope Lion, Laeshalex, Bobby Solo, Giacomo

Moras ( Home Festival), Ago Presta, Joe Mangione,

Pools, Sandro Puddu, Alex Milani, Francesco Le Noire,

Simone Ventura e tanti altri nomi interessanti ancora in

programmazione. In attesa di poter assistere al Format

live, adatto a ogni tipo di evento (dalle cene agli eventi di

lusso, serate club dance fino ai grandi festival), siete

invitati a seguire il Radio show sull'onda del motto “Open

the Gates and Let the Music Play”. Personaggio eclettico

e talentuoso in più ambiti, Karol Diac è nata a Cluj

Napoca, dove si svolge ogni anno il grande festival di

musica elettronica Untold, in una famiglia che ha le sette

note nel sangue: sebbene lei abbia iniziato a fare musica

relativamente tardi, ha un fratello e un cugino conosciuti

come dj anche all'estero.Tennista a livelli agonistici e

vincitrice di diversi titoli nazionali e internazionali, pratica

questo sport fino ai 20 anni e si laurea in scienze motorie.

Karol vanta anche una carriera da modella: ha sfilato

infatti per marchi come Alviero Martini, Balde (presente

Venice Film Festival 2020), Claudio Gervasutti (ph.

Venice Film Festival 2020), Pignatelli e Desigual, ma nel

2017 arriva la svolta che la introduce al mondo musicale.

Inizia infatti a collaborare come cantante con una casa di

produzione svizzera di musica elettronica e nel 2018

pubblica il suo primo album “ Marionnette”. Tutti i brani di

questo album portano la firma di grandi etichette italiane e

straniere: Exia Recordings /Restate (Russia), Rock

concerti (Italia) , Lovertrax - Fabio Amoroso M20 Radio

(Italia) , D MAX (Germania) e vengono trasmessi da radio

quali M20, Radio 105, Radio Montecarlo, oltre ad essere

inseriti in compilation internazionali. Sempre nel 2018

viene notata da Rockconcerti.it (agenzia di management

che vanta in roster grandi artisti come Povia, Marco

Masini e altri) che iniziano a promuoverla sul mercato

musicale italiano e internazionale. Si esibisce quindi come

dj in locali conosciuti della Versilia, della Riviera adriatica,

del Veneto e all'estero (Svizzera, Ungheria, Austria,

Romania, Spagna); sta inoltre lavorando sui prossimi

obiettivi, che comprendono festival musicali mondiali

come Untold, Electric Castle, Sziget, Tomorrowland sia

come solista che come dj. Nel 2019 Karol Diac pubblica

il suo secondo album in qualità di produttrice e solista,

“ Bipolar soul”. La promozione del primo singolo è curata

dalla famosa casa discografica Smilax Publishing in

collaborazione con Lion Edizioni e Leone Tranquillo, che

apre a Karol le porte delle radio italiane e segue

personalmente l'andamento del nuovo singolo con grande

cura. “ Here I Am” viene presentata durante uno speciale

di Rai Uno Sport dedicato a Karol che si è svolto al Foro

Italico durante le semifinali di tennis: un'esperienza

davvero unica per ricordare il passato come tennista ed il

passaggio alla musica. Altri traguardi importanti Karol li

raggiunge nel 2019 proprio a Jesolo, la città in cui ora

vive stabilmente: ad agosto viene inserita nella rivista

Vivijesolo come protagonista del mese accanto a

Federica Pellegrini e ad ottobre “ Be your Hero”, firmata

Sony Recordings, viene presentata durante i mondiali di

Crossfit – Italian Team Series 2019 al Palainvent Jesolo,

dove si svolge anche il dj set di due giorni Karol Diac &

Bruce Blayne. Altre esibizioni rilevanti sono state a

settembre 2019 dove Karol ha presenziato come Guest al

Red Carpet Party del Venice Film Festival e per la serata

di Capodanno 2019/20 come dj resident in piazza Mazzini

a Jesolo. Anche “ Battles” porta il nome Sony Recordings

e questo fa sì che la visibilità dell'artista raggiunga livelli di

spicco sia su Spotify che su Youtube. Il singolo “ Mister”,

firmato Papa Musique di Papa Dj (Radio Montecarlo) e

Soulgem Records (Lelio D'aprile) è rimasto in Classifica

Indie per più di 10 settimane e ha superato i 20.000

streams su Spotify; il video ufficiale e il video del remix,

girati nel noto locale Casablanca Caffè di Jesolo, hanno

superato rispettivamente le 20 e 15mila visualizzazioni su

Youtube. Con i 6 remix di “ Mister”, ognuno con stile e

genere diverso, è stato realizzato un album. Il singolo

“ Here I am” è attualmente

Karol

in rotazione su diverse radio fm

Diac

italiane tra cui

Radio Rai Uno,

M20, Radio 105

e Lattemiele e

ha raggiunto

quasi 900

passaggi in

totale.

Possiamo già

svelare la

prossima

Esce con "Borderline"

release, che

uscirà ad ottobre con la Smilax Publishing e la Lion

Edizioni e tante altre sorprese e prossime collaborazioni

che saranno una produzione Borderline.

A cura di Francesca Saglia – Music-Alive 2020

INFO

Apollo studio.

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“Il mio personale omaggio ai

Pooh. Credo che noi autori

contemporanei navigatori

della tecnologia, ci

modelliamo agli strumenti che

attraversano il nostro tempo.

Negli attimi che percorriamo,

ci confrontiamo spesso con

nuove frequenze ma non per

questo, dobbiamo dimenticare

le origini musicali che ci

hanno preceduto, motivato e

sostenuto. Quello dei Pooh,

secondo me è un universo

musicale che va studiato e

sentito fino all'ultima nota.

“Tutto adesso” è un brano che

rispecchia perfettamente

quello che mi sta

attraversando, avevo voglia di

raccontare ancora una volta la

verità che mi spinge a fare le

mie riflessioni”.

Jaqueline (nome d'arte di

Jaqueline Branciforte) è una

cantautrice e musicista

siciliana che scopre la musica

grazie alla ricca collezione di

dischi del padre, ascoltando

sin da piccola le più grandi

leggende della musica

internazionale come Michael

Jackson , Madonna , Prince,

Stevie Wonder , Aretha

Franklin e tanti altri.

Esordisce alla finale di

Festival Show 2011, dove si

esibisce dal vivo sul

prestigioso palco dell'Arena

di Verona. Conseguita la

maturità, entra nell'accademia

di musica “Saint Louis

College of Music”. Nel 2018

il brano “ Andare Via” fa parte

della colonna sonora del film

candidato ai David di

Donatello e ai Nastri

D'Argento “Un giorno

all'improvviso” e l'anno

seguente fa parte degli otto

finalisti di Area Sanremo

2019 con il brano inedito

“ Game Over”.

Jaqueline

Branciforte

the singer

Jaqueline Branciforte


the jazz

singer

Cinzia

Tedesco

NATA SOTTO IL SEGNO DELLA MUSICA

Cinzia Tedesco

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CLASSICAL

TM

IL DISCO

MISTER PUCCINI IN JAZZ: UN

LINGUAGGIO MODERNO PER

RACCONTARE L'OPERA, PUNTO DI

FORZA DELLA CULTURA ITALIANA DI

TUTTI I TEMPI.

Cinzia Tedesco, dopo ' Verdi's Mood' affronta il

repertorio di Giacomo Puccini con un disco che,

come da lei stessa dichiarato, 'trasporta nel nostro

quotidiano arie d'Opera immortali, per farle rivivere

con una veste nuova e moderna'. Un obiettivo

raggiunto anche grazie alla ormai decennale

collaborazione con l'arrangiatore e pianista Stefano

Sabatini, e l'apporto creativo del suo team formato

da Luca Pirozzi al contrabasso e Pietro Iodice alla

batteria. A completare l'ensamble, al disco

partecipano, grazie a Franco Moretti,

Direttore

Generale della Fondazione Puccini di Torre del Lago,

la Puccini Festival Orchestra diretta dal maestro

Jacopo Sipari di Pescasseroli, con gli archi scritti ed

arrangiati dal maestro Pino Jodice. Un disco

coinvolgente, ricco di sfumature vocali sorprendenti e

di gran classe, e che vede coinvolti ospiti quali i

sassofonisti Javier Girotto e Stefano Di Battista, il

trombettista Flavio Boltro, il polistrumentista

Antonello Salis alla fisarmonica, Roberto Guarino

alla chitarra e lo stesso Pino Jodice al pianoforte.

Cinzia Tedesco ha estrapolato dalle opere

dell'autore toscano, lavorando con Sabatini sui temi

più celebri senza però trasformarli, ma rimodulandoli

su ritmi lontani dal melodramma. Ecco allora 'Che

gelida manina' riproposta con contaminazioni latine

ed illuminata da un solo di tromba straordinario; 'In

quelle trine morbide' struggente come una jazz

ballad; ' Quando me n'vo' da Manon Lescaut diventa

un jazz waltz con un finale da brividi che vede il

grande batterista Pietro Iodice suonare in interplay

con archi ostinati e grintosi; ' E lucevan le stelle' è un

seducente tango argentino con le improvvisazioni di

Javier Girotto al sax soprano. 'Chi il bel sogno di

Doretta' ha il passo del modern jazz ed è coronato dal

piano solo di Stefano Sabatini; il ' Coro Muto' prende

voce con il testo ' Tonight' scritto dalla Tedesco, e

ricalca idealmente un musical di Broadway; ' Vissi

d'arte, Vissi d'Amore' ha la forte impronta di

Antonello Salis con la sua travolgente fisarmonica; ' Se come voi piccina io fossi' si avvicina ai ritmi

aggressivi del soul e del funky ed esplode con l'intervento del sax di Stefano di Battista, che con un serrato

interplay con la vocalist, spinge all'ennesima potenza la tensione del brano. ' Un bel dì vedremo' è arrangiato

e suonato al pianoforte da un talentuoso Pino Jodice, un brano sospeso, sognante e che conserva un fondo

di pungente tristezza interpretato magistralmente dalla Tedesco, che ne incarna pienamente la tragicità. In

' Recondita Armonia', gli archi sembrano trasportare Tosca nell'atmosfera di uno swing d'epoca, un groove

che rievoca l'efflorescenza tumultuosamente magnifica della prepotente voglia di vivere e di gioire. L'anima

sognante, malinconica, lirica, nostalgica , fatalistica e altro ancora, volteggia sui vocali della bella e brava

Tedesco: pura e fantasiosa leggiadria che tende all'allegrezza piuttosto che alla tristezza, alla realtà piuttosto

che al sogno, con solo qualche atteggiamento contemplativo che sembra meditazione, mentre è puro e

semplice TALENTO.

I più sentiti complimenti dalla redazione BELLA VITA di Donna Impresa Magazine www.dimagazine.it ma soprattutto

dal sottoscritto.

Baldassarri Bruno


SILVIAN

www.aravfashion.it

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OGGI VA DI MODA INCIDERE CITAZIONI, FRASI E AFORISMI SUL PROPRIO

CORPO. WILLIAM BLAKE, OSCAR WILDE E NIETZSCHE NON AVREBBERO

MAI IMMAGINATO CHE GLI AFORISMI TRATTI DALLE LORO OPERE

SAREBBERO STATE IMPRESSI SULLA PELLE DI MIGLIAIA DI PERSONE (SECONDO LA MODA DEL

“ TEXT TATTOO”) E CHE AVREBBERO SOSTITUITO STELLE, TESCHI E FARFALLE. IL FILOSOFO ELIAS

CANETTI IN “ LA PROVINCIA DELL’UOMO” SCRIVE CHE TRA LE TANTE FRASI CHE LEGGIAMO NEI

LIBRI CI SONO LE FRASI INTOCCABILI E SACRE. TANTO VALE PER LE ICONE DEL PASSATO,

DALL'ETERNA MARILYN MONROE RICOPERTA DI TATUAGGI A BRIGITTE BARDOT PASSANDO PER

LIZ TAYLOR, AUDREY HEPBURN E TANTE ALTRE: ECCO COME APPARIREBBERO SE FOSSERO

STATE TATUATE (DISEGNATE ABILMENTE DALL’ARTISTA CHEYENNE RANDAL).

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ALL'INTERNO:

PAOLO SISTILLI

rt

BEATRICE PEDICONI

“ The toy

box”

La scatola dei balocchi, the toy sono le ultime mie

piu`recenti creazioni . La realtà

filtrata attraverso dei ricordi e

delle visioni oniriche, astraendo le forme in un sovrapporsi di

colori primari e di sfumature calde che contrastano con i fondi

freddi o neutri cercando di mantenere e creare delle profondità

in un miraggio di sensazioni che rispecchiano una visione

personale della vita . Ho unito i linguaggi e le creazioni usate

negli anni come gli alfabeti immaginari l'archeologie della

comunicazione e i simboli e le forme il tutto in una sinossi

proiettata nel presente con calore per combattere il grigio di un

periodo e dare speranza e positivita ad un futuro prossimo

venturo.

Paolo Sistilli

Paolo Sistilli gioca continuamente con colori e simboli. Tutto questo fa parte della sua ricerca

sull'archeologia della comunicazione

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www.dimagazine.it106


PAOLO SISTILLI

Nella foto: il Maestro Paolo Sistilli nel suo studio di UTRECHT - NEDERLAND


lA SCATOLA

DEI

BALOCCHI

GALLERY

UTRECHT - NEDERLAND

www.paolosistilli.nl

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“Consenti a te stesso di vedere come se stessi

morendo rapidamente come gli schemi che

si formano su un'onda.

Consenti a te stesso di vedere come se

non ti fossi mai mosso. Consenti a te

stesso di essere temporaneo e

senza tempo. Come sei."

Lyle Rexer, Brooklyn 2010

Beatrice Pediconi

NUDE

Z2O SARA ZANIN

È LIETA DI PRESENTARE NUDE, LA TERZA

PERSONALE IN GALLERIA DI BEATRICE PEDICONI, A CURA DI

CECILIA CANZIANI. NELLA MOSTRA “NUDE”, PEDICONI PRESENTA

IN ANTEPRIMA UN AMPIO CORPUS DI LAVORI CHE RIFLETTE

SULLO STATUTO DI FOTOGRAFIA, A PARTIRE DALLA SUA

DECOSTRUZIONE.

Pediconi nata a Roma 1972, vive e lavora a New

York è un’artista multimediale la cui ricerca è da anni

legata a una pratica interdisciplinare che attraversa

medium tradizionali per approdare a inedite soluzioni

formali ed espressive. Nella mostra Nude, che segna

il suo ritorno in Italia dopo cinque anni, Pediconi

presenta in anteprima un ampio corpus di lavori che

riflette sullo statuto di fotografia, a partire dalla sua

decostruzione. “Untitled agisce come il testimone di

un processo di cui resta solo un’impronta, come

testimonianza di una perdita: un gesto che riflette

sull’assenza di memoria storica e sul distacco

personale. Il disegno è dunque il risultato di una

migrazione, e la sua traccia volatile e minimale resta

in bianco, come l’ultimo ed unico testimone di una

storia. Untitled diventa quindi il mezzo per lasciare un

segno come prova della nostra esistenza.” BP con

Untitled Pediconi apre la propria ricerca a

un’investigazione del segno attraverso una serie di

disegni su carta realizzati mediante la tecnica

dell’emulsion lift, ovvero impiegando strisce di

emulsioni fotografiche sottratte da lavori

precedentemente realizzati. Attraverso poi l’utilizzo

dei pennelli o direttamente con le proprie mani,

l’artista muove l’emulsione, che a questo punto del

processo ha assunto la consistenza di un velo di

seta, per posizionarla sulla carta, all’interno di una

vasca piena d’acqua. L’acqua, come elemento

primario, diviene il tramite mediante cui catturare un

flusso di immagini segniche originate dal gesto fatto

imprimere sulla carta. Questi stessi segni, marcatori

di uno spazio vuoto, divengono la testimonianza di

una traccia, memoria di un passato trasformato e

sublimato, ma anche sequenza di un racconto intimo

in cui il ricordo, messo a nudo, accoglie su di sé le

vestigia di un’esistenza che si rivela in tutta la sua

fragilità. Perdita, mutazione, frammento, traccia: i

lavori presentati in mostra raccontano di un percorso,

sia personale che collettivo, in cui l’ineffabilità del

ricordo e del passato ci riporta all’essenza delle cose.

Le opere, come enunciati di un gesto, descrivono, ad

un tempo, il movimento e la sua inafferrabilità,

sospese in un limbo imprevedibile che le riporta a chi

osserva nel bagliore di un lampo.

INFO:

Beatrice

Pediconi Nude

a cura di

Cecilia Canziani

Apertura mostra:

venerdì 5 e

sabato 6febbraio

Durata mostra:

5 febbraio - 27

marzo 2021

Orari di apertura

della galleria: da

lunedì a venerdì,

13-19

Indirizzo:

z2o Sara Zanin

Via della Vetrina 21,

00186 Roma


Nouvelle Esthetique

Un artista deve avere un

suo mondo, in cui ci fa

entrare attraverso le sue

o p e r e

Il tatuaggio è una delle più antiche

forme di espressione artistica

dell'uomo, altamente diffusa e

culturalmente significativa. Pur

conoscendo con esattezza le

motivazioni per cui il tatuaggio abbia

da sempre suscitato un così forte

fascino sugli uomini è certo che il

gesto di incidere sulla propria pelle

un segno è indissolubilmente legato

all'atto primario di fare arte, con

qualunque strumento. Il fascino per

questa forma artistica, che nulla ha

da invidiare alle altre espressioni

artistiche, ha la caratteristica

principale di unire una altissima

manualità e creatività ad

antichissime tradizioni. Le

motivazioni per cui oggi ci si tatua

sono naturalmente molto distanti da

quelle del passato o da quelle che

riguardano popolazioni dove

l'individuo viene contrassegnato

come membro di una tribù o per

convinzioni religiose, spirituali o

magiche. Negli ultimi anni i tatuaggi

hanno cominciato ad essere

considerati vere e proprie opere

d'arte che sostituiscono alla tempera

l'inchiostro ed alla tela la pelle (Body

Art). L'abilità del Tattoo Artist

consiste nell'avere una mano ferma

e sicura ed una particolare

attenzione al disegno ed alle

sfumature; il fattore che li

caratterizza poi è il trovare

ispirazione nel mix tra sangue e

inchiostro dal quale deriva l'esito e la

riuscita dell'intero progetto. Ogni

disegno risulta, perciò, essere un

pezzo unico, un frammento di anima

dell'artista che si trasferisce in

un'altra persona sottolineandone un

personale sentire che non potrà

mai essere copiato ma solo

interpretato. Quando si presta il

proprio corpo per imprimervi su un

tatuaggio diventiamo delle “tele

umane” al servizio dell'artista, siamo

la sua tela appunto.. un supporto

sopra il quale egli esprime il suo

genio. I tatuaggi quindi sono arte

perché c'è creatività, studio, abilità,

inventiva, passione e fatica. Sono

arte perché i tatuatori sono

degli artisti esperti, abili disegnatori

e pittori che creano, plasmano e

trasformano la pelle. Artisti

contemporanei che silenziosamente

introducono l'arte nella vita. Sono

arte perché emozionano.

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bellescoperte

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“TATUARE

E' SEMPRE

STATO IL

SOGNO

DELLA MIA

VITA”

È quello che ci dice Sonia

Belletti, una giovane donna

dotata di un grandissimo

talento, indiscutibilmente bella,

solare, vivace ma anche un po’

timida e questo è quello che le

conferisce quell’aria un po’ da

bambina certamente

accattivante. Ha un animo

gentile; chi la conosce afferma

che è una ragazza affabile,

premurosa, delicata. Lo si vede

dal suo modo di fare, dal suo

sorriso.

Noi l'abbiamo intervistata.

Marchigiana, classe 1988, figlia

dell'imprenditore edile Adriano

Belletti e Flavia Tanzi, dopo

essersi diplomata presso

l'Istituto Statale d'Arte

indirizzo Design, ha frequentato

l'Istituto Internazionale di

Comics, specializzandosi in

fumetti. Nel 2012 ha realizzato il

sogno a cui tanto aveva

aspirato: l'attestato di tatuaggio

artistico permanente, una

specializzazione insolita per

una donna in quegli anni. In

onore di questo importantissimo

traguardo si è tatuata un aliante

sulpetto,insensodiriuscita:

l'aliante di Leonardo da Vinci

che consegnò all'uomo la

possibilità di volare. Senza

Leonardo da Vinci chissà se

l'uomo avesse mai volato. Per

Sonia, quell'aliante sul petto,

rappresenta un sogno

realizzato. Con lei abbiamo

parlato di tatuaggi, prima di

tutto perché li ama così tanto da

farne un progetto di vita in

ambito professionale, in

secondo luogo perché il

tatuaggio che abbia valenza

SONIA: BELLETTI

ESPERTA DI TATUAGGI - PETRITOLI - ITALY


puramente estetica, o che sia impresso a ricordo di

un momento importante della propria vita, o ancora

che esprima la volontà di un ritorno alle origini,

piuttosto che a valori antichi e profondi che la

società moderna sembra avere dimenticato, oggi

vive un momento di grande rinascita, liberandosi

finalmente della coltre di pregiudizi che da decenni

lo intrappolava.

INTERVIEW

Da che cosa deriva la parola tattoo Sonia?

La parola Tattoo, originariamente è derivata dal

termine "tau-tau", onomatopea che ricordava il

rumore prodotto dal picchiettare del legno sull'ago

per bucare la pelle.

I vecchi tatuatori dicevano che l'abilità di un

tatuatore è quella di far affiorare sulla pelle

quello che c'è già sotto. Per cui i tuoi amori, i

tuoi inganni, i tuoi trionfi, i tuoi sogni, i tuoi

incubi. Oggi è diverso?

La pelle è fisiologicamente un organo molto

semplice, ma dal punto di vista sociale e

psicologico è davvero complesso: essa è il confine

tra il mondo esterno e quello interno, tra l'ambiente

e il proprio sé. Un tatuaggio comunica al mondo la

nostra interiorità e incarna fantasia e realtà, riesce a

trasformare il nostro corpo in una cartina

geografica, per chi è abbastanza acuto da saperla

leggere. O li si ama o li si odia, non ci sono vie di

mezzo. Per quanto mi riguarda, concludo citando

Nicolai Lilin, scrittore russo trapiantato in Italia da

molti anni "Il marchio del tatuaggio è [...] il posto

segreto dentro il quale possiamo nascondere ciò

che per noi è sacro. Non portiamo marchi per

vantarci davanti agli altri, ma perchè quello è l'unico

mondo incontaminato che ci è rimasto". Se il corpo

è un tempio, i tatuaggi sono le sue vetrate. In una

società come quella attuale in cui l'immagine

esteriore è considerata il valore più importante, il

tatuaggio pertanto assume un fine estetico ma

soprattutto un modo per portar fuori qualcosa di noi

e della nostra storia. può anche essere visto come

una trasformazione interiore per poter rinascere.

Tatuaggi: moda recente di un'arte antica…

antica quanto?

Il tatuaggio è una pratica dalle origini antichissime

di oltre 5000 anni, quando venne rinvenuto il corpo

congelato e ottimamente conservato di un

cacciatore che presenta in varie parti del corpo

circa 61 tatuaggi, che consiste in linee, crocette e

piccoli punti ottenuti sfregando carbone

polverizzato su incisioni verticali della cute. Esami

radiologici hanno rivelato che quest'uomo, Otzi

soffriva di artrosi: i tatuaggi si trovano proprio in

corrispondenza delle degenerazioni ossee da cui

l'uomo era affetto. Si pensa che, all'epoca, gli

abitanti della zona praticassero questa forma di

tatuaggio a scopo terapeutico, per lenire i dolori,

come fosse un'antica pratica di agopuntura.

Il tatuaggio è stato impiegato presso moltissime

culture, sia antiche che contemporanee,

accompagnando l'uomo per gran parte della

sua esistenza; a seconda degli ambiti in cui

esso è radicato. Sarebbe bellissimo Sonia che

lei ci aiutasse a comprendere il significato del

tatuaggio…

Pensi che nell'antico Egitto sono stati rinvenuti

tatuaggi dal significato ancora oggi misterioso sui

corpi delle danzatrici, principesse e sacerdotesse

(2000 a.C.). Un esempio è l’occhio di Ra, primo re

d’Egitto, simbolo di regalità e potere veniva tatuato

come forma di protezione dalle energie negative

principalmente su nuca, spalle e schiena (l’occhio

infatti doveva “guardare le spalle” di colui che lo

portava). I Celti adoravano divinità animali quali il

toro, il cinghiale, il gatto, gli uccelli eipesciein

segno di devozione se ne tracciavano i simboli sulla

pelle. Presso gli antichi romani, che credevano

fermamente nella purezza del corpo umano, il

tatuaggio era invece vietato ed adoperato

esclusivamente come strumento per marchiare

criminali e condannati (esempio gli schiavi

portavano addosso le iniziali del padrone, i ladri un

marchio a fuoco sulla fronte perché tutti fossero a

conoscenza del reato commesso dall’individuo);

solo successivamente, in seguito alle battaglie con i

britannici che portavano tatuaggi come segni

distintivi d'onore, alcuni soldati romani

cominciarono ad ammirare la ferocia e la forza dei

nemici tanto quanto i segni che portavano sul

corpo. Nell'undicesimo e dodicesimo secolo i

crociati portavano sul corpo il marchio della Croce

di Gerusalemme, questo permetteva, in caso di

morte sul campo di battaglia, di fare in modo che il

soldato ricevesse l'appropriata sepoltura secondo i

riti cristiani. Quando la religione cristiana divenne

dapprima lecita e, poi, religione di Stato, papa

Adriano si vide costretto a proibire formalmente con

una bolla papale datata 787 d.C. la pratica diffusa

tra i fedeli. Durante il Medioevo molti pellegrini

cristiani decisero di ignorare le indicazioni della

Chiesa e presero a tatuarsi i simboli dei luoghi sacri

visitati. I frati del santuario di Loreto, nelle Marche,

divennero così celebri tatuatori: su richiesta,

incidevano su polsi e piedi dei fedeli che lo

desideravano simboli del culto cristiano. Nei primi

anni del 1700, i marinai europei vengono a contatto

con le popolazioni indigene delle isole del Centro e

Sud Pacifico, dove il tatuaggio aveva un'importante

valenza culturale. Quando le ragazze tahitiane

raggiungevano la maturità sessuale le loro natiche

venivano tatuate di nero. Quando sofferenti, gli

Hawaiani si tatuavano tre punti sulla lingua. In

Borneo gli indigeni si tatuavano un occhio sul

palmo delle mani come guida spirituale che li

avrebbe aiutati nel passaggio all'aldilà. A Samoa

era diffuso il "pe'a", tatuaggio su tutto il corpo che

richiedeva 5 giorni di sopportazione al dolore ma

era prova di coraggio e forza interiore. Chi riusciva

Se il corpo è un tempio,

i tatuaggi sono le sue vetrate.

bellescoperte


nell'impresa veniva onorato con una grande festa.

In Nuova zelanda i Maori firmavano i loro trattati

disegnando fedeli repliche dei loro "moko", tatuaggi

facciali personalizzati. Questi moko sono usati

ancora oggi per identificare il portatore come

appartenente ad una certa famiglia o per

simbolizzarne le conquiste ottenute nell'arco della

vita. Negli anni venti dell'ottocento comincia la

macabra usanza di barattare pistole con teste

tatuate di guerrieri Maori. In Giappone il tatuaggio

era praticato fin dal quinto secolo avanti Cristo...a

scopo estetico...ma anche a scopo magico e per

marchiare criminali. Facile comprendere come la

Yakuza, la mafia giapponese, adottò ben volentieri

la pratica "fuorilegge" del tatuaggio su tutto il corpo.

I loro disegni, molto elaborati, rappresentavano

solitamente conflitti irrisolti ma riproducevano anche

simboli di qualità e caratteristiche che questi uomini

intendevano emulare. Ad esempio una carpa

rappresentava forza e perseveranza, un leone

attitudine a compiere imprese coraggiose. Tra la

fine dell’800 e la prima metà del ‘900 la cultura del

tatuaggio cominciò pian piano a diffondersi tra le

masse grazie anche alla moda lanciata da illustri

aristocratici di fama mondiale. Winston Churchill,

elemento di spicco del panorama britannico,

sfoggiava ad esempio un’ancora sull’avambraccio

destro. Vizio di famiglia? Sua madre aveva un

serpente tatuato sul polso! Lo zar di Russia Nicola

II si fece tatuare invece un enorme dragone sul

braccio in occasione di un viaggio in Giappone.

Negli anni 20 i circhi americani assumono più di

300 persone tatuate da capo a piedi come

attrazioni per il pubblico. Per mezzo secolo, i tattoo

diventano marchio di minoranze etniche, marinai,

veterani di guerra, malavitosi, carcerati ... e

considerati indici di arretratezza e disordine

mentale. Negli anni '70 e '80 movimenti quali i punk

e i bikers adottano il tatuaggio come simbolo di

ribellione ai precetti morali predicati dalla società.

Che abbia valenza puramente estetica, o che sia

impresso a ricordo di un momento importante della

propria vita, o ancora esprima la volontà di un

ritorno alle origini, a valori antichi e profondi che la

società moderna sembra avere dimenticato, il

tatuaggio vive oggi un momento di grande rinascita,

liberandosi finalmente della coltre di pregiudizi che

da decenni lo intrappolava.

Ho letto che c’è un metodo denominato

“Metodo Samoano” in che cosa consiste?

La tecnica samoana è molto dolorosa e in Italia non

è praticata (fino a prova contraria, per lo meno). Il

tatuatore si serve di due attrezzi: uno ha l'aspetto di

unpettine(da3a20aghi) ricavato da ossa o

conchiglie e attaccato ad un’impugnatura di legno,

l'altro è il bastone usato per colpire il primo attrezzo.

Il "pettine" viene immerso nel pigmento (ottenuto

dalla cenere di particolari piante mescolata con

acqua od olio), poi percosso con il bastone per farlo

penetrare sottopelle. Nella pratica rituale il tatuatore

può avere diversi assistenti che tengono in tensione

la pelle, e a volte l'esecuzione è accompagnata da

canti e suono di tamburi.

Il metodo giapponese invece?

La tradizionale tecnica giapponese, chiamata

Tebori, consiste invece nel fare entrare gli aghi

nella pelle obliquamente, con minore violenza ma

provocando anche in questo caso un discreto

dolore. Gli strumenti sono rappresentati da

elaborate impugnature in bamboo alle quali sono

applicati diversi aghi. Il tatuatore con una mano

mantiene in tensione la pelle, tenendo un pennello

intriso di colore tra le dita. L'altra mano fa passare

gli aghi attraverso il pennello e servendosi della

prima mano come sostegno puntella la pelle. I

tatuaggi realizzati con la tecnica tradizionale sono

unici e si dice non possano essere riprodotti da

alcuna macchinetta. Il tatuaggio tradizionale

giapponese prende il nome di Irezumi

C’è poi il metodo americano… ovvero?

La tecnica americana prevede l'utilizzo di una

macchinetta elettrica ad aghi che non provoca

dolore, ma al più una sensazione di fastidio. La

macchinetta da tatuaggio ha la forma di una pistola;

con l'aiuto di bobine elettromagnetiche, l'ago viene

messo in movimento. Il principio di funzionamento

fu inventato da Thomas Edison nel 1876, ma fu

solo nel 1891 che Samuel O'Reilly intravide la

possibilità di utilizzare tale principio per iniettare

inchiostro sottopelle, rendendo improvvisamente

obsolete le tecniche precedenti, più lente e

soprattutto molto più dolorose.

Infine il metodo Thailalandese…

Molti dei disegni realizzati con l'antica tecnica

thailandese, strettamente legata al buddismo,

hanno tema religioso, ed erano originariamente

indossati e tatuati dai monaci stessi (Sak Yant, il

Tatuaggio Magico). Lo strumento tradizionale è un

lungo tubo di ottone, con un'asta appuntita che

scorre all'interno. Una volta intrisa nel pigmento la

punta, una mano tiene l'estremità del tubo a

contatto con la pelle mentre l'altra mano guida

l'asta nella sua azione perforante, come una lenta

macchina da cucito.

Per concludere.

Il Covid - 19 e la sua lunga quarantena, oramai alle

spalle, hanno danneggiato vite di persone e di

attività economiche. Ma vi è un lavoro in particolare

che è stato preso di mira dal terribile virus: Il

tatuatore. Farlo ai tempi del Coronavirus è un atto

di coraggio e di determinazione nel proseguire non

solo la propria attività, ma prima di tutto la propria

passione artistica in totale sicurezza…

INFO:

mail:bellettisonia@libero.it

Nella foto: Sonia Belletti


tattoo

a

rtist

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