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AUBADE<br />
Con i dati del Fashion Consumer Panel –Totale<br />
canali e mercati (abbigliamento, intimo, accessori,<br />
calzature) se andiamo a confrontare l’andamento<br />
degli acquisti in valore del 2020 con quelli del<br />
2019 possiamo notare che l’intimo e la calzetteria<br />
subiscono un calo meno deciso rispetto al totale<br />
del mercato abbigliamento.<br />
In gennaio-febbraio 2020 (pre-lockdown) il totale<br />
del mercato fashion in Italia ha segnato un calo<br />
del 3,7%, il periodo marzo-maggio (il lockdown)<br />
un calo del 60,2%, mentre per il periodo giugnosettembre<br />
(post-lockdown) solo un -10,0%.<br />
Per quanto riguarda invece il segmento intimo e<br />
calzetteria notiamo un calo meno rilevante.<br />
In gennaio-febbraio 2020 (pre-lockdown) il<br />
segmento intimo e calze ha segnato un calo<br />
dell’1,9%, il periodo marzo-maggio (il lockdown)<br />
un calo del 53,4%, mentre per il periodo giugnosettembre<br />
(post-lockdown) solo un - 2,7%.<br />
Un confronto sull’intero periodo gennaiosettembre<br />
2020 con l’anno 2019 evidenzia un calo<br />
del 25% per l’intero mercato fashion italiano, ma<br />
solo del 20% per intimo e calzetteria.<br />
Se poi ci spostiamo sui dati del Fashion Consumer<br />
Panel online, cioè le quote a valore online 2020<br />
possiamo notare che l’intimo e le calze sono uno<br />
dei settori <strong>più</strong> dinamici in questo canale di vendita,<br />
sia nella fase di lockdown che post-lockdown. Le<br />
quote dell’online nel periodo gennaio-settembre<br />
sono praticamente raddoppiate.<br />
In gennaio-febbraio 2020 (pre-lockdown) il totale<br />
del mercato fashion in Italia ha segnato una crescita<br />
del 13%, il periodo marzo-maggio (il lockdown) un<br />
aumento del 57%, mentre per il periodo giugnosettembre<br />
(post-lockdown) solo una crescita del<br />
18%.<br />
Per quanto riguarda invece il segmento intimo e<br />
calzetteria notiamo sempre una crescita anche se<br />
un po’ meno rilevante rispetto al totale del settore<br />
abbigliamento.<br />
In gennaio-febbraio 2020 (pre-lockdown) il<br />
segmento intimo e calze ha segnato un aumento<br />
dell’8,6%, il periodo marzo-maggio (il lockdown)<br />
una crescita del 37,0%, mentre per il periodo<br />
giugno-settembre (post-lockdown) solo un 12,9%.<br />
Un confronto sull’intero periodo gennaiosettembre<br />
2020 con l’anno 2019 evidenzia una<br />
crescita degli acquisti online del 23% per l’intero<br />
mercato fashion italiano e del 16% (8% nel 2019)<br />
per intimo e calzetteria.<br />
Aumenta quindi la penetrazione nel canale<br />
internet. Infatti gli e-shopper fashion nel 2019<br />
erano circa 15,5 milioni mentre nel 2020 sono saliti<br />
a 23 milioni. Va sottolineato però che il 17% è la<br />
percentuale dei nuovi e-shopper fashion acquisiti<br />
durante il lockdown quando i negozi fisici erano<br />
chiusi.<br />
GLI ITALIANI NELLA FASE<br />
POST-LOCKDOWN<br />
La recrudescenza dell’epidemia riduce<br />
sensibilmente l’ottimismo e aumenta di<br />
conseguenza la preoccupazione. La recrudescenza<br />
anche dell’emergenza sanitaria ha obbligato<br />
l’amministrazione pubblica a reinserire importanti<br />
misure restrittive a tutela della salute pubblica.<br />
I ricercatori di Sita Ricerca hanno intervistato<br />
un panel significativo di consumatori nei mesi<br />
post-lockdown. Vediamo com’è cambiato<br />
l’atteggiamento degli italiani nei diversi mesi<br />
post-lockdown. Alla domanda come si sente in<br />
questa fase di nuova emergenza sanitaria, hanno<br />
risposto non sono per nulla preoccupato e ho<br />
già ripreso a fare tutto ciò che è possibile fare<br />
in percentuali diverse secondo il periodo: 5% in<br />
maggio, 11% giugno, 8% settembre, 4% novembre.<br />
Alla stessa domanda ha risposto invece mi sento<br />
tranquillo, basta seguire le regole di sicurezza<br />
base: distanza, mascherina, guanti, il 35% degli<br />
intervistati in maggio, 46% giugno, 39% settembre,<br />
21% novembre.<br />
La popolazione italiana ottimista rappresenta<br />
ora un 26% contro i pessimisti che sono la<br />
maggioranza (74%).<br />
Gli ottimisti (26%) si sentono sicuri perché:<br />
• il sistema sanitario si è attrezzato per fronteggiare