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piuttosto valorizzando quello che Hannah Arendt<br />
(e Luce Irigaray con lei) propone al contrario come<br />
essere per generare, per far nascere. Un essere che<br />
ridefinisce i valori dell’esistenza, le priorità di vita e<br />
di consumo che nel corso della pandemia abbiamo<br />
potentemente riscoperto. Per questo la tendenza<br />
prevede luoghi di grande accoglienza, quasi<br />
separati dal mondo, ma anche tradizioni millenarie<br />
come la tessitura a mano dei tappeti berberi. Tutte<br />
espressioni di un abitare profondo che richiede<br />
consapevolezza e che magari trasforma l’auto in un<br />
guscio che ci salva”.<br />
Fonte: Future Vision Workshop-Future Concept Lab<br />
del tempo e al congestionamento degli spazi con<br />
una nuova consapevolezza e una possibile alleanza<br />
virtuosa tra pubblico e privato. L’eccessiva densità<br />
umana verrà combattuta senza dubbi o eccezioni”.<br />
I trend di consumo individuati dal Future Concept<br />
Lab partono da una nuova normalità all’insegna<br />
di un tempo quotidiano che non era abbastanza<br />
valorizzato prima, quando sembrava troppo<br />
normale.<br />
Deep Living<br />
Il Covid-19 ha radicalizzato molte esperienze: ha<br />
inciso ferite nel corpo sociale che non verranno<br />
facilmente risanate, ha approfondito il solco<br />
delle differenze sociali, ma ha anche sollecitato<br />
riflessione e consapevolezza.<br />
“Al centro di questa vicenda ritroviamo comunque<br />
l’abitare: abitare la mente e il corpo, la casa, la<br />
città, il pianeta - spiega Morace - La tendenza<br />
Deep Living riconosce questa dimensione di<br />
abitare l’esistenza in modo <strong>più</strong> profondo del<br />
consueto, nella direzione della protezione, della<br />
sensorialità, della durata, della gratificazione, del<br />
giusto valore nel tempo e nello spazio. La casa-nido<br />
o capanna dove rifugiarsi, ma anche il luogo dei<br />
sogni e delle avventure: la casetta sull’albero che<br />
tutti abbiamo desiderato”.<br />
Una densità che non è solo difensiva (non è il<br />
cocooning del ritorno al privato degli anni Ottanta),<br />
ma anche esplorativa: il deep del fondale marino<br />
che richiede expertise, coraggio, e che in alcuni<br />
casi dispensa la magia e la sorpresa della scoperta<br />
“Si tratta, <strong>più</strong> filosoficamente, di abitare l’esistenza<br />
con <strong>più</strong> consapevolezza, con una riflessione<br />
profonda che riguarda il tempo e lo spazio -<br />
continua Morace - Senza arrivare a quello che<br />
Heidegger definisce l’essere per la morte, ma<br />
Body Breath<br />
L’integrità psicofisica è rimasta per mesi al centro<br />
delle nostre preoccupazioni: questa esperienza<br />
non si dimentica. La tendenza Body Breath si<br />
dispiega a partire dal respiro del corpo che nel<br />
corso della quarantena ha ritrovato la sua misura e<br />
il suo piacere.<br />
“Il respiro riguarda anche la nostra presenza nel<br />
mondo - spiega Morace - Implica un giusto ritmo e<br />
una giusta distanza tra le cose, le persone, i luoghi<br />
e le esperienze vitali e virtuali. Ha un rapporto<br />
preciso con la quantità e la sua progressione, con la<br />
qualità della vita, con la cura e con la salute. Con il<br />
modo di vivere e di pensare, con la scansione e con<br />
il contingentare, con il valutare e con il discernere,<br />
con la filosofia e la biologia. Può avere declinazioni<br />
cosmetiche, tessili, alimentari ma anche turistiche e<br />
culturali”.<br />
SIÈLEI