Jolly Roger magazine_IV_02

CULTURA E INTERNET
dalle crociate alle veline
tra amore e morte
l'eterna lotta tra il bene e il male raccontata con ironia attraverso i secoli
vecchio oggetto, sembra uno
spreco, un peccato.
Librai vecchio stile e grandi
catene. Una tua riflessione sul
mercato attuale.
Penso sia indubbio che il mercato
vada verso la grande distribuzione,
per i libri esattamente
come per gli altri prodotti, che
ormai si comprano on line o nei
negozi di grandi catene. Sono
i tempi che cambiano. Certo è
triste e anche un po’ crudele vedere
le difficoltà che attraversano
i librai e venire a sapere
ogni tanto che è scomparsa una
libreria di quartiere. Spero che
i piccoli librai riescano a trovare
una formula, se non per fare
ricchi guadagni, almeno per sopravvivere.
Qual è il tuo giudizio sui grandi
gruppi editoriali?
Non posso formulare un giudizio
sui grandi gruppi editoriali,
perché non conosco abbastanza
quel mondo. Certo l’impressione
è che trattino il libro come un
prodotto “industriale”, secondo
la logica del mercato, e non potrebbe
essere diversamente.
E sulla piccola editoria indipendente?
La piccola editoria indipendente
certamente fa simpatia. Uno
si immagina il piccolo editore
appassionato di libri, magari in
cerca di cerca di nuovi talenti, e
devo dire che i miei contatti con
le piccole realtà editoriali sono
stati sempre molto positivi. Ho
visto competenza e dedizione e
poi è naturale che in un mondo
come quello attuale, dove le
dimensioni contano, si è portati
istintivamente a parteggiare per
i più piccoli.
E per concludere il Fabrizio
D’alessandri lettore. Autori
preferiti, generi, amori e repulsioni.
Di autori preferiti ne ho tanti,
troppi per farne qui un elenco
anche parziale. Forse in Italia
posso spezzare una lancia per
Michele Mari ma ci tanti ottimi
scrittori. Amo i libri di “contenuto”,
non di semplice intrattenimento,
che possibilmente
trattino problematiche contemporanee.
Credo, infatti, che uno
scrittore debba dare al lettore
delle lenti diverse per guardare
e interpretare il mondo che lo
circonda, non quello di un secolo
fa, anche se poi i grandi
autori arrivano all’universale
dell’animo umano e non conta
più se il libro sia stato scritto nel
seicento come Don Chisciotte
o un mese fa. Un genere che
non amo sono i noir, per capirci
i polizieschi con l’assassino,
perchè trovo che sia diventata
una collaudata formula di successo
per gli autori che vogliono
andare incontro al pubblico,
magari pensando a una possibile
trasposizione sul grande o
piccolo schermo. Ma anche qui
c’è noir e noir.
Il tuo sogno più grande?
È difficile avere sogni in questo
momento che non sia la
scomparsa del Covid e, quindi,
parlando di libri, sogno che si
possa ricominciare a fare gli
incontri e le presentazioni dal
vivo, guardandoci negli occhi.
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44 ANNO IV • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2021