Jolly Roger magazine_IV_02
Jolly Roger Magazine. Rivista di letteratura, attualità e arte.
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NON DI SOLE LETTERE<br />
NON DI SOLE LETTERE<br />
Gianni giudici<br />
eccellenza e graphic novel<br />
Un grafico, un disegnatore, un creativo.<br />
Gianni Giudici si racconta a <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong> Magazine<br />
Gianni Giudici, grafico, illustratore<br />
e creatore di graphic<br />
novel. Come è nata la tua passione,<br />
e come si è sviluppata<br />
nel tempo?<br />
La passione parte da lontano.<br />
Da bambino, 8 anni, mio padre<br />
o come si dice in Toscana “il<br />
mi’ babbo” per farmi stare buono<br />
mi disegnava su di un foglio<br />
metà oggetti che io poi dovevo<br />
completare (es. metà caffettiera,<br />
metà lampadina...) e così mi<br />
sono divertito tantissimo a disegnare<br />
tutto ciò che mi circondava,<br />
sia in casa che fuori. Poi da<br />
adolescente fai una scuola che<br />
non è la tua (Ragioneria) insisti<br />
e fai anche due anni di Università<br />
pensando che potresti<br />
diventare Dottore Commercialista<br />
(Scienze Bancarie) per poi<br />
ritrovarti in facoltà a disegnare<br />
dei cartamodelli per vestiti per<br />
un’amica. Un fallimento? No!<br />
Mai! La passione è come la<br />
gramigna che spacca l’asfalto<br />
e viene fuori cercando il sole e<br />
ti chiedi: “Come è possibile?”<br />
Aveva altro posto dove nascere,<br />
quindi una strada più facile da<br />
percorre? No. Era quella. Perché<br />
nella vita le cose accadono<br />
di Fabio Gimignani<br />
“La passione è come<br />
la gramigna che<br />
spacca l’asfalto e<br />
viene fuori cercando<br />
il sole”.<br />
Questa è la filosofia<br />
di un uomo che ha<br />
percorso la propria<br />
strada con caparbietà<br />
e dedizione fino a<br />
coronare un sogno.<br />
Il sogno si chiama<br />
disegno.<br />
Lui si chiama<br />
Gianni Giudici<br />
e vanno in una sola direzione.<br />
Non si può tornare indietro, si<br />
deve solo andare avanti con la<br />
testa fra le nuvole e i piedi per<br />
terra. Inizio quindi il mio percorso<br />
di grafico pubblicitario<br />
che è ad oggi il mio lavoro, che<br />
da 26 anni svolgo senza fatica,<br />
ma con tutte le sue difficoltà,<br />
come ogni lavoro, accompagnato<br />
dalla passione per il disegno<br />
che mi ha portato a passare<br />
dalla Comics di Firenze e a creare<br />
una commistione fra queste<br />
due forme di arte.<br />
Come nasce l’idea per una<br />
graphic novel, e secondo quale<br />
percorso si sviluppa fino a diventare<br />
un prodotto finito?<br />
La stessa domanda potresti farla<br />
a un poeta, un cantautore,<br />
uno scrittore e credo che ciascuno<br />
di loro ti direbbe che a un<br />
certo punto, non della vita, ma<br />
della giornata accade qualcosa<br />
di inaspettato che fa da scintilla...<br />
o fiammata!<br />
Un profumo nell’aria, una canzone<br />
che non ascoltavi da tanti<br />
anni, un déjà-vu, tornare casualmente<br />
in un luogo che ti<br />
riaccende una marea di ricordi.<br />
In quel momento vorresti far<br />
uscire quell’onda che ti riempie<br />
la gola, urlare quella sensazione<br />
elettrizzante al mondo<br />
intero, ma non puoi. Ti arresterebbero!<br />
E allora scegli una via<br />
più educata e difficile per farlo:<br />
scrivi una poesia, una canzone,<br />
un romanzo, oppure decidi di<br />
disegnare una storia a fumetti.<br />
Inizi a scrivere di pancia, ascoltando<br />
musica ispiratrice, triste<br />
o ritmata, a seconda della situazione<br />
che vivono i personaggi,<br />
e butti giù un mix fra soggetto,<br />
dialoghi, note, il tutto velocemente<br />
per non rischiare di<br />
scordarti le idee che vanno più<br />
veloci delle dita sulla tastiera;<br />
insomma una roba dove solo<br />
tu riesci poi a capire. Poi piano<br />
piano metti tutto in ordine, aggiungi,<br />
togli, tagli e incolli e rileggi<br />
almeno venti o trenta volte,<br />
ma forse anche di più finché<br />
tutto non prende una forma accettabile<br />
per essere trasformata<br />
in sceneggiatura con dialoghi e<br />
di conseguenza in regia (tutte<br />
le inquadrature delle vignette,<br />
con i primi volumi e ingombri),<br />
per poi passare alla prima<br />
matita sporca a cui ne seguirà<br />
anche una seconda prima del<br />
cleanup (la matita pulita pronta<br />
da inchiostrare o trattare in altri<br />
modi che le nuove tecnologie<br />
informatiche ci mettono a disposizione).<br />
Dopo aver scansionato<br />
ed eventualmente colorato<br />
tutte le tavole non resta che impaginare<br />
il tutto e fare un paio<br />
di copie magari da presentare a<br />
qualche editore o da mettere in<br />
auto produzione. Tutte queste<br />
fasi possono richiedere, se chi<br />
fa tutto ciò è la stessa persona<br />
e non lo fa di lavoro 24 ore su<br />
24, anche due o quattro anni,<br />
talvolta anche di più.<br />
Chi sono i disegnatori che<br />
hanno fatto maturare la tua<br />
passione fino a trasformarla<br />
in una professione?<br />
I primi... i disegnatori di Topolino<br />
che si comprava la domenica<br />
mattina in edicola, poi Magnus<br />
con Alan Ford e il Gruppo<br />
TNT, Kriminal, Shang-chi con<br />
Kung Fu, e poi Jacovitti, Andrea<br />
Pazienza, Sergio Toppi,<br />
Moebius, Hugo Pratt e (I love)<br />
Manara, più un esercito di Maestri<br />
che hanno disegnato i vari<br />
Tex, Zagor, Mister No o L’Intrepido,<br />
Il Monello, i supereroi<br />
Marvel come Capitan America,<br />
I Fantastici 4, ecc... fino ai più<br />
recenti Martin Mystere o Dylan<br />
Dog disegnato da altrettanti<br />
bravissimi disegnatori capitanati,<br />
dal mio preferito, da brivido,<br />
grandissimo Corrado Roy<br />
e comunque dalle bellissime<br />
storie scritte da genii come Tiziano<br />
Scavi.<br />
Ci sono differenze tra “striscia”,<br />
“fumetto” e “graphic<br />
novel”? E se sì, quali sono?<br />
Sì certo. La striscia la definirei<br />
un mini fumetto generalmente<br />
composta da quattro vignette<br />
affiancate che formano una<br />
Striscia appunto; le prime che<br />
molti della mia età (non la dico<br />
per privacy... diciamo che avevano<br />
9 anni nel 1977) hanno sicuramente<br />
letto, sono quelle di<br />
Snoopy, Charlie Brown & Co.<br />
(Peanuts).<br />
Quando parliamo di Fumetto<br />
penso sempre al formato Bonelli<br />
ovvero Tex per rimanere<br />
nel classico, o ad Orfani per arrivare<br />
ai giorni nostri; a storie<br />
divise in episodi pubblicati con<br />
cadenza settimanale o quindicinale.<br />
Penso alle molteplici<br />
avventure di Diabolik delle sorelle<br />
Giussani, ma anche agli<br />
infiniti Manga, agli ineguagliabili<br />
Marvel.<br />
Poi ci sono le Graphics Novels<br />
che inquadrerei come storie autoconclusive<br />
come LMVDM<br />
(La Mia Vita Disegnata Male)<br />
di Gipi o Quaderni Giapponesi<br />
di Igort e tantissimi altri, quindi<br />
non ad episodi anche se in alcuni<br />
casi il personaggio diciamo<br />
ritorna con nuove avventure,<br />
come accade con Zero Calcare.<br />
Poi aggiungerei che mentre nei<br />
fumetti classici, tanti sono i disegnatori<br />
e gli scrittori che si<br />
adoperano per creare storie diverse<br />
che dovranno uscire ogni<br />
7 o 15 giorni, nelle graphics novels<br />
spesso accade che chi scrive,<br />
disegna e colora la storia<br />
possa essere la solita persona.<br />
Quindi mentre nel fumetto<br />
Marvel o Manga, ad esempio,<br />
c’è una squadra composta da<br />
chi scrive, fa sceneggiatura,<br />
disegna inchiostra, colora e<br />
confeziona lettering e impaginazione,<br />
tipo catena di montaggio,<br />
nella graphic novel a fare<br />
tutto questo può essere una sola<br />
persona o talvolta due. Quindi<br />
anche i tempi di produzione,<br />
capisci si allungano un bel po’.<br />
Oriente e occidente. Quali<br />
sono secondo te i tratti distintivi<br />
delle due Scuole?<br />
16 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2<strong>02</strong>1 www.edizionijollyroger.it<br />
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