Sergio Franzese, Manuela Spadaro - ROM E SINTI IN PIEMONTE
A dodici anni dalla legge regionale 10 giugno 1993, n. 26, “Interventi a favore della popolazione zingara”
A dodici anni dalla legge regionale 10 giugno 1993, n. 26,
“Interventi a favore della popolazione zingara”
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Rom e SInti in Piemonte
L’obiettivo finale della mediazione culturale è quello di accompagnare nel prossimo futuro la nostra società verso
valori come la conoscenza e il rispetto delle diverse comunità, creando i presupposti per l’effettiva crescita di una
società interculturale.
3.2.5 Solidarietà meccanica e organica: un esempio di confronto tra modelli culturali diversi
Emile Durkheim, nella sua opera De la division du travail social, considerata un classico della letteratura sociologica
e antropologica, offre un modello dicotomico (rapporto di due caratteri che si escludono l’un l’altra) nella ricerca
di una causa prima capace di spiegare come mai le società umane si trasformino da luoghi dove è scarsamente
sviluppata la divisione del lavoro a luoghi dove è altamente sviluppata la divisione del lavoro.
Noi possiamo utilizzare questo modello, in modo improprio, per cercare di comprendere le profonde differenze
che vi sono tra la cultura romaní e la cultura maggioritaria eludendo il modello evoluzionistico che è
fondamento, anche se non troppo approfondito, in questa teoria dicotomica.
a) Solidarietà meccanica (cultura romaní)
Nella società, dove manca o è scarsamente sviluppata la divisione del lavoro, non vi è spazio per le individualità
e le differenze, le varie unità sociali stanno insieme perché sono tutte simili e tutte ugualmente sottoposte
all’unità di grado superiore di cui fanno parte: l’individuo alla famiglia, la famiglia al clan familiare, il clan
familiare al gruppo etnico-linguistico. In questa società la presenza della solidarietà meccanica è evidenziata
dal prevalere di norme che puniscono in modo esemplare coloro che violano le leggi del gruppo (sanzioni
repressive).
b) Solidarietà organica (cultura maggioritaria)
Nella società, dove prevale un’alta divisione del lavoro, ogni individuo e gruppo svolge funzioni diverse, la solidarietà
sociale non si fonda più sull’uguaglianza, ma sulla differenza, gli individui e i gruppi stanno insieme,
formano “società”, perché nessuno è più autosufficiente e tutti dipendono dagli altri. Nei sistemi giuridici prevalgono
le norme che regolano i contratti (il diritto civile), la violazione di tali norme non produce punizioni
esemplari, ma sanzioni che ristabiliscono l’equilibrio turbato dalla violazione (sanzioni restrittive).
3.3 Conclusioni
Premesso che l’esigenza del rispetto e il sostegno a tutti i cittadini che presentano problemi sociali e che sono bisognosi
di comprensione e aiuto comporta la conoscenza dei casi e la volontà/dovere civico di volerli risolvere
con opportune risorse e strutture, nell’ambito del quadro di riferimento ottimale da predisporsi dagli enti locali (e
istituzioni decentrate o centrali), il caso dei Rom e dei Sinti merita attenzioni, interventi promozionali anche prolungati
nel tempo e, altresì, la responsabilizzazione degli utenti stessi.
A tal fine giova ricordare la Risoluzione 125 (29.10.1981) del Consiglio d’Europa sul ruolo e le responsabilità
delle collettività locali di fronte ai problemi culturali e sociali delle popolazioni di origine nomade (Rom e Sinti)
e specificatamente al punto 16 (I/II/III/IV), con riferimento obbligatorio ai fondamentali compiti di intervento
menzionati in appendice alla Risoluzione 75/13 del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa (22.5.1975),
ossia i campeggi o le abitazioni, l’educazione, l’orientamento e l’addestramento professionale, la salute e il
benessere sociale.
Va da sé che debbono essere programmati e messi in atto collegamenti, consultazioni, uffici appositi per favorire
rassicurazione e stimolo ai Rom e ai Sinti in fase di stanziamento irreversibile sul territorio.
3.3.1 Proposte di interventi
Alla luce di quanto è emerso dalla presente ricerca, dal confronto con operatori del settore (funzionari di uffici comunali
preposti alla gestione della presenza rom/sinti e dei servizi sociali, rappresentanti delle associazioni) ma soprat-
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