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Sergio Franzese, Manuela Spadaro - ROM E SINTI IN PIEMONTE

A dodici anni dalla legge regionale 10 giugno 1993, n. 26, “Interventi a favore della popolazione zingara”

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“Interventi a favore della popolazione zingara”

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Rom e SInti in Piemonte

Le azioni principali svolte dall’Ufficio Pastorale Migranti nei confronti di Rom e Sinti consistono nell’offrire sostegno

alla vita delle persone attraverso visite, interventi di tipo assistenziale e pastorale religioso e nel raccogliere riflessioni

sulla situazione di vita e cambiamenti in atto. Tra gli obiettivi raggiunti vi sono la conoscenza di tutti o quasi

i campi nomadi del Piemonte e il raccordo delle attività pastorali e sociali nelle province di Torino, Cuneo e Asti.

L’Ufficio Pastorale Migranti, avvalendosi anche di modesti finanziamenti esterni di natura privata ha promosso la

realizzazione di audiovisivi, convegni e mostre.

L’attività di coordinamento UNPRES prevede interventi e visite ai campi (due persone vivono con i Rom e i Sinti, altre

si recano in visita quotidianamente o saltuariamente).

Il progetto pastorale è fondato ogni anno su un tema diverso che riguarda società, famiglia, mutamenti nello stile

di vita, ecc. e che comporta incontri di coordinamento sul piano locale, visite ai campi, gruppi di catechesi, coordinamento

nazionale e organizzazione del pellegrinaggio a Coazze per i Sinti piemontesi.

Scarso il coinvolgimento attivo da parte di Rom e di Sinti, pur registrando una presenza significativa alle iniziative

e, in particolare, ai gruppi di studio biblico.

L’Ufficio Pastorale Migranti – Settore Rom e Sinti ha rapporti con:

• Migrantes nazionale e con settore UNPRES (Rom/Sinti) per coordinamento pastorale e culturale.

• Ufficio Rom Sinti e Nomadi della Città di Torino.

• Centro Interculturale della Città di Torino.

• Opera Nomadi per corsi di formazione.

• Comuni di Torino, Carmagnola, Asti, Cuneo per attività e presenza nei campi. A Torino è stato assegnato un

posto (una casetta alle religiose) per vivere con i Rom.

Tra i progetti realizzati in Piemonte figurano:

1. Progetto UNPRES: pastorale con tutti gli operatori di 3 province.

2. Documentazione fotografica e video e con Ufficio Rom, Sinti e Nomadi.

3. La formazione di mediatori rom/sinti in collaborazione con l’Opera Nomadi.

3.2 La mediazione culturale come strumento di dialogo tra cultura maggioritaria e

cultura romaní

Ogni cultura dà per scontate alcune cose: innanzitutto che il modo di comunicare i propri valori e rappresentare la

realtà sia l’unico possibile e al tempo stesso compreso da tutti, anche da coloro che non lo condividono. Inoltre, è

dato per scontato il fatto di tendere a inglobare entro il proprio universo culturale anche chi non ne fa parte. D’altro

canto è evidente come le culture differenti siano viste attraverso stereotipi.

La mediazione culturale, e in particolare la figura del mediatore culturale, assume i caratteri della professionalità:

si tratta, infatti, di un mediatore programmato, pensato e istituzionale.

La mediazione culturale è politico-formativa verso le istituzioni, perché alle istituzioni le persone si rivolgono

con particolari bisogni e disagi, e verso le comunità intere.

Di tale mediazione ha bisogno, ad esempio, il bambino che comincia ad andare a scuola perché entra in un mondo

che non conosce, con bisogni ed esigenze che non sono conosciute dall’istituzione scuola. In questo caso i

compiti della mediazione culturale saranno:

• far conoscere ai genitori del minore rom/sinti la valenza educativa e formativa dello strumento scuola nella cultura

maggioritaria e, insieme allo stesso genitore, chiedere alla scuola un riconoscimento dei modelli propri

della cultura rom/sinti;

• stimolare e formulare progetti formativi a favore degli insegnanti perché acquisiscano gli strumenti atti a tramutare

in progetti educativi e didattici le richieste dei genitori, facendo in modo che ogni minore possa ritrovare

nella scuola tracce del suo mondo concreto, soprattutto in campo educativo dove si dovranno attuare

modelli interculturali.

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