Sergio Franzese, Manuela Spadaro - ROM E SINTI IN PIEMONTE
A dodici anni dalla legge regionale 10 giugno 1993, n. 26, “Interventi a favore della popolazione zingara”
A dodici anni dalla legge regionale 10 giugno 1993, n. 26,
“Interventi a favore della popolazione zingara”
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Rom e SInti in Piemonte
Insediamenti minori
Bianzè (Rom balcanici), Lenta (Sinti piemontesi) 9 , Lozzolo (Sinti piemontesi) 10 , Santhià (Sinti piemontesi).
Presenza presunta o accertata non rilevata
Crescentino (Sinti piemontesi/Rom balcanici), Saluggia (Sinti piemontesi/Rom balcanici).
2.3.2 Stima demografica dei gruppi presenti in Piemonte
Sinti piemontesi
• presenze rilevate: ± 2.000
• presenze presunte o accertate non rilevate: 300-500
• presenze presunte in comuni o frazioni di comuni con popolazione < 2.000 abitanti: 500-1.000.
Popolazione stimata: tra le 2.800 e le 3.500 persone.
Nel computo è stato incluso anche un esiguo numero di famiglie miste sinti piemontesi/lombardi presenti a Novara
e in altre località e di Sinti piemontesi/Gáflkane (o di tale presunta origine) presenti a Tortona.
Infine, se a tale cifra si sommano:
– le persone di origine sinti (discendenti da famiglie miste sinti-Ga†é),
– i Sinti piemontesi non identificati come tali, tra cui giostrai, lunaparkisti e ambulanti,
– i Sinti piemontesi residenti in altre regioni italiane (soprattutto Liguria, Toscana e Roma),
il numero può essere ragionevolmente raddoppiato e dunque si può ritenere che in Italia i Sinti piemontesi costituiscano
una popolazione stimabile tra le 5.000 e le 7.000 persone.
Tutti i Sinti piemontesi sono cittadini di nazionalità italiana.
Rom “balcanici”
• presenze rilevate (nuclei famigliari): ± 1.300
• presenze presunte o accertate non rilevate: 100-200.
Popolazione stimata: ± 1.400-1.500 persone.
I Rom “balcanici” sono cittadini della ex Jugoslavia. Una parte di essi ha acquistato la cittadinanza delle repubbliche
sorte dopo la dissoluzione del paese: serbo-montenegrina, bosniaca, croata, slovena.
A molti di essi, tuttavia, è stato rifiutato il riconoscimento della nuova cittadinanza da parte degli Stati sorti dal frazionamento
della Jugoslavia.
La ragione di tale rifiuto è dovuta a molti fattori:
• creazione di stati etnici e nazionalisti nei quali i Rom non trovano alcun tipo di riconoscimento;
• difficoltà ad accertare quanto dichiarato in assenza di documenti comprovanti la situazione anagrafica dei
soggetti e registrazioni non più reperibili presso gli archivi comunali perché distrutti dalla guerra;
• rifiuto di riconoscimento della cittadinanza a soggetti considerati “disertori” (in quanto già in Italia o ivi rifugiati).
9 I dati relativi a Lenta sono stati accorpati con quelli di Ghislarengo. Cfr. nota alla tabella 1, pagina 33.
10 I dati relativi a Lozzolo sono stati accorpati con quelli di Ghislarengo. Cfr. nota alla tabella 1, pagina 33.
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