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Sergio Franzese, Manuela Spadaro - ROM E SINTI IN PIEMONTE

A dodici anni dalla legge regionale 10 giugno 1993, n. 26, “Interventi a favore della popolazione zingara”

A dodici anni dalla legge regionale 10 giugno 1993, n. 26,
“Interventi a favore della popolazione zingara”

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2. Rom e Sinti in Piemonte: stanziamenti, inserimento sociale,

interventi svolti

2.1 Criteri seguiti nell’acquisizione dei dati

La raccolta di dati si è svolta nel periodo settembre-novembre 2004.

Poiché il tempo a disposizione non avrebbe consentito lo svolgimento di un’inchiesta capillare sull’intero territorio

regionale e che lo scopo principale della ricerca non era l’acquisizione di dati demografici si è scelto di procedere

con i seguenti criteri:

a) Avendo accertato che il fenomeno della presenza di Rom e Sinti interessa in modo prevalente le zone urbane

di dimensioni grandi (capoluoghi di provincia e circondario) e medie, si è ritenuto opportuno escludere dall’inchiesta

i comuni con popolazione inferiore ai 2.000 abitanti (dati censimento ISTAT 2001), nella consapevolezza

che in tale fascia il fenomeno – laddove sussiste – produce un impatto scarsamente rilevante.

b) Si è proceduto a una prima mappatura di tutti i comuni con popolazione pari o superiore ai 2.000 abitanti, ai

quali è stato richiesto di segnalare la presenza o meno di Rom e Sinti. Il dato è stato suddiviso in base a una

classificazione tra quattro gruppi: Sinti, Rom “balcanici”, Rom rumeni, altri (in prevalenza Rom “vla¤”) e in

base a tipologia di presenza: stanziale, stagionale, itinerante.

c) Presso i comuni nei quali risultava la presenza di Rom e/o Sinti si è proceduto al rilevamento di dati demografici,

con la richiesta ai singoli comuni di fornire il numero dei nuclei famigliari. Tale dato è in molti casi solo

indicativo vista ad esempio, la difficoltà di individuare persone di origine nomade stanziali il cui cognome non

appartiene in modo specifico all’etnia rom o sinti. Solo indicativo è anche il dato relativo a fenomeni di presenza

stagionale o di transito perché per loro natura tali presenze non sono soggette a registrazioni o a verifiche

(si tratta comunque di un aspetto marginale dal momento che la maggior parte della popolazione rom e

sinti conduce una vita di tipo stanziale).

d) Avvalendosi dei dati demografici raccolti si è proceduto a un calcolo basato su proiezioni che consentissero

una stima della popolazione rom e sinti presente attualmente in Piemonte.

e) I comuni maggiormente interessati dal fenomeno, peraltro noti già prima dell’acquisizione dei dati demografici,

sono stati fatti oggetto di un’inchiesta più particolareggiata finalizzata a far emergere il livello di integrazione

socioculturale delle popolazioni di origine nomade, gli interventi pregressi o in atto (anche con riferimento

alla legge regionale n. 26 del 1993), il rapporto di Rom e Sinti con le istituzioni e con la popolazione locale.

f) Nel corso di colloqui e incontri sono state raccolte in maniera più informale le opinioni di Rom e Sinti sulla loro

situazione generale e sulle loro aspettative, evidenziando in modo particolare alcune emergenze.

g) Sono state interpellate le principali organizzazioni e associazioni, presenti a Torino e nel territorio piemontese

– attive nella difesa dei diritti e nella salvaguardia dell’identità culturale di Rom e Sinti e di altre popolazioni di

origine nomade – che operano attraverso la fornitura di servizi, assistenza e consulenza e che vantano una

lunga esperienza operativa nel settore.

2.2 La popolazione romaní in Piemonte

In questo paragrafo viene fornito un breve profilo storico per ciascuno dei gruppi presenti in Piemonte.

2.2.1 I Sinti

I Sinti, insieme ai Rom dell’Italia centro-meridionale, costituiscono la più antica presenza romaní sul territorio.

Come già detto in precedenza, l’arrivo dei Sinti in Piemonte risale agli inizi del XV secolo. A mano a mano che percorrono

le regioni del Nord Italia e vi si stanziano, essi assumono, oltre al nome di sinti, il toponimico con cui saranno in

seguito identificati e che rimarrà loro assegnato anche quando, successivamente, si sposteranno verso altre regioni.

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