Sergio Franzese, Manuela Spadaro - ROM E SINTI IN PIEMONTE
A dodici anni dalla legge regionale 10 giugno 1993, n. 26, “Interventi a favore della popolazione zingara”
A dodici anni dalla legge regionale 10 giugno 1993, n. 26,
“Interventi a favore della popolazione zingara”
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Rom e SInti in Piemonte
• Xora¤ané: cergárja (pron. tsergaria; dal serbo-croato cerga = tenda, “quelli che abita(va)no nelle tende”);
crna gora (pron. tsrna gora, “montenegrini”); iftárja (pron. sciftaria, “albanesi”); kalopéri (letteralmente
“piedi neri”, nome attribuito ai Rom divenuti agricoltori al servizio di proprietari terrieri e ai loro discendenti).
• Serbijája (o Dasi¤ané): khanjárja (dal romaní khanjí = gallina, probabilmente usato da altri Rom in senso dispregiativo
nell’accezione di “ladri di galline”) e altri gruppi affini come arlíja, Rom originari della Macedonia e della
Bulgaria, mrznárja, buznjárja, ecc.
Alcuni tra i Rom provenienti dalla Romania sono detti Rudári o Ludári. Essi sono musicisti per tradizione, non conoscono
la lingua romaní e sono presumibilmente assimilabili ai Rom Boyáa (musicisti e ammaestratori di orsi) insediati
nell’Europa centrale e in Sudamerica.
Fra i Sinti e i Kalé i sottogruppi sono generalmente designati secondo un concetto di natura toponimica (riferito ai
luoghi di insediamento storico), ad esempio: Sinti piemontesi, Sinti lombardi, Sinti Gáflkane (tedeschi), Sinti
Estraxárja (austriaci), ecc. (e analogamente kalé (gitani) andalusi, catalani, ecc.)
A differenza dei Rom “vla¤” essi, come i Rom “balcanici”, non conoscono ulteriori ripartizioni di nátsija e di vítsa.
Si potrebbe però affermare che il sottogruppo, tra i Sinti e i Kalé, in realtà corrisponde alla nátsija dei Rom.
Anche i Rom italiani di antico insediamento, giunti dalla regione balcanica attraverso l’Adriatico adottano una classificazione
su base toponimica. Ad esempio, Rom abruzzesi, Rom calabresi, Rom cilentani, ecc. Essi vivono
prevalentemente nell’Italia centro-meridionale e non si ha notizia di loro insediamenti o transiti in Piemonte a livello
di gruppo etnico (mentre è quasi certa la presenza di alcuni di essi mescolata a quella di immigrati meridionali
ormai storicamente insediati nella nostra regione).
Infine, a completamento del quadro generale, sebbene non presenti in Piemonte, bensì nelle regioni del Nord-est
e in Lombardia, va citata l’esistenza degli Hrvátska Róma (Rom croati) degli Slovénska Róma (Rom sloveni) e dei
Rom istriani.
1.3 Cenni storici sulla presenza romaní in Piemonte
In Piemonte la popolazione romaní viene menzionata per la prima volta in un documento (si tratta di uno specifico
bando contro di essa) nell’anno 1601; tuttavia, si può ragionevolmente supporre che la sua comparsa sia avvenuta
all’incirca a partire dal XV secolo con una crescente diffusione nel corso dei primi decenni.
La presenza di “zingari”, come abbiamo visto, è infatti già segnalata in Germania meridionale, in Svizzera tra il
1417 e il 1419 e in alcune regioni della Francia, sempre intorno alla stessa epoca.
Ancora sulla base di quanto riferisce lo storico francese François de Vaux de Foletier “dal 1494 al 1499 Conti dei
Saraceni e un Marchese d’Egitto si facevano consegnare somme di denaro, non come graziosa elemosina ma per
rinunciare ad alloggiare in città”.
È dunque da ritenere che gli attuali Sinti piemontesi siano in larga misura i discendenti di quegli “zingari”. Tale tesi
è suffragata dalla continuità esistente nei nomi di persona, che ritroviamo ancora oggi inalterati rispetto a quelli
che attestano i registri anagrafici e parrocchiali a cominciare dagli anni intorno al 1450. I cognomi portati dai Sinti
piemontesi sono in larga misura francesi, come La Forêt, De la Garenne, Du Bois, La Fleur, De Barre.
Queste notizie si riferiscono, com’è ovvio, alla minoranza storica romaní in Piemonte. Per assistere a nuovi importanti
fenomeni migratori che investono l’Italia e di conseguenza anche il Piemonte occorrerà attendere l’inizio del
XX secolo.
Dopo i Sinti, sono i Rom “vla¤” i primi a giungere e a stabilirsi nel nostro paese, durante il periodo tra la prima e la
seconda guerra mondiale.
Agli inizi degli anni sessanta ha luogo un nuovo massiccio fenomeno migratorio, costituito questa volta dai Rom
“balcanici” provenienti dalle diverse regioni della Jugoslavia.
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