Sergio Franzese, Manuela Spadaro - ROM E SINTI IN PIEMONTE
A dodici anni dalla legge regionale 10 giugno 1993, n. 26, “Interventi a favore della popolazione zingara”
A dodici anni dalla legge regionale 10 giugno 1993, n. 26,
“Interventi a favore della popolazione zingara”
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Quale sia il futuro della popolazione romaní all’alba del XXI secolo è difficile dirlo. Una cosa è certa: Rom, Sinti,
Kalé e Romanichals rappresentano una sfida pacifica al mondo occidentale consumista e individualista. La loro
sopravvivenza sarà possibile solo se la società saprà rispettare tutte le diverse espressioni culturali che la compongono
e se ciascuno opererà per costruire ponti anziché erigere muri divisori.
1.2 Classificazione etnografica della popolazione romaní nel mondo
La diffusione della popolazione romaní in aree diverse del continente europeo ha comportato una diversificazione
tra i gruppi che si fonda principalmente su una ripartizione costituita da Rom, Sinti, Kalé e Romanichals. Ciascuno
di questi gruppi contiene al proprio interno ulteriori suddivisioni.
Dopo la diaspora balcanica la presenza dei Sinti (che in Francia sono chiamati manouches) è rimasta prevalentemente
confinata entro i territori dell’Europa occidentale. Solo pochi di essi si sono successivamente diretti verso
est, mentre i Kalé si sono stanziati in una vasta regione compresa tra la Francia del Sud e il Portogallo.
I Rom, a differenza dei Sinti e dei Kalé, dopo una lunga e spesso forzata permanenza nell’Europa orientale hanno
dato vita a nuove consistenti migrazioni verso l’occidente che, come vedremo più avanti, perdurano fino ai
nostri giorni.
Nella presente ricerca si è ritenuto opportuno non fare riferimento a una classificazione tradizionale quanto piuttosto
a una suddivisione capace di rispecchiare in modo più sintetico la realtà romaní presente sul territorio piemontese,
il che può forse apparire meno corretto sotto il profilo antropologico, anche se sicuramente di più facile
interpretazione 2 .
È comunque opportuno accennare a quello che – pur imperfetto e certamente non esaustivo – viene considerato
lo schema di classificazione ufficiale della popolazione romaní in Europa.
Presso i Rom “vla¤” (ossia originari della Valacchia) la ripartizione in sottogruppi avviene in base a una identificazione
di tipo ergonimico (denominazione che trae origine dal lavoro tradizionalmente svolto).
A questa segue la nátsija (nazionalità) e la vítsa (stirpe, prende il nome dal capostipite).
Ad esempio: gruppo: Rom; sottogruppo: kalderá (“calderaio” = riparatore di pentole e altri recipienti di metallo);
nátsija: Vúngrika (“ungherese”); vítsa: Jonéti (“discendente di Jono”).
Gli ergonimi principali sono:
kalderáa, calderai, fabbricanti e riparatori di pentole e di oggetti di metallo (prob. dal rumeno c¿ldare = secchio)
lovára, allevatori e commercianti di cavalli (dall’ungherese ló = cavallo)
flurára, affilatori di coltelli (dal romaní flurín = coltello).
Le nátsjie si distinguono in:
Serbiája (serbi), Rusúrja (russi), Moldovája (moldavi), Vúngrika (ungheresi), Grekúrja (greci), ecc.
Tra le vítse troviamo, ad esempio, i Minéti (“discendenti di Mino”), i Papinéti (“discendenti di Papino”), gli Jonéti
e gli Jonikóni (discendenti di Jono), i andoréti e i ßandoróni (discendenti di ßandor), i Kiriléti (discendenti di Kirilo),
ecc.
I Rom “balcanici” sono classificati in diversi sottogruppi ma non sono suddivisi in nátsjie o in vítse. La denominazione
di ciascun sottogruppo è determinata dalla caratteristica principale con cui esso si identifica. Nel caso dei
Xora¤ané (da Xora¤ái, Turchia in lingua romaní) tale termine designa la provenienza e, per estensione, anche l’appartenenza
religiosa (musulmani). Analogamente i Serbijája (o Dasi¤ané) sono i Rom serbi cristiani-ortodossi.
All’interno di questi due gruppi principali troviamo ulteriori ripartizioni, fondate anch’esse su precisi elementi di
identificazione.
Le denominazioni più diffuse tra i Rom “balcanici” presenti in Italia e, conseguentemente anche in Piemonte, sono
le seguenti.
2 Cfr. paragrafo 2.2 (La popolazione romaní in Piemonte).
11