Sergio Franzese, Manuela Spadaro - ROM E SINTI IN PIEMONTE
A dodici anni dalla legge regionale 10 giugno 1993, n. 26, “Interventi a favore della popolazione zingara”
A dodici anni dalla legge regionale 10 giugno 1993, n. 26,
“Interventi a favore della popolazione zingara”
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Rom e SInti in Piemonte
1. La popolazione romaní: origini, storia, classificazione,
tradizioni
1.1 Dall’India all’Europa
Lungo il cammino che procede dall’Oriente all’Europa e che, successivamente, l’ha portata a disperdersi nel resto
del mondo, la popolazione romaní ha lasciato alle proprie spalle solamente documenti prodotti da altri, testimonianze
di eventi positivi o negativi, di fatti reali o immaginari.
Il passaggio e l’insediamento come una società a parte hanno fissato, nella memoria collettiva, aspetti leggendari
che ancora oggi offuscano la realtà di un popolo dalle tradizioni assai eterogenee ma attraversato da un unico filo
conduttore che si snoda lungo secoli di storia.
La diffusione del popolo romaní in Europa inizia prevalentemente tra il XIV e il XV secolo. Esso va scoprendo queste
nuove terre procedendo da est a ovest, suscitando nei popoli residenti stupore, apprensione e ostilità.
A costoro, a causa dell’aspetto non comune, vengono attribuite le più svariate origini. Talvolta riescono a passare
inosservati; in altri casi gruppi nomadi di diversa origine vengono scambiati per appartenenti alla popolazione romaní,
creando confusione anche tra chi si interessa a loro.
L’etimologia stessa del termine “zingari”, con il quale la popolazione romaní viene comunemente chiamata, denota
la difficoltà iniziale che si ebbe nell’attribuire loro un’origine certa.
Probabilmente fu creduto che essi appartenessero alla setta degli athinganoi, originari dell’Asia Minore ma in
realtà già presenti nella regione ellenica al momento del loro arrivo in quelle terre (1322 a Creta). Pare, infatti, che
anche questi ultimi praticassero arti magiche e divinatorie e fossero musicisti.
I termini zingari e zigani, così come tsiganes in francese, Zigeuner in tedesco, e simili varianti in altre lingue, derivano
inequivocabilmente dal greco athinganoi. In Francia, credendo che essi fossero originari della Boemia, venne
attribuito loro anche il nome di bohémiens, con il quale ancora oggi spesso ci si riferisce alle popolazioni nomadi.
Gli svedesi pensarono che si trattasse di tartari e quindi li chiamarono Svart Tattare, ossia “tartari neri”, il cui equivalente
in finlandese è Mustalainen.
Su una presunta origine egiziana si fondano invece gli appellativi di gypsies e gitanos. Tale ipotesi era peraltro corroborata
dal fatto che molti di essi affermavano di provenire dall’Egitto, anche se forse intendevano riferirsi a una
regione dell’Epiro, chiamata Piccolo Egitto a causa della sua fertilità.
Tutti questi nomi si basano dunque su origini presunte e nessuno, com’è ovvio, viene usato dalla popolazione romaní
per designare se stessa. Essa infatti si definisce con i nomi di rom, sinti, kalé o romanichals a seconda del
gruppo etnico di appartenenza 1 .
Un fatto certo è l’origine indiana della lingua (romaní flib o romanés), tesi che si è affermata grazie agli studi comparativi
condotti a partire dalla fine del XVIII secolo. La stretta parentela della romaní flib con diverse lingue indiane,
come il sanscrito, il pracrito, il maharate e il punjabi, per citarne alcune, fu resa nota quasi contemporaneamente
da due studiosi tedeschi, Grellmann e Rüdiger e da un inglese, Jacob Bryant. A queste prime inconfutabili
dimostrazioni seguirono numerosi altri studi.
Tuttavia se, grazie alle ricerche linguistiche, è stato possibile ricostruire il cammino seguito dalla popolazione romaní
dall’India fino all’Europa, la sua presunta origine indiana è nuovamente messa in discussione da recenti studi
che non considerano la lingua come filone di ricerca principale ma approfondiscono altri aspetti. Alexandro A.
Revello afferma una presunta discendenza da antiche popolazioni del Medio Oriente mettendo a confronto le tradizioni
e la spiritualità dei Rom con quelle degli antichi popoli di quelle regioni, assai diverse da quelle delle popo-
1 Cfr. paragrafo 1.2 (Classificazione etnografica della popolazione romaní nel mondo).
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