05.01.2021 Views

TuttoBallo20 Gennaio EnjoyArt 2021

Amici e lettori di Tuttoballo20, questo è il primo numero del primo anno e, come si suol dire, “anno nuovo, vita nuova”! Ci aspetteranno tante sfide, ancora sacrifici e rinunce, soprattutto per quanto riguarda il nostro campo d’interesse, l’Arte, ma è un anno anche pieno di novità positive, in cui qualcosa si sta muovendo e ci auguriamo che la soluzione sia sempre più vicina. Ecco perché Tuttoballo20 non ha perso il proprio entusiasmo, ma lo ha rafforzato, presentandovi in questo numero molti altri amici che, in forma ed in maniera diversa si dedicano alla propria forma d’Arte: la fotografia, la scrittura, certamente il ballo, l’arte culinaria etc etc. Ma, come sempre, non vogliamo svelarvi altro … è un numero ricco di sorprese e di notizie interessanti, tra le quali si fa riferimento anche al ricordo di persone interessanti, che molto ci hanno dato e lasciato in eredità; consideriamolo, quindi, come un omaggio anche a loro, ma sempre con il sorriso sulle labbra e tanta tanta serenità … a proposito, abbiamo un articolo “dolcissimo” che piacerà a tutti, grandi e piccoli … forse forse più ai grandi … riguarda Sua Maestà il cioccolato!!! Come dicevamo, non vogliamo rivelarvi altro, quindi non vi resta che sedervi comodamente, scaricare il numero di gennaio e godervi la lettura… Ricordatevi sempre che Tuttoballo20 è la rivista vostra amica, che vi ascolta se avete qualcosa da dire, che vi informa e vi tiene in forma!!! Auguri a tutti di un inizio d’anno nella luce e nella serenità…

Amici e lettori di Tuttoballo20, questo è il primo numero del primo anno e, come si suol dire, “anno nuovo, vita nuova”!
Ci aspetteranno tante sfide, ancora sacrifici e rinunce, soprattutto per quanto riguarda il nostro campo d’interesse, l’Arte, ma è un anno anche pieno di novità positive, in cui qualcosa si sta muovendo e ci auguriamo che la soluzione sia sempre più vicina.
Ecco perché Tuttoballo20 non ha perso il proprio entusiasmo, ma lo ha rafforzato, presentandovi in questo numero molti altri amici che, in forma ed in maniera diversa si dedicano alla propria forma d’Arte: la fotografia, la scrittura, certamente il ballo, l’arte culinaria etc etc.
Ma, come sempre, non vogliamo svelarvi altro … è un numero ricco di sorprese e di notizie interessanti, tra le quali si fa riferimento anche al ricordo di persone interessanti, che molto ci hanno dato e lasciato in eredità; consideriamolo, quindi, come un omaggio anche a loro, ma sempre con il sorriso sulle labbra e tanta tanta serenità … a proposito, abbiamo un articolo “dolcissimo” che piacerà a tutti, grandi e piccoli … forse forse più ai grandi … riguarda Sua Maestà il cioccolato!!! Come dicevamo, non vogliamo rivelarvi altro, quindi non vi resta che sedervi comodamente, scaricare il numero di gennaio e godervi la lettura…
Ricordatevi sempre che Tuttoballo20 è la rivista vostra amica, che vi ascolta se avete qualcosa da dire, che vi informa e vi tiene in forma!!!
Auguri a tutti di un inizio d’anno nella luce e nella serenità…

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>TuttoBallo20</strong> - <strong>Gennaio</strong> <strong>2021</strong><br />

In copertina : Camilla Mancuso<br />

fotografia di: Luca Valletta.<br />

<strong>TuttoBallo20</strong> - <strong>Gennaio</strong> <strong>2021</strong>.<br />

Editore "Stefano Francia" <strong>EnjoyArt</strong><br />

Direttore - Fabrizio Silvestri<br />

Vice direttore - Eugenia Galimi<br />

Segretaria di redazione - Pina delle Site<br />

Redazione - Marina Fabriani Querzè<br />

hanno collaborato: Maria Luisa Bossone, Marco Calogero,<br />

Antonio Desiderio Artist Management, Giovanni Fenu, Mauri<br />

Menga, Sandro Mallamaci, Walter Garibaldi, Giovanni<br />

Battista Gangemi Guerrera, Lara Gatto, Patrizia Mior, Danilo<br />

Piccini, Danilo Pentivolpe,<br />

Foto: Luca Bartolo, Cosimo Mirco Magliocca Photographe<br />

Paris, Danilo Piccini, Luca Valletta.<br />

Foto concesse da uffici stampa e/o scaricate dalle pagine<br />

sociale dei protagonisti.<br />

Le immagini e le fotografie qui presentate, nel rispetto del diritto<br />

d’autore, vengono riprodotte per finalità di critica e discussione ai<br />

sensi degli artt. 65 comma 2 e 70 comma 1bis della Lg. 633/1941.<br />

É vietata la copia e la riproduzione dei contenuti e immagini in qualsiasi forma.<br />

É vietata la redistribuzione e la pubblicazione dei contenuti e immagini non autorizzata espressamente dal<br />

direttore. I collaboratori cedono all'editore i loro elaborati a titolo gratuito.<br />

Testata giornastica non registrata di proprietà: ©ASS: Stefano Francia <strong>EnjoyArt</strong><br />

per contattare la redazione Tuttoballo20@gmail.com<br />

Contro Copertina<br />

Rudolf Nureyev<br />

17 marzo 1938 - 6 gennaio 1993<br />

Il 6 gennaio del 1993 andò via per<br />

sempre, il mito della danza: Rudolf<br />

Nureyev, lasciando per sempre su questa<br />

terra tracce del suo genio: maggiore<br />

considerazione per le coreografie,<br />

tecniche innovative, agilità di<br />

movimento, tutte novità che arricchirono<br />

il mondo del balletto… ed a noi piace<br />

ricordarlo per questo!<br />

in un inedito ricordi di Pina delle Site...<br />

Diana e Atteone<br />

10 luglio 1963 NBC Color Studios Brooklyn,<br />

New York<br />

Cast:<br />

Svetlana Beriosova<br />

Rudolf Nureyev<br />

© F R E E P R E S S O N L I N E r i p r o d u z i o n e r i s e r v a t a - D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r t "


M E M O R Y S T O R Y<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

ciao<br />

Gianni!


M E M O R Y S T O R Y<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

Giovanni Fenu


A T T U A L I T Á<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

di Eugenia Galimi<br />

vice direttore


A T T U A L I T Á<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

di Sandro Mallamaci


A T T U A L I T À<br />

<strong>TuttoBallo20</strong>


A T T U A L I T À<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

È un racconto di resilienza quello che arriva direttamente dalla comunità<br />

educante di OpenSpace. L’anno scolastico 2019-2020 si era chiuso con una<br />

sensazione di nostalgia e stanchezza per tutte quelle ore passate davanti a pc e<br />

telefonini, lontani dai propri compagni e compagne di classe. Il nuovo anno sta<br />

proseguendo tra didattica a distanza ed in presenza, nonostante le difficoltà e le<br />

complessità da gestire, sia per i docenti sia per gli alunni e le loro famiglie.<br />

In questa situazione le associazioni partner di OpenSpace, un progetto<br />

selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà<br />

educativa minorile, hanno reagito prontamente per non abbandonare il lavoro già<br />

fatto. Le 12 scuole coinvolte hanno riadattato gli spazi scolastici e<br />

riorganizzato completamente la didattica per evitare che il rischio di<br />

un’altra chiusura potesse pesare ancor più sulle spalle di giovani e<br />

famiglie.<br />

“OpenSpace è riuscito, con le sue iniziative e riadattando metodologie e<br />

strumenti, a mantenere vive le azioni formative, innovative e di partecipazione.<br />

Alla fine di questo anno le docenti delle scuole in cui siamo presenti hanno<br />

confermato il ruolo fondamentale che il nostro intervento ha nel prevenire e<br />

contrastare la dispersione scolastica” dichiara Luca Fanelli, Project Manager<br />

OpenSpace per ActionAid Italia.<br />

Sono stati mesi pieni di sfide inaspettate, ma anche ricchi di preziose opportunità:<br />

tra riadattamenti e attività rimodulate resta l’entusiasmo per un progetto che ha<br />

visto giovani e adulti lavorare insieme per migliorare e accrescere le proprie<br />

opportunità scolastiche e territoriali. I laboratori di potenziamento didattico<br />

sono stati trasformati in un percorso di supporto individuale e di gruppo a<br />

distanza per essere al fianco di chi sta avendo più difficoltà in questo<br />

momento; nell’ambito delle attività di teatro sociale i racconti video e le<br />

testimonianze dei ragazzi raccolte nel periodo del lockdown, sono divenute<br />

piccole sfide teatrali a distanza; sono stati organizzati percorsi di<br />

formazione online per docenti su come meglio utilizzare gli strumenti<br />

digitali per la didattica e sono stati attivati i laboratori online di coding,<br />

robotica, ecc.; non si sono interrotte ma sono state rimodulate le proposte<br />

di prevenzione e contrasto della dispersione scolastica.<br />

Inoltre, a Bari sono stati completati i lavori di riqualificazione della scuola Grimaldi<br />

Lombardi, secondo il progetto immaginato dai ragazzi e dalle famiglie mentre a<br />

Reggio Calabria è stato presentato il progetto per la riqualificazione degli spazi<br />

scolastici individuati insieme ai ragazzi e alle famiglie.<br />

IL PROGETTO<br />

Rendere le comunità inclusive e responsabili per favorire la crescita formativa,<br />

culturale e l’empowerment di pre-adolescenti e adolescenti: è l’obiettivo del<br />

progetto “OpenSPACE: Spazi di Partecipazione Attiva della Comunità Educante”,<br />

realizzato da ActionAid insieme a Bayty Baytyk, Cittadinanzattiva, CONI,<br />

Fondazione Albero della Vita, Federgat, Fondazione Giovanni Paolo II,<br />

Fondazione Mondo Digitale, Arteteca, Junior Achievement Italia, Studio MC A -<br />

Mario Cucinella Architects, Comune di Bari, Reggio Calabria, Palermo e<br />

"Laboratory for Effective Anti-poverty Policies (LEAP) - Università Bocconi".<br />

L’intervento coinvolge 12 scuole secondarie di primo e secondo grado in aree a<br />

forte dispersione scolastica a Bari, Milano, Reggio Calabria e Palermo, e<br />

interessa direttamente 4mila ragazzi, di cui mille a rischio abbandono o che<br />

hanno già abbandonato la scuola, 1.600 genitori e 500 insegnanti.<br />

Il progetto è stato selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il<br />

contrasto della povertà educativa minorile. Il Fondo nasce da un’intesa tra le<br />

Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del<br />

Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli<br />

di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei<br />

processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a<br />

giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo<br />

di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD.<br />

www.conibambini.org


FA ITS TCU O A L E I T ÀB A L L O<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

di Giovanni Battisita Gangemi Guerrera


A T T U A L I T Á<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

di Giovanni Battisita Gangemi Guerrera<br />

C O N V E R S A Z I O N E A T R E , C O N I C O L L E G H I<br />

F I L I P P O S T A B I L E E F R A N C E S C O P I R O .


A T T U A L I T Á<br />

<strong>TuttoBallo20</strong>


A T T U A L I T À<br />

Per Giovannella questo riconoscimento è<br />

davvero molto importante, perchè<br />

raccontano realtà come la danza<br />

paralimpica, una disciplina a molti<br />

sconosciuta…Secondo la campionessa<br />

italiana della disciplina questo<br />

riconoscimento accenderà i riflettori sul<br />

fatto che la danza in carrozzina è<br />

inclusione sociale, è abbattere le<br />

barriere. Il messaggio che Giovannella<br />

rivolge alle persone che hanno disabilità<br />

di tutti i tipi è un messaggio forte e di<br />

speranza, un messaggio a non mollare<br />

mai, di andare avanti, cercando di non<br />

abbattersi.<br />

Giovannella Porzio, 24 anni, torinese è una delle 36 persone insignite dal<br />

presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dell’onorificenze di<br />

cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. “Ricevere quella<br />

telefonata è stata un’emozione grandissima” racconta Giovannella.<br />

La medaglia le è stata conferita "per il suo contributo nell’abbattimento<br />

delle barriere fisiche e mentali e nella diffusione di pratiche di inclusione".<br />

Giovannella è affetta dalla malattia rara Charcot-Marie-Tooth, una<br />

malattia genetica che l’ha costretta sulla sedia a rotelle da frequentava le<br />

medie, per lei la carrozzina non è stato un ostacolo ma un mezzo per<br />

stare con gli altri e per esprimere se stessa. Campionessa Europea e<br />

Italiana di danza paralimpica, la giovane danzatrice a luglio si laureerà in<br />

Lingue per il Turismo. Da anni fa parte dell’associazione Ballo anch’io e il<br />

su sogno è quello di aprire una scuola di danza tutta sua “dove ballerini<br />

normodotati e ballerini in carrozzina danzino insieme”.<br />

"Con la danza -spiega- si può dimostrare quanto possa essere semplice e concreta l'inclusione e la collaborazione tra<br />

realtà diverse, dove la differenza e la disabilità non sono impedimento ma diventano uno strumento artistico''. Il suo<br />

impegno è anche nel sociale e nella ricerca, è testimone per l'Associazione Progetto Mitofusina 2 Onlus, che con il<br />

policlinico di Milano Centro Dino Ferrari studia la malattia da cui è affetta. Da sempre innamorata della danza,<br />

Giovannella dopo il liceo ha potuto realizzare la sua passione grazie all'associazione "Ballo anch'io" di Torino dove<br />

pratica la danza in carrozzina. Fa parte del Gruppo Performer, che è quello più avanzato, composto sia da persone in<br />

carrozzina sia da ballerine in piedi. Propongono spettacoli ed esibizioni in teatri e manifestazioni in tutta Italia e<br />

partecipano ai campionati della Federazione danza sportiva. Giovannella è anche testimonial per l'Associazione<br />

progetto Mitofusina 2 onlus e per Telethon.<br />

A chi, invece, non ha disabilità dice “noi siamo forti, non siamo diversi da voi, noi siamo solo seduti”. Un insegnamento<br />

per tutti a godere di ogni cosa e a non darsi mai per vinti, ma cercare sempre di reagire quando qualcuno dice 'non<br />

potete'.


P E R S O N A G G I<br />

<strong>TuttoBallo20</strong>


P E R S O N A G G I<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

Ho conosciuto Camilla quando era bambina ed io e Stefano Francia la vedevamo<br />

rientrare a casa da una delle tante giornate di danza.<br />

Elegante, fiera, cappelli raccolti col classico chignon, e due occhioni che brillavano di<br />

gioia… Una bambina che ho poi visto crescere; diplomarsi e partire per l’Ungheria…<br />

Ora ballerina Professionista e testimonial in Europa di una nota marca di dancewear,<br />

la seguo ammirato su Instagram e sono felice di farle questa intervista. Bella,<br />

talentuosa e elegante cattura i followers con foto meravigliose…<br />

al punto di averle dedicato più volte la coprtina di <strong>TuttoBallo20</strong>. E' arrivato il momento<br />

di presentarvi la futura promessa della danza internazionale: Camilla Mancuso,<br />

classe 1999...<br />

Ciao Camilla, quando hai capito che la danza sarebbe stata la tua professione?<br />

Ho capito che sarebbe diventata la mia professione verso i 12 anni, non subito.<br />

All’inizio era semplicemente una sfida con me stessa; ricordo quanto desideravo<br />

ardentemente imparare nuovi passi e, di conseguenza, tutto il lavoro di pratica che c’è<br />

dietro, cosa che tra l’altro ancora amo.<br />

La mia passione è cresciuta giorno dopo giorno ed è diventata molto presto ciò che mi<br />

fa andare avanti.<br />

Cosa ricordi del tuo primo giorno di danza?<br />

Avevo 7 anni ed ero in una scuola privata vicino casa, indossavo una canottiera e<br />

calzini, ricordo che nel momento in cui eravamo sedute per terra a stendere i piedi il<br />

maestro impazzì e mi trascinò in un’altra sala, che io ricordo immensa, e mi mostrò<br />

alle ragazze più grandi. Ricordo la meraviglia che le ragazze provarono anche se io<br />

non capii il perché.<br />

Dove hai studiato?<br />

Dopo 2 anni di scuola privata feci l’audizione per la scuola di danza del Teatro<br />

dell’Opera di Roma, dove mi diplomai a 16 anni.Dopo il mio diploma mi affidai al<br />

maestro Denys Ganio che mi ha resa la ballerina che sono oggi.<br />

Quali sono i tuoi idoli della danza?<br />

Ogni ballerino è unico ed ha qualcosa di speciale, secondo me non dovremmo avere<br />

idoli da venerare, inconsciamente averne porterebbe a copiarli o sperare di diventare<br />

come loro bloccandoci dallo scoprire noi stessi.<br />

La tua prima esperienza lavorativa?<br />

Appena compiuti 18 anni iniziai a lavorare per l’ Hungarian National Ballet, ho lavorato<br />

moltissimo fin da subito. Il mio primo show fu una tournée al Croatian National<br />

Theatre a Zagabria, 20 giorni dopo il mio arrivo e subito dopo un’altra Tournée al<br />

David H. Koch theatre at Lincoln Center con un ruolo da semi-solista nel Don<br />

Chisciotte.Mi sono totalmente immersa nel lavoro, ricordo le serate passate a studiare<br />

il repertorio con i video della compagnia. Conoscendo il repertorio mi guadagnai fin da<br />

subito la fiducia dei master e per questo ballai in tutte le produzioni.<br />

Camilla, quali caratteristiche metti in evidenza della ballerina che è in te?<br />

Credo che la mia caratteristica sia la mia artisticità e la libertà di movimento. La danza<br />

è arte ed emozione che deve arrivare all’anima. Da sempre lavoro per padroneggiare<br />

le difficoltà tecniche per poi focalizzarmi totalmente su quello che interpreto. Lo scopo<br />

di un ballerino è emozionarsi per far emozionare gli altri.<br />

Tu sei una delle giovani promesse della danza italiana, quali difficoltà tu e i tuoi<br />

colleghi state vivendo in questo periodo?<br />

Sicuramente la mancanza del palco, la nostra vita e il nostro sfogo, e la mancanza di<br />

una sala con pavimento adeguato. Un ballerino deve allenarsi ogni giorno, è un lavoro<br />

costante. Queste mancanze equivalgono a toglierci ossigeno.<br />

Quali rappresentazioni ti piacerebbe interpretate?<br />

I ruoli più artistici sono sempre stati i miei preferiti. Tra questi Nikija nella Bayadere e<br />

Odette nel Lago dei cigni.<br />

Sei ambiziosa? A cosa rinuncieresti pur di raggiungere il successo?<br />

Sono molto ambiziosa! Non per raggiungere il successo, ma per scoprire chi sono e<br />

cosa posso diventare. Sono ancora quella bambina che prende la vita come una<br />

continua sfida.<br />

Il sogno nel cassetto di Camilla?<br />

Tutti noi abbiamo enormi doni che meritano apprezzamento.Credo che tutto sia già<br />

dentro di noi. Il mio sogno è di sfogare questo dono e riuscire ad esplorare il mio<br />

potenziale appieno per poi farlo arrivare agli altri.


P E R S O N A G G I


P E R S O N A G G I


P E R S O N A G G I<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

Luca Valletta, classe 1981 è un architetto che nel 2014 decide di passare al cinema, per cercare immagini<br />

della migliore qualità nel settore e VFX (effetti visivi)… Lavora in film come Pirati dei Caraibi, Wonder Woman,<br />

Animali Notturni, Ghost in the Shell, film Marvel e molto altro ancora. Non trascurando lo studio della<br />

fotografia, realizzata su pellicola… Dallo scoppio del COVID-19, Valletta si avventura in un nuovo progetto<br />

fotografico: "Art and pointes elegance" un viaggio nell’arte della danza usando come palcoscenico, strade e i<br />

luoghi d’arte. Il suo viaggio fotografico mette le migliori ballerine in relazione ad un contesto urbano<br />

affascinante come Palermo, Roma, Venezia, Milano, Praga...<br />

Luca Valletta ha utilizzato oltre 20 metri di Film poi sviluppato in digitale e causa ulteriori restrizioni Covid-19,<br />

ha interrotto il progetto. Noi ne abbiamo approfittato per intervistarlo…


P E R S O N A G G I<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

Bentrovato Luca. Come stai? Ci racconti brevemente qual è stata la tua<br />

formazione, i tuoi studi, e a cosa ti hanno portato?<br />

Ciao a tutti e grazie mille per questa intervista, è un vero onore per me. Sono classe<br />

1981, e mi sono laureato in Architettura a Roma. Dopo un master in computer grafica ho<br />

lavorato nella progettazione per il mondo del lusso. Poi sono riuscito, grazie ad un corso<br />

di specializzazione, a spostarmi nella post-produzione cinematografica, dove lavoro<br />

tuttora, partendo dell’Inghilterra e spostandomi poi in Quebec, British Columbia,<br />

Germania, Repubblica Ceca e Singapore.<br />

Dopo l’architettura, l’interesse per il cinema e la fotografia… com’è nato tale<br />

passaggio?<br />

È stata una semplice concatenazione; mi occupavo di rappresentazione architettonica,<br />

poi ho voluto fare un passo in avanti poiché non ero pienamente soddisfatto della<br />

qualità delle immagini che potevo creare in quell’ambito e mi sono mosso verso il<br />

cinema, dove i budget sono decisamente più grandi, almeno all’estero. La fotografia mi<br />

ha sempre accompagnato, essendo la base tecnica di tutti i miei lavori, ma ho avuto una<br />

evoluzione inversa, passando da digitale ad analogica. Ho capito che la pellicola mi dava<br />

qualcosa in più, mi permetteva di prendermi i miei tempi, mi permette di dare il giusto<br />

valore alle mie composizioni. E questo è in completa antitesi con la fotografia compulsiva<br />

fatta oggi giorno.<br />

Tu hai viaggiato tanto; cosa ha significato per te, per la tua carriera e,<br />

soprattutto, per l’interesse che andavi via via coltivando, il concetto del<br />

viaggio? Cosa ti ha dato e cosa ha significato nella tua esperienza lavorativa il<br />

fatto di viaggiare continuamente?<br />

Ad un certo punto la mia vita di lavoratore “impiegato” a partita iva è esplosa per varie<br />

motivazioni. Da quel momento ho dato una sterzata brusca e, a 33 anni, lasciai l’Italia per<br />

continuare la mia strada all’estero. Volevo andare alla ricerca di qualcosa di più che qui<br />

non trovavo … non è forse questo una dei principi alla base del viaggio? Ho passato gli<br />

ultimi 6 anni spostandomi ogni 6-12 mesi, e viaggiare così tanto non vuol dire solo<br />

muoversi nello spazio ma anche nel tempo. E fu così che a Berlino mi imbattei in un<br />

piccolo negozio che vendeva Polaroid anni ’90, le stesse che un mio lontano zio mi aveva<br />

mostrato durante la mia infanzia, come se fossero un qualcosa di fantascientifico … e per<br />

l’epoca lo erano e forse lo sono tuttora. In quel periodo, Polaroid era fallita da circa 4<br />

anni e non era facile scattare con le pellicole disponibili. Ma mi divertii tantissimo. Poi<br />

decisi di viaggiare ancora più indietro nel tempo e nel mio secondo viaggio a Montreal<br />

acquistai una Nikon f3 del 1980, era l’inizio del mio rapporto con la pellicola, tramite la<br />

quale esploravo città a me sconosciute. Fino ad arrivare ad oggi dove uso una macchina<br />

di fine anni 60. Vedere il mondo e le mie modelle attraverso quelle lenti non ha prezzo.<br />

Per alcuni la fotograa è improvvisazione, in quanto cattura il momento così com’è;<br />

per altri è studio di composizioni, di angolazioni , di colori… per te la fotograa<br />

cos’è?<br />

La fotografia professionale è un mondo enormemente vasto; ogni fotografo ha la sua<br />

visione del mondo e utilizza tecniche adatte a raccontarla. Per esempio nel reportage<br />

bisogna agire sul momento per cogliere quello che sta succedendo in quel preciso<br />

istante. Al contrario, così come nel balletto ci vogliono anni di preparazione per eseguire<br />

correttamente i movimenti; io sento che la mia fotografia ha bisogno di grande<br />

preparazione e studio. Questo non significa che non debba saper reagire velocemente<br />

alle situazioni che mi si presentano davanti. Ma quando mi è capitato, per motivi<br />

contingenti, di tralasciare qualcosa, mi sono sempre sentito un po’ a disagio durate i mie<br />

shooting.<br />

Quando fotografi un soggetto, un paesaggio, qualsiasi cosa, su quale aspetto ti<br />

concentri maggiormente?<br />

Il mio approccio alla fotografia sta mutando negli anni, resto sempre una persona<br />

abbastanza tecnica e fotografando in pellicola devo stare molto attento ad un’incredibile<br />

quantità di cose che i fotografi digitali possono dare per scontato. Le mie foto di<br />

ballerine non nascono nel momento in cui premo sul tasto dell’otturatore. Nascono dalla<br />

scelta della location, dalla scelta degli outfit in conseguenza alla location, alla scelta della<br />

pellicola adatta, la quale, non mi vergogno a dirlo, deve essere il giusto equilibrio tra<br />

costo e caratteristiche fisico-tecniche che mi interessano. Quando scatto mi concentro<br />

sulla composizione, sulla posa della ballerina in relazione a tutto quello che ho appena<br />

citato facendo un lavoro di astrazione poiché scatto prevalentemente in bianco e nero.<br />

Qual è stata la foto da te scattata, studiata, a cui sei maggiormente legato e<br />

perché?<br />

Ho iniziato a scattare con modelle da circa due-tre anni; prima mi dedicavo soprattutto<br />

alla fotografia urbana, io in solitario durante i miei lunghi viaggi di lavoro. Ho iniziato a<br />

capire che mi piace scattare persone che vogliono essere fotografate, invece di rubare<br />

istanti di sconosciuti. Poi mi sono focalizzato sulla fotografia di balletto. Con il mio<br />

progetto ho scattato foto a moltissime ballerine sparse per l’Italia e non solo. Con alcune<br />

di loro sono stato tanto fortunato da poter scattare più di una volta, il che mi ha<br />

permesso continuare un discorso interrotto nella sessione di riprese precedente. Tra<br />

queste ballerine c’è Noemi; probabilmente affascinato dalla sua storia e dalla sua<br />

semplicità di espressione, attraverso la danza abbiamo instaurato una forte legame. Una<br />

mattina all’alba ci siamo trovati sotto il colonnato di San Pietro, con la mia prima<br />

macchina fotografica a pellicola, poco più grande di un cellulare, con una pellicola<br />

cinematografica interamente italiana, la stessa sulla quale giravano film Pasolini e De<br />

Sica, molto difficile da usare. In una frazione di secondo nella quale si è creata una luce<br />

incredibile, in un luogo pieno di storia e simbolismi, sono riuscito a catturare una pura<br />

poesia visiva. Non è tecnicamente la mia migliore foto, ma è sicuramente quella che mi<br />

trasmette di più. Alcuni istanti restano incredibili ed irripetibili.<br />

Il Covid purtroppo sta cambiando la vita di ognuno di noi, e soprattutto sta<br />

sacrificando la vita degli artisti e di qualunque attività legata a qualsiasi forma<br />

d’arte.Come hai reagito tu, dal punto di vista della tua attività? Hai ideato<br />

qualcosa o qualche progetto, come vari artisti si sono ingegnati a fare, per<br />

continuare a far “vivere” la tua arte?<br />

Durante la quarantena di inizio 2020 sono riuscito a fare alcuni scatti in remoto tramite il<br />

computer e cellulare; questa piccola esperienza mi ha permesso di gettare le base per il<br />

mio primo grande progetto fotografico “L’arte e l’eleganza delle punte”. Da giugno ho<br />

iniziato a girare l’Italia, con una piccola escursione anche a Praga, insieme a Sara, mia<br />

assistente/compagna nella vita, fotografando ballerine professioniste ed aspiranti<br />

professioniste, che in questo momento hanno dovuto<br />

congelare completamente la loro vita, sia per il Covid sia per la noncuranza delle<br />

politiche italiane nei confronti del mondo dello spettacolo che non sia quello dei grandi<br />

numeri. Ho portato ballerine talentuose nelle strade dei più bei centri d’arte italiani,<br />

davanti ad incredibili opere della nostra cultura, le quali, purtroppo, anche loro sono<br />

prive di turisti che le ammirano e cittadinanza che le vivono. Da piazza San Marco al<br />

Colosseo, da Parco Sempione alla Cattedrale di Palermo, da Ponte Vecchio al museo<br />

della Civiltà Romana. È stato un viaggio pazzesco che ho dovuto sospendere per colpa<br />

della seconda ondata di Covid ma che voglio continuare nel <strong>2021</strong>, perché sono<br />

tristemente sicuro che la situazione non cambierà cosi velocemente.<br />

Un’ultima domanda prima di lasciarci: fotografare per te significa ….?<br />

Fotografare per me è la via più diretta che ho trovato per esprimermi. Non sono mai<br />

stato una persona con grandi doti dialettiche, ma amo ascoltare ed osservare il mondo<br />

intorno a me, anche con estremo dettaglio. Creare una fotografia mi permette di<br />

ragionare, elaborare, catturare, astrarre per poi produrre un’immagine. Ansel Adams<br />

diceva “una fotografia non si scatta, si crea”.


P E R S O N A G G I<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

...Una mattina all’alba ci siamo trovati<br />

sotto il colonnato di San Pietro, con la mia<br />

prima macchina fotografica a pellicola,<br />

poco più grande di un cellulare, con una<br />

pellicola cinematografica interamente<br />

italiana, la stessa sulla quale giravano film<br />

Pasolini e De Sica...


P E R S O N A G G I<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

ALBERTO<br />

VENTIMIGLIA<br />

"A me piace solo scrivere libri, il resto è un<br />

contorno per mangiare e pagare le bollette".<br />

di Pina Delle Site<br />

Carissimi amici di Tuttoballo20, iniziamo questo nuovo anno sotto i migliori auspici, e dando il benvenuto ad un nuovo amico (di vecchia data, per me), Alberto Ventimiglia,<br />

un artigiano della comunicazione come gran parte di noi che amiamo divulgare l’arte in ogni sua forma…<br />

D) Ciao Alberto, ben trovato e buon anno…come stai?<br />

R) Come tutti quelli che possono dire di essere sopravvissuti al Covid, in qualche modo. Non so fino a che punto possiamo dire che stiamo bene. Credo che questa<br />

pandemia abbia cambiato radicalmente non solo il nostro modo di vivere ma, per certi versi, abbia modificato il nostro modo di vedere le cose; in breve, penso che il nostro<br />

stato mentale ne abbia risentito, e anche tanto. Se parlo del mio , beh, ho sicuramente subito parecchio, ma piano piano sto cercando di venirne fuori.<br />

D) Alberto è una persona dalle mille risorse e dai mille interessi…lo si evince dalla sua formazione e dalle sue molteplici attività. Alberto ci racconti qual è stato<br />

il tuo percorso di studi e formazione, e quali sono le attività di cui oggi ti occupi?<br />

R) I hurt myself today, To see if I still feel, I focus on the pain, The only thing that's real...Così inizia una canzone molto intima di Johnny Cash. Si intitola “Hurt” che tradotto<br />

significa “male” e il pezzo che ho appena citato recita “Oggi mi sono ferito per vedere se sento ancora qualcosa mi concentro sul dolore, l' unica cosa che è reale”. A mio<br />

avviso, questa è l’intervista più intima che mi sia mai stata fatta e sono contento. Sono sempre stato molto trasparente sul mio vissuto, ma oggi lo sarò ancora di più. Sai<br />

Pina, ho fatto un percorso di vita del quale a volte vado fiero, a volte meno, ma comunque sono qui. Provengo da un paesino della Calabria, Villapiana un posto bellissimo<br />

che si affaccia sul mare e alle spalle ha la montagna. Le scuole le ho fatte nell’altro paese, Trebisacce. Entrambi per me sono la stessa cosa, unici, accoglienti, lì c’è il mio<br />

passato, il mio vissuto fino a diciotto anni. Poi, come capita a molti, si lascia il paese per andare a studiare o cercare lavoro altrove. Da piccolo volevo fare il veterinario,<br />

scelsi di frequentare il liceo scientifico per questo, ma poi cambiai strada e pensai al cinema, più come tecnico che attore. Mi sono laureato in Discipline dell’arte della<br />

musica e dello spettacolo. Bellissimi quegli anni, tante esperienze positive e negative, amori, incontri, spensieratezza, amicizie anche importanti, voglia di affermarsi. Non<br />

dormivo mai, a volte tre massimo quattro ore a notte a volte niente. Studiavo, facevo le figurazioni speciali per il cinema, poi c’era la palestra, dove lavoravo come istruttore<br />

di sala e lavoretti vari. Ho lavorato come aiuto regista tra alti e bassi per quasi dodici anni, poi ci fu la crisi, i tagli alla cultura ed i licenziamenti e, insomma, niente di nuovo.<br />

Non mi sono mai arreso, come tutti i ragazzi che hanno voglia di fare, mi sono sempre messo in gioco: agente immobiliare, lavapiatti, volantinaggio, operaio, barista in<br />

Autogrill e non ricordo più nemmeno quanti ne ho fatti. Poi, sempre in palestra, mi piaceva insegnare, provengo da una famiglia che ci teneva allo sport, un mio zio aveva<br />

una palestra in Calabria, sono cresciuto là dentro. Intanto, nel 2011, mi iscrissi a scienze infermieristiche ma non mi piaceva e quindi passai ad altro e oggi sono Specialista<br />

in scienza dell’alimentazione e dietetica applicata e naturopata. La mia ecletticità è data dalla noia o dalla concezione che la vita è una palla se diventa routine; certo, se<br />

avessi avuto un posto fisso forse la penserei diversamente, ma si vede che per me le cose dovevano andare così. Oggi, oltre ad avere uno studio privato, sono un<br />

informatore medico. Tutto questo non mi piace come lo scrivere, ma i miei libri anche se hanno un successo discreto ma di nicchia, non mi danno da mangiare e allora<br />

ecco che tocca fare anche altro.<br />

D) Sei stato aiuto regista per diversi anni. Con chi hai lavorato? Qual è il ricordo più bello che conservi di quegli anni e cosa ti ha lasciato?<br />

R) Ho iniziato con Giuseppe Tornatore, mi scelse per una figurazione speciale. Ho ricoperto il ruolo di un prete in una delle prime pubblicità di Sky. John Travolta usciva da<br />

una stella e io lo fissavo, lui in realtà non c’era, lo montarono dopo per chi se la ricorda. Piano piano mi feci strada come assistente alla regia; dal cinema passai alla TV<br />

con il regista Cristiano D’Alisera per un programma condotto da Teo Mammuccari, “Distraction”, poi divenni anche operatore e montatore. Tanti lavori con il cinema:<br />

pubblicità, cortometraggi, lungometraggi. Oggi sono rimasto più in contatto con gli attori che con i tecnici. La cosa più bella era costruire ciò che gli altri avrebbero visto sul<br />

grande schermo. Dar vita a qualcosa che è sotto gli occhi di tutti, avere la possibilità di creare quel trucco da cui poi lo spettatore rimane affascinato. I trucchi<br />

cinematografici o anche televisivi, sono quelli che rendono vivo quel lavoro. Riuscire a far credere che qualcosa in Tv stia accadendo veramente, quella è pura magia. In tv<br />

niente è dato al caso, la gente in parte lo sa, ma credere che durante una diretta qualcuno faccia qualche follia non programmata fa parte del gioco dell’illusione, quel po'<br />

che ci rimane da credere. Ho tanti ricordi belli ma, non so perché, mi viene in mente uno molto particolare. Giravamo “Da grandi domani” con Marco Giallini ancora non<br />

affermato come adesso. Durante la pausa pranzo io e lui ci sedevamo da qualche parte a mangiare e chiacchieravamo un po' di tutto. Gli dicevo sempre che avrebbe avuto<br />

un gran successo, lui non rispondeva o cambiava discorso. Poi nel tempo ci siamo persi di vista, ma è pur sempre un bel ricordo. Posso dire di aver avuto l’onore di<br />

parlare a tu per tu con Ennio Morricone, di aver ricevuto un aiuto per la mia tesi di laurea sulla storia della fotografia e per il film “C’era una volta in America” da Gianmarco<br />

Giannini che spuntò non so da dove alla scuola di cinema e mi aiutò nella scelta dei libri in biblioteca. Ho corteggiato Paola Turci con un mazzo di fiori nel suo camerino, lei<br />

simpaticissima, persona che sa stare al gioco. Tra gli attori chi stimo tantissimo è Massimo Bonetti sia come uomo che come professionista, un grande amico. Mi vengono<br />

tanti episodi in mente che potrei stare qui a parlarne tutto il giorno. Sai che noia poi…<br />

D) Poi ti sei dedicato ad altri studi…infermieristica, nutrizione, archivistica…come mai ti sei avvicinato ad un mondo così lontano da quello precedente?<br />

Come ti dicevo prima, non ho mai trovato una stabilità lavorativa tale da farmi dire, da oggi farò questo per settant’anni. A me piace solo scrivere libri, il resto è un contorno<br />

per mangiare e pagare le bollette. La routine, gli schemini preimpostati, le regolette date da una società malata che vorrebbe trasformarti e modellarti a suo piacimento, non<br />

fanno per me. Non riesco a vedermi come Charlie Chaplin nel film “tempi moderni”, nello specifico mi riferisco alla scena della fabbrica, alla fine finisce letteralmente di<br />

diventare parte dell’ingranaggio della macchina, ci entra dentro e diventa quasi un ingranaggio. Il mio senso di malessere interiore è dato da tantissime cose. Ogni persona<br />

ha un bagaglio di vita che riempie pian piano con le sue esperienze. Io ho il mio vissuto che mi fa vivere e pensare così, forse un po' fuori dagli schemi, non comprensibile<br />

per certi versi, ma è così. Odio quegli stramaledetti schemini dove la gente rimane rinchiusa senza via d’uscita. Alda Merini una volta mi disse che se volevo essere come<br />

un Hemingway dovevo girare il modo e conoscere molta gente,e non rimanere tra quattro mura. Che donna straordinaria che era. Aveva i libri anche in bagno.<br />

Infermieristica fu un’esperienza molto forte, non mi impressionava niente: sangue urine, ferite, feci non avevo alcun problema. Il mondo del cinema iniziava ad allontanarsi<br />

e quella della vita reale prendeva il sopravvento. Uno dei miei tirocini fu presso il reparto oncologico dell’ospedale Sant’Eugenio. C’era troppo dolore, troppa sofferenza, la<br />

mia mente non era pronta, venivo già da dolori personali e in quel momento fu la goccia che fece traboccare il vaso come si suol dire. Poi mi trasferirono a medicina e<br />

chirurgia, ma avevo preso quella storia in modo forse sbagliato. Lavoravo e studiavo, non dormivo più e mangiavo poco. Mi vedevo come una sorta di “servitore”, lasciami<br />

passare il termine. Sotto al medico, sotto al paziente, un futuro di uno stipendio povero per tanto lavoro e sacrificio e guai a dire che l’infermiere è una missione, i professori<br />

all’università si incazzavano se sentivano una frase del genere. Poi passai alla nutrizione anche perché lavoravo in palestra e le due cose si univano. Il corso di Archivista<br />

al Vaticano lo feci grazie a te, un’altra esperienza bellissima che volli fare per colmare anche il mio primo percorso di studi umanistici. Non c’è niente da fare i libri mi hanno<br />

sempre affascinato, hanno da dire cose molto più interessanti di tanta gente. Sicuramente qualcuno dirà “ma i libri sono scritti dalla gente”. Io rispondo sempre che chi li<br />

scrive ha una marcia in più e mi attrae.


P E R S O N A G G I<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

D) Nonostante oggi, quindi, tu svolga determinate attività, non hai mai smesso di strizzare l’occhio all’arte, in particolar modo alla scrittura…perché? Cos’è per te<br />

la scrittura, oltre che semplice passione?<br />

R) La scrittura è stato il mio primo grande spazio di libertà. Fuggire dalla realtà mi ha sempre salvato la vita. Durante gli anni scolastici iniziai a leggere di tutto, dai romanzi<br />

classici a quelli contemporanei, ma all’università diventai un divoratore di libri. Per l’esame di letteratura italiana moderna e contemporanea dovetti leggere trenta libri in trenta<br />

giorni. Il professore non voleva sapere il riassunto di ognuno, ma cosa mi aveva lasciato quella storia e cosa mi avevano trasmesso i personaggi. Immaginare o capire perché<br />

lo scrittore avesse scritto quel racconto. Intorno ai sedici anni iniziai a scrivere storielle un po' confuse, gettavo fiumi di inchiostro su fogli bianchi: pensieri, frasi, personaggi. Mi<br />

liberavo, più scrivevo e più mi sentivo bene, non pensavo a niente, nessun problema. Ancora oggi è così, forse anche di più. I miei personaggi sono un po' il mio alter ego, ciò<br />

che vorrei essere, ciò che non sono, quello che sono e anche quello che in parte sarò. Scrivo per me come dicono tutti gli scrittori, credevo fosse una frase fatta e invece è<br />

vero e poi quando hai un discreto numero di lettori che si ritrovano in ciò che dici, allora sai che non sei solo, che ci sono altri come te. Il mio malessere è anche il tuo, la mia<br />

irrequietezza è anche la tua. Non vuol dire non accontentarsi mai, ma è la voglia di fare tutto il necessario per sentirsi meglio, più completo in una vita che è unica e irripetibile.<br />

D) Ad oggi quanti libri hai scritto? Vuoi parlarci del libro a cui sei più affezionato e perché? Naturalmente siamo curiosi di capire anche gli altri tuoi scritti che, se ti<br />

fa piacere, ci potrai illustrare nei prossimi incontri…<br />

Ho scritto sette libri ma pubblicati cinque. E’ più facile scriverli che pubblicarli, pubblicizzarli e, soprattutto, vendere. Trovare un editore serio oggi è difficilissimo, ma questa è<br />

un’altra storia. Sono affezionato a tutti i miei libri, sono i miei figli li ho portati dentro di me per mesi o anni e poi piano piano sono venuti fuori. Il primo amore non si scorda mai<br />

dicono … “Saltare un paio di vite” è quello con il quale è iniziato tutto. Simone un uomo di mezza età perde tutto quello che ha per un motivo che non rivelo per chi non l’ha<br />

letto. L’uomo diventa clochard e una buona parte della sua vita la passerà in mezzo alla strada, avrà mille avventure e sarà sempre alla ricerca della verità. Avevo ventiquattro<br />

anni quando lo scrissi, ero giù di morale in quel periodo, ero appena uscito da una storia importante. Era estate ed ero nella mia camera in mansarda in Calabria. La mia<br />

finestra affaccia sul mare e tra me e lui c’è un binario ferroviario e la pineta. In mezzo agli alberi osservavo un uomo che tutti i giorni puliva alla meglio un angolo della pineta e<br />

se ne stava accampato. Chiesi a mio padre chi fosse e scoprii che era un uomo con un passato molto particolare. A Roma avevo avuto modo di parlare con dei barboni, in<br />

particolare nei pressi dalla stazione Termini avevo conosciuto un ex professore di lettere. Ero affascinato da come sopravviveva in mezzo alla strada. Poi una notte non<br />

riuscivo a dormire, mi alzai dal letto e iniziai a scrivere al computer, di getto vennero fuori venticinque pagine. All’alba smisi di scrivere e andai in spiaggia a vedere nascere il<br />

sole. In tre mesi il libro era pronto. Il primo errore che feci fu l’autopubblicazione a pagamento. Mi serviva un mentore e arrivò, lo scrittore Andrea G. Pinketts. La storia con lui<br />

ormai la conoscono tutti, l’ho raccontata talmente tante volte che ormai anche i muri potrebbero ripeterla. Mi manca Andrea, mai come in questo periodo che stiamo<br />

attraversando. Lui è stato il primo dopo i miei genitori a credere in me e non ha mai avuto dubbi, mentre io su di me ne ho tantissimi.<br />

D) Scrivere durante il lockdown ti ha più ispirato o aiutato a superare un momento così incredibilmente difficile?<br />

R) Durante il lockdown sin dai primi giorni mi dedicai alla scrittura, ed è venuto fuori un libro rock nel vero senso della parola. Leggerete una storia unica, ho dedicato il libro a<br />

Virgin radio la mia radio preferita, ma soprattutto al più grande giornalista musicale e quant’altro, sto parlando chiaramente di Massimo Cotto. Non voglio rivelarvi altro perché è<br />

tutto in preparazione per festeggiare la fine di questa pandemia, speriamo presto. La pandemia non mi ha ispirato, mi ha distrutto. Ho perso il lavoro, i contatti con le persone<br />

che poi sono il motore del mio scrivere. Si è ammalato di cancro mio suocero, un uomo al quale sono molto legato, al di là del fatto che è il padre di mia moglie; non credo di<br />

aver mai incontrato una persona con un quoziente intellettivo così alto. Nel frattempo mio fratello è stato operato per un problema al cuore. Giovanni è il motore di tutto e se si<br />

ferma lui è un macello per il mio stato d’animo, altro che scrivere. Mi fermo qui altrimenti diventa una lista infinita. Nelle mie storie c’è sempre molta realtà e se non la vivi come<br />

la descrivi? Doveva uscire il secondo volume del proseguimento delle indagini dell’agente infermiere Sergio Vanni, ma la casa editrice come tutte ha avuto delle enormi<br />

difficoltà e ancora non sappiamo quando tornerà a pubblicare.<br />

D) Hai già qualche altro progetto in cantiere che puoi anticiparci?<br />

R)Progetti ne ho sempre ma la mia mente non è molto in forma per scrivere. Adesso devo superare delle cose prima di rimettermi a scrivere, ora non ce la faccio.Devo<br />

ritrovare un po' di equilibrio e al momento non ce l’ho. Credo che in tanti non ce l’hanno più. La gente è esasperata, triste, incazzata. C’è chi ha perso il lavoro, chi un parente<br />

caro, chi entrambe le cose. Vedo questa pandemia come una guerra mondiale. I più ricchi hanno sentito la botta, i poveri o chi aveva delle difficoltà hanno avuto il colpo di<br />

grazia. Non vedo una ripresa rapida del nostro Paese, anche perché già prima del Covid stavamo messi male. Credo che tu abbia letto “Cecità” di Josè Saramago. I libri<br />

mostrano sempre quello che è stato, quello che è e quello che sarà.<br />

D) Secondo te la scrittura è l’Arte di tutti o di pochi eletti?<br />

R) Non ne ho idea, io so soltanto che quando non reggo più delle idee le devo buttare giù su un foglio di carta altrimenti mi sento soffocare. Tutti scrivono, cantano, recitano poi<br />

alcuni arrivano allo stomaco altri si fermano prima, altri non partono proprio.<br />

D) Termina la frase: Si scrive quando...<br />

R) Devi fare i conti con te stesso o ti senti talmente a terra che hai bisogno disperatamente di un’ancora di salvezza e la scrittura è in grado di dartela.<br />

Alberto Ventimiglia


P E R S O N A G G I<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

un'altra punta di diamante<br />

italiana all'estero...


P E R S O N A G G I<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

Gentile Sara ben ritrovata! Partiamo dagli esordi Come ti sei avvicinata alla danza?<br />

Credo che l’artefice di questa mia passione siano stati mia Madre e mio Padre, mi hanno<br />

trasmesso il loro amore di divertirsi attraverso il ballo. Ricordo ancora la sera quanto ci<br />

divertivamo io e mio fratello a saltellare ritmicamente ed a improvvisare coreografie. La<br />

televisione spesso era spenta mentre le cassette musicali diffondevano musiche di tutti i<br />

tipi. I primi passi nella scuola di Danza del mio paese, i primi saggi, l’andare a Milano per<br />

frequentare l’accademia del Teatro la Scala, i Ballerini famosi che incontravo. Tutto questo<br />

è sempre con me e per tutto questo ballo.<br />

Quando sei entrata in una compagnia estera di balletto e i tuoi ricordi?<br />

La Francia con me è stata molto generosa. Sono arrivata a Bordeaux a 19 anni. Ho avuto<br />

la fortuna di avere un direttore, Charles Jude, che ha subito creduto in me. Certo sarebbe<br />

stato più facile per me rimanere in Italia, ma come si dice : ‘ Non si è mai profeti in patria<br />

‘. Tutto è stato meravigliosamente bello, tanto impegno, tanti risultati.<br />

Anche tu come tanti nostri connazionali sei una punta di orgoglio e vanto<br />

all'estero. Sei Etoile dell'Opera di Bordeaux. Quale responsabilità senti da questo<br />

importante ruolo?<br />

Io mi diverto e mi applico sempre al 100%, solo vivendo con piena passione e assoluta<br />

dedizione si possono raggiungere risultati importanti in questo campo artistico.Sono<br />

molto pignola e forse anche perfezionista, cerco sempre di spingere il mio talento oltre i<br />

limiti. Spero di essere un punto di riferimento in primis per l’amore che provo verso la<br />

danza e poi per tutto il resto.<br />

Sei sposata con l'attore Riccardo Sardone' e mamma di una bambina che presto<br />

diventeranno due. Come riesci a conciliare lavoro e vita privata?<br />

Mio Marito ha cambiato lavoro da diversi anni, come me si è dedicato alla sua passione : il<br />

mondo dello Yoga. Fortunatamente mi aiuta molto, la nostra famiglia cresce in armonia,<br />

siamo sempre molto tranquilli e viviamo a pieno giorno per giorno e non c’è gioia più<br />

grande di vederla crescere, sono felicissima che presto nascerà un’ altra figlia.<br />

E Sara Renda Etoile quale ruolo ama ballare e perché?<br />

Il ruolo che amo di più è Kitri, indosso perfettamente il suo temperamento e la sua grinta.<br />

Non mi stanco mai di indossare la sua storia.<br />

Un grande nome della danza con cui hai avuto l'onore di lavorare. I tuoi ricordi.<br />

Noella Pontois, ho avuto l’onore di preparare il ruolo di Giselle con lei, i suoi consigli<br />

rimarranno sempre con me. Non posso non citare altri nomi come Charles Jude, Nicolas<br />

Le<br />

Riche, Carolyn Carlson, Cloude Brumachon, Kader Belarbi, Mauricio Wainrot e molti<br />

altri.<br />

Cosa ti sentiresti di consigliare ad un giovane talento come te?<br />

Il talento va annaffiato giornalmente, domato e indirizzato. Il successo parte dalla mente,<br />

da quello che pensi di te stesso. I veri Maestri sono gli errori, donano insegnamenti<br />

silenziosi, correggono il nostro ego e, più di ogni cosa, ci donano sempre più grinta.<br />

Quali sono i tuoi prossimi progetti? E quale ti preme realizzare al più presto?<br />

Il mio prossimo progetto è una grande creazione : la nascita della mia seconda figlia.<br />

Ancora qualche mese e saremo in 4 in famiglia. Non vedo l’ora che la mie figlie inizino e<br />

giocare. Tornare a ballare il prima possibile, sempre più innamorata della danza e sempre<br />

più determinata nel dare il massimo.<br />

Cos'e per te la danza?<br />

La Danza è un tesoro prezioso che mi prometto di vivere pienamente per tutta la mia vita.<br />

Ho solo 29 anni e sento che la parte più importante della mia carriera debba ancora<br />

arrivare. Ho iniziato a ballare prima di camminare, ho iniziato a cantare prima di parlare.<br />

Sono innamorata di ogni nota, trovo infinita bellezza in ogni balletto. Quando indosso un<br />

costume da ballo mi sento rapita da tutto quello che ha rappresentato per le ballerine del<br />

passato. Interpretare ruoli mi ha dato la possibilità di espandere la mia vita , di avere nuovi<br />

nomi, di vivere le emozioni dei personaggi che interpreto. La Danza ti fa innamorare<br />

della musica, del palco, dei costumi, della scenografia e del pubblico.


P E R S O N A G G I<br />

<strong>TuttoBallo20</strong>


P E R S O N A G G I<br />

Il mio incontro con Moussa Ndiaye è frutto un percorso di ricerca<br />

sulla musica e sulla danza africana iniziato verso la fine del 1997<br />

quando, durante un seminario sulla musica afro-americana con il<br />

maestro Nehemiah H Brown, ho scoperto il ritmo e il movimento<br />

delle “work songs”, le canzoni di lavoro della tradizione musicale<br />

afro-americana. C’era l’Africa in quei gesti e in quei suoni prodotti<br />

dal ritmo cadenzato delle mani e dei piedi, ed il grande continente<br />

si è rivelato in tutta la sua bellezza e ricchezza, una straordinaria<br />

fucina di artisti.<br />

In questo nostro viaggio cercherò di volta in volta di presentarveli<br />

e farveli amare e seguire nelle loro molteplici espressioni<br />

artistiche.<br />

Il viaggio di questo mese ci fa incontrare Moussa Ndiaye,<br />

coreografo, musicista e scrittore, figlio di una famiglia di “griot”,<br />

artisti che raccontano la storia del loro popolo attraverso la danza,<br />

la musica, e il canto. Moussa, come vuole la grande tradizione<br />

senegalese, inizia la sua carriera di musicista e ballerino fin da<br />

piccolo, poi da adolescente segue gli insegnamenti di suo zio<br />

Bane Ndiaye e dalla grande coreografa e ballerina de “ l’Ecole De<br />

Sable “ Germaine Acogny. Grazie alla sua capacità, alle sue doti<br />

innate e alla sua tenacia inizia ad esibirsi in Senegal, Gambia e<br />

Mauritania come ballerino del cantante Abdou Guitée Seck che lo<br />

vuole regolarmente sul palco durante tutti i suoi spettacoli. Da<br />

questo momento la stella di Moussa inizia a brillare e viene<br />

richiesto da molti fra i più grandi cantanti senegalesi, come Baaba<br />

Maal per esempio o Youssun Dour che lo vuole con sé nei suoi<br />

innumerevoli tour in giro per il mondo.<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

Nel 2013, Moussa dopo un provino per il regista e attivista teatrale<br />

Chokri Ben Chika ottiene il ruolo come protagonista ballerino nella<br />

commedia "De Waarheidscommissie", “la commissione della verità”.<br />

Da questo momento Moussa inizia a collaborare attivamente con<br />

Ben Chika su diverse produzioni che trattano il tema del razzismo in<br />

Europa, contribuendo con la sua arte alla sensibilizzazione sul tema<br />

dei diritti umani e delle minoranze. Riesce ad unire alla sua attività<br />

di insegnante, con lezioni settimanali di danza Sabar, Afro e<br />

Djembé a Heemskerk ed Amsterdam, quella di griot e di ballerino.<br />

E’ interprete per artisti quali Eva Simons, Idols, My Baby, Kenny B,<br />

il Netherlands Wind Ensemble e l'Amsterdam Film Academy.<br />

Realizza inoltre due produzioni con Dries Verhoeven. E’<br />

l’organizzatore dell'annuale festival di danza africana “ De Sabar<br />

Challenge “ che coinvolge in una full immersion di musica e danza<br />

partecipanti da ogni parte del mondo con laboratori di djembe,<br />

sabar, afro danza tenuti da maestri provenienti dal Senegal, Costa<br />

D’Avorio, Guinea e vari paesi europei.


P E R S O N A G G I<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

di Giovanni Battisita Gangemi Guerrera


P E R S O N A G G I<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

Giacomo non si è mai distratto dal suo obiettivo, nonostante i pregiudizi dei compagni: ogni mattina preparava il suo<br />

borsone per la lezione del pomeriggio e ciò che doveva affrontare a scuola passava in secondo piano perché, l’unico suo<br />

pensiero era la danza. Giacomo De Luca era disposto a subire tutto pur di non smettere di danzare. Oggi lo chiamano "il<br />

Billy Elliot di Lecce<br />

Come ti descrivono, come ti descrivi?<br />

Dicono.. un grande sognatore, intraprendente, sicuro di sé, creativo, forse troppo buono, anticonformista e molto<br />

testardo; e, a dire il vero, in queste definizioni mi ci rivedo/ritrovo.<br />

Mi chiamo Giacomo De Luca, sono Leccese ma Milanese d’adozione e sono un danzatore diplomato all’Accademia del<br />

Teatro alla Scala, e Istruttore qualificato del metodo BodyCode fondato da Pino Carbone.<br />

Sei un giovane danzatore diplomato in danza classica. Come ti rapporti con la danza contemporanea?<br />

Direi che il mio rapporto è una continua ricerca ed un’indispensabile attitudine creativa. Ciò che i miei maestri fin da<br />

piccolo mi hanno trasmesso, prima nella mia scuola di danza a Lecce ed in seguito all’Accademia della Scala, è che la<br />

danza classica è assolutamente la base di tutto, fondamentale per ogni danzatore, e non meno importante è la<br />

formazione moderno/contemporanea che ritengo infatti sia sempre di più un fattore concomitante, che possa distinguere<br />

assolutamente un danzatore da un’altro; l’accademia della Scala è stata una delle prime in Italia ad introdurre lezioni di<br />

danza contemporanea, già negli anni in cui la direzione era affidata alla Signora Anna Maria Prina; Il doppio diploma<br />

classico e contemporaneo sicuramente mi ha indirizzato ad una visione della danza più ampia e meno comoda. Oggi<br />

come oggi la figura del danzatore rispetto al passato è cambiata, ed è in un continuo mutamento; le compagnie lirico<br />

sinfoniche, private o d’autore cercano e continueranno sempre di più a ricercare corpi duttili, versatili e per questo motivo<br />

è molto importante che ci sia già nelle formazioni accademiche un programma di studi ben equilibrato e variegato che<br />

contenga oltre alle tecniche Cunningham o Graham, discipline come release technique, contact improvisation ed un<br />

contemporaneo sempre più attuale, dove si possa sperimentare sul proprio corpo senza timore. Questo perché nelle<br />

compagnie non viene più richiesta solo una forte tecnica classica, doti fisiche e virtuosismo, ma anche una figura<br />

poliedrica, capace di adattarsi a tutto un nuovo repertorio.<br />

In questo periodo le audizioni in quasi tutta Europa sono chiuse causa Covid, ed immagino che tu non veda l'ora<br />

di poter tornare a calcare i palcoscenici.<br />

Il desiderio di un contratto lavorativo stabile in Italia è per me e sicuramente per tanti danzatori un pensiero fisso che al<br />

giorno d’oggi è possibile solo se ci si trasferisce all’estero poiché nel nostro paese è pressoché irrealizzabile data<br />

l’assenza di un supporto ed una corretta organizzazione per il nostro settore. Purtroppo questo periodo non è a nostro<br />

favore, limita e in molti casi blocca la possibilità di progettare, si avverte la paura di affrontare anche un viaggio all’estero;<br />

la maggior parte delle scuole di danza sono chiuse, e preparasi adeguatamente è sicuramente difficile soprattutto per chi<br />

si è abituato a svolgere la lezione e gli allenamenti in casa. Io sicuramente mi sento fortunato, credo di essere stato uno<br />

tra i primi danzatori ad aver avuto già a fine agosto inizio settembre la possibilità di ritornare in scena al festival<br />

Orienteoccidente di Rovereto dopo un lungo primo periodo di pandemia ed è stata sicuramente un’esperienza molto<br />

emozionante nel quale ho avuto la fortuna di lavorare con due importanti figure italiane: il coreografo Matteo Levaggi e<br />

l’artista Umberto Chiodi, sicuramente quest’occasione mi ha rigenerato dopo un brutto periodo.<br />

La chiusura dei teatri ha portato molti artisti ad un fermo obbligatorio. Come hai vissuto questo periodo di stop<br />

all'arte?<br />

Sicuramente non bene; purtroppo Il mondo della danza e della cultura italiana si è ormai abituato a fare i conti con la<br />

continua noncuranza, disorganizzazione ed una disuguaglianza generale, essendo da tempo un settore già a rischio; ed<br />

attualmente il nostro settore sta subendo più di tutti le conseguenze più contingenti procurate da questo grave periodo<br />

d’emergenza. Chiudere i teatri e i musei danneggia ancora di più la nostra sopravvivenza. Una delle cose positive che<br />

devo ammettere non mi abbia stupito sia l’incredibile solidarietà che in primis il mondo dello spettacolo e della cultura<br />

italiana, abbia avuto la capacità creativa e resiliente di affrontare una situazione così difficile, portando in scena anche se<br />

virtualmente le sue arti e le tante attività online per continuare a nutrirsi di bellezza l’anima per affrontare con meno<br />

difficoltà questo periodo. Spero in un futuro migliore che veda l’Italia con l’arte italiana al centro dell’interesse sociale, la<br />

nostra cultura deve essere incentivata adeguatamente, anche in questo momento storico deve essere assolutamente<br />

una delle nostre priorità, ritornando ad essere la culla della cultura.<br />

Sei un danzatore classico un po’ "fuori le righe". A Quale danzatore ti ispiri e qual è uno dei tuoi coreografi<br />

preferiti?<br />

Non ho mai amato scendere a compromessi con nessuno o peggio essere un surrogato ed il risultato in serie di una<br />

produzione di montaggio. Credo che al giorno d’oggi per noi giovani, soprattutto in un periodo così arido e in continua<br />

emergenza, l’essere diversi, audaci ed intraprendenti sia essenziale per poter sopravvivere alla mera realtà attuale. “Il<br />

mondo di oggi non ha senso, quindi perché dovrei dipingere quadri che lo fanno?" - Sono sempre stato affascinato da<br />

Picasso e dalla sua arte; forse perché lui non aveva paura di usare pennellate audaci, linee diverse e di cambiare<br />

completamente le regole. Ho una stima profonda per tutti gli artisti che sono diventati tali senza l'aiuto di nessuno, e con<br />

la sola forza di volontà sono riusciti a coronare il loro sogno. Mi ispiro particolarmente ai ballerini/e ed a coreografi del<br />

passato come Nureyev, Silvie Guillem; Maurice Bejart, William Forsythe, Pina Bausch, Balanchine, ma non solo. Cerco<br />

di catturare il meglio da chiunque; un ballerino in particolare a cui mi sono sempre ispirato è sicuramente Roberto Bolle,<br />

anche se mi sento un danzatore con delle qualità duttili ad una visione più ampia della danza contemporanea ma<br />

strettamente legato al balletto classico. Ho avuto la fortuna di incontrarlo ed è una persona molto semplice e umile<br />

nonostante il suo successo raggiunto in tutto il mondo, sicuramente è un grande esempio e un punto di riferimento per<br />

ogni ballerino.<br />

Come ti vedresti nelle vesti di coreografo?<br />

Fin da piccolissimo ho sempre avuto un istinto innato per il movimento, dimostravo una notevole predisposizione per<br />

tutto ciò che mi legava all’Arte e alla creatività; sono sempre stato attratto dalla bellezza, e ho sempre utilizzato la danza<br />

per esprimermi, posso dire che la coreografia è da sempre parte di me, è il modo in cui io osservo la danza; attraverso il<br />

corpo accumulo, assorbo, ricreo ed interpreto continuamente, da ogni fonte d’ispirazione, non solo dalla danza stessa<br />

ma bensì da tutto ciò di cui amo circondarmi e che nella vita mi attraversa mi suggestiona e che mi evoca dei ricordi;<br />

trascrivendoli riesco a trovare me stesso e quella sensibilità che si crea nel movimento danzandolo.<br />

Cosa vuoi suggerire ai nuovi danzatori o alle danzatrici che si avvicinano a questa pregiata arte?<br />

Invito i giovani ad avvicinarsi al meraviglioso mondo della danza e a credere intensamente nei propri obiettivi. Bisogna<br />

concentrarsi su se stessi, non seguire gli altri ma la propria strada anche se si andrà incontro ad ostacoli e rinunce. Siate<br />

liberi di creare il vostro futuro.


P E R S O N A G G I<br />

di Giovanni Battisita Gangemi Guerrera<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

MATTEO LEVAGGI<br />

Chi è Matteo Levaggi?<br />

Che domanda curiosa! Chi siamo è molto difficile dirlo, moltissime sono le sfumature di una vita umana. Posso rispondere che sia nel privato<br />

che nel lavoro, reagisco in modo diretto agli eventi, a ciò che vedo e sento, senza pormi troppo il problema delle conseguenze. Si paga un<br />

prezzo, ma garantisco a me stesso un modo unico di vivere. Nella vita non dico di no a quasi nulla, mantenendo un sano equilibrio tra ciò che<br />

pensiamo essere giusto o sbagliato. Soltanto così mi sento vivo e vedo vivere il mio lavoro.<br />

Sei considerato un coreografo provocatorio, come hai vissuto questo periodo di stop alla danza?<br />

Non penso di essere considerato un provocatore. La provocazione non fa parte del mio linguaggio artistico. Penso di rappresentare nei miei<br />

lavori momenti della vita, il ritmo della vita interiore di chi si trova in studio con me; per questo non preparo mai il mio lavoro ma entro in<br />

studio pensando a una Body Action comune. Se poi per qualcuno il mio lavoro è provocatorio, insensato, orrendo, quello è un suo problema<br />

di filosofia morale forse limitata, forse no. Vedo la danza come la vita estrema, spregiudicata ma allo stesso tempo al più alto livello di qualità e<br />

raffinatezza. Quando creai SEXXX, che molti hanno amato ma anche odiato, ho messo i danzatori di fronte al fatto che la nostra mente e il<br />

nostro corpo vivono di tabù ancor oggi non soltanto sessuali. SEXXX, che oggi è un film di Davide Ferrario, rappresenta l'uomo nella sua<br />

completa oscurità, tale da renderci tutti democraticamente uguali. Il periodo che stiamo vivendo lo passo tra la mia vita familiare e il lavoro. A<br />

parte la mia collaborazione con Padova Danza, dove ho la possibilità di restare in contatto con i giovani, sto lavorando a due grossi progetti di<br />

cui uno per una ballerina che sento a me molto affine, Mara Galeazzi, con la quale voglio instaurare un dialogo artistico e umano,<br />

psicologicamente profondo, al di là di ciò che saranno i passi di danza.<br />

Cosa è la coreografia e cosa lo è per te ?<br />

La coreografia nasce per me già all'inizio della carriera come ricerca di composizione e ingegno dei passi di danza rielaborati dal mio corpo, poi<br />

dai danzatori, posti di conseguenza in uno spazio, in un tempo e in una visione estetica il più vicino possibile alla psicologia umana, senza per<br />

questo narrarne la storia. Come dicevo prima, la composizione coreografica si viene a creare in studio attraverso l'istinto e le informazioni<br />

culturali mie e di chi lavora con me. Questo può generare degli errori enormi, quasi sempre per via dell'energia spossata del lavoro, ma è un<br />

rischio che amo correre.<br />

Le tue esperienze più significative all'estero?<br />

Come coreografo ospite non ho avuto grandi esperienze all'estero, ma ho avuto grandi soddisfazioni grazie al mio lavoro per il BTT, ad<br />

esempio nel 2009 al The Joyce Theatre di NYC.<br />

Nel 2014 un'altra bellissima notizia fu quella di poter prendere parte come coreografo del New York Choreographic Institute, progetto per<br />

coreografi classici del NYCB. Ma la più grande emozione vissuta, che combacia con la presa di coscienza che effettivamente la mia strada fosse<br />

quella giusta, fu nel 2007. Creai un Passo a Due per due danzatori del Ballet du Grand Théatre de Genève, Celine Cassone e Bruno Roy, che<br />

debuttò nel gala di apertura della stagione di danza del Theatre des Champs Élysée a Parigi. Nella serata c'erano parecchie Star, tra cui Daniil<br />

Simkin. Erano accanto a me Alfio Agostini, direttore di Ballet2000 e Daniele Cipriani con cui collaboravo moltissimo. Alla fine del Passo a Due<br />

l'applauso fu tanto caloroso ed emozionante che tutti e tre ci guardammo con grande soddisfazione per me, ma soprattutto per la<br />

considerevole scommessa a quel punto vinta. È inutile, tutte le amicizie del mondo non potranno mai decretare il successo di un coreografo<br />

quanto il pubblico. E io credo soltanto al pubblico.<br />

Avresti il coraggio di dire a un danzatore: “questa strada non è per te”?<br />

L'ho fatto molte volte. È naturale, esattamente come a un coreografo si dice che il lavoro non è interessante. Detto questo chi sono io per far si<br />

e il danzatore mi creda davvero? Chi vuole danzare deve farlo, deve buttarsi, sarà la sua storia a fornirgli le risposte. Ovviamente si parla di<br />

danzatori coraggiosi, che intendono mettersi al di fuori dalla comfort zone.<br />

A te hanno mai detto che non era portato?<br />

Si. Mi hanno detto le cose peggiori, ma fanno parte della vita, a volte accetto, altre volte non riesco. Non sono perfetto e spesso, anche<br />

quando sono molto duro nei confronti del mio campo lavorativo o verso qualcuno, le persone non capiscono che dietro si nasconde una<br />

passione profondamente vera, vissuta in ogni centimetro della mia mente e del mio corpo. Ma è più facile per molti, credere e portare avanti<br />

l'idea superficiale che si può avere di me. Detto questo ho prodotto, e continuerò a farlo, talmente tanto che passo avanti.<br />

Il tuo prossimo evento?<br />

Come dicevo, mi sto preparando a due bellissimi progetti che svilupperò all'estero. Bisogna aspettare che tutto rientri nella normalità per<br />

poter fare vere e proprie produzioni. Non è questione di soldi, ma di serenità. Nel frattempo, ma ci tengo a dire che per me è vitale, preferisco<br />

lavorare sui giovani. Con Padova Danza ho instaurato un rapporto molto libero. Propongo un'idea e Gabriella Furlan Malvezzi, che da anni si<br />

batte per la danza nel nord Italia e non solo, ci dà gli strumenti per realizzarla, come accadrà con Over and Over, progetto in cui quattro<br />

coreografi avranno la possibilità di creare un pezzo di quindici minuti su musiche originali di quattro compositori appena usciti dal<br />

Conservatorio Pollini di Padova. Mi sembra già un sogno di questi tempi!


P E R S O N A G G I O<br />

<strong>TuttoBallo20</strong>


P E R S O N A G G I<br />

Emma<br />

Yat<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

Quando hai iniziato a studiare danza?<br />

A tre anni mia madre m’iscrisse a scuola di danza, ma<br />

non ho iniziato a studiare seriamente ed assiduamente<br />

fino ai 12 anni direi.<br />

Entrambi siete di Nazionalità diversa. E’ più facile<br />

fare carriera all’estero o nella propria Nazione?<br />

Dipende da molte cose, un po’ di fortuna sicuramente.<br />

Yat ha già una bella carriera alle spalle é molto grato di<br />

ciò che è stato. Io sono ancora in work in progress.<br />

Come affronti la vita professionale con la vita<br />

sentimentale?<br />

Oggi con molta serenità per fortuna perché Yat capisce<br />

ogni mia esigenza e mi appoggia in ogni decisione.<br />

Entrambi cerchiamo di lasciare il lavoro in Teatro; una<br />

volta a casa siamo semplicemente noi stessi. Questo<br />

non vuol dire che tutto ciò accade naturalmente, con gli<br />

anni e con la dovuta maturità, s’impara a distinguere le<br />

due cose e rispettarle in maniera differente.<br />

Come vedi la danza e la sua formazione della tua<br />

Nazione?<br />

Ci sono Accademie, Scuole, etc che son degne di<br />

questo nome, altre meno, come un po’ dovunque. Ciò<br />

che mi preoccupa della mia Nazione è più la poca<br />

considerazione dell’arte e della cultura, le quali<br />

DEVONO e SONO essenziali per la formazione di ogni<br />

essere. Di conseguenza in Italia mi rammarica il fatto<br />

che la carriera di un ballerino sia considerata meno che<br />

altre, nel XXI secolo sarebbe ora che le cose cambino.<br />

Il tuo prossimo spettacolo?<br />

Spero con tutto il mio cuore a Febbraio, ma data la<br />

difficoltà del momento, non saprei con certezza. Stesso<br />

per Yat.<br />

Cosa consigli ai ragazzi o alle ragazze che iniziano<br />

un percorso coreutico?<br />

Di rimanere ben concentrati sull’ obiettivo preposto. Di<br />

non dare troppa importanza alle opinioni altrui, è giusto<br />

seguire e fidarsi del proprio mentore senza farsi<br />

plagiare da nessuno. Assolutamente non farsi<br />

condizionare dalla negatività che li circonderà perché il<br />

tempo è prezioso ed è bene impiegare i proprio sforzi<br />

in costruire un futuro forte e duraturo.<br />

Quando hai iniziato a studiare danza?<br />

Sono entrato nella Scuola nazionale di danza dell’Avana<br />

a 10 anni. Prima facevo ginnastica.<br />

Entrambi siete di Nazionalità diversa. E’ più facile<br />

fare carriera all’estero o nella propria Nazione?<br />

Dipende da molte cose, un po’ di fortuna sicuramente,<br />

per la nostra esperienza ci verrebbe da dire all’estero,<br />

ma chissà cosa ci riserverà il futuro.<br />

Come affronti la vita professionale con la vita<br />

sentimentale?<br />

Cerco di separare il più possibile le due cose, così<br />

facendo è più semplice affrontare lo stress del lavoro.<br />

Accade già così tanto nella nostra giornata lavorativa,<br />

perché la danza è un’arte emozionale.<br />

Se così non fosse, rimarremmo così coinvolti in essa da<br />

unificare il proprio essere con quello di danzatore e<br />

questo potrebbe portare a mal interpretare le emozioni<br />

del palco con quelle reali.<br />

Come vedi la danza e la sua formazione della tua<br />

Nazione?<br />

A Cuba la danza possiede un alto valore e ricchezza<br />

culturale, le quali sono state trasmesse durante molti<br />

anni nella tradizione cubana fino ad oggi. Si sono<br />

sviluppati diversi stili e così è stata educata la nuova<br />

generazione. Grazie a ciò vediamo il frutto del prestigio<br />

che hanno i ballerini cubani a livello mondiale.<br />

Il tuo prossimo spettacolo?<br />

Spero con tutto il mio cuore a Febbraio, ma data la<br />

difficoltà del momento, non saprei con certezza.<br />

Cosa consigli ai ragazzi o alle ragazze che iniziano<br />

un percorso coreutico?<br />

Di tenere il più possibile la mente aperta per utilizzare<br />

tutti gli strumenti che vi sono stati forniti per esplorare a<br />

fondo ogni tipo di stile. Questo aiuterà a dare sapore alla<br />

propria interpretazione e personalità.<br />

Raccontaci molto brevemente come è Emma.<br />

Sincera, lavoratrice e visionaria.<br />

Raccontaci brevemente come è Changtres.<br />

La persona più paziente del pianeta, un oceano di<br />

positività, umiltà, creatività ed originalità.


F O T O G R A F I A<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

quando la resilienza muta in antifragilità.


F O T O G R A F I A<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

Sapete la differenza tra “resilienza” e “antifragilità”?<br />

Ciò che è resiliente resiste agli shock e rimane identico a se stesso, mentre invece, l’antifragile, migliora, si veste di una nuova pelle e riconverte la propria natura. L’antifragilità<br />

va al di là della resilienza e della robustezza, ed è proprio essa a determinare il confine tra ciò che vive, e ciò che è inerte.<br />

Per questo motivo ho deciso di iniziare questo <strong>2021</strong> raccontandovi la storia di Daniela Boito, e del suo amore per la fotografia, perché possa essere di buon augurio per ognuno di<br />

voi, per chi ha tenuto duro in questo 2020 appena conclusosi, e per chi vuole iniziare il nuovo anno reinventandosi.<br />

Daniela non sapeva che sarebbe diventata una delle più apprezzate fotografe del Varesotto, lei, aveva studiato Inglese e Tedesco, mediazione linguistica, e, pensava, fino a qualche<br />

anno fa, che per tutta la vita avrebbe fatto questo, l’interprete e la traduttrice, e che la fotografia, per quanto fosse appassionante, si potesse ricondurre ad una ottima valvola di<br />

sfogo. Daniela era resiliente, aveva costruito a fatica il suo equilibrio e ogni giorno lavorava per mantenerlo… Il posto fisso, orari ben organizzati, gli hobby scelti con cura…<br />

Apparentemente non le mancava nulla, eppure… non era felice, o almeno non lo era del tutto… ogni sera, poco prima di coricarsi, sentiva risuonare sempre quella vocina che le<br />

chiedeva di cercare il pezzo mancante e ogni sera, cercava di farla tacere, per paura di affrontarla o semplicemente per paura di dover mettere in discussione una vita<br />

(im)perfetta.<br />

Un giorno perde il lavoro, e i pezzi del domino che consciamente aveva costruito, finalmente crollano, a partire dal primo, per arrivare velocemente fino all’ultimo, ai piedi di<br />

Daniela che ora deve scegliere se, continuare ad essere resiliente, tenere duro e rifare le stesse azioni per arrivare allo stesso risultato, o diventare antifragile decidendo di<br />

stravolgere completamente la sua vita e il suo equilibrio costruito a fatica. Opta per la strada meno battuta, e un giorno, con pochissima strumentazione e terrorizzata dall’idea<br />

del fallimento, accetta di fare il suo primo servizio fotografico ad un matrimonio. Negli occhi lo sguardo di una bambina il primo giorno di scuola. È una donna minuta e lo zaino<br />

sembra molto più grande e pesante di lei, appena fuori dalla location esita, chiude gli occhi, fa un respiro profondo e comincia a cercare ogni anima dietro ai sorrisi degli invitati,<br />

gli sguardi di complicità e felicità degli sposi nel loro giorno più bello. Il servizio fotografico ha successo, e non solo perché le foto sono belle e sono piaciute, ma soprattutto<br />

perché Daniela ha finalmente trovato la sua voce, forse ancora lontana, e un po’ distorta, ma distinguibile in mezzo a tutte le altre, Daniela è una fotografa.<br />

A partire da quel giorno, ogni soldo guadagnato è reinvestito nell’acquisto di attrezzature, nel perfezionamento della tecnica nei corsi per migliorarsi. Matrimoni, battesimi, servizi<br />

maternità, Daniela accetta ogni shooting che le propongono e continua a reinventarsi, ma ancora, quella voce continua ad ammaliarla come il canto delle sirene, fino a quando, un’<br />

amica le chiede un servizio fotografico di boudoir a poche settimane dal parto, voleva fare un regalo al marito e sentirsi ancora donna nonostante la maternità. Eccola la sfida che<br />

stava aspettando, Accetta.<br />

La location era stata improvvisata a casa della modella, e nessuna delle due sapeva come muoversi in questa nuova veste, né la modella davanti all’obbiettivo, né Daniela dietro<br />

alla macchina fotografica, stemperato l’imbarazzo iniziale con un bel sorriso rassicurante, si sono dette “beh, vediamo come va… al massimo ci facciamo una risata!” Durante i<br />

primi scatti erano tese, ma iniziarono a stabilire una connessione, più si facevano fluidi i movimenti della modella davanti all’obbiettivo, più Daniela si sentiva ispirata. Il risultato<br />

finale fu un successo, la modella aveva anche esibito con orgoglio il pancino post gravidanza, mostrandolo con grande fascino. Finito il servizio, una volta rientrata in studio,<br />

mentre scaricava le foto sul pc, la nostra eroina sentì forte e chiara la sua voce, aveva capito finalmente che tipo di fotografa sarebbe diventata, era una donna che voleva<br />

fotografare l’anima delle donne, raccontare le loro storie, si era appena innamorata del boudoir.<br />

Si dice che ci sono paesi nel mondo in cui le credenze popolari sono ancora fortemente radicate. In questi paesi, soprattutto le donne, un po’ per pudore un po’ per convenzione<br />

sociale, non amano farsi fotografare. In alcuni luoghi addirittura si crede che una foto possa rubare l’anima. Ma in ogni paese del mondo ci sono le donne che sanno prendersi per<br />

mano, e decidono, alla fine del proprio percorso di crescita di consacrare la propria rinascita.


F O T O G R A F I A<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

Non è stato facile per Daniela far capire alle persone che le erano accanto che non si trattava di foto di nudo, non si trattava di pornografia, non si trattava di foto erotiche…<br />

Chiunque avrebbe sbattuto la porta e tagliato ogni comunicazione di fronte alla mancanza di supporto, ma lei da ottima “antifragile” ha continuato imperterrita nel suo lavoro,<br />

riuscendo giorno per giorno a convertire uno “stereotipo” in un “motivo di orgoglio”. Sapeva che si trattava di “molto di più” di tutto questo; era raccontare una storia, celebrare<br />

le fragilità, superare i propri limiti, conoscere un pezzo di sé attraverso le storie delle sue modelle, accettare i propri difetti, amarli, oltrepassare le proprie paure per poi lasciarle<br />

andare, non erano semplicemente foto, erano esperienze.<br />

L’incontro fortuito con Giulia, make up artist di altissimo livello, è stato il valore aggiunto a completamento dell’esperienza boudoir, il pizzico di magia che trasforma la donna<br />

comune (praticamente quella che vediamo ogni mattina davanti allo specchio) nella donna boudoir, elegante, sofisticata e sicura di sé.<br />

Giulia riesce a tirare fuori l’essenza di femminilità che ogni donna si porta dentro, valorizza gli occhi carichi di esperienze, delusioni, conquiste e rinascite.. Porta all’ennesima<br />

potenza la donna che celebra se stessa senza paura, fiera del proprio corpo, delle proprie rotondità e perché no, pure della propria cellulite, spronandola a mostrarla con orgoglio,<br />

prepara ogni donna comune alla magia della donna boudoir.<br />

È la sinergia tra queste due donne a fare la differenza, non si limitano a preparare e fotografare un corpo, vogliono conoscere e comprendere la sua storia, in quanto esseri unici e<br />

irripetibili. Ogni futura modella, arriva al giorno dello shooting solo dopo aver compilato un questionario e aver affrontato dei colloqui propedeutici volti a scoprire il lato emotivo<br />

delle donne boudoir. È fondamentale creare un legame emotivo ed empatico per la preparazione della modella, serve a Giulia per capire quale anima dipingere, e a Daniela per<br />

scegliere con quale tipo di scatto fermare il momento, solo creando una reale connessione si superano le ansie legate alla performance e si può lasciare il posto al flusso creativo,<br />

dimenticandosi della macchina fotografica, del proprio corpo e degli eventuali giudizi di chi guarderà dall’alto della propria superficialità.<br />

In ogni scatto di Daniela, non ho visto madri, figlie, mogli, amiche, sorelle… ho visto Donne, tutte meravigliosamente (im)perfette, fiere di aver creato un’opportunità per se stesse<br />

in un momento di cambiamento.<br />

Forti del supporto di Daniela, la donna che fotografa l’anima delle donne…<br />

Donne, talmente belle da volerle condividere con voi<br />

https://lnx.danielaboito.it/<br />

Ah, Daniela la nostra (ex) resiliente… chissà cos’altro combinerà nel corso di questo <strong>2021</strong>. ;)<br />

“Le donne devono sempre ricordarsi chi sono, e di cosa sono capaci. Non devono temere di attraversare gli sterminati campi dell’irrazionalità, e neanche di rimanere sospese sulle<br />

stelle, di notte, appoggiate al balcone del cielo. Non devono aver paura del buio che inabissa le cose, perché quel buio libera una moltitudine di tesori. Quel buio che loro, libere,<br />

scarmigliate e fiere, conoscono come nessun uomo saprà mai”<br />

(Virginia Woolf)


F O T O G R A F I A<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

I S A B E L L A<br />

CAVALLARO<br />

FOTO, PITTURA,<br />

VIDEO-ARTE<br />

http://isabellacavallaro.tumblr.com/<br />

https://www.artmajeur.com/it/isabellacavallaro/artworks<br />

https://www.facebook.com/isabellacavallarophotographer/<br />

https://www.picfair.com/users/isabellacavallaro<br />

Instagram : @isabellacavallaro


F O T O G R A F I A<br />

Diplomata all’Accademia di belle arti, Isabella Cavallaro, dal 2000 ad oggi ha sempre lavorato come fotografa freelance,<br />

collaborando anche con diversi studi fotografici; la sua fotografia spazia tra arte, sperimentazioni artistiche tra foto e pittura e<br />

video-arte. Occhio attento e raffinato i suoi scatti prediligono la spontaneità del momento, i piccoli segreti della natura, i<br />

giochi di linee che accompagnano la creazione. La sua curiosità ed intelligenza si ritrovano anche nel saper leggere ed<br />

interpretare le immagini accompagnandole a profonde riflessioni. Con alcuni dei suoi video ha partecipato a progetti e concorsi<br />

multimediali vincendo sempre riconoscimenti ed interessanti apprezzamenti. Un artista raffinata che merita di essere seguita.<br />

Fotoreporter ufficiale della “Fuji Television Network” in occasione della cerimonia ”Praemium Imperiale” per l’annuncio dei<br />

premiati presso l’Istituto di Cultura Giapponese in Roma. Fotografo per il progetto “IO RISPETTO” per ICEI Istituto Cooperazione<br />

Economica Internazionale. Fotografo di scena e responsabile grafica e marketing per compagnie teatrali amatoriali e<br />

professionali.. Artista in mostra in Italia, Russia e Germania con diverse opere in catalogo. Come responsabile del laboratorio<br />

artistico per la scuola SMS Sinopoli Roma, ha vinto diversi concorsi multimediali : 2010 Premio miglior lavoro multimediale al 6°<br />

concorso "Premio Righetto". “Vietato ai minori - omaggio a righetto”, Lavoro realizzato con le classi IIA e IIIB della scuola<br />

media Sinopoli indetto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, 2011 Concorso "Le maschere oggi" -<br />

Laboratorio Teatrale Integrato Piero Gabrielli 1° premio per il lavoro multimediale “Apparenze”, Realizzato con la classe IIIA della<br />

scuola media Sinopoli- Roma indetto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.


S E R I E T V<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

Tiny Pretty Things è una serie TV disponibile su Netflix una prima stagione di dieci<br />

episodi, quattro dei quali firmati dal creatore Michael McLennon (QueerAs Folk). La<br />

serie è tratta dai libri young adult di Sona Charaipotra e Dhonielle Clayton ed è<br />

ambientata in una prestigiosa accademia di danza di Chicago, la Archer<br />

School.Protagonisti sono giovani talenti della danza classica disposti a tutto per un<br />

ruolo da primo ballerino.<br />

Ma fin dove si spingeranno?<br />

Se pensando ad una serie tv nella vostra mente risuona la frase di Lidia Grant,<br />

l’insegnante di danza di Saranno Famosi, serie degli anni ottanta: ”voi fate sogni<br />

ambiziosi: successo, fama, ma queste cose costano ed é proprio qui che<br />

cominciate a pagare, col sudore “, dimenticatevi tutto… qui non c’è Leroy Johnson,<br />

Coco Hernandez, né la voglia di studiare alla School performing of arts di New York.<br />

L’universo di Tiny Pretty things è di tutt’altro genere, popolato da ragazzini quasi tutti<br />

privilegiati che esprimono il loro profondo disagio esistenziale attraverso disturbi<br />

alimentari o sessuali, ed un evidente sentimento di ribellione ad una inesistente<br />

figura genitoriale.<br />

La danza non ha una valenza positiva nella serie e non porta salvezza per nessuno<br />

dei ragazzi dell’accademia. Anzi, rappresenta spesso una costrizione imposta a se<br />

stessi da qualcosa o da qualcuno di esterno: ambizione, frustrazione sociale o<br />

artistica, confusione sessuale, traumi da esorcizzare, conflitti generazionali, famiglia<br />

da ricostruire. Dietro ogni personaggio si cela un aspetto dark e la parte thriller della<br />

storia sembra dunque la sua più naturale conseguenza. Ma, se ne “Il cigno nero”<br />

l’aspetto oscuro delle scelte della protagonista arricchivano la trama, esaltando allo<br />

stesso tempo la danza, qui l’operazione non riesce in pieno ed alcuni personaggi ne<br />

pagano le conseguenze. Al di là degli aspetti negativi fa, però, piacere vedere come<br />

la danza sia sempre al centro di interessanti produzioni televisive, un richiamo a cui<br />

non si resta mai insensibili, come dimostra anche il grande successo di Tiny pretty<br />

Things.Il cast dello show Netflix è composto da molti attori ed attrici che hanno<br />

anche lavorato come ballerini a Broadway.<br />

SINOSSI<br />

In una Chicago contemporanea, alla Archer School, rinomata Accademia di danza<br />

classica, Cassie una giovane danzatrice cade dal terrazzo della scuola ed entra in<br />

coma. Iniziano le indagini della polizia sul possibile colpevole. Sotto il mirino tutti gli<br />

allievi della scuola: Bette, frustrata in quanto ombra della sorella Dehlia, prima<br />

ballerina dell’accademia. Oren, ragazzo sensibile e affetto da disturbi alimentari;<br />

Namil, innamorato di Cassie e diffidente verso tutti; June, competitiva e<br />

profondamente insicura, Caleb, legato ad un rapporto “edipico” sbagliato e con una<br />

personalità debole; Shane, che sembra non riuscire ad apprezzarsi veramente. A<br />

rompere gli equilibri giunge Neveah, la cui forte ed onesta personalità andrà a<br />

scontrarsi con gli intrighi di Mme Dubois, direttrice senza scrupoli, e con le torbide<br />

ambiguità di Ramon, coreografo dello spettacolo. Attorno a loro il mondo della<br />

danza fatto di grandi sacrifici, di ambizioni e di forti rivalità


F O T O G R A F I A<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

Paolo Ferrari, nasce a Bergantino<br />

nel 1968, dove vive e lavora.<br />

Autodidatta, dipinge in modo<br />

professionale ormai da più di 20<br />

anni, combinando con armonia ed<br />

originalità, sia quadri, sia sculture ed<br />

oggetti d’arredamento.<br />

Ferrari ama possedere ed esercitare<br />

un’arte eclettica ed una passione<br />

per l’estetica, capace di cogliere<br />

tutte le sfaccettature del bello:<br />

“L’obiettivo principale della ricerca di<br />

un artista completo, - afferma lo<br />

stesso Ferrari - è quello di non<br />

fermarsi mai, bensì continuare a<br />

sperimentare materiali e forme”.<br />

Così, un’inesauribile sete di<br />

sperimentazione, lo porta a catturare<br />

e ad interrogare sempre nuovi<br />

materiali, ad elaborarli e a<br />

trasformarli, giocando su un filo<br />

invisibile tra pittura e scultura.<br />

Nel 1995, realizza la prima mostra a<br />

Palazzo Strozzi a Bergantino, dove<br />

riscontra un grande successo sia di<br />

pubblico, sia di critica: evento che lo<br />

spingerà a proseguire il proprio<br />

cammino poietico attraverso i<br />

percorsi dell’arte e del bello. Dopo<br />

varie esposizioni, nel 2001,<br />

partecipa alla “Biennale d’ Arte<br />

Contemporanea Leonardo da Vinci<br />

Terzo Millennio” a Roma, dove si<br />

aggiudica il III° premio, su un totale<br />

di oltre 400 artisti selezionati.<br />

Ha infine realizzato importanti lavori<br />

per “Absolute Vodka” (Svezia),<br />

esponendo, inoltre, le proprie opere<br />

a Berlino, Germania, al B&b e a<br />

Ginevra, Svizzera, alla KrisalGalerie.<br />

Nel 2001, inaugura la sua galleria a<br />

Bergantino, ricavata da un vecchio<br />

mulino ristrutturato, che fungerà sia<br />

da “Show Room”, sia da abitazione:<br />

connubio questo, straordinario tra<br />

arte e vita, dove la quotidianità,<br />

diviene anch’essa opera d’arte.


V I D E O D A N C E<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

ANTRACITE<br />

“Antracite”<br />

musica: Marco Ragno<br />

danzatore: Luca Massidda<br />

regia: Luca Di Bartolo<br />

© LUCA DI BARTOLO


V I D E O D A N C E<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

Il progetto di video danza Antracite è l'ultimo nato in questo 2020: un anno per alcuni versi<br />

drammatico, ma per il sottoscritto molto prolifico a livello creativo, in parte lavori che<br />

necessitavano di essere portati a termine, altri che sono nati a casa.<br />

Realizzato assieme a Luca Massidda e Marco Ragno, rispettivamente di Cagliari e Rimini,<br />

danzatore e musicista, con l'aiuto della danzatrice Francesca Assiero Brà che ci ha<br />

supportato. Nasce come un videoclip più che come video di danza, videoclip per un brano<br />

musicale composto da Marco a posteriori, in realtà, rispetto alle riprese.<br />

Un'operazione alla rovescia, che mi sta costringendo ad una riflessione per immagini che<br />

richiederà tempo e pazienza, ma che mi costringe a raffinare e differenziare i miei artifici<br />

narrativi. Si tratta di un fantasma ed un musicista contemporaneo che arriva a visitare un<br />

nuraghe, da cui un incontro tra il tempo e lo spazio.<br />

Marco dal suo punto di vista, semplice, ma dal risultato eclettico e ricco, la vede così.<br />

Antracite è semplice concettualmente nasce dalla voglia di libertà: il motivo per cui non<br />

ci sono remore nelle note, è legato al periodo, a questa schiavitù, al covid!<br />

Comunque è la libertà, il fatto di suonare il basso così, flauto così! E' anche un po' una<br />

provocazione e c'è anche un po' di livore per quello che siamo ora: in un mondo dove<br />

bisogna sempre togliere invece che aggiungere anche dal punto di vista musicali per<br />

moda e per tendenza, rispetto a quello che era negli anni '70 in cui, se un batterista o<br />

un bassista doveva fare la parte in un pezzo di Joe Cocker o dei Genesis, prendevano e<br />

suonavano in piena libertà. Adesso sembra che devi metterle le note col contagocce. Io<br />

invece me ne sono fregato, ho preso cuffie e Jack e ho suonato, con la potenza e con<br />

voglia di libertà considerando che poi il video è tra l'altro claustrofobico perché girato<br />

dentro ad un nuraghe.<br />

Luca


M E M O R Y S T O R Y<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

17 marzo 1938 - 6 gennaio 1993


M E M O R Y S T O R Y<br />

<strong>TuttoBallo20</strong>


S T O R Y<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

di Federico Vessella


S T O R Y<br />

<strong>TuttoBallo20</strong>


S T O R Y<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

In effetti, Di Sarli si licenziò rapidamente dallo stile di D’Arienzo<br />

per riprendere il messaggio del suo predecessore Fresedo, ma<br />

sviluppando uno schema studiato per esaltare la propria<br />

capacità espressiva al pianoforte, basata sull’alternanza di<br />

sfumature stilistiche (staccato, legato, crescendo, controcanto e<br />

pianissimo). Questo ha generato una impronta musicale che si<br />

impose come indipendente e non riconducibile ad altro. Uno<br />

stile che trova la sua piena affermazione negli anni ‘40 con<br />

grande spazio lasciato alla melodia dei violini ed i bandoneónes<br />

(con il predominio dei primi sui secondi) per lo più relegati alla<br />

sezione ritmica, o al più, al canto della melodia. Di Sarli adotta<br />

prevalentemente un ritmo che scandisce l’inizio e la metà della<br />

battuta, accentuando ed articolando assai spesso tutte le<br />

semicrome tra un quarto e l’altro, con lo staccato dei violini ed i<br />

bandoneónes. Il pianoforte è il motore di questa struttura, che<br />

riempie gli spazi tra le frasi musicali ed abbellisce con una<br />

cornice melodica la voce degli archi e dei bandoneónes.<br />

Il risultato di questo modo di scandire il ritmo la sensazione di<br />

lentezza, che rende il sapore delle esecuzioni sempre piuttosto<br />

solenne. Differenti strutture si alternano all’interno di un brano,<br />

secondo le diverse frasi musicali proposte, sempre<br />

differenziando quelle ritmiche da quelle espressive e melodiche.<br />

La personalità e l’inventiva di Di Sarli è riscontrabile in maniera<br />

evidente nella sua mano sinistra con la quale ideò una forma<br />

espressiva, di accentuazione e modulazione difficilmente<br />

eguagliabile. In particolare, il suo modo di trasporre all’estrema<br />

sezione sinistra della tastiera del pianoforte il ruolo che era<br />

stato, agli albori del tango, quello delle corde basse della<br />

chitarra. Fu con questa caratteristica stilistica che Di Sarli seppe<br />

rendere il raffinato melodismo di Fresedo in forma milonghera. Il<br />

talento di Carlos Di Sarli ha prodotto un repertorio di<br />

ineguagliata eleganza e qualità, in fin dei conti inalterato nelle<br />

sue strutture musicali e nella sua intenzione espressiva. Ne è<br />

testimone il fatto che la quasi totalità dei ballerini ancora oggi<br />

riconosce un brano di Di Sarli fin dalle primissime battute.<br />

Purtroppo, il suono di Di Sarli conserva una formula quasi<br />

magica che non è stata mai più eguagliata; lo stesso Troilo, alla<br />

morte di Di Sarli, disse: “il cieco s’è portato il segreto nella<br />

tomba”.<br />

Infatti, costretto a portare sempre degli occhiali da sole scuri, a<br />

causa di un incidente occorsogli con una pistola maneggiata<br />

male da un commesso nell’armeria del padre che gli<br />

compromise la vista ad un occhio, Carlos Di Sarli venne<br />

ripetutamente considerato uno iettatore dai suoi detrattori, in<br />

particolare da Julio Jorge, il quale non voleva che si<br />

pronunciasse il nome di Carlos in sua presenza. Questa<br />

etichetta di mufa fu sempre osteggiata da molti collaboratori di<br />

Di Sarli, soprattutto dal cantante Alberto Podestá, che non<br />

perdeva mai occasione di elogiare la grande signorilità del<br />

maestro di Bahía Blanca.<br />

https://milongandoblog.wordpress.com/


<strong>TuttoBallo20</strong><br />

Un modo nuovo di<br />

vivere la natura<br />

e la danza<br />

Natusumba©<br />

è la vita nel benessere sia<br />

fisico che mentale.<br />

Un insieme di coreografie<br />

e meditazione per<br />

l'armonia psico-fisica.<br />

www.natusumba.net


M A K E - U P<br />

Nell’immaginario collettivo, l’arte del make up riveste un<br />

mero ruolo estetico; tuttavia, nella psicoanalisi, potrebbe<br />

nascondere un importante significato psicologico.


M A K E - U P<br />

Il trucco ci rappresenta, dice qualcosa di noi. Comunica ciò che noi<br />

desideriamo comunicare. Dietro il make up si celano aspetti della nostra<br />

personalità e del nostro carattere che vengono fuori dal modo in cui<br />

trucchiamo gli occhi, la bocca, o dai colori che utilizziamo.<br />

Nel corso della storia il trucco è stato infatti usato non solo per abbellire il viso<br />

ma anche come strumento per marcare il carattere, la personalità e la<br />

condizione sociale attraverso segni e simboli specifici.<br />

Il trucco può essere considerato come una maschera che utilizziamo per<br />

nascondere oppure evidenziare dei tratti del nostro viso e del nostro carattere.<br />

Il make up può farci, quindi, apparire più sensuali, aggressive, dolci.<br />

Per la maggior parte delle donne il truccarsi è già segnale di abbellimento e di star<br />

meglio con se stesse e con la propria immagine. Se poi il trucco allevia le proprie<br />

insicurezze, il risultato è che la soddisfazione e il benessere psichico migliorano.<br />

Questo non vuol dire che tutte le donne si devono truccare per sentirsi bene: il trucco<br />

non è un obbligo anzi, è creatività e libertà.<br />

Le donne in genere si truccano per se stesse, tendono a creare un’immagine<br />

di sé, che è quella che esse desiderano; il trucco, dal punto di vista<br />

psicologico, è indicativo di come una donna vorrebbe ‘sentirsi’.<br />

Chi si trucca abitualmente trova quasi assurdo uscire di casa senza un velo di<br />

trucco, anche il più naturale. Non farlo sarebbe come sentirsi spogliate e<br />

messe a nudo. Non si può, però, sbrigativamente liquidare la questione<br />

parlando solo di di insicurezza, tutt’altro: i sentirsi bene nei propri panni (anzi<br />

nella propria pelle) si spiega con il fatto che la donna truccata tende ad<br />

enfatizzare gli aspetti di sé che suppone siano attraenti.<br />

Una donna che si trucca, ma senza ostentazione esprime sicurezza in sé e<br />

negli altri, desiderio di essere elegante e bella, senza l’obiettivo della<br />

conquista e del potere.<br />

Quando il make up diventa eccessivo, tanto da farci apparire ridicole, significa<br />

che vogliamo camuffare il nostro aspetto, negando una parte di noi che non<br />

accettiamo. Il trucco diventa quindi una sorta di auto incoraggiamento, un<br />

modo per sentirsi più disinibite.<br />

Il trucco eccessivo indica non solo insicurezza, ma anche un bisogno di<br />

negare questo aspetto di sé poco incoraggiante, e si tenta così di affermare<br />

un’eccessiva e finta sicurezza e libertà.<br />

Nel momento in cui utilizziamo il make up decidiamo di focalizzare l’attenzione<br />

su una parte del nostro viso. Qual è il motivo psicologico?<br />

Puntare su una sola parte del viso ha un preciso significato psicologico. Chi si<br />

trucca esclusivamente le labbra ha una buona stima di sé; un ruolo indicativo<br />

è il colore del rossetto: qualora fosse eccessivamente marcato descriverebbe<br />

una donna che fa della seduzione la sua arma principale: le labbra, infatti,<br />

hanno un forte impatto sessuale.<br />

Chi ama truccarsi esclusivamente gli occhi (mascara, ombretto, eyeliner…) è<br />

generalmente una donna che ama attirare su di sé gli sguardi altrui.<br />

Attenzione! Non si tratta di egocentrismo ma di un semplice meccanismo di<br />

difesa. Per esempio, chi ama usare il mascara per allungare le ciglia impiega<br />

il make up per ottenere una maggiore autoaffermazione: dietro ciglia lunghe si<br />

cela una donna che ha bisogno di sentirsi più sicura. Truccare gli occhi in<br />

modo più accurato significa puntare i riflettori sulla propria personalità, un<br />

modo per mostrare la propria parte interiore: gli occhi come specchio<br />

dell’anima che possiamo enfatizzare con il trucco.<br />

Gli occhi rappresentano anche la nostra parte più espressiva: in questo senso<br />

il cosmetico per antonomasia degli occhi, è il mascara perché capace di<br />

valorizzare lo sguardo solo con un po’ di colore sulle ciglia. Infatti, nei<br />

sondaggi sul trucco irrinunciabile, da usare anche quando si va di fretta, al<br />

primo posto svetta il mascara<br />

Le labbra rappresentano una delle parti più sensuali del nostro corpo, sono la<br />

fonte poi della nostra espressione verbale, ecco perché per alcune donne tale<br />

sensualità va evidenziata con colori di rossetto importanti ed anche modificate<br />

ed ingrandite con un filo di matita denotando una certa sicurezza di sé.<br />

Altre, magari, per timidezza o perché non amano le proprie labbra e non<br />

vogliono cambiarne la forma forzatamente, preferiscono sempre optare per un<br />

“nude” così quasi da mimetizzarle.<br />

Nel complesso dell’espressione facciale grande importanza hanno le<br />

sopracciglia. Studiando la mimica facciale notiamo come queste si muovano<br />

di conseguenza ad un’emozione. Ecco perché nel trucco svolgono un ruolo<br />

importante. Un bel trucco con delle brutte sopracciglia o, comunque, con una<br />

forma sbagliata per il volto della persona non avrà mai un grande effetto.<br />

Anche per queste vale il discorso di come ci si vuole rappresentare agli altri,<br />

magari mascherando un’insicurezza di fondo con un’espressione aggressiva<br />

(che può essere sottolineata con un punto medio molto alto), delle volte anche<br />

a discapito delle regole simmetriche; in tal caso c’è discrepanza tra<br />

l’immagine naturale ed autentica del viso femminile ed il tentativo, attraverso il<br />

trucco, di modificarlo in eccesso rendendolo una maschera che copre ogni<br />

elemento spontaneo. Il trucco che distorce troppo i lineamenti del volto<br />

camuffa i tratti della personalità, producendo non solo inestetismo ma anche<br />

un’immagine falsa di sé. Il trucco non giova inoltre quando è estremamente<br />

pesante ed artificiale. Persino i colori utilizzati nel trucco indicano aspetti<br />

psicologici di una persona, oppure momenti psichici che questa sta<br />

attraversando. Colori accesi di rossetto, smalto e ombretto manifestano<br />

vitalità e vivacità, ma a volte possono essere un tentativo di camuffare<br />

tristezza e malinconia. Paradossalmente se una donna si trucca in modo<br />

troppo sgargiante non è detto che sia felice<br />

Chi tende a truccarsi con colori tenui è spesso timida, e potrebbe nascondere<br />

una sottile paura di essere sotto i riflettori


C U C I N A<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

d i I v a n C r i b i ù C h e f


C I B O E B A L L O<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

Con il mese di gennaio incomincia un anno nuovo pieno di speranza. Vorrei dedicarvi un<br />

articolo ricco di gusto e prospettiva, parlando di uno degli alimenti che ha una storia<br />

millenaria e che è sinonimo di forza e buon umore, il cioccolato.<br />

La storia del cacao è antichissima e risale ai popoli delle civiltà precolombiane dei Maya e<br />

degli Aztechi, i quali usavano le fave del cacao per farne una bevanda, ottenuta con<br />

l’aggiunta di pepe, peperoncino, cannella ed altre spezie, e che veniva utilizzata come<br />

offerta agli dei.<br />

Sempre gli Aztechi, le utilizzavano inoltre come moneta di scambio. Da qui il nome<br />

scientifico dato inizialmente alla pianta del cacao, Amygdalae pecuniariae, ovvero<br />

“mandorla di denaro”, poi sostituito in Theobromina cacao, e cioè “cibo degli dei”.<br />

Sappiamo che le fave di cacao contengono in effetti alcaloidi quali la teobromina, dalle<br />

proprietà energizzanti, e, in quantità minore, caffeina. Elevato, inoltre, il potere<br />

antiossidante del cacao, a cui vengono attribuite anche virtù antidepressive, grazie alla<br />

presenza di serotonina, sostanza coinvolta nella regolazione dell’umore. Ricco di vitamine<br />

e minerali, il cacao contiene inoltre flavonoidi che influiscono sui livelli di colesterolo e<br />

arreca benefici anche per la salute cardiovascolare.<br />

I preziosi semi arrivarono in Europa dopo il quarto viaggio di Cristoforo Colombo, ma è<br />

solo dalla prima metà del Cinquecento che Hernán Cortés, il conquistatore del Messico,<br />

iniziò una vera e propria importazione di questa nuova merce nel vecchio continente. Da<br />

quel momento, la bevanda, allora consumata con aggiunta di zucchero, anice, cannella e<br />

vaniglia, ebbe lo strepitoso, esponenziale successo che tuttora detiene.<br />

Nel Seicento il cacao inizia ad essere prodotto anche in Italia, soprattutto a Firenze e a<br />

Venezia, ed è grazie alla scuola torinese che nel 1819 Francois-Luis Cailler fonderà la<br />

prima fabbrica svizzera di cioccolato. Successivamente, nei primi anni del Novecento, il<br />

genovese Bozelli metterà a punto una macchina per raffinare la pasta di cacao, mentre<br />

l’olandese van Houten s’ingegnerà a trovare il modo di separare il burro di cacao.<br />

Nel 1865, a Torino, Caffarel, mescolando cacao e nocciole, avvierà la produzione di<br />

cioccolato gianduia, mentre una decina di anni dopo lo svizzero Daniel Peter inventerà il<br />

cioccolato al latte. La prima produzione di cioccolato fondente, avviata a Berna nel 1879,<br />

si deve a Rodolphe Lindt, mentre a Frank Mars l’invenzione della prima barretta al<br />

cioccolato, apparsa a Chicago nel 1923. Come il caffè, le fave di cacao devono essere<br />

tostate per esaltare il loro aroma.<br />

Due fasi della lavorazione del cioccolato sono importantissime: il concaggio che per<br />

mezzo di macchinari speciali macinano ulteriormente il prodotto rendendolo sempre più<br />

fine e liquido, mantenendolo ad una temperatura di 50° C. A seguire abbiamo il<br />

temperaggio che serve per allineare i cristalli e rendere il cioccolato lucido e croccante.<br />

I prodotti finiti che possiamo trovare in commercio sono molteplici che si differenziano in<br />

tre categorie principali: il cioccolato fondente che deve contenere una percentuale non<br />

inferiore al 43% di cacao e burro di cacao, il cioccolato al Clatte h e f a Icui v avengono n C r i baggiunte i ù le<br />

proteine del latte ed infine il cioccolato bianco composto esclusivamente di burro di cacao,<br />

latte e vaniglia.<br />

Il cioccolato alla gianduia, invece, proviene da una ricetta piemontese realizzata per la<br />

prima volta nel 1865, realizzata con pasta di cacao, polvere di nocciole delle Langhe e<br />

zucchero. Si può trovare nella versione fondente e al latte.<br />

Un cioccolato molto conosciuto in Italia è anche quello di Modica, con una lavorazione<br />

delle fave macinate a pietra lavica secondo tecniche artigianali. Il risultato è un cioccolato<br />

che risulta all’assaggio granuloso e friabile.<br />

Il cioccolato, contrariamente a quanto qualcuno pensa, non è un prodotto “solo” per la<br />

cucina. Anzi, si tratta di un’eccellenza estremamente versatile, che spesso ha incontrato<br />

varie forme artistiche, fra le quali anche la musica.<br />

Il cioccolato, tanto per cominciare, ha un suo suono che deriva dallo rumore che si<br />

provoca spezzandolo, è stato ed è ancora tuttora un ingrediente che ha fortemente<br />

ispirato il mondo dell’arte in tutte le sue forme.<br />

Molti artisti lo hanno menzionato ed addirittura utilizzato per comporre la loro arte, si pensi<br />

solo ad artisti di livello internazionale come compositori come Mozart, che inserì nelle sue<br />

opere questo delizioso ingrediente, esempio ne sono “Il Don Giovanni” e “Così fan tutte”.<br />

Famosi pittori che raffiguravano il cioccolato in molti loro quadri ed altri più eccentrici che<br />

lo hanno usato e lo usano come tintura per dipingere la loro arte. Per non parlare di<br />

cantanti e registi con canzoni e film famosi ispirati al cioccolato, pensiamo solo a<br />

“Chocolate Brown” dei “The Cranberries”, “Chocolate” di Kylie Minogue, “Rossetto e<br />

cioccolato” della Vanoni o “Gelato al cioccolato” scritta da Malgioglio e cantata da Pupo;<br />

oppure film come “Chocolat” e “La Fabbrica di coccolato”, per non dimenticare la danza<br />

dove nella “La danza dei gianduiotti” di Mascagni il cioccolato entra addirittura nel titolo di<br />

un opera.<br />

Ma come non dimenticare che il cioccolato soprattutto quello fondente è un alimento che<br />

molti sportivi e ballerini inseriscono nelle loro diete perché da energia e forza.<br />

Qui vorrei ora proporvi una ricetta molto particolare che fonde insieme il gusto<br />

rinascimentale del connubio di sapori dolce/salato, il risotto alla crema di gorgonzola e<br />

cioccolato fondente.


C U C I N A<br />

Risotto mantecato alla crema di gorgonzola e cioccolato fondente<br />

Ingredienti per 2 persone:<br />

320gr riso carnaroli,<br />

1 piccolo scalogno<br />

2 lt brodo vegetale<br />

1/2 dl di vino bianco secco<br />

50gr crema di gorgonzola,<br />

20gr di cioccolato fondente 75% o superiore<br />

burro qb<br />

grana<br />

sale pepe<br />

olio Evo<br />

qualche nocciola IGP Piemonte o DOP Romana<br />

Procedimento:<br />

Rosolare nell'olio la cipolla finemente tritata e fare imbiondire.<br />

Tostare il riso per qualche minuto. Bagnare con il vino e lasciare evaporare, continuare la cottura con brodo per 15<br />

minuti. Passato il tempo aggiungere il gorgonzola e finire la cottura per altri 3 minuti. Togliere dal fuoco mantecare<br />

con il grana, burro e poco cioccolato fondente in scaglie. Servire su un piatto da portata con scaglie di cioccolato e<br />

granella di nocciole tostare in precedenza.<br />

I v a n C r i b i ù , c h e f d i p r o f e s s i o n e e i n s e g n a t e d i<br />

c u c i n a , a t t o r e t e a t r a l e e s p e a k e r r a d i o f o n i c o .<br />

h t t p : / / w w w . g a m g a m s e r v i c e . i t /


C O C K T A I L<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

di Danilo Pentivolpe<br />

Bartender<br />

d e i C o c k t a i l<br />

L’inizio dell’anno, a mio avviso,<br />

sarà un momento pieno di<br />

iniziative. Per dimenticare l’anno<br />

precedente credo sia opportuno<br />

quanto necessario riallacciarsi alle<br />

“mode” classiche che hanno fatto il<br />

loro tempo. Questo perché non è<br />

per niente bello avere dei<br />

retroscena sfocati…. E quindi, un<br />

drink che vanta una storia<br />

incredibile da raccontare, un’eterna<br />

pozione magica da gustare<br />

specialmente in inverno, un<br />

“vaccino” per i più temerari: L’Irish<br />

coffe!<br />

Nel 1940, il bar tender Joe Sheridan,<br />

per sorprendere i turisti Americani<br />

che si trovavano all’aeroporto di<br />

Shannon in Irlanda, decise di dargli il<br />

benvenuto con una bevanda calda<br />

servita in una tazza da caffè e<br />

l’aggiunta di Irish whiskey. Non<br />

passa molto tempo e la bevanda<br />

servita in tazza diventerà il non plus<br />

ultra dei percorsi aerei, tanto da<br />

portare un cliente a chiedere<br />

aggiunta di latte che indusse lo<br />

Sheridan ad improvvisare l’aggiunta<br />

della “panna” in quanto sprovveduto<br />

di latte.<br />

Il risultato? Oggi è il drink più<br />

apprezzato e conosciuto sulla<br />

faccia della terra e mette d’accordo<br />

tutti! Il merito? E’ dello scrittore di<br />

viaggi, Stanton Delaplane che in<br />

uno dei suoi viaggi imbatté le sue<br />

labbra nella crema galleggiante<br />

della calda bevanda e decise di<br />

portare la ricetta a casa con sé a<br />

San Francisco per raccontarla a<br />

George Freeberge e Jack<br />

Koeppler, proprietari del Buena<br />

Vista Caféad HydeStreet e dove<br />

ancora oggi viene servito e<br />

considerato il luogo di nascita di<br />

questo cocktail.<br />

Insomma un vero e proprio brusio<br />

della caffeina!


B E N E S S E R E<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

Detox: disintossicarsi dopo le feste<br />

Alberto Ventimiglia<br />

Specialista in Scienza<br />

dell’ Alimentazione e<br />

Dietetica applicata<br />

I Durante le festività natalizie avete un po’ esagerato con cibo e bevande?<br />

Una situazione tipica che spesso si tenta di arginare con un periodo di detox utile a<br />

rimettere in sesto l’organismo provato dalle “abbuffate”. Innanzitutto è bene precisare<br />

che non è necessario, anzi è sconsigliato, digiunare per arginare l’aumento di peso o<br />

compensare gli eccessi precedenti. Meglio invece prediligere una dieta sana a base di<br />

ortaggi e frutta fresca ricca in vitamine e sali minerali che aiutano la depurazione del<br />

corpo.<br />

Si può agire poi nello specifico con alcuni alimenti o rimedi naturali che aiutano il<br />

lavoro del fegato, l’organo chiave per la disintossicazione del nostro corpo.<br />

Tra i cibi che dovremmo inserire più spesso ci sono: carciofi, aglio, pompelmo, rucola,<br />

spinaci, avocado, mele, broccoli, olio extravergine, limoni e una spezia come la curcuma.<br />

Tra le bevande invece è da prediligere il tè verde oltre che ovviamente la giusta<br />

quantità di acqua giornaliera.<br />

Ottimi anche i centrifugati detox a base di carote, sedano, kiwi, arance, mela, pera,<br />

zenzero e tanti altri tipi di frutta o verdura. A colazione potete dunque optare per un<br />

estratto o centrifugato, a pranzo preparare invece della verdura accompagnata da legumi,<br />

carne o pesce (se li mangiate) mentre a cena si può consumare, ad esempio, una vellutata o<br />

zuppa con crostini a base di pane integrale.<br />

Per rimettersi in sesto dopo le feste oltre ad una dieta sana è bene fare un po’ di<br />

movimento. Basta anche una semplice camminata per almeno 30 minuti al giorno ma ci si<br />

può aiutare anche con specifiche tisane detox utili a favorire la depurazione<br />

dell’organismo. Esistono poi specifici rimedi naturali che servono a sostenere il lavoro<br />

del fegato tra cui il tarassaco e il cardo mariano, la bardana, il carciofo, il succo di<br />

aloe vera ed altro.<br />

Mi raccomando, ricordatevi che allenamento e cibo sano viaggiano<br />

sempre insieme.


B E N E S S E R E<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

Prestare attenzione allo stretching e al taping, migliorare la resistenza cardiovascolare con appositi esercizi e non<br />

sovraccaricare gli arti inferiori. Ecco alcuni dei consigli per pre-venire e recuperare dai principali infortuni legati alla danza,<br />

che secondo una recente ri-cerca americana della National Athletic Trainers’ Association sono aumentati del 22,5% negli<br />

ultimi quattro anni. Raccomandazioni utili anche ai ballerini professionisti.<br />

Migliora il tono muscolare, sviluppa coordinazione motoria e postura, aiuta a rafforzare le ossa ed a rimanere in forma.<br />

Sono questi alcuni dei benefici della danza, una vera e propria pratica spor-tiva che interessa milioni di persone in tutto il<br />

mondo. Negli ultimi quattro anni, però, gli infortuni ad essa correlata sono aumentati del 22,5%. Ad evidenziarlo è stata una<br />

recente ricerca america-na della National Athletic Trainers’ Association pubblicata su U.S. News, secondo cui i distretti più<br />

colpiti sono stati ginocchia (23%), caviglie (16%) e piedi (10%), mentre gli infortuni più comuni hanno riguardato distorsioni<br />

(43%) e fratture (10%). Gli uomini, invece, tendono ad avere mag-giormente problemi a schiena e braccia per via dei<br />

notevoli sforzi di sollevamento. Infortuni che nel corso degli anni hanno accomunato i ballerini professionisti della Scala di<br />

Milano: dall’étoile Roberto Bolle, che rimase fermo ai box per un problema alla schiena a seguito di una caduta, a Marta<br />

Romagna, infortunatasi a una costola, da Claudio Coviello, infortunatosi a un ginocchio, a Svetlana Zakharova, vittima di<br />

un infortunio all’anca. Ma quali sono i consigli degli esperti per prevenirli e curarli? La prevenzione inizia durante gli<br />

allenamenti con la massima attenzione alle fasi di stretching e riscaldamento, sia per chi pratica danza a livello<br />

professionistico, sia a livello amatoriale. Fondamentale è anche migliorare la resistenza cardiovascolare con esercizi mirati<br />

di cardio o attività come pilates e yoga, ed evitare affaticamenti muscolari da sovraccarico agli arti inferiori. Per accelerare<br />

la fase di recupero, invece, un valido alleato arriva dalla laserterapia co-me Theal Therapy che, grazie alla<br />

fotobiomodulazione, al termocontrollo ed alla possibilità di mi-xare più lunghezze d'onda agisce direttamente sui distretti<br />

coinvolti.<br />

“I ballerini sono tra i più sottoposti a stress muscolari per via delle numerose sessioni di allena-mento ed esercizi finalizzati<br />

ad ottenere la migliore performance possibile – ha spiegato il dott. Riccardo Accetta, traumatologo presso il Centro Medico<br />

Fisioterapico Anconeo di Milano, Istituto fondato dal prof. Walter Albisetti, ortopedico ufficiale de lTeatro alla Scala per oltre<br />

20 anni – Ho collaborato con alcuni dei più importanti ballerini della Scala e, per questo motivo, ho potuto con-statare<br />

come siano soggetti a patologie a carico del piede e del ginocchio, a sovraccarichi tendinei e problemi a glutei ed anca.<br />

Oltre a prestare la massima attenzione allo stretching e al taping, ovvero all’utilizzo di un nastro da applicare sui distretti<br />

muscolari per favorire il metabolismo cel-lulare, un valido aiuto per il recupero in tempi brevi arriva dalla laserterapia che<br />

agisce in manie-ra ottimale grazie alla fotobiomulazione. Un esempio è rappresentato dalla Theal Therapy di Mectronic<br />

che, grazie al suo effetto vasodilatatorio, aumenta il flusso sanguigno favorendo il pro-cesso di risoluzione<br />

dell’infiammazione e che può avere un effetto antidolorifico dovuto all’aumento della soglia di attivazione delle terminazioni<br />

nervose”.


P S I C O L O G I A<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

Sentirsi tristi, arrabbiati, nervosi....è cosi terribile?<br />

Persone che si sentono in colpa o hanno vergogna di ciò che percepiscono come negatività?<br />

In realtà, la rabbia e la tristezza sono una parte importante della vita, e la nuova ricerca mostra che<br />

l'esperienza e l'accettazione di tali emozioni sono di vitale importanza per la nostra salute mentale .<br />

Il tentativo di sopprimere i pensieri può ritorcersi contro e anche diminuire il nostro senso di<br />

appagamento.<br />

Le emozioni negative danno anche più probabilità di aiuto per la nostra sopravvivenza.<br />

I cattivi sentimenti possono essere indizi vitali per un problema di salute, di relazione o un’altra<br />

questione importante che ha bisogno di attenzione.<br />

Il valore di sopravvivenza di pensieri ed emozioni negative possono aiutare a spiegare perché<br />

sopprimendolo è così inutile.<br />

E’ un processo che ti consente di evitare il dolore sporco. Mi spiego: secondo l’ ACT esistono<br />

fondamentalmente due tipi di sofferenza: la “sofferenza pulita” e la “sofferenza sporca”. Il “dolore<br />

pulito” è quella quota di sofferenza, connaturata con l’esistenza, a cui non possiamo sottrarci. E’ il<br />

malessere originario che proviamo in risposta ad un’ avversità della vita reale, è un’esperienza<br />

normale e naturale. Il “dolore sporco” scaturisce dall’inutile lotta che intraprendiamo quando<br />

cerchiamo di controllare o eliminare il “dolore pulito”. Un esempio chiarirà questo concetto. Immagina<br />

che tu sia ansioso perché ti attende una prova, di studio o di lavoro, per esempio. Stai sicuramente<br />

vivendo qualcosa di sgradevole, di doloroso. Fino a questo punto ti trovi in una condizione di “dolore<br />

pulito”. L’ansia è una risposta normale a certi eventi e, nota bene, potrebbe essere funzionale e utile<br />

alla prova che devi sostenere perché un giusto livello di attivazione e allerta è adatto alle sfide<br />

impegnative. Ma, potresti decidere di non accettare le sensazioni che stai provando e lottarci contro.<br />

Potresti affliggerti quindi, oltre che per la preoccupazione della prova, anche per opportunistiche<br />

emozioni secondarie. Potresti provare una rabbia secondaria all’ansia “… non è giusto che mi<br />

facciano sentire cos ì … ” oppure potresti avere ansia per la tua ansia “… tutto questo non mi fa bene,<br />

finirò per ammalarmi …” o tristezza “… è possibile che io non possa stare mai tranquillo?”<br />

In conclusione dobbiamo comprendere che tutte le emozioni hanno una loro validità ed importanza,<br />

perché ognuna di essa di permette di vivere la vita nella “normalità”.


G A D G E T E B A L L O<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

T-Shirt Astrodancer.<br />

Fatti un regalo! Acquista la t-shirt personalizzata con il tuo nome<br />

e segno zodiacale Astrodancer. Al costo di 9 euro più spese di<br />

spedizione ti inviamo a casa una t-shirt di cotone originale e<br />

personalizzata da indossare durante gli allenamenti. La T-Shirt<br />

Astrodancer personalizzata è una novità assoluta <strong>2021</strong><br />

dell'ASD&C Stefano Francia <strong>EnjoyArt</strong>. Indossala per primo!!!<br />

Per info costi e quantità su questo e altri gadget scrivi<br />

tuttoballo20@gmailcom


M U S I C O T E R A P I A<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

“…L'anno vecchio è finito, ormai<br />

Ma qualcosa ancora qui non va<br />

Si esce poco la sera, compreso quando è festa…<br />

…Ma la televisione ha detto che il nuovo anno<br />

Porterà una trasformazione<br />

E tutti quanti stiamo già aspettando”<br />

Ciro Vinci<br />

Simona Festante


M U S I C A T E R A P I A<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

Quante volte avrete sentito il bisogno di isolarvi dal mondo, indossare le vostre<br />

cuffie e abbandonarvi ad una canzone. La musica assolve ad una grande<br />

funzione: influenza in modo positivo il nostro stato d’animo, ci rende tutto più<br />

morbido e meno spigoloso e ci consola dopo una sconfitta facendoci sperare nel<br />

futuro. “…Chissà, chissà domani su che cosa metteremo le mani..” per dirla<br />

ancora con le parole di Lucio Dalla.<br />

Dai grandi cantautori, alle band, passando per i nuovi rapper e trapper, le parole<br />

delle loro canzoni contengono le esperienze e le situazioni universali anche più<br />

dolorose. Di fatto la musica accresce i nostri sensi, stimola le nostre emozioni e,<br />

soprattutto, crea ricordi. Ma ci fa anche sentire tristi, ci fa stare nel dolore senza<br />

farci sentire davvero soli… per poi esortarci a risollevarci. E’ giusto fermarsi,<br />

affrontare anche il dolore più insopportabile, sentirlo e viverlo, per poi<br />

comprenderlo e superarlo.<br />

La forza del canto è nota sin dall’antichità. Anche il grande poeta Francesco<br />

Petrarca sottolinea ,in un suo verso, il potere del canto: “Perché cantando il duol<br />

si disacerba” (Canzoniere, XXIII, 4).<br />

In epoca più antica, intorno al 1200, soffermandosi sul patrimonio musicale<br />

partenopeo,un primo frammento della canzone popolare è “Jesce sole”, una vera<br />

preghiera al Sole che riveste un ruolo fondamentale tra i Canti propiziatori delle<br />

lavandaie, funzionali a sopportare la fatica durante il lavoro, per incitarsi ad<br />

andare avanti. E’ rilevante l’elemento consolatorio collettivo dell’arte del cantare.<br />

Il canto è un linguaggio universale, più antico della parola.<br />

Secondo lo studioso Steven Mithen, la musica si pone come protolingua di un<br />

linguaggio universale che nasce dal canto. Come si legge nel libro<br />

“Neuroscienze cognitive della musica. Il cervello musicale fra arte e scienza” di<br />

Alice Mado Proverbio, (professoressa associata presso il NeuroMi-Milan Center<br />

for Neuroscience dell’Università di Milano-Bicocca), già gli ominidi utilizzavano il<br />

canto “per comunicare informazioni, esprimere emozioni e comportamenti in altri<br />

individui. Dal punto di vista evoluzionistico, la capacità di cantare precede quindi<br />

la capacità di parlare articolando i fonemi”.<br />

Già Groddek, nel 1925 sosteneva che, nel periodo prenatale, il feto è immerso<br />

nel ritmo regolare del cuore materno e del proprio, mettendo in luce i mezzi di cui<br />

si serve la natura per infondere profondamente nell’uomo il senso della musica.<br />

Come scrive la Proverbio, “la musica è essenzialmente ritmo e cadenza e, in<br />

quanto tale, si trova ancorata nelle più grandi profondità dell’umano” ed è, quindi,<br />

anche molto soggettiva. In alcuni studi di neuroimaging, come la risonanza<br />

magnetica funzionale, si è osservato che il cervello di un bambino appena nato è<br />

già specializzato per la codifica di suoni musicali consonanti.<br />

A questo punto è necessario una precisazione sulla funzione terapeutica del<br />

canto. La musica è usata anche in campo medico (music medicine), perché è un<br />

mezzo di comunicazione che arriva anche dove le parole sembrano inaccessibili,<br />

riuscendo a tenere in contatto il conscio con l’inconscio.<br />

Tuttavia, il semplice ascolto della musica, che può essere usato per scopi<br />

medici,non va confuso con la musicoterapia.<br />

Nel primo caso l’ascolto di alcuni brani musicali che può essere fatto ovunque,<br />

non richiede la presenza di un terapeuta, ed è molto influenzato da aspetti<br />

culturali e dai gusti personali. La musicoterapia vera e propria (music therapy) si<br />

basa invece sul rapporto musicoterapeuta-paziente e sull’intervento attivo di<br />

entrambi, anche attraverso l’uso di semplici strumenti musicali.<br />

Una riflessione è necessaria sul senso, sullo spazio della canzone e sull’uso che<br />

ogni individuo ne può fare.<br />

La musica come terapia per esorcizzare la paura è stata il campo di applicazione<br />

durante il lock down del marzo 2020. L’Italia intera ha reagito cantando<br />

all'emergenza coronavirus. L'appuntamento sui balconi con tutti blindati in casa,<br />

affacciati per intonare una canzone, ognuno per sé ma tutti assieme.<br />

“Canta che ti passa”!


O R S O C O P O<br />

Amore<br />

La sfera affettiva sarà appagante, il vostro cuore batterà forte e godrete di emozioni improvvise e<br />

travolgenti. Di sicuro non mancheranno momenti passionali e sensuali! Venere, subito, vi permetterà di<br />

prendere decisioni importanti: un matrimonio, una convivenza, un figlio … e forse, chissà, adotterete un<br />

animale domestico, per la gioia dei vostri figli<br />

Denaro<br />

Comunicativi, dinamici, ironici, ma anche discontinui ed eterni fanciulli. Saturno, elemento legato alle prove<br />

di vita, vi libera finalmente dalla sua opposizione e vi infonderà coraggio e voglia di vivere. Nel Lavoro Siete<br />

alla ricerca di riscatti e di soddisfazioni. Mercurio, comunque, vi infonderà grinta ed energia per affermarvi<br />

nella vostra attività. Avrete quindi voglia di emergere e di farvi apprezzare per le vostre capacità.<br />

Amore<br />

La prima parte dell’anno tutto sembra sereno ma, a metà anno, Urano , pianeta delle innovazioni e<br />

cambiamenti radicali, entra nel vostro segno; questo porterà trasformazioni nella vostra sfera affettiva,<br />

sarete più intrepidi e pronti a nuove avventure. Apporterete modifiche al vostro stile di vita, di solito siete<br />

abitudinari e riservati, ora diventerete dei protagonisti<br />

Denaro<br />

Intraprendenti, schietti, carichi di energia. Impulsivi si, ma sempre molto attenti a tutto.<br />

La vostra situazione professionale sarà in crescita, avete seminato bene in questi ultimi tempi ed ora potrete<br />

raccogliere i frutti. Urano è ancora a favore, e avrete la possibilità di espandere la vostra attività<br />

professionale e realizzare nuovi progetti. Vi rinnoverete e potrete fare carriera non solo all'interno della<br />

vostra azienda, ma potrete addirittura cambiare radicalmente stile di vita. Ricordate: non perdete mai la<br />

voglia di combattere.<br />

Amore<br />

Venere vi libera e porterà armonia e calore nei rapporti esistenti.<br />

Vi sentirete sentimentalmente tranquilli e appagati, tanto che apprezzerete sempre di più la persona che vi<br />

sta accanto. Ma non è da escludere una nuova intrigante situazione affettiva, questa, potrebbe sconvolgervi<br />

i sensi. Un colpo di fulmine rischia di mandare in frantumi la tranquilla routine. In tutto questo, Mercurio,<br />

governatore del segno, fa sempre la differenza<br />

Denaro<br />

Il <strong>2021</strong> si prospetta un anno soddisfacente per il lavoro. Giove in trigono vi infonderà entusiasmo e vi<br />

sosterrà nelle iniziative che vorrete intraprendere e riuscirete a raccogliere i risultati importanti Se<br />

intraprendete attività commerciali, approfittate del momento magico, ma non disperdete le vostre energie<br />

mentali. Saturno contro non permetterà errori o distrazioni di nessun genere<br />

Amore<br />

Romantici, intuitivi sempre a caccia di emozioni , ma soprattutto inquieti. Proprio voi, che di solito siete<br />

considerati molto attaccati ai sentimenti e che tendete a essere piuttosto teneri, farete fatica, quest'anno, a<br />

rimanere su questa linea, perché avrete bisogno di qualcosa di nuovo e diverso. La vostra amata Luna,<br />

promette incontri fortunati, dunque, per chi è alla ricerca dell'anima gemella o per chi già vive felicemente<br />

una relazione. Non perdete la speranza, e i vostri sogni divetteranno realtà<br />

Denaro<br />

Giove suggerisce di lavorare dietro le quinte e di non parlare troppo dei vostri progetti; agite in silenzio e<br />

preparate un disegno per tutelarvi da un concorrenza agguerrita. Se siete liberi professionisti muovetevi<br />

con cautela. Marte in trigono vi aiuterà ad assumere ruoli ed incarichi di maggiore responsabilità.


O R O S C O P O E B A L L O<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

Amore<br />

Il re della foresta, organizzativi, generosi e leali. Un po’ troppo orgogliosi e istintivi! Un compromesso serio,<br />

ma pieno di amore e sentimento vi accompagnerà per tutto il <strong>2021</strong>. Sole e Venere promettono armonia e<br />

felicità. Le relazioni di lungo termine prospereranno. La vostra felicità reciproca si farà sempre più forte. Non<br />

abbiate paura di fare passi importanti. I single incontreranno una persona più grande con la quale<br />

scopriranno la vera passione.<br />

Denaro<br />

Costanti, buongustai, sempre alla ricerca del piacere, ma anche ostinati ed un po’ egoisti, Giove punterà un<br />

faro di luce per tutto l’anno, non mettete molta carne al fuoco. Tutto quello che iniziate dovete portarlo a<br />

termine entro il <strong>2021</strong>. Indirizzate al meglio le vostre energie per un miglioramento professionale o un<br />

cambiamento di responsabilità. Preparatevi al grande salto, prendete una lunga rincorsa e lanciatevi…nello<br />

spazio della vita. Seguite il vostro pianeta dominate, che ha per Voi progetti importanti. Siate disponibili con<br />

tutti. Seguite sempre Venere<br />

Amore<br />

In amore vivrete da protagonisti nei rapporti amorosi! Attirerete a voi una persona nota per la sua<br />

intelligenza, oltre che per il suo fascino. Marte vi infonderà grinta, entusiasmo e carica sensuale, rendendovi<br />

pronti a tutto. Anche Urano vi aiuta e, se siete single (come sempre), troverete un partner. Forse ci sarà<br />

poca passione, ma di sicuro un sincero sentimento che potrà durare per tutta la vita! Ricordate di essere<br />

sempre collaborativi e dialogate con la vostra metà … sempre.<br />

Denaro<br />

Razionali, critici, soprattutto autocritici, alla ricerca della perfezione. Non concedete molta fiducia ai vari<br />

colleghi, poiché potreste ritrovarvi in situazioni imbarazzanti. Fortunatamente il <strong>2021</strong> appare illuminato dai<br />

trigoni celesti di Marte e Saturno che vi porteranno Energia e prosperità. Non mancherà la fortuna al gioco e<br />

nuovi contatti professionali, assolutamente vantaggiosi. Di solito amate che le vostre cose siano al proprio<br />

posto, ma da oggi sovvertirete l’ordine di tutto quello che vi circonda. Mescolare le carte vi piacerà.<br />

Amore<br />

Giove e Saturno vi regaleranno emozioni dolcissime e la possibilità di incontrare persone meravigliose.<br />

Studierete nuove tecniche di conquista, e vi serviranno per coronare tutti i vostri sogni nel cassetto, e ne<br />

avete di sogni da realizzare… Ricordate sempre di scendere dal vostro piedistallo, e decidere in prima<br />

persona i passi importanti da fare, non aspettate…mai!<br />

Denaro<br />

Disponibili, cordiali, eleganti, equilibrati, ma sempre eterni indecisi e un po’ snobisti. In amore vivrete un po’<br />

di rendita: usate la vostra intelligenza e buon senso Non siate troppo dispersivi in campo professionale e non<br />

aspettate troppo l’evolversi delle situazioni. State in gioco e continuate a giocare, non lasciatevi andare dal<br />

corso degli eventi, entrate in azione e portate a termine quello che avevate iniziato. Se avete fatto<br />

investimenti importanti, è l’anno giusto per riscuotere, entrate inaspettate miglioreranno fortemente il vostro<br />

stato.<br />

Amore<br />

Sempre alla ricerca di qualcosa di profondo, di coinvolgente, che sappia prendervi la testa. Arriverà un<br />

legame soddisfacente che porterà nuovi spunti di vita. Il vostro pensiero ha bisogno di rinnovarsi, di chiudere<br />

con il passato e pensare al futuro, con occhi positivi e pieni di passione ed erotismo.<br />

Vi dico solo una cosa: attenti a quello che desiderate, perché tutto si realizzerà.<br />

Denaro<br />

Potenti, misteriosi, affascinanti, competitivi, forse un po’ troppo aggressivi. Il <strong>2021</strong> sarà il vostro anno. Grazie<br />

al sostegno di Marte che governa il segno, avrete numerose opportunità di vita da cogliere. Inoltre Plutone vi<br />

infonderà grande fiducia in voi stessi e nelle vostre capacità. Riuscirete, quindi, ad essere apprezzati e a<br />

raccogliere risultati straordinari. Brillanti più che mai, avrete idee ed iniziative vincenti, soprattutto se svolgete<br />

attività intellettuali o vi occupate di pubbliche relazioni.


O R O S C O P O<br />

<strong>TuttoBallo20</strong><br />

Amore<br />

In amore non mancheranno le occasioni per fare incontri interessanti; Potrete conoscere, (grazie a un<br />

Cielo libero da divieti), persone che vi faranno passare un anno piacevolissimo! Vi sentirete fortemente<br />

attratti da situazioni intriganti. I limiti non esistono per Voi e andare oltra sarà la vostra specialità. Un<br />

consiglio solo per Voi: siate più riservati e tacete sulle vostre esperienze, potreste suscitare molte invidie<br />

Denaro<br />

Avventurieri, sportivi, coraggiosi, a volte indifferenti e superficiali.<br />

Sul lavoro potrete ottenere promozioni ed assumere incarichi con maggiori responsabilità che vi daranno<br />

notevoli gratificazioni. Se siete stanchi della vostra attuale attività potrete iniziarne una nuova con ottime<br />

prospettive di successo. Evitate però di rimandare la risoluzione di alcuni problemi lavorativi: fare oggi<br />

anche per domani, dovrà essere il vostro motto esistenziale!<br />

Amore<br />

Il <strong>2021</strong> vi vedrà protagonisti di storie sentimentali piuttosto forti e dalle quali trarrete grande giovamento. A<br />

causa di Venere, sarete attratti del frutto proibito. L'inizio dell'anno sarà davvero molto entusiasmante! Marte<br />

vi spingerà a essere più intraprendenti e sensuali del solito…apprezzerete la famiglia e i vostri amici. Farete<br />

di tutto per armonizzare i legami. Attenzione a non creare troppa dipendenza nei confronti del partner,<br />

potrebbe indebolirvi un po’ .<br />

Denaro<br />

Ambiziosi, perseveranti, pazienti, ma anche un po’ maliziosi e diffidenti Saturno (il vostro governatore)<br />

transita nel vostro segno, è tempo di fare sul serio! Avete imparato la lezione dal passato? Ora con grande<br />

intelligenza riuscirete a promuovere le situazioni che vi interessano. Lotterete e porterete avanti tutti i progetti<br />

in cui credete. Il <strong>2021</strong> sarà un graduale impegno e avvertirete dentro di Voi qualcosa nuovo e genuino.<br />

L’importante è non arrendersi, fate più palestra per temperare la vostra forte energia<br />

Amore<br />

In Amore una grandissima carica erotica si impadronirà di voi e ci sarà la voglia di qualcosa di diverso,<br />

molte situazioni vi sfideranno. Vi sentirete pronti a lasciarvi andare, ci sono forti sentimenti dentro di Voi,<br />

e vorrete condividerli. Sicuramente troverete persone con le vostre stesse percezioni Vi sentirete molto<br />

amati e questo vi darà la forza di superare quei momenti che vi hanno molto penalizzato nel passato.<br />

Denaro<br />

Geniali imprevedibili, idealisti ma anche stravaganti con uno spirito di contraddizione particolare.<br />

Qualche contrattempo potrebbe irritarvi. Ma poi si prevedono fantastici guadagni e le transazioni<br />

economiche miglioreranno notevolmente . Programmate e pianificate con massima cura le vostre azioni.<br />

Urano vi vede in lotta con la burocrazia, ma niente paura, avrete la forza necessaria per affrontare tutte<br />

le questioni di questo tipo e non solo.<br />

Amore<br />

Rifletterete sulle vostre relazioni a due e vi renderete conto che non vorrete rimanere isolati. Aperti ed<br />

espansivi, avrete voglia di divertirvi e di vivere magiche storie d’amore. Le vostre giornate si riempiranno<br />

di eccitanti brividi, da godersi senza pensare troppo al futuro. Possibili legami con partner lontani o<br />

stranieri.<br />

Denaro<br />

Attraenti, mistici, ingenui ma sognatori e incostanti Nettuno vi fornirà una grande energia mentale: sarete<br />

un vero e proprio vulcano in eruzione, per quanto riguarda le idee e i progetti. Avrete voglia di fare tante<br />

cose e costruire qualcosa di importante nella vostra vita. Ma pensate bene prima di sostenere spese<br />

molto pesanti, per evitare di trovarvi in difficoltà. Siate sempre parsimoniosi e sicuri delle vostre azioni<br />

Fidarsi é bene ma non fidarsi é meglio, attenti a quelle persone che potrebbero darvi consigli non del<br />

tutto adatti alle vostre esigenze.


Pensiero del mese<br />

DI FRANCESCA MEUCCI - DIRETTRICE DI SOLOMENTE<br />

WWW.SOLOMENTE.IT<br />

<strong>Gennaio</strong>. Inizia il nuovo anno.<br />

Ci lasciamo dietro un anno difficile. E il passaggio a quello<br />

nuovo non sarà lo stesso di sempre. Tutti in zona rossa e<br />

con il coprifuoco alle 22:00. Tutti senza baci e abbracci. Tutti<br />

in compagnia solo dei conviventi. Una convivenza piacevole<br />

per qualcuno, noiosa per qualcun'altro, disastrosa per altri<br />

ancora. L'anno nuovo di solito porta con sé buoni propositi,<br />

liste di cose da fare, percorsi da iniziare o da concludere.<br />

L'anno nuovo è come un foglio bianco da colorare come più<br />

ci pace. L'anno nuovo è tutto da inventare. L'anno nuovo è<br />

comunque un inizio. Speriamo sempre che sia meglio del<br />

precedente. Speriamo sempre che andrà meglio di quello<br />

che ci lasciamo alle spalle. E speriamo sempre che succeda<br />

proprio ciò che desideriamo, che i nostri sogni diventino<br />

realtà.<br />

<strong>Gennaio</strong> <strong>2021</strong>.<br />

Personalmente ho solo un desiderio: vorrei la vita di prima.<br />

Vorrei vedere gli amici. Vorrei abbracciarli. Vorrei poter<br />

decidere di partire, di andare al cinema o a teatro, di andare<br />

a ballare o a cena fuori, di invitare chi voglio a casa mia o di<br />

essere invitata. Soprattutto vorrei leggere una prima pagina<br />

senza quella parola e senza un elenco di morti e contagiati.<br />

Vorrei che lanciassimo in aria tutte le mascherine. Vorrei che<br />

fossimo liberi. <strong>Gennaio</strong> <strong>2021</strong>, l'anno che verrà, va tutto bene<br />

ma mi manca la libertà!<br />

https://www.solomente.it/


© F R E E P R E S S O N L I N E r i p r o d u z i o n e r i s e r v a t a D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r t "

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!