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syndicom rivista N.20

Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L''unione fa la forza!

Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L''unione fa la forza!

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<strong>syndicom</strong><br />

N. 20 Dicembre 2020<br />

<strong>rivista</strong><br />

Home office<br />

opportunità<br />

e sfide


Pubblicità<br />

Previdenza: affinché nella terza età<br />

non si presentino grandi lacune<br />

«Presto mi godrò la mia pensione» – dicono con gioia molte persone a un passo dalla pensione. Ciò che però<br />

raramente considerano è che le future prestazioni della previdenza statale e professionale non corrispondono al<br />

loro reddito attuale. Infatti, per la maggior parte delle persone subentra una cosiddetta «lacuna previdenziale».<br />

Nella terza età la cosiddetta lacuna previdenziale ammonta in media al 40 %. Quindi, se non si intende stringere la cinghia<br />

dopo il pensionamento, sarebbe opportuno ottimizzare in autonomia la propria previdenza. La previdenza privata sotto<br />

forma di 3° pilastro è una soluzione particolarmente apprezzata. Due persone su tre hanno infatti un conto di previdenza<br />

3a. Non c’è da meravigliarsi, dopo tutto questa soluzione si rivela proficua sin dall’inizio, perché ogni franco versato<br />

può essere dedotto dal reddito imponibile. Per i lavoratori con cassa pensioni la deduzione fiscale ammonta a 6826 CHF<br />

(dati al 2020), mentre per quelli senza cassa<br />

pensioni fino al 20 % del loro reddito netto<br />

da lavoro, tuttavia al massimo a 34 128 CHF.<br />

Pertanto si beneficia della previdenza privata<br />

già molto prima dell’età pensionistica.<br />

Prima si inizia, meglio è<br />

Non appena si guadagna un reddito soggetto<br />

all’AVS, è possibile iniziare a versare i propri<br />

averi nel pilastro 3a. E vale la pena farlo<br />

il prima possibile. Purtroppo al giorno d’oggi<br />

il conto di previdenza 3a raggiunge presto i<br />

suoi limiti: a causa degli attuali tassi d’interesse<br />

bassi, i rendimenti sono piuttosto<br />

modesti. E quindi non c’è più alcun modo<br />

per far fruttare la propria previdenza privata?<br />

Sì invece! Coloro che investono presto il<br />

loro capitale di previdenza in titoli possono<br />

conseguire rendimenti interessanti fino al<br />

pensionamento. Più tempo si ha a disposizione,<br />

più si può osare. Se al pensionamento<br />

manca ancora qualche decennio, si rivelano proficui gli investimenti con opportunità di rendimento più interessanti e<br />

rischi più elevati. Se invece il pensionamento è alle porte, si raccomandano investimenti con minori oscillazioni di valore.<br />

Con una Soluzione d’investimento Risparmio di previdenza della Banca Cler, ad esempio, il capitale di previdenza viene<br />

investito in titoli in maniera professionale. Ciò consente di beneficiare degli sviluppi sui mercati finanziari e di sfruttare le<br />

opportunità di rendimento.<br />

Ottimizzare la propria previdenza<br />

Chi intende preparare un «cuscinetto finanziario» in vista del pensionamento non può schivare i mercati finanziari. È vero,<br />

in borsa c’è il rischio di perdere soldi. Per questo motivo l’investimento dei propri fondi previdenziali richiede un po’ di coraggio.<br />

Ma è anche vero che rispetto al mero conto di previdenza, con questa soluzione si può ottenere anche un guadagno<br />

maggiore. La storia parla chiaro: le persone che dal 1926 hanno investito in azioni svizzere, senza venderne per i dieci<br />

anni successivi, hanno perso del denaro solamente negli anni dal 1929 al 1931. In tutti gli altri decenni i guadagni hanno<br />

compensato di gran lunga le perdite. Si rivela quindi proficuo sfruttare le opportunità di rendimento offerte dai mercati<br />

finanziari per la previdenza. E chi al contempo vuole fare qualcosa di buono opta per gli investimenti sostenibili che, oltre<br />

ad offrire interessanti opportunità di rendimento, promuovono anche lo sviluppo sostenibile del nostro ambiente e della<br />

nostra società. Una soluzione «win win» quindi!<br />

I membri di <strong>syndicom</strong> ricevono di più!<br />

Nel 1927 l’Unione sindacale svizzera è stata una delle nostre fondatrici.<br />

Ancora oggi curiamo un rapporto stretto con associazioni e sindacati.<br />

In qualità di membro di <strong>syndicom</strong> beneficia quindi di condizioni esclusive, come ad esempio<br />

di uno sconto del 25 % su diritti di custodia e courtage.<br />

Maggiori informazioni sulle sue condizioni preferenziali: www.cler.ch/<strong>syndicom</strong><br />

Ci contatti! 0800 88 99 66 e kooperation@cler.ch<br />

Le presenti informazioni hanno esclusivamente scopi pubblicitari. Per quanto riguarda i fondi d’investimento strategici rimandiamo<br />

al prospetto e alle Informazioni Chiave per gli Investitori, disponibili gratuitamente sul nostro sito al link www.cler.ch oppure in<br />

forma cartacea presso tutte le succursali della Banca Cler, la direzione del fondo o la banca depositaria.


Sommario<br />

4 Team vincenti<br />

5 Brevi ma utili<br />

6 Dalla parte degli altri<br />

7 L’ospite<br />

8 Dossier: Home office<br />

15 Checklist Home office<br />

16 Dalle professioni<br />

22 Politica<br />

25 Diritto e diritti<br />

26 Idee<br />

27 Mille parole<br />

28 Eventi<br />

30 Un lavoro, una vita<br />

31 Cruciverba<br />

32 Inter-attivi<br />

Dall’eccezione alla regola<br />

Quando a marzo 2020 il Consiglio federale, basandosi<br />

sulla legge sulle epidemie, ha invitato<br />

le aziende a far lavorare i dipendenti da casa,<br />

molti non potevano immaginare che questa situazione<br />

eccezionale sarebbe potuta diventare<br />

la regola. Nel giro di poche settimane il numero<br />

di coloro che lavoravano in home office ha subito<br />

un’impennata. Se prima del lockdown il telelavoro<br />

era quasi un privilegio per una piccola<br />

parte di lavoratori, oggi constatiamo che nel<br />

frattempo circa un milione e mezzo di persone<br />

hanno lavorato in home office.<br />

La trasformazione digitale apre alle aziende e<br />

ai dipendenti sempre più possibilità di riorganizzare<br />

il lavoro. Il desiderio dei lavoratori di una<br />

pianificazione più flessibile dell’orario di lavoro<br />

è una tendenza sociale riscontrabile in tutta<br />

Europa. Lo conferma anche il barometro rappresentativo<br />

dell’home office condotto tra aprile<br />

e maggio da gfs.bern su incarico di <strong>syndicom</strong>.<br />

La «libertà» acquisita che può offrire il telelavoro<br />

ha però anche i suoi rischi. A questo proposito<br />

si tratta di questioni relative ai cambiamenti<br />

nel mondo del lavoro qualora l’home<br />

office da fenomeno marginale dovesse divenire<br />

la normalità – ad esempio un diritto al telelavoro<br />

e al lavoro in mobilità. Se il telelavoro intende<br />

essere una proficua alternativa al lavoro in ufficio,<br />

è necessario definirne le condizioni a livello<br />

di partenariato sociale.<br />

4<br />

8<br />

16<br />

Giorgio Pardini, responsabile settore ITC


4<br />

Team vincenti<br />

«Ci batteremo affinché il tutto<br />

avvenga in modo equo»<br />

Marco De Monaco, 43 anni, System<br />

Monitor & Control East, Dübendorf<br />

Lavora presso skyguide da 18 anni<br />

come tecnico della sicurezza aerea, nel<br />

settore monitoraggio dei sistemi tecnici.<br />

A parte un’interruzione di due anni,<br />

dal 2007 è membro del comitato settoriale<br />

Sicurezza aerea. È membro della<br />

delegazione negoziale per il CCL.<br />

Luca Dalla Caneva, 45 anni, Application<br />

Operations East, Dübendorf<br />

Lavora presso skyguide da 16 anni<br />

come tecnico della sicurezza aerea nel<br />

settore dell’elaborazione dei dati dei<br />

piani di voli e dei dati radar e dal 2008<br />

è membro del comitato di Settore<br />

Sicurezza aerea. È inoltre membro delle<br />

delegazioni negoziali per il CCL, per le<br />

misure di risparmio e per il regolamento<br />

del picchetto.<br />

Patrik Mächler,48 anni, Maintenance<br />

COM ZRH, Dübendorf<br />

Lavora presso skyguide da 15 anni<br />

come tecnico della sicurezza aerea nel<br />

settore radio e telefonia. Fin dall’inizio<br />

è stato membro di <strong>syndicom</strong>, da un<br />

anno è anche membro del comitato<br />

Sicurezza aerea dove è attivo come<br />

attuario.<br />

Testo: Bettina Büsser<br />

Foto: Patrick Gutenberg<br />

A fianco del sindacato,<br />

un partner forte<br />

skyguide si trova già da tempo in una<br />

fase di transizione. È stata ristrutturata<br />

cercando di rendere tutto più<br />

efficiente. Ci sono stati dei licenziamenti<br />

già prima del coronavirus. Ci<br />

siamo impegnati allo scopo di ottenere<br />

migliori condizioni. Ad esempio,<br />

nel caso di un dipendente skyguide<br />

da 20 anni, siamo riusciti a prorogare<br />

il licenziamento così da permettergli<br />

di frequentare un corso per la ricerca<br />

di un impiego che poi ha effettivamente<br />

trovato.<br />

Il coronavirus ha aggravato ulteriormente<br />

la situazione. Otteniamo<br />

aiuto immediato dalla Confederazione<br />

perché le entrate principali di skyguide,<br />

ovvero il denaro proveniente<br />

dalle compagnie aeree, sono letteralmente<br />

crollate. In compenso la Confederazione<br />

si aspetta che skyguide<br />

risparmi nei prossimi quattro anni<br />

90 milioni di franchi. Scopriremo<br />

solo nel corso del prossimo anno<br />

quali misure saranno adottate. In<br />

ogni caso, ci batteremo affinché il<br />

tutto avvenga in modo equo. E affinché<br />

tutti i gruppi di collaboratori ne<br />

siano interessati allo stesso modo,<br />

ovvero non solo il personale tecnico,<br />

operativo e amministrativo oppure i<br />

controllori, ma anche la direzione e i<br />

manager. Era già stato annunciato<br />

che nel 2021 non sarà previsto alcun<br />

aumento salariale, bensì nel migliore<br />

dei casi un congelamento dei salari.<br />

Tutti i sindacati AOT (personale amministrativo,<br />

operativo e tecnico)<br />

presso skyguide hanno espresso il<br />

loro consenso. Non sappiamo se ci<br />

saranno dei licenziamenti. C’è il timore<br />

che a rischio siano gli ultracinquantenni.<br />

Questo fa paura ad alcuni<br />

collaboratori. Vogliamo stare al loro<br />

fianco. E anche reagire qualora tutto<br />

questo dovesse avverarsi. La qualità<br />

dei colloqui con i collaboratori, i nostri<br />

regolamenti e il sistema salariale<br />

sono ulteriori questioni che trattiamo.<br />

Da noi c’è molta attività di picchetto<br />

e lavoro notturno, e vi sono<br />

regolamenti al riguardo. Ma bisogna<br />

fare in modo che vengano applicati in<br />

modo coerente.<br />

In qualità di sindacato non dobbiamo<br />

mai mollare e dimostrare che<br />

ci siamo. Nei confronti della direzione,<br />

ma anche per i collaboratori.<br />

Facciamo promozione con volantini e<br />

avviciniamo nuovi membri facendo<br />

notare che con il sindacato abbiamo<br />

al nostro fianco un partner forte.<br />

Purtroppo ora simili colloqui non si<br />

possono svolgere, poiché molti lavorano<br />

in home office.


Brevi ma utili<br />

Iniziativa Multinazionali responsabili, oltre il voto \ Basta tagli<br />

alla St-Paul \ Più personale nella logistica \ Congresso 2021 \<br />

Un kit contro le molestie \ I migliori apprendisti viscom \ Contatti<br />

5<br />

Iniziativa Multinazionali<br />

responsabili, oltre il voto<br />

Per il popolo è chiaro: le imprese svizzere<br />

devono assurmersi le loro responsabilità<br />

anche all’estero. Il 50,7% dei<br />

votanti è a favore dell’iniziativa, poi respinta<br />

dal No dei cantoni. Perciò l’USS<br />

vigilerà affinché il controprogetto tenga<br />

conto del sostegno popolare e sia ben<br />

più dell’annunciato, innocuo flyer informativo.<br />

In ogni caso, mai prima d’ora si<br />

era discusso così tanto della responsabilità<br />

globale della Svizzera e del suo<br />

modello d’impresa.<br />

Basta tagli alla St-Paul!<br />

Tre anni dopo la riorganizzazione che<br />

aveva già portato alla perdita di 25 posti<br />

di lavoro, il gruppo friburghese St-Paul<br />

centralizza le tipografie, riunite sotto il<br />

nome «media f», nella sola sede di Bulle<br />

e si parla nuovamente di licenziamenti.<br />

<strong>syndicom</strong> chiede che il gruppo ricorra<br />

alla disoccupazione parziale fino alla<br />

sua massima estensione, e che i sindacati<br />

possano prendere parte, a fianco<br />

della CoPe, alle trattative sul piano sociale,<br />

e che siano trovate tutte le soluzioni<br />

possibili per evitare al massimo i<br />

licenziamenti.<br />

Più personale nella logistica<br />

Il boom del commercio online, dovuto al<br />

confinamento durante la pandemia, ha<br />

portato quest’anno il carico di lavoro<br />

della consegna pacchi a livelli sempre<br />

più alti. A fine novembre, i lavoratori<br />

del centro PostLogistics di Frauenfeld<br />

hanno manifestato e consegnato alla<br />

direzione una petizione che gode di un<br />

ampio sostegno. La loro principale richiesta:<br />

assumere più personale fisso.<br />

Il direttore generale della Posta Roberto<br />

Cirillo ha promesso miglioramenti.<br />

Vedremo e vigileremo.<br />

Congresso 2021<br />

Il congresso di <strong>syndicom</strong>, nel decennale<br />

della sua fondazione, si terrà in<br />

autunno, quando – si spera – verranno<br />

meno le restrizioni per contrastare il<br />

diffondersi della pandemia. Luogo e<br />

date verranno indicati sul sito <strong>syndicom</strong>.ch.<br />

Un kit contro le molestie<br />

Secondo uno studio, il 23% delle donne<br />

e il 10% degli uomini hanno subito molestie<br />

sessuali nell’arco della vita professionale.<br />

E, secondo un sondaggio di<br />

gfs.bern, ben il 59% delle donne ha dovuto<br />

subire contatti, abbracci o baci<br />

indesiderati. Spesso le aziende, in particolare<br />

quelle piccole, faticano a reperire<br />

le risorse necessarie per adottare<br />

le misure di prevenzione previste dalla<br />

legge. Per questo la Conferenza svizzera<br />

delle/dei delegate/i alla parità (CSP)<br />

ha realizzato un kit gratuito, con una<br />

guida, schede informative e video,<br />

rivolto principalmente alle aziende,<br />

per prevenire le molestie sessuali e<br />

sessiste sul posto di lavoro. Al sito<br />

www.equality.ch, in italiano, francese,<br />

tedesco e inglese.<br />

I migliori apprendisti viscom<br />

È avvenuta online la premiazione dei<br />

migliori apprendisti dell’industria grafica<br />

in Ticino. Il Premio Gutenberg 2020 è<br />

stato assegnato a Sebastian Ordas<br />

Fernandez (Tecnologo di stampa, Centro<br />

stampa Ticino), Joshua Venturino<br />

(Interactive Media Designer, CSIA) e<br />

Alex Ruberto (Poligrafo, Salvioni Arti<br />

grafiche, socio <strong>syndicom</strong>).<br />

Contatti<br />

Segretariato <strong>syndicom</strong> Ticino e Moesano<br />

via Genzana 2, 6900 Massagno<br />

Orari: lu e gio 8.00-12.00<br />

ma-me-ve 13.30-17.30<br />

Tel. 058 817 19 61, Fax 058 817 19 66<br />

mail: info@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Gruppo Pensionati Ticino e Moesano<br />

http://ig.<strong>syndicom</strong>.ch/it/pensionati/<br />

gruppo-regionale<br />

email: ernesto.fenner@bluewin.ch<br />

Il segretariato regionale di Massagno<br />

è chiuso per le festività natalizie dal<br />

24 dicembre al 6 gennaio compresi.<br />

Per urgenze tel. 058 817 18 18.<br />

Agenda<br />

Gennaio<br />

Fino al 10<br />

Swiss Press Award<br />

Ultimo termine di iscrizione per i premi<br />

rivolti ai professionisti dei media.<br />

La premiazione avverrà il 28 aprile.<br />

Informazioni e regolamento:<br />

swisspressaward.ch<br />

Fino al 31<br />

Registrazione ProLitteris<br />

Entro fine mese è possibile iscriversi<br />

e registrare le proprie opere (Print,<br />

On line o Broadcast) presso ProLitteris,<br />

per ricevere i relativi diritti d’autore.<br />

Informazioni: prolitteris.ch<br />

Febbraio<br />

6<br />

Assemblea 2021<br />

Sezione Ticino e Moesano<br />

A dipendenza della situazione sanitaria<br />

e delle relative misure comportamentali,<br />

l’assemblea si terrà online oppure<br />

in presenza, in luogo da definire.<br />

Informazioni al sito www.<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Fino al 7<br />

Gezeichnet 2020<br />

Berna, Museo della comunicazione<br />

50 caricaturisti e vignettisti svizzeri<br />

espongono le loro migliori opere<br />

dell’anno. Info: mfk.ch<br />

Fino al 21<br />

Swiss Press Photo 2020<br />

Prangins, Museo Nazionale Svizzero<br />

La consueta rassegna delle migliori immagini<br />

dell’attualità nazionale del 2019.<br />

Info: chateaudeprangins.ch<br />

Marzo<br />

7<br />

Votazioni sulla E-ID<br />

Voto sulla Legge federale sui servizi<br />

d’identificazione elettronica.<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/agenda


6 Dalla parte<br />

Lukas Kaufmann è il fondatore e il direttore operativo di<br />

degli altri<br />

Saetta Verde, uno dei primi servizi di corriere in bicicletta in<br />

Ticino. Dal 2013 Saetta Verde è un'associazione senza scopo<br />

di lucro, con una trentina di dipendenti, tra cui persone in<br />

difficoltà, come i beneficiari di piani occupazionali.<br />

1<br />

Da ottobre avete firmato il contratto.<br />

Come siete giunti a questo risultato?<br />

Premetto che, sin dall’inizio, chi lavorava<br />

presso Saetta Verde aveva un<br />

contratto come dipendente, ma non vi<br />

era la garanzia per un salario minimo<br />

a causa della retribuzione a cottimo.<br />

Con l’entrata in vigore della legge<br />

Post Com del 2012, che impone un<br />

contratto per i corrieri in bici, l’associazione<br />

di categoria Swiss Messenger<br />

Logistic ha avviato una trattativa con<br />

<strong>syndicom</strong>. Dopo 5 anni di contrattazione<br />

si è arrivati a un accordo, che è<br />

stato poi adattato alla realtà ticinese.<br />

2<br />

Come giudicate l’apporto di <strong>syndicom</strong><br />

quale parte sociale?<br />

Bisogna premettere che questa è la<br />

prima volta che è il datore di lavoro a<br />

rivolgersi a un sindacato per avere un<br />

contratto di lavoro. Di solito accade il<br />

contrario! Qui si è costruito tutto da<br />

zero, in un settore in cui i dipendenti<br />

stessi erano poco consapevoli dei loro<br />

diritti, tanto che alcuni avrebbero anche<br />

continuato a lavorare come prima,<br />

a cottimo. <strong>syndicom</strong> è stato fondamentale:<br />

ci ha appoggiato nelle<br />

questioni tecniche e giuridiche.<br />

3<br />

Quali sono i vantaggi per i lavoratori?<br />

Ora sono pagati a ora, con un minimo<br />

di 18 franchi orari, e non più a cottimo,<br />

per ogni consegna. Questo comporta<br />

un grande sforzo organizzativo,<br />

per dare continuità alle consegne e<br />

far sì che l’attività sia ancora redditizia.<br />

Mi spiego meglio: in un turno di<br />

cinque ore spesso abbiamo un picco<br />

di consegne concentrate in poco tempo,<br />

alternate a momenti di inattività.<br />

E ciò ha portato inevitabilmente a<br />

una selezione tra il personale e a ridistribuire<br />

i compiti tra chi fa solo consegne<br />

e chi invece sta in ufficio.<br />

4<br />

Su quali principi si basa l’associazione<br />

Saetta Verde?<br />

Quando ho iniziato come ditta individuale<br />

nel 1998, era quello di dare il<br />

buon esempio, proponendo un trasporto<br />

veloce e verde. Venivo poi da<br />

un’esperienza di servizio civile in una<br />

fattoria dove lavoravano anche persone<br />

disabili. Per questo ho sempre<br />

pensato di aiutare chi è in difficoltà.<br />

Ecologia e sociale guidano anche<br />

l’attività dell’associazione, assieme a<br />

professionalità e affidabilità.<br />

Testo: Giovanni Valerio<br />

Foto: Saetta Verde<br />

5<br />

Come vi posizionate sul mercato?<br />

Non facciamo consegne di food,<br />

come le grandi piattaforme. Se queste<br />

fossero soggette ai minimi salariali<br />

imposti dai cantoni, si ridurrebbe un<br />

po’ la concorrenza: ed è anche l’obiettivo<br />

di Swiss Messenger Logistic. Offriamo<br />

la consegna a domicilio della<br />

spesa, ma non la facciamo. Durante il<br />

lockdown questo ha avvantaggiato le<br />

piattaforme, che però spesso non offrono<br />

garanzie sociali ai corrieri. La<br />

nostra attività principale rimane la<br />

consegna urgente (corriere espresso)<br />

per la quale godiamo di una posizione<br />

affermata sul mercato.<br />

6<br />

Come vede il futuro del vostro lavoro?<br />

Il nostro resta un mercato di nicchia,<br />

limitato allo zaino da 10 chili e all’ultimo<br />

miglio, quindi per consegne urgenti.<br />

Come per il materiale medico o<br />

i documenti ufficiali. In Ticino, la<br />

conformazione del territorio non aiuta<br />

il trasporto in bici. Perciò siamo<br />

anche attivi come corriere in auto<br />

(tutte rigorosamente a gas o elettriche).<br />

Ma con l’apertura della galleria<br />

di base del Ceneri, si potrebbe combinare<br />

il trasporto finale in bici con il<br />

treno, rinunciando così progressivamente<br />

alle auto.


L’ospite<br />

Se puntiamo su misure volte a<br />

incrementare la produttività, la fetta di torta<br />

diventa più grossa per tutti. Su questa base i<br />

sindacati e i datori di lavoro scendono a compromessi.<br />

Ma così facendo trascurano un importante<br />

problema: oggi il nostro benessere non<br />

dipende più dal fatto che la fetta di torta diventi<br />

ancora più grossa, bensì da come l’aumento della<br />

produttività influisce sulla nostra vita sociale.<br />

Nulla di buono: soprattutto il lavoro mal retribuito<br />

viene sempre più organizzato in modo che i<br />

contatti sociali sul lavoro non esistano praticamente<br />

più oppure in modo tale che i colleghi<br />

diventino dei concorrenti. Questo aumenta la<br />

produttività. Inoltre, le richieste del mercato del<br />

lavoro riguardo a una maggiore mobilità e flessibilità<br />

logorano sempre più anche le reti sociali<br />

private. L’azienda diventa quindi il sostituto della<br />

famiglia e lo stress viene ridotto con lo shopping<br />

compulsivo. Questo stabilizza l’economia e la<br />

psiche fino a che la successiva ristrutturazione,<br />

una battuta d’arresto nella carriera, un burn-out<br />

oppure lo shock del pensionamento non creano<br />

uno strappo del filo sottile. La crisi del coronavirus<br />

e la costrizione al telelavoro ci obbligano<br />

a ricomporre il puzzle di luogo di lavoro, tragitto<br />

casa-lavoro, luogo di residenza e vita sociale.<br />

L’ideale è sviluppare forme di lavoro che rafforzino<br />

le reti sociali private senza guastare il<br />

piacere del lavoro retribuito. E il piacere dipende<br />

oramai in gran misura dalla sensazione di fare<br />

qualcosa insieme. Tuttavia, le costrizioni<br />

dell’eco nomia delle aziende restano in essere,<br />

anche se a livello di economia nazionale non<br />

hanno più senso. Anche il miglior lavoro è piacevole<br />

solo finché la baracca non fallisce. Queste<br />

costrizioni devono essere scardinate a livello<br />

interaziendale. I sindacati servono a questo.<br />

Possono segnalare che in questo caso essi non<br />

sono di parte. La solitudine fa male a tutti e non<br />

si può compensare neppure con un salario da<br />

dirigenti.<br />

Quando il lavoro logora<br />

la rete sociale<br />

Werner Vontobel (1946) è economista,<br />

giornalista e pubblicista. Ha lavorato per<br />

diverse testate, tra cui Weltwoche e<br />

Tages-Anzeiger. È stato membro del<br />

comitato di redazione della <strong>rivista</strong> di<br />

economia Cash. Oggi è noto soprattutto<br />

come editorialista di temi relativi all’economia<br />

e alla salute per il Blick.<br />

Nei suoi libri si confronta con questioni<br />

fondamentali di politica economica.<br />

Afferma di scrivere per persone che<br />

non vogliono capire perché un’economia<br />

così efficiente come la nostra contribuisca<br />

così poco a rendere la nostra vita<br />

più piacevole.<br />

Tra le sue opere, «Das Geschwätz<br />

von der freien Marktwirtschaft» (Le favole<br />

sulla libera economia di mercato)<br />

pubblicato nel 1996 come coautore. Oppure<br />

«Arbeitswut. Warum es sich nicht<br />

lohnt, sich abzuhetzen und gegenseitig<br />

die Jobs abzujagen» (La rabbia del lavoro.<br />

Perché non conviene affannarsi e<br />

rubarsi il lavoro a vicenda), scritto con<br />

Philipp Löpfe. Dal 1974 è membro di <strong>syndicom</strong><br />

e delle associazioni che l’hanno<br />

preceduto.<br />

7


Le regole del


L’istituzione di una nuova forma di lavoro<br />

Un modello di lavoro ibrido, al di là dell’emergenza<br />

Problemi che esistono solo a casa<br />

Il telelavoro del vicino è sempre più smart<br />

Dossier 9<br />

l’home office


10 Dossier<br />

Verso una nuova normalità<br />

Il coronavirus ha fatto entrare il telelavoro<br />

nella vita quotidiana di numerose persone.<br />

Molti l’hanno gradito. Ma che fare se dovesse<br />

essere definitivo? Sia a livello sociale che<br />

a livello giuridico si nascondono delle insidie.<br />

Testo: Andres Eberhard<br />

Foto: Remo e Lisa Ubezio<br />

Questo articolo nasce a casa, in un piccolo locale che, a seconda<br />

della situazione, chiamiamo anche sala tv, cabina<br />

armadio o sala giochi. Accanto alla scrivania c’è lo stendino,<br />

fino a poco fa sentivo i bambini scorrazzare nel soggiorno<br />

accanto. Ora sono all’asilo. Lavorare da casa ha i<br />

suoi vantaggi: non devo più andare su e giù in ufficio e posso<br />

gestire il mio orario in modo relativamente libero e autonomo.<br />

Nel frattempo, piego i panni, a pranzo scaldo i<br />

resti dal frigo, nel tardo pomeriggio vado a prendere i<br />

bambini. C’è eventualmente la possibilità di fare un po’ di<br />

jogging nel pomeriggio? Dipende se sono disposto a lavorare<br />

quando i bambini sono a letto.<br />

Moltissime svizzere e svizzeri si trovano nella mia stessa<br />

situazione. Nel 2019, secondo l’Ufficio federale di statistica,<br />

un milione di persone ha fatto ricorso almeno in<br />

parte al telelavoro. A causa della pandemia del coronavirus,<br />

questo numero ha subito un’ulteriore e massiccia impennata.<br />

Vi è motivo di credere che il telelavoro diventerà<br />

a lungo termine la nuova normalità. Ma cosa significa<br />

questo per la nostra vita lavorativa?<br />

Tanti vedono in primo luogo i vantaggi. In effetti alcuni<br />

studi dimostrano che la soddisfazione lavorativa è maggiore<br />

all’interno delle pareti domestiche. Anche il barometro<br />

del telelavoro di <strong>syndicom</strong> parla chiaro: quattro<br />

lavoratori su cinque desiderano lavorare almeno in parte<br />

in telelavoro anche dopo la pandemia. Solo il 6% lo rifiuta<br />

categoricamente.<br />

Ma ciò che durante la pandemia per molti era una gradita<br />

variante al tradizionale lavoro d’ufficio, comporta a lungo<br />

termine anche dei rischi per i lavoratori. In primo luogo,<br />

con il telelavoro viene meno l’interazione sociale. Questo<br />

può divenire un rischio per la salute come sottolineano i<br />

medici del lavoro. Che succede se non vedo più i colleghi?<br />

Se non c’è più la pausa caffè oppure il pranzo con il team<br />

che sono anche occasioni di confronto a livello personale?<br />

Se sono nuovo e conosco i colleghi solo tramite i meeting<br />

in zoom? Gli economisti segnalano che un’insufficiente<br />

interazione sociale compromette anche la produttività del<br />

team. Sconsigliano pertanto dei modelli esclusivi di telelavoro.<br />

In secondo luogo, se il telelavoro diventa la normalità<br />

si pongono delle questioni giuridiche: cos’è considerato<br />

orario di lavoro e cos’è considerato tempo libero? Chi controlla<br />

che vengano fatte delle pause sufficienti e che i dipendenti<br />

non continuino a lavorare di notte o di domenica?<br />

Inoltre, chi paga la sedia ergonomica da ufficio,<br />

internet, la corrente, la riparazione del computer?<br />

Secondo l’attuale legge sul lavoro queste sono cose di<br />

cui devono preoccuparsi i datori di lavoro. Devono tutelare<br />

i loro dipendenti dal sovraccarico di lavoro e dal burnout<br />

adottando relative misure di protezione. Inoltre, devono<br />

pagare i costi legati alla postazione di lavoro.<br />

Ma nel telelavoro molte aziende non adempiono questi<br />

obblighi. Secondo loro, la legge sul lavoro non vale per<br />

il lavoro svolto da casa. Alcuni sostengono che il telelavoro<br />

rappresenti una nuova forma di lavoro a domicilio disciplinato<br />

a parte, per la quale non sono previsti orari di lavoro<br />

massimi o regolamenti per il lavoro notturno e domenicale.<br />

Ma telelavoro e lavoro a domicilio non hanno nulla<br />

a che fare tra loro. Il precursore dell’attuale legge sul lavoro<br />

a domicilio è stato creato 80 anni fa soprattutto per gli<br />

operai dell’industria tessile. Ancora oggi la legge si applica<br />

esclusivamente al lavoro manuale e al lavoro meccanico<br />

industriale. La situazione giuridica in materia di telelavoro<br />

è chiara: i tribunali hanno più volte ribadito che la<br />

legge sul lavoro si applica, per il lavoro da casa, come per<br />

il normale posto di lavoro. Pertanto, i datori di lavoro devono<br />

pagare ad esempio le spese per l’arredamento (sedia,<br />

tavolo, computer, tastiera, luce ecc.) nonché le spese generali<br />

(corrente, internet, carta, riparazioni) a condizione<br />

che queste siano necessarie per svolgere l’attività professionale.<br />

Il Tribunale federale ha addirittura stabilito che,<br />

a seconda dei casi, i datori di lavoro debbano pagare anche<br />

l’affitto dell’ufficio a casa, qualora non mettano loro stessi<br />

a disposizione una postazione di lavoro.<br />

Costi attuali e rischi futuri<br />

Nella pratica però le cose vanno diversamente: in un sondaggio<br />

condotto da <strong>syndicom</strong> tra 2’000 collaboratori Swisscom,<br />

nove persone su dieci hanno affermato che sostengono<br />

almeno in parte le spese supplementari per l’ufficio<br />

a casa. C’è pertanto il pericolo che le aziende abusino del<br />

telelavoro per tagliare le spese. L’economista del mercato<br />

del lavoro Richard Baldwin traccia un quadro davvero<br />

cupo: se il telelavoro si dovesse affermare, le aziende potrebbero<br />

essere indotte a puntare totalmente sulla mano-<br />

Questioni sociali e giuridiche<br />

Chi paga<br />

l’elettricità,<br />

il computer,<br />

internet<br />

e la sedia<br />

da ufficio?


dopera estera a basso costo. Anche se non si dovesse arrivare<br />

a tal punto, i datori di lavoro cercano di approfittare<br />

sempre più della libertà d’interpretazione giuridica, dettando<br />

autonomamente le regole. Un esempio è la «guida<br />

per il telelavoro» elaborata dalle associazioni economiche<br />

della Svizzera romanda. Si tratta di un’aggiunta al contratto<br />

di lavoro che le aziende possono far firmare ai loro collaboratori.<br />

Dandoci un’occhiata ci si rende conto che i doveri<br />

giuridici vengono in molti punti trasferiti ai lavoratori.<br />

Pertanto, questi ultimi si impegnano ad esempio a pagare<br />

gli affitti, il mobilio e internet. Vengono anche ritenuti responsabili<br />

della sicurezza e dell’ergonomia della loro postazione<br />

di lavoro. Vengono «concordati» ulteriori dettagli<br />

che secondo il diritto in vigore rientrano chiaramente nella<br />

responsabilità dei datori di lavoro: le spese per gli strumenti<br />

di lavoro (ad esempio, il computer) oppure il rispetto<br />

degli orari e delle pause. La legalità di tali accordi<br />

supplementari è dubbia. Ciononostante, molti lavoratori<br />

accettano tali proposte. Da un lato non hanno proprio alcuna<br />

scelta. Chi è indisciplinato e si ribella, deve temere<br />

conseguenze negative, nel peggiore dei casi il licenziamento.<br />

Dall’altro lato il telelavoro è spesso un desiderio<br />

degli stessi collaboratori, motivo per cui accettano delle<br />

condizioni quadro così severe.<br />

Desiderio di flessibilità e dilatazione dei tempi<br />

L’attuale realtà lavorativa significa per molte persone una<br />

contraddizione. Da un lato c’è il loro desiderio di flessibilità.<br />

Nel sondaggio <strong>syndicom</strong> condotto presso Swisscom<br />

la libera ripartizione dell’orario di lavoro era l’esigenza<br />

più frequentemente espressa dai collaboratori. Dall’altro<br />

lato c’è la tutela giuridica dal sovraccarico di lavoro. La<br />

legge sul lavoro stabilisce ad esempio che si possa lavorare<br />

solo nell’arco di 14 ore al giorno (pause incluse). Per<br />

molti collaboratori è però già oggi realtà rispondere a un<br />

paio di e-mail alle undici di sera ed essere nuovamente<br />

operativi alle sei del mattino successivo. Cosa che sarebbe<br />

La legge sul lavoro<br />

deve essere rispettata<br />

anche a domicilio<br />

illegale. Alcuni politici chiedono pertanto di allentare la<br />

legge. I medici del lavoro lo sconsigliano. Pause più corte<br />

comporterebbero tutta una serie di sintomi psicosomatici<br />

come il mal di schiena, disturbi del sonno o esaurimento<br />

emotivo. In altre parole: quanto più il tempo in telelavoro,<br />

tanto maggiore il pericolo di una giornata di fatto di 24<br />

ore, con i rischi sanitari associati. La legge sul lavoro vigente<br />

tutela i lavoratori da tutto questo. E in un certo qual<br />

modo anche da loro stessi.<br />

Che fare quindi? Su questa domanda <strong>syndicom</strong> ha richiesto<br />

una perizia giuridica a Kurt Pärli, docente di diritto<br />

privato all’Università di Basilea. Il risultato: dato che la<br />

situazione giuridica è univoca, una modifica della legge<br />

non è di rilevanza prioritaria. Tuttavia, servono delle misure<br />

per far rispettare effettivamente la legge sul lavoro<br />

anche durante il telelavoro. (v. intervista alle pagine 22 e<br />

23). La palla passa quindi ai sindacati e ai loro partner sociali.<br />

Pärli consiglia inoltre di stabilire contrattualmente<br />

che la modalità «solo telelavoro» non diventi la regola. Una<br />

volta in telelavoro non dovrebbe significare «telelavoro<br />

per sempre». Questo vale del resto anche per questo articolo.<br />

Ho sì rinunciato al mio jogging pianificato, ma anche<br />

al lavoro notturno. L’articolo l’ho quindi ultimato il<br />

giorno successivo nell’ufficio condiviso.<br />

Il sondaggio di <strong>syndicom</strong> sul telelavoro:<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/telelavoro


12<br />

Dossier<br />

Un modello di lavoro ibrido,<br />

al di là dell’emergenza<br />

A causa delle misure sanitarie, molte persone<br />

hanno iniziato a lavorare in home office. Per<br />

qualcuno è stato soltanto un inizio. Sono in<br />

molti, infatti, ad apprezzarlo, come afferma il<br />

sondaggio effettuato da <strong>syndicom</strong> in primavera,<br />

proprio durante il lockdown. Ma cosa accadrà<br />

in futuro, quando passerà la pandemia?<br />

Testo: Giovanni Valerio<br />

«Quelle prese finora, sono misure in un’ottica d’emergenza»,<br />

afferma Giorgio Pardini, responsabile del settore ICT<br />

di <strong>syndicom</strong>. «Come sindacato, il nostro compito è di preparare<br />

il terreno per il dopo Covid, in modo che il lavoro<br />

in home office sia reso possibile laddove il tipo di lavoro<br />

lo consente. Non si tratta di cambiare la legge (e la perizia<br />

giuridica di Kurt Pärli ci ha dato ragione), ma di puntare<br />

sui contratti collettivi. In questo caso, come partner sociali<br />

dobbiamo chiedere che il datore di lavoro adempia le<br />

sue responsabilità nel tutelare la salute dei dipendenti,<br />

mettendo a disposizione gli strumenti necessari, ma anche<br />

garantendo un posto di lavoro in loco nelle aziende. In<br />

secondo luogo, dobbiamo lottare affinché il lavoratore abbia<br />

anche lui il diritto di scegliere se vuol lavorare in home<br />

office. Finora, solo l’impresa può offrire la possibilità di<br />

svolgere il lavoro a domicilio. Ma è necessario che questo<br />

diritto sia pari, da ambo le parti. Infine, anche in queste<br />

nuove forme di lavoro bisogna garantire i diritti di informazione<br />

sindacale, di contribuire al dialogo con le commissioni<br />

aziendali in virtù della Legge sulla Partecipazione,<br />

e infine di coinvolgimento nell’impresa, affinché il<br />

personale sia integrato nel ciclo produttivo».<br />

Incontri virtuali<br />

Anche il sindacato sta cambiando, per avvicinarsi ai lavoratori<br />

in questo nuovo contesto. Ad esempio, in Swisscom<br />

è partito un progetto dei fiduciari con la commissione del<br />

personale per coinvolgere i colleghi che lavorano da casa.<br />

Questi ultimi ricevono degli inviti per partecipare online,<br />

attraverso piattaforme come Teams, a una specie di «caffè<br />

virtuale». Questo anche perché, come emerso dal sondaggio,<br />

spesso quando si lavora da casa non si fanno le pause.<br />

Questi nuovi modelli di contatto si potrebbero applicare<br />

ad altri ambiti, come nel recapito mattutino e degli stampati,<br />

spiega Matteo Antonini: «I lavoratori di Presto o di<br />

Direct Mail non lavorano da casa, certo, ma non hanno<br />

neppure un vero e proprio posto di lavoro e non incontrano<br />

i colleghi. I contatti sindacali si fanno attraverso le<br />

commissioni del personale, ma anche su WhatsApp o su<br />

facebook, è un lavoro da certosino». Nel nuovo Contratto<br />

collettivo della Posta, informa Antonini, «l’opportunità di<br />

lavorare in home office, ove possibile, è ancora a livello<br />

embrionale. C’è solo una dichiarazione di intenti, con cui<br />

la Posta favorisce soluzioni di lavoro moderne». Tuttavia,<br />

la soluzione dell’home office è stata parecchio praticata a<br />

PostFinance, durante il lockdown e quando le misure sanitarie<br />

lo hanno richiesto. Recentemente, anche i teamleader<br />

di PostLogistics in Ticino hanno ottenuto la possibilità<br />

di svolgere alcuni lavori amministrativi in home office.<br />

Ma questo soltanto ora, eccezionalmente.<br />

Andare oltre<br />

«Da anni siamo aperti ai nuovi modelli di lavoro», afferma<br />

ancora Giorgio Pardini. «Anzi, nei casi in cui il sindacato<br />

non era preparato, ci sono stati problemi di adattamento<br />

da parte delle aziende. Penso, ad esempio, nell’amministrazione<br />

federale. Proprio perché <strong>syndicom</strong> ha cercato di<br />

anticipare i processi, le aziende dei nostri settori hanno<br />

saputo affrontare il periodo del lockdown: UPC ha dato un<br />

voucher ai dipendenti, Swisscom ha fornito gli strumenti<br />

per lavorare da casa… Ora si tratta di andare oltre, di proiettare<br />

le nostre rivendicazioni oltre la crisi, con la convinzione<br />

che il lavoro del futuro sarà sempre più ibrido, dando<br />

più autonomia e fiducia ai lavoratori. E non sarà mai<br />

totalmente in home office, ma anche in azienda perché i<br />

lavoratori possano partecipare al flusso di lavoro, anche<br />

come scambio intellettuale».<br />

Evitare l’isolamento<br />

«È necessario incontrarsi anche per molti giornalisti», racconta<br />

Stephanie Vonarburg, responsabile del settore<br />

Stampa e Media elettronici. «L’home office ha raccolto i favori<br />

di chi deve fare lunghi viaggi per raggiungere il posto<br />

di lavoro o chi ha situazioni familiari particolari. Ma altri<br />

criticano questa forma di isolamento. Spesso gli scambi<br />

professionali e informali consentono lo sviluppo di idee<br />

per nuovi articoli o diversi approcci. In ogni caso, la legge<br />

sul lavoro è la base, anche per il telelavoro. Quello che <strong>syndicom</strong><br />

offre ai soci è la consulenza individuale o collettiva.<br />

Ad esempio, a Keystone-ATS eravamo e siamo tuttora in<br />

contatto per il nuovo regolamento sull’home office».<br />

I dati nel reportage di swissinfo:<br />

bit.ly/3fIurag


Dossier<br />

«In ufficio regnava la confusione»<br />

13<br />

Il telelavoro sta vivendo un vero boom.<br />

Questa forma di lavoro offre dei vantaggi,<br />

ma cela anche dei rischi. Ecco quali.<br />

Testo: Basil Weingartner<br />

Nessun compagno di scrivania che urla nelle cuffie. Nessuna<br />

dozzina di altre persone nella stanza che telefonano<br />

contemporaneamente. Cornelia Lenski se ne sta seduta<br />

nel suo appartamento con le cuffie in testa – e lavora. «A<br />

casa è tutto molto più tranquillo», afferma la collaboratrice<br />

del call center a proposito della sua attuale giornata lavorativa<br />

in home office.<br />

Con la pandemia, molte persone sono divenute dei lavoratori<br />

in home office. All’inizio di marzo, con l’arrivo del<br />

coronavirus, il datore di lavoro di Lenski, la Capita Customer<br />

Services SA di Tägerwilen, aveva avviato il primo progetto<br />

pilota di telelavoro. Prima tutti i lavoratori stavano<br />

in uffici open space ciascuno dei quali ospitava circa 75<br />

persone. Lo stress dovuto alla fretta e il chiasso erano<br />

enormi, afferma Lenski, che presso il suo datore di lavoro<br />

svolge anche la funzione di presidente della commissione<br />

del personale. Considera molto positivo il fatto di aver dovuto<br />

lavorare da casa dopo lo scoppio della pandemia.<br />

Lenski non è l’unica. L’80% dei dipendenti che lavora in<br />

home office afferma di essere «abbastanza soddisfatto» o<br />

«molto soddisfatto». Lo dimostrano i risultati di un sondaggio<br />

condotto a marzo e aprile su incarico di <strong>syndicom</strong>.<br />

Le persone che desiderano continuare a lavorare in home<br />

office si sono dette particolarmente soddisfatte. Il carattere<br />

volontario è quindi importante, ma è anche un obbligo<br />

giuridico. «Il telelavoro deve essere concordato con il lavoratore<br />

e non può essere prescritto generalmente», afferma<br />

il segretario centrale di <strong>syndicom</strong> Daniel Hügli.<br />

Problemi che si riscontrano lavorando da casa<br />

Nel sondaggio, il 60% afferma che lavorare da casa riduce<br />

lo stress, il 62% si sente più produttivo, il 55% anche più<br />

creativo. Ciononostante, Marc Wälti non vuole lavorare<br />

permanentemente da casa. Il data manager operativo<br />

presso Swisscom afferma di aver troppo poco spazio per<br />

lavorare e di non essere neppure adeguatamente attrezzato.<br />

Nell’ambito del sondaggio, la metà degli intervistati afferma<br />

che l’ergonomia sulla postazione di lavoro è «carente».<br />

C’è un altro punto a sfavore del telelavoro permanente:<br />

«Se lavoro da casa, vita lavorativa e privata non sono sufficientemente<br />

separate». Wälti, da 25 anni membro di <strong>syndicom</strong>,<br />

dubita che i lavoratori siano ancora soddisfatti<br />

dopo un lungo periodo di tempo in home office. In effetti,<br />

subito dopo le prime misure adottate per contrastare la<br />

diffusione del coronavirus, il 54% degli intervistati ha affermato<br />

che lavorare da casa provoca un senso di solitudine.<br />

Cornelia Lenski, nella sua funzione di presidente della<br />

commissione del personale, è a conoscenza di un collaboratore<br />

di un call center che ha lottato per poter rientrare<br />

in ufficio. Lenski è consapevole che il lavoro in home office<br />

non va bene per tutti.<br />

Né open space né telelavoro<br />

Una «buona soluzione» l’ha trovata Marc Wälti. Dalla scorsa<br />

primavera non lavora più nell’open space di Swisscom<br />

nei dintorni di Berna, dove fino ad allora aveva fatto il pendolare<br />

usando i mezzi pubblici. Insieme a tre colleghe e<br />

colleghi, sta ora in un locale tecnico in disuso di Swisscom<br />

non lontano da casa. Swisscom supporta queste soluzioni.<br />

«Fare i pendolari non è un modello auspicabile, anche a<br />

causa del bilancio ecologico», fa notare Wälti.<br />

Il sondaggio dimostra che solo il 45% dei dipendenti<br />

percepisce un rimborso spese per gli oneri aggiuntivi generati<br />

dal telelavoro. Anche presso Swisscom, che Wälti<br />

considera del resto come esemplare, sono attualmente in<br />

corso delle trattative. Per Wälti, che nel suo reparto funge<br />

anche da vicepresidente della rappresentanza del personale,<br />

una cosa è chiara: il rimborso spese è assolutamente<br />

necessario. Daniel Hügli chiede che la protezione dei lavoratori<br />

venga garantita anche a casa e non venga indebolita.<br />

Poiché è vero che il telelavoro offre opportunità, ma crea<br />

anche nuovi rischi: «Urgono quindi soluzioni bilanciate<br />

da negoziare insieme a tutti gli interessati».<br />

I risultati del sondaggio : <strong>syndicom</strong>.ch/telelavoro


14<br />

Dossier<br />

Il telelavoro del vicino è sempre<br />

più «smart»<br />

La pandemia da coronavirus cambierà il mondo<br />

del lavoro. Ovunque si sta puntando necessariamente<br />

sempre più sul telelavoro. Come viene<br />

regolamentato il lavoro da casa negli altri<br />

Stati? Ecco una panoramica.<br />

Testo: Christian Capacoel<br />

In Italia il telelavoro è «smart» e pratico. Anche nella vicina<br />

Penisola i lavoratori sono stati spediti a casa in primavera.<br />

La maggior parte delle aziende ha prorogato questo regime<br />

sino alla fine dell’anno. Il timore degli uffici affollati è<br />

grande dopo che il paese ha registrato più di 55mila decessi<br />

dovuti al coronavirus. Nel lockdown, durante la prima<br />

ondata di coronavirus, il 90% dei dipendenti ha dovuto restare<br />

a casa. Attualmente, il 34% dei lavoratori è tuttora in<br />

telelavoro, soprattutto delle grandi aziende e dell’amministrazione<br />

pubblica. Secondo un recente sondaggio, più<br />

di un’azienda su due intende restare in telelavoro anche<br />

nel 2021. Ma non è così da molto: fino a poco tempo fa l’Italia<br />

era molto indietro in materia di lavoro da casa. Ora<br />

invece lo «Smart working» va di moda. E per alcuni è davvero<br />

«smart» (ovvero, intelligente) non dover più essere costantemente<br />

presenti. Poiché ora in Italia negli uffici regna<br />

la burocrazia da coronavirus: le autorità italiane<br />

chiedono alle aziende misurazioni quotidiane della febbre<br />

e la firma di tutti i lavoratori che vanno in ufficio.<br />

In Austria la richiesta di telelavoro è molto grande, ma<br />

la legislazione è in ritardo con il quadro normativo. A metà<br />

settembre il governo federale austriaco ha pertanto convocato<br />

un gruppo di lavoro, composto da ministero del lavoro,<br />

sindacati e datori di lavoro, che intende presentare i<br />

primi risultati nella primavera 2021. Finora la possibilità<br />

del telelavoro in Austria si basa su accordi aziendali e contratti<br />

di assunzione. Non c’è una definizione unitaria, ad<br />

esempio relativa al luogo in cui il lavoro viene considerato<br />

telelavoro. Per la Camera del lavoro, in cui sono rappresentati<br />

tutti i lavoratori, nella nuova legge è necessario stabilire<br />

i punti relativi a protezione dei lavoratori, assicurazione<br />

contro gli infortuni, protezione dei dati e altri temi<br />

centrali.<br />

Verso modelli ibridi nelle grandi aziende<br />

Negli Stati Uniti la politica non ha voce in capitolo in materia<br />

di telelavoro. Le aziende decidono autonomamente<br />

come e dove lavorano i loro dipendenti. La tendenza è<br />

chiara: sempre più aziende smantellano postazioni di lavoro<br />

in ufficio perché questo non solo riduce i costi e tutela<br />

l’ambiente, ma soprattutto perché contribuisce alla<br />

soddisfazione dei collaboratori. Le aziende come il servizio<br />

di scambio di messaggi brevi Twitter di San Francisco<br />

hanno completamente eliminato le postazioni di lavoro in<br />

ufficio. Ciò che conta è solo che il lavoro deve essere fatto<br />

ed è possibile farlo anche da casa. Presso Google, Facebook<br />

e Apple, i lavoratori possono attualmente lavorare da<br />

casa. Ma al più tardi alla fine del prossimo anno dovranno<br />

rientrare in ufficio. Nel medio e nel lungo termine tutte le<br />

aziende pianificheranno dei modelli ibridi. Questo significa<br />

che in futuro si continuerà eventualmente a trascorrere<br />

ancora il 50% del proprio orario di lavoro in azienda e il<br />

resto in telelavoro. Nella Silicon Valley si vede già chiaramente<br />

uno degli effetti: ci sono meno code.<br />

In Germania si discute di un «diritto al telelavoro». Infatti<br />

non è previsto un diritto al telelavoro come avviene ad<br />

esempio da luglio 2015 nei Paesi Bassi, e pare che se dovesse<br />

passare la legge si tratterebbe di un diritto chiaramente<br />

limitato. La bozza di legge, presentata inizialmente<br />

e nel frattempo già ritirata, prevedeva un diritto al lavoro<br />

mobile o al telelavoro per 24 giorni all’anno. In caso di un<br />

diritto al telelavoro stabilito per legge, le aziende dovrebbero<br />

in linea di principio concederlo a quei lavoratori che<br />

desiderano lavorare da casa. Un rifiuto sarebbe possibile<br />

solo presentando delle motivazioni di urgente necessità<br />

da parte dell’azienda. Attualmente la decisione relativa<br />

alla possibilità di lavorare in telelavoro spetta principalmente<br />

ancora al datore di lavoro. In linea di principio, i<br />

collaboratori non possono esigere dall’azienda di lavorare<br />

da casa.<br />

La brochure dettagliata della Seco sulla situazione giuridica attuale<br />

bit.ly/2VqpOsr<br />

Fotoreportage<br />

Come si presentava effettivamente la situazione del telelavoro<br />

in piena crisi da coronavirus? Ciò che <strong>syndicom</strong> ha<br />

tentato di scoprire tramite un sondaggio è stato esplorato<br />

dalla coppia di fotografi Remo e Lisa Ubezio, in un’ambiziosa<br />

documentazione fotografica corredata di testi.<br />

Il 16 marzo scorso, quando il Consiglio federale ha deliberato<br />

il lockdown, i lavoratori indipendenti del settore creativo si<br />

sono trovati praticamente senza lavoro. Remo e Lisa Ubezio<br />

hanno fatto di necessità virtù e hanno avviato il progetto fotografico<br />

«Together at home». Tra inizio aprile e il 10 maggio<br />

hanno ritratto 230 persone nel loro ambiente domestico e<br />

nel loro appartamento condiviso facendosi raccontare come<br />

se la sono passata durante il telelavoro. Il progetto artistico<br />

prevede un volume illustrato e una mostra. Cinque immagini<br />

della serie arricchiscono la nostra <strong>rivista</strong>.<br />

«togetherathome.ch» fa parte del progetto europeo «lockdowneurope.org»


Checklist telelavoro/lavoro in mobilità<br />

Questa checklist intende sensibilizzare i lavoratori e i membri delle rappresentanze del personale sul tema<br />

del telelavoro/lavoro in mobilità oppure sulla negoziazione di accordi corrispondenti. <strong>syndicom</strong> sarà lieto di supportarti.<br />

Diritti<br />

Checkliste<br />

In azienda c’è un regolamento, delle istruzioni o un articolo nel contratto collettivo di lavoro sul telelavoro/lavoro in mobilità?<br />

La rappresentanza del personale e/o il sindacato hanno la possibilità di entrare<br />

in contatto con te attraverso supporti elettronici (e-mail, WhatsApp, Zoom ecc.)?<br />

Il datore di lavoro ha dei motivi importanti (pandemia, guasti sul posto di lavoro ecc.), per cui ha disposto il lavoro in home office?<br />

Dato che in linea di principio l’azienda è considerata come luogo di lavoro, il lavoro in home office/mobilità è considerato facoltativo?<br />

Con i lavoratori interessati esiste un accordo scritto a tempo determinato o a scadenza annuale?<br />

Condizioni generali<br />

È indicato per iscritto che il datore di lavoro è tenuto ad applicare anche per il telelavoro le disposizioni della legge sul lavoro<br />

(ad es. riposo, divieto fondamentale di lavorare di notte e di domenica, orario di lavoro massimo) e del Codice delle obbligazioni?<br />

La tua postazione di lavoro ha tutti i requisiti in termini di condizioni di luce e di spazio nonché degli strumenti di lavoro?<br />

Il datore di lavoro ha adottato delle misure adeguate che contrastano l’isolamento sociale?<br />

Ci sono dei controlli (ad es. dell’ispettorato del lavoro, degli specialisti oppure di una<br />

commissione paritetica) per verificare se sono rispettate le disposizioni in materia di salute?<br />

Vieni trattato allo stesso modo di chi lavora in ufficio, affinché non emergano<br />

svantaggi per la tua carriera professionale, la valutazione e le possibilità di formazione?<br />

Il datore di lavoro ha precedentemente effettuato una valutazione dell’infrastruttura<br />

per non creare ripercussioni sulla tua salute e sulla tua sicurezza?<br />

È regolamentato il telelavoro dall’estero (qualità, obblighi fiscali, contributi sociali, protezione dei dati ecc.)?<br />

Ore di lavoro<br />

Hai la possibilità di registrare il tuo orario di lavoro con mezzi adeguati (programma computer, app sul telefonino ecc.)?<br />

È stato concordato in che giorni della settimana e in quali fasce orarie debba essere svolto il telelavoro/il lavoro in mobilità?<br />

Puoi adeguare i tuoi orari in modo flessibile e autonomo?<br />

È stato stabilito in che modo e quando devi essere reperibile (es. diritto alla non reperibilità al di fuori degli orari di lavoro)?<br />

Costi<br />

Esiste un accordo con il datore di lavoro per stabilire chi deve fornire gli strumenti<br />

di lavoro e il materiale (computer, telefono cellulare, sedia e tavolo da ufficio ecc.)?<br />

Se il datore di lavoro non paga per gli strumenti di lavoro e il materiale, è<br />

prevista un’indennità o la tua postazione è sempre a disposizione in ufficio?<br />

Viene espressamente indicato che tutte le altre spese per svolgere il tuo lavoro vengono rimborsate dal datore di lavoro?<br />

In caso di difficoltà, il datore di lavoro si fa carico del rischio aziendale e comunque<br />

ti garantisce sempre il salario, senza registrare per questo un saldo negativo?<br />

Protezione dei dati<br />

Sai se e fino a che punto il datore di lavoro registra e valuta le tue attività al computer e/o in rete (misure di sorveglianza tecniche)?<br />

Nel caso in cui il datore di lavoro volesse applicare delle misure di sorveglianza, è stato<br />

concesso a te o alla rappresentanza del personale di stabilire insieme l’attuazione delle misure?<br />

Hai domande? Ti serve supporto nei confronti del datore di lavoro?<br />

Non state facendo progressi come rappresentanza del personale? Contattateci, siamo al vostro fianco.<br />

All’indirizzo info@<strong>syndicom</strong>.ch oppure al numero di telefono 058 817 18 18<br />

Al sito <strong>syndicom</strong>.ch/telelavoro potete scaricare e stampare la checklist in formato pdf.


16<br />

Dalle<br />

professioni<br />

La sicurezza al primo posto<br />

All’inizio di novembre, gli spettatori del programma A Bon Entendeur<br />

sulla RTS sono rimasti impressionati da un reportage sulla sicurezza<br />

inerente al trasporto scolastico. L’attenzione si è concentrata sul servizio<br />

fornito da AutoPostale nel comune di La Chaux-du-Milieu nel<br />

Cantone di Neuchâtel. Gli scolari di questa regione sono costretti da<br />

diverse settimane a prendere l’autobus di linea e non lo scuolabus, il<br />

che può metterli a rischio. La legge richiede infatti l’uso delle cinture<br />

di sicurezza sugli scuolabus, ma non sugli autobus di linea. Un incidente<br />

si è verificato a Friburgo, altri sono da temere visto che il/la<br />

conducente deve gestire più di 50 allievi, alcuni in piedi, su autobus<br />

sovraccarichi. Il dito è stato subito puntato contro le compagnie di<br />

trasporto, tra cui AutoPostale, e i nostri colleghi e le nostre colleghe<br />

sono stati/e chiamati/e in causa dalla popolazione. Tuttavia, dietro a<br />

questa situazione inaccettabile si nasconde la questione della responsabilità<br />

della collettivizzazione e una certa idea di servizio pubblico.<br />

Sono infatti i Comuni (e i Cantoni) che si occupano di organizzare<br />

le linee di scuolabus. Questo servizio non è gratuito e alcuni<br />

Comuni sono riluttanti a pagare. Nel Vallese, il Comune di Saxon si<br />

è distinto per aver rifiutato uno scuolabus alla metà del villaggio che<br />

vive in quota, costringendo i genitori a organizzare una manifestazione.<br />

Alcune regioni stanno vivendo situazioni economiche difficili e<br />

certi Comuni non nuotano nell’oro, ma alcuni hanno semplicemente<br />

scommesso troppo sulla concorrenza fiscale, con funzionari eletti<br />

che non mettono le necessità delle famiglie al primo posto. La sicurezza<br />

dei nostri figli è in gioco anche nelle elezioni comunali.<br />

Dominique Gigon<br />

Per un trasporto scolastico sicuro, i comuni devono mettere<br />

mano al portafogli. Soprattutto in tempo di pandemia. (© <strong>syndicom</strong>)<br />

Il reportage di RTS sul trasporto scolastico (in francese)<br />

bit.ly/3kI4AQE<br />

Senza sostegno<br />

all’online, i media<br />

non hanno futuro<br />

Stephanie Vonarburg è vicepresidente di <strong>syndicom</strong><br />

e responsabile settore Stampa e media elettronici<br />

Se fossero dei bambini, si parlerebbe<br />

di una reazione a catena. Dalla<br />

Commissione delle telecomunicazioni<br />

del Consiglio nazionale (CTT-N) ci<br />

si aspetterebbe invece qualcosa di diverso:<br />

un po’ di moderazione quando<br />

si tratta di decidere del futuro dei media.<br />

Ciononostante, la maggioranza<br />

borghese della CTT-N ritarda nuovamente<br />

il pacchetto di misure per la<br />

promozione dei media. Questo sebbene<br />

il Consiglio nazionale abbia impartito<br />

ancora a settembre alla sua commissione<br />

un incarico ben diverso:<br />

integrare i media online nel pacchetto<br />

relativo alla promozione dei media<br />

praticamente ultimato.<br />

Nella loro seduta di novembre, i<br />

partiti borghesi non hanno lasciato<br />

nulla di intentato per rimandare il tanto<br />

atteso e urgentemente necessario<br />

supporto pubblico dei media online.<br />

Essi richiedono ennesimi accertamenti<br />

su questioni costituzionali mischiando<br />

nel dibattito etico le attività<br />

online della SSR. Senza una base, poiché<br />

è opinione diffusa che la SSR non<br />

riceva alcuna prestazione dalle misure<br />

predisposte.<br />

Tutto questo a beneficio e a scapito<br />

di chi? A lungo termine non ne beneficia<br />

nessuno – tanto meno gli operatori<br />

dei media le cui redazioni e budget per<br />

i freelance vengono ridotti. Ma questo<br />

danneggia tutti noi: l’opinione pubblica<br />

che vuole informarsi su diversi<br />

fronti e con una qualità affidabile, indipendentemente<br />

se su carta oppure<br />

online. E danneggia in particolare le<br />

aziende mediatiche più piccole e poco<br />

redditizie dal punto di vista finanziario<br />

che già ora in molte regioni garantiscono<br />

un residuo di varietà nel giornalismo<br />

locale e regionale. <strong>syndicom</strong><br />

si batte anche per questi piccoli media<br />

più giovani, ma non meno importanti.<br />

Stephanie Vonarburg<br />

L’appello di <strong>syndicom</strong> e SSM:<br />

bit.ly/3mpxaIn


«Se si vuole che qualcosa cambi, non si può semplicemente<br />

stare a guardare, ma bisogna essere attivi» Simon Kiener<br />

17<br />

Illustratori al nastro di partenza<br />

Con un’assemblea online, è stata celebrata ufficialmente la fondazione<br />

della nuova categoria professionale. Con le voci, le idee,<br />

l’entusiasmo e le preoccupazioni dei professionisti del settore.<br />

Sinergie con il sindacato<br />

È pertanto possibile approfittare delle<br />

conoscenze e dell’esperienza di <strong>syndicom</strong>,<br />

che si impegna ad esempio nel<br />

settore della stampa per un contratto<br />

collettivo di lavoro e per il rafforzamento<br />

degli operatori dei media freelance.<br />

Inoltre, grazie a <strong>syndicom</strong> si ottiene<br />

un’importanza politica, ha<br />

affermato Nadja Baltensweiler, che fa<br />

parte del team ristretto della categoria<br />

professionale delle illustratrici e degli<br />

illustratori. «Se ci riuniamo sotto questo<br />

nome, potremo far sentire la nostra<br />

voce» .<br />

Tutto ha avuto inizio con un manifesto<br />

sottoscritto da otto persone (come abbiamo<br />

raccontato sul numero 18). Ora<br />

le illustratrici e gli illustratori fanno<br />

ufficialmente parte del sindacato <strong>syndicom</strong>:<br />

il 13 novembre la nuova categoria<br />

professionale ha celebrato, in<br />

occasione di un evento virtuale, la sua<br />

fondazione all’interno del settore Comunicazione<br />

visiva di <strong>syndicom</strong>. Circa<br />

50 persone interessate hanno assistito<br />

all’evento online confrontandosi assiduamente.<br />

Si è parlato ad esempio dei<br />

servizi di <strong>syndicom</strong> dedicati ai membri<br />

(dalla consulenza alla rappresentanza<br />

degli interessi passando per la<br />

protezione giuridica ), ma anche degli<br />

obiettivi e delle esigenze che le illustratrici<br />

e gli illustratori intendono affrontare<br />

in futuro.<br />

Le esigenze della nuova categoria<br />

Il gruppo può già poggiare su una solida<br />

base: il sito web «How the f*ck do I<br />

survive?» fornisce informazioni sul lavoro<br />

autonomo, lo «Starter-Kit» elaborato<br />

dal gruppo ristretto contiene diversi<br />

documenti per l’organizzazione<br />

del lavoro, come ad esempio dei modelli<br />

per i preventivi, le fatture o la contabilità.<br />

«Voi avete posto le fondamenta,<br />

ora possiamo vedere quali sono i<br />

temi più urgenti da affrontare insieme»,<br />

ha affermato Michael Moser, segretario<br />

centrale di <strong>syndicom</strong>.<br />

Era chiaro sin dall’inizio che ci fosse<br />

una grande esigenza di confronto e<br />

Ad agosto si erano incontrati 8 illustratori, ora il<br />

gruppo della categoria è una realtà. (© <strong>syndicom</strong>)<br />

di collegamento in rete. Ciò sarebbe<br />

potuto avvenire attraverso incontri, forum,<br />

eventi online oppure laboratori,<br />

queste solo alcune delle idee proposte.<br />

Un’ulteriore esigenza era quella di<br />

chiarire e rafforzare la posizione della<br />

categoria: molti membri auspicavano<br />

migliori informazioni in materia di tariffe,<br />

diritti d’uso e contratti quadro,<br />

in modo da non essere messi gli uni<br />

contro gli altri nell’assegnazione degli<br />

incarichi, e affinché i newcomer della<br />

professione non abbiano un influsso<br />

negativo sul mercato o non vengano<br />

sfruttati.<br />

Una bella energia positiva<br />

È inoltre emerso il desiderio di un perfezionamento<br />

a livello di contenuti,<br />

non solo per illustratori all’inizio della<br />

carriera, ma anche per professionisti<br />

con esperienza. «Tutti i membri devono<br />

poterne beneficiare, anche le persone<br />

già affermate nel settore», ha affermato<br />

Rina Jost del gruppo ristretto<br />

dei primi otto ad aver sottoscritto il<br />

manifesto. Si è parlato di temi come la<br />

protezione giuridica professionale, la<br />

cassa pensioni e le assicurazioni collettive,<br />

ma non da ultimo si sono tenute<br />

anche discussioni concettuali,<br />

come ad esempio la riflessione critica<br />

relativa alla parità dei sessi o al razzismo<br />

nelle illustrazioni.<br />

«Il sindacato è in definitiva ciò che<br />

ne fanno le persone», ha affermato Simon<br />

Kiener, anch’egli appartenente al<br />

gruppo ristretto. «Se si vuole che qualcosa<br />

cambi, non si può semplicemente<br />

stare a guardare, ma bisogna essere<br />

attivi». Come dimostrato dall’evento<br />

di fondazione, la motivazione e l’interesse<br />

non mancano.<br />

Eva Hirschi<br />

L’evento si può vedere online:<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/illumitglieder<br />

Più violenza domestica<br />

dovuta al lockdown<br />

Patrizia Mordini è responsabile per le pari opportunità<br />

e membro del Comitato Direttivo<br />

Quando in primavera è iniziato il lockdown,<br />

gli esperti hanno messo in guardia<br />

che il confinamento avrebbe potuto<br />

provocare un aumento della<br />

violenza domestica, che rappresenta<br />

già una triste realtà quotidiana. Nel<br />

2019 sono stati segnalati dalla polizia<br />

19’669 reati, di cui 79 tra omicidi o tentati<br />

omicidi. Circa la metà dei reati si è<br />

verificata in unioni domestiche esistenti.<br />

I tre quarti delle vittime sono<br />

donne. A giugno, la task force della<br />

Confederazione ha riferito che il temuto<br />

aumento non si è verificato. È<br />

stata però ignorata la segnalazione dei<br />

centri per l’aiuto alle vittime secondo<br />

cui in alcuni Cantoni si è registrato un<br />

aumento delle consulenze, come<br />

emerge dalle segnalazioni della polizia.<br />

Ad esempio, la polizia cantonale<br />

di Zurigo riferisce di circa il 10% di casi<br />

in più rispetto all’anno precedente e<br />

anche a Berna si segnala una tendenza<br />

in netta crescita. Gli esperti presumono<br />

che questo aumento sia collegato<br />

alla crisi da coronavirus: l’incertezza,<br />

la paura di perdere il posto di lavoro, il<br />

telelavoro o la quarantena in piccole<br />

abitazioni sono alcuni dei fattori. <strong>syndicom</strong><br />

lotta per buone condizioni di<br />

lavoro e sostiene l’attuale campagna<br />

«16 giorni contro la violenza sulle donne»<br />

dell’ONG cfd. La task force deve<br />

agire rapidamente e adottare le misure<br />

necessarie. Poiché ogni atto di violenza<br />

domestica è un atto di troppo.


18<br />

Dalle<br />

professioni<br />

«Una bella vittoria per Gilles e per il sindacato» Senol Kilic<br />

Uno per tutti, tutti per uno!<br />

I fiduciari devono essere tutelati da atti ostili dei dirigenti. Per<br />

questo è stato necessario dare un segno di solidarietà forte al<br />

postino Gilles Lothé, membro della commissione del personale.<br />

I fiduciari sono dei membri attivi che<br />

si impegnano per la tutela degli interessi<br />

e delle richieste dei loro colleghi<br />

di lavoro. Sono pronti a farsi da garanti<br />

e ad assumersi le responsabilità.<br />

Fanno da ponte tra i collaboratori nelle<br />

aziende e <strong>syndicom</strong>. In caso di problemi<br />

all’interno dell’azienda costituiscono<br />

l’anello più importante per la<br />

risoluzione dei problemi o per far rispettare<br />

le richieste e le esigenze dei<br />

dipendenti.<br />

Sotto pressione<br />

Il 17 luglio scorso abbiamo condotto<br />

uno scambio informale a cui hanno<br />

partecipato la commissione del personale<br />

(CoPe) della Posta di Oerlikon<br />

nonché i rappresentanti delle sedi di<br />

Küsnacht e Neumünster (canton Zurigo).<br />

Abbiamo ritenuto questo confronto<br />

estremamente corretto e oggettivo<br />

ed eravamo convinti di aver trovato<br />

una buona base per la successiva collaborazione<br />

in termini di partecipazione<br />

aziendale. In un momento successivo<br />

abbiamo però saputo che una<br />

parte dei fiduciari presenti (tra cui Gilles<br />

Lothé, vedi ritratto a pag. 30) era<br />

stata messa fortemente sotto pressione<br />

dopo questo confronto. Sono stati<br />

accusati tra l’altro di slealtà nei confronti<br />

della Posta nonché di una collaborazione<br />

troppo stretta con <strong>syndicom</strong>,<br />

sebbene all’inizio del confronto<br />

in questione io abbia chiaramente sottolineato<br />

che i presenti parlavano non<br />

per proprio conto ma in rappresentanza<br />

dei loro colleghi. Condanniamo con<br />

forza questo comportamento che non<br />

corrisponde né alla nostra idea di una<br />

collaborazione costruttiva sul piano<br />

aziendale, né alle disposizioni sulla<br />

partecipazione aziendale secondo il<br />

contratto collettivo della Posta.<br />

Un manifesto di solidarietà<br />

Questo comportamento ha suscitato<br />

molta indignazione anche tra i colleghi<br />

in loco. Per questo motivo abbiamo<br />

creato un manifesto gigante che<br />

raffigurava il nostro collega Gilles<br />

Lothé accanto allo slogan «Uno per<br />

tutti! Tutti per uno!». Il manifesto in<br />

questione è stato firmato da tutti i colleghi<br />

di Gilles esprimendo la loro solidarietà<br />

nei suoi confronti. Il 2 novembre<br />

abbiamo consegnato il manifesto<br />

alla direzione della regione di distribuzione<br />

di Küsnacht precisando che<br />

non tolleriamo un attacco a Gilles<br />

nonché ai nostri fiduciari e ai membri<br />

delle commissioni del personale. Poiché<br />

un simile attacco ai nostri colleghi<br />

impegnati equivale a un attacco a tutto<br />

il personale.<br />

Una bella vittoria<br />

Dopo un intenso confronto ancora direttamente<br />

sul posto, siamo riusciti a<br />

concordare con la direzione della regione<br />

di distribuzione di poter costituire<br />

una CoPe anche a Küsnacht. In precedenza,<br />

la direzione si era opposta. Il<br />

processo di nomina partirà entro questo<br />

mese affinché, al più tardi a partire<br />

dal nuovo anno, le colleghe e i colleghi<br />

possano esercitare la loro partecipazione<br />

in un quadro ufficiale e legittimato.<br />

Per Gilles e <strong>syndicom</strong> questo significa<br />

un enorme successo e gli<br />

auguriamo tanta forza e tenacia nella<br />

sua speriamo nuova funzione come<br />

membro della CoPe. E non dimenticate:<br />

«Uno per tutti! Tutti per uno!».<br />

Senol Kilic<br />

La manifestazione di solidarietà nei confronti del collega Gilles Lothé a Küsnacht. (© <strong>syndicom</strong>)<br />

Il ritratto di Gilles Lothé su questo numero<br />

della <strong>rivista</strong> a pagina 30.<br />

Aumento salariale per<br />

i lavoratori di Presto<br />

Quest’anno siamo riusciti per la prima<br />

volta a condurre delle trattative salariali<br />

per gli addetti al recapito di giornali<br />

di Presto. Ciò che per la maggior<br />

parte dei dipendenti del gruppo della<br />

Posta è scontato, da Presto ha dovuto<br />

essere attuato in occasione del rinnovo<br />

del Contratto collettivo di lavoro<br />

dello scorso anno.<br />

Il risultato è soddisfacente. I salari<br />

saranno aumentati in generale dello<br />

0,25%: un incremento che rappresenta<br />

un grande successo per <strong>syndicom</strong>.<br />

Perché in questo modo tutti gli addetti<br />

al recapito, che al 1° gennaio 2021 si<br />

trovano in un rapporto di lavoro non<br />

rescisso, hanno diritto a un aumento<br />

salariale. Si tratta di circa 5’800 lavoratori<br />

soggetti al CCL del recapito mattutino.<br />

L’aumento dei salari avverrà a partire<br />

dalla mensilità di gennaio 2021.<br />

Inoltre, anche i salari minimi faranno<br />

registrare un aumento dello 0,25%.<br />

Insieme al rincaro negativo dello 0,8%,<br />

per gli addetti al recapito di giornali di<br />

Presto risulta quindi un aumento reale<br />

del salario dell’1,05%.<br />

Matteo Antonini è membro del Comitato Direttivo<br />

e responsabile del settore Logistica


«Chiediamo un contratto collettivo per gli addetti<br />

al recapito dei servizi postali privati» Matteo Antonini<br />

19<br />

La nuova era del business online<br />

Ogni anno durante le feste aumenta drasticamente il numero<br />

di ordini online e il settore della logistica si trova ad affrontare<br />

ancora una volta le stesse sfide. Ma quest’anno è peggio,<br />

perché le festività si combinano con la pandemia. Gli svizzeri<br />

sono sempre più a casa e ordinano la merce online.<br />

Ma l’infrastruttura non è preparata e si rischia il collasso.<br />

Un’elevata domanda significa centri<br />

di smistamento oberati e ritardo nelle<br />

consegne. Gli addetti al recapito, le<br />

persone alle macchine di smistamento,<br />

le persone addette alla gestione dei<br />

resi, i fattorini: tutti risentono dell’aumento<br />

del volume di pacchi. Per compensare<br />

tale volume, sia la Posta che i<br />

corrieri privati come DHL, DPD, e così<br />

via, puntano sempre più sui subappaltatori<br />

e sul personale a prestito. Inoltre,<br />

i collaboratori fissi devono svolgere<br />

ore straordinarie.<br />

Una trasformazione accelerata<br />

I dipendenti del settore logistico esercitano<br />

una professione di importanza<br />

sistemica e ancor prima dello scoppio<br />

della pandemia in parte avevano salari<br />

bassi e pessime condizioni di lavoro. A<br />

seguito dell’ulteriore situazione di<br />

stress dovuta al coronavirus, essi riscontrano<br />

per di più problemi di salute.<br />

Questo si ripercuote negativamente<br />

nel lungo termine. È necessario<br />

intervenire urgentemente, perché non<br />

si intravede ancora la fine.<br />

Più personale! Questa la richiesta dei lavoratori di<br />

PostLogistics a Frauenfeld. (© <strong>syndicom</strong>)<br />

Il trasferimento del consumo nel business<br />

online è già in corso da diversi<br />

anni. A seguito della pandemia da coronavirus,<br />

questo trasferimento ha subito<br />

un’accelerazione esponenziale.<br />

La clientela svizzera si è abituata ancor<br />

di più allo shopping online. Si è<br />

così raggiunto un nuovo livello e si<br />

presume che il numero di ordini online<br />

diminuirà solo di poco una volta<br />

migliorata la situazione pandemica.<br />

Ecco perché è così importante che i datori<br />

di lavoro prendano i necessari<br />

provvedimenti.<br />

Le richieste del sindacato<br />

«I lavoratori devono far fronte all’imminente<br />

sovraccarico con salari più<br />

alti, un numero sufficiente di dipendenti<br />

fissi e misure per la protezione<br />

della salute. Inoltre, chiediamo un<br />

contratto collettivo di lavoro per gli addetti<br />

al recapito dei servizi postali privati»,<br />

afferma Matteo Antonini, responsabile<br />

del settore Logistica di<br />

<strong>syndicom</strong>. Oltre ai datori di lavoro e ai<br />

commercianti online, anche le famiglie<br />

possono dare il proprio contributo<br />

pianificando gli acquisti con anticipo<br />

e in modo combinato. Antonini<br />

constata: «Qualora la catena logistica<br />

dovesse collassare, ci perderanno tutti.<br />

È nell’interesse di tutti i partecipanti,<br />

assumersi ora le proprie responsabilità».<br />

Un piano a lungo termine<br />

Ciononostante, la più grande responsabilità<br />

spetta ai datori di lavoro: <strong>syndicom</strong><br />

è convinto che si possa affrontare<br />

la crescita strutturale nel mercato<br />

dei pacchi solo con investimenti a lungo<br />

termine nel personale e non con<br />

esternalizzazioni a breve termine.<br />

Solo in questo modo il settore logistico<br />

sarà in grado di impedire l’imminente<br />

collasso e sarà preparato per il<br />

trasferimento nel business online.<br />

Sharada Isner<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/divisioni/logistica<br />

Tamedia, verso la fine<br />

del «modello di Berna»?<br />

Tamedia vuole fondere le redazioni<br />

delle testate bernesi «Der Bund» e<br />

«Berner Zeitung» in un’unica redazione.<br />

In futuro gli articoli sulle assemblee<br />

comunali, sui procedimenti giudiziari<br />

e sulle pièce teatrali saranno gli<br />

stessi su entrambi i giornali. È quanto<br />

ha annunciato la direzione aziendale<br />

di Tamedia.<br />

Finora il cosiddetto «modello di<br />

Berna» ha garantito una certa molteplicità<br />

di opinioni nella regione a livello<br />

di testate giornalistiche: due quotidiani<br />

concorrenti dello stesso editore<br />

rendicontano e garantiscono un’ampia<br />

gamma di tematiche e prese di posizione.<br />

Tutto questo potrebbe ora<br />

giungere al termine.<br />

In occasione di un evento informativo<br />

per il personale tenutosi il 28 ottobre,<br />

la direzione aziendale di Tamedia<br />

ha annunciato l’intenzione di accorpare<br />

le redazioni di «Der Bund» e «Berner<br />

Zeitung» in un «team Berna». Tamedia<br />

voleva trovare delle sinergie<br />

nell’informazione cantonale e comunale,<br />

hanno affermato i due amministratori<br />

Marco Boselli e Andreas Schaffner<br />

davanti al personale riunito. Le<br />

voci, secondo cui metà dei posti di<br />

lavoro presso il «Bund» e la «Berner<br />

Zeitung» potrebbero venir cancellati,<br />

sarebbero esagerate.<br />

<strong>syndicom</strong> teme un’offerta mediatica<br />

insufficiente nella regione di Berna,<br />

proprio nel centro politico della<br />

Svizzera. Soprattutto nei piccoli comuni<br />

e nelle regioni rurali, la copertura<br />

dei giornali indipendenti rischia di<br />

scomparire. E ora anche Berna, la capitale<br />

della Confederazione con un<br />

unico quotidiano, manca di molteplicità<br />

dei media. Come faranno le persone<br />

a scoprire cosa accadrà in futuro<br />

nel loro comune? Come può un’unica<br />

redazione, con un personale ridotto,<br />

fornire la necessaria pluralità di tematiche,<br />

notizie e opinioni? Per via della<br />

sua posizione di monopolio sulla piazza<br />

mediatica di Berna, il gruppo ha<br />

un’enorme responsabilità editoriale<br />

nei confronti del pubblico.<br />

Al fine di attenuare quanto più<br />

possibile le conseguenze per i soggetti<br />

interessati nelle varie redazioni di<br />

«Bund» e «Berner Zeitung», <strong>syndicom</strong><br />

sostiene le commissioni del personale<br />

nelle trattative per un piano sociale. Il<br />

sindacato intende inoltre collaborare<br />

con la direzione aziendale per ridurre<br />

il più possibile il numero di licenziamenti.<br />

Abbiamo così la possibilità di poter<br />

elaborare una soluzione sociale<br />

per gli interessati. Un’altra è invece la<br />

questione di ciò che accade alla piazza<br />

mediatica di Berna.<br />

Marco Geissbühler


20<br />

Dalle<br />

professioni<br />

«Con il contratto di MS-Direct stiamo aprendo una strada<br />

innovativa: speriamo di essere da esempio» Giorgio Pardini<br />

Settore dei media,<br />

bilancio in chiaroscuro<br />

Per la prima volta dalla fusione con<br />

<strong>syndicom</strong>, le quattro categorie del settore<br />

dei media si sono incontrate il<br />

7 novembre in una conferenza online,<br />

limitando sì il contatto personale, ma<br />

non certo le vivaci discussioni. La digitalizzazione<br />

pone grandi sfide a tutte<br />

le categorie. Che si tratti degli acquisti<br />

online nel commercio librario, della<br />

sostituzione dei prodotti tipografici<br />

classici con formati digitali oppure<br />

della perdita del modello di finanziamento<br />

tradizionale nel giornalismo a<br />

causa dello spostamento della pubblicità.<br />

La comunicazione visiva è già stata<br />

completamente smantellata dalla<br />

digitalizzazione. Nel frattempo, in alcuni<br />

rami, non ci sono praticamente<br />

più rapporti di assunzione, bensì ci si<br />

avvale solo di indipendenti. Tutti questi<br />

cambiamenti offrono però a <strong>syndicom</strong><br />

anche l’opportunità di plasmare<br />

questi sviluppi con la propria posizione<br />

sindacale per rafforzare gli interessati.<br />

Alcuni primi approcci, come ad<br />

esempio il lancio del gruppo degli illustratori<br />

2020, dimostrano che ci stiamo<br />

riuscendo. Nella seduta comune<br />

che si è tenuta nel pomeriggio è stato<br />

approvato un regolamento di settore<br />

ed è stato nominato un comitato. Inoltre,<br />

Stephanie Vonarburg è stata confermata<br />

all’unanimità responsabile di<br />

settore ed è stata nominata per un ulteriore<br />

periodo congressuale come<br />

rappresentante del settore all’interno<br />

del Comitato direttivo e come vicepresidente<br />

di <strong>syndicom</strong>. I membri hanno<br />

infine approvato due risoluzioni: di<br />

solidarietà nei confronti degli operatori<br />

dei media in Messico a rischio<br />

nell’esercizio della loro professione,<br />

l’altra relativa alle rivendicazioni sindacali<br />

nell’ambito della pandemia.<br />

Stephanie Vonarburg, Michael Moser<br />

e Angelo Zanetti<br />

Le risoluzioni del settore dei Media:<br />

bit.ly/3lVJBeV<br />

Primo contratto di lavoro con piano<br />

integrato in caso di pandemia<br />

La clausola aggiuntiva al Contratto collettivo con l’azienda<br />

MS Direct, operativa nella lavorazione dei pacchi e nella logistica<br />

del fullfillment, costituisce una novità. Esso disciplina<br />

la compartecipazione del sindacato alle misure in<br />

caso di una pandemia come quella che stiamo vivendo. In<br />

questo modo si garantisce che i collaboratori, d’intesa con<br />

<strong>syndicom</strong>, trovino delle sicure condizioni quadro concepite<br />

a livello di partenariato sociale anche durante una crisi<br />

come quella che stiamo affrontando.<br />

In un settore in cui il lavoro non può essere semplicemente<br />

svolto da casa, una partecipazione di questo tipo è<br />

fondamentale. Il sindacato può garantire così che la sicurezza<br />

sul lavoro e la protezione della salute siano tenute in<br />

debita considerazione e che i problemi dei lavoratori vengano<br />

considerati adeguatamente. L’obiettivo è quello di<br />

avere un buon piano di protezione. Un simile piano concordato<br />

con il sindacato dà la possibilità anche a lungo termine<br />

di lavorare con una sufficiente protezione nonostante le<br />

difficili condizioni.<br />

Per <strong>syndicom</strong> la stipulazione di questo accordo rappresenta<br />

un successo poiché in questo modo si regolamenta<br />

ciò che finora ha solitamente funzionato bene: la strada del<br />

partenariato sociale nella gestione della pandemia sul posto<br />

di lavoro. Giorgio Pardini, responsabile del settore ICT<br />

e presso <strong>syndicom</strong> del CCL con MS Direct, lo esprime così:<br />

«Con questa aggiunta al CCL svolgiamo un lavoro fondamentale<br />

per la sicurezza sul posto di lavoro. Si tratta del primo<br />

CCL che tiene conto di questa nuova normalità. Stiamo<br />

percorrendo una strada innovativa e speriamo in questo<br />

modo di fungere da esempio».<br />

Il CCL di MS Direct, il primo contratto collettivo di lavoro<br />

svizzero con piano integrato in caso di pandemia, è entrato<br />

in vigore lo scorso primo dicembre.<br />

Christian Capacoel<br />

Il comunicato di MS Direct sul nuovo CCL:<br />

ms-direct.ch/post/gav-pandemikonzept<br />

Aventinus acquista Le Temps, ma<br />

l’informazione non è una merce<br />

La notizia della vendita del quotidiano romando Le Temps<br />

alla fondazione Aventinus è stata confermata all’inizio di<br />

novembre, dopo diversi mesi di indiscrezioni. Il giornale,<br />

di proprietà di Ringier Axel Springer, passerà quindi nelle<br />

mani della fondazione ginevrina creata per sostenere la<br />

stampa nella Svizzera romanda. In un secondo tempo,<br />

Aventinus desidera acquistare anche il nuovo media Heidi.<br />

news e creare delle sinergie tra i due. Un avvicinamento che<br />

assume per il momento la forma di una dirigenza e di un<br />

consiglio d’amministrazione comuni, all’interno dei quali<br />

si ritrovano diversi ex quadri di Edipresse/Tamedia come<br />

Eric Hoesli, Tibère Adler o ancora Madeleine von Holzen,<br />

che sarà la caporedattrice delle due testate.<br />

La redazione sarà conservata in toto. E dietro c’è una<br />

fondazione, per cui il profitto, contrariamente ai grandi<br />

editori, non sarà il motore dei progetti a lungo termine. Insomma,<br />

l’annuncio ha tutta l’aria di essere una buona notizia.<br />

E lo è. Il progetto di Aventinus ricorda che l’informazione<br />

non è una merce, bensì un anello fondamentale della<br />

democrazia. Come difensore dei media di qualità e diversificati,<br />

non si può che gioire di questo nuovo modello che<br />

mira a compensare il disinvestimento dei grandi editori.<br />

Tuttavia una fondazione che intende sostenere i media<br />

deve anche assicurare ai suoi collaboratori autonomia redazionale<br />

e buone condizioni di lavoro. Aventinus è finanziata<br />

in particolare dalle fondazioni Michalski, Leenaards,<br />

Wilsdorf (proprietario di Rolex) e da diversi mecenati provenienti<br />

dall’ambiente bancario di Ginevra. In questo contesto,<br />

e senza fare alcun processo alle intenzioni, è assolutamente<br />

fondamentale una carta redazionale chiara e<br />

negoziata con i rappresentanti del personale e i sindacati.<br />

Nello stesso sforzo di esemplarità, è fondamentale che Le<br />

Temps entri nella sfera del contratto collettivo di lavoro garantendo<br />

ai dipendenti e ai freelance condizioni quadro<br />

soddisfacenti.<br />

Melina Schröter<br />

La fondazione Aventinus<br />

aventinusfondation.ch


«C’è il timore che con la nuova strategia digitale vengano<br />

bruciati milioni che poi sono risparmiati in altri ambiti» David Roth<br />

21<br />

PostFinance, strategia rischiosa<br />

Un inopportuno taglio degli impieghi, promesse non mantenute.<br />

<strong>syndicom</strong> chiede di ripensarci e un miglior piano sociale.<br />

Un sospiro di sollievo per gli uni, un<br />

grande shock per gli altri. L’ultima riorganizzazione<br />

presso PostFinance riguarda<br />

130 posti a tempo pieno e porterà<br />

a un numero ancora indefinito di<br />

licenziamenti. Le persone nel backoffice<br />

possono tirare un sospiro di sollievo:<br />

il settore già duramente colpito<br />

due anni fa, questa volta viene risparmiato.<br />

Molti dei licenziati hanno contribuito<br />

ancora in estate a erogare<br />

crediti di emergenza per le aziende in<br />

crisi e hanno prestato uno sforzo che<br />

non rientrava nei loro obiettivi personali.<br />

PostFinance ringrazia ora molti<br />

di loro con il licenziamento.<br />

Una nuova riorganizzazione solo<br />

poco tempo dopo il programma di<br />

smantellamento «Victoria»? Sì, risponde<br />

la direzione di PostFinance,<br />

perché «il fare nulla non è un’opzione».<br />

Troppo rapida la trasformazione<br />

nel mondo bancario, troppo elevate le<br />

esigenze digitali della clientela. Inoltre<br />

PostFinance intende reagire con<br />

due nuove unità: DigitalBanking e<br />

Plattform.<br />

David Roth (a sinistra) con il direttore di Post-<br />

Finance Hansruedi Köng. (© <strong>syndicom</strong>)<br />

Strategia digitale non definita<br />

La riorganizzazione presso PostFinance<br />

è però dovuta solo in parte alla trasformazione<br />

digitale. Molto è semplicemente<br />

dovuto anche al fallimento<br />

della direzione. A essere maggiormente<br />

colpito è stato il settore della clientela<br />

aziendale, settore già ristrutturato<br />

nell’ambito del programma «Victoria».<br />

Numerosi dipendenti avevano segnalato<br />

di avere troppo poche possibilità<br />

di rendimento nei loro portafogli.<br />

La direzione di PostFinance aveva<br />

però chiesto di avere fiducia, poiché i<br />

nuovi prodotti digitali avrebbero apportato<br />

le possibilità necessarie.<br />

La mancata attuazione rappresenta<br />

un fallimento della direzione, fallimento<br />

che ora ricade però esclusivamente<br />

su persone che non ne hanno<br />

alcuna responsabilità. Questo è incomprensibile<br />

e mina ancora una volta<br />

la fiducia nella direzione di Post-<br />

Finance. Le sedi di Ginevra, Kriens e<br />

Basilea vengono soppresse. Solo a<br />

pochi colleghi viene promessa una<br />

prospettiva a Zofingen o a Losanna.<br />

<strong>syndicom</strong> si impegnerà per importanti<br />

miglioramenti nell’ambito delle negoziazioni<br />

del piano sociale e della<br />

procedura di consultazione.<br />

Allontanamento dal mandato di base<br />

Dopo questa delusione digitale risulta<br />

piuttosto grottesco che ora PostFinance<br />

prenda esempio proprio dalle piattaforme<br />

di online-trading N26 e Revolut.<br />

Le due piattaforme sono altamente<br />

deficitarie, ma sono dotate, in qualità<br />

di startup, di capitale di rischio. Seguirne<br />

le tracce è molto rischioso per<br />

una banca multicanale.<br />

C’è il timore che con la nuova strategia<br />

nel settore digitale vengano nuovamente<br />

bruciati milioni che sono poi<br />

risparmiati in altri ambiti. Questo è<br />

già iniziato. Nelle sedi di Berna Aarbergergasse,<br />

Olten e Uster vengono<br />

chiuse le aree clienti. In questo modo<br />

PostFinance si allontana ulteriormente<br />

dal suo mandato di offrire servizi<br />

bancari in modo capillare e a bassa soglia.<br />

<strong>syndicom</strong> ha chiesto a PostFinance<br />

di riconsiderare diverse misure<br />

nell’ambito della procedura di consultazione.<br />

Inoltre per il piano sociale servono<br />

misure di accompagnamento.<br />

David Roth<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/attualita/articolo/postfinance-occorre-un-piano-sociale-migliore/<br />

Conferenza dei giovani<br />

al tempo del Covid<br />

Quest’anno, a metà ottobre, il tradizionale<br />

incontro dei giovani di <strong>syndicom</strong><br />

si è tenuto per la prima volta online,<br />

come conseguenza della pandemia.<br />

In agenda due temi d’attualità: lo sviluppo<br />

economico (ospite Reto Wyss,<br />

segretario centrale dell’Unione sindacale<br />

svizzera) e il telelavoro. Tra le preoccupazioni<br />

dei giovani membri di<br />

<strong>syndicom</strong>, ci sono i posti di apprendistato:<br />

mentre nell’estate 2020 non si è<br />

praticamente registrata alcuna diminuzione,<br />

ci sono dei primi segnali che<br />

per il 2021 potrebbe verificarsi una carenza<br />

di posti, poiché ad esempio il<br />

settore alberghiero e della ristorazione<br />

sembra essere duramente colpito<br />

dalla crisi. La Commissione Giovani si<br />

impegnerà affinché questo non avvenga<br />

nei settori <strong>syndicom</strong>. Il tema del telelavoro<br />

è stato introdotto dal segretario<br />

centrale Daniel Hügli, che ha<br />

presentato il sondaggio <strong>syndicom</strong><br />

sull’home office. La maggior parte dei<br />

partecipanti alla conferenza ha vissuto<br />

il telelavoro in modo principalmente<br />

positivo, fintanto che non è stato<br />

loro imposto. Per molti si tratta di una<br />

gradita variazione alla vita da ufficio<br />

che consente di risparmiare tempo e<br />

di avere una maggiore produttività. La<br />

maggior parte desidera mantenere<br />

questi aspetti positivi. Una partecipante<br />

preferirebbe addirittura andare<br />

in ufficio solo una volta ogni due settimane!<br />

Ma tutti concordano che il telelavoro<br />

debba essere una scelta volontaria.<br />

A molti manca il confronto con i<br />

colleghi e i momenti creativi in ufficio.<br />

Inoltre, si verifica un certo sconfinamento<br />

del lavoro, ad esempio rispondendo<br />

alle e-mail a tarda sera. Dall’altro<br />

lato molti partecipanti hanno<br />

precisato di apprezzare la flessibilità<br />

del telelavoro, come di poter decidere<br />

autonomamente se prendersi un pomeriggio<br />

libero e lavorare la sera. Qui<br />

c’è anche un certo conflitto di interessi<br />

tra i giovani creativi, con buona<br />

formazione e senza figli che sono addirittura<br />

a favore di un certo sconfinamento,<br />

e i lavoratori con famiglia,<br />

oppure che desiderano una netta delimitazione<br />

del lavoro. C’è anche chi<br />

all’inizio ha desiderato l’home working<br />

ma ora vuol fare un passo indietro.<br />

Dobbiamo prendere sul serio entrambi,<br />

ad esempio tramite un diritto<br />

alla flessibilità e al telelavoro. Tuttavia,<br />

una politica sindacale che vede il<br />

telelavoro solo negativamente, eluderebbe<br />

le esigenze di molti giovani<br />

membri. Per fortuna questo non è il<br />

caso di <strong>syndicom</strong>. Vi contribuisce anche<br />

il fatto che molti nostri partner sociali<br />

consentono già da tempo il telelavoro.<br />

Siamo sulla buona strada!<br />

Dominik Fitze


22 Politica<br />

Lavorare in home office,<br />

che cosa dice la legge<br />

Il telelavoro solleva molte<br />

questioni giuridiche. Kurt<br />

Pärli, specialista di diritto<br />

del lavoro all’Università di<br />

Basilea, prende posizione.<br />

Testo: Miriam Berger<br />

Foto: Nicolas Gysin<br />

Il nostro studio sul telelavoro condotto<br />

da gfs.bern ha dimostrato che<br />

molti lavoratori vedono positivamente<br />

questa forma di lavoro. Presso<br />

Swisscom più dell’80% degli intervistati<br />

desidera svolgere almeno<br />

il 50% del proprio carico di lavoro da<br />

casa. I lavoratori possono far valere<br />

un diritto generale al telelavoro?<br />

Lo abbiamo chiesto al prof. Pärli:<br />

«Né dalla legge sul lavoro né dal<br />

diritto contrattuale è possibile<br />

desumere un diritto generale al telelavoro,<br />

che può tuttavia essere concordato<br />

contrattualmente. Al di là<br />

del singolo rapporto di lavoro, i diritti<br />

al telelavoro possono essere ancorati<br />

anche nei contratti collettivi<br />

di lavoro. Nell’attuale crisi da coronavirus<br />

il Consiglio federale consiglia<br />

vivamente di lavorare, laddove<br />

possibile, in home office. Anche<br />

questo non comporta un diritto individuale<br />

al telelavoro».<br />

Chi deve sostenere i costi per il<br />

materiale, gli strumenti di lavoro e<br />

altre spese per l’home office?<br />

Secondo l’art. 327 cpv. 1 del CO i datori<br />

di lavoro devono dotare i lavoratori<br />

degli strumenti e del materiale<br />

necessari per svolgere il loro lavoro,<br />

salvo disposizioni o consuetudini<br />

contrarie. L’art. 327 cpv. 2 del CO<br />

stabilisce un adeguato diritto di risarcimento<br />

qualora i lavoratori si<br />

procurino autonomamente gli strumenti<br />

di lavoro. Rientrano<br />

nell’art. 327 del CO in particolare<br />

l’acquisto e l’ammortamento di PC/<br />

notebook, stampante e telefono cellulare.<br />

L’art. 327a del CO regola il<br />

rimborso spese. Secondo l’art. 327a<br />

cpv. 1 del CO i datori di lavoro sono<br />

tenuti a rimborsare ai lavoratori tutte<br />

le spese necessarie allo svolgimento<br />

del loro lavoro. L’art. 327a<br />

cpv. 2 del CO consente una compensazione<br />

forfettaria. Rientrano tra le<br />

«spese» ai sensi dell’art. 327a del<br />

CO, le spese per il locale di lavoro, la<br />

corrente, il riscaldamento, l’abbonamento<br />

e le spese di collegamento<br />

a Internet e la telefonia nonché le<br />

spese per la manutenzione e la riparazione<br />

degli strumenti di lavoro.<br />

Qualora in caso di un accordo parziale<br />

di telelavoro il datore di lavoro<br />

mettesse a disposizione in ufficio<br />

un PC, una stampante e anche un telefono<br />

cellulare, per l’utilizzo di tali<br />

dispositivi in telelavoro vale quanto<br />

segue: se il lavoratore ha a disposizione<br />

un portatile e il lavoratore lavora<br />

da casa (seppure con autorizzazione)<br />

su un dispositivo privato, non<br />

sussiste alcun diritto al rimborso<br />

spese da parte dei datori di lavoro.<br />

Ma se in ufficio esiste solo un PC fisso,<br />

i datori di lavoro devono mettere<br />

a disposizione del lavoratore un dispositivo<br />

da usare in telelavoro oppure<br />

partecipare alle spese (ai sensi<br />

dell’art. 327 cpv. 1 e 2 CO). Questo<br />

vale anche nel caso in cui i lavoratori<br />

in ufficio abbiano solo un telefono<br />

fisso. Per quanto riguarda la partecipazione<br />

dei lavoratori, ad aprile<br />

2019 il Tribunale federale ha adottato<br />

un’importante decisione: se non<br />

viene messa a disposizione alcuna<br />

postazione di lavoro idonea e permanente,<br />

esiste un diritto alla partecipazione<br />

finanziaria alle spese di<br />

affitto da parte del datore di lavoro.<br />

È dubbio, invece, l’obbligo di rimborso<br />

qualora il datore di lavoro<br />

accetti il telelavoro su richiesta del<br />

lavoratore. Se i lavoratori hanno a<br />

disposizione in qualsiasi momento<br />

una postazione in azienda, i datori<br />

di lavoro non sono tenuti ad alcun<br />

rimborso nei confronti dei lavoratori.<br />

A risentirne sono i contatti sociali e<br />

l’ergonomia, inoltre i lavoratori in<br />

home office fanno fatica a staccare<br />

la spina e a riposarsi. Chi è responsabile<br />

della protezione della salute?<br />

In linea di principio, il telelavoro<br />

non cambia nulla dei doveri del da-


«Le soluzioni di partenariato sociale consentono di gestire i risvolti negativi del telelavoro, come<br />

l’isolamento sociale e lo sconfinamento tra lavoro e tempo libero. Anche questioni come la sorveglianza<br />

e la protezione della salute possono essere trattate a livello di Contratto collettivo»<br />

23<br />

tore di lavoro in merito al rispetto<br />

delle disposizioni della legge sul lavoro<br />

in materia di protezione della<br />

salute. Anche il dovere contrattuale<br />

di protezione della personalità<br />

(art. 328 CO) e di protezione dei dati<br />

(art. 328b CO) si applica parimenti<br />

al telelavoro.<br />

Ma come è possibile controllare la<br />

protezione della salute durante il<br />

telelavoro? Il datore di lavoro deve<br />

venire a casa mia a controllare?<br />

Questa è una bella sfida. Relativamente<br />

semplice è il controllo del rispetto<br />

degli orari di lavoro massimi<br />

previsti dalla legge nonché dei divieti<br />

del lavoro notturno e domenicale.<br />

Il lavoro al computer lascia tracce<br />

anche nel telelavoro. Dato che il datore<br />

di lavoro ha l’obbligo di garantire<br />

che queste disposizioni vengano<br />

rispettate, può e deve effettuare i rispettivi<br />

controlli. Questi controlli<br />

del datore di lavoro (come pure delle<br />

autorità) a casa falliscono però al cospetto<br />

della tutela della sfera privata.<br />

Ma anche i lavoratori sono tenuti<br />

a dare seguito alle istruzioni del datore<br />

di lavoro in materia di protezione<br />

della salute, sia in azienda che in<br />

home office.<br />

Nel telelavoro vita privata e lavorativa<br />

non sono chiaramente separabili.<br />

Questo, a lungo andare, è stressante<br />

e può avere conseguenze sulla salute<br />

e causare inadempimenti. Cosa<br />

prevede la legge a proposito della<br />

protezione dei lavoratori? L’orario<br />

di lavoro deve essere registrato?<br />

Il trasferimento del luogo di lavoro<br />

dall’azienda all’abitazione privata<br />

non cambia nulla in termini di validità<br />

delle disposizioni sull’orario di<br />

lavoro; il lavoro notturno e il lavoro<br />

domenicale sono vietati oppure<br />

soggetti ad autorizzazione e gli orari<br />

di lavoro massimi nonché i riposi si<br />

applicano pienamente. L’orario va<br />

registrato anche in home office e il<br />

datore di lavoro ha il diritto e il dovere<br />

di disporlo e controllarlo di<br />

conseguenza.<br />

Secondo lei, servono adattamenti<br />

legislativi nell’ambito dell’orario di<br />

lavoro per tutelare meglio i lavoratori<br />

in telelavoro oppure per farli lavorare<br />

in modo più flessibile?<br />

La legge sul lavoro offre già oggi spazio<br />

per trovare soluzioni adeguate<br />

per settori, professioni e funzioni<br />

speciali; rimando alle deroghe<br />

all’ambito di validità personale e<br />

aziendale nonché alle deroghe ai<br />

sensi dell’ordinanza 2 della LL. Non<br />

sono a mio avviso necessarie e neppure<br />

auspicabili flessibilizzazioni<br />

del telelavoro. Proprio nel telelavoro<br />

servono limiti temporali, affinché il<br />

lavoro al servizio dei datori di lavoro<br />

non conquisti inoltre le ultime riserve<br />

di libertà dei lavoratori.<br />

Il datore di lavoro può sorvegliarmi<br />

durante il telelavoro? Sono ammessi<br />

sistemi come Microsoft Workplace<br />

Analytics o altri strumenti di analisi?<br />

Come in azienda, anche nel telelavoro<br />

il datore di lavoro deve rispettare<br />

i limiti prescritti dalla legge in<br />

materia di sorveglianza consentita.<br />

Questo riguarda da un lato l’art. 26<br />

dell’ordinanza 3 della LL; questa<br />

disposizione vieta il mero controllo<br />

del comportamento e consente la<br />

sorveglianza solo per altri motivi, a<br />

condizione che la sorveglianza non<br />

pregiudichi la salute dei lavoratori.<br />

Dall’altro lato l’art. 328b del CO limita<br />

l’elaborazione consentita dei<br />

dati dei lavoratori da parte del datore<br />

di lavoro (in caso di una sorveglianza<br />

vengono sempre elaborati<br />

dati personali dei lavoratori).<br />

L’art. 328b del CO rimanda alla legge<br />

sulla protezione dei dati (LPD) e<br />

pertanto anche a importanti principi<br />

di elaborazione dei dati come la<br />

trasparenza, l’assegnazione, la sicurezza<br />

dei dati e la proporzionalità.<br />

Tutte queste regole non impediscono<br />

in linea di principio un utilizzo<br />

di strumenti di analisi. Tali strumenti<br />

sono ammessi però solo se e<br />

nella misura in cui le citate barriere<br />

vengono rispettate per la protezione<br />

della personalità dei lavoratori.<br />

In cosa è limitato il diritto? Cosa<br />

deve essere concordato a livello di<br />

partenariato sociale nei contratti<br />

collettivi o nei regolamenti?<br />

Un diritto al telelavoro quantomeno<br />

parziale può e deve essere oggetto di<br />

un regolamento base in un CCL;<br />

hanno senso delle concretizzazioni<br />

a livello aziendale. Anche i regolamenti<br />

previsti dal CO sulla ripartizione<br />

delle spese necessitano di<br />

un’ulteriore concretizzazione, e<br />

questa può senz’altro avvenire<br />

nell’ambito di un CCL. Le soluzioni<br />

di partenariato sociale consentono<br />

di gestire i risvolti negativi del telelavoro,<br />

ad esempio l’isolamento<br />

sociale e il già citato sconfinamento<br />

tra lavoro e tempo libero/tempo in<br />

famiglia. Anche le questioni relative<br />

alla sorveglianza ammessa e alla<br />

protezione della salute possono<br />

essere trattate a livello di CCL.<br />

Come può essere garantito anche<br />

nel telelavoro il diritto all’informazione<br />

dei sindacati?<br />

Secondo il Tribunale federale, quantomeno<br />

nell’ambito del diritto pubblico<br />

e secondo i principali insegnamenti,<br />

i sindacati hanno un diritto<br />

di accesso anche nell’ambito del diritto<br />

privato. Se una gran parte del<br />

personale lavora costantemente o<br />

spesso in telelavoro, un simile accesso<br />

deve essere consentito a livello<br />

virtuale, ad esempio attraverso un<br />

diritto a regolari eventi informativi<br />

digitali e attraverso un diritto alla<br />

pubblicità su «tabelloni» digitali.<br />

Come garantire che anche i lavoratori<br />

in home office non vengano esclusi<br />

dalla partecipazione aziendale?<br />

Gli organi di partecipazione interni<br />

dell’azienda devono e possono essere<br />

attivi anche in modalità telelavoro,<br />

anche le nomine per la composizione<br />

degli organi possono essere<br />

organizzate tramite piattaforme<br />

adeguate.<br />

E, infine, in che modo coinvolgere i<br />

rappresentanti del personale?<br />

In ogni caso, le soluzioni funzionano<br />

al meglio laddove le persone interessate<br />

vengono coinvolte nelle<br />

decisioni.<br />

I risultati del sondaggio di <strong>syndicom</strong><br />

<strong>syndicom</strong>.ch/telelavoro


24 Politica<br />

Pronti per una riduzione<br />

dell’orario lavorativo<br />

Come principale partner sociale di Swiss com, da anni accompagniamo<br />

le trasformazioni dell’azienda impegnandoci per una<br />

politica del personale sostenibile. Con una petizione firmata da<br />

ben 4’000 dipendenti Swiss com, chiediamo al Consiglio federale<br />

di abbassare le eccessive aspettative sugli utili di Swiss com.<br />

La petizione ha dimostrato la sua efficacia nella pianificazione<br />

del personale nel 2019, ma finora sono mancate misure a livello<br />

politico. Con la riduzione dell’orario di lavoro vogliamo contrastare<br />

i tagli al personale.<br />

Testo: Lena Allenspach<br />

Foto: Adobe Stock<br />

Il momento previsto per la trasformazione<br />

tecnologica presso Swisscom<br />

ha già raggiunto l’apice: dall’ultimo<br />

smantellamento del personale<br />

è chiaro che lo sviluppo desiderato<br />

non è avvenuto nella misura sperata<br />

e le riduzioni lineari dei costi continuano<br />

a causare tagli al personale<br />

spinti puramente dalla politica finanziaria.<br />

Noi di <strong>syndicom</strong> ci siamo<br />

pertanto adoperati per mettere in<br />

agenda nuovi modelli di orario ridotto<br />

in funzione dell’età. Con la<br />

loro introduzione, siamo riusciti a<br />

ottenere un primo successo. Ma<br />

questo è solo un obiettivo intermedio.<br />

Per contrastare il taglio del personale<br />

servono modelli di orario di<br />

lavoro per tutte le fasi della vita e<br />

una riduzione dell’orario di lavoro<br />

effettivamente prestato.<br />

Autonomia del tempo di lavoro<br />

Anche durante la pandemia da coronavirus<br />

l’orario di lavoro resta la forza<br />

trainante quando si tratta di conciliare<br />

vita privata e vita lavorativa<br />

nonché quando ne va della salute<br />

dei lavoratori. Per la maggioranza<br />

dei 2’009 collaboratori di Swiss com<br />

che recentemente hanno partecipato<br />

al sondaggio <strong>syndicom</strong> sul telelavoro,<br />

l’organizzazione dell’orario di<br />

lavoro è la preoccupazione centrale.<br />

Questo viene anche suffragato dal<br />

sondaggio rappresentativo di gfs.<br />

bern condotto su nostro incarico la<br />

scorsa primavera: i lavoratori desiderano<br />

maggiore libertà nel poter<br />

disporre del proprio tempo, un’autonomia<br />

che ottengono con misure<br />

concrete che non devono però portare<br />

a una maggiore flessibilizzazione<br />

della legge sul lavoro o a un indebolimento<br />

della protezione dei<br />

lavoratori.<br />

Il diritto alla non reperibilità, il<br />

diritto a cinque giorni di perfezionamento<br />

nonché la possibilità di lavorare<br />

a tempo parziale in prova, sono<br />

degli esempi di misure concrete che<br />

stanno già funzionando da Swisscom.<br />

In questo modo è possibile<br />

restituire ai lavoratori la libertà di<br />

disporre del proprio tempo. Inoltre<br />

viene aumentata la qualità del lavoro<br />

svolto nonché la produttività e la<br />

motivazione dei lavoratori e questo<br />

ha anche un risvolto positivo sulla<br />

salute. Grazie agli effetti positivi sulla<br />

produttività, vengono ammortizzate<br />

anche le perdite finanziarie. In<br />

questo modo tali misure sono possibili<br />

anche per aziende interessate<br />

dalla riduzione dei costi come<br />

Swiss com.<br />

Il sondaggio sulla forza lavoro<br />

UE dimostra che ci sono sostanziali<br />

differenze tra uomo e donna per<br />

quanto riguarda l’orario settimanale.<br />

Le donne lavorano di più a tempo<br />

parziale rispetto agli uomini e questa<br />

tendenza è in aumento. Le ripercussioni<br />

sulla carriera e sulla previdenza<br />

di vecchiaia sono evidenti.<br />

Per abolire queste disparità a livello<br />

politico, serve da un lato un ampio<br />

congedo parentale – anche questo<br />

un modello di orario di lavoro.<br />

D’altro canto, la riduzione dell’orario<br />

di lavoro può però anche porre<br />

rimedio alla situazione. Gli aspetti<br />

negativi del lavoro parziale possono<br />

essere evitati e il lavoro può essere<br />

suddiviso tra uomo e donna. Consentendo<br />

una riduzione dell’orario<br />

con una corrispondente compensazione<br />

salariale, è possibile contribuire<br />

notevolmente a una migliore<br />

conciliabilità lavoro-famiglia e a<br />

colmare il gender-time-gap. Per il<br />

mondo del lavoro di domani, in particolare<br />

anche presso Swiss com.<br />

www.<strong>syndicom</strong>.ch/orariodilavoro


Diritto e diritti<br />

25<br />

Diritto di informazione e<br />

partecipazione in azienda<br />

Lavoro in una tipografia che non è<br />

soggetta al contratto collettivo di<br />

lavoro dell’industria grafica. Negli<br />

ultimi anni ci sono stati dei cambiamenti<br />

aziendali. Tra l’altro continuano<br />

a esserci problemi con<br />

la programmazione e il carico di<br />

lavoro sta aumentando. Come lavoratore<br />

ho diritto di informazione<br />

e di partecipazione in caso di<br />

cambiamenti aziendali?<br />

Che cosa si deve fare per avere<br />

una rappresentanza del personale<br />

nella nostra azienda?<br />

Come rappresentante dei lavoratori<br />

devo affrontare difficili argomenti<br />

interni all’azienda e presentare<br />

al datore di lavoro delle<br />

rivendicazioni fondate. Posso<br />

essere licenziato per questo?<br />

Risponde il servizio giuridico di <strong>syndicom</strong><br />

In Svizzera abbiamo la legge federale sull’informazione e la consultazione<br />

dei lavoratori nelle imprese, chiamata anche legge sulla partecipazione.<br />

Essa si applica a tutte le imprese private che occupano<br />

costantemente lavoratrici e lavoratori in Svizzera. In aziende con<br />

almeno 50 lavoratori questi possono nominare al loro interno una o<br />

più rappresentanze del personale. Se in un’azienda non c’è una rappresentanza<br />

del personale, i diritti di informazione e di consultazione<br />

spettano, nell’ambito della legge sulla partecipazione, direttamente<br />

ai lavoratori. La rappresentanza dei lavoratori ha diritto a<br />

informazioni tempestive e complete su tutte le questioni, la cui conoscenza<br />

è un requisito per un adempimento regolare delle sue funzioni.<br />

Almeno una volta l’anno il datore di lavoro deve informare la<br />

rappresentanza dei lavoratori delle ripercussioni dell’attività sui lavoratori.<br />

Particolari diritti di partecipazione spettano alla rappresentanza<br />

del personale nei seguenti ambiti: per questioni relative alla<br />

sicurezza sul lavoro ai sensi dell’articolo 82 della legge sull’assicurazione<br />

contro gli infortuni nonché per questioni relative alla protezione<br />

dei lavoratori ai sensi dell’articolo 48 della legge sul lavoro.<br />

Inoltre, in caso di trasferimento aziendale secondo l’articolo 333 e<br />

333a del Codice delle obbligazioni, in caso di licenziamenti di massa<br />

ai sensi dell’articolo 335d-335g del Codice delle obbligazioni e, infine,<br />

tramite il collegamento a un istituto di previdenza sociale e la<br />

risoluzione di un contratto di affiliazione. In alcuni ambiti i lavoratori<br />

godono quindi di un diritto di informazione e di consultazione<br />

stabilito dalla legge.<br />

Su richiesta di un quinto dei lavoratori deve essere innanzitutto<br />

svolta una votazione a scrutinio segreto per chiarire se la maggioranza<br />

dei lavoratori accetta una rappresentanza del personale. Nelle<br />

grandi aziende con più di 500 lavoratori la votazione va svolta se lo<br />

richiedono 100 di loro. La richiesta di una tale votazione può ad<br />

esempio avvenire tramite una petizione interna all’azienda. Se la<br />

rappresentanza del personale viene approvata dalla maggioranza dei<br />

lavoratori, l’elezione deve essere organizzata insieme dal datore di<br />

lavoro e dai dipendenti. È possibile una rappresentanza anche in<br />

aziende con meno di 50 persone. In questi casi si presuppone che<br />

entrambe le parti (datore di lavoro e dipendenti) siano d’accordo.<br />

Secondo la legge sulla partecipazione, i membri della rappresentanza<br />

del personale non possono essere ostacolati nelle loro funzioni<br />

e non possono subire svantaggi né durante il loro mandato né dopo<br />

la cessazione dello stesso. Qualora un membro della rappresentanza<br />

del personale dovesse essere licenziato a causa del suo lavoro regolare,<br />

tale licenziamento dovrà considerarsi abusivo.<br />

Tutte le precedenti rubriche su Internet:<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/diritto/dirittoediritti


26 Rubriche<br />

Idee<br />

© Edizioni Casagrande<br />

Imparare a proteggere i dati<br />

Non sono stati tempi facili per i corsi<br />

di formazione. Le limitazioni imposte<br />

dalle misure sanitarie hanno<br />

inevitabilmente influito sull’andamento<br />

dei corsi nel 2020. Il programma<br />

Helias 2021, che si può<br />

consultare online, potrà subire dei<br />

cambiamenti in base all’evoluzione<br />

della situazione pandemica. I corsi<br />

in presenza si terranno nel pieno rispetto<br />

delle norme igieniche in vigore.<br />

Qualora non fosse più possibile<br />

garantire queste ultime e partecipare<br />

in presenza, per alcuni corsi (che<br />

nel programma sono contrassegnati<br />

da un asterisco), sarà possibile partecipare<br />

online. Informazioni più<br />

aggiornate verranno comunicate su<br />

Helias.ch, tramite newsletter e sui<br />

canali social.<br />

Tuttavia, il massiccio ricorso<br />

all’informatica durante il periodo<br />

del lockdown ha fatto sì che venissero<br />

richieste nuove competenze ai<br />

professionisti della comunicazione.<br />

Perciò, dal 2021 i corsi Helias propongono<br />

una novità: in due serate (8<br />

e 10 febbraio) si parlerà di sicurezza<br />

informatica e sistemi di backup one<br />

offline, per evitare problemi relativi<br />

alla sicurezza dei propri dati e<br />

quelli dei clienti. Oggi, siamo sempre<br />

più vittime di malintenzionati<br />

che vogliono mettere le mani sui<br />

dati in nostro possesso, sia per venderli<br />

che per utilizzarli. Con questo<br />

corso vediamo sia le basi della sicurezza<br />

informatica, ma anche alcune<br />

tecniche per proteggere i propri dati,<br />

utilizzando anche semplici strumenti<br />

come le varie tipologie di backup.<br />

Il docente è Andrea Tedeschi, che<br />

dopo una carriera negli Stati Uniti<br />

presso Telespazio, collaborando con<br />

la NASA per i progetti di vele solari e<br />

la missione marziana Pathfinder/<br />

Sojourner, ora si occupa principalmente<br />

di sistemi e sicurezza informatici<br />

presso istituti bancari.<br />

Giovanni Valerio<br />

Informazioni aggiornate sui corsi Helias<br />

al sito www.helias.ch<br />

Un intellettuale militante<br />

Il lavoro, la fabbrica, la città è un<br />

libro complesso, interessante e<br />

affascinante sia per chi ha vissuto i<br />

tempi della militanza nello stesso<br />

movimento con Sergio Agustoni, sia<br />

per chi lo ha conosciuto come collega<br />

di lavoro nel giornalismo. E, non<br />

da ultimo, per chi si interessa, con<br />

passione, a un pezzo di storia svizzera<br />

e ticinese di cui non si è più parlato<br />

da troppo tempo.<br />

Alla stesura del volume ha lavorato<br />

con passione e professionalità<br />

lo storico Mattia Pelli che ha potuto<br />

contare sulla collaborazione di molte<br />

persone che hanno conosciuto e<br />

condiviso con Agustoni le lotte degli<br />

Anni Sessanta e Settanta, fino alla<br />

sua prematura morte nel 2012.<br />

Come scrive l’economista Christian<br />

Marazzi nella prefazione, «per chi<br />

ha vissuto intensamente e collettivamente<br />

il tempo storico dei movimenti<br />

di lotta, il tempo non si arresta,<br />

continua a lavorare, a<br />

sedimentare saperi, a trasformare.<br />

Sergio ne era talmente convinto che,<br />

prima di lasciarci, ha predisposto le<br />

cose per non lasciarci mai, per continuare<br />

quel viaggio intrapreso alla<br />

fine degli anni Sessanta e tuttora in<br />

corso».<br />

Il saggio introduttivo, in due parti,<br />

dapprima si occupa della vita di<br />

militante e intellettuale di Agustoni,<br />

prima a Ginevra poi a Zurigo, sempre<br />

in contatto e collaborazione con<br />

i compagni del Movimento Giovanile<br />

Progressista poi Lotta di Classe,<br />

espressione della corrente operaista<br />

prima in Ticino poi in Svizzera. La<br />

seconda parte racconta la sua attività<br />

di giornalista (alla Rsi) e ricercatore<br />

capace di analisi approfondite<br />

che vanno dall’evoluzione delle città<br />

fino alla lotta delle Officine di Bellinzona.<br />

A completare l’opera una<br />

corposa antologia degli scritti di<br />

Sergio Agustoni.<br />

Enzo Ritter<br />

Il libro si può scaricare gratuitamente<br />

dal sito www.edizionicasagrande.com<br />

© Vincenzo Vicari, Archivio storico Città di Lugano<br />

Il Ticino che cambia<br />

«Un fondo che documenta il Ticino<br />

del Novecento… mutamenti… scelte…<br />

contrasti… contraddizioni…<br />

una realtà che cambia… ma anche il<br />

mondo rurale e paesaggistico apparentemente<br />

immobile». Il curatore<br />

Damiano Robbiani presenta così il<br />

fondo fotografico di Vincenzo Vicari<br />

nella sua varietà anche dispersiva e<br />

la sua congruenza con la realtà ticinese,<br />

mutevole, volubile e al contempo<br />

attanagliata a componenti<br />

pregresse. Abbiamo così, lungo il<br />

corso degli anni, le immagini della<br />

vendemmia; abbiamo la fiera, l’industria<br />

che si vuole accreditare presso<br />

la Confederazione, l’impegno<br />

della Radio Televisione nell’educare<br />

la popolazione attingendo alla ricchezza<br />

culturale italiana.<br />

Il modo migliore per definire<br />

questo materiale la cui eccezionalità<br />

risiede proprio nella complessità<br />

(cito ancora Damiano Robbiani) è di<br />

sottolinearne l’aspetto commerciale:<br />

Vicari vuole vendere, al proprio<br />

committente oppure a un pubblico<br />

al quale ambisce, una celebrazione.<br />

La banca viene rappresentata nella<br />

qualità di monumento; del mondo<br />

del lavoro il fotografo vuole estetizzare<br />

l’immagine nella qualità di documento;<br />

il paesaggio è una cartolina.<br />

Poi la realtà non sempre si<br />

presta e così abbiamo il supermercato.<br />

L’innovazione nel disordine<br />

urbano e il passaggio dei ladri nella<br />

casa di Molino Nuovo, le scrivanie<br />

degli uffici zeppe di scartoffie, il cimitero<br />

di automobili.<br />

Anche le immagini sono spesso<br />

complesse, non ben composte; le<br />

macchine lavatrici esuberano<br />

dall’immagine, i piedi della analista<br />

chimica si perdono dietro un banco.<br />

Se la modella davanti al lago è in<br />

controluce, la telefonista delle poste<br />

almeno sorride: forse apprezza la<br />

pace sociale.<br />

Vito Calabretta<br />

Mostra fotografica di Vincenzo Vicari, MASI,<br />

Lugano, www.masilugano.ch


1000 parole<br />

La matita di Ruedi Widmer<br />

27


28 Eventi In autunno il giallo di AutoPostale continua a dominare, dopo il successo del<br />

video dei conducenti. I lavoratori, <strong>syndicom</strong> e pure i passeggeri sono schierati,<br />

le trattative per il CCL continuano. Bandiere alzate anche per i lavoratori di Post-<br />

Logistics. E pure la nuova categoria degli illustratori si riunisce e si organizza.<br />

1<br />

2 3<br />

4


1. I lavoratori di PostLogistics a Frauenfeld chiedono più personale fisso.<br />

La manifestazione ha impressionato il direttore della Posta,<br />

Roberto Cirillo, che ha promesso pubblicamente che assumerà nuovo<br />

personale. (© Siggi Booker / Blick)<br />

2. Le trattative per il contratto collettivo di AutoPostale escono dall’impasse<br />

e proseguiranno nel 2021. I conducenti non mollano. (© Daniela Aeby)<br />

3. Gli autisti di AutoPostale continuano a beneficiare del sostegno<br />

(e della simpatia) dei passeggeri. (© Daniela Aeby)<br />

4. Le colleghe di Gland (Vaud) sono sempre attive e seguono il risultato<br />

finale delle trattative per il nuovo CCL. (© <strong>syndicom</strong>)<br />

5. Fatima Lee, del Gruppo d’interesse Migrazione, in uno degli<br />

incontri in cui spiega il razzismo nella vita quotidiana.<br />

I video degli incontri sono su youtube.ch/<strong>syndicom</strong>.ch (© <strong>syndicom</strong>)<br />

6. Un fotogramma del nuovo video di <strong>syndicom</strong>.<br />

Da applausi la performance dei/delle dipendenti della Posta.<br />

Da vedere su youtube.com/<strong>syndicom</strong>.ch (© <strong>syndicom</strong>)<br />

7. L’evento online che ha sancito la nascita del gruppo degli<br />

illustratori presso <strong>syndicom</strong> è stato un successone.<br />

Per l’occasione è stato realizzato questo disegno. (© kati rickenbach)<br />

29<br />

5<br />

6<br />

7


30<br />

Un lavoro,<br />

una vita<br />

«La ricetta del successo? La salute,<br />

con un pizzico di coraggio e di forza»<br />

Nato e cresciuto a Colmar, in Alsazia,<br />

Gilles Lothé è arrivato in Svizzera nel<br />

1992. Ha iniziato a lavorare alla Posta<br />

quasi 25 anni fa, il primo maggio del<br />

1996. I suoi incarichi come dipendente<br />

della Posta vanno da postino per il servizio<br />

interno a viceresponsabile del<br />

team. L’alsaziano non va per il sottile<br />

quando qualcosa non gli sta bene ed è<br />

estremamente tenace. Le cose devono<br />

essere chiamate con il loro nome e bisogna<br />

comunicare in modo chiaro: solo<br />

così è possibile correggere le irregolarità.<br />

Attivo sindacalmente, è membro<br />

di <strong>syndicom</strong> da quasi dieci anni. «Non<br />

ho praticamente tempo libero.» Ma ciò<br />

che ama fare di più è viaggiare, cosa<br />

che quest’anno ha fatto in modo molto<br />

limitato.<br />

Testo: Philippe Wenger<br />

Foto: Markus Cadosch<br />

«Il sindacato è una<br />

sorta di contropotere»<br />

La mia giornata lavorativa inizia alle<br />

sei del mattino: in ufficio smisto le<br />

lettere e pianifico il giro che inizia<br />

alle otto. Normalmente si rientrerebbe<br />

all’una per sbrigare le ultime cose.<br />

Ma da quando c’è il coronavirus i postini<br />

devono consegnare anche i pacchi<br />

e prestare ore straordinarie lavorando<br />

in parte fino alle quattro del<br />

pomeriggio. È proprio in situazioni<br />

di crisi come queste che l’attività sindacale<br />

è determinante!<br />

Il mio impegno sindacale è iniziato<br />

nel 2011 quando lavoravo come viceresponsabile<br />

del team e mi dissero<br />

che probabilmente la mia filiale sarebbe<br />

stata chiusa. In realtà a seguito<br />

della protesta dei clienti non è poi<br />

stata chiusa, ma il personale è stato<br />

ridotto. È a quel punto che decisi di<br />

aderire a <strong>syndicom</strong> per poter difendere<br />

i miei diritti con un supporto<br />

professionale.<br />

A seguito della riduzione del personale,<br />

sono stato trasferito in una filiale<br />

a Küsnacht (canton Zurigo) dove<br />

lavoro ormai da sei anni. Ho perso<br />

così il mio posto da vice responsabile<br />

del team: sono tornato a lavorare<br />

come postino. Questo mi costa 450<br />

franchi al mese poiché non guadagno<br />

più lo stesso salario.<br />

Nelle grandi aziende come la Posta<br />

è fondamentale avere un partenariato<br />

sociale con un sindacato. Altrimenti<br />

è facile che i lavoratori<br />

vengano sfruttati. Il sindacato rappresenta<br />

un contropotere. Il suo<br />

compito è quello di controllare il rispetto<br />

delle regole. Presso <strong>syndicom</strong><br />

sono stato eletto in diversi organi,<br />

come ad esempio nel comitato di settore<br />

di PostMail e nel comitato aziendale<br />

di PostLogistics dove faccio da<br />

mediatore e mi batto per i diritti, sia<br />

miei che dei miei colleghi.<br />

Quest’estate, dopo un confronto<br />

tra la Posta e <strong>syndicom</strong>, a cui ho partecipato<br />

come rappresentante della<br />

sede di Küsnacht, sono stato accusato<br />

di slealtà nei confronti della Posta<br />

nonché di una collaborazione troppo<br />

stretta con <strong>syndicom</strong>. Stando al mio<br />

capo, la mia attività sindacale dipenderebbe<br />

certamente dal fatto che<br />

sono francese. Ma questo non ha<br />

nulla a che fare con la nazionalità!<br />

Se le regole non vengono rispettate,<br />

ci si deve difendere.<br />

In seguito <strong>syndicom</strong> ha organizzato<br />

un manifesto con una mia foto –<br />

firmato da tutte le mie colleghe e colleghi<br />

– per dimostrare alla direzione<br />

della Posta che avevo rappresentato<br />

l’opinione di tutti. Il messaggio è andato<br />

a segno (ne parliamo a pagina<br />

18). Grazie a questa campagna si è<br />

anche concretizzato il fatto che a partire<br />

dal 2021 a Küsnacht avremo una<br />

commissione del personale che rappresenterà<br />

gli interessi dei lavoratori<br />

della Posta. Ne sono molto felice!<br />

Oltre al mio forte impegno, per<br />

me nella vita sono importanti tre<br />

cose: la salute, la salute e la salute.<br />

E proprio ora lo si vede: senza salute<br />

tutto ha un altro senso. Salute con un<br />

pizzico di coraggio e forza: e si riesce<br />

a fare qualsiasi cosa!<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/it/divisioni/servizi-postali-efinanziari


Impressum<br />

Redazione: Christian Capacoel, Giovanni Valerio<br />

Tel. 058 817 18 18, redazione@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Traduzioni: Alleva-Translations, Petra Demarchi<br />

Illustrazioni: Katja Leudolph<br />

Foto senza copyright: © zVg<br />

Layout: Stämpfli SA, Berna<br />

Correzione: Petra Demarchi<br />

Stampa: Stämpfli SA, Wölflistrasse 1, 3001 Berna<br />

Notifica cambi di indirizzo: <strong>syndicom</strong>, Adressverwaltung,<br />

Monbijoustrasse 33, CP, 3001 Berna<br />

Tel. 058 817 18 18, Fax 058 817 18 17<br />

Inserzioni: priska.zuercher@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Abbonamenti: info@<strong>syndicom</strong>.com<br />

Gratis per i soci. Per gli altri: Fr. 50.– (estero: 70.–)<br />

Editore: <strong>syndicom</strong> – sindacato dei media<br />

e della comunicazione, Monbijoustrasse 33,<br />

CP, 3001 Berna<br />

La <strong>rivista</strong> <strong>syndicom</strong> esce sei volte l’anno.<br />

Il prossimo numero uscirà il 26 febbraio 2021<br />

Chiusura redazionale: 18 gennaio 2021<br />

31<br />

Il cruciverba di <strong>syndicom</strong><br />

In palio un buono Coop del valore di<br />

40 franchi. La soluzione sarà pubblicata<br />

sul prossimo numero insieme al nome<br />

del vincitore. Non è previsto alcuno<br />

scambio di corrispondenza sul concorso.<br />

Sono escluse le vie legali. Inviare la soluzione<br />

entro il 18 gennaio 2021 a <strong>syndicom</strong>,<br />

via Genzana 2, 6900 Massagno o<br />

per mail: info@<strong>syndicom</strong>.ch.<br />

La soluzione del cruciverba dello scorso<br />

numero è ESTERNALIZZAZIONE. La vincitrice<br />

è Anita Barbettini di Cugnasco, a<br />

cui va il premio di 100 grammi d’argento<br />

sotto forma di lingotti. Congratulazioni!<br />

Pubblicità


32 Inter-attivi<br />

<strong>syndicom</strong> social<br />

Bruno Weideli su Facebook a proposito<br />

del video #pronti, con cui <strong>syndicom</strong><br />

e i lavoratori di Swisscom chiedono<br />

la riduzione dell’orario di lavoro18.11.20<br />

Fatto bene, potrebbe essere uno spot di<br />

Swisscom, ma si riconoscono le facce :)<br />

facebook.com/<strong>syndicom</strong><br />

Il commercio online cresce<br />

sempre di più09.11.20<br />

La crescita del commercio online<br />

continua. In Svizzera, nei primi tre<br />

trimestri di quest’anno ha fatto registrare<br />

una crescita cumulata del<br />

32,9%. Di conseguenza, già prima<br />

del quarto trimestre di maggior fatturato,<br />

il volume supera le previsioni<br />

del 30% per l’intero anno 2020 condizionato<br />

dal coronavirus.<br />

distanzhandel.ch<br />

Black Friday, Cyber Monday<br />

e shopping di Natale, nel bel mezzo<br />

della pandemia25.11.20<br />

L’immensa marea di pacchi e pertanto il<br />

periodo di altissimo stress per gli addetti al<br />

recapito è alle porte. A detta del direttore<br />

Roberto Cirillo pare che la Posta non trovi<br />

«semplicemente il numero di persone sufficienti<br />

per un’assunzione fissa». Noi riteniamo<br />

che con uno stipendio migliore e condizioni<br />

di lavoro meno stressanti ci riuscirebbe sicuramente!<br />

facebook.com/<strong>syndicom</strong><br />

Calo di reddito dovuto alla maternità25.11.20<br />

Nell’anno della nascita di un figlio il reddito delle neo<br />

mamme risulta del 20% inferiore rispetto a quello dei neo<br />

papà. Questo divario aumenta ulteriormente col passare<br />

del tempo: nell’anno successivo le madri guadagnano<br />

già il 39% in meno.<br />

instagram.ch/<strong>syndicom</strong><br />

Un video virale su Instagram<br />

che non è piaciuto alla Posta26.11.20<br />

Un collaboratore della Posta si è permesso<br />

di scherzare su Instagram filmando un<br />

furgone postale che si ribalta con tutto il<br />

carico. La Posta non ha trovato divertente<br />

il video virale e vuole effettuare delle<br />

indagini «interne».<br />

20min.ch<br />

Chi accudisce i figli<br />

ha diritto all’indennità<br />

di perdita di guadagno27.11.20<br />

La quarantena causa spesso<br />

problemi di accudimento.<br />

Che fare se i bambini devono<br />

restare a casa? Molti genitori<br />

non sanno di avere diritto a<br />

un’indennità di perdita di<br />

guadagno. L’USS mostra quanto<br />

è semplice richiederla. P.S.<br />

È consentito passare parola.<br />

Info su uss.ch.<br />

Congratulazioni, Lena! 30.11.20<br />

Ci congratuliamo con la nostra viceresponsabile<br />

della comunicazione e<br />

instancabile combattente per le pari<br />

opportunità e la parità @Lenaallenspach<br />

per la sua nomina nel Consiglio<br />

comunale di Berna (con un risultato<br />

brillante)!<br />

twitter.com/<strong>syndicom</strong>_de<br />

SRF nettamente in testa25.11.20<br />

L’anno del coronavirus procura tanti<br />

nuovi clienti ai portali di notizie<br />

svizzeri: i dieci maggiori portali<br />

hanno raggiunto tra aprile e giugno<br />

5,7 milioni di «unique user», pari al<br />

3,5% in più rispetto allo studio precedente.<br />

In cima troviamo srf.ch.<br />

Particolari progressi sono stati<br />

realizzati da nzz.ch.<br />

Persönlich.ch

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