LeStrade n.1562 novembre 2020
GALLERIE Gli avanzamenti dei trafori alpini ROAD SAFETY Come proteggere gli ostacoli fissi
GALLERIE
Gli avanzamenti dei trafori alpini
ROAD SAFETY
Come proteggere gli ostacoli fissi
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38<br />
39<br />
LS<br />
10<br />
10. Attenuatori “PRR”<br />
(Prestazioni, Robustezza,<br />
Ripetitività) in Italia<br />
(all’ingresso di un tunnel<br />
realizzato a Milano in<br />
occasione dell’Expo 2015)...<br />
11. ...e all’estero, a difesa<br />
degli utenti all’imbocco del<br />
celebre Eurasia Tunnel di<br />
Istanbul, in Turchia<br />
Cover Story/2<br />
Strade<br />
ma sicurezza”. Infine, un elenco delle criticità ancora sul tavolo:<br />
“La EN 1317 [...].non guarda per esempio [come fanno<br />
i test Euro NCAP, ndr] alle conseguenze dell’impatto sulle<br />
persone, ma si limita ad analizzare la reazione delle barriere<br />
all’impatto con i veicoli e all’effetto sulla loro decelerazione,<br />
mentre il DM 28/6/2011 lascia aperta la possibilità di installare<br />
attenuatori d’urto di classe inferiore ai limiti di velocità<br />
presenti nella stessa strada”. Su quest’ultimo punto ci siamo<br />
già soffermati, ma vale la pena ritornarci insieme a Roberto<br />
Impero: “La possibilità di installare un attenuatore di classe<br />
80 su una strada con limite di velocità di 120 km/h, comporta<br />
che in caso di urto frontale a 120 km/h un veicolo di 1300<br />
kg ha ancora, dopo aver deformato completamente l’attenuatore,<br />
una velocità residua di circa 89 km/h. È evidente<br />
che un essere umano che si schianta a 89 km/h contro un<br />
muro non ha alcuna possibilità di salvarsi...”. L’installazione<br />
nello stesso punto di un attenuatore di classe 110, al posto<br />
di quello di classe 80, comporterebbe invece che la velocità<br />
residua del veicolo impattante sia di soli 21 km/h. Con effetti<br />
del tutto diversi. Anche se “il risultato eccellente - conclude<br />
Impero - verrebbe ottenuto se in autostrada si installassero<br />
dispositivi in grado di assorbire un urto a 130 km/h (velocità<br />
residua 0 km/h)”.<br />
Focus attenuatori<br />
Dopo la normativa, i suoi pregi e i suoi difetti, ecco infine le<br />
soluzioni tecniche. Quelle essenzialmente di casa SMA, di<br />
cui ci occuperemo con maggior dettaglio nell’articolo che segue,<br />
dal momento che in questo primo affresco la nostra intenzione<br />
non è quella di parlare di uno o più prodotti, ma di<br />
fissare i capisaldi generali di uno scenario, in parte già noto<br />
al lettore specializzato, naturalmente, ma sempre più che<br />
utile da riproporre soprattutto se “organizzato” e articolato<br />
come nel volume oggetto del nostro viaggio. Parlando di<br />
soluzioni tecniche, ovvero gli attenuatori, Impero individua<br />
tre fattori distintivi: le Prestazioni, la Robustezza e la Ripetitività.<br />
Le prime emergono da tutti i possibili test imposti<br />
dalla norma e non solo, vedi il caso della certificazione Euro<br />
11<br />
NCAP. La seconda è “la capacità di un prodotto di mantenere<br />
le prestazioni nominali a prescindere dalle perturbazioni<br />
e cioè dagli effetti di variabili influenti, ma non controllabili”<br />
(Genichi Taguchi). “Le prestazioni di un prodotto in<br />
fase di test, seppure rispondenti ai criteri fissati dalla norma<br />
- spiega Impero - talvolta non garantiscono la piena affidabilità,<br />
specialmente in situazioni di urto non normato,<br />
che si verificano piuttosto di frequente”. La ripetitività è infine<br />
la ripetizione del comportamento/funzionamento di un<br />
prodotto. Caratteristica che si riscontra soltanto a seguito<br />
dell’uso, che nel caso degli attenuatori si chiama impatto.<br />
Se, dopo che questo è avvenuto, essi salvano la vita, allora<br />
ci siamo. Funzionano. Oltre a quanto provato in “laboratorio”<br />
e ben oltre la norma. La road safety che funziona, insomma.<br />
È questo l’obiettivo, a cui tendere con il massimo<br />
sforzo di tutti gli attori già citati in precedenza, a cui ne vogliamo<br />
aggiungere uno: noi stessi, in rappresentanza di tutti<br />
i professionisti della divulgazione e della comunicazione. nn<br />
© J. Michalak<br />
Dagli attenuatori<br />
alle barriere-varco<br />
VIAGGIO TRA LE SOLUZIONI FRUTTO DELLA RICERCA SMA ROAD SAFETY,<br />
LABORATORIO DEL MADE IN ITALY DELLA QUALITÀ STRADALE. DOPO<br />
ATTENUATORI E TERMINALI, ECCO LE NOVITÀ ANDROMEDA, LA BARRIERA<br />
INTELLIGENTE, ILLUMINANTE E MODULARE E I VARCHI DI EMERGENZA<br />
STARGATE, TESTATI (ANCHE CON LE NDBA ANAS) E APRIBILI IN 30 SECONDI. PER<br />
LA SERIE: LA FACTORY DEI PRODOTTI DAI NOMI EPICI NON SMETTE DI STUPIRE.<br />
Sicurezza e tecnologia. Totalmente made in Italy. È<br />
il senso del lavoro di SMA Road Safety, azienda con<br />
sede a Marcianise, Caserta, nata (e oggi cresciuta e<br />
diventata grande) da un ramo di Industry AMS, nome noto<br />
nell’automazione. La conosciamo dal 2014, tempi di Intertraffic<br />
Amsterdam, dove portò un attenuatore dalle performance<br />
tali da stupire la platea internazionale. Era stato prodotto<br />
l’anno prima nel 2013, interamente in acciaio, la prima<br />
installazione fu in galleria, un ambiente sensibile dunque,<br />
da proteggere secondo standard non proprio convenzionali.<br />
Fu l’inizio della storia di una gamma che oggi porta il nome<br />
di Leonidas, l’eroe delle Termopili, colui il quale si mise alla<br />
testa di un manipolo composto da 300 spartani più altri greci<br />
per fermare il mastodontico esercito di Serse, imperatore<br />
persiano. La sua struttura di base è in acciaio elettrosaldato<br />
e comprende una lamiera e una monorotaia di guida che<br />
permette lo scorrimento delle traverse, collegate ai pannelli<br />
di ritegno delle celle esagonali di assorbimento. Il bumper<br />
(pannello frontale) è il collegamento rigido delle lamiere in<br />
acciaio a tripla onda che, dopo l’urto, scivolano grazie a un<br />
sistema di scorrimento. I pannelli intermedi schiacciano le<br />
celle “a nido d’ape” (è questa l’innovazione nell’innovazione)<br />
in modo graduale, dissipando l’energia cinetica d’impatto<br />
e, come è già accaduto, salvando la vita.<br />
Sicurezza e tecnologia. Quella che è fulcro del progetto Leonidas<br />
- 5 stelle Euro NCAP - ma anche quella alla base<br />
del primo dispositivo SMA contraddistinto, come spiega a<br />
leStrade Stefano Caterino, responsabile Marketing dell’azienda,<br />
da un “nome epico”, che sa scuotere l’immaginario:<br />
Geronimo.<br />
Innovazione Geronimo<br />
Si tratta di un sistema di monitoraggio - fissato alle spalle<br />
dell’ostacolo da monitorare e connesso al medesimo attraverso<br />
un congegno piezo-elettrico - in grado di registrare<br />
un video e allertare le forze di primo soccorso e la Polizia<br />
Stradale nel momento stesso dell’impatto di un veicolo contro<br />
un ostacolo fisso: “È il capo indiano che dalla montagna<br />
vede lontano e può trasmettere la memoria dell’accaduto”.<br />
Visto anche questo da chi vi scrive a Intertraffic Amsterdam<br />
e apprezzato, per la sua originalità e per la sua funzionalità,<br />
da molte amministrazioni di gestione stradale. Anche in ragione<br />
del fatto che si tratta di un dispositivo ad alta tecnologia<br />
ma di semplice utilizzo, nonché autonomo per quanto<br />
riguarda la fornitura elettrica (via pannello fotovoltaico).<br />
Riassumiamone l’attività: un sensore posizionato dietro il<br />
dispositivo rileva il segnale e lo rinvia all’unità di controllo,<br />
mentre un modem integrato invia gli alert in tempo reale al<br />
Stefano Chiara<br />
1. Varco d’emergenza<br />
di SMA Road Safety Stargate<br />
installato a Baronissi,<br />
A2 Autostrada<br />
del Mediterraneo, rete Anas<br />
1<br />
Strade<br />
11/<strong>2020</strong> leStrade<br />
11/<strong>2020</strong>