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LeStrade n.1562 novembre 2020

GALLERIE Gli avanzamenti dei trafori alpini ROAD SAFETY Come proteggere gli ostacoli fissi

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Gli avanzamenti dei trafori alpini

ROAD SAFETY
Come proteggere gli ostacoli fissi

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10<br />

11 LS<br />

le giacche da minatore. Enea Bignami 5 era con loro e così<br />

descrive l’evento: “Giunti nella galleria di piccola sezione,<br />

di due metri di larghezza, procedemmo con l’aiuto delle<br />

lucerne dei minatori fino alla parete che ancora tramezzava<br />

il sotterraneo. Giunti al fondo della grotta ci trovammo<br />

di fronte alla parete di un metro e mezzo di spessore,<br />

forata dalla sonda . Da questo pertugio si parlava con<br />

quelli venuti da Modane, gli italiani stringevano la mano<br />

ai francesi attraverso il buco lasciato dalla sonda. I pertugi<br />

per le mine, pronti da entrambi i lati, furono riempiti<br />

con le mine. Noi retrocedemmo a cinquecento metri di distanza<br />

(così fecero anche dall’atra parte). Erano le 5,20<br />

del mattino del 26 dicembre quando ad un tratto scoppiarono<br />

le mine. Una violenta corrente ci avvolse di fumo<br />

denso. Per un buon quarto d’ora si rimase al buio. Nessuno<br />

parlava, ma tutti tossivano. Un leggero soffio d’aria<br />

fresca investì i presenti; era il segnale che ‘finalmente la<br />

breccia è aperta!’. Tutti si misero a correre, ad urtarsi e a<br />

pigiarsi per passare dall’altra parte. Bisognava abbassare<br />

il capo per non dare di cozzo contro la roccia e passare<br />

uno alla vota dal magico foro; primo ad attraversare fu<br />

Grattoni. Quelli che venivano da Bardonecchia andavano<br />

verso Modane e da Modane si veniva di qua, era una doppia<br />

corrente. Quanti amplessi! Quante strette di mano! Il<br />

primo grido fu ‘Viva l’Italia! Viva Vittorio Emanuele!’…. E<br />

fu subito festa. Un pranzo è stato preparato in una sala<br />

addobbata per l’occasione con una perforatrice sotto un<br />

ritratto di Vittorio Emanuele”.<br />

Gli abbracci tra le due squadre di minatori attraverso<br />

la breccia aperta il giorno di Natale del 1870, i reciproci<br />

inni nazionali e omaggi che si sprecheranno da quel momento<br />

fino all’inaugurazione dell’opera - che avvenne<br />

il mese di settembre 1871, non rispecchiavano il clima<br />

politico tesissimo tra Italia e Francia in quel periodo 6 .<br />

Echi di grande tecnica<br />

Dal punto di vista tecnico, molte sono le cose che colpiscono<br />

e che verranno illustrate nei prossimi numeri,<br />

“da cui trarre forte argomento di conforto e di orgoglio”,<br />

come scrisse Michele Treves nel 1864 dopo una<br />

sua visita ai lavori 7 . Qui ne accenniamo due. I tempi di<br />

realizzazione: in 13 anni sono stati scavati 12.233,55<br />

m, con una media di oltre 940 m all’anno, ovvero 470<br />

m da ciascun fornice. Ma se guardiamo solo gli ulti-<br />

L’epopea del Frejus: le fonti<br />

Per i lettori che desiderano approfondire, si riportano i nomi delle “testate”<br />

e i riferimenti delle riviste citate in un volumetto che l’Autore di questa rubrica<br />

ha pubblicato sul sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel<br />

2011: “Frejus - Storia del primo traforo delle Alpi e degli uomini che lo realizzarono<br />

1871-2011” dedicato ai colleghi in occasione del suo collocamento<br />

a riposo nel 2011. La pubblicazione è ancora oggi consultabile sul sito del<br />

MIT: http://www.mit.gov.it/mit/mop_all.php?p_id=11149<br />

• “Monitore delle strade ferrate e degli interessi materiali”, Torino, anno IV,<br />

n.1 del 4 gennaio 1871;<br />

• “Illustrazione Popolare”, Milano, vol. III, n.20, dell’8 gennaio 1871;<br />

• “Harper’s New Monthly Magazine”, New York”, vol. XLIII, n. CCLIV, luglio 1871;<br />

• “Scientific American”, New York, vol. XXV, n.10 del 2 /9/1871, n.12 del 16/9/1871<br />

e n.14 del 30/9/1871; vol. XXVI, n.5 del 27 gen. 1872 e n.11 del 9/3/1871;<br />

5<br />

Germano<br />

Sommellier<br />

6<br />

mi otto anni, in cui è stata utilizzata la perforatrice di<br />

Sommeiller, vediamo che l’avanzamento annuo è stato<br />

ancora più rapido, 725,66 m (lato sud) e 529,04 (lato<br />

nord); misure che ancora oggi sono considerate indice<br />

di “buon” avanzamento nello scavo “tradizionale”, ovvero,<br />

senza l’uso della “talpa”. Il secondo stupefacente<br />

fatto tecnico è anche il modestissimo “scarto di allineamento”<br />

registrato tra gli assi dei due tronchi perforati:<br />

40 cm in direzione e 60 cm in altezza, frutto sia dell’ottima<br />

precisione nelle misurazioni effettuate, sia della<br />

corretta esecuzione degli scavi dei due fornici, lunghi:<br />

7.080 m (lato sud) e 5.153 m (lato nord); scarto che,<br />

anche nelle perforazioni che si compiono oggi, con i più<br />

moderni strumenti e mezzi disponibili, può essere considerato<br />

“eccezionale”.<br />

Immediato fu l’eco dell’avvenimento in tutto il mondo.<br />

Si riportano i titoli di due testate, una italiana e l’altra<br />

americana, che si ritengono più significativi: sulla<br />

“Gazzetta Piemontese”, Torino del 30 dicembre 1870:<br />

“Una splendida vittoria dell’intelligenza umana sulle<br />

cieche forze della natura”; sullo “Scientific American 8 ”<br />

New York, vol. XXIV, n. 2 del 7 gennaio 1871: “A que-<br />

• “Gazzetta del Popolo italiano”, Torino, anno XXIV, n.253 dell’11 sett. 1871,<br />

n.255 del 13 sett. 1871, n. 260 del 17 sett. 1871 e n.263 del 20 sett. 1871;<br />

• “Gazzetta Piemontese”, Torino, 16 sett.1871;<br />

• “L’Illustration Journal Universel, Paris, anno XXXIX, vol. LVIII, n.1490 del<br />

16 sett. 1871, n.1491 del 23 sett. 1871 e n.1492 del 30 sett. 1871;<br />

• “Engineering, an illustrated weekly journal”, W.H.Maw and J.Dredge,<br />

London, del 15, 22 e 29 sett. 1871;<br />

• “Le Monde illustré”, Paris, anno XV, n.754 e n.755 del 23 e del 30 settembre<br />

1871;<br />

Severino<br />

Grattoni<br />

• “Illustrazione Popolare”, Milano, vol. IV, n.42, 1° ott. 1871;<br />

• “L’Emporio pittoresco”, Milano, vol. XV, n.371 del 1° ott. 1871;<br />

• “Illustration Européenne”, Bruxelles, anno I, n. 48 del 14 ott. 1871;<br />

• “Harper’s Weekly”, New York, 21 ott. 1871.<br />

7<br />

Sebastiano<br />

Grandis<br />

5. I progettisti<br />

del Frejus eroi<br />

dell’ingegneria<br />

6. “La Gazzetta<br />

del Popolo”,<br />

Torino, 17<br />

settembre 1871<br />

7. “L’llustration<br />

Européenne”,<br />

Bruxelles, 4<br />

ottobre 1871<br />

9. I due copresidenti del Comitato Tecnico<br />

italo-francese Denis Fougeà e Pasquale<br />

Cialdini durante un sopralluogo nel traforo<br />

alla mezzeria tra Italia e Francia<br />

sta impresa da 13 anni si guarda come ad uno dei<br />

massimi eventi dell’ingegneria moderna. Il tunnel del<br />

Moncenisio, con le sue otto miglia di lunghezza è la più<br />

grande opera mai intrapresa, e il successo e la rapidità<br />

con cui è stata terminata rappresenta un trionfo<br />

dell’ingegneria che non ha paragoni”. In generale, dai<br />

numerosissimi articoli dedicati all’opera sono emerse<br />

evidenti le grandi capacità morali e intellettuali dei tre<br />

ingegneri progettisti (Sommeiller, Grandis e Grattoni)<br />

e dei tre direttori dei lavori (Borrelli, Coppello e Massa),<br />

tutti appartenenti al “Reale Corpo del Genio Civile”.<br />

Proprio su leStrade abbiamo già descritto il sentimento<br />

di “orgoglio” provato dall’Autore nel leggere<br />

le gesta compiute dai protagonisti 9 . Ci auguriamo che<br />

analogo “orgoglio” possano provare, attraverso queste<br />

poche pagine, tutti i lettori, come cittadini italiani<br />

e, quindi in qualche modo anche loro eredi degli illustri<br />

protagonisti di questa storia.<br />

10<br />

10. Monumento al Genio Alato (e particolari)<br />

in piazza Statuto a Torino<br />

Monumento all’impresa<br />

Le celebrazioni e i riconoscimenti per la storica impresa<br />

continuarono anche dopo il solenne viaggio inaugurale<br />

della ferrovia e culminarono il 26 ottobre 1879 con<br />

l’inaugurazione del monumento a ricordo della “Splendida<br />

vittoria del ‘Genio alato’, ovvero dell’intelligenza<br />

umana sulle cieche forze della natura”. Gli storici e<br />

gli esperti hanno considerato il Traforo del Frejus, alla<br />

pari con il Canale di Suez 10 , come le due più importanti<br />

e ingegnose opere infrastrutturali dell’800. È difficile<br />

attribuire il primato a una delle due, lasciamole<br />

a “pari merito”, anche si deve riconoscere che la perforazione<br />

del Frejus fu molto più pesante e pericolosa<br />

per coloro che vi hanno lavorato, chiusi all’interno di<br />

una montagna, con un’unica uscita posta sempre più<br />

lontano man mano che si avanzava.<br />

Ed è quindi particolarmente significativo che l’idea di<br />

erigere un monumento, a ricordo dell’immenso lavoro<br />

per l’opera titanica, venne proprio alle Società Operaie<br />

di Torino che lo dedicarono ai progettisti e alla direzione<br />

dei lavori. Da qui, un’altra importante riflessione: il<br />

rispetto e la fiducia che operai, dirigenza tecnica e istituzioni<br />

nutrivano reciprocamente furono senza dubbio<br />

determinanti per il successo dell’opera. Si riprende la<br />

descrizione dell’avvenimento, come è stato descritto su<br />

questa rivista 11 : le Società Operaie aprirono una sottoscrizione<br />

e costituirono un Comitato promotore e mandarono<br />

una circolare in tutt’Italia: “L’opera portentosa<br />

del Traforo delle Alpi stabilisce per noi italiani, in chi l’ha<br />

compiuta, una gloria patria, ed è per così dire al tempo<br />

stesso, l’apoteosi del lavoro, quindi è a voi specialmente<br />

fratelli operai che il Comitato composto di tutti<br />

figli del lavoro rivolge la sua parola onde concorriate col<br />

vostro obolo...”. Il Comitato si rivolse anche al Comune<br />

di Torino che deliberò immediatamente di appoggiare<br />

l’iniziativa 12 . Il monumento fu inaugurato il 26 ottobre<br />

1879 alla presenza del Re Umberto I, ma non erano<br />

presenti i tre grandi ingegneri 13 cui il monumento era<br />

dedicato. I quotidiani dell’epoca scrissero: “Torino torna<br />

ad essere capitale per un giorno”.<br />

Ci furono molti discorsi, ma il più sincero e spontaneo<br />

fu quello del tipografo Ubaldo Cassone a nome delle<br />

Società Operaie: “Salve o Maestà! L’operaio italiano<br />

per mia bocca vi ringrazia per aver voluto presiedere<br />

questa festa che io dirò del lavoro e del sapere. [...]<br />

Sotto gli auspici del vostro grande genitore si compì<br />

l’unione di due grandi popoli con il traforo del monte<br />

Frejus e l’operaio che sa apprezzare l’opera dei grandi<br />

ingegni volle che fosse innalzato un monumento a<br />

coloro che collo studio fecero sì che il pensiero del Pa-<br />

6. La Francia tra il 1° settembre 1870 ed 28 gennaio 1871 ha vissuto uno dei<br />

periodi più tristi della sua storia: la sconfitta di Sedan, e il successivo assedio<br />

di Parigi per opera dell’esercito prussiano, il crollo dell’impero di Napoleone<br />

III e la proclamazione della Terza Repubblica.<br />

7. Treves M. “Sulla perforazione meccanica delle gallerie ferroviarie ed in particolare<br />

sul gigantesco traforo delle Alpi Cozie detto del Moncenisio. Saggio<br />

storico descrittivo”, Tipografia del Commercio, Venezia 1864<br />

8. Il Titolo completo del settimanale americano: “Scientific American, a weekly<br />

Journal of pratical information, art, science, mechanics, chemistry and<br />

manufactures”<br />

9. Da leStrade 10/2010, pag. 22: “…la lettura delle imprese e delle grandi<br />

capacità morali ed intellettive di questi colleghi più anziani mi hanno fatto<br />

tornare l’orgoglio di aver lavorato nel settore pubblico e di aver fatto parte<br />

del “Corpo degli ingegneri del Genio civile” del Ministero dei Lavori Pubblici<br />

e di aver fatto parte del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Orgoglio<br />

che ho provato anche quando più volte sono entrato nella galleria in qualità<br />

di Co-Presidente della Commissione italofrancese che (nel 2001-2008) ha<br />

dre della Patria, dei Cavour e dei Paleocapa fosse una<br />

realtà. In oggi vediamo realizzato il nostro voto, cioè<br />

che un degno monumento segna al forestiero che volere<br />

è potere e che un popolo quando è retto a principio<br />

di sana libertà compie delle opere titaniche come<br />

quella del traforo del Frejus. A voi nato in questa terra<br />

sarà pur lieto questo giorno che l’operaio italiano,<br />

auspici il vostro augusto genitore, Voi e il municipio<br />

torinese, corona il genio e la scienza”. nn<br />

esaminato i progetti e seguito i lavori di adeguamento della sagoma e della<br />

sicurezza nel traforo ferroviario del Frejus, o in qualità di Co-Presidente del<br />

Comitato tecnico-sicurezza del Nuovo Collegamento Ferroviario Torino-Lione”.<br />

(Quest’ultimo incarico ricoperto per dodici anni dal 2001 fino all’approvazione<br />

del progetto definitivo nel 2013).<br />

10. Il progetto del Canale è stato redatto dall’ingegnere italiano Negrelli nel<br />

1854 e i lavori iniziarono il 25 aprile 1859 e terminarono nel 1867, mentre l’inaugurazione<br />

fu effettuata il 17 <strong>novembre</strong> 1869.<br />

11. leStrade 10/2010, pag, 22.<br />

12. Aderì anche un gruppo di sottoscrittori, “una Società di distinte persone”,<br />

che però contribuì con solo 16.000 lire, meno degli operai che raccolsero<br />

20.000 lire. Il monumento finirà per costare 78.000 lire.<br />

13. Germano Sommeiller era morto l’11 luglio 1871, e Severino Grattoni il<br />

1°aprile 1876, solo Sebastiano Grandis era ancora vivo, non partecipò e si<br />

scusò con una lettera: “Questa inaugurazione mi esporrebbe a forti emozioni,<br />

che mi sono severamente vietate”.<br />

Sicurezza delle Infrastrutture<br />

Sicurezza delle Infrastrutture<br />

11/<strong>2020</strong> leStrade<br />

11/<strong>2020</strong>

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