LeStrade n.1562 novembre 2020
GALLERIE Gli avanzamenti dei trafori alpini ROAD SAFETY Come proteggere gli ostacoli fissi
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Gli avanzamenti dei trafori alpini
ROAD SAFETY
Come proteggere gli ostacoli fissi
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108<br />
109 LS<br />
Un’imperiosa necessità<br />
Appalti: correggere le “semplificazioni” dal Codice al Regolamento<br />
La sfida della sostenibilità<br />
Intervista ad Arcangelo Fornelli, responsabile Settore Materiale Rotabile<br />
AISES<br />
Associazione Italiana Segnaletica<br />
e Sicurezza<br />
P.zza Cola di Rienzo, 80/a<br />
00192 Roma<br />
Tel 06.45476588 - Fax 06.45476677<br />
E-mail: presidenza@aises.it<br />
www.aises.it<br />
Pierluigi Masin<br />
Membro Consiglio Direttivo AISES<br />
Da tempo si attendevano delle<br />
modifiche alle procedure<br />
di aggiudicazione dei lavori<br />
pubblici e finalmente, anche con<br />
coraggio, sono giunte con il “Decreto<br />
Semplificazioni” ora L. 120/<strong>2020</strong>.<br />
Ma il “Decreto Semplificazioni”<br />
presenta al riguardo una rischiosa<br />
incompletezza che ne può vanificare<br />
l’emanazione. L’abolizione di molte<br />
delle formalità all’ingresso delle gare<br />
di LLPP avrebbe dovuto comportare<br />
il contrappeso di maggiori controlli<br />
sui risultati dell’appalto e prevedere<br />
una suddivisione di responsabilità<br />
all’interno della procedura che avrebbe<br />
generato la trasparenza necessaria<br />
al suo buon funzionamento. Il rischio<br />
grave è che una sola figura all’interno<br />
dell’amministrazione potrebbe trovarsi<br />
nella condizione di svolgere da solo<br />
tutti gli atti amministrativi e tecnici<br />
relativi ad un’opera pubblica, ovvero:<br />
• La scelta dell’appaltatore;<br />
• Direzione e contabilizzazione dei<br />
lavori;<br />
• Certificazione della regolare<br />
esecuzione.<br />
Indiscutibilmente troppi carichi,<br />
troppe le responsabilità da accentrare<br />
in una sola figura. Una procedura<br />
di controllo in uscita a chiusura dei<br />
lavori dovrebbe essere demandata ad<br />
una parte terza all’amministrazione<br />
e il decreto doveva prevedere<br />
anche la sostituzione del Certifica di<br />
Regolare esecuzione con un collaudo<br />
“semplificato” ma di competenza di<br />
terzi. Stando allo stato attuale, sono<br />
troppe le discrezionalità che una sola<br />
figura, chiamata a decidere, dovrebbe<br />
esercitare condizionandola a desistere<br />
dal “semplificare”.<br />
La modifica in essere<br />
Ma entriamo nel merito di questa<br />
modifica al Codice degli appalti che<br />
all’art. 102, comma 2 già prevede:<br />
1. Per i lavori fino a 1 milione la<br />
possibilità per la SA di sostituire il<br />
collaudo con un certificato di regolare<br />
esecuzione;<br />
2. Per i lavori tra 1 milione e la soglia<br />
comunitaria la possibilità di sostituire il<br />
certificato di collaudo con un certificato<br />
di regolare esecuzione nei casi previsti<br />
dal Regolamento (quello generale in<br />
bozza).<br />
La bozza di Regolamento del 16 luglio<br />
scorso, all’art. 210, comma 1, riporta<br />
testualmente:<br />
“1. Ai sensi dell’articolo 102, comma<br />
2, del codice il certificato di regolare<br />
esecuzione può sostituire il certificato<br />
di collaudo tecnico-amministrativo<br />
qualora:<br />
a) La stazione appaltante si avvalga di<br />
tale facoltà per lavori di importo pari o<br />
inferiore a 1 milione di euro;<br />
b) Per i lavori di importo superiore ad<br />
1 milione di euro e inferiore alla soglia<br />
di cui all’articolo 35 del codice, ove<br />
le opere risultino diverse da quelle di<br />
seguito indicate:<br />
1) Opere di nuova realizzazione<br />
o esistenti, classificabili in classe<br />
d’uso III e IV ai sensi delle vigenti<br />
norme tecniche per le costruzioni, ad<br />
eccezione dei lavori di manutenzione;<br />
2) Opere e lavori di natura<br />
prevalentemente strutturale quando<br />
questi si discostino dalle usuali<br />
tipologie o per la loro particolare<br />
1, 2. Attenzione alle “ipersemplificazioni”:<br />
una proposta di<br />
miglioramento del regolamento<br />
in discussione formulata FINCO,<br />
a cui AISES ha collaborato, punta<br />
proprio a mantenere l’efficienza<br />
salvaguardando la trasparenza<br />
1<br />
complessità strutturale richiedano più<br />
articolate calcolazioni e verifiche;<br />
3) Lavori di miglioramento o<br />
adeguamento sismico;<br />
4) Opere di cui alla parte IV del codice;<br />
5) Opere e lavori nei quali il<br />
responsabile del procedimento svolge<br />
anche le funzioni di progettista o<br />
direttore dei lavori”.<br />
La proposta AISES-FINCO<br />
Occorre, pertanto, all’art. 210 comma<br />
1 della bozza di regolamento ora in<br />
discussione, aggiungere una frase<br />
finale del seguente tenore: “In ogni<br />
caso tale procedura semplificata non<br />
può essere attivata ove non siano<br />
stati disposti uno o più interventi di<br />
verifica ispettiva attestanti il regolare<br />
andamento dei lavori da parte di<br />
soggetti di parte terza in base alle<br />
risultanze dei quali potrà essere<br />
rilasciato il certificato di regolare<br />
esecuzione”.<br />
FINCO, la Federazione cui aderisce<br />
AISES, su nostro suggerimento, ha<br />
proposto tale modifica alla bozza di<br />
Regolamento al Codice degli appalti,<br />
testé in discussione con la seguente<br />
motivazione:<br />
“Art. 210 comma 1 (Certificato di<br />
regolare esecuzione dei lavori)<br />
La possibilità di sostituire il certificato<br />
di collaudo con uno relativo solo alla<br />
regolare esecuzione rilasciato dallo<br />
stesso direttore dei lavori, per quanto<br />
possa essere letto nell’ottica di una<br />
semplificazione degli adempimenti<br />
dell’appalto, di fatto rischia (come<br />
sta già avvenendo) di derubricare<br />
il certificato in oggetto ad un atto<br />
puramente burocratico, in assenza di<br />
2<br />
un approfondito controllo.<br />
L’alleggerimento dei controlli<br />
autorizzativi con il continuo<br />
innalzamento delle soglie al di sotto<br />
delle quali non c’è pubblicazione del<br />
bando e la quasi totale eliminazione<br />
– pur se “temporanea” - della gara<br />
ad evidenza pubblica prevista dal DL<br />
76/20 c.d. “Decreto Semplificazione”<br />
come convertito in Legge 120/<strong>2020</strong>,<br />
dovrebbe essere accompagnato da<br />
maggiori controlli sui risultati dei<br />
lavori.<br />
Un ampio utilizzo del certificato di<br />
regolare esecuzione dei lavori nella<br />
pratica renderebbe, in molti casi,<br />
tali lavori del tutto fuori controllo<br />
soprattutto quando gli stessi vengano<br />
affidati in subappalto (subappalto le<br />
cui maglie, in prospettiva, potrebbero<br />
andare, purtroppo, ad allargarsi<br />
contro le aspettative delle imprese<br />
specializzate e le effettive necessità<br />
delle opere pubbliche).<br />
Si ritiene, dunque, necessario<br />
inserire nell’ambito della disciplina<br />
regolamentare elementi di maggiore<br />
“certezza” - quali ulteriori controlli<br />
di parte terza rispetto a quelle<br />
direttamente coinvolte nell’appalto<br />
- allorquando si decida di operare<br />
la sostituzione del collaudo con un<br />
certificato di regolare esecuzione”.<br />
Non resta che attendere per vedere<br />
se si riterrà opportuno “semplificare”<br />
davvero e accelerare gli interventi<br />
sotto le soglie previste dalla L.<br />
120/<strong>2020</strong>, che sono la gran parte<br />
delle opere, perché il bene pubblico,<br />
le infrastrutture, il mercato e il<br />
Paese tutto ne hanno una “imperiosa<br />
necessità”. nn<br />
ASSIFER<br />
Associazione Industrie Ferroviarie<br />
Federazione ANIE - Confindustria<br />
Viale Vincenzo Lancetti, 43<br />
20158 Milano<br />
Tel. 02.3264303 / 249<br />
E-mail assifer@anie.it<br />
www.assifer.anie.it - www.anie.it<br />
Viviana Solari<br />
La sfida della sostenibilità<br />
vede schierata in prima linea<br />
la mobilità di passeggeri e<br />
merci e l’industria ferroviaria è<br />
impegnata a garantire soluzioni<br />
che contribuiscano a costruire un<br />
futuro ecocompatibile. Ne parliamo<br />
con Arcangelo Fornelli responsabile<br />
del Settore Materiale Rotabile ANIE<br />
ASSIFER, l’Associazione dell’Industria<br />
Ferroviaria che rappresenta le<br />
aziende operanti in Italia nel<br />
settore del trasporto ferroviario<br />
e del trasporto pubblico urbano<br />
elettrificato.<br />
Quali sono le prerogative<br />
del settore materiale rotabile<br />
in Italia?<br />
Il rotabile è l’interprete della mobilità<br />
delle persone e delle merci, è un<br />
po’ la punta dell’iceberg del sistema<br />
ferroviario, un sistema decisamente<br />
complesso e denso di tecnologia in<br />
tutte le sue componenti, che assolve<br />
alla finalità di trasportare persone<br />
e merci in efficienza, sostenibilità<br />
e sicurezza, sia in ambito di lunga<br />
distanza che in ambito regionale<br />
ed urbano. La filiera industriale del<br />
rotabile è ottimamente radicata nel<br />
nostro Paese e l’Italia con le sue<br />
competenze e capacità industriali<br />
contribuisce al continuo sviluppo di<br />
soluzioni, le più classiche tecnologie<br />
meccaniche ed elettriche sono<br />
state negli anni affiancate da quelle<br />
elettroniche e di automazione ed<br />
oggi il rotabile è un concentrato di<br />
innovazione e meccatronica che<br />
consente prestazioni superiori e<br />
gestione efficiente del ciclo di vita. Il<br />
know how delle imprese che operano<br />
in Italia, appartenenti talvolta ad<br />
organizzazioni globali, permette di<br />
concepire, progettare e produrre<br />
nel Paese il rotabile e larghissima<br />
parte dei suoi sistemi e componenti,<br />
contribuendo inoltre in maniera<br />
importante all’export nazionale, si<br />
pensi che la quota esportata dalle<br />
aziende Assifer del settore materiale<br />
rotabile vale mediamente tra il 30 ed<br />
il 35% del fatturato complessivo.<br />
Tracciamo in sintesi alcuni trend<br />
su cui è impegnata l’industria.<br />
Contribuire attivamente alla<br />
sostenibilità è un obiettivo chiaro del<br />
nostro settore.<br />
Il 2021 sarà l’anno europeo delle<br />
ferrovie, una iniziativa per sostenere<br />
la realizzazione degli obiettivi del<br />
Green Deal europeo per i trasporti,<br />
che richiede in particolare di<br />
accelerare il passaggio a una mobilità<br />
sostenibile e intelligente. I trasporti<br />
rappresentano un quarto delle<br />
emissioni di gas serra dell’UE per le<br />
quali si punta ad una riduzione del<br />
90% entro il 2050, la Commissione<br />
Europea afferma che, essendo uno<br />
dei modi di trasporto più rispettosi<br />
dell’ambiente ed efficienti dal punto<br />
di vista energetico, la ferrovia<br />
deve svolgere un ruolo significativo<br />
nell’accelerare la riduzione delle<br />
emissioni dei trasporti. L’industria<br />
introduce continuamente innovazione<br />
sia nei processi che nei prodotti:<br />
la sfida nei prossimi anni sarà<br />
quella di garantire un continuo<br />
miglioramento delle prestazioni e<br />
dell’efficienza dei rotabili per dare<br />
risposta a una prospettiva di forte<br />
crescita del trasporto su ferro. Oggi<br />
i treni hanno indici di recuperabilità<br />
e riciclabilità già molto elevati (oltre<br />
95%) e la direzione intrapresa è<br />
quella dell’Ecodesign, ossia di una<br />
progettazione che applica i principi<br />
dell’economia circolare a tutte le<br />
fasi del ciclo di vita del prodotto.<br />
Altro esempio può essere ricondotto<br />
alla decarbonizzazione: le linee<br />
italiane hanno un ottimo rateo di<br />
elettrificazione ma circa il 28%<br />
delle linee non lo sono e per alcune<br />
di queste l’elettrificazione non si<br />
presenta economicamente attraente.<br />
La trazione termica sarà<br />
accantonata nel giro di pochi anni<br />
ed oggi l’industria ferroviaria sta già<br />
mettendo a disposizione sia soluzioni<br />
basate su carburanti alternativi<br />
come l’idrogeno sia soluzioni basate<br />
sull’immagazzinamento di energia a<br />
bordo treno in batterie innovative.<br />
Parlando di investimenti,<br />
come vede l’industria lo stato<br />
attuale e le prospettive?<br />
Accanto alla certezza di avere<br />
a disposizione un servizio alta<br />
velocità rapido ed efficiente, con<br />
tecnologie di punta di cui andare<br />
orgogliosi, è maturata anche la<br />
consapevolezza che il servizio<br />
regionale e suburbano avesse<br />
bisogno di ottimizzazioni sostanziali,<br />
2. Materiale rotabile<br />
1. Arcangelo<br />
Fornelli<br />
che richiedessero oltre ad interventi<br />
sull’infrastruttura soprattutto<br />
aggiornamento, ringiovanimento<br />
e potenziamento delle flotte dei<br />
rotabili. In questi ultimi anni si è<br />
innescato un percorso virtuoso che<br />
ha visto coinvolti i Governi nazionale<br />
e regionali con Trenitalia, è stato<br />
avviato un piano di immissione di<br />
nuovi rotabili forse mai visto in<br />
passato, prospettando il rinnovo<br />
dell’80% della flotta e la riduzione<br />
dell’età media a 10 anni nel<br />
2023. Appare naturale che tale<br />
obiettivo, una volta raggiunto,<br />
vada quantomeno mantenuto,<br />
necessitando quindi di investimenti<br />
stabili e continui volti a consolidare<br />
e mantenere la raggiunta età media,<br />
se non in taluni casi specifici a<br />
ridurla ulteriormente.<br />
Altro campo di intervento è il<br />
trasporto urbano, attraverso<br />
programmi di potenziamento e<br />
rinnovo del parco veicoli, accanto<br />
alla realizzazione di nuove linee. Gli<br />
indicatori mostrano quanto le nostre<br />
città siano lontane dalle altre città<br />
europee in termini di dotazioni: basti<br />
dire che tutta Italia ha meno km<br />
di Metropolitana della sola Madrid,<br />
e stessa situazione si ritrova sulle<br />
tranvie.<br />
Il COVID19 ci ha parzialmente sospesi<br />
in una bolla, una volta sconfitta la<br />
pandemia potrà aver modificato<br />
alcune abitudini, ma la mobilità<br />
sostenibile di persone e merci rimarrà<br />
un obiettivo di assoluto riferimento<br />
per il quale è necessario pianificare<br />
interventi, anche alla luce delle<br />
risorse europee di cui il nostro Paese<br />
potrebbe essere destinatario. nn<br />
AssociAzione Aises<br />
AssociAzione Anie/AssiFeR<br />
11/<strong>2020</strong> leStrade<br />
11/<strong>2020</strong>