360 GRADI MAGAZINE//2020 Novembre-Dicembre

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25.11.2020 Views

«Non mi piace essere vincolata ad alcuno stile artistico; allo stesso modo nessun vincolo per quanto riguarda la tecnica in quanto ho ancora molto da imparare. » Le esperienze della sua infanzia e adolescenza hanno influenzato la sua immaginazione e fanno da sfondo alla sua arte. Anche il suo stesso nome ha questa origine ed è molto dolce il modo in cui ne parla, risvegliando le sue memorie e lasciandoci pensare al suo passato, quando era una bambina che passeggiava libera in una natura popolata dai fantastici personaggi che lei poteva immaginare: «Meilo è il nome che tutti usavano per chiamarmi quando ero una bambina e vivevo in una fattoria di cui conservo i più bei ricordi. Ero completamente libera di andare dove volevo e di fare ciò che volevo. C’era solo un posto proibito… il fiume. Non era esattamente un fiume, era un ruscello, ma ha influenzato la mia immaginazione definitivamente. Un giorno infatti lo rappresenterò in “Delicatessen” con tutti i fantastici personaggi che lo popolavano. Quando fui grande abbastanza per andare alla scuola superiore i miei genitori mi portarono in città ed io non fui mai più considerata “Meilo”. La mia immaginazione ha molto a che fare con la mia infanzia, mi ritengo fortunata e privilegiata per aver incontrato un anziano narratore, un mugnaio. Le sue storie ed il paesaggio, ricco di alberi e acqua, svilupparono la mia immaginazione. Ho vissuto la mia adolescenza sotto una dittatura che ha evidenziato altri problemi e priorità, altre lotte: tutto ciò ha formato il mio modo di essere e lavorare.» Delicatessen - Tell me a story è una installazione artistica creata da Meilo e da sua figlia CapCat Ragu, è situata nella regione che l’artista possiede in Second Life ed è interattiva perché, invece di raccontare una storia, chiede ai visitatori di creare le proprie narrazioni; ogni particolare è costruito per offrire un’esperienza immersiva, infatti i personaggi non hanno nome e all’ingresso della regione si possono trovare i loro avatar, da indossare per vivere le proprie storie collegando le varie scene dell’installazione. «“Tell Me a Story” fu un’opera molto gratificante. I visitatori svolsero un ottimo lavoro: foto, storie e filmati. Fui molto soddisfatta di ciò che ognuno produsse. Questa installazione fu esibita nella Galleria CRU di Porto. Mia nipote Rita Eustáquio lesse le storie che furono presentate e registrate; io e CapCat scegliemmo le foto che illustravano le storie e furono presentati anche dei video. Ognuno ebbe la possibilità di entrare in Second Life e visitare “Delicatessen”, l’avatar a disposizione rappresentava una delle fanciulle di “Tell me a story”. Fu molto interessante osservare la reazione delle persone, specialmente 88 360 GRADI

quella dei bambini che non volevano lasciare il computer. “Tell Me a Story” non sarà in esibizione ancora per molto, “Delicatessen”chiuderà per un po’ e riaprirà presentando una creazione di CapCat.» Siamo tutti dispiaciuti e sentiremo la mancanza di questa magnifica installazione quindi, chi non l’avesse ancora visitata, è bene che si affretti prima che venga rimossa, ma siamo ansiosi di vedere la prossima, nuova creazione. La sensibilità di Meilo nei riguardi della situazione femminile traspare dalle sue creazioni artistiche che ci danno emozioni e ci portano a riflettere: «L’uguaglianza di genere non è una realtà, le donne continuano ad essere discriminate, abusate, violentate. Ogni luogo, ogni cultura ha un differente modo di farlo, in alcuni paesi è peggio che in altri, ma perfino dove esistono leggi per l’uguaglianza queste non vengono applicate o peggio, nelle dittature, possono DELICATESSEN essere cambiate. Alcuni stati sembra stiano avviando questo processo. Penso che in generale i miei lavori esprimano tutto ciò, alcuni più esplicitamente, altri meno.» Come esempi desidero citare la sua installazione The Overwhelm, la passata installazione Liquid Song creata da lei e da CapCat Ragu per 2LEI e la loro bella poesia: “Poiché sono nebbia Poiché sono gelo Voglio tornare alla mia forma liquida Voglio fondere Voglio ritirarmi Voglio tornare alla mia forma liquida Poiché io sono nebbia Poiché io sono gelo Voglio tornare alla mia forma liquida 360 GRADI 89

«Non mi piace essere<br />

vincolata ad alcuno stile<br />

artistico; allo stesso modo<br />

nessun vincolo per quanto<br />

riguarda la tecnica in<br />

quanto ho ancora molto<br />

da imparare. »<br />

Le esperienze della sua<br />

infanzia e adolescenza<br />

hanno influenzato la<br />

sua immaginazione e<br />

fanno da sfondo alla<br />

sua arte. Anche il suo<br />

stesso nome ha questa<br />

origine ed è molto dolce<br />

il modo in cui ne parla,<br />

risvegliando le sue<br />

memorie e lasciandoci<br />

pensare al suo passato,<br />

quando era una bambina<br />

che passeggiava libera in<br />

una natura popolata dai<br />

fantastici personaggi che<br />

lei poteva immaginare:<br />

«Meilo è il nome che<br />

tutti usavano per<br />

chiamarmi quando ero<br />

una bambina e vivevo<br />

in una fattoria di cui<br />

conservo i più bei ricordi.<br />

Ero completamente libera<br />

di andare dove volevo e di<br />

fare ciò che volevo. C’era<br />

solo un posto proibito… il<br />

fiume.<br />

Non era esattamente un<br />

fiume, era un ruscello,<br />

ma ha influenzato la<br />

mia immaginazione<br />

definitivamente. Un<br />

giorno infatti lo<br />

rappresenterò in<br />

“Delicatessen” con tutti i<br />

fantastici personaggi che<br />

lo popolavano.<br />

Quando fui grande<br />

abbastanza per andare<br />

alla scuola superiore<br />

i miei genitori mi<br />

portarono in città<br />

ed io non fui mai più<br />

considerata “Meilo”.<br />

La mia immaginazione<br />

ha molto a che fare<br />

con la mia infanzia,<br />

mi ritengo fortunata<br />

e privilegiata per aver<br />

incontrato un anziano<br />

narratore, un mugnaio.<br />

Le sue storie ed il<br />

paesaggio, ricco di alberi<br />

e acqua, svilupparono la<br />

mia immaginazione.<br />

Ho vissuto la mia<br />

adolescenza sotto<br />

una dittatura che<br />

ha evidenziato altri<br />

problemi e priorità,<br />

altre lotte: tutto ciò ha<br />

formato il mio modo di<br />

essere e lavorare.»<br />

Delicatessen - Tell me a<br />

story è una installazione<br />

artistica creata da Meilo<br />

e da sua figlia CapCat<br />

Ragu, è situata nella<br />

regione che l’artista<br />

possiede in Second Life<br />

ed è interattiva perché,<br />

invece di raccontare<br />

una storia, chiede ai<br />

visitatori di creare le<br />

proprie narrazioni; ogni<br />

particolare è costruito<br />

per offrire un’esperienza<br />

immersiva, infatti i<br />

personaggi non hanno<br />

nome e all’ingresso della<br />

regione si possono trovare<br />

i loro avatar, da indossare<br />

per vivere le proprie storie<br />

collegando le varie scene<br />

dell’installazione.<br />

«“Tell Me a Story”<br />

fu un’opera molto<br />

gratificante.<br />

I visitatori svolsero un<br />

ottimo lavoro: foto,<br />

storie e filmati. Fui molto<br />

soddisfatta di ciò che<br />

ognuno produsse.<br />

Questa installazione fu<br />

esibita nella Galleria CRU<br />

di Porto. Mia nipote Rita<br />

Eustáquio lesse le storie<br />

che furono presentate e<br />

registrate; io e CapCat<br />

scegliemmo le foto che<br />

illustravano le storie e<br />

furono presentati anche<br />

dei video.<br />

Ognuno ebbe la possibilità<br />

di entrare in Second Life<br />

e visitare “Delicatessen”,<br />

l’avatar a disposizione<br />

rappresentava una delle<br />

fanciulle di “Tell me a<br />

story”.<br />

Fu molto interessante<br />

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persone, specialmente<br />

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