acta ordinis fratrum minorum - OFM
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ACTA ORDINIS<br />
FRATRUM MINORUM<br />
VEL AD ORDINEM QUOQUO MODO PERTINENTIA<br />
IUSSU ET AUCTORITATE<br />
Fr. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO<br />
TOTIUS ORD. FR. MIN. MINISTRI GENERALIS<br />
IN COMMODUM PRAESERTIM RELIGIOSORUM SIBI SUBDITORUM<br />
IN LUCEM AEDITA<br />
Veritatem facientes in caritate (Eph. 4,15).<br />
Peculiari prorsus laude dignum putavimus,<br />
dilecte Fili, consilium quo horum Actorum<br />
collectio atque editio suscepta est.<br />
(Ex Epist. LEONIS PP. XIII ad Min. Gen.)<br />
ROMA<br />
CURIA GENERALIS ORDINIS
CUM APPROBATIONE ECCLESIASTICA<br />
FR. JOSÉ R. CARBALLO, ofm, Min. Gen.<br />
Fr. LUIGI PERUGINI<br />
Director<br />
Fr. GINO CONCETTI<br />
Director responsabilis<br />
Autoriz. N. 10240 del Trib. di Roma, 8-3-1965<br />
Impaginazione e grafica<br />
Ufficio Comunicazioni <strong>OFM</strong> – Roma<br />
Stampato dalla<br />
TIPOGRAFIA MANCINI S.A.S. – Tivoli (Roma)<br />
nel mese di ottobre dell’anno 2007
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS<br />
1. Discorso all’Assemblea plenaria dell’Unione<br />
Internazionale Superiore generali<br />
Aula delle Benedizioni, 7 maggio 2007<br />
PORSI AL SERVIZIO DEL VANGELO<br />
Signor Cardinale,<br />
venerati Fratelli nell’Episcopato<br />
e nel Sacerdozio,<br />
care Sorelle!<br />
Sono lieto di incontrarvi in occasione<br />
dell’Assemblea Plenaria dell’Unione Internazionale<br />
Superiore Generali. Saluto e ringrazio<br />
il Cardinale Franc Rodè, Prefetto<br />
della Congregazione per gli Istituti di Vita<br />
Consacrata e le Società di Vita Apostolica,<br />
per le cordiali parole rivoltemi; estendo il<br />
mio ringraziamento alla Presidente della<br />
vostra Unione, suor Therezinha Rasera, che<br />
s’è fatta interprete non solo dei vostri affettuosi<br />
sentimenti, ma anche di quelli delle<br />
religiose del mondo intero. Saluto, poi, ciascuna<br />
di voi, care Superiore Generali, che<br />
rappresentate 794 famiglie religiose femminili<br />
operanti in 85 Paesi dei cinque Continenti.<br />
Ed in voi ringrazio l’immenso esercito<br />
di testimoni dell’amore di Cristo, che<br />
operano sulle frontiere dell’evangelizzazione,<br />
dell’educazione e della carità sociale.<br />
Come ha ricordato la vostra Presidente,<br />
il tema dell’Assemblea Plenaria, che state<br />
tenendo in questi giorni, è particolarmente<br />
interessante: “Chiamate a tessere una nuova<br />
spiritualità che generi speranza e vita<br />
per tutta l’umanità”. L’argomento da voi<br />
scelto è frutto di un’ampia riflessione sulla<br />
seguente domanda: “Nel contemplare il nostro<br />
mondo, ascoltando le sue grida, i suoi<br />
bisogni, la sua sete e le sue aspirazioni, qual<br />
è il filo che noi, religiose, responsabili delle<br />
nostre Congregazioni, siamo chiamate a<br />
tessere in questo momento, per divenire così<br />
‘tessitrici di Dio’, profetiche e mistiche?”.<br />
L’analisi attenta delle risposte perve-<br />
nute ha fatto comprendere al Consiglio Esecutivo<br />
della vostra Unione che il simbolo<br />
scelto, quello cioè del “tessere”, un’immagine<br />
prettamente femminile che viene usata<br />
in tutte le culture, rispondeva a quanto le<br />
Superiore Generali avvertivano come<br />
un’urgenza spirituale e apostolica del momento<br />
presente. Nelle medesime risposte<br />
sono stati evidenziati alcuni “fili” - la donna,<br />
i migranti, la terra e la sua sacralità, i laici,<br />
il dialogo con le religioni del mondo –<br />
che voi ritenete quanto mai utili per “tessere”,<br />
in questa nostra epoca, una rinnovata<br />
spiritualità della Vita Consacrata ed avviare<br />
così un approccio apostolico più rispondente<br />
alle attese della gente.<br />
Ed è appunto su questi temi che state riflettendo<br />
durante i lavori della vostra Plenaria.<br />
Voi siete consapevoli che ogni Superiora<br />
Generale è chiamata ad essere animatrice<br />
e promotrice, come opportunamente ha sottolineato<br />
la vostra Presidente, di una Vita<br />
Consacrata “mistica e profetica”, fortemente<br />
impegnata nella realizzazione del Regno<br />
di Dio. Sono questi i “fili” con i quali il Signore<br />
vi spinge, care Religiose, a “tessere”<br />
oggi il vivo tessuto di un proficuo servizio<br />
alla Chiesa e di una eloquente testimonianza<br />
evangelica “sempre antica e sempre nuova”,<br />
in quanto fedele alla radicalità del Vangelo<br />
e coraggiosamente incarnata nella<br />
realtà contemporanea, specialmente laddove<br />
c’è più povertà umana e spirituale.<br />
Non sono certamente poche le sfide sociali,<br />
economiche e religiose con cui la Vita<br />
Consacrata si deve confrontare nel tempo<br />
attuale! I cinque ambiti pastorali da voi<br />
messi in evidenza costituiscono altrettanti<br />
“fili” da tessere e intrecciare nella complessa<br />
trama del vivere quotidiano, nelle relazioni<br />
interpersonali e nell’apostolato. Si<br />
tratta non di rado di percorrere inesplorati<br />
sentieri missionari e spirituali, mantenendo<br />
però sempre ben saldo il rapporto interiore<br />
con Cristo. Solo da questa unione con Dio
224<br />
scaturisce infatti ed è alimentato il ruolo<br />
“profetico” della vostra missione, che consiste<br />
nell’“annuncio del Regno dei cieli”,<br />
annuncio indispensabile in ogni tempo e in<br />
ogni società.<br />
Non cedete pertanto mai alla tentazione<br />
di allontanarvi dall’intimità con il vostro<br />
celeste Sposo, lasciandovi catturare eccessivamente<br />
dagli interessi e dai problemi<br />
della vita quotidiana. I Fondatori e le Fondatrici<br />
dei vostri Istituti hanno potuto essere<br />
dei “profetici pionieri” nella Chiesa perché<br />
non hanno mai perso la viva consapevolezza<br />
di essere nel mondo, ma non del<br />
mondo, secondo il chiaro insegnamento di<br />
Gesù (cfr Gv 17,14). Seguendo il suo esempio,<br />
essi si sono sforzati di comunicare con<br />
le parole e i gesti concreti l’amore di Dio attraverso<br />
il dono totale di se stessi, sempre<br />
mantenendo lo sguardo e il cuore fissi in<br />
Lui.<br />
Care Religiose, se volete ripercorrere fedelmente<br />
voi stesse le orme dei vostri Fondatori<br />
e delle vostre Fondatrici ed aiutare le<br />
vostre consorelle a seguirne gli esempi, coltivate<br />
la dimensione “mistica” della Vita<br />
Consacrata, mantenete cioè sempre unita la<br />
vostra anima a Dio attraverso la contemplazione.<br />
Come insegna la Scrittura, il “profeta”<br />
prima ascolta e contempla, poi parla lasciandosi<br />
permeare totalmente da quell’amore<br />
per Dio che nulla teme ed è più forte<br />
persino della morte. L’autentico profeta,<br />
perciò, non si preoccupa tanto di fare delle<br />
opere, cosa senza dubbio importante, ma<br />
mai essenziale. Egli si sforza soprattutto di<br />
essere testimone dell’amore di Dio, cercando<br />
di viverlo tra le realtà del mondo, anche<br />
se la sua presenza può talora risultare “scomoda”,<br />
perché offre ed incarna valori alternativi.<br />
Sia quindi vostra preoccupazione prioritaria<br />
aiutare le vostre consorelle a ricercare<br />
primariamente Cristo e a porsi generosamente<br />
a servizio del Vangelo. Non stancatevi<br />
di riservare ogni cura possibile alla formazione<br />
umana, culturale e spirituale delle<br />
persone a voi affidate, perché siano in grado<br />
di rispondere alle odierne sfide culturali<br />
e sociali. Siate le prime a dare l’esempio nel<br />
rifuggire le comodità, gli agi, le convenien-<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
ze per portare a compimento la vostra missione.<br />
Condividete le ricchezze dei vostri<br />
carismi con quanti sono impegnati nell’unica<br />
missione della Chiesa che è la costruzione<br />
del Regno. Instaurate a tal fine una serena<br />
e cordiale collaborazione con i sacerdoti,<br />
i fedeli laici, e specialmente le famiglie<br />
per andare incontro alle sofferenze, ai bisogni,<br />
alle povertà materiali e soprattutto spirituali<br />
di tanti nostri contemporanei. Coltivate,<br />
inoltre, una sincera comunione e una<br />
schietta collaborazione con i Vescovi, primi<br />
responsabili dell’evangelizzazione nelle<br />
Chiese particolari.<br />
Care Sorelle, questa vostra Assemblea<br />
Generale si svolge nel tempo pasquale, nel<br />
quale la liturgia ci invita a proclamare con<br />
incessante esultanza: “Questo è il giorno<br />
che ha fatto il Signore, rallegriamoci ed<br />
esultiamo!”. Il gaudio e la pace della Pasqua<br />
vi accompagnino e sempre dimorino<br />
in voi, in ogni vostra Comunità. In ogni circostanza<br />
fatevi messaggere di questa gioia<br />
pasquale come le donne che, recatesi al sepolcro,<br />
lo trovarono vuoto ed ebbero il dono<br />
di incontrare il Cristo risorto. Liete allora<br />
corsero a darne l’annuncio agli Apostoli.<br />
Veglino su di voi e sulle vostre rispettive<br />
Famiglie religiose Maria, Regina delle Vergini,<br />
e i vostri santi e beati Fondatori e Fondatrici.<br />
Nell’affidarvi alla loro intercessione,<br />
di cuore vi assicuro un ricordo nella preghiera<br />
e volentieri imparto a tutte una<br />
speciale Benedizione Apostolica.<br />
BENEDETTO XVI<br />
[L’Osservatore Romano, 7-8 maggio 2007]<br />
2. Discorso di Benedetto XVI in occasione<br />
della visita alla “Fazenda da Esperança”<br />
Guaratinguetá, Fazenda da Esperança,<br />
12.05.2007<br />
DOVETE ESSERE GLI<br />
AMBASCIATORI DELLA SPERANZA<br />
Carissimi amici e amiche!<br />
Eccomi finalmente nella<br />
“Fazenda da Esperança”!
1. Saluto con particolare affetto Fra<br />
Hans Stapel, Fondatore dell’Opera Sociale<br />
“Nossa Senhora da Glória”, conosciuta anche<br />
come “Fazenda da Esperança”. Desidero<br />
innazitutto rallegrarmi con tutti voi per<br />
aver creduto nell’ideale di bene e di pace<br />
che questo posto significa.<br />
A tutti voi che vi trovate in fase di ricupero,<br />
nonché a coloro che si sono ristabiliti,<br />
ai volontari, alle famiglie, agli ex-ricoverati<br />
e ai benefattori di tutte le “fazendas” rappresentate<br />
in questa occasione per questo<br />
appuntamento con il Papa vorrei dire: Pace<br />
e Bene!<br />
So che si sono riuniti qui i rappresentanti<br />
di diversi paesi, dove la “Fazenda da<br />
Esperança” possiede delle sedi. Siete venuti<br />
a vedere il Papa. Siete venuti per ascoltare<br />
e assimilare ciò egli desidera dirvi.<br />
2. La Chiesa di oggi deve ravvivare in se<br />
stessa la coscienza del compito di riproporre<br />
al mondo la voce di Colui che disse: «Io<br />
sono la luce del mondo; chi segue me, non<br />
cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della<br />
vita» (Gv 8,12). Da parte sua, la missione<br />
del Papa è di rinnovare nei cuori questa luce<br />
che non si offusca, perché vuole illuminare<br />
l’intimo delle anime che cercano il vero<br />
bene e la pace, che il mondo non può dare.<br />
Una luce come questa abbisogna solo di<br />
un cuore aperto agli aneliti divini. Dio non<br />
costringe, non opprime la libertà individuale;<br />
solo chiede l’apertura di quel sacrario<br />
della nostra coscienza attraverso cui passano<br />
tutte le aspirazioni più nobili, ma anche<br />
gli affetti e le passioni disordinati che offuscano<br />
il messaggio dell’Altissimo.<br />
3. «Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno<br />
ascolta la mia voce e mi apre la porta,<br />
io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con<br />
me» (Ap 3,20). Sono parole divine che<br />
giungono al fondo dell’anima e che scuotono<br />
persino le sue radici più profonde.<br />
In un certo momento della vita, Gesù<br />
viene e bussa, con tocchi soavi, nel profondo<br />
dei cuori ben disposti. Con voi, Egli lo<br />
ha fatto attraverso una persona amica o un<br />
sacerdote o, chissà, predispose una serie di<br />
coincidenze per farvi capire che siete og-<br />
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 225<br />
getto della predilezione divina. Mediante<br />
l’istituzione che vi accoglie, il Signore vi ha<br />
reso possibile questa esperienza di ricupero<br />
fisico e spirituale di importanza vitale per<br />
voi e per i vostri familiari. A seguito di ciò,<br />
la società si attende che sappiate divulgare<br />
questo bene prezioso della salute fra gli<br />
amici ed i membri di tutta la comunità.<br />
Voi dovete essere gli ambasciatori della<br />
speranza! Il Brasile possiede una statistica<br />
delle più rilevanti per ciò che riguarda la dipendenza<br />
chimica delle droghe e degli stupefacenti.<br />
E l’America Latina non resta indietro.<br />
Perciò dico agli spacciatori che riflettano<br />
sul male che stanno facendo a una<br />
moltitudine di giovani e di adulti di tutti gli<br />
strati sociali: Dio chiederà loro conto di ciò<br />
che hanno fatto. La dignità umana non può<br />
essere calpestata in questo modo. Il male<br />
provocato riceve la medesima riprovazione<br />
che Gesù espresse per coloro che scandalizzavano<br />
i “più piccoli”, i preferiti di Dio (cfr<br />
Mt 18,7-10).<br />
4. A mezzo di una terapia, che include<br />
l’assistenza medica, psicologica e pedagogica,<br />
ma anche molta preghiera, lavoro manuale<br />
e disciplina, sono già numerose le persone,<br />
soprattutto giovani, che sono riuscite a<br />
liberarsi dalla dipendenza chimica e dall’alcool<br />
e a ricuperare il senso della vita.<br />
Desidero manifestare il mio apprezzamento<br />
per quest’Opera, che ha come fondamento<br />
spirituale il carisma di San Francesco<br />
e la spiritualità del Movimento dei Focolari.<br />
Il reinserimento nella società costituisce,<br />
senza dubbio, una dimostrazione dell’efficacia<br />
della vostra iniziativa. Però, ciò che<br />
più desta l’attenzione, e conferma la validità<br />
del lavoro, sono le conversioni, il ritrovamento<br />
di Dio e la partecipazione attiva alla<br />
vita della Chiesa. Non basta curare il corpo,<br />
bisogna ornare l’anima con i più<br />
preziosi doni divini acquisiti col Battesimo.<br />
Ringraziamo Iddio per aver voluto porre<br />
tante anime sulla strada di una speranza rinnovata,<br />
con l’aiuto del Sacramento del perdono<br />
e della celebrazione dell’Eucaristia.<br />
5. Cari amici, non posso lasciarmi sfuggire<br />
questa opportunità di ringraziare pure
226<br />
tutti coloro che collaborano materialmente<br />
e spiritualmente per dare continuità all’Opera<br />
Sociale Nossa Senhora da Glória. Che<br />
Dio benedica Fra Hans Stapel e Nelson<br />
Giovanelli Ros per aver accolto l’invito suo<br />
a dedicare a voi la loro vita. Il Signore benedica<br />
anche tutti coloro che lavorano in<br />
quest’Opera: i consacrati e le consacrate, i<br />
volontari e le volontarie. Una benedizione<br />
speciale va pure a tutte le persone amiche<br />
che la sostengono: autorità, gruppi di appoggio<br />
e tutti coloro che amano Cristo presente<br />
in questi suoi figli prediletti.<br />
Il mio pensiero va ora a molte altre istituzioni<br />
di tutto il mondo che lavorano per<br />
restituire la vita, e una vita nuova, a questi<br />
nostri fratelli presenti nella nostra società, e<br />
che Dio ama con un amore preferenziale.<br />
Penso pure ai molti gruppi degli Alcoolisti<br />
Anonimi e dei Tossicodipendenti Anonimi,<br />
e alla Pastorale della Sobrietà che già lavora<br />
in molte comunità, fornendo i suoi generosi<br />
aiuti in favore della vita.<br />
6. La prossimità del Santuario di Aparecida<br />
ci assicura che la “Fazenda da Esperança”<br />
nacque sotto la benedizione ed il suo<br />
sguardo materno. Da molto tempo chiedo<br />
alla Madre, Regina e Patrona del Brasile,<br />
che stenda il suo mantello protettore su coloro<br />
che parteciperanno alla V Conferenza<br />
Generale dell’Episcopato dell’America Latina<br />
e dei Caraibi. La vostra presenza qui<br />
assicura un considerevole aiuto per il successo<br />
di questa grande Assemblea; deponete<br />
le vostre preghiere, i sacrifici e le rinunzie<br />
sull’altare della Cappella, sicuri che, nel<br />
Santo Sacrificio dell’Altare, queste offerte<br />
saliranno al cieli come soave profumo al<br />
cospetto dell’Altissimo. Conto sul vostro<br />
aiuto. Che San Fra Galvão e Santa Crescenza<br />
veglino e proteggano ognuno di voi. Tutti<br />
benedico nel nome del Padre, del Figlio e<br />
dello Spirito Santo. Amen.<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
BENEDETTO XVI<br />
[L’Osservatore Romano, 14-15 maggio 2007, 5]<br />
3. Saluto di Benedetto XVI alle Clarisse<br />
Fazenda da Esperança, Guaratinguetá,<br />
12 maggio 2007<br />
ANNUNCIATE<br />
IL MESSAGGIO DELL’AMORE<br />
“Lodato sii, mio Signore, per tutte le tue<br />
creature”<br />
Con questo saluto all’Onnipotente e<br />
Buon Signore, il santo Poverello di Assisi<br />
riconosceva la bontà unica di Dio Creatore<br />
e la tenerezza, la forza e la bellezza che soavemente<br />
si espandono in tutte le creature,<br />
rendendole specchio dell’onnipotenza del<br />
Creatore.<br />
Questo nostro incontro, carissime sorelle<br />
Figlie di Santa Chiara, in questa “Fazenda<br />
da Esperança”, vuol essere la manifestazione<br />
di un gesto di affetto del Successore<br />
di Pietro alle sorelle di Clausura e anche<br />
una serena manifestazione di amore che<br />
echeggia su queste colline e valli della Catena<br />
della Mantiqueira e si diffonde su tutta<br />
la terra: «Non è linguaggio e non sono parole<br />
di cui non si oda il suono. Per tutta la<br />
terra si diffonde la loro voce e ai confini del<br />
mondo la loro parola» (Sal 18,4-5). Da questo<br />
luogo le figlie di Santa Chiara proclamano:<br />
“Lodato sii, mio Signore, per tutte le<br />
tue creature!”.<br />
Dove la società non vede più alcun futuro<br />
o speranza, i cristiani sono chiamati ad<br />
annunziare la forza della Risurrezione: proprio<br />
qui, in questa “Fazenda da Esperança”,<br />
dove risiedono tante persone, specie giovani,<br />
che cercano di superare il problema della<br />
droga, dell’alcool e della dipendenza dalle<br />
sostanze chimiche, si testimonia il Vangelo<br />
di Cristo in mezzo a una società<br />
consumistica lontana da Dio. Com’è diversa<br />
la prospettiva del Creatore nella sua opera!<br />
Le suore Clarisse e gli altri Religiosi di<br />
clausura - che, nella vita contemplativa,<br />
scrutano la grandezza di Dio e scoprono anche<br />
la bellezza della creature - possono, con<br />
l’autore sacro, contemplare lo stesso Dio,<br />
estasiato, ammirato dinanzi alla sua opera,<br />
alla sua creatura amata: «Dio vide quanto<br />
aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona!»<br />
(Gn 1,31).
Quando il peccato entrò nel mondo e,<br />
con esso, la morte, la creatura amata di Dio<br />
- pur ferita - non perse totalmente la sua bellezza:<br />
al contrario, ricevette un amore più<br />
grande: “Felice colpa, che meritò di avere<br />
un così grande Redentore!” - proclama la<br />
Chiesa nella notte misteriosa e chiara di Pasqua<br />
(Exultet). È il Cristo risuscitato che cura<br />
le ferite e salva i figli e le figlie di Dio,<br />
salva l’umanità dalla morte, dal peccato e<br />
dalla schiavitù delle passioni. La Pasqua di<br />
Cristo unisce cielo e terra. In questa “Fazenda<br />
da Esperança” si uniscono le preci<br />
delle Clarisse e il lavoro arduo della medicina<br />
e dell’ergoterapia per vincere le prigioni<br />
e rompere le catene delle droghe che fanno<br />
soffrire i figli amati di Dio.<br />
Si ricompone così la bellezza delle creature<br />
che incanta e stupisce il loro Creatore.<br />
Questo è il Padre Onnipotente, l’unico la<br />
cui essenza é l’amore e la cui gloria è l’uomo<br />
vivente, come dice sant’Ireneo. Egli «ha<br />
tanto amato il mondo da dare il suo Figlio»<br />
(Gv 3,16) per riprendere chi è caduto lungo<br />
il cammino, assalito e ferito dai ladri per la<br />
strada da Gerusalemme a Gerico. Sulle strade<br />
del mondo, Gesù “è la mano che il Padre<br />
tende ai peccatori; è il cammino per mezzo<br />
del quale giunge a noi la pace” (anafora eucaristica).<br />
Sì, qui scopriamo che la bellezza<br />
delle creatura e l’amore di Dio sono inseparabili.<br />
Francesco e Chiara di Assisi scoprono<br />
anche questo segreto e propongono ai loro<br />
amati figli e figlie una sola cosa, e molto<br />
semplice: vivere il Vangelo. Questa è la loro<br />
norma di condotta e la loro regola di vita.<br />
Chiara lo espresse molto bene, quando disse<br />
alle sue consorelle: “Abbiate tra di voi,<br />
figlie mie, lo stesso amore con il quale Cristo<br />
vi ha amato” (Testamento).<br />
È in questo amore che Fra Hans le invitò<br />
ad essere le garanti di tutto il lavoro svolto<br />
nella “Fazenda da Esperança”. Con la forza<br />
della preghiera silenziosa, con i digiuni e le<br />
penitenze, le figlie di santa Chiara vivono il<br />
comandamento dell’amore per Dio e per il<br />
prossimo, nel gesto supremo di amare fino<br />
all’estremo.<br />
Ciò significa che non bisogna mai perdere<br />
la speranza! Da qui il nome di quest’opera<br />
di Fra Hans: “Fazenda da Esperança”.<br />
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 227<br />
Bisogna infatti edificare, costruire la speranza,<br />
tessendo la tela di una società che,<br />
nello stendere i fili della vita, perde il vero<br />
senso della speranza. Questa perdita - secondo<br />
san Paolo - è una maledizione che la<br />
persona umana impone a se stessa: «persone<br />
senza cuore» (cfr Rm 1,31).<br />
Carissime Sorelle, siate coloro che proclamano<br />
che «la speranza non delude» (Rm<br />
5,5). Il dolore del Crocifisso, che pervase<br />
l’anima di Maria ai piedi della Croce, consoli<br />
tanti cuori materni e paterni che piangono<br />
di dolore per i loro figli ancora tossicodipendenti.<br />
Annunziate col silenzio oblativo<br />
della preghiera, silenzio eloquente che<br />
il Padre ascolta; annunziate il messaggio<br />
dell’amore che vince il dolore, la droga e la<br />
morte. Annunziate Gesù Cristo, essere<br />
umano come noi, sofferente come noi, che<br />
prese su di sé i nostri peccati per liberarci da<br />
essi!<br />
Fra poco inizieremo la V Conferenza<br />
Generale dell’Episcopato Latino Americano<br />
e dei Caraibi, nel Santuario di Aparecida,<br />
così vicino alla “Fazenda da Esperança”.<br />
Confido anche nelle vostre preghiere,<br />
affinché i nostri popoli abbiano vita in<br />
Gesù Cristo e tutti noi siamo suoi discepoli<br />
e missionari. Supplico Maria - la Madre<br />
Aparecida, la Vergine di Nazaret - che, nella<br />
sequela di Cristo, custodiva tutte le cose<br />
nel suo cuore, che vi custodisce nel silenzio<br />
fecondo della preghiera.<br />
A tutte le Suore di clausura, specialmente<br />
alle Clarisse presenti in quest’Opera, va<br />
la mia benedizione con il mio affetto.<br />
BENEDETTO XVI<br />
[L’Osservaotre Romano, 14-15 maggio 2007, 4]<br />
4. Discorso all’Udienza generale del<br />
mercoledì<br />
Piazza San Pietro, 23 maggio 2007<br />
VIAGGIO IN BRASILE:<br />
UN ATTO DI LODE<br />
Cari fratelli e sorelle,<br />
in questa Udienza generale vorrei soffermarmi<br />
sul Viaggio apostolico che ho com-
228<br />
piuto in Brasile, dal 9 al 14 di questo mese.<br />
Dopo due anni di Pontificato, ho avuto finalmente<br />
la gioia di recarmi nell’America<br />
Latina, che tanto amo e dove vive, di fatto,<br />
una gran parte dei cattolici del mondo. La<br />
meta è stata il Brasile, ma ho inteso abbracciare<br />
tutto il grande subcontinente latinoamericano,<br />
anche perché l’evento ecclesiale<br />
che mi ha chiamato là è stato la V Conferenza<br />
Generale dell’Episcopato Latinoamericano<br />
e dei Caraibi. Desidero rinnovare<br />
l’espressione della mia profonda gratitudine<br />
per l’accoglienza ricevuta ai cari fratelli<br />
Vescovi, in particolare a quelli di San Paolo<br />
e di Aparecida. Ringrazio il Presidente<br />
del Brasile e le altre Autorità civili, per la<br />
loro cordiale e generosa collaborazione;<br />
con grande affetto ringrazio il popolo brasiliano<br />
per il calore con cui mi ha accolto –<br />
era veramente grande e commovente - e per<br />
l’attenzione che ha prestato alle mie parole.<br />
Il mio Viaggio ha avuto anzitutto il valore<br />
di un atto di lode a Dio per le “meraviglie”<br />
operate nei popoli dell’America Latina,<br />
per la fede che ha animato la loro vita e<br />
la loro cultura durante più di cinquecento<br />
anni. In questo senso è stato un pellegrinaggio,<br />
che ha avuto il suo culmine nel Santuario<br />
della Madonna Aparecida, Patrona principale<br />
del Brasile. Il tema del rapporto tra<br />
fede e cultura è stato sempre molto a cuore<br />
ai miei venerati Predecessori Paolo VI e<br />
Giovanni Paolo II. Ho voluto riprenderlo<br />
confermando la Chiesa che è in America<br />
Latina e nei Caraibi nel cammino di una fede<br />
che si è fatta e si fa storia vissuta, pietà<br />
popolare, arte, in dialogo con le ricche tradizioni<br />
precolombiane e poi con le molteplici<br />
influenze europee e di altri continenti.<br />
Certo, il ricordo di un passato glorioso non<br />
può ignorare le ombre che accompagnarono<br />
l’opera di evangelizzazione del continente<br />
latinoamericano: non è possibile infatti<br />
dimenticare le sofferenze e le ingiustizie<br />
inflitte dai colonizzatori alle<br />
popolazioni indigene, spesso calpestate nei<br />
loro diritti umani fondamentali. Ma la doverosa<br />
menzione di tali crimini ingiustificabili<br />
- crimini peraltro già allora condannati<br />
da missionari come Bartolomeo de Las Casas<br />
e da teologi come Francesco da Vitoria<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
dell’Università di Salamanca - non deve<br />
impedire di prender atto con gratitudine<br />
dell’opera meravigliosa compiuta dalla grazia<br />
divina tra quelle popolazioni nel corso<br />
di questi secoli. Il Vangelo è diventato così<br />
nel Continente l’elemento portante di una<br />
sintesi dinamica che, con varie sfaccettature<br />
a seconda delle diverse nazioni, esprime<br />
comunque l’identità dei popoli latinoamericani.<br />
Oggi, nell’epoca della globalizzazione,<br />
questa identità cattolica si presenta ancora<br />
come la risposta più adeguata, purché<br />
animata da una seria formazione spirituale<br />
e dai principi della dottrina sociale della<br />
Chiesa.<br />
Il Brasile è un grande Paese che custodisce<br />
valori cristiani profondamente radicati,<br />
ma vive anche enormi problemi sociali ed<br />
economici. Per contribuire alla loro soluzione<br />
la Chiesa deve mobilitare tutte le forze<br />
spirituali e morali delle sue comunità,<br />
cercando opportune convergenze con le altre<br />
energie sane del Paese. Tra gli elementi<br />
positivi sono certo da indicare la creatività e<br />
la fecondità di quella Chiesa, in cui nascono<br />
in continuazione nuovi Movimenti e nuovi<br />
Istituti di vita consacrata. Non meno lodevole<br />
è la dedizione generosa di tanti fedeli<br />
laici, che si dimostrano molto attivi nelle<br />
varie iniziative promosse dalla Chiesa.<br />
Il Brasile è anche un Paese che può offrire<br />
al mondo la testimonianza di un nuovo<br />
modello di sviluppo: la cultura cristiana infatti<br />
può animarvi una “riconciliazione” tra<br />
gli uomini e il creato, a partire dal recupero<br />
della dignità personale nella relazione con<br />
Dio Padre. In questo senso, un esempio eloquente<br />
è la “Fazenda da Esperança”, una<br />
rete di comunità di recupero per giovani che<br />
vogliono uscire dal tunnel tenebroso della<br />
droga. In quella che ho visitato, traendone<br />
una profonda impressione di cui conservo<br />
vivo il ricordo nel cuore, è significativa la<br />
presenza di un monastero di Suore Clarisse.<br />
Questo mi è parso emblematico per il mondo<br />
d’oggi, che ha bisogno di un “recupero”<br />
certamente psicologico e sociale, ma ancor<br />
più profondamente spirituale. Ed emblematica<br />
è stata pure la canonizzazione, celebrata<br />
nella gioia, del primo Santo nativo del<br />
Paese: Fra Antonio di Sant’Anna Galvão.
Questo sacerdote francescano del secolo<br />
XVIII, devotissimo della Vergine Maria,<br />
apostolo dell’Eucaristia e della Confessione,<br />
fu chiamato, ancora vivente, “uomo di<br />
pace e di carità”. La sua testimonianza è<br />
un’ulteriore conferma che la santità è la vera<br />
rivoluzione, che può promuovere l’autentica<br />
riforma della Chiesa e della società.<br />
Nella Cattedrale di San Paolo ho incontrato<br />
i Vescovi del Brasile, la Conferenza<br />
episcopale più numerosa del mondo. Testimoniare<br />
loro il sostegno del Successore di<br />
Pietro era uno degli scopi principali della<br />
mia missione, perché conosco le grandi sfide<br />
che l’annuncio del Vangelo deve affrontare<br />
in quel Paese. Ho incoraggiato i miei<br />
Confratelli a portare avanti e rafforzare<br />
l’impegno della nuova evangelizzazione,<br />
esortandoli a sviluppare in modo capillare e<br />
metodico, la diffusione della Parola di Dio,<br />
affinché la religiosità innata e diffusa delle<br />
popolazioni possa approfondirsi e diventare<br />
fede matura, adesione personale e comunitaria<br />
al Dio di Gesù Cristo. Li ho animati a<br />
recuperare ovunque lo stile della primitiva<br />
comunità cristiana, descritta nel Libro degli<br />
Atti degli Apostoli: assidua nella catechesi,<br />
nella vita sacramentale e nella carità operosa.<br />
Conosco la dedizione di questi fedeli<br />
servitori del Vangelo, che vogliono presentare<br />
senza riduzioni e confusioni, vigilando<br />
sul deposito della fede con discernimento; è<br />
pure loro costante preoccupazione quella di<br />
promuovere lo sviluppo sociale principalmente<br />
mediante la formazione dei laici,<br />
chiamati ad assumere responsabilità nel<br />
campo della politica e dell’economia. Ringrazio<br />
Dio di avermi permesso di approfondire<br />
la comunione con i Vescovi brasiliani,<br />
e continuo a portarli sempre nella mia preghiera.<br />
Altro momento qualificante del Viaggio<br />
è stato senza dubbio l’incontro con i giovani,<br />
speranza non solo per il futuro, ma forza<br />
vitale anche per il presente della Chiesa e<br />
della società. Per questo la veglia animata<br />
da loro a San Paolo del Brasile è stata una<br />
festa della speranza, illuminata dalle parole<br />
di Cristo rivolte al “giovane ricco”, che gli<br />
aveva chiesto: “Maestro, che cosa devo fare<br />
di buono per ottenere la vita eterna?” (Mt<br />
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 229<br />
19,16). Gesù gli indicò prima di tutto “i comandamenti”<br />
come la via della vita, e poi lo<br />
invitò a lasciare tutto per seguirlo. Anche<br />
oggi la Chiesa fa lo stesso: prima di tutto ripropone<br />
i comandamenti, vero cammino di<br />
educazione della libertà al bene personale e<br />
sociale; e soprattutto propone il “primo comandamento”,<br />
quello dell’amore, perché<br />
senza l’amore anche i comandamenti non<br />
possono dare senso pieno alla vita e procurare<br />
la vera felicità. Solo chi incontra in Gesù<br />
l’amore di Dio e si mette su questa via<br />
per praticarlo tra gli uomini, diventa suo discepolo<br />
e missionario. Ho invitato i giovani<br />
ad essere apostoli dei loro coetanei; e per<br />
questo a curare sempre la formazione umana<br />
e spirituale; ad avere grande stima del<br />
matrimonio e del cammino che conduce ad<br />
esso, nella castità e nella responsabilità; ad<br />
essere aperti anche alla chiamata alla vita<br />
consacrata per il Regno di Dio. In sintesi, li<br />
ho incoraggiati a mettere a frutto la grande<br />
“ricchezza” della loro gioventù, per essere<br />
il volto giovane della Chiesa.<br />
Culmine del Viaggio è stata l’inaugurazione<br />
della Quinta Conferenza Generale<br />
dell’Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi,<br />
nel Santuario di Nostra Signora Aparecida.<br />
Il tema di questa grande e importante<br />
assemblea, che si concluderà alla fine del<br />
mese, è “Discepoli e missionari di Gesù<br />
Cristo, affinché i nostri popoli in Lui abbiano<br />
vita – Io sono la via, la Verità e la Vita”.<br />
Il binomio “discepoli e missionari” corrisponde<br />
a quello che il Vangelo di Marco dice<br />
a proposito della chiamata degli Apostoli:<br />
“(Gesù) ne costituì Dodici che stessero<br />
con lui e anche per mandarli a predicare”<br />
(Mc 3,14-15). La parola “discepoli” richiama,<br />
quindi, la dimensione formativa e della<br />
sequela, della comunione e dell’amicizia<br />
con Gesù; il termine “missionari” esprime<br />
il frutto del discepolato, cioè la testimonianza<br />
e la comunicazione dell’esperienza<br />
vissuta, della verità e dell’amore conosciuti<br />
e assimilati. Essere discepoli e missionari<br />
comporta un vincolo stretto con la Parola di<br />
Dio, con l’Eucaristia e gli altri Sacramenti,<br />
il vivere nella Chiesa in ascolto obbediente<br />
dei suoi insegnamenti. Rinnovare con gioia<br />
la volontà di essere discepoli di Gesù, di
230<br />
“stare con Lui”, è la condizione fondamentale<br />
per esserne missionari “ripartendo da Cristo”,<br />
secondo la consegna del Papa Giovanni<br />
Paolo II a tutta la Chiesa dopo il Giubileo<br />
del 2000. Il mio venerato Predecessore ha<br />
sempre insistito su una evangelizzazione<br />
“nuova nel suo ardore, nei suoi metodi, nella<br />
sua espressione”, come affermò proprio<br />
parlando all’Assemblea del CELAM, il 9<br />
marzo 1983, ad Haiti (cfr Insegnamenti VI/1<br />
[1983], 698). Con il mio Viaggio apostolico,<br />
ho voluto esortare a proseguire su questa<br />
strada, offrendo come prospettiva unificante<br />
quella dell’Enciclica Deus caritas est, una<br />
prospettiva inseparabilmente teologica e sociale,<br />
riassumibile in questa espressione: è<br />
l’amore che dona la vita. “La presenza di<br />
Dio, l’amicizia col Figlio di Dio incarnato, la<br />
luce della sua Parola, sono sempre condizioni<br />
fondamentali per la presenza ed efficacia<br />
della giustizia e dell’amore nelle nostre società”<br />
(Discorso inaugurale della V Conf.<br />
Gen. dell’Episcopato Latinoamericano e dei<br />
Caraibi, 4: L’Osservatore Romano, 14-15<br />
maggio 2007, p. 14).<br />
Alla materna intercessione della Vergine<br />
Maria, venerata col titolo di Nostra Signora<br />
di Guadalupe quale patrona dell’intera<br />
America Latina, e al nuovo santo brasiliano,<br />
Fra Antonio di Sant’Anna Galvão, affido<br />
i frutti di questo indimenticabile Viaggio<br />
apostolico.<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
BENEDETTO XVI<br />
[L’Osservatore Romano, 24 maggio 2007, p. 4)<br />
5. Lettera al Primate di Ingheria, Card.<br />
Péter Erdő, in occasione delle celebrazioni<br />
per l’VIII Centenario della nascita<br />
di santa Elisabetta di Turingia o<br />
d’Ungheria<br />
FIGLIA DELLA CHIESA<br />
OFFRÌ UNA VISIBILE E SIGNIFICA-<br />
TIVA TESTIMONIANZA<br />
DELLA CARITÀ DI CRISTO<br />
Al Venerato Fratello<br />
PÉTER Card. ERDŐ<br />
Arcivescovo degli Strigoni<br />
Primate di Ungheria<br />
Presidente del Consiglio<br />
delle Conferenze Episcopali d’Europa<br />
Con vivo compiacimento ho appreso che<br />
si stanno predisponendo speciali festeggiamenti<br />
per l’VIII centenario della nascita di<br />
santa Elisabetta di Turingia o d’Ungheria,<br />
che ricorre quest’anno. In tale felice circostanza<br />
Le chiedo di rendersi interprete presso<br />
i fedeli d’Ungheria e dell’intera Europa<br />
della mia spirituale partecipazione alle celebrazioni<br />
previste: esse saranno opportuna<br />
occasione per proporre all’intero Popolo di<br />
Dio e specialmente all’Europa la splendida<br />
testimonianza di questa Santa, la cui fama<br />
ha varcato i confini della propria Patria,<br />
coinvolgendo moltissime persone anche<br />
non cristiane in tutto il Continente.<br />
Santa “europea”, Elisabetta nacque in un<br />
contesto sociale di fresca evangelizzazione.<br />
Andrea e Gertrude, genitori di tale autentica<br />
gemma della nuova Ungheria cristiana, si<br />
preoccuparono di formarla alla consapevolezza<br />
della propria dignità di figlia adottiva<br />
di Dio. Elisabetta fece proprio il programma<br />
di Gesù Cristo, Figlio di Dio, che facendosi<br />
uomo, «spogliò se stesso assumendo la condizione<br />
di servo» (Fil 2,7). Grazie all’aiuto<br />
di ottimi maestri, si pose sulle orme di san<br />
Francesco d’Assisi, proponendosi come personale<br />
e ultimo obiettivo quello di conformare<br />
la sua esistenza a quella di Cristo, unico<br />
Redentore dell’uomo.<br />
Chiamata ad essere sposa del Langravio<br />
di Turingia, non cessò di dedicarsi alla cura<br />
dei poveri, nei quali riconosceva le sembianze<br />
del Maestro divino. Seppe unire le<br />
doti di sposa e di madre esemplare all’esercizio<br />
delle virtù evangeliche, apprese alla<br />
scuola del Santo di Assisi. Si rivelò vera figlia<br />
della Chiesa, offrendo una testimonianza<br />
concreta, visibile e significativa della carità<br />
di Cristo. Innumerevoli persone, lungo<br />
il corso dei secoli, hanno seguito il suo<br />
esempio, guardando a lei come a modello di<br />
specchiate virtù cristiane, vissute in modo<br />
radicale nel matrimonio, nella famiglia e<br />
pure nella vedovanza. A lei si sono ispirate<br />
anche personalità politiche, traendone incitamento<br />
a lavorare alla riconciliazione tra i<br />
popoli.
L’anno internazionale elisabettiano, iniziato<br />
a Roma lo scorso 17 novembre, sta recando<br />
nuovi stimoli a meglio comprendere<br />
la spiritualità di questa figlia della Pannonia,<br />
che richiama ancora oggi ai suoi concittadini<br />
e agli abitanti del Continente europeo<br />
l’importanza dei valori imperituri del<br />
Vangelo.<br />
Signor Cardinale, formulo fervidi voti<br />
affinché la conoscenza approfondita della<br />
personalità e dell’opera di Elisabetta di Turingia<br />
possa aiutare a riscoprire con sempre<br />
più viva consapevolezza le radici cristiane<br />
dell’Ungheria e della stessa Europa, spingendo<br />
i responsabili a sviluppare in modo<br />
armonico e rispettoso il dialogo tra la Chiesa<br />
e le società civili, per costruire un mondo<br />
realmente libero e solidale. Possa l’anno internazionale<br />
elisabettiano costituire per gli<br />
Ungheresi, i Tedeschi e per tutti gli Europei<br />
occasione quanto mai propizia per evidenziare<br />
l’eredità cristiana ricevuta dai padri, sì<br />
da continuare ad attingere da quelle radici la<br />
linfa necessaria per un’abbondante fruttificazione<br />
nel nuovo millennio da poco iniziato.<br />
Mentre invoco su tutti la costante protezione<br />
di Maria, Magna Domina Hungarorum,<br />
di santo Stefano e di santa Elisabetta,<br />
imparto a Lei, Signor Cardinale, all’Episcopato,<br />
al clero, ai religiosi e ai fedeli tutti una<br />
speciale Benedizione Apostolica, pegno di<br />
copiosi favori celesti.<br />
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 231<br />
Dal Vaticano, 27 Maggio 2007<br />
BENEDETTO XVI<br />
[L’Osservatore Romano, 8 luglio 2007, p. 4]<br />
6. Visita pastorale di Benedetto XVI ad<br />
Assisi in occasione dell’ottavo centenario<br />
della conversione di san Francesco<br />
1. Saluto alle Clarisse<br />
Basilica S. Chiara, 17 giugno 2007<br />
Grazie per questo canto così bello! È un<br />
canto di accompagnamento in attesa dell’arrivo<br />
del Signore. Ma il Signore è sempre<br />
in arrivo. Quindi questo è proprio un canto<br />
di benvenuto per il Signore. Noi stessi stiamo<br />
andando incontro al Signore. Questo incontro<br />
mi fa pensare ad incontri analoghi<br />
nei tempo passati: incontri molto belli, che<br />
sono profondamente iscritti nella mia memoria.<br />
Rivedere questa vita di amore per il<br />
Signore, questa vita di Maria – che sta totalmente<br />
in ascolto del Signore e così in<br />
ascolto della Parola di Dio per l’umanità di<br />
oggi – per me è sempre una grande ispirazione,<br />
un grande incoraggiamento.<br />
Celebriamo 800 anni dalla conversione<br />
di san Francesco. Conversione non è solo<br />
un momento, un attimo della vita: è un cammino.<br />
E voi andate avanti, ci precedete nel<br />
cammino della conversione, in questo cammino<br />
qualche volta anche molto arduo, ma<br />
sempre accompagnato dalle gioie del Signore.<br />
E speriamo che oggi sia un giorno<br />
così, vissuto nella gioia del Signore. Un<br />
giorno in cui il sole di Dio, così ben cantato<br />
da san Francesco, sia realmente anche il nostro<br />
“centro” e ci dia luce nel cuore e nella<br />
nostra vita.<br />
Non sono preparato adesso per dire altre<br />
cose, ma vi ringrazio di cuore per tutto. Assisi<br />
per me è sempre un punto di riferimento<br />
interiore, perché so che è una grande forza<br />
di preghiera, una forza per il Papa nella<br />
sua missione di stare al timone della Nave<br />
di Pietro, della Nave di Cristo. Allora, andiamo<br />
avanti con il Signore! Io prego per<br />
voi e voi pregate per me! Così, nonostante<br />
la distanza esteriore, restiamo profondamente<br />
uniti.<br />
Grazie di nuovo!<br />
BENEDETTO XVI<br />
[L’Osservatore Romano, 18-19 giugno 2007, 4]<br />
2. Omelia nella<br />
concelebrazione eucaristica<br />
Piazza Inferiore della Basilica di San Francesco,<br />
17 giugno 2007<br />
FRANCESCO INCARNA<br />
LA VERITÀ «CRISTOLOGICA»<br />
CHE È ALLE RADICI<br />
DELL’ESISTENZA UMANA,<br />
DEL COSMO E DELLA STORIA
232<br />
Cari fratelli e sorelle,<br />
che cosa ci dice oggi il Signore, mentre<br />
celebriamo l’Eucaristia nel suggestivo scenario<br />
di questa piazza, in cui si raccolgono<br />
otto secoli di santità, di devozione, di arte e<br />
di cultura, legati al nome di Francesco di<br />
Assisi? Oggi tutto qui parla di conversione,<br />
come ci ha ricordato Mons. Domenico Sorrentino,<br />
che ringrazio di cuore, per le gentili<br />
parole a me rivolte. Saluto con lui tutta la<br />
Chiesa di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino,<br />
nonché i Pastori delle Chiese dell’Umbria.<br />
Un grato pensiero va al Cardinale<br />
Attilio Nicora, mio Legato per le due Basiliche<br />
papali di questa Città. Un saluto<br />
affettuoso rivolgo ai figli di Francesco, qui<br />
presenti con i loro Ministri generali dei vari<br />
Ordini. Esprimo il mio cordiale ossequio<br />
al Presidente del Consiglio dei Ministri e a<br />
tutte le Autorità civili che hanno voluto<br />
onorarci della loro presenza.<br />
Parlare di conversione, significa andare<br />
al cuore del messaggio cristiano ed insieme<br />
alle radici dell’esistenza umana. La Parola<br />
di Dio appena proclamata ci illumina, mettendoci<br />
davanti agli occhi tre figure di convertiti.<br />
La prima è quella di Davide. Il brano<br />
che lo riguarda, tratto dal secondo libro<br />
di Samuele, ci presenta uno dei colloqui più<br />
drammatici dell’Antico Testamento. Al<br />
centro di questo dialogo c’è un verdetto<br />
bruciante, con cui la Parola di Dio, proferita<br />
dal profeta Natan, mette a nudo un re<br />
giunto all’apice della sua fortuna politica,<br />
ma caduto pure al livello più basso della sua<br />
vita morale. Per cogliere la tensione drammatica<br />
di questo dialogo, occorre tener presente<br />
l’orizzonte storico e teologico in cui<br />
esso si pone. È un orizzonte disegnato dalla<br />
vicenda di amore con cui Dio sceglie<br />
Israele come suo popolo, stabilendo con esso<br />
un’alleanza e preoccupandosi di assicurargli<br />
terra e libertà. Davide è un anello di<br />
questa storia della continua premura di Dio<br />
per il suo popolo. Viene scelto in un momento<br />
difficile e posto a fianco del re Saul,<br />
per diventare poi suo successore. Il disegno<br />
di Dio riguarda anche la sua discendenza,<br />
legata al progetto messianico, che troverà in<br />
Cristo, “figlio di Davide”, la sua piena realizzazione.<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
La figura di Davide è così immagine di<br />
grandezza storica e religiosa insieme. Tanto<br />
più contrasta con ciò l’abiezione in cui egli<br />
cade, quando, accecato dalla passione per<br />
Betsabea, la strappa al suo sposo, uno dei<br />
suoi più fedeli guerrieri, e di quest’ultimo<br />
ordina poi freddamente l’assassinio. È cosa<br />
che fa rabbrividire: come può, un eletto di<br />
Dio, cadere tanto in basso? L’uomo è davvero<br />
grandezza e miseria: è grandezza perché<br />
porta in sé l’immagine di Dio ed è oggetto<br />
del suo amore; è miseria perché può<br />
fare cattivo uso della libertà che è il suo<br />
grande privilegio, finendo per mettersi contro<br />
il suo Creatore. Il verdetto di Dio, pronunciato<br />
da Natan su Davide, rischiara le<br />
intime fibre della coscienza, lì dove non<br />
contano gli eserciti, il potere, l’opinione<br />
pubblica, ma dove si è soli con Dio solo.<br />
“Tu sei quell’uomo“: è parola che inchioda<br />
Davide alle sue responsabilità. Profondamente<br />
colpito da questa parola, il re sviluppa<br />
un pentimento sincero e si apre all’offerta<br />
della misericordia. Ecco il cammino della<br />
conversione.<br />
Ad invitarci a questo cammino, accanto<br />
a Davide, si pone oggi Francesco. Da quanto<br />
i biografi narrano dei suoi anni giovanili,<br />
nulla fa pensare a cadute così gravi come<br />
quella imputata all’antico re d’Israele. Ma<br />
lo stesso Francesco, nel Testamento redatto<br />
negli ultimi mesi della sua esistenza, guarda<br />
ai suoi primi venticinque anni come ad un<br />
tempo in cui «era nei peccati» (cfr 2Test 1).<br />
Al di là delle singole manifestazioni, peccato<br />
era il suo concepire e organizzarsi una vita<br />
tutta centrata su di sé, inseguendo vani<br />
sogni di gloria terrena. Non gli mancava,<br />
quando era il “re delle feste” tra i giovani di<br />
Assisi (cfr 2Cel I,3,7), una naturale generosità<br />
d’animo. Ma questa era ancora ben lontana<br />
dall’amore cristiano che si dona senza<br />
riserve. Com’egli stesso ricorda, gli sembrava<br />
amaro vedere i lebbrosi. Il peccato gli<br />
impediva di dominare la ripugnanza fisica<br />
per riconoscere in loro altrettanti fratelli da<br />
amare. La conversione lo portò ad esercitare<br />
misericordia e gli ottenne insieme misericordia.<br />
Servire i lebbrosi, fino a baciarli,<br />
non fu solo un gesto di filantropia, una conversione,<br />
per così dire, “sociale”, ma una
vera esperienza religiosa, comandata dall’iniziativa<br />
della grazia e dall’amore di Dio:<br />
«Il Signore – egli dice – mi condusse tra di<br />
loro» (2Test 2). Fu allora che l’amarezza si<br />
mutò in «dolcezza di anima e di corpo»<br />
(2Test 3). Sì, miei cari fratelli e sorelle, convertirci<br />
all’amore è passare dall’amarezza<br />
alla “dolcezza”, dalla tristezza alla gioia vera.<br />
L’uomo è veramente se stesso, e si realizza<br />
pienamente, nella misura in cui vive<br />
con Dio e di Dio, riconoscendolo e amandolo<br />
nei fratelli.<br />
Nel brano della Lettera ai Galati, emerge<br />
un altro aspetto del cammino di conversione.<br />
A spiegarcelo è un altro grande convertito,<br />
l’apostolo Paolo. Il contesto delle<br />
sue parole è il dibattito in cui la comunità<br />
primitiva si trovò coinvolta: in essa molti<br />
cristiani provenienti dal giudaismo tendevano<br />
a legare la salvezza al compimento<br />
delle opere dell’antica Legge, vanificando<br />
così la novità di Cristo e l’universalità del<br />
suo messaggio. Paolo si erge come testimone<br />
e banditore della grazia. Sulla via di Damasco,<br />
il volto radioso e la voce forte di<br />
Cristo lo avevano strappato al suo zelo violento<br />
di persecutore e avevano acceso in lui<br />
il nuovo zelo del Crocifisso, che riconcilia i<br />
vicini ed i lontani nella sua croce (cfr Ef<br />
2,11-22). Paolo aveva capito che in Cristo<br />
tutta la legge è adempiuta e chi aderisce a<br />
Cristo si unisce a Lui, adempie la legge.<br />
Portare Cristo, e con Cristo l’unico Dio, a<br />
tutte le genti era divenuta la sua missione.<br />
Cristo «infatti è la nostra pace, colui che ha<br />
fatto dei due un popolo solo, abbattendo il<br />
muro della separazione…» (Ef 2,14). La<br />
sua personalissima confessione di amore<br />
esprime nello stesso tempo anche la comune<br />
essenza della vita cristiana: «Questa vita<br />
che vivo nella carne, io la vivo nella fede<br />
del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato<br />
se stesso per me» (Gal 2, 20b). E come si<br />
può rispondere a questo amore, se non abbracciando<br />
Cristo crocifisso, fino a vivere<br />
della sua stessa vita? «Sono stato crocifisso<br />
con Cristo e non sono più io che vivo, ma<br />
Cristo vive in me» (Gal 2, 20a).<br />
Parlando del suo essere crocifisso con<br />
Cristo, San Paolo non solo accenna alla sua<br />
nuova nascita nel battesimo, ma a tutta la<br />
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 233<br />
sua vita a servizio di Cristo. Questo nesso<br />
con la sua vita apostolica appare con chiarezza<br />
nelle parole conclusive della sua difesa<br />
della libertà cristiana alla fine della Lettera<br />
ai Galati: «D’ora innanzi nessuno mi<br />
procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di<br />
Gesù nel mio corpo» (6,17). È la prima volta,<br />
nella storia del cristianesimo, che appare<br />
la parola “stigmate di Gesù”. Nella disputa<br />
sul modo retto di vedere e di vivere il Vangelo,<br />
alla fine, non decidono gli argomenti<br />
del nostro pensiero; decide la realtà della vita,<br />
la comunione vissuta e sofferta con Gesù,<br />
non solo nelle idee o nelle parole, ma fin<br />
nel profondo dell’esistenza, coinvolgendo<br />
anche il corpo, la carne. I lividi ricevuti in<br />
una lunga storia di passione sono la testimonianza<br />
della presenza della croce di Gesù nel<br />
corpo di San Paolo, sono le sue stigmate.<br />
Non è la circoncisione che lo salva: le stigmate<br />
sono la conseguenza del suo battesimo,<br />
l’espressione del suo morire con Gesù<br />
giorno per giorno, il segno sicuro del suo essere<br />
nuova creatura (cfr Gal 6,15). Paolo accenna,<br />
del resto, con l’applicazione della parola<br />
‘stigmate’, all’uso antico di imprimere<br />
sulla pelle dello schiavo il sigillo del suo<br />
proprietario. Il servo era così ‘stigmatizzato’<br />
come proprietà del suo padrone e stava sotto<br />
la sua protezione. Il segno della croce,<br />
iscritto in lunghe passioni sulla pelle di Paolo,<br />
è il suo vanto: lo legittima come vero servo<br />
di Gesù, protetto dall’amore del Signore.<br />
Cari amici, Francesco di Assisi ci riconsegna<br />
oggi tutte queste parole di Paolo, con<br />
la forza della sua testimonianza. Da quando<br />
il volto dei lebbrosi, amati per amore di<br />
Dio, gli fece intuire, in qualche modo, il mistero<br />
della “kenosi“ (cfr Fil 2,7), l’abbassamento<br />
di Dio nella carne del Figlio dell’uomo,<br />
da quando poi la voce del Crocifisso di<br />
San Damiano gli mise in cuore il programma<br />
della sua vita: «Va, Francesco, ripara la<br />
mia casa» (2Cel I,6,10), il suo cammino<br />
non fu che lo sforzo quotidiano di immedesimarsi<br />
con Cristo. Egli si innamorò di Cristo.<br />
Le piaghe del Crocifisso ferirono il suo<br />
cuore, prima di segnare il suo corpo sulla<br />
Verna. Egli poteva veramente dire con Paolo:<br />
«Non sono più io che vivo, ma Cristo vive<br />
in me».
234<br />
E veniamo al cuore evangelico dell’odierna<br />
Parola di Dio. Gesù stesso, nel brano<br />
appena letto del Vangelo di Luca, ci spiega<br />
il dinamismo dell’autentica conversione,<br />
additandoci come modello la donna peccatrice<br />
riscattata dall’amore. Si deve riconoscere<br />
che questa donna aveva osato tanto. Il<br />
suo modo di porsi di fronte a Gesù, bagnando<br />
di lacrime i suoi piedi e asciugandoli con<br />
i capelli, baciandoli e cospargendoli di olio<br />
profumato, era fatto per scandalizzare chi,<br />
a persone della sua condizione, guardava<br />
con l’occhio impietoso del giudice. Impressiona,<br />
al contrario, la tenerezza con cui Gesù<br />
tratta questa donna, da tanti sfruttata e da<br />
tutti giudicata. Ella ha trovato finalmente in<br />
Gesù un occhio puro, un cuore capace di<br />
amare senza sfruttare. Nello sguardo e nel<br />
cuore di Gesù ella riceve la rivelazione di<br />
Dio-Amore!<br />
A scanso di equivoci, è da notare che la<br />
misericordia di Gesù non si esprime mettendo<br />
tra parentesi la legge morale. Per Gesù,<br />
il bene è bene, il male è male. La misericordia<br />
non cambia i connotati del peccato,<br />
ma lo brucia in un fuoco di amore. Questo<br />
effetto purificante e sanante si realizza se<br />
c’è nell’uomo una corrispondenza di amore,<br />
che implica il riconoscimento della legge<br />
di Dio, il pentimento sincero, il proposito<br />
di una vita nuova. Alla peccatrice del<br />
Vangelo è molto perdonato, perché ha molto<br />
amato. In Gesù Dio viene a donarci amore<br />
e a chiederci amore.<br />
Che cosa è stata, miei cari fratelli e sorelle,<br />
la vita di Francesco convertito se non<br />
un grande atto d’amore? Lo rivelano le sue<br />
preghiere infuocate, ricche di contemplazione<br />
e di lode, il suo tenero abbraccio del<br />
Bimbo divino a Greccio, la sua contemplazione<br />
della passione alla Verna, il suo «vivere<br />
secondo la forma del santo Vangelo»<br />
(2Test 14), la sua scelta della povertà e il<br />
suo cercare Cristo nel volto dei poveri.<br />
È questa sua conversione a Cristo, fino<br />
al desiderio di “trasformarsi” in Lui, diventandone<br />
un’immagine compiuta, che spiega<br />
quel suo tipico vissuto, in virtù del quale<br />
egli ci appare così attuale anche rispetto a<br />
grandi temi del nostro tempo, quali la ricerca<br />
della pace, la salvaguardia della natura,<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
la promozione del dialogo tra tutti gli uomini.<br />
Francesco è un vero maestro in queste<br />
cose. Ma lo è a partire da Cristo. È Cristo,<br />
infatti, «la nostra pace» (cfr Ef 2,14). È Cristo<br />
il principio stesso del cosmo, giacché in<br />
lui tutto è stato fatto (cfr Gv 1,3). È Cristo la<br />
verità divina, l’eterno “Logos“, in cui ogni<br />
“dia-logos“ nel tempo trova il suo ultimo<br />
fondamento. Francesco incarna profondamente<br />
questa verità “cristologica” che è alle<br />
radici dell’esistenza umana, del cosmo,<br />
della storia.<br />
Non posso dimenticare, nell’odierno<br />
contesto, l’iniziativa del mio Predecessore<br />
di santa memoria, Giovanni Paolo II, il quale<br />
volle riunire qui, nel 1986, i rappresentanti<br />
delle confessioni cristiane e delle diverse<br />
religioni del mondo, per un incontro<br />
di preghiera per la pace. Fu un’intuizione<br />
profetica e un momento di grazia, come ho<br />
ribadito alcuni mesi or sono nella mia lettera<br />
al Vescovo di questa Città in occasione<br />
del ventesimo anniversario di quell’evento.<br />
La scelta di celebrare quell’incontro ad Assisi<br />
era suggerita proprio dalla testimonianza<br />
di Francesco come uomo di pace, al quale<br />
tanti guardano con simpatia anche da altre<br />
posizioni culturali e religiose. Al tempo<br />
stesso, la luce del Poverello su quell’iniziativa<br />
era una garanzia di autenticità cristiana,<br />
giacché la sua vita e il suo messaggio poggiano<br />
così visibilmente sulla scelta di Cristo,<br />
da respingere a priori qualunque tentazione<br />
di indifferentismo religioso, che nulla<br />
avrebbe a che vedere con l’autentico<br />
dialogo interreligioso. Lo “spirito di Assisi”,<br />
che da quell’evento continua a diffondersi<br />
nel mondo, si oppone allo spirito di<br />
violenza, all’abuso della religione come<br />
pretesto per la violenza. Assisi ci dice che la<br />
fedeltà alla propria convinzione religiosa, la<br />
fedeltà soprattutto a Cristo crocifisso e risorto<br />
non si esprime in violenza e intolleranza,<br />
ma nel sincero rispetto dell’altro, nel<br />
dialogo, in un annuncio che fa appello alla<br />
libertà e alla ragione, nell’impegno per la<br />
pace e per la riconciliazione. Non potrebbe<br />
essere atteggiamento evangelico, né francescano,<br />
il non riuscire a coniugare l’accoglienza,<br />
il dialogo e il rispetto per tutti con<br />
la certezza di fede che ogni cristiano, al pa-
i del Santo di Assisi, è tenuto a coltivare,<br />
annunciando Cristo come via, verità e vita<br />
dell’uomo (cfr Gv 14,6), unico Salvatore<br />
del mondo.<br />
Francesco di Assisi ottenga a questa<br />
Chiesa particolare, alle Chiese che sono in<br />
Umbria, a tutta la Chiesa che è in Italia, della<br />
quale egli, insieme con Santa Caterina da<br />
Siena, è patrono, ai tanti che nel mondo si<br />
richiamano a lui, la grazia di una autentica e<br />
piena conversione all’amore di Cristo.<br />
BENEDETTO XVI<br />
[L’Osservatore Romano, 18-19 giugno 2007, pp. 5-6 )<br />
3. Angelus<br />
Piazza Inferiore della Basilica di San Francesco,<br />
17 giugno 2007<br />
TACCIANO LE ARMI<br />
Cari Fratelli e Sorelle!<br />
Otto secoli or sono, difficilmente la città<br />
di Assisi avrebbe potuto immaginare il ruolo<br />
che la Provvidenza le assegnava, un ruolo<br />
che la rende oggi una città così rinomata nel<br />
mondo, un vero “luogo dell’anima”. A darle<br />
questo carattere fu l’evento che qui accadde,<br />
e che le impresse un segno indelebile. Mi riferisco<br />
alla conversione del giovane Francesco,<br />
che dopo venticinque anni di vita mediocre<br />
e sognatrice, improntata alla ricerca di<br />
gioie e successi mondani, si aprì alla grazia,<br />
rientrò in se stesso e gradualmente riconobbe<br />
in Cristo l’ideale della sua vita. Il mio pellegrinaggio<br />
oggi in Assisi vuole richiamare alla<br />
memoria quell’evento per riviverne il significato<br />
e la portata.<br />
Mi sono soffermato con particolare emozione<br />
nella chiesetta di San Damiano, in cui<br />
Francesco ascoltò dal Crocifisso la parola<br />
programmatica: «Va’, Francesco, ripara la<br />
mia casa» (2Cel I,6,10). Era una missione<br />
che iniziava con la piena conversione del suo<br />
cuore, per diventare poi lievito evangelico<br />
gettato a piene mani nella Chiesa e nella società.<br />
A Rivotorto ho visto il luogo dove, secondo<br />
la tradizione, erano relegati quei lebbrosi<br />
ai quali il Santo si avvicinò con misericordia,<br />
cominciando così la sua via di<br />
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 235<br />
penitente, ed anche il Santuario dove è evocata<br />
la povera dimora di Francesco e dei suoi<br />
primi fratelli. Sono passato nella Basilica di<br />
Santa Chiara, la “pianticella” di Francesco, e<br />
oggi pomeriggio, dopo la visita alla Cattedrale<br />
di Assisi, sosterò nella Porziuncola, da<br />
cui Francesco guidò, all’ombra di Maria, i<br />
passi della sua fraternità in espansione, e dove<br />
esalò l’ultimo respiro. Lì incontrerò i giovani,<br />
perché il giovane Francesco, convertito<br />
a Cristo, parli al loro cuore.<br />
In questo momento, dalla Basilica di San<br />
Francesco dove riposano le sue spoglie<br />
mortali, desidero soprattutto fare miei i suoi<br />
accenti di lode: «Altissimo, Onnipotente,<br />
bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e<br />
l’honore et onne benedizione» (Cantico di<br />
Frate Sole 1). Francesco d’Assisi è un grande<br />
educatore della nostra fede e della nostra<br />
lode. Innamorandosi di Gesù Cristo egli incontrò<br />
il volto di Dio-Amore, ne divenne<br />
appassionato cantore, come vero “giullare<br />
di Dio”. Alla luce delle Beatitudini evangeliche<br />
si comprende la mitezza con cui egli<br />
seppe vivere i rapporti con gli altri, presentandosi<br />
a tutti in umiltà e facendosi testimone<br />
e operatore di pace.<br />
Da questa Città della pace desidero inviare<br />
un saluto agli esponenti delle altre<br />
confessioni cristiane e delle altre religioni<br />
che nel 1986 accolsero l’invito del mio venerato<br />
Predecessore a vivere qui, nella patria<br />
di San Francesco, una Giornata Mondiale<br />
di Preghiera per la Pace. Considero<br />
mio dovere lanciare da qui un pressante e<br />
accorato appello affinché cessino tutti i conflitti<br />
armati che insanguinano la terra, tacciano<br />
le armi e dovunque l’odio ceda all’amore,<br />
l’offesa al perdono e la discordia all’unione!<br />
Sentiamo spiritualmente qui<br />
presenti tutti coloro che piangono, soffrono<br />
e muoiono a causa della guerra e delle sue<br />
tragiche conseguenze, in qualunque parte<br />
del mondo. Il nostro pensiero va particolarmente<br />
alla Terra Santa, tanto amata da San<br />
Francesco, all’Iraq, al Libano, all’intero<br />
Medio Oriente. Le popolazioni di quei Paesi<br />
conoscono, ormai da troppo tempo, gli<br />
orrori dei combattimenti, del terrorismo,<br />
della cieca violenza, l’illusione che la forza<br />
possa risolvere i conflitti, il rifiuto di ascol-
236<br />
tare le ragioni dell’altro e di rendergli giustizia.<br />
Solo un dialogo responsabile e sincero,<br />
sostenuto dal generoso sostegno della<br />
Comunità internazionale, potrà mettere fine<br />
a tanto dolore e ridare vita e dignità a<br />
persone, istituzioni e popoli.<br />
Voglia San Francesco, uomo di pace, ottenerci<br />
dal Signore che si moltiplichino coloro<br />
che accettano di farsi “strumenti della<br />
sua pace”, attraverso i mille piccoli atti della<br />
vita quotidiana; che quanti hanno ruoli di<br />
responsabilità siano animati da un amore<br />
appassionato per la pace e da una volontà<br />
indomita di raggiungerla, scegliendo mezzi<br />
adeguati per ottenerla. La Vergine Santa,<br />
che il Poverello amò con cuore tenero e<br />
cantò con accenti ispirati, ci aiuti a scoprire<br />
il segreto della pace nel miracolo d’amore<br />
che si compì nel suo grembo con l’incarnazione<br />
del Figlio di Dio.<br />
BENEDETTO XVI<br />
[L’Osservatore Romano, 18-19 giugno 2007, p. 6)<br />
4. Saluto alle Suore cappuccine tedesche<br />
Sala Capitolare del Sacro Convento,<br />
17 giugno 2007<br />
Care Sorelle,<br />
quando insieme, il Vescovo Sorrentino<br />
ed io, abbiamo concordato questa visita, ho<br />
detto subito: «Devo incontrare le Cappuccine<br />
bavaresi, le Cappuccine tedesche». Per<br />
me esse fanno profondamente parte di Assisi<br />
ed io serbo così tanti bei ricordi degli<br />
incontri avuti nella loro Casa, prima e dopo<br />
il terremoto, che per me una visita ad Assisi<br />
senza un incontro con le Cappuccine,<br />
quelle tedesche, sarebbe stata un’esperienza<br />
di Assisi solo a metà. Dunque mi rallegro:<br />
stiamo qui insieme, quasi come se fossimo<br />
nel vostro Convento. Sono molto grato<br />
e lieto per il fatto che, secoli fa, la<br />
Provvidenza abbia avviato questo convento,<br />
che esso continui a vivere, che dalla terra<br />
tedesca, in particolare dalla terra bavarese,<br />
giovani ragazze giungano sempre di<br />
nuovo qui e percorrano, in comunione con<br />
san Francesco, la via del Signore: la via della<br />
povertà, della castità, dell’obbedienza,<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
soprattutto la via dell’amore per Cristo e per<br />
la sua Chiesa.<br />
So che pregate molto per me e per tutta la<br />
Chiesa. Sapere che dietro di me ci sono tante<br />
persone oranti, tante care suore che pregano<br />
e sostengono la mia opera dall’interno,<br />
costituisce per me un costante rafforzamento.<br />
Quindi per me è anche un bisogno dire<br />
una parola di ringraziamento per questo.<br />
Quest’anno celebriamo la conversione di san<br />
Francesco. Sappiamo di avere sempre bisogno<br />
di conversione; sappiamo che per tutta la<br />
vita ci troviamo nell’ascesa, spesso faticosa<br />
ma sempre anche bella, di successive conversioni;<br />
sappiamo che, in questo modo,<br />
giorno dopo giorno ci avviciniamo di più al<br />
Signore. San Francesco ci mostra anche come<br />
nella sua vita, a partire da questo primo<br />
profondo incontro con il Crocifisso di «San<br />
Damiano», abbia maturato sempre di più la<br />
comunione con Cristo, fino a diventare una<br />
cosa sola con Lui nell’evento delle stigmate.<br />
Per questo cerchiamo, per questo lottiamo:<br />
per ascoltare sempre meglio la sua voce, perché<br />
essa penetri sempre di più nel nostro<br />
cuore, plasmi sempre di più la nostra vita, cosicché<br />
noi diventiamo dall’interno simili a<br />
Lui e in noi la Chiesa sia viva. Come Maria<br />
nella sua persona era Chiesa vivente, così attraverso<br />
il vostro pregare, credere, sperare ed<br />
amare diventate Chiesa viva e, in questo modo,<br />
una cosa sola con l’unico Signore. Grazie<br />
per tutto. Sono veramente grato al Signore<br />
che ci siamo potuti qui vedere.<br />
Abbiamo anche un piccolo dono. (Dico<br />
naturalmente grazie per i fiori!) Abbiamo<br />
portato un’immagine della Madonna, che<br />
ricorderà la visita, durante la quale ci siamo<br />
incontrati.<br />
Credo di poter ascoltare ancora un canto…<br />
(qui viene eseguito un canto) Grazie!<br />
È un canto che spesso abbiamo intonato nel<br />
seminario di Traunstein e che mi riporta alla<br />
mia prima giovinezza, facendomi così<br />
percepire tutta la gioia per il Signore e per<br />
la Madre di Dio che, come allora ancora<br />
adesso, portiamo nel nostro cuore. Ora posso<br />
impartirvi la mia benedizione.<br />
BENEDETTO XVI<br />
[L’Osservatore Romano, 18-19 giugno 2007. p. 9]
5. Discorso al Capitolo generale<br />
dei Frati Minori Conventuali<br />
Basilica superiore di san Francesco,<br />
17 giugno 2007<br />
LA «PROFEZIA» DI FRANCESCO<br />
E LE SFIDE DEL NOSTRO TEMPO<br />
Al Rev.mo P. Marco Tasca<br />
Ministro Generale dell’Ordine<br />
dei Frati Minori Conventuali<br />
È con grande gioia che porgo il mio saluto<br />
a Lei, Rev.mo Padre, e a tutti i Frati Minori<br />
Conventuali, convenuti in Assisi per il<br />
199° Capitolo Generale. Sono lieto di farlo<br />
in questa Basilica papale in cui splendide<br />
opere d’arte raccontano le meraviglie di<br />
grazia che il Signore ha compiuto in San<br />
Francesco.<br />
Trovo provvidenziale che ciò avvenga<br />
nel contesto dell’VIII centenario della conversione<br />
di Francesco. Con la mia odierna<br />
Visita, infatti, ho voluto sottolineare il significato<br />
di questo evento, al quale occorre<br />
sempre ritornare, per comprendere Francesco<br />
e il suo messaggio. Egli stesso, quasi a<br />
sintetizzare con una sola parola la sua vicenda<br />
interiore, non trovò concetto più pregnante<br />
di quello di “penitenza”: “Il Signore<br />
dette a me, frate Francesco, di incominciare<br />
a fare penitenza così” (Testamento,1). Egli<br />
dunque si percepì essenzialmente come un<br />
“penitente”, in stato, per così dire, di conversione<br />
permanente. Abbandonandosi all’azione<br />
dello Spirito, Francesco si convertì<br />
sempre più a Cristo, trasformandosi in<br />
un’immagine viva di Lui, sulle vie della povertà,<br />
della carità, della missione.<br />
A voi dunque il compito di testimoniare<br />
con slancio e coerenza il suo messaggio!<br />
Siete chiamati a farlo con quella sintonia<br />
ecclesiale che contraddistinse Francesco<br />
nel suo rapporto con il Vicario di Cristo e<br />
con tutti i Pastori della Chiesa. A tal proposito,<br />
vi sono grato per la pronta obbedienza<br />
con cui, insieme con i Frati Minori, corrispondendo<br />
allo speciale legame di affetto<br />
che da sempre vi lega alla Sede Apostolica,<br />
avete accolto le disposizioni del Motu Proprio<br />
Totius Orbis circa i nuovi rapporti delle<br />
due Basiliche Papali di San Francesco e<br />
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 237<br />
di Santa Maria degli Angeli con questa<br />
Chiesa particolare che al Poverello diede i<br />
natali e che tanta parte ebbe nella sua vita.<br />
Un saluto speciale rivolgo a Lei, Fra<br />
Marco Tasca, che la fiducia dei Confratelli<br />
ha chiamato all’impegnativo compito di<br />
Ministro Generale. Le sia di buon auspicio<br />
anche la ricorrenza dei 750 anni dall’elezione<br />
di San Bonaventura quale ministro dell’Ordine.<br />
Sull’esempio di San Francesco e<br />
di San Bonaventura, insieme con i Definitori<br />
eletti, possa Ella guidare con saggia<br />
prudenza la grande Famiglia dell’Ordine<br />
nella fedeltà alle radici dell’esperienza francescana<br />
e nell’attenzione ai “segni dei tempi”.<br />
L’evento del Capitolo Generale raccoglie<br />
Frati provenienti da tanti paesi e culture<br />
diverse per ascoltarsi e parlarsi vicendevolmente<br />
mediante l’unico linguaggio dello<br />
Spirito, rendendo così viva la memoria della<br />
santità di Francesco. E’, questa, un’occasione<br />
davvero straordinaria per condividere<br />
le “cose meravigliose” che Dio opera anche<br />
oggi attraverso i figli del Poverello sparsi<br />
nel mondo. Auspico pertanto che i Capitolari,<br />
mentre ringraziano Dio per lo sviluppo<br />
dell’Ordine soprattutto nei paesi di missione,<br />
profittino di questo confronto per interrogarsi<br />
su quanto lo Spirito chiede loro per<br />
continuare ad annunciare con passione, sulle<br />
orme del serafico Padre, il Regno di Dio<br />
in questa parte iniziale del terzo millennio<br />
cristiano.<br />
Ho appreso con interesse che, come tema<br />
centrale di riflessione durante i giorni dell’assemblea<br />
capitolare, è stato scelto quello<br />
della formazione per la missione, sottolineando<br />
che tale formazione non è data mai<br />
una volta per tutte, ma è da considerare piuttosto<br />
come un cammino permanente. Si tratta<br />
in effetti di un percorso con molteplici dimensioni,<br />
ma centrato sulla capacità di lasciarsi<br />
plasmare dallo Spirito, per essere<br />
pronti ad andare dovunque Egli chiami. Alla<br />
base non può che esserci l’ascolto della Parola<br />
in un clima di intensa e continua preghiera.<br />
Solo a questa condizione si possono<br />
cogliere le vere necessità degli uomini e delle<br />
donne del nostro tempo, offrendo ad essi<br />
risposte attinte alla sapienza di Dio e annun-
238<br />
ciando quello che si è profondamente sperimentato<br />
nella propria vita.<br />
E’ necessario che la grande Famiglia dei<br />
Frati Minori Conventuali si lasci ancora sospingere<br />
dalla parola che Francesco ascoltò<br />
dal Crocifisso di San Damiano: “Va’e ripara<br />
la mia casa” (2Cel I,6,10). Occorre pertanto<br />
che ogni Frate sia un vero contemplativo,<br />
con gli occhi fissi negli occhi di Cristo. Occorre<br />
che sia capace, come Francesco di<br />
fronte al lebbroso, di vedere il volto di Cristo<br />
nei fratelli che soffrono, portando a tutti l’annuncio<br />
della pace.Aquesto scopo, egli dovrà<br />
far suo il cammino di conformazione al Signore<br />
Gesù che Francesco visse nei vari luoghi-simbolo<br />
del suo itinerario di santità: da<br />
San Damiano a Rivotorto, da Santa Maria<br />
degli Angeli alla Verna.<br />
Sia dunque per ogni figlio di San Francesco<br />
saldo principio quello che il Poverello<br />
esprimeva con le semplici parole: “La<br />
Regola e vita dei frati minori è questa, cioè<br />
osservare il santo Vangelo del Signore nostro<br />
Gesù Cristo” (Rb I,1). A tale proposito,<br />
sono felice di sapere che anche i Minori<br />
Conventuali, insieme con tutta la grande<br />
Famiglia francescana, sono impegnati a rivivere<br />
le tappe che portarono Francesco a<br />
formulare il “propositum vitae” confermato<br />
da Innocenzo III verso l’anno 1209.<br />
Chiamato a vivere “secondo la forma del<br />
santo Vangelo” (Testamento, 14), il Poverello<br />
comprese se stesso interamente alla<br />
luce del Vangelo. Proprio di qui nasce la perenne<br />
attualità della sua testimonianza. La<br />
sua “profezia” insegna a fare del Vangelo il<br />
criterio per affrontare le sfide di ogni tempo,<br />
anche del nostro, resistendo al fascino<br />
ingannevole di mode passeggere, per radicarsi<br />
nel disegno di Dio e discernere così i<br />
veri bisogni degli uomini. Il mio augurio è<br />
che i Frati sappiano accogliere con rinnovato<br />
slancio e coraggio questo “programma”,<br />
fidando nella forza che viene dall’Alto.<br />
Ai Minori Conventuali è chiesto di essere<br />
innanzitutto annunciatori di Cristo: avvicinino<br />
tutti con mitezza e fiducia, in atteggiamento<br />
dialogico, ma sempre offrendo la<br />
testimonianza ardente dell’unico Salvatore.<br />
Siano testimoni della “bellezza” di Dio, che<br />
Francesco seppe cantare contemplando le<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
meraviglie del creato: tra gli stupendi cicli<br />
pittorici che ornano questa Basilica e in<br />
ogni altro angolo di quel meraviglioso tempio<br />
che è la natura, si levi dalle loro labbra<br />
la preghiera che Francesco pronunciò dopo<br />
il mistico rapimento della Verna, e che per<br />
due volte gli fece esclamare: “Tu sei bellezza!”<br />
(Lodi di Dio altissimo, 4.6). Sì, Francesco<br />
è un grande maestro della “via pulchritudinis”.<br />
Sappiano i Frati imitarlo nell’irradiare<br />
la bellezza che salva; lo facciano in<br />
particolare in questa stupenda Basilica, non<br />
solo mediante la fruizione dei tesori d’arte<br />
che vi sono custoditi, ma anche e soprattutto<br />
mediante l’intensità e il decoro della liturgia<br />
e il fervido annuncio del mistero cristiano.<br />
Ai Religiosi capitolari auguro di tornare<br />
alle rispettive comunità recando la freschezza<br />
e l’attualità del messaggio francescano.<br />
A tutti dico: portate ai vostri Confratelli<br />
l’esperienza di fraternità di questi giorni<br />
come luce e forza, capace di illuminare<br />
l’orizzonte non sempre privo di nubi della<br />
vita quotidiana; portate ad ogni persona la<br />
pace ricevuta e donata.<br />
Con il pensiero rivolto alla Vergine Immacolata,<br />
la “Tota pulchra”, ed implorando<br />
l’intercessione di San Francesco e di Santa<br />
Chiara ai quali affido l’esito dei lavori di<br />
questo Capitolo Generale, imparto a Lei,<br />
Rev.mo Padre, ai Religiosi capitolari e a tutti<br />
i membri dell’Ordine, quale pegno di speciale<br />
affetto, l’Apostolica Benedizione.<br />
BENEDETTO XVI<br />
[L’Osservatore Romano, 18-19 giugno 2007, p. 8]<br />
6. Discorso al clero, ai religiosi<br />
e alle religiose<br />
Cattedrale di San Rufino, 17 giugno 2007<br />
FRANCESCO: UOMO PER GLI ALTRI,<br />
PERCHÉ UOMO DI DIO<br />
Carissimi sacerdoti e diaconi,<br />
religiosi e religiose!<br />
Posso sinceramente dire che ho vivamente<br />
desiderato di incontrarvi in questa<br />
antica Cattedrale, in cui normalmente con
verge, intorno al Vescovo, la Chiesa diocesana.<br />
Dopo essere stato stamattina in mezzo<br />
al Popolo di Dio nelle sue varie componenti<br />
durante la Celebrazione eucaristica<br />
presso la Basilica di San Francesco, mi è<br />
sembrato bello riservare a voi un incontro<br />
particolare, anche in considerazione della<br />
folta presenza di persone consacrate in questa<br />
Diocesi. Ringrazio Mons. Domenico<br />
Sorrentino, Pastore di questa Chiesa, per essersi<br />
fatto interprete dei vostri sentimenti di<br />
comunione e di affetto. E ho sentito l’affetto<br />
anche molto immediatamente. Ringrazio<br />
di cuore. Saluto cordialmente anche il Vescovo<br />
emerito, Mons. Sergio Goretti, che<br />
per anni ha guidato - come abbiamo sentito,<br />
venticinque anni - questa Chiesa, illustre<br />
per tanta storia di santità. Mi ricordo di tanti<br />
incontri belli che abbiamo avuto proprio<br />
qui ad Assisi. Grazie, Eccellenza!<br />
Come sapete, come ha ricordato S.E.<br />
Sorrentino, l’occasione che mi ha portato<br />
oggi ad Assisi è la commemorazione dell’-<br />
VIII centenario della conversione di Francesco.<br />
Anch’io mi sono fatto pellegrino.<br />
Già da studente, poi quando mi preparavo<br />
per una Cattedra ho studiato San Bonaventura,<br />
conseguentemente anche San Francesco.<br />
Ho spiritualmente peregrinato ad Assisi<br />
molto prima di esservi arrivato anche fisicamente.<br />
Così in questo lungo pellegrinaggio<br />
della mia vita sono felice di essere<br />
oggi con voi nella Cattedrale, con voi sacerdoti,<br />
religiosi, religiose. Essendo venuto<br />
sulle orme del Poverello, nel mio parlare<br />
prenderò spunto principalmente da lui. Ma<br />
proprio nel contesto di questa Cattedrale<br />
non posso non ricordare gli altri Santi che<br />
hanno illustrato la vita di questa Chiesa, a<br />
partire dal patrono San Rufino, a cui si uniscono<br />
San Rinaldo e il Beato Angelo. Va da<br />
sé che, accanto a Francesco, c’è Chiara, la<br />
cui casa era proprio nei pressi di questa Cattedrale.<br />
Ho potuto poco fa vedere il battistero<br />
in cui, secondo la tradizione, ricevettero<br />
il Battesimo tanto San Francesco quanto<br />
Santa Chiara, e successivamente San<br />
Gabriele dell’Addolorata.<br />
Questo particolare mi offre lo spunto per<br />
una prima riflessione. Se oggi parliamo della<br />
conversione di Francesco, pensando alla<br />
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 239<br />
radicale scelta di vita che egli fece da giovane,<br />
non possiamo tuttavia dimenticare che la<br />
sua prima “conversione” avvenne nel dono<br />
del Battesimo. La piena risposta che darà da<br />
adulto non sarà che la maturazione del germe<br />
di santità allora ricevuto. È importante<br />
che nella nostra vita e nella proposta pastorale<br />
prendiamo più viva coscienza della dimensione<br />
battesimale della santità. Essa è<br />
dono e compito per tutti i battezzati. A questa<br />
dimensione fece riferimento il mio venerato<br />
e amato Predecessore, nella Lettera<br />
Apostolica Novo millennio ineunte scrivendo:<br />
“Chiedere a un catecumeno: «Vuoi ricevere<br />
il battesimo?» significa al tempo stesso<br />
chiedergli: «Vuoi diventare santo?»“ (n. 31).<br />
I milioni di pellegrini che passano per<br />
queste strade attirati dal carisma di Francesco,<br />
devono essere aiutati a cogliere il nucleo<br />
essenziale della vita cristiana ed a tendere<br />
alla sua “misura alta”, che è appunto la<br />
santità. Non basta che ammirino Francesco:<br />
attraverso di lui devono poter incontrare<br />
Cristo, per confessarlo e amarlo con “fede<br />
dritta, speranza certa e caritade perfetta”<br />
(Preghiera di Francesco davanti al Crocifisso,<br />
1). I cristiani del nostro tempo si ritrovano<br />
sempre più spesso a fronteggiare la<br />
tendenza ad accettare un Cristo diminuito,<br />
ammirato nella sua umanità straordinaria,<br />
ma respinto nel mistero profondo della sua<br />
divinità. Lo stesso Francesco subisce una<br />
sorta di mutilazione, quando lo si tira in gioco<br />
come testimone di valori pur importanti,<br />
apprezzati dall’odierna cultura, ma dimenticando<br />
che la scelta profonda, potremmo<br />
dire il cuore della sua vita, è la scelta di Cristo.<br />
Ad Assisi, c’è bisogno più che mai di<br />
una linea pastorale di alto profilo. Occorre<br />
a tal fine che voi, sacerdoti e diaconi, e voi,<br />
persone di vita consacrata, sentiate fortemente<br />
il privilegio e la responsabilità di vivere<br />
in questo territorio di grazia. È vero<br />
che quanti passano per questa Città, anche<br />
solo dalle sue “pietre” e dalla sua storia ricevono<br />
un benefico messaggio. Parlano<br />
realmente le pietre, ma ciò non esime da<br />
una proposta spirituale robusta, che aiuti<br />
anche ad affrontare le tante seduzioni del<br />
relativismo che caratterizza la cultura del<br />
nostro tempo.
240<br />
Assisi ha il dono di richiamare persone<br />
di tante culture e religioni, in nome di un<br />
dialogo che costituisce un valore irrinunciabile.<br />
Giovanni Paolo II ha legato il suo<br />
nome a questa icona di Assisi come Città<br />
del dialogo e della pace. Ho apprezzato, a<br />
tal proposito, che abbiate voluto onorare la<br />
memoria del suo speciale rapporto con questa<br />
Città anche dedicandogli una sala con<br />
dipinti che lo raffigurano proprio a fianco di<br />
questa Cattedrale. Per Giovanni Paolo II<br />
era chiaro che la vocazione dialogica di Assisi<br />
è legata al messaggio di Francesco, e<br />
deve rimanere ben incardinata sui pilastri<br />
portanti della sua spiritualità. In Francesco<br />
tutto parte da Dio e torna a Dio. Le sue Lodi<br />
di Dio altissimo rivelano un animo costantemente<br />
rapito nel dialogo con la Trinità.<br />
Il suo rapporto con Cristo trova nell’Eucaristia<br />
il luogo più significativo. Lo<br />
stesso amore del prossimo si sviluppa a partire<br />
dall’esperienza e dall’amore di Dio.<br />
Quando, nel Testamento, ricorda il suo andare<br />
incontro ai lebbrosi, quale evento iniziale<br />
della sua conversione, sottolinea che a<br />
quell’abbraccio di misericordia egli fu condotto<br />
da Dio stesso (cfr 2Test 2). Le varie<br />
testimonianze biografiche sono concordi<br />
nel delineare la sua conversione come un<br />
progressivo aprirsi alla Parola che viene<br />
dall’alto. La stessa logica emerge nel suo<br />
chiedere e offrire l’elemosina con la motivazione<br />
dell’amore di Dio (cfr 2Cel 47,77).<br />
Il suo sguardo sulla natura è in realtà una<br />
contemplazione del Creatore nella bellezza<br />
delle creature. Il suo stesso augurio di pace<br />
si modula poi come preghiera, giacché gli<br />
fu rivelata la modalità in cui doveva formularlo:<br />
«Il Signore ti dia la pace» (2Test 23).<br />
Francesco è un uomo per gli altri, perché è<br />
fino in fondo un uomo di Dio. Voler separare,<br />
nel suo messaggio, la dimensione “orizzontale”<br />
da quella “verticale” significa rendere<br />
Francesco irriconoscibile.<br />
A voi, ministri del Vangelo e dell’altare,<br />
a voi, religiosi e religiose, il compito di sviluppare<br />
un annuncio della fede cristiana all’altezza<br />
delle odierne sfide. Avete una<br />
grande storia, e desidero esprimere il mio<br />
apprezzamento per quanto già fate. Se oggi<br />
ritorno ad Assisi da Papa, voi sapete però<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
che non è la prima volta che visito questa<br />
Città e ne ho sempre riportato una bellissima<br />
impressione. Occorre che la vostra tradizione<br />
spirituale e pastorale resti salda nei<br />
suoi valori perenni, e al tempo stesso si rinnovi<br />
per dare una risposta autentica alle<br />
nuove domande. Desidero per questo incoraggiarvi<br />
a seguire con fiducia il piano pastorale<br />
che il vostro Vescovo vi ha proposto.<br />
In esso si additano le grandi ed esigenti prospettive<br />
della comunione, della carità, della<br />
missione, sottolineando che esse affondano<br />
le radici in un’autentica conversione a Cristo.<br />
La lectio divina, la centralità dell’Eucaristia,<br />
la Liturgia delle Ore e l’adorazione<br />
eucaristica, la contemplazione dei misteri di<br />
Cristo nella prospettiva mariana del Rosario,<br />
assicurano quel clima e quella tensione<br />
spirituale, senza cui tutti gli impegni pastorali,<br />
la vita fraterna, lo stesso impegno per i<br />
poveri, rischierebbero di naufragare a causa<br />
delle nostre fragilità e delle nostre stanchezze.<br />
Coraggio, carissimi! A questa Città, a<br />
questa comunità ecclesiale, guarda con particolare<br />
simpatia la Chiesa da tutte le regioni<br />
del mondo. Il nome di Francesco, accompagnato<br />
da quello di Chiara, chiede che<br />
questa Città si distingua per un particolare<br />
slancio missionario. Ma proprio per questo<br />
è anche necessario che questa Chiesa viva<br />
di una intensa esperienza di comunione. Si<br />
pone in tale ottica il Motu Proprio Totius<br />
Orbis, con cui, come ha menzionato il vostro<br />
Vescovo, ho stabilito che le due grandi<br />
Basiliche papali di San Francesco e di Santa<br />
Maria degli Angeli, pur continuando a<br />
godere di un’attenzione speciale della Santa<br />
Sede attraverso il Legato Pontificio, sotto<br />
il profilo pastorale entrassero nella giurisdizione<br />
del Vescovo di questa Chiesa. Sono<br />
davvero lieto di sapere che il nuovo<br />
cammino è iniziato all’insegna di una grande<br />
disponibilità e collaborazione, e sono<br />
certo che sarà ricco di frutti.<br />
Era in realtà un indirizzo ormai maturo<br />
per diverse ragioni. Lo suggeriva il nuovo<br />
respiro che il Concilio Vaticano II ha dato<br />
alla teologia della Chiesa particolare, mostrando<br />
come in essa si esprima il mistero<br />
della Chiesa universale. Le Chiese partico-
lari infatti “sono formate a immagine della<br />
Chiesa universale: in esse e a partire da esse<br />
(in quibus et ex quibus) esiste l’una e unica<br />
Chiesa cattolica” (Cost. Lumen gentium,<br />
23). C’è un mutuo interiore richiamo tra<br />
l’universale e il particolare. Le singole<br />
Chiese, proprio mentre vivono la loro identità<br />
di “porzioni” del Popolo di Dio, esprimono<br />
anche una comunione e una “diaconia”<br />
rispetto alla Chiesa universale sparsa<br />
nel mondo, animata dallo Spirito e servita<br />
dal ministero di unità del Successore di Pietro.<br />
Questa apertura “cattolica” appartiene a<br />
ciascuna Diocesi e segna, in qualche modo,<br />
tutte le dimensioni della sua vita, ma si accentua<br />
quando una Chiesa dispone di un carisma<br />
che attrae ed opera oltre i confini di<br />
essa. E come negare che tale sia il carisma<br />
di Francesco e del suo messaggio? I tanti<br />
pellegrini che vengono ad Assisi stimolano<br />
questa Chiesa ad andare oltre se stessa.<br />
D’altra parte, è incontestabile che Francesco<br />
abbia con la sua Città un rapporto speciale.<br />
Assisi in certo modo fa corpo con il<br />
cammino di santità di questo suo grande figlio.<br />
Lo dimostra il mio stesso odierno pellegrinaggio,<br />
che mi vede toccare tanti luoghi,<br />
certo non tutti, della vicenda di Francesco<br />
in questa Città. Mi piace poi anche<br />
sottolineare che la spiritualità di Francesco<br />
di Assisi è di aiuto sia per cogliere l’universalità<br />
della Chiesa, che egli espresse nella<br />
particolare devozione per il Vicario di Cristo,<br />
sia per cogliere il valore della Chiesa<br />
particolare, dato che forte e filiale fu il suo<br />
legame con il Vescovo di Assisi. Occorre riscoprire<br />
il valore non solo biografico, ma<br />
“ecclesiologico”, di quell’incontro del giovane<br />
Francesco con il Vescovo Guido, al<br />
cui discernimento e nelle cui mani consegnò,<br />
spogliandosi di tutto, la sua scelta di<br />
vita per Cristo (cfr 1Cel I,6,14-15).<br />
L’opportunità di un assetto unitario quale<br />
è stato assicurato dal Motu Proprio era<br />
anche consigliata dal bisogno di un’azione<br />
pastorale più coordinata ed efficace. Dal<br />
Concilio Vaticano II e dal successivo Magistero<br />
è stata sottolineata la necessità che le<br />
persone e le comunità di vita consacrata,<br />
anche di diritto pontificio, si inseriscano in<br />
modo organico, in conformità alle loro Co-<br />
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 241<br />
stituzioni e alle leggi della Chiesa, nella vita<br />
della Chiesa particolare (cfr Decr. Christus<br />
Dominus, 33-35; CIC 678-680). Tali<br />
comunità, se hanno diritto di aspettarsi accoglienza<br />
e rispetto per il proprio carisma,<br />
devono tuttavia evitare di vivere come “isole”,<br />
ma integrarsi con convinzione e generosità<br />
nel servizio e nel piano pastorale<br />
adottato dal Vescovo per tutta la comunità<br />
diocesana.<br />
Rivolgo un pensiero speciale a voi, carissimi<br />
sacerdoti, impegnati ogni giorno, insieme<br />
con i diaconi, al servizio del Popolo<br />
di Dio. Il vostro entusiasmo, la vostra comunione,<br />
la vostra vita di preghiera e il vostro<br />
ministero generoso, sono indispensabili.<br />
Può capitare di sperimentare qualche<br />
stanchezza o paura di fronte alle nuove esigenze<br />
e alle nuove difficoltà, ma dobbiamo<br />
aver fiducia che il Signore ci darà la forza<br />
necessaria per attuare quanto ci chiede. Egli<br />
- preghiamo e siamo sicuri - non lascerà<br />
mancare le vocazioni, se le imploriamo con<br />
la preghiera e insieme ci preoccupiamo di<br />
cercarle e custodirle con una pastorale giovanile<br />
e vocazionale ricca di ardore e di inventiva,<br />
capace di mostrare la bellezza del<br />
ministero sacerdotale. Saluto volentieri, in<br />
questo contesto, anche i superiori e gli alunni<br />
del Pontificio Seminario Regionale Umbro.<br />
Voi, persone consacrate, date ragione<br />
con la vostra vita della speranza che avete<br />
riposto in Cristo. Per questa Chiesa costituite<br />
una ricchezza grande, sia nell’ambito<br />
della pastorale parrocchiale sia a vantaggio<br />
dei tanti pellegrini, che spesso vengono a<br />
chiedervi ospitalità, aspettandosi anche una<br />
testimonianza spirituale. In particolare, voi<br />
claustrali, sappiate tenere alta la fiaccola<br />
della contemplazione. A ciascuna di voi desidero<br />
ripetere le parole che Santa Chiara<br />
scriveva in una lettera ad Agnese di Boemia,<br />
chiedendole di fare di Cristo il suo<br />
“specchio”: «Guarda ogni giorno questo<br />
specchio, o regina sposa di Gesù Cristo, e in<br />
esso scruta continuamente il tuo volto…»<br />
(4LAg 15). La vostra vita di nascondimento<br />
e di preghiera non vi sottrae al dinamismo<br />
missionario della Chiesa, al contrario vi pone<br />
nel suo cuore. Più sono alte le sfide apo-
242<br />
stoliche, più c’è bisogno del vostro carisma.<br />
Siate segni dell’amore di Cristo, a cui possano<br />
guardare tutti gli altri fratelli e sorelle<br />
esposti alle fatiche della vita apostolica e<br />
dell’impegno laicale nel mondo.<br />
Nel confermarvi il mio affetto pieno di<br />
fiducia e nell’affidarvi all’intercessione<br />
della Beata Vergine Maria e dei vostri Santi,<br />
a cominciare da Francesco e Chiara, a<br />
tutti imparto una speciale Benedizione<br />
Apostolica.<br />
BENEDETTO XVI<br />
[L’Osservatore Romano, 18-19 giugno 2007, 10-11]<br />
7. Discorso ai giovani<br />
Santa Maria degli Angeli, Piazzale,<br />
17 giugno 2007<br />
FRANCESCO,<br />
VERO INNAMORATO DI CRISTO<br />
Carissimi giovani,<br />
grazie per la vostra accoglienza, così calorosa,<br />
sento in voi la fede, sento la gioia di<br />
essere cristiani cattolici. Grazie per le parole<br />
affettuose e per le importanti domande<br />
che i vostri due rappresentanti mi hanno rivolto.<br />
Spero di dire qualcosa nel corso di<br />
questo incontro su queste domande che sono<br />
domande della vita; quindi, non posso<br />
dare adesso una risposta esauriente, ma cerco<br />
di dire qualcosa, ma soprattutto, saluto<br />
tutti voi, giovani di questa Diocesi di Assisi-Nocera<br />
Umbra-Gualdo Tadino, con il vostro<br />
Vescovo, Mons. Domenico Sorrentino.<br />
Saluto voi, giovani, di tutte le diocesi dell’Umbria,<br />
qui convenuti con i vostri Pastori.<br />
Saluto naturalmente anche voi, giovani<br />
venuti da altre regioni d’Italia, accompagnati<br />
dai vostri animatori francescani. Un<br />
cordiale saluto rivolgo al Cardinale Attilio<br />
Nicora, mio Legato per le Basiliche papali<br />
di Assisi, e ai Ministri Generali dei vari Ordini<br />
francescani.<br />
Ci accoglie qui, con Francesco, il cuore<br />
della Madre, la “Vergine fatta Chiesa”, come<br />
egli ama invocarla (cfr Saluto alla Beata<br />
Vergine Maria, 1). Francesco aveva per<br />
la chiesetta della Porziuncola, custodita in<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
questa Basilica di Santa Maria degli Angeli,<br />
un affetto speciale. Essa fu tra le chiese<br />
che egli si diede a riparare nei primi anni<br />
della sua conversione e dove ascoltò e meditò<br />
il Vangelo della missione (cfr 1Cel<br />
I,9,22). Dopo i primi passi di Rivotorto, fu<br />
qui che egli pose il “quartier generale” dell’Ordine,<br />
dove i frati potessero raccogliersi<br />
quasi come nel grembo materno, per rigenerarsi<br />
e ripartire pieni di slancio apostolico.<br />
Qui ottenne per tutti una sorgente di misericordia<br />
nell’esperienza del “grande perdono”,<br />
del quale tutti abbiamo sempre<br />
bisogno. Qui infine visse il suo incontro con<br />
“sorella morte”.<br />
Cari giovani, voi sapete che il motivo<br />
che mi ha portato ad Assisi è stato il desiderio<br />
di rivivere il cammino interiore di Francesco,<br />
in occasione dell’VIII centenario<br />
della sua conversione. Questo momento del<br />
mio pellegrinaggio ha un significato particolare.<br />
L’ho pensato questo momento come<br />
culmine della mia giornata. San Francesco<br />
parla a tutti, ma so che ha proprio per voi<br />
giovani un’attrazione speciale. Me lo conferma<br />
la vostra presenza così numerosa, come<br />
anche gli interrogativi che mi avete posto.<br />
La sua conversione avvenne quando era<br />
nel pieno della sua vitalità, delle sue esperienze,<br />
dei suoi sogni. Aveva trascorso venticinque<br />
anni senza venire a capo del senso<br />
della vita. Pochi mesi prima di morire, ricorderà<br />
quel periodo come il tempo in cui<br />
“era nei peccati” (cfr. 2Test 1).<br />
A che cosa pensava, Francesco, parlando<br />
di peccati? Stando alle biografie, ciascuna<br />
delle quali ha un suo taglio, non è facile determinarlo.<br />
Un efficace ritratto del suo modo<br />
di vivere si trova nella Leggenda dei tre<br />
compagni, dove si legge: «Francesco era<br />
tanto più allegro e generoso, dedito ai giochi<br />
e ai canti, girovagava per la città di Assisi<br />
giorno e notte con amici del suo stampo,<br />
tanto generoso nello spendere da dissipare<br />
in pranzi e altre cose tutto quello che<br />
poteva avere o guadagnare» (3Comp 1,2).<br />
Di quanti ragazzi anche ai nostri giorni non<br />
si potrebbe dire qualcosa di simile? Oggi<br />
poi c’è la possibilità di andare a divertirsi<br />
ben oltre la propria città. Le iniziative di<br />
svago durante i week-end raccolgono tanti
giovani. Si può “girovagare” anche virtualmente<br />
“navigando” in internet, cercando<br />
informazioni o contatti di ogni tipo. Purtroppo<br />
non mancano – ed anzi sono tanti,<br />
troppi! – i giovani che cercano paesaggi<br />
mentali tanto fatui quanto distruttivi nei paradisi<br />
artificiali della droga. Come negare<br />
che sono molti i ragazzi, e non ragazzi, tentati<br />
di seguire da vicino la vita del giovane<br />
Francesco, prima della sua conversione?<br />
Sotto quel modo di vivere c’era il desiderio<br />
di felicità che abita ogni cuore umano. Ma<br />
poteva quella vita dare la gioia vera? Francesco<br />
certo non la trovò. Voi stessi, cari giovani,<br />
potete fare questa verifica a partire<br />
dalla vostra esperienza. La verità è che le<br />
cose finite possono dare barlumi di gioia,<br />
ma solo l’Infinito può riempire il cuore. Lo<br />
ha detto un altro grande convertito, Sant’Agostino:<br />
“Ci hai fatti per te, o Signore, e il<br />
nostro cuore è inquieto finché non riposa in<br />
te” (Confess. 1,1).<br />
Sempre lo stesso testo biografico ci riferisce<br />
che Francesco era piuttosto vanitoso.<br />
Gli piaceva farsi confezionare abiti sontuosi<br />
e andava alla ricerca dell’originalità (cfr<br />
3Comp 1,2). Nella vanità, nella ricerca dell’originalità,<br />
c’è qualcosa da cui tutti siamo<br />
in qualche modo toccati. Oggi si suol parlare<br />
di “cura dell’immagine”, o di “ricerca<br />
dell’immagine”. Per poter avere un minimo<br />
di successo, abbiamo bisogno di accreditarci<br />
agli occhi altrui con qualcosa di inedito,<br />
di originale. In certa misura, questo può<br />
esprimere un innocente desiderio di essere<br />
ben accolti. Ma spesso vi si insinua l’orgoglio,<br />
la ricerca smodata di noi stessi, l’egoismo<br />
e la voglia di sopraffazione. In realtà,<br />
centrare la vita su se stessi è una trappola<br />
mortale: noi possiamo essere noi stessi solo<br />
se ci apriamo nell’amore, amando Dio e i<br />
nostri fratelli.<br />
Un aspetto che impressionava i contemporanei<br />
di Francesco era anche la sua ambizione,<br />
la sua sete di gloria e di avventura. Fu<br />
questo a portarlo sul campo di battaglia, facendolo<br />
finire prigioniero per un anno a Perugia.<br />
La stessa sete di gloria, una volta libero,<br />
lo avrebbe portato nelle Puglie, in una<br />
nuova spedizione militare, ma proprio in<br />
questa circostanza, a Spoleto, il Signore si<br />
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 243<br />
fece presente al suo cuore, lo indusse a tornare<br />
sui suoi passi, e a mettersi seriamente<br />
in ascolto della sua Parola. È interessante<br />
annotare come il Signore abbia preso Francesco<br />
per il suo verso, quello della voglia di<br />
affermarsi, per additargli la strada di<br />
un’ambizione santa, proiettata sull’infinito:<br />
«Chi può esserti più utile: il padrone o il<br />
servo?» (3Comp 2,6), fu la domanda che<br />
egli sentì risuonare nel suo cuore. È come<br />
dire: perché accontentarti di stare alle dipendenze<br />
degli uomini, quando c’è un Dio<br />
pronto ad accoglierti nella sua casa, al suo<br />
servizio regale?<br />
Cari giovani, mi avete ricordato alcuni<br />
problemi della condizione giovanile, della<br />
vostra difficoltà a costruirvi un futuro, e soprattutto<br />
della fatica a discernere la verità.<br />
Nel racconto della passione di Cristo troviamo<br />
la domanda di Pilato: «Che cos’è la<br />
verità?» (Gv 18,38). E’ la domanda di uno<br />
scettico che dice: “Ma tu dici di essere la<br />
verità, ma che cosa è verità?” E così essendo<br />
irriconoscibile la verità, Pilato lascia intendere:<br />
facciamo secondo quanto è più<br />
pratico, ha più successo, e non cercando la<br />
verità. Condanna poi Gesù a morte, perché<br />
segue il pragmatismo, il successo, la sua<br />
propria fortuna. Anche oggi, tanti dicono:<br />
«ma che cosa è la verità? Possiamo trovarne<br />
frammenti, ma la verità come potremmo<br />
trovarla?» È realmente arduo credere che<br />
questa sia la verità: Gesù Cristo, la Vera Vita,<br />
la bussola della nostra vita. E tuttavia, se<br />
cominciamo, come è una grande tentazione,<br />
a vivere solo secondo le possibilità del momento,<br />
senza verità, veramente perdiamo il<br />
criterio e perdiamo anche il fondamento<br />
della pace comune che può essere solo la<br />
verità. E questa verità è Cristo. La verità di<br />
Cristo si è verificata nella vita dei santi di<br />
tutti i secoli. I santi sono la grande traccia di<br />
luce nella storia che attesta: questa è la vita,<br />
questo è il cammino, questa è la verità. Perciò,<br />
abbiamo il coraggio di dire sì a Gesù<br />
Cristo: “La sua verità è verificata nella vita<br />
di tanti santi. Ti seguiamo!” Cari giovani,<br />
venendo dalla Basilica del Sacro Convento,<br />
qui, ho pensato che parlare quasi un’ora da<br />
solo, forse non è bene. Perciò, penso sarebbe<br />
adesso il momento per una pausa, per un
244<br />
canto. So che avete fatto tanti canti, forse<br />
posso sentire un canto vostro in questo momento.<br />
Allora, abbiamo sentito ripetere nel<br />
canto che san Francesco ha sentito la voce.<br />
Ha sentito nel suo cuore la voce di Cristo, e<br />
che cosa succede? Succede che capisce che<br />
deve mettersi al servizio dei fratelli, soprattutto<br />
dei più sofferenti. Questa è la conseguenza<br />
di questo primo incontro con la voce<br />
di Cristo. Questa mattina, passando per<br />
Rivotorto, ho dato uno sguardo al luogo in<br />
cui, secondo la tradizione, erano raccolti i<br />
lebbrosi: gli ultimi, gli emarginati, nei confronti<br />
dei quali Francesco provava un irresistibile<br />
senso di ribrezzo. Toccato dalla grazia,<br />
egli aprì loro il suo cuore. E lo fece non<br />
solo attraverso un pietoso gesto di elemosina,<br />
sarebbe troppo poco, ma baciandoli e<br />
servendoli. Egli stesso confessa che quanto<br />
prima gli risultava amaro, divenne per lui<br />
«dolcezza di anima e di corpo» (2Test 3).<br />
La grazia quindi comincia a plasmare<br />
Francesco. Egli diventò sempre più capace<br />
di fissare il suo sguardo sul volto di Cristo e<br />
di ascoltarne la voce. Fu a quel punto che il<br />
Crocifisso di San Damiano gli rivolse la parola<br />
chiamandolo a un’ardita missione: «Va’,<br />
Francesco, ripara la mia casa che, come vedi,<br />
è tutta in rovina» (2Cel I,6,10). Sostando<br />
questa mattina a San Damiano, e poi nella<br />
Basilica di Santa Chiara, dove si conserva il<br />
Crocifisso originale che parlò a Francesco,<br />
ho fissato anch’io i miei occhi in quegli occhi<br />
di Cristo. È l’immagine del Cristo Crocifisso–Risorto,<br />
vita della Chiesa, che parla<br />
anche in noi se siamo attenti, come duemila<br />
anni fa parlò ai suoi apostoli e ottocento anni<br />
fa parlò a Francesco. La Chiesa vive continuamente<br />
di questo incontro.<br />
Sì, cari giovani: lasciamoci incontrare<br />
da Cristo! Fidiamoci di Lui, ascoltiamo la<br />
sua Parola. In Lui non c’è soltanto un essere<br />
umano affascinante. Certo, egli è pienamente<br />
uomo, e in tutto simile a noi, tranne<br />
che nel peccato (cfr Eb 4,15). Ma è anche<br />
molto di più: Dio è fatto uomo in Lui e pertanto<br />
è l’unico Salvatore, come dice il suo<br />
stesso nome: Gesù, ossia “Dio salva”. Ad<br />
Assisi si viene per apprendere da San Francesco<br />
il segreto per riconoscere Gesù Cristo<br />
e fare esperienza di Lui. Ecco che cosa sen-<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
tiva Francesco per Gesù, stando a ciò che<br />
narra il suo primo biografo: «Gesù portava<br />
sempre nel cuore. Gesù sulle labbra, Gesù<br />
nelle orecchie, Gesù negli occhi, Gesù nelle<br />
mani, Gesù in tutte le altre membra…<br />
Anzi, trovandosi molte volte in viaggio e<br />
meditando o cantando Gesù, scordava di essere<br />
in viaggio e si fermava a invitare tutte<br />
le creature alla lode di Gesù» (1Cel II,<br />
9,115). Così vediamo che la comunione con<br />
Gesù apre anche il cuore e gli occhi per il<br />
creato.<br />
Francesco, insomma, era un vero innamorato<br />
di Gesù. Lo incontrava nella Parola<br />
di Dio, nei fratelli, nella natura, ma soprattutto<br />
nella sua presenza eucaristica. Scriveva<br />
a tal proposito nel Testamento: «Dello<br />
stesso altissimo Figlio di Dio nient’altro vedo<br />
corporalmente, in questo mondo, se non<br />
il santissimo corpo e il santissimo sangue<br />
suo» (2Test 10). Il Natale di Greccio esprime<br />
il bisogno di contemplarlo nella sua tenera<br />
umanità di bimbo (cfr 1Cel I,30,85-<br />
86). L’esperienza della Verna, dove riceve<br />
le stimmate, mostra a quale grado di intimità<br />
egli fosse arrivato nel rapporto con<br />
Cristo crocifisso. Egli poteva realmente dire<br />
con Paolo: «Per me vivere è Cristo» (Fil<br />
1,21). Se si spoglia di tutto e sceglie la povertà,<br />
il motivo di tutto questo è Cristo, e<br />
solo Cristo. Gesù è il suo tutto: e gli basta!<br />
Proprio perché di Cristo, Francesco è anche<br />
uomo della Chiesa. Dal Crocifisso di<br />
San Damiano aveva avuto l’indicazione di<br />
riparare la casa di Cristo, che è appunto la<br />
Chiesa. Tra Cristo e la Chiesa c’è un rapporto<br />
intimo e indissolubile. Essere chiamato<br />
a ripararla implicava, certo, nella missione<br />
di Francesco, qualcosa di proprio e di<br />
originale. Al tempo stesso, quel compito<br />
null’altro era, in fondo, che la responsabilità<br />
attribuita da Cristo ad ogni battezzato. E<br />
anche ad ognuno di noi dice: «Và, e ripara<br />
la mia casa». Noi tutti siamo chiamati a riparare<br />
in ogni generazione di nuovo la casa<br />
di Cristo, la Chiesa. E solo facendo così vive<br />
la Chiesa e diventa bella. E come sappiamo,<br />
ci sono tanti modi di riparare, di edificare,<br />
di costruire la casa di Dio, la Chiesa.<br />
Si edifica poi attraverso le più diverse vocazioni,<br />
da quella laicale e familiare, alla vita
di speciale consacrazione, alla vocazione<br />
sacerdotale.<br />
Una parola, a questo punto, desidero<br />
spendere proprio su quest’ultima vocazione.<br />
Francesco, che fu diacono, non sacerdote<br />
(cfr 1Cel I,30,86), nutriva per i sacerdoti<br />
una venerazione grande. Pur sapendo che<br />
anche nei ministri di Dio c’è tanta povertà e<br />
fragilità, li vedeva come ministri del Corpo<br />
di Cristo, e ciò bastava a far scaturire in lui<br />
un senso di amore, di riverenza e di obbedienza<br />
(cfr 2Test 6-10). Il suo amore per i<br />
sacerdoti è un invito a riscoprire la bellezza<br />
di questa vocazione. Essa è vitale per il popolo<br />
di Dio. Cari giovani, circondate di<br />
amore e gratitudine i vostri sacerdoti. Se il<br />
Signore dovesse chiamare qualcuno di voi<br />
a questo grande ministero, come anche a<br />
qualche forma di vita consacrata, non esitate<br />
a dire il vostro sì. Sì non è facile, ma è<br />
bello essere ministri del Signore, è bello<br />
spendere la vita per Lui!<br />
Affetto veramente filiale il giovane<br />
Francesco sentì nei confronti del suo Vescovo,<br />
e fu nelle sue mani che, spogliandosi<br />
di tutto, fece la professione di una vita ormai<br />
totalmente consacrata al Signore (cfr<br />
1Cel I,6,15). Sentì in modo speciale la missione<br />
del Vicario di Cristo, al quale sottopose<br />
la sua Regola e affidò il suo Ordine. Se<br />
i Papi hanno mostrato tanto affetto ad Assisi,<br />
lungo la storia, questo in certo senso è un<br />
ricambiare l’affetto che Francesco ha avuto<br />
per il Papa. Io sono felice, carissimi giovani,<br />
di essere qui, sulla scia dei miei Predecessori,<br />
e in particolare dell’amico, dell’amato<br />
Papa Giovanni Paolo II.<br />
Come a cerchi concentrici, l’amore di<br />
Francesco per Gesù si dilata non solo sulla<br />
Chiesa ma su tutte le cose, viste in Cristo e<br />
per Cristo. Nasce di qui il Cantico delle<br />
Creature, in cui l’occhio riposa nello splendore<br />
del Creato: da fratello sole a sorella luna,<br />
da sorella acqua a frate fuoco. Il suo<br />
sguardo interiore è diventato così puro e penetrante<br />
da scorgere la bellezza del Creatore<br />
nella bellezza delle creature. Il Cantico di<br />
frate sole, prima di essere un’altissima pagina<br />
di poesia e un implicito invito al rispetto<br />
del creato, è una preghiera, una lode<br />
rivolta al Signore, al Creatore di tutto.<br />
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 245<br />
All’insegna della preghiera è da vedere<br />
anche l’impegno di Francesco per la pace.<br />
Questo aspetto della sua vita è di grande attualità,<br />
in un mondo che di pace ha tanto bisogno<br />
e non riesce a trovarne la via. Francesco<br />
fu un uomo di pace e un operatore di<br />
pace. Lo mostrò anche nella mitezza con<br />
cui si pose, senza tuttavia mai tacere la sua<br />
fede, di fronte ad uomini di altre fedi, come<br />
dimostra il suo incontro con il Sultano (cfr<br />
1Cel I,20,57). Se oggi il dialogo interreligioso,<br />
specialmente dopo il Concilio Vaticano<br />
II, è diventato patrimonio comune e irrinunciabile<br />
della sensibilità cristiana, Francesco<br />
può aiutarci a dialogare autenticamente,<br />
senza cadere in un atteggiamento<br />
di indifferenza nei confronti della verità<br />
o nell’attenuazione del nostro annuncio cristiano.<br />
Il suo essere uomo di pace, di tolleranza,<br />
di dialogo, nasce sempre dall’esperienza<br />
di Dio-Amore. Il suo saluto di pace<br />
è, non a caso, una preghiera: «Il Signore ti<br />
dia la pace» (2Test 23).<br />
Cari giovani, la vostra numerosa presenza<br />
qui dice quanto la figura di Francesco<br />
parli al vostro cuore. Io volentieri vi riconsegno<br />
il suo messaggio, ma soprattutto la<br />
sua vita e la sua testimonianza. È tempo di<br />
giovani che, come Francesco, facciano sul<br />
serio e sappiano entrare in un rapporto personale<br />
con Gesù. È tempo di guardare alla<br />
storia di questo terzo millennio da poco iniziato<br />
come a una storia che ha più che mai<br />
bisogno di essere lievitata dal Vangelo.<br />
Faccio ancora una volta mio l’invito che<br />
il mio amato Predecessore, Giovanni Paolo<br />
II, amava sempre rivolgere, specialmente ai<br />
giovani: “Aprite le porte a Cristo”. Apritele<br />
come fece Francesco, senza paura, senza<br />
calcoli, senza misura. Siate, cari giovani, la<br />
mia gioia, come lo siete stati di Giovanni<br />
Paolo II. Da questa Basilica dedicata a Santa<br />
Maria degli Angeli vi do appuntamento<br />
alla Santa Casa di Loreto, ai primi di settembre,<br />
per l’Agorà dei giovani italiani.<br />
A voi tutti la mia benedizione. Grazie per<br />
tutto, per la vostra presenza, per la vostra<br />
preghiera.<br />
BENEDETTO XVI<br />
[L’Osservatore Romano, 18-19 giugno 2007, pp. 12-13]
246<br />
7. Messaggio per la XXIII Giornata<br />
Mondiale della Gioventù<br />
SOLO CRISTO PUÒ COLMARE<br />
LE ASPIRAZIONI DEL CUORE<br />
DELL’UOMO<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
«Avrete forza dallo Spirito Santo<br />
che scenderà su di voi<br />
e mi sarete testimoni» (At 1,8)<br />
Cari giovani!<br />
1. La XXIII Giornata Mondiale<br />
della Gioventù<br />
Ricordo sempre con grande gioia i vari<br />
momenti trascorsi insieme a Colonia, nell’agosto<br />
2005. Alla fine di quell’indimenticabile<br />
manifestazione di fede e di entusiasmo,<br />
che resta impressa nel mio spirito e nel<br />
mio cuore, vi ho dato appuntamento per il<br />
prossimo incontro che si terrà a Sydney, nel<br />
2008. Sarà la XXIII Giornata Mondiale della<br />
Gioventù ed avrà come tema: «Avrete<br />
forza dallo Spirito Santo che scenderà su di<br />
voi e mi sarete testimoni» (At 1,8). Il filo<br />
conduttore della preparazione spirituale all’appuntamento<br />
di Sydney è lo Spirito Santo<br />
e la missione. Se nel 2006 ci siamo soffermati<br />
a meditare sullo Spirito Santo come<br />
Spirito di verità, nel 2007 cerchiamo di scoprirlo<br />
più profondamente quale Spirito d’amore,<br />
per incamminarci poi verso la Giornata<br />
Mondiale della Gioventù 2008, riflettendo<br />
sullo Spirito di fortezza e testimonianza,<br />
che ci dona il coraggio di vivere<br />
il Vangelo e l’audacia di proclamarlo. Diventa<br />
perciò fondamentale che ciascuno di<br />
voi giovani, nella sua comunità e con i suoi<br />
educatori, possa riflettere su questo Protagonista<br />
della storia della salvezza che è lo<br />
Spirito Santo o Spirito di Gesù, per raggiungere<br />
questi alti scopi: riconoscere la<br />
vera identità dello Spirito anzitutto ascoltando<br />
la Parola di Dio nella Rivelazione<br />
della Bibbia; prendere una lucida coscienza<br />
della sua continua, attiva presenza nella vita<br />
della Chiesa, in particolare riscoprendo<br />
che lo Spirito Santo si pone come “anima”,<br />
respiro vitale della propria vita cristiana,<br />
grazie ai sacramenti dell’iniziazione cristia-<br />
na - Battesimo, Confermazione ed Eucaristia;<br />
diventare così capace di maturare una<br />
comprensione di Gesù sempre più approfondita<br />
e gioiosa e, contemporaneamente,<br />
di realizzare un’efficace attuazione del<br />
Vangelo all’alba del terzo millennio. Volentieri<br />
con questo messaggio vi offro un tracciato<br />
di meditazione da approfondire lungo<br />
quest’anno di preparazione, su cui verificare<br />
la qualità della vostra fede nello Spirito<br />
Santo, ritrovarla se smarrita, rafforzarla se<br />
indebolita, gustarla come compagnia del<br />
Padre e del Figlio Gesù Cristo, grazie appunto<br />
all’opera indispensabile dello Spirito<br />
Santo. Non dimenticate mai che la Chiesa,<br />
anzi l’umanità stessa, quella che vi sta attorno<br />
e che vi aspetta nel vostro futuro, attende<br />
molto da voi giovani perché avete in<br />
voi il dono supremo del Padre, lo Spirito di<br />
Gesù.<br />
2. La promessa dello Spirito Santo<br />
nella Bibbia<br />
L’attento ascolto della Parola di Dio a riguardo<br />
del mistero e dell’opera dello Spirito<br />
Santo ci apre a conoscenze grandi e stimolanti<br />
che riassumo nei punti seguenti.<br />
Poco prima della sua ascensione, Gesù<br />
disse ai discepoli: «Manderò su di voi quello<br />
che il Padre mio ha promesso» (Lc<br />
24,49). Ciò si realizzò nel giorno della Pentecoste,<br />
quando essi erano riuniti in preghiera<br />
nel Cenacolo con la Vergine Maria.<br />
L’effusione dello Spirito Santo sulla Chiesa<br />
nascente fu il compimento di una promessa<br />
di Dio assai più antica, annunciata e preparata<br />
in tutto l’Antico Testamento.<br />
In effetti, fin dalle prime pagine la Bibbia<br />
evoca lo spirito di Dio come un soffio che<br />
«aleggiava sulle acque» (cfr Gn 1,2) e precisa<br />
che Dio soffiò nelle narici dell’uomo un<br />
alito di vita (cfr Gn 2,7), infondendogli così<br />
la vita stessa. Dopo il peccato originale, lo<br />
spirito vivificante di Dio si manifesterà diverse<br />
volte nella storia degli uomini, suscitando<br />
profeti per incitare il popolo eletto a<br />
tornare a Dio e ad osservarne fedelmente i<br />
comandamenti. Nella celebre visione del<br />
profeta Ezechiele, Dio fa rivivere con il suo<br />
spirito il popolo d’Israele, raffigurato da<br />
“ossa inaridite” (cfr 37,1-14). Gioele profe-
tizza un’«effusione dello spirito» su tutto il<br />
popolo, nessuno escluso: «Dopo questo -<br />
scrive l’Autore sacro -, io effonderò il mio<br />
spirito sopra ogni uomo... Anche sopra gli<br />
schiavi e sulle schiave, in quei giorni, effonderò<br />
il mio spirito» (3,1-2).<br />
Nella «pienezza del tempo» (cfr Gal<br />
4,4), l’angelo del Signore annuncia alla<br />
Vergine di Nazaret che lo Spirito Santo,<br />
“potenza dell’Altissimo”, scenderà e stenderà<br />
su di lei la sua ombra. Colui che ella<br />
partorirà sarà dunque santo e chiamato Figlio<br />
di Dio (cfr Lc 1,35). Secondo l’espressione<br />
del profeta Isaia, il Messia sarà colui<br />
sul quale si poserà lo Spirito del Signore<br />
(cfr 11,1-2; 42,1). Proprio questa profezia<br />
Gesù riprese all’inizio del suo ministero<br />
pubblico nella sinagoga di Nazaret: «Lo<br />
Spirito del Signore - Egli disse fra lo stupore<br />
dei presenti - è sopra di me; per questo<br />
mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha<br />
mandato per annunziare ai poveri un lieto<br />
messaggio, per proclamare ai prigionieri la<br />
liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere<br />
in libertà gli oppressi, e predicare un anno<br />
di grazia del Signore» (Lc 4,18-19; cfr<br />
Is 61,1-2). Rivolgendosi ai presenti, riferirà<br />
a se stesso queste parole profetiche affermando:<br />
«Oggi si è adempiuta questa Scrittura<br />
che voi avete udita con i vostri orecchi»<br />
(Lc 4,21). Ed ancora, prima della sua<br />
morte in croce, annuncerà più volte ai discepoli<br />
la venuta dello Spirito Santo, il<br />
“Consolatore”, la cui missione sarà quella<br />
di rendergli testimonianza e di assistere i<br />
credenti, insegnando loro e guidandoli alla<br />
Verità tutta intera (cfr Gv 14,16-17.25-26;<br />
15,26; 16,13).<br />
3. La Pentecoste, punto di partenza della<br />
missione della Chiesa<br />
La sera del giorno della sua risurrezione<br />
Gesù, apparendo ai discepoli, «alitò su di<br />
loro e disse: “Ricevete lo Spirito Santo”»<br />
(Gv 20,22). Con ancor più forza lo Spirito<br />
Santo scese sugli Apostoli il giorno della<br />
Pentecoste: «Venne all’improvviso dal cielo<br />
un rombo - si legge negli Atti degli Apostoli<br />
- come di vento che si abbatte gagliardo,<br />
e riempì tutta la casa dove si trovavano.<br />
Apparvero loro lingue come di fuoco che si<br />
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 247<br />
dividevano e si posarono su ciascuno di loro»<br />
(2,2-3).<br />
Lo Spirito Santo rinnovò interiormente<br />
gli Apostoli, rivestendoli di una forza che<br />
li rese audaci nell’annunciare senza paura:<br />
«Cristo è morto e risuscitato!». Liberi da<br />
ogni timore essi iniziarono a parlare con<br />
franchezza (cfr At 2,29; 4,13; 4,29.31). Da<br />
pescatori intimoriti erano diventati araldi<br />
coraggiosi del Vangelo. Persino i loro nemici<br />
non riuscivano a capire come mai uomini<br />
«senza istruzione e popolani» (cfr At<br />
4,13) fossero in grado di mostrare un simile<br />
coraggio e sopportare le contrarietà, le sofferenze<br />
e le persecuzioni con gioia. Niente<br />
poteva fermarli. A coloro che cercavano di<br />
ridurli al silenzio rispondevano: «Noi non<br />
possiamo tacere quello che abbiamo visto e<br />
ascoltato» (At 4,20). Così nacque la Chiesa,<br />
che dal giorno della Pentecoste non ha cessato<br />
di irradiare la Buona Novella «fino agli<br />
estremi confini della terra» (At 1,8).<br />
4. Lo Spirito Santo, anima della Chiesa<br />
e principio di comunione<br />
Ma per comprendere la missione della<br />
Chiesa dobbiamo tornare nel Cenacolo dove<br />
i discepoli restarono insieme (cfr Lc<br />
24,49), pregando con Maria, la “Madre”, in<br />
attesa dello Spirito promesso. A quest’icona<br />
della Chiesa nascente ogni comunità cristiana<br />
deve costantemente ispirarsi. La fecondità<br />
apostolica e missionaria non è principalmente<br />
il risultato di programmi e<br />
metodi pastorali sapientemente elaborati ed<br />
“efficienti”, ma è frutto dell’incessante preghiera<br />
comunitaria (cfr Paolo VI, Esort.<br />
apost. Evangelii nuntiandi, 75). L’efficacia<br />
della missione presuppone, inoltre, che le<br />
comunità siano unite, abbiano cioè «un<br />
cuore solo e un’anima sola» (cfr At 4,32), e<br />
siano disposte a testimoniare l’amore e la<br />
gioia che lo Spirito Santo infonde nei cuori<br />
dei fedeli (cfr At 2,42). Il Servo di Dio Giovanni<br />
Paolo II ebbe a scrivere che prima di<br />
essere azione, la missione della Chiesa è testimonianza<br />
e irradiazione (cfr Enc. Redemptoris<br />
missio, 26). Così avveniva all’inizio<br />
del cristianesimo, quando i pagani,<br />
scrive Tertulliano, si convertivano vedendo<br />
l’amore che regnava tra i cristiani: «Vedi -
248<br />
dicono - come si amano tra loro» (cfr Apologetico,<br />
39 § 7).<br />
Concludendo questo rapido sguardo alla<br />
Parola di Dio nella Bibbia, vi invito a notare<br />
come lo Spirito Santo sia il dono più alto<br />
di Dio all’uomo, quindi la testimonianza<br />
suprema del suo amore per noi, un amore<br />
che si esprime concretamente come “sì alla<br />
vita” che Dio vuole per ogni sua creatura.<br />
Questo “sì alla vita” ha la sua forma piena<br />
in Gesù di Nazaret e nella sua vittoria sul<br />
male mediante la redenzione. A questo proposito<br />
non dimentichiamo mai che l’Evangelo<br />
di Gesù, proprio in forza dello Spirito,<br />
non si riduce ad una pura constatazione, ma<br />
vuole diventare “bella notizia per i poveri,<br />
liberazione per i prigionieri, vista ai ciechi...”.<br />
E’ quanto si manifestò con vigore il<br />
giorno di Pentecoste, diventando grazia e<br />
compito della Chiesa verso il mondo, la sua<br />
missione prioritaria.<br />
Noi siamo i frutti di questa missione della<br />
Chiesa per opera dello Spirito Santo. Noi<br />
portiamo dentro di noi quel sigillo dell’amore<br />
del Padre in Gesù Cristo che è lo Spirito<br />
Santo. Non dimentichiamolo mai, perché<br />
lo Spirito del Signore si ricorda sempre<br />
di ciascuno e vuole, mediante voi giovani in<br />
particolare, suscitare nel mondo il vento e il<br />
fuoco di una nuova Pentecoste.<br />
5. Lo Spirito Santo “Maestro interiore”<br />
Cari giovani, anche oggi lo Spirito Santo<br />
continua dunque ad agire con potenza nella<br />
Chiesa e i suoi frutti sono abbondanti nella<br />
misura in cui siamo disposti ad aprirci alla<br />
sua forza rinnovatrice. Per questo è importante<br />
che ciascuno di noi Lo conosca, entri<br />
in rapporto con Lui e da Lui si lasci guidare.<br />
Ma a questo punto sorge naturalmente una<br />
domanda: chi è per me lo Spirito Santo?<br />
Non sono infatti pochi i cristiani per i quali<br />
Egli continua ad essere il “grande sconosciuto<br />
“ . Ecco perché, preparandoci alla<br />
prossima Giornata Mondiale della Gioventù,<br />
ho voluto invitarvi ad approfondire la<br />
conoscenza personale dello Spirito Santo.<br />
Nella nostra professione di fede proclamiamo:<br />
«Credo nello Spirito Santo, che è Signore<br />
e dà la vita e procede dal Padre e dal<br />
Figlio» (Simbolo di Nicea-Costantinopoli).<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
Sì, lo Spirito Santo, Spirito d’amore del Padre<br />
e del Figlio, è Sorgente di vita che ci santifica,<br />
«perché l’amore di Dio è stato riversato<br />
nei nostri cuori per mezzo dello Spirito<br />
Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5). Tuttavia<br />
non basta conoscerLo; occorre accoglierLo<br />
come guida delle nostre anime, come il<br />
“Maestro interiore” che ci introduce nel Mistero<br />
trinitario, perché Egli solo può aprirci<br />
alla fede e permetterci di viverla ogni giorno<br />
in pienezza. Egli ci spinge verso gli altri, accende<br />
in noi il fuoco dell’amore, ci rende<br />
missionari della carità di Dio.<br />
So bene quanto voi giovani portiate<br />
nel cuore grande stima ed amore verso Gesù,<br />
come desideriate incontrarLo e parlare<br />
con Lui. Ebbene ricordatevi che proprio la<br />
presenza dello Spirito in noi attesta, costituisce<br />
e costruisce la nostra persona sulla<br />
Persona stessa di Gesù crocifisso e risorto.<br />
Rendiamoci dunque familiari dello Spirito<br />
Santo, per esserlo di Gesù.<br />
6. I Sacramenti della Confermazione<br />
e dell’Eucaristia<br />
Ma - direte - come possiamo lasciarci<br />
rinnovare dallo Spirito Santo e crescere nella<br />
nostra vita spirituale? La risposta - lo sapete<br />
- è: lo si può per mezzo dei Sacramenti,<br />
perché la fede nasce e si irrobustisce in<br />
noi grazie ai Sacramenti, innanzitutto a<br />
quelli dell’iniziazione cristiana: il Battesimo,<br />
la Confermazione e l’Eucaristia, che<br />
sono complementari e inscindibili (cfr Catechismo<br />
della Chiesa Cattolica, 1285).<br />
Questa verità sui tre Sacramenti che sono<br />
all’inizio del nostro essere cristiani è forse<br />
trascurata nella vita di fede di non pochi cristiani,<br />
per i quali essi sono gesti compiuti<br />
nel passato senza incidenza reale sull’oggi,<br />
come radici senza linfa vitale. Avviene che,<br />
ricevuta la Confermazione, diversi giovani<br />
si allontanano dalla vita di fede. E ci sono<br />
anche giovani che nemmeno ricevono questo<br />
sacramento. Eppure è con i sacramenti<br />
del Battesimo, della Confermazione e poi,<br />
in modo continuativo, dell’Eucaristia che lo<br />
Spirito Santo ci rende figli del Padre, fratelli<br />
di Gesù, membri della sua Chiesa, capaci<br />
di una vera testimonianza al Vangelo, fruitori<br />
della gioia della fede.
Vi invito perciò a riflettere su quanto qui<br />
vi scrivo. Oggi è particolarmente importante<br />
riscoprire il sacramento della Confermazione<br />
e ritrovarne il valore per la nostra crescita<br />
spirituale. Chi ha ricevuto i sacramenti<br />
del Battesimo e della Confermazione<br />
ricordi che è diventato “tempio dello Spirito”:<br />
Dio abita in lui. Sia sempre cosciente di<br />
questo e faccia sì che il tesoro che è in lui<br />
porti frutti di santità. Chi è battezzato, ma<br />
non ha ancora ricevuto il sacramento della<br />
Confermazione, si prepari a riceverlo sapendo<br />
che così diventerà un cristiano “compiuto”,<br />
poiché la Confermazione perfeziona<br />
la grazia battesimale (cfr CCC, 1302-<br />
1304).<br />
La Confermazione ci dona una forza<br />
speciale per testimoniare e glorificare Dio<br />
con tutta la nostra vita (cfr Rm 12,1); ci rende<br />
intimamente consapevoli della nostra<br />
appartenenza alla Chiesa, “Corpo di Cristo”,<br />
del quale tutti siamo membra vive, solidali<br />
le une con le altre (cfr 1Cor 12,12-<br />
25). Lasciandosi guidare dallo Spirito, ogni<br />
battezzato può apportare il proprio contributo<br />
all’edificazione della Chiesa grazie ai<br />
carismi che Egli dona, poiché «a ciascuno<br />
è data una manifestazione particolare dello<br />
Spirito per l’utilità comune» (1Cor 12,7). E<br />
quando lo Spirito agisce reca nell’animo i<br />
suoi frutti che sono «amore, gioia, pace, pazienza,<br />
benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza,<br />
dominio di sé» (Gal 5,22). A quanti tra<br />
voi non hanno ancora ricevuto il sacramento<br />
della Confermazione rivolgo il cordiale<br />
invito a prepararsi ad accoglierlo, chiedendo<br />
l’aiuto dei loro sacerdoti. E’ una speciale<br />
occasione di grazia che il Signore vi offre:<br />
non lasciatevela sfuggire!<br />
Vorrei qui aggiungere una parola sull’Eucaristia.<br />
Per crescere nella vita cristiana,<br />
è necessario nutrirsi del Corpo e Sangue<br />
di Cristo: infatti, siamo battezzati e confermati<br />
in vista dell’Eucaristia (cfr CCC,<br />
1322; Esort. apost. Sacramentum caritatis,<br />
17). “Fonte e culmine” della vita ecclesiale,<br />
l’Eucaristia è una “Pentecoste perpetua”,<br />
poiché ogni volta che celebriamo la Santa<br />
Messa riceviamo lo Spirito Santo che ci<br />
unisce più profondamente a Cristo e in Lui<br />
ci trasforma. Se, cari giovani, parteciperete<br />
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 249<br />
frequentemente alla Celebrazione eucaristica,<br />
se consacrerete un po’ del vostro tempo<br />
all’adorazione del SS.mo Sacramento, dalla<br />
Sorgente dell’amore, che è l’Eucaristia,<br />
vi verrà quella gioiosa determinazione di<br />
dedicare la vita alla sequela del Vangelo.<br />
Sperimenterete al tempo stesso che là dove<br />
non arrivano le nostre forze, è lo Spirito<br />
Santo a trasformarci, a colmarci della sua<br />
forza e a renderci testimoni pieni dell’ardore<br />
missionario del Cristo risorto.<br />
7. La necessità e l’urgenza della missione<br />
Molti giovani guardano alla loro vita con<br />
apprensione e si pongono tanti interrogativi<br />
circa il loro futuro. Essi si chiedono preoccupati:<br />
Come inserirsi in un mondo segnato<br />
da numerose e gravi ingiustizie e sofferenze?<br />
Come reagire all’egoismo e alla violenza<br />
che talora sembrano prevalere? Come<br />
dare senso pieno alla vita? Come contribuire<br />
perché i frutti dello Spirito che abbiamo<br />
sopra ricordato, “amore, gioia, pace, pazienza,<br />
benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza<br />
e dominio di sé” (n. 6), inondino questo<br />
mondo ferito e fragile, il mondo dei giovani<br />
anzitutto? A quali condizioni lo Spirito<br />
vivificante della prima creazione e soprattutto<br />
della seconda creazione o redenzione<br />
può diventare l’anima nuova dell’umanità?<br />
Non dimentichiamo che quanto più è grande<br />
il dono di Dio - e quello dello Spirito di<br />
Gesù è il massimo - altrettanto è grande il<br />
bisogno del mondo di riceverlo e dunque<br />
grande ed appassionante è la missione della<br />
Chiesa di darne testimonianza credibile. E<br />
voi giovani, con la Giornata Mondiale della<br />
Gioventù, in certo modo attestate la volontà<br />
di partecipare a tale missione. A questo proposito,<br />
mi preme, cari amici, ricordarvi qui<br />
alcune verità di riferimento su cui meditare.<br />
Ancora una volta vi ripeto che solo Cristo<br />
può colmare le aspirazioni più intime del<br />
cuore dell’uomo; solo Lui è capace di umanizzare<br />
l’umanità e condurla alla sua “divinizzazione”.<br />
Con la potenza del suo Spirito<br />
Egli infonde in noi la carità divina, che ci<br />
rende capaci di amare il prossimo e pronti a<br />
metterci al suo servizio. Lo Spirito Santo illumina,<br />
rivelando Cristo crocifisso e risorto,<br />
ci indica la via per diventare più simili a
250<br />
Lui, per essere cioè “espressione e strumento<br />
dell’amore che da Lui promana”<br />
(Enc. Deus caritas est, 33). E chi si lascia<br />
guidare dallo Spirito comprende che mettersi<br />
al servizio del Vangelo non è un’opzione<br />
facoltativa, perché avverte quanto sia<br />
urgente trasmettere anche agli altri questa<br />
Buona Novella. Tuttavia, occorre ricordarlo<br />
ancora, possiamo essere testimoni di Cristo<br />
solo se ci lasciamo guidare dallo Spirito<br />
Santo, che è «l’agente principale dell’evangelizzazione»<br />
(cfr Evangelii nuntiandi, 75)<br />
e «il protagonista della missione» (cfr Redemptoris<br />
missio, 21). Cari giovani, come<br />
hanno più volte ribadito i miei venerati Predecessori<br />
Paolo VI e Giovanni Paolo II, annunciare<br />
il Vangelo e testimoniare la fede è<br />
oggi più che mai necessario (cfr Redemptoris<br />
missio, 1). Qualcuno pensa che presentare<br />
il tesoro prezioso della fede alle persone<br />
che non la condividono significhi essere<br />
intolleranti verso di loro, ma non è così,<br />
perché proporre Cristo non significa imporlo<br />
(cfr Evangelii nuntiandi, 80). Del resto,<br />
duemila anni or sono dodici Apostoli hanno<br />
dato la vita affinché Cristo fosse conosciuto<br />
e amato. Da allora il Vangelo continua<br />
nei secoli a diffondersi grazie a uomini e<br />
donne animati dallo stesso loro zelo missionario.<br />
Pertanto, anche oggi occorrono<br />
discepoli di Cristo che non risparmino tempo<br />
ed energie per servire il Vangelo. Occorrono<br />
giovani che lascino ardere dentro di sé<br />
l’amore di Dio e rispondano generosamente<br />
al suo appello pressante, come hanno fatto<br />
tanti giovani beati e santi del passato e<br />
anche di tempi a noi vicini. In particolare,<br />
vi assicuro che lo Spirito di Gesù oggi invita<br />
voi giovani ad essere portatori della bella<br />
notizia di Gesù ai vostri coetanei. L’indubbia<br />
fatica degli adulti di incontrare in<br />
maniera comprensibile e convincente l’area<br />
giovanile può essere un segno con cui lo<br />
Spirito intende spingere voi giovani a farvi<br />
carico di questo. Voi conoscete le idealità, i<br />
linguaggi, ed anche le ferite, le attese, ed insieme<br />
la voglia di bene dei vostri coetanei.<br />
Si apre il vasto mondo degli affetti, del lavoro,<br />
della formazione, dell’attesa, della<br />
sofferenza giovanile... Ognuno di voi abbia<br />
il coraggio di promettere allo Spirito Santo<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
di portare un giovane a Gesù Cristo, nel modo<br />
che ritiene migliore, sapendo “rendere<br />
conto della speranza che è in lui, con dolcezza”<br />
(cfr 1Pt 3,15).<br />
Ma per raggiungere questo scopo, cari<br />
amici, siate santi, siate missionari, poiché<br />
non si può mai separare la santità dalla missione<br />
(cfr Redemptoris missio, 90). Non abbiate<br />
paura di diventare santi missionari come<br />
san Francesco Saverio, che ha percorso<br />
l’Estremo Oriente annunciando la Buona<br />
Novella fino allo stremo delle forze, o come<br />
santa Teresa del Bambino Gesù, che fu missionaria<br />
pur non avendo lasciato il Carmelo:<br />
sia l’uno che l’altra sono “Patroni delle<br />
Missioni”. Siate pronti a porre in gioco la<br />
vostra vita per illuminare il mondo con la<br />
verità di Cristo; per rispondere con amore<br />
all’odio e al disprezzo della vita; per proclamare<br />
la speranza di Cristo risorto in ogni<br />
angolo della terra.<br />
8. Invocare una “nuova Pentecoste”<br />
sul mondo<br />
Cari giovani, vi attendo numerosi nel luglio<br />
2008 a Sydney. Sarà un’occasione<br />
provvidenziale per sperimentare appieno la<br />
potenza dello Spirito Santo. Venite numerosi,<br />
per essere segno di speranza e sostegno<br />
prezioso per le comunità della Chiesa in<br />
Australia che si preparano ad accogliervi.<br />
Per i giovani del Paese che ci ospiterà sarà<br />
un’opportunità eccezionale di annunciare la<br />
bellezza e la gioia del Vangelo ad una società<br />
per molti versi secolarizzata. L’Australia,<br />
come tutta l’Oceania, ha bisogno di<br />
riscoprire le sue radici cristiane. Nell’Esortazione<br />
post-sinodale Ecclesia in Oceania<br />
Giovanni Paolo II scriveva: «Con la potenza<br />
dello Spirito Santo, la Chiesa in Oceania<br />
si sta preparando per una nuova evangelizzazione<br />
di popoli che oggi sono affamati di<br />
Cristo... La nuova evangelizzazione è una<br />
priorità per la Chiesa in Oceania» (n. 18).<br />
Vi invito a dedicare tempo alla preghiera<br />
e alla vostra formazione spirituale in quest’ultimo<br />
tratto del cammino che ci conduce<br />
alla XXIII Giornata Mondiale della Gioventù,<br />
affinché a Sydney possiate rinnovare<br />
le promesse del vostro Battesimo e della<br />
vostra Confermazione. Insieme invochere-
mo lo Spirito Santo, chiedendo con fiducia<br />
a Dio il dono di una rinnovata Pentecoste<br />
per la Chiesa e per l’umanità del terzo millennio.<br />
Maria, unita in preghiera agli Apostoli<br />
nel Cenacolo, vi accompagni durante questi<br />
mesi ed ottenga per tutti i giovani cristiani<br />
una nuova effusione dello Spirito Santo che<br />
ne infiammi i cuori. Ricordate: la Chiesa ha<br />
fiducia in voi! Noi Pastori, in particolare,<br />
preghiamo perché amiate e facciate amare<br />
sempre più Gesù e Lo seguiate fedelmente.<br />
Con questi sentimenti vi benedico tutti con<br />
grande affetto.<br />
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 251<br />
Da Lorenzago, 20 luglio 2007<br />
BENEDETTO XVI<br />
[L’Osservatore Romano, 22 luglio 2007, pp. 4-5]<br />
8. Angelus,<br />
Lorenzago di Cadore (Belluno), 22 luglio 2007<br />
MAI PIÙ LA GUERRA!<br />
Cari fratelli e sorelle!<br />
In questi giorni di riposo che, grazie a<br />
Dio, sto trascorrendo qui in Cadore, sento<br />
ancor più intensamente l’impatto doloroso<br />
delle notizie che mi pervengono circa gli<br />
scontri sanguinosi e gli episodi di violenza<br />
che si verificano in tante parti del mondo.<br />
Questo mi induce a riflettere oggi ancora<br />
una volta sul dramma della libertà umana<br />
nel mondo. La bellezza della natura ci ricorda<br />
che siamo stati posti da Dio a “coltivare<br />
e custodire” questo “giardino” che è la<br />
Terra (cfr Gn 2,8-17): e vedo come realmente<br />
voi coltivate e custodite questo bel<br />
giardino di Dio, un vero paradiso. Ecco, se<br />
gli uomini vivono in pace con Dio e tra di<br />
loro, la Terra assomiglia veramente a un<br />
“paradiso”. Il peccato purtroppo rovina<br />
sempre di nuovo questo progetto divino,<br />
generando divisioni e facendo entrare nel<br />
mondo la morte. Avviene così che gli uomini<br />
cedono alle tentazioni del Maligno e si<br />
fanno guerra gli uni gli altri. La conseguenza<br />
è che, in questo stupendo “giardino” che<br />
è il mondo, si aprono anche spazi di “inferno”.<br />
In mezzo a questa bellezza non dobbiamo<br />
dimenticare le situazioni nelle quali<br />
si trovano, a volte, dei nostri fratelli e delle<br />
nostre sorelle.<br />
La guerra, con il suo strascico di lutti e di<br />
distruzioni, è da sempre giustamente considerata<br />
una calamità che contrasta con il progetto<br />
di Dio, il quale ha creato tutto per l’esistenza<br />
e, in particolare, vuole fare del genere<br />
umano una famiglia. Non posso, in<br />
questo momento, non andare col pensiero<br />
ad una data significativa: il 1° agosto 1917<br />
– giusto 90 anni or sono – il mio venerato<br />
predecessore, Papa Benedetto XV, indirizzò<br />
la sua celebre Nota alle potenze belligeranti,<br />
domandando che ponessero fine alla prima<br />
guerra mondiale (cfr AAS 9[1917]417-<br />
420). Mentre imperversava quell’immane<br />
conflitto, il Papa ebbe il coraggio di affermare<br />
che si trattava di un’“inutile strage”.<br />
Questa sua espressione si è incisa nella storia.<br />
Essa si giustificava nella situazione<br />
concreta di quell’estate 1917, specialmente<br />
su questo fronte veneto. Ma quelle parole,<br />
“inutile strage”, contengono anche un valore<br />
più ampio, profetico, e si possono applicare<br />
a tanti altri conflitti che hanno stroncato<br />
innumerevoli vite umane.<br />
Proprio queste terre in cui ci troviamo,<br />
che di per se parlano di pace, di armonia,<br />
della bontà del Creatore, sono state teatro<br />
della prima guerra mondiale, come ancora<br />
rievocano tante testimonianze ed alcuni<br />
commoventi canti degli Alpini. Sono vicende<br />
da non dimenticare! Bisogna fare tesoro<br />
delle esperienze negative che purtroppo i<br />
nostri padri hanno sofferto, per non ripeterle.<br />
La Nota del Papa Benedetto XV non si<br />
limitava a condannare la guerra; essa indicava,<br />
su un piano giuridico, le vie per costruire<br />
una pace equa e duratura: la forza<br />
morale del diritto, il disarmo bilanciato e<br />
controllato, l’arbitrato nelle controversie, la<br />
libertà dei mari, il reciproco condono delle<br />
spese belliche, la restituzione dei territori<br />
occupati ed eque trattative per dirimere le<br />
questioni. La proposta della Santa Sede era<br />
orientata al futuro dell’Europa e del mondo,<br />
secondo un progetto cristiano nell’ispirazione,<br />
ma condivisibile da tutti perché fondato
252<br />
sul diritto delle genti. È la stessa impostazione<br />
che i Servi di Dio Paolo VI e Giovanni<br />
Paolo II hanno seguito nei loro memorabili<br />
discorsi all’Assemblea delle Nazioni<br />
Unite, ripetendo, a nome della Chiesa: “Mai<br />
più la guerra!”. Da questo luogo di pace, in<br />
cui anche più vivamente si avvertono come<br />
inaccettabili gli orrori delle “inutili stragi”,<br />
rinnovo l’appello a perseguire con tenacia la<br />
via del diritto, a rifiutare con determinazione<br />
la corsa agli armamenti, a respingere più<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
in generale la tentazione di affrontare nuove<br />
situazioni con vecchi sistemi.<br />
Con nel cuore questi pensieri e questi auspici<br />
che questa sia sempre, come è adesso<br />
grazie a Dio, una terra della pace e dell’ospitalità,<br />
eleviamo ora una speciale preghiera<br />
per la pace nel mondo, affidandola a<br />
Maria Santissima, Regina della Pace.<br />
BENEDETTO XVI<br />
[L’Osservatore Romano, 23-24 luglio 2007]
CONVENTUS CARDINALIUM<br />
ET EPISCOPORUM <strong>OFM</strong><br />
1. Programma<br />
Assisi-Roma, 19-22 giugno 2007<br />
Lunedì, 18 giugno - Assisi<br />
Arrivi<br />
Martedì, 19 giugno<br />
7.30 Lodi (preside Card. Claudio Hummes)<br />
9.00 Apertura dell’incontro<br />
Saluto (Fr. José R. Carballo, Ministro<br />
generale)<br />
Presentazione dei partecipanti<br />
11.00 Dimensione ecclesiale del Carisma<br />
francescano (Fr. Hermann<br />
Schalück)<br />
15.00 Presentazione<br />
• dell’Ordine (Fr. Francesco Bravi,<br />
Vicario generale)<br />
• dei Progetti missionari (Fr. Vincenzo<br />
Brocanelli, Mod. per le<br />
Missioni)<br />
17.00 Dialogo in Aula<br />
18.30 Basilica della Porziuncola: Eucaristia<br />
(presiede Fr. J. R. Carballo,<br />
Min. gen.)<br />
Mercoledì, 20 giugno<br />
7.30 Basilica S. Maria Maggiore: Eucaristia<br />
(presiede Mons. Domenico<br />
Sorrentino, Vescovo di Assisi)<br />
10.00 La spiritualità francescana nel ministero<br />
episcopale (Card. Carlos<br />
Amigo)<br />
11.30 Come vivere la spiritualità francescana<br />
nel ministero episcopale?<br />
(Riflessione in Gruppi linguistici)<br />
15.30 Dialogo in Aula<br />
19.00 San Damiano: Vespri (presiede Fr.<br />
Francesco Bravi, Vicario generale)<br />
Giovedì, 21 giugno<br />
8.30 Presentazione sintetica dei diversi<br />
luoghi francescani (Fr. Fernando<br />
Uribe)<br />
9.00 Visita guidata di Assisi<br />
Tempo libero (preghiera e rifles-<br />
sione personale)<br />
18.00 Basilica S. Chiara: Eucaristia<br />
(presiede Card. Wilfrid Napier)<br />
Venerdì, 22 giugno-Roma<br />
11.00 Basilica S. Giovanni in Laterano:<br />
Eucaristia (presiede Card. Giovanni<br />
Battista Re)<br />
Consegna della Regola (Ministro<br />
generale)<br />
13.00 Curia generale: incontro fraterno<br />
2. Partecipanti<br />
– Cardinali<br />
CLÁUDIO HUMMES, Prefetto della Congregazione<br />
per il Clero, Città del Vaticano;<br />
WILFRID FOX NAPIER, Arcivesco di Durban,<br />
Sud-Africa; CARLOS AMIGO VALLEJO,<br />
Arcivescovo di Sevilla, Spagna; LÁSZLÓ<br />
PASKAI, Arcivescovo Emerito di Esztergom-Budapest,<br />
Ungheria; ALEXANDRE JO-<br />
SÉ MARIA DOS SANTOS, Arcivescovo Emerito<br />
di Maputo, Mozambico; OSCAR AN-<br />
DRÉS RODRÍGUEZ MADARIAGA, Salesiano/<br />
Affiliato all’Ordine, Arcivescovo di Tegucigalpa,<br />
Honduras.<br />
– Nunzio Apostolico<br />
MARCO DINO BROGI, Arcivescovo Titolare<br />
di Città Ducale, Nunzio Apostolico in Egitto,<br />
Italia.<br />
– Vescovi Residenziali<br />
Arcivescovi<br />
JOSÉ BELISÁRIO DA SILVA, Arcivescovo di<br />
São Luis do Maranhão, Brasile; HÉCTOR<br />
MIGUEL CABREJOS VIDARTE, Arcivescovo di<br />
Trujillo, Presidente della Conferenza Episcopale<br />
del Perú, Perú; ROBERTO OCTAVIO<br />
GONZÁLEZ NIEVES, Arcivescovo di San<br />
Juan de Puerto Rico, Puerto Rico; ANGELO<br />
MASSAFRA, Arcivescovo di Scutari-Albania,<br />
Albania; JEAN-PIERRE GRALLET, Arcivescovo<br />
di Strasbourg, Francia; SANTIAGO
254<br />
AGRELO MARTÍNEZ, Arcivescovo di Tanger,<br />
Marrocco.<br />
Vescovi<br />
DARIO CAMPOS, Vescovo di Leopoldina,<br />
Brasile; DIOGO REESINK, Vescovo di Teófilo<br />
Otoni, Brasile; HUGO MARIA VAN<br />
STEEKELENBURG, Vescovo di Almenara,<br />
Brasile; CELIO DE OLIVEIRA GOULART, Vescovo<br />
di Cachoeiro de Itapemirim, Brasile;<br />
HERY THEOPHILUS HOWANIEC, Vescovo di<br />
Santissima Trinità di Almaty, Kazakistan;<br />
COSMAS MIACHAEL ANGKUR, Vescovo di<br />
Bogor, Indonesia; DIAMANTINO PRATA DE<br />
CARVALHO, Vescovo di Campanha, Brasile;<br />
ANTONIO MONTES MOREIRA, Vescovo di<br />
Bragança Miranda, Portogallo; IRENEU SÍL-<br />
VIO WILGES, Vescovo di Cachoeira do Sul,<br />
Brasile; AUSTEN ROBIN CRAPP, Vescovo di<br />
Aitape, Papua Nuova Guinea; JOSÉ HA-<br />
RING, Vescovo di Lomoeiro do Norte, Brasile;<br />
SEBASTIÃO ASSIS DE FIGUEIREDO, Vescovo<br />
di Guiratinga, Brasile; ADRIANO<br />
LANGA, Vescovo di Inhambane, Mozambico;<br />
SEVERINO CLASEN, Vescovo di Araçuai,<br />
Brasile; JESÚS SANZ MONTES, Vescovo di<br />
Huesca e Jaca, Spagna; WILLIAM SLATTERY,<br />
Vescovo di Kokstad, Sud-Africa; LEO LABA<br />
LADJAR, Vescovo di Jayapura, Indonesia;<br />
JOÃO BOSCO BARBOSA DE SOUSA, Vescovo<br />
di União da Vitória, Brasile; GIORGIO BER-<br />
TIN, Vescovo di Djibouti, Repubblica di Djibouti,<br />
(Mogadisco); DOMENICO TARCISIO<br />
CORTESE,Vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea,<br />
Italia; ALOYSIUS MURWITO, Vescovo di<br />
Agats, Indonesia; ROBERTO CAMILLERI AZ-<br />
ZOPARDI, Vescovo di Comayagua, Honduras;<br />
ANTAL MAJNEK, Vescovo di Mukacheve<br />
dei Latini, Ucraina; CAETANO FERRARI,<br />
Vescovo di Franca, Brasile; RODOLFO CE-<br />
TOLONI, Vescovo di Montepulciano-Chiusi-<br />
Pienza, Italia; STANISLAS LUKUMWENA, Vescovo<br />
di Kole, Rep. Dem. del Congo; HILA-<br />
RIO DA CRUZ MASSINGA, Vescovo di<br />
Lachinga, Mozambico; MAKSYMILIAN LEO-<br />
NID DUBRAVSKI, Vescovo di Kamyanets Podilskyi<br />
dei Latini, Ucraina.<br />
Emeriti<br />
FEDERICO RICHTER FERNÁNDEZ-PRADA, Arcivescovo<br />
Emerito di Ayacucho, Perú; HEN-<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
RIQUE JOHANNPÖTTER, Vescovo Emerito di<br />
Bacabal, Brasile.<br />
Prelature Territoriali<br />
CAPISTRANO FRANCISCO HEIM, Vescovo<br />
Prelato di Itaituba, Brasile; AURELIO JOSÉ<br />
KÜHN, Vescovo Prelato di Deán Funes, Argentina.<br />
– Vescovi Titolari<br />
Ausiliari di Diocesi<br />
STANISLAV SZYROKORADIUK, Vescovo Titolare<br />
di Surista, Ausiliare di Kyiv-Zhytomyr,<br />
Ucraina; ADRIANO TOMASI TRAVAGLIA, Vescovo<br />
Titolare di Obbi, Ausiliare di Lima,<br />
Perú; LUIS MORAO ANDREAZZA, Vescovo<br />
Titolare di Tullia, Ausiliare di Santa Ana, El<br />
Salvador; FRANZ LACKNER, Vescovo Titolare<br />
di Balenio, Ausiliare di Graz-Seckau,<br />
Austria; FIACHRA Ó CEALLAIGH, Vescovo<br />
Titolare di Tre Taverne, Ausiliare di Dublin,<br />
Irlanda.<br />
Vicariati Apostolici<br />
GIOVANNI INNOCENZO MARTINELLI, Vescovo<br />
Titolare di Tabuda, Vicario Ap. di Tripoli,<br />
Libia; SYLVESTER CARMEL MAGRO, Vescovo<br />
Titolare di Salde, Vicario Ap. di Benghazi,<br />
Libia; GIUSEPPE NAZZARO, Vescovo Titolare<br />
di Forma, Vicario Ap. di Alep, Siria;<br />
JUAN TOMÁS OLIVER CLIMENT, Vescovo Tit.<br />
di Legis di Volumnio, Vicario Ap. di Requena,<br />
Perú; ANTON ZERDIN, Vescovo Titolare<br />
di Tucca terebentina, Vicario Ap. di San<br />
Ramón, Perú; FAUSTO TRÁVEZ TRÁVEZ, Vescovo<br />
Tit. di Sulletto, Vicario Ap. di Zamora<br />
nell’Ecuador, Ecuador; ALBERTO CAM-<br />
POS HERNÁNDEZ, Vescovo Tit. di Vico di<br />
Augusto, Vicario Ap. di San José del Amazonas,<br />
Perú; JULIO MARÍA ELÍAS MONTOYA,<br />
Vescovo Tit. di Cuma, Vicario Ap. di El Beni,<br />
Bolivia.<br />
Prefetture Apostoliche<br />
MANUEL VALAREZO LUZURIAGA, Vescovo<br />
Tit. di Questoriana, Prefetto Ap. di Galápagos,<br />
Ecuador.<br />
Titolari Emeriti<br />
JULIO OJEDA PASCUAL, Vescovo Titolare di<br />
Fissiana, già Vicario Ap. di San Ramón,
CONVENTUS CARDINALIUM ET EPISCOPORUM <strong>OFM</strong> 255<br />
Perù, Vicario Delegato di San Ramón, Perú;<br />
VÍCTOR MANUEL MALDONADO BARRERO,<br />
Vescovo Titolare di Ceramussa, già Ausiliare<br />
di Guayaquil, Ecuador; MANUEL EGUI-<br />
GUREN GALARRAGA, Vescovo Titolare di<br />
Salpi, già Ausiliare del Vicariato Apostolico<br />
di El Beni, Bolivia.<br />
– Definitorio generale<br />
JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, Min. gen.;<br />
FRANCESCO BRAVI, Vic. gen.; FINIAN MC-<br />
GINN, Def. gen.; ŠIME SAMAC, Def. gen.;<br />
MIGUEL J. VALLECILLO MARTÍN, Def. gen.;<br />
AMBROGIO VAN SI NGUYEN, Def. gen.;<br />
AMARAL BERNARDO AMARAL, Def. gen.;<br />
LUIS GERARDO CABRERA HERRERA, Def.<br />
gen.; MARIO FAVRETTO, Def. gen.; JUAN<br />
IGNACIO MURO ARÉCHIGA, Def. gen.; JAKAB<br />
VÁRNAI, Def. gen.; SEÁN COLLINS, Segr.<br />
gen.<br />
– Ufficiali<br />
HERMANN SCHALÜCK, ex Ministro generale<br />
1991-1997, Relatore, Germania; VICENZO<br />
BROCANELLI, Moderatore Generale per le<br />
Missioni, Curia generale; FERNADO URIBE<br />
ESCOBAR, Espositore e Guida, PUA; ERNEST<br />
SIEKIERKA, Vicesegretario generale, Curia<br />
generale; ADRIANO BUSATTO, Segretaria, Italia;<br />
GIANCARLO LATI, Economo generale,<br />
Curia generale; GABRIEL EDUARDO GARCÍA<br />
GONZÁLEZ, Vice-economo generale, Curia<br />
generale; ROBERTO BAHčIč, <strong>OFM</strong>, logistica,<br />
Curia generale; GIANNI CALIFANO, Commissione<br />
liturgica, Curia generale; JOHN ABELA,<br />
Comunicazioni, Curia generale; PETER MI-<br />
CHAEL, Comunicazioni, Singapore; PATRICK<br />
HUDSON, Interprete/Inglese, Curia generale;<br />
STEFANO LOVATO, Interprete/Italiano, Curia<br />
generale; CÉSAR JAVIER ORDUÑA ORTIZ, Interprete/Spagnolo,<br />
Curia generale; PHILIPPE<br />
SCHILLINGS, Interprete/Portoghese, Curia generale;<br />
JOSEPH O’BOYLE, Interprete/Italiano,<br />
Italia; Vittorio Viola, Gruppo Linguistico/<br />
Italiano, Italia; SERGIO GONÇALVEZ, Gruppo<br />
Linguistico/Portoghese, Italia.<br />
3. Cronaca<br />
Per condividere il cammino della grazia<br />
delle origini, le varie esperienze e situazio-<br />
ni nelle diverse parti del mondo, il Ministro<br />
generale con il suo Definitorio ha invitato i<br />
Cardinali e Vescovi <strong>OFM</strong> ad un incontro,<br />
che si è svolto in Assisi e a Roma dal 19 al<br />
22 giugno 2007.<br />
Vi hanno partecipato 5 Cardinali <strong>OFM</strong> e<br />
il Cardinale salesiano Oscar Andrés Rodríguez<br />
Madariaga dell’Honduras, come affiliato<br />
all’Ordine, e 67 Vescovi <strong>OFM</strong> provenienti<br />
dai vari Continenti. Fra di essi vi erano<br />
Arcivescovi e Vescovi residenziali,<br />
Vescovi titolari di Diocesi, Vicariati e Prefetture<br />
Apostoliche, e titolari emeriti. Attualmente<br />
l’Ordine dei Frati Minori conta 7<br />
Cardinali e 108 Vescovi e Arcivescovi.<br />
Nei primi due giorni sono state presentate<br />
la vita dei Frati Minori e le missioni “ad<br />
gentes” nell’Ordine, per rinnovare la comunione<br />
e il senso di appartenenza dei confratelli<br />
Vescovi. Sino sono state offerte, poi, alcune<br />
riflessioni ricche di contenuti riguardanti<br />
la figura e la spiritualità del Vescovo<br />
francescano. Fr. Hermann Schalück ha parlato<br />
sulla «Dimensione ecclesiale del carisma<br />
francescano» e il Card. Carlos Amigo<br />
ha presentato «La spiritualità francescana<br />
nel Ministero episcopale».<br />
Ai contributi dei Relatori hanno fatto<br />
seguito le riflessioni e le condivisioni dei<br />
Cardinali e Vescovi presenti, da cui è<br />
emerso – tra l’altro – che tutti si sentono<br />
profondamente francescani e uniti all’Ordine,<br />
e nello stesso tempo si considerano<br />
“Vescovi missionari”, inviati in special<br />
modo alle chiese povere. Il Ministro generale<br />
ha sottolineato come nell’Ordine vi<br />
siano diversi carismi e servizi, compreso<br />
quello dell’Episcopato; ha offerto il sostegno<br />
e la collaborazione del Definitorio generale<br />
ai Fratelli nell’Episcopato; ha chiesto<br />
ai Vescovi non di fare privilegi per i<br />
Francescani nelle loro Diocesi, ma di<br />
«condividere il pane che hanno mangiato»<br />
prima di divenire Vescovi, ossia lo spirito<br />
del carisma francescano. I Vescovi, da parte<br />
loro, hanno chiesto al Definitorio di poter<br />
continuare e sviluppare il legame con<br />
l’Ordine, di essere aiutati nella formazione<br />
del clero e nella costruzione della Chiesa<br />
locale, di facilitare il reinserimento nell’Ordine<br />
dei Fratelli Vescovi emeriti.
256<br />
L’incontro è stato, anche, segnato da un<br />
itinerario spirituale vissuto e celebrato nei<br />
vari luoghi più significativi. Si è iniziato<br />
nella Basilica di Santa Maria degli Angeli,<br />
davanti alla chiesetta della Porziuncola, dove<br />
Francesco ha scoperto la sua vocazione<br />
evangelica e missionaria. Poi sono stati celebrati<br />
i Vespri a San Damiano dove Francesco<br />
ha ricevuto dal Crocifisso l’invito a<br />
riparare la Chiesa. Un terzo momento è stata<br />
la celebrazione nella Basilica di Santa<br />
Chiara, dopo una visita guidata di Assisi,<br />
con l’incontro con le figlie di Santa Chiara,<br />
la “pianticella” e custode fedele della dimensione<br />
contemplativa del carisma di<br />
Francesco. A Roma i Cardinali e Vescovi<br />
hanno celebrato insieme nella Basilica del<br />
Laterano, Chiesa madre di tutte le Chiese, e<br />
qui hanno rinnovato la professione francescana<br />
e hanno ricevuto dal Ministro generale<br />
la Regola di san Francesco. L’incontro ha<br />
avuto termine nella Curia generale, Casa<br />
madre di tutti i Frati Minori.<br />
Aconclusione dell’incontro, l’Assemblea<br />
ha voluto indirizzare un breve messaggio a<br />
tutti i Frati dell’Ordine e ha inviato una lettera<br />
di comunione al Sommo Pontefice.<br />
Tutti hanno mostrato apertamente la loro<br />
gioia e la loro gratitudine per questa iniziativa,<br />
che è stata probabilmente la prima nella<br />
storia dell’Ordine. I confratelli Cardinali e<br />
Vescovi hanno potuto condividere le loro<br />
esperienze di Pastori e di Francescani; sono<br />
stati arricchiti dalle riflessioni proposte che,<br />
è stato detto, hanno dato parola a quanto ciascuno<br />
già sentiva o intuiva; hanno vissuto<br />
giorni di comunione fraterna con gli animatori<br />
dell’Ordine; sono sicuramente partiti<br />
confortati, incoraggiati e sostenuti per proseguire<br />
il loro non facile ministero pastorale.<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
FR. VINCENZO BROCANELLI<br />
4. Saluto di benvenuto del Ministro generale<br />
Assisi, 19 giugno 2007<br />
Eminenze ed Eccellenze,<br />
Fratelli del Definitorio,<br />
il Signore vi dia Pace!<br />
Nel dichiarare aperto il Convegno dei<br />
Cardinali e dei Vescovi <strong>OFM</strong> e del Definitorio<br />
generale dò a tutti il più cordiale e caloroso<br />
benvenuto. Si tratta, infatti, di un avvenimento<br />
storico, penso che sia il primo<br />
nell’arco degli ottocento anni del nostro Ordine.<br />
È doveroso e giusto allora, carissimi<br />
Fratelli Cardinali e Vescovi, esprimervi la<br />
mia più profonda e commossa gratitudine,<br />
quella del Definitorio e dell’Ordine dei Farti<br />
Minori, per aver accolto in numero così<br />
consistente l’invito che vi ho rivolto con la<br />
Lettera del 6 gennaio 2007.<br />
La vostra numerosa presenza, nonostante<br />
i molti e pressanti impegni pastorali, sta a<br />
significare il vostro forte legame con il nostro<br />
Ordine: vi sentite parte della nostra Famiglia.<br />
Ma il vostro essere qui, credo, sia<br />
dovuto anche all’attrattiva che suscita il<br />
luogo scelto per il nostro stare insieme per<br />
alcuni giorni. Assisi, infatti, è per noi «l’altare<br />
prediletto della nostra memoria e delle<br />
nostri origini» (Doc. del Capitolo straordinario<br />
2006, 7): qui è iniziata l’avventura<br />
umana ed evangelica di Francesco e Chiara;<br />
qui, per conseguenza, affondano le radici<br />
della nostra vocazione francescana. Venire,<br />
sostare ad Assisi è obbedire ad un comune<br />
desiderio: “rivedere” il luogo dove si è nati!<br />
E ritornando sul luogo delle nostre origini,<br />
riscopriamo con stupore che siamo fratelli:<br />
tutti proveniamo dallo stesso progetto di vita,<br />
vivere secondo la forma del santo Vangelo,<br />
rivelato dall’Altissimo a frate Francesco<br />
e da noi abbracciato nel giorno della nostra<br />
professione religiosa.<br />
Questo «incontro di Famiglia», quindi,<br />
proprio per i legami fraterni, che caratterizzano<br />
i nostri rapporti, vuole coinvolgervi,<br />
Fratelli Cardinali e Vescovi, nella vita dell’Ordine,<br />
che in questo momento vive una<br />
stagione particolare, potremo dire storica:<br />
la nostra Fraternità si sta preparando alla celebrazione<br />
dell’ottavo centenario dell’approvazione<br />
della forma vitae da parte di Innocenzo<br />
III nel 1209. Ciò sta avvenendo attraverso<br />
un programma triennale, conosciuto<br />
come La grazia delle origini, articolato<br />
in tre tappe: discernere la volontà del<br />
Signore (2006), che ha avuto come momento<br />
forte il Capitolo generale straordinario;
CONVENTUS CARDINALIUM ET EPISCOPORUM <strong>OFM</strong> 257<br />
osare di vivere il Vangelo (2007); celebrare<br />
il dono della nostra vocazione (2008-2009).<br />
Si tratta di un momento favorevole, in questa<br />
stagione della vita dell’Ordine, per riscoprire<br />
le nostre origini; ripensare con gratitudine<br />
alle meraviglie che il Signore ha<br />
operato, dagli inizi ai nostri giorni, attraverso<br />
innumerevoli nostri Fratelli e Sorelle;<br />
per dare un volto giovane alla nostra vita di<br />
francescani.<br />
Desideriamo coinvolgervi, Fratelli Cardinali<br />
e Vescovi <strong>OFM</strong>, certamente perché<br />
fate parte della nostra Famiglia e, pertanto,<br />
è normale che vogliate conoscere ciò che<br />
sta accadendo nella nostra vita e nella nostra<br />
missione, ma soprattutto perché, a motivo<br />
del vostro fondamentale servizio al<br />
«Vangelo di Gesù Cristo per la speranza del<br />
mondo», come diretti collaboratori del Papa<br />
o come Pastori della Chiesa di Dio sparsa<br />
in ogni angolo della terra, siete per noi<br />
memoria viva della dimensione ecclesiale<br />
della nostra vocazione e della nostra missione.<br />
E tutto ciò avviene in modo concreto<br />
ed eloquente. Abbiamo iniziato domenica,<br />
17 giugno, con la visita di Papa Benedetto<br />
XVI ad Assisi con il quale abbiamo ricordato<br />
l’VIII centenario della conversione di san<br />
Francesco. Continueremo a farne memoria<br />
davanti al Crocifisso di San Damiano per<br />
far risuonare nei nostri cuori l’invito: «va’,<br />
ripara la mia casa». Insieme entreremo nella<br />
Porziuncola per riascoltare il Vangelo<br />
della missione, dando la nostra adesione<br />
senza riserve: «questo voglio, questo chiedo,<br />
questo bramo fare». Questo itinerario<br />
spirituale, fortemente evocativo, “percorso”<br />
insieme a tutti i Frati del mondo nell’anno<br />
in cui poniamo dinnanzi ai nostri occhi<br />
il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo,<br />
si concluderà a San Giovanni in<br />
Laterano, in Roma, dove il signor Papa confermò<br />
il progetto di vita di Francesco e dei<br />
suoi primi compagni, rivelatogli dal Signore<br />
e da lui scritto «con poche parole e con<br />
semplicità».<br />
Sì, questo «convegno di Famiglia» è un<br />
richiamo forte a scrivere nuove pagine della<br />
nostra storia secolare «sempre sudditi e<br />
soggetti ai piedi della santa Chiesa». Vogliamo<br />
riconfermare davanti a voi e con voi<br />
la fedeltà alle origini della nostra comune<br />
vocazione. Questo ci permetterà, pur nella<br />
diversità dei ministeri che la Chiesa ci ha<br />
chiesto, di rendere tuttora affascinante il<br />
volto del Poverello di Assisi, nostro Padre e<br />
Fratello, offrendo alla Chiesa e al mondo di<br />
oggi un servizio qualificato attraverso il<br />
modo che san Francesco ci ha insegnato di<br />
vivere e di annunciare il Vangelo, e di farsi<br />
“prossimo” dell’uomo contemporaneo.<br />
Il Signore renda liete e fruttuose queste<br />
nostre giornate; la Vergine, «fatta Chiesa»,<br />
ci accompagni col il suo volto materno; san<br />
Francesco ci aiuti a fare del Vangelo la nostra<br />
«regola e vita».<br />
Pace e bene!<br />
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro generale<br />
5. Riflessioni sul carattere ecclesiale del<br />
carisma francescano<br />
QUESTA È LA VOSTRA VOCAZIONE<br />
Un’osservazione preliminare<br />
Mi rivolgo a voi, Eminenze, Eccellenze,<br />
e soprattutto fratelli in Francesco e Chiara,<br />
con il mio saluto di “Pace e Bene”.<br />
La nostra Famiglia vi è riconoscente per<br />
il servizio che prestate nella Chiesa, per<br />
l’incoraggiamento nella fede che offrite, da<br />
cui traggono sostegno uomini e donne di<br />
tutti i continenti e di culture diverse. Voi<br />
servite la Chiesa, l’unica Chiesa di Gesù<br />
Cristo, vivendo il Vangelo allo stesso modo<br />
in cui il Vangelo è divenuto il volto e la vita<br />
di Francesco e Chiara. Il vostro servizio ha<br />
un profilo spirituale e umano inconfondibile,<br />
quello donatovi dall’appartenenza alla<br />
nostra fraternità.<br />
In quest’oggi, in questo mondo e in questa<br />
Chiesa, molti uomini, e non solo i cristiani,<br />
sono segnati specialmente da esperienze<br />
di anonimato, solitudine, frammentazione,<br />
incapacità di costruire rapporti<br />
fecondi e dialogici, emarginazione, potere<br />
dei grandi sui piccoli e dei ricchi sui poveri;<br />
essi cercano un’alternativa in figure quali<br />
il nostro Francesco: vorrebbero tanto essere<br />
“visti”, riconosciuti, ascoltati con amo-
258<br />
re e rispetto; vorrebbero essere soggetti della<br />
propria storia personale e non oggetti<br />
strumentalizzati da forze anonime, siano esse<br />
politiche, economiche o perfino di natura<br />
religiosa. Cercano forme di incontro e<br />
spazi di vita in cui essi possano respirare liberamente<br />
e fare esperienza che la propria<br />
storia, nonostante tutte le oscurità, è un dono<br />
ricevuto dalla mano di Dio e non un fardello.<br />
Sognano una Chiesa di libertà evangelica<br />
e di relazioni fraterne e cordiali; una<br />
Chiesa che non riproduca semplicemente,<br />
anche se fosse solo incoscientemente, le<br />
esperienze di oppressione, anonimato, povertà<br />
ed esclusione che molti uomini sono<br />
costretti a subire; una Chiesa in cui, al di là<br />
dei limiti di natura sociale, di razza, di religione,<br />
di cultura, venga rispettata la dignità<br />
inalienabile di ogni persona.<br />
La Chiesa del Terzo Millennio si trova di<br />
fronte a grandi sfide. Il suo linguaggio raggiunge<br />
il cuore dell’uomo? Parla in modo<br />
inequivocabile del Dio della vita e della pace<br />
proprio oggi, nel contesto odierno di innumerevoli<br />
minacce per la vita, le minacce del<br />
Potere della morte? Davvero la Chiesa dona<br />
agli uomini in ricerca l’esperienza di un Dio<br />
amorevole e buono e giusto? Veramente la<br />
nostra Chiesa è il luogo dove si fa esperienza<br />
di Gesù Cristo Dio e si ridona agli altri questa<br />
medesima esperienza? Tutti gli uomini e<br />
le donne che appartengono alla Famiglia spirituale<br />
di Francesco – e sicuramente non solo<br />
i Vescovi – ascoltano queste sue parole<br />
non solo nella celletta della propria coscienza,<br />
ma anche nel contesto attuale della Chiesa<br />
universale e della società globale: «Questa<br />
è la vostra vocazione: curare le ferite, fasciare<br />
le fratture, richiamare gli smarriti»<br />
(3Comp 58). Sono convinto che questa definizione<br />
data da Francesco, totalmente in linea<br />
con il discorso di Gesù nella sinagoga di<br />
Nazaret (cf. Lc 4) possa essere per tutti noi la<br />
chiave di comprensione della vocazione<br />
francescana di uomini e donne, qualunque<br />
sia la responsabilità e il servizio ecclesiale<br />
loro affidato, in quest’oggi, all’interno della<br />
Chiesa o della società civile o nel contesto<br />
più ampio del mondo.<br />
In quale modo, dunque, gli uomini e le<br />
donne francescani danno forma e volto alla<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
vocazione ricevuta? Questa domanda si rivolge<br />
anche a voi, fratelli della nostra Famiglia<br />
che allo stesso tempo siete Pastori<br />
del popolo di Dio e siete, a motivo della vostra<br />
vocazione di Pastori, chiamati in modo<br />
speciale a dire a noi, “semplici” fratelli e sorelle<br />
di san Francesco, come il carisma francescano<br />
dovrebbe essere reso vivo nella<br />
Chiesa oggi.<br />
Il carattere ecclesiale del nostro carisma<br />
In questo giorno, proprio qui ad Assisi,<br />
desideriamo parlare e riflettere sulla ecclesialità<br />
del nostro carisma e della nostra fraternità,<br />
e condividere le nostre diverse esperienze.<br />
Secondo la mia modesta opinione,<br />
possiamo parlare di ecclesialità con un duplice<br />
significato.<br />
Da un lato, esiste l’ecclesialità di Francesco<br />
espressa nella sua volontà e dalla sua<br />
vocazione ad essere parte viva e visibile<br />
della Chiesa romana nella fedeltà e nell’obbedienza.<br />
Sappiamo che nei secoli XII e<br />
XIII non pochi movimenti evangelici, davanti<br />
ai problemi e agli scandali esistenti in<br />
seno alla Chiesa, hanno preferito prendere<br />
posizione contro e fuori di essa. Sembrava<br />
loro che la Chiesa fosse infedele al Vangelo<br />
che volevano vivere. Francesco invece, pur<br />
cosciente di molte debolezze, volle restare<br />
in piena comunione con la Chiesa che, per<br />
lui, non cessava di essere il luogo privilegiato<br />
ove risuona l’autentica Parola di Dio<br />
e ove Gesù si manifesta nei sacramenti. In<br />
una parola, l’aspetto ecclesiale del progetto<br />
di vita di Francesco consiste nei seguenti<br />
elementi: l’amore per il Vangelo e per l’Eucaristia,<br />
il rispetto per i sacerdoti e i prelati<br />
(incluso l’appello ad essi rivolto di essere<br />
santi!), l’attenzione per il sacramento della<br />
penitenza, lo zelo per la «fede così come la<br />
conserva e la insegna la santa Chiesa romana»<br />
(LegM 4,3; cf Rb 2,1) e la venerazione<br />
per la croce del Signore nostro Gesù Cristo.<br />
Francesco ha voluto affidare il suo Ordine<br />
alla Chiesa e da essa ricevere amore, attenzione<br />
e protezione. Di questo rapporto di<br />
Francesco con la Chiesa visibile e istituzionale<br />
non viene descritto solo l’aspetto giuridico,<br />
bensì viene tratteggiata una relazione<br />
affettiva profonda e un affidamento illimi
CONVENTUS CARDINALIUM ET EPISCOPORUM <strong>OFM</strong> 259<br />
tato che trova particolare espressione in due<br />
testi.<br />
Nella Vita seconda del Celano si narra<br />
che Francesco in sogno abbia visto se stesso<br />
come una gallina piccola e nera, che doveva<br />
custodire e proteggere molti pulcini;<br />
ma la gallina non poteva offrire a tutti un riparo<br />
sufficiente sotto le proprie ali. Da questo<br />
sogno Francesco trasse una conseguenza<br />
molto ecclesiale: Voglio mettere me stesso<br />
e i miei fratelli sotto la protezione della<br />
Chiesa Romana. «Andrò dunque e li raccomanderò<br />
alla santa Chiesa Romana. In tale<br />
modo i malevoli saranno colpiti della verga<br />
della sua potenza e i figli di Dio, ovunque,<br />
godranno di piena libertà, a maggior beneficio<br />
della salvezza eterna» (2Cel 24).<br />
Un’ulteriore chiara espressione di come<br />
Francesco volesse essere con la sua fraternità<br />
parte della Chiesa istituzionale si trova<br />
nella Regola bollata: «Ingiungo per obbedienza<br />
ai ministri che chiedano al signor Papa<br />
uno dei cardinali della santa Chiesa romana,<br />
il quale sia governatore, protettore e<br />
correttore di questa fraternità, affinché sempre<br />
sudditi soggetti ai piedi della medesima<br />
santa Chiesa, stabili nella fede cattolica, osserviamo<br />
la povertà, l’umiltà e il santo Vangelo<br />
del Signore nostro Gesù Cristo, che abbiamo<br />
fermamente promesso» (Rb 12,3-4).<br />
Esiste però anche un’altra possibilità di<br />
riflessione sul carattere ecclesiale della vocazione<br />
francescana. Infatti, se Francesco<br />
volle affidare se stesso e la sua fraternità,<br />
senza limitazioni o riserva alcuna, alla<br />
Chiesa, ai Papi, ai Vescovi, ai sacerdoti,<br />
questo significa che la nascita e la crescita<br />
della fraternità stessa non fu un atto gerarchico<br />
bensì un avvenimento carismatico.<br />
Nel suo Testamento Francesco parla di<br />
un’ispirazione e di una chiamata personali:<br />
«Il Signore stesso mi condusse... il Signore<br />
mi dette dei fratelli» (Test 2,14). La nascita<br />
della prima fraternità può essere qualificata<br />
“ecclesiogenesi”, come è del resto di ogni<br />
odierno vero inizio carismatico, ad esempio<br />
la fraternità di Taizé o altri movimenti spirituali<br />
moderni. Si tratta dell’opera profetica<br />
dello Spirito che in modo sempre nuovo<br />
unisce gli uomini nell’ascolto della Parola,<br />
nella frazione del Pane e in un progetto di<br />
vita comune e solidale. Ci sono sempre stati<br />
e ci sono ancora oggi uomini e donne che<br />
fanno esperienza di Dio in un modo del tutto<br />
nuovo, che danno nuova forma al Vangelo<br />
e alla sequela di Gesù, che fanno sempre<br />
nuova la Chiesa incarnandola nella storia,<br />
non da ultimo mediante una testimonianza<br />
di vita personale e comunitaria.<br />
Entrambi gli aspetti dell’ecclesialità<br />
francescana, quello istituzionale e quello<br />
carismatico che qui ho inteso presentare separatamente,<br />
fanno parte del nostro progetto<br />
di vita in una maniera dinamica che a<br />
tutt’oggi non è senza tensione.<br />
Ci troviamo qui al cuore dell’essere fratelli<br />
e sorelle di Francesco nella Chiesa Cattolica,<br />
e ciò, io credo, indipendentemente<br />
del “posto di servizio” che occupiamo: osservare<br />
la povertà, l’umiltà e il santo Vangelo.<br />
A differenza di altri fondatori e movimenti,<br />
Francesco è convinto che per vivere<br />
il santo Vangelo, per restare il più vicino<br />
possibile alla forma di vita di Cristo povero<br />
e umile, è proprio necessario essere “cattolici”.<br />
La Chiesa pone a nostro servizio la parola<br />
di vita, il corpo e il sangue di Cristo, la<br />
Chiesa è il luogo d’incontro con lo Spirito,<br />
il luogo in cui si fa esperienza dell’amore<br />
trinitario. In essa si vive la lode e la contemplazione.<br />
Essa è allo stesso tempo assemblea<br />
e missione, memoria e profezia.<br />
Francesco promette obbedienza alla Chiesa<br />
perché in questo consegnare e affidare se<br />
stesso riconosce il cammino per unirsi a<br />
Cristo. Contemporaneamente, senza emettere<br />
giudizi né promuovere o alimentare<br />
contese, col suo stile evangelico e con la<br />
immediatezza della sua vocazione (espressa<br />
sia nel “sine glossa” sia nel “Dio stesso mi<br />
condusse”), Francesco vive una ecclesialità<br />
“diversa” da quella feudale coinvolta nelle<br />
crociate. Mentre riafferma senza ambiguità<br />
il suo stretto legame con la Chiesa cattolica<br />
romana, è cosciente di quello che all’interno<br />
della stessa Chiesa si oppone al Vangelo.<br />
Francesco, così devoto al Papato e ai Vescovi<br />
e sacerdoti, non accetta acriticamente<br />
le decisioni e la politica della Chiesa feudale<br />
del suo tempo. Col suo stile coerente e<br />
pacifico, egli è capace di porre le autorità<br />
della Chiesa a confronto con i valori del
260<br />
Vangelo: lo dimostrano i vari riferimenti alle<br />
prediche tenute davanti al Papa e ai Cardinali<br />
(cf 1Cel 73; 2Cel 25; LegM 12,7).<br />
L’obbedienza di Francesco è un chiaro<br />
rinvio all’obbedienza di Cristo, il quale, obbediente<br />
al Padre, si fece povero e umile<br />
nella sua incarnazione e passione (cf 1Cel<br />
84). Sappiamo inoltre come Francesco contempli,<br />
ammiri e adori l’umiltà di Dio nell’atto<br />
centrale e fondante della Chiesa:<br />
l’Eucaristia (cf Am 1,16ss). Ai suoi frati dice:<br />
«Il Signore dell’universo, Dio e Figlio<br />
di Dio, si umili a tal punto da nascondersi,<br />
per la nostra salvezza, sotto poca apparenza<br />
di pane. Guardate, fratelli, l’umiltà di Dio…<br />
umiliatevi anche voi, perché siate da lui<br />
esaltati. Nulla, dunque, di voi trattenete per<br />
voi, affinché tutti e per intero vi accolga Colui<br />
che tutto a voi si offre» (LOrd 2,21-29).<br />
La Chiesa – dono dello Spirito come “edificio<br />
in costruzione” (H. de Lubac)<br />
Per la Famiglia francescano-clariana di<br />
tutti i tempi, la Chiesa non è quindi in primo<br />
luogo un “edificio” e neppure una struttura<br />
gerarchica, bensì è uno spazio vitale di<br />
relazioni, di comunione e di amore che ha la<br />
sua origine nell’amore “diffusivo” del Dio<br />
Uno e Trino che, per il soffio creativo dello<br />
Spirito, s’incarna continuamente nella storia.<br />
Secondo una sana teologia e spiritualità<br />
d’ispirazione francescana, il dono dello<br />
Spirito nasce da un mistero di relazione: relazione<br />
tra le Persone divine e tra Dio e<br />
l’uomo. Nella Chiesa non possiamo riconoscerci<br />
che come persone in relazione: con<br />
Dio, con tutto il creato. Questa Chiesa è<br />
sempre santa e peccatrice, con i suoi doni<br />
perenni e le sue contraddizioni contingenti.<br />
Essa si trova sulla scia della vocazione di<br />
Gesù così come è definita in Lc 4: «Lo Spirito<br />
del Signore è sopra di me. Per questo mi<br />
ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato<br />
per annunziare ai poveri un lieto messaggio,<br />
per proclamare ai prigionieri la liberazione<br />
e ai ciechi la vista, per rimettere in libertà<br />
gli oppressi e predicare un anno di<br />
grazia del Signore». Recentemente ho letto<br />
queste parole: “Non è che la Chiesa cristiana<br />
si cerchi una missione. È vero il contrario.<br />
La missione del nostro Dio si cerca, si<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
costruisce uno strumento, una Chiesa”. Ciò<br />
significa che la Chiesa è essenzialmente<br />
missione, cioè epifania della santa carità<br />
che è in Dio. Credo dunque che non si dovrebbe<br />
dire che la Chiesa di Cristo abbia un<br />
aspetto e un mandato missionario tra tante<br />
altre caratteristiche e tanti altri mandati. La<br />
sfida è assai radicale: o la Chiesa è missione<br />
o non è la Chiesa di Gesù Cristo.<br />
È evidente che in tale prospettiva è possibile<br />
e necessario recuperare la missionarietà<br />
del carisma francescano. Negli ultimi anni<br />
abbiamo coniato la felice espressione: vogliamo<br />
essere una “fraternità in missione”.<br />
Ciò significa prima di tutto, secondo<br />
me, che al pari di Francesco e Chiara noi<br />
dobbiamo rendere visibile nel mondo e<br />
nell’intera creazione l’amore di Dio che<br />
guarisce e libera. Significa anche, però,<br />
che noi, quali membra della Chiesa, dobbiamo<br />
dare il nostro contributo affinché la<br />
Chiesa tutta rimanga fedele alla “missio<br />
Dei” come Gesù l’ha vissuta e l’ha lasciata<br />
quale mandato visibile nell’Eucaristia.<br />
La Chiesa e tutte le sue “munera” non sono<br />
un fine a se stesse.<br />
Essa è invece sacramento universale di<br />
salvezza per tutti, affinché per suo mezzo<br />
si realizzi il desiderio divino che è la radice<br />
più profonda dell’invio del Figlio: che<br />
tutti gli uomini siano salvi e giungano alla<br />
conoscenza della verità, come pure all’esperienza<br />
della vera libertà nella giustizia.<br />
La vocazione ecclesiale di tutti i francescani,<br />
quindi anche dei “nostri” Vescovi, è<br />
quella di mantenere viva nella Chiesa la<br />
vocazione profetica, di mantenere sempre<br />
aperti i cuori e le porte per il soffio dello<br />
Spirito, di mantenere vivo in tutti “una inguaribile<br />
inquietudine”, secondo l’espressione<br />
di de Lubac, per le cose che debbono<br />
ancora venire.<br />
«Francesco, va’ e ripara la mia casa»:<br />
questo significa più che altro il lasciarsi plasmare<br />
dall’azione dello Spirito che soffia<br />
come e quando vuole; il ridonare l’esperienza<br />
dello Spirito a una Chiesa che diversamente<br />
diventa semplice pietra morta, oppure<br />
struttura monilitica senza vita; il<br />
conformarsi all’immagine di Cristo che sulla<br />
croce, «riporta l’umanità sulla via di un
CONVENTUS CARDINALIUM ET EPISCOPORUM <strong>OFM</strong> 261<br />
Dio che non è realmente Dio se non essendo<br />
la comunicazione stessa», come ha detto<br />
Gustave Martelet.<br />
Parecchi anni fa ho scoperto un breve testo<br />
pronunciato nella Plenaria del Consiglio<br />
Mondiale delle Chiese celebrata a Uppsala<br />
nel 1968. Il testo è del vescovo ortodosso<br />
Ignatios di Lattaquié e secondo me si trova<br />
in piena sintonia con una ecclesiologia francescana<br />
:<br />
«Senza lo Spirito Santo Dio è lontano,<br />
Cristo resta nel passato, il Vangelo è lettera<br />
morta,<br />
la Chiesa è una semplice organizzazione,<br />
l’autorità sarebbe dominazione,<br />
la missione una propaganda, il culto<br />
un’evocazione e l’agire cristiano una<br />
morale da schiavi.<br />
Ma con la presenza dello Spirito il cosmo<br />
è sollevato e geme nel parto del<br />
Regno,<br />
Cristo risorto è presente, il vangelo è potenza<br />
di vita,<br />
la Chiesa significa la comunione trinitaria,<br />
l’autorità è un servizio di liberazione, la<br />
missione è una Pentecoste,<br />
la liturgia è memoria e anticipazione,<br />
l’agire umano è deificato».<br />
Dimensione ecclesiale e libertà evangelica<br />
Benché in ogni momento conservasse<br />
saldamente la fede nella Chiesa, Francesco<br />
ha saputo mantenersi anche sempre libero<br />
per cercare e per consolidare la forma di vita<br />
evangelica che «lo stesso Altissimo gli rivelò<br />
che dovevo vivere» (Test 14). In questa<br />
certezza fondamentale Francesco è un<br />
uomo sorprendentemente libero, proprio<br />
nella sua volontà di essere parte della Chiesa<br />
istituzionale. Solo in questa prospettiva<br />
si comprende il suo coraggio nell’assumere<br />
una forma di vita così fuori dalle norme istituzionali<br />
vigenti da provocare un certo spavento<br />
nelle autorità ecclesiastiche del tempo,<br />
che cercarono anche di persuaderlo ad<br />
assumere «vie più piane» (1Cel 33). Gli<br />
suggerirono di passare ad una forma di vita<br />
“collaudata”, ma egli rifiutò tali consigli.<br />
Scelse la “sua” forma di vita, però chiese<br />
per tale scelta l’approvazione della Chiesa.<br />
Francesco quindi non ha riprodotto semplicemente<br />
ciò che la Chiesa viveva e proponeva<br />
nella sua epoca. Re-introdusse nella<br />
Chiesa elementi di vita evangelica. Alla ricchezza<br />
e alla stabilità istituzionale egli preferì<br />
la povertà, l’itineranza, l’insicurezza. In<br />
un’epoca in cui la Chiesa dominava parte<br />
del mondo ed esercitava un potere temporale<br />
forte e spesso coercitivo, Francesco desiderò<br />
di avere solo il privilegio della minorità,<br />
parlando di potere solo per dire che i<br />
suoi fratelli non avrebbero mai dovuto esercitarlo<br />
(cf Rnb 5,9ss).<br />
La Chiesa di quel tempo si caratterizzava<br />
per una forte istituzionalità di tipo<br />
patriarcale. Francesco invece basò la<br />
struttura e quindi anche il tipo “ecclesiale”<br />
del suo Ordine sulla dimensione fraterna.<br />
Nel parlare dell’autorità di Francesco,<br />
le Fonti spesso usano un linguaggio<br />
che allude ad uno stile “materno” nella<br />
sua relazione con i fratelli (cf. 2Cel 33).<br />
Per di più, Francesco accompagnò l’inizio<br />
della lunga ricerca di Chiara quando essa,<br />
pure con grande libertà interiore, rispetto<br />
e tenacia, dovette lottare per anni contro il<br />
parere e contro i consigli espliciti di Papi<br />
e Cardinali, per ottenere e per conservare<br />
il prezioso “Privilegio della Povertà”.<br />
Chiara ha dovuto egualmente impegnarsi<br />
contro le voci ufficiali, per avere la sua<br />
propria Regola, ciò che le fu concesso dopo<br />
molta fatica e lotta “rispettosa”.<br />
Un esempio bello e pieno di umorismo,<br />
di obbedienza e di parresia evangelica si<br />
trova nella Vita seconda del Celano. Il vescovo<br />
di Imola non vuole concedere a Francesco<br />
il permesso di predicare che egli richiede.<br />
Il Vescovo dice: «”Basto io a predicare<br />
al mio popolo”. Frate Francesco se ne<br />
va, ma ritorna subitamente a palazzo. Richiesto<br />
di che cosa domandasse ancora risponde:<br />
“Signore, se un padre scaccia il figlio<br />
da una porta, deve necessariamente entrare<br />
da un’altra”». Significativa la<br />
conclusione: «Vinto dalla sua umiltà, il vescovo<br />
con volto lieto lo abbracciò, esclamando:<br />
“D’ora in poi tu e i tuoi frati predicate<br />
pure nella mia diocesi, con mio generale<br />
permesso, perché la tua santa umiltà lo<br />
ha meritato”» (2Cel 147).
262<br />
L’obbedienza francescana non è mai cieca.<br />
Infatti nella tradizione francescana fino<br />
ai nostri tempi è presente uno sguardo critico<br />
sulle forme effettive di realizzazione della<br />
Chiesa concreta. Il senso critico francescano<br />
deve perciò coniugarsi sempre con la<br />
fedeltà, la pazienza e la volontà di convincere<br />
più attraverso l’esempio di vita piuttosto<br />
che con la pura retorica.<br />
Un paradosso fecondo<br />
Il fatto che voi, fratelli della nostra Famiglia<br />
e quindi fratelli dei poveri, e contemporaneamente<br />
Pastori della Chiesa, siete<br />
insigniti di una speciale “potestas sacra”<br />
e dello stato gerarchico può sembrare a<br />
qualcuno un paradosso che non può essere<br />
vissuto senza una dicotomia interiore o addirittura<br />
una certa schizofrenia. Io non lo<br />
vedo così. Gli incontri con i fratelli nell’episcopato<br />
sono stati per me quasi sempre<br />
una lezione di umiltà e di minorità evangelica,<br />
più che con qualche guardiano o vicario.<br />
Tuttavia credo che la chiamata al servizio<br />
di Pastore nella Chiesa per un francescano<br />
debba essere un paradosso speciale e<br />
tale rimanere, così come deve rimanere un<br />
paradosso l’evidente e chiaro insegnamento<br />
di Gesù per tutta la Chiesa, per tutti coloro<br />
che vi esplicano un ruolo di autorità, dal Papa<br />
fino alla Madre abbadesse. «Non fatevi<br />
chiamare maestri, perché uno solo è il vostro<br />
maestro, che è nei cieli, Cristo. Voi poi<br />
siete tutti fratelli e sorelle» (cf. Rnb 22, 35).<br />
Sicuramente per tutti noi – Vescovi o semplici<br />
“fratelli e sorelle di Francesco”, sacerdoti<br />
o laici, uomini o donne – questa è<br />
un’affermazione centrale di natura ispirazionale<br />
sulla ecclesialità francescana. Francesco<br />
e Chiara hanno vissuto un nuovo modo<br />
di intendere il “governo”, e cioè in una<br />
paradossale definizione del rapporto tra superiori<br />
e sudditi, in qualche modo quasi<br />
asimmetrico se paragonato a modelli ecclesiastici<br />
tradizionali. In ogni caso, vi è una<br />
corresponsabilità specifica di ciascuno verso<br />
tutti e quindi una relativizzazione delle<br />
gerarchie secondo il Vangelo, poiché – come<br />
detto sopra – l’esempio di Gesù è l’unico<br />
valido punto di riferimento.. Non si dovrebbe<br />
dimenticare che, a quanto pare,<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
Francesco non avrebbe affatto desiderato<br />
per i fratelli la chiamata a ricoprire incarichi<br />
di governo all’interno della Chiesa. Si narra<br />
nella Vita seconda del Celano come il<br />
card. Ugolino avesse posto una domanda a<br />
san Francesco e a san Domenico, e cioè perché<br />
mai i loro fratelli non dovessero essere<br />
chiamati ad occupare posti di responsabilità<br />
e di preminenza nella Chiesa. Ugolino argomentava<br />
assai abilmente poiché, al pari<br />
di san Francesco, si rifaceva per molti<br />
aspetti al modello ideale della Chiesa primitiva<br />
e alla purezza fontale del Vangelo.<br />
Così domandò: «Nella Chiesa primitiva i<br />
pastori erano poveri e persone di carità, senza<br />
cupidigia. Perché tra i vostri frati quelli<br />
che emergono per dottrina e buon esempio<br />
non li facciamo vescovi e prelati?». La risposta<br />
di Francesco, e quella precedente di<br />
Domenico, è chiarissima: «I miei frati proprio<br />
per questo sono stati chiamati Minori,<br />
perché non presumano di diventare maggiori.<br />
Il nome stesso insegna loro a rimanere<br />
in basso ed a seguire le orme dell’umiltà<br />
di Cristo, per essere alla fine innalzati più<br />
degli altri al cospetto dei Santi. Se volete<br />
che portino frutto nella Chiesa di Dio, manteneteli<br />
e conservateli nello stato della loro<br />
vocazione, e riportateli in basso anche contro<br />
loro volontà. Per questo, Padre, ti prego:<br />
affinché non siano tanto più superbi quanto<br />
più poveri e non si mostrino arroganti verso<br />
gli altri, non permettete in nessun modo che<br />
ottengano cariche» (2Cel 148). In ogni caso,<br />
Francesco ha visto nell’ufficio del Vescovo<br />
la tentazione del potere e della ricchezza<br />
e quindi un reale pericolo per la “minoritas”.<br />
Di ciò si parla in modo originalissimo<br />
nel dettato Della vera e perfetta letizia<br />
(Plet). In esso vengono messe sulle<br />
labbra di Francesco queste parole: un eventuale<br />
ingresso di tutti gli arcivescovi e vescovi<br />
e prelati della Santa Chiesa Romana<br />
dei Paesi transalpini non sarebbe per la giovane<br />
fraternità alcun motivo di perfetta e<br />
vera gioia, tanto meno un’eventuale crescita<br />
nel numero di professori dotti delle università<br />
di Parigi e Oxford o addirittura di<br />
membri dei Casati regnanti. Francesco vorrebbe<br />
vedere la sua comunità fondata sulla<br />
radicalità del Vangelo e sulla sapienza pao-
CONVENTUS CARDINALIUM ET EPISCOPORUM <strong>OFM</strong> 263<br />
lina della croce, e da esse custodita. La sapienza<br />
del Vangelo e della croce deve riempire<br />
tutto il mondo e ogni relazione tra gli<br />
uomini («Riempire tutto il mondo con il<br />
Vangelo di Cristo», 2Cel 97). Questa è in<br />
ogni tempo la vocazione di tutte le donne e<br />
di tutti gli uomini francescani, e anche dei<br />
Vescovi della nostra Famiglia.<br />
La storia della fraternità ebbe la sua propria<br />
dinamica e logica, in seguito alla quale<br />
molti fratelli divennero Vescovi e perfino<br />
Papi. Francesco non poté più commentare<br />
questi eventi poiché non li visse; ma io credo<br />
che per lui sarà un motivo di gioia celestiale<br />
vedere fratelli che adempiono anche<br />
l’ufficio di Vescovi e Pastori con la sapienza<br />
del Vangelo, con l’amore verso i poveri e<br />
con un profondo legame di solidarietà con<br />
tutte le creature e l’intero creato.<br />
Questo mi porta a riflettere ulteriormente<br />
sul ruolo della spiritualità francescana all’interno<br />
di una responsabilità di governo<br />
ecclesiale, e precisamente sul ruolo di un<br />
Vescovo nella comunità ecclesiale.<br />
Un servizio alla comunione<br />
Francesco intende il servizio del governo<br />
nella comunità ecclesiale e nella fraternità<br />
dei Minori come servizio all’unità nella<br />
comunione. La lettera «a Frate Antonio,<br />
mio Vescovo» e la lettera «a un Ministro»<br />
costituiscono un esempio di quali “qualità”<br />
egli vorrebbe vedere nei fratelli che hanno<br />
in mano le redini del governo e quali servizi<br />
essi devono espletare affinché la Chiesa e<br />
la fraternità crescano spiritualmente.<br />
Innanzitutto voglio fare un’osservazione<br />
alla lettera ad Antonio: perché mai lo chiama<br />
in verità “vescovo”? Si può azzardare<br />
l’ipotesi che Francesco attribuisca o voglia<br />
attribuire a un Vescovo, francescano o no, la<br />
funzione che egli formula nella lettera ad<br />
Antonio in questi termini: «A frate Antonio,<br />
mio vescovo, frate Francesco augura salute.<br />
Ho piacere che tu insegni la sacra teologia<br />
ai frati, purché in tale occupazione, tu non<br />
estingua lo spirito della santa orazione e devozione,<br />
come è scritto nella Regola» (LAnt<br />
1-2). Usando il linguaggio moderno, si può<br />
dire: Francesco attende dal suo “vescovo”<br />
un insegnamento di fede chiaro e intelligi-<br />
bile, un’animazione spirituale efficace e<br />
competente.<br />
La lettera è breve, troppo breve per andare<br />
oltre nell’interpretazione. Si può tuttavia<br />
analizzare lo “stile” di Antonio stesso,<br />
soprattutto alla luce delle sue numerose prediche,<br />
e dedurne indirettamente ciò che<br />
avrebbe potuto piacere a Francesco. Seguendo<br />
alcune osservazioni di Raul Manselli,<br />
lo stile “antoniano”, col suo costante<br />
riferirsi alla Bibbia, faceva leva sulla chiarezza<br />
e concretezza di concetti. Antonio<br />
amava, così dice, «l’essenzialità di espressioni<br />
rifuggenti da inutili ridondanze». Inoltre<br />
sentiva «la preoccupazione di riuscire<br />
persuasivo e pratico». Antonio voleva sempre<br />
«coinvolgere interamente la persona», e<br />
oltre al ragionamento anche il sentimento e<br />
l’immaginazione. Il suo stile consiste nella<br />
«traduzione dei dettami nel vissuto quotidiano».<br />
Per Francesco, dunque, tali qualità<br />
erano importanti in un “vescovo”.<br />
Come ho detto precedentemente, Francesco<br />
nutriva il più grande rispetto per il carattere<br />
gerarchico sacramentale della Chiesa<br />
e dell’episcopato. Egli però inseriva nella<br />
struttura la comprensione dedotta<br />
dall’esempio di vita e di dedizione di Gesù:<br />
Francesco parla volentieri del Vescovo come<br />
“padre e signore delle anime”. La Leggenda<br />
perugina fa dire a Francesco che egli<br />
ha trovato la sua vocazione attraverso la<br />
mediazione del Vescovo di Assisi: «Il Signore<br />
pose la sua parola sulle labbra del vescovo<br />
di Assisi, affinché mi consigliasse<br />
saggiamente nel servizio del Cristo». In seguito<br />
a tale esperienza, egli continua a dire<br />
di voler tenere in gran conto non solo i Vescovi,<br />
ma anche i semplici sacerdoti considerandoli<br />
suoi signori (cf CAss/Legper 58).<br />
Il Vescovo è dunque per Francesco un garante<br />
che custodisce la fecondità spirituale<br />
della comunità ecclesiale entro la quale<br />
l’individuo, nell’impetuoso fiume di vita<br />
dello Spirito Santo, trova il suo posto inconfondibile.<br />
Il Vescovo è perciò garante<br />
dell’unità nella molteplicità e diversità, ma<br />
anche garante della libertà evangelica, con<br />
la quale la singola persona può riconoscere<br />
e realizzare la sua personale vocazione. Il<br />
carisma francescano dona alla Chiesa il mo-
264 AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
dello di un’autorità spirituale forte che, come<br />
mostra l’esempio di Francesco e di<br />
Chiara, ha un’impronta tanto maschile<br />
quanto femminile. Questa autorità però non<br />
è primariamente nella linea verticale di dominio<br />
patriarcale o matriarcale; conduce<br />
piuttosto ad una molteplicità di relazioni interpersonali,<br />
a una forma di vita familiare e<br />
a un’esperienza di Chiesa. Nel servizio alla<br />
comunione si compenetrano i tratti espressivi<br />
dell’autorità paterna con accenni al modo<br />
materno del prendersi cura dell’altro.<br />
Nella “lettera a tutti fedeli”, Francesco afferma<br />
che tutti i fedeli sono figli e figlie del<br />
Padre celeste di cui realizzano le opere. Sono<br />
anche sposi quando l’anima si unisce a<br />
Gesù. Sono fratelli di Gesù quando fanno la<br />
volontà del Padre. Sono madri di Gesù<br />
quando portano Cristo nel cuore e nel corpo.<br />
In questo modo si crea una doppia relazione:<br />
in primo luogo quella familiare e fraterna<br />
dei fedeli con la Trinità come figli,<br />
sposi, fratelli e madri; in secondo luogo<br />
quella ugualmente familiare e fraterna con<br />
e tra gli stessi fedeli, perché come tali sono<br />
tutti figli e figlie dello stesso Padre e fratelli<br />
e sorelle in Gesù. Vivendo così la vocazione<br />
sotto l’impulso dello Spirito si crea<br />
un’intima familiarità nei rapporti. Si crea, si<br />
direbbe, una Chiesa fraterna (cf Spec 85).<br />
Nella Regola non bollata Francesco propone<br />
un modello di vita familiare sotto l’aspetto<br />
della maternità, sottolineando in questo<br />
modo la necessità di rapporti di fiducia e<br />
di grande sensibilità reciproca: «Con fiducia<br />
l’uno manifesti all’altro la propria necessità,<br />
perché l’altro gli trovi le cose necessarie<br />
e gliele dia. E ciascuno ami e nutra<br />
il suo fratello, come la madre ama e nutre il<br />
proprio figlio» (Rnb 9,10-11). L’essere fratello<br />
s’esprime per Francesco nell’amore<br />
materno, un amore che fa nascere e crescere<br />
la vita e la nutre. Ogni fratello quindi è<br />
chiamato a far nascere negli altri la vita dello<br />
Spirito. Ogni fratello realizza questa vocazione<br />
materna attraverso il suo inserimento<br />
nella Chiesa e nella fraternità, dando<br />
perfino la propria vita per gli altri. Così fece<br />
anche Gesù nel lavare i piedi dei discepoli,<br />
nel dono dell’Eucaristia, nel donare la<br />
propria vita per gli altri. La Chiesa nasce e<br />
cresce continuamente laddove si celebra<br />
questo mistero della vita e della fede.<br />
Il richiamo all’essenziale<br />
Nel brano biblico di Mc 7, 1-13 (Feria II<br />
della V settimana per annum) si racconta della<br />
disputa tra Gesù ed alcuni “farisei e scribi”<br />
Questi ultimi vogliono sapere perché i discepoli<br />
non si attengono più a certe “tradizioni”,<br />
per esempio certe abluzioni rituali, lavature<br />
di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame, ecc.<br />
Gesù stesso risponde facendo una netta distinzione<br />
fra “precetti di uomini”, il cui scopo<br />
è la conservazione di certe tradizioni, e<br />
“comandamento di Dio”. Alla fine rimprovera<br />
i suoi interlocutori dicendo: «Voi annullate<br />
la parola di Dio con le tradizioni che voi<br />
stessi avente inventate e tramandate!». Nel<br />
preparare la riflessione che oggi vi sto proponendo<br />
questo testo mi è apparso come una<br />
interpretazione biblica del “sine glossa”. Mi<br />
pare che con tale espressione Francesco non<br />
esprima tanto un rifiuto, ma piuttosto mostri<br />
un atteggiamento vitale molto positivo: nella<br />
ricerca di Dio e dei segni dello Spirito, bisogna<br />
esser liberi. Non basta “bramare sapere<br />
le sole parole”. È necessario seguire quanto<br />
dice l’Apostolo Paolo in 2 Cor 2,6 («La<br />
lettera uccide, lo Spirito dà vita»). Altrimenti<br />
saremo «uccisi a causa della lettera» (Am<br />
7,1.3). Sappiamo con quanto zelo e ardore<br />
Francesco fu spinto verso ciò che gli sembrava<br />
essere l’essenziale: voleva il Vangelo<br />
“sine glossa”. Cercava e trovava il Cristo povero<br />
e sofferente nel lebbroso. La presenza di<br />
un sacerdote, anche quello peccatore, gli ricordava<br />
la presenza di Cristo. Nella bellezza<br />
e varietà del creato egli sperimentava la presenza<br />
dell’«Altissimo, Onnipotente e Buon<br />
Signore».<br />
In sintonia con questa stessa chiave di<br />
lettura e di interpretazione delle realtà e delle<br />
persone ecclesiali – usata da Francesco<br />
nel suo tempo – mi sia permesso di porre<br />
oggi una domanda non troppo speculativa:<br />
quali caratteristiche essenziale cercherebbe<br />
Francesco in un vescovo Francescano oggi?<br />
Io penso che egli lo abbia già detto quando<br />
nella Regola non bollata, citando le parole<br />
di 1 Pt 2,25, parla della necessità di ricorrere<br />
con fiducia sempre a Cristo il Buon Pa-
CONVENTUS CARDINALIUM ET EPISCOPORUM <strong>OFM</strong><br />
store, il quale è per sempre anche «vescovo<br />
delle anime nostre» (Rnb 22,32). Nella<br />
Chiesa di Cristo l’autorità è chiamata a “custodire”,<br />
a “dare spirito e vita”, a “conferma<br />
i fratelli”, a vegliare sull’autenticità della<br />
«comunione vitale reciproca» (Regola dell’OFS),<br />
ad aiutare nel discernimento secondo<br />
lo Spirito. Nel mondo frammentato di<br />
oggi, in una Chiesa che soffre anch’essa le<br />
ferite della solitudine, della mancanza di relazioni,<br />
di incomunicabilità e di assenza di<br />
dialogo autentico, il Vescovo è per natura e<br />
vocazione un “comunicatore”, un “pontifex”,<br />
un “moderatore” e “ispiratore”, uno<br />
che guarda oltre le frontiere. Contrariamente<br />
alle esigenze del mondo mediatico, tuttavia,<br />
per colui chi è pastore, guida, custode e<br />
ministro in una comunità di fede i criteri per<br />
giudicare della qualità, delle forme, dei<br />
contenuti, delle modalità del comunicare li<br />
troviamo nel Vangelo, nell’esempio di Gesù<br />
stesso, il quale in tutto ciò che fa e che dice<br />
trasmette un senso di rispetto, di dignità, di<br />
amore preferenziale per i piccoli e per gli<br />
esclusi. Per Francesco, la comunicazione è<br />
al fondo opera dello Spirito e della sua santa<br />
operazione. In essa si trasmette l’azione<br />
di Dio Uno e Trino, e ciò non solo all’interno<br />
della Chiesa e nel circolo chiuso degli<br />
“eletti”, ma nel seno della storia. Saper comunicare<br />
per un francescano significa in<br />
primo luogo saper ascoltare la Parola, essere<br />
aperto allo Spirito, per poi trasmettere<br />
spirito e vita agli altri e a tutta la creazione.<br />
In questo senso profondo, la comunicazione<br />
è la ragion d’essere della Chiesa. Di conseguenza,<br />
la ragion d’essere di un “vescovo<br />
e pastore delle anime”, il suo ruolo e compito<br />
essenziale, prescindendo da tutti gli altri<br />
attributi storici giuridici e le tradizioni<br />
secondarie e forse umane e “curiali”, consiste<br />
nel “facilitare” e “garantire” una tale comunicazione<br />
umano-divina che trova la sua<br />
espressione visibile – sacramentale – nella<br />
comunione dei fedeli e, così speriamo, anche<br />
nella comunità fraterna della Famiglia<br />
francescana.<br />
Conclusioni<br />
Nel concludere la mia riflessione e per<br />
avviare lo scambio vicendevole successivo,<br />
265<br />
vorrei tentare di fare alcune puntualizzazioni<br />
che allo stesso tempo vogliono essere<br />
delle domande a tutti noi.<br />
Ai nostri giorni, il Magistero ci chiama<br />
tutti e tutte ad una vera inculturazione del<br />
Vangelo e delle differenti forme di vita cristiana<br />
nelle diverse culture e nei vari contesti.<br />
Mi sembra sia questa la sfida principale:<br />
inculturazione non tanto di alcuni costumi<br />
storici ecclesiali, e neppure di<br />
espressioni storiche del carisma Francesco<br />
come tali, ma del Vangelo nella sua essenzialità<br />
e dei suoi valori principali, cioè della<br />
figliolanza di tutti rispetto allo stesso Padre,<br />
della fraternità, dell’amore gratuito e<br />
appassionato per il mondo, nello spirito di<br />
Gesù Cristo morto e risuscitato, affinché<br />
l’essere Chiesa sia un anticipo del Regno e<br />
della Nuova Creazione.<br />
Dinanzi alla responsabilità propria di<br />
tutta Famiglia francescana di “riparare la<br />
Chiesa” di Cristo, cioè di contribuire ad una<br />
sempre nuova “ecclesiogenesi”, noi, portatori<br />
e portatrici del carisma francescano, saremo<br />
creativamente fedeli a san Francesco<br />
e a santa Chiara nella misura in cui<br />
• viviamo la spiritualità e la mistica di una<br />
Chiesa che, sull’esempio di Maria «vergine<br />
fatta Chiesa», è anzitutto il luogo<br />
dell’ascolto incondizionato, il luogo in<br />
cui Dio s’incarna quotidianamente e in<br />
cui lo Spirito è la forza creativa e vivificante<br />
(cf SalV);<br />
• mettiamo a frutto, in tutti i nostri ministeri<br />
e ruoli di servizio, la spiritualità di<br />
obbedienza e di servizio di Gesù, di cui<br />
parla San Paolo nella lettera ai Filippesi<br />
(Fil 2);<br />
• trasmettiamo una spiritualità ecclesiale<br />
“eucaristica” che è espressione del desiderio<br />
di sperimentare Dio nella sua<br />
umiltà, del rifiuto del dominio degli uni<br />
sugli altri e della disponibilità di tutti e<br />
tutte ad essere pietre vive nella Chiesa<br />
quale tempio dello Spirito Santo (cf 1Cel<br />
38);<br />
• viviamo in una spiritualità di complementarietà,<br />
di mutua obbedienza, di fratellanza.<br />
Nel mio intervento nel Sinodo<br />
sulla Vita Consacrata (1994) ho detto<br />
che dobbiamo e vogliamo vivere la
266 AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
«uguaglianza fondamentale che unisce<br />
tutti e tutte, chierici e laici, uomini e donne,<br />
contemplativi e attivi, in una unica<br />
chiamata a testimoniare, come ha detto<br />
san Francesco, il “santo amore con cui<br />
Dio ci ha amato” (Rb 23)»;<br />
• sapremo con sempre più “lucidità e audacia”<br />
(J. Carballo) contribuire al cammino,<br />
alla edificazione e alla purificazione<br />
e santificazione della Chiesa. E ciò<br />
con il nostro continuo riferimento all’essenziale<br />
(“sine glossa”). Con il nostro<br />
abbracciare i lebbrosi e gli esclusi del<br />
nostro tempo. Con il nostro servizio per<br />
liberare gli oppressi, sanare le ferite, siano<br />
esse corporali, spirituali e strutturali<br />
che contrassegnano la Chiesa, la società<br />
mondiale e tutto il creato. Con il lieto annuncio<br />
– con le parole, ma ancor più con<br />
il nostro esempio di Chiesa serva e fraterna<br />
– che nel nostro mondo complesso,<br />
violento, contrassegnato da tante tenebre,<br />
tanta solitudine, tante forme di incomunicabilità<br />
e tristezze, è più che mai<br />
possibile, necessario ed urgente di parlare<br />
“francescanamente”, non per ultimo<br />
con la testimonianza della vita personale<br />
e di quella delle nostre comunità ecclesiali<br />
e religiose, di un Dio chi è amore,<br />
pace, «umiltà e pazienza, gaudio e letizia»<br />
(LodAl 4.5). Non solo per noi, ma<br />
per tutti senza distinzione.<br />
Cari fratelli, sono consapevole che nel<br />
voler riflettere sul carattere ecclesiale del<br />
nostro carisma ho formulato più domande<br />
che risposte. Sono anche convinto che le risposte<br />
di cui abbiamo bisogno, le possiamo<br />
trovare soltanto se insieme ci poniamo in<br />
ascolto della Croce di San Damiano, sempre<br />
con quella “inguaribile inquietudine”<br />
nel cuore che fece dire già al nostro fratello<br />
Francesco. “Signore, che cosa vuoi che noi<br />
facciamo oggi?”.<br />
Bibliografia<br />
FR. HERMANN SCHALÜCK <strong>OFM</strong><br />
– Fonti Francescane, Editrici Francescane,<br />
Padova 2004.<br />
– Acta Capituli Generalis Ordinarii <strong>OFM</strong><br />
2003, Roma 2004.<br />
– TH. MATURA, François d’Assise «Auteur<br />
Spirituel», Paris 1996.<br />
– H. SCHALÜCK, Riempire la Terra del<br />
Vangelo di Cristo, Roma 1996.<br />
– K. EßER, Anfänge und ursprüngliche<br />
Zielsetzungen des Ordens der Minderbrüder,<br />
Leiden 1966.<br />
– R. MANSELLI, San Francesco d’Assisi,<br />
Cinisello Balsamo 2002.<br />
6. La vita e la missione dell’Ordine<br />
IL CAMMINO DELLA<br />
FRATERNITÀ UNIVERSALE<br />
1. La vita dell’Ordine<br />
Per introdurci alla conoscenza della vita<br />
e della missione dell’Ordine, insieme ad alcune<br />
immagini che vedremo, vorremmo offrirvi<br />
alcune semplici riflessioni che vi possano<br />
aiutare a conoscere il cammino che<br />
tutta la Fraternità internazionale sta compiendo.<br />
Per presentarvi da parte mia la vita dell’Ordine<br />
in questo sessennio, farò riferimento<br />
a diversi testi che ci stanno accompagnando<br />
nel percorso di approfondimento<br />
e di verifica che abbiamo tracciato e che<br />
stiamo già vivendo: quelli nati dal Capitolo<br />
generale 2003 (Il Signore ti dia Pace e Seguaci<br />
di Cristo per un mondo fraterno –<br />
Priorità 2003/2009); il sussidio che presenta<br />
il progetto per l’Ottavo centenario della<br />
fondazione dell’Ordine, La grazia delle origini;<br />
quelli del recente Capitolo generale<br />
straordinario del settembre 2006 (Lo strumento<br />
di lavoro del Capitolo e il documento<br />
finale Il Signore ci parla lungo il cammino).<br />
Il cammino che abbiamo iniziato è segnato<br />
poi da una parola forte che il Ministro<br />
generale ci ha affidato e che ci ha aiutato a<br />
meglio comprendere nei suoi contenuti<br />
profondi: la rifondazione dell’Ordine.<br />
Il documento finale del Capitolo generale<br />
2003, Il Signore ti dia pace, ha rivolto ad<br />
ogni frate un forte invito alla conversione:<br />
«Non addomesticare le parole profetiche<br />
del Vangelo per adattarle ad un comodo stile<br />
di vita» (2). «L’intima urgenza evangeli-
CONVENTUS CARDINALIUM ET EPISCOPORUM <strong>OFM</strong><br />
ca del “nascere di nuovo” a livello personale<br />
ed istituzionale» (2). «Intraprendere il<br />
cammino del discernimento evangelico:<br />
“esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono”»<br />
(7).<br />
«In questo contesto, riconosciamo – afferma<br />
il documento finale – l’urgenza di<br />
tornare all’essenziale della nostra esperienza<br />
di fede e della nostra spiritualità per nutrire,<br />
mediante l’offerta liberatrice del Vangelo,<br />
il nostro mondo diviso, disuguale e affamato<br />
di senso, così come fecero nel loro<br />
tempo Francesco e Chiara d’Assisi» (2).<br />
Per mettere in pratica questa indicazione<br />
il documento finale, ci ricorda: «Abbiamo<br />
manifestato la nostra volontà di continuare<br />
nella direzione intrapresa dalla nostra<br />
Fraternità, così come è indicata dalle cinque<br />
priorità dell’Ordine, perché crediamo che<br />
queste continuino ad essere un chiave di lettura<br />
per vivere la nostra identità e per comprendere<br />
le attese del mondo» (4). Le Priorità<br />
sono dunque state riproposte e sviluppate<br />
alla luce del tema «Fraternitàin-missione».<br />
Ogni Priorità rivisitata nella<br />
prospettiva della Fraternità, che ne è la caratteristica<br />
peculiare, e della Missione, che<br />
ne è la ragion d’essere, indica ad ogni frate<br />
e ad ogni entità la via da percorrere. Le<br />
Priorità per il sessennio 2003-2009 nel sussidio<br />
Seguaci di Cristo per un mondo fraterno,<br />
ci dicono che cosa è essenziale per<br />
noi oggi, sono una guida per vivere i valori<br />
peculiari della nostra vita e missione nella<br />
Chiesa e nel mondo.<br />
In questo impegno per tornare all’essenziale,<br />
il Definitorio generale, prendendo lo<br />
spunto dal fatto che stanno per compiersi<br />
800 anni della Fondazione del nostro Ordine<br />
con l’approvazione da parte di Innocenzo<br />
III della Regola di vita, ha presentato a<br />
tutta la fraternità universale, avendo come<br />
riferimento le Priorità, il progetto La grazia<br />
delle origini.<br />
L’itinerario proposto è articolato in tre<br />
tappe. Esse si propongono di accompagnarci<br />
verso un tempo favorevole per: l’ascolto,<br />
la conversione e il discernimento evangelico<br />
(anno 2006); tradurre oggi, attraverso<br />
opere sante, la capacità di progettare la nostra<br />
vita personale e fraterna secondo il<br />
267<br />
Vangelo (anno 2007); lo stupore e la gratitudine<br />
nel celebrare il grande dono della nostra<br />
vocazione, perché lo restituiamo attraverso<br />
le parole e la vita (anni 2008-2009).<br />
Il 29 ottobre 2005 a S. Maria degli Angeli,<br />
abbiamo aperto ufficialmente l’itinerario<br />
che ci condurrà a celebrare l’ottavo centenario<br />
della fondazione dell’Ordine. La<br />
prima tappa di questo cammino ha puntato<br />
sul tema del discernimento. Siamo stati tutti<br />
invitati a fare una analisi profonda della<br />
situazione in cui ci troviamo, sia a livello<br />
personale che istituzionale, per riappropriarci<br />
dei valori fondanti la nostra forma<br />
vitae.<br />
«Osiamo vivere il Vangelo», è il tema indicato<br />
per la seconda tappa del percorso di<br />
preparazione al Centenario della fondazione<br />
dell’Ordine. La sfida dell’Ordine di<br />
«osare vivere il Vangelo» collocata in questo<br />
percorso mette in stretta relazione la Regola<br />
(di cui celebriamo otto secoli) e il Vangelo.<br />
La volontà di Francesco di vivere radicalmente<br />
il Vangelo ascoltato alla Porziuncola<br />
si trasfonde nella protoregola che<br />
sappiamo essere stata una raccolta di passi<br />
evangelici, messi assieme per formare un<br />
progetto di vita. Questo progetto iniziale<br />
venne poi ripreso e integrato con altri passi<br />
e indicazioni più particolareggiate nelle Regola<br />
non bollata e in quella Bollata.<br />
«Restituiamo tutto al Signore con le parole<br />
e la vita»!. Così viene definita la terza<br />
ed ultima tappa dell’itinerario celebrativo<br />
per il centenario dell’Ordine. Nello stupore<br />
e nella gratitudine vogliamo celebrare il dono<br />
della nostra vocazione rendendo grazie<br />
al Signore per averci chiamato a questa vita<br />
e, nello stesso tempo restituire, con le parole<br />
e con la vita, al mondo, alla Chiesa, ai nostri<br />
fratelli il dono ricevuto.<br />
Discernere, progettare, celebrare e restituire<br />
sono azioni che si richiamano a vicenda<br />
e a vicenda si completano: un movimento<br />
condiziona l’altro e lo rilancia. Non<br />
si può celebrare e restituire senza un progetto<br />
e soprattutto senza un vero e sano discernimento.<br />
Il punto di partenza di questo<br />
itinerario poi, il discernimento, è da assumere<br />
come atteggiamento costante da parte<br />
di ogni fratello e di ogni Entità per tor
268 AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
nare al Vangelo e alla Regola “ midollo del<br />
Vangelo”.<br />
È importante collocare all’interno del<br />
cammino che tutta la Fraternità universale<br />
sta compiendo alla riscoperta della grazia<br />
delle origini l’esperienza del Capitolo generale<br />
straordinario che si è celebrato in Assisi<br />
nel settembre 2006. Abbiamo praticamente<br />
concluso la prima tappa di questo itinerario<br />
che ci ha portato a riflettere e a compiere gesti<br />
concreti sui temi dell’ascolto, della conversione<br />
e del discernimento della volontà<br />
del Signore per la nostra vita oggi. La seconda<br />
impegnativa tappa ci pone di fronte al<br />
Vangelo: vogliamo e osiamo vivere il Vangelo.<br />
Desideriamo e vogliamo rinnovare la<br />
nostra vita personale e fraterna secondo il<br />
Vangelo, nel contesto vitale del nostro tempo.<br />
Il Capitolo generale straordinario si è<br />
posto quindi nel mezzo di queste due tappe<br />
e idealmente le ha congiunte: domandandoci<br />
che cosa il Signore vuole da noi oggi, ci<br />
viene ridetto con forza che la via da percorrere<br />
resta ancora quella del Vangelo; un Vangelo<br />
da vivere nella fedeltà alla nostra vocazione<br />
e all’uomo contemporaneo.<br />
Il Documento finale del Capitolo straordinario<br />
Il Signore ci parla lungo il cammino,<br />
ci invita a rileggere la nostra vita alla luce<br />
dei doni di Dio: è anzitutto alla vita che bisogna<br />
guardare, è nell’esperienza vissuta<br />
che possiamo trovare senso e significato. Si<br />
tratta di una attenzione alla vita ben presente<br />
anche nella nostra tradizione intellettuale<br />
e nei grandi maestri della scuola francescana<br />
(che vengono espressamente ricordati),<br />
ma anche di una attenzione alla vita che ha<br />
bisogno di occhi di fede perché la nostra<br />
esperienza possa diventare significativa per<br />
noi. Si tratta di ritornare alla fede, al Vangelo,<br />
che è davvero il fondamento della nostra<br />
vita, con un atteggiamento di fede sia nei<br />
confronti di Dio che nei confronti dei nostri<br />
fratelli, scoperti come tali proprio per fede.<br />
La fede ci permetterà così di entrare in quella<br />
che abbiamo chiamato “la logica del dono”,<br />
che risplende nel Dio in cui crediamo:<br />
un Dio uno e trino, che da sempre è dono di<br />
sé, nella sua stessa vita, e che si manifesta in<br />
pienezza nel dono del suo Figlio, Gesù, che<br />
vive la logica del dono e che ci associa alla<br />
sua offerta d’amore. «Solo se seguiremo le<br />
orme del nostro Signore Gesù Cristo, della<br />
sua vita, passione, morte e resurrezione, troveremo<br />
la forza e la lucidità per affrontare<br />
secondo la logica del dono la realtà personale,<br />
comunitaria e sociale, sempre segnata dal<br />
limite e dal peccato» (24).<br />
Anche i due grandi temi della nostra vita,<br />
la fraternità e la missione, siamo chiamati a<br />
guardarli in questa prospettiva.<br />
Dopo le due parti centrali del testo, la riflessione<br />
si conclude con un ultimo capitoletto<br />
che evoca il Vangelo di Emmaus (Lc<br />
24, 13-35), motivo ricorrente della riflessione<br />
capitolare. In quel testo evangelico si riconosce<br />
la preziosa indicazione di un metodo,<br />
che è quello della condivisione nella fede:<br />
«siamo in grado di scoprire la presenza<br />
del Signore in mezzo a noi come Via , Verità<br />
e Vita solo quando, a partire dalla fede, riusciamo<br />
a dare ascolto a quanti vivono attorno<br />
a noi e quando riusciamo ad esprimere<br />
ciò che ci abita dentro» (43). Così fanno i<br />
due di Emmaus con il misterioso viandante:<br />
come “mendicanti di senso” gli raccontano<br />
la loro storia e le loro tristezze, sono educati<br />
a rileggere la propria esperienza alla luce<br />
della Parola, si dichiarano nell’invito “Rimani<br />
con noi” e lo riconoscono nella comunione<br />
del pane spezzato; ed infine diventano<br />
messaggeri, ritornando a Gerusalemme per<br />
ascoltare e annunciare (cf. 44).<br />
La stessa metodologia si ritrova in Francesco<br />
e nei primi compagni, come racconta<br />
il Celano (1Cel 34), che narra che durante il<br />
ritorno da Roma, dopo l’approvazione papale<br />
della forma di vita, essi si ponevano<br />
molte domande e interrogativi sulla loro vita<br />
futura, e condividevano esperienze, progetti,<br />
dubbi e desideri (cf. 41). Anche per<br />
noi la sfida è quella di «andare all’essenziale:<br />
riuscire a condividere ad un livello più<br />
profondamente umano e cristiano. Ciò che<br />
dobbiamo mettere in pratica in tutte le nostre<br />
Province, Conferenze e anche a livello<br />
di Ordine, è la stessa metodologia del racconto<br />
di Emmaus» (44).<br />
Ora vedremo dove vivono oggi nel mondo<br />
i Frati Minori e una panoramica delle diverse<br />
Entità presenti nei cinque continenti<br />
insieme a una presentazione della vita dei
Frati Minori proposta secondo le cinque<br />
priorità: orazione e devozione, fraternità,<br />
minorità – povertà, evangelizzazione e missione,<br />
formazione.<br />
[video: dove vivono i Frati Minori e una<br />
panoramica delle diverse Entità presenti<br />
nei cinque continenti insieme a una presentazione<br />
della vita dei Frati Minori secondo<br />
le cinque priorità: orazione e devozione,<br />
fraternità, minorità – povertà, evangelizzazione<br />
e missione, formazione]<br />
2. Le Missioni dell’Ordine<br />
CONVENTUS CARDINALIUM ET EPISCOPORUM <strong>OFM</strong><br />
1. La vocazione francescana è missionaria<br />
«Francesco disse: Fratelli carissimi, consideriamo<br />
la nostra vocazione. Dio, nella<br />
sua misericordia, ci ha chiamati non solo<br />
per la nostra salvezza, ma anche per quella<br />
di molti altri. Andiamo dunque per il mondo,<br />
esortando tutti, con l’esempio più che<br />
con le parole, a fare penitenza dei loro peccati<br />
e a ricordare i comandamenti di Dio»<br />
(3Comp 36). Fin dall’inizio, Francesco aveva<br />
ordinato ai suoi compagni: «Andate, fratelli,<br />
a due a due, per la varie parti del mondo»<br />
(1Cel 29). Più tardi ricorderà ai suoi<br />
fratelli che la loro missione è di «riempire la<br />
terra del Vangelo di Cristo» (1Cel 97). E ormai<br />
alla fine del suo itinerario terreno,<br />
Francesco ricorderà ancora una volta ai Frati<br />
di tutto l’Ordine: «Il Signore vi ha chiamati<br />
per essere inviati al mondo intero»<br />
(LOrd 9).<br />
Le missioni sono nel DNA del nostro carisma,<br />
sono il cuore della vita francescana, e<br />
sono state sempre la dimensione che ha fatto<br />
fiorire il Francescanesimo. Anche oggi<br />
l’Ordine ci ricorda che noi siamo una Fraternità-in-missione.<br />
2. Le Missioni presenti nell’Ordine<br />
Le missioni “ad gentes” in particolare<br />
sono presenti anche oggi nell’Ordine, e, a<br />
livello istituzionale, si possono distinguere<br />
in tre tipi.<br />
1. Missioni provinciali: presenze missionarie<br />
tra gli indigeni delle varie Province in<br />
269<br />
Messico, le fondazioni missionarie di altre<br />
Province, come l’ Angola (Africa) fondazione<br />
della Provincia dell’Immacolata Concezione<br />
in Brasile, Sri Lanka (Asia) fondazione<br />
delle Filippine; e poi le Custodie dipendenti:<br />
in Africa, le Custodie di<br />
Zimbabwe della Provincia dell’Irlanda e<br />
Guinea Bissau della Provincia Veneta (Italia);<br />
in Asia, le Custodie di Singapore e Malesia<br />
della Provincia dell’Australia, Papua<br />
occidentale dell’Indonesia; la Custodia del<br />
Caribe della Provincia di Cantabria, quella<br />
del Sacro Cuore di Gesù in Brasile della<br />
Provincia di Napoli, la Custodia in Paraguay<br />
della Provincia basca di Aranzazu, la<br />
Custodia di S. Giuseppe in Amazzonia della<br />
Provincia di S. Francesco Solano in Peru,<br />
la Custodia del Venezuela della Provincia di<br />
Compostella.<br />
2. Missioni interprovinciali: fondazioni<br />
missionarie in America Latina, come Haiti,<br />
che è una missione della Provincia del Centro<br />
America con la partecipazione della<br />
Conferenza, e la fraternità missionaria di<br />
Roraima, nell’Amazzonia brasiliana, costituita<br />
da Frati di Province diverse, e poi la<br />
Fondazione missionaria in Congo-Brazzaville<br />
(Africa) della Conferenza italiana<br />
COMPI.<br />
3. Missioni della Fraternità universale<br />
(Ordine): fondazioni missionarie legate direttamente<br />
al Ministro generale tra le religioni<br />
orientali (Cina, Thailandia, Myanmar<br />
e la fraternità internazionale a Istanbul),<br />
nelle regioni della Chiesa Ortodossa (Russia<br />
e Kazakhstan), tra le culture africane<br />
(progetto Africa ora diventato una Provincia<br />
ma sempre sostenuta dai missionari,<br />
Mozambico, Centroafrica, Sudan, Federazione<br />
francescana in Marocco), e soprattutto<br />
nella Terra Santa, la missione più antica<br />
dell’Ordine. In fine la fraternità missionaria<br />
europea iniziata questo anno a Palestrina.<br />
Tutte queste missioni dell’Ordine rivestono<br />
oggi un’importanza particolare, poiché<br />
esse sono:<br />
• una “chance”, una possibilità in più per<br />
le Province, soprattutto per quelle che<br />
non hanno più una missione in proprio;<br />
• un’occasione privilegiata per collaborare<br />
con la fraternità universale e i suoi bi-
270 AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
sogni;<br />
• una maniera di vivere l’internazionalità;<br />
• la realizzazione della missione francescana<br />
come è intesa dall’Ordine: fraternità<br />
internazionali e interculturali, Implantatio<br />
Ordinis, inserimento tra il popolo,<br />
inculturazione del Vangelo e del<br />
carisma francescano, servizio alla chiesa<br />
locale , strutture semplici e flessibili, con<br />
qualche accentuazione particolare (presenza<br />
silenziosa, ecumenismo, dialogo<br />
interreligioso, inculturazione, servizio ai<br />
poveri....).<br />
3. I Vicariati Apostolici affidati all’Ordine.<br />
La Chiesa ha affidato alle cure del nostro<br />
Ordine 11 Vicariati Apostolici – 8 in America<br />
Latina, 2 in Libya e 1 in Siria – insieme<br />
alla Prefettura Apostolica di Galàpagos<br />
(Ecuador) e alla Prelatura del Nayar (Messico).<br />
In queste 13 Circoscrizioni ecclesiastiche<br />
speciali abbiamo 12 Vescovi francescani<br />
e circa 118 Frati missionari. Nel settembre<br />
2006 si è avuto il primo incontro<br />
nella Curia generale a Roma tra tutti i Vicari<br />
Apostolici, i Provinciali interessati e il<br />
Definitorio generale per una migliore conoscenza<br />
reciproca e delle varie situazioni, e<br />
per rinnovare la collaborazione a vari livelli.<br />
Al termine sono stati approvati alcuni<br />
orientamenti di azione per il futuro e l’impegno<br />
a celebrare un altro incontro alla fine<br />
del 2008, invitando anche altre “chiese povere”<br />
affidate all’Ordine. In queste realtà<br />
noi viviamo la “aedificatio Ecclesiae”, insieme<br />
alla “Plantatio Ordinis” dove è possibile.<br />
4. Quale futuro per le missioni francescane?<br />
L’impegno nelle missioni “ad gentes” è<br />
la risposta ad una vocazione particolare del<br />
Signore, è quindi anzitutto essenziale sensibilizzare<br />
i giovani Frati e coltivare tali vocazioni<br />
che, grazie a Dio, non mancano nell’Ordine.<br />
Molti giovani hanno nel cuore il<br />
desiderio donarsi totalmente all’annuncio<br />
del Vangelo laddove il Cristo non è ancora<br />
conosciuto o accettato.<br />
In secondo luogo è molto importante<br />
preparare, formare, i nuovi missionari, già<br />
durante le tappe della formazione iniziale, e<br />
più particolarmente prima della partenza in<br />
missione. Per questa preparazione immediata<br />
abbiamo la fraternità internazionale “Notre<br />
Dame des Nations” a Bruxelles, dove<br />
ogni anno si formano per tre mesi due gruppi<br />
di missionari (anglofoni e francofoni) appartenenti<br />
ai tre Ordini francescani (Frati Minori,<br />
Conventuali, Cappuccini). Stanno nascendo<br />
altri due progetti – che speriamo si<br />
possano presto realizzare – di formazione dei<br />
missionari per tutta la famiglia francescana<br />
in Asia e in America Latina.<br />
In terzo luogo stiamo incoraggiando le<br />
giovani Entità dell’Africa e dell’Asia a diventare<br />
missionarie, soggetti protagonisti di<br />
missione, e già la Provincia del Sud Africa<br />
ha aperto una missione in Namibia, la Provincia<br />
del Verbo Incarnato ha aperto un’altra<br />
missione in Burkina Faso e ne sta preparando<br />
un’altra in Ghana, la Conferenza dell’Asia<br />
orientale (EAC) si sta impegnando<br />
per sostenere la Fondazione in Myanmar. Il<br />
futuro delle missioni è affidato anche ai<br />
Frati dell’Africa, in quanto primi missionari<br />
per l’Africa, e ai Frati dell’Asia, primi<br />
missionari per il loro Continente.<br />
Ora vedremo una panoramica delle nostre<br />
presenze missionarie nel mondo organizzate<br />
per temi e contesti culturali e religiosi:<br />
L’Evangelizzazione francescana tra<br />
le culture e le religioni nel mondo.<br />
[video: panoramica delle nostre presenze<br />
missionarie nel mondo organizzate per<br />
temi e contesti culturali e religiosi: L’Evangelizzazione<br />
francescana tra le culture e le<br />
religioni nel mondo]<br />
FR. FRANCESCO BRAVI<br />
FR. VINCENZO BROCANELLI<br />
7. Espiritualidad del Obispo franciscano<br />
La relación entre la espiritualidad episcopal<br />
y el ministerio evangelizador es tan<br />
indiscutible como necesaria. Sit amoris officium<br />
pascere dominicum gregem, en palabras<br />
de San Agustín. Cristo es la fuente. Y<br />
el obispo tiene que renovar y profundizar
CONVENTUS CARDINALIUM ET EPISCOPORUM <strong>OFM</strong><br />
continuamente la conciencia de ser, ante todo,<br />
ministro de Jesucristo.<br />
En el Sínodo sobre la vida y ministerio<br />
del obispo, se resaltó la necesidad e importancia<br />
de una vida espiritual acorde con el<br />
ministerio episcopal, «en sintonía con las<br />
exigencias de la vida de la Iglesia y la llamada<br />
del Espíritu Santo, que en estos años<br />
ha recordado a todos la primacía de la gracia,<br />
la gran exigencia de espiritualidad y la<br />
urgencia de testimoniar la santidad» (PG<br />
12). Los resultados de nuestra acción pastoral<br />
no van a llegar tanto desde nuestra capacidad<br />
de hacer y programar, cuanto del<br />
aliento del Espíritu que nos acompaña.<br />
Como si de una extraña contradicción se<br />
tratara, no es infrecuente que se nos pregunte:<br />
¿Puede compaginarse el ser franciscano<br />
y obispo? No cabe duda de que la imagen<br />
del obispo se percibe un tanto distorsionada,<br />
por la apariencia de un supuesto<br />
boato, que no por la realidad de una vida<br />
sencilla. Se ve al prelado como un señor importante,<br />
rico e influyente. No vendría mal<br />
recordar aquí las palabras del bienaventurado<br />
Padre san Francisco: «amonesto y exhorto<br />
que no desprecien ni juzguen a los<br />
hombres que ven vestidos de telas suaves y<br />
de colores, usar manjares y bebidas delicadas,<br />
sino más bien que cada uno se juzgue y<br />
desprecie a sí mismo» (2R II, 17).<br />
1. Espiritualidad<br />
El Espíritu del Señor está sobre mí (cf Lc<br />
4,18), dice el obispo convencido del don<br />
que ha recibido en el sacramento del Orden.<br />
Ha sido llamado y consagrado, enviado en<br />
misión. «El Espíritu del Señor se manifiesta<br />
como fuente de santidad y llamada a la<br />
santificación» (PDV 19). El Espíritu nos<br />
conforma con Cristo Jesús y nos hace partícipes<br />
de su vida. Es la vida espiritual, el camino<br />
hacia la santidad (cf PdV 20).<br />
La espiritualidad es una manifestación<br />
del Espíritu en sus dones y carismas, en<br />
pensamientos y conducta, en la forma de vivir,<br />
en el testimonio, en la relación con<br />
Dios, con el mundo y con las personas. En<br />
la espiritualidad del obispo se han de unir la<br />
Veritatis splendor y el officíum amoris. Sin<br />
olvidar el pascere dominicum gregem, que<br />
271<br />
es algo esencial de la vida episcopal. Y si el<br />
obispo es franciscano, la vida tendrá que<br />
manifestarse con Gaudium et spes, pues es<br />
manera de alabar y de reconocer la bondad<br />
del Altísimo sumo Bien.<br />
1. Dios, el comienzo y el final<br />
La vida espiritual se identifica con la<br />
santidad, con el deseo sincero de santidad,<br />
de estar cerca de Dios. Juan Pablo II, en la<br />
exhortación Novo millennio ineunte, dice<br />
que la santidad debe ser entendida en su<br />
sentido fundamental de pertenecer a Aquél<br />
que por excelencia es el Santo. Los caminos<br />
de la santidad son múltiples y adecuados a<br />
la vocación de cada uno. Es como el “alto<br />
grado” de la vida cristiana ordinaria (cf<br />
NMI 30-31).<br />
«Y nosotros hemos conocido el amor<br />
que Dios nos tiene, y hemos creído. Dios es<br />
Amor y quien permanece en el amor, permanece<br />
en Dios y Dios en él» (1Jn 4, 16).<br />
«Porque el amor de Cristo nos apremia al<br />
pensar que, si uno murió por todos, todos<br />
por tanto murieron. Y murió por todos, para<br />
que ya no vivan para sí los que viven, sino<br />
para aquel que murió y resucitó por ellos»<br />
(2Cor 5, 14-15). Esta es la razón y el fundamento<br />
de la espiritualidad episcopal: el sincero<br />
y auténtico deseo de vivir el amor de<br />
Dios manifestado en Jesucristo.<br />
2. Configurados con Cristo<br />
La forma vitae propia del obispo se expresa<br />
en una definida configuración con Jesucristo,<br />
y con el ministerio propiamente<br />
episcopal. Identidad y ministerio perfectamente<br />
unidos y armonizados. De este modo,<br />
la vida espiritual del obispo queda «definida<br />
por aquellas actitudes y comportamientos<br />
que son propios de Jesucristo»<br />
(PdV 21). Don total de sí mismo y una entrega<br />
incondicional a la Iglesia, lo cual anima<br />
y vivifica más la misma existencia episcopal.<br />
Dejándose llevar por la palabra de Dios,<br />
que le guía e interpela, hará de la caridad,<br />
con Dios y el servicio de la Iglesia, tarea<br />
permanente e inexcusable. Kerigma, celebración<br />
de los misterios del Señor, diaconía,<br />
evangelización y testimonio, serán, al mis
272 AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
mo tiempo, fuente, vida y expresión de espiritualidad.<br />
3. Escondidos con Cristo en Dios<br />
Entendida como una forma de vivir, la<br />
espiritualidad se manifiesta en un comportamiento<br />
adecuado y en la búsqueda sincera<br />
del “rostro de Dios”, en la perfección en<br />
la caridad según el itinerario evangélico y la<br />
unión contemplativa con el misterio trinitario.<br />
Es la vida escondida con Cristo en Dios<br />
(Col 3,3), a la que nos lleva el Espíritu, pues<br />
el amor de Dios se ha derramado en nuestros<br />
corazones por el Espíritu Santo que se<br />
nos ha dado (cf Rm 5,5).<br />
La caridad pastoral, el offícium amoris,<br />
es el principio interior y dinámico capaz de<br />
unificar las múltiples y diversas actividades<br />
del obispo, es lo que “da vida” al ministerio.<br />
Es el amor tal como se vive en la Iglesia,<br />
verdadera amistad sobrenatural y signo de<br />
comunión con Dios y con el prójimo. Opción<br />
fundamental y alma del ministerio.<br />
Identificación con Cristo en sus actitudes y<br />
comportamientos.<br />
2. Espiritualidad franciscana<br />
San Pablo les había dicho a los tesalonicenses:<br />
examinadlo todo y quedaos con lo<br />
bueno (cf 1Ts 5,21). Dios quiso que San<br />
Francisco así lo hiciera: se ha quedado con<br />
lo más bueno y santo, con Dios, y después<br />
contempla la huella de la bondad de Dios en<br />
todas las cosas.<br />
Todo lo que Dios hace es bueno, tanto en<br />
su origen como en la finalidad última. Porque<br />
todo fue creado en el Verbo. La oración hace<br />
vida este convencimiento. Lleva al alma de<br />
las cosas. Descubre en ellas la imagen de<br />
Dios. Son los gestos sacramentales de Dios.<br />
Un gran don para los hermanos el llegar<br />
a descubrir ese espíritu vivo del Señor; espíritu<br />
de la santa oración (cf 2R 5,2), ocuparse<br />
en él continuamente (cf 1R 7,12) y<br />
guardarse muy bien de apartar del Señor la<br />
mente (1R 22,25).<br />
Vivir espiritualmente no es evasión de la<br />
realidad del estar en el mundo y con los<br />
hombres, sino de tener el espíritu del Señor<br />
y llevar en el comportamiento la sabiduría<br />
de su santa operación.<br />
1. Admiración contemplativa<br />
La vida del hermano menor es el Evangelio.<br />
No solamente practicar el Evangelio,<br />
sino adherirse a él de tal modo que informe<br />
y penetre todas las actitudes, comportamientos,<br />
esperanzas y trabajos.<br />
En el Evangelio está Cristo pobre y crucificado.<br />
La oración se hace pobreza en la<br />
contemplación de Cristo pobre y, en la medida<br />
que se acoge al pobre, el hermano se<br />
acerca a Cristo, llega a Dios. El hombre, sobre<br />
todo el hombre-pobre, ha sido un sacramento<br />
de la cercanía de Dios.<br />
Igual que San Buenaventura hablara del<br />
“maestro interior” que lleva al conocimiento<br />
y a la proximidad de Dios, los leprosos,<br />
que viven en pobreza, serán los “maestros<br />
exteriores” que acercan a Dios.<br />
Si por encima de cualquier otro deseo, los<br />
hermanos deben tener el espíritu de oración<br />
(cf 2R 10,9; 1R 17,14), ello es debido a que<br />
esta es su vocación, la que el Señor les ha manifestado.<br />
El Señor me reveló, podría decir<br />
San Francisco, que los hermanos, compungidos<br />
de corazón (conversión), con alma pura<br />
(don de la santa intención) adoren y alaben a<br />
Dios en todo tiempo (contemplación).<br />
En la oración franciscana no hay temor<br />
alguno acerca de la eficacia de la súplica.<br />
Será escuchada, pues el deseo de alabanza a<br />
Dios se hace misterio de comunión con Jesucristo.<br />
En Jesucristo está la seguridad y la<br />
confianza. Dios es el Altísimo Bien. Adorar<br />
es confundirse en El. Dios es el sumo Bien.<br />
Amar es gozar en su amor.<br />
Dios es el único Bien. No hay lugar en el<br />
corazón del hermano que no sea para Dios.<br />
Dios es Dios. Este es el gran misterio que ha<br />
comprendido Francisco. Y «bienaventurado<br />
el siervo que guarda en su corazón los secretos<br />
del Señor» (Adm 28,1-3).<br />
La presencia intemporal y omnipresente<br />
de Dios garantiza el que se pueda orar siempre,<br />
en cualquier forma, con silencio y quietud<br />
o saltando por los caminos, en la solemnidad<br />
de la liturgia o imitando el cantar de<br />
los pajarillos, estar y callar, sentir, llorar...<br />
Vacío, como pobre, y lleno de la riqueza de<br />
la palabra de Dios.<br />
¿Cómo hacer oración? En espíritu y en<br />
verdad. No puede ser de otro modo, ni hay
CONVENTUS CARDINALIUM ET EPISCOPORUM <strong>OFM</strong><br />
otro método en la oración franciscana. Es<br />
alabanza, gratitud, contemplación de Dios<br />
por Él mismo. Contemplar las huellas del<br />
Señor Jesucristo. Es el camino de la oración<br />
franciscana. Es oración de Evangelio, de<br />
gozosa noticia de salvación, llena de afecto<br />
y espontaneidad, porque la alabanza y la<br />
gratitud brotan por doquier en la experiencia<br />
del amor de Dios que se siente y se vive<br />
en el misterio de Cristo, presencia de Dios<br />
y Señor de todo.<br />
Más que espontánea, la oración de Francisco<br />
es creativa, vivencial. No expresa lo<br />
que se le ocurre, sino lo que vive. No discurre<br />
y razona, sino que estalla, interior y exteriormente,<br />
con todo el amor que lleva<br />
dentro. Es estar con Dios. De cualquier modo.<br />
En las más diversas posturas. Cantando<br />
o en silencio. Pero siempre al lado, metido<br />
en Dios. «Porque donde hay quietud y meditación,<br />
allí no hay ni preocupación ni disipación»<br />
(Ad 27,4).<br />
2. Identificado con el Evangelio<br />
¡Esto es lo que quiero, esto es lo que busco<br />
(cf 1C 22)! Francisco ha leído el Evangelio<br />
(cf Mt 10,7-10). Y lo acepta. Lo mete<br />
en su vida. Porque el Altísimo le ha revelado<br />
que debe vivir según esta regla: la del<br />
santo Evangelio (Test 14).<br />
El Evangelio es para los hermanos. Como<br />
los sacramentos, como la Iglesia. Hace<br />
fraternidad. Rompe la contradicción, el<br />
equívoco y la distancia entre el hombre lleno<br />
de aspiraciones y la humanidad acogedora<br />
de Dios en Jesucristo. Más que exigencia,<br />
el Evangelio es oferta gozosa de pobreza,<br />
de envío, de itinerancia para<br />
encontrarse con todos los hombres del mundo<br />
y hablarles de paz.<br />
Francisco recibe el Evangelio como un<br />
sacramento: con veneración, casi mágica<br />
del signo externo -¡el libro de los Evangelios!-,<br />
con fe y acatamiento. Más que escuchando,<br />
dejándose llenar, empapándose<br />
de una admiración que le quema y le penetra<br />
hasta los huesos y le enciende en<br />
amor y en deseo de comunicación, de hacer<br />
partícipe a todos los hombres, y a todos<br />
los mundos, de su arrebato, de su profundo<br />
y gozoso convencimiento. El Evan-<br />
273<br />
gelio no es simple doctrina, es presencia<br />
viva de Jesucristo.<br />
3. La vida de la fraternidad<br />
Los regalos más grandes que Dios le había<br />
hecho con Francisco, eran el de la gracia<br />
de hacer penitencia, el vivir según la forma<br />
del santo Evangelio y el don de los hermanos.<br />
Efectivamente, los hermanos eran<br />
don de Dios y expresión del amor del Señor<br />
Altísimo. Criterio para discernir si se tiene<br />
el espíritu del Señor, es el reconocimiento<br />
sincero de que todo bien llega a Dios y que<br />
el hermano es el servidor de todos (cf Adm<br />
12). En este convencimiento -los hermanos<br />
son un don de Dios- se funda la fraternidad.<br />
Hombres débiles y hasta pecadores, pero<br />
que vienen como regalo de Dios.<br />
Los hermanos viven en fraternidad, como<br />
signo del mandato de Cristo, y como anuncio<br />
profético de un mundo y de una vida definitivamente<br />
nuevos. El motivo por el cual se<br />
han ido agregando los hermanos a la fraternidad<br />
no es otro que el llevar una vida según<br />
el Evangelio. No hay otra motivación ni más<br />
finalidad. Se busca el tener el espíritu del Señor<br />
y su santa operación. No es un simple encuentro<br />
de personas, sino de creyentes en el<br />
Señor Jesús. La comunión entre los hermanos<br />
se realiza siempre en clave de Evangelio.<br />
La fraternidad se construye, se edifica<br />
cada día. Cada vez más unidos. Cada día<br />
más hermanos. Pero bien entendido que si<br />
mañana se sienten más cerca unos de otros,<br />
si viven más felices en comunidad de vida,<br />
no es porque hayan superado etapas de desconocimiento<br />
mutuo, o porque se hayan<br />
compenetrado mejor, sino porque Dios les<br />
ha dado la gracia de la fraternidad, el don de<br />
ser cada día más hermanos. «Después que<br />
el Señor me dio hermanos, nadie me mostraba<br />
lo que debía hacer, sino que el mismo<br />
Altísimo me reveló que debía vivir según la<br />
forma del santo Evangelio» (Test 14).<br />
Este es el método de Francisco para<br />
construir, para edificar la fraternidad: vivir<br />
según la forma del santo Evangelio.<br />
4. La pobreza, sacramento franciscano<br />
Al contemplar la pobreza desde san<br />
Francisco de Asís, hay que hacerlo con sua
274 AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
vidad, casi acariciando las palabras, pues es<br />
tan exigente, tan radical, tan comprometido<br />
su mensaje, que si no se ama, se rompe. Y lo<br />
que fue amor se convierte en ironía y en sarcasmo.<br />
Y el que se hizo pobre se trasforma<br />
en líder de no se sabe qué revolución. Y la<br />
pobreza en una ideología o en un juego intelectual.<br />
Y, lo que fue un valiente desafío<br />
contra la miseria se reduce a un idílico poema<br />
en el que los hambrientos se alimentan<br />
con el color de las flores...<br />
La pobreza es el sacramento de Francisco.<br />
El signo de mayor contenido espiritual en<br />
la vida franciscana. El desapropio total se<br />
convierte en profecía de salvación para los<br />
pobres, a quienes libera de la indignidad reivindicando<br />
para ellos el amor de Jesucristo.<br />
Para ser testigo de la pobreza hay que ser<br />
pobre. Y vivir como pobre. Tener el espíritu<br />
del Señor y su santa operación es estar en<br />
condición de disponibilidad permanente y<br />
total desasimiento, pues solamente de esa<br />
manera se podrá orar con la oración de Cristo,<br />
fiel al Padre y respuesta existencial a la<br />
voluntad divina.<br />
3. La espiritualidad del obispo franciscano<br />
Pedro Bernardone emplaza a su hijo para<br />
comparecer ante el obispo de la ciudad<br />
(cf 1C 14). En presencia del obispo, Francisco<br />
se quita los vestidos y se los entrega a<br />
su padre. El obispo recoge a Francisco y lo<br />
cubre con su manto (cf TC 18,20).<br />
Francisco venera a los obispos. Pero<br />
cuando le hablan de la posibilidad de que<br />
sus frailes puedan ser elegidos obispos,<br />
Francisco se niega (2C 148). Quizá la imagen<br />
de poder que representaba el obispo le<br />
parecía incompatible con la minoridad de<br />
los hermanos.<br />
Estimo que será un buen camino, para<br />
comprender la espiritualidad del obispo<br />
franciscano, el leer el capítulo segundo de<br />
la exhortación Pastores gregis (nn. 11-25).<br />
sobre la vida espiritual del obispo, pero teniendo,<br />
delante el corazón, el espíritu y los<br />
escritos del padre san Francisco.<br />
1. Hombre de Dios<br />
En el rostro del Obispo los fieles han de<br />
contemplar las Bienaventuranzas, que son<br />
como un autorretrato de Cristo: el rostro de<br />
la pobreza, de la mansedumbre y de la pasión<br />
por la justicia; el rostro misericordioso<br />
del Padre y del hombre pacífico y pacificador;<br />
el rostro de la pureza de quien pone su<br />
atención constante y únicamente en Dios.<br />
Los fieles han de poder ver también en su<br />
Obispo el rostro de quien vive la compasión<br />
de Jesús con los afligidos y el rostro lleno<br />
de fortaleza y gozo interior de quien es perseguido<br />
a causa de la verdad del Evangelio<br />
(cf PG 18).<br />
En definitiva, el obispo es un hombre de<br />
Dios. El que ora e intercede por el pueblo<br />
que se le ha encomendado. Una oración inconfundiblemente<br />
apostólica (cf PG 33).<br />
Ora con su pueblo y por su pueblo.<br />
Como escribe san Francisco: «ninguna<br />
otra cosa deseemos, ninguna otra queramos,<br />
ninguna otra nos plazca y deleite, sino<br />
nuestro Creador y Redentor y Salvador, el<br />
solo verdadero Dios, que es pleno bien, todo<br />
bien, total bien, verdadero y sumo bien»<br />
(1R 23,9-12). El que está con Dios, cerca de<br />
Dios, también está con el bien, cerca del<br />
bien. Reconocer el bien no es presunción,<br />
sino fe. No es engreimiento, sino aceptar<br />
con humildad. No es vana complacencia, sino<br />
estímulo para el enriquecimiento de los<br />
demás.<br />
Como un proyecto de vida episcopal podían<br />
tomarse la palabras de la Paráfrasis del<br />
Padrenuestro: «Hágase tu voluntad en la<br />
tierra como en el cielo: para que te amemos<br />
con todo el corazón, pensando siempre en<br />
ti; con toda el alma, deseándote siempre a ti;<br />
con toda la mente, dirigiendo todas nuestras<br />
intenciones a ti, buscando en todo tu honor;<br />
y con todas nuestras fuerzas, gastando todas<br />
nuestras fuerzas y los sentidos del alma y<br />
del cuerpo en servicio de tu amor y no en<br />
otra cosa; y para que amemos a nuestro prójimo<br />
como a nosotros mismos, atrayéndolos<br />
a todos a tu amor según nuestras fuerzas,<br />
alegrándonos del bien de los otros como del<br />
nuestro y compadeciéndolos en sus males y<br />
no dando a nadie ocasión alguna de tropiezo»<br />
(ParPN 5).<br />
La fe en Dios se hace vida y empapa toda<br />
la existencia, sin apartar del Señor nuestra<br />
mente y corazón, para servir, amar, hon-
CONVENTUS CARDINALIUM ET EPISCOPORUM <strong>OFM</strong><br />
rar y adorar con corazón limpio y mente pura...<br />
(1R 22,25-38).<br />
2. Compartir la vida con Cristo siervo y pobre<br />
Tiene el obispo que «adoptar un estilo de<br />
vida que imite la kenosis de Cristo siervo,<br />
pobre y humilde, de manera que el ejercicio<br />
de su ministerio pastoral sea un reflejo coherente<br />
de Jesús, Siervo de Dios, y lo lleve<br />
a ser, como Él, cercano a todos, desde el<br />
más grande al más pequeño» (PG 11).<br />
«El Obispo participa, como todo cristiano,<br />
de la espiritualidad que se arraiga en la<br />
incorporación a Cristo y se manifiesta en su<br />
seguimiento según el Evangelio» (PG 13).<br />
«Esta participación, que es comunión de<br />
sentimientos y deseos con Él, es también<br />
una exigencia inherente a la participación<br />
en su misma misión» (PG 11).<br />
Por tanto, el Obispo, que quiere ser auténtico<br />
testigo y ministro del Evangelio de<br />
la esperanza, ha de ser vir pauper. Lo exige<br />
el testimonio que debe dar de Cristo pobre;<br />
lo exige también la solicitud de la Iglesia<br />
para con los pobres, por los cuales se debe<br />
hacer una opción preferencial. La opción<br />
del Obispo de vivir el propio ministerio en<br />
la pobreza contribuye decididamente a hacer<br />
de la Iglesia la “casa de los pobres” (cf<br />
PG 20). Procurator pauperum ha sido un<br />
honroso título que siempre se ha aplicado a<br />
los obispos (cf PG 20).<br />
Francisco quiere seguir las huellas de Jesucristo.<br />
No hay potestad ni revolución ideológica,<br />
ni contestación, ni huida. Es kenosis,<br />
como la de Cristo. Consagración al<br />
Dios Altísimo. «Yo, el hermano Francisco,<br />
el pequeñuelo, quiero seguir la vida y pobreza<br />
del altísimo Señor nuestro Jesucristo»<br />
(UltVol 1). El desapropio no consistía únicamente<br />
en dejarlo todo, ni darlo todo, sino<br />
salir de la propia casa, de sí mismo, para seguir<br />
fielmente a Cristo.<br />
A su deseo de imitar a Jesucristo va unido<br />
el de ser como los demás pobres. Todavía<br />
más pobre que ninguno, no por orgullo de ser<br />
el último, sino con la obligación de tener que<br />
servir más. Si los leprosos pasan necesidad, él<br />
saldrá a pedir limosna para ellos (cf 1R 8,10).<br />
Sin avergonzarse, porque el Señor también se<br />
hizo pobre por nosotros (cf 2R 6,3).<br />
275<br />
Junto a Cristo, María, la Mujer hecha<br />
Iglesia. La Madre de la esperanza y maestra<br />
de vida espiritual (cf PG 14). San Francisco<br />
canta de esta manera: «Salve, Señora, santa<br />
Reina, santa Madre de Dios, María, que<br />
eres virgen hecha Iglesia y elegida por el<br />
santísimo Padre del cielo, a la cual consagró<br />
Él con su santísimo amado Hijo y el Espíritu<br />
Santo Paráclito, en la cual estuvo y está<br />
toda la plenitud de la gracia y todo bien»<br />
(SalVM 1-6).<br />
3. Ungido por la Palabra<br />
«Así pues, tendrá siempre presente aquella<br />
conocida exhortación de san Jerónimo,<br />
citada por el Concilio Vaticano II: “Desconocer<br />
la Escritura es desconocer a Cristo”.<br />
En efecto, no hay primacía de la santidad sin<br />
escucha de la Palabra de Dios, que es guía y<br />
alimento de la santidad» (PG 15).<br />
Las dos actividades más propias del<br />
Obispo son las de aprender de Dios, leyendo<br />
las Escrituras, y la de enseñar al pueblo.<br />
En todo caso, que el Obispo enseñe lo que<br />
él mismo ha aprendido de Dios (cf PG 15).<br />
La palabra de Dios tiene que ser objeto<br />
de la máxima veneración. Por eso, decía san<br />
Francisco: «amonesto a todos mis hermanos<br />
y los animo en Cristo para que, en cualquier<br />
parte en que encuentren palabras divinas<br />
escritas, las veneren como puedan»<br />
(CtaO 35-37).<br />
Así lo comprendía Francisco: «Nadie me<br />
enseñaba qué debería hacer, sino que el Altísimo<br />
mismo me reveló que debería vivir<br />
según la forma del santo Evangelio. Y yo<br />
hice que se escribiera en pocas palabras y<br />
sencillamente, y el Señor Papa me lo confirmó»<br />
(Test 41-42). Por tanto, «retengamos<br />
las palabras, la vida y la doctrina y el santo<br />
Evangelio de aquel que se dignó rogar por<br />
nosotros a su Padre» (1R 22,41-42).<br />
4. En la vida de la Iglesia<br />
La espiritualidad del Obispo es una espiritualidad<br />
eclesial, porque todo en su vida<br />
se orienta a la edificación de la Santa Iglesia<br />
(cf PG 11). Una santidad vivida con el pueblo<br />
y por el pueblo. En el ministerio apostólico,<br />
el Obispo debe encontrar «los recursos<br />
espirituales que lo hagan crecer en la santi
276 AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
dad y le permitan descubrir la acción del<br />
Espíritu Santo en el Pueblo de Dios confiado<br />
a sus cuidados pastorales» (PG 13).<br />
«Siempre sumisos y sujetos a los pies de<br />
la santa Iglesia católica». Estas palabras de<br />
la Regla que escribiera Francisco de Asís<br />
han ido resonando a lo largo del tiempo, no<br />
solo como una declaración de fidelidad, sino<br />
como la expresión más sincera de un<br />
profundo y reconocido amor a la presencia<br />
del Señor en la Iglesia.<br />
Con la fe de la Iglesia: «Y los ministros<br />
examínenlos diligentemente de la fe católica<br />
y de los sacramentos de la Iglesia. Y si<br />
creen todo esto y quieren confesarlo fielmente<br />
y guardarlo firmemente hasta el fin»<br />
(2R 3,2-3). Y en obediencia al Papa: «El<br />
hermano Francisco y todo el que sea en el<br />
futuro cabeza de esta religión, prometa obediencia<br />
y reverencia al Señor papa Inocencio<br />
y a sus sucesores» (1R 3,3).<br />
La comunión en la Iglesia se expresa de<br />
modo admirable en el misterio de la Eucaristía,<br />
centro, también, de la vida y misión<br />
del obispo (PG 16). Al celebrar el misterio<br />
de la eucaristía, la fraternidad proclama,<br />
también, su comunión de amor fraterno y<br />
los hermanos se recuerdan mutuamente que<br />
la razón de su vivir, en unión de fraternidad,<br />
es el Señor.<br />
Así se expresaba San Francisco: «Lo<br />
único que veo corporalmente en este mundo<br />
del Altísimo Hijo de Dios es su santísimo<br />
cuerpo, su santísima sangre» (Test 10). Es la<br />
permanencia continua del misterio de la Encarnación,<br />
del abajamiento del Señor Jesús<br />
y de la revelación permanente del misterio<br />
del amor de Dios.<br />
5. La caridad pastoral<br />
«La caridad es como el alma del ministerio<br />
del Obispo, el cual se ve implicado en<br />
un proceso de pro-existencia pastoral, que<br />
le impulsa a vivir en el don cotidiano de sí<br />
para el Padre y para los hermanos como<br />
Cristo, el Buen Pastor» (PG 11). «Si el oficio<br />
episcopal no se apoya en el testimonio<br />
de santidad manifestado en la caridad pastoral,<br />
en la humildad y en la sencillez de<br />
vida, acaba por reducirse a un papel casi<br />
exclusivamente funcional y pierde fatal-<br />
mente credibilidad ante el clero y los fieles»<br />
(PG 11).<br />
Un texto admirable y ejemplar del bienaventurado<br />
Francisco: «Y quiero conocer<br />
en esto si tú amas al Señor y a mí, su servidor<br />
y el tuyo, a saber, si te conduces de esta<br />
manera: que no haya hermano en el mundo<br />
que haya pecado cuanto pueda pecar y que,<br />
después de haber visto tus ojos, jamás se<br />
aparte de ti sin tu perdón, si te lo pide; y si<br />
no te pide el perdón, pregúntale si quiere el<br />
perdón. Y si después volviera a pecar mil<br />
veces en tu presencia, ámalo más que a mí,<br />
para atraerlo al Señor» (CtaM 9-10).<br />
La unión, la comunión entre los hermanos<br />
tiene unos lazos muy sólidos y profundos.<br />
No son vínculos meramente jurídicos.<br />
Es el amor de Dios el que los une para formar<br />
esa fraternidad evangélica: «Y ningún<br />
hermano haga mal o hable mal al otro; sino,<br />
más bien, por la caridad del Espíritu, sírvanse<br />
y obedézcanse voluntariamente los<br />
unos a los otros, y ésta es la verdadera y<br />
santa obediencia de nuestro Señor Jesucristo»<br />
(1R 5,13-15). «Y confiadamente manifieste<br />
el uno al otro su necesidad, para que<br />
le encuentre lo necesario y se lo suministre.<br />
Y cada uno ame y cuide a su hermano, como<br />
la madre ama y cuida a su hijo, en las<br />
cosas para las que Dios le dé su gracia. Y el<br />
que no come, no juzgue al que come» (1R<br />
9,10-12). «Si alguno de los hermanos, dondequiera<br />
que esté, cayera enfermo, los otros<br />
hermanos no lo abandonen, sino designen a<br />
uno o más hermanos, si fuera necesario, que<br />
le sirvan como querrían ellos ser servidos»<br />
(1R 10,1). «Y deben gozarse cuando conviven<br />
con personas de baja condición y despreciadas,<br />
con pobres y débiles y enfermos<br />
y leprosos y los mendigos de los caminos»<br />
(1R 9, 2).<br />
Esta es la caridad pastoral del obispo<br />
franciscano.<br />
6. Santificarse y santificar<br />
«Debe ser santo porque tiene que servir a<br />
la Iglesia como maestro, santificador y<br />
guía» (PG 13). «El Obispo está llamado a<br />
santificarse y a santificar sobre todo en el<br />
ejercicio de su ministerio, visto como la<br />
imitación de la caridad del Buen Pastor, te-
CONVENTUS CARDINALIUM ET EPISCOPORUM <strong>OFM</strong><br />
niendo como principio unificador la contemplación<br />
del rostro de Cristo y el anuncio<br />
del Evangelio de la salvación» (PG 11).<br />
«El ministerio episcopal no sólo es fuente<br />
de santidad para los otros, sino también<br />
motivo de santificación para quien deja pasar<br />
por su propio corazón y su propia vida<br />
la caridad de Dios» (PG 13).<br />
«El Obispo diocesano, consciente de que<br />
está obligado a dar ejemplo de santidad con<br />
su caridad, humildad y sencillez de vida,<br />
debe procurar con todas sus fuerzas promover<br />
la santidad de los fieles, según la vocación<br />
propia de cada uno; y, por ser el dispensador<br />
principal de los misterios de Dios,<br />
ha de cuidar incesantemente de que los fieles<br />
que le están encomendados crezcan en<br />
la gracia por la celebración de los sacramentos,<br />
y conozcan y vivan el misterio pascual»<br />
(PG 13).<br />
Para el franciscano, ser hermano implica<br />
no sólo aceptar una doctrina y un estilo de<br />
comunicarla, sino que exige adhesión plena,<br />
exclusiva y total a la persona del Maestro.<br />
El enviado, tendrá que hablar, iluminar,<br />
santificar con la palabra, la luz y gracia de<br />
Cristo. Pero, sobre todo, tendrá que vivir<br />
plenamente identificado con la persona de<br />
su Señor.<br />
Conclusión<br />
Si tuviéramos que hacer un resumido<br />
perfil de la identidad espiritual del Obispo<br />
franciscano, estos podrían ser algunos de<br />
los rasgos sobresalientes en su vida episcopal:<br />
Encendido en la caridad pastoral, para<br />
santificarse y santificar, siendo testigo de la<br />
esperanza y de la misericordia. Siervo pobre<br />
y humilde del Señor y siguiendo sus<br />
huellas de obediencia al Padre. Hombre lleno<br />
del Espíritu de Dios. Ungido por la Palabra.<br />
Artífice de comunión. Una vida orientada<br />
al servicio de la Iglesia y un hermano<br />
con todos los hermanos que fueron redimidos<br />
con la preciosa sangre del Señor.<br />
Como última recomendación, bien estará<br />
que escuchemos a San Buenaventura,<br />
franciscano y obispo: «Nadie crea que le<br />
baste la lectura sin la unción, la especulación<br />
sin la devoción, la búsqueda sin el<br />
asombro, la observación sin el júbilo, la ac-<br />
277<br />
tividad sin la piedad, la ciencia sin la caridad,<br />
la inteligencia sin la humildad, el estudio<br />
sin la gracia divina, la investigación sin<br />
la sabiduría de la inspiración sobrenatural»<br />
(Itinerarium mentis in Deum, Prol., n. 4).<br />
CARLOS AMIGO VALLEJO<br />
Cardenal Arzobispo de Sevilla<br />
8. Omelia alla Concelebrazione conclusiva<br />
Roma, S. Giovanni in Laterano,<br />
22 giugno 2007<br />
Carissimi Confratelli nell’Episcopato,<br />
Carissimo Ministro generale<br />
Carissimi Definitori generali<br />
dell’Ordine dei<br />
Frati Minori Francescani.<br />
L’odierna celebrazione in questa Basilica<br />
Lateranense è per voi la conclusione del<br />
pellegrinaggio alle fonti dell’Ordine Francescano,<br />
per rinnovare ancora una volta, a<br />
800 anni dalla conversione di San Francesco,<br />
l’offerta della vostra vita a Dio e ritrovare<br />
l’autentico spirito del Poverello di Assisi<br />
per poter meglio servire la Chiesa nel<br />
ministero episcopale. In pari tempo, vi preparate<br />
a celebrare l’ottavo centenario della<br />
fondazione dell’Ordine Francescano.<br />
Nella pagina del Vangelo che è stata proclamata<br />
sono risuonate due domande, due<br />
interrogativi ben noti, ma che sempre ci<br />
fanno riflettere: «Chi dice la gente che io<br />
sia? E voi, chi dite che io sia?».<br />
L’ottavo centenario della conversione di<br />
San Francesco e, a breve distanza di tempo,<br />
l’ottavo centenario della fondazione dell’Ordine<br />
Francescano fanno vibrare di particolare<br />
intensità la domanda: per un Francescano,<br />
che per di più nella Chiesa di Dio<br />
è Vescovo, chi è Gesù di Nazareth?<br />
Come Vescovi siete chiamati a edificare<br />
la Chiesa di Dio ed a svolgere questo compito<br />
come maestri della fede, come santificatori<br />
e come pastori delle vostre Chiese<br />
particolari. La spiritualità francescana deve<br />
essere motivo di ispirazione e di sostegno<br />
anche nell’adempimento dei vostri compiti<br />
episcopali.
278 AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
La luce accesa nel mondo da San Francesco<br />
non si è mai spenta ed anche oggi<br />
continua ad illuminare il cammino di tante<br />
persone.<br />
Il gusto del Vangelo che il Serafico Frate<br />
Francesco ha saputo far scoprire ai cristiani<br />
del suo tempo continua ancora ad affascinare<br />
e ad attrarre a viverlo nella sua integrità.<br />
L’ideale di amore vissuto da Francesco<br />
in semplicità, ma in pienezza, esercita anche<br />
all’inizio del terzo millennio quel richiamo<br />
e quell’attrattiva che colpirono Assisi<br />
quando in quella città scoppiò il “caso<br />
Francesco”, allorché il figlio di Bernardone<br />
ad un certo momento della sua giovinezza<br />
decise di dare alla propria vita lo stile e la<br />
forma del Vangelo.<br />
Il suo stile di vita ispirato al Vangelo, il<br />
suo impegno di imitare Cristo, il suo messaggio<br />
di uomo autentico che ha saputo raggiungere<br />
la pace con Dio, con se stesso, con<br />
gli altri, con l’intero creato hanno ancora<br />
qualche cosa da dire agli uomini di oggi,<br />
spesso disorientati e inariditi da mentalità e<br />
stili di vita fuorvianti.<br />
La Chiesa che San Francesco sosteneva<br />
sulle sue spalle nel sogno di Papa Innocenzo<br />
III e che il Crocifisso di San Damiano gli<br />
ha chiesto di “riparare”, è affidata per volontà<br />
di Cristo alla sollecitudine pastorale<br />
dei membri del Collegio Episcopale che,<br />
uniti al Papa e sotto la sua guida, hanno il<br />
compito di pascere il gregge del Signore.<br />
Ci aiuta a riflettere su questo nostro<br />
compito di Vescovi l’esortazione di San<br />
Pietro che abbiamo ascoltato nella prima<br />
lettura di questa Messa: «Pascete il gregge<br />
di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non<br />
per forza ma volentieri, (…) di buon animo,<br />
facendovi modelli del gregge» (1Pt 5,1-4).<br />
Per essere buoni pastori nella Chiesa<br />
dobbiamo essere conformati a Cristo, come<br />
lo fu San Francesco: egli ha voluto “essere<br />
di Cristo”, aderendo fedelmente a lui, ricopiandone<br />
la vita e la morte in misura così totale<br />
da divenirne immagine perfetta. Egli ha<br />
voluto seguire le orme di Cristo e vivere come<br />
Lui, cercando la propria felicità nel possesso<br />
di Cristo e nella trasformazione in<br />
Cristo.<br />
A questo erano dirette anche le iniziative<br />
di riprodurre i gesti di Cristo e le scene della<br />
sua vita. Così, nel Natale del 1223, a<br />
Greccio egli rappresenta la nascita di Cristo<br />
a Betlemme, dando origine all’iniziativa del<br />
presepio, che diventerà una tradizione natalizia<br />
tale da varcare i secoli ed il continente<br />
europeo.<br />
Sull’esempio del Santo di Assisi, ogni<br />
Vescovo – e specialmente chi ha ricevuto<br />
una vocazione francescana – è chiamato a<br />
questa conformazione a Gesù Cristo. Lo richiede<br />
la stessa missione episcopale, che ci<br />
chiama a vivere in intima e profonda comunione<br />
di vita con il Signore. Lo ha efficacemente<br />
ricordato il Papa nel suo recente libro<br />
“Gesù di Narareth”, quando parlando dei<br />
discepoli mette in rilievo come il Signore<br />
scelse i Dodici «perché stessero con lui e<br />
per mandarli» e sottolinea: «I Dodici devono<br />
stare con lui per conoscere Gesù nel suo<br />
essere uno con il Padre e poter così diventare<br />
testimoni del suo mistero» (JOSEPH RAT-<br />
ZINGER - BENEDETTO XVI, Gesù di Nazareth,<br />
pag. 206).<br />
È attraverso la preghiera che veniamo<br />
interiormente conformati allo Spirito e ai<br />
sentimenti stessi di Gesù.<br />
San Francesco fu uomo di profondissima<br />
preghiera, anzi era un uomo «fatto preghiera»,<br />
e asseriva che «la virtù dell’orazione è<br />
da desiderarsi dal religioso sopra tutte le cose,<br />
perché senza di essa nessuno può progredire<br />
nel servizio di Dio» (SAN BONAVEN-<br />
TURA, Legenda Major).<br />
Ogni Vescovo deve riservare ogni giorno<br />
adeguato spazio alla preghiera. Non<br />
dobbiamo mai dimenticare le parole degli<br />
Apostoli: «Noi ci dedicheremo alla preghiera<br />
e al ministero della Parola» (Atti<br />
6,4). Dobbiamo essere convinti che il tempo<br />
dedicato alla preghiera è quello meglio<br />
impiegato. Il tempo dedicato alla preghiera<br />
è lavoro pastorale, perché la preghiera del<br />
Vescovo è sempre quella di un pastore che<br />
non può dimenticare davanti a Dio i fedeli a<br />
lui affidati. Il Vescovo, come Mosè con le<br />
mani alzate, ha anche il compito di intercedere<br />
per i suoi fedeli davanti a Dio.<br />
San Francesco, oltre ad essere un uomo<br />
di profonda preghiera, è stato “specchio e
CONVENTUS CARDINALIUM ET EPISCOPORUM <strong>OFM</strong><br />
splendore di ogni perfezione” (SAN BONA-<br />
VENTURA, Legenda Major). Anche nel Vescovo<br />
deve risplendere la vita di Gesù ed i<br />
fedeli nel suo volto devono poter contemplare<br />
le virtù che scaturiscono dal dono della<br />
grazia.<br />
Si tratta di crescere, cari confratelli, in<br />
particolare nelle virtù dell’obbedienza, della<br />
povertà e della castità. Esse rifulsero in San<br />
Francesco e in tanti Pastori, come luce capace<br />
di indicare anche agli altri il cammino.<br />
Il vero ubbidiente – diceva San Francesco<br />
– «è colui che non si preoccupa ovunque<br />
viene posto; chi non insiste perché sia<br />
cambiato di luogo; chi innalzato ad un ufficio<br />
si mantiene umilissimo: più è onorato e<br />
più si reputa indegno» (SAN BONAVENTURA,<br />
Legenda Major).<br />
Vivendo la virtù dell’obbedienza impariamo<br />
ad abbandonarci all’amore di Cristo,<br />
consapevoli che siamo soltanto umili servitori:<br />
è il Signore infatti che edifica, fa crescere<br />
e rinnova la sua Chiesa. Questa consapevolezza<br />
ci aiuta a vincere il rischio del<br />
protagonismo o di essere dei “liberi battitori”<br />
e a vivere l’affetto collegiale e la collaborazione<br />
solidale affinché la Chiesa cresca<br />
nella comunione su tutta la terra.<br />
Una virtù vissuta intensamente da San<br />
Francesco fu la povertà. Indicando questa<br />
virtù ai suoi frati diceva che essa «è una via<br />
speciale di salvezza perché alimento dell’umiltà<br />
e radice della perfezione». L’Esortazione<br />
Apostolica Pastores Gregis ha definito<br />
il Vescovo “vir pauper” e “procurator<br />
pauperum”. Effettivamente il Vescovo è<br />
“uomo povero” e “sostegno dei poveri” nella<br />
sequela di Cristo e promotore della sollecitudine<br />
della Chiesa verso i poveri. Crescendo<br />
in questa virtù, il Vescovo si apre alla<br />
Provvidenza del Padre e testimonia il<br />
primato dello spirito.<br />
Lo stile di vita semplice, sobrio e nello<br />
stesso tempo decoroso del Vescovo, è quanto<br />
mai significativo in una società consumistica<br />
ed economicista come quella attuale.<br />
La vita austera dei Santi Vescovi è sempre<br />
stata la testimonianza più eloquente delle<br />
parole del Signore: «Non di solo pane vive<br />
l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla<br />
bocca di Dio» (Mt 4,4).<br />
279<br />
Francesco conquistò la virtù della castità<br />
e «vegliava alla custodia di sé» volendo<br />
«conservare intatta l’interiore e l’esteriore<br />
purezza». Seguendone l’esempio, siamo<br />
aiutati a vivere il celibato consacrato quale<br />
espressione della donazione totale a Cristo,<br />
per amarlo con cuore indiviso. Il celibato,<br />
fondato sul libero dono di sé a Cristo in risposta<br />
alla sua chiamata, è un bene prezioso<br />
e particolarmente confacente alla vita sacerdotale.<br />
Tali virtù sono al fondamento della nostra<br />
missione episcopale e danno al Vescovo<br />
quell’autorevolezza morale che è indispensabile<br />
per essere credibile nell’esercizio<br />
dell’autorità che deve esercitare verso i<br />
fratelli.<br />
Vorrei poi fare un accenno all’amore di<br />
San Francesco alla Chiesa. Francesco,<br />
prendendo alla lettera le parole a lui rivolte<br />
dal Crocifisso di San Damiano, con le proprie<br />
mani ricostruì e restaurò le pareti vacillanti<br />
di quella chiesetta. Ma ben più ampio<br />
ed impegnativo era il mandato affidatogli e<br />
Francesco, forse senza rendersene conto all’inizio,<br />
lo seguirà fedelmente, prodigandosi<br />
insieme con i suoi frati, alla riforma della<br />
Chiesa mediante la predicazione e l’esempio,<br />
sempre in perfetta obbedienza alla legittima<br />
Autorità ecclesiale.<br />
Non mancavano anche ai suoi tempi coloro<br />
che volevano essere di Cristo, ma senza<br />
la mediazione della Chiesa. Francesco<br />
restò completamente estraneo a questi movimenti<br />
di opinione. Egli venerò la Chiesa<br />
Romana che chiamava “nostra madre”: per<br />
lui essa era la regola della fede.<br />
San Francesco ha “riparato” la Chiesa<br />
suscitando un movimento di riforma che ha<br />
avuto e continua ad avere un benefico influsso<br />
sulla vita cristiana: non ponendosi<br />
contro di essa, né prescindendo da essa, ma<br />
restandone figlio devoto ed ubbidiente. Proprio<br />
per questo la sua riforma ha portato abbondanti<br />
frutti. Senza atteggiarsi a maestro<br />
di nessuno, Francesco prese la via dell’imitazione<br />
di Cristo povero e crocifisso. A lui<br />
si unirono molti, desiderosi di seguirlo nel<br />
nuovo stile di vita evangelica.<br />
Questa lezione di Francesco rimane attuale<br />
più che mai: la Chiesa non si riforma
280 AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
con la contestazione, prendendo le distanze<br />
da essa, ma riformando se stessi, seguendo<br />
Cristo nella povertà, nell’umiltà, nell’amore<br />
e nell’obbedienza filiale.<br />
Ugualmente, l’amore a Dio ha portato<br />
Francesco ad essere contro ogni forma di<br />
odio e di violenza e a diffondere con la parola<br />
e con la testimonianza il rispetto di tutti,<br />
l’amore fraterno, la serenità e la pace.<br />
La luce accesa da San Francesco continui<br />
ad illuminare il cammino della nostra<br />
vita e vi aiuti a fare del Vangelo il criterio<br />
per affrontare le sfide che l’ora presente reca<br />
con sé.<br />
CARD. GIOVANNI BATTISTA RE<br />
9. Il «grazie» del Ministro generale<br />
Roma, S. Giovanni in Laterano,<br />
22 giugno 2007<br />
Cari fratelli Cardinali<br />
e Vescovi <strong>OFM</strong>,<br />
cari fratelli del Definitorio generale.<br />
Il nostro “Incontro di famiglia” sta per<br />
concludersi. Prima di rinnovare, però, la<br />
professione religiosa e di consegnarvi la<br />
Regola dei Frati Minori, in questa cornice<br />
così suggestiva della Basilica di San Giovanni<br />
in Laterano, luogo dove il nostro serafico<br />
padre san Francesco ottenne dal “Signor<br />
Papa” l’approvazione della proto-regola<br />
nel 1209, sento il bisogno di<br />
ringraziare.<br />
Grazie, prima di tutto, al Signore per<br />
averci chiamati a far parte della grande famiglia<br />
dei Frati Minori. Molti sono i motivi<br />
per i quali dobbiamo rendere costantemente<br />
grazie al «Padre delle misericordie»; ma<br />
come dice santa Chiara il primo e principale<br />
dono per cui dobbiamo rendere grazie a<br />
Colui che è il bene, tutto il bene, il sommo<br />
bene, è quello della nostra vocazione. A nome<br />
del Definitorio generale e mio personale<br />
desidero ringraziare anche voi, miei cari<br />
Fratelli Cardinali e Vescovi dell’Ordine dei<br />
Frati Minori, per aver risposto al mio invito<br />
a partecipare a questo “incontro di famiglia”.<br />
L’abbiamo pensato all’interno delle<br />
molteplici attività che il nostro Ordine sta<br />
portando avanti dal 2006, per prepararci a<br />
celebrare la grazia delle origini, l’VIII Centenario<br />
della fondazione del nostro Ordine<br />
nel 2009. Grazie per l’amore che manifestate<br />
verso l’Ordine, che continua ad essere<br />
la vostra casa e la vostra famiglia. Da parte<br />
dell’Ordine, state sicuri del nostro profondo<br />
ringraziamento per il servizio che prestate<br />
alla Chiesa, per lo stimolo che ci offrite nella<br />
fede, e per la testimonianza di minorità e<br />
di servizio, molte volte eroico, per le condizioni<br />
nelle quali vivete. Permettetemi che<br />
come Ministro e servo della Fraternità universale<br />
osi chiedervi: servite la Chiesa e le<br />
Chiese a voi affidate come Pastori vivendo<br />
il Vangelo che un giorno avete promesso di<br />
«osservare fedelmente come vostra Regola<br />
e vita»; lasciatevi trasformare dal Vangelo,<br />
come Francesco e Chiara, e il vostro servizio<br />
pastorale avrà un profilo spirituale ed<br />
umano inconfondibile, quello che ci fu dato<br />
quando entrammo a far parte di questa famiglia<br />
con la professione; alimentatevi costantemente<br />
con il Vangelo ed il vostro alimento<br />
sarà pane e bevanda per gli uomini e<br />
le donne affamati e assetati di valori autentici;<br />
siate, come gli apostoli e come Francesco,<br />
discepoli e missionari; ricordate sempre<br />
che la vostra missione, come pastori e<br />
francescani, è quella di «curare i feriti, fasciare<br />
i fratturati e correggere coloro che<br />
sbagliano» (3Comp 58).<br />
In questi giorni, oltre a pellegrinare tra i<br />
principali santuari francescani, seguendo i<br />
passi del nostro signor Papa Benedetto, –<br />
che solo qualche giorno fa abbiamo avuto la<br />
grazia di accompagnare nel suo pellegrinaggio<br />
«all’altare privilegiato della nostra<br />
memoria» e che ringraziamo di cuore per<br />
l’insegnamento che ci ha dato nella sua visita<br />
ad Assisi –, abbiamo riflettuto sulla Spiritualità<br />
del Vescovo francescano e sulla<br />
Dimensione ecclesiale della vocazione<br />
francescana. In questo contesto e alla presenza<br />
del Sig. Cardinale, Giovanni Re, Prefetto<br />
della Congregazione dei Vescovi, che<br />
ringraziamo per aver accettato il nostro invito<br />
a presiedere questa celebrazione eucaristica<br />
nella Basilica che è «Mater et caput<br />
omnium Ecclesiarum», desideriamo rinnovare<br />
ardentemente la nostra obbedienza ed
CONVENTUS CARDINALIUM ET EPISCOPORUM <strong>OFM</strong><br />
il nostro rispetto al Signor Papa. Chiamati<br />
a vivere la forma di vita evangelica che ci<br />
lasciò Francesco, e qui approvata da Innocenzo<br />
III nel 1209, manifestiamo la nostra<br />
ferma volontà di viverla nella Chiesa e con<br />
la Chiesa. Ringraziamo profondamente la<br />
Sede Apostolica per la fiducia che pone nel<br />
nostro Ordine chiamando tanti nostri fratelli<br />
all’episcopato.<br />
Cari Fratelli Cardinali e Vescovi <strong>OFM</strong>,<br />
al termine di questo nostro incontro vi abbraccio<br />
tutti e, in voi, abbraccio le vostre<br />
Chiese e, mentre raccomando me e l’Ordine<br />
alla vostra preghiera e vi assicuro la mia,<br />
imploro su voi e sul gregge che vi è stato affidato<br />
la benedizione del serafico padre e<br />
fratello Francesco: Il Signore vi benedica e<br />
vi protegga sempre.<br />
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro generale<br />
10. Cardenales y los Obispos <strong>OFM</strong> a los<br />
hermanos de la Orden de Frailes Menores<br />
Santa María de los Ángeles,<br />
el 21 de junio de 2007<br />
Paz y bien!<br />
Del 18 al 22 de junio de 2007, los Cardenales<br />
y los Obispos <strong>OFM</strong>, invitados por el<br />
Ministro General con su Definitorio, nos<br />
hemos encontrado en Asís, en torno al Santuario<br />
de la Porciúncula, lugar consagrado<br />
por la piedad y la veneración de Santa María<br />
de los Ángeles, lugar a donde Francisco<br />
llevó a sus doce primeros compañeros, porque<br />
quería que la Orden de los Menores creciese<br />
y se desarrollase bajo la protección de<br />
la Madre de Dios, el mismo lugar donde,<br />
por los méritos de la Virgen, la Orden había<br />
comenzado (Cfr. S. Buenaventura, Leyenda<br />
Mayor, IV, 5).<br />
Con todos los Hermanos Menores, como<br />
Hermanos Menores, nos disponemos a celebrar<br />
el VIII Centenario de la fundación de<br />
nuestra Orden; con vosotros queremos recorrer<br />
el camino que a todos nos lleve a reavivar<br />
la gracia de los orígenes; a vosotros nos<br />
unimos en la alabanza al Dios Altísimo,<br />
281<br />
grande y admirable Señor, misericordioso<br />
Salvador, que por sola su gracia nos llamó a<br />
seguir más de cerca las huellas de su Santísimo<br />
Hijo, nuestro Señor Jesucristo, invitándonos<br />
a abrazar, al modo del Hermano Francisco,<br />
la forma de vida del Santo Evangelio.<br />
En estos días de oración, reflexión y convivencia<br />
fraterna, hemos prestado particular<br />
atención a la dimensión eclesial del carisma<br />
franciscano –relator Fr. Herman<br />
Schalück, ex Ministro General de la Orden-,<br />
y a la espiritualidad franciscana en el Ministerio<br />
episcopal –relator Fr. Carlos Amigo<br />
Vallejo, cardenal arzobispo de Sevilla -.<br />
En la Iglesia que Cristo adquirió con su<br />
sangre, los Hermanos Menores hemos nacido<br />
para Dios como hijos en su Hijo; en la<br />
Iglesia hemos recibido el Espíritu Santo de<br />
Dios; en la Iglesia resuena para nosotros,<br />
como para Francisco, la auténtica Palabra<br />
de Dios; en la Iglesia participamos en los<br />
misterios de nuestra redención; en la Iglesia,<br />
por la acción del Espíritu Santo, nos hacemos<br />
de Cristo, nos dejamos transformar<br />
en Cristo, y, en Cristo, nos consagramos al<br />
Padre para amarlo con todo el corazón, con<br />
toda el alma, con todo nuestro ser.<br />
Unidos a vosotros en la vocación común,<br />
hacemos nuestra la vocación de Francisco<br />
al servicio de la Iglesia: “Francisco, ve y repara<br />
mi casa que, como ves, está toda en<br />
ruinas”. Con vosotros queremos amar a la<br />
Iglesia y servirla; con vosotros, en la Iglesia,<br />
queremos hacernos de tal manera dóciles<br />
a la acción de Espíritu Santo que seamos<br />
una voz profética que mantenga viva en todos<br />
una “incurable inquietud” por las cosas<br />
que todavía deben suceder. Con vosotros<br />
compartimos la admiración contemplativa<br />
por Cristo pobre y crucificado; con vosotros<br />
y como Francisco nos identificamos con el<br />
Evangelio y lo abrazamos como forma de<br />
vida y hacemos de él nuestra Regla; con vosotros<br />
somos Hermanos y Menores, y el<br />
servicio de la caridad que prestamos, apacentando<br />
como Obispos al Pueblo de Dios,<br />
es sólo un inesperado y admirable desarrollo<br />
de la vocación franciscana a la que todos<br />
hemos sido llamados.<br />
A vosotros, finalmente, os pedimos que<br />
permanezcáis cercanos de estos hermanos
282 AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
vuestros que prestan su servicio a la Iglesia<br />
en las diócesis que nos han sido confiadas<br />
para apacentarlas mediante un ministerio de<br />
caridad, muchas de ellas pobres, muchas en<br />
las fronteras de la fe cristiana, con frecuencia,<br />
viviendo el Santo Evangelio en un ambiente<br />
hostil. No nos dejéis solos.<br />
En este saludo a todos los Hermanos, los<br />
Cardenales y Obispos de la Orden aquí presentes,<br />
queremos agradecer al Ministro General<br />
y a su Definitorio que nos hayan ofrecido<br />
la ocasión de encontrarnos en convivencia<br />
fraterna, de reflexionar y orar en<br />
comunión, y de acercarnos al espíritu de<br />
Francisco de Asís acercándonos a los lugares<br />
en los que el Señor lo visitó con su gracia<br />
y su infinita misericordia – Fr. Fernando<br />
Uribe guió nuestra visita a los lugares franciscanos<br />
-.<br />
Gracias a la Conferencia de Ministros<br />
Provinciales de Italia y Albania, que nos ha<br />
acogido en su casa. Gracias a los Hermanos<br />
de la Provincia Franciscana de Asís, que<br />
tantas atenciones han tenido con nosotros y<br />
tantos servicios nos han prestado.<br />
Que a todos el Señor os bendiga y os<br />
guarde,<br />
Vuestros hermanos<br />
CARDENALES Y OBISPOS FRANCISCANOS<br />
presentes en el Encuentro<br />
11. Lettera del Ministro generale a Benedetto<br />
XVI<br />
Beatissimo Padre,<br />
ho la gioia di informare la Santità Vostra<br />
che, con l’entusiastico consenso della Congregazione<br />
per i Vescovi, dal 18 al 22 del<br />
corrente mese di giugno, ho radunato ad Assisi,<br />
presso la culla dell’Ordine, alla Porziuncola,<br />
e negli altri luoghi segnati dalla<br />
presenza del nostro fratello e padre Francesco,<br />
i Cardinali, gli Arcivescovi e i Vescovi<br />
dell’Ordine dei Frati Minori, per un incontro<br />
di gioiosa fraternità insieme con il Ministro<br />
generale e il suo Definitorio. L’incontro<br />
si è poi concluso a Roma il 22 giugno,<br />
con la solenne concelebrazione eucaristica<br />
nella Basilica papale di San Giovanni in La-<br />
terano, «caput et mater omnium ecclesiarum»,<br />
presieduta dal Sig. Cardinale Giovanni<br />
Battista Re, Prefetto della Congregazione<br />
per i Vescovi.<br />
L’esperienza, assolutamente inedita per<br />
la nostra Fraternità, mi è stata suggerita dall’approssimarsi<br />
dell’anno 2009, allorché,<br />
con tutta la grande Famiglia Francescana,<br />
celebreremo l’VIII Centenario di fondazione<br />
del nostro Ordine, nato dal cuore della<br />
Chiesa che al Laterano, nella persona di Innocenzo<br />
III, accolse Francesco e i suoi primi<br />
compagni, e ne confermò con autorità<br />
apostolica il propositum vitae da cui sarebbe<br />
poi scaturita la Regola approvata da Papa<br />
Onorio III nel 1223.<br />
Scopo primario dell’incontro di Assisi, è<br />
stato quello di aiutare i Frati Minori Cardinali<br />
e Vescovi a confrontarsi con la grazia<br />
delle origini perché, anche in essi, come in<br />
tutti i Frati, «resti salda nei suoi valori perenni,<br />
e al tempo stesso si rinnovi per dare<br />
una risposta autentica alle nuove<br />
domande» (BENEDETTO XVI, Discorso ai<br />
Religiosi e alle Religiose, Assisi, 17 giugno<br />
2007).<br />
Una provvidenziale circostanza ha poi<br />
consentito che l’incontro, già previsto nell’insieme<br />
delle iniziative avviate per celebrare<br />
le origini dell’Ordine, si svolgesse all’indomani<br />
del Suo apostolico pellegrinaggio<br />
nella Città serafica, da dove, in un clima<br />
di fervida adesione, ha riconsegnato agli<br />
uomini del terzo millennio, in particolare ai<br />
giovani, la testimonianza evangelica del<br />
Poverello.<br />
Le sono, pertanto, profondamente e filialmente<br />
riconoscente per aver additato<br />
Francesco come «uomo per gli altri, perché<br />
è fino in fondo un uomo di Dio».<br />
Nel corso di questa singolare esperienza<br />
di fraternità, che ha visto presenti 6 Cardinali<br />
e 65 Arcivescovi e Vescovi, è stata offerta<br />
a ciascuno la possibilità di approfondire<br />
la spiritualità del nostro servizio ecclesiale<br />
e lo stile che deve assumere il<br />
ministero episcopale nelle diverse Diocesi<br />
affidate alle cure di pastori francescani.<br />
Agli stessi è stata poi offerta la possibilità<br />
di rinsaldare i vincoli della comunione<br />
fraterna con la Chiesa che ha generato alla
CONVENTUS CARDINALIUM ET EPISCOPORUM <strong>OFM</strong><br />
vita della grazia il nostro Serafico Padre, e<br />
che ci ha accolti con il cuore del suo Vescovo<br />
Domenico Sorrentino.<br />
Nell’affidare alla Sua preghiera e alla<br />
Sua considerazione i frutti maturati in questi<br />
giorni, sento vivo il desiderio di confermare<br />
al “Signor Papa”, anche a nome di tutti<br />
i partecipanti, la nostra comune ed incondizionata<br />
fedeltà al Suo altissimo Magistero<br />
di Pastore universale della Chiesa, nonché<br />
la nostra filiale obbedienza, perché «saldi<br />
nella fede cattolica, osserviamo il santo<br />
Vangelo, così come abbiamo fermamente<br />
promesso» .<br />
Padre Santo, aiuti noi tutti Frati Minori<br />
ad essere «segni dell’amore di Cristo»,<br />
così come Francesco lo fu per il suo non facile<br />
tempo, fino a diventare, come recita<br />
l’Ufficio liturgico per la sua festa annuale<br />
«factus est... reconciliatio».<br />
Ancora grazie, Padre Santo!<br />
I Cardinali e i Vescovi “Frati Minori”,<br />
mio tramite, Le confermano il loro amore<br />
filiale, La pregano di benedirli ed auspicano<br />
con gioia che, il popolo cristiano veda in<br />
Lei il volto di Cristo Buon Pastore!<br />
La sua apostolica Benedizione si estenda<br />
anche sul sottoscritto Ministro generale,<br />
sui singoli Membri del Definitorio dell’Ordine<br />
e sui singoli Frati sparsi nel mondo,<br />
perché siamo ricolmati di ogni dono e siamo<br />
nel mondo seminatori di luce e di speranza!<br />
Roma, 29 giugno, 2007<br />
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro generale<br />
12. Lettera di ringraziamento al Card.<br />
Giovanni Battista Re<br />
Roma, 29 giugno 2007<br />
Eminenza Reverendissima,<br />
Il Signore Le dia Pace!<br />
Prima di partire per Nazareth, dove si<br />
terrà fra qualche giorno il Capitolo delle<br />
Stuoie dei Frati “under ten”, oltre ad assicurarLe<br />
il mio ricordo là dove sono avvenuti<br />
gli eventi della nostra Redenzione, desidero<br />
esprimerLe tutta la mia gratitudine, e<br />
quella del Definitorio generale, per avere<br />
partecipato alla giornata conclusiva dell’Incontro<br />
dei Cardinali e Vescovi <strong>OFM</strong> con il<br />
Definitorio dell’Ordine.<br />
Tale Incontro singolare e memorabile,<br />
per i Partecipanti e per il luogo in cui è avvenuto,<br />
Assisi – «l’altare della nostra memoria»<br />
–, non poteva non concludersi che<br />
in San Giovanni in Laterano, dove Francesco<br />
ebbe da Innocenzo III l’approvazione<br />
del suo proposito di vivere secondo il Vangelo.<br />
Presiedendo l’Eucaristia, ha reso ancor<br />
più preziosa questa giornata, poiché<br />
sarà per i nostri Cardinali/Vescovi e per noi<br />
Frati Minori, un richiamo costante all’essenziale:<br />
servire la Chiesa rendendo di nuovo<br />
affascinante il Vangelo, come Lei ha sottolineato<br />
nell’Omelia, intessuta di richiami<br />
ai momenti più significativi della vita di san<br />
Francesco e della sua spiritualità.<br />
Mi permetta, Eminenza, di ringraziarLa,<br />
anche per aver voluto condividere, in semplicità<br />
e fraternità, la nostra mensa nella<br />
Curia generale. Soprattutto per la sua benignità<br />
e cortesia che ha sempre avuto ed ha<br />
nei confronti del nostro Ordine.<br />
Che il Signore benedica la Sua vita e<br />
conforti il Suo prezioso servizio; san Francesco<br />
renda sempre lieto il suo cuore.<br />
Suo dev.mo nel Signore<br />
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro generale<br />
—————————-<br />
Sua Eminenza Rev.ma<br />
Card. GIOVANNI BATTISTA RE<br />
Prefetto Congregazione dei Vescovi<br />
CITTÀ DEL VATICANO<br />
283
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
1. Informe al encuentro de Presidentes<br />
de las Conferencias 2007<br />
Roma, Curia general, 07.05.2007<br />
MIENTRAS VAMOS DE CAMINO<br />
La Iglesia, y en ella la vida consagrada, en<br />
general, y la vida franciscana, en particular,<br />
está viviendo un tiempo “delicado y duro”,<br />
no exento de dificultades, “de tensiones y de<br />
pruebas”, pero también rico de esperanzas y<br />
proyectos innovadores (cf VC 13).<br />
Nuestra Orden no es una excepción.<br />
También en ella hay “luces” y “sombras”.<br />
Hay situaciones que nos preocupan, pero<br />
hay muchos motivos para la esperanza, particularmente<br />
si pensamos en los hermanos<br />
que, en todo el mundo, jóvenes y mayores,<br />
tratan de vivir en fidelidad creativa (cf VC<br />
37), cuanto un día todos hemos prometido.<br />
Tal vez no estemos atravesando un momento<br />
propicio para el optimismo, pero sí<br />
para la esperanza. En efecto, si el optimismo<br />
nace de nuestras propias fuerzas, de nuestros<br />
“carros y caballos”, entonces no hay muchos<br />
motivos para ser optimistas, ya que el número<br />
de los consagrados, y con ellos nosotros,<br />
sigue bajando, y consiguientemente nuestras<br />
fuerzas son cada vez menos, mientras que la<br />
edad media de todos nosotros sigue alzándose.<br />
Pero, por otra parte, si la esperanza nace<br />
de la fuerza de un Dios que escoge a los débiles<br />
según el mundo para confundir a los<br />
que se creen fuertes, entonces podemos afirmar<br />
que nuestro tiempo y nuestra realidad,<br />
lejos de inducirnos al desánimo, son muy<br />
propicios para la esperanza. Un tiempo y<br />
unas circunstancias ambiguas e inciertas, pero<br />
al mismo tiempo emocionates.<br />
¿A qué precio será posible tal esperanza?<br />
Mendicantes de sentido<br />
Vivimos en un tiempo en el que nos sentimos<br />
solicitados por muchas preguntas y<br />
por muchos interrogantes. Son preguntas<br />
que nos llegan de las personas con las que<br />
nos encontramos, de las situaciones históricas<br />
y eclesiales que estamos viviendo, y de<br />
lo más profundo de nuestro corazón, y que<br />
nos obligan a hacer claridad, a hacer verdad,<br />
sobre nuestra vida, y que al mismo<br />
tiempo nos obligan a sentirnos en camino,<br />
en búsqueda constante, y a pensarnos como<br />
“mendicantes de sentido”.<br />
Si no queremos perder el tren de la historia,<br />
si no queremos convertirnos en “intelectuales”<br />
de un pasado irremediablemente<br />
marchito o limitarnos simplemente a sobrevivir,<br />
poniendo en marcha estrategias sólo<br />
orientadas a configuar un futuro; y si, por el<br />
contrario, queremos “ser nosotros mismos,<br />
signos de vida legibles para un mundo sediento<br />
de un cielo nuevo y una tierra nueva”<br />
(Sdp 7), hemos de escuchar estas preguntas,<br />
aunque nos resulten molestas y cuestionen<br />
tantas “seguridades” acumuladas a lo largo<br />
de nuestra historia pasada y reciente. Si no<br />
queremos dar respuestas a preguntas que tal<br />
vez nadie se hace, y, si en cambio, queremos<br />
seguir siendo “signos humildes y sencillos<br />
de una estrella que áun titila en medio<br />
de la noche de los pueblos, atrayendo a todos<br />
hacia la centralidad de la vida” (Shc 9),<br />
hemos de sentirnos muy cercanos a nuestros<br />
contemporáneos para acompañarles en<br />
sus búsquedas sobre el sentido de la historia,<br />
de la existencia, y de la vida (cf Shc 6).<br />
No podemos ver esas preguntas como<br />
una amenaza, ni rechazar esas búsquedas<br />
como algo propio de quien no tiene un horizonte<br />
en la vida, no podemos verlas como<br />
provacaciones negativas, sino como solicitudes<br />
que nos están pidiendo una nueva y<br />
renovada opción de vida.<br />
En este contexto estamos llamados, hoy<br />
más que nunca, a reencontrar el sentido de<br />
lo que hacemos y de lo que vivimos, a reencontrar<br />
el sentido de nuestra opción de vida,<br />
revitalizando nuestra vida y misión, aunque<br />
ello comporte “podar el árbol viejo”. Eso es
286 AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
lo que hemos querido vivir y llevar a cabo<br />
en el año 2006 con la pregunta: “Señor,<br />
¿qué quiere que haga?”. Eso es lo que queremos<br />
vivir y llevar a cabo con una actitud<br />
constante de discernimiento, en la doble dirección<br />
que ya nos indicaba el Capítulo general<br />
del 2003: tomar conciencia de todo lo<br />
negativo que pueda haber en nuestras vidas<br />
y en nuestra sociedad, y, al mismo tiempo,<br />
abrir los ojos de la fe y de la esperanza para<br />
detectar, en medio de las crisis, todo lo positivo<br />
que hay entre nosotros y alrededor<br />
nuestro (cf Sdp 6). Y todo para “reproducir<br />
con valor la audacia, la creatividad y la santidad”<br />
de Francisco, “como respuesta a los<br />
signos de los tiempos que surgen en el mundo<br />
de hoy” (cf VC 37).<br />
Nuestras Conferencias, nuestras Entidades,<br />
nosotros mismos, ¿cómo nos estamos<br />
situando antes tantas preguntas que se nos<br />
hacen? ¿No estaremos, tal vez, viendo un<br />
poco de espaldas a una realidad que se nos<br />
antoja, o en parte lo es, perversa? ¿No será<br />
que estamos tan metidos en el mundo que<br />
ya no nos sentimos cuestionados por el<br />
mismo mundo? ¿No estaremos haciendo de<br />
la supervivencia nuestra máxima aspiración,<br />
en lugar de vivir la vida plenamente,<br />
con toda la certeza y hondura con que las<br />
circunstancias actuales requieren?. Si queremos<br />
una renovación profunda de la Orden<br />
hemos de asumir que dicha renovación<br />
no es una simple tarea, sino un modo de vida,<br />
que para nosotros asume la forma de<br />
“vivir el santo Evangelio de nuestro Señor<br />
Jesucristo”.<br />
Osemos vivir el Evangelio<br />
Como bien sabemos, para Francisco el<br />
Evangelio era la respuesta a sus anhelos<br />
más profundos de converso: “Esto es lo que<br />
yo quiero, esto es lo que yo busco, esto es lo<br />
que en lo más íntimo del corazón anhelo poner<br />
en práctica” (1Cel 22). Y desde que el<br />
Señor le dio el comenzar a hacer penitencia<br />
(cf Test 1), “su suprema aspiración, su más<br />
vivo deseo y su más elevado propósito, era<br />
observar en todo y siempre el santo Evangelio,<br />
y seguir la doctrina de nuestro Señor<br />
Jesucristo y sus pasos con suma atención,<br />
con todo cuidado, con todo el anhelo de su<br />
mente, con todo el fervor de su corazón”<br />
(1Cel 84).<br />
Por otra parte, convencido que Dios llamaba<br />
al mismo tenor de vida a los hermanos<br />
que, “por inspiración divina” (1R 2,1) se iban<br />
uniendo a él, el Poverello hizo del Evangelio<br />
el centro y la razón última de la forma vitae<br />
que les trasmitió: “ElAltísimo mismo me reveló<br />
que debía vivir según la forma del santo<br />
Evangelio. Y yo lo hice escribir en pocas y<br />
sencillas palabras y el Señor Papa me lo confirmó”<br />
(Test 14-15). Esta Regla no era sino<br />
una selección de textos evangélicos que recordaban<br />
a la Fraternidad el compromiso de<br />
seguir a Cristo en pobreza, humildad, sencillez<br />
y disponibilidad apostólica. Todo en la<br />
vida franciscana mira, desde sus orígenes, a<br />
que los hermanos “observemos la pobreza y<br />
la humildad y el santo Evangelio de nuestro<br />
Señor Jesucristo que firmemente prometimos”<br />
(2R 12,4). Con razón a punto de morir,<br />
Francisco, según nos relata su biógrafo, recomendó<br />
a sus hermanos “por encima de todas<br />
las demás disposiciones, el santo Evangelio”<br />
(2Cel 216).<br />
¿Qué supone vivir el Evangelio? Vivir el<br />
Evangelio supone contemplarlo asiduamente,<br />
recurrir a él para iluminar la vida, y<br />
buscar en él la respuesta a cualquier interrogante,<br />
especialmente antes de cualquier decisión<br />
importante, como hizo Francisco. Vivir<br />
el Evangelio supone darle una prioridad<br />
real en la propia vida y en la vida de la Fraternidad,<br />
ponerlo en primer lugar y más allá<br />
de cualquier convencionalismo y de cualquier<br />
otra ley humana. Vivir el Evangelio<br />
supone leerlo, escucharlo e interpretarlo en<br />
el Espíritu, con la ayuda del mismo Espíritu<br />
mediante el cual fue escrito (cf DV 12),<br />
de tal forma que se transforme en “espíritu<br />
y vida” (1R 22,41), y se evite cualquier fundamentalismo<br />
o literalismo esclavizante.<br />
Vivir el Evangelio supone restituir cuanto<br />
se ha leído y esuchado “con la palabra y el<br />
ejemplo” (Adm 7,4). Dicha restitución es la<br />
garantía de que la escucha ha sido vivificada<br />
por el Espíritu de Dios. Sólo si el Evangelio<br />
incide en la vida y la transforma se<br />
puede reconocer la acción del Espíritu que<br />
vivifica al creyente y no lo deja en la muerte<br />
de la letra.
Por otra parte, “osar vivir el Evangelio”<br />
significa vivirlo en radicalidad. Es significativo<br />
que Francisco cite tantos textos radicales<br />
del Evangelio en sus escritos (cf 1R<br />
1), y más significativo, todavía, es el radicalismo<br />
de su vida. A través de ese radicalismo,<br />
Francisco ha mostrado que el Evangelio,<br />
más que una doctrina es una vida. Por<br />
ello Francisco “meditando constantemente<br />
las palabras del Señor” (2Cel 84), lo que<br />
pretendía era seguir la vida, el ejemplo y las<br />
huellas de Jesucristo.<br />
Cuantos hemos prometido “seguir más<br />
de cerca” a Jesucristo (cf CCGG 5), no podemos<br />
menos de hacer nuestras las actitudes<br />
radicales de Francisco, no podemos menos<br />
de volver al Evangelio y vivirlo con la<br />
inmediatez con que él lo hizo: “Rebosando<br />
de alegría, se apresura inmediatamente el<br />
santo Padre a cumplir la doctrina saludable<br />
que acaba de escuchar, no admite dilación<br />
alguna en comenzar a cumplir con devoción<br />
lo que había oído” (1Cel 22).<br />
El tema de este segundo año del proyecto<br />
la gracia de los orígenes –osemos vivir el<br />
Evangelio-, nos sitúa existencialmente delante<br />
del Evangelio que un día hemos prometido<br />
“observar” como “Regla y vida”:<br />
“La Regla y vida de los Hermamos Menores<br />
es ésta: observar el santo Evangelio de<br />
nuestro Señor Jesucristo” (2R 1,1). Con<br />
gran lucidez en el Capítulo general del 2003<br />
hemos confesado que “vemos la necesidad<br />
de no domesticar las palabras proféticas del<br />
Evangelio para adaptarlas a un estilo de vida<br />
cómodo” (Sdp 2). ¿Tendremos ahora la<br />
audacia de vivir coherentemente lo que entonces<br />
sentimos como urgencia?<br />
La escucha del Evangelio en el Espíritu<br />
no admite dilación alguna. El Evangelio<br />
nos lanza un desafío: el desafío de escucharlo,<br />
e, inmediatamente, restituirlo “con<br />
las palabras y con las obras”. En esto nos<br />
estamos jugando la renovación profunda de<br />
la Orden o, lo que es lo mismo, su significatividad<br />
presente y futura.<br />
Para vislumbrar el futuro del franciscanismo<br />
lo único que tenemos que hacer los<br />
franciscanos de hoy es mirarnos a un espejo:<br />
¿se ve en nosotros el constante compromiso<br />
con el Evangelio? ¿se percibe au-<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 287<br />
dacia evangélica en nuestras vidas? ¿o se<br />
ha apagado el brillo evangélico que se vislumbraba<br />
en la vida de Francisco y de tantos<br />
hermanos nuestros en estos 800 años<br />
de historia? Lo que nosotros somos ahora<br />
eso será el francicanismo del futuro. Si no<br />
queremos que en nuestra existencia se nos<br />
reseque el alma y se marchite la vida, si no<br />
queremos vivir vacíos y autodestruirnos,<br />
hemos de volver al Evangelio. Sin un<br />
compromiso con la Palabra, no enterraremos<br />
brasas para el futuro. Si no dedicamos<br />
tiempo a sumirnos en el Evangelio debido<br />
a los trabajos evangélicos que realizamos,<br />
estamos convirtiéndonos a nosotros mismos<br />
y el trabajo que realizamos en un<br />
dios. Si no queremos que la próxima generación<br />
sea un aborto o nazca muerta, volvamos<br />
al Evangelio, convirtámonos al<br />
Evangelio, tengamos la osadía de vivir el<br />
Evangelio.<br />
¿Qué estamos dispuestos a hacer a nivel<br />
individual, de Entidades o de Conferencias<br />
para revitalizar nuestra vida y misión a base<br />
del Evangelio? ¿Qué cambios más urgentes<br />
se nos están pidiendo para osar vivir<br />
el Evangelio?<br />
Actualicemos las estructuras<br />
para revitalizar la vida y misión<br />
A menudo vivimos una curiosa situación.<br />
Mientras que, por un lado, nos damos<br />
cuenta que algo nuevo nos está diciendo y<br />
exigiendo el Espíritu en las circunstancias<br />
en que vivimos, por otro, mantenemos demasiadas<br />
ataduras o nos dejamos dominar<br />
por fuerzas que neutralizan y extorsionan<br />
nuestro deseo de pasar de lo bueno a lo<br />
mejor. ¿Qué es necesario para realizar este<br />
salto de cualidad?<br />
Para salir del impás que supone dicha situación<br />
lo primero que estamos llamados a<br />
realizar es hacer aflorar toda la riqueza interior<br />
que llevamos dentro de nosotros mismos<br />
y de nuestras fraternidades locales y<br />
provinciales. En este momento es necesario<br />
que logremos clarificar, identificar, describir,<br />
proponer, celebrar y agradecer los signos<br />
de vitalidad que el Espíritu está llevando<br />
a cabo en nuestra vida. Esto nos haría recuperar<br />
la esperanza, si la hemos perdido, y
288<br />
abrirnos al futuro sin rendirnos ante situaciones<br />
difíciles o de precariedad.<br />
No podemos seguir pensando que lo único<br />
que cuenta es el número y la edad. Para<br />
ser válida, nuestra vida no requiere masas,<br />
y para probar su validez, no son indispensables<br />
multitudes. Para nosotros lo importante<br />
debería ser simples centinelas en la muralla,<br />
vigilantes en la noche, cornetas al<br />
amenecer, faros en la distancia. Nuestra<br />
función es la de ser voz y llamada, presencia<br />
y profecía para el mundo, no simple mano<br />
de obra. La calidad, no sólo la cantidad,<br />
es lo que ha de marcar y significar nuestra<br />
vida en este contexto que estamos viviendo.<br />
Se hace necesario, por tanto, que, nosotros<br />
que nos decimos Menores, nos convirtamos<br />
a la espiritualidad del empequeñecimiento,<br />
dejar de lamentar las deficiencias y los males<br />
que nos aquejan, y abrirnos a la profecía,<br />
teniendo la valentía de remover lo que sofoca<br />
la fidelidad creativa.<br />
Para ello, es necesario abrirnos al misterio<br />
y recuperar la capacidad de asombro y<br />
de búsqueda. Es necesario que superemos<br />
la gran dosis de egocentrismo que sufrimos<br />
y nos abramos a un proyecto común, a la<br />
colaboración entre nosotros, con los otros<br />
religiosos y con los laicos. Es necesario que<br />
recuperemos la libertad interior que nos impide<br />
movernos, abrirse, osar. Es necesario,<br />
en definitiva, que volvamos al amor primero<br />
(cf Ap 2,4), reviviendo el don que se nos<br />
ha concedido (cf 2Tim 1,6).<br />
En todo este proceso de revitalización de<br />
nuestra vida y misión considero nuclear:<br />
cuidar a las personas y ajustar las estructuras,<br />
hacer de la dimensión contemplativa<br />
nuestra prioridad entre las prioridades, y de<br />
la vida fraterna en comunidad nuestro signo<br />
ante el mundo dividido y fragmentado,<br />
abrirnos a los nuevos areópagos de misión.<br />
No pudiendo tratar todos estos aspectos<br />
en este momento, deseo detenerme sobre el<br />
primer punto que acabo de señalar: cuidar<br />
de las personas y ajustar las estructuras.<br />
Cuidar de las personas<br />
y ajustar estructuras<br />
La historia nos enseña cómo las estructras,<br />
que deberían ser medios para expandir<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
y crecer en todos los sentidos, no pocas veces<br />
han sido medios para aprisionar a las<br />
personas. En cualquier proceso de renovación<br />
hemos de priorizar a la persona. La estructura<br />
fundamental de nuestra Orden, dijo<br />
el Consejo plenario de Guadalajara en el<br />
2001, es la persona en relación. Sin personas<br />
no hay profetas, ni santos, ni apóstoles,<br />
ni vida franciscana. Todas las estructuras<br />
jurídicas, los itinerarios espirituales y formativos,<br />
las obras apostólicas, son mediaciones<br />
para que las personas logren la santidad<br />
de vida en el seguimiento de Jesús, y<br />
trabajen en la transformación del mundo según<br />
el designio de Dios.<br />
¡Cuidemos, pues, la persona del hermano!<br />
Esto se logra si le ayudamos a revivir la<br />
pasión inicial y la fresca disponibilidad de<br />
quien consiente y acepta ser todo para Dios<br />
y para los demás; si le posibilitamos ofrecer<br />
el testimonio de su íntima experiencia de<br />
oración; si le ayudamos a introducirse en el<br />
camino de la formación permanente que<br />
permite el cambio de pensar, de sentir y de<br />
actuar, según la forma vitae que nos dejó<br />
Francisco; si le colocamos en el lugar adecuado,<br />
sin someterlas al estrés al que están<br />
sometidas tantas veces los hermanos para<br />
conservar ciertas estructuras.<br />
Todo esto exige ajustar las estructuras<br />
para que sean más ágiles, menos complejas<br />
y menos subyugante. Todo ello está exigiendo<br />
que nos abramos a la reestrucutración<br />
y a la interprovincialidad.<br />
La reestructuración<br />
No podemos tener hoy las mismas estructuras<br />
materiales que ayer, pues somos<br />
muchos menos y más ancianos. Es necesario<br />
que las Provincias y demás Entidades se<br />
reestructuren.<br />
Esta reestructuración puede ofrecernos<br />
la posibilidad de volver a lo esencial ((cf<br />
Sdp 2), y de revisar nuestra misión para situarla<br />
en su centro, e iniciar camino inéditos<br />
de presencia y de testimonio (cf Shc 33).<br />
Por otra parte, la reestructuración nos posibilitará<br />
emplear mejor los recursos que tenemos<br />
(humanos y económicos), a la vez<br />
que nos posibilitará responder a tantas llamadas<br />
en favor de la solidaridad.
La reestructuración no puede verse sólo<br />
como una exigencia de nuestras debilidades,<br />
sino como un signo de los tiempos, un<br />
medio necesario en estas circunstancias para<br />
fortalecer nuestra vida y misión, y crear<br />
un proyecto de futuro para el franciscanismo.<br />
No pidamos milagros a la reestructuración.<br />
Si no tenemos voluntad de cambiar, de<br />
revitalizarnos, recorganizar, reestructurarnos<br />
valdrá para bien poco.<br />
La Orden está viviendo distintos procesos<br />
de reestructuración. Hay un camino que<br />
podemos llamar de interprovincialidad o de<br />
estrecha colaboración entre distintas Entidades.<br />
Esta interprovincialidad hunde sus<br />
raíces teológicas en la eclesiología de comunión<br />
y en el sentido que la Orden posee<br />
de ser una única Fraternidad.<br />
Dada la debilidad de algunas Entidades,<br />
se está haciendo imposible que por sí solas<br />
desarrollen plenamente todos los objetivos<br />
que nuestro proyecto franciscano le asignan.<br />
Es la hora de aunar las fuerzas, de colaborar<br />
a partir de proyectos comunes. El<br />
establecimiento de comunidades interprovinciales<br />
en el campo de la formación y de<br />
la evangelización, y de fraternidades internacionales<br />
expresan bien el camino de colaboración<br />
y de interprovincialidad que se está<br />
abriendo en la Orden.<br />
Otro camino es el que contempla la fusión<br />
y prevé el nacimiento de una nueva realidad<br />
o Entidad. Se ha dado en Francia hace<br />
ya años, y en Hungría recientemente; se<br />
está preparando en Austria y luego en Alemania.<br />
La disminución del número de hermanos<br />
y la debilitación de las estructuras<br />
obligará a otras Entidades a dar este paso.<br />
Algunas ya se lo están planteando seriamente.<br />
Otro camino es el de la creación de nuevas<br />
Entidades, que hasta hace poco dependían<br />
de sus “provincias madres”, como ha<br />
sucedido en este sexenio con la Provincia<br />
de Ucrania, la Custodia autónoma de Mozambique,<br />
la nueva Custodia de Guinea Bisau,<br />
y muy pronto sucederá con las nueva<br />
Custodia autónoma en Filipinas y una Custodia<br />
dependiente en India, entre otras.<br />
Los caminos son distintos, pero de lo<br />
que hemos de estar convencidos es que en<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 289<br />
un mundo globalizado en el que persisten<br />
contradictoriamente las individualidades,<br />
los proyectos personales acaparadores y la<br />
voz de los poderosos y fuertes, hemos de<br />
apostar por la unidad, la colaboración y comunión<br />
como instrumento de cara a vivir<br />
mejor nuestra vida y misión.<br />
La reestructuración de que estamos hablando<br />
supone: superar el provincialismo<br />
atrincherado que tantas veces vivimos, así<br />
como: superación de prejuicios mutuos,<br />
culturales, regionales, que puedan dificultar<br />
el acercamiento, el intercambio y la colaboración<br />
Cristerios a seguir en la reestructuración<br />
Entre los principales criterios a seguir,<br />
en mi opinión, los más importantes son los<br />
siguientes:<br />
1. Ante todo, buscar ser fieles al Espíritu,<br />
aquí y ahora.<br />
2. Dejarse guiar por el principio del realismo,<br />
y el sincero deseo de alcanzar el<br />
bien de la Orden.<br />
3. No partir de un plan preconcebido, sino<br />
iniciar un proceso. Esto exige tomarse<br />
tiempo, pero de forma activa, y conocer<br />
mejor los pro y los contra de cualquier<br />
reestructuración. Comenzar con la sensibilización<br />
y estudio de todos los aspectos<br />
que afectan a este proceso.<br />
4. Tomar conciencia amplia con visión de<br />
futuro y crear clima de participación y de<br />
corresponsabilidad de todos los implicados.<br />
En la reestructuración se ha de implicar<br />
el mayor número posible de hermanos.<br />
5. Hacer un plan en el que se tenga en cuenta<br />
la presencia franciscana en lugares<br />
significativos, históricamente hablando,<br />
con nuevas presencias que respondan a<br />
los signos de los tiempos y de los lugares.<br />
Es importante elaborar un “mapa<br />
franciscano” que tenga en cuenta estos<br />
dos aspectos.<br />
6. Contar con las tradiciones adquiridas,<br />
las idiosincrasias, las culturas y las lenguas<br />
de los territorios. Hay que tener<br />
presente que los sentimientos cambian<br />
mucho más lentamente que las estructuras<br />
externas. Por eso, en el cambio hay
290<br />
que proceder pedagógicamente.<br />
7. Las personas mayores deben estar seguras<br />
de que no se les va a pedir desarraigos,<br />
pero las jóvenes deben estar disponibles<br />
a emprender proyectos comunes<br />
con otras personas y en otros lugares.<br />
El papel de las Conferencias<br />
Las Conferencias de Ministros Provinciales<br />
tienen una gran importancia para la<br />
Orden en estos momentos en que la animación<br />
de la vida y misión de los hermanos está<br />
tomando el protagonismo que le corresponde,<br />
y en el que sentimos fuerte la llamada<br />
a caminar juntos en el respeto de cada<br />
uno.<br />
Si mucho es el camino recorrido, también<br />
es cierto que mucho queda todavía por<br />
hacer para que dichas estructuras a nivel intermedio,<br />
entre el Definitorio general y las<br />
Provincias o Custodias, respondan a cuanto<br />
le asignó el Consejo Plenario de la Orden de<br />
Guadalajara en el 2001, algunas de las cuales<br />
pasaron luego a los Estatutos Generales.<br />
Según dicho Consejo, las competencias<br />
de las Conferencias de Ministros son de dos<br />
tipos: unas que hacen referencia a la organización<br />
de la presencia franciscana en el propio<br />
territorio, otras que se refieren a formantar<br />
mayor solidaridad entre todas las<br />
entidades de la Orden.<br />
En cuanto a la organización de la presencia<br />
franciscana en el propio territorio, las<br />
Conferencias, según el Consejo plenario<br />
antes citado, deben dar su juicio sobre la<br />
creación, unión y supresión de una Entidad<br />
en el propio territorio. En lo referente a formantar<br />
mayor solidaridad entre las distintas<br />
Entidades, el Consejo plenario 2001 propuso<br />
que las Conferencias deben sostener la<br />
vida, la formación y la misión de los frailes<br />
en el propio territorio, y las actividades de<br />
evangelización misionera y de la “implantatio<br />
Ordinis” en los territorios de misión;<br />
así como ayudar con personal y económicamente<br />
a las Entidades de la Conferencia, o<br />
fuera de ella, en dificultad y en necesidad.<br />
De lo dicho, el papel de las Conferencias<br />
apunta ciertamente a compartir la participación<br />
en el gobierno de la Orden, pero, sobre<br />
todo, a vivir en red con convicción y volun-<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
tad de crecer en una fraternidad sin barreras<br />
ni fronteras, lo que no sólo es una forma de<br />
comportarse, sino de ser que revitaliza y reorganiza<br />
nuestra vida y misión. Desde la<br />
Iglesia casa de comunión, la Orden no puede<br />
menos de caminar hacia esa comunión<br />
que nos lleva a romper barreras y construir<br />
puentes. Las Conferencias están llamadas a<br />
ser instrumentos que ayuden a las Entidades<br />
a caminar hacia la interdependencia dinámica,<br />
y a la pronta disponibilidad para solidarizarnos,<br />
no sólo con las entidades de la<br />
misma región, sino con la Orden. Las Conferencias<br />
están llamadas a ser instrumentos<br />
al servicio de una intensa vida fraterna entre<br />
las Entidades de una misma región y de éstas<br />
con la Orden. Estamos llamados a crecer<br />
en la unidad en el respeto de la diversidad.<br />
En esta dirección mucho es lo que pueden<br />
ayudar las Conferencias, a condición de que<br />
no pasemos de la autorreferencialidad de<br />
las Provincia a la autorreferencialidad de<br />
las Conferencias, del provincialismo al conferencialismo.<br />
Se hace urgente crecer en el<br />
sentido de pertenencia a la Orden.<br />
A modo de conclusión<br />
Lo dicho a lo largo de mi intervención<br />
nos coloca delante de lo que debería ser la<br />
preocupación principal en estos momentos:<br />
la constante búsqueda de vitalidad o calidad<br />
de vida evangélica. En este contexto es<br />
necesario recordar que la renovación siempre<br />
ha sido eficaz cuando ha brotado de la<br />
“exuberencia” de la santidad, para no bajar<br />
la guardia ante la necesidad de proseguir la<br />
cualificación espiritual y apostólica de las<br />
personas. Aún en medio de la carencia de<br />
vocaciones y del real envejecimiento que<br />
sufren algunas de nuestras Entidades, la opción<br />
que queremos hacer es una opción por<br />
la vida y por la esperanza de encontrar modos<br />
de reforzar el crecimiento de personas y<br />
de comunidades, para un servicio más comprometido<br />
en la misión evangelizadora de<br />
la Iglesia, según las necesidades actuales.<br />
Esto lleva a priorizar el valor universal de la<br />
Orden sobre los intereses, muy importantes<br />
por otro lado, de las Entidades individuales.<br />
De ahí que hablemos más de internacionalidad<br />
e interculturalidad, que, sin duda, es
una de las vías obligadas a recorrer en los<br />
próximos años.<br />
Estos planteamientos, que no son ciertamente<br />
novedosos, deberían llevarnos a tomar<br />
las siguientes resoluciones:<br />
• Repensar y revitalizar nuestro carisma<br />
en todo su dinamismo y universalidad,<br />
en su estilo de vida y misión. En esta tarea<br />
no podemos ahorrar esfuerzo alguno.<br />
Todo lo que hagamos será siempre poco.<br />
Además, esta tarea no admite dilación<br />
alguna.<br />
• Revitalizar los proyectos comunes, incluso<br />
a base de sacrificar proyectos buenos<br />
de las Entidades particulares.<br />
• Concentrar esfuerzos en todos los ámbitos:<br />
animación, formación, apostolado y<br />
economía.<br />
• Itinerancia de personal, para estar allí<br />
donde sea más urgente nuestra presencia.<br />
• Superar la mentalidad de gheto, sobre todo<br />
cuando el goberno es bastante descentralizado,<br />
como en nuestro caso.<br />
Trabajemos en solidaridad y la comunión.<br />
Ésta es nuestra gran responsabilidad.<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 291<br />
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro general<br />
2. Omelia per la festa di<br />
S. Maria Mediatrice<br />
Roma, chiesa S. Maria Mediatrice,<br />
09.05.2007<br />
NON HANNO PIÙ VINO<br />
Carissimi fratelli e sorelle,<br />
il Signore vi dia pace.<br />
Celebriamo oggi la festa di Santa Maria<br />
Mediatrice, titolare di questa Chiesa e della<br />
nostra strada; protettrice e mediatrice di<br />
questa Fraternità e di questo quartiere. Per<br />
noi, che ogni giorno spezziamo il pane della<br />
Parola e dell’Eucaristia in questa Chiesa,<br />
che abitiamo in questa strada è un giorno di<br />
festa. E per noi che oggi siamo qui presenti,<br />
la festa è particolarmente sentita anche per<br />
la presenza dei confratelli Presidenti delle<br />
nostre Conferenze, sparse in tutto il mondo.<br />
La festa rafforza la vicinanza, la comunione<br />
e l’amore fraterno e per questo, con il<br />
salmista, possiamo confessare: O quanto è<br />
bello che i fratelli e le sorelle stiano insieme.<br />
La festa irrobustisce la speranza, poiché anche<br />
se ci sentiamo deboli, fragili e bisognosi,<br />
sappiamo che c’è Maria, la “piena di grazia”,<br />
“la corredentrice col Redentore, la mediatrice<br />
accanto al mediatore”, pronta per<br />
intercedere per noi, per presentare al suo Figlio<br />
i nostri bisogni – “non hanno più vino”–<br />
come un giorno fece a Cana. La festa alimenta<br />
la nostra fede, poiché sappiamo che<br />
Gesù è pronto a trasformare la nostra acqua<br />
in vino, la nostra mancanza d’amore in amore,<br />
come fece a Cana per intercessione di<br />
Maria sua e nostra madre. La festa ci riempie<br />
di gioia, poiché sappiamo che a casa o<br />
nel “chiostro del mondo” Maria è sempre vicino<br />
a noi, come una madre, che ci ama e ci<br />
nutre, come una madre, che ci guida e ci accompagna<br />
nel nostro cammino verso Gesù.<br />
Facciamo festa! Si rallegri il nostro cuore,<br />
perché in Maria Dio ci ha benedetto e ha fatto<br />
risplendere il suo volto di pace e misericordia<br />
su tutti noi. Facciamo festa! Lodiamo<br />
il Signore, rallegriamoci, perché in Maria il<br />
Signore ci ha dato la madre e la mediatrice<br />
di grazia, l’avvocata dei peccatori, la regina<br />
della misericordia.<br />
Ma vogliamo anche accogliere, con cuore<br />
aperto e generoso, il messaggio che, attraverso<br />
le letture proclamate, il Signore ci<br />
comunica in questa giornata di festa. Abbiamo<br />
ascoltato: “Non hanno più vino”.<br />
Notiamo che Maria non dice “non c’è più<br />
vino”, ma: “non hanno più vino”. Questa è<br />
più che una sfumatura. L’accento viene<br />
messo non sulla mancanza di vino, ma sulla<br />
situazione in cui si trovano le persone<br />
presenti allo sposalizio.<br />
«Non hanno più vino». È questa, cari<br />
fratelli, la realtà dell’Antica Alleanza, simboleggiata<br />
nello “sposalizio a Cana di Galilea”.<br />
Nell’Antica Alleanza, nel cuore della<br />
quale si trova la Torah donata a Israele, esisteva<br />
l’osservanza, ma mancava l’amore,<br />
simboleggiato nel vino. C’erano tanti sacrifici,<br />
atti rituali, ma, come denunciano spesso<br />
i profeti, mancava la misericordia, mancava<br />
la gioia.
292<br />
Ed ecco allora una prima applicazione<br />
alla nostra vita. La vita cristiana, la vita religiosa,<br />
è un patto, un’alleanza tra Dio e ciascuno<br />
di noi. In questo patto, però, può venire<br />
a mancare il vino, cioè l’amore, la misericordia<br />
e la gioia. Allora tutto diventa<br />
arido, sterile; la vita perde di senso, la nostra<br />
testimonianza perde la gioia, il nostro<br />
camminare si fa pesante e triste, la fedeltà<br />
facilmente si trasforma in semplice osservanza<br />
delle norme che, senza il vino dell’amore,<br />
della misericordia e della gioia, riducono<br />
in schiavitù. Nella nostra vita e in<br />
quella delle nostre Entità non mancherà forse<br />
un poco di vino, di amore?<br />
Se fosse questa la nostra situazione, la situazione<br />
delle nostre Entità e Conferenze,<br />
c’è Maria che per noi dice a Gesù: “Non<br />
hanno più vino”. Nel testo il segno del vino<br />
è di carattere prevalentemente cristologico,<br />
ma Maria ha un ruolo particolare: con il suo<br />
intervento premuroso spinge il figlio a rivelare<br />
la sua gloria. In questo modo Maria è<br />
realmente mediatrice della rivelazione di<br />
Gesù e della fede dei discepoli. Maria non<br />
supplisce Gesù, ma sollecita Gesù.<br />
Il compito di Maria non è soltanto quello<br />
di sollecitare Gesù a compiere il suo primo<br />
segno, ma lei stessa si presenta come segno<br />
in quanto donna fedele, avendo detto<br />
“si”, perché ha creduto, perché ha amato;<br />
Maria è gioiosa, perché è sicura della fedeltà<br />
di Dio alle sue promesse (Lc 1, 45-55)<br />
La fedeltà di Maria è fatta di distacco e<br />
povertà, di contemplazione e di croce, di disponibilità<br />
e fiducia. Maria inizia credendo<br />
alla fedeltà di Dio, la sua fedeltà si fonda su<br />
Colui al quale “nulla è impossibile” (Lc 1,<br />
37) e che “ha guardato l’umiltà della sua<br />
serva” (Lc 1, 48). La fedeltà di Maria conosce<br />
momenti difficili e dolorosi: non comprende<br />
il senso recondito della risposta del<br />
Figlio nel tempio (Lc 2, 50) e soffre il suo<br />
angoscioso martirio presso la croce (Gv 19,<br />
25). Ma la sua fedeltà, crescendo in consapevolezza<br />
e in fecondità, si esprime in una<br />
gioia serena e silenziosa.<br />
Cari fratelli e sorelle, anche nella nostra<br />
vita non mancano momenti di crisi. Anche<br />
nella nostra vita, a volte, può mancare il vino.<br />
Tenendo presente il primo segno com-<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
piuto da Gesù e ciò che compie Maria, è il<br />
momento di essere “lieti nella speranza”<br />
(Rm 12, 12). È il momento di ravvivare la<br />
volontà di vivere la “gioia della fedeltà”.<br />
Non siamo soli, Maria Vergine Madre e<br />
Mediatrice di grazia, è con noi. E se lei è<br />
con noi, allora anche nei momenti di crisi<br />
profonda “spunterà la luce” e ci sarà letizia<br />
ed esultanza. L’acqua si trasformerà vino: il<br />
vino del amore, della fedeltà, della gioia. E<br />
tornando al primo amore ci sarà festa, la festa<br />
di un nuovo sposalizio, questa volta definitivo<br />
tra Dio e noi. E con Maria canteremo:<br />
L’anima mia magnifica il Signore e il<br />
mio spirito esulta in Dio, mio salvatore.<br />
Maria di Nazaret, di Betlem, di Cana,<br />
del Calvario, di Pentecoste:<br />
intercedi per noi, perché nelle nostra vita<br />
non manchi mai il vino e l’amore.<br />
Intercedi per noi, perché nella nostra<br />
missione non manchi mai la gioia.<br />
Maria, Mediatrice di grazia,<br />
prega per noi ora e sempre!<br />
Amen.<br />
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro generale<br />
3. Carta a los Hermanos jóvenes de la<br />
Orden con ocasión del 3er. Capítulo<br />
de la Esteras<br />
Roma, 27.05.2007<br />
HACED LO QUE ÉL OS DIGA<br />
1. Está a punto de celebrarse el III Capítulo<br />
Internacional de la Esteras para los<br />
hermanos jóvenes de la Orden. El primero<br />
se celebró, en 1995, en Santiago de Compostela<br />
(España), el segundo, en 2001, en<br />
Canindé (Brasil), el tercero se celebrará en<br />
Tierra Santa, del 1 al 8 de julio de 2007.<br />
Aprovechando esta ocasión deseo dirigirme<br />
a todos vosotros, queridos hermanos jóvenes<br />
de la Orden.<br />
Lo hago para continuar el diálogo que he<br />
mantenido con muchos de vosotros al visitar<br />
muchas de las Provincias o Custodias de<br />
nuestra Orden. Lo hago para deciros cuánto<br />
os amo y cuánto espero de vosotros, y cuán-
to os ama y espera de vosotros la Orden. Lo<br />
hago con el firme deseo de hacerme presente<br />
en vuestro camino. Me gustaría poder dar<br />
respuesta a todas vuestras preguntas y aportar<br />
un poco de luz en vuestras búsquedas,<br />
pero, si no lo logro, sabed al menos que<br />
vuestro hermano Ministro y siervo no se<br />
siente distante de vuestras preguntas, ni ajeno<br />
a vuestras búsquedas, sino que comparte<br />
vuestros gozos y esperanzas 1 , vuestras luchas,<br />
dificultades y alegrías, así como vuestros<br />
miedos y vuestros sufrimientos en el<br />
seguimiento de Jesús.<br />
Escribo esta carta pensando, en primer<br />
lugar, en vosotros, queridos hermanos jóvenes,<br />
pero lo que os digo a vosotros, lo digo<br />
en primer lugar para mí mismo, y lo digo<br />
también para los demás hermanos de la Fraternidad<br />
universal. La escribo con la Sagrada<br />
Escritura en la mano y en el corazón, para<br />
que sea la Palabra, es decir Cristo mismo,<br />
quien guíe vuestra existencia –vuestra búsqueda<br />
y encuentro con el Señor, vuestro seguimiento<br />
de Jesús y vuestro testimonio-,<br />
interrogándoos, iluminándoos y transformándoos,<br />
como en el caso de los discípulos<br />
de Emaús (cf. Lc 24, 13- 35).<br />
A cuantos leáis esta comunicación fraterna<br />
de vuestro Ministro y siervo, os saludo<br />
con las palabras reveladas por el Altísimo<br />
a Francisco: “El Señor os dé la paz” 2 .<br />
Centinelas de la mañana<br />
2. Queridos hermanos jóvenes: sois para<br />
la Iglesia y para la Orden un don especial<br />
del Espíritu, representáis en la vida de la<br />
Iglesia y de la Orden lo que la primavera en<br />
el ciclo anual de las estaciones. Como el almendro<br />
florecido era para Israel un signo de<br />
que Dios cumplía su palabra (cf. Jr 1, 11),<br />
así también vosotros sois para todos los hermanos<br />
el signo de que el Señor sigue cumpliendo<br />
su promesa y se acuerda de nosotros<br />
(cf. Ex 6, 5-8). Os miramos con cariño,<br />
porque Dios os ama. Os miramos con esperanza,<br />
porque tenéis la gracia del Señor. Os<br />
miramos con gratitud, porque dais vuestra<br />
vida al servicio del Reino de Dios. Os miramos<br />
también con preocupación, pues habréis<br />
de afrontar problemas seguramente<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 293<br />
más arduos de los que hemos tenido que<br />
afrontar los hermanos de las generaciones<br />
que os preceden, y tal vez os vemos menos<br />
pertrechados de lo que nosotros lo estuvimos<br />
para la lucha que os espera.<br />
Conozco vuestras posibilidades y vuestra<br />
generosidad. Conozco vuestra sed de<br />
plenitud. Sé que en muchos de vosotros arde<br />
un fuerte deseo de autenticidad en el seguimiento<br />
de Jesucristo, y que, movidos<br />
por el fuego del Espíritu, buscáis con sinceridad<br />
a Dios sumamente amado, buscáis<br />
radicalidad en vuestro modo de vivir los<br />
valores de la vida franciscana, buscáis plenitud<br />
en vuestra adhesión al Evangelio,<br />
buscáis ser contados entre los amigos del<br />
Señor, confidentes de Cristo, colaboradores<br />
del altísimo Hijo de Dios en el anuncio<br />
y realización del Evangelio. Sé que soñáis<br />
con seguir más de cerca las huellas de<br />
nuestro Señor Jesucristo, tal y como habéis<br />
prometido en el día de vuestra Profesión,<br />
sin “domesticar las palabras proféticas del<br />
Evangelio, para adaptarlas a un estilo de<br />
vida cómodo” 3 .<br />
3. Basado en esa certeza, no dudo en<br />
pediros, ya desde ahora: una opción radical<br />
de fe y de vida, que acojáis el mensaje<br />
de Jesús en su totalidad y en su radicalidad,<br />
por exigente que sea y aún cuando esté<br />
marcado por la Cruz. Porque os conozco<br />
y os amo no puedo no pediros que oséis vivir<br />
el Evangelio al estilo de Francisco. Y<br />
mientras os pido todo esto, no dudo en señalaros<br />
también a vosotros, como en su día<br />
lo hizo Juan Pablo II a los jóvenes de todo<br />
el mundo, una tarea hermosa y estupenda:<br />
la de haceros “centinelas de la mañana”<br />
(cf. Is 21, 11-12) 4 en la Iglesia y en la Orden,<br />
en estos momentos en que deseamos<br />
celebrar, con los ojos puestos en el futuro 5 ,<br />
el VIII Centenario de la fundación de<br />
nuestra Orden 6 .<br />
La imagen del centinela es aplicada en<br />
repetidas ocasiones por la Sagrada Escritura<br />
al profeta. Sed profetas. Y aún cuando no<br />
sepáis el momento en que amanecerá, como<br />
era el caso de algunos profetas (cf. Is 21,<br />
12), sed creadores de futuro, abrid el futuro<br />
al hoy, suscitad esperanza.
294<br />
4. Si os pido todo esto, es porque tengo<br />
puestas en vosotros muchas esperanzas y,<br />
sobre todo, porque creo firmemente en la<br />
fuerza del Espíritu que habita en vosotros.<br />
Dejaos iluminar por él, dejaos mover por él,<br />
dejaos transformar por él y seréis sal y luz,<br />
Buena Noticia para cuantos se acerquen a<br />
vosotros (cf. Mt 5, 13- 16). El mundo, la<br />
Iglesia, la Orden, pero sobre todo los jóvenes<br />
como vosotros, necesitan de vuestra<br />
luz, necesitan de vuestra sal, necesitan de<br />
vosotros para ver y gustar lo que el altísimo<br />
Hijo de Dios os ha llamado a ser. ¿Tendréis<br />
la lucidez y la audacia de ser lo que habéis<br />
profesado que queríais ser? ¿Tendréis la lucidez<br />
y la audacia de ser lo que el Señor<br />
amorosamente os ha invitado a ser? ¿Tendréis<br />
la lucidez y la audacia de ser lo que,<br />
para bien de todos, sobre todo para vuestro<br />
bien, el mundo, la Iglesia y la Orden esperan<br />
que seáis?<br />
Queridos, de la misma manera que cada<br />
día me pregunto qué me está pidiendo el Señor,<br />
cómo ha de ser mi vida para cumplir en<br />
todo su santa voluntad, me pregunto ahora<br />
cómo ha de ser vuestra vida para que en todo<br />
agradéis al Señor y cumpláis su santísima<br />
voluntad, qué os está pidiendo el Amor<br />
que os ha llamado, qué os está pidiendo la<br />
Orden que con amor os ha recibido.<br />
Permitidme que entre en vuestra intimidad<br />
para ayudaron a discernir el talante de<br />
vuestra vida 7 , y que, a la luz de la Palabra<br />
de Dios y de las palabras de gracia que el<br />
Señor inspiró a nuestro seráfico padre Francisco,<br />
intente ayudaros en este discernimiento<br />
que, como nos recuerda el Capítulo<br />
General Extraordinario del 2006, ha de ser<br />
permanente 8 ; pues, como se suele decir,<br />
cuando aprendemos la respuesta nos cambian<br />
la pregunta y tenemos que empezar de<br />
nuevo.<br />
Buscar el rostro del Señor<br />
5. Lo podríamos decir así: Buscar a Dios<br />
es el proyecto humano fundamental. Pero el<br />
salmista lo ha dicho de modo mucho más<br />
sugerente y más cercano a la experiencia<br />
personal; para él, buscar a Dios es la respuesta<br />
del creyente a un eco que rebota una<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
y otra vez hasta el infinito en las paredes de<br />
su corazón: «buscad mi rostro… buscad mi<br />
rostro…».<br />
Lo oye en su corazón, «buscad mi rostro»,<br />
y se pone a la escucha el discípulo; lo<br />
oye en su corazón, «buscad mi rostro», y se<br />
pone en camino el hermano menor… “Como<br />
ansía la cierva corrientes de agua, así mi<br />
alma te ansía a ti, Dios mío. Mi alma está sedienta<br />
de Dios, del Dios vivo: ¿Cuándo entraré<br />
a ver el rostro de Dios?”(Sal 41,2ss).<br />
Somos eso, “mendicantes de sentido” 9 , buscadores<br />
de Dios. Esa búsqueda sostiene<br />
nuestra vida, la alimenta y la justifica. Esa<br />
búsqueda es respuesta a una llamada que resuena<br />
siempre en el corazón, es vocación de<br />
todos los que aman y no gozan aún de la presencia<br />
del amado. Ésta es también nuestra<br />
vocación, la de ser buscadores de Dios 10 .<br />
A Dios se le encuentra en lo cotidiano<br />
6. Me pregunto, porque también vosotros<br />
os lo preguntáis: ¿cómo buscar al Señor?;<br />
¿dónde se encuentra el Señor? La Sagrada<br />
Escritura nos ofrece luz para responder<br />
a esas preguntas.<br />
Huyendo de Jezabel, el profeta Elías llega<br />
hasta el Horeb, el monte de Dios, y allí lo<br />
encuentra el Señor (cf. 1R 19, 1ss). El profeta<br />
se ha quedado solo; los demás profetas<br />
del Señor han sido asesinados; él mismo está<br />
amenazado de muerte. Pudiéramos pensar<br />
que, en tales circunstancias, lo que más<br />
necesita Elías es que su Dios se le manifieste<br />
como poder salvador. Oímos que el Señor<br />
le dice: “Sal y ponte en pie en el monte ante<br />
el Señor. ¡El Señor va a pasar!” Y nos<br />
preguntamos: ¿Qué esperas, Elías, qué pides<br />
a tu Dios?, ¿la furia del viento huracanado?,<br />
¿el poder del terremoto?, ¿la insaciable<br />
voracidad del fuego? Dice la Escritura:<br />
“Vino un huracán tan violento que<br />
descuajaba los montes… pero el Señor no<br />
estaba en el viento… Vino un terremoto,<br />
pero el Señor no estaba en el terremoto…<br />
Vino un fuego, pero el Señor no estaba en el<br />
fuego. Después del fuego se oyó una brisa<br />
tenue; al sentirla, Elías se tapó el rostro con<br />
el manto, salió afuera y se puso en pie a la<br />
entrada de la cueva” (1R 19, 11-13).
7. Velando el rebaño por turno, unos pastores,<br />
en las cercanías de Belén, pasaban a<br />
la intemperie la noche en que nació Jesús.<br />
La Escritura nos dice que se les presentó el<br />
ángel del Señor, que la gloria del Señor los<br />
envolvió de claridad y que sintieron el terror<br />
sagrado que el hombre siente en la presencia<br />
de Dios (cf. Lc 2, 8-9). A aquellos<br />
pastores se les anuncia en aquella noche un<br />
asombroso evangelio: “Hoy, en la ciudad de<br />
David, os ha nacido un salvador: el Mesías,<br />
el Señor” (Lc 2, 11). Si dices el Mesías, dices<br />
el ungido por el Espíritu de Dios; si dices<br />
el Señor, dices el poder salvador del<br />
mismo Dios. ¿Qué esperáis encontrar, pastores<br />
de Belén?, ¿qué esperáis ver en la noche<br />
en que Dios os visita con su gloria? Oíd,<br />
hermanos, las palabras del ángel del Señor:<br />
“Encontraréis un niño envuelto en pañales<br />
y acostado en un pesebre” (Lc 2, 12).<br />
8. Ésa es también la experiencia de fe de<br />
Simeón, aquel hombre honrado y piadoso<br />
que aguardaba el consuelo de Israel. Sus<br />
ojos, iluminados por la gracia, vieron al Salvador,<br />
contemplaron la luz que Dios había<br />
encendido para alumbrar a las naciones, la<br />
gloria que Dios había suscitado para el pueblo<br />
de Israel; sus ojos vieron gloria, luz y<br />
salvación, y entre sus brazos tenía sólo a un<br />
niño (cf. Lc 2, 25-32).<br />
Ésa fue también la experiencia de fe de<br />
aquellos magos de Oriente, que se presentaron<br />
en Jerusalén, preguntando por el rey de<br />
los judíos que había nacido. Ellos preguntan<br />
por el rey, y todos entienden que están<br />
preguntando por el Mesías. Y la estrella, su<br />
ángel del Señor, los guió “hasta pararse encima<br />
de donde estaba el niño” (cf. Mt 2, 1-<br />
11). Buscan al rey, y encuentran a un niño;<br />
buscan al Mesías, y adoran a un niño recién<br />
nacido.<br />
Desde que la Palabra que estaba junto a<br />
Dios (Jn 1, 1) se hizo carne (Jn 1, 14), Dios<br />
es aquel del cual no se puede pensar nada<br />
más pequeño. Se abaja en el Hijo para que<br />
lo podamos encontrar en la cotidianidad de<br />
la vida, concentra su grandeza en un niño<br />
para que podamos abrazarlo en los acontecimientos<br />
de cada día. Lo ordinario es el lugar<br />
de la búsqueda y del encuentro con<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 295<br />
Dios, pues, como decía Santa Teresa, el Señor<br />
anda “entre los pucheros”.<br />
9. Viviendo en una sociedad donde se<br />
busca sólo lo sensacional y es noticia sólo<br />
lo que se sale de lo normal y habitual, son<br />
muchos los que pretenden buscar y encontrar<br />
al Señor sólo en lo excepcional de la vida.<br />
Lo cotidiano es, sin embargo, el lugar<br />
preferido por el Señor para dejarse encontrar:<br />
Moisés mientras apacentaba el rebaño<br />
de su suegro Jetró (Ex 3, 1ss), Gedeón<br />
mientras majaba el trigo (cf. Jue 6, 11-24),<br />
Amós mientras pastoreaba su rebaño (cf.<br />
Am 7, 15), los primeros discípulos encuentran<br />
al Señor mientras se disponían a pescar<br />
(cf. Lc 4, 18-21), la samaritana cuando iba a<br />
buscar agua (cf. Jn 4, 4ss), Mateo mientras<br />
está sentado en el telonio cobrando impuestos<br />
(cf. Mt 9, 9), Francisco lo descubre presente<br />
en los signos más pequeños y ordinarios,<br />
pues todos ellos de él portan significación<br />
11 . Es significativo que los relatos<br />
vocacionales del Nuevo Testamento señalan<br />
a Jesús que pasa (cf. Mc 1, 16), es decir,<br />
a Jesús que se pone al mismo nivel que el<br />
hombre, para encontrarlo en su propio terreno.<br />
10. Encontrar a Dios en lo cotidiano, hacer<br />
experiencia de Dios en el día a día, es<br />
una invitación a abandonar el espacio seguro<br />
de nuestros criterios y de nuestra sapiencia<br />
humana, para lanzarnos a vivir el proyecto<br />
de un Dios que se “exilia” de su gloria<br />
para hacerse experiencia encarnada en<br />
nuestra propia historia. El encuentro con<br />
Dios en la vida cotidiana supone la madurez<br />
humana de alguien que vive orientado hacia<br />
dentro de sí y volcado hacia los otros, hacia<br />
todo lo que Dios mira y ama. Encontrar a<br />
Dios en la vida de cada día comporta vivir<br />
en la clara oscuridad de la fe y en la disponibilidad<br />
del compromiso que lleva, con<br />
frecuencia, a la cruz. Supone estar concentrado,<br />
pues Dios no se hace visible a una<br />
mirada superficial ni al alboroto que distrae<br />
de la intimidad y de la pasión del mundo.<br />
Supone saber pasar del ruido ensordecedor<br />
al silencio dialogante, de la dispersión a la<br />
concentración, de la superficialidad a la
296<br />
hondura, del individualismo a la relación<br />
que hace comunión.<br />
Dar calidad a la vida de cada día<br />
11. Queridos jóvenes, sin fe, lo cotidiano<br />
es solamente “el terrible cotidiano”. Con la<br />
fe, lo cotidiano se convierte en sacramento<br />
de la presencia de Dios y sacramento de la<br />
presencia ante Dios. Los “signos de los<br />
tiempos” que tendréis que descifrar con mayor<br />
frecuencia son los signos de la vida de<br />
cada día. Dios se sirve de los hechos más<br />
pequeños de la vida para manifestarse. Dios<br />
quiere encontraros allí donde estáis, en lo<br />
que hacéis, en el contexto de vuestra existencia<br />
cotidiana. No vayáis a buscar a Dios<br />
en otra parte. Él está presente en la cita de<br />
lo cotidiano. Buscad a Dios en la liturgia de<br />
los días feriales. Buscad a Dios en el polvo,<br />
los trapos y el sudor de vuestra cotidianidad.<br />
No, no busquéis al Señor en la extravagancia,<br />
en lo sensacional; buscadlo en la<br />
oración silenciosa, que tantas veces resulta<br />
difícil; en los momentos de desierto y de<br />
prueba, que la vida os depara; en el camino<br />
cotidiano de la vida de fraternidad, tantas<br />
veces tortuoso y cargado de dificultades;<br />
buscadlo en lo cotidiano de vuestro trabajo<br />
doméstico, en el estudio o en el apostolado...<br />
¡Ahí encontraréis al Señor!<br />
Esto supone, entre otras cosas, abandono<br />
en aquel que, cuidando de las aves del cielo,<br />
de los lirios del campo y de la hierba que<br />
hoy es y mañana muere, hace mucho más<br />
por cada uno de nosotros (cf. Mt 6, 25- 34).<br />
Supone conocimiento real de uno mismo,<br />
sin complejos de inferioridad, pero sin estar<br />
por encima de la propia medida. Supone libertad<br />
frente al tiempo, sin angustias y ansiedades,<br />
fuera de lugar. Supone que deis<br />
calidad a la vida de cada día. En lo cotidiano,<br />
en las cosas pequeñas que constituyen el<br />
día a día de nuestra vida y de nuestro mundo,<br />
se pone en juego la vida y se pone en<br />
juego nada menos que el amor. En lo cotidiano<br />
se renueva la fuente del corazón: se<br />
aprende a amar más allá de gratificaciones<br />
inmediatas, gratuitamente; y se ama a las<br />
personas en su propia realidad, sin quererlas<br />
hacer a nuestra imagen y semejanza. En<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
lo cotidiano se demuestra la fidelidad en el<br />
amor. Es verdad que cada día tiene su cruz,<br />
pero también es verdad que cada día el Señor<br />
nos reserva una novedad que da sentido<br />
a esa cruz, y pone belleza en las dificultades<br />
que encontramos.<br />
Apostad por el valor de lo cotidiano, de<br />
lo contrario correréis el riesgo de vivir al<br />
margen de la realidad, y de vivir una falsa<br />
espiritualidad: una espiritualidad “sin carne”,<br />
sin sentido, que antes o después acaba<br />
por dejar al descubierto el vacío existencial<br />
en que se apoyaba. Buscad lo extraordinario<br />
en lo ordinario. Dad calidad a la vida de<br />
cada día.<br />
Condiciones para buscar al Señor y encontrarse<br />
con él<br />
12. Continúo haciéndome preguntas que<br />
alguna vez a vosotros os he oído formular:<br />
¿cómo buscar al Señor?, ¿cuáles son las<br />
condiciones para encontrarlo? Volvamos a<br />
buscar en la Sagrada Escritura la luz que necesitamos<br />
para responder.<br />
Leemos en el evangelio de Juan: “Jesús<br />
vio venir a Natanael y comentó: Ahí tenéis<br />
a un israelita de veras, a un hombre sin falsedad”<br />
(Jn 1, 47). Jesús describe a Natanael<br />
como un verdadero israelita en el que no<br />
hay falsedad, es decir, lo describe como un<br />
hombre que es fiel a la verdad y busca la<br />
verdad, guarda lo que ha recibido y busca lo<br />
que todavía ha de encontrar. El Señor lo vio<br />
cuando estaba bajo la higuera. Esta referencia<br />
a la higuera hace pensar que Natanael<br />
fuese un escriba o un doctor de la ley, un<br />
amante de la Escritura Santa. En efecto, el<br />
lugar preferido por los rabinos para profundizar<br />
en el conocimiento de la Escritura y<br />
para enseñarla se hallaba “bajo la higuera”,<br />
no sólo porque la higuera protegía del sol,<br />
sino también y sobre todo porque era símbolo<br />
de Israel (cf. Os 9, 10). Natanael nos es<br />
presentado en el evangelio como un hombre<br />
genuino, abierto a la revelación del Señor,<br />
un hombre en camino. Natanael se convierte<br />
así en prototipo del que busca con perseverancia<br />
y con sinceridad al Señor, desinteresadamente,<br />
con gran libertad de ánimo,<br />
sin prejuicios, y sin reservas de ningún tipo.
La búsqueda del Señor y el encuentro<br />
con él sólo pueden darse desde estos presupuestos.<br />
Natanael encontró al Señor<br />
porque tenía el corazón dispuesto para que<br />
el Señor se encontrase con él. Zaqueo pudo<br />
hospedar a Jesús en su casa (cf. Lc 19,<br />
1-10), porque era pequeño en todo y deseaba<br />
verlo (cf. Lc 9, 3). Encuentra al Señor<br />
quien se hace como un niño (cf. Lc 18, 15-<br />
17), y tiene corazón de pobre, y hambre y<br />
sed de vida en plenitud (cf. Mt 5, 1ss). Encuentra<br />
al Señor quien le busca en la oración<br />
confiada e insistente (cf. Lc 11, 5-13),<br />
en la oración del corazón (cf. Mt 6, 5, 13).<br />
Encuentra al Señor quien oye la palabra de<br />
Dios y la guarda (cf. Lc 11, 28). Encuentra<br />
al Señor quien es capaz, como Francisco,<br />
de entrar en la “gruta” de su intimidad 12 y<br />
está dispuesto a “nacer de nuevo” (cf. Jn<br />
3, 3).<br />
13. Quien, en cambio, vive en la mentira<br />
y la hipocresía, como los fariseos (cf. Mt 23,<br />
1-33), practicando una religiosidad sin espíritu<br />
y sin verdad, una religiosidad de ritos<br />
exteriores que no tocan el corazón del hombre<br />
ni cambian su vida (cf. Mt 6, 5-18; 15,<br />
1-20); quien tiene el corazón dividido (cf.<br />
Mt 6, 24), y desea continuar viviendo en la<br />
ambigüedad que ello comporta; quien vive<br />
en una falsa seguridad que nace de sentirse<br />
llegado a la meta y ser poseedor de la verdad...,<br />
éstos tales no pueden encontrarse<br />
con el Señor, y ya de antemano se hacen impermeables<br />
a la acción salvadora de la Palabra<br />
y de la persona de Jesús.<br />
Quien se proponga buscar al Señor y encontrarse<br />
con él ha de cultivar unas disposiciones<br />
fundamentales. Se podrá estar en el<br />
error, como Pablo cuando perseguía a los<br />
seguidores del camino de Jesús (cf. Hch 9,<br />
1-2), pero lo que uno no puede es dejar que<br />
se le embote la mente (cf. Lc 21, 34), no ya<br />
con el vicio y la bebida, sino sobre todo con<br />
los agobios de la vida, ataduras sutiles y poderosas<br />
que le impedirían caminar, pequeñeces<br />
innumerables que le impedirían ver.<br />
La actitud del que busca al Señor ha de ser<br />
la del discípulo que “en el primer día de la<br />
semana” corre a encontrarse con el Señor<br />
de la vida (cf. Jn 20, 4).<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 297<br />
14. Queridos hermanos jóvenes: En la<br />
búsqueda son lógicas las preguntas, como<br />
la que hizo María de Nazaret ante la propuesta<br />
del ángel de la anunciación (cf. Lc 1,<br />
34), pero lo que no os puede faltar es la disponibilidad<br />
del corazón para escuchar, para<br />
obedecer, para dejar espacio en la propia vida<br />
a la Palabra, para dejar que la Palabra viva<br />
y crezca en cada uno de vosotros, como<br />
semilla en tierra buena, como un hijo en el<br />
seno de la madre, hasta que dé en vosotros<br />
la abundancia de fruto que está llamada a<br />
dar, y lleguéis a ser por la fe hermanos y<br />
hermanas y madres de nuestro Señor Jesucristo.<br />
La “suerte” del que busca, la suerte<br />
de todos nosotros, es el no ver claro, por eso<br />
precisamente viene la pregunta: “Señor,<br />
¿qué quieres que haga?”, como en el caso<br />
de Francisco 13 , y su oración: “Ilumina las<br />
tinieblas de mi corazón...” 14 , pero lo que no<br />
puede faltar nunca es el “aquí estoy”, como<br />
el de María (cf. Lc 1, 38), o el del profeta<br />
Isaías (cf. Is 6, 8). Tampoco puede faltar la<br />
prontitud con que Francisco acoge la “revelación”<br />
que le hizo el Señor 15 . En la búsqueda<br />
de Dios y en el encuentro con él puede<br />
incluso ser lógico el miedo, pues se parte<br />
sin saber adónde se llegará (cf. Heb 11,<br />
9); uno puede considerarse indigno (cf. Is 6,<br />
5; 1Cor 15, 8- 9), pero lo que no se puede es<br />
poner condiciones (cf. Mt 8, 19-22), ni dudar<br />
de la gracia del Señor (cf. 1Cor 15, 10).<br />
¿Cómo es vuestra búsqueda del Señor?<br />
¿Cuál es vuestra preparación para buscarlo<br />
y encontrarlo? ¿Cuáles son los impedimentos<br />
en vuestras vidas para buscar y encontrar<br />
a Dios? ¿Qué creéis que os falta? ¿Qué<br />
pensáis que os sobra?<br />
Buscar al Señor, una tarea nunca acabada<br />
15. En cuanto al seguimiento queda aún<br />
otra pregunta que sin duda os inquieta a muchos<br />
de vosotros: ¿cuánto tiempo tendremos<br />
que seguir buscando a Jesús?<br />
La respuesta es fácil, aunque no siempre<br />
sea la que nosotros esperamos y desearíamos.<br />
La búsqueda de Jesús dura toda la vida,<br />
siempre. El Señor, como dice Jeremías,<br />
es como un wadi –arroyo engañoso, de agua<br />
inconstante- (cf. Jr 15, 18): esos valles pro-
298<br />
fundos del desierto que durante las tormentas<br />
rebosan de agua, pero en los que,<br />
apenas terminada la lluvia, el agua desaparece.<br />
El Señor se deja encontrar por quien<br />
lo busca, pero no se deja nunca atrapar, por<br />
ello cuando menos uno se lo espera vuelve<br />
a desaparecer, y la búsqueda ha de continuar.<br />
Y así una y otra vez, hasta que lo veamos<br />
tal cual es (1Jn 3, 2). Dejar de buscarlo,<br />
es perderlo. Y cuanto más tiempo se<br />
deje de buscarlo, más difícil se vuelve el<br />
encontrarlo. Puede que en la espera del Señor,<br />
a vosotros como a las doncellas de la<br />
parábola, os entre el sueño y os durmáis. A<br />
todos os despertará la voz del que os llama<br />
al encuentro con el esposo. Pero será necesario<br />
estar allí cuando llegue y que vuestra<br />
lámpara esté aderezada con el aceite de la<br />
caridad y la llama del deseo, no sea que se<br />
cierre la puerta del banquete y os quedéis<br />
fuera, en la noche, lejos de la fiesta y de la<br />
dicha (cf. Mt 25, 1ss).<br />
16. Queridos jóvenes, la vida franciscana,<br />
como toda vida religiosa, no es un “estado”,<br />
una “meta”. Nuestra vida es camino,<br />
y es en el camino donde encontramos al Señor,<br />
donde el Señor nos habla y se hace el<br />
encontradizo con nosotros, como en el caso<br />
de los discípulos de Emaús (cf. Lc 24, 13-<br />
15) o de Pablo (cf. Hch 9, 3). Poneos en camino,<br />
pues es en el camino donde el Señor<br />
os irá mostrando su rostro 16 , y donde tendréis<br />
“una mejor comprensión de la propia<br />
vocación” 17 . Como Pablo esforzaros por<br />
conseguir la meta, dejándoos conquistar por<br />
Cristo (cf. Fil 12).<br />
En momentos de incertidumbre como<br />
los nuestros, tal vez lo más importante no<br />
sea que halléis respuestas para eventuales<br />
preguntas, sino que os sintáis hermanos en<br />
camino, compañeros de camino y que os<br />
presentéis a los demás, especialmente a los<br />
jóvenes como vosotros, con la verdad y la<br />
humildad de vuestra búsqueda, con la verdad<br />
y la humildad de vuestras preguntas,<br />
con la verdad y la humildad de vuestros<br />
miedos e incertidumbres..., pero, al mismo<br />
tiempo, con la certeza de que el Señor camina<br />
con vosotros y guía vuestros pasos,<br />
aunque en algún momento vuestros ojos no<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
tengan la luz que necesitan para reconocerlo<br />
(cf. Lc 24, 16).<br />
17. Poneos en camino, hermanos míos,<br />
pues en nuestra vida, como nos lo recuerda<br />
Gregorio de Niza, procedemos “de inicio en<br />
inicio, a través de inicios que nunca tienen<br />
fin”. Poneos en camino, pues nuestra identidad<br />
de cristianos y de franciscanos es una<br />
identidad dinámica y siempre incompleta.<br />
Haced vuestras las palabras de Ignacio de<br />
Antioquía: “Aunque prisionero, todavía no<br />
soy discípulo... Cuando mi cuerpo haya desaparecido<br />
de este mundo, entonces seré<br />
verdadero discípulo de Jesucristo”.<br />
Pongámonos en camino, hermanos, siguiendo<br />
el ejemplo del hermano Francisco<br />
que “cuando por la enfermedad se veía<br />
precisado a mitigar el primitivo rigor, solía<br />
decir: «Comencemos, hermanos, a servir<br />
al Señor Dios, pues escaso es o poco lo<br />
que hemos adelantado» 18 . Si el bienaventurado<br />
Francisco “no pensaba haber llegado<br />
aún a la meta, y, permaneciendo firme<br />
en el propósito de santa renovación, estaba<br />
siempre dispuesto a comenzar nuevamente”,<br />
¡cuánto más nosotros, que sólo<br />
podemos presumir de nuestros pecados,<br />
hemos de comenzar cada día con nuevo<br />
impulso la tarea de servir al Señor con todo<br />
el corazón!<br />
Ponerse en camino significa entender la<br />
vida como un proceso nunca acabado, como<br />
un proyecto nunca perfeccionado, y<br />
verse a uno mismo lanzado hacia adelante,<br />
proyectado hacia adelante por la fuerza del<br />
Espíritu. Vivir la vida como proceso y proyecto<br />
supone aprender a vivir, no en función<br />
de nuestra necesidad de seguridades,<br />
sino asumiendo el riesgo de la autenticidad<br />
y la verdad (cf. Gn 12, 1-9).<br />
18. Se pone en camino el que escucha la<br />
palabra de la llamada del Señor –como la<br />
escuchó en su tierra de Ur de los Caldeos el<br />
patriarca Abrahán- (Gn 12, 1), el que vive<br />
atento al corazón para conocer las obras de<br />
Dios en él, el que busca agradar a Dios en<br />
todo lo que hace y confiesa humildemente<br />
que en todo desea manifestarle el amor que<br />
le tiene –como el Apóstol Pedro junto al la
go de Tiberíades: “Tú lo sabes todo, tú sabes<br />
que te quiero”- (Jn 21, 17).<br />
Queridos hermanos jóvenes: vivid en<br />
discernimiento constante, en proceso y en<br />
proyecto. Vivid en camino y en búsqueda<br />
constante, como peregrinos y forasteros<br />
(2R 6, 2; cf. 1Pe 2, 11). En tiempos como<br />
los nuestros, tiempos de cambio, de oscuridad,<br />
de desconcierto, la búsqueda humilde<br />
y perseverante es exigencia de la fidelidad<br />
creativa a la vocación 19 . Sed constantes<br />
buscadores de Dios.<br />
Dejándolo todo, le siguieron<br />
19. La consecuencia lógica de la búsqueda<br />
y del encuentro es el seguimiento. Buscamos<br />
para encontrar, y una vez encontrado<br />
al que buscábamos, somos llamados a seguirlo:<br />
“Sígueme” (Mc 2, 24), “venid conmigo”<br />
(Mc 1, 17). Pero, ¿qué implica el seguimiento?<br />
Exigencias del seguimiento<br />
20. Las exigencias de la sequela Christi<br />
son ciertamente muchas. Seguir a Jesús<br />
nunca fue fácil, tampoco lo es hoy. Jesús, a<br />
quien quiera seguirlo, continúa pidiéndole,<br />
hoy como ayer, radicalidad. Radicalidad<br />
frente a los bienes materiales: “Vete, vende<br />
todo lo que tienes y dalo a los pobres..., luego<br />
ven y sígueme” (Mt 19, 21); “quien no<br />
renuncia a todos sus bienes, no puede ser<br />
discípulo mío” (Lc 14, 33). Radicalidad<br />
frente a uno mismo: “Si alguno quiere venir<br />
en pos de mí, niéguese a sí mismo, tome su<br />
cruz cada día, y sígame” (Lc 9, 23). Radicalidad<br />
frente a lo que más se ama: “Si alguno<br />
viene donde mí y no odia a su padre, a su<br />
madre, a su mujer, a sus hijos, a sus hermanos<br />
y hasta su propia vida, no puede ser discípulo<br />
mío” (Lc 14, 26). Jesús continúa exigiendo<br />
exclusividad: “deja que los muertos<br />
entierren a los muertos (Mt 8, 22). Continúa<br />
reclamando una opción definitiva: “Nadie<br />
que, después de haber puesto mano al arado,<br />
mire atrás es apto para el reino de Dios”<br />
(Lc 9, 62). Porque la llamada y el don de<br />
Dios son irrevocables (cf. Rm 11, 29), pues<br />
se fundamentan en su amor fuerte y eterna-<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 299<br />
mente fiel (cf. Sal 117, 2), la respuesta del<br />
discípulo no puede ser part time. La vuelta<br />
no está prevista. La entrega a Jesús no puede<br />
ser sino absoluta. Finalmente, a quien<br />
quiera seguirlo, Jesús le pide que entre por<br />
la puerta estrecha, pues sólo ella lleva a la<br />
vida (cf. Mt 7, 13-14). Ser discípulo es seguir<br />
a Jesús, seguir sus huellas, recorrer su<br />
camino. Al discípulo no le está permitido<br />
marcar otro camino.<br />
21. “Las zorras tienen guaridas, y las<br />
aves del cielo nidos; pero el Hijo del hombre<br />
no tiene donde reclinar la cabeza” (Mt<br />
8, 20). Como al gigante se le pide salir de la<br />
tienda para recorrer el camino (cf. Sal 19,<br />
6), así al discípulo se le pide dejar la guarida,<br />
es decir: dejar cualquier seguridad,<br />
arriesgar, ir más allá, quedarse a la intemperie<br />
y poner toda su confianza en el Señor.<br />
El discípulo debe renunciar también al nido,<br />
es decir: enfrentarse a la dureza del impacto<br />
con la vida cotidiana, a la agresividad<br />
de la vida, inevitable cuando uno vive la radicalidad<br />
de la consagración religiosa. De<br />
este modo, el discípulo está llamado a crear<br />
un vacío total en torno a sí, está llamado a<br />
dejar secar las raíces que le dan seguridad,<br />
para dejarse conquistar por el Señor y que el<br />
Señor lo sea todo para él: su seguridad, su<br />
riqueza, su bien, todo el bien, el único<br />
bien 20 . Si es verdad que uno no nace discípulo<br />
sino que se llega a ser, bien podemos<br />
decir que el hombre sólo cuando deja la<br />
guarida y el nido, y confía totalmente en el<br />
Señor, llega a ser discípulo, y sólo entonces<br />
nace como hombre libre.<br />
Tales exigencias son incompatibles con<br />
un seguimiento condicionado, ya sea con<br />
relación al tiempo -un seguimiento part time:<br />
“Nadie que, después de haber puesto<br />
mano al arado, mire atrás es apto para el reino<br />
de Dios” (Lc 9, 62)-, ya sea con relación<br />
a la radicalidad de la entrega -“déjame ir<br />
primero a sepultar a mi padre”; “déjame antes<br />
despedirme de los de mi casa” (Lc 9, 59.<br />
61); “deja a los muertos sepultar a sus<br />
muertos” (Lc 9, 59)-.<br />
22. Seguir a Jesús implica un deseo profundo<br />
de vivir con él, para él, y como él pa-
300<br />
ra siempre, en toda ocasión y momento. Seguir<br />
a Jesús significa: compartir su camino<br />
y su destino, adoptar los criterios en los que<br />
él se inspiró, hacer propios sus objetivos y<br />
colaborar activamente en su misión. Seguir<br />
a Jesús significa adhesión de toda la persona<br />
al único que tiene palabras de vida eterna.<br />
No se puede seguir a Jesús sólo a nivel<br />
de sentimientos. Seguir a Jesús no es tampoco<br />
la simple aceptación intelectual de una<br />
doctrina y de una enseñanza, sino la opción<br />
concreta por Jesús, es una vida, una praxis.<br />
La vida del discípulo se convierte así en un<br />
auténtico riesgo. Un riesgo absoluto. El<br />
riesgo de una pobreza existencial a lo vivo<br />
que obliga a confesarse a sí mismo cómo<br />
sin el Dios del Evangelio no cabe esperanza<br />
posible.<br />
23. ¿Querrá decir esto que en el proyecto<br />
de vida franciscana no hay un justo lugar<br />
para el goce terreno? Negar el lugar que le<br />
corresponde al goce terreno en nuestra vida<br />
sería completamente contrario al proyecto<br />
evangélico de vida que habéis abrazado.<br />
Vuestra opción de vida no es el simple vestíbulo<br />
de la vida futura. La forma de vida<br />
que abrazasteis os pide, más bien, dar sentido<br />
de plenitud a vuestra vida de cada día.<br />
En cuanto consagrados, vosotros, queridos<br />
jóvenes, estáis llamados a buscar una felicidad<br />
cuya raíz está en saberos pertenecientes<br />
a Jesús, y cuyos primeros resultados sean<br />
llenar de sol la jornada terrena, sin buscar<br />
sucedáneos, sin dejar el “manantial de<br />
aguas vivas”, para “haceros cisternas agrietadas<br />
que el agua no retienen” (Jr 2, 13), pero<br />
tampoco sin negarle a vuestra vida la alegría<br />
cuya copa llega a rebosar en su verdadera<br />
fuente: el seguir a Jesús por el camino<br />
que él mismo ha trazado para todos sus discípulos:<br />
“Si alguno quiere venir en pos de<br />
mí, niéguese a sí mismo, tome su cruz cada<br />
día, y sígame” (Lc 9, 23).<br />
Sé muy bien que todo esto no es fácil,<br />
pues exige un salto de calidad en la propia<br />
vida. Yo mismo siento en la propia carne la<br />
tentación de rehacerme constantemente la<br />
seguridad que dan la “guarida” y el “nido”.<br />
Pero el salto es posible. Lo dieron los discípulos,<br />
lo dieron Francisco y Clara. Lo die-<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
ron tantos hermanos y hermanas a lo largo<br />
de estos 800 años de historia de la Fraternidad.<br />
Lo siguen dando otros muchos, jóvenes<br />
y mayores. Tú, ¿estás dispuesto a dar<br />
este salto? ¿Cómo es posible?<br />
La fe fundamento último del seguimiento<br />
de Jesús<br />
24. Uno no puede seguir a Jesús sin una<br />
fe recta; uno no puede asumir la radicalidad<br />
que comporta “seguir más de cerca el<br />
Evangelio, y las huellas de Jesucristo” 21 ,<br />
sin una fe que implique todo lo que somos<br />
y se transforme en “fuente absoluta de<br />
nuestra alegría y de nuestra esperanza, de<br />
nuestro seguimiento de Jesucristo y de<br />
nuestro testimonio ante el mundo” 22 . En el<br />
corazón del proyecto de vida franciscana<br />
está una experiencia original de fe en Dios,<br />
“realizada en el encuentro con Jesucristo”<br />
23 . El proyecto de vida que nos dejó<br />
Francisco se construye en su totalidad en<br />
torno a la viva certeza de que bien vale la<br />
pena arriesgar por entero una vida para seguir<br />
a Jesús, lo que está indicando la necesidad<br />
de creer a fondo, de adherirse al Dios<br />
único y verdadero, explicado y narrado (cf.<br />
Jn 1, 18) de forma definitiva por Jesús (cf.<br />
Jn 14, 6. 9); la necesidad de dejarse cuestionar<br />
en la escucha de un “Dios que habla”<br />
y que interpela, un Dios que llama al hombre,<br />
interviene en la historia y es conocido<br />
por sus acciones, las únicas que le dan un<br />
nombre.<br />
La fe es el único fundamento sólido sobre<br />
el que se pueda construir una vida en espíritu<br />
de oración y devoción, fraternidad,<br />
minoridad, pobreza y solidaridad; sólo desde<br />
la fe podemos responder a nuestra vocación<br />
de llenar la tierra con el Evangelio de<br />
Cristo 24 . La fe mueve montañas (cf. Mt 17,<br />
20ss). La fe hace que lo que parece absurdo<br />
se transforme en una hermosa realidad, y lo<br />
que parece imposible deje de serlo (cf. Lc 5,<br />
1-7). Lo que para un hombre sería imposible,<br />
no lo es para Dios (cf. Lc 18, 27). Nuestro<br />
Dios es el Dios de lo imposible (cf. Lc 1,<br />
37), y nada es imposible para quien cree y<br />
confía en él: “Todo lo puedo en aquel que<br />
me conforta” (Fil 4, 13).
25. Pero la fe de la que estamos hablando<br />
no es el resultado de un acto meramente<br />
intelectual y ni siquiera un compromiso<br />
moral: es la adhesión total a la persona de<br />
Jesús. Es, antes que nada, apertura incondicional<br />
a la relación personal con Jesús. La<br />
fe se basa en la escucha de una palabra que<br />
introduce a quien la escucha con corazón<br />
abierto y disponible en una relación de alteridad,<br />
de sim-patía, y que coloca al creyente<br />
en una comunidad, en una historia de relación<br />
toda ella por construir. La experiencia<br />
de Dios se expresa en el encuentro con<br />
Jesús y se vive en un contexto de alianza,<br />
que es relación de alteridad y de libertad.<br />
Por eso creer es abrirse, fiarse, arriesgar,<br />
comprometerse con el otro. Creer es el antídoto<br />
del miedo, del cálculo. Creer es, como<br />
en el caso de Abraham, “salir de la tierra nativa,<br />
de la casa paterna” y ponerse en camino<br />
“hacia la tierra que el Señor nos mostrará”<br />
(cf. Gn 12, 1), aunque no sepamos decir<br />
a dónde el Señor nos llevará (Hb 11, 8).<br />
De ahí que sea en el seguimiento donde<br />
se manifiesta la fe: Y ellos dejándolo todo le<br />
siguieron (cf. Mc 1, 18. 20; Lc 5, 28). Creemos<br />
en él y le seguimos, confiamos en él y<br />
no le preguntamos adónde nos lleva, conocimos<br />
su amor y le amamos, y no necesitamos<br />
calcular los riesgos de habernos puesto<br />
en camino con él. Fue todo muy sencillo:<br />
nos llamó –como a Abrahán, su amigo-, nos<br />
atrajo –como a la esposa del Cantar, su<br />
amada-, nos sedujo –como a Jeremías, su<br />
profeta-. Sus palabras eran llamas de fuego:<br />
“El que quiera venir en pos de mí, niéguese<br />
a sí mismo, tome su cruz y sígame” (Mc 8,<br />
34). Y nos dejamos atraer por su luz y su calor:<br />
“Al instante lo siguieron” (Mc 1, 18; Mt<br />
4, 20. 22; 8, 18-22).<br />
26. Queridos hermanos jóvenes: No os<br />
cerréis a su amor, en la ilusión de una imposible<br />
autosuficiencia (cf. Gn 3, 1-7) 25 . Dejadle<br />
entrar en vuestro “espacio vital” 26 .<br />
Como la samaritana del Evangelio, ofrecedle<br />
lo que sois, lo que tenéis, vuestra verdad<br />
sin restricciones. Sólo él saciará definitivamente<br />
vuestra sed de plenitud 27 .<br />
Ante el riesgo de una fe momentánea u<br />
ocasional, que no llega a unificar la vida, o<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 301<br />
ante el riesgo de la pertenencia parcial, que<br />
no desemboca en la experiencia del verdadero<br />
discipulado, debéis recordar, queridos<br />
jóvenes, que creer es implicarse en el proyecto<br />
de Dios, afianzados en su fidelidad,<br />
confiados en su promesa, firmes sobre la roca<br />
de su bondad y su misericordia. Y, una<br />
vez que la historia de la salvación ha llegado<br />
en Cristo a su plenitud, creer significa<br />
seguir a Jesús, poner a Jesús en el centro de<br />
la propia vida, hacer de Jesús el fundamento<br />
de nuestro presente, de nuestro futuro.<br />
Ante el riesgo de fragmentación y de esquizofrenia<br />
espiritual interior, Jesús es el amor<br />
que da unidad a vuestro camino, a vuestra<br />
historia, Jesús es el único que puede unificaros,<br />
Jesús es el único que puede conduciros<br />
a la fuente de la perfecta comunión.<br />
Permíteme, querido hermano, que te pregunte<br />
¿Qué dices de tu fe? ¿Cómo alimentas<br />
tu fe? ¿Cuáles son los impedimentos que<br />
encuentras en tu vida para creer de verdad?<br />
¿Quién es Jesús para ti? ¿Qué lugar ocupa<br />
Jesús en tu vida de cada día?<br />
Encontrar el tesoro facilita el camino<br />
27. El encuentro precede al seguimiento.<br />
Los discípulos siguen al Señor sólo después<br />
de encontrarse con él. Lo mismo Pablo. En<br />
ambos casos ha habido un encuentro con<br />
Jesús, una palabra por parte de Jesús, y<br />
quien la ha escuchado y acogido en el corazón<br />
se sintió “conquistado” (Fil 3, 12), “escogido”,<br />
“llamado” (Rm 1, 1; 1Cor 1, 1),<br />
“amado” (Gál 2, 20). Y lo mismo acontece<br />
hoy. Para seguir a Jesús hay que encontrarlo,<br />
creer en él, escucharlo, seguirlo y morir<br />
con él para poder resucitar con él.<br />
Por otra parte, el encuentro es lo que da<br />
sentido al seguimiento en sus exigencias<br />
más radicales. Se deja algo porque se encuentra<br />
algo; se deja todo porque se encuentra<br />
todo, o mejor aún: al que lo es todo<br />
28 . Es significativo que en la vocación<br />
de los primeros discípulos el desprendimiento<br />
–la renuncia- se expresa a través de<br />
un doble movimiento de separación y de<br />
acercamiento: lo dejan todo (cf. Mc 1, 18.<br />
20) y se acercan a él (cf. Mc 3, 13). Es tal<br />
la alegría del hallazgo que justifica el que
302<br />
se venda todo para conseguir el tesoro (cf.<br />
Mt 13, 44).<br />
28. Mientras la tristeza bloquea, la alegría<br />
motiva la decisión de seguir a Jesús. La<br />
alegría del hallazgo, un hallazgo siempre<br />
gratuito y sorprendente, la pasión por el “tesoro<br />
escondido”, el amor por Jesús, hace<br />
que la renuncia a todo lo que uno tiene no<br />
resulte una heroicidad, un sacrificio insólito<br />
o una privación extrema, sino que se vea<br />
como una consecuencia de haber encontrado<br />
al que puede llenar las aspiraciones más<br />
altas y la vida misma de una persona. Para<br />
quien conoce a Jesús –para quien encuentra<br />
el tesoro escondido- Jesús es lo único necesario<br />
y todo lo demás es secundario. No<br />
porque todo pierda significado, sino porque,<br />
finalmente, todo tiene su significado.<br />
Es la experiencia de Pablo que frente al conocimiento<br />
de Jesús, todo lo considera pérdida<br />
con tal de ganarle a él (cf. Fil 3, 7. 12).<br />
El discípulo lo deja todo para acercarse al<br />
que lo es todo: “¿También vosotros queréis<br />
marcharos? ¿A dónde iremos? Sólo tú tienes<br />
palabras de vida eterna” (Jn 6, 67-68).<br />
El discípulo se sitúa en lo esencial, y lo<br />
esencial está sólo en aquel que tiene palabras<br />
de vida eterna. El discípulo no tiene<br />
bien alguno superior a él (cf. Sal 16, 2). El<br />
discípulo, como Pablo, ha sido conquistado<br />
por él (cf. Fil 3, 12), hasta poder decir que él<br />
es su vida (cf. Fil 1, 21; Gál 2, 20). Ser discípulo<br />
no se mide por lo que uno deja –aunque<br />
haya que dejar muchas cosas-, sino por<br />
lo que uno encuentra.<br />
También aquí deseo preguntarte:<br />
¿Te has encontrado realmente con Jesús?<br />
¿Cuándo, cómo? Los discípulos lo recuerdan<br />
ex<strong>acta</strong>mente (cf. Jn 1, 39) ¿Cómo alimentas<br />
ese primer encuentro?<br />
Es la hora de la fidelidad<br />
29. No basta buscar y encontrar, es necesario<br />
decidirse. Quien quiere tener los dos<br />
pies en el mismo zapato no puede caminar.<br />
Es la hora de optar decididamente por Cristo,<br />
de seguirlo incondicionalmente, movidos<br />
sólo por la fe. No es hora de rebajas en<br />
la vida cristiana, religiosa y franciscana. No<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
es el tiempo para la mediocridad. Nunca lo<br />
ha sido, pero hoy menos. Es la hora, como<br />
dirá Clara, de adherirse “con todas las fuerzas<br />
del corazón a Aquel [...] cuyo amor aficiona,<br />
cuya contemplación nutre, cuya benignidad<br />
llena, cuya suavidad colma, y su<br />
recuerdo ilumina suavemente” 29 . Es el momento<br />
de darlo todo a Aquel y por Aquel<br />
que es “Rey de reyes” y “Señor de los señores”<br />
30 . Es la hora de la fidelidad.<br />
Recuerdo aquí que, en alguno de los encuentros<br />
que he tenido con vosotros en estos<br />
años, se me hizo esta pregunta: ¿qué es<br />
la fidelidad? De lo que os he oído decir, me<br />
ha quedado la sensación de que, para algunos,<br />
fidelidad significa cerrarse a la novedad,<br />
negarse al cambio, permanecer en su<br />
sitio, sólo para poder decir que se han quedado<br />
donde siempre han estado. No, la fidelidad<br />
es necesariamente dinámica, activa,<br />
creativa 31 . No habéis recibido sólo la llamada<br />
inicial, Dios os sigue llamando constantemente,<br />
y en cada momento os invita a<br />
responderle con renovada fidelidad. Tened<br />
viva la conciencia de la llamada vocacional<br />
y vuestra fidelidad será siempre joven. Recordad<br />
diariamente vuestro propósito 32 y<br />
será vuestro andar apresurado, y ligero<br />
vuestro paso 33 . “Cumplid, con propósito<br />
generoso y firme, lo que habéis prometido”<br />
34 . “Obedeced a la voz del Hijo de<br />
Dios” 35 . No os dejéis envolver “por tiniebla<br />
alguna ni amargura” 36 , para que podáis<br />
“avanzar con mayor seguridad en el camino<br />
de los mandatos del Señor” 37 , y “seguir la<br />
voluntad del Señor y agradarle” 38 .<br />
30. Concebida así la fidelidad, ésta consiste<br />
en hacer los cambios necesarios en cada<br />
instante de la vida para permanecer durante<br />
toda ella anclados firmemente en los<br />
valores que nos definen como Hermanos<br />
Menores. La fidelidad no es la estabilidad<br />
de lugar, sino de corazón, hasta poder decir<br />
con el salmista: “Si un ejército acampa contra<br />
mí, mi corazón no tiembla, mi corazón<br />
no tiembla” (Sal 27, 3), “Mi corazón está<br />
firme, Dios mío, mi corazón está firme”<br />
(Sal 57, 8). Y puesto que de corazón se trata,<br />
recordad que la fidelidad está siempre<br />
acosada y que por ello debe ser atentamen
te cuidada. Nada más precario y nada más<br />
amenazado que la fidelidad. Desaparece en<br />
el momento en que dejamos de guardarla.<br />
Vocaciones y parejas naufragan por descuido.<br />
Ser fiel, por tanto, exige disciplina, trabajar<br />
hasta el final de la vida, no dando nada<br />
por supuesto, y luchando, como el atleta,<br />
hasta que concluya la prueba y se consiga la<br />
corona (cf. 1Cor 9, 25). La fidelidad exige<br />
vigilancia para que el tiempo de la dificultad<br />
no os sorprenda como el ladrón. La fidelidad<br />
no es tal hasta que se pone a prueba.<br />
La fidelidad exige permanente discernimiento<br />
para examinar “lo que agrada al Señor”<br />
(cf. Ef 5, 8-10). La fidelidad exige también<br />
constancia para no desfallecer ante las<br />
dificultades o “persecuciones” (cf. Mc 4,<br />
17), para no darse por vencido: “No hay fracaso<br />
–dice Kin Hubbard- excepto el dejar<br />
de intentarlo. No hay derrota, excepto la<br />
que nos imponemos a nosotros mismos. No<br />
hay ninguna barrera insuperable, excepto<br />
nuestra inherente debilidad en cuanto al<br />
propósito”. “Es deber nuestro –cantaba<br />
Holderlin-, aguantar bajo las tormentas de<br />
Dios, a cabeza descubierta, para con nuestras<br />
manos agarrar su rayo”.<br />
31. La constancia es hermana de la paciencia<br />
para no venirse abajo ante las miserias<br />
propias, las de la Orden, y ante el pecado<br />
que ensombrece el rostro de la misma<br />
Iglesia. El que os llamó es el “compasivo,<br />
paciente, misericordioso y fiel” (Ex 34, 6).<br />
Sed cómplices con la historia de misericordia<br />
de Dios con la humanidad herida por el<br />
pecado (cf. Is 54, 10). Recordad siempre<br />
que sólo ve las estrellas quien tiene la constancia<br />
de velar en la noche. La fidelidad tiene<br />
necesidad de la fe que nos vincula a lo<br />
trascendente y agarra de tal modo la propia<br />
vida que uno ya no puede verse a sí mismo<br />
sin ella. Esa fe ha de ser cuidada y alimentada<br />
adecuadamente, pues la ‘increencia’<br />
nos acecha, está en el aire que respiramos.<br />
Manteneos fieles y constantes en el propósito,<br />
queridos hermanos, y la vida será un<br />
milagro que acontece cada día. Sed fieles<br />
hasta la muerte, y el Señor os dará la corona<br />
de la vida (cf. Ap 2, 10). Enfrentaos a la<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 303<br />
prueba recordando la fidelidad de Dios, cuya<br />
misericordia y compasión no terminan,<br />
sino que se renuevan cada mañana (cf. Lam<br />
3, 21-25). Apostad en todo momento por el<br />
amor (cf. 1Cor 16, 13). Decía Bernanós que<br />
“para que una habitación esté caliente es necesario<br />
que el fogón esté al rojo vivo”. Necesitáis<br />
apostar por el amor ardiente y apasionado<br />
por el Señor y por la humanidad<br />
amada por el Señor, a ejemplo de Francisco<br />
y de tantos hermanos que nos han precedido<br />
a lo largo de estos 800 años de historia.<br />
Queridos hermanos: ¿Estáis dispuestos a<br />
darlo todo por Jesús, a seguirlo con corazón<br />
indiviso? ¿Estás dispuesto a enfrentarte a<br />
las pruebas que comporta el seguimiento de<br />
Cristo?<br />
Haz memoria<br />
32. Han pasado ya algunos años desde<br />
que cada uno de vosotros ha escuchado la<br />
llamada del Señor. Entonces, como Eliseo<br />
siguió a Elías y se puso a su servicio (cf. 1R<br />
19, 21), como la prometida sigue a su prometido<br />
(cf. Jr 2, 2), el rebaño al pastor (cf.<br />
Sal 80, 2), el pueblo a su rey (cf. 2Sam 15,<br />
13; 17, 9), también vosotros habéis seguido<br />
al Señor. Han pasado algunos años y, mientras<br />
la mayoría de vosotros sigue cada día<br />
más de cerca las huellas de Jesucristo, puede<br />
que en algunos de vosotros el entusiasmo<br />
de un principio haya venido a menos y<br />
que más de uno comience a echar cuentas:<br />
Lo he dejado todo para seguir al Señor y<br />
ahora ¿qué? (cf. Mt 19, 27).<br />
Querido hermano joven: Te invito a<br />
reavivar la memoria de aquel día en que el<br />
Señor pasando a tu lado fijó en ti sus ojos y<br />
amándote (cf. Mc 10, 21) te dijo: Sígueme.<br />
Y te invito también a hacer memoria de<br />
aquel día en que con total disponibilidad,<br />
como el profeta y como María, respondiste:<br />
“Aquí estoy” (Is 6, 8; Lc 1, 38), y con gran<br />
generosidad, como los primeros discípulos,<br />
lo dejaste todo para seguirle (cf. Lc 5, 11).<br />
33. Dietrich Bonhoöeffer se preguntaba:<br />
¿La pérdida de todos los vínculos, del amor,<br />
del matrimonio, de la amistad, de la fidelidad,<br />
no será debida a la pérdida de la me-
304<br />
moria? Raimundo Lulio ya respondió a esta<br />
inquietud cuando escribió en el Libro del<br />
Amigo y del Amado: “Preguntaron al amigo<br />
dónde nacía el amor, de qué vivía y por qué<br />
moría. Respondió el amigo que el amor nacía<br />
en el recuerdo, vivía de inteligencia y<br />
moría por olvido”. Hoy parece que nada<br />
permanece, nada se enraíza profundamente.<br />
Todo es a corto plazo, todo como un breve<br />
respiro. Y, sin embargo, hoy como ayer, todas<br />
las grandes relaciones, exigen tiempo,<br />
estabilidad, “memoria”. Quien no esté dispuesto<br />
a cargar con la responsabilidad de un<br />
pasado, de una palabra dada, y de dar forma<br />
a un futuro teniendo en cuenta esa palabra,<br />
éste tal es un “desmemoriado” que difícilmente<br />
podrá enfrentarse al presente y al futuro.<br />
La fidelidad es la virtud esencial a<br />
cualquier relación interpersonal, y la perseverancia<br />
es la virtud específica del tiempo.<br />
¡No existe valor ni virtud sin la perseverancia<br />
y sin la fidelidad!. La fidelidad deja de<br />
ser abstr<strong>acta</strong> cuando no se limita a informar<br />
una estación o un momento de la vida de<br />
una persona, sino que plasma toda su existencia,<br />
hasta la muerte.<br />
34. Han pasado los años, y la fidelidad<br />
del Señor permanece, como está llamada a<br />
permanecer vuestra respuesta. Han pasado<br />
los años y el Señor, hoy como ayer, tiene celos<br />
por vosotros. Para Jesús sois sus propios<br />
discípulos (cf. Mc 4, 34). Han pasado los<br />
años y Jesús os pide y exige prontitud (cf.<br />
Mc 1, 18. 20; 2, 14; Lc 9, 59-62). Han pasado<br />
los años y, aunque hoy no esté de moda,<br />
Jesús os exige una opción definitiva (cf. Lc<br />
9, 62). Han pasado los años y Jesús, como a<br />
Pedro, os renueva su invitación: “Sígueme”<br />
(Jn 21, 19).<br />
Recordad que la del discípulo es una tarea<br />
nunca acabada. Su vocación es para la<br />
vida, es proyecto, es proceso. Si el objetivo<br />
último para el discípulo es el de configurase<br />
totalmente con Cristo, llegando a tener sus<br />
mismos sentimientos (cf. Fil 2, 5), entonces,<br />
quien sigue a Jesús no puede nunca considerarse<br />
discípulo ya hecho, terminado. El discípulo<br />
nunca termina de serlo, está siempre<br />
haciéndose, o mejor todavía, está siempre<br />
dejándose hacer, “hasta que todos alcance-<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
mos la unidad de la fe y del conocimiento<br />
del Hijo de Dios, la edad adulta, la madurez<br />
de la plenitud de Cristo” (Ef 4, 13). Con el<br />
seguimiento empieza una historia verdaderamente<br />
nueva: la historia de nuestro camino<br />
tras las huellas de Jesús y con Jesús.<br />
Rema mar adentro<br />
35. Viendo las exigencias del seguimiento<br />
de Jesús, algunos de vosotros tal vez pudieran<br />
pensar, aunque no lo digan abiertamente,<br />
que tales exigencias no resultan<br />
aceptables para el hombre de hoy. De hecho,<br />
en nuestros días, particularmente entre<br />
las jóvenes generaciones, que suelen ser<br />
más sensibles al influjo del ambiente en que<br />
viven, más abiertas, más acogedoras y, por<br />
eso mismo, mas vulnerables, son muchos<br />
los que viven bajo el signo de lo emocional<br />
y lo provisorio y se dejan dominar por la<br />
dictadura del relativismo, dictadura que todo<br />
lo pone bajo sospecha, para la que todo<br />
es siempre negociable, y que en muchos corazones<br />
acrecienta sentimientos de incertidumbre,<br />
de inseguridad y de inestabilidad.<br />
Son muchas las víctimas de la duda sistemática,<br />
arrastradas a refugiarse en lo cotidiano<br />
y en el mundo de la emotividad. Son<br />
muchos los seducidos por la cultura del part<br />
time y del zapping, que los lleva a no asumir<br />
compromisos de larga duración, a pasar<br />
de una experiencia a otra, sin profundizar<br />
en ninguna; son muchos los seducidos por<br />
la cultura light, que no deja espacio para la<br />
utopía, para el sacrificio, para la renuncia;<br />
son muchos los seducidos por la cultura del<br />
subjetivismo, según la cual el individuo es<br />
la medida de todo, y todo se ve y es valorado<br />
en función de uno mismo, de la propia<br />
realización. Esta mentalidad posmoderna<br />
genera, especialmente en las nuevas generaciones,<br />
una personalidad difusa, poco definida,<br />
que hace más difícil el poder entender<br />
lo que ya de por sí es difícil: las exigencias<br />
radicales del seguimiento de Cristo.<br />
En los encuentros que he mantenido con<br />
vosotros, queridos jóvenes, he encontrado<br />
no pocas víctimas de todo ello: hermanos<br />
heridos por la duda sistemática, y por un<br />
subjetivismo exagerado; hermanos que pa
ece que han hecho una clara opción por<br />
una vida light y por “pactos a la baja”; hermanos<br />
que pertenecen a la llamada “generación<br />
del «ya»”, que dejó de soñar en el futuro,<br />
seducidos por el “eterno presente”,<br />
con grandes dificultades para asumir sus<br />
compromisos en la vida; hermanos que han<br />
perdido la ilusión primera, derivada de la<br />
conciencia de la llamada vocacional, ilusión<br />
sin la que no es posible vivir el carisma<br />
franciscano. Sí, también entre vosotros jóvenes,<br />
he encontrado hermanos cansados,<br />
resignados, frustrados. Hermanos que se<br />
van sin saber por qué se van, o hermanos<br />
que se quedan sin saber por qué se quedan.<br />
36. Y, sin embargo, todos podéis ser como<br />
Francisco de Asís; todos estáis llamados<br />
a ser como Francisco de Asís; a todos os veo<br />
dispuestos a asumir con gozo, prontitud y<br />
radicalidad las exigencias evangélicas del<br />
seguimiento de Cristo; veo en vosotros hermanos<br />
que buscan con pasión nuevos cauces<br />
para vivir el Evangelio de forma auténtica<br />
y creativa en esta cultura posmoderna;<br />
veo en vosotros hermanos que, fiándose de<br />
la Palabra del Señor (cf. Lc 5, 5), abrazan<br />
con gozo el futuro incierto de nuestra vida;<br />
hermanos que, como decía San Agustín,<br />
cantan el Aleluya, aún en medio de las dificultades<br />
propias del momento presente,<br />
hermanos que viven con gran valentía su<br />
pasión por Cristo y su pasión por la humanidad.<br />
El mar en que el que os ha tocado navegar<br />
está agitado (cf. Lc 8, 23). Para seguir a<br />
Jesús tenéis que confrontaros con un contexto<br />
complejo y ambiguo que juzga la vida<br />
consagrada desde arriba hacia abajo, como<br />
se mira a un viejo abrigo fuera de moda. Tenéis<br />
que confrontaros con una cultura en la<br />
que el cambio cotiza al alza, como expresión<br />
de dinamismo, avance y capacidad creadora,<br />
y que, por el contrario, desvaloriza y<br />
hace sospechosas la estabilidad y la permanencia,<br />
aunque se trate de algo que fundamenta<br />
la vida, y le da consistencia y sentido.<br />
Tenéis que confrontaros con una cultura<br />
que sacraliza el “desorden del espíritu”, y<br />
que arrastra a admirar la flexibilidad y el<br />
acomodo fácil, antes que la convicción y la<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 305<br />
firmeza en lo esencial. Tenéis que confrontaros<br />
con una cultura que genera un gran<br />
“desorden amoroso”, muy difícil de gestionar,<br />
que con frecuencia interrumpe el diálogo<br />
del amor y puede terminar fácilmente en<br />
el más atroz egocentrismo. Tenéis que confrontaros<br />
con una cultura saturada de ‘saberes’,<br />
pero que en muchas ocasiones ignora<br />
la sabiduría de lo esencial; con una cultura<br />
que lleva a sentirse como la “muchedumbre<br />
solitaria” en medio de la gran ciudad, tentada<br />
por un individualismo tal que apaga la<br />
alegría de la pertenencia, erosiona la identidad,<br />
e incuba una existencia “blanda”, en la<br />
cual las tensiones se disimulan ante el televisor,<br />
la estimulación musical, o el ordenador.<br />
Tenéis que confrontaros con un cultura<br />
en la que el lema dominante, “nada a largo<br />
plazo”, corroe la confianza en las propias<br />
capacidades, la lealtad y el compromiso definitivo,<br />
tacha de iluso cualquier itinerario<br />
de futuro que trascienda el hoy verificable,<br />
y potencia la tendencia narcisista a gozar<br />
del presente sin mayor responsabilidad y<br />
esperanza en el futuro. Tenéis que confrontaros<br />
con una cultura que a través de los medios<br />
de comunicación tiende a la “colonización<br />
del espíritu”, metiéndoos de lleno, como<br />
una especie de narcótico irresistible, en<br />
un mundo artificial, un mundo de apariencias,<br />
que hace difícil distinguir lo que es real<br />
y lo que no lo es.<br />
37. Queridos jóvenes: ¡Remad mar<br />
adentro! (cf. Lc 5, 4). “¡Sed robustos!”<br />
(1Cor 16, 13). Si queréis seguir a Jesús, tenéis<br />
que estar preparados para dar la batalla<br />
a todas esas manifestaciones de la cultura<br />
posmoderna; tenéis que estar preparados<br />
para ir contra corriente y contra la cultura<br />
dominante. Seguir a Cristo hoy supone asumir<br />
un proyecto contracultural basado en<br />
una sólida y profunda experiencia de Dios y<br />
en la radicalidad evangélica. El seguimiento<br />
de Jesús no tiene nada que ver con las<br />
ideologías de moda ni con el sucederse de<br />
las filosofías. Tampoco es para mediocres,<br />
ni admite rebajas. Jesús lo pide todo, “el Señor<br />
te quiere todo” 39 , porque antes él lo dio<br />
todo. Él nos amó primero. Los votos no son<br />
sino manifestación de ese amor total e in-
306<br />
condicional hacia Jesús, una alternativa<br />
evangélica de vida al modelo de vida que<br />
nos presenta la cultura posmoderna, una alternativa<br />
generadora de un mundo distinto.<br />
Frente al hedonismo y al consumismo, habéis<br />
optado por la pobreza como solidaridad<br />
y gratuidad. Frente a la degradación de<br />
las relaciones humanas y a la ‘erotización’<br />
del ambiente, habéis optado por la castidad<br />
como capacidad de amar y de crear relaciones<br />
humanas verdaderas e igualitarias.<br />
Frente al individualismo y la búsqueda de<br />
poder, habéis optado por la obediencia en libertad,<br />
discernimiento y diálogo.<br />
38. A quienes os sentís motivados para<br />
seguir a Cristo con radicalidad os digo: confiad<br />
en el Señor y seréis dichosos, proclamad<br />
las maravillas que el Señor hace en vosotros<br />
y decid siempre: “Grande es el Señor”<br />
(cf. Sal 39); que sus mandatos sean<br />
vuestra delicia, confiad siempre en su palabra<br />
y cumplid sin cesar su voluntad (cf. Sal<br />
118, 41-48). No os canséis de hacer el bien<br />
ni desmayéis, pues sólo así podréis cosechar<br />
a su tiempo (cf. Gál 6, 9; 2Cor 4, 8).<br />
A los que os sentís tentados por la mediocridad<br />
en la entrega, o, tal vez, por la idea de<br />
volver la mirada atrás e iros, os digo con<br />
fuerza: El Señor está llamando a la puerta de<br />
vuestros corazones !Dejadle entrar¡ “Él, -como<br />
repite frecuentemente Benedicto XVI-,<br />
no quita nada, sino que lo da todo”. Dadle<br />
otra oportunidad o, mejor aún, daros otra<br />
oportunidad. Él os está esperando en cualquier<br />
lugar, en cualquier mediodía de vuestra<br />
vida cotidiana, como a la Samaritana (cf.<br />
Jn 4, 1ss), precisamente cuando andáis enredados<br />
en tantas preocupaciones. Dejadle que<br />
os pregunte cuántos “maridos” tenéis, a<br />
cuántos ‘baales’ estáis adorando, a cuántos<br />
“ídolos” habéis entregado vuestro corazón,<br />
con cuántas realidades habéis p<strong>acta</strong>do que os<br />
apartan del “primer amor”. Deteneos un momento<br />
y pensad: ¿Es tal vez el marido del<br />
conformismo que me lleva a adaptarme a lo<br />
que hay, sin el más mínimo sentido crítico; o<br />
el marido neoliberal y consumista que me<br />
lleva a asumir el confort como talante de mi<br />
vida, apagando la “chispa de la locura” –la<br />
locura del amor-, que movilizó mi vida en el<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
seguimiento de Cristo? ¿Será acaso este marido<br />
el individualismo que poco a poco me<br />
separa de los demás y me cierra en mí mismo;<br />
o será el secularismo que me aleja del<br />
pozo de agua viva, del encuentro con el Señor,<br />
y me lleva a frecuentar “cisternas agrietadas”,<br />
que no apagan la sed del corazón y lo<br />
incapacitan para una experiencia espiritual<br />
profunda y transformante? “Bien has dicho,<br />
porque has tenido cinco maridos y el que<br />
ahora tienes no es tu marido” (Jn 4, 18) ¿A<br />
quién le estás entregando tu corazón? Preguntaos<br />
si Dios es realmente el centro afectivo<br />
indiscutible de vuestras vidas.<br />
39. Entrando en vuestra vida, el Señor os<br />
pedirá algo tan sencillo como un poco de<br />
agua: “dame de beber” (Jn 4,7). ¡Feliz disculpa!<br />
¡Escuchadle!, aunque discutáis con<br />
él, como hizo la Samaritana, seguro que<br />
también vosotros volveréis a casa sin agua<br />
y sin cántaro, y con la sed, hasta entonces<br />
desconocida, de atraer hacia él la ciudad entera<br />
(cf. Jn 4, 28-29). Acoged la noticia sorprendente<br />
de que es el Padre quien os busca<br />
y quien espera la respuesta de vuestra adoración,<br />
y seguro que también vosotros diréis,<br />
como el salmista: “Tu amor vale más<br />
que la vida” (Sal 63, 4). Entonces vuestra<br />
sed saciada se transformará en mensaje 40 .<br />
A unos y a otros, a los fuertes y a los débiles,<br />
os recuerdo que no estáis solos. El<br />
que os llama os da la gracia para seguirle.<br />
En la llamada está la gracia para seguirle.<br />
Nuestro Dios es el Dios de lo imposible (cf.<br />
Lc 1, 37) y fiándoos de él, tampoco habrá<br />
nada imposible para vosotros (Fil 4, 13).<br />
No confiéis en vuestras propias fuerzas.<br />
Confiad en el Señor y seréis como un árbol<br />
plantado al lado de la acequia, que extiende<br />
sus raíces hacia la corriente, y no teme aún<br />
cuando llegue el calor (cf. Jr 17, 8). Confiad<br />
en el Señor y él cuidará de vosotros. Descubrid<br />
las razones para seguir adelante. Estad<br />
preparados en todo momento para dar razón<br />
de vuestras opciones vocacionales. Sed fieles<br />
a vuestro primer amor (cf. Os 2, 9).<br />
Construid la unidad de la propia vida en torno<br />
al primado de Dios, y lo demás vendrá<br />
por añadidura. Él será para vosotros, como<br />
lo fue para Francisco, el bien, todo el bien,
el sumo bien, que supera todo otro bien; él<br />
será la belleza que atraiga constantemente<br />
vuestra mirada; él será la riqueza que sacie<br />
vuestra sed de plenitud, la seguridad que os<br />
haga audaces 41 . No antepongáis nada al<br />
amor de Cristo y os aseguro que, a pesar de<br />
debilidades y flaquezas, permaneceréis fieles<br />
a la forma vitae que profesasteis. Sed<br />
fieles al Dios que ha hecho alianza eterna<br />
con vosotros y que no cesa de haceros el<br />
bien (cf. Jr 32, 40).<br />
Llamados para ser enviados<br />
40. La misión/evangelización es un<br />
competente esencial de nuestra vocación.<br />
Existimos para la misión/evangelización.<br />
Hablar de la misión/evangelización es, por<br />
tanto, hablar de nuestra vocación y de nuestra<br />
razón de ser en la Iglesia y en el mundo.<br />
Llamados, como los primeros discípulos a<br />
estar con el Maestro, somos, al mismo tiempo,<br />
enviados (cf. Mc 3, 13) para anunciar,<br />
con las palabras y las obras, que “no hay<br />
otro omnipotente sino él” 42 . De este modo<br />
contribuiremos a llenar la tierra con el<br />
Evangelio de Cristo 43 .<br />
Nuevos tiempos, nuevas misiones<br />
41. Son muchos los signos que nos llevan<br />
al convencimiento de que “nos encontramos<br />
inmersos en un cambio de época,<br />
con nuevos paradigmas y categorías que<br />
implican una seria revisión de nuestra misión”<br />
44 , una evaluación humilde y verdadera<br />
“de nuestra vida entera, nuestras estructuras<br />
y nuestras actividades evangelizadoras<br />
para ver si testimonian de forma<br />
significativa el espíritu de las bienaventuranzas<br />
y cooperan verdaderamente a la<br />
transformación del mundo según Dios” 45 .<br />
Nuevos tiempos, nuevas misiones, evangelización<br />
nueva; nuevas preguntas, nuevas<br />
respuestas, para convertirnos en “signos humildes<br />
y sencillos de una estrella que aún titila<br />
en medio de la noche de los pueblos,<br />
atrayendo a todos hacia la centralidad de la<br />
vida” 46 , para seguir siendo “faro de esperanza,<br />
oferta generosa de fe y comunión” 47<br />
para nuestro mundo, “fragmentado, desi-<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 307<br />
gual y hambriento de sentido”, a ejemplo de<br />
Francisco y Clara 48 .<br />
42. Cuando en el siglo XIII el mundo<br />
cristiano se sintió amenazado por el Islam,<br />
Francisco emprendió una nueva acción misionera.<br />
La escucha del Evangelio de la misión<br />
no lo dejó neutral ante la nueva situación<br />
49 ; como no lo dejó indiferente la contemplación<br />
del misterio de la encarnación:<br />
Cristo, el enviado del Padre, la Palabra por<br />
la que todo fue hecho, se hizo carne y plantó<br />
su tienda entre nosotros (cf. Jn 1, 14).<br />
Contemplando el abajamiento de Cristo, su<br />
anonadamiento libre y voluntario, contemplando<br />
el infinito amor que lleva a la Palabra<br />
a hacerse en todo semejante a nosotros,<br />
enviado en una carne semejante a la del pecado<br />
(cf. Rm 8, 3), Francisco se hace misionero.<br />
La historia de la samaritana se repite<br />
en la experiencia espiritual de Francisco (cf.<br />
Jn 4, 28); también a Francisco el encuentro<br />
con Cristo y con el Evangelio lo hizo misionero.<br />
En tiempos como los nuestros, en el<br />
campo de la misión/evangelización se ha<br />
hecho apremiante optar por la creatividad.<br />
Hemos de encontrar caminos nuevos para<br />
anunciar el Evangelio, partiendo de su centro,<br />
de la novedad inagotable y maravillosa<br />
del amor de Dios por la humanidad.<br />
He aquí algunos principios fundamentales<br />
que se han de mantener para abrir caminos<br />
nuevos a la misión/evangelización: que<br />
los misioneros, antes de evangelizar, se dejen<br />
evangelizar, es decir, que acojan ellos en<br />
primer lugar la buena noticia, para ser ellos<br />
mismos buena noticia, “evangelio viviente”<br />
50 ; que se creen espacios para una experiencia<br />
profunda de Dios, lugares en los que<br />
sea posible saciar el anhelo de “tener el espíritu<br />
del Señor y su santa operación” 51 ; que<br />
los misioneros sean itinerantes, hombres en<br />
camino, como “peregrinos y forasteros”<br />
(1Pe 2, 11), para ir al encuentro de los “leprosos”<br />
de nuestro tiempo y anunciarles a<br />
todos la Buena Noticia (cf. Lc 4, 18-19); que<br />
entremos en diálogo con la cultura del fragmento,<br />
a través de una visión positiva del<br />
mundo actual y una revisión de nuestros lenguajes,<br />
que el amor ha de hacer delicados
308<br />
para referirse a los demás, y luminosos para<br />
hablar con los demás; abrirse a los nuevos<br />
areópagos, en los que ha de resonar hoy la<br />
voz del Evangelio 52 ; escuchar respetuosamente<br />
a los demás, reconociendo al “otro”<br />
en su identidad propia 53 , favorecer la inculturación<br />
y la interculturalidad 54 , a fin de que<br />
la labor misionera y evangelizadora prosiga<br />
la encarnación del anuncio de Jesucristo en<br />
la historia y en las diversas culturas.<br />
43. No es tanto cuestión de intensificar<br />
cuantitativamente el mensaje, sino de cualificarlo,<br />
de hacerlo más comunicativo, eficaz<br />
y contagioso. Si la vida consagrada, en<br />
general, y la vida franciscana, en particular,<br />
es una vida que enseña con la fuerza de la<br />
parábola, en el sentido que vive lo que dice<br />
o, mejor aún, dice viviendo, podemos afirmar<br />
que, como religiosos y franciscanos,<br />
poseemos una particular fuerza y resonancia<br />
para realizar una renovada siembra del<br />
Evangelio en el corazón de nuestros contemporáneos.<br />
Pero para ello la misión ha de<br />
ser: Liberadora, inculturada y en diálogo<br />
con el mundo actual, renovada, y siempre<br />
centrada en la persona de Jesús.<br />
Después de veinte siglos de cristianismo,<br />
a pesar de todos los esfuerzos realizados,<br />
gran parte de la humanidad todavía no conoce<br />
a Cristo. Por otra parte, el ateismo<br />
práctico y el materialismo están avanzando<br />
rápidamente en los países de vieja tradición<br />
cristiana, y los espacios culturales y sociales<br />
no “tocados” por el Evangelio se agrandan<br />
constantemente. Y lo que es peor, el paganismo<br />
y el secularismo no están sólo fuera<br />
de nosotros, sino en nosotros mismos, en<br />
nuestras fraternidades, como vampiros –por<br />
utilizar una expresión de Kierkegaard-, que<br />
nos chupan la sangre y nos inyectan el veneno<br />
del sueño. Este es el gran problema hoy:<br />
que los creyentes, también nosotros, somos<br />
poco creyentes, muy a menudo, formamos<br />
parte de una comunidad adormecida.<br />
44. Queridos hermanos jóvenes, ¿qué os<br />
está diciendo esta situación, vieja y nueva a<br />
la vez? Para nuestra fe es una certeza que<br />
Cristo sigue amando al mundo y desea darle<br />
vida: ¿A quién enviará? El Rey necesita<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
heraldos, el Señor necesita mensajeros,<br />
Cristo tiene necesidad de misioneros en el<br />
sentido preciso del término. Hombres, discípulos,<br />
que, saliendo de sí mismos, vayan<br />
al encuentro del otro 55 y le ayuden a abrir<br />
su corazón al don de Dios, al Espíritu del<br />
Señor. Hombres que, habiendo saciado su<br />
sed de plenitud, como la samaritana, se conviertan<br />
en apóstoles para todos los sedientos<br />
56 , los de cerca y los de lejos. Hombres,<br />
discípulos, que, abriéndose a la lógica del<br />
don que es Dios 57 , tengan capacidad de entrega<br />
gratuita a los demás, “a través de un<br />
movimiento del don, que es similar al constante<br />
entregarse de Dios” 58 . Hombres, discípulos,<br />
que reconociendo que nada les pertenece<br />
y que todo es un bien recibido, estén<br />
dispuestos a compartir y restituir todo lo<br />
que del Señor han recibido 59 . Hombres,<br />
discípulos, que adheridos sólidamente a<br />
Cristo, tengan “la osadía de ensayar caminos<br />
inéditos de presencia y testimonio”<br />
evangélicos, abrazando lo liminal y habitando<br />
la marginalidad 60 . Hombres, discípulos,<br />
que viviendo de Cristo y para Cristo, le<br />
sirven en los demás, “llegando hasta las<br />
avanzadillas de la misión y aceptando los<br />
mayores riesgos” 61 . Hombres, discípulos,<br />
que seducidos por la contemplación del<br />
misterio de la kénosis de aquel que “se despojó<br />
de sí mismo, tomando la condición de<br />
siervo” (Fil 2, 6-11), alargando el espacio<br />
de su tienda (cf. Is 54, 2), y haciendo suyos<br />
los gozos y las tristezas de los más pobres y<br />
de los que más sufren, se dejen seducir también<br />
por los “claustros olvidados, los claustros<br />
inhumanos donde la belleza y la dignidad<br />
de la persona son continuamente mancilladas”<br />
62 . Hombres, discípulos, que,<br />
fundando sus vidas en el Evangelio 63 , “mano<br />
a mano con los laicos, hombres y mujeres,<br />
jóvenes y ancianos” 64 , trabajen por ser<br />
“faros de esperanza”, en lugares donde “las<br />
dificultades han llegado a niveles verdaderamente<br />
extremos, amenazando prácticamente<br />
todas las libertades” 65 . Cristo necesita<br />
hombres, discípulos, con clara conciencia<br />
de ser enviados al mundo, el “espacioso<br />
claustro” de todo franciscano, alimentados<br />
por la centralidad de la experiencia de<br />
Dios 66 .
Cristo y el mundo, necesitan de todos<br />
nosotros, especialmente necesitan de vosotros,<br />
queridos hermanos jóvenes. Jesús os<br />
ha llamado para enviaros, para ser sus misioneros.<br />
¿Estáis dispuestos a salir de vuestra<br />
tierra, de vuestra patria, de vuestra casa<br />
paterna (Cf. Gn 12,1), de vosotros mismos?<br />
¿Estáis dispuestos a cruzar fronteras, para ir<br />
al encuentro de los demás? ¿Sois conscientes<br />
de que nos encontramos inmersos en un<br />
cambio de época, con nuevos paradigmas y<br />
categorías, que implica una seria revisión<br />
de nuestra misión, una evaluación de “nuestros<br />
ministerios en las situaciones en las que<br />
hay que dar una respuesta a la cultura y a la<br />
sociedad cambiante alrededor de<br />
nosotros? 67 ¿Qué os dice la situación en<br />
que viven muchos jóvenes como vosotros,<br />
lejos de la fe, privados del conocimiento de<br />
Cristo Jesús? ¿Qué resonancia encuentran<br />
en vosotros los proyectos misioneros de la<br />
Orden: Tierra Santa, Marruecos, Rusia/Kazaquistán,<br />
Miamar, Sudán, Thailandia...?<br />
¿Cuáles son las resistencias que os impiden<br />
ser misioneros hoy?<br />
45. Queridos hermanos: No os acomodéis<br />
fácilmente a “lo de siempre”, no cerréis<br />
el corazón a la llamada del Señor que os invita<br />
a “salir”, a “ir” al encuentro del otro.<br />
Que no se diga que el viejo Abrahán tuvo<br />
una fe más joven que la vuestra, o que vuestra<br />
audacia es menor que la suya. Quiero veros<br />
presentes en el desierto, en la periferia,<br />
en la frontera; en aquellos lugares donde, de<br />
hecho, no se escucha la palabra fuerte y liberadora<br />
del Evangelio. Os quiero libres<br />
como Francisco, pobres como Francisco,<br />
heraldos del gran Rey, como Francisco.<br />
Abrios a la llamada del Señor que os pide<br />
ser sus colaboradores para abrir el corazón<br />
de muchos al don de Dios, al Espíritu<br />
del Señor. Salid de vosotros mismos, abrios<br />
a la misión, y la misión transformará vuestras<br />
vidas, y el miedo que muchos de vosotros<br />
sentís se cambiará en audacia para testimoniar<br />
valientemente a Cristo (cf. Hch 2,<br />
4). No se trata de ser aventureros, pero sí de<br />
responder a una vocación que ciertamente<br />
habéis recibido: la de ser misioneros. Dejad<br />
resonar en vuestros corazones la palabra del<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 309<br />
Señor: “Como el Padre me ha enviado, así<br />
os envío yo a vosotros” (Jn 20, 21), “id y<br />
haced discípulos de todas las naciones...”<br />
(Mt 28, 19), “os he destinado para que vayáis<br />
y deis fruto, y vuestro fruto permanezca”<br />
(Jn 15, 16). ¿No sientes que el Señor te<br />
está susurrando al corazón y te dice, como a<br />
Francisco, “vete y repara mi casa, que, como<br />
ves, se viene del todo al suelo?” 68 .<br />
Pido que, como a Francisco y sus primeros<br />
compañeros, también a vosotros el<br />
Señor os dé: “un modo de hablar y un espíritu<br />
apropiado a cada momento” para que<br />
podáis pronunciar “palabras oportunas” que<br />
traspasen los corazones de los oyentes,<br />
“más de los jóvenes que de los ancianos” 69 .<br />
Las modalidades de la misión según Francisco<br />
46. Para Francisco la misión no consiste<br />
sólo ni principalmente en predicar una<br />
doctrina, sino en participar activamente en<br />
el movimiento permanente del amor que se<br />
encarna para liberar a los hombres. En ese<br />
movimiento descubrimos tres modalidades<br />
esenciales: treinta años de presencia silenciosa,<br />
el misterio de Nazaret; tres años de<br />
manifestación pública con signos y palabras,<br />
por los caminos de Palestina; tres días<br />
de consumación de la entrega de sí mismo,<br />
hasta la muerte en cruz, en Jerusalén.<br />
Para Francisco estos tres momentos, inseparables<br />
en la misión del Hijo, son también<br />
inseparables en la misión de todo misionero.<br />
El anuncio del Evangelio, la misión,<br />
es una prolongación del misterio de la<br />
encarnación del Hijo. Y si toda la vida de<br />
Jesús es una buena noticia manifestada con<br />
los hechos, antes que con la predicación<br />
misma, también para Francisco toda la vida<br />
del Hermano Menor debe ser vivida como y<br />
desde la misión. Por esto en la Regla prevé<br />
la misión de sus frailes con las mismas modalidades<br />
de la misión del Hijo 70 . Para<br />
Francisco, el misionero debe revivir la existencia<br />
misionera de Jesús.<br />
47. El Reino de Dios no es una verdad<br />
que ha de ser demostrada, sino una “realidad<br />
escondida” que se manifiesta a través
310<br />
de la vida. Por eso “el testimonio de la simple<br />
presencia franciscana” 71 “el testimonio<br />
de vida o proclamación silenciosa del Reino<br />
de Dios es ya un cierto comienzo y el primer<br />
modo de evangelización” 72 . La misión<br />
no consiste tanto en hablar del Reino, sino,<br />
sobre todo, en vivir del Reino y para el Reino,<br />
lo que supone, entre otras cosas, vivir<br />
como hombres de Dios, “con el corazón<br />
vuelto al Señor” 73 . No es posible ser misionero,<br />
evangelizador, sin encontrarse personalmente<br />
con Aquel que es la Buena Noticia,<br />
el Evangelio, del Padre a la humanidad.<br />
Como Pablo, también el misionero, evangelizador,<br />
ha de ser una persona alcanzada,<br />
transformada y motivada por el Evangelio.<br />
Si Evangelizar es sobre todo confesar el<br />
Evangelio, entonces la vida tiene también en<br />
la misión el primado sobre cualquier otra actividad<br />
apostólica, por importante y necesaria<br />
que sea. Con su ejemplo, Francisco nos<br />
muestra que es la vida la forma primera de<br />
evangelizar. Es significativo a este respecto<br />
que lo que le seduce del evangelio de la misión<br />
no es, en primer lugar la predicación<br />
explícita que hacen los apóstoles, sino su<br />
modo evangélico de vivir. Por ello, después<br />
de escuchar el Evangelio, no tarda en cambiar<br />
la forma de vestir. Francisco necesita<br />
vivir lo escuchado, hacer experiencia de lo<br />
que dice la Palabra de Dios 74 . Es la experiencia<br />
la que nos hace testigos, y es de testigos<br />
de lo que más necesidad tiene hoy el<br />
mundo, particularmente el mundo de los jóvenes.<br />
La vida misma del misionero es palabra<br />
viviente que anuncia y realiza el Reino.<br />
48. Este testimonio de vida ha llevado,<br />
en muchos casos, al martirio, siguiendo en<br />
esto al buen Pastor, “que por salvar a sus<br />
ovejas soportó la pasión de la cruz” 75 .<br />
Nuestra historia, ocho veces centenaria, está<br />
jalonada por el testimonio de tantos hermanos<br />
y hermanas que, comenzando por<br />
Berardo y sus compañeros, “libre y voluntariamente<br />
han dado la vida, en un supremo<br />
acto de caridad, por testimoniar su fidelidad<br />
a Cristo, y al Evangelio” (Benedicto XVI).<br />
Ellos han sido y siguen siendo el signo más<br />
seguro de la vitalidad de nuestra vida franciscana.<br />
Ellos expresan, mejor que nadie, la<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
fidelidad de la Orden de los Hermanos Menores<br />
a la misión recibida de la Iglesia; por<br />
ello Francisco no duda en definir a los protomártires<br />
de nuestra Fraternidad como<br />
“verdaderos Hermanos Menores”.<br />
Si bien es cierto que el testimonio de vida<br />
es constitutivo de nuestra vocación misionera<br />
y evangelizadora, también lo es,<br />
igualmente, el testimonio de la palabra. “Y<br />
cuando vieren que agrada al Señor, anuncien<br />
la palabra de Dios” 76 . La carta magna<br />
del misionero, que Francisco escuchó en la<br />
Porciúncula (cf. Lc 10, 1ss), representó para<br />
él un impacto tan fuerte que, además de<br />
llevarle a cambiar de vida, le llevará también<br />
a convertirse en predicador itinerante<br />
de la Palabra, hasta formar con sus compañeros<br />
una fraternidad apostólica, una fraternidad<br />
de predicadores del Evangelio, por<br />
los caminos del mundo 77 .<br />
49. Dos elementos caracterizaron desde<br />
el principio la misión itinerante de los Hermanos<br />
Menores: La fraternidad y la minoridad.<br />
La misión franciscana no puede prescindir<br />
de estos dos elementos que la distinguen<br />
y la cualifican. Desde que el Señor dio<br />
hermanos a Francisco 78 , la vida en fraternidad<br />
es de por sí evangelización. Como afirmó<br />
Fr. Hermann Schalück, “la forma original<br />
de nuestra evangelización radica en el<br />
testimonio de la fraternidad” 79 . No se puede<br />
pensar una misión franciscana al margen<br />
de la fraternidad. No se puede pensar un<br />
franciscano solo. El misionero franciscano<br />
parte de la fraternidad para la misión, vive<br />
la misión en comunión profunda con la fraternidad,<br />
y vuelve de la misión a la fraternidad.<br />
Por otra parte, desde la contemplación<br />
del misterio de la encarnación, de Jesús que<br />
se hace “siervo” (cf. Fil 2, 6-11), los Hermanos<br />
Menores estamos llamados a estar<br />
en el mundo como “menores con los menores<br />
de la tierra” 80 , “sometidos a toda humana<br />
criatura por Dios” 81 . Francisco está profundamente<br />
convencido de la fecundidad<br />
misionera de la pobreza, de la humildad, de<br />
la minoridad, por ser éste el movimiento del<br />
Hijo del hombre que se encarnó para darnos<br />
vida. El corazón del hombre no se abre al<br />
don de Dios, objeto último de la misión, con
el prestigio, la fuerza o la potencia de los<br />
medios humanos, sino con la potencia irresistible<br />
del amor ofrecido gratuitamente.<br />
Esta concepción profética de la misión la<br />
entendió muy bien Francisco, tal y como lo<br />
muestra su misión con el Sultán.<br />
Queridos hermanos jóvenes: ¿Cómo<br />
cultiváis la calidad de vida, con particular<br />
referencia a la experiencia de Dios, a la fraternidad<br />
y a la minoridad, como primera<br />
forma de misión? ¿Vuestra vida es anuncio<br />
de la Buena Nueva? Los medios, ¿no estarán<br />
ofuscando, muchas veces, la fuerza que<br />
se esconde detrás de la aparente debilidad<br />
del Evangelio? ¿Cómo os preparáis al anuncio<br />
explícito del Evangelio?<br />
Un proyecto de vida con varias atenciones<br />
50. A lo largo de la carta os invitaba a vivir<br />
en actitud de proceso. Esa actitud es la<br />
que está a la base de todo proyecto de vida,<br />
ya sea personal que fraterno. Un proyecto<br />
–yo le llamaría proyecto ecológico de vida,<br />
es decir, que contemple un tiempo para el<br />
Señor, un tiempo para los demás y un tiempo<br />
para nosotros mismos-, que mira siempre<br />
a que la persona se vaya haciendo protagonista<br />
de su propia historia, discerniendo<br />
y estableciendo unos objetivos a corto,<br />
medio y largo plazo, con unas mediaciones<br />
concretas.<br />
En las reflexiones anteriores os he propuesto<br />
un proyecto caracterizado por la radicalidad,<br />
tal y como nos es presentado en<br />
el seguimiento de Jesús en el Evangelio, y<br />
tal y como lo vivió nuestro padre y hermano<br />
Francisco. En nuestro proyecto de vida<br />
evangélica hay algunos elementos o mediaciones<br />
a los cuales no podemos renunciar,<br />
por ser lugares privilegiados de encuentro<br />
con Cristo, y que, en cuanto tales, y gracias<br />
a la acción del Espíritu Santo, nos ayudarán<br />
a transformarnos en discípulos, en Hermanos<br />
Menores.<br />
La Eucaristía<br />
51. La celebración de la Eucaristía es el<br />
lugar privilegiado de encuentro con el Señor:<br />
en ella se hace presente en medio de los<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 311<br />
discípulos, explica las Escrituras, hace arder<br />
el corazón e ilumina la mente, abre los<br />
ojos y se hace reconocer (cf. Lc 24, 13-35).<br />
Por ello la Eucaristía, misterio de fe y del<br />
ágape, “sacramento de la caridad” 82 , es el<br />
corazón de la vida de la Iglesia, su “centro<br />
vital” 83 , fuente y culmen de su misión; corazón<br />
y centro vital de la vida y misión de<br />
todos los creyentes, pero particularmente de<br />
nosotros los consagrados 84 ; es el manantial<br />
del cual brota la fuerza para acompañar a<br />
nuestros hermanos los hombres, y para poder<br />
seguir a Cristo hasta el martirio, si es<br />
necesario.<br />
La Eucaristía es el lugar de la comunión<br />
de la iglesia, y del anuncio de la comunión<br />
entre los hombres; “es el sacramento de la<br />
filiación, de la fraternidad y de la misión”<br />
85 . En la Eucaristía, sacramento del<br />
“santísimo cuerpo y sangre del Señor” 86 , el<br />
mismo Señor “se hace comida para el hombre<br />
hambriento de verdad y de libertad” 87 .<br />
En la Eucaristía damos gracias al Señor por<br />
todo y por todos, ofrecemos nuestra vida en<br />
sacrificio, e intercedemos por todos los<br />
hombres. Acercarse a la Eucaristía significa<br />
acercarse al amor de Dios que nos atrae y se<br />
nos comunica, alcanzándonos en nuestra<br />
debilidad, en nuestro pecado; pero, al mismo<br />
tiempo, exige renovar el compromiso<br />
de dar la vida los unos por los otros en la<br />
acogida y el servicio, a ejemplo del Maestro<br />
que se puso a lavar los pies a los discípulos<br />
(cf. Jn 13, 1ss). Todos nosotros estamos<br />
llamados a convertirnos en eucaristía y<br />
esto se realiza en la medida en que participamos<br />
en la ella y nos dejamos plasmar de<br />
su lógica: la lógica de la donación total para<br />
la vida del mundo.<br />
52. Queridos hermanos jóvenes, haciendo<br />
mías las palabras de Juan Pablo II os digo<br />
a cada uno de vosotros: “Encontradlo,<br />
queridísimos, y contempladlo de modo especial<br />
en la Eucaristía, celebrada y adorada<br />
cada día, como fuente y culmen de la existencia<br />
y de la acción apostólica” 88 . Participad<br />
activamente, a ser posible diariamente,<br />
en la Eucaristía, a fin de que vuestra vida se<br />
vaya plasmando día a día de la lógica eucarística,<br />
y vuestra consagración asuma ella
312<br />
misma una estructura eucarística: total<br />
oblación de sí estrechamente asociada al sacrificio<br />
eucarístico. Sea la celebración eucarística<br />
el centro de vuestra vida espiritual.<br />
Dejaros enseñar por el mismo Jesús en la<br />
Eucaristía la verdad del amor 89 .<br />
¿Qué lugar ocupa la celebración eucarística<br />
en tu vida? ¿Cómo la vives? ¿Cómo se<br />
celebra en tu fraternidad?<br />
La Palabra<br />
53. En la Palabra no sólo está realmente<br />
presente Cristo, sino que a través del texto<br />
bíblico el Maestro “interpela, orienta y modela<br />
la existencia” 90 , de quien se acerca a él<br />
con corazón de pobre. A través de la Palabra<br />
es Cristo quien se revela, y educa el corazón<br />
y la mente 91 , a quien la escucha con puro<br />
corazón. A través de la Palabra va madurando<br />
la visión de fe, gracias a la cual aprendemos<br />
a ver la realidad y a leer los acontecimientos<br />
con la mirada de Dios 92 , si como<br />
María la guardamos en nuestro corazón (cf.<br />
Lc 2, 51). Es la Palabra, escuchada y “rumiada”,<br />
la que va cambiando nuestros sentimientos<br />
en los sentimientos de Cristo (cf.<br />
1Cor 2, 16).<br />
La forma de vida que hemos abrazado<br />
brota de la Palabra 93 , y la Regla que profesamos<br />
quiere ser toda ella expresión de esa<br />
Palabra: “La Regla y vida de los Hermanos<br />
Menores es vivir el Santo Evangelio de<br />
nuestro Señor Jesucristo” 94 . Dentro de lo<br />
que podríamos llamar “hermenéutica de la<br />
continuidad”, como Francisco, también nosotros<br />
estamos llamados a acoger y custodiar<br />
en el corazón la Palabra, para que siga<br />
siendo lámpara para nuestros pasos, luz en<br />
nuestro camino (cf. Sal 118, 105).<br />
54. Queridos hermanos jóvenes: Leed la<br />
Palabra, escuchad la Palabra, confrontad<br />
vuestra vida con la Palabra, obedeced la Palabra,<br />
anunciad la Palabra. Haced de la lectura<br />
orante de la Palabra alimento cotidiano<br />
para vuestra vida y misión, para vuestra oración<br />
y vuestra vida diaria. Que no pase ni un<br />
solo día sin escuchar, “rumiar”, y “dar a luz”,<br />
por la palabra y las buenas obras, la Palabra<br />
depositada por el sembrador (cf. Mc 4, 1ss)<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
en la tierra fértil de vuestros corazones. Sin<br />
la inmersión en la Palabra, las palabras que<br />
pronunciemos carecerán de significado, de<br />
fundamento y de inspiración.<br />
Este ejercicio, que exigirá de vosotros<br />
gran apertura a la gracia, a la obra de Dios,<br />
y, al mismo tiempo, una gran dosis de autodisciplina,<br />
unificará vuestra vida, e iluminará<br />
y guiará vuestra misión, inspirando, al<br />
mismo tiempo, una profunda renovación de<br />
ambas, como ya indicó el Vaticano II 95 . La<br />
Palabra, el Evangelio, es “fuerza de Dios<br />
para quien cree” (Rm 1, 16; cf. 1Cor 1, 18).<br />
En momentos de oscuridad, duda o incertidumbre,<br />
como Francisco y sus primeros<br />
compañeros, tomad el libro del Evangelio y<br />
pedid consejo a Cristo 96 . Cuando las heridas<br />
más profundas de vuestro corazón no<br />
dejen de sangrar y el miedo os inmovilice,<br />
acercaos al Evangelio, y su fuerza sanadora<br />
y su potencial libertador os curará de esas<br />
heridas que parecían incurables y os liberará<br />
de todas vuestras esclavitudes 97 . Volved<br />
al Evangelio y vuestra vida recobrará la<br />
frescura de los orígenes.<br />
Pidiéndoos un contacto diario y cada vez<br />
más vivo e inmediato con la Palabra, os<br />
confío también una misión dentro de la fraternidad:<br />
Ayudadnos a los hermanos adultos<br />
y mayores a hacer el mismo camino: acoger<br />
la Palabra, meditarla, vivirla juntos, comunicar<br />
las experiencias que de ella florezcan,<br />
para que juntos crezcamos en la espiritualidad<br />
fraterna y de comunión, viviendo cada<br />
vez con mayor coherencia según la Palabra.<br />
De este modo, alimentados por la Palabra,<br />
en fraternidad y como fraternidad, “nuestra<br />
vida recobrará la poesía, la belleza y el encanto<br />
de los orígenes... Liberemos el Evangelio<br />
y el Evangelio nos liberará” 98 y seremos<br />
siervos de la Palabra en el compromiso<br />
de la evangelización 99 .<br />
¿Te sientes familiarizado con la lectura<br />
orante de la Palabra? ¿Cada cuánto tiempo<br />
la haces? ¿Se hace en tu fraternidad? ¿Cómo<br />
potenciar esta práctica?<br />
La oración<br />
55. Si bien es cierto, como ya dije, que la<br />
oración se ha de alimentar de la Palabra,
también es cierto que la Palabra sólo se puede<br />
acoger en un clima de oración. La oración<br />
es el espacio de la comunión y de la intimidad<br />
de cada uno de nosotros con el Señor,<br />
que se genera y crece en la relación<br />
interpersonal con Él. Por este motivo, la<br />
oración es el ámbito propicio para madurar<br />
la opción vocacional y regenerarla cada día,<br />
contemplando su rostro. Al mismo tiempo,<br />
la oración es el espacio de la más profunda<br />
comunión con la humanidad, pues en ella el<br />
orante presenta al Señor los gozos y las esperanzas,<br />
los sufrimientos y las aspiraciones<br />
de los hombres. El verdadero orante,<br />
abriendo su corazón a Dios, lo abre necesariamente<br />
también a la humanidad, particularmente<br />
a la humanidad sufriente.<br />
Nuestra vida y misión no pueden ser fecundas<br />
sin el encuentro diario con el Señor,<br />
sin que nuestro corazón esté constantemente<br />
vuelto hacia Él, sin momentos prolongados<br />
de coloquio silencioso con Aquel por<br />
quien nos sabemos amados, llamados y enviados:<br />
“Como el sarmiento no puede dar<br />
fruto por sí, si no permanece unido a la vid,<br />
así tampoco vosotros, si no permanecéis en<br />
mi” (Jn 15, 4), “sin mi nada podéis” (Jn 15,<br />
5). Sin oración nuestra fe se debilitará progresivamente,<br />
y correremos el riesgo de sucumbir<br />
ante la seducción de sucedáneos. En<br />
cambio, orar insistentemente (cf. Lc 22, 40)<br />
es el secreto de una vida religiosa y franciscana<br />
auténtica y fecunda, en donde se descubre<br />
la belleza del seguimiento de Cristo<br />
Jesús.<br />
En una sociedad como la nuestra, dominada<br />
por el activismo y el ruido, la oración<br />
personal exige fidelidad y, por lo mismo,<br />
también autodisciplina. Corremos el riesgo<br />
de ocuparnos tanto de lo necesario que no<br />
tenemos tiempo para lo esencial. Os pido<br />
atención para que, como nos recuerdan<br />
nuestras Constituciones generales, la excesiva<br />
actividad no ceda en perjuicio del espíritu<br />
de oración y devoción (cf. CCGG 28,<br />
1). Por otra parte, corremos el riesgo de tener<br />
el corazón lleno de ruidos que nos impiden<br />
escuchar el susurro de la voz del Señor.<br />
Como los discípulos, necesitamos, ante todo,<br />
aprender a orar (cf. Lc 11, 1), y luego,<br />
como el mismo Jesús, necesitamos dedicar<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 313<br />
largos ratos a estar a solas contemplando el<br />
rostro del Padre.<br />
56. Queridos hermanos jóvenes: Vuestro<br />
proyecto de vida ha de contemplar claramente<br />
el tiempo de la oración. No podéis<br />
dejarlo a la improvisación. En este contexto<br />
os pido mucha coherencia y autenticidad<br />
para discernir lo que es esencial y lo que no<br />
lo es, permaneciendo fieles, aún a consta de<br />
sacrificios, a la oración personal y, por supuesto,<br />
a la oración de fraternidad. Por otra<br />
parte os pido un uso discreto de los medios<br />
de comunicación (cf. CCGG 28, 2), con<br />
particular atención al uso de internet. Muchos<br />
de vosotros me habéis manifestado<br />
que tenéis dificultad en el uso “discreto” de<br />
ese instrumento que, siendo tan útil en<br />
vuestra formación, puede convertirse en un<br />
arma peligrosa para vuestra vida de consagrados.<br />
Recordad que somos aquello de lo<br />
que nos alimentamos.<br />
Y también aquí, al pediros fidelidad a la<br />
oración, os confío una gran misión: la de<br />
colaborar activamente en la construcción de<br />
fraternidades orantes, de fraternidades que<br />
sean auténticas escuelas de oración, donde<br />
se propicie el encuentro con el Señor a través<br />
de las más variadas formas de oración:<br />
petición, acción de gracias, alabanza, adoración,<br />
contemplación, y escucha. Fraternidades<br />
así serán una respuesta adecuada a la<br />
difusa exigencia de espiritualidad, “que en<br />
gran parte se manifiesta precisamente en<br />
una renovada necesidad de orar” 100 .<br />
Vida fraterna en comunidad<br />
57. La vida fraterna nos define 101 . Para<br />
el Hermano Menor, la fraternidad es el lugar<br />
privilegiado en el que se hace concreto<br />
el amor (cf. 1Jn 4, 8), y en el que se traduce,<br />
en gestos, la ternura de Dios. La fraternidad<br />
es el lugar para dar a la caridad el rostro de<br />
la amistad, de la cortesía, de la delicadeza,<br />
de la gratuidad 102 , y el lugar donde toma<br />
carne la experiencia de Dios, que se nos da<br />
gratuitamente en la Eucaristía, en la Palabra,<br />
y en la oración. La fraternidad es también<br />
el lugar donde ponemos a prueba<br />
nuestra capacidad de escucha y de acogida
314<br />
de la fecundidad de Dios, abriéndonos a la<br />
diversidad del otro 103 . La fraternidad es, de<br />
hecho, comunión en la diversidad, el lugar<br />
en el que se muestra la fe y la confianza que<br />
uno tiene en el otro, en el que es diverso.<br />
Por todo ello, la fraternidad es el primer lugar<br />
de evangelización (cf. Jn 13, 35), el<br />
“principal signo ante el mundo” 104 , el primer<br />
acto misionero de los hermanos, una<br />
buena noticia para todos, una acción profética<br />
de esperanza para nuestro mundo dividido<br />
y fragmentado 105 .<br />
58. Queridos hermanos jóvenes: Los hermanos<br />
son el regalo que el Señor nos hizo al<br />
llamarnos a ser Hermanos Menores 106 . Desde<br />
aquel día ya no nos podemos pensar ni<br />
presentar ante el mundo sin los hermanos.<br />
Nuestra autorrealización y nuestra misión<br />
pasan necesariamente por la vida fraterna en<br />
comunidad. Prestad una “delicada atención”<br />
a la vida fraterna 107 , construid lugares fraternos<br />
caracterizados por espacios amplios<br />
que posibiliten una comunicación profunda,<br />
nacida del corazón, sin “restricciones” de<br />
ningún tipo; una comunicación que os lleve<br />
a compartir vuestra historia vocacional, las<br />
alegrías y las dificultades de vuestro ser hermanos<br />
108 ; lugares fraternos en los que sea<br />
posible la corrección fraterna, nacida del<br />
amor 109 , y también la reconciliación y el<br />
perdón, cuando haya heridas que curar y experiencias<br />
negativas, causadas por la presencia<br />
del pecado entre los hermanos 110 .<br />
Recordad siempre que la verdadera fraternidad<br />
se construye “a precio de la reconciliación”<br />
111 . No ahorréis esfuerzos a fin de que<br />
nuestras fraternidades sean lugares de crecimiento<br />
del otro, gracias a la confianza que se<br />
le da 112 , lugares donde se viva la verdadera<br />
amistad, sin exclusivismos de ninguna clase,<br />
y en los que se experimente la alegría de<br />
estar juntos 113 . Cread, queridos jóvenes, comunidades<br />
de vida, en las que la vida de cada<br />
uno de los hermanos sea parte de la vida<br />
de los demás 114 ; comunidades fraternas<br />
donde se viva y exprese la fe, en las que se<br />
busque y se encuentre a Dios 115 . No seáis,<br />
queridos jóvenes, meros consumidores de<br />
fraternidad. Sed cada día un poco más hermanos:<br />
Construid fraternidad y en ella anun-<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
ciad a los hermanos que Dios les ama, y<br />
comportaros de tal modo que ellos lo crean.<br />
¿Cómo os sentís ante esta llamada a ser<br />
constructores de fraternidad? ¿Seréis capaces<br />
de hacer de la fraternidad el lugar primero<br />
de evangelización? En la situación<br />
concreta en que cada uno está viviendo<br />
¿qué falta para que la fraternidad sea tal?<br />
Los pobres<br />
59. Francisco vive en un momento<br />
en que el dinero se convierte en rey. Con él<br />
se procura bienestar, poder y honores. Como<br />
consecuencia, la sociedad en que vive<br />
produce un pequeño pueblo de marginados,<br />
así como un proletariado explotado.<br />
Francisco en sus años jóvenes usa y abusa<br />
del dinero. Pero un día, visitado por la<br />
gracia del Señor, se encuentra con el leproso<br />
y, en él, con todos los excluidos de la sociedad<br />
de entonces. Desde aquel momento,<br />
el Poverello no se limita a darles algo, sino<br />
que va entre ellos, los escucha y los sirve.<br />
Se hace solidario con ellos, entrando en el<br />
camino de la pobreza, para seguir a Cristo<br />
pobre: “...El Hijo de Dios, que se hizo pobre<br />
en ese mundo por nosotros, era de condición<br />
más noble que la nuestra. Por amor a<br />
Él hemos elegido el camino de la pobreza”<br />
116 . La contemplación del rostro del Altísimo<br />
revelado en Cristo Jesús, la concretez<br />
de su amor manifestado en la encarnación<br />
del Hijo (cf. Fil 2, 7), le lleva a<br />
descubrirlo en todos los pobres y excluidos.<br />
Es el camino de Cristo el que le revela el<br />
“camino de la altísima pobreza” 117 . La pobreza<br />
de Francisco no es simplemente fruto<br />
de la decisión de unirse a una clase social<br />
determinada, sino, en primer lugar, un camino<br />
de seguir a Cristo. Es la opción por seguir<br />
a Cristo pobre la que lleva a Francisco<br />
a la opción por los pobres.<br />
Esta opción Francisco la vivió sin juzgar,<br />
ni odiar a los ricos. Una de las características<br />
de su comportamiento y del comportamiento<br />
de sus primeros compañeros fue el<br />
de no clasificar a los hombres en buenos y<br />
malos. Las fronteras del bien y del mal pasan<br />
por el corazón de cada uno. Optando<br />
claramente por los pobres, Francisco, sin
embargo, permanece hermano de todos. Y<br />
es que el alma de la pobreza de Francisco es<br />
el amor. Cuanto más se une a Cristo, más se<br />
deshace de lo que no es Él. Y, precisamente<br />
por ello, su pobreza es gozosa. Francisco es<br />
el pobre que canta.<br />
60. Algunos de vosotros, querido hermanos<br />
jóvenes, me han preguntado alguna<br />
vez: ¿Cómo ser pobre hoy? ¿Cómo hacer<br />
para que nuestra opción por la pobreza sea<br />
significativa?<br />
A la luz de lo dicho, y para que vuestra<br />
pobreza sea significativa hoy, os pido, en<br />
primer lugar, que deis prioridad a las relaciones<br />
humanas. A los pobres no sólo se le<br />
dan cosas, es necesario compartir con ellos,<br />
o mejor aún, restituirles lo que les pertenece.<br />
Esto os llevará a poner en discusión las<br />
estructuras materialistas y consumistas, así<br />
como las pretensiones de felicidad, fundadas<br />
en el tener y el consumir, y no tanto en<br />
las necesidades reales de las personas. Como<br />
Francisco, poned en el centro a la persona,<br />
y los bienes al servicio de las relaciones<br />
con los otros y con Dios mismo. Desde<br />
la contemplación del Dios amor, cuya vida<br />
es “un eterno don de sí”, 118 vivid la lógica<br />
del don, según la cual “nada nos pertenece,<br />
todo es un bien recibido llamado a ser compartido<br />
y restituido” 119 . Vivid la espiritualidad<br />
franciscana –en cuanto manera concreta<br />
de vivir el Evangelio, iluminada y animada<br />
por el Espíritu-, trabajando por la paz,<br />
la justicia y la libertad de todos los hombres.<br />
La espiritualidad franciscana no puede<br />
ser una espiritualidad de evasión, sino un<br />
camino que llevándoos a centraros en Dios,<br />
os lleve también a centraros en el hombre,<br />
particularmente en aquellos en los que se<br />
muestra más visible el rostro de Dios: “sus<br />
representantes, los pobres y crucificados de<br />
esta tierra” 120 . Amad y servid a Cristo en<br />
todos ellos 121 . Que vuestra pobreza nazca,<br />
como la de Francisco, del amor y lleve al<br />
amor, y sea siempre gozosa. Uno no puede<br />
ser pobre, evangélicamente hablando, si no<br />
se siente habitado por el gozo que nace de<br />
seguir “en todo las huellas de Aquel que por<br />
nosotros se hizo pobre, camino, verdad y<br />
vida” 122 . Vivid de tal forma que nada en<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 315<br />
vosotros interrumpa la epifanía del otro,<br />
“descalzaros constantemente ante el misterio<br />
del otro en quien el Misterio hace su epifanía”<br />
123 . Vivid el Evangelio como “menores<br />
entre los menores de la tierra” 124 . Y recordad<br />
siempre que los pobres no son<br />
simplemente objeto de compasión y de asistencialismo.<br />
Ellos nos hablan de Evangelio,<br />
de Buena Noticia. Desde ellos debemos<br />
comprender también el sentido de nuestra<br />
vida. Ellos “tienen la fuerza de orientarnos<br />
en nuestras búsquedas” 125 .<br />
En una sociedad como la nuestra basada<br />
sobre el tener para consumir, y la apariencia<br />
¿cuál es vuestro mensaje? En una sociedad<br />
como la nuestra poblada de excluidos ¿cuál<br />
es nuestra opción? ¿Podemos decir que vamos<br />
a su encuentro y nos solidarizamos con<br />
ellos? ¿Nos interroga el mundo sangrante<br />
de la marginación y de la exclusión?<br />
La formación permanente<br />
61. El Capítulo general extraordinario al<br />
mismo tiempo que ha confirmado “la urgencia<br />
de una formación permanente e inicial<br />
que tome en cuenta el equipamiento básico<br />
de la persona y la personalización de la<br />
fe”, coloca dicha formación como exigencia<br />
de nuestra llamada a ser “instrumentos<br />
de reconciliación del tejido fundamental de<br />
la confianza mutua”, herida por diversas situaciones<br />
y conflictos 126 .<br />
En este contexto bien podemos decir que<br />
la formación permanente está llamada, entre<br />
otros objetivos, a crear relaciones nuevas,<br />
capaces de generar confianza recíproca.<br />
Si es verdad que la formación permanente<br />
“es un itinerario de toda la vida, tanto<br />
personal como comunitario, en el descubrimiento<br />
de Cristo pobre, humilde y crucificado,<br />
en uno mismo, en los hermanos, en el<br />
servicio, en la propia cultura y en toda la realidad<br />
contemporánea” 127 , también es cierto<br />
que el crecimiento en la capacidad de<br />
confianza mutua es esencial, como signo de<br />
un proceso de conversión y de crecimiento<br />
personal, espiritual 128 . Por otra parte, la<br />
formación permanente, que tiene lugar “en<br />
el contexto de la vida cotidiana del Hermano<br />
Menor, en la oración y en el trabajo, en
316<br />
sus relaciones tanto internas como externas<br />
a la Fraternidad, y en la relación con el<br />
mundo cultural, social y político en el que<br />
se mueve” 129 , tiene como sello de autenticidad<br />
la transformación interior de la persona<br />
por el amor, es decir, por el don de la vida<br />
(cf. 1Cor 13, 2-3).<br />
62. Queridos hermanos jóvenes: junto<br />
con la participación en las diversas iniciativas<br />
de formación permanente programadas<br />
en vuestras entidades, y todas ellas sin duda<br />
muy importantes, esta dimensión de confianza<br />
recíproca es esencial en la actual situación<br />
de fragilidad de muchas de nuestras<br />
entidades y fraternidades locales, en las que<br />
las actividades y los espacios individuales<br />
están limitando mucho la posibilidad de encuentro<br />
y de comunicación profunda entre<br />
los hermanos. Por esta experiencia que vosotros<br />
mismos me habéis compartido en diversas<br />
ocasiones, os invito a cultivar la pasión<br />
por la formación permanente, prestando<br />
mucha atención a esta capacidad de<br />
relación y de acompañamiento recíproco,<br />
de comunicación profunda en la fe y del<br />
compartir visiones y esperanzas para nuestra<br />
vida y misión 130 .<br />
De este modo la formación permanente<br />
no se reducirá a una mera formación/información<br />
intelectual, ni a una actualización<br />
de contenidos y adquisición de nuevas habilidades<br />
profesionales y pastorales. Aunque<br />
dicha formación comprende todo ello,<br />
sin embargo estos elementos no son los más<br />
determinantes o esenciales. La formación<br />
permanente consiste, ante todo, en asumir<br />
la responsabilidad de dar a uno mismo una<br />
determinada forma de ser que corresponda<br />
a la forma vitae que hemos abrazado. La<br />
formación permanente es darse una forma,<br />
no sólo una información. Es la libertad<br />
comprometida consigo mismo para vivir un<br />
proceso continuo de transformación personal<br />
hacia lo que uno ha elegido como su forma<br />
de vida; es decir, seguir a Cristo, para<br />
dejaros transformar por Él, en una fraternidad<br />
de hermanos llamados a la misma vocación<br />
y misión. En tiempos, como los<br />
nuestros, de una cierta fragilidad de todas<br />
las opciones de vida, con serias dificultades<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
para decir “para siempre”, esta consistencia<br />
de la formación permanente es esencial, si<br />
queréis permanecer fieles.<br />
¿Cómo cultivas la formación permanente<br />
a nivel personal, y cómo influyes para<br />
que la fraternidad en la que te encuentras<br />
cultive esta dimensión esencial de nuestra<br />
vida?<br />
El acompañamiento personalizado<br />
63. En los últimos años se habla mucho<br />
de la necesidad del acompañamiento personalizado.<br />
Yo mismo os lo dije muchas veces<br />
cuando os he encontrado. Sé muy bien que<br />
la primera reacción, cuando se habla del<br />
acompañamiento, es la de pensarlo como<br />
una forma más de control. También es frecuente<br />
pensarlo como una forma de “dirección”<br />
espiritual o vocacional muy estrecha.<br />
En el sentido propio de la palabra, sin embargo,<br />
acompañamiento hace referencia a<br />
com-pañero y por tanto a cum panis, compartir<br />
el pan de la vida que es siempre un camino<br />
abierto. Por este motivo el acompañamiento<br />
no se puede pensar sólo en una dirección,<br />
sino que es un movimiento circular<br />
y recíproco: mientras se acompaña se es<br />
acompañado, y viceversa.<br />
Podríamos definir el acompañamiento,<br />
pues, como un ministerio de cuidado<br />
espiritual y de custodia fraterna. El<br />
acompañamiento aparece así como un estilo<br />
de vida de compartir fraterno, antes aún<br />
que un método. Y, en cuanto tal, es propio<br />
de todos los hermanos y no sólo de los ministros,<br />
guardianes y formadores 131 .<br />
En este contexto aparece claro que la primera<br />
exigencia para que se dé la posibilidad<br />
de un acompañamiento es la conciencia<br />
profunda de pertenencia recíproca. Sin esa<br />
conciencia no es posible el cuidado espiritual<br />
y la custodia fraterna, de la que hemos<br />
hablado.<br />
64. Nuestra Ratio formationis habla específicamente<br />
del acompañamiento en los<br />
diez primeros años después de la profesión<br />
solemne, y ofrece dos pistas para vivirlo<br />
bien: buscar metodologías y contenidos<br />
propios, y acompañar y animar a los herma
nos en conjugar los ideales de los inicios<br />
con la realidad del momento que se está viviendo<br />
132 . De hecho la estación de la vida<br />
en que os encontráis es de por sí crítica,<br />
“marcada por el paso de una vida guiada y<br />
tutelada a una situación de plena responsabilidad<br />
operativa” 133 . Unir los ideales con<br />
la realidad y asumir la belleza y los riesgos<br />
de una libertad responsable, son meta a la<br />
que debéis tender en este momento de vuestra<br />
vida. El acompañamiento en esta etapa<br />
tiene como objetivos el integrar: persona y<br />
fraternidad, libertad y responsabilidad, estudio<br />
y trabajo, dimensión masculina y femenina<br />
134 .<br />
¿Cómo estás viviendo el sentido de pertenencia,<br />
y la responsabilidad del cuidado<br />
espiritual y de la custodia del hermano?<br />
¿Sientes la necesidad de ser acompañado?<br />
Haced lo que Él os diga<br />
65. Queridos hermanos jóvenes, en un<br />
momento de apuro y dificultad, María se hizo<br />
presente en Caná de Galilea, y después<br />
de presentar a su Hijo la situación delicada<br />
por la que atravesaban aquellos jóvenes esposos,<br />
dijo a los camareros: “Haced lo que<br />
Él os diga!” (Jn 2, 5).<br />
Hoy María de Nazaret, se hace presente<br />
en la vida de cada uno de vosotros,<br />
mis queridos hermanos, para deciros con<br />
amor materno: “Haced lo que El os diga!”,<br />
es decir:<br />
• Conviértete, cree en el Evangelio (Mc 1,<br />
15). Acoge el Evangelio como Buena<br />
Noticia, con corazón de pobre y disponible;<br />
con corazón de niño, pero gestionando<br />
tu vida como adulto; en su inmediatez.<br />
Y tu vida cambiará radicalmente.<br />
• Vende todo lo que tienes, dalo a los pobres,<br />
y ven y sígueme (Mt 19, 21). No te<br />
reserves nada para ti. Desaprópiate. Dalo<br />
todo y date por completo. Y tendrás al<br />
que lo es todo: el bien, todo el bien, el sumo<br />
bien.<br />
• Es necesario que nazcas de nuevo ( Jn 3,<br />
3), que acojas los susurros del Espíritu.<br />
Deja atrás la mediocridad, inicia una vida<br />
nueva, vive en plenitud, sin domesticar<br />
las palabras proféticas del Evangelio<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 317<br />
para adaptarlas a un estilo de vida cómodo.<br />
Y tu vida tendrá pleno sentido.<br />
• Pon por obra mi Palabra y serás mi madre<br />
y mi hermano (cf. Lc 8, 21). No seas<br />
oyente olvidadizo de la Palabra. Escúchala,<br />
cree en ella, permanece en ella,<br />
guárdala en tu corazón y dala a luz, restituyéndola,<br />
con la palabra y las buenas<br />
obras. Entonces tu vida será fecunda, y<br />
la semilla enterrada en tu corazón dará<br />
fruto abundante.<br />
• Dame de beber (Jn 4, 7). Acógeme en tu<br />
casa, y, a cambio de la hospitalidad, saciaré<br />
plenamente tu sed con el agua de la<br />
vida que te regalo en el Espíritu. Y tu vida<br />
será mensaje para los demás.<br />
• Levántate, carga con tu camilla y echa a<br />
andar (Jn 5, 8). Sé dueño de lo que te domina<br />
y rompe con lo que te ata para vivir<br />
en la verdad que te hará libre. Si estás herido<br />
o inmovilizado, déjate sanar por mi<br />
Palabra, si estás muerto, déjate resucitar<br />
por ella. Mi Palabra puede ser para ti vida,<br />
fuerza y libertad.<br />
• Serás bienaventurado si eres pobre y<br />
manso; si tienes hambre y sed de justicia;<br />
si tienes un corazón misericordioso<br />
y limpio; si eres constructor de paz y por<br />
ello eres perseguido (Mt 5, 3ss). Entonces<br />
te brotará la carne nueva de la nueva<br />
vida, y serás feliz y dichoso, y comprenderás<br />
los secretos del Reino, revelados a<br />
los sencillos y tu vida será vida plena.<br />
• Lavaos los pies unos a otros (Jn 13, 14).<br />
Ama sin excluir a nadie de tu amor. Sirve,<br />
sin mirar a quien. Entrégate de corazón<br />
y hasta el extremo a la Fraternidad, y<br />
experimentarás con gozo que hay más<br />
alegría en dar que en recibir.<br />
• “Vete, enseña, a todas las gentes” (cf. Mt<br />
27, 19). Consagra tu vida a proclamar el<br />
Evangelio, sin límites de espacio y de<br />
tiempo. Y tu vida será Buena Noticia para<br />
todos cuantos te encuentren.<br />
• No temas (Lc 1, 30), pues yo estoy contigo<br />
(cf. Mt 27, 20). No temas, soy tu<br />
compañero de camino. Confía, permite,<br />
y lo que es imposible para ti, no lo será<br />
con mi gracia. No temas: sé valiente, ten<br />
ánimo y, con lucidez y audacia, sígueme.
318<br />
66. Queridos hermanos jóvenes: Que el<br />
Espíritu Santo, que Francisco quería fuese<br />
el verdadero Ministro general de la Orden,<br />
ilumine siempre vuestros pasos, y os dé el<br />
don de la fortaleza. María de Nazaret, la<br />
Virgen fiel, os alcance del Señor el don de<br />
la fidelidad. Que el Padre Francisco vele<br />
constantemente por todos sus hijos. Por mi<br />
parte, os abrazo y bendigo a todos.<br />
Roma, 27 de mayo 2007<br />
Solemnidad de Pentecostés.<br />
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro general<br />
Prot. 097921<br />
Abreviaturas<br />
Sagrada Escritura<br />
Am Amós.<br />
Ap Apocalipsis.<br />
1Cor Primera Corintios.<br />
2Cor Segunda Corintios.<br />
Ef Efesios.<br />
Ex Éxodo.<br />
Filp Filipenses.<br />
Ga Gálatas.<br />
Gn Génesis.<br />
Hb Hebreos.<br />
Hch Hechos de los Apóstoles.<br />
Is Isaías.<br />
Jc Jueces.<br />
Jn Evangelio de Juan.<br />
1Jn Primera de Juan.<br />
Jr Jeremías.<br />
Lc Evangelio de Lucas.<br />
Lm Lamentaciones.<br />
Mc Evangelio de Marcos.<br />
Mt Evangelio de Mateo.<br />
Os Oseas.<br />
1Pe Primera Pedro.<br />
1Re Primera Reyes.<br />
Rm Romanos.<br />
Sal Salmos.<br />
2Sam Segunda Samuel.<br />
Escritos de San Francisco de Asís<br />
2CtaF Segunda Carta a los fieles.<br />
Adm Admoniciones.<br />
AlD Alabanzas al Dios Altísimo.<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
Cant Cántico de las criaturas.<br />
CtaL Carta al Hermano León.<br />
CtaO Carta a toda la Orden.<br />
OrSD Oración ante el Cristo de San Damián.<br />
1R Primera Regla.<br />
2R Segunda Regla.<br />
Test Testamento.<br />
Otras abreviaturas.<br />
1Cel Vida Primera de Tomás de Celano.<br />
2Cel Vida Segunda de Tomás de Celano.<br />
2CtaCl Segunda carta de santa Clara a<br />
Inés de Praga.<br />
3CtaCl Tercera carta de santa Clara a Inés<br />
de Praga.<br />
4CtaCl Cuarta carta de santa Clara a Inés<br />
de Praga.<br />
AP Anónimo de Perusa.<br />
CCGG Constituciones Generales de la<br />
Orden de Hermanos Menores, Roma,<br />
2004.<br />
CdC Congregación para los Institutos<br />
de Vida Consagrada y las Sociedades<br />
de Vida Apostólica, Caminar<br />
desde Cristo, un renovado compromiso<br />
de la Vida Consagrada en<br />
el Tercer Milenio, (14 junio 2002).<br />
Cla Con lucidez y audacia, informe<br />
del Ministro General al Capítulo<br />
2006.<br />
EP Espejo de Perfección.<br />
GS Concilio Vaticano II, Constitución<br />
Pastoral Gadium et spes sobre la<br />
Iglesia en el mundo actual (7 diciembre<br />
1965).<br />
NMI Juan Pablo II, Novo Millennio<br />
Ineunte, Carta apostólica al concluir<br />
el gran jubileo del año 2000,<br />
(6 enero 2001).<br />
PrivP Privilegio de la Pobreza – 1216.<br />
PC Concilio Vaticano II, Decreto Perfectae<br />
Caritatis sobre la adecuada<br />
renovación de la Vida Religiosa<br />
(28 octubre 1965).<br />
RFF Ratio Formationis Franciscanae,<br />
Orden de Hermanos Menores, Roma,<br />
2003.<br />
Sc Benedicto XVI, Sacramentum caritatis,<br />
Exhortación postsinodal,
Roma 2007.<br />
Sdp El Señor os dé la paz, Documento<br />
Capítulo General, 2003.<br />
Shc El Señor nos habla en el camino,<br />
Documento Capítulo General Extraordinario,<br />
2006.<br />
TC Leyenda de los Tres Compañeros.<br />
VC Juan Pablo II, Vita consecrata, Exhortación<br />
apostólica postsinodal<br />
sobre la vida consagrada y su misión<br />
en la Iglesia y en el mundo,<br />
(25 marzo 1996).<br />
VFC Congregación para los Institutos<br />
de Vida Consagrada y las Sociedades<br />
de Vida Apostólica, La vida<br />
fraterna en comunidad, «Congregavit<br />
nos in unum Christi amor»,<br />
(2 febrero 1994).<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
6<br />
Notas<br />
Cf. GS 1.<br />
Test 23.<br />
Sdp 2.<br />
Cf. NMI 9.<br />
Cf. VC 110.<br />
Cf. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO,<br />
7<br />
8<br />
9<br />
10<br />
11<br />
12<br />
13<br />
14<br />
15<br />
16<br />
17<br />
18<br />
19<br />
20<br />
21<br />
22<br />
23<br />
La gracia de los orígenes, Roma, 2004.<br />
Cf. Shc 3.<br />
Cf. Shc 35.<br />
Shc 6.<br />
Cf. Sc 80.<br />
Cf. Cant 4.<br />
Cf. TC 6.<br />
Cf. TC 6.<br />
Cf. OrSD.<br />
Cf. 1Cel 22.<br />
Cf. Shc 8.<br />
Shc 10.<br />
1Cel 103.<br />
VC 37.<br />
Cf. AlD 3.<br />
CCGG 5, 2.<br />
Shc 18.<br />
Documento del Capítulo general de Madrid<br />
24<br />
25<br />
1993, La vocación de la Orden hoy, 5.<br />
Cf. 1Cel 97.<br />
Cf. BENEDICTO XVI, Carta de Cuares-<br />
26<br />
27<br />
28<br />
29<br />
30<br />
ma 2007.<br />
Cf. Shc 44.<br />
Cf. Shc 17.<br />
Cf. AlD 3.<br />
4CtaCl 9ss.<br />
2CtaCl 1.<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 319<br />
31<br />
32<br />
33<br />
34<br />
35<br />
36<br />
37<br />
38<br />
39<br />
Cf. VC 37.<br />
2CtaCl 11.<br />
2CtaCl 12.<br />
CtaO 10.<br />
CtaO 6.<br />
3CtaCl 11.<br />
2CtaCl 15.<br />
1R 22, 9.<br />
SAN ANTONIO DE PADUA, Sermón del<br />
Domingo XIII después de Pentecos-<br />
40<br />
41<br />
42<br />
43<br />
44<br />
45<br />
46<br />
47<br />
48<br />
49<br />
50<br />
51<br />
52<br />
tés.<br />
Cf. Shc 17.<br />
Cf. AlD 1ss.<br />
CtaO 9.<br />
1Cel 97.<br />
Shc 33.<br />
Sdp 41.<br />
Shc 9.<br />
Shc 37.<br />
Sdp 2.<br />
Cf. 1Cel 22.<br />
Cf. CCGG 86.<br />
2R 10, 8.<br />
JUAN PABLO II, Redemptoris missio,<br />
53<br />
54<br />
55<br />
56<br />
57<br />
58<br />
59<br />
60<br />
61<br />
62<br />
63<br />
64<br />
65<br />
66<br />
67<br />
68<br />
69<br />
70<br />
71<br />
72<br />
73<br />
74<br />
75<br />
76<br />
77<br />
78<br />
79<br />
37.<br />
Cf. CCGG 93, 1.<br />
Cf. Shc 37.<br />
Cf. Shc 22.<br />
Cf. Shc 17.<br />
Cf. Shc 20.<br />
Shc 22.<br />
Cf. Shc 19.<br />
Shc 33; cf. 36; Sdp 39.<br />
VC 76; Sdp 38.<br />
Sdp 37.<br />
Cf. Shc 38.<br />
Sdp 39.<br />
Sdp 37.<br />
Cf. Shc 38.<br />
Shc 51.<br />
2Cel 10<br />
AP 41.<br />
Cf. 1R 16, 5-7.<br />
CCGG 84.<br />
CCGG 89.<br />
1R 22, 19-25.<br />
Cf. 1Cel 22.<br />
Adm 6, 1.<br />
1R 16, 7.<br />
Cf. AP 18. 44.<br />
Cf. Test 14.<br />
SCHALÜCK H., Llenar la tierra con el<br />
80<br />
Evangelio de Cristo, Roma 1996, 86.<br />
Shc 30.
320<br />
81 1R 16, 6.<br />
82 Sc 1.<br />
83 Sc 2.<br />
84 Cf. VC 95.<br />
85 CdC 26.<br />
86 Cf. Adm 1.<br />
87 Sc 2.<br />
88 JUAN PABLO II, Homilía del 2 de febrero<br />
2001, en L’Osservatore romano, 4<br />
de febrero de 2001.<br />
89 Cf. Sc 2.<br />
90 NMI 39.<br />
91 CdC 24.<br />
92 Cf. Shc 14.<br />
93 1Cel 22.<br />
94 2R 1, 1.<br />
95 Cf. PC 2.<br />
96 Cf. 2Cel 15.<br />
97 Cf. Shc 14. 15.<br />
98 Cf. Cla 5.<br />
99 Cf. CdC 24.<br />
100 NMI 33.<br />
101 Cf. CCGG 1, 1.<br />
102 Cf. Adm 24; 1R 11, 5-6; EP 4; CCGG 39.<br />
103 Cf. Shc 4; EP 85.<br />
104 Shc 34.<br />
105 Cf. Shc 26. 31.<br />
106 Cf. Test 14.<br />
107 Shc 31.<br />
108 Cf. Shc 17. 31. 50-51. 53.<br />
109 Cf. Adm 25.<br />
110 Cf. Shc 16. 31.<br />
111 VFC 26.<br />
112 Cf. CtaL 1-4.<br />
113 Cf. VFC 28.<br />
114 Cf. Shc 11.<br />
115 Cf. CCGG 40.<br />
116 2Cel 74.<br />
117 Cf. 2CtaF 5.<br />
118 Shc 20.<br />
119 Shc 19.<br />
120 Shc 9.<br />
121 Cf. Shc 5.<br />
122 PrivP, 3.<br />
123 Shc 28.<br />
124 Shc 30; cf. 33.<br />
125 Shc 5.<br />
126 Shc 16.<br />
127 RFF 107.<br />
128 Cf. Idem.<br />
129 RFF 109.<br />
130 Cf. Shc 45.<br />
131 Cf. RFF 92.<br />
132 Cf. RFF 60.<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
133 VC 70.<br />
134 Cf. RFF 96.<br />
4. Saluto ai giovani in occasione della Visita<br />
di Benedetto XVI ad Assisi<br />
Piazza di S. Maria degli Angeli, 17 giugno 2007<br />
QUESTO LUOGO È SANTO<br />
Cari giovani,<br />
il Signore<br />
vi doni la pienezza della sua Pace!<br />
Desidero darvi, a nome mio e di tutto<br />
l’Ordine dei Frati Minori, a cui è affidata la<br />
custodia di questo luogo, il mio cordiale<br />
benvenuto in questo Santuario della Porziuncola.<br />
Guardarvi da qui, così numerosi,<br />
pieni di gioia e di speranza, pellegrini della<br />
speranza, nell’attesa di incontrare il Successore<br />
di Pietro, mi fa esultare di gioia. Mi fa<br />
riandare con il cuore ai sentimenti di Francesco<br />
davanti al popolo riunito qui a S. Maria<br />
degli Angeli il 2 agosto del 1216 – dopo<br />
che egli aveva ottenuto dal Papa Onorio III<br />
la grazia del Perdono di Assisi per tutti i pellegrini,<br />
che venivano qui alla Porziuncola,<br />
riconciliati e nutriti con il pane della vita –<br />
quando gridava, davanti ai Vescovi dell’Umbria<br />
ed alla folla che lo ascoltava: «Fratelli,<br />
voglio portarvi tutti in Paradiso, tutti in<br />
Paradiso!». Guardando voi convenuti qui,<br />
per ascoltare la parola del “Signor Papa”,<br />
che tra poco riceveremo, per conoscere la<br />
gioia che viene dalla conversione e dal perdono,<br />
per nutrirvi dell’amore che Gesù ci<br />
dona nell’Eucaristia, per ritrovare forza nella<br />
comunione fraterna, sento realizzarsi il<br />
desiderio di Francesco di Assisi, che chiamava<br />
tutti qui a convertirsi e rinnovarsi nell’amore<br />
e nella misericordia del Padre.<br />
In questo momento il Santo Padre è inginocchiato<br />
nella piccola chiesa della Porziuncola,<br />
all’ingresso della quale è la scritta:<br />
«Hic locus sanctus est» (questo luogo è<br />
santo). Sì, questo luogo è veramente santo,<br />
oggetto della predilezione e della potenza di<br />
Dio, perché in esso il Signore si è manifestato<br />
nella vita di S. Francesco. In questa<br />
Chiesa il santo si è fatto tante volte povero,<br />
non solo perché si è spogliato di tutto – a
volte anche del libro dei Vangeli – per sostenere<br />
i più poveri tra i poveri, coloro che<br />
la città di Assisi aveva maledetto ed emarginato,<br />
ma soprattutto perché si è fatto piccolo<br />
davanti a Dio, si è lasciato riempire<br />
dalla sua ricchezza, si è messo in sincero e<br />
attento ascolto della Parola, che riteneva come<br />
lampada ai suoi passi e capace di trasformare<br />
tutte le cose. Le pareti della Porziuncola<br />
conservano, ancora oggi, il segreto<br />
dei suoi colloqui con il Signore, con<br />
Maria sua madre, la sua intercessione per<br />
ottenere il perdono per tutti.<br />
Quando si trovava nel dubbio circa le<br />
scelte da fare o non comprendeva più se<br />
stesso, Francesco pregava con fiducia e ricorreva<br />
al Vangelo. Totalmente insicuro<br />
sulla strada da prendere, un giorno Francesco<br />
e i suoi primi compagni Bernardo e Pietro<br />
«si diressero a una chiesa della città, ed<br />
entrati si posero in ginocchio a pregare: Signore<br />
Dio, Padre della gloria, ti supplichiamo<br />
che, nella tua misericordia, tu ci riveli<br />
quello che dobbiamo fare». Finita l’orazione,<br />
dissero al sacerdote della chiesa stessa,<br />
lì presente: «Messere, mostraci il Vangelo<br />
del Signore nostro Gesù Cristo» (Anper<br />
10). Voi siete qui, oggi, come Francesco,<br />
Bernardo e Pietro, a chiedere al successore<br />
di Pietro: mostraci il Vangelo di Gesù Cristo,<br />
indicaci la via da seguire, donaci una<br />
“speranza certa” capace di contrastare le<br />
false speranze che vengono dalle cose e dalle<br />
emozioni superficiali, dal potere e dal dominio<br />
dell’uomo sull’uomo, ricordaci che<br />
non possiamo vivere senza Cristo!<br />
Secondo il primo biografo, Francesco,<br />
dopo aver restaurato con le sue mani anche<br />
questa piccola chiesa dedicata a S. Maria<br />
degli Angeli, un giorno vi ascoltò il brano<br />
del Vangelo nel quale il Signore invia gli<br />
apostoli in missione, ad annunciare la sua<br />
parola di verità e di amore. «Il sacerdote<br />
glielo commentò punto per punto, e Francesco,<br />
udendo che i discepoli di Cristo non devono<br />
possedere né oro, né argento, né denaro,<br />
né portare bisaccia, né pane, né bastone<br />
per via, né avere calzari, né due tonache, ma<br />
soltanto predicare il Regno di Dio e la penitenza,<br />
subito, esultante di Spirito Santo,<br />
esclamò: “questo voglio, questo chiedo,<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 321<br />
questo bramo di fare con tutto il cuore”»<br />
(1Cel 22). L’ascolto di Francesco è attivo,<br />
non dubita, si fa subito gioiosa amicizia per<br />
la persona di Gesù. Egli, infatti, accoglie<br />
nel cuore ed obbedisce, con la consapevolezza<br />
che la sua vita può riuscire solo se diventa<br />
un dono per gli altri, poiché c’è più<br />
gioia nel dare che nel ricevere e solo chi<br />
ama non morirà mai.<br />
Ma la Porziuncola è anche il luogo della<br />
fraternità. Dopo averla ottenuta in dono dai<br />
Benedettini del Monte Subasio, essa divenne<br />
il centro di un movimento di fratelli che<br />
il Signore di giorno in giorno andava accrescendo:<br />
da qui i frati cominciarono a diffondersi<br />
– ancora vivente Francesco – in Italia,<br />
in Europa, fino in nord Africa e in Terra<br />
Santa. Qui i frati ritornavano ogni anno per<br />
il Capitolo di Pentecoste, per raccontarsi le<br />
meraviglie operate dal Signore nella loro<br />
vita e lodare la sua bontà. Qui i frati si riunivano<br />
insieme ai pastori della Chiesa per<br />
chiedersi, insieme a Francesco, come meglio<br />
potevano osservare quello che avevano<br />
promesso al Signore. Qui accorrevano a migliaia,<br />
come nel famoso capitolo delle<br />
Stuoie del 1221, ed erano nutriti dalla carità<br />
degli abitanti di Assisi, che provvedevano al<br />
sostentamento di questi uomini nuovi, perché<br />
vedevano in loro un segno della bontà<br />
di Dio. Come disse il Card. Ratzinger:<br />
«Proprio in questa Cappella si fece incontro<br />
a Francesco la sua chiamata definitiva, che<br />
diede alla sua missione la sua vera forma e<br />
permise la nascita dell’Ordine dei Frati Minori,<br />
che peraltro all’inizio non fu affatto<br />
pensato come Ordine religioso, ma come<br />
movimento di evangelizzazione che doveva<br />
raccogliere di nuovo il popolo di Dio per il<br />
ritorno del Signore» (RATZINGER J., Il perdono<br />
di Assisi, EP, p. 22-23). E voi, carissimi<br />
giovani, proprio oggi, avete la grazia di<br />
ripetere la stessa esperienza: siete qui, riuniti<br />
intorno a Francesco e ai vostri pastori,<br />
per raccontarvi le meraviglie del Signore e<br />
ripartire per il mondo intero, a raccontare la<br />
gioia di essere cristiani, la gioia della conversione,<br />
la grazia di vivere facendo misericordia<br />
agli ultimi della terra.<br />
Qui alla Porziuncola Francesco ha accolto<br />
la giovane Chiara – davanti all’altare
322<br />
della Vergine – l’ha consacrata al Signore e<br />
l’ha avviata in una nuova forma di vita contemplativa<br />
e fraterna. Qui ha ricevuto tanti<br />
frati all’Ordine insegnando loro a vivere il<br />
Vangelo, in povertà e letizia, in fraternità,<br />
come pellegrini e forestieri per il mondo,<br />
portando pace e riconciliazione là dove non<br />
c’è ed annunciando il Regno di Dio. Intorno<br />
alla Porziuncola i frati stabilirono la loro dimora,<br />
seguendo le indicazioni di Francesco,<br />
che secondo il Celano disse loro di «non lasciare<br />
mai questo luogo, perchè veramente<br />
santo e abitazione di Dio».<br />
Alla Porziuncola Francesco morente<br />
volle ritornare, per essere deposto sulla nuda<br />
terra accanto al luogo che aveva tanto<br />
amato e nel quale aveva ricevuto tante grazie<br />
dal Signore, e poco prima del suo transito,<br />
del suo passaggio al Padre, volle che<br />
il medico dicesse a lui tutta la verità, ed appresa<br />
la morte ormai prossima disse: ebbene,<br />
se la morte è imminente, chiamatemi i<br />
fratelli Angelo e Leone, affinché mi cantino<br />
di sorella morte. Vennero i due da Francesco<br />
e cantarono, in lacrime, il Cantico di<br />
frate Sole e delle altre creature del Signore,<br />
composto dal Santo durante la sua infermità,<br />
a lode del Signore e a consolazione<br />
dell’anima sua e degli altri. In questo<br />
Cantico, prima dell’ultima strofa, egli inserì<br />
la strofa di sorella Morte: «Laudato<br />
si’, mi’ Signore, per sora nostra Morte corporale».<br />
Accanto alla Porziuncola Francesco<br />
morì la sera del 3 ottobre 1226, ma<br />
quella notte fu come l’alba di un mondo<br />
nuovo. Da allora, sorprendentemente, in<br />
questo luogo – e noi Frati Minori lo testimoniamo<br />
ogni giorno – si ricevono continuamente<br />
grazie di conversione, di guarigione<br />
interiore, di riconciliazione tra le<br />
persone, molti giovani come voi scoprono<br />
la loro vocazione, ri-progettano la loro vita<br />
e diventano cavalieri di Cristo, servi per<br />
amore, uomini di riconciliazione, profeti<br />
di speranza.<br />
Davvero questo luogo è santo, lo è stato<br />
per la prima generazione francescana, lo<br />
è per noi oggi, lo sarà anche per te, se ti fai<br />
piccolo come Francesco, se provi ad assomigliare<br />
a Maria, vera discepola del Signore<br />
e ti poni in docile ascolto dell’inse-<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
gnamento del successore di Pietro. Se raccogliendoti<br />
nel silenzio del tuo cuore, saprai<br />
dire come Francesco davanti al Crocifisso<br />
di S. Damiano: «Altissimo glorioso<br />
Dio, illumina le tenebre de lo core mio. E<br />
damme fede dritta, speranza certa, carità<br />
perfetta, senno e cognoscemento, Signore,<br />
che faccia lo tuo santo e verace comandamento.<br />
Amen» (Preghiera davanti al Crocifisso).<br />
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro generale<br />
5. Omelia per l’invio di nuovi missionari<br />
S. Maria degli Angeli, Porziuncola,<br />
18 giugno 2007<br />
QUI È NATA<br />
LA FRATERNITÀ-IN-MISSIONE<br />
Miei cari fratelli in S. Francesco,<br />
il Signore vi dia Pace!<br />
Siamo riuniti questa mattina in questa<br />
meravigliosa Basilica di Santa Maria degli<br />
Angeli, che protegge, come uno scrigno<br />
prezioso, l’umile cappella tanto amata da<br />
San Francesco. «Sorgeva in questo luogo<br />
una chiesa dedicata alla Vergine Madre –<br />
narra il Celano – che per la sua particolare<br />
umiltà meritò, dopo il Figlio, di essere Sovrana<br />
di tutti i Santi. Qui ebbe inizio l’Ordine<br />
dei minori, e si innalzò ampia e armoniosa,<br />
come poggiata su fondamento solido,<br />
la loro nobile costruzione... la beata Vergine,<br />
fra tutte le chiese innalzate a suo onore,<br />
amava quella con particolare predilezione;<br />
e perciò il santo la preferiva a tutte le altre»<br />
(2Cel 12, 18-19).<br />
Questo luogo di povertà e di fraternità<br />
riveste un’importanza particolare per la nostra<br />
vita francescana, poiché è qui che per<br />
divina ispirazione è nata la “Fraternità-inmissione”<br />
francescana. È qui che Francesco<br />
ha sentito nel più profondo della sua anima,<br />
e ha lasciato vibrare nel suo cuore, la chiamata<br />
missionaria. È qui pure che il Vangelo,<br />
«per una profetica ispirazione della saggezza<br />
divina», gli ha rivelato la forma di vita<br />
che ha vissuto fino alla sua Pasqua nella vi
cina cella del Transito. Da questa umile<br />
cappella della Porziuncola il messaggio<br />
francescano di pace, di amore, di riconciliazione,<br />
di fraternità universale, si è sparso<br />
nel mondo intero.<br />
Ce lo racconta il Celano: «Ma un giorno,<br />
in cui in questa chiesa si leggeva il brano<br />
del Vangelo relativo al mandato affidato<br />
agli apostoli di predicare, il santo, che era<br />
presente e ne aveva intuito solo il senso generale,<br />
dopo la messa pregò il sacerdote di<br />
spiegargli il passo. Il sacerdote glielo commentò<br />
punto per punto e Francesco, udendo<br />
che i discepoli di Cristo non devono possedere<br />
né oro né argento, né denaro, né portare<br />
bisaccia, né pane né bastone… ma soltanto<br />
predicare il regno di Dio e la penitenza,<br />
subito esultante di divino fervore,<br />
esclamò: “Questo voglio, questo chiedo,<br />
questo bramo di fare con tutto il cuore!”»<br />
(1Cel 9,22).<br />
Poco dopo, Francesco inviava in missione<br />
i primi Frati che lo avevano raggiunto alla<br />
Porziuncola: «Andate, carissimi, a due a<br />
due per le varie parti del mondo ed annunciate<br />
agli uomini la pace e la penitenza in<br />
remissione dei peccati; e siate pazienti nelle<br />
persecuzioni, sicuri che il Signore adempirà<br />
il suo disegno e manterrà le sue promesse.<br />
Rispondete con umiltà a chi vi interroga,<br />
benedite chi vi perseguita, ringraziate<br />
coloro chi vi ingiuria e vi calunnia, perché<br />
in cambio ci viene preparato il regno eterno!»<br />
(1Cel 12,29).<br />
Come successore di san Francesco, non<br />
vi invio più oggi due a due. Vi invio comunque<br />
con lo stesso entusiasmo, la stessa<br />
passione per il Cristo, per la Chiesa e per il<br />
mondo. Voi partirete fra poco verso Paesi<br />
molto diversi per cultura e religione. Domando<br />
a voi miei giovani Frati che siete la<br />
nostra speranza e il nostro esempio e che<br />
avete risposto generosamente all’appello<br />
missionario: coltivate sempre e ovunque<br />
l’ideale di Francesco, la grazia delle origini<br />
che cantano le vecchie mura di questa cappella,<br />
la fiamma del primo amore della missione.<br />
È Francesco che vi invia oggi come<br />
Fraternità in missione. Tra i vostri fratelli,<br />
vivete la minorità e la fraternità della Porziuncola<br />
delle origini. Siate soggetti e sot-<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 323<br />
tomessi ad ogni creatura per amore di Dio e<br />
della Vergine Maria. Non dimenticate che è<br />
la fraternità che deve essere missionaria, è<br />
la fraternità che evangelizza: seguendo l’esempio<br />
di Francesco e dei suoi primi compagni,<br />
noi siamo una Fraternità in missione,<br />
una Fraternità che è nata qui alla Porziuncola.<br />
In tutto il mondo, fedeli alla missione<br />
che l’Ordine e la Chiesa vi ha affidato, annunciate<br />
la buona novella del Regno di Dio,<br />
proclamate il Vangelo, edificate tutte le nazioni<br />
in parole e in atti attraverso la purezza<br />
della vostra vita, predicate la conversione e<br />
la penitenza.<br />
In questa umile cappella tanto amata da<br />
Francesco, noi siamo venuti a supplicare la<br />
Vergine Maria, Nostra Signora degli Angeli,<br />
di accompagnarvi nel cammino della vostra<br />
vita missionaria. Per sua intercessione,<br />
imploro la benedizione del Signore su ciascuno<br />
di voi. La vostra vita non sarà esente<br />
da sofferenze e difficoltà. Conoscerete anche<br />
gioie grandi che saranno il frutto non<br />
tanto della vostra azione personale e di<br />
quella della Fraternità, ma piuttosto della<br />
grazia di Dio che non abbandona mai i suoi<br />
figli. E quando vi sentirete troppo soli o oppressi<br />
sotto il peso, ricordatevi che il vostro<br />
Ministro prega per voi ogni giorno e vi affida<br />
all’amore del Signore.<br />
In nome di tutti i Frati dell’Ordine, voi<br />
spargerete la misericordia del Signore nelle<br />
anime di coloro che vi incontreranno, voi<br />
sarete vicini ai poveri e ai piccoli, ai lebbrosi<br />
e agli emarginati del nostro tempo. E<br />
spesso, i vostri occhi, il vostro sguardo di<br />
compassione e di tenerezza sarà il sorriso di<br />
Dio sulla terra. Qualche volta voi aiuterete<br />
gli uomini e le donne disperate o pacificate<br />
ad attraversare il passaggio della morte corporale.<br />
In ogni luogo voi spargerete la gioia<br />
del Regno di Dio.<br />
Fratelli miei, il Signore vi benedica e vi<br />
protegga, volga su di voi il suo volto e vi<br />
doni la pace. E con la benedizione del nostro<br />
padre serafico san Francesco, io vi invio<br />
in missione. Amen! Alleluia!<br />
FRA JOSÉ CARBALLO RODRIGUEZ, <strong>OFM</strong><br />
Ministro generale
324<br />
6. Discorso in occasione del bicentenerio<br />
della canonizazione di san Benedetto<br />
il Moro<br />
Palermo, 24 giugno 2007<br />
UNA VITA INTENSA<br />
NELL’UMILE QUOTIDIANITÀ<br />
Carissimi Fratelli e Sorelle,<br />
il Signore vi dia pace<br />
e vi ricolmi della sua gioia!<br />
Si concludono oggi, con questa solenne<br />
Eucaristia, le celebrazioni promosse dalla<br />
Provincia siciliana dei Frati Minori per ricordare<br />
il II Centenario della canonizzazione<br />
del nostro s. Benedetto il Moro, figlio di<br />
questa stessa Provincia, inclito Patrono di<br />
Palermo e vigile presenza in questo convento<br />
di S. Maria di Gesù.<br />
Nel corso di oltre un anno, è stato ricordato,<br />
con opportune manifestazioni, l’evento<br />
compiutosi a Roma, nella basilica papale<br />
di S. Pietro in Vaticano il 24 maggio 1807,<br />
allorché il Sommo Pontefice Pio VII, nell’ottavo<br />
anno del suo tormentato pontificato<br />
(1800-1823) e nell’unica cerimonia di<br />
canonizzazione da lui compiuta, proponeva<br />
alla venerazione della Chiesa universale<br />
Benedetto da san Fratello o il Moro, esemplare<br />
figlio del Poverello d’Assisi, attribuendogli<br />
il titolo e gli onori dei “santi”.<br />
In quella stessa circostanza, il Papa dichiarava<br />
“santi”, altri tre insigni francescani,<br />
e cioè: Coletta di Corbie, riformatrice<br />
del II Ordine di S. Francesco, la viterbese<br />
Giacinta de Marescotti e la Fondatrice delle<br />
“Orsoline”, la terziaria Angela Merici.<br />
Dalla cronaca sappiamo poi che il rito si<br />
svolse nella basilica vaticana “splendidamente<br />
ornata” e che a perorare la canonizzazione<br />
fu il Cardinale Innico Caracciolo, discendente<br />
del quinto beato canonizzato in quel giorno,<br />
1’abruzzese Francesco Caracciolo, Fondatore<br />
dei Chierici Regolari Minori.<br />
Ognuno di questi Santi, e in particolare il<br />
nostro san Benedetto, continua a parlarci con<br />
l’eloquenza della sua storia e del suo operare<br />
in Dio, proiettando luce sul nostro cammino<br />
e speranza per il futuro della storia.<br />
Sono perciò vivamente grato al Ministro<br />
provinciale, Fr. Carmelo Finocchiaro, al<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
Guardiano di S. Maria di Gesù, Fr. Fernando<br />
Trupia, e ai singoli Membri del Comitato<br />
organizzatore delle celebrazioni centenarie,<br />
per avermi invitato a conchiudere il bicentenario<br />
della canonizzazione di San<br />
Benedetto il Moro. Saluto tutti i presenti,<br />
lieto di fare, con ciascuno di voi, quasi un<br />
consuntivo dell’anno trascorso e proiettarci<br />
verso un futuro di rinnovato impegno nel<br />
seguire le orme dei nostri Santi.<br />
1. San Benedetto da San Fratello: la sua<br />
identità<br />
Una domanda nasce spontanea nella<br />
mente e nel cuore di ciascuno di noi: chi è<br />
stato e che cosa ha fatto Benedetto, che qui<br />
è vissuto e qui è morto il 4 aprile 1589, per<br />
essere ancora ricordato da noi e proposto ad<br />
esempio per le future generazioni?<br />
Benedetto Manassari detto “il Moro”,<br />
nato a San Fratello in provincia di Messina<br />
nel 1526, e divenuto Frate Minore nel 1562,<br />
è un semplice che si è lasciato conquistare<br />
da Dio e al quale sono stati rivelati i misteri<br />
del Regno celeste.<br />
L’umile figlio di S. Francesco non fu, infatti,<br />
né un letterato né un discendente da<br />
antica e nobile casata. Egli, invece, era figlio<br />
di poveri “schiavi negri” portati in Sicilia<br />
dall’Africa, a servizio di un ricco proprietario<br />
di San Fratello. Entrato a ventun<br />
anno tra gli Eremiti fondati dal terziario<br />
francescano Girolamo Lanza, tra i quali<br />
svolse anche con comune edificazione l’ufficiò<br />
di superiore, ne uscì dopo la soppressione<br />
dell’associazione decretata dal Papa<br />
Pio IV nel 1562, entrando tra i Frati Minori<br />
di questo convento fortunato, fondato dal<br />
Beato Matteo d’Agrigento.<br />
Qui, a S. Maria di Gesù, o nel convento<br />
di Sant’Anna a Giuliana, egli svolse in prevalenza<br />
l’ufficio di cuoco. È vero che nel<br />
triennio 1578/1581 fu superiore in questo<br />
convento e anche maestro dei novizi. Ma<br />
dal 1582 e fino al giorno del beato transito,<br />
egli tornò ad occuparsi della cucina, con lo<br />
stesso cuore di una mamma per i suoi figli.<br />
Un’esistenza, dunque, quella di Benedetto,<br />
vissuta nell’umile quotidianità, ma<br />
con straordinaria intensità davanti a Dio, in<br />
un progressivo affondare nella vita della
Trinità Santissima, attraverso una unione<br />
sempre più assorbente e travolgente con il<br />
Figlio di Dio fattosi uomo per noi ed unico<br />
suo amore.<br />
Proprio tale esistenza, apparentemente<br />
povera, priva di interessi esaltanti, ma completamente<br />
pervasa dall’amore per il Signore,<br />
ci dice che possiamo vivere la gioia di un<br />
incontro con Colui che dà pienezza alla nostra<br />
vita.<br />
Chiamati oggi a celebrare le meraviglie<br />
operate dal Signore nella vita di San Benedetto<br />
il Moro, come ha fatto con Giovanni<br />
Battista e con tutti i santi, siamo anche impegnati<br />
a vivere nel presente l’esperienza di<br />
questo fratello, lontano da noi nel tempo,<br />
ma vicino per l’attualità del suo messaggio<br />
ispirato dallo Spirito che rivela ai semplici e<br />
ai piccoli i misteri del Regno di Dio.<br />
2. Il povero che accoglie con amore la volontà<br />
di Dio<br />
In San Benedetto da san Fratello è esaltato<br />
un figlio di questa terra e un discepolo<br />
del Poverello d’Assisi.<br />
Egli non si è imposto all’attenzione del<br />
mondo perché è stato capace di una qualche<br />
straordinaria realizzazione sociale o economica,<br />
o per le sue grandi doti intellettuali,<br />
ma perché ha amato senza riserve il Signore<br />
e perché del suo Vangelo è divenuto una<br />
pura trasparenza, una convincente e attraente<br />
testimonianza. In una parola: perché<br />
si è fatto povero.<br />
La povertà, infatti, rende l’uomo capace<br />
di accogliere con cuore disponibile la volontà<br />
di Dio, rendendolo libero da tutti i legami<br />
con le cose e le ambizioni umane. È<br />
questa la sorprendente saggezza dei semplici<br />
che sconcerta gli uomini colti e che fa<br />
esclamare a S. Francesco “Mio Dio e mio<br />
tutto“ o che fa dire a Teresa di Gesù: “Niente<br />
ti turbi, niente ti sgomenti, tutto passa,<br />
solo Dio ti basta“!<br />
L’umile francescano di Sicilia ci invita<br />
oggi, al termine delle grandi celebrazioni<br />
per il bicentenario della sua canonizzazione<br />
e mentre l’Ordine dei Frati Minori si prepara<br />
a celebrare gli otto secoli della sua origine,<br />
ad affidarci perdutamente a Dio, dicendoGli,<br />
come hanno fatto i santi, il nostro<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 325<br />
“Sì” incondizionato, in modo tale da poter<br />
continuare ad essere vangelo vivente «per<br />
nutrire, mediante l’offerta liberante del<br />
Vangelo, il nostro mondo diviso, disuguale,<br />
affamato di senso, così come fecero nel loro<br />
tempo Francesco e Chiara d’Assisi» (II<br />
Signore ti dia pace, n.2) e la schiera innumerevole<br />
dei nostri Santi.<br />
3. Il povero che semina misericordia<br />
San Benedetto il Moro non fu un solitario,<br />
sebbene avesse scelto all’inizio del suo<br />
cammino di perfezione la vita eremitica alla<br />
scuola di Girolamo Lanza. Non andò al<br />
Signore da solo, non lo incontrò facendo a<br />
meno degli altri.<br />
Anche in questo, il nostro Santo ci dà un<br />
insegnamento di straordinaria attualità.<br />
La più alta vocazione dell’uomo è di<br />
«entrare in comunione con Dio e con gli altri<br />
uomini suoi fratelli» (Vita fraterna in comunità,<br />
n. 9). E per noi Frati Minori la vita<br />
fraterna in comunità rappresenta uno degli<br />
elementi essenziali della nostra forma di vita.<br />
Vivere per gli altri, in un dono fiducioso<br />
per la vita dei fratelli: fu questo il “programma”<br />
di san Benedetto. Seguendo l’esempio<br />
del Maestro divino “venuto non per<br />
essere servito, ma per servire e dare la sua<br />
vita per gli altri” (cf Mt 20, 28), egli nutrì di<br />
misericordia l’intera sua vita: rendendosi<br />
dono di speranza per quanti l’avvicinavano,<br />
attingendo dal suo cuore parole di vita, e rispondendo<br />
al profondo bisogno di Dio bruciante<br />
nel cuore degli uomini del suo difficile<br />
tempo.<br />
Dotato da Dio di doni straordinari, non<br />
tenne per sé il dono di Dio, ma lo condivise<br />
con gioia con quanti ricorrevano a lui in<br />
cerca di pace e di fiducia nella vita. Sacerdoti<br />
e teologi, e lo stesso viceré di Sicilia, si<br />
avvalsero del dono del consiglio e della sapienza<br />
che gli consentiva di scrutare i disegni<br />
di Dio.<br />
Viviamo in un mondo diviso e frammentato,<br />
e insieme assetato di comunione e di<br />
fraternità. San Benedetto il Moro ci insegna<br />
che questa è l’ora della comunione fraterna<br />
e della condivisione. Lo ripete a noi Frati<br />
Minori, lo grida ad ogni uomo assetato di<br />
giustizia e di libertà, per il futuro di una
326<br />
nuova umanità rigenerata dalla forza dell’amore.<br />
4. I Santi portatori di luce<br />
Lo ha affermato Benedetto XVI nella<br />
sua lettera enciclica Deus caritas est: «I<br />
Santi sono veri portatori di luce all’interno<br />
della storia» (n.40).<br />
Benedetto da San Fratello appartiene a<br />
questa schiera immensa di “benefattori dell’umanità”,<br />
che ha segnato la storia non solo<br />
della Sicilia e della Famiglia Francescana<br />
lungo i quattro secoli circa che ci separano<br />
dal suo transito. Una storia che non sempre<br />
conosciamo e che, molte volte, non riusciamo<br />
a raccontare e a trasmettere. Una storia,<br />
quella che ha scritto con la sua eroica testimonianza<br />
di vita il nostro Santo, e che ce lo<br />
rende veramente vicino.<br />
In San Benedetto da San Fratello abbiamo<br />
la convincente dimostrazione di come<br />
un vero apostolo sia capace di calarsi nel<br />
particolare contesto sociale della sua gente,<br />
rivestendo di forme adeguate alla cultura e<br />
alla mentalità del suo tempo l’eterno Vangelo<br />
della carità e della pace.<br />
La vita del nostro santo fu essenzialmente<br />
contemplativa e perciò totalmente consacrata<br />
al bene del prossimo. Il contemplativo,<br />
infatti, è sempre molto vicino e molto<br />
unito ad ogni uomo che soffre. Nel cuore di<br />
ogni contemplativo è sempre presente il mistero<br />
della Chiesa “sacramento universale<br />
di salvezza”. È presente l’uomo creato a immagine<br />
di Dio e redento da Cristo. È presente,<br />
in una parola, il mondo che geme e<br />
che spera.<br />
Parlando alla folla raccolta per l’Angelus<br />
in piazza S. Pietro, il 2 ottobre 1994, il<br />
Servo di Dio Giovanni Paolo II affermò con<br />
forza che “il consacrato è per antonomasia<br />
il fratello universale, su cui gli altri fratelli<br />
sanno di poter contare, trovando ascolto ed<br />
accoglienza e condivisione”.<br />
Sono pertanto convinto che, anche a distanza<br />
di circa quattro secoli dalla sua morte,<br />
Benedetto il Moro, l’amico dei poveri e<br />
il testimone fedele del Vangelo delle Beatitudini,<br />
abbia ancora una parola da dire ai<br />
consacrati, e in particolare a noi Frati Minori<br />
suoi fratelli, ai Pastori della Chiesa, ai<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
giovani, agli oppressi e a quanti, nella Chiesa<br />
o nella Società, sono chiamati oggi a testimoniare<br />
con la vita il Vangelo della carità<br />
e a farsi costruttori di una società aperta ai<br />
grandi valori dello Spirito e impegnata nella<br />
difesa dell’uomo e della vita.<br />
Solo ascoltando questa parola, noi potremo<br />
dire che non è stata vana la celebrazione<br />
del bicentenario della canonizzazione<br />
dell’umile Benedetto da San Fratello, ma<br />
che ascoltando la voce del passato, noi scopriamo<br />
la grande verità ribadita da Papa Benedetto<br />
XVI che «chi va verso Dio non si<br />
allontana dagli uomini, ma si rende invece<br />
ad essi veramente vicino» (Deus caritas est,<br />
n. 42).<br />
Possiamo essere certi che il Santo che è<br />
vissuto in questo convento, che qui ha fatto<br />
esperienza dell’Assoluto, qui ha confortato<br />
i fratelli e che da qui ha raggiunto la patria<br />
eterna, e del quale qui sono custodite le sacre<br />
reliquie insieme a quelle del Beato Fondatore<br />
di questa oasi di pace, il Beato Matteo<br />
di Agrigento, è a noi vicino e ci incoraggia<br />
a custodire con fedeltà creativa la<br />
memoria della sua presenza tra noi, facendo<br />
oggi ciò che Francesco e i nostri Fratelli<br />
di ieri fecero ai loro tempi e, così, «essere<br />
noi stessi segni leggibili di vita per un mondo<br />
assetato di nuovi cieli e terra nuova» (Is<br />
65, 17). Amen.<br />
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro generale<br />
7. Carta a las Hermanas de la Orden de<br />
la Inmaculada Concepción con motivo<br />
de la fiesta de Santa Beatriz de Silva<br />
Roma, 29 de junio,<br />
fiesta de los santos Pedro y Pablo, 2007.<br />
Muy queridas Hermanas en el Señor:<br />
A todas y a cada una de vosotras, os saludo<br />
con afecto y os deseo todo bien en el<br />
Señor.<br />
Se acerca la solemnidad anual de santa<br />
Beatriz de Silva, y quiero, con toda la Orden<br />
de los Hermanos Menores, unirme a<br />
vuestro gozo, multiplicarlo con el nuestro,
y compartir con vosotras la alabanza al Dios<br />
altísimo, sumo bien, todo bien, que hizo<br />
maravillas en favor de su sierva Beatriz y<br />
que, con infinita misericordia, colma de<br />
bienes a cuantas profesáis su vida y Regla<br />
en la Orden de la Inmaculada Concepción.<br />
Iluminados por la luz del Espíritu Santo<br />
y guiados por su santa operación, también<br />
nosotros, vuestros hermanos franciscanos,<br />
contemplamos el rostro de Beatriz resplandeciente<br />
de gracia y santidad: Virgen por la<br />
pureza del corazón, la limpieza de la mirada<br />
y el ardor de la caridad; madre por la admirable<br />
fecundidad de su vida, pues el Señor<br />
le ha dado una descendencia bendecida<br />
y numerosa como las estrellas del cielo;<br />
gloriosa en la Iglesia por su vida evangélica;<br />
bienaventurada por su pobreza, por sus<br />
lágrimas de mujer creyente, por su búsqueda<br />
confiada de la paz.<br />
Queridas Hermanas: Santa Beatriz, su<br />
vida, las virtudes con que el Señor la adornó,<br />
la santidad con que el Señor la embelleció,<br />
son para vosotras, y para vuestros Hermanos<br />
Menores, motivo de gozo, de alabanza,<br />
de fiesta. Hoy Beatriz nos llena de<br />
santa alegría, a vosotras y a nosotros, y nos<br />
hace sentir que formamos parte de una fraternidad<br />
formada por hermanos y hermanas.<br />
Como sabéis, nosotros los Hermanos<br />
Menores nos encaminamos a la celebración<br />
del octavo Centenario de la Fundación de<br />
nuestra Orden, que inició con la experiencia<br />
evangélica del Hermano Francisco de Asís<br />
y la aprobación de nuestra Regla por parte<br />
del “Señor Papa” en 1209. Esto es para nosotros<br />
un motivo de júbilo y de bendición<br />
por el amor que nos une a todas vosotras,<br />
queridas hermanas de la Orden de la Inmaculada<br />
Concepción.<br />
En esta andadura jubilar, iniciada en el<br />
2006, hemos querido en este año 2007 poner<br />
el Evangelio en el centro de nuestro proyecto<br />
de vida. Estoy plenamente convencido<br />
que también en el corazón mismo de<br />
vuestro proyecto de vida como Concepcionistas<br />
está el Evangelio. Así lo indican<br />
vuestras mismas Constituciones cuando os<br />
piden que creáis firmemente en el Evangelio<br />
(cf. CCGG OIC 88).<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 327<br />
Llamadas, como habéis sido, a desposaros<br />
con Jesucristo nuestro Redentor, y a hacer<br />
vuestra su vida, viviendo siempre “en<br />
obediencia, sin propio y en castidad, con<br />
perpetua clausura” (cf. CCGG OIC 1), en<br />
vuestro camino de seguimiento, de continua<br />
conversión y de identificación con<br />
Cristo, estáis igualmente llamadas a evidenciar<br />
el Evangelio a la luz del carisma concepcionista<br />
(cf. CCGG OIC 126).<br />
A la luz de estas indicaciones que encontramos<br />
en vuestras Constituciones no dudo<br />
en pediros, amadas hermanas Concepcionistas,<br />
que también vosotras durante este<br />
año pongáis el Evangelio en el centro de<br />
vuestra vida y de vuestra contemplación.<br />
Leed atentamente el Evangelio, custodiad<br />
el Evangelio en vuestros corazones, dad a<br />
luz el Evangelio con vuestras palabras y con<br />
vuestras vidas. El Evangelio sigue siendo la<br />
noticia, bella como la gracia, y ardiente como<br />
el amor, que trasnforma a quien la recibe<br />
con corazón de niño (cf. Mt 11, 25). El<br />
Evangelio sigue siendo manantial de bienaventuranza<br />
para quien lo acoge, como María<br />
Imaculada, con corazón pobre y disponible<br />
(cf. Lc 1, 38). El Evangelio sigue siendo<br />
Evangelio cuando cada una de vosotras,<br />
aun contando con vuestras pobrezas, se<br />
atreve a vivirlo acogiéndolo en su inmediatez,<br />
en su frescura, en su radicalidad, como<br />
hizo Francisco, como hizo Beatriz. Volvamos<br />
al Evangelio, y el Evangelio nos permitirá<br />
mantener siempre la poesía, la belleza<br />
y el encanto de nuestros orígenes.<br />
Santa Beatriz de Silva, había sido escogida<br />
como estrella para guiar a generaciones<br />
de vírgenes, que consagrarían a Dios su<br />
amor y su pureza, en honor de María Inmaculada.<br />
Pues bien, otra cara de la hermosa<br />
celebración de su fiesta, sin la cual no se podría<br />
comprender la dimensión gozosa de este<br />
día, es que vosotras, las hijas de santa Beatriz,<br />
sois también para ella motivo de gozo<br />
en el Señor, motivo de alabanza al Señor,<br />
motivo de fiesta con el Señor.<br />
Hoy vosotras hacéis más grande la dicha<br />
de Beatriz, y la aumentaréis cada día en la<br />
medida en que, con gozo y fidelidad creativa,<br />
viváis vuestra vocación y misión en la<br />
Iglesia, dentro de la gran Familia Francis-
328<br />
cana, y haciendo vuestro el gozo y la esperanza<br />
de nuestro mundo.<br />
Los Hermanos Menores nos unimos a<br />
vuestra fiesta, en la tierra como en el cielo.<br />
Os bendigo de todo corazón.<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro General<br />
8. Omelia in occasione della Festa del<br />
Perdono d’Assisi<br />
Santa Maria degli Angeli, 01.08.2007<br />
NON TEMERE<br />
Sir 24,1-4; 22-31; Sal Lc 1,46-55;<br />
Gal 4, 3-7; Lc 1,26-33<br />
Carissimi fratelli e sorelle,<br />
in questo giorno di festa per tutta la<br />
Chiesa il Vangelo, che abbiamo appena<br />
ascoltato, ripete anche a ciascuno di noi il<br />
saluto dell’angelo a Maria: «Non temere,<br />
perché hai trovato grazia presso Dio». È<br />
una parola che ci dà coraggio e ci infonde<br />
fiducia. Il Signore oggi, come sempre nella<br />
storia della salvezza, si manifesta come<br />
Colui che è vicino ai suoi figli, come Colui<br />
che sta con il suo popolo per condividerne<br />
la sorte. Il nostro Dio non è un Dio lontano,<br />
un Dio che discende dall’alto del suo cielo<br />
per riempire di terrore l’umanità e castigarla,<br />
ma un Dio che nel corso del tempo si è<br />
rivelato come Colui che sta accanto agli<br />
uomini (cf Es 3,14). L’esserci vicino di<br />
Dio, il suo amore per la nostra vita, si è manifestato<br />
in maniera molto concreta attraverso<br />
le sue opere meravigliose, prima fra<br />
tutte la creazione, che con la sua bellezza ci<br />
parla continuamente del Creatore, ma anche<br />
attraverso la sua Parola, con la quale ha<br />
guidato ed educato il popolo di Israele, fino<br />
a farne il popolo eletto, popolo scelto tra gli<br />
altri popoli, perché stesse con Dio. Ma questa<br />
vicinanza ha raggiunto la sua perfezione<br />
in Gesù: in Lui Dio stesso ha assunto la<br />
nostra natura, ha camminato sulle nostre<br />
strade, ha vissuto le nostre piccole e grandi<br />
gioie, ha provato la nostra fragilità e le nostre<br />
sofferenze. Ed in Gesù da servi di Dio<br />
siamo definitivamente divenuti amici di<br />
Dio: «Non vi chiamo più servi, perché il<br />
servo non sa quello che fa il suo padrone;<br />
ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò<br />
che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere<br />
a voi» (Gv 15,15). Sì, siamo amici di Dio,<br />
non più servi, o, come diceva san Paolo<br />
nella seconda lettura, se «prima eravamo<br />
schiavi degli elementi del mondo», ora,<br />
grazie a Gesù Cristo, abbiamo trovato in<br />
Dio un Padre e siamo divenuti suoi figli.<br />
Dunque non più servi ma amici, non più<br />
schiavi ma figli.<br />
Lasciamo, allora, che la gioia oggi inondi<br />
il nostro cuore, perché anche noi, come<br />
Maria, abbiamo trovato grazia presso Dio,<br />
perché anche noi siamo invitati a non temerlo.<br />
Infatti, come non si ha paura di un<br />
amico o del proprio padre, così non dobbiamo<br />
aver paura di Dio.<br />
Ecco la Buona Notizia di oggi, il Vangelo<br />
che ci è stato annunciato. Il Dio in cui crediamo<br />
è, come amava chiamarlo santa Chiara,<br />
il Padre delle misericordie, Colui che si<br />
china con il cuore traboccante d’amore su<br />
ciascuno di noi, sulle nostre povertà, sulle<br />
nostre piaghe, quelle che si vedono e quelle<br />
che non si vedono, per offrirci guarigione e<br />
salvezza. Lo fa solo per amore, non vuole<br />
nulla in cambio, lo fa unicamente perché ci<br />
ama come un padre. Noi dobbiamo solo aprire<br />
il cuore e accettare questo dono, accogliere<br />
la sua misericordia, la sua grazia, il suo<br />
perdono. È Dio stesso, come abbiamo ascoltato<br />
nella prima lettura, ad invitarci: «Avvicinatevi<br />
a me, voi che mi desiderate, e saziatevi<br />
dei miei prodotti. Poiché il ricordo di me<br />
è più dolce del miele, il possedermi è più dolce<br />
del favo di miele. La mia memoria rimarrà<br />
per tutti i secoli».<br />
Ma chi ha gustato la dolcezza di questa<br />
Parola di salvezza, chi si è lasciato toccare<br />
dalla misericordia di Dio, non può rimanere<br />
uguale a prima. La sua stessa vita<br />
si trasforma e si converte in annuncio di<br />
misericordia, così come accadde anche a<br />
san Francesco, che nel suo Testamento ricorda:<br />
«quando ero nei peccati mi sembrava<br />
cosa troppo amara vedere i lebbrosi,<br />
e il Signore stesso mi condusse tra loro<br />
e usai con essi misericordia. E allontanandomi<br />
da loro ciò che mi sembrava amaro
mi fu cambiato in dolcezza di animo e di<br />
corpo».<br />
Chi si è lasciato toccare dall’amore di<br />
Dio, vive di esso e lo testimonia con tutta la<br />
sua vita, facendo della sua vita un grande atto<br />
d’amore, come ci ricordava Benedetto<br />
XVI, durante la sua visita qui ad Assisi:<br />
«Che cosa è stata, miei cari fratelli e sorelle,<br />
la vita di Francesco convertito se non un<br />
grande atto d’amore? Lo rivelano le sue<br />
preghiere infuocate, ricche di contemplazione<br />
e di lode, il suo tenero abbraccio del<br />
Bimbo divino a Greccio, la sua contemplazione<br />
della passione alla Verna, il suo «vivere<br />
secondo la forma del santo Vangelo»<br />
(Test 14), la sua scelta della povertà e il suo<br />
cercare Cristo nel volto dei poveri». In<br />
Francesco tutto ci parla di Dio, perché Dio<br />
è diventato per lui il senso della vita. Quel<br />
senso che oggi sembra essere così spesso<br />
smarrito o mai trovato, noi sappiamo che<br />
l’uomo non potrà mai darselo da solo, ma<br />
può solo essergli donato e in Cristo gli è stato<br />
offerto una volta per tutte.<br />
La festa di oggi, allora, è un invito per<br />
tutti a tornare a Cristo, ad abbeverarsi alla<br />
sorgente di acqua viva, per gioire nuovamente<br />
dell’abbraccio del Padre delle misericordie,<br />
per riscoprire una vita che è ricca<br />
di significato, anche quando è fatta delle cose<br />
piccole e banali di tutti i giorni. Ma la festa<br />
di oggi è, allo stesso tempo, un invito a<br />
lasciarci condurre da Gesù in mezzo ai “lebbrosi”<br />
del nostro tempo per usare con essi<br />
misericordia, per aprire le nostre braccia a<br />
chi è guardato con sospetto e disprezzo e<br />
magari vive o lavora accanto a noi, per accogliere<br />
e perdonare come noi, a nostra volta,<br />
siamo stati accolti e perdonati.<br />
Mentre con tutti i Francescani ci prepariamo<br />
a celebrare l’VIII centenario dell’approvazione<br />
della forma di vita di san<br />
Francesco da parte della Chiesa, anche noi<br />
vogliamo, proprio come ha fatto il santo<br />
d’Assisi, farci raggiungere dal Vangelo del<br />
perdono e dell’amore; vogliamo farci raggiungere<br />
da Gesù Cristo, perché trasformi<br />
la nostra vita in un inno di misericordia,<br />
per cantare con Maria: «Grandi cose ha<br />
fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo<br />
nome; di generazione in generazione la<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 329<br />
sua misericordia si stende su quelli che lo<br />
temono».<br />
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro generale<br />
9. Discorso in occasione della XXVII<br />
marcia francescana ad Assisi<br />
S. Maria degli Angeli, 02.08.2007<br />
APRITEVI<br />
AL VANGELO DELLA GRAZIA<br />
Cari fratelli e amici,<br />
con il cuore colmo di gioia, nel nome di<br />
Francesco, nostro padre e fratello, vi accolgo<br />
in questo luogo santo della Porziuncola,<br />
il posto più amato da Francesco, umile cappella<br />
che toccò il cuore del santo di Assisi,<br />
culla dell’Ordine francescano (cf LM 5),<br />
perché, come affermò dieci anni fa il Cardinale<br />
Joseph Ratzinger, qui Francesco «si lasciò<br />
incontrare dalla chiamata definitiva<br />
che diede alla sua missione la sua vera forma<br />
e permise la nascita dell’Ordine dei Frati<br />
Minori»; luogo della scuola del Vangelo e<br />
della missione; luogo in cui i Frati si incontravano<br />
ogni anno a Pentecoste; luogo del<br />
glorioso transito del Poverello di Assisi e<br />
santuario dove, ancora oggi grazie all’indulgenza<br />
della Porziuncola, si respira la<br />
gioia del perdono e la misericordia del Dio<br />
amore. Benvenuti tutti, soprattutto i giovani<br />
della marcia francescana ad Assisi, e che<br />
santa Maria degli Angeli, san Francesco e<br />
santa Chiara vi mostrino il cammino per arrivare<br />
a Gesù.<br />
Alcuni giorni fa vi siete messi in cammino<br />
verso Assisi, la «capitale della cultura<br />
dell’amore e della pace». Anche voi, come<br />
gli abitanti di Assisi, dopo che Francesco<br />
restaurò la cappella della Porziuncola, vi<br />
siete detti: «Andiamo a Santa Maria degli<br />
Angeli» (CAss 56), sapendo che Il cammino<br />
si fa per dono, come recita il tema della<br />
Marcia verso Assisi di quest’anno. Con bagaglio<br />
leggero, con passo veloce e grande<br />
gioia nel cuore vi siete fatti pellegrini sulle<br />
diverse strade d’Italia che portano a Santa<br />
Maria degli Angeli. Avete, così, rivissuto
330<br />
l’esperienza del pellegrino Abramo, padre<br />
dei credenti, che, seguendo la chiamata di<br />
Dio, si era messo in cammino verso la terra<br />
che il Signore gli aveva mostrato (cf Gn<br />
12,1-5); l’esperienza del popolo d’Israele,<br />
pellegrino nel deserto per quarant’anni (cf<br />
Es 16,35); l’esperienza di Gesù, che fu pellegrino,<br />
salì, varie volte a Gerusalemme;<br />
l’esperienza dello stesso Francesco che non<br />
solo andò pellegrino a Roma, ma anche a<br />
Santiago e a Gerusalemme.<br />
Il cammino non è solo, né principalmente,<br />
uno spazio fisico. Per il credente è anzitutto<br />
un processo esistenziale che porta a riconoscere<br />
i cammini di Dio per seguirlo.<br />
Cammini tante volte sconcertanti – «le vostre<br />
vie non sono le mie vie» (Is 55,8), dice<br />
il Signore –, ma che conducono sempre a risultati<br />
meravigliosi. L’Esodo è l’esempio<br />
più evidente di tutto questo: il popolo fa<br />
esperienza di ciò che significa «camminare<br />
con il proprio Dio» (cf Mic 6,8) ed entrare<br />
nella sua alleanza. Dio stesso si mette in testa<br />
per aprire il cammino e la sua presenza<br />
si fa visibile con la colonna di fuoco (Es<br />
13,21s). Il mare non lo ferma (cf Sal 77,20)<br />
e durante il cammino nel deserto è Dio stesso<br />
che combatte per il suo popolo e lo sostiene,<br />
come un uomo porta il proprio figlio,<br />
gli procura da bere e da mangiare, cerca un<br />
posto dove porre l’accampamento e si<br />
preoccupa che non gli manchi nulla (cf Dt<br />
1,10-33). Il peccato del popolo fece sì che il<br />
cammino fosse lungo e difficile (cf. Dt 2,1),<br />
ma nonostante questo Dio non abbandona<br />
mai Israele e lo conduce nella terra promessa,<br />
dove il popolo potrà benedire il Signore<br />
(Dt 8,7-10). Diventa così evidente a tutti<br />
che i cammini del Signore “ sono amore e<br />
verità” (Sal 25,10).<br />
Israele è entrato nella Terra della promessa,<br />
ma deve continuare a camminare<br />
lungo le vie del Signore (cf Sal 128,1). Davanti<br />
a lui ci sono sempre due strade: quella<br />
del bene e quella del male (cf Sal 1,6;<br />
Prov 4,18s). La grande tentazione sarà quella<br />
di abbandonare il cammino del Signore,<br />
della vita (Prov 2,19), per seguire quello dei<br />
malvagi, che porta alla perdizione e alla<br />
morte (cf Sal 1,6; Mt 7,31s). Scegliere una<br />
strada invece dell’altra, sarà la grande re-<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
sponsabilità di Israele (Dt 30, 15-20).<br />
Cari giovani, siete giunti alla meta che<br />
vi eravate proposti: calpestare il suolo di<br />
questo luogo santo, la Porziuncola. Ma questa<br />
meta è solo parziale. Come ho già detto,<br />
la vita è un cammino continuo, è un processo<br />
che per il credente terminerà solo con<br />
l’arrivo di sora nostra morte corporale,<br />
quando ciascuno di noi si identificherà pienamente<br />
con Cristo. Anche davanti a voi<br />
oggi ci sono due vie: quella che vi offre il<br />
mondo, la “porta larga”, e quella che vi presenta<br />
Cristo nel vangelo, la “porta stretta”.<br />
La prima, più facile e comoda, vi porta alla<br />
perdizione. La seconda, certamente più esigente<br />
ma senza dubbio più bella e attraente,<br />
vi porterà alla vita in pienezza.<br />
Voi, cari giovani, giustamente cercate la<br />
felicità e la vita in pienezza; siete, anche<br />
voi, mendicanti di senso. Sia la felicità<br />
profonda che la vita in pienezza, come ci ricordava<br />
in questa stessa piazza solo alcune<br />
settimane fa il Papa Benedetto XVI, non si<br />
trovano che in Cristo. Questo è ciò che ci<br />
dice il cammino di Francesco. Egli trovò la<br />
felicità e la pienezza solo quando incontrò<br />
Cristo e, così, poté confessare che in lui c’è<br />
tutto il bene, il sommo bene, la bellezza, la<br />
ricchezza a sufficienza (cf LodAl). Solo Cristo<br />
può darci la felicità più autentica, solo<br />
Lui, sorgente di acqua viva, può saziare la<br />
vostra sete di pienezza. Non cercate acqua<br />
nelle cisterne screpolate, che non tengono<br />
l’acqua (cf Ger 2,13), quando avete a vostra<br />
disposizione l’acqua che sgorga abbondante<br />
e fresca dalla sorgente.<br />
Può essere che molti di voi siano in questo<br />
momento preoccupati della propria riuscita<br />
e del successo. Credo sia normale. Anche<br />
Francesco, nella sua gioventù, cercò<br />
tutto questo. Ma lo cercava sulla strada sbagliata<br />
pensando di trovarlo sui campi di battaglia.<br />
Fu allora, a Spoleto, che il Signore lo<br />
prese per mano e lo condusse a chiedersi:<br />
«chi può esserti più utile: il padrone o il servo?»<br />
(3Comp 26). Cari giovani, lasciatevi<br />
portare per mano da Cristo. Domandatevi<br />
anche voi chi può esservi più utile. Perché<br />
accontentarvi delle briciole che cadono dalla<br />
mensa del padrone, quando potreste mangiare<br />
e bere con Lui? Apritevi a Cristo.
Aprite le porte a Cristo, come fece Francesco,<br />
senza paura, senza calcoli, senza misura.<br />
Egli non vi toglie nulla, ma vi dà tutto.<br />
Come Francesco, anche voi, fate di Cristo il<br />
vostro cammino, il vostro tesoro, la luce<br />
della vostra vita (cf BENEDETTO XVI, Ai<br />
giovani di Assisi).<br />
Non mi meraviglia che tra voi, immersi<br />
come siamo nella cosiddetta cultura dell’immagine,<br />
vi sia chi è preoccupato di apparire,<br />
di cercare cose esteriori, rimanendo<br />
eccessivamente concentrato su se stesso.<br />
Questo fu un altro cammino sbagliato che<br />
Francesco cercò di seguire quando aveva la<br />
vostra età. Dalla schiavitù di se stesso e dalla<br />
ricerca dell’immagine riuscì a liberarsi<br />
solo quando aprì il suo cuore al Signore Dio<br />
e agli altri; una apertura incondizionata che<br />
lo porta a confessare che per lui Dio è tutto<br />
– mio Dio, mio tutto! – e che i fratelli, per<br />
quanto diversi da lui, sono un dono del Signore<br />
(cf Test 14); una apertura che lo porta<br />
a vincere la ripugnanza che gli causava la<br />
vista dei lebbrosi, così da poterli abbracciare<br />
e usare che con essi misericordia (cf Test<br />
3), riconoscendo in loro il volto sofferente<br />
ed emarginato del Signore.<br />
Come fece Francesco nell’eremo di san<br />
Damiano, anche voi fissate lo sguardo in<br />
Cristo crocifisso e glorioso. Lasciate che il<br />
suo sguardo incroci il vostro e penetri fino<br />
nel più profondo del vostro cuore. Lasciatevi<br />
guardare, cioè, lasciatevi amare da Cristo<br />
e allora il vostro sguardo si trasformerà e i<br />
vostri cuori batteranno al ritmo del suo. Innamoratevi<br />
di Cristo e sarete discepoli e, insieme,<br />
missionari.<br />
Come fece Francesco qui alla Porziuncola,<br />
lasciatevi incontrare e illuminare, anche<br />
voi cari giovani, dalla Parola viva e interpretata<br />
dalla Chiesa. Assumete il Vangelo<br />
come criterio fondamentale delle vostre<br />
scelte esistenziali. Fate del Vangelo il vostro<br />
libro di lettura. Accogliete il Vangelo<br />
come Buona Notizia. Una notizia bella come<br />
la grazia e ardente come l’amore, che<br />
trasforma la vita di chi la riceve con il cuore<br />
di un bambino (cf Mt 11,25); è fonte di<br />
felicità per chi, come Maria di Nazareth, la<br />
accoglie con cuore disponibile (cf Lc 1,38);<br />
è sorgente di vera libertà per chi, come<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 331<br />
Francesco la accoglie nella sua immediatezza,<br />
freschezza, radicalità (cf 1Cel 22), sine<br />
glossa.<br />
Come fece Francesco con il lebbroso,<br />
abbracciate tutti gli esclusi, date loro il vostro<br />
tempo, fate sentire loro l’amore di Dio,<br />
ponetevi, come il Poverello, al loro servizio.<br />
Così anche voi gusterete dolcezza di<br />
anima e di corpo, e la vostra vita si de-centrerà,<br />
il vostro cammino si farà per dono,<br />
cioè sfocerà in una donazione gratuita, abbandonando<br />
la logica dell’ego, dell’io, del<br />
guadagno, per vivere l’agape, la logica del<br />
dono e della donazione senza riserve al Signore<br />
e agli uomini e alle donne che incontrerete<br />
sul vostro cammino. Riconoscendo<br />
in Dio, nella contemplazione, la perfetta logica<br />
del dono (cf Spc 22), la vostra stessa<br />
vita si farà offerta, come la vita di Dio, eterno<br />
dono all’umanità (cf Spc 20.32). Ricordate,<br />
cari giovani, che essendo voi stessi dei<br />
doni (cf Spc 22), nulla vi appartiene, nemmeno<br />
voi stessi, tutto è un bene ricevuto,<br />
chiamato ad essere condiviso e restituito<br />
(Spc 19). Non siamo padroni della nostra<br />
vita. L’abbiamo ricevuta in dono, l’abbiamo<br />
ricevuta per donarla (cf Spc 21).<br />
Questa logica del dono, senza dubbio, è<br />
comprensibile, si può vivere, solo in una vita<br />
riconciliata in Cristo. Il secondo aspetto<br />
espresso nel tema di questa marcia francescana<br />
ad Assisi. Il cammino che si fa per donarsi,<br />
per dono, è anche un cammino di riconciliazione<br />
e di perdono, per-dono.<br />
Francesco, ci dice il Celano, aveva avuto<br />
una straordinaria esperienza del perdono<br />
dei suoi peccati (cf 1Cel 26). Possiamo ben<br />
dire che, in un certo senso, gustò già sulla<br />
terra la bellezza del paradiso. Volendo che<br />
tutti sperimentassero la gioia del perdono e<br />
gustassero già nella vita il cielo, ottenne dal<br />
Papa la grazia del Perdono di Assisi. Da allora,<br />
in questa piccola chiesa della Porziuncola,<br />
si può respirare la gioia della misericordia<br />
di Dio, la Porziuncola divenne luogo<br />
di riconciliazione, di perdono, di pace.<br />
Vedendovi così numerosi davanti a questa<br />
Basilica di Santa Maria degli Angeli,<br />
penso a quel 2 di agosto del 1216 in cui<br />
Francesco, dopo aver ottenuto dal Papa<br />
l’indulgenza della Porziuncola, davanti ai
332<br />
Vescovi dell’Umbria e a una gran moltitudine,<br />
gridava ricolmo di gioia: «Desidero<br />
mandarvi tutti in paradiso, tutti in paradiso».<br />
Cari giovani, il cammino che avete percorso<br />
per giungere a Santa Maria degli Angeli<br />
sarà veramente fecondo solo se vi porta<br />
a provare la gioia del perdono e della piena<br />
riconciliazione. Mentre vi chiama alla<br />
conversione, il Signore stesso si offre a voi<br />
come perdono e misericordia. Lasciatevi visitare<br />
dall’amore di Dio che si fa perdono.<br />
Fatevi complici di questo amore senza limiti.<br />
Dio è amore (1Gv 4,8). Il nostro Dio, il<br />
Padre rivelato da Gesù, è il “Padre delle misericordie”,<br />
come lo chiama Chiara (Test 2),<br />
un Dio ricco di misericordia, sempre disposto<br />
al perdono (Ef 2,4).<br />
Con san Paolo vi dico: «lasciatevi riconciliare<br />
con Dio» (2Cor 5,20). Ottocento<br />
anni fa, Francesco, entrando in se stesso,<br />
poté nascere di nuovo (cf Gv 3,3); chiedendo<br />
di essere illuminato nel più profondo del<br />
suo cuore, si lasciò trasformare totalmente,<br />
così da poter compiere in ogni momento la<br />
santa e verace volontà di Dio (cf PCr). Come<br />
lui anche voi lasciatevi toccare dall’amore<br />
di Dio, lasciatevi perdonare. Allora la<br />
vostra conversione provocherà il sorriso di<br />
Dio che vi viene incontro per abbracciarvi<br />
e, come nella cosiddetta parabola di figlio<br />
prodigo (cf Lc 15,23), comincerà la festa e<br />
immensa sarà la gioia nei vostri cuori.<br />
Cari giovani, siete al crocevia della vita.<br />
Davanti a voi stanno due possibilità, due<br />
cammini: quello della vita e quello della<br />
morte. Nessuno può scegliere per voi, ma<br />
sappiate che in questa scelta vi state giocando<br />
l’esistenza. Il vostro futuro dipenderà<br />
dalle vostre scelte di oggi. Siccome conosco<br />
la vostra sete di pienezza, la vostra generosità<br />
e il vostro coraggio, non ho dubbi<br />
nel proporvi il cammino della vita, il cammino<br />
del Vangelo. Lo stesso che qui, alla<br />
Porziuncola, scoprì Frate Francesco. Non<br />
temete le sue esigenze, per quanto radicali<br />
possano sembrare vi darà la vita in pienezza<br />
e la felicità.<br />
In nome di Francesco: apritevi al Vangelo<br />
della grazia (cf Atti 20,24), non addomesticate<br />
le sue parole profetiche, adattan-<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
dole ad uno stile di vita comodo. Solo così<br />
sarete «sentinelle del mattino», solo così sarete<br />
profeti di speranza per il nostro mondo<br />
e, soprattutto, per i giovani come voi. Stiate<br />
anche voi Vangelo vivente come lo fu Francesco.<br />
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro generale<br />
10. Lettera del Ministro generale per la<br />
Festa di santa Chiara<br />
Roma, 11 agosto 2007,<br />
Festa di santa Chiara<br />
RISCOPRIRE IL SENSO DELLA NO-<br />
STRA SCELTA DI VITA<br />
Carissime Sorelle,<br />
il Signore vi dia pace!<br />
In occasione della festa di santa Chiara<br />
desidero anche quest’anno rivolgervi un<br />
particolare saluto e ringraziarvi per la vostra<br />
presenza nella Chiesa e nel mondo, oltre<br />
che per la fraterna vicinanza che sempre<br />
dimostrate nei miei confronti. So, infatti,<br />
che la vostra preghiera mi accompagna nel<br />
mio continuo pellegrinare, per incontrare e<br />
animare i Fratelli e le Sorelle che il Signore<br />
mi ha affidato.<br />
Voglio, poi, offrire alla vostra riflessione<br />
alcuni pensieri che nascono dal cammino<br />
che noi Frati stiamo vivendo in questi anni,<br />
riflettendo sulla grazia delle origini, in vista<br />
della celebrazione del centenario della<br />
fondazione dell’Ordine. Mi auguro che possano<br />
essere degli spunti validi anche per la<br />
vostra vita, proprio in forza della profonda<br />
unità di ispirazione che ci lega.<br />
Mendicanti di senso<br />
Viviamo un tempo in cui ci sentiamo sollecitati<br />
da molte domande e interrogativi,<br />
che la vita e la storia ci rivolgono ogni giorno;<br />
sono domande che ci vengono dalle persone<br />
che incontriamo, dalle situazioni storiche<br />
ed ecclesiali che viviamo, ma sono anche<br />
domande che nascono dall’interno del<br />
nostro cuore e che ci spingono a fare verità<br />
e chiarezza nella nostra vita. Un primo sug-
gerimento che vi offro è quello di non spegnere<br />
queste domande, magari fuggendole<br />
come tentazioni o provocazioni negative:<br />
proviamo invece a considerarle come sollecitazioni<br />
che ci chiedono una nuova e rinnovata<br />
autenticità di vita. Un tratto dominante<br />
di questi interrogativi che la vita ci<br />
pone e che noi stessi ci poniamo è l’invito a<br />
riscoprire il senso di quello che facciamo e<br />
viviamo: è importante, oggi più che mai, ritrovare<br />
il senso della nostra scelta di vita.<br />
Si tratta di una ricerca cui ci invita Francesco<br />
stesso, che nella Preghiera davanti al<br />
Crocifisso, agli inizi della sua avventura,<br />
chiede al Signore “senno e conoscimento<br />
per fare il suo santo e verace comandamento”.<br />
Possiamo chiederci: cos’è quel “senno<br />
e conoscimento”, se non l’invocazione per<br />
avere da Dio una risposta sul senso della<br />
propria vita?<br />
Quella che ci è richiesta è una riflessione<br />
di tipo sapienziale, che cerca di discernere<br />
nel concreto della vita i segni della presenza<br />
del Signore. La Scrittura, nei libri sapienziali,<br />
ci offre molti esempi di tale riflessione<br />
credente, che si interroga sul senso<br />
e sulla qualità della vita. Forse non<br />
sarebbe inutile, per molti di noi, riprendere<br />
in mano i libri sapienziali, che ci insegnano<br />
a farci domande, e non solo a trovare risposte,<br />
e che ci invitano ad una lettura sapiente<br />
della vita, in cui scorgere i segni di Dio. E<br />
se pensiamo ad alcuni libri della Scrittura,<br />
ci accorgiamo che propongono una lettura<br />
della vita che spesso è quasi “scandalosa”<br />
nel suo prendere sul serio le contraddizioni<br />
e le difficoltà del vivere, ma che nello stesso<br />
tempo ci educa alla capacità di ritrovare<br />
sempre lo sguardo della fede, alla cui luce<br />
soltanto è possibile trovare risposte valide<br />
alla nostra ricerca di senso.<br />
Lo sguardo alla vita con gli occhi della<br />
fede ci riporterà a scoprire che al centro della<br />
nostra esperienza e della nostra storia non<br />
stanno tanto le nostre fedeltà o infedeltà, le<br />
nostre ricerche e nemmeno le nostre domande,<br />
ma la Sua iniziativa di grazia, che<br />
sempre ci precede e ci avvolge. È l’atteggiamento<br />
cui ci invita Chiara, all’inizio del<br />
suo Testamento: «Tra gli altri benefici, che<br />
abbiamo ricevuto ed ogni giorno riceviamo<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 333<br />
dal nostro Donatore, il Padre delle misericordie,<br />
per i quali siamo molto tenute a rendere<br />
a Lui glorioso vive azioni di grazie,<br />
grande è quello della nostra vocazione. […]<br />
Dobbiamo, perciò, Sorelle carissime, meditare<br />
gli immensi benefici di cui Dio ci ha<br />
colmate, specialmente quelli che Egli si è<br />
degnato di operare tra noi per mezzo del suo<br />
diletto servo, il beato padre nostro Francesco,<br />
e non solo dopo la nostra conversione,<br />
ma fin da quando eravamo ancora tra le vanità<br />
del secolo» (TestsC 2-8).<br />
L’invito di Chiara è in perfetta sintonia<br />
con l’atteggiamento di Francesco, che nel<br />
suo Testamento rilegge ugualmente tutta la<br />
propria esperienza con gli occhi della fede,<br />
e scopre che il vero protagonista delle sue<br />
personali vicende è sempre il Signore:<br />
«L’Altissimo diede a me frate Francesco di<br />
incominciare così…e l’Altissimo mi condusse<br />
tra i lebbrosi … e quando il Signore<br />
mi dette dei fratelli, …l’Altissimo mi rivelò<br />
che dovevo vivere secondo la forma del<br />
santo Vangelo…» (Test 1.2.14). Come<br />
Chiara, come Francesco, anche noi siamo<br />
invitati a riscoprire il senso della nostra vita,<br />
guardandola con gli occhi trasformati<br />
dallo Spirito, occhi che sanno “vedere e credere”<br />
(cf Am 1,20-21), riconoscere nei fatti<br />
della nostra esistenza l’agire di Dio, la sua<br />
“santa operazione”. Con la grata consapevolezza<br />
che questo agire del Signore è già<br />
presente e operante: non dipende dalla nostra<br />
virtù o dalla nostra ascesi, ma dalla sua<br />
iniziativa di grazia, che sempre ci precede.<br />
La forma di vita<br />
In questa volontà di ritornare al centro e<br />
al senso della vostra scelta di vita, mi sono<br />
chiesto quale aiuto possiamo offrirvi noi<br />
Frati, ed in particolare io, successore di<br />
Francesco, nel servizio alla Fraternità. Credo<br />
di non poter fare di meglio che ripetervi<br />
le parole di san Francesco, che mosso da paterno<br />
affetto, scrisse per voi la forma di vita<br />
in questo modo: «Poiché per divina ispirazione<br />
vi siete fatte figlie e ancelle dell’Altissimo<br />
sommo Re, il Padre celeste, e vi siete<br />
sposate allo Spirito Santo, scegliendo di<br />
vivere secondo la perfezione del santo Vangelo,<br />
voglio e prometto da parte mia e dei
334<br />
miei frati, di avere sempre di voi, come di<br />
loro, attenta cura e sollecitudine speciale»<br />
(RsC 6,2-4). La vostra Forma di vita vi invita<br />
a riconoscervi in un intimo rapporto<br />
con le tre divine persone: con il Padre, di<br />
cui siete “figlie e ancelle”, con lo Spirito<br />
santo, di cui siete “spose”, e con il Figlio<br />
Gesù, del quale volete vivere il Vangelo fino<br />
alla perfezione.<br />
Le parole di Francesco provocano e interrogano:<br />
a quale rapporto con Dio vi invitano<br />
tali espressioni? Cosa vuol dire essere “figlie<br />
e ancelle del Padre”? Qual è il modo in cui<br />
vivere e sviluppare un vero rapporto filiale<br />
con Dio? Ancor più provocante è l’immagine<br />
di “spose dello Spirito santo” che Francesco<br />
vi attribuisce. Un rapporto con lo Spirito<br />
è sempre uno spazio aperto all’imprevedibile<br />
novità di Dio: lo Spirito è fonte e sorgente<br />
di vita e di novità, è “Signore e dona la vita”,<br />
è il principio di ogni carisma e di ogni dono<br />
che viene dall’alto. Se con un tale Spirito si<br />
instaura un rapporto sponsale, con l’intimità<br />
feconda che tale rapporto conosce, che cosa<br />
ne potrà nascere? Niente meno che Cristo,<br />
che anche voi siete chiamate a partorire, come<br />
ogni credente, visto che Francesco dice<br />
che siamo chiamati a diventare «sposi, fratelli<br />
e madri del Signore» (1Lf); e Chiara, in<br />
perfetta sintonia, ricorda ad Agnese di Praga<br />
che «ha meritato degnamente di essere chiamata<br />
sorella, sposa e madre del Figlio dell’Altissimo<br />
Padre e della gloriosa Vergine»<br />
(1LAg 24).<br />
L’azione dello Spirito, di cui siete spose,<br />
riconduce infatti al Cristo, cui lo Spirito è<br />
sempre relativo, perché «nessuno può dire<br />
Gesù è Signore, se non nello Spirito santo»<br />
(1Cor 12,3). Quella vita trinitaria, cui invita<br />
la vostra Forma di vita, con il rapporto di<br />
“figlie e ancelle” verso il Padre e con il rapporto<br />
di “spose” nei confronti dello Spirito<br />
santo, trova la sua realizzazione nel “vivere<br />
secondo la perfezione del santo Vangelo”,<br />
che esprime la centralità di Cristo nella vostra<br />
vita.<br />
Chiara è maestra nell’invitarci a questa<br />
gaudiosa intimità con il Cristo, colui nel<br />
quale ella sa di potersi trasformare per mezzo<br />
della contemplazione (cf 3LAg 12-13) e<br />
che costituisce il centro della sua vita e del-<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
la sua esperienza: lo sposo glorioso, contemplato<br />
con amore come “il crocifisso povero”.<br />
Tutta l’enfasi che Chiara pone nel<br />
voler vivere la povertà, che ella sottolinea<br />
in maniera molto più decisa di Francesco, si<br />
spiega proprio perché la povertà è quella del<br />
Signore e attraverso di essa cresce la condivisione<br />
della vita di Gesù, che ha scelto la<br />
povertà in questo mondo per sé e per sua<br />
madre. La povertà di Chiara non è soltanto<br />
una virtù, ma è conformità a Cristo, ed essa<br />
sembra addirittura identificarsi con Cristo<br />
stesso, come quando lo specchio, sul quale<br />
«rifulgono la beata povertà, la santa umiltà<br />
e l’ineffabile carità», a un certo punto si anima<br />
e «dall’alto del legno della croce rivolge<br />
ai passanti la sua voce perché si fermino a<br />
meditare» (cf 4LAg 18-25).<br />
Lo sguardo di Chiara riconduce a questa<br />
assoluta centralità di Gesù nella vostra vita:<br />
e mi chiedo quanto sia vero oggi, anche per<br />
voi, il rischio di una vita “dispersa”, che si<br />
perde in mille cose, magari belle e buone,<br />
ma che rischia di perdere il primato forte e<br />
visibile che va dato al Signore. Questa centralità<br />
anche visibile ed esplicita del Signore<br />
è davvero essenziale alla vostra vita; e<br />
non solo perché sia vera la vostra testimonianza<br />
nella Chiesa, ma prima ancora perché<br />
la vostra vita sia vivibile e vera per voi<br />
stesse. Questo primato forte di Dio nella vita<br />
è certamente vero anche per noi Frati, e<br />
per ogni forma di vita consacrata; ma credo<br />
che nella vostra forma di vita assuma una<br />
urgenza particolare e significativa.<br />
Per vivere fraternamente in unità di spiriti<br />
e con voto di altissima povertà<br />
Il primato di Dio che qualifica la nostra e<br />
vostra scelta di vita ha la caratteristica di essere<br />
vissuto «fraternamente in unità di spiriti».<br />
Noi Frati abbiamo usato l’espressione<br />
“santità in fraternità” (Sdp 42-45), per indicare<br />
che nella nostra vocazione non si diventa<br />
santi da soli, ma vivendo profondamente<br />
la nostra vocazione fraterna. Mentre<br />
tante sollecitazioni del passato e forse anche<br />
del presente puntavano e puntano ad un<br />
ideale di santità un po’ troppo individualistico<br />
e isolato, abbiamo riscoperto che la dimensione<br />
di fratelli e sorelle fa parte della
nostra vocazione alla santità: non si diventa<br />
santi “nonostante” la vita comunitaria, ma<br />
proprio attraverso tale dimensione, che ci<br />
apre a Dio nella relazione con le sorelle e<br />
con i fratelli.<br />
Ne era ben consapevole anche Chiara,<br />
che nel suo Testamento così si rivolge alle<br />
sorelle presenti e future: «E amandovi a vicenda<br />
nell’amore di Cristo, quell’amore che<br />
avete nel cuore, dimostratelo al di fuori con<br />
le opere, affinché le sorelle, provocate da<br />
questo esempio, crescano sempre nell’amore<br />
di Dio e nella mutua carità» (TestsC 59-<br />
60). Secondo queste parole, l’amore che<br />
unisce le sorelle è l’amore di Cristo: sembra<br />
quasi non esserci distinzione tra l’amore per<br />
Dio e quello per le sorelle. Anche per noi<br />
Frati Minori è cresciuta la consapevolezza<br />
di questo profondo intreccio tra la vita di fede<br />
e la vita fraterna: nell’ultimo Capitolo<br />
generale straordinario abbiamo espresso<br />
questa convinzione con la proposta della<br />
Metodologia di Emmaus: «riunirsi; parlare<br />
di ciò che ci è successo; condividere il Vangelo,<br />
rileggere la Regola; pregare e lodare<br />
Dio “per tutti i suoi doni”; celebrare la comunione<br />
fraterna; e tornare ai Frati delle<br />
nostre Fraternità, ai nostri fratelli e sorelle<br />
del mondo intero con la buona notizia che<br />
ha trasformato le nostre vite» (cf Spc 39-<br />
47). Si tratta di una proposta che, con le dovute<br />
varianti, credo utile anche per voi.<br />
La condivisione nella fede potrà aiutare<br />
davvero le nostre comunità a riscoprire che<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 335<br />
nel nostro rapporto con Dio entrano anche i<br />
fratelli e le sorelle, soprattutto quelli della<br />
nostra comunità: per noi, come per Francesco,<br />
è vero che quando il Signore ci dette<br />
dei fratelli o delle sorelle, dopo una iniziale<br />
esitazione, fu l’Altissimo stesso a rivelarci<br />
che dovevamo vivere secondo la forma del<br />
santo Vangelo (cf Test 14). Una rivelazione<br />
così importante e fondamentale, forse, non<br />
sarebbe stata possibile, per noi come per<br />
Francesco, senza il dono dei fratelli e delle<br />
sorelle.<br />
Ringraziamo Dio per questo dono, che ci<br />
scopre il cammino del Vangelo, quel cammino<br />
che a voi Sorelle permette di vivere<br />
pienamente la vostra forma di vita, per la<br />
quale «avete scelto di vivere secondo la perfezione<br />
del santo Vangelo».<br />
E mentre anch’io, come Francesco, «prometto<br />
di avere sempre di voi, come dei miei<br />
fratelli, cura e sollecitudine speciale» (Fvit<br />
2), vi affido al Signore con le parole stesse di<br />
Chiara: «Siate sempre amanti di Dio e delle<br />
anime vostre e di tutte le vostre sorelle, e siate<br />
sempre sollecite di osservare quanto avete<br />
promesso al Signore. Il Signore sia sempre<br />
con voi, ed Egli faccia che voi siate sempre<br />
con Lui. Amen» (BensC 14-16).<br />
Vostro fratello e servo<br />
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro generale<br />
Prot. 098096
E SECRETARIA GENERALI<br />
1. Capitulum Intermedium Prov. Aprutiorum<br />
S. Bernardini Senensis in Italia<br />
Nel Capitolo Intermedio della nostra<br />
Provincia d’Abruzzo “S. Bernardino da<br />
Siena” in Italia, celebrato regolarmente secondo<br />
le disposizioni del Diritto, nella Casa<br />
di Santa Maria del Paradiso in Tocco Casauria<br />
(Pescara), sotto la presidenza di RIC-<br />
CIO FR. ANTONIO, Delegato Generale, il 13<br />
aprile 2007 sono stati eletti<br />
per l’Ufficio di Definitori della Provincia:<br />
BONFORTE FR. MARCELLO<br />
DI STEFANO FR. DAMIANO<br />
MARTORELLI FR. GIULIO<br />
SALOMONE FR. QUIRINO.<br />
Queste elezioni sono state ratificate dal<br />
Definitorio generale il 2 maggio 2007.<br />
Prot. 097861/S153-07<br />
2. Capitulum Intermedium Prov. S. Ioseph<br />
Sponsi BMV in Belgio<br />
In the Provincial Chapter of our<br />
Province of Saint Joseph in Belgium, regularly<br />
celebrated according to the norms of<br />
Canon Law, in the House of Vaalbeek, under<br />
the presidency of the Minister Provincial,<br />
VAN LAER BR. ROBERT, the following<br />
were elected on the 18th of May 2007,<br />
for the office of Provincial Definitors:<br />
HUYSENTRUYT BR. MARCEL<br />
JANSEN BR. ANDRÉ<br />
MEESTERS BR. PIET<br />
WIERINCK BR. HILAIRE.<br />
The General Definitorium, during its<br />
session of the 2nd of May 2007, carefully<br />
examined and approved the election.<br />
Prot. 097876/S163-07<br />
3. Capitulum Prov. Assumptioni BMV in<br />
Herzegovina<br />
Nel Capitolo della Provincia dell’Assunzione<br />
della BMV in Bosnia/Erzegovina,<br />
celebrato regolarmente secondo le disposizioni<br />
del Diritto, nella Casa di S. Antonio<br />
in Humac, sotto la presidenza di SAMAC FR.<br />
ŠIME, Visitatore generale, il 18 aprile 2007<br />
sono stati eletti:<br />
per l’Ufficio di Ministro provinciale:<br />
SESAR FR. IVAN<br />
per l’Ufficio di Vicario provinciale:<br />
ŠTEKO FR. MILJENKO<br />
per l’Ufficio di Definitori provinciali:<br />
DRAGIćEVIć FR. MATE<br />
KURTOVIć FR. LJUBO<br />
LONčAR FR. MILAN<br />
MARIć FR. ANTE<br />
SKOKO FR. IKO.<br />
Queste elezioni sono state ratificate dal<br />
Definitorio generale il 2 maggio 2007.<br />
Prot. 097867/S158-07<br />
4. Capitulum Intermedium Prov. Trium<br />
Regum in Germania<br />
In the Provincial Chapter of our<br />
Province of the Three Kings, in Germany,<br />
regularly celebrated according to the norms<br />
of Canon Law, in the House of Vossenack,<br />
under the presidency of the Minister<br />
Provincial BARDEN BR. FRANZ-LEO, the following<br />
were elected on the 13th of April<br />
2007,<br />
for the office of Provincial Definitors:<br />
AMENDT BR. PETER<br />
MAURITZ BR. WOLFGANG<br />
SPIES BR. HANS-GEORG-ATHANASIUS<br />
THOME BR. WOLFGANG-SYLVESTER<br />
WAGNER BR. GREGOR-LAURENTIUS.<br />
The General Definitorium, during its<br />
session of the 2nd of May 2007, carefully<br />
examined and approved the election.<br />
Prot. 097856/S152-07
338 AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
5. Capitulum Prov. Saxoniae S. Crucis<br />
in Germania<br />
In the Provincial Chapter of our<br />
Province of the Holy Cross in Saxony, Germany,<br />
regularly celebrated according to the<br />
norms of Canon Law, in the House of<br />
Ohrbeck, Georgsmarienhütte, under the<br />
presindency of the Visitator General, GER-<br />
RITSMA BR. FRANS, the following were<br />
elected on the 10th of April 2007<br />
for the office of Minister Provincial:<br />
PLOGMANN BR. NORBERT<br />
for the office of Vicar Provincial:<br />
KRÖGER BR. FRANZ JOSEF<br />
for the office of Provincial Definitors:<br />
ALBERS BR. KLAUS<br />
BRANDS BR. ANDREAS<br />
LÖFFLER BR. HANS-GEORG<br />
LÜTTICKE BR. MARTIN<br />
RICHARDT BR. FRANZ.<br />
The General Definitorium, during its<br />
session of the 2nd of May 2007, carefully<br />
examined and approved the election.<br />
Prot. 097879/S165-07<br />
6. Capitulum Prov. Thuringiae S. Elisabeth<br />
in Germania<br />
In the Provincial Chapter of our Province<br />
of Saint Elizabeth in Thuringia, Germany,<br />
regularly celebrated according to the norms<br />
of Canon Law, in the House of Hofheim, under<br />
the presindency of the Visitator General,<br />
ZAHNER BR. PAUL, the following were elected<br />
on the 18th of April 2007<br />
for the office of Minister Provincial:<br />
KOCH BR. HADRIAN W.<br />
for the office of Vicar Provincial:<br />
BOHL BR. CORNELIUS<br />
for the office of Provincial Definitors:<br />
BLASEK BR. MICHAEL<br />
GROß BR. CLAUDIUS<br />
HEINZE BR. MARKUS<br />
LAIBACH BR. MARKUS<br />
ROBELT BR. THOMAS.<br />
The General Definitorium, during its<br />
session of the 2nd of May 2007, carefully<br />
examined and approved the election.<br />
Prot. 097878/S164-07<br />
7. Capitulum Fed. Franciscanae in Marokio<br />
El Capítulo de la Federación Franciscana<br />
en Marruecos, dependiente del Ministro General,<br />
regularmente celebrado según las disposiciones<br />
del Derecho en Rabat, presidido<br />
por VALLECILLO FR. MIGUEL, Delegado General,<br />
el día 28 de marzo de 2007 eligió<br />
para el oficio de Presidente de la Federación:<br />
CORULLÓN FERNÁNDEZ FR. MANUEL<br />
para el oficio de Vicario de la Federación:<br />
PAGLIARINI FR. PIETRO<br />
para el oficio de Consejeros de la Federación:<br />
ALCALDE CONTRERAS FR. ANTONIO<br />
LÁZARO DE SOUZA FR. JORGE<br />
PAVLOVIC FR. IVICA.<br />
El Definitorio General, en la Sesión del 2<br />
de mayo de 2007, examinó cuidadosamente<br />
las Actas auténticas y aprobó estas Elecciones.<br />
Prot. 097993/S50-07<br />
8. Capitulum Prov. Ss. Martyrum Marochiensium<br />
in Portugallia<br />
El Capítulo provincial de nuestra Provincia<br />
de los Santos Mártires de Marruecos,<br />
en Portugal, celebrado regularmente según<br />
las disposiciones del Derecho en el Convento<br />
de Montariol, en Braga, bajo la Presidencia<br />
del Visitador General, PÉREZ SIMÓN<br />
FR. LUIS, el 12 de abril eligió<br />
para el Oficio de Vicario Provincial:<br />
FERREIRA CARVALHO FR. ARMINDO DE JE-<br />
SÚS<br />
para el Oficio de Definidores Provinciales:<br />
BRANDÃO FR. PAULO<br />
LOPES SEMEDO FR. MOISÉS<br />
MARQUES FR. JORGE<br />
MOTA FR. FERNANDO<br />
PINTO FR. JOSÉ.<br />
El Definitorio General, en la Sesión celebrada<br />
el 2 de mayo de 2007, examinó las<br />
Actas correspondientes y aprobó estas elecciones.<br />
Prot. 097862/S154-07
9. Capitulum Prov. S. Iacobi a Compostela<br />
in Hispania<br />
El Capítulo provincial de nuestra Provincia<br />
de Santiago de Compostela en España,<br />
celebrado regularmente según las disposiciones<br />
del Derecho en la Casa de San Francisco<br />
de Santiago, bajo la Presidencia del<br />
Ministro Provincial, GONZÁLEZ GONZÁLEZ<br />
FR. AMADO, el 12 de abril de 2007 eligió<br />
para el Oficio de Definidores provinciales:<br />
AMIGO VALLE FR. FRANCISCO<br />
CASTIÑEIRA CHOUZA FR. JOSÉ A.<br />
FREIRE HERNANDO FR. ROBERTO<br />
SALUDES MARTÍNEZ FR. NATALIO.<br />
El Definitorio General, en la Sesión celebrada<br />
el 2 de mayo de 2007, examinó el<br />
Acta correspondiente y aprobó estas elecciones.<br />
Prot. 097868/S159-07<br />
10. Capitulum Prov. Calabriae Ss. Septem<br />
Martyrum in Italia<br />
Nel Capitolo della Provincia dei Santi VII<br />
Martiri di Calabria, in Italia, celebrato regolarmente<br />
secondo le disposizioni del Diritto,<br />
nella casa “Ss.mo Ecce Homo” in Mesoraca<br />
(KR), sotto la presidenza di DE FEO FR.<br />
FRANCESCO, Visitatore Generale, nei giorni<br />
24-25 aprile 2007, sono stati eletti:<br />
per l’Ufficio di Ministro provinciale:<br />
LANZILLOTTA FR. FRANCESCO<br />
per l’Ufficio di Vicario provinciale:<br />
MAIOLO FR. GIUSEPPE<br />
per l’Ufficio di Definitori provinciali:<br />
DODARO FR. MAURIZIO<br />
FALBO FR. FRANCESCO<br />
OCCHIUTO FR. FABIO<br />
PAPALEO FR. UMBERTO.<br />
Queste elezioni sono state ratificate dal<br />
Definitorio generale il 10 maggio 2007.<br />
Prot. 097923/S192-07<br />
11. Capitulum Prov. S. Antonii Patavini<br />
in Germania<br />
Nel Capitolo della nostra Provincia di<br />
“S. Antonio di Padova”, in Germania cele-<br />
E SECRETARIA GENERALI 339<br />
brato regolarmente secondo le disposizioni<br />
del Diritto, a Würzburg, sotto la presidenza<br />
del Ministro provinciale WAGNER FR.<br />
MAXIMILIAN, il 19 aprile 2007 sono stati<br />
eletti:<br />
per l’Ufficio di Vicario provinciale:<br />
SCHEIFELE FR. CLAUS<br />
per l’Ufficio di Definitori della Provincia:<br />
HAAS FR. KONRAD<br />
KONRAD FR. RAPHAEL<br />
RIEGER FR. RAFAEL<br />
TUMPACH FR. JOHANNES MATTHIAS<br />
WALDMÜLLER FR. PAUL.<br />
Queste elezioni sono state ratificate dal<br />
Definitorio generale il 10 maggio 2007.<br />
Prot. 097892/S173-07<br />
12. Capitulum Prov. Neapolitanae Ss.<br />
Cordis Iesu in Italia<br />
Nel Capitolo della Provincia napoletana<br />
del Ss.mo Cuore di Gesù in Italia, celebrato<br />
regolarmente secondo le disposizioni del<br />
Diritto, nella casa “La Palma” (Napoli), sotto<br />
la presidenza di FERRARI FR. GIUSEPPE,<br />
Visitatore Generale, nei giorni 17-18 aprile<br />
2007, sono stati eletti:<br />
per l’Ufficio di Ministro provinciale:<br />
ESPOSITO FR. AGOSTINO<br />
per l’Ufficio di Vicario provinciale:<br />
ORTAGLIO FR. LUIGI<br />
per l’Ufficio di Definitori provinciali:<br />
PAGNOZZI FR. TARCISIO<br />
PARLATO FR. EDUARDO<br />
SANNINO FR. ANTONIO<br />
SANTORO FR. MICHELE.<br />
Queste elezioni sono state ratificate dal<br />
Definitorio generale il 10 maggio 2007.<br />
Prot. 097930/S196-07<br />
13. Electio extra Capitulum Prov. Ss.<br />
Cordis Iesu in F.C.A.S.<br />
The General Definitory, during its session<br />
of the 15th of June 2007, examined and<br />
approved the Acts of the extra-capitular<br />
elections by the Definitory of the Province
340<br />
of the Sacred Heart, in U.S.A., in the month<br />
of April 2007 under the presidency of DOC-<br />
TOR BR. JOHN, <strong>OFM</strong>, Minister Provincial of<br />
the said Province, and ratified, in accordance<br />
with the prescriptions of art. 189 of<br />
the General Statutes of the Order, the election<br />
of NICKELS BR. LAWRENCE as Definitor<br />
Provincial.<br />
Prot. 097947/S207-07<br />
14. Capitulum Intermedium Prov. Valentiae<br />
et Aragoniae S. Ioseph in Hispania<br />
El Capítulo provincial de la Provincia de<br />
San José, Esposo de la BVM, en España,<br />
celebrado conforme a Derecho en el Monasterio<br />
de Santo Espíritu del Monte, en Gilet-Valencia,<br />
y presidido por el Ministro<br />
Provincial, JORDÁ TOMÁS FR. JOSÉ ANTO-<br />
NIO, el día 13 de abril de 2006 eligió legítimamente<br />
para el Oficio de Definidores provinciales:<br />
HUESO IRANZO FR. FERNANDO<br />
COLOMER BARBER FR. RAFAEL<br />
MOYA OVEJERO FR. JUAN CARLOS<br />
ESCRIVÁ DOMÍNGUEZ FR. JOAN JORDI<br />
DOMÍNGUEZ FERRER FR. RAIMUNDO.<br />
El Definitorio General, en su Sesión del<br />
10 de mayo de 2007, examinó diligentemente<br />
las Actas auténticas y aprobó estas<br />
elecciones.<br />
Prot. 097904/S182-07<br />
15. Electio Cust. S. Antonii Tatavini in<br />
Philippinis<br />
Whereas by my Decree of March 26<br />
2007, Solemnity of the Annunciation of the<br />
Lord, I erected, with the consent of the General<br />
Definitory, the Autonomous Custody of<br />
Saint Anthony of Padua in the Philippines,<br />
and determined that this Decree will come<br />
into force on June 13 2007 (Prot. 097816),<br />
in its session of May 3 2007, the General<br />
Definitory, in virtue of the authority conferred<br />
on it by article 119.1 of the General<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
Statutes, and having carefully studied the<br />
results of the consultative vote of the friars<br />
concerned as well as the report of the General<br />
Visitator and Chapter President, MA-<br />
SCARENHAS BR. LOUIS, <strong>OFM</strong>, elected the<br />
first government of the said Autonomous<br />
Custody for a three year term. Those elected<br />
are as follows:<br />
Custos of the Custody:<br />
ARTURO BR. DAQUILANEA<br />
Custodial Vicar:<br />
CALVIN BR. BUGHO JOSÉ<br />
Councilors of the Custody:<br />
ALBERTO BR. SEKITO<br />
FELIX BR. JUNGCO<br />
PRISCO BR. CAJES<br />
ROGELIO BR. COVERO.<br />
This Decree will come into force on<br />
June 13 2007, with the formal inauguration<br />
of the Custody of Saint Anthony of<br />
Padua. Anything to the contrary notwithstanding.<br />
Prot. 097889/S169-07<br />
16. Capitulum Prov. ss. Martyrum Gorcomiensium<br />
in Nederlandia<br />
In the Provincial Chapter of our<br />
Province of the HH. Martyrs of Gorcum, in<br />
the Netherlands, regularly celebrated according<br />
to the norms of Canon Law, in the<br />
House of St. Elisabeth, in Denekamp, under<br />
the presidency of the Visitator General,<br />
METZ BR. EDUARDO, the following were<br />
elected on the 31st of May and on the 1st<br />
June 2007<br />
for the office of Minister Provincial:<br />
VAN DEN EIJNDEN BR. JAN<br />
for the office of Vicar Provincial:<br />
GERRITSMA BR. FRANS<br />
for the office of Provincial Definitors:<br />
BOLMER BR. BEN<br />
DILWEG BR. GUY<br />
PIEK FR. HERMAN<br />
VAN DER REIJKEN BR. FER.<br />
The General Definitorium, during its<br />
session of the 15th of June 2007, carefully<br />
examined and approved the election.<br />
Prot. 097997/S220-07
17. Capitulum Prov. Samnito-Hirpiniae<br />
S. Mariae Gratiarum in Italia<br />
Nel Capitolo della Provincia Sannito-Irpina<br />
di Santa Maria delle Grazie, in Italia,<br />
regolarmente celebrato secondo le disposizioni<br />
del Diritto, nella Casa Sant’Antonio,<br />
in Montecalvo Irpino (AV), sotto la presidenza<br />
di SARDELLA FR. DONATO, <strong>OFM</strong>, Visitatore<br />
generale, nei giorni 24 e 25 maggio<br />
2007, sono statti eletti<br />
per l’ Ufficio di Ministro Provinciale:<br />
IANNUZZI FR. SABINO<br />
per l’Ufficio di Vicario Provinciale:<br />
PEPE FR. FRANCO<br />
per l’Ufficio di Definitori della Provincia:<br />
BALZARANO FR. VITTORIO<br />
FALZARANO FR.GIUSEPPE<br />
MERCOGLIANO FR. VITO<br />
PALMAROZZA FR. GIULIO<br />
PANELLA FR. DAVIDE.<br />
Queste elezioni sono state ratificate dal<br />
Definitorio generale il 15 giugno 2007.<br />
Prot. 097974/S216-07<br />
18. Capitulum Intermedium Prov. Mediolanensis<br />
S. Caroli Borromaei<br />
Nel Capitolo della Provincia di Lombardia<br />
di San Carlo Borromeo, in Italia, regolarmente<br />
celebrato secondo le disposizioni del<br />
Diritto, nella Casa di Santa Maria del Sasso,<br />
dei Padri Passionisti, in Caravate (VA), sotto<br />
la presidenza di FERRARI FR. ROBERTO, Ministro<br />
Provinciale, il 13 aprile 2007 sono<br />
statti eletti i Definitori della Provincia:<br />
NORCINI FR. PIERANTONIO<br />
AMADEO FR. EMILIO<br />
IELPO FR. FRANCESCO<br />
MAGGIONI FR. ENZO<br />
MODONESI FR. ALMIRO<br />
VAIANI FR. CESARE.<br />
Queste elezioni sono state ratificate dal<br />
Definitorio generale il 15 giugno 2007.<br />
Prot. 097931/S198-07<br />
19. Capitulum Intermedium Prov. S.<br />
Crucis in Slovenia<br />
E SECRETARIA GENERALI 341<br />
Nel Capitolo della Provincia della Santa<br />
Croce, in Slovenia, regolarmente celebrato<br />
secondo le disposizioni del Diritto, nella<br />
Casa Sant’Antonio, in Ljubljana Vič, sotto<br />
la presidenza di PAPEž FR. VIKTOR, Ministro<br />
provinciale, il 19 aprile 2007 sono statti<br />
eletti i Definitori provinciali:<br />
BERLEC FR. SIMON PETER<br />
ČUK FR. MARJAN<br />
ŠPELIč FR. MIRAN<br />
STREHOVEC FR. TADEJ<br />
ZORE FR. STANE.<br />
Queste elezioni sono state ratificate dal<br />
Definitorio generale il 15 giugno 2007.<br />
Prot. 097945/S205-07<br />
20. Capitulum Prov. Baeticae in Hispania<br />
El día 31 de mayo de 2007, en el Capítulo<br />
de nuestra Provincia Bética, en España,<br />
celebrado regularmente según las disposiciones<br />
del Derecho en el Real Monasterio<br />
de Santa María de Guadalupe, en Guadalupe<br />
(Cáceres), bajo la Presidencia de PEREI-<br />
RA DAS NEVES FR. JOSÉ, fueron elegidos<br />
para el oficio de Ministro provincial:<br />
DOMÍNGUEZ SERNA FR. JOAQUÍN<br />
para el oficio de Vicario provincial:<br />
PELAYO OROZCO FR. JOAQUÍN<br />
para el oficio de Definidores de la Provincia:<br />
CERRATO CHAMIZO FR. GUILLERMO<br />
GARCÍA ARAYA FR. ALFONSO<br />
TEJERA PÉREZ FR. JOSÉ LUCAS<br />
DÍAZ BUIZA FR. MANUEL.<br />
El Definitorio General, en la Sesión celebrada<br />
el 15 de junio de 2007, después de<br />
del examen de las Actas auténticas, aprobó<br />
estas elecciones.<br />
Prot. 097988/S219-07<br />
21. Capitulum Prov. Verbi Incarnati in<br />
Togo<br />
Nel Capitolo della Provincia del Verbo Incarnato,<br />
in Togo-Costa d’Avorio-Benin, celebrato<br />
regolarmente secondo le disposizioni
342<br />
del Diritto nel “Centre Mgr. Chappoulie”, a<br />
Yopougon, Abidjan, sotto la presidenza di<br />
KOHLER FR. JOSÉ, Visitatore generale, nei<br />
giorni 19 e 20 aprile 2007 sono stati eletti<br />
per l’ufficio di Ministro provinciale:<br />
BAKOMA FR. MARCEL BAGUÊTA<br />
per l’ufficio di Vicario provinciale:<br />
DJÉDJI FR. JOVITE<br />
per l’ufficio di Definitori della Provincia:<br />
APOVO FR. MARCELLIN<br />
BATIOBO FR. JEAN-BAPTISTE<br />
HOUNKARIN FR. JEAN-LUC<br />
SEGIET FR. RAPHAËL.<br />
Queste elezioni sono state ratificate dal<br />
Definitorio generale il 15 giugno 2007.<br />
Prot. 097955/S058-07<br />
22. Capitulum Prov. Catalauniae S. Salvatoris<br />
ab Horta in Hispania<br />
En el Capítulo de nuestra Provincia de<br />
San Salvador de Horta en Cataluña, España,<br />
celebrado regularmente según las disposiciones<br />
del Derecho en el Convento de San<br />
Antonio, en Barcelona y presidido por el<br />
Visitador general, RUIZ VERDÚ FR. PEDRO,<br />
los días 30 de abril y 2 de mayo de 2007,<br />
fueron elegidos<br />
para el Oficio de Ministro provincial:<br />
VILÁ VIRGILI FR. FRANCESC<br />
para el Oficio de Vicario provincial:<br />
MASSANA MOLA FR. JOSEP-MARIA<br />
para el Oficio de Definidores provinciales:<br />
BOADAS LLAVAT FR. AGUSTÍ<br />
BORRÀS GOIXART FR. LLUÍS<br />
LINARES CEREZUELA FR. FRANCESC<br />
RECASENS MURILLO FR. JOAQUÍN<br />
SALARICH ABRIL FR. ALBERT.<br />
El Definitorio General, en la Sesión celebrada<br />
el 27 de junio de 2007, después de<br />
examinar las Actas auténticas, aprobó estas<br />
elecciones.<br />
Prot. 098088/S257-07<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
23. Visitatores generales<br />
– D’ANGELO FR. GIACINTO, Prov. Salernitano-Lucanae<br />
Immaculatae Concptionis<br />
BMV, in Itallia, pro Prov. Picena S. Iacobi<br />
de Marchia, in Italia: 11.05.2007;<br />
prot. n. 097884/S168-07.<br />
– PAZZINI FR. GLORIANO, Prov. Bononiensis<br />
Christi Regis, in Italia, pro Prov. Tridentina<br />
S. Vigilii, in Italia: 11.05.2007;<br />
prot. n. 097855/S151-07.<br />
24. Domus suppressae<br />
– Casa de Nuestra Señora de la Encarnación,<br />
Cullera, Valencia, Spagna:<br />
28.06.2007; prot. n. 098037/S240.07.<br />
– Colegio Mayor La Concepción, Valencia,<br />
Spagna: 28.06.2007; prot. n.<br />
098036/S239-07.<br />
– Casa San Pedro Apóstol, San Pedro Sacatepéquez,<br />
Guatemala: 28.06,2007;<br />
prot. 098032/S235-07.<br />
25. Notitiae particulares<br />
– Commissione Liturgica. Per preparare le<br />
celebrazioni liturgiche per l’Incontro delle<br />
Presidenti delle Federazioni delle Clarisse<br />
(27 gennaio-6 febbraio 2008), il Definitorio<br />
ha nominato la seguente Commissione:<br />
Fr. Mario Favretto (Coordinatore),<br />
Fr. Seán Collins (Segretario generale),<br />
Fr. Gianni Califano (Vice Postulatore<br />
generale), Fr. Francisco Romero<br />
(Vice Segretario generale).<br />
(15.06.2007; prot. n. 098059)<br />
– Fr. Ernest Siekierka è stato nominato<br />
Membro della Segreteria per l’Incontro<br />
delle Presidenti delle Federazioni delle<br />
Clarisse.<br />
(15.06.2007; prot. n. 098058)
E SECRETARIATU<br />
PRO FORMATIONE ET STUDIIS<br />
1. Corso per Formatori <strong>OFM</strong><br />
Frascati (Roma), Italia, 10-31.05.2007<br />
Dal 10 al 31 maggio si è svolto nel Centro<br />
per la Formazione Permanente dei Frati<br />
Minori Cappuccini a Frascati, nei pressi di<br />
Roma, il Corso dei Formatori organizzato<br />
dalla Segreteria generale per la Formazione<br />
e gli Studi. Si è tenuto in lingua spagnola e<br />
italiana. I partecipanti sono stati 23, provenienti<br />
dall’Argentina, Bolivia, Brasile, Caribe,<br />
Colombia, Egitto, Italia, Messico, Repubblica<br />
Ceca, Portogallo. Fr. Francesco<br />
Bravi, Vicario generale dell’Ordine, ha<br />
aperto il Corso portando i saluti e gli auguri<br />
del Ministro generale partito alla volta del<br />
Brasile.<br />
Il Vicario ha invitato il gruppo di formatori<br />
a vivere il Corso come un tempo di condivisione<br />
nello spirito della “Metodologia<br />
di Emmaus”. Il Ministro generale a sua volta<br />
ha inviato ai partecipanti al Corso un suo<br />
messaggio dal Brasile. Il Corso è stato accompagnato<br />
da Fr. Massimo Fusarelli e da<br />
Fr. Alojzy Warot della Segreteria Generale<br />
per la Formazione e gli Studi, ed è stato arricchito<br />
anche da alcune visite a Roma, alla<br />
Curia generale, ad Assisi e nella Valle di<br />
Rieti.<br />
Durante il primo giorno i Frati si sono<br />
conosciuti, presentando anche le aspettative<br />
per questo tempo del Corso, che si è sviluppato<br />
per tre settimane attraverso un lavoro<br />
molto intenso ed esigente. Si sono approfondite<br />
le abilità necessarie per l’accompagnamento<br />
personalizzato, soprattutto per<br />
il colloquio formativo individuale. Il Corso<br />
ha permesso un approccio del tema sia teorico<br />
che pratico, attraverso laboratori a piccoli<br />
gruppi e il lavoro individuale.<br />
Il Corso è stato animato e guidato da<br />
esperti dell’Associazione Italiana di Psicologia<br />
Preventiva, proponendosi di ottimizzare<br />
le risorse personali e professionali dei<br />
Formatori. Si intende cioè aiutarli a trasformare<br />
in competenze formative le capacità,<br />
conoscenze e abilità di natura psicopedagogica.<br />
In particolare, l’evento formativo si è<br />
proposto di:<br />
• consolidare ed integrare le conoscenze e<br />
le competenze culturali, tecniche e comportamentali<br />
necessarie all’espletamento<br />
di funzioni di coordinamento e gestione<br />
di iniziative formative in ambito comunitario;<br />
• trasferire competenze progettuali in ambito<br />
formativo;<br />
• favorire l’individuazione e il potenziamento<br />
delle risorse personali e il potenziamento<br />
delle capacità di fronteggiamento<br />
e superamento delle medesime in<br />
riferimento al ruolo di formatori;<br />
• potenziare il repertorio delle conoscenze,<br />
delle abilità e competenze psicopedagogiche<br />
per svolgere il ruolo di formatori<br />
in ambito francescano.<br />
Il Corso è stato anche una forte esperienza<br />
di scambio tra Frati provenienti da contesti<br />
e culture diverse. Da qui è nato uno<br />
spirito di familiarità fraterna molto intenso,<br />
che ha contribuito ad alleggerire i ritmi esigenti<br />
del lavoro.<br />
FR. MASSIMO FUSARELLI, <strong>OFM</strong><br />
2. Incontro dei Formandi e Formatori<br />
della Conferenza Nord-Slavica<br />
Kalwaria Zebrzydowska, Polonia,<br />
24-29.06.2007<br />
Domenica 24 giugno alle ore 18.00 è iniziato<br />
l’incontro dei Formandi e Formatori<br />
delle 9 Entità della Conferenza Nord Slavica<br />
(Province della Repubblica Ceca, Slovacchia,<br />
Polonia, Ucraina e la Fondazione<br />
di Russia-Kazakistan). I partecipanti sono<br />
stati oltre 340. Si è trattato di un vero e pro-
344<br />
prio Capitolo delle Stuoie di Postulanti e<br />
giovani Frati, motivati ed entusiasti nel ritrovarsi<br />
e condividere esperienze e ideali.<br />
L’incontro si è tenuto dal 24 al 29 giugno<br />
presso il Santuario mariano di Kalwaria Zebrzydowska,<br />
tanto amato da Giovanni Paolo<br />
II e affidato alla Provincia dell’Immacolata<br />
Concezione della BVM. Presenti, oltre<br />
ai Postulanti, Novizi e Professi temporanei,<br />
anche i Formatori, i Segretari provinciali<br />
per la Formazione e gli Studi e alcuni Moderatori<br />
della Formazione Permanente. Fr.<br />
Massimo Fusarelli e Fr. Alojzy Warot sono<br />
stati invitati in quanto Segreteria Generale<br />
per la Formazione e gli Studi.<br />
Il tema dell’incontro è stato quello dell’anno<br />
di preparazione alla celebrazione del<br />
2009: «Osiamo vivere il Vangelo!». Tutto il<br />
percorso dell’Incontro si è quindi basato sul<br />
Vangelo nella nostra vocazione e in quella<br />
di san Francesco, nella vita fraterna e nelle<br />
condizioni del mondo contemporaneo. Domenica<br />
24 sera hanno avuto luogo gli arrivi,<br />
i saluti di benvenuto e l’inizio dell’Incontro.<br />
Lunedì 25 la giornata è cominciata con la<br />
colazione, le Lodi e l’intervento di Fr. Massimo<br />
Fusarelli sul «Vangelo nel cammino<br />
vocazionale di san Francesco», seguito da<br />
un tempo di dialogo e, poi, dalla Celebrazione<br />
eucaristica nella Basilica del Santuario,<br />
presieduta dallo stesso Segretario generale<br />
per la Formazione e gli Studi.<br />
Nel pomeriggio i giovani si sono incontrati<br />
in piccoli gruppi di condivisione e i<br />
Ministri e i Segretari per la Formazione e<br />
gli Studi si sono ritrovati con Fr. Massimo e<br />
Fr. Alojzy, trattando alcuni punti più attuali<br />
nel campo formativo a livello di Ordine.<br />
Dopo la preghiera del Vespro e la cena, una<br />
ricreazione spontanea ha concluso nella<br />
gioia fraterna l’impegnativa giornata.<br />
Martedì 26 giugno è stato il giorno dedicato<br />
all’incontro con il Ministro generale<br />
insieme al Definitore per la zona, Fr. Šime<br />
Samac. Dopo le Lodi, Fr. José ha offerto alcune<br />
riflessioni su «Vivere il Vangelo in<br />
Fraternità». Con un linguaggio forte e incisivo<br />
ha ricordato che la Fraternità è anzitutto<br />
un dono dell’Altissimo e un compito che<br />
ci è affidato; essa è fonte di gioia e anche di<br />
prova, mentre costituisce il luogo della no-<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
stra quotidiana risposta vocazionale. Il dono<br />
dei fratelli chiede, in modo particolare,<br />
l’impegno a fuggire la mormorazione e la<br />
delega agli altri di ciò che è affidato a tutti.<br />
Il Ministro ha ripetuto con forza che la Fraternità<br />
cresce se tutti rispondiamo al Vangelo<br />
e viviamo nella conversione permanente.<br />
Alle parole del Ministro è seguito un dialogo<br />
fraterno e, poi, la solenne Concelebrazione<br />
eucaristica nella Basilica del Santuario.<br />
Nel pomeriggio Fr. José ha incontrato i<br />
Ministri provinciali della Conferenza e alle<br />
16.00 ha presieduto in Basilica una celebrazione<br />
della Parola, nel corso della quale ha<br />
consegnato a ciascun Frate il Vangelo e la<br />
Regola.<br />
Dopo i Vespri e la cena, una compagnia<br />
di danza artistica “Teatr Wojetech” del Centro<br />
di Pastorale Giovanile e Vocazionale di<br />
Chorzow della Provincia di Katowice in<br />
Polonia, ha offerto uno spettacolo molto apprezzato<br />
da tutti su «Vivere il Vangelo oggi»<br />
a partire dall’esperienza vocazionale di<br />
san Francesco.<br />
Mercoledì 27 giugno, salutato il Ministro<br />
generale con molto calore al termine<br />
delle Lodi, è stato il giorno dedicato alla<br />
Terra Santa, vista come il Quinto Vangelo.<br />
È stato lo stesso Custode di Terra Santa, Fr.<br />
Pierbattista Pizzaballa, insieme al Guardiano<br />
di S. Salvatore in Gerusalemme Fr. Giorgio<br />
Kraj, a presentare ai convenuti la realtà<br />
antica e attuale della Custodia. Il dialogo<br />
seguito all’incontro ha permesso ai giovani<br />
di conoscerla meglio quale prima realtà<br />
missionaria dell’Ordine. Il Custode ha presieduto<br />
poi una solenne Concelebrazione<br />
eucaristica in Basilica. Nel pomeriggio i<br />
giovani si sono di nuovo ritrovati in piccoli<br />
gruppi di condivisione e di approfondimento,<br />
mentre Fr. Massimo e Fr. Alojzy hanno<br />
incontrato i Formatori della Conferenza,<br />
approfondendo in particolare i temi della<br />
formazione francescana e intellettuale, della<br />
formazione alla castità consacrata e dell’accompagnamento<br />
personalizzato.<br />
In serata il Custode e Fr. Giorgio hanno<br />
presentato il DVD sulla Terra Santa realizzato<br />
recentemente.<br />
Giovedì 28 giugno dopo le Lodi l’assemblea<br />
ha salutato il Custode e Fr. Massimo Fu-
E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS 345<br />
sarelli, e ha continuato i suoi lavori con l’ascolto<br />
della relazione di Fr. Alojzy Warot sul<br />
tema «La vita del Vangelo nella Chiesa e nel<br />
mondo di oggi», seguito da un proficuo dialogo<br />
e dalla Celebrazione eucaristica in Basilica.<br />
Nel pomeriggio è stata celebrata la Via<br />
Crucis all’aperto lungo il percorso naturalistico<br />
delle Cappelle sparse nel bosco.<br />
Venerdì 29 giugno il Segretario per la<br />
Formazione e gli Studi della Conferenza,<br />
Fr. Witoslaw Sztyk, ha offerto una relazione<br />
sulla situazione complessiva della formazione<br />
e studi nella Conferenza. L’Eucaristia<br />
presieduta dal Custode del Santuario, i saluti<br />
e l’agape fraterna hanno concluso questo<br />
Incontro, molto ricco e motivo di speranza<br />
per il futuro della vita francescana in<br />
questa parte d’Europa e per l’Ordine intero.<br />
3. Notitiae particulares<br />
FR. MASSIMO FUSARELLI, <strong>OFM</strong><br />
1. Pontificia Università Antonianum<br />
• Prot. 096922 (172/06): previo Nihil Obstat<br />
della Congregazione per l’Educazione<br />
Cattolica, in data 8 maggio scorso<br />
(Prot. 1683/2001), Ministro generale e<br />
Gran Cancelliere della PUA in data 6<br />
giugno 2007 ha nominato FR. GIUSEPPE<br />
BUFFON, <strong>OFM</strong>, della Provincia Serafica<br />
di S. Francesco in Italia, Professore Ordinario<br />
nella Facoltà di Teologia della<br />
Pontificia Università Antonianum.<br />
• Prot. 097993 (140/07): con Decreto del<br />
6 giugno 2007, il Ministro generale e<br />
Gran Cancelliere della PUA ha rinnovato<br />
la nomina a Professore Aggiunto nella<br />
Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia<br />
della Pontificia Università Antonianum<br />
per un altro triennio a FR.<br />
JASZTAL DOBROMIR, <strong>OFM</strong>, membro della<br />
Provincia della «Assunzione della<br />
BVM» in Polonia.<br />
• Prot. 097993 (140/07): con Decreto del<br />
6 giugno 2007, il Ministro generale e<br />
Gran Cancelliere della PUA ha rinnovato<br />
la nomina a Professore Aggiunto nel-<br />
la Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia<br />
della Pontificia Università Antonianum<br />
per un altro triennio a FR. GIO-<br />
VANNI LOCHE, <strong>OFM</strong>, membro della Provincia<br />
Romana dei «SS. App. Pietro e<br />
Paolo» in Italia.<br />
• Prot. 097993 (140/07): con Decreto del<br />
6 giugno 2007, il Ministro generale e<br />
Gran Cancelliere della PUA ha rinnovato<br />
la nomina a Professore Aggiunto nella<br />
Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia<br />
della Pontificia Università Antonianum<br />
per un altro triennio a FR.<br />
ROSARIO PIERRI, <strong>OFM</strong>, membro della<br />
Provincia Salernitano-lucana della «Immacolata<br />
Concezione della BVM» in<br />
Italia.<br />
• Prot. 097993 (140/07): con Decreto del<br />
6 giugno 2007, il Ministro generale e<br />
Gran Cancelliere della PUA ha rinnovato<br />
la nomina a Professore Aggiunto nella<br />
Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia<br />
della Pontificia Università Antonianum<br />
per un altro triennio a FR.<br />
SEWERYN LUBECKI, <strong>OFM</strong>, membro della<br />
Provincia di « S. Maria degli Angeli» in<br />
Polonia.<br />
• Prot. 097993 (140/07): con Decreto del<br />
6 giugno 2007, il Ministro Generale e<br />
Gran Cancelliere della PUA ha rinnovato<br />
la nomina a Professore Aggiunto nella<br />
Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia<br />
della Pontificia Università Antonianum<br />
per un altro triennio a FR.<br />
ARTEMIO V. GONZÁLEZ, <strong>OFM</strong>, membro<br />
della Provincia di Granata «N.S. della<br />
Regola» in Spagna.<br />
• Prot. 097993 (140/07): con Decreto del<br />
6 giugno 2007, il Ministro generale e<br />
Gran Cancelliere della PUA ha rinnovato<br />
la nomina a Professore Aggiunto nella<br />
Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia<br />
della Pontificia Università Antonianum<br />
per un altro triennio a FR.<br />
ENRIQUE C. BERMEJO, <strong>OFM</strong>, membro<br />
della Provincia di Compostella «S. Giacomo»<br />
in Spagna.
346<br />
• Prot. 097994 (141/07): con Decreto del<br />
6 giugno 2007, il Ministro generale e<br />
Gran Cancelliere della PUA ha assegnato<br />
a FR. CARBAJO N. MARTÍN, <strong>OFM</strong>,<br />
membro della Provincia di Compostella<br />
«S. Giacomo» in Spagna, la Cattedra di<br />
Teologia Morale e Sociale nella Facoltà<br />
di Teologia della Pontificia Università<br />
Antonianum.<br />
• Prot. 097994 (141/07): con Decreto del<br />
6 giugno 2007, il Ministro generale e<br />
Gran Cancelliere della PUA ha assegnato<br />
a FR. PÁL OTTÓ HARSÁNY, <strong>OFM</strong>,<br />
membro della Provincia «Gran Madre di<br />
Dio degli Ungheresi» in Ungheria, la<br />
Cattedra di Teologia Morale della Persona<br />
nella Facoltà di Teologia della Pontificia<br />
Università Antonianum.<br />
• Prot. 097994 (141/07): con Decreto del<br />
6 giugno 2007, il Ministro generale e<br />
Gran Cancelliere della PUA ha assegnato<br />
a SR. MARY MELONE, SFA, la Cattedra<br />
di Teologia Trinitaria nella Facoltà di<br />
Teologia della Pontificia Università Antonianum.<br />
2. «Studium Biblicum Franciscanum»<br />
Hong Kong a Ministro generale dependens<br />
• Prot. 097903 (102/07): the General Minister<br />
appointed Fr. Placid Wong, <strong>OFM</strong>,<br />
as Director of the “Studium Biblicum”<br />
of Hong Kong:<br />
D E C R E E<br />
Having received and carefully considered<br />
the response to our letter of the 26 th<br />
March 2007 [Prot. 097096 (229/06)] sent to<br />
us by Br. Thaddeus Kao Chen-Chai, Minister<br />
Provincial of our Province of “Queen of<br />
China” (Taiwan), in his letter of the 18 th<br />
April 2007, in accordance with article 13 §1<br />
of the Particular Statutes of the STUDIUM<br />
BIBLICUM of Hong Kong, dependent on the<br />
Minister General,<br />
I appoint<br />
BR. PLACID WONG, <strong>OFM</strong><br />
Director of the said<br />
Studium Biblicum of Hong Kong<br />
as from the 1th September 2007,<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
to continue the cultural and pastoral mission<br />
proper to this meritorious Study Centre,<br />
in living memory of the Ven. Br.<br />
Gabriele M. Allegra ofm, its distinguished<br />
Founder and promoter.<br />
Given in Rome, at the seat of our General Curia,<br />
on the 4th May 2007<br />
BR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Minister General<br />
BR. MASSIMO FUSARELLI, <strong>OFM</strong><br />
Secretary General for<br />
Formation and Studies<br />
• Prot. 098161 (201/07): the General Minister<br />
appointed Fr. John Baptist Tse as<br />
Bursar and Censor Librorum at the<br />
“Studium Biblicum Franciscanum” of<br />
Hong Kong:<br />
D E C R E E<br />
Having accepted the request of the Director<br />
of the “Studium Biblicum Franciscanum”<br />
in Hong Kong, transmitted by letter of the<br />
9th July 2007, we appoint, through the present<br />
Decree,<br />
BR. JOHN BAPTIST TSE, <strong>OFM</strong><br />
of the «Queen of China»<br />
Province in Taiwan<br />
as Bursar ad Censor Librorum<br />
at the “Studium Biblicum Franciscanum”<br />
of Hong Kong.<br />
Rome, the 20th July 2007, at the General Curia.<br />
BR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Minister General<br />
3. Case di Noviziato<br />
BR. MASSIMO FUSARELLI, <strong>OFM</strong><br />
Secretary General<br />
for Formation and Studies<br />
• Prot. 097907 (105/06): Il Ministro generale,<br />
ascoltato il parere del suo Definitorio,<br />
ha concesso la dispensa dall’art. 93<br />
§1 degli SS.GG. perché la Provincia dei<br />
“SS. Martiri Gorcomiensi” in Olanda<br />
possa iniziare nel mese di settembre
E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS 347<br />
2007 l’anno di Noviziato con un novizio<br />
soltanto.<br />
• Prot. 097960 (194/06): Il Ministro generale,<br />
ascoltato il parere del suo Definitorio,<br />
ha concesso l’erezione ad triennum<br />
della Casa di Noviziato nella Provincia<br />
della “Assunzione della B.V.M.” in Erzegovina<br />
dal prossimo mese di agosto.<br />
• Prot. 098016 (145/06): Il Ministro generale,<br />
ascoltato il parere del suo Definitorio,<br />
ha concesso alla Custodia autonoma<br />
“S. Giovanni Battista” in Pakistan, a<br />
norma del can. 647 §1 CIC e dell’art. 85<br />
§2 SS.GG., il trasferimento della Casa di<br />
Noviziato dal prossimo anno 2007-2008.<br />
• Prot. 098075 (176/06): Il Ministro generale,<br />
ascoltato il parere del suo Definitorio,<br />
ha concesso la dispensa dall’art. 93<br />
§1 degli SS.GG. perché la Provincia di<br />
“S. Edvige” in Polonia possa iniziare nel<br />
mese di agosto 2007 l’anno di Noviziato<br />
con due novizi soltanto.<br />
• Prot. 098118 (194/06): Il Ministro generale,<br />
ascoltato il parere del suo Definitorio,<br />
ha concesso la dispensa dall’art. 93<br />
§1 degli SS.GG. perché la Provincia del<br />
“SS. Salvatore” in Slovacchia possa iniziare<br />
nel mese di settembre 2007 l’anno<br />
di Noviziato con due novizi soltanto.<br />
• Prot. 098160 (203/06): Il Ministro generale,<br />
ascoltato il parere del suo Definitorio,<br />
ha concesso la dispensa dall’art. 93<br />
§1 degli SS.GG. perché la Fondazione<br />
“B. Giuseppe Vaz” in Sri Lanka possa<br />
iniziare nel mese di settembre 2007 l’anno<br />
di Noviziato con due novizi soltanto.<br />
• Prot. 098167 (204/06): Il Ministro generale,<br />
ascoltato il parere del suo Definitorio,<br />
ha concesso la dispensa dall’art. 93<br />
§1 degli SS. GG. perché la Provincia di<br />
“S. Girolamo” in Croazia possa iniziare<br />
nel mese di settembre 2007 l’anno di<br />
Noviziato con due novizi soltanto.
E SECRETARIATU PRO<br />
EVANGELIZATIONE ET MISSIONE<br />
1. Incontro dei missionari in Asia<br />
Lamsai, Tailandia,<br />
21-30.05.2007<br />
1. Cronaca<br />
Per la prima volta nella storia delle missioni<br />
moderne si è svolto un incontro di rinnovamento<br />
interiore e di formazione permanente<br />
per i missionari che vivono e operano<br />
nelle varie “fondazioni missionarie” in<br />
Asia. L’incontro si è svolto dal 21 al 30<br />
maggio 2007, nella casa di Lamsai (Thailandia),<br />
e ha visto la partecipazione di 22<br />
missionari provenienti da cinque missioni e<br />
da 10 nazionalità diverse.<br />
In un primo momento sono state presentate<br />
le differenti realtà missionarie e ne è<br />
emerso un quadro sorprendentemente vario<br />
e non privo di tante difficoltà “contestuali”<br />
come, ad esempio, in Sri Lanka dove continua<br />
il conflitto inter-etnico tra i Tamil e i<br />
Cingalesi, oppure in Timor Est dove la recente<br />
guerra contro l’Indonesia e altre tensioni<br />
interne hanno ridotto la popolazione<br />
alla miseria, o ancora in altre regioni asiatiche<br />
dove la presenza del missionario è resa<br />
difficile dai diversi ostacoli che vengono<br />
posti dalle autorità locali.<br />
In un secondo momento, i missionari<br />
hanno fatto una rilettura e condivisione delle<br />
loro esperienze missionarie, seguendo la<br />
metodologia dei discepoli di Emmaus raccomandata<br />
dal Capitolo generale straordinario.<br />
Alla luce della pagina evangelica, la<br />
vita è apparsa come un discendere e un salire,<br />
illuminata però dalla presenza di Gesù<br />
che resta al centro dell’esperienza del missionario<br />
e che invia di nuovo a condividere<br />
con altri la propria vita di comunione con il<br />
Signore e ad annunciare che il Cristo è il Risorto<br />
e il Vivente.<br />
A questo momento molto ricco è seguito<br />
un ritiro spirituale di tre giorni animato dal<br />
Ministro provinciale dell’Indonesia, F. Paskalis<br />
Bruno Syukur, che ha ripresentato e<br />
approfondito il tema della fraternità nella<br />
missione.<br />
Alla parte più spirituale si è aggiunto un<br />
momento di studio e di aggiornamento. Sono<br />
stati presentati ed esaminati i documenti<br />
del Congresso sull’evangelizzazione in<br />
Asia celebrato in Thailandia nel 2006. Lo<br />
studio ha permesso di conoscere meglio gli<br />
orientamenti delle Chiese in Asia e si è concluso<br />
con un breve documento approvato<br />
dall’assemblea sui principali impegni “missionari”<br />
dei francescani in Asia.<br />
L’incontro è stato poi arricchito da una<br />
serie di contatti con le realtà locali: con i fedeli<br />
della parrocchia cattolica vicina, con i<br />
malati di Aids nel nostro Ospizio di Lamsai,<br />
con un gruppo locale di OFS, con i monaci<br />
buddisti. Non sono mancate le visite ad un<br />
monastero buddista e ad altri templi e segni<br />
dell’antica religione locale.<br />
I missionari hanno anche avuto la visita<br />
del cardinale di Bangkok e del Nunzio Apostolico.<br />
All’incontro hanno partecipato il Definitore<br />
generale, Fr. Ambrogio Van Si, e il moderatore<br />
per le missioni, Fr. Vincenzo Brocanelli,<br />
che hanno preparato il programma<br />
nel quadro generale della formazione dei<br />
missionari, i quali ricevono la preparazione<br />
immediata a Bruxelles e poi una “rinnovata<br />
preparazione” dopo alcuni anni di vita missionaria.<br />
L’incontro di Lamsai è stato insieme un<br />
tempo di riposo, di rinnovamento spirituale,<br />
di ri-motivazione interiore, di formazione<br />
permanente, di nuove esperienze, in vista<br />
di una nuova partenza nelle missioni<br />
francescane in Asia, che è stata celebrata al<br />
termine con la rinnovazione della nostra<br />
professione di vita evangelica.<br />
FR. VINCENZO BROCANELLI
350<br />
2. Reflections and Proposals<br />
A. Telling the story of Jesus to people in Asia<br />
(Asian way and culture)<br />
• The story of Jesus is very close to our<br />
very own Franciscan life. It speaks to us<br />
of our faith and of our life as a fraternity.<br />
Living with the poor is already a form of<br />
story-telling about life and faith in Jesus.<br />
It reminds us also that our poverty in language,<br />
our lack of knowledge of a certain<br />
culture, makes us feel we are “outsiders”<br />
to the people with whom we try<br />
to live. Indeed, it is a sign of our vulnerability<br />
and poverty in mission.<br />
• An effective way of telling the story of<br />
Jesus is found in charitable/social work,<br />
taking care of the poor and being in solidarity<br />
with them, which directly touches<br />
on the needs of the people in a “holistic”<br />
approach which addresses the concerns<br />
of the body, of the emotions and of the<br />
spirit.<br />
• We should utilise all the meaningful/<br />
challenging Church documents that we<br />
have and be able to live them as Christians<br />
and, in particular, as Franciscans. It<br />
means that our words should be embodied<br />
through our actions. In the Gospel,<br />
the spirit of Jesus was, in a way, inculturated<br />
into the situation and life of people.<br />
For example, we, in trying to understand<br />
Buddhism, also learn in a process<br />
that helps us to understand and to appreciate<br />
more our own religion, our life and<br />
faith in God. To love one’s culture means<br />
loving and serving the people with<br />
whom we work.<br />
• Through our simple and humble way of<br />
life, we can give witness to the story of<br />
Jesus in a way that is accessible and understandable<br />
to common people, especially<br />
to the poor, deprived, oppressed<br />
and exploited. The dialogue about life<br />
and faith with people is an activity of<br />
telling the story of Jesus through symbols,<br />
the arts and music.<br />
• It should be noted that in telling the story<br />
of Jesus, the storyteller must be sensitive<br />
- he must make the listeners aware<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
of the need to preserve their given and<br />
beautiful culture as a people in every<br />
way, such as, for example, their dress<br />
code, symbols, family values, etc.<br />
B. The obstacles we face in the area of mission<br />
• Based on our own experience, we find it<br />
easy to tell the story of Jesus in words,<br />
but have difficulty in putting it into concrete<br />
actions.<br />
• One of the great obstacles we encounter<br />
in telling the story of Jesus is religious<br />
fundamentalism, which penetrates the<br />
mind of the people and is coupled with<br />
other socio-political and economic problems<br />
brought about by it, by globalisation,<br />
by consumerism, by materialism,<br />
etc.<br />
• For a missionary, or missionaries, to impose<br />
an imported culture on the people<br />
being administered to is harmful to the<br />
inculturation of the story of Jesus. Inculturation<br />
starts with the people and with<br />
what they have.<br />
• There is bias and prejudice against<br />
Christianity, which is seen as a foreign<br />
religion and is, therefore, subject to suspicion.<br />
• There is a feeling, in some countries and<br />
areas of mission, that religion is unnecessary<br />
and, therefore, there is an attitude<br />
of indifference towards it.<br />
• There is also a feeling of insecurity in<br />
some Catholic communities, especially<br />
where they are a minority, and they have,<br />
therefore, a tendency to isolate themselves,<br />
with the result that they have difficulty<br />
in living out the value of inculturation.<br />
2. Invio di nuovi Missionari<br />
S. Maria degli Angeli, 18 giugno 2007<br />
Il 18 giugno 2007, durante la celebrazione<br />
Eucaristica nella Cappella della Porziunola,<br />
il Ministro generale, Fr. José Rodríguez<br />
Carballo <strong>OFM</strong>, ha dato il “mandato” a<br />
quattro nuovi missionari: Fr. Edwin di Co-
E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE 351<br />
starica, che andrà in Marocco; Fr. Jordan<br />
della Polonia, che andrà nella Repubblica<br />
Centroafricana; Fr. Adolfo dell’Italia, che<br />
andrà in Congo-Brazzaville; Fr. Dominique<br />
del Vietnam, che sarà missionario in Estremo<br />
Oriente.<br />
Dopo aver frequentato il corso di formazione<br />
missionaria nella Fraternità internazionale<br />
di Bruxelles, assieme ad altri missionari<br />
Conventuali e Cappuccini, i quattro<br />
Frati Minori hanno concluso l’iter formativo<br />
con un pellegrinaggio sui luoghi di san<br />
Francesco. Alla celebrazione hanno partecipato<br />
la Fraternità formativa di Bruxelles, il<br />
Moderatore generale per le Missioni, Fr.<br />
Vincenzo Brocanelli, alcuni confratelli delle<br />
Province di origine dei missionari e un<br />
gruppo della Franciscan School di Honduras<br />
che ha animato la celebrazione.<br />
3. Corso di formazione missionaria in<br />
Colombia<br />
«L’audacia di vivere il Vangelo» è<br />
stato il tema che la Provincia di Santa Fé e<br />
l’Università San Bonaventura di Bogotà, in<br />
Colombia, hanno voluto approfondire in un<br />
corso da loro organizzato sulla «formazione<br />
alla missione e all’evangelizzazione in<br />
chiave francescana» per la Famiglia Francescana<br />
della Colombia e per i Frati della<br />
Conferenza Bolivariana. Il corso si è svolto<br />
dal 25 al 28 giugno 2007 nei locali della<br />
suddetta Università e ha visto la partecipazione<br />
di circa 115 corsisti provenienti anche<br />
dalla Bolivia e dal Perù. Il tema è stato sviluppato<br />
in quattro dimensioni per raggiungere<br />
i rispettivi obiettivi particolari:<br />
• I fondamenti biblici del discepolato come<br />
principio orientativo dell’evangelizzazione<br />
e missione (dimensione biblica),<br />
presentati dal professore dell’Università<br />
P. Hernan Cardona, il quale ha sviluppato<br />
la nozione di Vangelo e di Evangelizzazione<br />
nella Bibbia, per arrivare ad alcune<br />
prospettive finali di attualizzazione.<br />
Nei gruppi di lavoro è stata<br />
approfondita la concezione della Evangelizzazione<br />
nelle tradizioni profetica e<br />
sinottica.<br />
• Le caratteristiche del fenomeno religio-<br />
so, in particolare della diversità religiosa,<br />
in America Latina e il loro impatto<br />
sull’evangelizzazione e la missione (dimensione<br />
contestuale). Sono stati presentati<br />
i gruppi cristiani non cattolici di<br />
tipo storico, pentecostale e fondamentalista,<br />
e un’inchiesta tra gli studenti cattolici<br />
che vede solo l’81% di questi che si<br />
considerano cattolici praticanti. Il tema è<br />
stato poi approfondito con i gruppi di lavoro<br />
su “religione e politica”, pensiero<br />
“afro-americano” e pensiero “indigeno”.<br />
• Riflessione teologica sulla comprensione<br />
dell’evangelizzazione e della missione<br />
(dimensione teologica) considerate in<br />
se stesse e nel contesto ecclesiologico<br />
dell’America Latina. Il professore francescano<br />
Hector Eduardo Lugo Garcia ha<br />
presentato una teologia inserita e “militante”,<br />
mettendo particolarmente in rilievo<br />
gli atteggiamenti di relazione, incontro,<br />
accoglienza, dialogo, sguardo,<br />
ascolto, speranza, che dovrebbero qualificare<br />
l’evangelizzazione oggi. Mentre il<br />
gesuita Alberto Parra Mora ha presentato<br />
l’evangelizzazione in chiave di discepolato.<br />
• La proposta dell’Ordine dei Frati Minori<br />
sull’evangelizzazione e la missione<br />
(dimensione francescana) che è stata<br />
presentata da Fr. Nestor Schwerz, che ha<br />
parlato delle caratteristiche dell’evangelizzazione<br />
francescana negli scritti di san<br />
Francesco e nei Documenti dell’Ordine,<br />
e da Fr. Vincenzo Brocanelli, che ha<br />
esposto la missione “ad gentes” nella visione<br />
francescana.<br />
Lo spirito che ha mosso gli organizzatori<br />
del corso è stato quello della celebrazione<br />
della “grazia delle origini” che ci chiede di<br />
esprimere la gratitudine per la grazia della<br />
vocazione attraverso segni profetici e di solidarietà<br />
con i più bisognosi.<br />
Un punto debole che si potrà approfondire<br />
in un prossimo corso simile a questo è<br />
stato la mancanza di una riflessione sulla<br />
missione “ad gentes” o “ad extra”. A parte<br />
l’informazione/riflessione di Fr. Vincenzo,<br />
il tema non è stato più ripreso, eppure è proprio<br />
la dinamica missionaria fondamentale<br />
che può animare e rinnovare qualsiasi atti-
352<br />
vità pastorale o missionaria “ad intra”. È<br />
quando ogni attività evangelizzatrice assume<br />
il dinamismo della missione “ad gentes”<br />
che la parrocchia diventa “missionaria”, la<br />
scuola o il collegio “missionario”, la catechesi<br />
e la liturgia si fanno “missionarie”, e<br />
così via.<br />
Il dato fondamentale che è emerso durante<br />
il corso è che abbiamo tanto bisogno<br />
di formazione missionaria, di recuperare e<br />
approfondire una “coscienza missionaria”<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
che ci faccia più audaci, più liberi e creativi,<br />
per uscire dai conventi e dalle nostre comodità<br />
e andare verso “l’altro” che è povero,<br />
che non conosce o ha rifiutato il Cristo, che<br />
attende una parola e un’azione di speranza e<br />
di amore. Per questo l’iniziativa del corso è<br />
stata ottima ed è un esempio che anche altre<br />
Conferenze possono riprendere e attuare secondo<br />
i bisogni di ogni regione.<br />
FR. VINCENZO BROCANELLI
E POSTULATIONE GENERALI<br />
1. Canonizzazione del Beato Antonio di<br />
Sant’Anna Galvão<br />
São Paulo, Brasile, 11 maggio 2007<br />
1. Note di cronaca<br />
La canonizzazione di questo autentico<br />
figlio di S. Francesco, il cui messaggio, come<br />
annotava il Cardinale Geraldo Majella<br />
Agnelo, «non ha perso la sua attualità», ha<br />
segnato profondamente la vita non solo della<br />
Chiesa brasiliana e del nostro Ordine, ma<br />
è stata salutata dallo stesso Benedetto XVI<br />
come uno dei momenti significativi del suo<br />
viaggio apostolico in Brasile (9-14 maggio<br />
2007).<br />
Già nel corso del suo viaggio di andata,<br />
nella intervista concessa ai giornalisti del<br />
seguito, il Santo Padre parlando del Galvão<br />
aveva definito la canonizzazione del «primo<br />
santo nato in Brasile», «un’espressione<br />
importante di ciò che questo viaggio vuol<br />
significare», riferendosi alle finalità della V<br />
Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano<br />
e dei Caraibi, che si proponeva<br />
la soluzione dei grandi problemi sociali e<br />
politici dell’America Latina.<br />
Nel corso della medesima intervista, il<br />
Papa definiva il Galvão «un santo francescano,<br />
che ha attualizzato in Brasile il carisma<br />
francescano ed è conosciuto come un<br />
santo di riconciliazione e di pace». E qualche<br />
giorno prima il Cardinale Agnelo affermava<br />
che «questo francescano prova e<br />
comprova il valore di una vita sacerdotale<br />
evangelicamente vissuta e apostolicamente<br />
messa al servizio di tutti i fratelli».<br />
In questo clima di simpatia e di attesa per<br />
l’evento ampiamente preparato dalla stampa<br />
e dai mezzi della comunicazione, il Santo<br />
Padre Benedetto XVI ha presieduto, nella<br />
splendida cornice del “Campo de Marte”,<br />
con inizio alle ore 9.00 di venerdì 11 maggio<br />
2007, con la partecipazione festante di<br />
una folla di circa un milione di fedeli provenienti<br />
da vari Paesi dell’America Latina,<br />
la Liturgia della canonizzazione.<br />
Tra i numerosi concelebranti (i soli vescovi<br />
brasiliani, tra i quali oltre i 20 <strong>OFM</strong>,<br />
raggiungevano il numero di 430!), figuravano<br />
15 Cardinali e tra questi il Cardinale<br />
Claudio Hummes, <strong>OFM</strong>, attuale Prefetto<br />
della Congregazione per il Clero e Arcivescovo<br />
emerito di São Paulo. Con il Ministro<br />
generale del nostro Ordine, Fr. José Rodríguez<br />
Carballo, erano presenti il Ministro<br />
provinciale dell’Immacolata, Fr. Augusto<br />
Koenig, molti Frati delle Province brasiliane<br />
e vari Fratelli e Sorelle dell’OFS.<br />
Dopo il canto del Kyrie, in un clima di<br />
silenzio orante e di attesa, il Cardinale José<br />
Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione<br />
delle Cause dei Santi, ha rivolto al<br />
Santo Padre la richiesta ufficiale di procedere<br />
alla canonizzazione del nostro Beato.<br />
Implorato poi l’aiuto di tutti i Santi, con il<br />
canto delle Litanie, il Sommo Pontefice ha<br />
pronunziato la formula solenne che riconosce<br />
al Galvão l’attributo di «santo» e il diritto<br />
all’inserimento del suo nome nell’elenco<br />
(«canone») della santità universale<br />
della Chiesa.<br />
Suggestiva la processione che seguiva il<br />
pronunciamento papale. Le Sorelle Concezioniste<br />
Francescane del Monastero della<br />
Luce, fondato dal novello Santo nel 1774 ,<br />
accompagnate da una piccola schiera di devoti<br />
del Galvão tra i quali la Signora Sandra<br />
Grossi de Almeida con il suo bambino Enzo,<br />
la cui nascita nel 1999 è stata definita “scientificamente<br />
inspiegabile” ed attribuita come<br />
miracolo al Santo di Guarantiguetá, recavano<br />
all’altare le Reliquie del novello Santo per<br />
esporle alla pubblica venerazione.<br />
La celebrazione eucaristica, protrattasi<br />
fino a mezzogiorno inoltrato, proseguì in un<br />
clima di festoso tripudio e di attento ascolto<br />
della vibrante Omelia del Papa che definiva
354 AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
il novello Santo «Ardente adoratore dell’<br />
Eucaristia, prudente e sapiente guida delle<br />
anime e grande devoto dell’Immacolata<br />
Concezione».<br />
Il novello Santo, la cui glorificazione ecclesiale<br />
anticipa in un certo qual modo la<br />
«grazia» dell’ottavo Centenario della fondazione<br />
dell’Ordine, insegni a ciascuno di<br />
noi, come ha esortato il Ministro generale<br />
con la sua lettera del 25 aprile 2007, ad essere,<br />
in un mondo lacerato da egoismi e violenza<br />
efferata, «pellegrini della carità e della<br />
pace», per «creare pace e così anche coerenza<br />
sociale ed umana» (Benedetto XVI).<br />
FR. LUCA M. DE ROSA<br />
2. Omelia di Benedetto XVI<br />
“Campo de Marte”, São Paulo, 11 .05.2007<br />
ARDENTE ADORATORE<br />
DELL’EUCARISTIA<br />
PRUDENTE E SAPIENTE GUIDA<br />
DELLE ANIME<br />
GRANDE DEVOTO<br />
DELL’IMMACOLATA<br />
Signori Cardinali,<br />
Signor Arcivescovo di San Paolo<br />
e Vescovi del Brasile<br />
e dell’America Latina,<br />
Distinte Autorità,<br />
Sorelle e Fratelli in Cristo!<br />
“Benedirò il Signore in ogni tempo, / sulla<br />
mia bocca sempre la sua lode“ (Sal 32, 2).<br />
1. Rallegriamoci nel Signore, in questo<br />
giorno in cui contempliamo un’altra meraviglia<br />
di Dio che, per la sua ammirevole<br />
provvidenza, ci permette di gustare un vestigio<br />
della sua presenza in questo atto di<br />
donazione d’Amore costituito dal Santo Sacrificio<br />
dell’Altare.<br />
Sì, non possiamo non lodare il nostro<br />
Dio. Lodiamolo tutti quanti, popoli del Brasile<br />
e dell’America, cantiamo al Signore le<br />
sue meraviglie, perché grandi cose ha fatto<br />
per noi. Oggi, la Divina Sapienza ci con-<br />
sente di incontrarci intorno al suo altare, in<br />
atteggiamento di lode e di ringraziamento<br />
per averci concesso la grazia della Canonizzazione<br />
di Fra Antonio di Sant’Anna<br />
Galvão.<br />
Voglio ringraziare per le affettuose parole<br />
dell’Arcivescovo di San Paolo, S.E.<br />
Mons. Odilo Scherer, che s’è fatto voce di<br />
voi tutti, e per la premura del suo predecessore,<br />
il Cardinale Claudio Hummes, che<br />
con tanta dedizione si è impegnato per la<br />
causa del P. Galvão. Ringrazio per la presenza<br />
di ognuno e di ognuna di voi, sia degli<br />
abitanti di questa grande città sia di coloro<br />
che sono venuti da altre città e nazioni.<br />
Mi rallegro perché, attraverso i mezzi di comunicazione,<br />
le mie parole e le espressioni<br />
del mio affetto possono entrare in ogni casa<br />
e in ogni cuore. Siatene certi: il Papa vi<br />
ama, e vi ama perché Gesù Cristo vi ama.<br />
In questa solenne Celebrazione Eucaristica<br />
è stato proclamato il Vangelo nel quale<br />
Gesù, in atteggiamento di interiore trasporto,<br />
proclama: “Ti benedico, o Padre, Signore<br />
del cielo e della terra, perché hai<br />
tenuto nascoste queste cose ai sapienti e<br />
agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli“<br />
(Mt 11, 25). Mi sento perciò felice perché<br />
l’elevazione di Fra Galvão agli altari rimarrà<br />
per sempre incorniciata nella liturgia<br />
che quest’oggi la Chiesa ci offre.<br />
Saluto con affetto tutta la comunità francescana<br />
e, in modo speciale, le monache<br />
concezioniste che, dal Monastero della Luce,<br />
dalla Capitale dello Stato di San Paolo,<br />
irradiano la spiritualità ed il carisma del primo<br />
brasiliano elevato alla gloria degli altari.<br />
2. Rendiamo grazie a Dio per i continui<br />
benefici ottenuti mediante il forte influsso<br />
evangelizzatore che lo Spirito Santo ha impresso<br />
in tante anime attraverso Fra Galvão.<br />
Il carisma francescano, evangelicamente<br />
vissuto, ha dato frutti significativi attraverso<br />
la sua testimonianza di ardente adoratore<br />
dell’Eucaristia, di prudente e sapiente guida<br />
delle anime che lo cercavano e di grande<br />
devoto dell’Immacolata Concezione di Maria,<br />
della quale si considerava “figlio e<br />
schiavo perpetuo”.
Dio ci viene incontro, “cerca di conquistarci<br />
- fino all’Ultima Cena, fino al Cuore<br />
trafitto sulla croce, fino alle apparizioni del<br />
Risorto e alle grandi opere mediante le quali<br />
Egli, attraverso l’azione degli Apostoli,<br />
ha guidato il cammino della Chiesa nascente”<br />
(Lettera Enc. Deus caritas est, 17). Egli<br />
si rivela attraverso la sua Parola, nei Sacramenti,<br />
specialmente nell’Eucaristia. La vita<br />
della Chiesa, perciò, è essenzialmente eucaristica.<br />
Il Signore, nella sua amorevole<br />
provvidenza, ci ha lasciato un segno visibile<br />
della sua presenza.<br />
Quando contempliamo nella Santa Messa<br />
il Signore, innalzato dal sacerdote, dopo<br />
la Consacrazione del pane e del vino, oppure<br />
quando lo adoriamo con devozione esposto<br />
nell’Ostensorio, rinnoviamo la nostra<br />
fede con profonda umiltà, come faceva Fra<br />
Galvão in “laus perennis“, in costante atteggiamento<br />
di adorazione. Nella Sacra Eucaristia<br />
è contenuto tutto il bene spirituale<br />
della Chiesa, ossia, lo stesso Cristo nostra<br />
Pasqua, il Pane vivo che è disceso dal Cielo<br />
vivificato dallo Spirito Santo e vivificante<br />
perché dà la Vita agli uomini. Questa misteriosa<br />
e ineffabile manifestazione dell’amore<br />
di Dio per l’umanità occupa un luogo privilegiato<br />
nel cuore dei cristiani. Essi devono<br />
poter conoscere la fede della Chiesa,<br />
attraverso i suoi ministri ordinati, per l’esemplarità<br />
con cui compiono i riti prescritti,<br />
che indicano sempre nella liturgia eucaristica<br />
il centro di tutta l’opera di evangelizzazione.<br />
I fedeli, a loro volta, devono<br />
cercare di ricevere e venerare il Santissimo<br />
Sacramento con pietà e devozione, desiderando<br />
accogliere il Signore Gesù con fede, e<br />
sapendo ricorrere, ogni volta che sarà necessario,<br />
al Sacramento della riconciliazione<br />
per purificare l’anima da ogni peccato<br />
grave.<br />
3. Significativo è l’esempio di Fra<br />
Galvão per la sua disponibilità al servizio<br />
del popolo, ogni qualvolta veniva interpellato.<br />
Consigliere di fama, pacificatore delle<br />
anime e delle famiglie, dispensatore della<br />
carità specialmente verso i poveri e gli infermi.<br />
Era molto ricercato per le confessioni,<br />
perché zelante, saggio e prudente. Una<br />
E POSTULATIONE GENERALI 355<br />
caratteristica di colui che ama veramente è<br />
il non voler che l’Amato venga offeso; la<br />
conversione dei peccatori era, perciò, la<br />
grande passione del nostro Santo. Suor Helena<br />
Maria, che è stata la prima “religiosa“<br />
destinata a dar inizio al “Recolhimento de<br />
Nossa Senhora da Conceição“, ha testimoniato<br />
quello che Fra Galvão aveva detto:<br />
“Pregate perché Dio nostro Signore sollevi<br />
i peccatori con il suo braccio forte dal miserabile<br />
abisso delle colpe in cui si trovano“.<br />
Possa questo delicato ammonimento<br />
servirci di stimolo per riconoscere nella Divina<br />
Misericordia il cammino verso la riconciliazione<br />
con Dio e con il prossimo e<br />
per la pace delle nostre coscienze.<br />
4. Uniti con il Signore nella suprema comunione<br />
dell’Eucaristia e riconciliati con<br />
Lui e con il nostro prossimo, saremo così<br />
portatori di quella pace che il mondo non<br />
riesce a dare. Potranno gli uomini e le donne<br />
di questo mondo trovare la pace, se non<br />
saranno coscienti della necessità di riconciliarsi<br />
con Dio, con il prossimo e con sé stessi?<br />
Di alto significato è stato, in questo senso,<br />
quello che l’Assemblea del Senato di<br />
San Paolo scrisse al Ministro Provinciale<br />
dei Francescani alla fine del secolo XVIII,<br />
definendo Fra Galvão un “uomo di pace e di<br />
carità”. Che cosa ci chiede il Signore?<br />
“Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho<br />
amati“. Ma subito dopo aggiunge: “Portate<br />
frutto, e che il vostro frutto rimanga“ (cfr<br />
Gv 15, 12.16). E quale frutto ci chiede, se<br />
non quello di sapere amare, ispirandoci all’esempio<br />
del Santo di Guaratinguetá?<br />
La fama della sua immensa carità non<br />
conosceva limiti. Persone di tutta la geografia<br />
nazionale andavano da Fra Galvão, che<br />
tutti accoglieva paternamente. Vi erano poveri,<br />
infermi nel corpo e nello spirito, che<br />
imploravano il suo aiuto.<br />
Gesù apre il suo cuore e ci rivela il centro<br />
di tutto il suo messaggio redentore:<br />
“Nessuno ha un amore più grande di questo:<br />
dare la vita per i propri amici“ (Ibid., v.<br />
13). Lui stesso amò fino a dare la propria vita<br />
per noi sulla Croce. Anche l’azione della<br />
Chiesa e dei cristiani nella società deve possedere<br />
questa stessa ispirazione. Le iniziati-
356<br />
ve di pastorale sociale, se sono orientate<br />
verso il bene dei poveri e degli infermi, portano<br />
in sé stesse questo sigillo divino. Il Signore<br />
conta su di noi e ci chiama amici, perché<br />
soltanto a coloro che amiamo in questo<br />
modo siamo capaci di dare la vita offerta da<br />
Gesù mediante la sua grazia.<br />
Come sappiamo, la V Conferenza Generale<br />
dell’Episcopato Latinoamericano avrà<br />
come tema fondamentale: “Discepoli e missionari<br />
di Gesù Cristo, perché in Lui i nostri<br />
popoli abbiano la vita“. Come non vedere,<br />
allora, la necessità di ascoltare con<br />
fervore rinnovato la chiamata, per poter rispondere<br />
generosamente alle sfide che la<br />
Chiesa in Brasile e nell’America Latina è<br />
chiamata ad affrontare?<br />
5. “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati<br />
e oppressi, e io vi ristorerò“, dice il Signore<br />
nel Vangelo (Mt 11, 28). Questa è la<br />
raccomandazione finale che Egli ci rivolge.<br />
Come non vedere qui il sentimento paterno<br />
e insieme materno di Dio per tutti i suoi figli?<br />
Maria, la Madre di Dio e Madre nostra,<br />
si trova particolarmente legata a noi in questo<br />
momento. Fra Galvão affermò con voce<br />
profetica la verità dell’Immacolata Concezione.<br />
Ella, la Tota Pulchra, la Vergine Purissima,<br />
che ha concepito nel suo seno il Redentore<br />
degli uomini ed è stata preservata<br />
da ogni macchia originale, vuole essere il<br />
sigillo definitivo del nostro incontro con<br />
Dio, nostro Salvatore. Non c’è frutto della<br />
grazia nella storia della salvezza che non<br />
abbia come strumento necessario la mediazione<br />
di Nostra Signora.<br />
Di fatto, questo nostro Santo si è donato<br />
in modo irrevocabile alla Madre di Gesù fin<br />
dalla sua giovinezza, desiderando appartenerle<br />
per sempre e scegliendo la Vergine<br />
Maria come Madre e Protettrice delle sue figlie<br />
spirituali.<br />
Carissimi amici e amiche, che bell’esempio<br />
da seguire ci ha lasciato Fra Galvão! Come<br />
suonano attuali per noi, che viviamo in<br />
un’epoca così piena di edonismo, le parole<br />
scritte nella formula della sua consacrazione:<br />
“Toglimi piuttosto la vita, prima che io offenda<br />
il tuo benedetto Figliuolo, mio Signore!“.<br />
Sono parole forti, di un’anima appas-<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
sionata, parole che dovrebbero far parte della<br />
normale vita di ogni cristiano, sia esso<br />
consacrato o meno, e risvegliano desideri di<br />
fedeltà a Dio sia dentro che fuori del matrimonio.<br />
Il mondo ha bisogno di vite limpide,<br />
di anime chiare, di intelligenze semplici, che<br />
rifiutino di essere considerate creature oggetto<br />
di piacere. È necessario dire no a quei<br />
mezzi di comunicazione sociale che mettono<br />
in ridicolo la santità del matrimonio e la verginità<br />
prima del matrimonio.<br />
È proprio ora che ci è data nella Madonna<br />
la miglior difesa contro i mali che affliggono<br />
la vita moderna; la devozione mariana<br />
è la sicura garanzia di protezione materna<br />
e di tutela nell’ora della tentazione. E<br />
quale non sarà questa misteriosa presenza<br />
della Vergine Purissima, quando invocheremo<br />
la protezione e l’aiuto della Senhora<br />
Aparecida? Deponiamo nelle sue mani santissime<br />
la vita dei sacerdoti e dei laici consacrati,<br />
dei seminaristi e di tutti coloro che<br />
sono chiamati alla vita religiosa.<br />
6. Cari amici, consentitemi di finire ripensando<br />
alla Veglia di Preghiera di Marienfeld,<br />
in Germania: dinanzi ad una moltitudine<br />
di giovani, ho voluto qualificare i<br />
Santi della nostra epoca come veri riformatori.<br />
E ho aggiunto: “Soltanto dai Santi, soltanto<br />
da Dio viene la vera rivoluzione, il<br />
cambiamento decisivo del mondo” (Omelia,<br />
20/08/2005). Questo è l’invito che rivolgo<br />
oggi a tutti voi, dal primo all’ultimo,<br />
in questa Eucaristia senza confini. Dio disse:<br />
“Siate santi, come io sono santo“ (Lv 11,<br />
44). Rendiamo grazie a Dio Padre, a Dio Figlio,<br />
a Dio Spirito Santo, dai quali ci vengono,<br />
per intercessione della Vergine Maria,<br />
tutte le benedizioni del cielo; dai quali<br />
ci viene questo dono che, insieme alla fede,<br />
è la più grande grazia che possa essere concessa<br />
ad una creatura: il fermo desiderio di<br />
raggiungere la pienezza della carità, nella<br />
convinzione che la santità non solo è possibile<br />
ma anche necessaria ad ognuno nel<br />
proprio stato di vita, per svelare al mondo il<br />
vero volto di Cristo, nostro amico! Amen!<br />
BENEDETTO XVI<br />
[L’Osservatore Romano, 13 maggio 2007, 4-5]
3. Antônio di Sant’Anna Galvão<br />
(1739 - 1822)<br />
Il Farte Minore Antônio de Sant’Ana<br />
Galvão, noto come Fra Galvão, nacque a<br />
Guaratinguetá (São Paulo), in Brasile, nel<br />
1739.<br />
Il padre, Antônio Galvão de França, era<br />
un immigrante portoghese e capitano maggiore<br />
della città. Sua madre, Isabel Leite de<br />
Barros, era figli di fazendeiros (proprietari<br />
terrieri), e pronipote del famos bandeirante<br />
(esploratore) Fernão Dias Paes, il “cacciatore<br />
di smeraldi”.<br />
Antônio visse con i suoi fratelli in una<br />
casa grande e lussuosa, in quanto i suoi genitori<br />
godevano di prestigio sociale e d’influenza<br />
politica. Il padre, volendo impartire<br />
al figlio una formazione umana e culturale<br />
conforme alle loro possibilità economiche,<br />
all’età di tredici anni lo mandò al collegio di<br />
Belém, dei Padri gesuiti, a Bahia, dove si<br />
trovava già suo fratello José.<br />
Là fece grandi progressi negli studi e<br />
nella pratica cristiana, dal 1752 al 1756. Voleva<br />
diventare gesuita, ma a causa della persecuzione<br />
contro l’Ordine voluta dal Marchese<br />
di Pombal, suo padre gli consigliò di<br />
entrare nell’Ordine francescano, che aveva<br />
un convento a Taubaté, non lontano da Guaratinguetá.<br />
Così rinunciò a un futuro promettente<br />
e influente nella società di allora,<br />
e all’età di 21 anni entrò nel noviziato del<br />
villaggio di Macacu, a Rio de Janeiro.<br />
Lì si distinse per la sua compassione e<br />
per le sue virtù. Il 16 aprile 1761 emise i voti<br />
solenni. Un anno dopo fu ordinato sacerdote,<br />
in quanto i suoi studi furono giudicati<br />
sufficienti. Questo privilegio mostra la fiducia<br />
riposta dai superiori nel giovane chierico.<br />
Fu poi inviato al convento di San Francesco<br />
a São Paulo per perfezionare gli studi<br />
di filosofia e di teologia ed esercitarsi nell’apostolato.<br />
Risale a quell’epoca la sua<br />
“Entrega a Maria“ (dono di sé a Maria), come<br />
“figlio e schiavo perpetuo”, consacrazione<br />
mariana firmata con il proprio sangue<br />
il 9 novembre 1766.<br />
Terminati gli studi fu nominato predicatore,<br />
confessore dei laici e portinaio del<br />
E POSTULATIONE GENERALI 357<br />
convento, compito considerato molto importante<br />
per il contatto con le persone e l’apostolato<br />
che ne consegue. Fu un confessore<br />
stimato e ricercato e quasi sempre, quando<br />
veniva chiamato, si recava a piedi anche<br />
nei luoghi più distanti. Nel 1769-70 fu designato<br />
confessore di un Recolhimento di pie<br />
donne, le “Recolhidas de Santa Teresa”, a<br />
San Paolo.<br />
Fondazione del “Recolhimento”<br />
In questo Recolhimento incontrò Suor<br />
Helena Maria do Espírito Santo, religiosa<br />
dall’intensa vita di preghiera e dal grande<br />
spirito di penitenza, che affermava di aver<br />
avuto visioni nelle quali Gesù le chiedeva di<br />
fondare un nuovo Recolhimento.<br />
Fra Galvão, ascoltando anche il parere di<br />
persone sagge e illustri, ritenne tali visioni<br />
credibili. Il 2 febbraio 1774 fu ufficialmente<br />
fondato il nuovo Recolhimento con Fra<br />
Galvão come suo fondatore. Il 23 febbraio<br />
1775, un anno dopo la fondazione, Madre<br />
Helena morì prematuramente. Fra Galvão<br />
divenne l’unico sostegno delle Recolhidas,<br />
missione che esercitò con umiltà e grande<br />
prudenza. Nel frattempo il nuovo capitano<br />
generale di San Paolo, uomo inflessibile e<br />
duro, ritirò il permesso al Recolhimento e<br />
ne ordinò la chiusura. Lo fece per opporsi al<br />
suo predecessore, che ne aveva promosso la<br />
fondazione. Fra Galvão accettò con fede la<br />
decisione e anche le Recolhidas obbedirono,<br />
ma non lasciarono la casa e resistettero<br />
fino al limite delle loro forze fisiche. Dopo<br />
un mese, grazie alla pressione del popolo e<br />
del Vescovo, il Recolhimento fu riaperto.<br />
Per il grande numero di vocazioni il Servo<br />
di Dio si vide obbligato ad ampliarlo. Per<br />
quattordici anni si occupò di questa nuova<br />
costruzione (1774-1788), e per altri quattordici<br />
della costruzione della chiesa (1788-<br />
1802), inaugurata il 15 agosto 1802. Fra<br />
Galvão fu architetto, direttore dei lavori e<br />
anche muratore. L’opera, oggi Monastero<br />
della Luz, è stata dichiarata “patrimonio<br />
culturale dell’umanità” dall’UNESCO.<br />
“Pillole” di Fra Galvão<br />
In tempi in cui le medicine e la scienza<br />
medica non erano evolute come oggi, in
358 AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
molti si recavano da Fra Galvão per essere<br />
curati. In una di queste visite, ispirato da<br />
Dio, scrisse su un pezzo di carta una frase<br />
in latino dell’Ufficio di Nostra Signora,<br />
che potrebbe essere tradotta così: “Dopo il<br />
parto, o Vergine, sei rimasta intatta: Madre<br />
di Dio, intercedi per noi!”. Arrotolò la<br />
carta come fosse una pillola e la diede a un<br />
giovane che stava per morire per coliche<br />
renali. I dolori cessarono immediatamente.<br />
Poi si recò da lui un signore a chiedere<br />
preghiere e una “medicina” per la moglie<br />
che stava soffrendo per le doglie del parto.<br />
Fra Galvão fece nuovamente la pillola<br />
e il bambino nacque in breve tempo. Da<br />
quel momento dovette insegnare ai fratelli<br />
del Recolhimento a confezionare le pillole<br />
e a darle alle persone che ne avevano<br />
bisogno, cosa che fanno ancora oggi. È interessante<br />
osservare come nell’immenso<br />
numero di grazie ottenute per intercessione<br />
di Fra Galvão nel Monastero da Luz,<br />
sebbene circa il 60, 70% siano legate alla<br />
guarigione da un tumore, le altre riguardano<br />
problemi legati a calcoli renali, gravidanze<br />
e parti, o coppie che non riuscivano<br />
ad averi figli.<br />
Nel 1811, su richiesta del Vescovo di<br />
São Paulo, Fra Galvão fondò il Recolhimento<br />
di Santa Chiara a Sorocaba, dove rimase<br />
per undici mesi per orientare la nuova<br />
fondazione e comunità. In seguito, dopo la<br />
sua morte, altri monasteri furono fondati da<br />
queste due comunità, seguendo così l’orientamento<br />
lasciato dal beato.<br />
Morì il 23 dicembre 1822 e su richiesta<br />
del popolo e delle suore fu sepolto nella<br />
chiesa del Recolhimento da Luz, che lui<br />
stesso aveva edificato. La sua tomba è stata<br />
ed è tuttora meta di continui pellegrinaggi.<br />
Il 25 ottobre 1998 fu beatificato da Papa<br />
Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro, a<br />
Roma, divenendo il primo beato brasiliano.<br />
Papa Benedetto XVI l’11 maggio 2007<br />
lo ha canonizzato a São Paulo, in Brasile.<br />
Egli, pertanto, è anche il primo brasiliano<br />
ad essere dichiarato Santo.<br />
2. Decretum super miraculo B. Alfonsae<br />
ab Immaculata Conceptione<br />
CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />
PALAIEN. Canonizationis beatae ALFONSAE<br />
AB IMMACULATA CONCEPTIONE (in saec.:<br />
Annae Muttathupadathu) sororis professae<br />
Congregationis Clarissarum Tertii Ordinis<br />
Sancti Francisci (1910-1946).<br />
Beata Alfonsa ab Immaculata Conceptione<br />
(in saec.: Anna Muttathupadathu) die<br />
19 mensis Augusti anno 1910, in loco,<br />
quem Kudamaloor appellant, quique in civitate<br />
Kerala, in India, genere Syro-Malabarensem<br />
ritum observanti orta est. Quae,<br />
propositi sese Deo mancipandi tenax, coniugio<br />
recusato, Congregationem Clarissarum<br />
Tertii Ordinis Sancti Francisci in loco,<br />
qui Bharananganam audit, quique nunc intra<br />
Palaiensis eparchiae fines, ingressa, sacra<br />
vota nuncupavit anno 1932. Cum autem<br />
gravibus infirmitatibus temptaretur, sibi<br />
creditum magistrae munus deponere habuit;<br />
nihilominus aerumnas, tam corporis quam<br />
animi, complures, quas ipsa, mundi ad<br />
sanctitatem adducendi causa, Deo libenter<br />
offerebat, tacita caritate ad instar crucis pertulit,<br />
pioque fine requievit die 28 mensis Iulii<br />
anno 1946.<br />
Cui lectissimae virgini Ioannes Paulus<br />
II, Summus Pontifex, Beatorum caelitum<br />
honores decrevit die 8 mensis Februarii anno<br />
1986.<br />
Eius vero canonizationem prospiciens,<br />
Postulatio Causae sanationem, quae eadem<br />
Beata deprecante divinitus patrata ferebatur,<br />
huic Congregationi de Causis Sanctorum<br />
subiecit expendendam. Quae res pertinet<br />
ad Ginil Shaji Ozhuthottiyil infantem,<br />
qui die 5 mensis Maii anno 1998, in civitate<br />
Kerala iusto partu in lucem editus est. In<br />
ipso autem ortu animadversum est parvulo<br />
pedes varos innatos esse, laevum vero graviori<br />
deformitate affici. Quod quidem parentes<br />
una cum gynaecologa aliaque perita<br />
doctor, quae pueros in valetudinario curabat,<br />
suis ipsi oculis viderunt. Deinde vero<br />
infans, sedecim diebus postquam natus erat,<br />
ad Universitatem Studiorum urbis illius,<br />
quae Kottayam vocatur, traductus est, ubi<br />
medicus quidam in orthopaedica disciplina<br />
versatus, pedibus ad corrigendum aliquan-
tulum tr<strong>acta</strong>tis, deformitates modice imminuere<br />
valuit. Curatio denique intermissa est.<br />
Hinc in ambulando puer externis pedum<br />
marginibus, plantis introrsum detortis, nitebatur.<br />
Die autem 13 mensis Novembris anno<br />
1999, parentes, sacerdote quodam auctore,<br />
ad sepulcrum Beatae Alfonsae ab Immaculata<br />
Conceptione, quod in loco<br />
Bharananganam, natum adduxerunt, petentes<br />
ut, ipsamet ad Deum deprecante, parvulus<br />
sanaretur. Qui vero, eodem die vesperi,<br />
necopinato quidem, pedibus recte insistens<br />
coepit ambulare. Inspectiones autem, quae<br />
deinceps f<strong>acta</strong>e sunt, eiusmodi sanationem<br />
perfectam stabilemque fuisse confirmarunt.<br />
Quo de casu, qui statim pro miro divinitus<br />
patrato habitus est, Exc.mus Iosephus<br />
Pallikaparampil, Episcopus eparchialis Palaiensis,<br />
anno 2002 Inquisitionem dioecesanam<br />
instruxit, cuius vis ab hac Congregatione<br />
de Causis Sanctorum rata f<strong>acta</strong> est per<br />
decretum die 6 mensis Iunii anno 2003 latum.<br />
Deinde Consilium Medicorum, cum<br />
sederet die 23 mensis Martii anno 2006, in<br />
communem sententiam venit sanationem<br />
celerrimam, perfectam, stabilem fuisse,<br />
eandem vero ex arte medica explicari non<br />
posse. Subsequenti die 5 mensis Iulii Theologi<br />
Consultores in Peculiarem convenere<br />
Congressum; die autem 9 mensis Ianuarii<br />
vertentis anni 2007, Patrum Cardinalium<br />
Episcoporumque Sessio Ordinaria, Exc.mo<br />
Lino Fumagalli, Sabinensi-Mandelensi<br />
Episcopo, Causae Ponente, gesta est. Et in<br />
utroque Coetu, sive Consultorum sive Cardinalium<br />
et Episcoporum, posito dubio an<br />
de miraculo divintus patrato constaret, responsum<br />
affirmativum prolatum est.<br />
F<strong>acta</strong> demum de hisce omnibus rebus<br />
Summo Pontifici Benedicto XVI per subscriptum<br />
Cardinalem Praefectum accurata<br />
relatione, Sanctitas Sua vota Congregationis<br />
de Causis Sanctorum excipiens rataque<br />
habens, hodierno die declaravit: Constare<br />
de miraculo a Deo patrato per intercessionem<br />
Beatae Alfonsae ab Immaculata Concepitone<br />
(in saec.: Annae Muttathupadathu),<br />
Sororis professae Congregationis<br />
Clarissarum Tertii Ordinis S. Francisci, videlicet<br />
de celerrima, perfecta ac stabili sanatione<br />
infantis Ginil Shaji Ozhuthottiyl a<br />
E POSTULATIONE GENERALI<br />
“piede torto congenito bilaterale, più accentuato<br />
a sinistra, con deambulazione fortemente<br />
alterata”.<br />
Hoc autem decretum publici iuris fieri et<br />
in <strong>acta</strong> Congregationis de Causis Sanctorum<br />
Summus Pontifex referri mandavit.<br />
Datum Romae, die 1 mensis Iunii A. D.<br />
2007.<br />
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS<br />
Praefectus<br />
† MICHAËL DI RUBERTO<br />
Archiep. tit. el. Biccarensis<br />
a Secretis<br />
3. Decretum super virtutibus SD Cleonildis<br />
Guerra<br />
CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />
359<br />
FAVENTINA ET MUTILEN. Beatificationis et<br />
Canonizationis servae dei CLEONILDIS<br />
GUERRA christifidelis laicae (1922-1949).<br />
«Apud Iesum dolores esse desinunt, quia<br />
spinae rosae fiunt, cruces gaudia, tribulatio<br />
cibus, mors dulcedo».<br />
Verba haec, quae ad quendam amicam<br />
scripserat Cleonildis Guerra, ostendunt eius<br />
rationem vitae, quoniam ipsa, omnino Deo<br />
dicata, fecit ut innumerae tribulationes, quibus<br />
cruciata est, instrumentum essent ad artius<br />
vinculum cum Eo firmandum et sic<br />
adimpleret in propria carne ea quae desunt<br />
passionum Christi pro Ecclesia (cfr. Col<br />
1,24).<br />
Haec fidelis Domini discipula ortum habuit<br />
in oppido vulgo San Potito, dioecesis<br />
Faventinae, die 30 mensis Ianuarii anno<br />
1922 ex operaria familia. Praesertim mater<br />
eius christianam curavit institutionem. Perquam<br />
iuvenis assidue paroeciam frequentavit.<br />
Debili utebatur valetudine, quod<br />
quidem aequanimiter patiebatur.<br />
Consecratam vitam affectans, mense<br />
Martio anno 1943 ingressa est Conventum<br />
urbis Luci Dianae, apud Ancillas Sacri<br />
Cordis Iesu Agonizantis, ibique noviciatum<br />
iniit. Statim eminuit fervore quo amplexa<br />
est spiritum reparationis, qui proprius est
360 AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
Instituti, et promptam laetamque sese manifestavit<br />
ad quodlibet explendum officium<br />
sibi creditum. Elapso tamen unius fere<br />
mensis spatio, relinquere debuit communitatem<br />
ob adversam valetudinis condicionem.<br />
Idcirco resumpsit officium suum in<br />
paroecia, nigrum probandarum induens vestimentum,<br />
veluti signum suae Domino<br />
oblationis. Ingressa est Tertium Ordinem<br />
Franciscalem et ferventem frugiferamque<br />
apostolicam navavit operam apud Actionem<br />
Catholicam. Commissum est ei munus<br />
Delegatae, quo diligenter functa est, incumbens<br />
praesertim in religiosam mulierum iuvenum<br />
institutionem.<br />
Altero saeviente bello mundiali, domus<br />
eius solo est aequata, quamobrem refugium,<br />
simul cum familiaribus, apud vicinias<br />
invenit. Licet inter difficultates, fervidam<br />
colere perrexit vitam spiritualem, Missae<br />
sacrificium participans et cotidie<br />
eucharistica communione se reficiens, cum<br />
rerum adiuncta id ipsi permittebant. Bello<br />
composito, pater eius eiusque frater, qui<br />
iam antea adversari cleri erant, in dies<br />
maiore persuasione socialem amplexi sunt<br />
communistarum doctrinam. Anno 1947, de<br />
licentia moderatoris spiritualis, emisit votum<br />
privatum veluti victima pro peccatorum<br />
conversione ac, peculiari modo, suorum<br />
familiarium, qui a fide longinqui versabantur.<br />
Sequenti anno, occasione piae<br />
peregrinationis in oppidum S. Ioannis Rotundi,<br />
Sanctus Pius a Pietrelcina confirmavit<br />
eam in bonitate et in soliditate voti emissi.<br />
Etenim frater eius, post mortem Servae<br />
Dei, conversionem obtinuit. Ipsa constanter<br />
viam sectabatur ad fastigia assequenda<br />
evangelicae perfectionis, propriam crucem<br />
post Christum baiulans. In simplicitate, laeto<br />
quidem, constanti accuratoque animo christianas<br />
exercuit virtutes.<br />
Fides eam iugiter inducebat ad Divinum<br />
Redemptorem propius in dies imitandum.<br />
Dominum diligebat omnibus viribus et adductam<br />
se praebebat ad ipsius voluntatem<br />
integerrime exsequendam, ita ut propriam<br />
sanationem minime quaereret et paratam se<br />
exhiberet ad quodlibet sacrificium perferendum<br />
dummodo Ipsi placeret. A quolibet<br />
peccato deliberato abhorruit, et animas<br />
maximopere curavit ad Ipsum ferendas, vires<br />
impendens in apostolatum, praesertim<br />
apud iuvenes. Promptam se profitebatur et<br />
hospitalem erga omnes, et non permittebat<br />
murmurationibus subici. Proprium nutrivit<br />
spiritum oratione, cultu ad Eucharistiam, ad<br />
Sacrum Cor Passionemque Iesu nec non ad<br />
Beatissimam Virginem Mariam. In serenitate<br />
et laetitia gessit aegritudinem, spe caelestium<br />
donorum firmata.<br />
Prudentia eminuit et aequitate in quibuslibet<br />
adiunctis, unde detecta est optima<br />
consiliaria erga quaerentes eam. Itemque<br />
recta ac munifica erga omnes nec non diligens<br />
in muneribus exsequendis sive apud<br />
familiam sive apud paroeciam. Fortiter innumeras<br />
difficultates in se incidentes oppetivit<br />
et exprobrationes vituperantium vitam<br />
Domino consecratam. Modesta exstitit in<br />
indumentis et in modo sese gerendi. Plures<br />
spirituales flosculos excogitabat ut a mundanis<br />
rebus se seiungeret, in spiritu evangelicae<br />
paupertatis, Sanctum Franciscum Assisiensem<br />
vestigiis sequens. In omnibus rerum<br />
adiunctis consiliis obtemperavit<br />
Summi Pontificis et auctoritatum Ecclesiae.<br />
Adamussim servavit castitatem, tali<br />
modo ut haberetur authentica puritatis imago.<br />
Operata est suiipsius immemor et in abscondito<br />
versans, et ne aegre quidem tulit<br />
rudiora explere opera.<br />
Ineunte anno 1949 valetudinis condiciones<br />
ingravescere coeperunt, qua de causa,<br />
in valetudinarium excipi debuit. Nedum sese<br />
animo deprimeret, hanc novam tribulationem<br />
serene obiit, dolores reputans veluti<br />
donum. Immo, in valetudinario degens, assidue<br />
orare perrexit et opus apostolatus<br />
exercuit. Singulae eius actiones collustrabantur<br />
et firmabantur spe aeternae beatitudinis,<br />
quam tandem Dei Serva attigit die 19<br />
mensis Maii anno 1949.<br />
Ob diffusam sanctitatis famam, Episcopus<br />
Faventinus inchoavit Causam beatificationis<br />
et canonizationis, Inquisitionem<br />
dioecesanam celebrans annis 1983-1985,<br />
cuius iuridicam validitatem Congregatio de<br />
Causis Sanctorum adprobavit, decretum<br />
edens die 20 mensis Maii anno 1988. Apparata<br />
Positione, disceptatio f<strong>acta</strong> est de virtutibus<br />
heroico in gradu a Dei Serva exercitis.
Prospero cum exitu, die 27 mensis Septembris<br />
anno 2005 actus est Congressus Peculiaris<br />
Consultorum Theologorum. Patres<br />
Cardinales et Episcopi, in Sessione Ordinaria<br />
die 16 mensis Ianuarii anno 2007 congregati,<br />
audita relatione Ponentis Causae,<br />
Exc.mi D.ni Petri Georgii Nesti, C. P., Archiepiscopi<br />
emeriti Camerinensis-Sancti<br />
Severini in Piceno, agnoverunt Servam Dei<br />
Cleonildem Guerra theologales, cardinales<br />
eisque adnexas virtutes heroicum in modum<br />
excoluisse.<br />
F<strong>acta</strong> demum de hisce omnibus rebus<br />
Summo Pontifici Benedicto XVI per subscriptum<br />
Cardinalem Praefectum accurata<br />
relatione, Sanctitas Sua vota Congregationis<br />
de Causis Sanctorum excipiens rataque<br />
habens, hodierno die declaravit: Constare<br />
de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate<br />
tum in Deum tum in proximum, necnon<br />
de cardinalibus Prudentia, Iustitia,<br />
Temperantia et Fortitudine, iisque adnexis,<br />
in gradu heroico, Servae Dei Cleonildis<br />
Guerra, Christifidelis laicae, in casu et ad<br />
effectum de quo agitur.<br />
Hoc autem decretum publici iuris fieri et<br />
in <strong>acta</strong> Congregationis de Causis Sanctorum<br />
Summus Pontifex referri mandavit.<br />
Datum Romae, die 1 mensis Iunii A. D.<br />
2007.<br />
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS<br />
Praefectus<br />
† MICHAËL DI RUBERTO<br />
Archiep. tit. el. Biccarensis<br />
a Secretis<br />
4. Decretum super virtutibus SD Mariae<br />
Fidelis Weiss<br />
CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM<br />
MONACEN. ET FRISINGEN. Beatificationis et<br />
Canonizationis Servae Dei MARIAE FIDELIS<br />
WEISS (in saec.: Eleonorae Margaritae)<br />
Religiosae professae III Ordinis sancti<br />
Francisci (1882-1923).<br />
«Continenter et urgentissime ad Imitationem<br />
Christi perfectissimam impellor».<br />
E POSTULATIONE GENERALI<br />
361<br />
Hisce verbis, quae ipsa anno 1918 vel<br />
1919 litteris mandavit, Serva Dei Maria Fidelis<br />
Weiss (quae, dum saeculo viveret,<br />
Eleonora Margarita), amore in Dominum<br />
succensa, sese ad unionem Divino Redemptori,<br />
ut perficeretur in Christo (cf. Col<br />
1,28), contendere velle ostendit. Huiusmodi<br />
studio convenienter eadem divinae voluntati<br />
paruit eademque, talenta, quae desuper<br />
acceperat, sapienter negotiata, quidquid<br />
aevi degit in terris, id Domino prorsus impendit,<br />
cui non benedicere dumtaxat, sed<br />
semet ipsam pro salute animarum offerre<br />
studuit.<br />
Haec filia Ecclesiae in oppido, quod vulgo<br />
Kempten, in Bavaria, lutherano patre,<br />
matre catholica in lucem edita est die 12<br />
mensis Iunii anno 1882 ipsaque sex post<br />
diebus catholico sacro abluta. Mox vero,<br />
dum puerili doctrina instituebatur, ingenio,<br />
quo praedita erat, necnon progressibus,<br />
quos faciebat in studiis, eminuit.<br />
Patre autem demortuo, ut suos, quod ad<br />
pecuniam pertinet, iuvaret, ab anno 1898 ad<br />
annum 1900 in duabus tabernis tamquam<br />
institorum ministra operam dedit. Interea<br />
sedecim annorum puella secretum castitatis<br />
votum nuncupaverat, quae, postquam semet<br />
ad sacram conversationem capessendam divino<br />
quodam instinctu vocari agnovit, declaravit<br />
se expetere adiungi Religiosis III<br />
Ordinis Sancti Francisci, quae in loco Reutberg<br />
sedem habebant. Cui quidem postulanti<br />
satisfactum est; sed, cum esset Ancilla<br />
Dei admodum adulescens, antistita suasit ut<br />
eadem duos ferme annos in educandarum<br />
puellarum instituto, quod in oppido Lenzfried,<br />
haud longe ab eius patria remoto, exsistebat,<br />
tamquam alumna interna studio<br />
vacaret; in quo adulescentula, cum accepta<br />
esset anno 1900, organum pulsare et opera<br />
muliebria facere didicit. Eodem tempore III<br />
Ordinem Sancti Francisci ingressa, etiam in<br />
honorarium Praesidium Sacratissimi Cordis<br />
Iesu nomen dedit. Tandem in sodalitate,<br />
quae apud locum Reutberg, tirocinium postulantibus<br />
ponendum mense Octobri anni<br />
1902 auspicata, anno 1903 religionis habitum<br />
induit, sequenti autem anno e simplici<br />
perpetua votorum formula se Deo devinxit.<br />
Hic praesertim in fraternam caritatem fo-
362 AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
vendam incubuit eaque, quippe quae Instituti<br />
Regulam ad unguem observaret, inter<br />
ceteras eminuit.<br />
Praeterea Dei Famula in ludo, qui conventui<br />
adiunctus erat, muliebrium operum<br />
magistra fuit; quo quidem munere fungens,<br />
semet ad docendum ostendit aptissimam.<br />
Fuit eadem organi modulatrix, ipsaque,<br />
quoad plurimae infirmitates eius ferebant,<br />
vel in fullonica operam praestabat. Haud<br />
mirum ergo quam studiose, quam sedulo<br />
omnia sibi delata munera obiisset. Cum autem<br />
anno 1921 in adiutricem et consiliariam<br />
electa esset, “alterum novitiatum” qui fertur<br />
movit, singulare sane inceptum, quo prioris<br />
novitiatus fervorem religiosae mulieres vividum<br />
servarent. Ceterum varia bona, quae<br />
Dominus in spiritum eius effuderat, ipsa<br />
laeto humilique corde accepit. Insimul, cum<br />
aliquando etiam per animi tenebras ambularet,<br />
huiusmodi aerumnas Domino offerebat,<br />
cui quidem confisa satis valebat ad sustinendum.<br />
Etenim latendo, divinae voluntati<br />
parendo, suae condicionis officia assidue<br />
praestando, lectissima haec virgo, dum<br />
cunctas christianas virtutes assidue, delectabiliter,<br />
studiose adhibet, ad sublimia perfectionis<br />
evangelicae fastigia pervenit.<br />
Quae, veluti filia, vinculo pietatis cum<br />
Domino coniuncta, sua voluntate prorsus<br />
neglecta, se Eidem donavit. Ea enim fide,<br />
quae animo alte haereret, incitata, firmiter<br />
credidit quaecumque vera Deus revelavit et<br />
quidquid edocebat Ecclesia, adeo ut, quod<br />
ipsa catholicam coleret fidem, Deo gratias<br />
palam ageret sociasque ad idem faciendum<br />
hortaretur. In orando assidua, Augustissimum<br />
altaris Sacramentum, Beatissimam<br />
Virginem Deiparam, Sacratissimum Cor Iesu<br />
flagranti pietate prosecuta est. Quae fortissima<br />
femina ne tunc quidem, cum in angustiis<br />
constituta esset, animo frangi patiebatur,<br />
sed potius divinae Providentiae<br />
fidenter se tradebat. Eadem socias dilexit iisque<br />
serviit, in malis solacium attulit, earumque<br />
animis, sacram conversationem<br />
amplexatis, vires addidit.<br />
Bonis ac talentis, quae Dominus ei contulerat,<br />
prudenter fruita, siquis ab ea consilium<br />
peteret, semper magni iudicii exstitit.<br />
Fide studioque iustitiae egit nec ullam pror-<br />
sus mendacii formam toleravit. Porro patiens<br />
fuit Ancilla Dei cum in ferendis doloribus<br />
compluribus, ex infirma eius valetudine<br />
procedentibus, tum, quod nonnumquam<br />
contigerat, in aliorum neglegentia subeunda.<br />
Placidam constantiam usque servavit,<br />
cum admodum sui suaeque voluntatis et naturae<br />
compos f<strong>acta</strong> esset. Quae, dum bona<br />
huius saeculi calcat, multis voluntariis paenitentiis<br />
semet ipsam discruciabat: incommoda<br />
enim ab ineunte aetate toleravit nec<br />
postea, cum in asceterio viveret, paupertatem<br />
umquam deploravit. Parentibus, operis<br />
conductoribus, superioribus prompte oboedivit.<br />
Quae, priscae sanctimoniae virgo,<br />
omni tempore modestia praestavit.<br />
Gravem morbum, quo autumnali tempore<br />
anni 1922 temptata est, licet acerrimis<br />
doloribus oppressa patientissime tulit. Tandem<br />
die 11 mensis Februarii anno 1923<br />
sempiterna beatitate, quam ipsa firmiter et<br />
assidue exspectaverat, Christi meritis iuvantibus,<br />
est potita.<br />
Pervagatae famae sanctitatis intuitu, Archiepiscopus<br />
Monacensis Causae beatificationis<br />
et canonizationis initium fecit per<br />
Processum Ordinarium, qui ab anno 1936<br />
ad annum 1939 conditus est; cuius validitatem<br />
Congregatio de Causis Sanctorum ratam<br />
habuit per decretum die 3 mensis Iulii<br />
anno 1992 latum. Positione confecta, ad<br />
consuetudinem disceptatum est num Dei<br />
Ancilla omnes et singulas virtutes, easque<br />
in gradu heroico, exercuerit. Die vero 28<br />
mensis Octobris anno 2005 Peculiaris<br />
Theologorum Consultorum Congressus, favorabili<br />
quidem cum exitu, habitus est. Patres<br />
autem Cardinales et Episcopi, in Sessione<br />
Ordinaria quae die 20 mensis Martii<br />
anno 2007 gesta est, audita relatione Exc.mi<br />
D.ni Petri Georgii Nesti, C. P., Archiepiscopi<br />
emeriti Camerinensis-Sancti Severini in<br />
Piceno, Causae Ponentis, agnoverunt Mariam<br />
Fidelem Weiss, theologales et cardinales<br />
iisque adnexas virtutes, in gradu heroico,<br />
exercuisse.<br />
F<strong>acta</strong> demum de hisce omnibus rebus<br />
Summo Pontifici Benedicto XVI per subscriptum<br />
Cardinalem Praefectum accurata<br />
relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis<br />
de Causis Sanctorum excipiens rataque
habens, hodierno die declaravit: Constare<br />
de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate<br />
tum in Deum tum in proximum, necnon<br />
de cardinalibus Prudentia, Iustitia,<br />
Temperantia et Fortitudine iisque adnexis,<br />
in gradu heroico, Servae Dei Mariae Fidelis<br />
Weiss (in saec.: Eleonorae Margaritae),<br />
Religiosae professae III Ordinis Sancti<br />
Francisci, in casu et ad effectum de quo<br />
agitur.<br />
Voluit autem Sanctitas Sua ut hoc decretum<br />
publici iuris fieret et in <strong>acta</strong> Congregationis<br />
de Causis Sanctorum referretur.<br />
Datum Romae, die 1 mensis Iunii A. D.<br />
2007.<br />
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS<br />
Praefectus<br />
† MICHAËL DI RUBERTO<br />
Archiep. tit. el. Biccarensis<br />
a Secretis<br />
5. Canonizzazione del Beato Simone da<br />
Lipnica<br />
Roma, Piazza S. Pietro, 3 giugno 2007<br />
1. Cronaca<br />
La pioggia impietosa – come la definì<br />
L’Osservatore Romano – non riuscì a spegnere<br />
l’entusiasmo della folla cosmopolita<br />
convenuta in piazza S. Pietro a Roma, la domenica<br />
3 giugno 2007, per la festa della<br />
santità, in programma per la solenne canonizzazione<br />
dei Beati Giorgio Preca, Simone<br />
da Lipnica, Carlo di Sant’Andrea e Maria<br />
Eugenia di Gesù, i cui volti raffigurati negli<br />
artistici arazzi si affacciavano lieti dall’alto<br />
delle logge della basilica vaticana. Tra i<br />
quattro Beati, “nuovi fratelli maggiori” come<br />
li presentò lo stesso Papa proponendoli<br />
alla venerazione della Chiesa universale, figurava<br />
il nostro Simone da Lipnica, nato in<br />
Polonia nel 1435 e morto a Cracovia il 18<br />
luglio 1482, dichiarato Beato per conferma<br />
di culto il 24 febbraio 1685 dal Beato Papa<br />
Innocenzo XI.<br />
Dalla Polonia, accompagnato dal Presidente<br />
della Repubblica, dal Cardinale Primate<br />
J. Glemp, dal Cardinale Arcivescovo<br />
E POSTULATIONE GENERALI<br />
363<br />
di Cracovia S. Dziwisz e da diversi Vescovi<br />
nonché da una folta schiera di Frati Minori,<br />
era giunto a Roma un gruppo di circa duemila<br />
pellegrini, lieti di acclamare santo un<br />
altro figlio della terra polacca, “testimone di<br />
Cristo e seguace della spiritualità di san<br />
Francesco d’Assisi”.<br />
Assente dall’Italia il Ministro Generale<br />
(in Brasile, per la V Conferenza dell’Episcopato<br />
latino-americano), l’Ordine dei<br />
Frati Minori era rappresentato dal Vicario<br />
Generale Fr. Francesco Bravi, dai Ministri<br />
provinciali di Polonia e da diversi membri<br />
della Curia generalizia.<br />
Un gruppo di studenti della Provincia<br />
dell’Immacolata di Cracovia, insieme ad alcuni<br />
Seminaristi della diocesi di Tarnow<br />
(nel cui ambito si trova Lipnica, patria del<br />
novello santo), prestava servizio nel corso<br />
della solenne Liturgia papale, mentre altri<br />
Frati erano incaricati di portare all’altare le<br />
reliquie di san Simone e le offerte per il sacrificio<br />
eucaristico insieme a due dalmatiche,<br />
dono della Postulazione della Causa al<br />
Santo Padre. Fr. Samuele Portka e Sr. Anna<br />
Chiara Rizzo, Alcantarina, proponevano all’assemblea,<br />
prima della celebrazione, testi<br />
francescani e preghiere antiche in onore del<br />
nostro santo. Fr. Stanislaw Belcik fungeva<br />
da Diacono ministrante.<br />
Alle ore 10.00, nonostante la pioggia battente,<br />
preceduto dalla lunga teoria dei quaranta<br />
concelebranti (tra i quali il Vicario generale<br />
<strong>OFM</strong>, il Ministro provinciale Fr. Czeslaw<br />
Gniecki e il suo Vicario Fr. Andrej<br />
Pabin, l’ex Ministro provinciale Fr. Romuald<br />
Kosla, il Vice-Postulatore Fr. Wieslaw Murawiec,<br />
il Parroco di Lipnica, il Rettore del<br />
Seminario diocesano di Tarnow e il Vice-Postulatore<br />
per la diocesi di origine di san Simone),<br />
il Santo Padre Benedetto XVI raggiungeva<br />
l’altare posto sulla sommità del sagrato,<br />
dando inizio alla celebrazione<br />
dell’Eucaristia. Subito dopo l’atto penitenziale,<br />
il Cardinale Prefetto della Congregazione<br />
delle Cause dei Santi José Saraiva<br />
Martins, accompagnato dai quattro Postulatori,<br />
si avvicinava alla sede papale e perorava<br />
la canonizzazione dei quattro Beati.<br />
Seguiva il momento solenne del canto<br />
delle Litanie dei santi e dell’invocazione al
364 AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
lo Spirito Santo. Quindi, nella pienezza della<br />
sua autorità apostolica, Benedetto XVI<br />
pronunziava la solenne formula di canonizzazione,<br />
accolta dalla folla con un prolungato<br />
e intenso applauso, mentre l’organo e<br />
le campane si associavano festanti alla<br />
commozione e al canto dei conterranei dei<br />
novelli Santi.Il Cardinale Prefetto e i Postulatori,<br />
tra i quali Fr. Luca M, De Rosa, potevano<br />
incontrare il Santo Padre per esprimergli<br />
la gioia e la gratitudine di quanti<br />
hanno lavorato ed atteso con fiducia il momento<br />
della suprema glorificazione di questi<br />
nuovi “capolavori della Sapienza di<br />
Dio”.<br />
Proclamato il Vangelo nelle lingue latina<br />
e greca, il Papa pronunziava la intensa<br />
Omelia che riportiamo di seguito, invitando<br />
l’assemblea a contemplare la gloria di Dio<br />
nella vita dei Santi da Lui proposti alla venerazione<br />
della Chiesa universale.<br />
All’Angelus, Benedetto XVI richiamava<br />
l’attenzione dei presenti sulla devozione<br />
mariana di San Simone da Lipnica e affidava<br />
alla sua intercessione “coloro che danno<br />
la vita nel servizio ai malati, ai sofferenti e<br />
agli abbandonati” come ha fatto in vita il<br />
novello santo francescano.<br />
La celebrazione della domenica ha avuto<br />
la sua conclusione ideale l’indomani, lunedì<br />
4 giugno, nella basilica papale di S.<br />
Giovanni in Laterano, dove, con la partecipazione<br />
di tutti i pellegrini polacchi, il Cardinale<br />
Primate J. Glemp ha presieduto la solenne<br />
Eucaristia di ringraziamento, dando<br />
avvio alle varie celebrazioni in programma<br />
in diverse località della Polonia, come quella<br />
prevista per il 19 agosto a Kalvaria con la<br />
partecipazione del Presidente della Repubblica<br />
S.E. il Signor Lech Kaczynski e del<br />
Ministro generale <strong>OFM</strong>, Fr. José Rodríguez<br />
Carballo.<br />
La stampa ha dato all’evento il giusto rilievo,<br />
offrendo notizie accurate sulla vita<br />
del nostro Santo e sul programma delle celebrazioni.<br />
L’Osservatore Romano ha dedicato<br />
al novello Santo di Lipnica l’intera pagina<br />
7 dell’edizione del 3 giugno 2007.<br />
Una segnalazione speciale meritano<br />
l’immagine del Santo apparsa sull’arazzo<br />
esposto sulla loggia vaticana, che rappre-<br />
senta Simone da Lipnica mentre conforta<br />
gli appestati di Cracovia con il suo ministero<br />
sacerdotale, opera di un artista polacco, e<br />
il prezioso Reliquiario offerto al Santo Padre<br />
con una insigne reliquia “ex ossibus”<br />
dell’esemplare testimone della misericordia<br />
del Cristo buon Samaritano.<br />
A laude di Cristo. Amen<br />
2. Omelia di Benedetto XVI<br />
FR. LUCA M.DE ROSA,<strong>OFM</strong><br />
Cari fratelli e sorelle,<br />
celebriamo oggi la solennità della Santissima<br />
Trinità. Dopo il tempo pasquale, dopo<br />
aver rivissuto l’avvenimento della Pentecoste,<br />
che rinnova il battesimo della Chiesa<br />
nello Spirito Santo, volgiamo per così<br />
dire lo sguardo verso “i cieli aperti” per entrare<br />
con gli occhi della fede nelle profondità<br />
del mistero di Dio, Uno nella sostanza<br />
e Trino nelle persone: Padre e Figlio e Spirito<br />
Santo. Mentre ci lasciamo avvolgere da<br />
questo sommo mistero, ammiriamo la gloria<br />
di Dio, che si riflette nella vita dei Santi;<br />
la contempliamo soprattutto in quelli che<br />
poc’anzi ho proposto alla venerazione della<br />
Chiesa universale: Giorgio Preca, Szymon<br />
di Lipnica, Karel van Sint Andries Houben<br />
e Marie Eugénie de Jésus Milleret. A tutti i<br />
pellegrini, qui convenuti per rendere omaggio<br />
a questi testimoni esemplari del Vangelo,<br />
rivolgo il mio cordiale saluto. Saluto, in<br />
particolare, i Signori Cardinali, i Signori<br />
Presidenti delle Filippine, di Irlanda, di<br />
Malta e di Polonia, i venerati Fratelli nell’Episcopato,<br />
le Delegazioni governative e<br />
le altre Autorità civili, che prendono parte a<br />
questa celebrazione.<br />
Nella prima Lettura, tratta dal Libro dei<br />
Proverbi, entra in scena la Sapienza, che sta<br />
al fianco di Dio come assistente, come “architetto”<br />
(8,30). Stupenda è la “panoramica”<br />
sul cosmo osservato con i suoi occhi. La<br />
Sapienza stessa confessa: “Mi ricreavo sul<br />
globo terrestre, / ponendo le mie delizie tra<br />
i figli dell’uomo” (8,31). È in mezzo agli<br />
esseri umani che essa ama dimorare, perché<br />
in essi riconosce l’immagine e la somiglianza<br />
del Creatore. Questa relazione pre-
ferenziale della Sapienza con gli uomini fa<br />
pensare ad un celebre passo di un altro libro<br />
sapienziale, il Libro della Sapienza: “La sapienza<br />
– vi leggiamo – è un’emanazione<br />
della potenza di Dio /… Pur rimanendo in<br />
se stessa, tutto rinnova / e attraverso le età<br />
entrando nelle anime sante, / forma amici<br />
di Dio e profeti” (Sap 7,25-27). Quest’ultima<br />
suggestiva espressione invita a considerare<br />
la multiforme e inesauribile manifestazione<br />
della santità nel popolo di Dio lungo<br />
i secoli. La Sapienza di Dio si manifesta nel<br />
cosmo, nella varietà e bellezza dei suoi elementi,<br />
ma i suoi capolavori, dove realmente<br />
appare molto più la sua bellezza e la sua<br />
grandezza, sono i santi.<br />
Nel brano della Lettera dell’apostolo<br />
Paolo ai Romani troviamo un’immagine simile:<br />
quella dell’amore di Dio “riversato<br />
nei cuori” dei santi, cioè dei battezzati, “per<br />
mezzo dello Spirito Santo” che è stato loro<br />
donato (cfr Rm 5,5). È attraverso Cristo che<br />
passa il dono dello Spirito, “Persona-amore,<br />
Persona-dono”, come l’ha definito il<br />
Servo di Dio Giovanni Paolo II (Enc. Dominum<br />
et vivificantem, 10). Per mezzo di<br />
Cristo, lo Spirito di Dio giunge a noi quale<br />
principio di vita nuova, “santa”. Lo Spirito<br />
pone l’amore di Dio nel cuore dei credenti<br />
nella forma concreta che aveva nell’uomo<br />
Gesù di Nazaret. Si realizza così quanto dice<br />
san Paolo nella Lettera ai Colossesi:<br />
“Cristo in voi, speranza della gloria” (1,27).<br />
Le “tribolazioni” non sono in contrasto con<br />
questa speranza, anzi, concorrono a realizzarla,<br />
attraverso la “pazienza” e la “virtù<br />
provata” (Rm 5,3-4): è la via di Gesù, la via<br />
della Croce.<br />
Nella medesima prospettiva, della Sapienza<br />
di Dio incarnata in Cristo e comunicata<br />
dallo Spirito Santo, il Vangelo ci ha<br />
suggerito che Dio Padre continua a manifestare<br />
il suo disegno d’amore mediante i<br />
santi. Anche qui, accade quanto abbiamo<br />
già notato a proposito della Sapienza: lo<br />
Spirito di verità rivela il disegno di Dio nella<br />
molteplicità degli elementi del cosmo –<br />
siamo grati per questa visibilità della bellezza<br />
e della bontà di Dio negli elementi del<br />
cosmo - e lo fa soprattutto mediante le persone<br />
umane, in modo speciale mediante i<br />
E POSTULATIONE GENERALI<br />
365<br />
santi e le sante, dove traspare con grande<br />
forza la sua luce, la sua verità, il suo amore.<br />
In effetti, “l’immagine del Dio invisibile”<br />
(Col 1,15) è propriamente solo Gesù Cristo,<br />
“il Santo e il Giusto” (At 3,14). Egli è la Sapienza<br />
incarnata, il Logos creatore che trova<br />
la sua gioia nel dimorare tra i figli dell’uomo,<br />
in mezzo ai quali ha posto la sua<br />
tenda (cfr Gv 1,14). In Lui è piaciuto a Dio<br />
riporre “ogni pienezza” (cfr Col 1,19); o,<br />
come dice Egli stesso nel brano evangelico<br />
odierno: “Tutto quello che il Padre possiede<br />
è mio” (Gv 16,15). Ogni singolo Santo<br />
partecipa della ricchezza di Cristo ripresa<br />
dal Padre e comunicata a tempo opportuno.<br />
È sempre la stessa santità di Gesù, è sempre<br />
Lui, il “Santo”, che lo Spirito plasma nelle<br />
“anime sante”, formando amici di Gesù e<br />
testimoni della sua santità. E Gesù vuol fare<br />
anche di noi degli amici suoi. Proprio in<br />
questo giorno apriamo il nostro cuore perché<br />
anche nella nostra vita cresca l’amicizia<br />
per Gesù, così che possiamo testimoniare la<br />
sua santità, la sua bontà e la sua verità.<br />
[...]<br />
Il novello santo, Simone da Lipnica,<br />
grande figlio della terra polacca, testimone<br />
di Cristo e seguace della spiritualità di San<br />
Francesco d’Assisi, è vissuto in epoca lontana,<br />
ma proprio oggi è proposto alla Chiesa<br />
come modello attuale di un cristiano che<br />
– animato dallo spirito del Vangelo – è<br />
pronto a dedicare la vita per i fratelli. Così,<br />
colmo della misericordia che attingeva dall’Eucaristia,<br />
non esitò a portare l’aiuto ai<br />
malati colpiti dalla peste, contraendo tale<br />
morbo che condusse alla morte anche lui.<br />
Oggi in modo particolare affidiamo alla sua<br />
protezione coloro che soffrono a causa della<br />
povertà, della malattia, della solitudine e<br />
dell’ingiustizia sociale. Tramite la sua intercessione<br />
chiediamo per noi la grazia dell’amore<br />
perseverante ed attivo, per Cristo e<br />
per i fratelli.<br />
[...]<br />
Cari fratelli e sorelle, rendiamo grazie a<br />
Dio per le meraviglie che ha compiuto nei<br />
Santi, nei quali risplende la sua gloria. Lasciamoci<br />
attrarre dai loro esempi, lasciamoci<br />
guidare dai loro insegnamenti, perché tutta<br />
la nostra esistenza diventi, come la loro,
366 AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
un cantico di lode a gloria della Santissima<br />
Trinità. Ci ottenga questa grazia Maria, la<br />
Regina dei Santi, e l’intercessione di questi<br />
quattro nuovi “Fratelli maggiori” che oggi<br />
con gioia veneriamo. Amen.<br />
BENEDETTO XVI<br />
[L’Osservatore Romano, 4-5 giugno 2007]<br />
3. Simone da Lipnica (1435/1440-1482)<br />
Il Beato Simone nacque a Lipnica Murowana,<br />
nella Polonia meridionale intorno<br />
agli anni 1435-1440. I suoi genitori, Gregorio<br />
e Anna, seppero dargli un’educazione<br />
sana, ispirata ai valori della fede cristiana e,<br />
nonostante la modesta condizione, si preoccuparono<br />
di assicurargli un’adeguata formazione<br />
culturale. Simone crebbe con un<br />
carattere pio e responsabile, ricco di una naturale<br />
predisposizione alla preghiera e un<br />
tenero amore alla Madre di Dio.<br />
Nel 1454, si trasferì a Cracovia, per frequentare<br />
la famosa Accademia Jagellonica.<br />
Proprio in quegli anni San Giovanni da Capestrano,<br />
entusiasmava la città con la santità<br />
della sua vita e il fervore delle sue prediche,<br />
attirando alla vocazione francescana<br />
una folta schiera di giovani generosi.<br />
Nel 1457, anche il giovane Simone, affascinato<br />
dall’ideale francescano, preferì acquistare<br />
la perla preziosa del vangelo, tralasciando<br />
un avvenire ricco di successi. Pertanto<br />
chiese di essere accolto, con altri dieci<br />
suoi colleghi studenti, nel convento di Stradom.<br />
Sotto la sapiente guida del maestro di<br />
noviziato, P. Cristoforo da Varese, religioso<br />
eminente per dottrina e santità di vita, Simone<br />
abbracciò con generosità la vita umile<br />
e povera dei Frati Minori, giungendo al<br />
sacerdozio intorno al 1460. Esercitò il primo<br />
ministero nel convento di Tarnów, dove<br />
fu guardiano della fraternità. Successivamente,<br />
si stabilì a Stradom (Cracovia), dedicandosi<br />
instancabilmente alla predicazione,<br />
con parola limpida, piena di ardore, di<br />
fede, e di sapienza, che lasciava intuire la<br />
sua profonda unione con Dio e lo studio<br />
prolungato della Sacra Scrittura.<br />
Come San Bernardino da Siena e San<br />
Giovanni da Capestrano, Fr. Simone diffuse<br />
la devozione al Nome di Gesù, ottenendo la<br />
conversione di innumerevoli peccatori. Nel<br />
1463, primo tra i Frati Minori, occupò l’ufficio<br />
di predicatore nella cattedrale del<br />
Wawel. Per questa sua dedizione alla predicazione<br />
evangelica le fonti antiche gli conferirono<br />
il titolo di “predicator ferventissimus”.<br />
Desideroso di rendere omaggio a San<br />
Bernardino da Siena, ispiratore della sua<br />
predicazione, il 17 maggio 1472, con alcuni<br />
confratelli polacchi, giunse a L’Aquila<br />
per partecipare alla solenne traslazione del<br />
corpo del santo nel nuovo tempio eretto in<br />
suo onore. Nuovamente fu in Italia nel 1478<br />
in occasione capitolo generale di Pavia. Ebbe<br />
modo, allora, di poter soddisfare l’intimo<br />
desiderio di visitare le tombe degli Apostoli<br />
a Roma, e prolungare poi il pellegrinaggio<br />
in Terra Santa. Visse questa esperienza<br />
in spirito di penitenza, da vero amante della<br />
passione di Cristo, con la nascosta aspirazione<br />
di versare il proprio sangue per la salvezza<br />
delle anime, se così fosse piaciuto a<br />
Dio. Emulo di San Francesco nel suo amore<br />
per i Luoghi santi, nell’eventualità di essere<br />
catturato dagli infedeli, prima di intraprendere<br />
il viaggio volle imparare a memoria<br />
la regola dell’Ordine « per averla sempre<br />
davanti agli occhi della mente ».<br />
L’amore di Simone per i fratelli si manifestò<br />
in maniera straordinaria nell’ ultimo<br />
anno della sua vita, quando scoppiò a Cracovia<br />
una epidemia di peste. Dal luglio<br />
1482 al 6 gennaio 1483 la città fu sotto il<br />
flagello della malattia. Nella desolazione<br />
generale, i Francescani del convento di San<br />
Bernardino si prodigarono instancabilmente<br />
nella cura degli ammalati, da veri angeli<br />
consolatori.<br />
Fr. Simone ritenne quello un “tempo<br />
propizio” per esercitare la carità e per portare<br />
a compimento l’offerta della propria vita.<br />
Ovunque passò confortando, recando<br />
soccorso, amministrando i sacramenti, e annunciando<br />
la consolante Parola di Dio ai<br />
moribondi. Presto fu contagiato. Sopportò<br />
con straordinaria pazienza le sofferenze<br />
della malattia e, prossimo alla fine, espres-
se il desiderio di essere sepolto sotto la soglia<br />
della chiesa, perché tutti potessero calpestarlo.<br />
Nel sesto giorno di malattia, il 18<br />
luglio 1482, senza temere la morte e con gli<br />
occhi fissi sulla Croce, rese l’anima a Dio.<br />
Simone da Lipnica seppe coniugare mirabilmente<br />
l’impegno tra l’evangelizzazione<br />
e la testimonianza della carità, che scaturì<br />
dal suo grande amore per la Parola di<br />
Dio e per i fratelli più poveri e sofferenti.<br />
L’Ordine dei Frati Minori, alla vigilia della<br />
Celebrazione dell’VIII centenario della sua<br />
Fondazione (1209-2009), saluta in lui un<br />
autentico testimone della povertà, dell’umiltà<br />
e della semplicità, nonché della gioia<br />
di essere tutto del Signore e di essere insieme<br />
dono per la vita dei fratelli.<br />
La fama di santità che aveva circondato<br />
in vita il Beato Simone, da tutti chiamato<br />
“verus frater minor” e “Christi fidelis imitator”,<br />
si diffuse ampiamente subito dopo il<br />
suo transito, avvenuto a Cracovia il 18 luglio<br />
1482. Già nel 1484 i suoi devoti lo invocavano<br />
con un “Responsorio” nel quale a<br />
Simone è dato il titolo di “beato” ed è definito<br />
“Nova lux Poloniae” e “clarum sidus<br />
Cracoviae”.<br />
I frequenti pellegrinaggi alla sua tomba<br />
e le numerose guarigioni attribuite alla sua<br />
intercessione, spinsero l’Arcivescovo Metropolita<br />
di Gniezno, Jan Laski, Primate di<br />
Polonia a presentare al Papa, nel 1514, la<br />
petizione perché fosse approvato il culto<br />
pubblico del nostro Beato insieme a quello<br />
attribuito al Principe Casimiro e ad altri Patroni<br />
della Polonia. Ma solo nel 1637 fu<br />
possibile avviare a Cracovia una accurata<br />
Inchiesta sul culto “ab immemorabili”, che<br />
fu confermato dal Sommo Pontefice Beato<br />
Innocenzo XI il 24 febbraio 1685.<br />
La vasta risonanza che ebbe la conferma<br />
del culto del Beato, a cui seguì il 13 dicembre<br />
1741 l’estensione della sua memoria liturgica<br />
annuale all’intera Famiglia Francescana,<br />
spinse lo stesso Re Stanislao Augusto<br />
Poniatowski a inviare al Sommo<br />
Pontefice una Lettera postulatoria in favore<br />
della Causa, il 2 dicembre 1776, in vista<br />
della Canonizzazione.<br />
Tuttavia le complesse vicende politiche<br />
che interessarono la Polonia tra il XVIII e<br />
E POSTULATIONE GENERALI<br />
367<br />
XIX secolo, come la perdita della indipendenza<br />
nazionale e le successive spartizioni<br />
del territorio, nonché l’avvicendarsi al governo<br />
della nuova entità di persone diverse,<br />
bloccarono ogni iniziativa.<br />
Un nuovo interesse per la conclusione<br />
della Causa maturò come frutto delle celebrazioni<br />
promosse dai Frati Minori per il IV<br />
Centenario della morte del Beato Simone,<br />
nel 1882. Una fitta serie di celebrazioni richiamò<br />
presso il sepolcro del Beato a Cracovia<br />
numerosi pellegrinaggi, guidati dai rispettivi<br />
Pastori dei diversi luoghi di provenienza.<br />
Il 25 giugno 1948, accogliendo le<br />
suppliche pervenutegli da parte di numerosi<br />
Vescovi e Superiori religiosi, il Santo Padre<br />
Pio XII autorizzava la “riassunzione”<br />
della Causa.<br />
La celebrazione del Millennio del Battesimo<br />
della Polonia, nel 1966, ripropose ancora<br />
una volta all’attenzione della comunità<br />
polacca la figura del Beato Simone, la cui<br />
attualità venne ribadita dall’allora Arcivescovo<br />
Metropolita di Cracovia, il Cardinale<br />
Karol Wojtyla. Le difficili condizioni nelle<br />
quali precipitò la Polonia sotto il regime comunista,<br />
durate fino al 1989, spensero sul<br />
nascere le nuove speranze di condurre in<br />
porto la Causa. Negli anni 1999-2000 si<br />
giunse, infine, alla celebrazione di una Inchiesta<br />
diocesana sulla vita e le virtù del<br />
Beato Simone, promossa dall’Arcivescovo<br />
Metropolita di Cracovia, Cardinale Francesco<br />
Macharski, la cui validità giuridica fu<br />
riconosciuta dalla Congregazione delle<br />
Cause dei Santi il 25 ottobre 2002.<br />
Preparata la “Positio super vita et virtutibus”,<br />
fu dapprima esaminata con esito favorevole<br />
dai Consultori Storici il 2 marzo<br />
2004, e successivamente, con l’unanime<br />
consenso, prima dai Consultori Teologi il<br />
12 ottobre 2004 e poi dai Padri Cardinali e<br />
Vescovi l’11 gennaio 2005. Il 19 dicembre<br />
2005 il Sommo Pontefice Benedetto XVI<br />
autorizzava la promulgazione del Decreto<br />
con cui è attestato l’esercizio eroico delle<br />
virtù del Beato Simone.<br />
Dal 24 luglio al 23 agosto 1950 l’allora<br />
Arcivescovo Metropolita di Cracovia, il<br />
Cardinale Adamo Stefano Sapieha, con<br />
l’autorizzazione della Santa Sede, aveva
368 AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
istruito un Processo Apostolico sulla presunta<br />
guarigione miracolosa della Sig.ra<br />
Maria Piątek, da embolia cerebrale con indebolimento<br />
cardiaco, avvenuta nel 1943 e<br />
attribuita alla intercessione del Beato Simone.<br />
Il caso fu esaminato con esito favorevole<br />
dalla Consulta Medica il 14 aprile 2005,<br />
quindi dai Consultori Teologi il 21 febbraio<br />
2006 e infine dai Padri Cardinali e Vescovi<br />
nella Sessione Ordinaria del 3 ottobre dello<br />
stesso anno. Il Santo Padre Benedetto XVI<br />
ha confermato il giudizio dei suddetti organismi<br />
e ha autorizzato la promulgazione del<br />
decreto sul miracolo il 16 dicembre 2006.<br />
Nel Concistoro pubblico del 23 febbraio<br />
2007 ha poi stabilito di procedere alla solenne<br />
canonizzazione del Beato Simone il 3<br />
giugno 2007.
1. Isole Mauritius - Corso di formazione,<br />
Visita e Capitolo elettivo dell’OFS<br />
Presso la casa Foyer Fiat a Rose-Hill<br />
nelle Is. Mauritius si è svolto, dal 13 al 19<br />
aprile 2008, il Corso di formazione sull’OFS-GiFra<br />
e sull’assistenza spirituale per<br />
Frati, Suore e Francescani Secolari delle<br />
Isole Mauritius, di Réunion e del Madagascar.<br />
Il Corso è stato organizzato dal Consiglio<br />
nazionale dell’OFS delle Is. Mauritius<br />
e dalla Presidenza CIOFS, con il contributo<br />
degli Assistenti spirituali locali, Fr. René<br />
Coutagne, <strong>OFM</strong>, e Fr. Krisnah Ramsamy,<br />
<strong>OFM</strong>.<br />
Hanno partecipato 4 Frati, 19 Suore<br />
Francescane Missionarie di Maria, 12 Francescani<br />
Secolari, 2 Rappresentanti della Gi-<br />
Fra e 1 Francescano Secolare del Rwanda.<br />
Era presente anche il nuovo Assistente nazionale<br />
di Madagascar, Fr. Roger Aimé Rabemahafaly<br />
<strong>OFM</strong>.<br />
A nome della Presidenza CIOFS il Corso<br />
è stato animato da Benedetto Lino,<br />
Consigliere della Presidenza, e da Fr. Ivan<br />
Matić, <strong>OFM</strong>, Assistente generale dell’OFS.<br />
Il 20 aprile si è svolta la visita fraterna e<br />
pastorale al Consiglio nazionale dell’OFS<br />
delle Is. Mauritius e nei giorni 21-22 aprile<br />
si è celebrato il Capitolo nazionale elettivo,<br />
dove Marie Thérèse Soobaroyen è<br />
stata eletta Ministra nazionale e Consigliera<br />
internazionale. I Capitolari sono stati<br />
circa 80.<br />
2. Australia - Capitolo nazionale elettivo<br />
dell’OFS di Oceania<br />
Il Capitolo elettivo della Fraternità nazionale<br />
dell’OFS dell’Oceania è stato celebrato<br />
a Sydney dal 27 al 29 aprile 2007. A<br />
nome della Presidenza CIOFS hanno presieduto<br />
il Capitolo elettivo Lucy Almirañes,<br />
EX OFFICIO OFS<br />
Consigliera della Presidenza, e Fr. Ivan Matić,<br />
<strong>OFM</strong>, Assistente generale dell’OFS.<br />
Al Capitolo hanno partecipato circa 50<br />
Capitolari con vari Assistenti regionali. Era<br />
presente Fr. Carl Schafer, <strong>OFM</strong>, Assistente<br />
nazionale dell’OFS, che ha illustrato la situazione<br />
dell’assistenza spirituale e pastorale<br />
a livello nazionale. È stato anche approvato<br />
il testo del nuovo Statuto nazionale<br />
che dovrà essere ratificato dalla Presidenza<br />
CIOFS.<br />
Nel pomeriggio del 28 aprile si è svolta<br />
l’elezione del nuovo Consiglio nazionale.<br />
Sono stati eletti: Helen Britton, come Ministra<br />
nazionale (rieletta), e Sandra Tilley, come<br />
Consigliera Internazionale. Poiché si sta<br />
preparando l’incontro internazionale della<br />
GiFra a Sydney, durante la Giornata Mondiale<br />
della Gioventù (Sydney, 15-20 luglio<br />
2008), Fr. Ivan, infine, ha presentato una relazione<br />
sulla Gioventù Francescana.<br />
3. Croazia - I° Congresso nazionale<br />
OFS-GiFra ed Incontro nazionale<br />
della GiFra<br />
Il 19 maggio 2007 a Zagabria, in Croazia,<br />
si è svolto il primo Congresso nazionale<br />
dell’OFS-GiFra. Hanno partecipato circa<br />
700 Francescani Secolari e Giovani Francescani,<br />
con i loro Assistenti spirituali, in rappresentanza<br />
di tutte le Fraternità locali e regionali<br />
dell’OFS-GiFra. È stata molto gradita<br />
la presenza dei vari Ministri provinciali<br />
e, in modo particolare, di Mons. Josip<br />
Mrzljak, Vescovo di Varaždin e membro<br />
dell’OFS, che ha presieduto la solenne celebrazione<br />
eucaristica. A nome della Conferenza<br />
degli Assistenti generali era presente<br />
Fr. Ivan Matić, <strong>OFM</strong>.<br />
Il tema del Congresso, «Le attività caritative<br />
dell’OFS e della GiFra nella società<br />
croata», è stato approfondito con l’aiuto di<br />
alcune Relazioni. Fr. Ivan ha parlato di ciò
370 AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
che ha visto nelle diverse Fraternità nazionali<br />
nel mondo. Stjepan Lice e Renato Matić,<br />
Francescani Secolari di Zagabria, hanno<br />
illustrato alcune situazioni concrete che<br />
si incontrano nella società croata e le conseguenti<br />
sfide per i Francescani.Alle Relazione<br />
sono seguiti il lavoro in gruppi, la condivisione<br />
e la conclusione del Congresso con<br />
la rappresentazione teatrale sulla vita di S.<br />
Elisabetta, realizzata dalla Gioventù Francescana.<br />
Nei giorni 25-27 maggio 2007 la Gioventù<br />
Francescana di Croazia ha celebrato il<br />
suo incontro nazionale, presso il santuario<br />
Mariano di Trsat a Rijeka. Assieme agli Assistenti<br />
spirituali, circa 800 Giovani Francescani,<br />
provenienti da tutte le Fraternità regionali<br />
della Croazia, hanno vissuto questi<br />
giorni in un spirito di preghiera, riflessione<br />
e gioia. All’incontro erano presenti Xavi<br />
Ramos, Consigliere di Presidenza CIOFS, e<br />
Fr. Ivan Matić, <strong>OFM</strong>,Assistente generale. Il<br />
tema dell’incontro, «Osiamo vivere il Vangelo»,<br />
è stato illustrato da Fr. Ivan, approfondito<br />
nei lavori di gruppo e tradotto in<br />
preghiera nella Lectio divina, basata sul testo<br />
del Vangelo di Luca (24, 13-35): l’esperienza<br />
dei discepoli di Emmaus.<br />
Nel pomeriggio i giovani hanno attuato<br />
un’evangelizzazione itinerante nella città di<br />
Rijeka: negli Ospedali, nelle piazze, nelle<br />
Carceri, nella Case di ricovero per anziani,<br />
ecc. Un gruppo, invece, è rimasto davanti al<br />
Santissimo sacramento, per sostenere, con<br />
la preghiera. gli “evangelizzatori”. La giornata<br />
si è conclusa con un’assemblea plenaria,<br />
in cui i giovani hanno avuto la possibilità<br />
di condividere l’esperienza singolare<br />
appena vissuta.<br />
È stata molto gradita la presenza e il messaggio<br />
rivolto ai Giovani Francescani da<br />
Mons. Ivan Devčić, Arcivescovo di Rijeka,<br />
che ha celebrato l’Eucaristia nella veglia di<br />
Pentecoste, ricordando così la storica visita<br />
del Papa Giovanni Paolo II a questo santuario<br />
Mariano nel 2003.<br />
L’incontro si è concluso il 27 maggio,<br />
giorno di Pentecoste, con la solenne celebrazione<br />
eucaristica presieduta da Fr.<br />
Željko Železnjak, <strong>OFM</strong>, Ministro provinciale<br />
di Zagabria.<br />
4. Sicilia - Incontro con gli Assistenti e il<br />
Capitolo delle Stuoie dell’OFS<br />
L’11 giugno 2007 si è svolto a Pergusa,<br />
presso la casa di accoglienza dei Frati conventuali,<br />
l’incontro di formazione per gli<br />
Assistenti dell’OFS/GiFra della Sicilia. Il<br />
tema di riflessione è stato la figura di santa<br />
Elisabetta d’Ungheria, guidata da Fr. Ivan<br />
Matić, <strong>OFM</strong>, Assistente generale dell’OFS.<br />
Domenica 17 giugno si è celebrato a<br />
Caltanisetta, nello Stadio di Pian del Lago,<br />
il 2° Capitolo delle Stuoie con circa 1500<br />
Francescani Secolari, provenienti di tutte<br />
le Fraternità locali della Sicilia, con il Consiglio<br />
regionale e i Responsabili internazionali,<br />
la Ministra generale dell’OFS, Encarnación<br />
Del Pozo, e l’Assistente generale,<br />
Fr. Ivan Matić, <strong>OFM</strong>. Nella celebrazione<br />
iniziale Fr. Ivan ha sottolineato la necessità<br />
di essere fedeli alla propria vocazione,<br />
assicurando l’accompagnamento<br />
degliAssistenti spirituali; è stata “intronizzata”<br />
la reliquia di S. Elisabetta, che peregrinerà<br />
nelle Diocesi siciliane fino al 22 luglio.<br />
Ciò costituirà un momento forte per le<br />
Fraternità locali che avranno la possibilità<br />
di riunirsi in preghiera, per celebrare così<br />
l’ottavo centenario della nascita della santa<br />
Patrona.<br />
«Santa Elisabetta sposa, madre e modello<br />
per i penitenti Francescani» è stato il tema<br />
centrale del Capitolo delle Stuoie, tema<br />
illustrato dalla Ministra generale. Alla riflessione<br />
della Ministra è seguito un concerto<br />
di Fr. Giuseppe Di Fatta, <strong>OFM</strong>, Assistente<br />
regionale, il quale per la circostanza<br />
ha composto un canto in onore di santa Elisabetta,<br />
«Elisabetta e le altre». Nel pomeriggio<br />
due coppie di sposi dell’OFS – una<br />
lavora tra gli immigrati clandestini e l’altra,<br />
missionaria in Romania – hanno narrato le<br />
loro singolari esperienze.<br />
Il Capitolo si è concluso con la solenne<br />
celebrazione presieduta dal Vescovo di Caltanisetta,<br />
Mons. Mario Russotto, il quale ha<br />
sintetizzato il messaggio di san Francesco e<br />
santa Elisabetta.
5. Spagna - 1ª Assemblea Internazionale<br />
della GiFra<br />
Dal 28 giugno al 5 luglio si è celebrato,<br />
presso il Collegio francescano Vilanova i<br />
La Geltrú (Barcellona), la 1ª Assemblea Internazionale<br />
della Gioventù Francescana<br />
(GiFra). Erano presenti una sessantina di<br />
rappresentanti delle Fraternità nazionali Gi-<br />
Fra, giovani e Assistenti del Primo Ordine e<br />
una Sorella clarissa di vita attiva. I partecipanti<br />
a questa Assemblea – provenienti da<br />
24 Nazioni (Corea, USA, Filippine, Pakistan,<br />
Siria, Sudafrica, Canada, El Salvador,<br />
Brasile, Bosnia-Herzegovina, Croazia, Slovenia,<br />
Lituania, Polonia, Cile, Paraguay,<br />
Venezuela, Porto Rico, Slovacchia, Italia,<br />
Portogallo, Gran Bretagna, Spagna, Argentina)<br />
– hanno condiviso la celebrazione della<br />
propria fede, della propria cultura e della<br />
propria vocazione francescana, così come il<br />
lavoro svolto, con conferenze e lavori di<br />
gruppo, sulla relazione con la Chiesa, la società<br />
e i valori francescani.<br />
È da menzionare la partecipazione all’Assemblea<br />
della Ministra generale dell’Ordine<br />
Francescano Secolare, Encarnación<br />
del Pozo; del Ministro generale dei<br />
cappuccini, Fr. Mauro Jöhri, in rappresentanza<br />
della Conferenza dei Ministri generali;<br />
dei tre Assistenti generali dell’OFS, Fr.<br />
Ivan Matić, Fr. Martín Pablo Bitzer e Fr.<br />
Samy Irudaya.<br />
La Provincia francescana “San Salvador<br />
de Horta”, rappresentata dal suo Ministro<br />
provinciale, Fr. Francesc Vilà, e la Fra-<br />
EX OFFICIO OFS 371<br />
ternità francescana di Vilanova i La Geltrú<br />
hanno accolto con grande cordialità e fraternità<br />
i partecipanti a questa 1ª Assemblea,<br />
che si è rivelata un vero dono del Signore.<br />
6. Ucraina - Capitolo nazionale elettivo<br />
e costituzione della Fraternità nazionale<br />
dell’OFS<br />
Nei giorni 2-3 giugno 2007 a Zarichany,<br />
presso la città di Zytomyr, si è celebrato il<br />
Capitolo nazionale dell’OFS dell’Ucraina,<br />
durante il quale Neonila Belokon di Kiev è<br />
stata eletta Ministra nazionale e Consigliera<br />
Internazionale. Al Capitolo hanno partecipato<br />
circa 30 Capitolari con gli Assistenti<br />
nazionali. Anome della Presidenza del Consiglio<br />
Internazionale dell’OFS (CIOFS) erano<br />
presenti Encarnación Del Pozo, Ministra<br />
generale dell’OFS, Wilhelmina Visser-Pelsma,<br />
Consigliera di Presidenza, e Fr. Ivan<br />
Matić, <strong>OFM</strong>, Assistente generale dell’OFS.<br />
All’inizio del Capitolo la Ministra generale<br />
ha letto il Decreto di erezione della<br />
Fraternità Nazionale dell’OFS in Ucraina,<br />
che è diventata, così, la 61ª Fraternità nazionale.<br />
Questa è composta da tre Fraternità<br />
Regionali con circa 1160 Francescani<br />
secolari, di cui 766 sono Professi solenni.<br />
La cura spirituale e pastorale alle Fraternità<br />
dell’OFS in Ucraina è affidata ai Frati<br />
dell’<strong>OFM</strong>, dell’<strong>OFM</strong>Conv e dell’<strong>OFM</strong>-<br />
Cap.
EX OFFICIO PRO MONIALIBUS<br />
Lettera alle Sorelle Presidenti OSC<br />
Care Sorelle Presidenti,<br />
il Signore vi dia pace!<br />
Mi rivolgo nuovamente a voi con questa<br />
lettera, per ringraziarvi per la fraterna e calorosa<br />
accoglienza riservata al mio invito di<br />
partecipare all’incontro di tutte le Presidenti<br />
delle Federazioni OSC (cfr. Prot. n.<br />
097831), che si terrà ad Assisi dal 26 gennaio<br />
al 6 febbraio 2008. Molte di voi hanno<br />
già risposto, comunicando la loro adesione<br />
e manifestando la gioia per questo incontro<br />
atteso da tante Sorelle. Sono certo che coloro<br />
che non hanno ancora comunicato la loro<br />
partecipazione, lo faranno quanto prima.<br />
Abbiamo bisogno di sapere il numero delle<br />
presenze, per prenotare le stanze e mettere<br />
a punto l’organizzazione.<br />
In secondo luogo desidero comunicarvi<br />
gli obiettivi principali dell’incontro, perché<br />
vi possiate meglio preparare e partecipare<br />
più attivamente. Quando, con il Definitorio<br />
generale, abbiamo pensato a questo incontro,<br />
abbiamo tenuto presenti tre finalità:<br />
– offrirvi l’occasione di conoscervi di più<br />
e meglio e, insieme, compiere un pellegrinaggio<br />
ai luoghi francescani e clariani<br />
più significativi;<br />
– programmare il cammino futuro, per celebrare<br />
l’VIII Centenario della fondazione<br />
dell’Ordine delle Povere Dame di<br />
Santa Chiara;<br />
– riflettere su alcuni temi che, nel dialogo<br />
fraterno, ci sono sembrati i più importanti.<br />
Per poter fare una programmazione che<br />
risponda il più possibile ai vostri interessi e<br />
alle vostre esigenze, vi chiedo di farmi pervenire<br />
quanto prima (anche tramite fax al<br />
numero: +39 06 632247) le tematiche che<br />
vi sembrano più importanti. Finora, grazie<br />
all’aiuto di alcune di voi, si è pensato di riflettere<br />
sui seguenti temi: formazione, contemplazione,<br />
solidarietà e comunione, reciprocità<br />
nello sviluppo del carisma, ruolo<br />
delle Federazioni e delle Confederazioni,<br />
senso di appartenenza alla Chiesa e all’Ordine.<br />
Si è pensato, inoltre, di presentare alcune<br />
esperienze significative del mondo<br />
clariano e l’Ufficio Pro monialibus della<br />
nostra Curia generale.<br />
Per quanto riguarda le relatrici e i relatori<br />
vi chiedo un atto di fiducia negli organizzatori,<br />
che hanno una visione un po’ più<br />
universale, provenendo da diversi Paesi. Ci<br />
impegneremo, perché vi siano alcuni Frati<br />
<strong>OFM</strong> e, ovviamente, Sorelle OSC, che rispecchino<br />
il più possibile l’universalità dell’Ordine.<br />
Care Sorelle, l’incontro è chiamato ad<br />
essere un momento di grazia. Dipenderà<br />
tutto dalla nostra apertura allo Spirito del<br />
Signore. Vi chiedo di pregare, perché Egli<br />
ci illumini e apra le nostre menti e i nostri<br />
cuori, così da offrirgli una risposta fedele e<br />
creativa. Pregate anche per me e per l’Ordine<br />
dei Frati Minori, che si sta preparando, in<br />
comunione con tutta la Famiglia Francescana<br />
e, in particolare, con voi, a celebrare<br />
l’VIII Centenario della sua fondazione.<br />
Vostro fratello e servo.<br />
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro generale<br />
Prot. n. 097925<br />
Roma, 8 maggio 2007<br />
Festa di Santa Maria Mediatrice
AD CHRONICAM ORDINIS<br />
1. De itineribus Ministri Generalis<br />
1. Visit to the Philippines<br />
Quezon City, Philippines, 01-04.06.2007<br />
The Minister General, Br. José Rodriguez<br />
Carballo, <strong>OFM</strong>, arrived in the<br />
morning of June 1st. Among those who<br />
welcomed him at the Ninoy Aquino International<br />
Airport were the Definitor General<br />
for Asia and Oceania, Br. Ambrose Nguyen<br />
Van Si, <strong>OFM</strong>, and the Provincial Minister,<br />
Br. Baltazar Obico, <strong>OFM</strong>. He was also welcomed<br />
with great warmth by the Friars,<br />
novices, postulants and some parishioners<br />
of St. Peter Baptist Parish as he entered the<br />
vicinity of the Provincial House. He placed<br />
flowers before the image of St. Peter Baptist<br />
and uttered a prayer. He met with the<br />
Minister Provincial, Br. Baltazar Obico,<br />
<strong>OFM</strong>, in the afternoon. The joyful welcome<br />
continued in the evening with merry-making,<br />
which we traditionally call recreation.<br />
Reception of Novices and meeting with the<br />
Solemnly Professed<br />
The Minister General presided at the<br />
Holy Eucharist and received four novices,<br />
Robert John Abada, Edward Del Mundo,<br />
Randy Rendora and Peter Waenchimplee,<br />
to their first profession of vows on June 2nd.<br />
Peter Waenchimplee is the first Thai Friar<br />
received into the Order. He belongs to the<br />
Foundation of Thailand, which is directly<br />
under the authority of the Minister General.<br />
Br. José met about eighty solemnly professed<br />
Friars who had gathered at the Sanctuary<br />
of St. Anthony Parish Hall in the afternoon<br />
of June 2nd. There were also some<br />
important guests at the said meeting: Br.<br />
Pedro Ruano, <strong>OFM</strong>, Minister Provincial of<br />
St. Gregory the Great Province, Spain; Br.<br />
Max Hottle, <strong>OFM</strong>, who was the representative<br />
of the St. Barbara Province, USA; and<br />
Br. Luis Gallardo, <strong>OFM</strong>, an Ecuadorian who<br />
works in Thailand.<br />
The Minister General shared on both the<br />
lights and shadows of the experiences of the<br />
Friars in the Philippines, mainly taken from<br />
the report submitted to the General Curia by<br />
the Visitator General, Br. Louis Mascarenhas,<br />
<strong>OFM</strong>, during the meeting with the<br />
solemnly professed Friars. During this<br />
meeting, Br. José also announced the composition<br />
of the first appointed Council of<br />
the Autonomous Custody of St. Anthony of<br />
Padua, which had yet to be canonically<br />
erected. Br. Arturo Daquilanea, <strong>OFM</strong>, was<br />
appointed Custos; Br. Jose Calvin Bugho,<br />
<strong>OFM</strong>, Vicar; Br. Prisco Cajes, <strong>OFM</strong>, Br.<br />
Rogelio Covero, <strong>OFM</strong>, Br. Felix Jungco,<br />
Jr., <strong>OFM</strong> and Br. Alberto Sekito, <strong>OFM</strong>,<br />
Councillors. There was an open forum<br />
and/or dialogue between the solemnly professed<br />
Friars and Br. José afterwards. Br.<br />
José also presided at the Eucharistic celebration<br />
in honour of the Most Blessed Trinity,<br />
with around 35 concelebrating Friars, at<br />
the Sanctuary of St. Anthony Parish. A dinner<br />
and a programme was held in the Parish<br />
Hall after the Eucharistic celebration.<br />
Meeting with Poor Clare Sisters<br />
Br. José Rodriguez Carballo, <strong>OFM</strong>, arrived<br />
at the Poor Clare Monastery of St.<br />
Clare in Quezon City in the morning of<br />
June 3rd. He presided over the Eucharistic<br />
celebration, which was attended by Friars<br />
and about eighty Poor Clare Sisters from<br />
fifteen federated monasteries. There were<br />
also some Sisters from a non-federated<br />
monastery and Sisters who happened to be<br />
in the country on home visits. After the Eucharistic<br />
celebration, Br. José was led by the<br />
Sisters to the Monastery library where he<br />
gave them his message, which was followed<br />
by an open forum and/or dialogue<br />
between the Poor Clare Sisters and Br. José.<br />
Those present prayed Mid-day Prayer before<br />
sharing lunch.
376 AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
Meeting with the Formation Fraternities<br />
In the morning of June 4th, Br. José Rodriguez<br />
Carballo, <strong>OFM</strong>, the Minister General,<br />
went to the Our Lady of the Angels<br />
Seminary (OLAS) to meet and to have dialogue<br />
with those in formation, the formators<br />
and other members of the Franciscan<br />
Family. The meeting and dialogue with the<br />
formation community was organized by<br />
Br. Lino Gregorio Redoblado, <strong>OFM</strong>. The<br />
meeting and dialogue with the other members<br />
of the Franciscan Family was organised<br />
by the Directress of the Franciscan Institute<br />
of Asia (FIA) Sr. Evangeline Aseneta,<br />
FMIJ.<br />
The meeting with those in formation began<br />
with an impressive Sinulog dance, performed<br />
by selected OLAS seminarians at<br />
the OLAS auditorium. It was a traditional<br />
dance to honour the Holy Child of Cebu.<br />
Br. Alberto Sekito, <strong>OFM</strong>, the Guardian of<br />
the OLAS community, accommodated the<br />
guests and participants. Br. Lino Gregorio<br />
Redoblado, <strong>OFM</strong>, acted as facilitator and<br />
translator. The Minister General delivered a<br />
message to those in formation, mainly challenging<br />
them to a so-called “progressive assimilation,”<br />
that is, to make positive use of<br />
what the formation programmes offer.<br />
Later in the morning, he had an engaging<br />
time with the formators of the Province<br />
at the Bonaventure Hall of OLAS. In attendance<br />
were the formators of the aspirants:<br />
Christopher Tibong <strong>OFM</strong>, Napoly Pasion<br />
<strong>OFM</strong>, Somerset Icalina <strong>OFM</strong>, and Judee<br />
Mar Maquinad <strong>OFM</strong>, Postulancy formator<br />
Rolie Pimentero <strong>OFM</strong>, novitiate formators<br />
Generoso Pastidio and Albert Marfil <strong>OFM</strong>,<br />
and post-novitiate formators Domingo<br />
Resurreccion <strong>OFM</strong>, Cristino Pine <strong>OFM</strong><br />
and Peter Esarza <strong>OFM</strong>. Also present was<br />
Rolando Abas <strong>OFM</strong>, the National Animator<br />
for the Pastoral Care of Vocations. The<br />
Minister General stressed the importance<br />
of the Formation Ministry, which is, according<br />
to him, the most important ministry<br />
there is in the Order. The future life of<br />
the Order lies in formation and it is also essential<br />
for the present. He expressed his<br />
gratitude to the formators for their commitment<br />
to the ministry.<br />
Meeting with the Franciscan Family<br />
The indefatigable Minister General was<br />
glad to see other members of the Franciscan<br />
Family when he met with them at the<br />
Bonaventure Hall of OLAS. He challenged<br />
them “to show the world that we truly belong<br />
to one family as Franciscans in spite of<br />
our diversity.” Present were representative<br />
members of the Franciscan Sisters of the<br />
Immaculate Conception of the Blessed Virgin<br />
Mary (SFIC), Franciscan Missionary<br />
Sisters of the Infant Jesus (FMIJ), Franciscan<br />
Sisters Pro Infante et Familia (FSPif),<br />
Franciscan Missionary of Mary (FMM),<br />
Franciscan Apostolic Sisters (FAS), Franciscan<br />
Sisters of St. Elizabeth (FSSE),<br />
Franciscan Sisters of the Holy Face of Jesus<br />
(FHFJ), Franciscan Sisters of the Sacred<br />
Heart (FSSH), Secular Franciscan Order<br />
(SFO), and Franciscan Youth.<br />
Meetings with the Cardinal Archbishop<br />
and Franciscan Authorities<br />
In the afternoon of June 3rd, the Minister<br />
General and his entourage found themselves<br />
in the office of His Eminence Gaudencio<br />
Cardinal Rosales, Archbishop of<br />
Manila. The meeting was very pleasant as<br />
the Minister General broke the news of the<br />
latest development of Franciscan Province<br />
in the country to the Cardinal. On the same<br />
occasion, he informally renewed the Order’s<br />
total communion and collaboration<br />
with the local Church. The Cardinal was<br />
happy with the continued presence of the<br />
Franciscans in his diocese and, likewise, articulated<br />
his support.<br />
Also in the same afternoon of June 3rd,<br />
Br. José Rodriguez, <strong>OFM</strong>, met with the<br />
Provincial Definitory of St. Peter Baptist<br />
and the newly appointed Custodial Council<br />
of St. Anthony of Padua. He was very grateful<br />
to the Friars who were given the responsibility<br />
to serve and animate the Provincial<br />
fraternity. He admonished them to give soul<br />
and spirit to life in the fraternity.<br />
The erection of the new Autonomous Custody.<br />
The Minister General’s five-day fraternal<br />
visit culminated with the Canonical
Erection of the Autonomous Custody of St.<br />
Anthony of Padua during the celebration of<br />
the Holy Eucharist in the evening of June<br />
4th at the Sanctuary of St. Peter Baptist,<br />
Quezon City. Witnesses on the occasion<br />
were <strong>OFM</strong> Friars, Lay Brothers and Sisters<br />
from Franciscan and other Congregations,<br />
benefactors and parishioners.<br />
Andres Rañoa, <strong>OFM</strong>, during the introductory<br />
rites, summarized the evolution of<br />
the Franciscan presence in the Philippines<br />
from the time of the arrival of the first Spanish<br />
missionaries to the country in 1577, the<br />
establishment of the different foundations<br />
of the three Provinces from the United<br />
States and Italy, the unification of the different<br />
foundations into one Vicariate until<br />
its erection into a Province more than two<br />
decades ago, and finally to the establishment<br />
of a new Autonomous Custody St. Anthony<br />
of Padua in Southern Philippines.<br />
After the Gospel reading, the Minister<br />
General read the decree of erection. The<br />
newly appointed Custos and Custodial<br />
councillors presented themselves to the<br />
Minister General and recited the Profession<br />
of Faith. Then, the Custos placed a hand on<br />
the book of the Gospels and promised that<br />
the observance of the Rule and Constitution<br />
would be carefully honoured and esteemed<br />
throughout the Custody. He further<br />
promised that he would seek anything that<br />
could improve the life of the Friars concerning<br />
the worship of God. In addition, he<br />
promised submission, reverence and obedience<br />
to the Minister General and fidelity to<br />
this oath. The Minister General handed over<br />
the seal of the Custody to the Custos, confirming<br />
his appointment as Custos of the<br />
Custody of St. Anthony of Padua.<br />
The newly appointed Vicar and Custodial<br />
Councillors repeated the same gesture<br />
and uttered the same promises which pertain<br />
to their respective offices.<br />
The members of the newly established<br />
Custody were called to offer their congratulations<br />
and to give sign of peace to the new<br />
administrators.<br />
In conclusion, the Minister Provincial of<br />
the Mother Province of St. Peter Baptist<br />
commissioned the members of the new<br />
AD CHRONICAM ORDINIS<br />
377<br />
Custody after which the hymn ‘Te Deum’<br />
was sung, followed by a blessing and dismissal.<br />
The novelty of the day was enhanced<br />
with a closing cultural programme organized<br />
by Carlos Santos, <strong>OFM</strong>. Several talented<br />
Friars and the Sanctuary of St. Peter<br />
Baptist’s Grand Chorale showcased their<br />
exceptional singing talents. World class<br />
tenor Nolyn Cabahug, soprano Lisa<br />
Cabahug and Eric Cruz sang excerpts from<br />
various operas. The Halili Cruz Ballet<br />
Company delighted the guests with their<br />
dancing prowess. Congratulatory messages<br />
from the visiting Friars were deeply moving<br />
and inspiring. However, it was the wit and<br />
humour of Antonio Ma. Rosales, <strong>OFM</strong>, that<br />
keep everybody awake until the programme<br />
ended at almost midnight.<br />
BRO. NEIL BADILLO, <strong>OFM</strong><br />
2. Visita al Perú<br />
Lima, Perú, del 9 al 12 de junio de 2007<br />
Sábado 9 de Junio<br />
El hermano José Rodríguez Carballo,<br />
Ministro general de la Orden de Hermanos<br />
Menores, llegó a la ciudad de Lima-Perú<br />
para realizar una visita fraterna a las cuatro<br />
entidades franciscanas presentes en este país.<br />
La Provincia Misionera de San Francisco<br />
Solano, por su parte, iniciaba la celebración<br />
de sus 100 años de fundación. Tanto Fr.<br />
José Rodríguez Carballo, Ministro general,<br />
como Fr. Luis Cabrera, Definidor general,<br />
fueron acogidos en el Convento de Los<br />
Descalzos de Lima, sede de la Provincia de<br />
San Francisco Solano.<br />
Domingo 10 de Junio<br />
Por la mañana, el Ministro general, a las<br />
10:00, presidió una solemne celebración<br />
eucarística, con motivo de los 100 años de<br />
fundación de la Provincia Misionera de San<br />
Francisco Solano del Perú. En su homilía,<br />
exhortó a los hermanos a vivir con pasión la<br />
vocación recibida, vocación especialmente<br />
misionera, en fraternidad, en el hoy de la<br />
Iglesia y del mundo.
378<br />
Por la tarde, tuvo un encuentro con los<br />
hermanos de la Provincia de San Francisco<br />
Solano. Después de su exposición, en la que<br />
recordó los momentos más importantes de la<br />
preparación para la celebración del VIII<br />
Centenario de la fundación de la Orden: discernir,<br />
proyectar y celebrar, se dio un diálogo<br />
ameno y enriquecedor sobre los temas de la<br />
misión, la vida fraterna, la formación, etc.<br />
Lunes, 11 de Junio<br />
Por la mañana, el Ministro general se encontró<br />
con los hermanos de las cuatro entidades<br />
franciscanas presentes en el Perú:<br />
Provincia de los Doce Apóstoles, Provincia<br />
Misionera de San Francisco Solano, Custodia<br />
del Santísimo Nombre de Huancabamba<br />
y Custodia de San José del Amazonas.<br />
Fue una oportunidad para intercambiar las<br />
diversas iniciativas que se están llevando<br />
adelante entre las cuatro Entidades; y también<br />
para que el Ministro general nos compartiera<br />
su experiencia en la V Asamblea<br />
del CELAM. Para concluir, insistió en la<br />
necesidad de potenciar la comunicación y la<br />
colaboración entre las Entidades del Perú.<br />
Pasado el mediodía, y para reparar las<br />
energías, como almuerzo se sirvió una típica<br />
comida peruana hecha con pastel de maíz y<br />
carnes horneadas envueltas en hojas de plátano;<br />
y por supuesto se hizo presente el infaltable<br />
pisco sour (un preparado con uva, limón,<br />
huevo, azúcar, canela, cubos de hielo, etc.).<br />
En la tarde, la reunión fue con los formandos<br />
y formadores de las cuatro Entidades<br />
franciscanas. El Ministro general habló sobre<br />
el sentido de la formación, el acompañamiento,<br />
la metodología formativa, la dimensión<br />
afectiva, la importancia de la formación<br />
intelectual y el adecuado uso de los medios<br />
de comunicación social, especialmente del<br />
Internet. Igualmente, se abrió un espacio para<br />
el diálogo, que fue muy enriquecedor.<br />
Por la noche, nuestro hermano Ministro<br />
general inauguró el Congreso de Historia de<br />
la Provincia Misionera de San Francisco<br />
Solano del Perú, que se desarrollaría durante<br />
cinco días consecutivos. Se contó con un<br />
numeroso público. También se hizo presente<br />
el Señor Cardenal, Juan Luis Cipriani,<br />
Arzobispo primado de Lima.<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
Martes 12 de Junio<br />
Con renovadas energías, el Ministro general<br />
y el Definidor general se reunieron<br />
por la mañana con los Ministros Provinciales,<br />
Custodios, Definidores y Consejeros de<br />
las cuatro entidades franciscanas en este país.<br />
En este encuentro, el Ministro general<br />
profundizó en las actitudes y en los principios<br />
que deben guiar la animación y el gobierno<br />
de los hermanos. Entre los puntos de<br />
mucho interés, trataron de una manera más<br />
detallada la situación del Instituto Cardenal<br />
Landázuri. Se vio conveniente que la comisión<br />
designada para llevar adelante el proceso<br />
de evaluación se reúna cuanto antes,<br />
de ser necesario con algunos peritos, para<br />
que pueda ofrecer a los Ministros y Custodios<br />
los elementos necesarios en vista a una<br />
decisión serena y objetiva.<br />
Al mediodía, el Ministro general fue invitado<br />
a bendecir el tomógrafo del dispensario<br />
médico del Convento de Los Descalzos,<br />
que brinda servicios de salud preferentemente<br />
a personas de bajos recursos<br />
económicos.<br />
Finalmente, se compartió un franciscano<br />
y agradable almuerzo. Al término del mismo,<br />
el Ministro general agradeció por la<br />
amable y fraterna acogida de los hermanos<br />
durante estos días de visita; y los hermanos,<br />
igualmente, a través del Ministro provincial,<br />
agradecieron al Ministro general por su<br />
presencia y por sus mensajes que animan a<br />
vivir con pasión el presente y a mirar con<br />
confianza el futuro. ¡Hasta la próxima!<br />
FR. MARCOS SARAVIA, <strong>OFM</strong><br />
3. Il Ministro generale al Capitolo spirituale<br />
della Provincia S. Michele Arcangelo<br />
Sepino, Italia, 28.06.2007<br />
Il Ministro generale ha presenziato la<br />
giornata conclusiva del Capitolo spirituale<br />
della Provincia pugliese di S. Michele Arcangelo,<br />
Capitolo che si è svolto a Sepino<br />
dal 25 al 28 giugno. Il Ministro, accompagnato<br />
dal Definitore generale, Fr. Mario Favretto,<br />
era giunto a Sepino nella serata precedente,<br />
accolto dal Ministro provinciale,
Fr. Pietro Carfagna, e dai “Capitolari”, tra<br />
cui moltissimi i Frati giovani.<br />
Il Capitolo rientrava nel programma provinciale<br />
di preparazione all’ottavo centenario<br />
dell’Ordine e aveva come tema: «Vivere<br />
il Vangelo: il Vangelo della Fraternità»<br />
La circostanza bella e straordinaria ha visto<br />
la partecipazione della Fraternità provinciale<br />
quasi al completo in un clima di serena e<br />
fraterna condivisione. Dopo il saluto iniziale,<br />
in cui si auspicava un cammino della<br />
Provincia in sintonia con la grazia delle origini,<br />
il Ministro provinciale, introducendo il<br />
tema del Capitolo: Il Vangelo della Fraternità,<br />
ha presentato la Provincia come realtà<br />
giovane, impegnata in vari campi della<br />
evangelizzazione e che può guadare con fiducia<br />
al futuro.<br />
La riflessione offerta dal Ministro generale<br />
ai Frati presenti è iniziata con l’invito a<br />
non addomesticare il Vangelo, adattandolo<br />
a un comodo stile di vita, bensì a leggerlo in<br />
Fraternità per giudicare e interpretare i segni<br />
dei tempi e trovare nuove vie di fedeltà<br />
creativa. Sempre con riferimento alla grazia<br />
delle origini e alla Regola, il Ministro generale<br />
ha indicato tre atteggiamenti da assumere<br />
in questo tempo: discernere, progettare,<br />
celebrare restituendo. Si tratta di riproporre<br />
con coraggio l’inventiva e la santità di<br />
Francesco a partire da Vangelo, tenendo<br />
presente che la nostra Regola è midollo del<br />
Vangelo e valorizzando la Fraternità. Non<br />
una Fraternità a nostra immagine e somiglianza,<br />
ma la Fraternità come voluta da<br />
Francesco: «gli amici li scelgo io, i fratelli<br />
no, perché mi vengono donati dal Signore:<br />
il Signore mi diede dei fratelli».<br />
Alle parole del Ministro generale sono<br />
seguiti numerosi interventi, con riferimenti<br />
concreti alla vita della Provincia. Soprattutto<br />
è stato chiesto a Fr. Josè di offrire delle<br />
indicazioni specifiche per il discernimento<br />
e per le scelte da realizzare.<br />
Dopo il prolungato incontro e il dialogo<br />
dei Frati con il Ministro generale, è seguita<br />
l’Eucaristia che, per la straordinaria circostanza<br />
e a motivo dei danni alla nostra chiesa<br />
causati dal terremoto, è stata celebrata<br />
nella chiesa parrocchiale di Sepino. La celebrazione<br />
solenne, presieduta dal Ministro<br />
AD CHRONICAM ORDINIS 379<br />
generale, è stata pure una celebrazione giubilare<br />
per ricordare gli anniversari di professione<br />
e di ordinazione di alcuni Frati della<br />
Provincia. Si sono così festeggiate le ricorrenze<br />
di 25, 50 e 60 anni di professione<br />
religiosa e di ordinazione presbiterale. All’omelia<br />
il Ministro generale ha proposto ai<br />
Frati una meditazione sulla formula della<br />
nostra Professione, indicando questo testo<br />
come mezzo efficace di revisione della propria<br />
vita e quale progetto di vita da richiamare<br />
alla memoria ogni giorno.<br />
Il clima festoso dell’incontro è proseguito<br />
poi in convento, dove non è mancato il<br />
momento conviviale magnificamente preparato<br />
dalla locale Fraternità. Vi ha partecipato<br />
pure il Sindaco della città per testimoniare<br />
il legame e la collaborazione della popolazione<br />
con questa presenza storica e<br />
significativa dei Frati Minori.<br />
Tra interventi ufficiali, doni e attestazioni<br />
di affetto, si è conclusa così la visita<br />
del Ministro generale alla Provincia di Puglia<br />
e Molise di S. Michele; una visita breve<br />
come tempo, ma ricca e intensa come<br />
partecipazione di numerosi Frati attorno al<br />
Ministro generale, con un forte desiderio<br />
di vivere in pienezza questo tempo di grazia<br />
che è l’ottavo centenario della fondazione<br />
dell’Ordine.<br />
FR. MARIO FAVRETTO<br />
4. Il Ministro generale alla Marcia Francescana<br />
2007<br />
S. Maria degli Angeli, 02.08.2007<br />
Anche quest’anno il Coordinamento degli<br />
Animatori per la cura pastorale delle vocazioni<br />
della COMPI, ha proposto ai giovani<br />
l’esperienza della “Marcia Francescana”<br />
in occasione della Festa del Perdono d’Assisi<br />
(25 luglio-4 agosto 2007).<br />
L’iniziativa, che è giunta alla 27a edizione,<br />
ha visto arrivare il 2 agosto alla Porziuncola<br />
circa 1350 giovani provenienti<br />
dalle varie regioni d’Italia e anche da alcuni<br />
paesi europei. Da alcuni anni, infatti, la<br />
“Marcia francescana” ha allargato con gioia<br />
i suoi confini oltre l’Italia: hanno marciato
380<br />
così, assieme ai giovani italiani, 250 croati,<br />
50 austriaci e una trentina di irlandesi.<br />
Il tema che ha accompagnato questo pellegrinaggio<br />
era sintetizzato dal titolo «Il<br />
cammino si fa per-dono» per aiutare i giovani<br />
ad essere pellegrini verso S. Maria degli<br />
Angeli desiderosi dell’incontro con il<br />
perdono e la misericordia del Padre.<br />
«Ci siamo messi in cammino – dice chi<br />
l’ha compiuto – perché il camminare, il fare<br />
fatica, la condivisione, sono elementi essenziali<br />
della vita di ogni uomo. Essere marciatori<br />
vuol dire entrare nella propria vita con<br />
verità e decisione. Lo abbiamo fatto accompagnati<br />
dall’esperienza antica ma sempre<br />
nuova dell’esodo del popolo di Israele, per<br />
poter entrare dentro i nostri deserti personali<br />
e scoprire con gioia e riconoscenza che c’è<br />
una terra promessa anche per noi. Una terra<br />
che, come ci ha ricordato il nostro Ministro<br />
generale accogliendoci alla Porziuncola, ci<br />
viene aperta e offerta da Cristo nel Vangelo,<br />
via della vita, della felicità e della pienezza».<br />
I giovani, quindi, si sono fatti pellegrini<br />
verso Assisi alla ricerca del perdono. Quel<br />
perdono desiderato e ottenuto da san Francesco<br />
nella chiesetta della Porziuncola e<br />
che è la meta di ogni persona che ricerca un<br />
senso alla propria vita. L’incontro con il Padre<br />
delle Misericordie è l’autentica “terra<br />
promessa”, la vera meta, perché solo incontrando<br />
il volto di Dio che perdona e facendo<br />
esperienza del suo amore l’uomo ritrova il<br />
proprio volto autentico di figlio e fratello.<br />
Un famoso detto afferma «non puoi dare ciò<br />
che non hai»: nessuno può dare perdono se<br />
non ne ha fatto esperienza, se non ha sentito<br />
per sé le parole pronunciate da Dio che<br />
nel suo perdono ci promette e ci offre una<br />
vita nuova. Sarà solo accogliendo questo<br />
dono e lasciandoci toccare dall’amore di<br />
Dio – ci ricordava ancora Fr. Josè Carballo<br />
– che la nostra conversione «provocherà il<br />
sorriso di Dio che vi viene incontro per abbracciarvi<br />
e, come nella cosiddetta parabola<br />
del figlio prodigo, comincerà la festa e<br />
immensa sarà la gioia nei vostri cuori».<br />
È stato questo il messaggio che la Parola<br />
di Dio ha offerto ai marciatori nei giorni di<br />
cammino e che con grande affetto paterno<br />
Fr. Josè, a nome di san Francesco, ha loro<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
rivolto accogliendoli nella piazza davanti la<br />
Basilica di S. Maria degli Angeli. Un’accoglienza<br />
vissuta in un intenso clima di preghiera<br />
e di raccoglimento, per poter poi gustare<br />
il passaggio in Porziuncola come il<br />
passare tra le braccia forti e amorose del Padre.<br />
Guardando i volti luminosi dei giovani<br />
marciatori, si può davvero testimoniare che<br />
chi accoglie il perdono del Signore trova la<br />
vera pace a la gioia della vita.<br />
Quella gioia che nel tardo pomeriggio<br />
del 2 agosto è stata vissuta in piazza dove<br />
hanno risuonato i canti e le danze proposte<br />
dal gruppo di animazione dei Frati dell’Umbria<br />
e che ha coinvolto, oltre ai marciatori,<br />
anche molte persone accorse ad Assisi<br />
in quei giorni.<br />
La Marcia ha poi offerto un altro momento<br />
comunitario molto intenso e significativo,<br />
con la veglia di preghiera nel tardo<br />
pomeriggio del 3 agosto, sempre nella Basilica<br />
di S. Maria degli Angeli, presieduta<br />
da don Fabio Rosini, sacerdote della diocesi<br />
di Roma. Insieme a lui i marciatori si sono<br />
soffermati sull’esperienza del perdono<br />
così come la presenta Luca nel suo Vangelo<br />
(Lc 7,36-48). Con voce schietta e tuonante,<br />
don Fabio li ha invitati ad essere profondamente<br />
veri davanti al Signore, senza nascondersi<br />
dietro la pretesa o l’illusione di<br />
non aver bisogno di Lui e del suo amore. È<br />
stato un invito forte a non sentirsi degli “arrivati”,<br />
delle persone “a posto”, ma ad entrare<br />
costantemente con verità e umiltà dentro<br />
le proprie ferite, le proprie piccolezze e<br />
fragilità, per sperimentare un amore che<br />
perdona e salva e che solo il Signore Gesù<br />
può donare.<br />
La celebrazione conclusiva di tutto l’itinerario<br />
è stata l’Eucaristia della mattina del<br />
4 presieduta da Fr. Renato Delbono, Coordinatore<br />
nazionale degli animatori vocazionali<br />
della COMPI. Ringraziando il Signore<br />
per il dono di questo cammino e accogliendo<br />
il mandato a diventare testimoni del Suo<br />
amore nella quotidianità della vita, i giovani<br />
hanno compreso che calpestare il luogo<br />
santo della Porziuncola è solo la meta parziale.<br />
Quella vera sarà al termine del nostro<br />
pellegrinaggio terreno, che da oggi essi potranno<br />
vivere con una consapevolezza nuo
va: quella di aver potuto sperimentare come<br />
il Signore cammina accanto e dentro la loro<br />
vita, per offrire una terra dove “dove scorre<br />
latte e miele”.<br />
Un fraterno grazie di cuore a quanti in<br />
vari modi si sono prodigati con generosità e<br />
disponibilità per la buona realizzazione di<br />
questa esperienza che ha ormai una consolidata<br />
tradizione e che ci auguriamo possa felicemente<br />
continuare per lunghi anni.<br />
AD CHRONICAM ORDINIS 381<br />
FR. FABIO PIASENTIN<br />
5. Partecipazione alle celebrazioni della<br />
Provincia dell’Immacolata in Polonia<br />
Kalwaria Zebrzydowska. 19.08.2007-09-01<br />
Il 19 agosto 2007, nel Santuario mariano<br />
della Provincia dell’Immacolata, in Kalwaria<br />
Zebrzydowska, si sono svolte le celebrazioni<br />
in onore di Vergina Maria Assunta e in<br />
ringraziamento per la canonizzazione del<br />
santo Simone da Lipnica.<br />
Dopo la processione dell’Assunzione<br />
lungo “i sentieri della Madonna”, guidata<br />
dal Ministro provinciale, Fr. Czesław<br />
Gniecki, c’è stata una solenne Concelebrazione<br />
eucaristica, presieduta dal Primate di<br />
Polonia, il Cardinale Józef Glemp.<br />
All’inizio della Concelebrazione il Cardinale<br />
Stanisław Dziwisz, Metropolita di<br />
Cracovia, ha dato il benvenuto a tutti i fedeli<br />
accorsi per queste particolari celebrazioni;<br />
il Ministro provinciale, dopo aver ringraziato<br />
il Ministro generale, Fr. José Rodríguez<br />
Carballo per la sua presenza, ha<br />
sottolineato che i solenni avvenimenti nel<br />
santuario di Kalwaria quest’anno hanno lo<br />
scopo di celebrare la Festa di Maria Assunta,<br />
di rendere grazie per la canonizzazione<br />
di Simone da Lipnica e di ricordare il 5o anniversario<br />
dell’ultimo pellegrinaggio del<br />
Servo di Dio Giovanni Paolo II a Kalwaria.<br />
Nell’omelia Mons. Wiktor Skworc, Vescovo<br />
di Tarnów, ha illustrato i tratti salienti<br />
della figura e della santità del santo Simone<br />
da Lipnica.<br />
Prima della conclusione il Cardinale Józef<br />
Glemp, ha fatto memoria di tutti i santi<br />
dei Frati Minori, ha chiesto un maggiore<br />
impegno per la canonizzazione di Władysław<br />
da Gielniów, Patrono di Varsavia ed ha<br />
invitato tutti i presenti a pregare per nuove<br />
vocazioni, in modo speciale per la Provincia<br />
dell’Immacolata. Ha preso la parola anche<br />
il Ministro generale dei Frati Minori,<br />
per lodare il Signore, datore di ogni Bene,<br />
che ha chiamato, nel corso degli otto secoli<br />
dell’esistenza dell’Ordine, tanti Fratelli a<br />
vivere secondo il Vangelo e per ringraziare<br />
tutta la Chiesa in Polonia, rappresentata qui<br />
da Cardinali e Vescovi, e tutto il Popolo polacco<br />
per l’amore dimostrato verso l’Ordine<br />
dei Frati Minori.<br />
All’Eucaristia, celebrata sul piazzale<br />
della Crocifissione, hanno partecipato il<br />
Nunzio Apostolico in Polonia, l’Arcivescovo<br />
Józef Kowalczyk; il Metropolita di Cracovia,<br />
il Cardinale Stanisław Dziwisz; il<br />
Metropolita di Lwow, il Cardinale Marian<br />
Jaworski; il Cardinale Franciszek Macharski,<br />
il Cardinale Stanisław Nagy, il Vescovo<br />
di Świdnica Ignacy Dec, Vescovo della<br />
Diocesi di Bielsko-Zywiecka Tadeusz<br />
Rakoczy, il Vescovo Tadeusz Pieronek e il<br />
Vescovo Jan Szkodoń da Cracovia. L’ospite<br />
speciale della festa era il Ministro generale<br />
dell’Ordine dei Frati Minori, Fr. José<br />
Rodríguez Carballo, che è arrivato da Roma<br />
su invito del Cardinale Stanisław Diwisz e<br />
della Provincia dell’Immacolata Concezione<br />
della BVM, alla quale il Santo apparteneva,<br />
per ringraziare, insieme a questa Provincia,<br />
numerosi pellegrini e fedeli dell’Arcidiocesi<br />
di Cracovia, per la canonizzazione<br />
del santo Confratello.<br />
Alla solenne Celebrazione eucaristica<br />
hanno partecipato anche alcuni rappresentanti<br />
del Governo e circa 100 mila fedeli, provenienti<br />
da tutta la Polonia, dagli Stati Uniti<br />
d’America, dall’Ungheria, dall’Italia, dalla<br />
Germania, dalla Slovacchia e dall’Ucraina.<br />
2. Secondo incontro “Under 5/10” della<br />
COMPI-Sud<br />
San Marco in Lamis, Santuario della Madonna di<br />
Stignano, 10-14.04.2007<br />
«La Parola di Dio, una provocazione<br />
grande e incredibile per un annuncio au-
382<br />
tentico tra la nostra gente». È attorno a questo<br />
importante e fondamentale tema che si è<br />
svolto il 2° incontro dei giovani Frati della<br />
fascia “under 5/10 ” organizzato dalla CompiSud<br />
dal 10 al 14 aprile u.s. al Santuario<br />
della Madonna di Stignano in San Marco in<br />
Lamis.<br />
Ha visto la partecipazione di una cinquantina<br />
di giovani Frati di sei Province su<br />
sette del Sud Italia.<br />
Gli obiettivi dell’incontro erano molteplici,<br />
innanzitutto un’esperienza fraterna e<br />
gioiosa di vita francescana, poi il desiderio<br />
di una formazione continua circa l’evangelizzazione<br />
come priorità del nostro essere<br />
Frati Minori tra la gente e infine la possibilità<br />
di far nascere qualche iniziativa interprovinciale<br />
nell’ambito dell’annuncio e<br />
della testimonianza francescana.<br />
Ci siamo lasciati guidare dalla competenza<br />
e professionalità del biblista Don Ernesto<br />
della Corte, un sacerdote diocesano di Salerno,<br />
e dalle proposte forti ed entusiasmanti del<br />
sempre-giovane Fr. Giacomo Bini.<br />
Significativa la presenza continua di Fr.<br />
Pietro Carfagna, Ministro provinciale di Puglia/Molise<br />
e Coordinatore della CompiSud,<br />
al quale in diversi momenti i giovani Frati<br />
hanno rivolto domande, ma anche provocazioni<br />
e desideri di scelte nuove e profetiche.<br />
Ricco ed originale anche il dibattito sviluppatosi<br />
nei laboratori-seminari che hanno<br />
impegnato gran parte del tempo pomeridiano.<br />
Gli obiettivi raggiunti e i desideri sono<br />
contenuti nel documento finale prodotto<br />
dall’assemblea; un’esigenza molto condivisa<br />
è invece quella di dare più stabilità a questa<br />
fascia vitale delle nostre Province, magari<br />
attraverso la nascita di un coordinamento<br />
formato da qualche responsabile e i<br />
delegati delle singole realtà che possa agire<br />
con più stabilità e snellezza nell’ambito<br />
Formazione Permanente della CompiSud.<br />
Alcune risposte ed orientamenti potrebbero<br />
venire dall’incontro annuale dei Ministri<br />
provinciali e Definitori dell’Italia Meridionale.<br />
I giovani Frati rappresentano non solo il<br />
futuro, ma soprattutto l’oggi di tanti nostri<br />
conventi, parrocchie e santuari. Certamente<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
non mancano difficoltà e perplessità di vario<br />
genere ad accogliere forme nuove di annuncio<br />
che vanno ad affiancarsi a quelle<br />
preziose e tradizionali consolidate dal tempo,<br />
ma un discernimento serio e condiviso<br />
deve essere fatto soprattutto in funzione di<br />
quanto la Chiesa e l’Ordine ci chiedono<br />
guardando alla globalità e al continuo cambiamento<br />
della nostra società.<br />
Abbiamo il privilegio di avere tanti giovani,<br />
abbiamo il dovere di camminare con<br />
loro per un annuncio autentico e credibile<br />
tra la nostra brava e buona gente.<br />
FR. MICHELE CENTOLA<br />
3. XIII Sessione plenaria della Pontificia<br />
Accademia delle Scienze Sociali<br />
Città del Vaticano, Casina Pio IV,<br />
27.04-01.05.2007<br />
CHARITY AND JUSTICE<br />
IN THE RELATIONS AMONG<br />
PEOPLES AND NATIONS<br />
Si è svolta in Vaticano la XIII Sessione<br />
plenaria della Pontificia Accademia delle<br />
Scienze Sociali sul tema: Charity and Justice<br />
in the Relations among Peoples and Nations<br />
e vi ha partecipato come osservatore<br />
un nostro Frate della Provincia ligure del<br />
Cuore Immacolato di Maria: Fr. Franco<br />
Mirri. L’Accademia Pontificia delle Scienze<br />
Sociali è stata creata da Giovanni Paolo<br />
II nel 1994 con lo scopo di essere un costante<br />
supporto al Magistero della Chiesa.<br />
L’Accademia infatti, raccogliendo e studiando<br />
le istanze, le attese e le necessità delle<br />
varie regioni del mondo, dovrebbe offrire<br />
elementi utili alla elaborazione della dottrina<br />
sociale della Chiesa. I campi di<br />
indagine e d’azione della Pontificia Accademia<br />
sono principalmente quelli dell’economia,<br />
del sociale e del diritto. E il criterio<br />
fondamentale che muove la sua attività è di<br />
cercare una sintesi tra le proposte e le problematiche<br />
del Vangelo e i problemi della<br />
vita sociale.<br />
Fr. Franco ha potuto partecipare come osservatore,<br />
a nome dell’Ordine, su invito del
Cancelliere della PontificiaAccademia delle<br />
Scienze, Mons. Marcelo Sanchez Sorondo.<br />
Presidente dellaAccademia è la Professoressa<br />
Mary Ann Glendon, a cui il Santo Padre<br />
ha inviato una speciale lettera per i partecipanti<br />
della tredicesima Sessione Plenaria.<br />
La Sessione plenaria dell’Accademia<br />
delle Scienze Sociali quest’anno ha avuto la<br />
durata di una settimana: dal 27 aprile al 1<br />
maggio. Il programma era articolato su una<br />
serie di relazioni e di interventi su temi stabiliti<br />
per tempo. In particolare c’è stata una<br />
verifica sul tema della solidarietà e giustizia,<br />
a proposito dei “millenium goals”, cioè<br />
in riferimento a una serie di propositi da<br />
parte di numerose nazioni sul problema<br />
mondiale della povertà; propositi da soddisfare<br />
entro l’anno 2015.<br />
Erano presenti Accademici, tutti personalità<br />
di alto profilo, provenienti da tutto il<br />
mondo. Altre personalità intervenute durante<br />
la Sessione plenaria, oltre al Sommo Pontefice,<br />
sono stati: il Segretario di Stato,<br />
Card. Tarcisio Bertone; il Card. Kasper; il<br />
Card. Martino; il Nunzio apostolico presso<br />
l’ONU, Mons. Celestino Migliore. Tra gli<br />
esperti erano presenti il Direttore Generale<br />
della FAO, delle Nazioni Unite, il Segretario<br />
Generale dell’Organizzazione degli Stati<br />
Americani, Henry Kissinger e rappresentanti<br />
delle maggiori università a livello<br />
mondiale.<br />
Le giornate erano programmate in modo<br />
che quattro diversi Presidenti dell’assemblea<br />
guidavano i lavori delle rispettive quattro<br />
Sessioni plenarie. In ogni Sessione c’è<br />
stato l’intervento di un Relatore, a cui sono<br />
seguite le reazioni di alcuni commentatori<br />
oppure una tavola rotonda; reazioni e commenti<br />
alla relazione erano ad opera di accademici.<br />
Per Statuto gli Accademici della<br />
Pontificia Accademia delle Scienze Sociali<br />
non possono essere più di 40. Inoltre vi si<br />
possono aggiungere in numero limitato invitati<br />
ed esperti.<br />
«È stata un’esperienza molto bella e arricchente<br />
– ha commentato Fr. Franco Mirri<br />
che ha partecipato a tutta le Sessione Plenaria<br />
–; un’occasione straordinaria poter<br />
partecipare a un lavoro di comunione orientato<br />
a cercare soluzioni o risposte a proble-<br />
AD CHRONICAM ORDINIS 383<br />
mi che interpellano le nostre coscienze e la<br />
dimensione sociale della nostra vita. Tale<br />
esperienza è stata resa ancor più interessante<br />
ed esclusiva, a motivo che la riflessione e<br />
la ricerca sono state condivise anche con<br />
persone di altra cultura e di altra fede».<br />
Grandemente apprezzato è stato poi il<br />
pellegrinaggio ad Assisi da parte di tutti i<br />
partecipanti. Sui luoghi di Francesco si è cercato<br />
un approccio concreto alla carità e alla<br />
giustizia, rivivendo l’intuizione del Poverello<br />
di Assisi. La contentezza era palpabile in<br />
tutti, dopo la visita alla tomba di S. Francesco<br />
e alla Porziuncola, e ognuno ha commentato<br />
il pellegrinaggio con soddisfazione,<br />
poiché ritornava da Assisi con la sensazione<br />
di aver incontrato Francesco, attraverso la visita<br />
ai suoi luoghi e ai suoi valori.<br />
Ha raccontato ancora Fr. Franco: «È stata<br />
un’esperienza esaltante che porterò nel<br />
cuore e nell’animo, soprattutto per aver partecipato<br />
a un momento di specifico interesse<br />
della Chiesa nel seguire lo sviluppo delle<br />
scienze, manifestando la disponibilità di<br />
dialogare, andando oltre la propria competenza<br />
teologica. È questo certamente un<br />
frutto del Concilio».<br />
L’Accademia delle Scienze, creata nel<br />
1603, è la prima Accademia del mondo. Già<br />
allora, agli inizi del XVII secolo, è stata voluta<br />
per indicare che la Santa Sede desiderava<br />
seguire da vicino lo sviluppo delle<br />
scienze e servirsi per questo scopo dei migliori<br />
scienziati. Di questa Accademia delle<br />
Scienze fu Presidente Fr. Agostino Gemelli,<br />
per quasi 20 anni. Nei tempi odierni, diversi<br />
da allora per tanti aspetti e per i problemi<br />
che sta affrontando l’umanità, il sorgere<br />
delle Scienze sociali ha generato l’esigenza<br />
di un nuovo approccio che la Chiesa non<br />
poteva ignorare, ma che invece doveva<br />
adottare per meglio servire l’umanità.<br />
4. Incontro dei Presidenti delle Conferenze<br />
con il Definitorio generale<br />
Roma, Curia generale, 07-09.05.2007<br />
Dal 7 al 9 maggio 2007 si è tenuto, presso<br />
la Curia generale, il quarto incontro dei<br />
Presidenti delle Conferenze con il Definito-
384<br />
rio generale. È stato un incontro di riflessione<br />
e di verifica, in modo particolare riguardo<br />
al ruolo delle Conferenze dei Ministri<br />
provinciali secondo le proposte del Capitolo<br />
generale 2003. L’Incontro del 2007 è<br />
stato anticipato, rispetto al programma conosciuto<br />
da tempo, a motivo della partecipazione<br />
del Ministro generale, su invito di<br />
Benedetto XVI, alla quinta Assemblea dei<br />
Vescovi dell’America Latina (CELAM).<br />
Partecipanti<br />
Definitorio generale<br />
Fr. José Rodríguez Carballo, Min. Gen.;<br />
Fr. Francesco Bravi, Vic. Gen. et Proc.<br />
Gen.; Fr. Finian McGinn, Def. Gen.; Fr. Šime<br />
Samac, Def. Gen.; Fr. Miguel J. Vallecillo<br />
Martín, Def. Gen.; Fr. Ambrogio<br />
Nguyen Van Si, Def. Gen.; Fr. Amaral Bernardo<br />
Amaral, Def. Gen.; Fr. Mario Favretto,<br />
Def. Gen.; Fr. Luis Gerardo Cabrera<br />
Herrera, Def. Gen.; Fr. Juan Ignacio Muro<br />
Aréchiga, Def. Gen.; Fr. Jakab Várnai, Def.<br />
Gen.; Fr. Seán Collins, Sec. Gen.<br />
Presidenti<br />
Fr. Joseph Amin, Prov. S. Familiae (Egitto):<br />
Africanae; Fr. Melvin Jurisich, Prov. S.<br />
Barbarae (USA): Anglophonae (ESC); Fr.<br />
Stephen Bliss, Prov. Sancti Spiritus (Australia):<br />
Asiae Meridionalis, Australiae et<br />
Oceaniae (SAAOC); Fr. Paolo Oh Sang-<br />
Seon, Prov. Ss. Martyrum Coreanorum<br />
(Corea): Asiae Orientalis (EAC); Fr. Francisco<br />
L. Gómez Vergez, Prov. S. Fidei<br />
(Colombia): Bolivarianae; Fr. Ireneu<br />
Gassen, Prov. S. Francisci: Brasilianae<br />
(CFMB); Fr. Luis Antonio Scozzina, Prov.<br />
S. Michaëlis (Argentina): Cono Sur; Fr.<br />
Artemio Vítores González, Custodia Terrae<br />
Sanctae (Israele): Custodiae Terrae Sanctae;<br />
Fr. José Maria Arregui Guridi, Prov.<br />
Franciscana de Arantzazu (Spagna): Hispano-Lusitanae<br />
(CONFRES); Fr. Marino Porcelli,<br />
Prov. Ss. Petri et Pauli (Italia): Italiae<br />
ed Albaniae (COMPI); Fr. Eulalio Gómez<br />
Martínez, Prov. Ss. Petri et Pauli de Michoacán<br />
(Messico): Mexici et Americae<br />
Centralis (C.A. CARAIBE); Fr. Adrian Buchcik,<br />
Prov. S. Francisci (Polonia): Septen-<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
trionalis Slavicae; Fr. Jan Van den Eijnden,<br />
Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium (Olanda):<br />
Transalpinae Franciscanae (COTAF).<br />
Interpreti<br />
Fr. Patrick Hudson (inglese), Fr. Cesar<br />
Javier Orduña (spagnolo), Fr. Giovanni Rinaldi<br />
(italiano).<br />
Assistenti<br />
Fr. Philippe Schillings (Verbalista), Fr.<br />
Simone Lopata (Assistente computer), Fr.<br />
Samuele Portka (Assistente in Aula).<br />
Segreteria<br />
Fr. Seán Collins (Sec. gen.), Fr. Ernest<br />
Karol Siekierka (Vice Sec. gen.), Fr. Francisco<br />
Manuel Romero García (Vice Sec.<br />
gen.).<br />
Agenda<br />
Alle ore 9 del 7 maggio è iniziato l’incontro<br />
dei Presidenti con il Definitorio generale,<br />
nell’Aula “B. Giovanni Duns Scoto”.<br />
Dopo il saluto di benvenuto del Moderatore<br />
dell’Assemblea, Fr. Luis Cabrera, il<br />
Ministro generale, Fr. José Rodríguez Carballo,<br />
ha tenuto la sua Relazione dal titolo,<br />
«Lungo il cammino». Dopo aver illustrato<br />
il contesto storico attuale e le problematiche<br />
della Vita consacrata e del nostro Ordine, il<br />
Ministro si è soffermato su alcuni punti indispensabili<br />
per ridare “vitalità” al nostro<br />
carisma: l’audacia di vivere il Vangelo; la<br />
riforma delle strutture per rivitalizzare la vita<br />
e la missione; la ristrutturazione delle nostre<br />
presenze ed attività, con l’indicazione<br />
di alcuni criteri affinché questa ci permetta<br />
di individuare l’essenziale e di puntare sui<br />
valori della comunione, dell’interscambio e<br />
della collaborazione; il ruolo delle Conferenze,<br />
soprattutto, per quanto concerne l’organizzazione<br />
della presenza francescana<br />
nella varie regioni dell’Ordine e la promozione<br />
di una maggiore solidarietà tra tutte le<br />
Entità. Il Ministro, poi, ha concluso invitando<br />
a fare alcune scelte: ripensare e rivitalizzare<br />
il nostro carisma in tutto il suo dinamismo<br />
e la sua universalità; dare spazio ai progetti<br />
comuni; concentrare gli sforzi
nell’animazione e nella formazione; vivere<br />
l’itineranza personale; superare la mentalità<br />
del ghetto per aprirsi alla solidarietà e alla<br />
comunione. Dopo la Relazione di Fr. José<br />
ogni Presidente ha avuto la possibilità di<br />
condividere la propria esperienza di Presidente<br />
di una Conferenza e di esporre brevemente<br />
come si sta vivendo il dopo Capitolo<br />
generale straordinario del 2006. Nel primo<br />
pomeriggio i Presidenti si sono divisi in<br />
gruppi linguistici per approfondire la Relazione<br />
del Ministro. La giornata si è conclusa<br />
con la condivisione in Assemblea di<br />
quanto emerso nei lavori di gruppo e con la<br />
celebrazione dei Vespri, presieduta da Fr.<br />
Mario Favretto.<br />
La giornata del 9 maggio è iniziata con<br />
la celebrazione delle Lodi e dell’Eucaristia,<br />
presieduta da Fr. Melvin Jurisch. È proseguita<br />
con la Relazione di Fr. Ignacio Muro<br />
su «Presente e futuro delle Conferenze».<br />
Dopo aver sintetizzato quanto detto nel<br />
CPO del 2001 riguardo al ruolo delle Conferenze,<br />
Fr. Ignacio ha illustrato la finalità e<br />
l’importanza delle Conferenze in base agli<br />
attuali Statuti generali; ha accennato al richiamo<br />
del Capitolo generale 2003 alla<br />
collaborazione interprovinciale, come possibilità<br />
concreta per il futuro dell’Ordine;<br />
ha citato vari passi del Documento del Capitolo<br />
generale straordinario del 2006, «Il<br />
Signore ci parla lungo il cammino», soffermandosi<br />
sugli orientamenti pratici, «Sentieri<br />
per il futuro», che riguardano le relazioni<br />
fraterne, la cura dell’internazionalità,<br />
dell’interculturalità e della collaborazione<br />
interprovinciale. Nella parte conclusiva del<br />
suo intervento, Fr. Ignacio ha descritto le<br />
problematiche e le sfide attuali delle varie<br />
Conferenze ed ha invitato a cercare percorsi<br />
che aiutino a trovare il giusto equilibrio<br />
alla tensione tra il locale e l’universale. La<br />
mattinata si è conclusa con le proposte dei<br />
Presidenti per migliorare il servizio dei<br />
Presidenti. Nel pomeriggio i lavori sono<br />
proseguiti nei gruppi e, poi, in Assemblea.<br />
La giornata è terminata con la celebrazione<br />
dei Vespri, presieduta da Fr. Finian Mc-<br />
Ginn.<br />
Il 9 maggio, ultimo giorno dell’incontro,<br />
dopo la celebrazione delle Lodi, presieduta<br />
AD CHRONICAM ORDINIS 385<br />
da Fr. Eulalio Gómez, i lavori sono iniziati<br />
con la Relazione dell’Economo generale,<br />
Fr. Giancarlo Lati, il quale ha informato i<br />
Presidenti su: l’andamento dell’economia<br />
delle Case dipendenti dal Ministro generale;<br />
le modalità di lavoro dell’Economato<br />
generale; come reperire i fondi per il futuro;<br />
la presentazione dei progetti di lavoro, che<br />
stanno per essere messi in atto e che riguardano<br />
S. Isidoro, il Collegio di S. Antonio e<br />
la PUA e l’Istituto S. Antonio. Dopo la Relazione<br />
c’è stato ampio spazio per gli interventi,<br />
i chiarimenti e la discussione. Hanno<br />
contribuito al dibattito vari Presidenti, l’Economo<br />
generale e il Ministro generale. La<br />
mattinata si è conclusa con l’Eucaristia,<br />
presieduta dal Ministro generale, in cui si è<br />
celebrata la festa di S. Maria Mediatrice,<br />
Patrona della Curia generale. Nel pomeriggio<br />
il Ministro generale e Fr. Luis Cabrera,<br />
dopo aver richiamato brevemente, con<br />
l’aiuto di una scheda distribuita in precedenza,<br />
le principali decisioni del Capitolo<br />
generale 2003 e le Proposte del Governo<br />
dell’Ordine per l’animazione delle Entità e<br />
per la celebrazione dell’VIII centenario di<br />
Fondazione dell’Ordine, si sono soffermati<br />
su ciò che si è fatto finora, da parte del Definitorio<br />
generale e delle Entità, in adempimento<br />
a tali richieste e proposte.<br />
Dopo alcune informazioni sulla Pontificia<br />
Università Antonianum (Fr. Manuel<br />
Blanco, Vice Rettore), l’incontro è terminato<br />
con la verifica sull’incontro da parte dei<br />
Presidenti e con l’intervento del Vicario generale,<br />
Fr. Francesco Bravi, il quale ha sintetizzato<br />
le tematiche affrontate in questo<br />
quarto incontro dei Presidenti, ha ringraziato<br />
tutti coloro che hanno contribuito alla<br />
buona riuscita dei lavori ed ha dato appuntamento<br />
per il prossimo incontro che si terrà<br />
a Roma, presso la Curia generale, nei giorni<br />
12-15 maggio 2008.<br />
FR. LUIGI PERUGINI, <strong>OFM</strong><br />
5. L’incontro di Benedetto XVI con le<br />
Clarisse e con i giovani della «Fazenda<br />
da Esperança»<br />
Guaratinguetà, Brasile, 12 maggio 2007
386<br />
UNA PROPOSTA EVANGELICA<br />
BASATA SULLA DIGNITÀ<br />
DI OGNI ESSERE UMANO<br />
L’incontro del Papa con i giovani della<br />
«Fazenda da Esperança» può forse essere<br />
considerato la sintesi del Viaggio in Brasile.<br />
Qui c’è tutto, fin dal nome: c’è la «spes<br />
contra spem» paolina. C’è l’evidenza che<br />
non bisogna mai perdere la speranza. Questa<br />
è una realtà ecclesiale, autenticamente<br />
ecclesiale, per il ricupero dei giovani caduti<br />
nel «buco nero» della droga, dell’alcolismo,<br />
della violenza, della cultura disperata<br />
del «nulla». È una proposta evangelica,<br />
semplice, centrata sulla riaffermazione della<br />
grande dignità di ogni essere umano che<br />
è figlio amato da Dio.<br />
Benedetto XVI ha incontrato in questa<br />
«Fazenda» il Brasile che spera, il Brasile<br />
che non si arrende neppure di fronte alle più<br />
rovinose cadute, il Brasile che, attraverso il<br />
lavoro, riprende vigore, dignità. Il Papa ha<br />
incontrato il Brasile del domani, incarnato<br />
in persone concrete con storie difficili ma<br />
mai senza speranza.<br />
Ha sviluppato con questi giovani un dialogo<br />
su problemi precisi. E i giovani, che<br />
hanno presentato le loro ansie e i loro slanci,<br />
lo hanno ascoltato con vivace intelligenza.<br />
Una partecipazione fatta di preghiera, di<br />
canti. Fatta di occhi luminosi e di mani capaci<br />
di gesti forti. Fatta di tanti piccoli e<br />
grandi impegni assunti con consapevolezza,<br />
che sono altrettante pietre lastricate, l’una<br />
accanto all’altra, per garantire un cammino<br />
positivo per il Brasile, nel solco della<br />
nuova evangelizzazione.<br />
L’incontro con le clarisse nella nuova chiesa<br />
La giornata di sabato 12 maggio si è<br />
aperta, alle ore 8, con la Santa Messa che il<br />
Papa ha celebrato, in privato, nella Cappella<br />
del Seminario «Bom Jesús». Questa Cappella<br />
è stata realizzata da Cláudio Pastro,<br />
uno dei rappresentanti più noti dell’arte sacra<br />
in Brasile, autore dei progetti di oltre<br />
200 chiese negli ultimi trent’anni. Intorno<br />
alle 9.30 il Papa ha lasciato il Seminario per<br />
recarsi, in auto, alla «Fazenda da Esperança»<br />
che si trova a Guaratinguetá, distan-<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
te circa 30 chilometri da Aparecida. Lungo<br />
le strade il Papa è stato salutato da una catena<br />
ininterrotta di persone che gli hanno dimostrato<br />
tutto il loro affetto.<br />
Benedetto XVI – accompagnato dal Seguito<br />
e dall’Arcivescovo di Aparecida,<br />
Mons. Raymundo Damasceno Assis – è stato<br />
accolto nella piazzola antistante la nuova<br />
chiesa della «Fazenda» – dedicata a San<br />
Galvão (originario di queste terre) e a Santa<br />
Crescenzia – dal Fondatore dell’Opera<br />
sociale «Nossa Senhora de Glória», Padre<br />
Hans Stapel, religioso dell’Ordine dei Frati<br />
Minori, di origine tedesca. Insieme con lui<br />
erano il fratello gemello don Paul Stapel;<br />
Nelson Giovannelli, cofondatore di questa<br />
realtà e responsabile del centro maschile;<br />
Lucilene Rodendo e Iraci Leide, cofondatrici<br />
del centro femminile.<br />
La «Fazenda» si estende su un terreno<br />
vasto circa 350 ettari, alle pendici della cordigliera<br />
atlantica, siamo nella Catena della<br />
Mantiqueira, e comprende il Convento delle<br />
Clarisse e 21 Case. A dare il benvenuto al<br />
Papa erano presenti oltre 3.000 giovani –<br />
provenienti anche dalle altre 40 Comunità<br />
sparse in Brasile e nel mondo – con il personale<br />
laico e religioso che opera a Guaratinguetá.<br />
Insieme con loro, Padre José Rodríguez<br />
Carballo, Ministro Generale dell’Ordine<br />
dei Frati Minori, e alcuni Vescovi.<br />
Nella nuova chiesa il Papa ha salutato le<br />
circa cento clarisse brasiliane, guidate da<br />
Madre Maria José da Rosa Mistica, Abbadessa<br />
del Monastero «Mater Christi» di<br />
questa «Fazenda». Ha quindi asperso con<br />
l’acqua benedetta il nuovo edificio, che ha<br />
la forma di una tenda per significare che<br />
Dio è venuto ad abitare tra noi ogni momento.<br />
Arricchita da splendide vetrate, la<br />
piccola chiesa è ricca di simboli: dal «laghetto»<br />
che accarezza l’entrata alla roccia<br />
che fa da altare.<br />
Il Papa ha affidato alle Clarisse la missione<br />
di essere «garanti» di tutto il lavoro<br />
svolto nella «Fazenda da Esperança». Con<br />
la forza della preghiera silenziosa, queste figlie<br />
di Santa Chiara vivono qui in Brasile il<br />
comandamento dell’amore per Dio e per il<br />
prossimo, nel gesto supremo di amare fino<br />
all’estremo. Il Papa ha rinnovato loro l’in-
carico di annunciare la verità della bellezza<br />
e della vita in Cristo con il silenzio ablativo<br />
della preghiera, silenzio eucaristico che il<br />
Padre ascolta. Queste religiose annunciano<br />
con la loro stessa vita di preghiera il messaggio<br />
dell’amore che vince il dolore di chi<br />
lotta tra la droga e la morte. Annunciano<br />
Gesù Cristo, essere umano come noi, sofferente<br />
come noi, che ha saputo prendere su di<br />
sé i nostri peccati per liberarci.<br />
Spiega Madre Maria José da Rosa Mistica:<br />
«Noi clarisse che risiediamo qui abbiamo<br />
come impegno principale la preghiera.<br />
Ci sentiamo parte di questa grande opera di<br />
ricupero dei giovani, sostenendola con la<br />
nostra preghiera. Siamo a disposizione per<br />
colloqui. Questi giovani hanno sete e fame<br />
di qualcosa che è stato loro negato e che è<br />
essenziale: l’amore. È un’esperienza straordinaria<br />
vedere le meraviglie che Dio opera<br />
nella vita di questi giovani per farli rinascere».<br />
Quindi, nel vicino campo sportivo, è avvenuto<br />
l’incontro con la Comunità. Il Santo<br />
Padre è stato accolto con una gioia straordinaria:<br />
c’è lo stupore di chi mai e poi mai<br />
avrebbe immaginato di vedere il Papa in<br />
questo «angolo» del Brasile. L’indirizzo di<br />
omaggio gli è stato rivolto da Padre Hans<br />
Stapel. Al Papa sono state presentate alcune<br />
significative testimonianze di giovani della<br />
«Fazenda», intervallate da brani musicali e<br />
da rappresentazioni artistiche.<br />
Hanno preso la parola Antonio Eleuterio<br />
Meto, il primo giovane ricuperato da Padre<br />
Hans, che ha presentato al Papa la sua storia<br />
e la sua famiglia. Sposato, ha sei figli, due<br />
dei quali adottati. Quindi hanno presentato<br />
al Papa le loro testimonianze Roland Muhlig,<br />
volontario luterano tedesco; Alexey<br />
Shipov, ex tossicodipendente di Mosca, di<br />
confessione ortodossa; Silvia Hartwich, che<br />
è stata capace di uscire dal tunnel dell’anoressia,<br />
e Ricardo Correo Riberinho, un<br />
bambino «de rua», salvato dalla Fazenda.<br />
Le lacrime della giovane Silvia hanno commosso<br />
profondamente il Papa che l’ha stretta,<br />
insieme con tutti gli altri, in un paterno<br />
abbraccio di incoraggiamento.<br />
Prima della recita del «Padre Nostro», il<br />
Papa ha ricevuto in dono alcuni oggetti sim-<br />
AD CHRONICAM ORDINIS 387<br />
bolici realizzati dagli stessi giovani che vivono<br />
l’esperienza della Fazenda nei diversi<br />
Continenti.<br />
In particolare, sono stati i ragazzi abbandonati,<br />
che non hanno famiglia, a presentare<br />
al Santo Padre un dono di grandissima<br />
eloquenza che resta quasi come un simbolo:<br />
l’«anello della solidarietà». Un gesto che<br />
ha toccato il cuore del Papa e ha interpellato<br />
tutto il Brasile. I ragazzi erano accompagnati<br />
dal Vescovo di Caruaru, Mons. Bernardino<br />
Marchiò.<br />
Benedetto XVI è sceso tra i giovani e li<br />
ha salutati uno ad uno, immergendosi in<br />
questo «mare» di speranza. È stato un momento<br />
di grande commozione, un abbraccio<br />
indimenticabile. I ragazzi hanno intonato il<br />
loro inno dal ritmo travolgente.<br />
Si può davvero dire che il Santo Padre ha<br />
ricevuto un dono personale da ciascuno dei<br />
3.000 giovani saliti su questo colle per<br />
stringersi a lui, per essere confermati nella<br />
fede e nella strada intrapresa. Significativo,<br />
in particolare, quel dono della Bibbia: è il<br />
Libro che regola la vita di questa comunità,<br />
ne è la «Costituzione». A sua volta, Benedetto<br />
XVI ha lasciato alla Fazenda una statua<br />
della Madonna con il Bambino e un’offerta<br />
in denaro per sostenere questa attività.<br />
Dio chiederà conto agli spacciatori<br />
Benedetto XVI ha chiesto a questi giovani<br />
che hanno conosciuto il vuoto del<br />
«nulla» di essere gli ambasciatori della speranza,<br />
uomini di luce. Con forza ha detto:<br />
«Il Brasile possiede una statistica delle più<br />
rilevanti per ciò che riguarda la dipendenza<br />
chimica delle droghe e degli stupefacenti. E<br />
l’America Latina non resta indietro. Perciò<br />
dico agli spacciatori che riflettano sul male<br />
che stanno facendo a una moltitudine di<br />
giovani e di adulti di tutti gli stadi sociali:<br />
Dio chiederà loro conto di ciò che hanno<br />
fatto. La dignità umana non può essere calpestata<br />
in questo modo».<br />
Il Santo Padre ha evidenziato come il<br />
progetto della «Fazenda da Esperança» preveda<br />
sì una terapia che include l’assistenza<br />
medica, psicologica e pedagogica ma anche<br />
molta preghiera, lavoro manuale e disciplina<br />
di vita. Ma ciò che più desta l’attenzio-
388<br />
ne, oltre ai numerosi recuperi pieni dei giovani<br />
alla vita, sono le conversioni, il ritrovamento<br />
di Dio e la partecipazione attiva alla<br />
vita della Chiesa. Non basta infatti curare<br />
il corpo, bisogna anche ornare l’anima<br />
con i più preziosi doni acquisiti col Battesimo.<br />
In questo senso, questa Fazenda dà segni<br />
di recupero pieno delle persone nella riconciliazione<br />
con Dio e con la società.<br />
Al termine, intorno alle ore 12.30, il Papa<br />
ha fatto rientro in auto nel Seminario<br />
«Bom Jesús», attraversando il territorio<br />
del Comune di Potim. Nel Seminario il Papa<br />
ha incontrato il «Praesidium» della V<br />
Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano<br />
e dei Caraibi composto dai<br />
tre Presidenti – i Cardinali Giovanni Battista<br />
Re, Francisco Javier Errázuriz Ossa e<br />
Geraldo Majella Agnolo –, dal Segretario<br />
Generale, Mons. Andrés Stanovnik, e dal<br />
Segretario Aggiunto, Mons. Odilo Pedro<br />
Scherer.<br />
Da un «angolo» al mondo come un vento di<br />
speranza<br />
II nome «Fazenda da Esperança» è diventato<br />
sempre più conosciuto e riconosciuto<br />
per la sua opera con i giovani tossicodipendenti<br />
in Brasile e non solo. Questo<br />
progetto sociale è legato in modo diretto a<br />
Padre Hans Stapel, francescano tedesco che<br />
coordina e dirige la Fazenda.<br />
Il progetto ha avuto inizio nel 1983,<br />
presso la parrocchia della Gloria a Guaratinguetá.<br />
I parrocchiani avvicinavano i giovani<br />
tossicodipendenti che poi invitavano<br />
in parrocchia per cercare di recuperarli alla<br />
vita. Inizialmente s’incontravano ogni giorno,<br />
di sera. Poi hanno deciso di vivere insieme<br />
e di condividere tutto, con la supervisione<br />
di Padre Hans. All’inizio si accoglievano<br />
solo uomini, sotto la guida di Nelson<br />
Giovannelli, e cinque anni dopo anche le<br />
donne, sotto la guida di Iraci Leite e di Lucilene<br />
Rosendo. Tre cose erano chiare: vivere<br />
insieme, vivere del proprio lavoro, vivere<br />
secondo il Vangelo. Per questo mettevano<br />
in comune lo stipendio, la mattina<br />
meditavano un testo del Vangelo e cercavano<br />
di fare insieme esperienze quotidiane di<br />
spiritualità. Questo stile di vita attrasse mol-<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
ti altri tossicodipendenti, oltre ai giovani<br />
considerati «normali» che nutrivano lo stesso<br />
anelito di vita nella fede.<br />
Il riconoscimento da parte della società e<br />
della Chiesa è stato rapido. Padre Hans Stapel<br />
si è così dedicato totalmente a questo<br />
progetto, per cui nel 1993 è stato svincolato<br />
dalla sua Provincia. Da quel momento la<br />
«Fazenda da Esperança» è cresciuta molto<br />
e si è diffusa in 40 luoghi nel Brasile e nel<br />
mondo, sempre in stretto legame con la<br />
Chiesa locale. Senza l’approvazione del Vescovo<br />
diocesano non si può di fatto aprire<br />
una «Fazenda».<br />
È importante comprendere che il carisma<br />
che anima queste nuove comunità è<br />
una sintesi di due spiritualità: quella di San<br />
Francesco e quella di Chiara Lubich, Fondatrice<br />
del Movimento dei Focolari.<br />
Il numero di coloro che si dedicavano a<br />
tempo pieno al progetto o che desideravano<br />
farlo per tutta la vita è aumentato rapidamente.<br />
Per questo i Vescovi hanno chiesto<br />
a Padre Hans di fondare un’associazione<br />
di fedeli, al fine di accogliere, formare e<br />
prendersi cura di queste vocazioni. Il 24<br />
dicembre 1999 è stata creata la «Famiglia<br />
della Speranza», con il decreto del Cardinale<br />
Lorscheider. Sono già più di 250<br />
quanti operano in questa Famiglia, soprattutto<br />
laici, coppie sposate e anche sacerdoti.<br />
Sono loro l’anima di questa esperienza<br />
che, comunque, fin dall’inizio ha coinvolto<br />
tutte le vocazioni. La «Fazenda da Esperança»<br />
è, dunque, più di un progetto sociale.<br />
È una nuova comunità, in fase di approvazione<br />
pontificia: nel novembre del 2006<br />
la comunità di Guaratinguetá ha ricevuto<br />
la visita del Presidente del Pontificio Consiglio<br />
per i Laici, l’Arcivescovo Stanistaw<br />
Ryłko.<br />
In tutto sono stati accolti, in quasi venticinque<br />
anni di attività, oltre 8.000 giovani.<br />
La «Fazenda da Esperança» accoglie persone<br />
dai 15 ai 45 anni, dipendenti dalle droghe<br />
o dall’alcool che desiderano riabilitarsi. Accoglie<br />
anche malati di AIDS che vengono<br />
seguiti e inseriti in un programma di recupero<br />
in regime di internato. Il programma di<br />
recupero dura un anno e si fonda sul lavoro<br />
come fonte di autosostentamento e sulla vi
ta comunitaria come strumento per cambiare<br />
mentalità e stile di vita, alla luce della<br />
spiritualità del Vangelo.<br />
La testimonianza di Padre Hans Stapel<br />
Padre Hans è nato a Geseke (Paderborn),<br />
in Germania, nel 1945. Per spiegare la sua<br />
opera fa riferimento a questo passo evangelico:<br />
«Ogni volta che avete fatto queste cose<br />
a uno dei miei fratelli più piccoli...».<br />
Spiega Padre Hans: «Questa frase del Vangelo<br />
ha sempre guidato la mia vita. Il 30 dicembre<br />
1945, insieme a mio fratello gemello<br />
Paolo, in una Germania totalmente distrutta,<br />
vidi nelle umili condizioni di vita la<br />
luce del mondo nel piccolo villaggio di Geseke,<br />
vicino a Paderborn. Indipendentemente<br />
dalle conseguenze della guerra, la<br />
mia infanzia fu plasmata dalla fede salda<br />
dei miei genitori. Spesso non avevamo<br />
neanche il necessario per vivere, ma la fede<br />
e la pratica religiosa rimasero sempre presenti<br />
nella mia famiglia. Presto crebbe in<br />
me il desiderio di divenire sacerdote e di andare<br />
in missione. Certo, all’inizio, studiai<br />
per divenire rilegatore di libri. Poi, nel 1965<br />
entrai nel seminario minore di Bad Driburg<br />
per conseguire il diploma».<br />
«Durante una crisi nel Seminario minore<br />
– racconta Padre Hans – conobbi il Movimento<br />
dei Focolari e fui conquistato dal<br />
modo in cui i suoi membri vivevano concretamente<br />
la Parola di Dio e l’amore particolare<br />
per il Crocifisso. Non sapevo che<br />
questo nuovo carisma, che avevo conosciuto<br />
da poco, mi sarebbe stato tanto di aiuto in<br />
seguito. Nel 1969 la stampa diede molto risalto<br />
alla guerra nel Biafra. Spinto dalla<br />
corrente di solidarietà che si creò volli offrire<br />
anche io il mio contributo e raccolsi<br />
con mio fratello e altri compagni di Seminario<br />
dei formaci, mezzi di sostentamento e<br />
denaro che portammo personalmente in Nigeria<br />
attraverso la Caritas Internazionale.<br />
Quella del Biafra fu di certo una delle esperienze<br />
più incisive della mia gioventù. Tutta<br />
quella miseria, i numerosi morti, i bambini<br />
affamati e la distruzione contrastavano<br />
molto con la mia immagine di un Dio che è<br />
amore. Di certo in quella oscurità fu posta<br />
un’importante pietra d’angolo per la mia at-<br />
AD CHRONICAM ORDINIS 389<br />
tività missionaria. Tutto è nelle mani di Dio,<br />
anche la morte».<br />
«Nel 1971, dopo aver fatto visita a numerosi<br />
missionari francescani a Garnstock,<br />
decisi di recarmi in missione in Brasile –<br />
sono le sue parole –. A causa di problemi di<br />
salute mio fratello Paolo non si unì a me.<br />
Poi studiò Teologia a Paderborn e in seguito,<br />
divenuto sacerdote, per 15 anni gli fu<br />
permesso di lavorare nel nordest del Brasile<br />
come missionario della Diocesi di Paderborn.<br />
Il primo periodo in Brasile, durante il<br />
noviziato, fu caratterizzato dall’adattamento<br />
alla cultura e alla popolazione. La parola<br />
“inculturazione” è presente in tutti i corsi<br />
frequentati dai missionari, ma la realtà è poi<br />
ben diversa. Ricordo con precisione quel<br />
periodo. Ogni giorno riso e fagioli, il pasto<br />
base, un modo di pensare e di agire che non<br />
è paragonabile a quello europeo, la lingua:<br />
tutto ciò rappresentò una importante sfida».<br />
«Nel 1974 terminai i miei studi teologici<br />
a Petropolis vicino a Rio de Janeiro – prosegue<br />
Padre Hans– . Nel 1979 fui trasferito<br />
a Guaratinguetá, fra Rio de Janeiro e São<br />
Paulo. Avevo sempre desiderato trasferirmi<br />
nel Nordest del Brasile. Questo inatteso trasferimento<br />
e l’obbedienza richiestami si sono<br />
poi trasformati in una grande benedizione.<br />
Quale giovane parroco di quella comunità<br />
brasiliana una sera tardi ricevetti la<br />
visita di una giovane incinta che chiedeva<br />
ricovero. I suoi genitori l’avevano cacciata<br />
di casa. Ero solo in parrocchia e non sapevo<br />
cosa fare. Mi ricordai le parole del Vangelo:<br />
“Ogni volta che avete fatto queste cose a<br />
uno dei miei fratelli più piccoli, l’avete fatto<br />
a me”. La tenni presso di me fin quando<br />
il bambino non fu adottato da una famiglia.<br />
In seguito mi disse: “Se non mi avesse accolta,<br />
avrei abortito”. Un’altra volta, un uomo<br />
mi portò un bambino che era molto malato<br />
e che nessuno voleva operare. “Che cosa<br />
succederà se terrò il bambino?” pensai.<br />
Al contempo, chiesi a Gesù di suggerirmi<br />
una decisione in quanto Egli aveva detto:<br />
“Chi accoglie anche uno solo di questi bambini<br />
in nome mio, accoglie me”. Nel sermone<br />
domenicale raccontai a tutti del bambino<br />
e una famiglia venne a chiedermi di adottarlo.<br />
Oggi è sano e forte. L’amore concreto
390<br />
della famiglia gli ha donato la salute. Sulla<br />
base di questa esperienza fu edificato un orfanotrofio<br />
con l’aiuto di tutta la comunità.<br />
Più di 300 bambini hanno potuto essere preparati<br />
all’adozione».<br />
«In parrocchia venivano anche tossicodipendenti<br />
– dice –. Come sempre il desiderio<br />
di vivere concretamente la Parola di Gesù<br />
mi diede il coraggio di affrontare questa<br />
nuova avventura. La vita basata sul Vangelo<br />
contagiò anche la comunità. Una volta<br />
giunse una ragazza, mi portò tutto il denaro<br />
che aveva risparmiato e disse: “è per i poveri!”.<br />
Un’altra volta arrivò un ragazzo giovanissimo<br />
con dei tossicodipendenti e chiese:<br />
“Possiamo aiutarli? Vogliono uscire dalla<br />
droga”. Così in parrocchia arrivarono<br />
quei tossicodipendenti. Con mia grande<br />
sorpresa erano i primi, la sera, a raccontarmi<br />
la propria esperienza con il Vangelo.<br />
Erano molto concreti nell’amore per il prossimo<br />
e ciò li portò ad abbandonare gli stupefacenti.<br />
Giovani senza problemi di droga<br />
e quelli che ne erano usciti, hanno deciso<br />
nel corso degli anni di vivere insieme e di<br />
condividere tutto. Questo stile di vita ha affascinato<br />
molti altri. Parecchi hanno seguito<br />
questo esempio, altri hanno donato fattorie,<br />
appezzamenti di terreno oppure si sono<br />
impegnati in altri modi per noi. Quindi comunità<br />
sono sorte in tutto il Brasile e in altri<br />
Paesi. Dopo 12 anni come parroco della<br />
comunità il Provinciale mi ha autorizzato a<br />
lavorare con i tossicodipendenti e a creare<br />
quest’opera».<br />
Rendere possibile l’incontro con Cristo<br />
«È importante comprendere – spiega Padre<br />
Hans – che la prima istanza della parrocchia<br />
e di questa opera sociale non è offrire<br />
un servizio di pubblica utilità, ma di<br />
rendere possibile l’incontro personale con il<br />
Risorto. “Laddove due o tre sono riuniti in<br />
mio nome, io sono fra loro”, afferma Gesù.<br />
Egli vive in mezzo a noi, se siamo riuniti<br />
nel suo nome. In questo modo sono sorti ricoveri<br />
per i senzatetto, progetti lavorativi,<br />
ospizi per anziani, cliniche per malati di<br />
aids in fase terminale, giardini d’infanzia e<br />
anche 42 “Fazende” in Brasile, Argentina,<br />
Paraguay, Messico, Guatemala, Germania,<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
Russia, Mozambico e Filippine. Oggi, quasi<br />
2.000 tossicodipendenti e alcolizzati vivono<br />
nelle nostre strutture. Dalla vita basata<br />
sul Vangelo con i tossicodipendenti è sorta<br />
una famiglia spirituale. Siamo 250<br />
persone, che si sono dedicate totalmente e<br />
consacrate a Dio nella vita per gli altri. Grazie<br />
a Vescovi entusiasti è sorta una piccola<br />
famiglia, una famiglia della speranza, la<br />
“Familia da Esperança”. A Natale del 1999,<br />
con il suo Statuto, questa famiglia, attraverso<br />
la Conferenza Episcopale Brasiliana,<br />
rappresentata dal Cardinale Lorscheider, è<br />
stata riconosciuta comunità spirituale in seno<br />
alla Chiesa cattolica. La procedura per il<br />
riconoscimento nel mondo, attraverso la<br />
Santa Sede, si concluderà presumibilmente<br />
quest’anno».<br />
Gli obiettivi della «Famiglia della Speranza»<br />
sono indicati nello Statuto come segue:<br />
«La famiglia della speranza si è posta<br />
come obiettivo principale la santificazione<br />
dei suoi membri nell’ambito di una dimensione<br />
missionaria attraverso l’amore concreto<br />
per il prossimo, attraverso la vita con<br />
la Parola, l’Eucaristia, i Sacramenti... e si è<br />
posta come particolare obiettivo l’accoglienza,<br />
l’aiuto e la promozione delle persone<br />
emarginate: i tossicodipendenti, coloro<br />
che sono stati infettati dal virus dell’aids,<br />
i bambini di strada e altre persone in una situazione<br />
simile».<br />
Nelle «Fazendas da Esperança» vivono<br />
per un intero anno in comunità persone con<br />
problemi di tossicodipendenza, divisi in uomini<br />
e donne, rinunciando radicalmente a<br />
tutto ciò che nel passato li ha portati alla dipendenza.<br />
«Il singolo individuo deve così,<br />
libero dalle vecchie dipendenze, pervenire<br />
a una nuova visione della vita – dice Padre<br />
Hans –. Coloro che hanno bisogno di aiuto<br />
vengono seguiti da assistenti sociali che<br />
considerano questo lavoro e la vita con i<br />
giovani una propria vocazione e si sentono<br />
uniti alla comunità spirituale attraverso una<br />
promessa. Ci si può unire alla comunità mediante<br />
una promessa sia nella vita celibataria<br />
sia familiare, se ci si vuole unire alla comunità<br />
come famiglia. La “Famiglia della<br />
Speranza” è anche aperta a giovani e adulti<br />
che vogliono vivere in questa comunità un
periodo di tempo e che sono alla ricerca della<br />
propria vocazione. Nelle varie Case delle<br />
“Fazendas” collaborano inoltre coloro che<br />
sono usciti dalla droga e che per un certo<br />
periodo esercitano un’attività di sostegno e<br />
accompagnamento, dopo che hanno concluso<br />
il loro periodo di guarigione. La durata<br />
fissata per il recupero è di un anno. Nei<br />
primi mesi, i giovani tossicodipendenti imparano<br />
a conoscere la vita della “Fazenda”<br />
con i suoi principi fondamentali di lavoro<br />
comune, esperienza di fede comune e esperienza<br />
di vita comunitaria».<br />
«La Famiglia della Speranza”, come comunità<br />
di fede e sistema istituzionale, plasma<br />
in massima parte la vita e il lavoro comuni<br />
– aggiunge Padre Hans –. I collaboratori<br />
e le collaboratrici non si considerano<br />
impiegati di una istituzione sociale, ma persone<br />
che hanno la vocazione di servire l’uomo.<br />
L’incontro con Gesù nell’incontro con<br />
gli emarginati come, ad esempio, i tossicodipendenti<br />
è lo scopo molto concreto, attraverso<br />
il quale i singoli membri della “Famiglia<br />
della Speranza” cercano di vivere il<br />
mandato di Dio».<br />
«Questa forma di vita in comune e l’esperienza<br />
che ne consegue caratterizzano<br />
essenzialmente l’attività con i giovani tossicodipendenti<br />
– afferma –. Questo tipo di<br />
vita opera una trasformazione nei membri<br />
della comunità quando percepiscono l’autenticità<br />
del singolo, con cui vivono il carisma<br />
della povertà e della fraternità. Il processo<br />
di guarigione viene definito recupero.<br />
Al contrario della riabilitazione non si tratta<br />
del ripristino di una condizione precedente<br />
alla dipendenza, ma di una nuova acquisizione<br />
dell’accesso alle proprie potenzialità.<br />
Affinché i giovani possano<br />
sperimentare un altro modo di “essere al<br />
mondo”, il concetto della “Fazenda” si basa<br />
essenzialmente su tre elementi basilari che<br />
determinano la vita di questi giovani, ossia<br />
lavoro quotidiano, la vita nella comunità e<br />
un accesso alla spiritualità».<br />
«Per quanto riguarda il lavoro – prosegue<br />
– i giovani che devono recuperare e i loro<br />
accompagnatori svolgono un attività specifica<br />
che permette alla comunità di essere<br />
economicamente indipendente. I residenti,<br />
AD CHRONICAM ORDINIS 391<br />
prima di cominciare il recupero, vengono<br />
integrati nella quotidianità lavorativa di<br />
ogni struttura. Durante il lavoro comune per<br />
i singoli ciò che producono è un risultato<br />
molto concreto e visibile. Il significato di<br />
comunità si riflette già nella concezione degli<br />
spazi delle singole strutture. Per esempio<br />
le camere da letto ospitano ognuna 4 persone.<br />
I pasti consumati insieme, il lavoro in<br />
piccoli gruppi, la struttura comunitaria del<br />
tempo libero e le riunioni serali di gruppo<br />
rappresentano spazi nei quali viene esercitata<br />
la capacità di intrattenere rapporti sociali».<br />
«Per quanto riguarda la spiritualità come<br />
colonna portante del concetto di “Fazenda”<br />
si tratta di condurre i giovani a una dimensione<br />
trascendente, sulla cui base possano<br />
riconoscere la propria origine e il proprio<br />
senso per comprendere il significato della<br />
propria vita e acquisire norme di comportamento<br />
che, in una visione cristiana, portino<br />
all’amore per il prossimo – sono le parole di<br />
Padre Hans –. La forza del Vangelo ci è stata<br />
confermata, ad esempio, da un medico il<br />
cui figlio era stato in numerose cliniche senza<br />
risultato. Dopo un tentativo di suicidio il<br />
figlio disse al padre: “Hai amato i malati e<br />
le mucche della Fazenda più di quanto hai<br />
amato me. Io volevo solo il tuo amore”. Il<br />
medico mi ha detto: “Oggi capisco. Questa<br />
è la via per uscire dalla droga: l’amore concreto<br />
di Dio”. Questo amore di Dio riporta i<br />
nostri giovani nel mondo da dove provengono.<br />
Per esempio Washington, uno dei nostri<br />
giovani, è tornato nella nota Favela di<br />
Rio de Janeiro nella quale viveva. Oggi, lì è<br />
un faro: ha già portato nella nostra “Fazenda”<br />
più di 20 tossicodipendenti».<br />
Conclude Padre Hans: «In questi anni mi<br />
è parso evidente quanto sia importante che<br />
io stesso abbia iniziato a vivere la Parola del<br />
Vangelo e ad amare il Crocifisso. Ciò che<br />
avevo appreso inizialmente dal Movimento<br />
dei Focolari e che, in seguito, ho approfondito<br />
nella spiritualità francescana, è servito<br />
per tutta la vita al mio apostolato di sacerdote<br />
e di religioso».<br />
GIAMPAOLO MATTEI<br />
[L’Osservatore Romano, 14-15 maggio 2007, p. 6]
392<br />
6. Visita di Benedetto XVI ad Assisi in occasione<br />
dell’ottavo centenario della<br />
conversione di san Francesco<br />
Assisi, 17.06.2007<br />
[...]<br />
La visita al Santuario di San Damiano<br />
Alle ore 8.50, sul Piazzale antistante San<br />
Damiano, Benedetto XVI è stato accolto da<br />
Fr. José Rodríguez Carballo, Ministro generale<br />
dell’Ordine dei Frati Minori, accompagnato<br />
dai nove Definitori generali; da Fr.<br />
Massimo Reschiglian, Ministro provinciale;<br />
e da Fr. Massimo Lelli, Guardiano.<br />
Il Papa ha compiuto una visita in privato<br />
al Santuario di San Damiano. Innanzitutto<br />
si è inginocchiato davanti al Santissimo.<br />
Quindi ha salutato la Comunità dei Frati<br />
Minori – composta<br />
da 7 religiosi e 8 novizi – e ha lasciato loro<br />
in dono una casula.<br />
A sua volta la Comunità di San Damiano<br />
gli ha donato una scultura, realizzata dall’artista<br />
trentino Nonis, con il legno del Refettorio<br />
di Santa Chiara, raffigurante il Crocifisso;<br />
una stola rossa; alcuni manufatti di<br />
artigiani assisiani; una serie di pregevoli<br />
opere grafiche di Diego Donati raffiguranti<br />
il «Cantico delle Creature».<br />
Una grande emozione spirituale, essenziale,<br />
ha suscitato il canto intonato dalla<br />
Comunità che si è stretta a far «da corona»<br />
al Papa nel piccolo Santuario: «O glorioso<br />
Dio». Sono le parole della preghiera composta<br />
da san Francesco davanti al Crocifisso.<br />
Parole che, a distanza di otto secoli, risultano<br />
essere come appena scritte e continuano<br />
ad essere riscritte nella quotidianità<br />
da quanti hanno incontrato Cristo, attraverso<br />
l’entusiasmante carisma di Francesco.<br />
Amezza costa tra la pianura e la collina di<br />
Assisi, il Santuario di San Damiano rappresenta<br />
una delle mete dello spirito più significative<br />
del primitivo francescanesimo. Ci si<br />
trova all’improvviso in un ambiente che affascina<br />
proprio per le sue umili caratteristiche e<br />
per la forza delle sue pietre: pietre che qui<br />
parlano in maniera del tutto particolare.<br />
[...]<br />
La visita alla Basilica di Santa Chiara<br />
Dopo le visite a Rivotorto e a San Damiano,<br />
sul Sagrato della Basilica di santa<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
Chiara, alle ore 10.10, il Papa è stato accolto<br />
dal Rettore, Fr. Vittorio Viola, dell’Ordine<br />
dei Frati Minori.<br />
Entrato nella Basilica, il Papa si è recato<br />
subito nella Cappella delle Monache Clarisse:<br />
qui è stato accolto con un filiale abbraccio<br />
dall’Abbadessa, Madre Chiara Damiana<br />
Tiberio.<br />
Entrato nella Cappella, Benedetto XVI<br />
si è inginocchiato davanti al Santissimo Sacramento<br />
e ha venerato il Crocifisso di San<br />
Damiano.<br />
Ha quindi salutato con grande affetto la<br />
gioiosa e vivace Comunità delle Clarisse rivolgendo<br />
loro alcune parole di saluto e impartendo<br />
la Benedizione Apostolica.<br />
Con affetto il Santo Padre ha personalmente<br />
salutato ogni religiosa, in particolare<br />
le due più anziane e inferme. Questo tenerissimo<br />
momento di incontro è stato accompagnato<br />
da alcuni canti splendidi che hanno<br />
espresso la bellezza dello stile di vita e del<br />
carisma di questa Comunità.<br />
Le Clarisse hanno fatto dono al Papa di<br />
una reliquia delle ossa di santa Chiara.<br />
Benedetto XVI ha lasciato in dono un<br />
bassorilievo raffigurante san Francesco che<br />
riceve le Stimmate alla Verna.<br />
[...]<br />
La visita alla Basilica di Santa Maria degli<br />
Angeli<br />
Benedetto XVI è giunto, intorno alle ore<br />
18, sul Piazzale antistante la Basilica di<br />
Santa Maria degli Angeli. L’accoglienza dei<br />
giovani è stata entusiasmante: sono arrivati<br />
qui da tutte le Diocesi dell’Umbria – e non<br />
solo (in particolare anche dalle Marche e<br />
dalla Toscana) – già nella mattinata dopo<br />
aver partecipato, negli otto diversi luoghi di<br />
partenza dei loro pellegrinaggi, alla santa<br />
Messa. In pullman hanno poi tutti raggiunto<br />
Bastia e da lì, a piedi, si sono messi in<br />
marcia per Santa Maria degli Angeli.<br />
Nel luogo dell’incontro con il Papa li ha<br />
accolti Mons. Giovanni Scanavino, Vescovo<br />
di Orvieto-Todi, Delegato per la Pastorale<br />
Giovanile della Conferenza Episcopale<br />
Umbra, insieme con Don Marcelle Cruciani,<br />
Delegato Regionale della Pastorale Giovanile.<br />
L’animazione è stata affidata a Marco<br />
Federici.
In attesa dell’arrivo del Papa i giovani<br />
della Diocesi di Gubbio, con gli Sbandieratori,<br />
hanno messo in scena una rappresentazione<br />
teatrale che ha riproposto i momenti<br />
centrali della vita di san Francesco. Lo spettacolo<br />
s’intitola «Va’ e ripara la mia casa»<br />
ed ha visto come protagonisti 180 ragazzi,<br />
con un corpo di ballo di Rivotorto e con musicisti<br />
di Città di Castello. Erano tutti schierati<br />
davanti al palco allestito per l’incontro.<br />
A bordo della vettura panoramica il Papa<br />
ha percorso le strade davanti alla Basilica<br />
per salutare, da vicino, tutti i presenti. I<br />
giovani gli hanno dato il «benvenuto» con<br />
il «Laudato sii» del musical «Forza, venite<br />
gente» che da quasi trent’anni esprime artisticamente<br />
i loro sentimenti francescani.<br />
Davanti a Santa Maria degli Angeli il Papa<br />
è stato accolto dal Custode, Fr. Alfredo<br />
Bucaioni; dal Rettore della Basilica, Fr. Rosario<br />
Gugliotta; dal Parroco, Fr. Francesco<br />
De Lazzari.<br />
Benedetto XVI è entrato nella Basilica e<br />
ha compiuto, in forma privata, una visita alla<br />
Porziuncola e alla Cappella del Transito<br />
di San Francesco. È questo un pugno di terra<br />
che è nel cuore di ogni francescano.<br />
La Comunità religiosa ha donato al Papa<br />
una Croce pettorale d’oro – vi sono incastonate<br />
due pietre della Porziuncola – opera<br />
dello scultore milanese Pasquale Galbusera<br />
(che ha realizzato i lavori di risistemazione<br />
della Cripta); la stola papale, in velluto rosso,<br />
con cristalli, ispirata all’affresco del<br />
Pantocratore dell’Abbazia di Novalesa. Il<br />
Papa ha subito indossato la Croce e la stola<br />
per l’incontro con i giovani.<br />
Con gratitudine Benedetto XVI ha salutato<br />
il Coro della Porziuncola, diretto da Fr.<br />
Antonio Giannoni, che ha eseguito una possente<br />
versione del «Tu es Petrus» del Perosi.<br />
Ha quindi firmato il Libro d’Oro della<br />
Basilica. E ha lasciato in dono una casula.<br />
Uscendo ha benedetto le formelle bronzee<br />
realizzate dalla Scuola «Giovanni XXIII»<br />
di Santa Maria degli Angeli, sotto la direzione<br />
dal maestro Proietti, raffiguranti il<br />
rapporto tra Giovanni Paolo II e i giovani.<br />
Quindi il Papa è uscito sul Piazzale per<br />
l’incontro con i giovani. Erano presenti, in-<br />
AD CHRONICAM ORDINIS 393<br />
sieme con il Seguito, il Cardinale Attilio Nicora,<br />
Legato Pontificio per le Basiliche di<br />
San Francesco e di<br />
Santa Maria degli Angeli; l’Arcivescovo-Vescovo<br />
di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo<br />
Tadino, Mons. Domenico Sorrentino; i<br />
Vescovi dell’Umbria e i Ministri generali<br />
degli Ordini Francescani.<br />
Due giovani – Marco Giuliani e Ilaria<br />
Perticoni – hanno rivolto al Papa l’indirizzo<br />
di omaggio.<br />
[...]<br />
[GIAMPAOLO MATTEI, L’Osservatore Romano,<br />
18-19 giugno 2007, pp. 4.6.14]<br />
7. Terzo Capitolo Internazionale delle<br />
Stuoie per i Frati “Under ten”<br />
Terra Santa, 30 giugno-8 luglio 2007<br />
1. Cronaca<br />
Dal 30 Giugno all’8 Luglio 2007 si è<br />
svolto in Terra Santa il III Capitolo internazionale<br />
delle Stuoie dei giovani frati minori<br />
con meno di dieci anni di professione solenne<br />
(Under ten). I Frati giovani hanno già<br />
celebrato due Capitoli internazionali delle<br />
Stuoie, a Santiago di Compostela (Spagna)<br />
nel 1995 e a Canindé (Brasile) nel 2001.<br />
Questo terzo incontro internazionale si<br />
iscrive a pieno titolo nel cammino che l’Ordine<br />
dei Frati Minori ha iniziato l’anno<br />
scorso in preparazione all’VIII centenario<br />
della sua fondazione (1209-2009). «La celebrazione<br />
dell’VIII centenario della fondazione<br />
della nostra Fraternità ci offre un’opportunità<br />
di grazia per ricordare con gratitudine<br />
il passato, vivere con passione il<br />
presente e aprirci con fiducia al futuro.<br />
Questo sarà il nostro modo di celebrare la<br />
grazia delle origini. In tal modo, all’inizio<br />
del terzo millennio noi Francescani desideriamo<br />
riaffermare la nostra ferma volontà di<br />
restare fedeli al nostro carisma, “vivendo il<br />
Vangelo nella Chiesa, secondo la forma osservata<br />
e proposta da san Francesco”, ricreandola<br />
però oggi alla luce delle sfide della<br />
vita francescana» (J. R. CARBALLO, La<br />
grazia delle origini).<br />
In particolare, il 2007 è stato pensato come<br />
anno speciale per «assumere il Vangelo
394<br />
come criterio fondamentale del nostro discernimento<br />
personale e fraterno. Nella preparazione<br />
al grande Giubilo della fondazione<br />
dell’Ordine dei Frati Minori ribadiamo<br />
la nostra ferma volontà di assumere con rinnovato<br />
impegno il Vangelo come nostra<br />
“regola e vita” […] e sentiamo l’urgenza di<br />
ri-creare e di ri-fondare la nostra vita e missione<br />
e, quindi, la necessità di tornare al<br />
Vangelo, a Cristo» (J. R. CARBALLO, Osiamo<br />
vivere il Vangelo!). Il Ministro generale<br />
dei Frati Minori, Fr. José Rodríguez Carballo,<br />
ha convocato perciò i giovani Frati dell’Ordine<br />
in Terra Santa, nel luogo dove la<br />
Parola del Signore ha parlato in linguaggio<br />
umano, dapprima nella storia del popolo<br />
d’Israele e poi, nella pienezza dei tempi, facendosi<br />
carne in Gesù di Nazaret.<br />
Il motto del Capitolo, «secundum Verbum<br />
tuum» indica l’intenzione che ha mosso gli<br />
organizzatori, in accordo con il Ministro generale:<br />
creare un’occasione di incontro con<br />
la Parola e di incontro tra i rappresentanti dei<br />
giovani Frati di ogni Entità dell’Ordine; fornire<br />
un tempo propizio per la riflessione sulle<br />
problematiche e le sfide proprie di questa<br />
fascia di età dell’Ordine, nell’ascolto reciproco<br />
tra Governo centrale e giovani frati.<br />
Infine, ma non da ultimo, celebrare il dono<br />
della vocazione francescana, chiedendo al<br />
Signore che avvenga in ciascuno «secundum<br />
Verbum tuum».<br />
Per la prima volta in Terra Santa si è celebrato<br />
un meeting di questa importanza,<br />
con la presenza del Ministro generale, del<br />
Vicario generale, Fr. Francesco Bravi, di<br />
tutti i Definitori generali e del Segretario<br />
generale Formazione e gli Studi. Erano presenti<br />
186 Frati appartenenti a 96 Province e<br />
Custodie di tutte le Conferenze dell’Ordine<br />
(Africana, Anglofona, Asia del Sud e Oceania,<br />
Asia Orientale, Bolivariana, Brasiliana,<br />
Cono Sur, Europa Centrale, Iberica, Italia e<br />
Albania, Messico e Centro America, Sud-<br />
Slavica e Nord-Slavica), provenienti da 49<br />
nazioni.<br />
La Custodia di Terra Santa si è resa disponibile<br />
con grande generosità ad ospitare<br />
l’evento, fornendo ogni supporto logistico e<br />
tecnico. Con la celebrazione del Capitolo<br />
nei Luoghi Santi, l’Ordine ha ribadito la sua<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
cura particolare per quella che considera la<br />
“perla” delle sue missioni e ha manifestato<br />
nel contempo la sua vicinanza ai cristiani di<br />
quella terra provata dalla sofferenza, auspicando<br />
per tutti una pace autentica e duratura.<br />
Durante i giorni di permanenza in Galilea,<br />
i frati hanno spesso condiviso la preghiera<br />
e i momenti di festa con i cristiani del<br />
posto e con S. Ecc.za Mons. Giacinto Boulos<br />
Marcuzzo, Vescovo ausiliare del Patriarcato<br />
Latino di Gerusalemme.<br />
Vivere il Vangelo richiede di metterlo in<br />
pratica nella propria vita: la celebrazione<br />
del Capitolo delle Stuoie in quella terra, definita<br />
da Paolo VI “quinto Vangelo”, ha posto<br />
i giovani frati in ascolto anche di quella<br />
parola incarnata nelle storie personali di chi<br />
ha accolto la Storia della salvezza (profeti,<br />
apostoli, Maria e Giuseppe), nonché dei<br />
luoghi che iscrivono in forma imperitura<br />
una non meno importante “geografia di salvezza”.<br />
In Galilea: «La Parola si è fatta carne»<br />
Il Capitolo è iniziato a Nazaret la sera del<br />
30 giugno con una suggestiva fiaccolata a<br />
cui hanno partecipato i frati capitolari con la<br />
gente del luogo.<br />
La solenne Eucaristia d’apertura è stata<br />
celebrata l’indomani mattina, domenica 1<br />
luglio, presso la Grotta dell’Annunciazione,<br />
e presieduta dal Ministro generale, Fr. José<br />
R. Carballo, con la presenza del Custode di<br />
Terra Santa, Fr. Pierbattista Pizzaballa. Nella<br />
sua omelia, il Ministro ha rivolto ai Frati<br />
l’invito a rinnovare il proprio fiat sull’esempio<br />
del fiat di Maria: «Di fronte a questa<br />
chiamata sempre attuale, anche a noi è chiesto<br />
di rinnovare ogni giorno, in ogni momento,<br />
la nostra risposta. Soltanto così la<br />
nostra risposta sarà sempre fresca e giovane<br />
e la nostra donazione al “primo amore”<br />
non verrà mai meno. Non esiste età, situazione,<br />
in cui la risposta sia tanto sicura da risparmiarci<br />
la fatica di ascoltare con attenzione<br />
la quotidiana chiamata del Signore.<br />
Nessuno può considerarsi esente dal doversi<br />
impegnare con cura alla propria crescita<br />
umana e vocazionale».<br />
Lunedì 2 luglio sono iniziati i lavori assembleari<br />
con la relazione del Ministro ge-
nerale, il quale ha richiamato la recente Lettera<br />
ai giovani che ha scritto in occasione<br />
del presente Capitolo (Fate quello che vi<br />
dirà) e che è stata consegnata ai presenti.<br />
«La lettera è stata scritta anche con la Parola<br />
nel cuore e nella mente. Ho voluto che<br />
fosse Lui, la Parola definitiva del Padre all’umanità,<br />
a guidare la vostra esistenza, ad<br />
illuminarvi, a muovervi e a trasformarvi».<br />
Fr. José R. Carballo ha indicato ai giovani<br />
un possibile cammino di formazione permanente,<br />
che trova la sua fonte nei racconti<br />
di vocazione del Vangelo (cercare il Signore).<br />
«Vivendo in una società in cui si cerca<br />
solo il sensazionale ed è una notizia solo ciò<br />
che è fuori dal normale e dall’ordinario, sono<br />
molti quelli che pretendono di cercare e<br />
trovare il Signore solo nei fatti eccezionali<br />
della vita. Il quotidiano è, senza dubbio, il<br />
luogo preferito dal Signore per lasciarsi incontrare,<br />
come ci mostrano tanti esempi biblici:<br />
Mosè, Gedeone, Amos, i primi discepoli,<br />
la Samaritana e anche lo stesso Francesco.<br />
In questo contesto è significativo che<br />
i racconti vocazionali del Nuovo Testamento<br />
parlino di Gesù che passa, che cioè si pone<br />
allo stesso livello dell’uomo, per incontrarlo<br />
sul suo stesso terreno».<br />
Quindi, come conseguenza logica dell’incontro<br />
con il Cristo, nasce la sequela<br />
con le sue esigenze di radicalità, fedeltà, pazienza,<br />
disciplina. «Ai nostri giorni, particolarmente<br />
tra le giovani generazioni, che<br />
di solito sono più sensibili all’influsso dell’ambiente<br />
in cui vivono, più aperte al pluralismo<br />
e alla complessità e, per ciò stesso,<br />
più vulnerabili, sono molti coloro che vivono<br />
sotto il segno dell’emozione e della<br />
provvisorietà e si lasciano dominare dalla<br />
dittatura del relativismo per la quale tutto è<br />
sospetto, tutto è sempre negoziabile e che,<br />
in molti cuori, alimenta sentimenti di incertezza,<br />
insicurezza e instabilità, non esistendo<br />
nulla di sacro, di certo o da conservare.<br />
Sono molte le vittime del dubbio sistematico,<br />
costrette a rifugiarsi nel quotidiano e nel<br />
mondo dell’emotività. Sono molti i sedotti<br />
dalla cultura del part time e dello zapping,<br />
che porta a non assumere impegni di lunga<br />
durata, a passare da un’esperienza all’altra,<br />
senza approfondirne nessuna. Sono molti i<br />
AD CHRONICAM ORDINIS 395<br />
sedotti dalla cultura light, che non lascia<br />
spazio per l’utopia, per il sacrificio, per la<br />
rinuncia. Sono molti i sedotti dalla cultura<br />
del soggettivismo, per i quali l’individuo è<br />
la misura di tutto e tutto è visto e valutato in<br />
funzione di se stessi, della propria realizzazione.<br />
Questa mentalità postmoderna genera,<br />
specialmente nelle nuove generazioni,<br />
una personalità incerta, poco definita, che<br />
rende più complicato poter comprendere<br />
ciò che già di per sé è difficile: le esigenze<br />
radicali della sequela di Cristo».<br />
Solo una risposta libera e gioiosa consente<br />
ai giovani frati di costruire la propria<br />
persona sul fondamento che è Cristo, rimotivando<br />
sempre le scelte che orientano alla<br />
piena realizzazione di sé. Nessuno può sentirsi<br />
arrivato, nessuno può ritenere di non<br />
aver bisogno di una formazione permanente<br />
e continua, incentrata sulla preghiera comunitaria<br />
(Eucaristia e Parola di Dio), sulla<br />
preghiera personale, l’impegno e il lavoro<br />
nella vita fraterna, l’attenzione ai poveri e<br />
l’accompagnamento spirituale personale.<br />
Dopo l’incontro in Assemblea, i Frati si<br />
sono suddivisi in dodici gruppi linguistici<br />
per riflettere e rispondere alla relazione del<br />
Ministro generale. Nel pomeriggio ogni<br />
gruppo ha presentato il proprio lavoro e si è<br />
aperto un fraterno dibattito con il Ministro<br />
generale, in cui sono emersi, fra gli altri, i<br />
temi della vita fraterna, del progetto di fraternità,<br />
la fatica della solitudine e del mantenimento<br />
delle strutture, la risorsa preziosa<br />
della collaborazione tra Province e dell’internazionalità<br />
dell’Ordine.<br />
In serata, il Vicario generale, Fr. Francesco<br />
Bravi, ha presieduto l’Eucaristia nella<br />
chiesa di S. Giuseppe, indicando l’esempio<br />
della Sacra Famiglia per l’approfondimento<br />
qualitativo della vita fraterna (conoscenza e<br />
accettazione dell’altro, ricerca costante della<br />
volontà del Padre). Dopo cena, i capitolari<br />
hanno fatto festa con la gente del posto,<br />
allietati da un concerto dei gruppi musicali<br />
locali Shalom e Musician for peace.<br />
Il quarto giorno del Capitolo, martedì 3<br />
luglio, i frati hanno proseguito i loro lavori<br />
alla scuola del Vangelo, sia in Assemblea<br />
che nei gruppi di studio, con gli spunti offerti<br />
da F. Lino Cignelli, docente di Greco
396<br />
biblico allo Studium Biblicum Franciscanum<br />
di Gerusalemme. Egli ha invitato a<br />
considerare il Vangelo come suprema regola<br />
di vita, accogliendo la persona di Cristo<br />
nella propria esistenza e non solo facendo<br />
del Vangelo un motivo di studio o di ricerca.<br />
«Urge correggere o migliorare il nostro<br />
ascolto e studio della Parola normativa di<br />
Dio, se vogliamo davvero riprenderci e superare<br />
la moria che tanto ci preoccupa. Insisto:<br />
urge correggere o migliorare il nostro<br />
ascolto e studio della Parola, del<br />
Vangelo/Cristo. Ci vuole più obbedienza che<br />
cultura, più impegno morale che scientifico.<br />
Bisogna preferire “l’eccellenza morale all’eccellenza<br />
intellettuale”. Bisogna studiare<br />
per diventare “buoni”, non “bravi”. Altrimenti<br />
si merita il severo rimprovero del<br />
Maestro stesso: “Perché mi chiamate ‘Signore,<br />
Signore’, e poi non fate ciò che dico?...”.<br />
Più concretamente ancora, urge liberarci<br />
da due pessimi vizi:il vizio di ascoltare<br />
la Parola per nessuno oppure per tutti fuorché<br />
per noi stessi, per la predica anziché per<br />
la pratica e il vizio di ascoltare la Parola con<br />
riserve e pretese, con riduzioni e adattamenti<br />
arbitrari, sempre più o meno egoistici, alla<br />
maniera farisaica e sadducea».<br />
I Frati si sono poi suddivisi in gruppi come<br />
il giorno precedente e nel pomeriggio si<br />
è dato spazio agli interventi dei gruppi, a<br />
domande e risposte tra i capitolari e il Ministro<br />
generale. La S. Messa della sera, presieduta<br />
del Definitore generale Fr. Juan<br />
Ignacio Muro, è stata celebrata nella Basilica<br />
dell’Annunciazione dove, dopo la cena, i<br />
frati hanno concluso la giornata recitando<br />
insieme il S. Rosario in varie lingue per la<br />
pace nel mondo.<br />
Mercoledì 4 luglio i Frati hanno sospeso<br />
i lavori assembleari e di gruppo per incontrare<br />
il vangelo iscritto nei Luoghi Santi<br />
della Galilea intorno al Lago di Tiberiade:<br />
Cafarnao, Tabgha e Monte delle Beatitudini.<br />
In ogni luogo visitato, i Frati hanno potuto<br />
beneficiare delle profonde e suggestive<br />
spiegazioni teologiche e storiche fornite da<br />
due docenti dello Studium Biblicum di Gerusalemme,<br />
Fr. Frédéric Manns e Fr. Stefano<br />
De Luca (Direttore dei lavori di scavo a<br />
Magdala, visitati dal Definitorio generale<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
durante una pausa dei lavori).<br />
Al mattino, i Frati hanno visitato il Monte<br />
delle Beatitudini, rimanendo per un po’di<br />
tempo in silenzio prima della celebrazione<br />
nella quale si è proclamato questo messaggio<br />
evangelico attualizzandolo. Il Definitore<br />
generale, Fr. Jakab Várnai, che ha presieduto<br />
la preghiera, ha invitato i frati ad essere<br />
l’incarnazione delle beatitudini nel<br />
mondo d’oggi.<br />
Dopo un rinfresco, offerto dalle Suore<br />
Francescane Missionarie del Cuore Immacolato<br />
di Maria, che custodiscono il Santuario,<br />
tutti si sono trasferiti a Tabgha, sulla riva<br />
del lago, dove hanno potuto gustare il<br />
pranzo offerto dai giovani di “Mondo X” e<br />
riposarsi un poco nel giardino della chiesa<br />
del Primato di Pietro, durante l’ora più calda<br />
del giorno.<br />
In seguito, hanno visitato il Santuario<br />
della moltiplicazione dei pani e dei pesci in<br />
gruppi linguistici, quindi si sono recati, chi<br />
a piedi chi in Pullman, a Cafarnao. Lì si è<br />
celebrata dapprima l’Eucaristia, nella quale<br />
il Definitore generale Fr. Mario Favretto ha<br />
aiutato a ricordare che ogni fratello è chiamato<br />
a vivere la sua vocazione all’amore,<br />
seguendo Gesù Cristo attraverso le proprie<br />
debolezze, come fece l’apostolo Pietro. In<br />
seguito i Frati hanno visitato in gruppi la<br />
zona archeologica che si trova intorno alla<br />
casa di Pietro.<br />
Il Tabor: «Questi è il Figlio mio, l’eletto;<br />
ascoltatelo»<br />
I Frati capitolari hanno vissuto un giorno<br />
di ascolto orante della Parola di Dio sul<br />
Monte Tabor giovedì 5 luglio. Per guidarli<br />
nella riflessione e nella preghiera è stato invitato<br />
il Card. Carlo Maria Martini, che in<br />
quei giorni stava effettuando i suoi personali<br />
esercizi spirituali nel Santuario del Tabor<br />
custodito dai francescani. Con la consueta<br />
profondità di analisi e semplicità espositiva,<br />
il Card. Martini ha tenuto una Lectio Divina<br />
sul brano della trasfigurazione di Gesù<br />
nel Vangelo di Luca (Lc 9, 28-36).<br />
Il Cardinale ha ripercorso il brano evangelico<br />
(lectio), mostrandone la scansione e<br />
gli elementi principali di attenzione per una<br />
lettura orante, il cui fulcro è costituito dal
l’espressione pronunciata dal Padre «Questi<br />
è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo» (Lc 9,<br />
35). La voce del Padre avvalora la persona di<br />
Gesù Cristo e lo propone ai discepoli come il<br />
vero realizzatore del Regno di giustizia e di<br />
pace atteso dal popolo d’Israele. Tuttavia anche<br />
noi, come i discepoli, sbaglieremmo a<br />
fermarci in una contemplazione estatica della<br />
gloria di Cristo se non ne traessimo la forza<br />
per modificare la nostra vita e la storia:<br />
«non fermatevi a contemplare la visione, ma<br />
traetene le conseguenze» ha detto il Card.<br />
Martini. Le conseguenze sono il messaggio<br />
che emerge dalla pagina evangelica meditando<br />
più approfonditamente il brano (meditatio)<br />
e lasciando che esso diventi preghiera<br />
incarnata e stimolo alla conversione (contemplatio).<br />
Gesù Cristo appare trasfigurato per mostrare<br />
ai discepoli un’anticipazione della<br />
forma definitiva del Regno di Dio, nella sua<br />
“larghezza” e “lunghezza”, cioè nella sua<br />
estensione a tutte le genti di tutti i tempi, fino<br />
a quando Dio sarà tutto in tutti, portando<br />
ad unità perfetta un’umanità riconciliata<br />
nelle sue diversità. Acquisire una visione<br />
ampia della vita e della storia aiuta a relativizzare<br />
ciò che è secondario e a comprendere<br />
ogni realtà nella giusta prospettiva,<br />
quella del «Regno di Dio totale», come Mosè,<br />
di cui la Lettera agli Ebrei dice che<br />
«camminava come se vedesse l’invisibile»<br />
(Eb 11, 27). Gesù non appare solo, ma con<br />
Mosè ed Elia, significando la sua continuità<br />
con l’Antico Testamento, e in particolare<br />
con colui che consegnò al popolo di Israele<br />
la Torah, «Parola di Dio scritta per essere<br />
praticata», e con il profeta dell’imprevedibilità<br />
di Dio, la cui potenza di fuoco irrompe<br />
in modo sempre sorprendente. Da qui<br />
l’invito a «mettere ordine nella propria vita»,<br />
lasciando che la Parola diventi norma<br />
esistenziale quotidiana, e nel contempo l’esortazione<br />
a non aver timore della manifestazione<br />
di Dio nella propria storia personale.<br />
Nonostante la comprensibile reazione di<br />
fronte al mistero grande della gloria divina,<br />
anche noi, come Pietro, veniamo invitati a<br />
passare dalla paura all’ascolto e a non avere<br />
timore di «entrare con coraggio nel tempo<br />
di Dio» attraverso una preghiera ben fat-<br />
AD CHRONICAM ORDINIS 397<br />
ta, assidua, prolungata e appassionata. Dio<br />
stesso ci rassicura che ne vale la pena, che<br />
quel Gesù che pretende radicalità e invita ad<br />
un totale abbandono nelle mani del Padre, è<br />
affidabile, “ha ragione”, e provoca in chi lo<br />
ascolta davvero il profondo desiderio di<br />
metterne in pratica l’esempio.<br />
Dopo un prolungato tempo di silenzio e<br />
di meditazione sul monte intorno al Santuario,<br />
i Frati sono stati ospiti a pranzo della<br />
comunità di “Mondo X”, di cui era presente<br />
anche il fondatore, Fr. Eligio Gelmini.<br />
Nel pomeriggio è proseguita la visita al<br />
Monte e al Santuario, guidata da Fr. Frédéric<br />
Manns, quindi è stata celebrata l’Eucaristia,<br />
presieduta dal Definitore generale Fr.<br />
Ambrogio Nguyen Van Si. I Frati, scendendo<br />
a piedi dal monte, sono poi tornati a Nazareth,<br />
concludendo la loro permanenza in<br />
Galilea.<br />
In Giudea: «Sia fatta la Tua volontà»<br />
Venerdì 6 luglio i Frati capitolari hanno<br />
lasciato Nazaret per raggiungere Gerusalemme.<br />
Appena giunti sul Monte degli Ulivi,<br />
è stata celebrata l’Eucaristia nella Basilica<br />
del Getsemani, presieduta dal Definitore<br />
generale Fr. Amaral Bernardo Amaral.<br />
«Lo stare in questo luogo – ha detto – ci insegna<br />
che non basta aver fatto la professione,<br />
è necessario mantenere vivo l’ardore e<br />
proteggere con costanza il primo amore. Il<br />
luogo della fragilità, del tradimento e dell’abbandono<br />
ci fa riflettere sulla necessità<br />
di restare vigilanti per mantenere ferma la<br />
professione della nostra fede in Gesù, il<br />
Maestro».<br />
Dopo un rinfresco offerto dalla Fraternità<br />
locale tra gli ulivi del giardino, i Frati<br />
sono entrati processionalmente nella Città<br />
Vecchia di Gerusalemme dalla Porta dei<br />
Leoni, cantando al Signore con gioia nelle<br />
loro lingue. Giunti al Santo Sepolcro, sono<br />
stati accolti con gran solennità dal Custode,<br />
Fr. Pierbattista Pizzaballa, e dai Frati delle<br />
Fraternità di Gerusalemme, accorsi per l’evento.<br />
Aspersi con l’acqua benedetta, mentre<br />
la basilica risuonava delle note del Te<br />
Deum, secondo la secolare tradizione degli<br />
ingressi solenni, i Frati hanno ricevuto poi<br />
il saluto del Custode, che li ha esortati a rin-
398<br />
novare sempre la propria adesione di fede<br />
nel Risorto. Dopo il pranzo presso Casa Nova,<br />
i Frati, divisi in gruppi linguistici, sono<br />
tornati al Santo Sepolcro per una visita guidata<br />
dai Frati della Custodia di Terra Santa,<br />
poi hanno partecipato con la gente alla Via<br />
Crucis lungo la Via Dolorosa, tra le strette<br />
stradine della Città Vecchia. In serata, i<br />
gruppi di lingua inglese e italiana si sono recati<br />
a Ain Karem, ospiti nel locale convento<br />
francescano, mentre tutti gli altri (di lingua<br />
spagnola, portoghese, francese e tedesca)<br />
sono stati ospitati a Gerusalemme nella<br />
Casa Maria Bambina, presso il convento di<br />
S. Salvatore.<br />
Sabato 7 luglio la giornata è incominciata<br />
all’alba con la celebrazione della S. Messa<br />
di Risurrezione al Santo Sepolcro, presieduta<br />
dal Custode di Terra Santa. Nell’omelia,<br />
egli ha ricordato che «Francesco<br />
viveva di questo mistero [della Pasqua di<br />
Cristo]: ha ottenuto dal Signore la grazia di<br />
“sentire nell’anima e nel corpo il dolore che<br />
Gesù sostenne nell’ora della sua Passione e<br />
nel cuore quell’amore del quale era acceso a<br />
sostenere volentieri tanta passione per noi<br />
peccatori”. Ha cioè rivissuto in sé il mistero<br />
del Golgota (la Verna non è forse conosciuta<br />
come il Calvario francescano?). Ma ha<br />
anche sperimentato il mistero della resurrezione.<br />
La perfetta letizia, che amava cantare,<br />
cosa è se non esperienza di resurrezione,<br />
coscienza della definitiva e assoluta vittoria<br />
di Cristo sul male e sulla morte? Da dove<br />
traeva Francesco la forza per superare le opposizioni<br />
e le malattie, se non dal mistero<br />
del sepolcro vuoto, dalla presenza del Crocifisso<br />
Risorto nella sua vita? Alle domande<br />
che il sepolcro vuoto crea nel nostro cuore,<br />
siamo chiamati a rispondere con il far tacere<br />
le cose e i pensieri del mondo, per aprirci<br />
a quel silenzio che crea l’ambiente nel<br />
quale lo Spirito e la Parola agiscono».<br />
In mattinata, poi, il Segretario generale<br />
per la Formazione e gli Studi, Fr. Massimo<br />
Fusarelli, ha esposto la sua relazione, offrendo<br />
ulteriori spunti di riflessione per<br />
l’ultimo lavoro nei gruppi. Ricordando che<br />
occorre “ricominciare da Gerusalemme”<br />
per camminare in novità di vita laddove si<br />
svolge la nostra esistenza quotidiana, egli<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
ha presentato “sei passi” da compiere: 1.<br />
prendere sul serio questo mondo e questa<br />
creazione, a diventare uomini del ‘sì’, dell’accoglienza<br />
per la realtà uscita dalle mani<br />
di Dio; 2. stare dentro il mondo e la sua passione<br />
nella condivisione con i piccoli e i poveri;<br />
3. vivere il Vangelo nell’obbedienza,<br />
sine proprio e in castità, come segno del<br />
primato dell’essere, senza la preoccupazione<br />
della nostra visibilità e dell’affermazione<br />
di noi stessi come istituzione; 4. coltivare<br />
la dimensione internazionale della nostra<br />
Fraternità passando dalla multiculturalità<br />
alla interculturalità; 5. educarci ad uno<br />
sguardo lungo e largo su noi stessi, sul mondo,<br />
la Chiesa e la fraternità; 6. avere il coraggio<br />
di vivere nel ‘terribile quotidiano’ la<br />
Parola di Dio ascoltata e da così attingere la<br />
franchezza (parresia) per orientare lo<br />
sguardo dei fratelli verso il Vangelo.<br />
Prima del pranzo, è intervenuto in Capitolo<br />
il Vescovo coadiutore del Patriarca latino,<br />
S. Ecc.za Mons. Fuad Tual, che ha reso<br />
partecipi i Frati della situazione sofferta<br />
della popolazione locale e della ricerca della<br />
pace in Medio Oriente. Nel pomeriggio i<br />
Frati hanno incontrato il Custode di Terra<br />
Santa e il Vicario custodiale che hanno presentato<br />
la realtà della Custodia, al servizio<br />
della Chiesa locale e mondiale. Quindi sono<br />
state ascoltate le proposte avanzate dai<br />
dodici gruppi linguistici e si è aperta una discussione<br />
assembleare. In serata il Capitolo<br />
si è spostato ad Ain Karem, presso la Fraternità<br />
locale di postulato della Custodia,<br />
nel luogo della casa di Zaccaria ed Elisabetta.<br />
Qui sono stati celebrati i Vespri, presieduti<br />
dal Definitore generale, Fr. Miguel Vallecillo,<br />
ed è stata consumata la cena all’aperto,<br />
cui ha fatto seguito una serata di<br />
festa, con scambio dei prodotti tipici di ogni<br />
Nazione portati dai Frati capitolari.<br />
Domenica 8 luglio i Frati capitolari hanno<br />
lasciato Gerusalemme e Ain Karem e si<br />
sono recati a Betlemme, per concludere il<br />
Capitolo là dove la Parola si è manifestata<br />
nella nostra carne. In mattinata hanno terminato<br />
i loro lavori giungendo alla formulazione<br />
di un “Messaggio ai Ministri, ai Custodi<br />
e a tutti i frati”, nel quale, ripercorrendo<br />
il cammino preparatorio e le giornate di
Capitolo, hanno espresso alcune loro difficoltà,<br />
auspicandone la soluzione, e hanno<br />
manifestato alcuni loro desideri e proposte<br />
per migliorare la qualità della loro identità<br />
e missione.<br />
In particolare è stata ribadita la necessaria<br />
complementarietà tra formazione intellettuale,<br />
lettura orante della Parola di Dio e<br />
preghiera comunitaria, in fraternità e con il<br />
popolo di Dio; non si è voluto dimenticare<br />
anche l’altro criterio di evangelicità a cui<br />
sottoporre le attività, cioè l’attenzione e la<br />
condivisione con i poveri, attraverso un’adeguata<br />
lettura credente dei segni dei tempi<br />
(“lectio mundi”); si è auspicato un incremento<br />
delle forme di collaborazione tra Entità<br />
dell’Ordine e con altri soggetti ecclesiali,<br />
con una maggiore sensibilità sia per l’inculturazione<br />
del messaggio cristiano e<br />
francescano, sia per l’interculturalità e internazionalità<br />
che stanno ridisegnando il<br />
volto dell’Ordine dei Frati Minori.<br />
Il Ministro generale e il Definitorio hanno<br />
intavolato con i presenti un dialogo franco<br />
e sereno, prima di lasciare al Ministro la<br />
parola per le sue conclusioni. Fr. José R.<br />
Carballo ha espresso due convinzioni e due<br />
paure: la convinzione che la vita è bella e<br />
non va vissuta con mediocrità, ma sempre<br />
nel dono totale di sé, nel contempo, la convinzione<br />
che la vita è anche difficile, richiede<br />
lotta e sacrificio, ma vale la pena di essere<br />
vissuta, sempre. Le paure, emerse dai lavori<br />
del Capitolo, si sono polarizzate<br />
soprattutto intorno al problema delle strutture<br />
(fisiche, di vita e mentali), di cui operare<br />
il necessario ridimensionamento affinché<br />
«siano al servizio della vita e non la vita al<br />
servizio delle strutture»; e intorno al problema<br />
dell’imborghesimento e dell’accomodamento:<br />
pur con tutta la gratitudine e il<br />
riconoscimento della validità del lavoro<br />
delle generazioni passate, occorre inventare<br />
forme nuove di evangelizzazione, occorre<br />
essere creativi nella fedeltà, «vino nuovo<br />
in otri nuovi». Infine, il Ministro generale<br />
ha indicato cinque attenzioni per il futuro:<br />
la qualità della vita fraterna, l’incremento<br />
della comunicazione, il senso di appartenenza<br />
all’Ordine, il superamento della distanza<br />
tra formazione iniziale e formazione<br />
AD CHRONICAM ORDINIS 399<br />
permanente, l’apertura ai progetti missionari<br />
dell’Ordine.<br />
Dopo il pranzo in Casa Nova e la visita<br />
guidata alla Basilica della Natività, il Capitolo<br />
si è concluso con la solenne Eucaristia<br />
del Natale, celebrata nella chiesa di S. Caterina.<br />
Il Ministro generale, che ha presieduto<br />
la celebrazione, ha consegnato ai giovani<br />
frati il mandato scaturito dalla settimana di<br />
preghiera e di incontro trascorsa in Terra<br />
Santa, ribadendo alcuni punti fondamentali<br />
della vita e missione dei frati: «Abbiamo capito,<br />
innanzitutto, che non possiamo rinunciare<br />
alla centralità della Parola e del Vangelo<br />
nelle nostre vite. [Essa] deve essere accolta<br />
in un clima di preghiera personale e<br />
fraterna. [...] Alla scuola di Nazaret, abbiamo<br />
compreso anche che nel nostro progetto<br />
personale di vita, e nel progetto di vita della<br />
fraternità, non può mancare il silenzio, il lavoro<br />
e un clima di vita familiare. Il silenzio<br />
per incontrarci con noi stessi e con il Signore,<br />
il lavoro come grazia e mezzo per collaborare<br />
all’opera creatrice di Dio, la familiarità<br />
di vita, come elemento fondamentale<br />
nella forma di vita francescana e come segno<br />
profetico in un mondo frammentato e<br />
diviso». Durante la celebrazione, i Frati hanno<br />
espresso la rinnovazione della loro professione<br />
religiosa e hanno ricevuto di nuovo<br />
dalle mani del Ministro generale la Regola<br />
di S. Francesco. Con questo rito hanno manifestato<br />
la volontà di restare saldi nella professione<br />
della loro “regola e vita” nonostante<br />
le loro fatiche e fragilità e di tornare nelle<br />
loro fraternità provinciali come promotori di<br />
nuovo entusiasmo e di nuova speranza, per<br />
rendere concreto il carisma di Francesco<br />
d’Assisi nelle più svariate attività e in ogni<br />
luogo della terra. La cena all’aperto, negli<br />
spazi dell’Azione Cattolica di Betlemme, ha<br />
posto infine il sigillo sulla settimana capitolare.<br />
L’eccezionale esperienza dei giorni di<br />
Capitolo ha aumentato nei giovani Frati la<br />
reciproca conoscenza e stima, ha senz’altro<br />
offerto occasioni per abbattere qualche barriera<br />
e costruire alcuni ponti; ha consentito<br />
di proseguire con maggiore immediatezza<br />
la comunicazione tra il Governo centrale<br />
dell’Ordine e i quasi duecento giovani frati
400<br />
di ogni parte del mondo; è stata infine, ma<br />
non da ultimo, un’esperienza di grazia nella<br />
Terra del Signore, a contatto con la locale<br />
comunità cristiana, con la quale si è pregato<br />
per la pace in questa terra e in ogni Nazione.<br />
Riprendendo il cammino da Betlemme,<br />
dove la Parola che salva si è manifestata a<br />
noi incarnata nella debolezza di un bambino,<br />
i giovani Frati Minori guardano al suo<br />
futuro con rinnovata speranza, consapevoli<br />
delle fragilità e delle risorse, loro proprie e<br />
delle loro Fraternità, e proseguono l’itinerario<br />
di conversione e di preghiera che li porterà,<br />
nel 2009, alla celebrazione dell’VIII<br />
centenario della fondazione del loro Ordine.<br />
FR. ERNESTO DEZZA, <strong>OFM</strong><br />
2. Discorso conclusivo del Ministro generale<br />
VIVIR EL PRESENTE<br />
ABIERTOS AL FUTURO<br />
Queridos hermanos: nuestro Capítulo de<br />
las Esteras está llegando a su fin. En estos<br />
días, juntos hemos celebrado con gozo el<br />
don de nuestra vocación de Hermanos Menores,<br />
compartiendo, en profunda comunión<br />
fraterna, lo que cada uno de nosotros<br />
lleva en su propio corazón: sus gozos, sus<br />
miedos, sus esperanzas. Juntos hemos reflexionado<br />
sobre los desafíos del seguimiento<br />
de Jesús a la luz de los textos vocacionales<br />
del Nuevo Testamento, y sobre el Evangelio<br />
como nuestra Regla y vida. Juntos hemos<br />
peregrinado a los principales lugares<br />
de nuestra redención: Nazaret, el Lago, el<br />
monte Tabor, Jerusalén y Belén. Hemos dejado<br />
que las piedras nos hablaran, pero sobretodo<br />
que el Señor nos hablara a través de<br />
su Palabra.<br />
Haciéndome eco de lo que muchos de<br />
vosotros me habéis compartido personalmente<br />
o en grupo, bien podemos decir que<br />
nuestro Capítulo espiritual ha sido un momento<br />
fuerte de encuentro y de fraternidad<br />
entre todos nosotros, provenientes de más<br />
de 49 países diferentes. Han caído barreras<br />
y todos hemos hecho nuestra parte para<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
construir puentes de encuentro y de comunión.<br />
Pero nuestro Capítulo ha sido, sobretodo,<br />
un momento fuerte de encuentro con<br />
nosotros mismos y con el Señor, que nos sigue<br />
mirando con amor y llamando por el<br />
propio nombre a seguirle cada día más de<br />
cerca.<br />
Al final de este Capítulo sentimos la necesidad<br />
de manifestar nuestra profunda gratitud<br />
al Señor por la posibilidad que nos ha<br />
dado de visitar su tierra, y también a la amada<br />
Custodia Franciscana de Tierra Santa, -<br />
particularmente al P. Custodio y a su Discretorio,<br />
así como a las fraternidades de Nazaret,<br />
Cafarnaúm, Tabga, Monte Tabor,<br />
Getsemaní, San Salvador, Belén y Ain Karem-,<br />
por habernos abierto sus puertas de<br />
par en par, habernos acogido con verdadera<br />
alegría fraterna, y habernos acompañado<br />
constantemente en nuestra peregrinación.<br />
Personalmente siento también la necesidad<br />
de dar las gracias a la Comisión que se encargó<br />
de la organización del encuentro, tanto<br />
la nombrada por la Curia como la nombrada<br />
por la Custodia de Tierra Santa, y al<br />
Definitorio general por su apoyo entusiasta<br />
a esta iniciativa, y por su participación.<br />
En este momento deseo compartir con<br />
vosotros algunas convicciones y ofreceros<br />
algunos elementos que considero fundamentales<br />
en vuestro proyecto de vida, como<br />
en el mío, para continuar el camino.<br />
Dos convicciones<br />
1. La vida, nuestra vida, es bella, muy hermosa.<br />
Queridos hermanos jóvenes: Vividla<br />
en plenitud, vividla a “tope”. Esto<br />
lleva consigo el vivirla sin reservas. No<br />
es tiempo de rebajas. Nunca lo fueron,<br />
pero hoy menos. Tampoco es tiempo para<br />
la mediocridad. Vivid con gozo vuestra<br />
vocación. A ello os ayudará el saber<br />
que si estamos aquí es porque Él nos<br />
ama. Como hombres y como franciscanos<br />
somos fruto del amor sin límites de<br />
una persona: Jesús. Haced memoria<br />
agradecida de este don. Os ayudará a<br />
mantenerlo “joven”.<br />
2. La vida, y con ella nuestra vida, no es fácil.<br />
La vida es lucha, agonía constante.<br />
Ante vosotros se presentan dos puertas
una ancha, que lleva a la perdición y otra<br />
estrecha que lleva a la vida. Ante vosotros<br />
se presentan dos caminos. Toca a<br />
vosotros elegir aquel que, aunque duro y<br />
marcado por la cruz, lleve a la vida y no<br />
a la muerte. ¡Remad mar adentro! Luchad,<br />
queridos hermanos, sin desfallecer,<br />
hasta alcanzar la meta, como nos enseña<br />
Pablo de Tarso, el gran atleta y luchador.<br />
Comenzad siempre de nuevo,<br />
como nos enseña Francisco, deseoso de<br />
reiniciar siempre de nuevo. No os canséis<br />
de comenzar una y otra vez. No hay<br />
derrota excepto la que nos imponemos a<br />
nosotros mismos. No hay fracaso excepto<br />
el dejar de intentarlo, una y otra vez.<br />
Hoy, y seguramente mañana, nuestra vida<br />
sólo es para atletas.<br />
Dos miedos<br />
En estos días habéis compartido algunos<br />
miedos. Deseo subrayar dos, en particular.<br />
1. Las estructuras. Habéis dicho que os da<br />
miedo sentiros utilizados para mantener<br />
estructuras que hoy no parecen tener<br />
mucho sentido. Os da miedo el sentiros<br />
guardianes de estructuras. Sobre el particular<br />
deseo hacer una distinción entre<br />
estructuras físicas o materiales, estructuras<br />
de vida y estructuras mentales.<br />
– Estructuras físicas o materiales. En<br />
lo relacionado con estas estructuras,<br />
veo necesario, en muchos casos, y algunos<br />
urgente, un adecuado redimensionamiento<br />
para que las estructuras<br />
estén al servicio de la vida y no la vida<br />
al servicio de las estructuras, como<br />
está sucediendo en no pocos casos.<br />
Veo necesario un discernimiento adecuado<br />
para que las estructuras nos<br />
ayuden a vivir como menores entre<br />
los menores, y aseguren la vivencia<br />
de los demás valores irrenunciables<br />
de la vida franciscana, particularmente<br />
la fraternidad y la dimensión contemplativa.<br />
Pero al mismo tiempo lo<br />
que más me preocupa es que las estructuras<br />
que tenemos, pequeñas o<br />
grandes, estén al servicio de relaciones<br />
interpersonales evangélicas auténticas.<br />
Hemos de responder cierta-<br />
AD CHRONICAM ORDINIS 401<br />
mente a los signos de los lugares (no<br />
es lo mismo estar en un sitio que en<br />
otro), pero la pregunta ¿dónde estamos?<br />
hemos de acompañarla con<br />
otras dos no menos importantes:<br />
¿quiénes somos? ¿cómo estamos?<br />
– Estructuras de vida. Me refiero aquí<br />
a las estructuras que han de entrar<br />
dentro de la mediación que llamamos<br />
proyecto personal y fraterno de vida.<br />
Tanto en la vida personal como fraterna,<br />
no pueden faltar algunos elementos<br />
o herramientas que nos permitan<br />
alimentar nuestra vocación y<br />
manifestar nuestra misión: oración,<br />
trabajo, capítulo local, formación permanente,<br />
lectura orante de la palabra,<br />
obras apostólicas... Estas estructuras<br />
nos ayudarán a poner orden en nuestra<br />
vida. A elaborar un proyecto ecológico<br />
de vida y a vivir dentro de él.<br />
Sin ellas es muy difícil mantener<br />
nuestra fidelidad a cuanto prometimos.<br />
– Estructuras mentales. La renovación<br />
profunda de la Orden no se logrará sino<br />
cambia la mente y el corazón de<br />
los hermanos. De poco sirven estructuras<br />
nuevas, decía Monseñor Romero,<br />
si no hay corazones nuevos. Es a<br />
este cambio estructural al que debemos<br />
dar prioridad. Logrado éste, los<br />
demás vendrán como consecuencia.<br />
En este contexto considero irrenunciable<br />
una formación permanente<br />
adecuada a las exigencias de hoy, tanto<br />
personales como fraternas.<br />
2. El acomodamiento y el aburguesamiento.<br />
Tanto lo uno como lo otro es para temer.<br />
Os pido que miréis al pasado con<br />
gratitud, que abracéis el futuro con esperanza,<br />
viviendo el presente con pasión.<br />
No podéis pensar que todo inicia<br />
con vosotros, sería un grave error desconocer<br />
nuestra historia y hacer a menos de<br />
lo que hicieron y hacen vuestros mayores,<br />
pero tampoco podéis pensar que estáis<br />
aquí para continuar viviendo como<br />
vivimos nosotros, o hacer lo mismo que<br />
hacemos nosotros. Vino nuevo en odres<br />
nuevos. A nuevas preguntas, y nuevas si-
402<br />
tuaciones, nuevas respuestas. Es el tiempo<br />
de la fidelidad, pero de la fidelidad<br />
creativa. Tenéis que tener la parresía, la<br />
lucidez y la audacia necesarias para reproducir<br />
la creatividad y la santidad de<br />
Francisco. Tenéis que tener la valentía de<br />
ser profetas, como Juan Bautista, la valentía<br />
de vivir el presente con pasión y de<br />
este modo comenzar a preparar el futuro.<br />
No seáis meros espectadores, sed constructores;<br />
no seáis meros repetidores, sed<br />
creativos. No seáis víctimas del materialismo<br />
y el consumismo que, justamente,<br />
señaláis a vuestro alrededor.<br />
Preparando el futuro<br />
Entre otras cosas, preparar el futuro exige:<br />
1. Dar calidad a nuestra vida. Esto pasa<br />
necesariamente por la calidad de relaciones,<br />
como justamente vosotros mismos<br />
habéis pedido durante este Capítulo.<br />
Calidad de relación con uno mismo,<br />
plenamente reconciliados con la propia<br />
historia, sin complejos de ninguna clase.<br />
Calidad de relaciones con los demás, relaciones<br />
sanas, pedíais en estos días, caracterizadas<br />
por la confianza, la familiaridad<br />
y aceptación del otro desde la fe.<br />
Calidad de relación con Dios (atención a<br />
no manipularlo) que se manifiesta en la<br />
búsqueda y el encuentro cotidiano con<br />
Él, en la oración personal y fraterna, en<br />
la Palabra, en los sacramentos, en los<br />
hermanos, en los hombres y mujeres con<br />
los que nos encontramos, particularmente<br />
de los pobres... Calidad de relación<br />
con el mundo, lo que supone, como vosotros<br />
mismos habéis dicho, una relación<br />
justa, vigilando para no dejarnos<br />
atrapar por él, pero manteniendo siempre<br />
una visión amplia y positiva, y al<br />
mismo tiempo una realista desde la fe.<br />
Ni pesimistas ni ingenuos. Estamos llamados<br />
a ser fermento en la masa.<br />
2. Crecer en la comunicación a varios niveles:<br />
personal, fraterno, provincial, interprovincial,<br />
de Orden. Mucho es el camino<br />
recorrido, largo es todavía el camino<br />
que nos queda por recorrer. Para ello<br />
considero fundamental el que nos vacie-<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
mos, sólo así podremos abrirnos a la riqueza<br />
del otro, y podremos buscar juntos<br />
la verdad, y comunicar sin miedo nuestros<br />
miedos, preocupaciones y esperanzas.<br />
Para crecer en la comunicación considero<br />
fundamental el que superemos<br />
prejuicios, derribemos muros y creemos<br />
puentes. También considero importante<br />
el que, particularmente vosotros, aprendáis<br />
otra lengua, además de la lengua<br />
madre. Sólo así caminaremos hacia una<br />
Orden más internacional e intercultural,<br />
como vosotros mismos habéis señalado<br />
en estos días.<br />
3. Tener claro el sentido de pertenencia a la<br />
Orden de los Hermanos Menores. Ésta<br />
es mi familia. Aceptarla como tal, con<br />
sus luces y con sus sombras, como aceptamos<br />
la familia de sangre. En este sentido<br />
considero fundamental el que pasemos<br />
del yo al tú, y del tú al nosotros.<br />
Atención a cuando decimos: “Ellos”, los<br />
“otros” para indicar a los hermanos.<br />
4. Superar el abismo que todavía existe,<br />
como vosotros mismos habéis denunciado,<br />
entre formación inicial y formación<br />
permanente. Ayudadnos en esto, queridos<br />
jóvenes. Seguramente que hay hermanos<br />
que, debido a la edad y a otras situaciones<br />
existenciales ya no pueden<br />
cambiar. Vosotros podéis y debéis. Si para<br />
todos la formación permanente, con<br />
todo lo que ello comporta, es cuestión de<br />
fidelidad a la propia vocación, para vosotros,<br />
además, es cuestión de sobrevivencia,<br />
lo mismo que el acompañamiento.<br />
5. Dar prioridad a la vida sobre la teoría.<br />
La teoría, como nos recordó el último<br />
Capítulo general extraordinario, puede y<br />
debe iluminar la vida, pero no puede suplantarla.<br />
6. Abrirse a los proyectos misioneros de la<br />
Orden. Somos una Orden misionera. Y<br />
así como nadie puede ser misionero por<br />
su propia voluntad, tampoco nadie puede<br />
cerrarse, ni uno mismo ni los ministros<br />
provinciales, a una llamada o a la<br />
inspiración divina a “salir” de la propia<br />
tierra para ir a Tierra Santa, Marruecos,<br />
Tailandia, Miamar, China, Proyecto
África, Sudán... Sed generosos y asumid<br />
el riesgo que comporta el “salir” sin saber<br />
a dónde se va.<br />
Queridos hermanos “under ten”: Sed<br />
hombres de esperanza, la esperanza que nace<br />
el sabernos amados y acompañados por<br />
el Señor. Abrid los ojos a lo positivo que<br />
hay en torno vuestro. Volved cada día al primer<br />
amor. No seáis simplemente jóvenes<br />
frailes, sed frailes jóvenes. Vivid anclados<br />
en lo esencial, sin distracciones. Vivid en la<br />
verdad y autenticidad. Vivid el presente<br />
abiertos al futuro. Buscad al Señor assiduamente<br />
y, una vez encontrado, seguirlo radicalmente.<br />
No tengáis miedo, nuestro Dios<br />
es el Dios de los imposible. Y luego, corred<br />
y anunciad a todos los que encontréis por el<br />
camino, lo que habéis visto y oído.<br />
Que el Señor os bendiga y os guarde<br />
siempre.<br />
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro general<br />
3. Messaggio ai Ministri, Custodi e a tutti i<br />
Frati<br />
Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu<br />
mandato da Dio in una città della Galilea,<br />
chiamata Nazaret, a una vergine, promessa<br />
sposa di un uomo della casa di Davide,<br />
chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava<br />
Maria. Entrando da lei, disse: “Ti saluto,<br />
o piena di grazia, il Signore è con te”<br />
(Lc 1, 26-28).<br />
L’Altissimo Onnipotente bon Signore ci<br />
ha chiamato per nome e ci ha radunato come<br />
Fraternità internazionale in Terra Santa<br />
– da Nazareth a Betlemme –, per condurci<br />
alle sorgenti della nostra vocazione e missione,<br />
sui passi del Signore Gesù, che abbiamo<br />
riconosciuto Crocifisso e Risorto a<br />
Gerusalemme. Ci siamo ritrovati in duecento,<br />
da ogni Entità dell’Ordine, insieme al<br />
Ministro generale e al Definitorio, per<br />
ascoltare insieme la Parola di Dio, guardando<br />
a Santa Maria di Nazareth, per celebrare<br />
l’Eucaristia e condividere la nostra speranza,<br />
nell’itinerario proprio della grazia delle<br />
AD CHRONICAM ORDINIS 403<br />
origini. E la Parola di Dio ci ha resi un po’<br />
più disponibili ad accoglierci a vicenda in<br />
questi giorni e a dialogare tra noi in modo<br />
franco e sereno. Ha allargato anche il nostro<br />
sguardo su noi stessi, sul mondo e la Chiesa,<br />
sui fratelli, educandoci ad uno sguardo<br />
di fede positivo sulla realtà e sul travaglio in<br />
atto in questo tempo unico della storia.<br />
Esprimiamo la nostra gratitudine ai nostri<br />
Ministri e Custodi e ai Fratelli delle diverse<br />
Entità per averci inviati come loro delegati<br />
a questo III Capitolo delle Stuoie dei<br />
frati giovani.<br />
A queste parole ella rimase turbata e si<br />
domandava che senso avesse un tale saluto.<br />
L’angelo le disse: “Non temere, Maria,<br />
perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco<br />
concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo<br />
chiamerai Gesù. (...) Allora Maria disse<br />
all`angelo: “Come è possibile? Non conosco<br />
uomo” (Lc 1, 29-34).<br />
L’ascolto della Parola, però, non è indolore.<br />
Essa ci ha provocato, ci ha aiutato a riconoscere<br />
il positivo che è presente tra noi:<br />
molti hanno riconosciuto che le nostre Fraternità<br />
sono un luogo nel quale è possibile<br />
vivere il Vangelo. Tra noi è emersa una speranza<br />
viva, la bellezza della nostra vocazione<br />
e la gioia di viverla, ritornando al primo<br />
amore che ci ha conquistati. Ci sappiamo<br />
amati dal Signore e seguendo i suoi passi in<br />
questa Terra benedetta gli abbiamo rinnovato<br />
il nostro «si». Veramente siamo consapevoli<br />
che non possiamo che «ripartire da<br />
Cristo».<br />
Nello stesso tempo la Parola di Dio ha<br />
messo a nudo le nostre debolezze. A noi,<br />
giovani Frati Minori, sono state affidate le<br />
più svariate attività. Spesso dobbiamo fare<br />
i conti con le difficoltà della nostra scelta di<br />
vita e non sempre ci sentiamo sostenuti nella<br />
nostra vocazione. Constatiamo l’esistenza<br />
di alcune barriere nel dialogo in Fraternità.<br />
Spesso dobbiamo fare i conti con la solitudine,<br />
la frustrazione e avvertiamo la<br />
fatica di dover mantenere in vita strutture<br />
ereditate dalla nostra tradizione che rendono<br />
faticoso il cammino e non di rado diventano<br />
una controtestimonianza.
404<br />
Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo<br />
scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra<br />
la potenza dell`Altissimo. Colui che nascerà<br />
sarà dunque santo e chiamato Figlio<br />
di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente,<br />
nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio<br />
e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano<br />
sterile: nulla è impossibile a Dio “<br />
(Lc 1, 35-37).<br />
Abbiamo condiviso queste nostre speranze<br />
e preoccupazioni con il Ministro generale<br />
e il Definitorio, illuminati anche dalla<br />
grazia dei luoghi santi in cui si è svolto il<br />
nostro Capitolo. Vogliamo evidenziare l’esigenza<br />
di un dialogo più profondo in Fraternità,<br />
meno “istituzionale”, e insistiamo<br />
nel chiedere con fiducia ai fratelli le opportunità<br />
di un effettivo accompagnamento<br />
spirituale anche dopo la formazione iniziale.<br />
La comunicazione tra noi ai diversi livelli<br />
e’ molto importante, anche per curare<br />
relazioni fraterne sane e profonde. Questo<br />
salto di qualità dei nostri rapporti non può<br />
che essere vissuto nel quotidiano, che richiede<br />
fedeltà e disciplina.<br />
Manifestiamo l’urgenza di aprirci sempre<br />
di più a forme di collaborazione sia tra<br />
Province e Conferenze che con altri soggetti<br />
ecclesiali, di curare maggiormente il rapporto<br />
con il territorio, (inculturazione) e di<br />
evitare la dispersione che risulta dalla mancanza<br />
di una progettualità a lungo termine.<br />
Abbiamo anche riaffermato la presenza dei<br />
piccoli e dei poveri come “i nostri maestri”<br />
(cf CCGG 93,1), quale criterio irrinunciabile<br />
per vivere nella trasparenza e credibilità<br />
evangelica.<br />
In questo senso abbiamo riflettuto anche<br />
sull’importanza di considerare con più decisione<br />
il posto della «grazia del lavoro» (Rb<br />
V,1) nella nostra vita personale e fraterna. Da<br />
qui siamo arrivati a chiederci di nuovo che<br />
cosa significa oggi per noi vivere sine proprio,<br />
da minori e come pellegrini e forestieri,<br />
attraverso un’itineranza, che è anzitutto<br />
docilità a rimanere in cammino e in ricerca.<br />
È questo atteggiamento del cuore che ci permette<br />
di leggere e interpretare i segni dei<br />
tempi, camminando nel mondo «come se vedessimo<br />
l’invisibile» (Eb 11, 27): per questo<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
ci sembra urgente coniugare la lettura orante<br />
della Parola con la lectio mundi, la capacità,<br />
appunto, di leggere la realtà concreta della<br />
persona umana e della creazione, e della loro<br />
aspirazione alla pace e riconciliazione. È<br />
così che possiamo rispondere alla nostra<br />
chiamata all’evangelizzazione e alla missione<br />
ad gentes, per riempire la terra del Vangelo<br />
di Cristo. Abbiamo anche confermato la<br />
necessità di una solida e vitale formazione<br />
intellettuale per leggere la realtà delle nostre<br />
culture, per approfondire la Scrittura e annunciare<br />
il Vangelo.<br />
Nell’ascolto e nel dialogo abbiamo preso<br />
maggiore coscienza che questi obiettivi non<br />
saranno raggiungibili senza la decisione<br />
personale di compiere dei passi concreti di<br />
conversione, riguardo all’uso del nostro<br />
tempo, soprattutto di quello dedicato all’incontro<br />
con il Signore, che ci chiede di crescere<br />
nella capacità di fare silenzio in noi e<br />
intorno a noi e ancora alle energie spese per<br />
i fratelli e per il nostro molteplice servizio<br />
al Regno di Dio.<br />
Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva<br />
del Signore, avvenga di me quello che hai<br />
detto”. E l’angelo partì da lei (Lc 1, 38).<br />
Come i discepoli di Emmaus di fronte alle<br />
difficoltà della nostra vita potremmo essere<br />
tentati di scoraggiarci, chiudendoci in<br />
sterili critiche al “sistema”. Facciamo nostro<br />
il proposito di invocare la lucidità e il<br />
coraggio di ascoltare la Parola di Dio e di<br />
assumere alcune decisioni concrete e significative<br />
in ordine ad una vita meno distratta<br />
e più concentrata sull’essenziale. La “metodologia<br />
di Emmaus” ci sarà di grande aiuto<br />
al fine di passare “dal Vangelo alla vita e<br />
dalla vita al Vangelo” (RegOFS II, 5).<br />
Ringraziamo il Custode di Terra Santa e<br />
tutti i Frati che qui ci hanno fatto sentire a<br />
casa, con un’accoglienza veramente straordinaria.<br />
Abbiamo potuto apprezzare meglio,<br />
in molti casi scoprire, questa presenza<br />
tanto antica, significativa e preziosa dell’<br />
Ordine.<br />
Maria rimase con Elisabetta circa tre<br />
mesi, poi tornò a casa sua (Lc 1,56 ).
Torniamo ai nostri paesi e Fraternità<br />
confermati nella fede e nella speranza: crediamo<br />
che la nostra forma di vita sia realizzabile,<br />
con l’aiuto dei nostri fratelli più<br />
grandi, molto più numerosi di noi. Senza di<br />
loro, senza voi tutti, non potremo vivere in<br />
pieno la nostra vita di Frati Minori in questo<br />
tempo e nelle nostre culture.<br />
Proposte<br />
– Continuare a sviluppare il senso di appartenenza<br />
ad una Fraternità internazionale,<br />
chiamata a diventare sempre più<br />
anche interculturale. A tal fine si favorisca<br />
al massimo lo studio delle lingue, la<br />
partecipazione a incontri internazionali,<br />
esperienze di collaborazione con altre<br />
Entità, una maggiore apertura ai progetti<br />
missionari dell’Ordine.<br />
– Favorire incontri periodici tra frati Under<br />
10 a livello di Conferenze, per condividere<br />
la passione per il Regno e individuare<br />
e preparare il nostro cammino<br />
verso il futuro.<br />
– Si auspica che ogni Entità permetta e favorisca<br />
la nascita di una Fraternità-contemplativa-in<br />
missione, aperta anche all’interprovincialità<br />
e internazionalità,<br />
che abbia come criterio fondamentale un<br />
progetto di vita fraterna comune, costruito<br />
lungo il cammino.<br />
– Si auspica nelle Entità o nelle Conferenze<br />
la costituzione di Fraternità che vivano<br />
in modo più intenso il primato dell’ascolto<br />
della parola di Dio, nelle quali anche<br />
altri frati possano trovare un aiuto<br />
periodico per rinvigorire questa dimensione<br />
della nostra vita.<br />
– Alla luce della conversione al Vangelo, favorire<br />
con audacia forme di condivisione e<br />
di presenza attiva in mezzo ai poveri di<br />
oggi, perché la vita di molti sia giusta, degna<br />
della persona umana e fraterna. Per<br />
questo è urgente riprendere il discorso intorno<br />
alla nostra minorità e povertà.<br />
I FRATI DEL 3° CAPITOLO DELLE STUOIE<br />
AD CHRONICAM ORDINIS 405<br />
8. Giovani di 19 Nazioni all’«European<br />
franciscan meeting»<br />
Assisi, 07-12.08.2007-08-31<br />
1. Cronaca<br />
CRISTO E FRANCESCO<br />
NEL CUORE DELL’EUROPA<br />
«Andate, cari giovani per le strade d’Europa<br />
e, con la cintura ai fianchi e le lampade<br />
accese, raccontate quello che qui avete visto<br />
e sentito. Raccontate che 800 anni fa qui,<br />
nella città di Assisi, vissero un giovane,<br />
chiamato Francesco, e una giovane, chiamata<br />
Chiara: due cuori appassionati che si lasciarono<br />
conquistare da Cristo e che incontrarono<br />
il senso pieno della loro vita consegnandosi<br />
senza riserve all’amore della loro<br />
vita: Gesù Cristo; nella sequela radicale del<br />
Signore e nel servizio agli ultimi e agli<br />
esclusi di quell’epoca. Andate e, senza paura,<br />
invitate gli altri a fare altrettanto». Con<br />
queste parole, pronunciate durante l’Eucaristia<br />
conclusiva nella Basilica di Santa Maria<br />
degli Angeli, il Ministro generale dell’Ordine<br />
dei Frati Minori, P. José Rodríguez Carballo,<br />
ha voluto salutare i tanti giovani convenuti<br />
adAssisi per partecipare al primo European<br />
franciscan meeting.<br />
L’incontro, voluto dall’Unione dei Frati<br />
Minori di Europa – svoltosi nei giorni 7-12<br />
agosto – aveva lo scopo di mettere in contatto<br />
il popolo degli amici di san Francesco<br />
con le radici cristiane e francescane del nostro<br />
continente, per riscoprirne la preziosità<br />
e la vitalità.<br />
Gli obiettivi, secondo una prima valutazione<br />
degli organizzatori, sono stati raggiunti<br />
in modo soddisfacente: comunicare<br />
ai giovani che Francesco d’Assisi, ed il<br />
francescanesimo, hanno innervato di novità<br />
evangelica la storia e la civiltà dei nostri popoli,<br />
e che sono ancora testimonianza viva<br />
di Cristo, unica speranza del mondo.<br />
Il Meeting si è aperto con una grande festa<br />
di accoglienza, la sera del 7 agosto, nella<br />
quale il gruppo di canto «Perfecta laetitia»<br />
– composto da frati e laici – ha inteso<br />
disporre i partecipanti all’atteggiamento<br />
della lode e della gratitudine, prima di met-
406<br />
tersi in ascolto della Parola, che nei giorni<br />
successivi sarebbe stata annunciata.<br />
Sono stati presentati i gruppi provenienti<br />
da 19 Nazioni europee: Austria, Germania,<br />
Paesi Bassi, Francia, Ungheria, Romania, Polonia,<br />
Slovacchia, Svezia, Gran Bretagna,<br />
Manda, Lituania, Croazia, Slovenia, Bosnia<br />
ed Erzegovina,Albania, Portogallo, Spagna e<br />
Italia.<br />
Il momento centrale del rito di accoglienza<br />
è stato la solenne intronizzazione del Crocifisso<br />
di S. Damiano: nel raccoglimento e<br />
nella preghiera, Fr. José Carballo ha benedetto<br />
la Croce, che parlò al giovane Francesco, e<br />
l’ha posta al centro dell’assemblea. Due giovani,<br />
Miriam di Roma e Francesca di Verona,<br />
a nome di tutti, hanno proclamato la loro fede<br />
in Gesù Cristo, «vero protagonista ed insieme<br />
ospite più atteso» di questo incontro<br />
sul carisma di san Francesco.<br />
Il giorno successivo, quale prima unità<br />
tematica, ha dato spazio alla conoscenza<br />
della storia locale e al «dialogo tra le culture».<br />
La prima visita, compiuta da tutti nella<br />
piazza del Comune di Assisi e l’incontro<br />
con il Sindaco, ha avuto lo scopo di situare<br />
l’avventura cristiana del figlio di Pietro<br />
Bernardone, in un preciso contesto storico,<br />
in una città medievale in fase di passaggio<br />
dal feudo alla società comunale, all’alba di<br />
un’importante trasformazione quale quella<br />
operata dai comuni, dai commerci, dalla<br />
nuove vie di comunicazione.<br />
L’incontro è stato arricchito da una sfilata<br />
storica della compagnia dei balestrieri di<br />
Assisi e da una visita alla Rocca di Assisi,<br />
simbolo di un impero poi soppiantato dalle<br />
autonomie comunali e privilegiato punto di<br />
osservazione panoramica sulla città.<br />
Nel pomeriggio, a S. Maria degli Angeli,<br />
è stato l’Arcivescovo-Vescovo di Assisi-Nocera-Gualdo,<br />
Mons. Domenico Sorrentino,<br />
ad accogliere i giovani nella Celebrazione<br />
Eucaristica di apertura: «In casa di Francesco<br />
si fronteggiavano due mondi, e due modi di<br />
vivere l’Europa. Il padre di Francesco, Pietro<br />
di Bernardone, commerciava con la Francia.<br />
A venticinque anni Francesco viene chiamato<br />
da Gesù a una nuova vita: Va’, Francesco,<br />
ripara la mia casa. È un invito che tocca il suo<br />
cuore. La prima casa da riparare è il suo cuo-<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
re. Da questo momento in casa di Francesco i<br />
destini di dividono. Sono due mondi. Due<br />
modi di vivere la vita, la cultura, la civiltà,<br />
l’Europa».<br />
In serata i diversi gruppi nazionali hanno<br />
presentato canti, video e danze.<br />
La giornata successiva è stata dedicata<br />
interamente ad un pellegrinaggio nei luoghi<br />
delle origini francescane, dove ha preso<br />
corpo, per san Francesco, la Parola di Dio:<br />
San Damiano – la prima chiesa da lui riparata<br />
dopo l’invito del Crocifisso – e l’Eremo<br />
delle Carceri sul monte Subasio, luogo<br />
che evoca il tempo dedicato da Francesco<br />
alla preghiera, lui che – come dice il Celano<br />
– «non era tanto un uomo che prega, quanto<br />
piuttosto egli stesso tutto trasformato in<br />
preghiera vivente» (1Cel 95).<br />
Nonostante la pioggia e la fatica del pellegrinaggio,<br />
i diversi gruppi nazionali si sono<br />
alternati nell’andare da un Santuario all’altro,<br />
accompagnando il loro cammino<br />
con la preghiera, l’interiorizzazione dei<br />
contenuti e la Celebrazione Eucaristica sul<br />
posto. Si è voluto così riflettere sulla tematica<br />
della «conversione» di san Francesco,<br />
che, come dicono gli esperti, è difficilmente<br />
collocabile in un momento preciso della<br />
sua vita, ma risulta più comprensibile se intesa<br />
come cammino evolutivo, pellegrinaggio<br />
della fede. Molti giovani, particolarmente<br />
sensibili a ciò che è autentico, hanno<br />
fatto tesoro di queste intuizioni e hanno vissuto<br />
una esperienza a tratti toccante e contemplativa.<br />
La giornata si è conclusa con<br />
due pregevoli performance culturali: lo<br />
spettacolo teatrale «Chiara di Dio», sulla vita<br />
di Chiara d’Assisi, sul sagrato della Basilica<br />
di S. Maria degli Angeli, e il concerto di<br />
musiche europee del coro dei «Cantori di<br />
Assisi», nella Basilica di S. Chiara.<br />
La giornata del 10 agosto, ha esplorato il<br />
tema della santità di Francesco e di Chiara,<br />
così come essa ci viene raccontata dai mirabili<br />
cicli pittorici delle due Basiliche di S.<br />
Francesco e di S. Chiara, e dalla loro particolare<br />
architettura romanico-gotica. Attraverso<br />
una interessante rilettura artisticoteologica,<br />
P. Pasquale Magro ha accompagnato<br />
i giovani nel riscoprire l’arte come<br />
mezzo per raccontare la fede e per introdur
e in modo «teologico» alla comprensione<br />
della santità cristiana. Nel pomeriggio il<br />
percorso culturale-formativo – prospettiva<br />
nella quale si è voluto questo Meeting – ha<br />
condotto i giovani ad occuparsi di tematiche<br />
di attualità, attraverso dei veri e propri<br />
«laboratori della fede», animati da esperti<br />
nei vari settori, che hanno riscosso larga<br />
presenza e molto interesse da parte dei partecipanti:<br />
«Le missioni francescane nel<br />
mondo», «San Francesco e la pace», «Lo<br />
spirito di Assisi e Giovanni Paolo II», «I<br />
pellegrinaggi di frate Francesco», «Il cantico<br />
delle creature e la guarigione del cuore».<br />
In alternativa a questi laboratori, venivano<br />
offerti ai giovani, spazi di adorazione eucaristica<br />
e di preghiera, nei Monasteri delle<br />
Clarisse di Assisi, alle quali è anche stato<br />
chiesto di accompagnare il Meeting con la<br />
loro intercessione. In serata, una grande Veglia<br />
penitenziale, presieduta da Fr. Giacomo<br />
Bini, davanti al Crocifisso di S. Damiano<br />
e alla Porziuncola, ha inteso offrire ai<br />
giovani un’occasione di conversione e di<br />
autentico incontro con Cristo, cuore dell’esperienza<br />
francescana, attraverso il sacramento<br />
della riconciliazione.<br />
La Solennità di S. Chiara – ultimo giorno<br />
del convegno – ha visto la Celebrazione<br />
Eucaristica dei gruppi nazionali nelle diverse<br />
chiese di Assisi, l’incontro di testimonianza<br />
con alcune Sorelle clarisse nei monasteri<br />
e con alcuni giovani coinvolti in modo<br />
più diretto in un servizio di<br />
evangelizzazione. Nel pomeriggio, dopo la<br />
continuazione dei workshop, davanti alla<br />
Porziuncola si è svolta la grande Veglia «In<br />
cammino con Maria», chiamata da san<br />
Francesco «figlia e ancella dell’altissimo<br />
Re, il Padre celeste, madre del santissimo<br />
Signore nostro Gesù Cristo, sposa dello<br />
Spirito Santo» (FF 281). Giovani di diverse<br />
nazioni hanno potuto «restituire» con la loro<br />
voce, quanto avevano ricevuto dal Signore<br />
in questi giorni.<br />
Fr. Carballo, accogliendo i frutti di questo<br />
cammino, ha affermato: «Solo l’Infinito<br />
può riempire il cuore (Benedetto XVI). La<br />
vera gioia e la festa autentica nascono dall’apertura<br />
all’altro, a Dio; nascono dall’amore<br />
gratuito verso tutti, per Dio. Attenti,<br />
AD CHRONICAM ORDINIS 407<br />
cari giovani, a non cadere nella trappola<br />
mortale di centrarvi solo in voi stessi non<br />
abbiate paura nel dire il vostro Sì, “fiat”, al<br />
Signore! Non abbiate paura di aprirvi incondizionatamente,<br />
senza riserve di nessun tipo,<br />
al progetto che Dio ha sulla vostra vita».<br />
La Celebrazione Eucaristica conclusiva è<br />
stata un grande momento di comunione e di<br />
gioia. Il Ministro generale ha annunciato che<br />
il prossimo European franciscan meeting nel<br />
2009 sarà a Santiago de Compostela, in Spagna,<br />
altro luogo simbolo delle radici cristiane<br />
e francescane del Continente. In un clima<br />
di letizia prorompente, i giovani italiani hanno<br />
consegnato il Crocifisso di S. Damiano ai<br />
giovani di Spagna e di Portogallo, che avranno<br />
il compito – insieme ai Frati Minori della<br />
Conferenza ispano-portoghese – di preparare<br />
questo prossimo evento. Infine, sono stati<br />
benedetti i Tau, che portano impresso il motto<br />
«Va’, Francesco, ripara la mia Europa», e<br />
con segnati personalmente ad ogni partecipante<br />
con queste parole: «Fa’, o Signore, che<br />
i giovani che porteranno questo Tau siano<br />
davvero – nelle loro nazioni – un segno di<br />
novità e speranza, di luce e di amore, e portino<br />
a tutti, come Francesco, la riconciliazione<br />
e la pace».<br />
«La nostra Europa – ha detto il Ministro<br />
generale – ha bisogno della giovinezza e<br />
della freschezza che vengono da Cristo, dal<br />
suo Vangelo, ha bisogno della vostra testimonianza<br />
giovane, forte, audace. Siate coraggiosi!<br />
Non abbiate paura ad entrare in<br />
conflitto con i segni di morte presenti nella<br />
nostra società. In ogni momento siate discepoli<br />
e missionari. Da una vita profondamente<br />
radicata in Gesù, siate sentinelle del<br />
mattino. Osate vivere il Vangelo nello stile<br />
di Francesco e di Chiara!».<br />
FR. MASSIMO RESCHIGLIAN<br />
[L’Osservatore Romano, 22 agosto 2007, p. 4]<br />
2. Omelia del Ministro generale<br />
Assisi, 12.08.2007<br />
SIATE PRONTI!<br />
Sap 18,3.6-9; Sal 32; Eb 11,1-2.8-19<br />
Lc 12,32-48
408<br />
Carissimi fratelli, particolarmente voi<br />
giovani provenienti dai diversi paesi dell’Europa<br />
che avete partecipato a questo<br />
primo meeting dei giovani europei ad Assisi:<br />
vi saluto con grande affetto e vi auguro<br />
la Pace ed il Bene che vengono dal Signore.<br />
Il Vangelo, che abbiamo ascoltato in<br />
questa domenica, ci propone tre parabole:<br />
quella dei servi che aspettano il ritorno del<br />
padrone nella notte, quella del ladro che irrompe<br />
inaspettatamente nella casa per svaligiarla,<br />
e quella dell’amministratore fedele<br />
e saggio. In tutte e tre Gesù ci invita ad una<br />
vigilanza attiva. Le tre parabole rappresentano<br />
la condanna di uno stile cristiano sonnolento,<br />
distratto, spento, stancamente ripetitivo.<br />
Siate pronti, siate svegli, con la cintura<br />
ai fianchi e le lampade accese,<br />
lavorando senza riposo (cfr Lc 12,35ss), sono<br />
imperativi che abbiamo ascoltato da parte<br />
del Signore, come per dirci: il cristiano<br />
non va mai in vacanza, non potete addormentarvi,<br />
siete chiamati a vigilare nella notte<br />
del mondo, perché è nella notte che il Signore<br />
passa ed è pasqua: liberazione, salvezza<br />
(cfr Sap 18, 3 6-9).<br />
L’uomo si converte in ciò che aspetta. Se<br />
aspetta la morte, si converte in figlio della<br />
morte e produce morte. Se aspetta il Signore,<br />
vive nel Signore, gli da testimonianza e<br />
si trasforma in Lui. L’esistenza cristiana è<br />
attesa vigilante, attesa dinamica, di colui<br />
che deve tornare: Gesù Cristo il Signore.<br />
Siate, cari fratelli e sorelle, sentinelle che<br />
annunciano la presenza del Signore in mezzo<br />
al nostro popolo.<br />
La vigilanza cristiana, specialmente<br />
quando la notte sembra non terminare mai,<br />
si appoggia alla speranza. Questa speranza<br />
comporta, in primo luogo, avere la cintura<br />
ai fianchi, cioè: essere pronti per partire, vivere<br />
in atteggiamento di servizio. Non è il<br />
momento di guardare al cielo, ma di testimoniare<br />
il Signore sulla terra, vivendo ciò<br />
che Egli ha insegnato e comportandosi come<br />
Egli si è comportato (cfr At 1,1). La speranza<br />
cristiana comporta avere le lampade<br />
accese, cioè: la vita del discepolo, illuminata<br />
dalla luce del Signore, è necessariamente<br />
luminosa, è chiamata ad illuminare gli altri<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
(cfr Mt 5,16). La speranza cristiana comporta<br />
una fedeltà costante, nel molto come<br />
nel poco, una fedeltà che, se vuole essere<br />
creativa, necessita una ricerca costante della<br />
volontà di Dio, qui ed ora, per accogliere<br />
il tempo della visita di Dio e accogliere, anche<br />
l’oggi di Dio che irrompe nell’oggi di<br />
ciascuno di noi. Infine la speranza cristiana<br />
comporta povertà di spirito. Solo il povero,<br />
come Francesco di Assisi, sa sperare. Egli<br />
possiede il segreto della speranza, come<br />
scrive Bernanós. In questo modo la vigilanza<br />
è presenza nella storia, lucidità interiore,<br />
intelligenza, capacità critica. La vigilanza<br />
cristiana è, in definitiva, una lotta attiva<br />
contro i segni di morte, l’indifferenza, l’irrilevanza<br />
o la mancanza di senso nella vita.<br />
In questo modo, e parafrasando una frase di<br />
Sant’Agostino, possiam ben dire che la vigilanza<br />
è ciò che ci rende veramente cristiani<br />
( cfr La città di Dio 6,9,5).l<br />
Cari fratelli, in particolare voi cari giovani:<br />
la Porziuncola, luogo nel quale Francesco<br />
si incontrò con il Vangelo, culla dell’Ordine<br />
francescano, luogo d’incontro dei<br />
frati, è anche il santuario della missione, del<br />
mandato. Dalla Porziuncola Francesco inviò<br />
i suoi primi frati in missione.<br />
Alla luce del Vangelo che abbiamo<br />
ascoltato sento che anche oggi il Signore ci<br />
invia, specialmente voi giovani, a rendergli<br />
testimonianza tra gli uomini e le donne che<br />
incontreremo nel nostro cammino, in modo<br />
particolare nel continente europeo, a partire<br />
da una vita illuminata dalla presenza di Cristo,<br />
ciascuno di noi è chiamato ad andare incontro<br />
all’altro, per quanto sia diverso, e illuminare<br />
con la luce di Cristo tutti quelli<br />
che ci circondano.<br />
Andate, poi, cari giovani per le strade<br />
d’Europa e, con la cintura ai fianchi e le<br />
lampade accese, raccontate quello che qui<br />
avete visto e sentito. Raccontate che 800<br />
anni fa qui, nella città di Assisi, vissero un<br />
giovane, chiamato Francesco, e una giovane,<br />
chiamata Chiara: due cuori appassionati<br />
che si lasciarono conquistare da Cristo e<br />
che incontrarono il senso pieno della loro<br />
vita, consegnandosi senza riserve all’amore<br />
della loro vita Gesù Cristo; nella sequela radicale<br />
del Signore e nel servizio agli ultimi
e agli esclusi di quell’epoca. Andate e, senza<br />
paura, invitate gli altri a fare altrettanto.<br />
Andate e, come Francesco, con la cintura<br />
ai fianchi e le lampade accese, siate giullari<br />
dell’Altissimo e Buon Signore. Dopo<br />
aver gustato quanto è buono il Signore, dite<br />
a tutti, specialmente ai giovani come voi,<br />
che Dio è amore, che il Dio rivelato da Gesù<br />
di Nazaret è Padre e che, come tale, non<br />
vuole la morte del peccatore ma che si converta<br />
e viva. Con questo annuncio invitate<br />
tutti ad aprirsi senza riserve all’amore,<br />
amando Dio e i fratelli, perché solo così si<br />
può essere se stessi. Osate aprirvi all’amore<br />
di Cristo! La vostra vita e quella dei vostri<br />
contemporanei cambierà.<br />
Andate e, con la cintura ai fianchi e le<br />
lampade accese, annunciate, particolarmente<br />
ai giovani come voi, che il senso pieno della<br />
vita si può trovare solo in Dio. Solo Egli<br />
sazierà la fame e la sete di pienezza che tutti<br />
sentiamo. Il nostro cuore è fatto per te, Signore,<br />
ed è inquieto finché in te non si riposa,<br />
diceva Sant’Agostino. Ditelo con le parole,<br />
ma soprattutto con la vostra vita centrata<br />
nell’unico necessario, nel Signore e,<br />
attraverso il Signore, negli altri. Il vostro annuncio<br />
darà speranza a tanti uomini e donne<br />
che vivono nella notte della disperazione.<br />
Andate e, con la cintura ai fianchi e le<br />
lampade accese, attraverso una contemplazione<br />
della creazione piena di stupore e meraviglia,<br />
invitate tutti a rispettarla e a scoprire<br />
nella bellezza delle creature l’impronta<br />
e la bellezza del creatore, soprattutto<br />
nell’uomo, creato a sua immagine e somiglianza,<br />
fatto di poco inferiore agli angeli.<br />
Cantate al Creatore nella creazione e invitate<br />
tutti, in modo particolare i più giovani, a<br />
fare altrettanto. Il vostro canto sarà speranza<br />
per i nostri popoli, che in molti casi giacciono<br />
nelle tenebre e nell’ombra di morte.<br />
Andate e, con la cintura ai fianchi e le<br />
lampade accese, annunciate il vangelo della<br />
fraternità. La nostra Europa, frammentata<br />
e divisa ha bisogno di questa buona notizia.<br />
Una fraternità che superi le barriere del<br />
proprio interesse, dei nazionalismi chiusi,<br />
che si apra all’altro come fratello e sorella,<br />
per quanto diverso sia; poiché gli altri, con<br />
le loro differenze, sono doni che il Signore,<br />
AD CHRONICAM ORDINIS 409<br />
sempre fecondo, pone sul nostro cammino<br />
per arricchirci e arricchirli.<br />
Andate e, con la cintura ai fianchi e le<br />
lampade accese, annunciate il vangelo della<br />
Pace e del Bene, della riconciliazione con<br />
Dio e con gli uomini, della giustizia e del rispetto<br />
di ogni creatura umana in Dio. Ponete<br />
al centro dei vostri interessi il bene degli<br />
altri ed invitate la vostra generazione a fare<br />
altrettanto.<br />
Cari giovani, la nostra Europa ha bisogno<br />
della giovinezza e della freschezza che vengono<br />
da Cristo, dal suo Vangelo, ha bisogno<br />
della vostra testimonianza giovane, forte e<br />
audace. Siate coraggiosi! Non abbiate paura<br />
ad entrare in conflitto con i segni di morte<br />
che ci sono nella nostra società. La fede in<br />
Cristo è per uomini e donne coraggiosi. Il<br />
compito non è per nulla facile, ma non abbiate<br />
paura, anche se vi sembra una missione<br />
quasi impossibile (cfr Lc 12,32). Il Signore è<br />
con voi e lo Spirito vi insegnerà quello che<br />
dovrete dire. In ogni momento siate discepoli<br />
e missionari. Da una vita profondamente<br />
radicata in Gesù, siate sentinelle del mattino<br />
(cfr Is 21,11-12). Osate vivere il Vangelo nello<br />
stile di Francesco e Chiara!<br />
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, <strong>OFM</strong><br />
Ministro generale<br />
9. Notitiae particulares<br />
– FR. MAURIZIO FAGGIONI, <strong>OFM</strong>, della<br />
Provincia S. Francesco Stigmatizzato,<br />
Toscana, è stato nominato da Benedetto<br />
XVI Consigliere del Tribunale della Penitenzieria<br />
Apostolica.<br />
(L’Osservatore Romano, 17 maggio 2007)<br />
– FR. FRANCISCO FOCARDI MAZZOCCHI,<br />
<strong>OFM</strong>, della Provincia S. Antonio in Bolivia,<br />
è stato nominato da Benedetto XVI<br />
Vescovo Ausiliare per il Vicariato Apostolico<br />
di El Beni (Bolivia), già Vicario<br />
Generale di Tarija e attualmente missionario<br />
nel Vicariato Apostolico di Camiri,<br />
assegnandogli la sede titolare vescovile<br />
di Cenculiana.<br />
(L’Osservatore Romano, 7 giugno 2007)
410 AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
Breve biografia<br />
Fr. Francisco Focardi è nato a Rignano<br />
sull’Arno (Diocesi di Fiesole, Italia), il 9<br />
febbraio 1949. È entrato nell’Ordine alla<br />
Verna il 23 settembre 1967 ed ha emesso la<br />
Professione temporanea il 24 settembre<br />
1968. Ha svolto gli studi di filosofia a Firenze<br />
(1969-1971) e di teologia a Fiesole<br />
(1971-1975). Ha emesso la Professione solenne<br />
l’8 dicembre 1972 e il 18 maggio 1975<br />
ha ricevuto l’Ordinazione presbiterale.<br />
Giunto in Bolivia il 17 ottobre 1975, ha<br />
ricoperto numerosi incarichi: 1975-1976:<br />
Vicario parrocchiale a Lagunillas, Vicariato<br />
Ap. di Camiri; 1976-1979: Parroco a Camiri;<br />
1978-1979: Ispettore di Educazione<br />
Cattolica nell’Escuelas de Cristo; 1979-<br />
1980: Parroco di Villamontes e Cappellano<br />
militare, Vic. Ap. Camiri; 1980-1983:<br />
Guardiano del Convento francescano di Tarija;<br />
1983: Vicemaestro di novizi alla Verna,<br />
Italia; 1984-2000: Parroco di Cuevo. Definitore<br />
provinciale della Prov. S. Antonio di<br />
Bolivia per due trienni consecutivi (1996-<br />
2002); 2000-2003: Parroco di Macharetí,<br />
Vicariato Ap. di Camiri; 1994-2003: Vicario<br />
Generale del Vicariato Apostolico di<br />
Cuevo; 2002-2006: Guardiano del Convento<br />
francescano di Tarija; 2004-2006: Vicario<br />
Generale di Tarija.<br />
Dal 2006 si trova presso la Parrocchia di<br />
Villamontes, Vicariato Ap. di Camiri.<br />
– FR. GUALBERT BROUDIN, <strong>OFM</strong>, della Provincia<br />
“Beato Pacifico” in Francia, il 26<br />
giugno 2007 è stato insignito del titolo di<br />
Cavaliere della “Légion d’Honneur” per<br />
gli eminenti servizi resi alla Francia nel<br />
corso della sua lunga attività in Italia (Roma-Loreto).<br />
L’onorificenza gli è stata conferita<br />
dall’Ambasciatore di Francia presso<br />
la Santa Sede, Sig. Bernard Kessedjia.<br />
– ALOÍSIO ALBERTO DILLI, <strong>OFM</strong>, è stato<br />
nominato da Benedetto XVI Vescovo di<br />
Uruguaiana (Brasile), finora Maestro dei<br />
Novizi della Provincia “São Francisco<br />
de Assis”, Brasile, e Guardiano della<br />
Fraternità di Daltro Filho nella diocesi di<br />
Caxias do Sul.<br />
(L’Osservatore Romano, 28 giugno 2007)<br />
Breve biografica<br />
Fr. Aloísio Alberto Dilli è nato il 21 giugno<br />
1948 nella città di Montenegro, nello<br />
Stato di Rio Grande do Sul, arcidiocesi di<br />
Porto Alegre. È entrato nell’Ordine, nella<br />
Provincia di S. Francesco di Assisi, in Brasile,<br />
il 3 febbraio 1970 ed ha emesso la Professione<br />
temporanea il 3 febbraio 1971. Ha<br />
frequentato i corsi di filosofia presso la Facoltà<br />
“Nossa Senhora da Conceição” di<br />
Viamão e quelli di teologia presso l’Istituto<br />
di teologia della Pontificia Università Cattolica<br />
di Porto Alegre. Ha emesso la Professione<br />
solenne il 4 ottobre 1975 e il 1° gennaio<br />
1977 è stato ordinato sacerdote.<br />
Ottenuta la Licenza in Sacra Liturgia<br />
presso il Pontificio Ateneo “Sant’Anselmo”<br />
a Roma, ha svolto le seguenti attività: Formatore<br />
nel Seminario minore della Provincia,<br />
situato nella diocesi di Caxias do Sul<br />
(1977-1979); Maestro dei Novizi e Guardiano<br />
della Fraternità di Daltro Filho nella<br />
diocesi di Caxias do Sul (1984-1990); Rettore<br />
del Seminario minore della Provincia e<br />
Guardiano Regionale (1991-1995); Guardiano<br />
della Casa Provinciale, Segretario<br />
della Provincia e Vice-Ministro provinciale<br />
della Provincia di Rio Grande do Sul (1996-<br />
2002); Economo Provinciale (2002-2006);<br />
e dal mese di ottobre 2006, Maestro dei Novizi<br />
e Guardiano della Fraternità di Daltro<br />
Filho nella diocesi di Caxias do Sul.
1. Libri<br />
– ACEVEDO QUIROZ LUIS HERNANDO, Procesos<br />
Canónicos de nulidad matrimonial,<br />
Editorial Buenaventuriana, Universidad<br />
de San Buenaventura, Bogotá<br />
2007, pp. 190.<br />
– ANGELINI GIUSEPPE-MONTANARI ANTO-<br />
NIO-SEQUERI PIERANGELO-VIGNOLO RO-<br />
BERTO, Conoscersi in Dio. La fede come<br />
orizzonte di sé, Edizioni Glossa, Liano<br />
2007, pp. 229.<br />
– AQUILINA GIORGIO, Le Monache<br />
Gerosolimitane - La Chiesa e il Monastero<br />
di S. Orsola alla Valletta Malta, (Tr.<br />
NOEL MUSCAT), PEG Ltd., 2005, pp.310.<br />
– BENEDETTO XVI, Solo l’Infinito riempie<br />
il cuore. Le parole del Papa pellegrino<br />
ad Assisi, Edizioni Porziuncola, Prima<br />
Edizione, S. Maria degli Angeli 2007,<br />
pp. 63.<br />
– BOSCO TERESIO, Giovanni XXIII. Il “Papa<br />
buono”, Editrice Velar, Gorle 2007,<br />
pp. 48.<br />
– BUONANNO BERARDO, Donne felici. Religiose<br />
mondragonesi nel mondo, Vol.<br />
2°, Centro culturale Francescano, Mondagrone<br />
2007, pp. 62.<br />
– BRATTI CLUADIO, Beata Eurosia Fabris<br />
Barban, Editrice Velar, Gorle 2005, pp.<br />
48.<br />
– CALIFANO GIANNI, Beata M. Celina della<br />
Presentazione, Editrice Velar, Gorle<br />
2007, pp. 48.<br />
– CALZAVARINI LORENZO, Breve Guía histórica,<br />
artística y cultural del Convento<br />
san Francisco de Tarija. En el IV Cente-<br />
BIBLIOGRAPHIA<br />
nario de su fundación (1606-2006), Ed.<br />
Centro Eclesial de Documentación, Tarija<br />
(Boilivia) 2006, pp. 121.<br />
– CERLES BERNARD, Si tu cherches... Antoine<br />
de Padoue, Éditions Franciscaines,<br />
Paris 2007, pp. 48.<br />
– DI VIRGILIO VIRGILIO, Basilica di San<br />
Bernardino a L’Aquila. Guida storicoturistica,<br />
Convento San Bernardino,<br />
L’Aquila 2007, pp. 64.<br />
– FERNÁNDEZ-GALLARDO JIMÉNEZ GONZA-<br />
LO (Ed.), Los Franciscanos Conventuales<br />
en España, Actas del II Congreso Internacional<br />
sobre el Franciscanismo en<br />
la Peninsula Ibérica, Barcelona, 30 de<br />
marzo - 1 de abril de 2005, Publidisa,<br />
Madrid 2006, pp.855.<br />
– FRACCARO ANTONELLA, «Questa piccola<br />
vita di Nazareth che sono venuto a cercare...».<br />
La “vita cristiana” nei testi di<br />
fondazione di Charles de Foucauld, Edizioni<br />
Glossa, Milano 2006, pp. 413.<br />
– FRANCISCI DE MARCHIA SIVE DE ESCULO,<br />
Commnentarius in IV Libros Sententiarum<br />
Petri Lombardi, III, Distinctiones<br />
Primi Libri ab undecima ad vigesimam<br />
octavam, critice editae a Nazareno Mariani<br />
<strong>OFM</strong>, Editiones Collegii S. Bonaventurae<br />
ad Claras Aquas, Grottaferrata<br />
(Roma) 2007, pp. 668.<br />
– GARUTI ADRIANO, Patriarca d’Occidente?<br />
Storia e attualità, Edizioni Studio<br />
Domenicano, Bologna 2007, pp. 246<br />
– GATTO LUDOVICO, Dalla parte di Salimbene.<br />
Raccolta di ricerche sulla Cronaca<br />
e i suoi personaggi, a cura di Pietro<br />
Messa, Edizioni Antonianum, Roma<br />
2006, pp. 706.
412<br />
– GENERAL SECRETARIAT FOR FORMATION<br />
AND STUDIES, Ongoing Formation Today.<br />
The Person at the Centre of the<br />
Journey of a Fraternity-in-Mission, XI<br />
International Council for Formation and<br />
Studies, Nairobi (Kenya), 5-15 February<br />
2007, Rome 2007, pp. 206.<br />
– GERTRUDE DI HELFTA, Esercizi Spirituali,<br />
a cura di Sr. Maristella dell’Annunciazione<br />
e Antonio Montanari, Edizioni<br />
Glossa, Milano 2006, pp. 148.<br />
– GRÉAL JACQUELINE, Élisabeth de Hongrie...<br />
et Babette. Le festin des pauvres,<br />
Éditions Franciscaines, Paris 2007, pp. 48.<br />
– GRIFI CAMMILLERI VIVIANA, Intorno alla<br />
vita del beato Francesco da Caldarola,<br />
GRAFICART, Caldarola 2007, pp.<br />
59.<br />
– KOROšAK BRUNO J., Saggi di Teologia<br />
Dogmatica, Goriška Mohorjeva Družba,<br />
Gorizia 2007, pp. 452.<br />
– MANDOLINI GIANCARLO, Pacifico da<br />
Sanseverino, il penitente (1653-1721).<br />
Un uomo, il suo tempo e la scelta francescana,<br />
Provincia Picena San Giacomo<br />
della Marca, Tecnostampa, Loreto 2007,<br />
pp. 545.<br />
– MONASTERI DOMENICANI IN ITALIA (a cura<br />
di), L’arancio fiorisce ancora. Contemplative<br />
domenicane ieri e oggi, Arti<br />
grafiche Cianferoni, Arezzo 2006, pp.<br />
71.<br />
– ONORIO DI AUTUN, Sigillum Beatae Mariae,<br />
a cura di Carlo Dezzuto, Edizioni<br />
Glossa, Milano 2006, pp. 185.<br />
– PAPA DIANA, Le Sorelle povere di santa<br />
Chiara. «La forma di vita» e l’identità,<br />
Presentazione di Fr. Giacomo Bini, Edi-<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
zioni Dehoniane, Bologna 2007, pp.<br />
250.<br />
– PRING-MILL ROBERT D.F., Il Microcosmo<br />
lulliano, a cura di Sara Muzzi, Edizioni<br />
Antonianum, Roma 2007, pp. 180.<br />
– RODRÍGUEZ CARBALLO JOSÉ, Haced lo<br />
que Él os diga. Carta del Ministro General<br />
a los Hermanos jóvenes, Ufficio Comunicazioni,<br />
Roma, 2007, pp. 85.<br />
– RODRÍGUEZ CARBALLO JOSÉ, Fate quello<br />
che vi dirà. Lettera del Ministro generale<br />
ai giovani Frati, Ufficio Comunicazioni,<br />
Roma 2007, pp. 85.<br />
– RODRÍGUEZ CARBALLO JOSÉ, Do whatever<br />
he tells you. Letter of the minister general<br />
to the young Friars, Ufficio Comunicazioni,<br />
Roma 2007, pp. 85.<br />
– UFFICIO COMUNICAZIONI FRATI MINORI<br />
D’ABRUZZO (a cura di), Atti della giornata<br />
commemorativa del 550° anniversario<br />
della morte di San Giovanni da Capestrano,<br />
Capestrano 28 ottobre 2006,<br />
Pro Manuscripto 2007, pp.77.<br />
– ZACCAGNINI GABRIELE (a cura di), Ubertino<br />
da Casale nel VII centenario<br />
dell’«Arbor Vitæ Crucifixæ Iesu» (1305-<br />
2005). Atti del Convegno di Studi, La<br />
Verna 15 settembre 2005, in Studi Francescani,<br />
104 (2007) 1-2.<br />
2. Extr<strong>acta</strong><br />
– PAOLAZZI CARLO, La Regula non Bullata<br />
dei Frati Minori (1221). Dallo “Stemma<br />
Codicum” al testo critico, Extractum<br />
ex Periodico “Archivum Franciscanum<br />
Historicum”, An. 100 (2007) 5-<br />
148.
1. Mons. Laurent R. Guibord <strong>OFM</strong><br />
Ottawa, Canada, 11.12.1923<br />
Montréal, Canada, 09.05.2007<br />
Nació el día 11 de Diciembre de 1923 en<br />
Ottawa, Ontario, Canadá; sus padres fueron<br />
Rodolfo Guibord y Anna Lévesque. Realizó<br />
sus estudios de Primaria en la Escuela<br />
Guigues de Ottawa (1929-1936) dirigida<br />
por los Hermanos de las Escuelas Cristianas<br />
(Lasallistas). Estudió la Secundaria con los<br />
Padres Oblatos de María Inmaculada en la<br />
Universidad de Ottawa (1936-1942). Ingresó<br />
en la Orden Franciscana el día 02 de<br />
Agosto de 1942 en Sherbrooke. Su primera<br />
profesión religiosa tuvo lugar en el mismo<br />
convento y lugar el día 03 de Agosto de<br />
1943. Continuó sus estudios de Filosofía en<br />
el Seminario de San Antonio en Québec<br />
(1943-1946). Su profesión solemne la realizó<br />
el día 04 de Agosto de 1946 en el convento<br />
de la Resurrección en Montréal. Sus<br />
estudios teológicos los hizo en el Seminario<br />
Franciscano de Teología en Rosemont,<br />
Montréal (1946-1950). Fue ordenado sacerdote<br />
el día 29 de Junio de 1950 en la catedral<br />
de “Notre-Dame” en Ottawa por su Excelencia,<br />
Mons. Alexander Vadion, Arzobispo<br />
de Ottawa.<br />
Su primer destino pastoral fue en el Seminario<br />
de San Antonio (Seminario Franciscano)<br />
de Trois-Rivières como profesor<br />
de Latín, canto gregoriano e inglés (1950-<br />
1952). El 22 de Noviembre de 1952 vino a<br />
Perú como misionero de la Comisaria Provincial<br />
de San José del Amazonas. Su destino<br />
fue Indiana en la Prefectura Apostólica<br />
de San José del Amazonas. Aquí permaneció<br />
hasta el 23 de Abril de 1953.<br />
Fue trasladado a Lima, al convento de<br />
San Antonio de Padua, como Vicario parroquial<br />
de la Parroquia de San Antonio de Padua<br />
y después fue nombrado párroco (1956-<br />
1967). En Lima cumplió varios oficios:<br />
Consejero del Delegado Provincial en Perú<br />
NECROLOGIA<br />
y superior del Convento franciscano de Lima<br />
(1966-1967). Secretario Particular de<br />
Mons Dámaso Laberge, <strong>OFM</strong>, Obispo-Vicario<br />
Apostólico de San José del Amazonas,<br />
durante las sesiones del Concilio Ecuménico<br />
Vaticano II. Traductor en el Capitulo General<br />
de los Franciscanos en Asís en 1967 y<br />
también fue el fundador y constructor del<br />
Colegio Parroquial mixto de San Antonio<br />
de Padua y primer director.<br />
El 14 de Septiembre de 1967, el Papa Pablo<br />
VI lo nombró Obispo Titular de Lemfocta<br />
y auxiliar del Vicario Apostólico de<br />
San José del Amazonas, Mons. Dámaso Laberge,<br />
<strong>OFM</strong>. Fue consagrado obispo el 30<br />
de Noviembre de 1967 en la Iglesia San Antonio<br />
de Padua en Lima por su Eminencia el<br />
Cardenal Juan Landázuri Ricketts, <strong>OFM</strong>,<br />
Arzobispo de Lima. Los obispos co-consagrantes<br />
fueron: Mons. Gustavo Prévost, Vicario<br />
Apostólico de Pucallpa, y Mons. Horacio<br />
Ferrucio Ceól, <strong>OFM</strong>, Obispo de Kichow,<br />
China. Su lema Episcopal fue<br />
“Lleven las cargas los unos de los otros”<br />
(Gál 6,2).<br />
Después de la muerte de Mons. Dámaso<br />
Laberge, <strong>OFM</strong>, ocurrida en Lima el 25 de<br />
Diciembre de 1968, asumió la responsabilidad<br />
de Administrador Apostólico y el Papa<br />
Pablo VI el día 07 de Junio de 1969 lo nombró<br />
Vicario Apostólico de San José del<br />
Amazonas. Ya como Vicario Apostólico<br />
Mons. Guibord se preocupó por realizar<br />
una labor de integración eclesial entre los<br />
misioneros (sacerdotes, religiosos/as y laicos)<br />
a través de las Asambleas Vicariales y<br />
el boletín vicarial “Vínculos” como medio<br />
de comunicación, diálogo y organización<br />
pastoral.<br />
Abierto a las orientaciones pastorales<br />
surgidas del Concilio Vaticano II y de las<br />
Conferencias Episcopales Latinoamericanas<br />
y del Caribe promovió en el Vicariato la<br />
labor de los agentes pastorales autóctonos<br />
con la creación de los animadores de las co-
414<br />
munidades cristianas y la pastoral de los<br />
nativos o de las comunidades indígenas.<br />
Junto con los demás obispos de la Selva<br />
crearon el CAAAP (Centro Amazónico de<br />
Antropología y Aplicación Práctica) como<br />
un espacio de reflexión y toma de conciencia<br />
de la realidad de las comunidades amazónicas<br />
en el contexto nacional. Se realizaron<br />
Encuentros de Misioneros y Agentes<br />
Pastorales de los Vicariatos Apostólicos para<br />
poner en práctica las orientaciones de la<br />
Iglesia en el campo de la evangelización inculturada.<br />
Junto con el Vicariato de Iquitos se fortaleció<br />
la comunicación radial en las comunidades<br />
amazónicas mediante la creación<br />
de la Voz de la Selva uniendo Radio San José<br />
de Indiana y Radio Mariana de Iquitos.<br />
En marzo de 1985 se elaboró, en una Asamblea<br />
Vicarial, el primer Plan Pastoral del Vicariato<br />
Apostólico con el objetivo de<br />
“Construir la Iglesia Autóctona de la Selva”<br />
tomando como prioridades la pastoral indígena<br />
y la promoción de los animadores de<br />
comunidades cristianas.<br />
El Señor Presidente de la República Dr.<br />
Alán García Pérez, por intermedio del Ministro<br />
de Relaciones Exteriores, le confirió<br />
la condecoración de “Gran Oficial de la Orden<br />
al Mérito por Servicios Distinguidos”<br />
el 26 de Noviembre de 1987 en reconocimiento<br />
de la abnegada y sacrificada labor<br />
que los misioneros canadienses realizan por<br />
varias décadas en beneficio de los sectores<br />
más necesitados del país (La Amazonia).<br />
En la Conferencia Episcopal Peruana fue<br />
nombrado Presidente de Caritas del Perú<br />
por dos períodos, el primero desde el año<br />
1977 hasta 1979 y el segundo de 1989 a<br />
1993 promoviendo la solidaridad hacia los<br />
más pobres como intermediario de apoyo<br />
desde organismos internacionales.<br />
Con el interés de que la Palabra de Dios<br />
fuese más conocida en las comunidades<br />
cristianas gestionó la impresión y difusión<br />
de más de 900,000 Biblias Latinoamericanas.<br />
Al notar que los misioneros canadienses<br />
estaban disminuyendo salió a diferentes<br />
países, entre ellos México, para buscar nuevos<br />
misioneros a los que les fue confiando<br />
parroquias y puestos de misión. En el año<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
1992, como agradecimiento al Señor por<br />
los 500 años de evangelización y con motivo<br />
de sus 25 años de episcopado, Mons.<br />
Guibord promovió la Misión de Evangelización<br />
entronizando la imagen de la Virgen<br />
de Guadalupe en muchas familias del Vicariato<br />
Apostólico.<br />
Sus últimos años como Pastor del Vicariato<br />
tuerun difíciles por motivos de su salud<br />
quebrantada, padecía problemas de diabetes,<br />
insuficiencia renal y problemas en la piel por<br />
el abrasador sol amazónico. Solicitó el apoyo<br />
de un obispo auxiliar o coadjutor; el cual<br />
no le fue concedido sino hasta el 14 de Febrero<br />
de 1998 cuando la Santa Sede nombró<br />
a Fr.Alberto Campos Hernández, <strong>OFM</strong>, mexicano<br />
y misionero en Uganda, como su sucesor<br />
en este Vicariato Apostólico. En Enero<br />
de 2002, durante la 81ªAsamblea Plenaria de<br />
los Obispos del Perú, Mons. Guibord recibió<br />
la Medalla de Oro de Santo Toribio de Mogrovejo,<br />
por los años de servicio que brindó<br />
a la Iglesia del Perú.<br />
Estos últimos 9 años los dedicó a atender<br />
su salud pasando 6 meses en Canadá y 6<br />
meses en Perú (Lima) tomando tres sesiones<br />
a la semana de hemodiálisis y visitando<br />
al Vicariato Apostólico cada año en el mes<br />
de Enero para la Misa de Clausura del Centro<br />
Catequístico, que fue otro de sus más<br />
preciados sueños “la formación de los catequistas”,<br />
por lo que el Centro de Formación<br />
lleva su nombre.<br />
Desde el mes de febrero del presente año<br />
su salud se agravó siendo internado en la<br />
Clínica Stella Maris y después en el Hospital<br />
del Emplado (Rebagliati) de donde se le<br />
dio de alta en la semana de Pascua. Se recuperó<br />
satisfactoriamente para retornar a<br />
Montreal, Canadá, el día 1° de Mayo. Ya en<br />
su tierra se volvió a complicar su salud y<br />
después de recibir los auxilios espirituales y<br />
la Unción de Enfermos descansó en paz a<br />
las 13:27 horas del día 09 de Mayo de 2007<br />
en la Enfermería Provincial del Convento<br />
Franciscano de Rosemont, Montreal.<br />
Mons. Guibord ha determinado en su<br />
testamento que si falleciera en Canadá, después<br />
del funeral habitual quiere que sus cenizas<br />
sean enviadas a Indiana; pero antes,<br />
en consideración a sus numerosos servicios
y amistad por los fieles y ex-alumnos del<br />
Colegio San Antonio de Padua, pide que se<br />
celebre una Eucaristía en Lima y después<br />
que sean llevados sus restos a Indiana. Concluye<br />
su testamento agradeciendo los servicios<br />
a los hermanos franciscanos de Canadá,<br />
a sus amigos, a los fieles de San Antonio<br />
y del Vicariato Apostólico de San José del<br />
Amazonas a quienes bendice y anima a buscar<br />
al Señor en toda ocasión. ¡Dios sea bendito<br />
eternamente!<br />
Mons Lorenzo (Rodolfo) Guibord Levesque,<br />
<strong>OFM</strong>, ¡Descansa en Paz! Continuaremos<br />
el camino que nos has dejado para recorrer.<br />
Tú has concluido tu tarea, ahora nos<br />
corresponde a nosotros cumplir la nuestra.<br />
+ MONS. ALBERTO CAMPOS HERNÁNDEZ <strong>OFM</strong><br />
Obispo-Vicario Apostólico de<br />
San José del Amazonas<br />
2. Fr. Costantino Ruggeri<br />
Adro (BS), Italia, 16.10.1925<br />
Merate, Italia, 25.06.2007<br />
1. Profilo biografico<br />
Fr. Costantino Ruggeri, nasce ad Adro<br />
(BS) il 16 ottobre 1925 da Angelo e Rosina<br />
Pelizzari. Viene battezzato col nome di Carlo<br />
nella Parrocchia San Giovanni Battista di<br />
Adro il 19 ottobre 1925 e nella stessa chiesa<br />
il 24 agosto 1938 riceve il sacramento della<br />
Cresima. Entra, ancor giovane, nel vicino<br />
Collegio Serafico di Saiano (BS) dove inizia<br />
gli studi. Negli anni 1941-1943 compie<br />
gli studi ginnasiali nel convento di Cividino<br />
(BG), al termine dei quali il 29 settembre<br />
1943 presso il convento di Rezzato (BS)<br />
viene ammesso all’Ordine da Fr. Giovanni<br />
Chiodini, Ministro provinciale, iniziando<br />
così l’anno di noviziato. Lo stesso Ministro<br />
provinciale, il 30 settembre 1944, riceve la<br />
sua prima professione temporanea. Emette<br />
la professione solenne il 26 settembre 1948<br />
nel Convento di Cividino, nelle mani di Fr.<br />
Gaetano Cavagnini, delegato dal Ministro<br />
provinciale.<br />
Negli anni 1944-47 compie gli studi liceali<br />
nel convento di Sabbioncello di Merate<br />
NECROLOGIA 415<br />
(LC). Dal 1947 al 1951 compie gli studi teologici<br />
nei Conventi di Busto Arsizio (VA),<br />
Milano eTrento.ATrento il 22 aprile 1951 riceve<br />
l’Ordine del diaconato, mentre il 1 luglio<br />
dello stesso anno è ordinato sacerdote<br />
nel Duomo di Milano dal Card. Ildefonso<br />
Schuster. Vive a Milano i primi anni del ministero<br />
sacerdotale: prima nel Convento di S.<br />
Angelo (1951-52), successivamente nel<br />
Convento di S. Antonio (1952-58).<br />
Nel 1958 viene trasferito a Pavia nel<br />
Convento di S. Maria Incoronata in Canepanova,<br />
Fraternità nella quale rimane inserito<br />
per tutti questi anni fino all’aggravarsi<br />
della sua situazione di salute che lo ha portato<br />
ad essere momentaneamente assistito<br />
presso l’Infermeria provinciale a Sabbioncello<br />
di Merate. Colto da crisi cardiaca, viene<br />
portato nel locale ospedale, ove si spegne<br />
nel pomeriggio di lunedì 25 giugno 2007.<br />
Alaude di Cristo e del nostro serafico padre<br />
san Francesco. Amen<br />
2. Attività artistica<br />
Nel 1951 espone le sue opere di pittura,<br />
presentate da Mario Sironi, alla Galleria<br />
“San Fedele” di Milano. Nei due anni successivi<br />
tiene mostre personali a Genova, Torino,<br />
Brescia, Como e Roma. Nel 1954 riceve<br />
il premio “San Fedele” e il terzo premio<br />
Marzotto. A Bologna entra a far parte del<br />
gruppo animato dal Card. Lercaro per lo<br />
studio e l’informazione sull’architettura sacra.<br />
Studia alcuni anni con passione artigianale<br />
l’arredo sacro e collabora con i maggiori<br />
architetti italiani alla realizzazione di<br />
nuove chiese.<br />
Contemporaneamente compie molti<br />
viaggi in Italia e all’estero. Nel 1958 si iscrive<br />
all’Accademia di Brera; riceve il diploma<br />
di scultura alla scuola di Luciano Minguzzi.<br />
A partire dal 1970 costruisce alcune<br />
cappelle, di cui realizza anche l’arredo sacro.<br />
Con la collaborazione dell’architetto<br />
Luigi Leoni progetta e costruisce ventidue<br />
nuove chiese. Tra queste ricordiamo Santa<br />
Maria della Gioia a Varese, le chiese del Tabernacolo<br />
e della Provvidenza a Genova, la<br />
chiesa di San Paolo a Rho, di Santo Spirito<br />
a Pavia, di San Bernardo a Roma e tre chiese<br />
nel Burundi. Nel mese di marzo del 1978
416<br />
presenta, alla Galleria San Fedele di Milano,<br />
proposte sullo Spazio Mistico. Nel 1986<br />
realizza la Cappella feriale del Duomo di<br />
Milano. Nel 1987 viene incaricato di progettare<br />
il nuovo Santuario del Divino Amore<br />
a Roma. Nel 1993, dopo alcuni viaggi di<br />
studio in Giappone, progetta, per la città<br />
giapponese di Yamaguchi, la chiesa di San<br />
Francesco Saverio, che viene solennemente<br />
inaugurata il 29 aprile 1998. Per premiare,<br />
nell’ambito delle chiese cristiane, lo spazio<br />
mistico più espressivo realizzato nel mondo,<br />
istituisce nel 1995 la Fondazione “Frate<br />
Sole”. Tra le creazioni più importanti di<br />
questi ultimi anni ha particolare rilievo la<br />
costruzione del nuovo Santuario del Divino<br />
Amore a Roma, consacrato da Giovanni<br />
Paolo Il il 4 luglio 1999 e la chiesa di S.<br />
Maurizio ad Acilia, consacrata dal Card.<br />
Ruini il 7 dicembre 2002.<br />
L’ultima sua grande opera consiste nella<br />
realizzazione della Cappella della Theotokos<br />
presso la Grotta del Latte a Betlemme<br />
in Terra Santa, dove nel dicembre 2006 si è<br />
recato per l’inaugurazione.<br />
La realizzazione di grandi e splendide vetrate<br />
l’ha reso famoso in Italia e all’estero.<br />
3. Ricordo di Costantino Ruggeri<br />
L’ARTE AL SERVIZIO<br />
DELLA LITURGIA<br />
Desidero con la voce di tutti gli amici di<br />
Padre Costantino che sono in comunione<br />
con noi ringraziare e rendere lode all’Altissimo<br />
per la vita di Padre Costantino, francescano<br />
e artista. Egli ha saputo fondere insieme<br />
queste due vocazioni, come lui stesso<br />
ha bene espresso: «Mi è toccata la grazia e<br />
la gioia di aver identificato la mia fede nell’arte<br />
e la mia arte nella fede».<br />
Di carattere forte, poliedrico, appassionato,<br />
vulcanico, capace di grandi slanci,<br />
aveva in sé la tenacia instancabile nel lavoro,<br />
nello studio e nella ricerca e al tempo<br />
stesso la dolcezza nel tessere legami di amicizia<br />
e di solidarietà tra gli uomini.<br />
Amante del bello, del sublime, di tutto<br />
ciò che rende bella e buona la vita, amava<br />
circondarsi di sempre nuovi stimoli, mai<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
pago dei risultati raggiunti, sempre aperto a<br />
cogliere tutta la ricchezza non ancora esplorata<br />
del sapere.<br />
Noi tutti abbiamo potuto conoscere il<br />
suo calore umano, la comunicativa vivace,<br />
la semplicità francescana.<br />
Giunto a Pavia nel 1959 di lui ricordo i<br />
primi passi nel mondo dell’arte come pittore.<br />
Nel suo saio pennellato di colori, lo osservavo<br />
nella sua cella nell’impeto di spalmare<br />
le tele ed i cartoni dipingendo e componendo<br />
con i colori a olio in modo<br />
vibrante e acceso.<br />
Con lui vissi l’età d’oro delle ceramiche,<br />
per me come in un gioco infantile, e successivamente<br />
lo studio e la realizzazione dei<br />
nuovi oggetti di arredo sacro. Era l’alba radiosa<br />
del rinnovamento liturgico.<br />
Ricordo ora il cammino percorso e la<br />
gioia della scoperta di nuove forme in feconda<br />
sintonia tra la tradizione e l’arte contemporanea.<br />
Di Padre Costantino si può veramente<br />
parlare come di un vero grande interprete<br />
della riforma conciliare nel campo dell’arte.<br />
Vennero poi gli anni nei quali si cimentò<br />
nell’arte vetraria e fu per P. Costantino e per<br />
me, che gli ero accanto, una felice chiamata<br />
a vivere della luce e nella luce, segno mirabile<br />
dello splendore di Dio. P. Costantino<br />
era ormai pronto ad affrontare il problema<br />
degli spazi sacri e con impegno grande si<br />
applicò a studiare da vero maestro la casa<br />
per il Signore e per gli uomini.<br />
Con la luce sono intessuti tutti gli spazi<br />
sacri (lui amava chiamarli «mistici»), che<br />
per decenni impegnarono mente e cuore di<br />
fra Costantino, diventato famoso per le numerose<br />
chiese nuove progettate e realizzate,<br />
mostrando che è possibile creare ambienti<br />
capaci di accendere la speranza e la<br />
gioia della festa.<br />
Penso alle esperienze vissute insieme in<br />
un interminabile susseguirsi di episodi che<br />
raccontano meravigliosi ed inaspettati incontri<br />
con l’uomo, con comunità parrocchiali,<br />
con comunità religiose, con realtà<br />
esaltanti di comunione di fratelli nella fede.<br />
Vado col pensiero al cammino tracciato dal<br />
Signore per un’attività che di giorno in,<br />
giorno si è rivelata sempre più voluta dal
l’alto, in un disegno provvidenziale di amore,<br />
proiettata in un articolarsi senza fine di<br />
realizzazioni guidate dallo Spirito, per vivere<br />
di un mistero insondabile ma inesauribile<br />
nella sua ricchezza.<br />
Ora posso dire di iniziare a comprendere<br />
come tutta la vita dell’uomo abbandonata<br />
nelle mani del Signore diviene una fonte di<br />
acqua che zampilla.<br />
Quanti episodi architettonici parlano con<br />
l’entusiasmo del suo cuore che ha creduto<br />
con caparbia e tenacia che attraverso gli<br />
spazi della luce si potesse comunicare la<br />
gioia della vita!<br />
Rivedo come in un bellissimo susseguirsi<br />
di immagini la prima chiesa dedicata<br />
alla Madonna della gioia a Varese, la<br />
chiesa del Tabernacolo a Genova, le numerose<br />
chiese in Basilicata ed il prodigio del<br />
nuovo Santuario della Madonna del Divino<br />
Amore in Roma, per il quale furono dedicati<br />
dodici anni di fervente lavoro, in un<br />
crescendo di avverarsi di promesse e di sogni<br />
sino alla celebrazione dell’anno santo<br />
di fine millennio.<br />
Penso ora soprattutto al sogno realizzato<br />
della nuova chiesa della Madonna della<br />
Grotta del Latte inaugurata nel Natale<br />
scorso a Betlemme.<br />
A coronamento di una vita consacrata alla<br />
celebrazione, della gloria di Dio attraverso<br />
l’arte, nella quale molti lidi sono stati raggiunti,<br />
come in una nuova avventura di<br />
evangelizzazione, dopo le entusiasmanti<br />
esperienze nell’Africa nera, in Burundi, nelle<br />
missioni francescane, dopo aver toccato le<br />
terre dell’Estremo Oriente, le isole del Giappone,<br />
dove S. Francesco Saverio cinque secoli<br />
fa portò l’annuncio del Vangelo, ecco<br />
aprirsi la dolce terra calpestata dai piedi del<br />
nostro Redentore. Quale gioia nel luogo della<br />
nascita di Gesù pensare ad uno spazio che<br />
fosse culla e grembo di Maria!<br />
Qui P. Costantino ha voluto esprimere<br />
con forza come uno spazio può parlare al<br />
cuore dell’uomo contemporaneo con il linguaggio<br />
della bellezza e della purezza, mettendolo<br />
in comunicazione con il trascendente,<br />
attraverso la contemplazione e la<br />
fruizione di momenti di alta spiritualità.<br />
Agli inizi degli Anni Novanta diede vita<br />
NECROLOGIA 417<br />
alla Fondazione Frate Sole che nel mondo<br />
testimonia l’amore per lo studio e la realizzazione<br />
di spazi mistici, che promuovano<br />
ed esaltino i valori dello spirito.<br />
Altre mete sono aperte per un cuore che<br />
ha sognato instancabilmente e con passione.<br />
E ancora con noi Padre Costantino per<br />
incitarci a continuare a sognare un mondo<br />
nuovo, dove regna l’armonia della creazione<br />
rinnovata dallo Spirito Santo, che chiama<br />
a volgere il nostro sguardo verso orizzonti<br />
di incomparabile bellezza.<br />
Padre Costantino amava scrivere su fogli<br />
e su muri frasi e pensieri che toccano il cuore<br />
dell’uomo. Si possono leggere nel suo studio<br />
di Canepanova detti e scritti tratti dalla<br />
Bibbia, da pensatori e da uomini di cultura.<br />
C’è in particolare una trascrizione di suo pugno<br />
di un’incomparabile pagina di S.Agostino:<br />
«se tu conoscessi il mistero del cielo dove<br />
ora vivo, questi orizzonti senza fine, questa<br />
luce che tutto investe e penetra! Sono<br />
ormai assorbito nell’incontro con Dio, nella<br />
sua sconfinata bellezza. Le cose di un tempo<br />
sono così piccole al confronto! Mi è rimasto<br />
l’amore di te, una tenerezza dilatata che tu<br />
neppure immagini. Io ora vivo in una gioia<br />
purissima. Nelle angustie del tempo tu pensa<br />
a questa casa ove un giorno saremo riuniti oltre<br />
la morte, dissetati alla fonte inestinguibile<br />
della gioia e dell’amore infinito».<br />
Padre Costantino, ti abbiamo voluto bene,<br />
ancora oggi ti vogliamo dire con gioia,<br />
tutti insieme: ti vogliamo bene. Ci hai insegnato<br />
l’amore per la bellezza e la verità, ci<br />
hai donato tutto quello che il tuo cuore coglieva<br />
dello splendore del creato e dell’animo,<br />
umano toccato dalla grazia, perché i<br />
nostri occhi si aprissero al prodigio del<br />
grande cuore di Dio e sulla via della bellezza<br />
abbiamo imparato a lodare il Signore, a<br />
cantare a Lui, a toccare il cielo, sognando<br />
atmosfere e spazi sempre nuovi, mondi che<br />
il vento dello Spirito Santo ha portato a noi<br />
come primizia dei nuovi cieli e nuova terra<br />
promessi per la nostra gioia senza fine.<br />
LUIGI LEONI<br />
Architetto<br />
[L’Osservatore Romano, 20 luglio 2007, p. 5]
418<br />
3. Anno 2007 mortui sunt<br />
* 2 febbraio 2007: LINDMANN FR. ARMIN-<br />
DO, BERNHARD, nato a Gronau, Germania,<br />
della Prov. S. Antonii Patavini, Brasile.<br />
Nel 1935 lasciò la sua terra natale<br />
ed entrò nell’Ordine in Brasile, dove fece<br />
tutta la formazione iniziale. Dopo<br />
l’Ordinazione è stato Professore, ha lavorato<br />
nella pastorale e nelle Missioni al<br />
Popolo. Nel 1966 fu trasferito in Germania<br />
dove, nelle nostre Case di Mettingen<br />
e Bardel, fece il Professore ed ha lavorato<br />
nella pastorale. Anche in età avanzata<br />
era molto ricercato come confessore,<br />
conferenziere ed animatore di Esercizi<br />
spirituali. È morto a Bardel, Germania,<br />
all’età di anni 92, di vita francescana 72<br />
e di sacerdozio 66.<br />
* 20 marzo 2007: CAVALLUZZO FR. CESA-<br />
RE, ALFONSO, nato a Pietrelcina (BN),<br />
della Prov. Samnito-Hirpinae S. Mariae<br />
Gratiarum, Italia. Dopo vari anni di collaborazione<br />
al Movimento liturgico provinciale<br />
e la specializzazione negli Studi<br />
di Liturgia a Roma, dal 1976 si dedicò,<br />
fino all’incontro con “sorella morte”, all’apostolato<br />
parrocchiale, servendo le<br />
comunità di Ginestra degli Schiavoni<br />
(fion al 1993), di Lacedonia (1993-<br />
2004) e di Zungoli (dal 2004). È morto a<br />
Benevento all’età di anni 70, di vita francescana<br />
51 e di sacerdozio 44.<br />
* 28 marzo 2007: CATANESE FR. ROBERTO,<br />
nato a S. Pier Niceto (ME), della Prov.<br />
Siciliae Ss. Nominis Iesu, Italia. È morto<br />
a Messina all’età di anni 84, di vita<br />
francescana 66 e di sacerdozio 58.<br />
* 3 aprile 2007: BUZY FR. DOMINIQUE,<br />
RAYMOND, nato a Château-Salins, della<br />
Prov. Trium Sociorum, Francia/Belgio.<br />
Dopo aver aiutato il padre nella Farmacia<br />
di famiglia e compiuto gli studi presso<br />
il Conservatorio di musica a Metz, è<br />
entrato nell’Ordine a 38 anni. Di spiccato<br />
gusto artistico, ha coltivato la musica e<br />
i fiori. È stato sempre a servizio dei Fratelli<br />
in semplicità e nella gioia. È stato un<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
vero Frate Minore secondo san Francesco.<br />
È morto a Bonne-Fontaine all’età di<br />
anni 91 e di vita francescana 53.<br />
* 21 aprile 2007: GRAZIANI FR. MICHELE,<br />
ORLANDO, nato a Friburgo di Brisgovia,<br />
Germania, della Prov. Tusciae S. Francisci<br />
Stigmatizati, Italia. È morto nell’Infermeria<br />
provinciale di Fiesole all’età di<br />
anni 84, di vita francescana 57 e di sacerdozio<br />
52.<br />
* 23 aprile 2007: VOLLMER FR. CARON,<br />
JAKOB, nato a Louisville, della Prov. Nostrae<br />
Dominae de Guadalupe, USA. È<br />
morto all’età di anni 88, di vita francescana<br />
68 e di sacerdozio 60.<br />
* 1° maggio 2007: JORIATTI FR. GIULIO,<br />
nato a Pergine, della Prov. Tridentinae S.<br />
Vigilii, Italia. Vive la testimonianza<br />
francescana nei vari conventi della<br />
Provincia e dal ‘78 al ‘85 a servizio dei<br />
Frati degenti in Infermeria. Poi è a Borgo<br />
Valsugana per 18 anni con vari incarichi<br />
e contemporaneamente si dedica alle<br />
Missioni al popolo sia in Trentino che in<br />
altre regioni d’Italia. Nel 2000, per il<br />
Giubileo, si rende disponibile quale<br />
penitenziere in S. Giovanni in Laterano.<br />
Ritornerà a Roma dal 2003 al 2005 come<br />
penitenziere nella basilica di S. Antonio.<br />
Rientra a Mezzolombardo come vicario<br />
ed economo. Muore tragicamente il 1°<br />
maggio, dopo aver celebrato l’Eucaristia,<br />
scivolando dal sentiero che lo<br />
riportava a valle. Frate amato per la sua<br />
semplicità, amabilità, disponibilità e<br />
accoglienza; il Signore l’ha chiamato da<br />
una delle montagne che tanto amava. È<br />
morto a Fai della Paganella all’età di anni<br />
62, di vita francescana 43 e di sacerdozio<br />
35.<br />
* 5 maggio 2007: FORGET FR. ROGER, nato<br />
a Ste-Julienne, Québec, della Prov. S.<br />
Ioseph Sponsi BNV, Canada. È stato<br />
missionario in Perù dal 1969 al 1972 e<br />
dal 1980 è stato a servizio della Segreteria<br />
per le Missioni della Provincia. È<br />
morto nell’Infermeria provinciale di
Montréal all’età di anni 68 e di vita francescana<br />
46.<br />
* 5 maggio 2007: CAPONE FR. GREGORIO,<br />
ANIELLO, nato ad Afragola, della Prov.<br />
Neapolitanae Ss. Cordis Iesu, Italia.<br />
Maestro dei Professi temporanei e dei<br />
Novizi, Guardiano, Confessore ordinario<br />
delle Clarisse. Fu Frate esemplare,<br />
formatore di diverse generazioni di Frati<br />
Minori e, anche se cagionevole di salute,<br />
fu sempre docile all’obbedienza e<br />
disponibile verso quanti si rivolgevano a<br />
lui per un aiuto e un sostegno spirituale.<br />
È morto nell’Infermeria provinciale “La<br />
Palma” in Napoli all’età di anni 91, di vita<br />
francescana 75 e di sacerdozio 68.<br />
* 6 maggio 2007: DI VAGNO FR. GIUSEPPE,<br />
nato a Conversano (Bari), della Prov. Tusciae<br />
S. Francisci Stigmatizati, Italia. È<br />
morto nella Casa di Riposo di Tarija, Bolivia,<br />
all’età di anni 94 e di vita francescana<br />
69.<br />
* 8 maggio 2007: ALARCON FR. GUILLER-<br />
MO JOSÉ, HECTOR ALFREDO, nato a Rosario,<br />
della Prov. S. Michaëlis, Argentina.<br />
È morto nel Convento S. Francisco in<br />
Corrientes all’età di anni 88, di vita francescana<br />
63 e di sacerdozio 56.<br />
* 9 maggio 2007: MONS. GUIBORD FR.<br />
LAURENT R., <strong>OFM</strong>, nato in Ottawa, Ontario,<br />
della Prov. S. Ioseph Sponsi BMV,<br />
Canada. È morto nell’Infermeria provinciale<br />
di Montréal all’età di anni 83, di vita<br />
francescana 64, di sacerdozio 39 e di<br />
episcopato 39.<br />
* 10 maggio 2007: MESSERICH FR. VALE-<br />
RIUS, URBAN, nato a St. Paul, Minnesota,<br />
della Prov. ss. Cordis Iesu, USA. È morto<br />
presso il St. Hospital, Springfield, all’età<br />
di anni 88, di vita francescana 67 e<br />
di sacerdozio 61.<br />
* 11 maggio 2007: FERREIRA MARQUES<br />
FR. MARTINHO, nato a Maranguape, della<br />
Prov. S. Antonii Patavini, Brasile. Ha<br />
sempre lavorato nella pastorale parroc-<br />
NECROLOGIA 419<br />
chiale. Zelante in tutto ciò che faceva,<br />
nella vita in Fraternità era assiduo nella<br />
preghiera e cercava di creare un ambiente<br />
gradevole. A motivo della malattia,<br />
negli ultimi dieci anni di vita si è dedicato<br />
quasi esclusivamente al Sacramento<br />
della Penitenza. È morto nel Convento<br />
S. Francisco in Salvador all’età di anni<br />
79, di vita francescana 57 e di sacerdozio<br />
51.<br />
* 12 maggio 2007: MERLINO FR. JAMES,<br />
nato a Punzsutawney, Pennsylvania,<br />
Prov. Immaculatae Conceptionis BMV,<br />
USA. È morto a Youngstown, Ohio, all’età<br />
di anni 67, di vita francescana 48 e<br />
di sacerdozio 20.<br />
* 17 maggio 2007: CARBALLO BRIANES<br />
FR. MANUEL, nato a San Martín de Sobrán,<br />
della Prov. S. Iacobi de Compostela,<br />
Spagna. Dal 1961 al 1963 ha lavorato<br />
a Roma. Ha servito come Sagrestano in<br />
vari Conventi della Provincia. È morto<br />
nell’Infermeria provinciale di Noia, Coruña,<br />
all’età di anni 92 e di vita francescana<br />
64.<br />
* 19 maggio 2007: SAINT-MARTIN FR. RO-<br />
LAND, MARCEL, nato a Montréal, della<br />
Prov. S. Ioseph Sponsi BMV, Canada.<br />
Dal 1949 al 1987 ha lavorato nella tipografia<br />
dei Francescani, a Montréal, prima<br />
come linotipista, poi come tipografo<br />
ed infine come tecnico in elettronica. In<br />
seguito è stato portinaio ed ha svolto varie<br />
lavori di segreteria. È morto nell’Infermeria<br />
provinciale di Montréal all’età<br />
di anni 83 e di vita francescana 59.<br />
* 23 maggio 2007: TREPIN FR. EUGENIO,<br />
LUIGI, nato a Cles, della Prov. Tridentinae<br />
S. Vigilii, Italia. Trascorre i primi anni<br />
di ministero in vari Conventi della<br />
Provincia, soprattutto predicando quaresime,<br />
feste, mesi di maggio, missioni popolari.<br />
Dal 1981 la sua missione sarà<br />
orientata a servizio degli ammalati e degli<br />
anziani in Ospedali e Case di riposo.<br />
Negli ultimi tre anni ha affrontato la malattia<br />
con spirito positivo, ottimista ed
420<br />
esemplare per la forza di fede e di resistenza<br />
al male, che lentamente minava la<br />
sua forte costituzione e continuando il<br />
suo servizio di Cappellano in Ospedale<br />
fino a pochi giorni dalla morte. È morto<br />
nell’Infermeria provinciale di Trento all’età<br />
di anni 78, di vita francescana 57 e<br />
di sacerdozio 50.<br />
* 26 maggio 2007: GUIDO MAYORGA FR.<br />
HÉCTOR OCTAVIO, nato a León, Nicaragua,<br />
della Prov. Dominae Nostrae de<br />
Guadalupe, America Centrale e Panama.<br />
È morto nell’Ospedale “Salud Integral”<br />
di Managua all’età di anni 42, di vita<br />
francescana 13 e di sacerdozio 1.<br />
* 30 maggio 2007: WOICIENGA FR.<br />
JORDÃO, EDMUND, nato a Hindnburg,<br />
Germania, della Prov. S. Antonii Patavini,<br />
Brasile. Giunse in Brasile nel 1935 e<br />
vi rimase fino al 1966, quando fu trasferito<br />
nella nostra Casa di Bardel, in Germania.<br />
Nel suo lungo servizio di portinaio,<br />
ebbe modo di mettere in luce la sua<br />
grande capacità di accoglienza. È morto<br />
a Bardel, Germnaia, all’età di anni 98 e<br />
di vita francescana 80.<br />
* 30 maggio 2007: NEYLAND FR. QUINTIN<br />
A., nato a Brooklyn NY, della Prov. Ss. nominis<br />
Iesu, USA. È morto nella Casa St.<br />
Anthony di Butler, NJ, all’età di anni 88, di<br />
vita francescana 66 e di sacerdozio 61.<br />
* 30 maggio 2007: BONETTI FR. ATANASIO,<br />
GIOVANNI, nato a Cavedine, della Prov.<br />
Tridentinae S. Vigilii, Italia. È morto<br />
nell’Infermeria provinciale di Trento all’età<br />
di anni 85, di vita francescana 67 e<br />
di sacerdozio 60.<br />
* 31 maggio 2007: DA SILVA FR. DUARTE<br />
AUGUSTO, nato a São Paulo, della Prov.<br />
Immaculatae Conceptionis BMVB, Brasile.<br />
È presso l’Ospedale S. Catarina,<br />
São Paul, all’età di anni 94, di vita francescana<br />
69 e di sacerdozio 65.<br />
* 2 giugno 2007: MARTÍNEZ MORA FR. JE-<br />
SÚS, nato a Garagoa (Bayacá), della<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
Prov. S. Pauli Apostoli, Colombia. Nella<br />
sequela di Cristo ha incarnato soprattutto<br />
la semplicità e l’umiltà. Nella sua vita<br />
di Frate Minore è stato un fratello di tutti,<br />
principalmente di quelli tra i quali visse<br />
nelle regioni più remote del Paese.<br />
Come Ministro del Signore servì generosamente<br />
le comunità alle quali fu inviato.<br />
È morto presso la Clinica Rey David<br />
in Cali all’età di anni 73, di vita francescana<br />
48 e di sacerdozio 41.<br />
* 3 giugno 2007: SARTORI FR. EUSEBIO,<br />
GIOCONDO, nato a Verla di Giovo, della<br />
Prov. Tridentinae S. Vigilii, Italia.<br />
Dottore in filosofia presso il Pontificio<br />
Ateneo Antoniano, ha passato gran parte<br />
della vita insegnando filosofia e storia<br />
della filosofia nei nostri studentati.<br />
Sempre disponibile all’obbedienza ha<br />
svolto vari uffici: Definitore, Maestro<br />
degli studenti di teologia, Guardiano,<br />
Confessore e Predicatore. Frate “mite,<br />
pacifico e modesto, mansueto e umile”,<br />
negli ultimi anni in Infermeria ha<br />
dimostrato la sua fede semplice e forte<br />
nella preghiera e nella vicinanza agli<br />
ammalati. È morto nell’Infermeria provinciale<br />
di Trento all’età di anni 91, di<br />
vita francescana 74 e di sacerdozio 67.<br />
* 4 giugno 2007: FOX FR. THOMAS J., nato<br />
a New York, della Prov. Ss. Nominis Iesu,<br />
USA. È morto nel Convento di<br />
Ringwood all’età di anni 90, di vita francescana<br />
65 e di sacerdozio 61.<br />
* 4 giugno 2004: ĆAVAR FR. FRANJO, AN-<br />
TE, nato a Lise, della Prov. Assumptionis<br />
BMV, Bosnia/Erzegovina. Ha svolto il<br />
servizio di sagrestano. È morto ad Humac<br />
all’età di anni 77 e di vita francescana<br />
45.<br />
* 4 giugno 2007: CAROSA FR. PASQUALE,<br />
PIETRO, nato a Fontecchio (AQ), della<br />
Prov. Aprutiorum S. Bernerdini Senensis,<br />
Italia. Ha svolto vari servizi: Formatore,<br />
Guardiano, segnalandosi soprattutto<br />
per il canto, da lui studiato ed insegnato.<br />
È morto Fontecchio all’età di anni
88, di vita francescana 70 e di sacerdozio<br />
61.<br />
* 4 giugno 2007: HANSEN FR. LUITFRIED,<br />
AUGUST, nato a Riksingen, della Prov. S.<br />
Ioseph Sponsi BMV, Belgio. Ha insegnato<br />
Teologia presso lo studentato di<br />
Vaalbeek, dal 1954 è stato Rettore del<br />
Collegio Baudouin a Kolwezi (Rep.<br />
dem. del Congo), dal 1976 al 1986 Professore<br />
Invitato presso il PAA, Roma.<br />
Ha fondato lo studentato francescano a<br />
Kolwezi nel 1982, dove vi insegna teologia<br />
fino al 2004. Teologo eminente,<br />
grande animatore della vita religiosa e<br />
francescana nel Rep. dem. del Congo. È<br />
morto a Riksingen all’età di anni 84, di<br />
vita francescana 65 e di sacerdozio 59.<br />
* 4 giugno 2007: FOX FR. THOMAS, ED-<br />
MUNDO, nato a New York, USA, della<br />
Prov. Ss. Nominis Iesu, Brasile. È morto<br />
all’età di anni 90, di vita francescana 66<br />
e di sacerdozio 61.<br />
* 5 giugno 2007: BURNS FR. BRIAN, AN-<br />
DREW, nato a Aylmer, della Prov. Christi<br />
Regis, Canada. Ha speso la sua vita e il<br />
suo ministero in diverse attività. Ha insegnato<br />
Diritto Canonico presso il Newman<br />
Tehological College. Ha prestato<br />
servizio presso il Tribunale ecclesiastico<br />
regionale di Edmonton e di Vancouver e<br />
in numerose Parrocchie. Inoltre, per più<br />
di 10 anni, si è preso cura dei bisogni spirituali<br />
di quanti si recavano al Mount St.<br />
Francis Retreat Centre, in Cochrane, Alberta.<br />
È morto a Vancouver all’età di anni<br />
55, di vita francescana 26 e di sacerdozio<br />
21.<br />
* 8 giugno 2007: LIMEIRA ALVES FR. JOSÉ<br />
MARIA, LUIS DE FRANÇA, nato a Santa<br />
Cruz de Capibaribe, della Prov. S. Antonii<br />
Patavini, Brasile. Ha svolto in varie<br />
Parrocchie il ministero di Parroco,<br />
preoccupandosi in modo della formazione<br />
e della salute della popolo, soprattutto<br />
della gioventù. Con l’aiuto di amici e<br />
della pubblica amministrazione ha costruito<br />
Biblioteche, Scuole ed Ambulato-<br />
NECROLOGIA 421<br />
ri. Nella Fraternità era una presenza<br />
gioiosa ed era assiduo alla preghiera. È<br />
morto nel Convento S. Antonio, Recife,<br />
all’età di anni 86, di vita francescana 66<br />
e di sacerdozio 58.<br />
* 16 giugno 2007: BENEDETTI TEJA FR.<br />
RAÚL, nato a Reinosa, Santander, della<br />
Prov. S. Iacobi de Compostela. Spagna.<br />
Gran parte della sua vita religiosa la trascorse<br />
nella Custodia francescana in Venezuela,<br />
dove svolse vari incarichi, particolarmente<br />
quello di Professore. È<br />
morto a Noia all’età di anni 92, di vita<br />
francescana 64 e di sacerdozio 46.<br />
* 21 giugno 2007: DOMÍNGEZ OCHOA FR.<br />
CARLOS HERIBERTO, nato ad Azogues,<br />
della Prov. S. Francisci de Quito, Ecuador.<br />
Dopo il Dottorato in Filosofia presso<br />
il PAA, Roma, ha svolto i seguenti incarichi:<br />
Professore del Coristado, per 13<br />
anni; Professore di sociologia nell’Università<br />
Cattolica di Quito, per 6 anni; Direttore<br />
della Rivista Ecuador Franciscano;<br />
Direttore delle Edizioni “Fray Jodoco<br />
Rique”, per 13 anni; Rettore del<br />
Collegio San Andrés di Quito; Definitore<br />
provinciale, per due periodi; Segretario<br />
ed Economo della Provincia; Procuratore<br />
della Missione di Galápagos, per<br />
11 anni; Membro del Consiglio Amministrativo<br />
dei Beni della Provincia; Responsabile<br />
dell’Archivio storico della<br />
Provincia. È morto nella Casa La Floresta<br />
di Quito all’età di anni 83, di vita<br />
francescana 66 e di sacerdozio 59.<br />
* 25 giugno 2007: RUGGERI FR. COSTAN-<br />
TINO, CARLO, nato ad Adro, della Prov.<br />
Mediolanensis S. Caroli Borromaei,<br />
Italia. È morto a Merate all’età di anni<br />
81, di vita francescana 62 e di sacerdozio<br />
55.<br />
* 26 giugno 2007: ERCOLI FR. CARMINE,<br />
nato ad Ascoli Piceno, della Prov. Picenæ<br />
S. Iacobi de Marchia, Italia. È morto<br />
nell’Infermeria provinciale in Grottammare<br />
all’età di anni 84, di vita francescana<br />
66 e di sacerdozio 59.
422<br />
* 27 giugno 2007: D’ANDREA FR. GIOCCHI-<br />
NO, FRANCESCO, nato a Baragiano, Potenza,<br />
della Prov. Neapolitanae Ss. Cordis Iesu,<br />
Italia. Lettore di Storia della Chiesa e<br />
di lingua francesce; Bibliotecario, Archivista<br />
e Cronista della Provincia; Commissario<br />
per gli Archivi e Bibliteche; ha prodotto<br />
molte pubblicazioni scientifiche,<br />
operette, opuscoli, articoli ed estratti, collaborando<br />
con Riviste scientifiche, quali<br />
Archivum Franciscanum Historicum,<br />
Studi e Ricerche Francescane, Miscellania<br />
Francescana, Frate Francesco. È stato<br />
un Frate esemplare, laborioso, tenace,<br />
formatore di diverse generazioni di Frati,<br />
ha contribuito a dare un rinnovato vigore<br />
alla Biblioteca provinciale “Beato Ludovico<br />
da Casoria”. È morto nell’Infermeria<br />
provinciale “La Palma” in Napoli all’età<br />
di anni 85, di vita francescana 69 e di sacerdozio<br />
59.<br />
* 1 luglio 2007: VAN IERSEL FR. FLORENTI-<br />
NUS, ARNOUD, nato a Noordwijkerhout,<br />
della Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium,<br />
Olanda. Fu Parroco e, spesso, si<br />
impegnò nell’assistenza spirituale di<br />
Gruppi carismatici. È morto a Warmond<br />
all’età di anni 84, di vita francescana 64<br />
e di sacerdozio 58.<br />
* 1 luglio 2007: GROSSO FR. LUCIUS, DO-<br />
MINIC, nato a Phoeniz, Arizona, della<br />
Prov. S. Barbaræ, USA. È morto in Oakland<br />
all’età di anni 88, di vita francescana<br />
68 e di sacerdozio 63.<br />
* 2 luglio 2007: DÍAZ HERNÁNDEZ FR. NAR-<br />
CISO, nato a Paipa (Boyacá), della Prov. S.<br />
Pauli Apostoli, Colombia. Si distinse per<br />
il servizio ai più poveri, per i quali aveva<br />
sempre tempo. Si è dedicato all’insegnamento,<br />
alle missioni popolari e al ministero<br />
sacerdotale con grande senso di solidarietà<br />
e di semplicità. È morto a Popayán,<br />
Cauca, all’età di anni 66, di vita<br />
francescana 45 e di sacerdozio 40.<br />
* 4 luglio 2007: MASTROPIERRO FR. ANTO-<br />
NIO, GIUSEPPE, nato a Molfetta, Italia,<br />
della Cust. Terrae Sanctae, Israele. Ha<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
trascorso 78 anni come Collettore di Terra<br />
Santa nel Commissariato generale di<br />
Napoli per sostenere le opere caritative,<br />
culturali e sociali della Custodia. È morto<br />
a Molfetta all’età di anni 97 e di vita<br />
francescana 78.<br />
* 4 luglio 2004: CLANCY FR. BEDE, JOHN<br />
JOSEPH, nato a Wallaceberg, Canada,<br />
della Prov. S. Ioannis Baptistae, USA.<br />
Ha speso quasi tutti gli anni del ministero<br />
sacerdotale come Missionario,<br />
prima in Cina, poi in Giappone ed, infine,<br />
per 38 anni nelle Filippine. Nel<br />
2002 è ritornato in Provincia. È morto<br />
in Saint Margaret Hall, Cincinnati all’età<br />
di anni 91, di vita francescana 70 e<br />
di sacerdozio 63.<br />
* 6 luglio 2007: LAMELA FIUZA FR. JOSÉ<br />
ALONSO, nato a Muros, della Prov. S. Iacobi<br />
de Compostela, Spagna. Svolse diversi<br />
incarichi nella Provincia e per anni<br />
prestò servizio nella Custodia in Venezuela.<br />
È morto nell’Infermeria provinciale<br />
di Noia all’età di anni 78, di vita<br />
francescana 59 e di sacerdozio 53.<br />
* 9 luglio 2007: BOSCOLO FR. MARCELLO,<br />
nato a Sottomarina (VE), della Prov. Venetae<br />
S. Antonii Patavini, Italia. Operò<br />
con francescana letizia e laboriosità in<br />
varie case della Provincia: S. Francesco<br />
del Deserto, S. Francesco della Vigna, S.<br />
Bernardino, Monselice, Barbana. Ma soprattutto<br />
lavorò presso il Commissariato<br />
di Terra Santa in Treviso, svolgendo<br />
questo servizio con entusiasmo, orgoglio,<br />
grande disponibilità e diligenza.<br />
Raccolse molti doni di generosità, ma<br />
prima di tutto, incontrando le persone ed<br />
entrando nelle loro case, dispensò largamente<br />
il dono della pace e del Vangelo.<br />
È morto nell’Ospedale di Treviso all’età<br />
di anni 72 e di vita francescana 52.<br />
* 10 luglio 2007: LOMBARDI FR. MARINO,<br />
nato a Jesi, della Prov. Picenae S. Iacobi<br />
de Marchia, Italia. È morto nella Clinica<br />
Marchetti in Macerata all’età di anni 92,<br />
di vita francescana 73 e di sacerdozio 68.
* 10 luglio 2007: NEGRO FR. MARCELLO,<br />
GIUSEPPE, nato a Milano, della Prov. Mediolanensis,<br />
S. Caroli Borromaei, Italia.<br />
Per molti anni missionario in Libia<br />
(1946-1970) come Segretario del Vescovo,<br />
parroco a Tripoli, Assistente della<br />
gioventù di Azione Cattolica, Consigliere<br />
della Missione francescana, Incaricato<br />
per la rubrica religiosa alla Radio Italiana<br />
di Tripoli e infine Superiore regolare<br />
della Missione nel 1969-70, anno in<br />
cui vennero allontanati dalla Libia tutti i<br />
religiosi e gli stranieri là residenti. Rientrato<br />
in Provincia, ricoprì gli incarichi di<br />
Segretario provinciale (1976-79), Guardiano<br />
in vari conventi, Assistente regionale<br />
della Piccola Famiglia Francescana.<br />
È morto a Seriate all’età di anni 88, di vita<br />
francescana 70 e di sacerdozio 63.<br />
* 12 luglio 2007: VANDESTEENE FR. MAR-<br />
CEL, ROGER, nato a Heestert, della Prov.<br />
S. Ioseph Sponsi BMV, Belgio. Ha servito<br />
i Frati ammalati per 48 anni. Religioso<br />
devoto e di preghiera, è morto ad<br />
Antwerpen all’età di anni 82 e di vita<br />
francescana 61.<br />
* 14 luglio 2007: BOEF FR. DAMASCENUS,<br />
ANTONIUS, nato a Gouda, della Prov. Ss.<br />
Martyrum Gorcomiensium, Olanda. Ha<br />
lavorato nell’apostolato della liturgia ed<br />
è stato Cappellano militare. È morto a<br />
Warmond all’età di anni 73, di vita francescana<br />
55 e di sacerdozio 49.<br />
* 18 luglio 2007: PERLINGIERI FR. BIAGIO,<br />
nato a Bonea (BN), della Prov. Samnito-<br />
Hirpinae S. Mariae Gratiarum, Italia.<br />
Nei suoi 53 anni di vita sacerdotale svolse<br />
molteplici Uffici, tutti segnati dalla<br />
generosità e dalla totale dedizione. Oltre<br />
al ruolo di Guardiano, Vicario ed Economo,<br />
in alcune Diocesi ha esercitato anche<br />
il ministero di Parroco e di Cappellano.<br />
Alcuni Istituti di Religiose lo hanno<br />
avuto come confessore ordinario e<br />
direttore spirituale, fra cui le Sorelle Clarisse<br />
di Airola. È morto a Taurano all’età<br />
di anni 78, di vita francescana 60 e di sacerdozio<br />
53.<br />
NECROLOGIA 423<br />
* 18 luglio 2007: DEEGAN FR. COLUMBA-<br />
NUS, JOHN JOSEPH, nato a Dublin, della<br />
Prov. Hiberniae, Irlanda. Lavorò nella<br />
Compagna Nazionale dei Trasporti prima<br />
di unirsi alla RAF allo scoppio della<br />
seconda guerra mondiale, partecipando<br />
allo sbarco in Normandia e alla guerra<br />
nel Nord Europa. Entrato nell’Ordine<br />
nel 1956 visse in diverse Fraternità, prima<br />
di stabilirsi a Waterford nel 1981, dove<br />
rimase fino alla morte. Era da tutti conosciuto<br />
per il suo impegno per la giustizia<br />
e la pace ed era un eccezionale<br />
annunciatore del massaggio francescano<br />
del Vangelo della pace. È morto a Waterford<br />
all’età di anni 82 e di vita francescana<br />
51.<br />
* 19 luglio 2007: DE AMICIS FR. ONORATO,<br />
PIETRO PAOLO, nato a Fossa (AQ), della<br />
Prov. Aprutiorum S. Bernardini Senensis,<br />
Italia. Nel Convento di Pescocostanzo,<br />
dove ha trascorso gran parte della sua<br />
vita religiosa e sacerdotale, è stato, fino<br />
agli ultimi giorni di vita, deideroso di<br />
adempiere il suo ministero per il bene<br />
del suo popolo. È morto a Sulmona all’età<br />
di anni 90, di vita francescana 73 e<br />
di sacerdozio 64.<br />
* 19 luglio 2007: PETRELLA FR. MARIO,<br />
nato a Pratola Peligna (AQ), della Prov.<br />
Seraphicae S. Francisci Assisiensis, Italia.<br />
Frate gioviale ed intraprendente, abile<br />
organizzatore di pellegrinaggi. Eccettuati<br />
i primi anni di ministero presbiterale,<br />
trascorsi a Terni in qualità di vice<br />
parroco, ha speso la sua vita - 26 anni in<br />
tutto - nel servizio umile e fedele di cappellano<br />
ospedaliero, dapprima ad Umbertide<br />
e poi a Città di Castello. È morto<br />
a Città di Castello all’età di anni 70, di<br />
vita francescana 50 e di sacerdozio 43.<br />
* 20 luglio 2007: MONS. QUIRINO SCH-<br />
MITZ, ADOLFO, <strong>OFM</strong>, della Prov. Immaculatae<br />
Conceptionis BMV, Brasile. È<br />
nato a Gaspar il 22 novembre 1918. È<br />
entrato nel Noviziato il 1° febbraio 1937,<br />
ha fatto la professione temporanea il 19<br />
dicembre 1938 e quella solenne il 19 di-
424<br />
cembre 1943. È stato ordinato sacerdote<br />
il 28 novembre 1943. È stato Direttore<br />
del Collegio Bom Jesus in Curitiba;<br />
guardiano, Parroco e Promotore vocazionale<br />
in São Paulo; Guardiano, Direttore<br />
del “Missionskolleg” a Garnstock,<br />
in Belgio. Il 22 dicembre fu nominato<br />
primo Vescovo della Diocesi di Teófilo<br />
Otoni, MG, da Giovanni XXIII ed ordinato<br />
il 25 aprile 1061. Dal 1962 al 1965<br />
ha partecipato, a Roma, al Concilio Vaticano<br />
II e nel 1979 al CELAM in Puebla,<br />
Messico. Come Vescovo di Teófilo Otoni,<br />
cercò di dare un volto a quella Chiesa<br />
locale, individuando nuovi cammini,<br />
dando uno stile missionario alle sue visite<br />
pastorali. Fu pioniere nella pastorale<br />
per i cresimandi; per 24 anni si impegnò<br />
nel rinnovamento della Chiesa secondo<br />
lo spirito del Concilio Vaticano II e le<br />
scelte di Puebla; accolse e promosse la<br />
presenza di nuovi movimenti; per dare<br />
pastori alla sua Chiesa, ebbe come<br />
preoccupazione centrale la pastorale vocazionale.<br />
Il 31 luglio 1985 ha rinunciato<br />
al governo pastorale della Diocesi.<br />
Come Vescovo emerito si è recato in Terra<br />
Santa, dove ha iniziato a scrivere il<br />
suo Volume “Eu vi Jesus de Nazaré”,<br />
pubblicato poi dalle Edizioni Vozes. Ritornato<br />
in Brasile, visse nel Convento di<br />
Penha, in Villa Velha; poi a Curitiba, dove<br />
creò il Telebêncão; infine, fu Cappellano<br />
delle Clarisse nel Monastero S.<br />
Chiara, in Nova Iguaçu.<br />
* 20 luglio 2007: BOZZOLA FR. RINALDO,<br />
BONO, nato ad Angiari (VR), della Prov.<br />
Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. Con<br />
lui muore un’altra parte straordinaria<br />
della presenza francescana veneta in<br />
Centro America: 54 anni fa (1953), proprio<br />
il 20 luglio, partiva dal porto di Genova<br />
verso un’avventura di annuncio del<br />
Vangelo, di testimonianza e di servizio ai<br />
poveri. Per molti anni fu il più giovane<br />
dei missionari italiani in Centro America.<br />
Nel volume “Eterna Primavera” viene<br />
così descritto: «Cuore aperto, lingua<br />
schietta, amico sincero. Bono di nome e<br />
di fatto...». È morto a Samayac, Guate-<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
mala, all’età di anni 80, di vita francescana<br />
62 e di sacerdozio 55.<br />
* 21 luglio 2007: CAROLINO FR. LUIZ, nato<br />
a Guapiaçú, Brasile, della Prov. Neapolitanae<br />
S. Cordis Iesu, Italia. È stato un<br />
Frate esemplare, entusiasta della vocazione<br />
religiosa e sacerdotale, parroco di<br />
diverse comunità parrocchiali affidate<br />
alla cura dei Frati Minori della Custodia<br />
del Ss.mo Cuore di Gesù di San Paolo, in<br />
Brasile, e formatore dei postulanti della<br />
Custodia. È morto presso l’Ospedale<br />
San Luca in Garça, Brasile, all’età di anni<br />
61, di vita francescana 31 e di sacerdozio<br />
24.<br />
* 21 luglio 2007: MESEGUER MESEGUER<br />
FR. DOMINGO, nato a Alquerías, della<br />
Prov. Carthaginensis, Spagna. È morto a<br />
Orihuela all’età di anni 84, di vita francescana<br />
66 e di sacerdozio 61.<br />
* 21 luglio 2007: PELLACHIN FR. RENATO,<br />
GIUSEPPE, nato a Granze (PD), della<br />
prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia.<br />
Nel 1951 partì per El Savador. Da quel<br />
momento il popolo salvadoregno divenne<br />
la sua grande famiglia. Per essa prodigò<br />
le sue energie, facendosi carico delle<br />
necessità spirituali e materiali di quella<br />
gente. Ha donato la sua vita attraverso<br />
un apostolato missionario, fecondo di<br />
grazia e di pace, di servizio e di bene, insieme<br />
a fatiche e sofferenze. È morto nel<br />
Convento Sacro Cuore in Saccolongo all’età<br />
di anni 84, di vita francescana 65 e<br />
di sacerdozio 58.<br />
* 24 luglio 2007: STOJIć FR. DOBROSLAV,<br />
DOBROSLAV BONO, nato a G. V. Ograđenik,<br />
della Prov. Assumptionis BMV, Bosnia/Erzegovina.<br />
È stato Parroco, Cappellano,<br />
Guardiano. È morto a Dubrovnik,<br />
Croazia, all’età di anni 70, di vita<br />
francescana 52 e di sacerdozio 46.<br />
* 24 luglio 2007: STOJIć FR. DOBROSLAV,<br />
DOBROSLAV BONO, nato a G. V. Ograđenik,<br />
della Prov. Assumptionis BMV, Bosnia-Erzegovina.<br />
È stato Guardinao e ha
lavorato nella pastorale parrocchiale. È<br />
morto nell’Ospedale di Dubrovnik all’età<br />
di anni 70, di vita francescana 52 e<br />
di sacerdozio 46.<br />
* 24 luglio 2007: SMOLIC FR. BERNARD,<br />
MATIJA, nato a Dobrnic, della Prov. S.<br />
Crucis, Slovenia. Si è dedicato con amore,<br />
fedeltà e semplicità al lavoro di sarto,<br />
dando l’esempio di frate sereno, devoto<br />
e molto rispettoso. È morto all’età di anni<br />
91 e di vita francescana 64.<br />
* 29 luglio 2007: BACIOCCHI FR. FRANCE-<br />
SCO, FERDINANDO, nato nella Repubblica<br />
di San Marino, della Prov. Bononiensis<br />
Christi Regis, Italia. Nei primi anni della<br />
sua vita religiosa si dedica alla questua<br />
presso il Convento dell’Osservanza di<br />
Bologna. Dal 1949 al 1959 risiede in diversi<br />
conventi: Cesena, Annunziata di<br />
Bologna, Imola, Villa Verucchio, Rimini<br />
Le Grazie e Annunziata di Parma. Svolge<br />
servizi fraterni della vita conventuale<br />
come il cuoco e il sagrestano. Dal 1960<br />
ad oggi risiede stabilmente all’Osservanza<br />
di Bologna dedicandosi alla questua,<br />
all’orto, alla sagrestia e alle tante<br />
necessità del convento e del Seminario<br />
minore. È morto a Bologna all’età di anni<br />
87 e di vita francescana 72.<br />
* 30 luglio 2007: MIGNOLI FR. BARTOLO-<br />
MEO, ANGELO, nato a Fane di Negrar<br />
(VR), della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini,<br />
Italia. Frate semplice, di poche<br />
parole, spesso misurate, parlava con la<br />
sua persona: sguardo luminoso, cuore<br />
accogliente, spirito servizievole, parco<br />
anche nel sorriso, era il suo spirito a sorridere.<br />
A Chiampo, dove ha trascorso oltre<br />
40 anni della sua vita, devoto servitore<br />
della Madonna della Pieve, dapprima<br />
svolse il servizio di cuoco del convento<br />
e del seminario, poi quello di portinaio e<br />
sacrestano del santuario. È morto nell’Ospedale<br />
di Padova all’età di anni 88 e<br />
di vita francescana 59.<br />
* 31 aprile 2007: MERTENS FR. OLAF, KA-<br />
REL, nato a Kasterlee, della Prov. S. Io-<br />
NECROLOGIA 425<br />
seph Sponsi BMV, Belgio. Missionario<br />
in Congo dal 1948 al 1976 a volte anche<br />
in situazioni molto difficili. Da sottolineare<br />
la sua fedeltà al popolo. Ritornato<br />
in Belgio a motivo della salute, fu Parroco<br />
fino alla morte. Uomo molto socievole,<br />
è stato amato da tutti coloro che lo conobbero.<br />
È morto ad Halle all’età di anni<br />
87, di vita francescana 67 e di<br />
sacerdozio 60.<br />
* 31 luglio 2007: MAIANI FR. MARCELLO,<br />
FERRIERO, nato a San Paolo, Brasile, della<br />
Prov. Romanæ Ss. Petri et Pauli, Italia.<br />
Ha iniziato come Formatore ed Insegnante<br />
nelle nostre Case di formazione.<br />
Successivamente è stato Guardiano e<br />
Parroco in vari luoghi della Provincia.<br />
Tutti lo ricordano gioviale e fraterno. La<br />
sua affabilità, la sua cordialità, nonostante<br />
le condizioni di salute, sono state<br />
per tutti motivo di edificazione. È morto<br />
nell’Ospedale “S. Camillo” in Roma all’età<br />
di anni 91, di vita francescana 75 e<br />
di sacerdozio 67.<br />
* 6 agosto 2007: MONS. VOMBÖMMEL LI-<br />
NO, <strong>OFM</strong>, Vescovo emerito di Santarém,<br />
della Prov. Immaculatæ Conceptionis<br />
BMV, Brasile. Era nato in Teresópolis,<br />
SC, il 24 luglio 1934 ed era stato ordinato<br />
sacerdote il 15 dicembre 1962. Appena<br />
ordinato sacerdote si è recato in Giappone<br />
(1964-1967), dedicandosi allo studio<br />
della lingua e della cultura<br />
giapponese. Si è dedicato al lavoro pastorale<br />
con i cattolici giapponesi e ha<br />
fondato, in Brasile, la Pastorale Nipponico-Brasiliana.<br />
Fu Parroco nella Parrocchia<br />
san Francesco di Assisi, in Vila<br />
Clementina, a São Paulo; Coordinatore<br />
del Setor Episcopal Sul della Arcidiocesi<br />
di São Paulo; Segretario della Pastorale<br />
della Prov. dell’Immacolata; Presidente<br />
nazionale della Pastorale Nipponico-<br />
Barsiliana. Fu anche Delegato apostolico<br />
per la missione giapponese, Definitore<br />
e Vicario provinciale. Il 25 maggio<br />
1981 era stato eletto alla Chiesa titolare<br />
vescovile di Giunca di Bizacena e<br />
nominato, allo stesso tempo, Ausiliare
426<br />
del Vescovo di Santarém. Il 15 agosto<br />
dello stesso anno aveva ricevuto l’ordinazione<br />
episcopale. Il 9 giugno 1983 era<br />
stato nominato Coadiutore con successione<br />
del Vescovo di Santarém, al quale<br />
era succeduto per coadiuzione il 27 novembre<br />
1985. Aveva rinunciato al governo<br />
pastorale dell’Arcidiocesi il 28 febbraio<br />
2007. È morto a Santarém, PA, all’età<br />
di anni 73, di vita francescana 50, di<br />
sacerdozio 44 e di episcopato 25.<br />
* 6 agosto 2007: DE BRUYCKER FR. GE-<br />
ROEN, FRANS, nato a Gent, della Prov. S.<br />
Iospeh Sponsi BMV, Belgio. Pittore di<br />
talento, conosceva l’arte dell’affresco<br />
con la quale ha arricchito molte chiese.<br />
Dopo il Concilio, con l’aiuto di molti artisti,<br />
ha rinnovato 250 spazi liturgici.<br />
Egli ha cercato di rinnovare l’arte sacra.<br />
Le sue opere, anche i suoi paesaggi o le<br />
opere profane, hanno tutte un timbro mistico.<br />
Considerava il suo lavoro come un<br />
nuovo cantico delle creature. È morto in<br />
Antwerpen all’età di anni 91, di vita<br />
francescana 69 e di sacerdozio 63.<br />
* 10 agosto 2007: VAN DEN BERK FR. JAN-<br />
JOZEF, ADRIANUS, nato in Eindhoven, della<br />
Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium,<br />
Olanda. È stato missionario in Indonesia<br />
ed in Brasile. Nel 1976 è tornato in Olanda,<br />
dove è stato Cappellano del carcere. È<br />
morto ad Utrecht all’età di anni 82, di vita<br />
francescana 61 e di sacerdozio 55.<br />
* 12 agosto 2007: LAUTER FR. HERMANN-<br />
JOSEF, JOSEF-EWALD, nato in Köln-Ehrenfeld,<br />
della Prov. Coloniæ Ss. Trium<br />
Regum. Germania. Dal 1966 al 1988 ha<br />
lavorato nella Redazione del Bollettino<br />
pastorale dell’Arcidiocesi di Colonia,<br />
offrendo la sua collaborazione con molti<br />
Articoli. Ha lavorato anche nella stessa<br />
Arcidiocesi per la formazione dei Sacerdoti<br />
e dei Diaconi. Negli ultimi anni è<br />
stato un ricercato consulente per le questioni<br />
più attuali della Teologia e della<br />
Chiesa. È morto in Euskirchen all’età di<br />
anni 81, di vita francescana 60 e di sacerdozio<br />
53.<br />
AN. CXXVI – MAII-AUGUSTI 2007 – N. 2<br />
* 13 agosto 2007: DE BONTE FR. FREDE-<br />
GAND, RAOUL, nato a Ronse, della Prov. S.<br />
Ioseph Sponsi BMV, Belgio. È stato missionario<br />
in Cile: prima a La Serena, dove<br />
fu Guardiano, Parroco e Cappellano dell’Ospedale;<br />
poi Cappellano nel grande<br />
Ospedale di Santiago. Ma in tutta la sua<br />
vita apostolica è stato di sostegno agli ammalati<br />
e ha assistito i moribondi. Disponibile<br />
giorno e notte. Un uomo caritatevole,<br />
pieno di attenzione per i suoi fratelli e per<br />
tutti gli uomini. Ha vissuto gli ultimi sette<br />
anni di vita in Belgio. È morto a Ronse<br />
all’età di anni 81, di vita francescana 58 e<br />
di sacerdozio 53.<br />
13 agosto 2007: VESELKA FR. SARKANDER,<br />
JAN, nato a Nové Mĕsto na Morave, della<br />
Prov. S. Venceslai, Rep. Ceca. Sacerdote<br />
diocesano, è stato in prigione per<br />
due anni e per parecchi anni ha lavorato<br />
come operaio, non avendo avuto il permesso<br />
di svolgere attività pastorale. Dopo<br />
trent’anni dall’ordinazione sacerdotale<br />
è entrato nel nostro Ordine. Amante<br />
della liturgia e della musica sacra, ha offerto<br />
un grande contributo all’attuazione<br />
della riforma liturgica del Concilio Vaticano<br />
Secondo. Nell’ultimo periodo della<br />
sua vita è stato Assistente delle Suore<br />
francescane. È morto in Uherské Hradištĕ<br />
all’età di anni 88, di vita francescana<br />
35 e di sacerdozio 64.<br />
* 19 agosto 2007: VAN OPSTAL FR. DA-<br />
NIËL, ADRIANUS, nato ad Amsterdam,<br />
della Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium,<br />
Olanda. È stato Parroco per 50 anni.<br />
È morto a Tegelen all’età di anni 78,<br />
di vita francescana 57 e di sacerdozio 51.<br />
* 20 agosto 2007: CARON FR. GASTON, nato<br />
a Drummondville (Québec), della<br />
Prov. S. Ioseph Sponsi BMV, Canada.<br />
Dopo aver insegnato inglese nel Collegio<br />
Serafico di Toris-Rivières, è stato<br />
Parroco, dal 1968 1l 1982, nella Parrocchia<br />
St-Louis-de-France, Brownsburg,<br />
della Parrocchia St-Esprit, St-Eustache.<br />
Durante questo periodo, ha svolte varie<br />
funzioni al servizio della Diocesi di St
Jérôme. In seguito è stato Guardiano del<br />
Convento della Risurrezione, Montréal,<br />
del Convento St-Sauveur, Ottawa. È stato<br />
anche Definitore provinciale dal 1966<br />
al 1972 e dal 1981 al 1984. È morto nell’Infermeria<br />
provinciale in Montréal all’età<br />
di anni 82, di vita francescana 64 e<br />
di sacerdozio 55.<br />
* 23 agosto 2007: FERRANTE FR. ALESSAN-<br />
DRO, PIETRO, nato a Collepardo (FR),<br />
della Prov. Romanæ Ss. Petri et Pauli,<br />
Italia. Agli inizi è stato Insegnante nelle<br />
Case di formazione. Dal 1948 al 1957 è<br />
stato Commissario di Terra Santa. Ha<br />
svolto poi vari uffici e servizi. Uomo di<br />
fede, ha vissuto con zelo l’annuncio del<br />
Vangelo; si è distinto per il suo cuore<br />
aperto ed capace di vere relazioni fraterne<br />
verso tutti. È morto nell’Infermeria<br />
provinciale “Regina Apostolorum”, in<br />
NECROLOGIA 427<br />
Roma, all’età di anni 95, di vita francescana<br />
79 e di sacerdozio 72.<br />
* 25 agosto 2007: CLAURE SAAVEDRA FR.<br />
LEONARDO, JOSÉ ANTONIO, nato a Tarata,<br />
della Prov. S. Antonii, Bolivia. È morto<br />
nella Clinica Lourdes in Cochabamba all’età<br />
di anni 92, di vita francescana 75 e<br />
di sacerdozio 66.<br />
* 27 agosto 2007: RODRÍGUEZ FERNÁNDEZ<br />
FR. TARSICIO, nato a Piñor de Cea, della<br />
Prov. S. Iacobi a Compostela, Spagna. La<br />
sua attività pastorale si è sviluppata, soprattutto,<br />
nella Custodia del Venezuela,<br />
dove svolse vari uffici. È stato anche Direttore<br />
del Collegio di Caracas eAmministratore<br />
della Custodia. È morto a Caracas,<br />
Venezuela, all’età di anni 68, di vita<br />
francescana 50 e di sacerdozio 43.
SUMMARIUM FASCICULI<br />
(An. CXXVI, MAII - AUGUSTI 2007 – N. 2)<br />
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS<br />
1. Discorso all’Assemblea plenaria dell’Unione<br />
Internazionale Superiore generali ...................223<br />
2. Discorso di Benedetto XVI in occasione<br />
della visita alla “Fazenda da Esperança” ........224<br />
3. Saluto di Benedetto XVI alle Clarisse ..................226<br />
4. Discorso all’Udienza generale del mercoledì ......227<br />
5. Lettera al Primate di Ingheria, Card. Péter Erdő,<br />
in occasione delle celebrazioni per l’VIII<br />
Centenario della nascita di santa Elisabetta<br />
di Turingia o d’Ungheria.................................230<br />
6. Visita pastorale di Benedetto XVI ad Assisi<br />
in occasione dell’ottavo centenario<br />
della conversione di san Francesco.................231<br />
1. Saluto alle Clarisse......................................231<br />
2. Omelia nella concelebrazione eucaristica...231<br />
3. Angelus .......................................................235<br />
4. Saluto alle Suore cappuccine tedesche .......236<br />
5. Discorso al Capitolo generale <strong>OFM</strong>Conv...237<br />
6. Discorso al clero, religiosi e religiose ........238<br />
7. Discorso ai giovani .....................................242<br />
7. Messaggio per la XXIII Giornata Mondiale<br />
della Gioventù ................................................246<br />
8. Angelus, ................................................................251<br />
CONVENTUS CARDINALIUM<br />
ET EPISCOPORUM <strong>OFM</strong><br />
1. Programma............................................................253<br />
2. Partecipanti ...........................................................253<br />
3. Cronaca .................................................................253<br />
4. Saluto di benvenuto del Ministro generale............256<br />
5. Riflessioni sul carattere ecclesiale<br />
del carisma francescano..................................257<br />
6. La vita e la missione dell’Ordine ..........................266<br />
7. Espiritualidad del Obispo franciscano ..................270<br />
8. Omelia alla Concelebrazione conclusiva ..............277<br />
9. Il «grazie» del Ministro generale ..........................280<br />
10. Cardenales y los Obispos <strong>OFM</strong> a los hermanos<br />
de la Orden de Frailes Menores ......................281<br />
11. Lettera del Ministro generale a Benedetto XVI ....282<br />
12. Lettera di ringraziamento<br />
al Card. Giovanni Battista Re .........................283<br />
Copertina: Vetrata nella Chiesa di San Francesco (Guadalajara, Jalisco - Messico)<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
1. Informe al encuentro de Presidentes<br />
de las Conferencias 2007 ................................285<br />
2. Omelia per la festa di S. Maria Mediatrice ...........291<br />
3. Carta a los Hermanos jóvenes de la Orden<br />
con ocasión del 3er. Capítulo de la Esteras.....292<br />
4. Saluto ai giovani in occasione della<br />
Visita di Benedetto XVI ad Assisi .................320<br />
5. Omelia per l’invio di nuovi missionari .................322<br />
6. Discorso in occasione del bicentenerio della<br />
canonizazione di san Benedetto il Moro.........324<br />
7. Carta a las Hermanas de la Orden de la<br />
Inmaculada Concepción con motivo de la<br />
fiesta de Santa Beatriz de Silva ......................326<br />
8. Omelia in occasione della Festa del<br />
Perdono d’Assisi.............................................328<br />
9. Discorso in occasione della XXVII<br />
marcia francescana ad Assisi ..........................329<br />
10. Lettera del Ministro generale per la<br />
Festa di santa Chiara.......................................332<br />
E SECRETARIA GENERALI<br />
1. Capitulum Intermedium Prov. Aprutiorum<br />
S. Bernardini Senensis in Italia.......................337<br />
2. Capitulum Intermedium Prov.<br />
S. Ioseph Sponsi BMV in Belgio....................337<br />
3. Capitulum Prov. Assumptioni BMV<br />
in Herzegovina................................................337<br />
4. Capitulum Intermedium Prov.<br />
Trium Regum in Germania .............................337<br />
5. Capitulum Prov. Saxoniae<br />
S. Crucis in Germania.....................................338<br />
6. Capitulum Prov. Thuringiae<br />
S. Elisabet in Germania ..................................338<br />
7. Capitulum Fed. Franciscanae in Marokio .............338<br />
8. Capitulum Prov. Ss. Martyrum<br />
Marochiensium in Portugallia.........................338<br />
9. Capitulum Prov. S. Iacobi a Compostela<br />
in Hispania......................................................339<br />
10. Capitulum Prov. Calabriae<br />
Ss. Septem Martyrum in Italia ........................339<br />
11. Capitulum Prov. S. Antonii Patavini<br />
in Germania ....................................................339<br />
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Directio Commentarii «ACTA ORDINIS FRATRUM MINORUM»<br />
CURIA GENERALIS O.F.M.<br />
Via S. Maria Mediatrie, 25<br />
00165 ROMA (Italia)<br />
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12. Capitulum Prov. Neapolitanae<br />
Ss. Cordis Iesu in Italia...................................339<br />
13. Electio extra Capitulum Prov.<br />
Ss. Cordis Iesu in F.C.A.S...............................339<br />
14. Capitulum Intermedium Prov. Valentiae<br />
et Aragoniae S. Ioseph in Hispania.................340<br />
15. Electio Cust. S. Antonii Tatavini in Philippinis.....340<br />
16. Capitulum Prov. ss. Martyrum<br />
Gorcomiensium in Nederlandia......................340<br />
17. Capitulum Prov. Samnito-Hirpiniae<br />
S. Mariae Gratiarum in Italia ..........................341<br />
18. Capitulum Intermedium Prov.<br />
Mediolanensis S. Caroli Borromaei ...............341<br />
19. Capitulum Intermedium Prov.<br />
S. Crucis in Slovenia.......................................341<br />
20. Capitulum Prov. Baeticae in Hispania ..................341<br />
21. Capitulum Prov. Verbi Incarnati in Togo...............341<br />
22. Capitulum Prov. Catalauniae<br />
S. Salvatoris ab Horta in Hispania ..................342<br />
23. Visitatores generales .............................................342<br />
24. Domus suppressae.................................................342<br />
25. Notitiae particulares ..............................................342<br />
E SECRETARIATU<br />
PRO FORMATIONE ET STUDIIS<br />
1. Corso per Formatori <strong>OFM</strong> ....................................343<br />
2. Incontro dei Formandi e Formatori<br />
della Conferenza Nord-Slavica.......................343<br />
3. Notitiae particulares ................................................345<br />
1. Pontificia Università Antonianum ....................345<br />
2. «Studium Biblicum Franciscanum» Hong<br />
Kong a Ministro generale dependens .............346<br />
3. Case di Noviziato ....................................................346<br />
E SECRETARIATU PRO<br />
EVANGELIZATIONE ET MISSIONE<br />
1. Incontro dei missionari in Asia .............................349<br />
2. Invio di nuovi Missionari......................................350<br />
3. Corso di formazione missionaria in Colombia......351<br />
E POSTULATIONE GENERALI<br />
1. Canonizzazione del Beato Antonio<br />
di Sant’Anna Galvão.......................................353<br />
1. Note di cronaca..........................................353<br />
2. Omelia di Benedetto XVI ...........................354<br />
3. Antônio di Sant’Anna Galvão.....................357<br />
2. Decretum super miraculo B. Alfonsae<br />
ab Immaculata Conceptione ...........................358<br />
3. Decretum super virtutibus<br />
SD Cleonildis Guerra......................................359<br />
4. Decretum super virtutibus<br />
SD Mariae Fidelis Weiss.................................361<br />
5. Canonizzazione del Beato Simone da Lipnica......363<br />
1. Cronaca ......................................................363<br />
2. Omelia di Benedetto XVI ...........................364<br />
3. Simone da Lipnica .....................................366<br />
EX OFFICIO OFS<br />
1. Isole Mauritius - Corso di formazione,<br />
Visita e Capitolo elettivo dell’OFS.................369<br />
2. Australia - Capitolo nazionale elettivo<br />
dell’OFS di Oceania .......................................369<br />
3. Croazia - I° Congresso nazionale OFS-GiFra<br />
ed Incontro nazionale della GiFra...................369<br />
4. Sicilia - Incontro con gli Assistenti e il<br />
Capitolo delle Stuoie dell’OFS ......................370<br />
5. Spagna - 1ª Assemblea Internazionale<br />
della GiFra ......................................................371<br />
6. Ucraina - Capitolo nazionale elettivo e<br />
costituzione della Fraternità nazionale<br />
dell’OFS .........................................................371<br />
EX OFFICIO PRO MONIALIBUS<br />
Lettera alle Sorelle Presidenti OSC.............................373<br />
AD CHRONICAM ORDINIS<br />
1. De itineribus Ministri Generalis............................375<br />
1. Visit to the Philippines ....................................375<br />
2. Visita al Perú.....................................................377<br />
3. Il Ministro generale al Capitolo spirituale<br />
della Provincia S. Michele Arcangelo ............378<br />
4. Il Ministro generale alla Marcia<br />
Francescana 2007 ..........................................379<br />
5. Partecipazione alle celebrazioni della<br />
Provincia dell’Immacolata in Polonia ...........381<br />
2. Secondo incontro “Under 5/10”<br />
della COMPI-Sud ...........................................381<br />
3. XIII Sessione plenaria della<br />
Pontificia Accademia delle Scienze Sociali ...382<br />
4. Incontro dei Presidenti delle Conferenze<br />
con il Definitorio generale ..............................383<br />
5. L’incontro di Benedetto XVI<br />
con le Clarisse e con i giovani<br />
della «Fazenda da Esperança» ........................385<br />
6. Visita di Benedetto XVI ad Assisi in<br />
occasione dell’ottavo centenario<br />
della conversione di san Francesco.................392<br />
La visita al Santuario di San Damiano.................392<br />
La visita alla Basilica di Santa Chiara.................392<br />
La visita alla Basilica di<br />
Santa Maria degli Angeli................................392<br />
7. Terzo Capitolo Internazionale delle Stuoie<br />
per i Frati “Under ten” ....................................393<br />
1. Cronaca.............................................................393<br />
2. Discorso conclusivo del Ministro generale.......400<br />
3. Messaggio ai Ministri, Custodi<br />
e a tutti i Frati.................................................403<br />
8. Giovani di 19 Nazioni<br />
all’«European franciscan meeting» ................405<br />
1. Cronaca.............................................................405<br />
2. Omelia del Ministro generale ...........................407<br />
9. Notitiae particulares ................................................409<br />
BIBLIOGRAPHIA<br />
1. Libri.......................................................................411<br />
2. Extr<strong>acta</strong> .................................................................412<br />
NECROLOGIA<br />
1. Mons. Laurent R. Guibord <strong>OFM</strong>...........................413<br />
2. Fr. Costantino Ruggeri ..........................................415<br />
1. Profilo biografico .............................................415<br />
2. Attività artistica ................................................415<br />
3. Ricordo di Costantino Ruggeri .........................416<br />
3. Anno 2007 mortui sunt .........................................418
CENCI CESARE – MAILLEUX ROMAIN<br />
Constitutiones Generales Ordinis Fratrum Minorum, I (Saeculum III).<br />
Frati Editori di Quaracchi, Grottaferrata 2007, pp. 396.<br />
«Tra le attività e le pubblicazioni programmate per celebrare l’Ottavo Centenario della fondazione<br />
dell’Ordine dei Frati Minori (1209-2009), con il Definitorio generale abbiamo deciso<br />
di raccogliere in una sola collezione l’insieme delle Costituzioni generali dell’Ordine, dalle origini<br />
ai giorni nostri... Il lavoro è stato affidato ai Frati Editori di Quaracchi e, in particolare, a Fr.<br />
Cesare Cenci e a Fr. Romain Georges Mailleux. Siamo orgogliosi oggi di presentare le primizie<br />
con la pubblicazione di questo primo volume: Constitutiones Generales Ordinis Fratrum<br />
Minorum, I (Saeculum III). In esso si trova una nuova edizione critica di tutte le Costituzioni<br />
generali del XIII secolo, fondamentali per la storia del primo secolo francescano...<br />
Ringraziando di cuore Fr. C. Cenci e Fr. R. G. Mailleux per quanto ci offrono con questa<br />
preziosa raccolta, che aiuta il lettore a tornare alle affascinanti origini del francescanesimo<br />
con una rinnovata consapevolezza, auspico di cuore di poter presto vedere altri volumi di<br />
ugual valore, che ci guidino attraverso la nostra storia fino ad oggi» (Fr. José R. Carballo, Ministro<br />
generale, Prefazione).<br />
MANDOLINI GIANCARLO<br />
Pacifico da Sanseverino, il penitente (1653-1721).<br />
Un uomo, il suo tempo e la scelta francescana.<br />
Provincia Picena San Giacomo della Marca, Tecnostampa, Loreto 2007, pp. 545.<br />
Di san Pacifico da Sanseverino Marche (1653-1721) il Mandolini esplora tutto: dall’albero<br />
genealogico alla sua vocazione francescana e presbiterale, dal suo molteplice apostolato<br />
fino ai documenti dei processi di beatificazione e di canonizzazione.<br />
Il penitente di Sanseverino appartiene all’infinita schiera dei santi che hanno reso presente,<br />
pur nella diversità dei tempi, l’inesauribile vivacità della spiritualità francescana e del suo<br />
carisma. E lo ha fatto vivendo il Vangelo di Cristo sine glossa nella perfetta conformità a<br />
Cristo crocifisso, morto e risorto per la salvezza del genere umano. A questo ha dedicato il<br />
suo presbiterato, il suo ministero di evangelizzazione.<br />
Con il suo lavoro, basato sulle fonti, lette con sapiente accuratezza, l’Autore esalta un santo<br />
attuale anche nel terzo millennio per le beatitudine evangeliche praticate e testimoniate<br />
con esemplarità (L’Osservatore Romano, 13 luglio 2007, p. 5).<br />
GARUTI ADRIANO<br />
Patriarca d’Occidente? Storia e attualità.<br />
Edizioni Studio Domenicano, Bologna 2007, pp. 246.<br />
Recentemente Benedetto XVI ha rinunciato ad usare per sé il titolo di Patriarca d’Occidente.<br />
Eppure il giovane teologo Josef Ratzinger aveva giustificato quest’appellativo del papa.<br />
Successivamente il suo pensiero si è sviluppato. Perché ha scelto di non usare più questo<br />
titolo? Qual è l’origine e il senso dell’istituto del «patriarcato»? Quali i poteri dei patriarchi?<br />
Qual è la visione della Chiesa soggiacente ad essi? Benedetto XVI non avrebbe forse dovuto<br />
continuare ad usare un titolo accettato pacificamente dai vescovi delle Chiese ortodosse?<br />
Quello del «patriarcato» si rivela come un nodo storico, ecclesiale ed ecumenico di primaria<br />
importanza per il futuro. E il Garuti con questa pubblicazione offre un contributo di<br />
grande valore teologico all’interno dell’attualissimo dibattito ecumenico.