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SUCCESSI<br />
Pepco sbarca<br />
in Italia con<br />
due store<br />
OTTOBRE <strong>2020</strong><br />
INTERVISTA<br />
L’Italia vince<br />
nel mondo<br />
di Alibaba<br />
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oltre 200.000 diagnosticati. Promuove, da quarant’anni,<br />
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la dieta senza glutine, informa la classe medica, stimola<br />
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SOMMARIO <strong>DM</strong>M<br />
3 Editoriale<br />
Toglieteci tutto, ma non il buon cibo<br />
4 Cover<br />
Cantiere Coop, aperto per lavori<br />
16 Intervista<br />
Unicoop Tirreno verso il pareggio<br />
di bilancio<br />
L’Italia vince nel mondo di Alibaba<br />
21 Successi<br />
Pepco sbarca in Italia con due store<br />
22 Mercati<br />
Frutta secca, un business<br />
dinamico e salutare<br />
39 L’opinione<br />
Oltre l’assortimento, l’offerta<br />
40 Soluzioni in vetrina<br />
#Zerovaste ed Economia Circolare<br />
42 Mercati<br />
I derivati del pomodoro puntano<br />
sulla filiera 100% italiana<br />
60 Retail innovations<br />
63 Digital Club/Retail<br />
66 Customer<br />
68 Mercati<br />
Olio e aceto, il mercato accelera<br />
su tracciabilità e qualità<br />
83 Aperture<br />
Nasce Aicube 4.0, centrale<br />
d’acquisto promossa da<br />
Gruppo VéGé e Carrefour<br />
85 Imprese<br />
Caffè Borbone prosegue la sua<br />
crescita nel mercato italiano<br />
86 Focus<br />
Di qualità, innovative e naturali,<br />
le caramelle che piacciono<br />
di più<br />
97 Real estate<br />
100 Tecnologistica<br />
Altavia lancia la nuova<br />
tecnologia Proflyer<br />
103 Video<br />
105 News<br />
107 Prossimamente<br />
Continua a tutto campo il rilancio delle sette grandi cooperative. E le più problematiche iniziano a vedere la<br />
luce in fondo al tunnel.<br />
<strong>DM</strong> <strong>Magazine</strong><br />
Supplemento mensile di Distribuzione Moderna<br />
Testata giornalistica registrata presso<br />
il Tribunale di Milano<br />
Registrazione n° 52 del 30/1/2007<br />
Direttore responsabile<br />
Armando Brescia<br />
Responsabile editoriale<br />
Stefania Lorusso<br />
Responsabile di redazione<br />
Maria Teresa Manuelli<br />
Redattori<br />
Federica Bartoli, Alberto Deiana,<br />
Fabio Massi, Paolo Pelloni, Luca Salomone,<br />
Emanuele Scarci, Claudia Scorza,<br />
Fabrizio Valente, Marco Zanardi<br />
Progetto grafico<br />
Silvia Ballarin<br />
Editore<br />
Edizioni <strong>DM</strong> Srl - Via A. Costa 2<br />
20131 Milano<br />
P. Iva 08954140961<br />
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L’invio di materiale (testi, articoli, notizie, immagini, dati, grafiche, ricerche ecc.) da parte di autori esterni alla Redazione non garantisce che esso venga pubblicato, né in parte, né<br />
nella sua forma originale. Lo stesso, peraltro, potrebbe essere pubblicato in forma rimaneggiata per necessità di carattere editoriale. Si precisa altresì che l’invio del suddetto materiale<br />
costituisce automatica autorizzazione da parte di Edizioni <strong>DM</strong> Srl alla pubblicazione a titolo gratuito su tutte le proprie testate.<br />
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ITALIA
EDITORIALE <strong>DM</strong>M<br />
Toglieteci tutto<br />
ma non il buon cibo.<br />
Il Covid-19 ha cambiato il nostro mondo e, visto il protrarsi della<br />
situazione di emergenza, continuerà a farlo. Il lockdown a livello<br />
internazionale e l’effettiva sospensione dell’attività civica e commerciale<br />
in interi Paesi, hanno fatto da specchio sul funzionamento<br />
dei nostri sistemi economici, sociali e politici, forzando l’inizio<br />
di un discorso globale su come questi dovrebbero modificarsi. Il<br />
virus ha rivelato le traballanti fondamenta su cui è costruita gran<br />
parte di ciò che diamo per scontato nel mondo sviluppato, dalla<br />
complessa natura delle catene e delle infrastrutture produttive<br />
globalizzate alle consegne just-in-time dei supermercati, così<br />
come i forti contrasti tra i sistemi sanitari nazionalizzati e quelli<br />
finanziati dalle assicurazioni private. La fotografia scattata dal<br />
Rapporto Coop <strong>2020</strong> ci racconta, da una parte, di un’Italia ferita<br />
e molto preoccupata, dall’altra del desiderio di cogliere l’occasione<br />
per una nuova ripartenza. Pessimismo e resilienza. Senso<br />
d’insicurezza e ricerca di stabilità. Spending review e coscienza<br />
ambientale. In questa atmosfera di incertezza e cambiamento c’è,<br />
però, una costante che a quanto pare ci distingue sempre dai cugini<br />
europei: il cibo. Alla spesa alimentare, pur nell’emergenza e<br />
in una evidente contrazione generalizzata degli acquisti, gli italiani<br />
non rinunciano e solo il 31% ha dichiarato di voler acquistare<br />
prodotti di largo consumo confezionato più economici, a fronte<br />
di un 37% della media oltralpe; un dato decisamente inferiore al<br />
50% registrato lo scorso anno e al 57% del 2013 (quando eravamo<br />
in piena crisi economica con un Pil a -1,8%). E anche a lockdown<br />
terminato, solo il 18% ha dichiarato di voler acquistare prodotti<br />
meno cari. Complice la relegazione domestica forzata, oggi abbiamo<br />
rimesso “le mani in pasta” e il cook@home è diventato una<br />
costante che spiega la forte crescita nelle vendite degli ingredienti<br />
base, a fronte della contrazione dei piatti pronti. Abbiamo riscoperto<br />
il piacere di cucinare anche per noi stessi, evitando cene<br />
take away di ritorno dall’ufficio, scegliendo con cura una ricetta,<br />
tritando e mescolando gli ingredienti, macinando le spezie: godendoci,<br />
insomma, il processo di preparazione di un pasto. Per la<br />
serie: toglieteci tutto, ma al buon cibo – noi italiani – non sappiamo<br />
rinunciare.<br />
Stefania Lorusso,<br />
Responsabile Editoriale <strong>DM</strong><br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 3
di Emanuele Scarci<br />
CANTIERE COOP<br />
aperto per lavori<br />
Continua a tutto campo il rilancio delle sette grandi cooperative.<br />
E le più problematiche iniziano a vedere la luce in fondo al tunnel.<br />
Nel 2019 i ricavi aggregati delle sette grandi Coop dovrebbero aggirarsi<br />
intorno ai 10,6 miliardi con un calo stimabile vicino all’1% e una perdita<br />
netta di circa 100 milioni: meglio dell’esercizio precedente che<br />
segnava un rosso vicino ai 250 milioni. Da attribuire in prevalenza al<br />
gigante Coop Alleanza 3.0 e in misura molto minore a Unicoop Tirreno. I lavori<br />
in corso riguardano tutte le cooperative: i ricavi sono spesso in flessione o, nella<br />
4 <strong>DM</strong> MAGAZINE
COVER <strong>DM</strong>M<br />
migliore delle ipotesi,<br />
stagnanti. Per giustificarli<br />
non bastano la crisi<br />
conclamata del format<br />
ipermercato e il calo dei<br />
consumi. Tra i Big 7 solo<br />
due - Alleanza e Unicoop<br />
Tirreno - hanno un<br />
risultato netto negativo;<br />
per le altre è sempre<br />
positivo, ma due aziende<br />
hanno un risultato caratteristico<br />
(che attiene alla<br />
sola gestione industriale<br />
del retailing) in rosso.<br />
Sono Coop Lombardia<br />
e Coop Liguria. L’utile<br />
operativo è invece positivo per Unicoop<br />
Firenze, Nova Coop e Coop Centro<br />
Italia: riescono cioè a produrre un utile<br />
prima dei proventi da partecipazione<br />
e di quelli derivanti dalla gestione del<br />
prestito sociale (peculiare delle Coop).<br />
Questi proventi sono fondamentali nella<br />
gestione economico-finanziaria delle<br />
imprese cooperative.<br />
Tant’è che, nella sua severa analisi, il<br />
rapporto Mediobanca scrive che “nel<br />
periodo 2014-2018 la gestione industriale<br />
delle Coop ha prodotto margini<br />
cumulati negativi per 690 milioni e risultati<br />
positivi dalla gestione finanziaria<br />
per 1.388 milioni. Il portafoglio di titoli<br />
e partecipazioni ha comportato nello<br />
stesso periodo svalutazioni per 978<br />
milioni. Le poste straordinarie hanno<br />
generato introiti per 370 milioni. Tenuto<br />
conto delle imposte per 232 milioni, si<br />
ottiene una perdita netta cumulata di<br />
142 milioni”. L’ufficio studi della banca<br />
d’affari stima, inoltre, che la consistenza<br />
del prestito sociale del Gruppo Coop<br />
sia passata da 9,1 a 8,4 miliardi, -6,9%<br />
rispetto al 2017. Esso fronteggia un<br />
portafoglio finanziario pari a 10,4 miliardi,<br />
composto da 6,5 miliardi di titoli<br />
e 2,5 miliardi di partecipazioni, di cui 2<br />
miliardi direttamente in Unipol Gruppo.<br />
Il problema più grande per i risparmiatori<br />
rimane il tasso zero. «Negli ultimi<br />
anni il prestito sociale si è eroso – osserva<br />
Albino Russo, direttore generale<br />
di Ancc-Coop – anche se nel 2019 alcune<br />
cooperative hanno registrato un’inversione<br />
di tendenza. Sono state aiutate<br />
dalla performance positiva dei rendimenti,<br />
dopo l’annus horribilis 2018 che<br />
ha imposto la svalutazione del portafoglio<br />
titoli». Quest’anno non ci sarà questa<br />
opportunità e in più alle cooperative<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 5
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COVER <strong>DM</strong>M<br />
mancherà la pioggia di dividendi garantiti<br />
da Unipol e Igd, la compagnia immobiliare<br />
retail. Causa covid, l’autorità<br />
di vigilanza europea sulle assicurazioni<br />
ha stoppato l’erogazione dei dividendi<br />
mentre Igd li ha dimezzati. Un problema<br />
in più per le Coop che dovranno far<br />
quadrare i bilanci.<br />
Sotto l’aspetto industriale, il trend<br />
generale della galassia Coop è confermato<br />
dal presidente di Coop Italia<br />
Marco Pedroni: «Per Coop il <strong>2020</strong> si<br />
chiuderà con ricavi in crescita tra l’1 e<br />
l’1,5% e dunque con un valore superiore<br />
a 13 miliardi della sola parte retail. E le<br />
cooperative, sia quelle più performanti<br />
che quelle più lente, andranno tutte<br />
un po’ meglio». «A causa del lockdown<br />
non ci siamo certo arricchiti - aggiunge<br />
Pedroni -. I dati delle vendite di marzo<br />
(con picchi anche del +20%) si sono successivamente<br />
ridimensionati. A giugno<br />
e luglio poi gli andamenti della grande<br />
distribuzione sono stati negativi, mentre<br />
ad agosto si è registrato una tenuta. Per<br />
la sicurezza e per il sostegno alle famiglie<br />
abbiamo fatto investimenti aggiuntivi<br />
di oltre 100 milioni in questi mesi».<br />
Cantiere Alleanza 3.0<br />
Il mosaico dipinto dalle grandi cooperative<br />
non può che partire dal gigante<br />
Alleanza 3.0. La più grande per ricavi,<br />
ma anche per estensione territoriale:<br />
dal Friuli si allunga sulla dorsale adriatica<br />
fino alla Puglia e poi si espande fino<br />
a Calabria e Sicilia.<br />
L’ultima notizia è che da metà<br />
ottobre i negozi friulani a<br />
insegna Coop di Monfalcone,<br />
Aviano, Montereale Valcellina,<br />
Palmanova sud e Tarcento<br />
non saranno più gestiti da Alleanza<br />
3.0. Si ricorrerà al<br />
franchising e i dipendenti potranno<br />
scegliere di spostarsi<br />
in altri punti vendita o lavorare<br />
per il nuovo gestore.<br />
Il Friuli rientra nell’ambito<br />
del piano generale di dismissione<br />
di 27 negozi nel Centro-<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 7
Nord (ceduti o chiusi) e di tutta la rete siciliana (con<br />
un accordo di franchising) che comprende 12<br />
negozi, in prevalenza ipermercati con circa 1.000<br />
addetti. Il negoziato con i sindacati è in corso, ma<br />
in agenda c’è anche la ristrutturazione della rete di<br />
Puglia e Basilicata che comprende un supermercato<br />
a Bari e 11 ipercoop, di cui 3 nel capoluogo e altri<br />
a Molfetta, Brindisi, Andria, Barletta, Foggia, Taranto,<br />
Lecce e Matera. Un processo di razionalizzazione<br />
in continuità rispetto a quello condotto in Campania<br />
e Calabria. Il cambio del vertice con le dimissioni<br />
del direttore generale Paolo Alemagna e la rinuncia,<br />
per motivi di salute, del presidente Adriano<br />
Turrini (sostituiti, rispettivamente, da Piermario<br />
Mocchi e Mario Cifiello) non sembra aver, almeno<br />
per ora, cambiato la strategia industriale.<br />
Compresa la volontà di non “lasciare nessuno a<br />
casa” di Alleanza 3.0. «Questa è la nostra peculiarità<br />
- commenta Russo -. Le cooperative attuano i<br />
piani di ristrutturazione, ma non fanno macelleria<br />
sociale. Una differenza sostanziale rispetto a Conad,<br />
costituita da cooperative di imprenditori che, legittimamente,<br />
aspirano al profitto d’impresa. Noi invece<br />
siamo cooperative di consumatori che non possono<br />
Mario Cifiello, Presidente di Alleanza 3.0<br />
8 <strong>DM</strong> MAGAZINE
COVER <strong>DM</strong>M<br />
Piermario Mocchi,<br />
Direttore Generale di Alleanza 3.0<br />
distribuire utili, al massimo li accantoniamo».<br />
Di fatto, dopo una resistenza iniziale, il<br />
vertice di Alleanza 3.0 si è convinta che<br />
il ricorso al franchising dei punti vendita<br />
più problematici fosse la strada migliore<br />
in alcuni territori del Mezzogiorno: con<br />
l’affiliazione si perde il controllo del punto<br />
vendita ma permette di alleggerire<br />
pesanti costi di gestione e, nel contempo,<br />
di non mollare la presa dei prodotti<br />
a marchio Coop.<br />
«L’ipermercato per 20 anni è stato nella<br />
parte di mercato che cresceva di più<br />
– osserva Russo – ed è stato un grande<br />
business. Poi è arrivata l’inversione<br />
di tendenza. Per qualche anno alcune<br />
cooperative e, in particolare, Alleanza<br />
3.0 hanno continuato a puntare sugli<br />
ipermercati, rifiutandosi di cederli o<br />
chiuderli. Fino a quando il peso non è<br />
diventato insostenibile. Ora bisogna gestire<br />
la riconversione, specie nei territori<br />
in difficoltà economica, puntando anche<br />
su un modello di crescita indiretta, come<br />
il franchising».<br />
Dal profondo rosso al rosso<br />
Nel 2019 il tandem Turrini-Alemagna ha<br />
spinto la cooperativa sulla via del risanamento<br />
gestionale. Turrini è stato il presidente<br />
dell’unificazione della più grande<br />
cooperativa di consumatori con la fusione<br />
di Coop Adriatica, Coop Consumatori<br />
Nordest e Coop Estense. Con Alemagna<br />
hanno varato un piano di ristrutturazione<br />
partendo da un bilancio 2017 chiuso<br />
con una perdita operativa di 142 milioni<br />
(nonostante un provento straordinario<br />
immobiliare di 90 milioni), mentre l’esercizio<br />
precedente aveva accusato una per-<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 9
COVER <strong>DM</strong>M<br />
dita operativa di altri 94 milioni. Non si<br />
riusciva più a far quadrare i conti nemmeno<br />
con la “bacchetta magica” della<br />
gestione finanziaria. Il nuovo piano industriale<br />
comporta maggiore efficienza<br />
e semplificazione organizzativa di sedi<br />
e reti, organici più leggeri con esodi<br />
incentivati e trasferimenti (ma senza<br />
licenziamenti), cessioni di punti vendita<br />
in perdita, ricorso al franchising e vendita<br />
di asset non core per fare cassa. La<br />
pulizia di bilancio del 2018 ha segnato<br />
una perdita monstre di 289 milioni. Nel<br />
2019 i miglioramenti sono evidenti, ma<br />
l’esercizio chiude con una perdita di 138<br />
milioni. In due anni sono 427 milioni.<br />
La cooperativa sottolinea che il piano<br />
industriale è in anticipo. L’esercizio<br />
2019 si è chiuso con un sostanziale<br />
dimezzamento delle perdite, “il ritorno<br />
a un Ebitda adjusted (la generazione di<br />
cassa prima delle operazioni straordinarie<br />
ndr) in positivo e una chiara inversione<br />
dell’andamento della gestione<br />
caratteristica” scrive la società.<br />
A pieni voti<br />
Dalla peggiore alla migliore della classe:<br />
Unicoop Firenze. La corazzata delle<br />
cooperative (104 negozi) ha chiuso il<br />
2019 con ricavi lordi per 2,36 miliardi,<br />
una spanna sopra i 2,32 miliardi dell’anno<br />
precedente. L’utile netto si è attestato<br />
a 52 milioni, in crescita rispetto ai 18<br />
milioni del 2018, ma in linea con i 48<br />
milioni del 2017. Unicoop Firenze nel<br />
2019 ha investito oltre 32 milioni (più di<br />
200 milioni nell’ultimo quinquennio) per<br />
l’ammodernamento della rete di vendita.<br />
Il patrimonio netto è di 1,675 miliardi (oltre<br />
a immobili per 1,5 miliardi) e il prestito<br />
sociale è intorno a 1,5 miliardi.<br />
Giulio Bani, consigliere delegato di Unicoop<br />
Firenze, sottolinea che al «positivo<br />
bilancio d’esercizio 2019 hanno contribuito<br />
sia la gestione dell’attività caratteristica<br />
della cooperativa che quella<br />
immobiliare e finanziaria. La cooperativa<br />
da tempo sta adottando un’attenta<br />
politica di contenimento dei costi che<br />
consente di raggiungere risultati positi-<br />
10 <strong>DM</strong> MAGAZINE
vi». Tra i primi della classe anche Nova<br />
Coop che ha chiuso il 2019 con vendite<br />
e utile in crescita. Il bilancio civilistico<br />
ha segnato un fatturato di 1,06 miliardi<br />
(986 milioni nel precedente esercizio)<br />
e un utile netto di oltre 13,6 milioni (9,2<br />
milioni). L‘Ebitda supera 56 milioni e la<br />
gestione caratteristica chiude con circa<br />
3 milioni.<br />
L’anno scorso la Nova Coop<br />
ha realizzato un saldo positivo<br />
dei soci prestatori con<br />
859 nuove aperture.<br />
La gestione<br />
finanziaria<br />
contribuisce<br />
con<br />
un saldo<br />
positivo di<br />
18 milioni.<br />
Nova Coop conta su una rete di 46<br />
super e 16 ipermercati (tra Piemonte e<br />
Lombardia) e ha realizzato vendite per<br />
989,5 milioni, +0,3%. Di queste 616,3<br />
milioni nel canale iper (-3,6%) e 373,1<br />
nel canale super (+7,4%).<br />
La zavorra arriva dall’area del non<br />
food, in particolare tessile, casa, stagionale<br />
e multimediale. Bene invece i<br />
prodotti alimentari freschi e freschissimi.<br />
Secondo Nova Coop il risultato è<br />
da ritenersi positivo in particolare se<br />
confrontato al sistema Coop nazionale<br />
(9 grandi cooperative) che registra una<br />
perdita di fatturato del -0,95% sul 2018.<br />
Il prodotto a marchio Coop incide sul<br />
fatturato dei prodotti<br />
confezionati per il 24%.<br />
A livello nazionale il<br />
marchio Coop vale 3<br />
miliardi. L’anno scorso<br />
la cooperativa ha realizzato<br />
un saldo positivo<br />
dei soci prestatori<br />
con 859 nuove aperture. Cerved Rating<br />
Agency ha assegnato a Nova Coop il<br />
rating “A2.2” che valuta Nova Coop<br />
come “società cooperativa caratterizzata<br />
da fondamentali molto solidi e da<br />
un rischio di credito basso”. La valutazione<br />
corrisponde al “livello A” di S&P.<br />
Nella “classe dei meritevoli” rientra<br />
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COVER <strong>DM</strong>M<br />
anche Coop Centro Italia che nel 2019<br />
ha subito un calo delle vendite del 7% a<br />
649 milioni ma con un Mol positivo, 15,1<br />
milioni, e un utile operativo di 2 milioni.<br />
L’utile netto è stato di 6,1 milioni, grazie<br />
anche a un provento straordinario di 4<br />
milioni. Il prestito sociale si è eroso dei<br />
circa 18 milioni a 360 milioni.<br />
In equilibrio precario<br />
Nella classe delle cooperative “equilibriste”<br />
rientra Coop Lombardia: nel<br />
2019 Il fatturato si è attestato a 857<br />
milioni, al netto della rete carburanti.<br />
In calo di 30 milioni alla voce ricavi e<br />
prestazioni. L’utile caratteristico segna<br />
-20 milioni ma 28 milioni di proventi<br />
finanziari consentono di colorare di nero<br />
l’ultima riga del bilancio. Alla fine sono<br />
6,6 milioni di utile netto. Rimane preoccupante<br />
il trend delle vendite: -3,9% a<br />
857 milioni, al netto della rete carburanti.<br />
Contro il -2,2% del 2018.<br />
Spacchettando le vendite emerge che<br />
la flessione non risparmia nemmeno il<br />
vicinato, ma la più marcata è per la rete<br />
degli ipermercati -4,6%, poi i supermercati<br />
-3,2% e un po’ meglio i superstore:<br />
-2,4% ma nel 2018 questo canale<br />
aveva guadagnato il 4%. Alla fine i ricavi<br />
calano di 34 milioni contro i 20 dell’esercizio<br />
precedente. In giugno Coop<br />
Lombardia ha aperto un superstore a<br />
Busto Garolfo e un altro, a settembre, a<br />
Monza, inoltre da novembre potrà contare<br />
(grazie a una fusione) su 33 negozi<br />
di vicinato a insegna “InCoop”.<br />
Tra le cooperative “equilibriste” si difende<br />
meglio Coop Liguria. Il risultato<br />
dell’esercizio 2019 di Coop Liguria è<br />
stato di 16 milioni di euro. Le vendite al<br />
dettaglio dei supermercati e degli ipermercati<br />
hanno prodotto ricavi per 755<br />
milioni (-0,90% rispetto al 2018) e gli<br />
scontrini emessi sono stati 27,1 milioni<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 13
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COVER <strong>DM</strong>M<br />
(+0,33%). Nel complesso il canale super<br />
(con 2 punti vendita in più) ha guadagnato<br />
vendite per 2,5 milioni ma l’iper ha perso<br />
circa 10 milioni. Alla fine il risultato operativo<br />
è negativo per 9,2 milioni, ma 31 milioni<br />
di proventi finanziari e da partecipazione<br />
hanno riportato in nero l’ultima riga<br />
di bilancio. Per il <strong>2020</strong> Coop Liguria stima<br />
un risultato economico più rotondo: 27,2<br />
milioni di utile netto.<br />
Turnaround in vista<br />
Un discorso a parte merita Unicoop Tirreno,<br />
reduce da una crisi profonda e dalla<br />
terapia da cavallo somministrata dal tandem<br />
Marco Lami-Piero Canova, rispettivamente<br />
presidente e ceo. Dopo 13 anni di<br />
profondo rosso la cooperativa di Piombino<br />
è a un passo dall’equilibrio economico.<br />
Il bilancio consuntivo 2019 segna un risultato<br />
ordinario (cioè prima delle poste<br />
straordinarie) positivo per +3,8 milioni. Il<br />
risultato finale rimane ancora in rosso per<br />
4,8 milioni (-15,8 nel 2018), penalizzato<br />
dalle componenti straordinarie di reddito<br />
per 11,5 milioni. Di cui circa 5,7 milioni<br />
legato all’esodo incentivato dopo la<br />
chiusura dei punti vendita del basso<br />
Lazio. «Puntiamo decisamente<br />
sul negozio di vicinato – dichiara il<br />
ceo Piero Canova, regista del turnaround<br />
– con un’enfasi su fresco,<br />
freschissimo e ortofrutta». L’anno<br />
scorso Unicoop Tirreno ha investito<br />
circa 13 milioni in ristrutturazioni<br />
di negozi. Per Lami «l’obiettivo<br />
è quello di arrivare a una gestione<br />
caratteristica strutturalmente positiva.<br />
I proventi finanziari non devono<br />
generare l’utile di bilancio. Certo, se poi<br />
arrivano è ancora meglio». Comunque<br />
nel 2019 i proventi finanziari hanno<br />
aiutato Unicoop Tirreno a restituire 35<br />
milioni di prestiti (ma ce ne sono ancora<br />
135) alle altre cooperative che, nel<br />
2016, la soccorsero. Nella semestrale<br />
<strong>2020</strong> Unicoop Tirreno, nonostante i<br />
mancati dividendi di Unipol e il dimezzamento<br />
di quelli di Igd, ha chiuso con<br />
un risultato operativo sostanzialmente<br />
in equilibrio.n<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 15
INTERVISTA <strong>DM</strong>M<br />
di Emanuele Scarci<br />
Unicoop Tirreno<br />
verso il pareggio di bilancio<br />
La semestrale della cooperativa guidata dal CEO Piero Canova dovrebbe anche<br />
chiudere l’esercizio <strong>2020</strong> con un piccolo utile nonostante i mancati dividendi<br />
di Unipol, congelati dalle autorità europee per il COVID, e quelli ridotti<br />
dell’immobiliare Igd.<br />
Unicoop Tirreno proiettata verso il<br />
pareggio di bilancio dopo 13 anni<br />
di profondo rosso. Inoltre entro la<br />
fine dell’anno potrebbe, con l’assenso<br />
della Consob, collocare delle obbligazioni<br />
e restituire un altro pezzo di debito<br />
alle Coop consorelle. La semestrale<br />
della cooperativa guidata dal ceo Piero<br />
Canova ha raggiunto il pareggio della<br />
gestione operativa e dovrebbe chiudere<br />
l’esercizio <strong>2020</strong> «con un piccolo utile –<br />
sottolinea il top manager – nonostante<br />
i mancati dividendi di Unipol, congelati<br />
dalle autorità europee per il covid, e<br />
quelli ridotti dell’immobiliare Igd».<br />
In dettaglio, nel semestre la cooperativa<br />
piombinese ha realizzato ricavi<br />
per 407,6 milioni, in calo di 9 milioni,<br />
un Mol di 11,4 milioni (2,5<br />
milioni nell’analogo periodo<br />
del 2019), una perdita operativa<br />
di 303 mila euro (-9,9<br />
milioni) e una perdita netta<br />
di 3,3 milioni (-6,5 milioni).<br />
I proventi finanziari sono<br />
stati “solo” 2,9 milioni<br />
contro i 12,9 dell’anno<br />
scorso. Unicoop Tirreno arriva<br />
da una drastica cura dimagrante:<br />
sono stati dismessi<br />
4 iper e ridimensionato un altro.<br />
Oggi la rete conta su 94 negozi, di cui<br />
sono 2 superstore a Roma. Gli addetti<br />
sono 3.800 e i soci più di 600 mila. Nel<br />
2019 il fatturato è stato di 889 milioni.<br />
«Se avessimo incassato il dividendo di<br />
Unipol avremmo chiuso il primo semestre<br />
<strong>2020</strong> con un utile largamente positivo.<br />
Un problema il congelamento dei<br />
dividendi che dovrebbe essere sollevato<br />
a livello nazionale – suggerisce Canova<br />
– anche se, alla fine, è stato congelato e<br />
non è escluso che venga erogato l’anno<br />
prossimo».<br />
Il lockdown ha spinto la Gdo. Unicoop<br />
Tirreno invece ha perso 9 milioni<br />
di fatturato nel semestre:<br />
a causa della cessione dei<br />
negozi?<br />
Solo una parte. L’altra<br />
parte è legata al fatto<br />
che dopo il balzo iniziale<br />
delle vendite, in giugno<br />
sono rallentate per le<br />
scorte da smaltire. E<br />
poi in luglio e agosto<br />
sono calate ancora per<br />
la mancanza di turismo:<br />
abbiamo perso una mon-<br />
16 <strong>DM</strong> MAGAZINE
INTERVISTA <strong>DM</strong>M<br />
Con la semestrale siete arrivati all’equilibrio<br />
della gestione caratteristica.<br />
Un risultato che non hanno tutte le<br />
Coop.<br />
Certo, ci teniamo moltissimo a questo<br />
risultato. Del resto la gestione finanziaria<br />
è molto cambiata: non ci sono più i<br />
rendimenti del passato e ci sono troppe<br />
variabili non controllabili. La chiave del<br />
successo sta nel margine industriale che<br />
realizziamo.<br />
tagna di vendite. In settembre invece è<br />
tornata la crescita.<br />
Nella semestrale si nota il balzo del<br />
Margine operativo lordo.<br />
Ciò significa che i costi li controllo, la<br />
domanda no. Comunque il balzo si spiega<br />
con una maggiore efficienza della gestione<br />
e un miglior mix delle vendite: meno<br />
prodotti non food che hanno margini<br />
trascurabili. E soprattutto forte miglioramento<br />
della marca del distributore. Tanto<br />
che l’incidenza del 37% medio della Mdd<br />
ci pone in linea con Unicoop Firenze.<br />
Come performa la campagna “Convenienza<br />
forza 10”: 10 prodotti Coop<br />
a 10 euro?<br />
Molto bene. Le condizioni di acquisto<br />
dei principali prodotti di base sono molto<br />
vantaggiose.<br />
Com’è riuscito a tagliare 4 milioni<br />
di costi del personale?<br />
Abbiamo gestito meglio le risorse umane.<br />
Solo in sede nei primi 8 mesi dell’anno<br />
abbiamo risparmiato 1 milione.<br />
Il margine industriale però potrebbe<br />
subire un’erosione dal rinnovo del contratto<br />
integrativo aziendale: avete dato<br />
disdetta ma non riuscite a convincere i<br />
sindacati.<br />
Intanto siamo seduti al tavolo e abbiamo<br />
prorogato la vigenza di un mese, al 31<br />
ottobre. Lo abbiamo fatto perché finora<br />
c’è stato un clima costruttivo e collaborativo,<br />
ma, se non venisse raggiunto un<br />
accordo, a partire dal 1° novembre la<br />
cooperativa applicherà ai dipendenti la<br />
normativa di legge e la contrattazione<br />
nazionale, fatta salva l’eventuale emanazione<br />
di un regolamento aziendale.<br />
Per concludere, nel 2019 Unicoop Tirreno<br />
ha restituito 35 milioni di prestiti<br />
alle cooperative che, nel 2016, la soccorsero.<br />
Ci sono ancora 135 milioni da<br />
restituire e si potrebbe ricorrere all’emissione<br />
di strumenti finanziari partecipativi,<br />
in una parola delle obbligazioni.<br />
Quando, all’inizio del 2021?<br />
No, credo prima. Con Consob è aperto<br />
un dialogo fitto: ci danno consigli e<br />
ci chiedono variazioni e miglioramenti.<br />
Sono confidente che presto si arrivi a<br />
una soluzione.n<br />
Leggi anche “Everli e Unicoop<br />
Tirreno: attivato un servizio<br />
per spesa a domicilio”<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 17
INTERVISTA <strong>DM</strong>M<br />
di Luca Salomone<br />
L’Italia vince nel mondo di<br />
Alibaba<br />
Per delineare i confini delle opportunità offerte dalla piattaforma b2b leader nel mondo<br />
abbiamo incontrato Luca Curtarelli, Head of business development.<br />
Fondata in Cina nel 1999 da Jack Ma e<br />
da un gruppo di collaboratori, Alibaba<br />
è tra le principali compagnie tecnologiche<br />
planetarie, con un giro d’affari pari<br />
a 1 trilione di dollari registrato nell’anno<br />
fiscale <strong>2020</strong>. La multinazionale asiatica<br />
mette a disposizione l’infrastruttura tecnologica<br />
su cui basa un ecosistema di marketplace<br />
digitali che consente, a piccole e<br />
medie imprese, ma anche a brand notori, di<br />
offrire prodotti e servizi a un bacino, in Cina<br />
e ovunque, di oltre 900 milioni di consumatori<br />
attivi. La missione ultima di Alibaba, in<br />
un’ottica di globalizzazione, è di consentire<br />
a tutti di fare business in modo semplice,<br />
ovunque.<br />
Quanto è importante l’Italia nella ‘geografia’<br />
di Alibaba?<br />
Fondamentale e ovviamente,<br />
anche in Italia, il gruppo ha l’obiettivo,<br />
originario, di connettere<br />
aziende e marchi con le opportunità<br />
derivanti dall’espansione del<br />
mercato, cinese, asiatico e, soprattutto,<br />
mondiale. La nostra<br />
Penisola è stata però la prima<br />
nazione dell’Europa continentale<br />
in cui Alibaba ha aperto una<br />
controllata, Alibaba Italia, appunto,<br />
operativa dal 25 ottobre 2015.<br />
La scelta risiede nel fatto che qui<br />
si trovano prodotti riconosciuti tra i<br />
migliori al mondo. E infatti, fra le categorie<br />
a più alta crescita, troviamo<br />
tutte le nostre eccellenze:<br />
l’agroalimentare, insieme ad abbigliamento,<br />
arredamento, cosmesi e macchinari.<br />
È attualissimo l’accordo con Cia.<br />
Parliamone…<br />
In effetti è quasi la notizia del giorno, risalendo<br />
al 15 settembre. L’intesa tra Alibaba.com e<br />
Cia-Agricoltori Italiani ha lo scopo di promuovere<br />
l’export del made in Italy agroalimentare,<br />
aprendo alle aziende nuovi canali commerciali<br />
online e favorendo incontri sul web con<br />
i buyer di tutto il mondo. E con Cia, con i suoi<br />
45 anni di esperienza, oltre 2.500 collaboratori<br />
e 23 sedi nella Penisola, siamo convinti che<br />
Alibaba.com possa sviluppare ottime sinergie,<br />
con il fine ultimo di sostenere la digitalizzazione<br />
e aiutare le aziende associate a Cia stessa<br />
a beneficiare al meglio delle opportunità<br />
offerte dal più grande marketplace B2B<br />
online al mondo, con più di 20 milioni<br />
di buyer.<br />
Quali sono i termini dell’intesa?<br />
L’accordo avrà la durata di un<br />
anno e con esso Cia e Alibaba.<br />
com si impegnano a collaborare<br />
- anche attraverso Adiacent,<br />
global service partner certificato<br />
da Alibaba.com per l’erogazione<br />
di servizi a valore aggiunto<br />
nella Comunità Europea – al fine di<br />
sostenere, promuovere e valorizzare<br />
aziende locali e prodotti agroalimentari<br />
di qualità tramite il<br />
portale web internazionale,<br />
collegando acquirenti e<br />
18 <strong>DM</strong> MAGAZINE
INTERVISTA <strong>DM</strong>M<br />
fornitori, produttori e grossisti, per condurre<br />
affari in modalità virtuale. Alibaba.com è la<br />
più grande fiera online planetaria e abbiamo<br />
unito le forze con Cia, primaria realtà dell’agroalimentare,<br />
per permettere al meglio delle<br />
produzioni locali di essere apprezzate in tutto<br />
il mondo. Anche perché, tra i punti chiave di<br />
questo patto, ci sono tanti servizi a supporto<br />
delle aziende sul marketplace: creazione di<br />
materiale pubblicitario e informativo, commercializzazione<br />
di prodotti e fornitori sulla<br />
vetrina ‘Padiglione Italia’ del portale, partecipazione<br />
a eventi e attività come roadshow,<br />
convegni, promozioni online tramite canali<br />
social o media, consulenza di marketing e<br />
comunicazione.<br />
Il lockdown ha inciso sull’attività<br />
del vostro gruppo?<br />
Nei mesi del lockdown e del post lockdown<br />
il numero di adesioni di Pmi italiane sulla<br />
piattaforma è cresciuto di oltre il 400 per<br />
cento. In sostanza, tantissime imprese<br />
hanno davvero scoperto la digitalizzazione.<br />
La nostra Penisola si è confermata dunque,<br />
come detto, una nazione chiave, in<br />
quanto i buyer di tutto il mondo, soprattutto<br />
americani ed europei, cercano, sempre<br />
più spesso, il made in Italy e i prodotti<br />
di alta qualità.<br />
Altri fatti recenti?<br />
Il 23 giugno di quest’anno si è svolto,<br />
in Italia, il nostro primo ‘Go Export’<br />
Summit online. Le Pmi hanno potuto<br />
scoprire un partner con una serie<br />
particolarmente variegata di soluzioni<br />
chiare, flessibili, capaci di assicurare<br />
un ingresso ‘morbido’ anche a chi fa<br />
le prime prove nell’universo virtuale.<br />
Il pricing, molto ragionevole, abbatte<br />
le barriere all’ingresso e consente alle<br />
Pmi di non doversi caricare di un investimento<br />
significativo avendo, in cambio,<br />
accesso a una comunità amplissima.<br />
Il summit è stato anche l’occasione<br />
per presentare i molti accordi con<br />
partner certificati e attivi sul territorio,<br />
partner che vanno dai grandi istituti<br />
finanziari, come Unicredit, fino a realtà<br />
che prendono in carico la digitalizzazione,<br />
come Italiaonline, per non parlare<br />
di associazioni e consorzi per l’export,<br />
che possono agganciarsi al Padiglione<br />
Italia, continuamente aggiornato e<br />
migliorato.n<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 19
Il buongiorno<br />
si vede dal sorriso.<br />
A volte basta un sorriso per cambiare la giornata. Noi lo sappiamo bene ed<br />
è per questo che, da quasi cinquant’anni, offriamo il nostro a chi ha deciso di<br />
sceglierci. E quando lo vediamo ritornare felice e soddisfatto, sappiamo che<br />
abbiamo fatto la cosa giusta. Sentirsi accolti mentre si fa la spesa è una cosa<br />
impagabile. Se anche voi volete sentirvi così, adesso sapete dove andare.
SUCCESSI <strong>DM</strong>M<br />
Pepco sbarca in Italia con due store<br />
Il marchio è stato lanciato nel 2004 in Polonia e da allora ha riscosso un enorme successo<br />
da parte della clientela, ampliando così la propria espansione in Europa centrale e orientale.<br />
Pepco, la catena no food più<br />
grande e in più rapida crescita<br />
d’Europa ha ufficialmente<br />
aperto le porte dei propri<br />
negozi in Italia, nelle provincie<br />
di Pordenone e Treviso. Il marchio<br />
è stato lanciato nel 2004 in<br />
Polonia e da allora ha riscosso<br />
un enorme successo da parte<br />
della clientela, ampliando così<br />
la propria espansione in Europa<br />
centrale e orientale. Ogni<br />
mese, oltre 19 milioni di persone<br />
visitano i negozi Pepco nei<br />
mercati in cui sono presenti.<br />
La catena distributiva ha<br />
all’attivo oltre 2000 negozi<br />
in Europa e offre ai propri<br />
clienti un’ampia gamma di<br />
prodotti selezionati, tra cui abbigliamento<br />
per uomo, donna<br />
e bambino, biancheria intima,<br />
accessori, giocattoli, decorazioni,<br />
prodotti tessili e articoli per<br />
la casa a basso costo. L’abbigliamento<br />
(comprese scarpe e<br />
biancheria intima) costituisce<br />
circa il 60% dell’offerta della<br />
catena, mentre gli articoli per<br />
la casa rappresentano il restante<br />
40%.<br />
primi Pepco store in Italia<br />
I sono stati inaugurati qualche<br />
giorno fa in due famose<br />
shopping location del Nord-<br />
Est: il primo negozio si trova<br />
nel centro commerciale Gran<br />
Shopping Granfiume a Fiume<br />
Veneto in provincia di Pordenone,<br />
mentre il secondo è<br />
stato aperto nel centro commerciale<br />
Emisfero Sileamare<br />
a Silea, in provincia di Treviso.<br />
«Siamo molto felici che l’Italia<br />
sia entrata a far parte della<br />
lista di Paesi in cui opera<br />
Pepco. I clienti italiani avranno<br />
ora la possibilità di visitare<br />
i nostri punti vendita e approfittare<br />
della vasta gamma di<br />
prodotti offerti dalla catena<br />
a prezzi molto convenienti.<br />
Sono convinto che gli articoli<br />
proposti saranno in grado<br />
di soddisfare pienamente i<br />
gusti degli italiani», afferma<br />
Marcin Stańko, operation<br />
director per Pepco.<br />
L<br />
’Italia è il dodicesimo<br />
Paese in cui è possibile<br />
acquistare i prodotti Pepco: i<br />
negozi della catena sono già<br />
operativi in Repubblica Ceca,<br />
Croazia, Estonia, Lettonia,<br />
Lituania, Ungheria, Polonia,<br />
Slovacchia, Slovenia, Romania<br />
e Bulgaria. Oltre alle<br />
aperture italiane, è prevista<br />
l’inaugurazione di nuovi punti<br />
vendita in Serbia a ottobre.<br />
Nei mesi successivi ci saranno<br />
ulteriori aperture in<br />
altre località italiane, tra cui<br />
Mantova, Bologna, Udine e<br />
Venezia. La catena prevede,<br />
infatti, di aprire altri 7 negozi<br />
e creare più di 100 posti di<br />
lavoro, sia part time sia full<br />
time, entro la fine del <strong>2020</strong>.n<br />
Leggi anche “Prima della prima: parla<br />
il Direttore operativo di Pepco, Marcin Stańko”<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 21
22 <strong>DM</strong> MAGAZINE<br />
Frutta secca,<br />
un business dinamico e salutare
MERCATI <strong>DM</strong>M<br />
Il mercato nell’anno terminante ad agosto <strong>2020</strong> registra una crescita<br />
del +5,1% a volume e del +4,8% a valore rispetto all’anno<br />
precedente con un giro d’affari superiore ai 724 milioni di euro.<br />
Lo scaffale, sempre più dinamico e ricco di proposte, vede semi<br />
tostati e frutta secca senza guscio in cima alle preferenze degli<br />
italiani. Bene anche la frutta secca a guscio che, da tempo in sofferenza,<br />
torna a crescere nei primi mesi dell’anno.<br />
Vendite positive per la<br />
frutta secca che, nell’anno<br />
terminante ad agosto<br />
<strong>2020</strong>, registra una crescita<br />
del +5,1% a volume e del<br />
+4,8% a valore rispetto all’anno<br />
precedente, con un giro d’affari<br />
superiore ai 724 milioni di<br />
euro (fonte: IRI, Totale Italia,<br />
Iper+Super+LSP, a.t. agosto<br />
<strong>2020</strong>). A trainare il comparto<br />
sono i semi tostati, che mettono<br />
a segno un incremento pari<br />
a +8,9% a volume e a +9,6% a<br />
valore, e la frutta secca senza<br />
guscio che registra +8,4% a<br />
volume e +6,8% a valore. Bene<br />
anche datteri e fichi (+4,9 a vol.<br />
e +7% a val.), frutta secca con<br />
guscio (+3,3% a vol. e +4% a val.)<br />
e prugne (+3,4 a vol. e +3,3% a<br />
val.), mentre si evidenzia una<br />
contrazione per le barrette<br />
(-1,7% a vol. e -11% a val.) e<br />
per il segmento frutta essiccata/esotica/altri<br />
(-3% a<br />
vol. e -8,1% a val.). I<br />
primi tre marchi<br />
(Noberasco,<br />
Madi Ventura<br />
ed Euro<br />
Company)<br />
coprono a valore<br />
il 26,5% del<br />
mercato, mentre<br />
la private label<br />
raggiunge quota<br />
37,3%. La vivacità che sta<br />
caratterizzando il settore<br />
è dimostrata anche<br />
dai numeri positivi<br />
dell’import-export:<br />
«Nel 2019 le esportazioni<br />
hanno raggiunto le<br />
76.474 tonnellate, secondo<br />
i dati Istat elaborati da<br />
Fruitimprese, rispetto alle<br />
74.924 tonnellate del 2018,<br />
con un aumento del 2,1%<br />
in termini quantitativi e del<br />
1,2% a livello di fatturato,<br />
passato da 494.405 a 500.213<br />
milioni di euro», afferma Vittoria<br />
Calcagni, responsabile relazioni<br />
esterne di Besana, il maggior<br />
produttore italiano che da<br />
solo copre quasi 1/3 dell’export.<br />
Anche le importazioni hanno registrato<br />
una netta crescita, essendo<br />
passate dalle 246.958 tonnellate<br />
del 2018 alle 280.314 tonnellate<br />
del 2019 (+13,5%).<br />
Canali e aree geografiche<br />
A livello di aree geografiche,<br />
il Nord<br />
Ovest registra<br />
la migliore<br />
performance<br />
(+35,9<br />
a vol. e<br />
+35,4% a<br />
val.), seguito<br />
dal Nord
aciati dalla natura<br />
Noi di Fattoria dei Sapori raccogliamo dalla tradizione i frutti di una natura nuova,<br />
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MERCATI <strong>DM</strong>M<br />
Est (+26,1% a vol.<br />
e +26,5 a val.), dal<br />
Centro+Sardegna<br />
(+24,8 a vol. e +25,7<br />
a val.) e dal Sud<br />
(+13,1% a vol. e<br />
+12,4% a val.). Per<br />
quanto riguarda i<br />
canali, il super è<br />
in testa agli altri<br />
mettendo a segno<br />
una crescita significativa<br />
pari a +74% a volume<br />
e +74,4 a valore. L’iper registra<br />
+15,1% a volume e +13,6% a valore,<br />
mentre LSP segna +10,9%<br />
a volume e +12% a valore. La<br />
crisi sanitaria che ha interessato<br />
il Paese negli ultimi mesi ha<br />
ridefinito non solo le abitudini<br />
di consumo ma anche la scelta<br />
dei canali di acquisto, portando<br />
anche a incrementi significativi<br />
delle vendite online, come confermato<br />
da Mario Zani, direttore<br />
generale di Euro Company:<br />
«il canale e-commerce ha<br />
subito un’impennata eclatante,<br />
che ha cambiato molto gli<br />
scenari di mercato e che andrà<br />
senz’altro tenuto in considerazione<br />
per le strategie future».<br />
Il lockdown riporta verso<br />
prodotti più tradizionali<br />
Se il 2019 ha visto crescere<br />
maggiormente il consumo<br />
di prodotti ad alto contenuto<br />
di servizio e ideali per un<br />
consumo “on the go”, come<br />
barrette e misti di frutta secca<br />
sgusciati già porzionati, «il<br />
periodo di lockdown ha riportato<br />
i consumi “alle origini”<br />
– dichiara Mattia Noberasco,<br />
amministratore delegato di<br />
Noberasco – privilegiando gli<br />
ingredienti di base e i formati<br />
scorta, in modo trasversale<br />
alle diverse categorie; nella<br />
Nucis Italia: frutta secca è benessere<br />
L’obiettivo di Nucis Italia, realtà che associa le principali aziende italiane che producono<br />
e commercializzano frutta secca ed essiccata, è quello di sensibilizzare il consumatore sui<br />
benefici nutrizionali e salutistici legati al consumo quotidiano di frutta secca e disidratata.<br />
Proprio per questo porta avanti, da diversi anni, la campagna “frutta secca è benessere”,<br />
che coinvolge medici nutrizionisti, specialisti in Scienza dell’Alimentazione e medici di base.<br />
I progetti di comunicazione per l’anno <strong>2020</strong>-2021, prevedono l’attivazione di un’iniziativa<br />
di in-store communication all’interno di oltre 1.250 punti vendita<br />
delle maggiori catene distributive a livello nazionale. In<br />
alcuni negozi selezionati saranno organizzate delle giornate<br />
di consulenza nutrizionale durante le quali il nutrizionista<br />
coinvolgerà la clientela e, grazie a un questionario ad hoc,<br />
riuscirà a fornire consigli circa il consumo quotidiano di frutta<br />
secca o disidratata in base ai risultati ottenuti.<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 25
MERCATI <strong>DM</strong>M<br />
,<br />
Novità tropicali<br />
per Noberasco<br />
Quest’estate Noberasco ha lanciato la<br />
gamma i Tropicali - CoccoBello, Viva il<br />
Mix Tropicale, Bio Mango, Bio Ananas e<br />
la versione Bio Mix Tropicale - proposta in<br />
confezioni doy richiudibili. Il packaging risponde<br />
alla grande attenzione del brand nei<br />
confronti della tutela dell’ambiente: quattro<br />
delle cinque confezioni, infatti, sono<br />
smaltibili nel circuito della carta previa separazione<br />
dello zipper, mentre CoccoBello<br />
è smaltibile nel circuito della plastica. Le<br />
novità tropicali, inoltre, sono al centro di<br />
un importante progetto di sviluppo della<br />
nazione d’origine di tutte le materie prime:<br />
lo Sri Lanka. Nella piccola nazione<br />
asiatica, infatti, Noberasco è impegnata a<br />
supportare la locale realtà cooperativa che<br />
si dedica al conferimento e fornitura della<br />
frutta al fine di migliorare il processo complessivo<br />
di gestione del prodotto. L’iniziativa<br />
sposa a pieno i pilastri valoriali dell’azienda,<br />
che insieme danno vita al “Metodo<br />
Noberasco”: attenzione alle condizioni di<br />
lavoro in essere presso i propri partner fornitori;<br />
rispetto e sostenibilità ambientale;<br />
correttezza delle procedure gestionali dei<br />
fornitori; coinvolgimento e sviluppo delle<br />
comunità, in particolare, nelle aree in via<br />
di sviluppo.<br />
frutta secca, per esempio, si<br />
è registrato un rinnovato interesse<br />
per la frutta in guscio, da<br />
tempo in sofferenza rispetto<br />
alle referenze già sgusciate».<br />
Dal mese di aprile in poi, infatti,<br />
la categoria ha evidenziato una<br />
crescita dei consumi di prodotti<br />
più tradizionali, nei formati<br />
grandi e convenienza, adatti<br />
per un consumo domestico<br />
e alla preparazione di ricette<br />
casalinghe.<br />
Il consumatore cerca prodotti<br />
salutari e naturali<br />
La sempre maggiore attenzione<br />
degli italiani nei confronti<br />
della qualità degli ingredienti<br />
e dell’apporto che essi forniscono<br />
in termini salutistici, ha<br />
sicuramente contribuito alla<br />
crescita costante del comparto.<br />
«La tendenza generale – spiega<br />
Federica Fiore, marketing<br />
manager di Sama – è quella<br />
di ricercare prodotti naturali e<br />
salutari, con proprietà nutritive<br />
benefiche per l’organismo.<br />
Noci, mandorle e pistacchi<br />
sono fonte di proteine, ma<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 27
FRUTTA SECCA DAL 1921<br />
From field to fork<br />
Dal 1921 leader internazionale nella trasformazione di frutta secca, il Gruppo Besana<br />
è fornitore di Private Label delle principali catene di distribuzione in Europa e nel<br />
mondo. La divisione Industria fornisce semilavorati alle principali aziende alimentari<br />
internazionali e al canale HoReCa.<br />
Besana dispone di un modello di business integrato con una rete mondiale di produttori.<br />
Questa filiera virtuosa e sostenibile, dall’agricoltore al consumatore, permette un<br />
approvvigionamento di materie prime di alta qualità, con tracciabilità completa.<br />
Il Gruppo Besana è un’azienda familiare cresciuta grazie all’impegno e alla dedizione<br />
di 4 generazioni della famiglia Calcagni. Fonda la leadership internazionale su capisaldi<br />
quali innovazione, qualità e sostenibilità.<br />
www.besanaworld.com
MERCATI <strong>DM</strong>M<br />
anche di vitamine e<br />
minerali essenziali,<br />
per questo si adattano<br />
perfettamente ai<br />
trend salutistici odierni.<br />
La referenza di frutta<br />
secca più distribuita<br />
da Sama è la noce, in<br />
particolare la varietà<br />
Lara. Per il brand Fattoria<br />
dei Sapori è stato<br />
selezionato un calibro<br />
di pregio con diametro<br />
38+ che, poco presente<br />
a scaffale, rappresenta<br />
un prodotto differente e<br />
visivamente d’impatto».<br />
Anche New Factor punta<br />
sulle noci con Mister<br />
Nut un Mondo di Noci,<br />
una linea di noci estere,<br />
di cui, grazie alla<br />
ricerca e alla tecnologia<br />
italiana, l’azienda è in<br />
grado di garantire alta<br />
qualità e freschezza.<br />
«Si tratta di un nuovo<br />
progetto – afferma<br />
Jasmina Annibali, responsabile<br />
comunicazione<br />
e marketing New<br />
Factor – per valorizzare<br />
il consumo di noci di<br />
qualità. L’obiettivo è di<br />
assicurare una continuità<br />
di freschezza del<br />
prodotto, acquistando<br />
la materia prima, in<br />
base al periodo di produzione,<br />
dai migliori<br />
produttori del mondo<br />
e di darne un ulteriore<br />
valore aggiunto grazie<br />
alla nostra esperienza<br />
maturata negli anni».<br />
Nuovi gusti<br />
per le barrette<br />
La frutta secca in barrette<br />
è molto apprezzata<br />
dai consumatori<br />
perché rappresenta uno<br />
spuntino sano, nutriente<br />
e pratico da consumare<br />
in ogni momento<br />
della giornata. Tra le<br />
proposte più gradite ci<br />
sono le morbide barrette<br />
biologiche BBMIX<br />
e BBExtra di Madi Ventura,<br />
con frutta secca<br />
ed essiccata e nessun<br />
altro ingrediente<br />
aggiunto che, grazie<br />
all’innovativo processo<br />
di lavorazione a freddo,<br />
mantengono inalterate<br />
tutte le proprietà nutrizionali<br />
dei frutti. Anche<br />
New Factor è presente<br />
in questo segmento<br />
con la linea Mister Nut<br />
Wellness, che si è recentemente<br />
arricchita<br />
con nuove referenze:<br />
Arachidi-Ananas, Mandorle-Datteri,<br />
Nocciola-<br />
Caffè, Pistacchi-Zenzero,<br />
Mandorle-Albicocca,<br />
Nocciole-Fave di Cacao.<br />
«A queste – sottolinea<br />
Jasmina Annibali – si<br />
aggiungono le barrette<br />
100% italiane realizzate<br />
Nasce la filiera dell’arachide 100% italiana<br />
Al via il primo raccolto dell’arachide 100% italiana, progetto nato da una collaborazione di<br />
successo tra SIS (Gruppo BF Spa), Noberasco e Coldiretti. La domanda di arachidi sul mercato<br />
nazionale è oggi quasi interamente coperta da prodotto straniero, importato generalmente da<br />
Israele, Egitto e Stati Uniti d’America. La rinascita della filiera dell’arachide nostrana presenta<br />
quindi un enorme potenziale di sviluppo e vedrà, nei prossimi anni, tutto il comparto impegnato a<br />
riattivare gli aspetti agricoli e industriali necessari a rispondere a una richiesta<br />
che si preannuncia di grande valore e che potrebbe portare alla coltivazione<br />
di più di 30.000 ettari sul territorio. Più piccola, più scura e con gusto<br />
particolare rispetto alle tipologie convenzionali, l’arachide italiana viene<br />
depositata in campo nel mese di aprile e raccolta verso la metà/<br />
fine di settembre; necessita di terreni torbosi, di temperature elevate e<br />
di molte ore di luce. Proprio per queste caratteristiche la regione che<br />
ha visto maggiormente svilupparsi questa coltivazione è stata l’Emilia-<br />
Romagna e in particolar modo la zona del ferrarese.<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 29
Non smetteremo mai<br />
di metterci il cuore.<br />
Ogni giorno 3.500 negozi delle nostre 27 insegne si adoperano per garantirvi<br />
prodotti di alta qualità a prezzi sempre più bassi.<br />
Da sempre noi di Gruppo VéGé operiamo con passione per rispondere alle esigenze di tutti.<br />
Ecco perché, in questo difficile periodo, i negozi, supermercati e ipermercati del nostro Gruppo<br />
hanno stabilito di bloccare i prezzi sui prodotti delle loro marche e, contemporaneamente,<br />
di continuare ad aumentare il numero di promozioni e offerte. Una scelta concreta con<br />
cui desideriamo dimostrarvi, ancora una volta, vicinanza, attenzione, cura.
MERCATI <strong>DM</strong>M<br />
con le Noci di Romagna,<br />
con solo due ingredienti<br />
di provenienza nazionale,<br />
proposte in tre<br />
varianti: Noci di Romagna<br />
e fichi, Noci di<br />
Romagna e Mela, Noci<br />
di Romagna e Pera». Le<br />
Barrette Proteiche Plus,<br />
invece, sono l’ultima<br />
novità in casa Noberasco,<br />
disponibili in tre varianti<br />
di gusto: datteri,<br />
caffè e mirtilli. Le referenze,<br />
prive di lattosio,<br />
zuccheri, sciroppi e olio<br />
di palma, sono ideali<br />
per chi pratica sport<br />
sia a livello amatoriale<br />
che pre agonistico, ma<br />
anche per chi è attento<br />
al proprio benessere<br />
che passa da una sana<br />
alimentazione.<br />
L’ITALIANITÀ AL CENTRO<br />
DELL’OFFERTA<br />
Nel corso dell’anno Euro Company ha proseguito<br />
il percorso legato al concetto di “Qualità Etica”<br />
con i propri fornitori stipulando, tra le altre cose,<br />
un accordo di almeno 3 anni, creando relazioni dirette<br />
per eludere la logica del prezzo basso a ogni costo e<br />
concordando un prezzo minimo garantito. Tale percorso<br />
ha permesso il lancio di alcuni prodotti 100% nazionali:<br />
eccellenze italiane – tra cui Etrusca, la nocciola della Tuscia,<br />
e Caruso, la noce di Sorrento – provenienti da filiere<br />
tracciabili e trasparenti, destinate altrimenti a restare<br />
marginali e a scomparire. Garantire prodotti italiani<br />
coltivati con amore e rispetto è infatti la strada che<br />
l’azienda sta percorrendo offrendo materie prime<br />
di qualità come la mandorla Dolcina, la noce in<br />
guscio Biancanoce e i bicchieri 100% Frutta<br />
Italiana.<br />
Uno scaffale sempre<br />
più ricco<br />
Besana innova lo scaffale<br />
con la crema spalmabile<br />
100% frutta<br />
secca, disponibile in<br />
quattro varianti di gusto.<br />
«Il nut butter – spiega<br />
Vittoria Calcagni – è una<br />
vera “spremuta” ottenuta<br />
solo dalla frutta<br />
secca: sana e genuina,<br />
ad alto tenore proteico,<br />
è naturalmente ricca di<br />
preziosi elementi nutritivi<br />
e totalmente priva<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 31
MERCATI <strong>DM</strong>M<br />
Besana entra nel Gruppo Importaco<br />
per rafforzare la leadership europea<br />
Besana ha recentemente comunicato il suo ingresso in Importaco, gruppo<br />
spagnolo specializzato nel settore della frutta secca e delle bevande<br />
naturali. L’intesa tra le due aziende è volta al potenziamento a livello internazionale<br />
e intende rafforzare il vantaggio competitivo nel settore dei<br />
prodotti naturali, come nocciole, anacardi, mandorle, arachidi e semi. Tale<br />
obiettivo è sostenuto da una visione aziendale condivisa tra i due partner<br />
e corroborata da una lunga tradizione di attività ispirate a valori che fanno<br />
la differenza: sicurezza alimentare, qualità, innovazione, sostenibilità,<br />
competenza. Riccardo Calcagni, AD di Besana, ha commentato: «La globalizzazione<br />
dei nuovi mercati e lo sviluppo di sinergie per migliorare le economie di scala sono<br />
fattori determinanti nello scenario attuale. Il Gruppo Importaco è il partner strategico ideale per il<br />
raggiungimento di questi obiettivi e la creazione di valore attraverso la catena di fornitura».<br />
di conservanti, coloranti<br />
e aromi artificiali». L’azienda<br />
ha introdotto<br />
anche una linea di lusso,<br />
realizzata solo con ingredienti<br />
premium: una<br />
mandorla tostata spolverizzata<br />
di tartufo estivo<br />
Urbani, ricco in proteine<br />
e fibre. Per una pausa<br />
sfiziosa, invece, Besana<br />
propone le nocciole<br />
ricoperte di cioccolato<br />
fondente con estratto di<br />
caffè monorigine brasiliano<br />
e le mandorle<br />
ricoperte di cioccolato e<br />
spolverate di cacao con<br />
vaniglia del Madagascar.<br />
Tra le novità pronte per<br />
l’autunno troviamo gli<br />
Snack Revolution di Euro<br />
Company: Crazy Cocco,<br />
chips di cocco tostate<br />
e leggermente salate,<br />
Robusto caffeina croccante,<br />
a base di ananas<br />
essiccato, noci pecan e<br />
chicchi tostati di caffè<br />
peruviano, e Chocorilla,<br />
snack composto da<br />
anacardi con un pizzico<br />
di sale, noci pecan caramellate<br />
al miele e pepite<br />
di cioccolato. In rampa<br />
di lancio poi Antica Torrefazione<br />
Italiana, brand<br />
che recupera un antico<br />
ingrediente dal sapore<br />
speciale: il tempo. «È<br />
infatti grazie all’abilità<br />
dei nostri mastri tostatori<br />
– dichiara Mario Zani<br />
– che abbiamo dato vita a<br />
una linea di frutta secca<br />
dall’aroma e dalla croccantezza<br />
straordinaria,<br />
attraverso una modalità di<br />
cottura lenta e uniforme,<br />
realizzata su forno a teglia».<br />
Una comunicazione<br />
trasparente<br />
Le aziende del comparto<br />
scelgono di parlare ai<br />
consumatori in diversi<br />
modi e utilizzando differenti<br />
media. La strategia<br />
comunicativa di Sama si<br />
basa sia su media tradizionali<br />
che su strumenti<br />
digital, anche se la comu-<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 33
MERCATI <strong>DM</strong>M<br />
nicazione inizia prima<br />
di tutto dallo scaffale:<br />
la visibilità del packaging<br />
e la trasparenza<br />
che mostra la qualità<br />
del prodotto è il primo<br />
messaggio di Fattoria<br />
dei Sapori per il consumatore,<br />
cercando<br />
sempre di instaurare<br />
un dialogo diretto attraverso<br />
informazioni<br />
utili su prodotto, filiera<br />
ed eventuali impieghi in<br />
cucina. Media mix anche<br />
per Ventura che da<br />
diversi anni ha impostato<br />
un piano di<br />
comunicazione<br />
integrata,<br />
includendo tv,<br />
radio, campagne<br />
web,<br />
social e attività<br />
di field<br />
marketing.<br />
Durante il<br />
lockdown, a<br />
ridosso della<br />
Pasqua, l’azienda ha<br />
deciso di realizzare uno<br />
spin off della campagna<br />
già esistente per<br />
ribadire l’importanza<br />
di “restare a casa”, o<br />
meglio, di “resistere a<br />
casa”. «La campagna –<br />
spiegano Matteo Giorgi,<br />
digital marketing<br />
manager e Angelica<br />
Addeo –, trasmessa in<br />
tv e declinata su Facebook<br />
e Instagram, è uno<br />
straordinario esempio<br />
di come Ventura creda<br />
nell’utilizzo coordinato<br />
dei canali media<br />
al fine di promuovere<br />
una<br />
brand identity<br />
forte e coerente».<br />
La comunicazione<br />
di Noberasco,<br />
invece, si<br />
concentra principalmente<br />
sul<br />
mondo digitale,<br />
soprattutto sui<br />
social, con un approccio<br />
prodotto-centrico e un<br />
tone of voice articolato<br />
a seconda della piattaforma<br />
su cui è veicolato<br />
il contenuto per trasmettere<br />
valori veritieri<br />
in modo trasparente e<br />
mirato.<br />
Più attenzione<br />
per l’ambiente<br />
Il rispetto per l’ambiente<br />
e per le risorse<br />
collettive guida l’operato<br />
di molti player del<br />
mercato, che cercano<br />
di tradurre il proprio<br />
impegno in azioni concrete<br />
spaziando dalla<br />
riduzione delle emissioni<br />
di CO2 al risparmio<br />
idrico, dall’installazione<br />
di pannelli fotovoltaici<br />
negli stabilimenti fino<br />
ad arrivare alla scelta<br />
di packaging riciclabili.<br />
In particolare, l’assunzione<br />
di una precisa<br />
responsabilità in fatto<br />
di sostenibilità da parte<br />
di Euro Company è<br />
testimoniata dal suo<br />
essere Società benefit<br />
dal 2018 e parte del<br />
movimento B Corp dal<br />
2019. Nel <strong>2020</strong> l’azienda<br />
ha avviato uno studio di<br />
Life Cycle Assessment<br />
(LCA), ossia uno studio<br />
comparativo dell’impatto<br />
ambientale che<br />
hanno i packaging dei<br />
prodotti in tutte le fasi<br />
del loro ciclo di vita.<br />
34 <strong>DM</strong> MAGAZINE
MERCATI <strong>DM</strong>M<br />
L’esito di questa analisi permette<br />
di sviluppare uno studio successivo<br />
di ecodesign delle confezioni,<br />
al fine di rendere ancora maggiori<br />
gli impatti positivi provocati dalle<br />
scelte aziendali sull’ambiente.<br />
Besana si è dotata di una propria<br />
sustainability chart per la riduzione<br />
di CO2, lavorando su importanti<br />
investimenti strutturali come l’installazione<br />
di un trigeneratore di<br />
ultima generazione. Investe inoltre<br />
sul packaging, favorendo l’utilizzo<br />
di plastiche monomateriale (per<br />
una piena riciclabilità) e il recupero<br />
di cartoni e glassine di scarto. «Già<br />
entro quest’anno – sottolinea Vittoria<br />
Calcagni – un quarto dei nostri<br />
imballaggi saranno riciclabili, il<br />
100% entro il 2025. Un’ulteriore<br />
tappa di questo percorso “green”<br />
è prevista nel 2035, quando tutte<br />
le soluzioni di imballaggio saranno<br />
compostabili e biodegradabili, prodotte<br />
totalmente da fonti rinnovabili<br />
e riciclate, per un reale impatto<br />
zero sull’ambiente».n<br />
Arriva Scorta Verde, la linea<br />
“green” di Ventura<br />
Guardando agli sviluppi Ventura sul<br />
mercato, l’azienda punterà sempre di<br />
più su progetti e prodotti caratterizzati<br />
da un elevato apporto valoriale sia<br />
in termini nutrizionali e salutistici, sia<br />
in termini di sicurezza alimentare e<br />
di sostenibilità ambientale. «A breve<br />
– dichiara Angelica Addeo, brand<br />
manager Ventura – lanceremo una<br />
nuova linea monofrutto, che comprende<br />
pistacchi tostati, noci sgusciate<br />
e mandorle sgusciate, e mix, ovvero<br />
uvetta, mandorle pelate, nocciole e<br />
noci sgusciate, nei formati “scorta”<br />
da 350 g e 500 g, accuratamente selezionati<br />
tra i migliori raccolti per ciascuna<br />
materia prima». La linea Scorta<br />
Verde è confezionata in packaging<br />
100% biodegradabile e compostabile,<br />
amico dell’ambiente perché nato dalla<br />
bioplastica vegetale per essere raccolto<br />
nell’umido di casa e differenziato<br />
nell’organico. La scelta della busta<br />
a cuscino, inoltre, ha lo scopo di massimizzare<br />
l’efficienza logistica e ottimizzare<br />
le pallettizzazioni per ridurre<br />
al minimo l’impatto ambientale.<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 35
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA<br />
La linea COLOMBA PLATINO<br />
si amplia con il NERO D’AVOLA<br />
Nato nel 1959, Colomba Platino Insolia<br />
è un vino da sempre protagonista<br />
dell’enologia siciliana e della ristorazione,<br />
creato da Topazia Alliata, ultima discendente<br />
della famiglia a gestire la casa vinicola<br />
Duca di Salaparuta: si tratta di un’Insolia in<br />
purezza, prodotta con uve provenienti dalla<br />
Sicilia occidentale, dove il clima caldo-arido e<br />
la forte escursione termica permettono la perfetta<br />
maturazione delle uve a bacca bianca. Il<br />
<strong>2020</strong> è stato un anno di grandi novità per la<br />
linea Colomba Platino, interessata dall’ingresso<br />
in Grande Distribuzione e dall’ampliamento<br />
della gamma, arricchita da un nuovo Nero<br />
d’Avola: in seguito ad approfondite ricerche<br />
di mercato, infatti, l’azienda ha individuato il<br />
target di riferimento privilegiato per la linea<br />
Colomba Platino, ossia la fascia di consumatori,<br />
definita “premium seeker”, che cerca rassicurazioni<br />
sul prezzo e sulla notorietà del<br />
brand. Realizzato con le uve provenienti dal<br />
profondo sud della Sicilia, dove sole e vento<br />
contribuiscono alla produzione di frutti sani e<br />
di grande struttura, il Nero d’Avola è un vino
ampio e vellutato al palato, contraddistinto<br />
da note speziate che rispecchiano al meglio<br />
tutte le caratteristiche più autentiche<br />
del Terroir. La gamma si distingue anche<br />
per il packaging originale e riconoscibile,<br />
caratterizzato dalla bottiglia renana, solitamente<br />
impiegata per i vini del Nord Italia e<br />
inusuale tra gli scaffali della Grande Distribuzione:<br />
con la nuova etichetta avvolgente,<br />
irregolare e ondulata (bianca per l’Insolia e<br />
nera per il Nero d’Avola), la linea Colomba<br />
Platino comunica il carattere aristocratico<br />
di questi vini, catturando l’attenzione<br />
dei consumatori più attenti all’estetica e al<br />
design. Entrambe le referenze, presenti in<br />
Gdo dall’inizio del <strong>2020</strong>, hanno registrato<br />
buone performance se pur incontrando lievi<br />
difficoltà di inserimento iniziali, dovute<br />
all’emergenza sanitaria che ha interessato il<br />
Paese e i primi riscontri registrati da parte<br />
dei consumatori e dei buyer della Grande<br />
Distribuzione sono molto positivi.
La nostra tutela<br />
è la vostra sicurezza.
OPINIONE <strong>DM</strong>M<br />
Oltre l’assortimento,<br />
l’OFFERTA<br />
C’è un nuovo category management “olistico” all’orizzonte<br />
che considera tutti gli elementi dell’offerta: perché<br />
è indubbio che le scelte assortimentali influiscano sul<br />
posizionamento dell’insegna.<br />
Tra le chiavi di successo di<br />
alcune insegne c’è senz’altro<br />
la distintività del proprio<br />
assortimento, sia in chiave di<br />
completezza, che di originalità,<br />
che di attinenza al territorio:<br />
comunque di non omologazione.<br />
E a ben guardare ciò che<br />
risulta vincente è la coerenza<br />
dell’assortimento all’interno del<br />
contesto più ampio di un’offerta<br />
distintiva.<br />
Assortimento e Offerta ,<br />
nel linguaggio operativo<br />
della GDO spesso sono utilizzati<br />
come sinonimi, ma non<br />
lo sono: il principale requisito<br />
dell’assortimento è di essere<br />
perfettamente sovrapposto alla<br />
lista della spesa dei clienti, al<br />
loro tempo disponibile, al loro<br />
desiderio di scelta (che non è<br />
l’imbarazzo della scelta !), e di<br />
gratificazione; meglio se poi an-<br />
ticipa un loro bisogno latente.<br />
Se l’assortimento non soddisfa<br />
queste caratteristiche, l’offerta<br />
rischia di essere decodificata<br />
dal cliente soprattutto attraverso<br />
prezzo e promozioni:<br />
la marginalità si abbatte, la<br />
fedeltà è messa tutti i giorni a<br />
rischio.<br />
C<br />
’è un nuovo category management<br />
“olistico” all’orizzonte<br />
che considera tutti<br />
gli elementi dell’offerta: perché<br />
è indubbio che le scelte<br />
assortimentali influiscano sul<br />
posizionamento dell’insegna<br />
anche per aspetti non legati<br />
alla scelta, ma alla costruzione<br />
stessa dell’offerta, come ad<br />
esempio la percezione di convenienza<br />
(struttura dei terzili,<br />
prezzo medio, ecc.); per non<br />
parlare degli aspetti relazionali<br />
e di appartenenza che ruotano<br />
attorno a certe scelte assortimentali:<br />
perché l’assortimento<br />
rivela il progetto commerciale<br />
di un’insegna.<br />
invece assistiamo ancora<br />
all’appiattimento degli E<br />
assortimenti, spesso legato<br />
all’allineamento su valori medi<br />
rilevati sul mercato, mentre<br />
quasi mai la migliore risposta<br />
ai bisogni dei propri clienti si<br />
ottiene “facendo la media”.<br />
Serve un approccio e delle<br />
soluzioni che restituiscano<br />
personalità all’offerta,<br />
analizzando in profondità<br />
il comportamento dei clienti,<br />
identificando le chiavi d’ingresso<br />
per categoria e unità di<br />
bisogno, simulando l’impatto<br />
delle scelte in tempo reale.<br />
Il livello di complessità aumenta,<br />
servono apertura e strumenti<br />
adeguati.n<br />
Marco Filipponi<br />
TradeLab Senior Consultant<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 39
SOLUZIONI IN VETRINA <strong>DM</strong>M<br />
#Zerowaste<br />
ed Economia Circolare<br />
L’impatto della<br />
refrigerazione nella<br />
conservazione del<br />
cibo e la capacità<br />
di riciclo globale<br />
Il 29 settembre si è tenuta la Giornata Internazionale<br />
della Consapevolezza sugli<br />
Sprechi e le Perdite Alimentari: un’occasione<br />
per riflettere su alcuni fattori che stanno<br />
diventando di assoluta importanza nel mondo<br />
dell’industria alimentare, distribuzione<br />
organizzata compresa. L’applicazione della<br />
legge Gadda (legge n.166/16), attualmente<br />
la migliore in Europa, stimola tutti gli attori<br />
della filiera a essere partecipi e attivi nella<br />
riduzione dello scarto alimentare. A partire<br />
dall’ambiente domestico siamo tutti coinvolti<br />
a fare nostre queste nuove abitudini. Nessuno<br />
è esente, e la consapevolezza di essere chiamati<br />
a portare risultati ci rende responsabili<br />
delle nostre azioni.<br />
L<br />
’atto del riciclo dello scarto, o per lo meno<br />
di quello che una volta consideravamo<br />
scarto, col passare del tempo ha creato un<br />
automatismo che, sotto gli occhi di tutti, sta<br />
producendo risultati incredibili. Il coinvolgimento<br />
della società civile e dell’associazionismo<br />
a livello nazionale e internazionale<br />
(Banco Alimentare, Feba, FBAO) permette di<br />
riutilizzare il cibo in scadenza nel migliore dei<br />
modi.<br />
In queste nuove dinamiche entra il comparto<br />
industriale, che con i settori dedicati alla<br />
produzione del cibo e alla produzione dei macchinari<br />
per la loro conservazione riesce a dare<br />
un contributo importante, a volte straordinario.<br />
L’industria conserviera, grazie a una produzione<br />
consapevole e un controllo della filiera alimentare<br />
senza punti deboli, è riuscita a ridurre<br />
lo spreco di alimenti sfruttando al massimo le<br />
capacità intrinseche del proprio settore. Allo<br />
stesso tempo, il comparto del freddo ha fatto<br />
la sua parte proponendo macchinari che garantiscono<br />
una shelf-life e una conservazione<br />
adeguata delle referenze, mantenendo intatte<br />
le caratteristiche organolettiche e proteiche<br />
del cibo. È possibile però andare anche oltre:<br />
il passo successivo alla più tradizionale attenzione<br />
per la conservazione dei cibi è l’adesione<br />
di tutti i prodotti, inclusi i packaging, al ciclo<br />
dell’economia circolare. Secondo la definizione<br />
40 <strong>DM</strong> MAGAZINE
SOLUZIONI IN VETRINA <strong>DM</strong>M<br />
della Ellen MacArthur Foundation, nell’economia<br />
circolare i flussi di materiali sono di due tipi:<br />
quelli biologici, che possono essere reintegrati<br />
nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere<br />
rivalorizzati senza entrare nella biosfera. Epta,<br />
Gruppo multinazionale specializzato nella refrigerazione<br />
commerciale, nella sua globalità è già<br />
pienamente coinvolta nell’adozione delle pratiche<br />
di economia circolare: ne è testimonianza<br />
la profonda collaborazione con l’Università delle<br />
Scienze Gastronomiche di Pollenzo e il concept<br />
Circular Bar & Grocerant presentato all’ultima<br />
edizione EuroShop, che si è tenuta a Düsseldorf<br />
nel febbraio di quest’anno.<br />
Il concept illustra come realizzare un bar o il<br />
servizio di ristorazione Grocerant in<br />
un punto vendita (Grocery + Restaurant),<br />
adottando soluzioni che minimizzino<br />
l’impatto ambientale e che siano<br />
portatrici di innovazione sociale. Sviluppato<br />
dall’Università di Scienze Gastronomiche<br />
(prof. Franco Fassio con il team<br />
Relazioni Esterne Unisg Gabriele Cena,<br />
Matteo Doveri, Daniele Ceratto, Roberta<br />
Rainero e la collaborazione di Alberto<br />
Montobbio, studente Unisg del corso di<br />
Laurea Magistrale in Food Innovation &<br />
Management) insieme al Gruppo Epta e<br />
il suo team specializzato EptaConcept<br />
(coordinato da Giorgio De Ponti, Product<br />
Strategy Manager Epta) ha riunito anche<br />
ben 16 stakeholders, alcuni dei quali d’importanza<br />
mondiale: Lavazza, Wega, Novamont, Lucart,<br />
BWT, Andriani, Colussi Group, Keo Project, Oleificio<br />
Zucchi, Fungo Box, Molecola, Kulmbacher, Il Frutto<br />
Permesso, Coop Tesori Bio.<br />
Si è scelto di operare nei settori Bar e Grocerant<br />
perché ritenuti più promettenti e<br />
cross-contaminanti con la grande distribuzione<br />
organizzata. Il Grocerant è e sarà il settore emergente<br />
e più profittevole nella Gdo, mentre il Bar<br />
è da sempre elemento di trade-union tra il cibo, le<br />
bevande e la popolazione di qualsiasi estrazione<br />
sociale. Il Circular Bar & Grocerant rappresenta<br />
l’elemento predominante di questa evoluzione,<br />
diventando un hub di incontro e di scambio di idee,<br />
un luogo di promozione di un’economia rigenerativa<br />
e resiliente, che si realizza all’interno di uno dei<br />
luoghi più frequentati dai clienti europei.<br />
Giorgio De Ponti<br />
Product Strategy Manager Epta<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 41
I derivati del pomodoro<br />
puntano sulla filiera<br />
100% italiana
MERCATI <strong>DM</strong>M<br />
Il comparto, nell’anno<br />
terminante ad agosto<br />
<strong>2020</strong>, cresce sia a volume<br />
(+6,6%) che a valore<br />
(+12,3%) rispetto all’anno<br />
precedente con un<br />
giro d’affari che supera<br />
i 541 milioni di euro.<br />
L’incremento positivo<br />
interessa tutti i segmenti<br />
con polpe, passate e<br />
pomodorini che segnano<br />
le migliori performance.<br />
Provenienza 100% italiana<br />
della materia prima,<br />
segmentazione regionale,<br />
qualità certificata<br />
e tracciabilità sono gli<br />
elementi chiave su cui le<br />
aziende del settore investono<br />
per valorizzare e<br />
innovare l’offerta.<br />
Il mercato dei derivati<br />
del pomodoro<br />
nell’anno terminante<br />
ad agosto<br />
<strong>2020</strong> (fonte: IRI Totale<br />
Italia Iper+Super+Lsp)<br />
ha registrato una crescita<br />
sia a volume che<br />
a valore, pari rispettivamente<br />
a +6,6%<br />
e a +12,3%, rispetto<br />
all’anno precedente,<br />
mettendo a segno<br />
vendite per oltre 541<br />
milioni di euro. Un<br />
incremento positivo<br />
che interessa tutti i<br />
segmenti, con polpe<br />
(+8,8% a vol. e +13,5%<br />
a val.), passate (+6,4<br />
a vol. e +13,4% a val.)<br />
e pomodorini (+6,1%<br />
a vol. e +10,2% a val.)<br />
che registrano il trend<br />
migliore. Chiudono i<br />
concentrati con +4,7%<br />
a vol. e +6% a val. e i<br />
pelati con +4,1% a vol.<br />
e +8,3% a val. Le vendite<br />
nella Gdo rimangono<br />
nelle mani di tre<br />
grandi player – Mutti,<br />
Conserve Italia e Petti<br />
– che coprono da soli<br />
a valore il 50,4% del<br />
mercato, mentre la<br />
private label si attesta<br />
a quota 20,3%. La<br />
forte crescita dei volumi<br />
del mercato dei<br />
derivati del pomodoro<br />
è indotta anche dall’emergenza<br />
sanitaria<br />
che ha interessato il<br />
paese nel <strong>2020</strong>: «il<br />
Covid-19 – spiega<br />
Chiara Spagna, marketing<br />
manager food<br />
Conserve Italia – ha<br />
avuto un impatto significativo<br />
sugli stili di<br />
vita e sulle abitudini<br />
alimentari degli italiani<br />
che, nei soli mesi di<br />
marzo e aprile, hanno<br />
acquistato conserve di<br />
pomodoro a un ritmo<br />
del +50% e +30% a<br />
valore e del +40% e<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 43
MERCATI <strong>DM</strong>M<br />
Valfrutta lancia la linea<br />
Pomodoro al Vapore<br />
L’innovazione di Conserve Italia coinvolge tutta<br />
la filiera, dalla coltivazione in campo delle<br />
materie prime fino al packaging e alla qualità<br />
del prodotto finale, cercando di valorizzare la<br />
qualità e proponendo sempre nuovi concetti di<br />
prodotto. Da qui nasce l’innovativa linea Pomodoro<br />
al Vapore Valfrutta: quattro referenze<br />
- Passata Vellutata, Polpa Gran Cubetti, Pelati,<br />
Polpa Fine - di alta qualità, uniche sul mercato,<br />
in cui il sapore naturale e genuino dei<br />
migliori pomodori è mantenuto intatto dalla<br />
delicata lavorazione a vapore. «Grazie alla<br />
tecnologia al vapore – spiega Chiara Spagna<br />
– i pomodori sono lavorati con maggiore delicatezza,<br />
per preservare al meglio le caratteristiche<br />
organolettiche della materia prima,<br />
tutta rigorosamente italiana. Si tratta di un<br />
progetto unico e distintivo, nato per portare<br />
innovazione nello<br />
scaffale delle conserve<br />
rosse e conquistare<br />
un consumatore<br />
sempre<br />
in cerca di prodotti<br />
con alte caratteristiche<br />
qualitative».<br />
+20% a volume rispetto<br />
agli stessi mesi del<br />
2019».<br />
Il super stacca gli altri<br />
canali<br />
Con il canale food service<br />
che ha subito uno<br />
stop importante in seguito<br />
alla pandemia, è<br />
il supermercato a dominare<br />
la scena rappresentando<br />
la fetta di<br />
mercato più considerevole<br />
con quota +71,2%<br />
sia a volume che a<br />
valore. Lsp, con +17,3%<br />
a volume e 17,1% a valore,<br />
e Iper, con 11,5%<br />
a volume e 11,7% a<br />
valore, registrano performance<br />
decisamente<br />
inferiori discostandosi<br />
non di molto tra loro.<br />
L’andamento per aree<br />
geografiche vede il Sud<br />
in testa con una crescita<br />
delle vendite pari<br />
a +36,2% a volume e a<br />
+29,2% a valore, seguito<br />
dal Centro+Sardegna<br />
con +27,2% vol. e<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 45
Dal campo<br />
alla bottiglia.<br />
Il segreto<br />
di tanta bontà<br />
è accorciare<br />
le distanze.<br />
RACCOLTA A<br />
DISTANZA MEDIA<br />
DI CIRCA 50 KM<br />
DALLO STABILIMENTO<br />
PROCESSO DI<br />
LAVORAZIONE<br />
CONTROLLATO E<br />
CERTIFICATO<br />
SOSTENIBILITÀ<br />
DEI PROCESSI<br />
PRODUTTIVI E DI<br />
TRASFORMAZIONE<br />
STRUMENTI<br />
DI TRACCIABILITÀ<br />
EVOLUTA<br />
50 km è la distanza media che separa il terreno di<br />
coltivazione dei nostri pomodori dagli stabilimenti dove<br />
vengono confezionati. L’innovazione al servizio della massima<br />
naturalità, una filiera corta che allunga il sapore per offrire<br />
ogni giorno un prodotto fresco, genuino e certificato.<br />
wwwpomionlineit
MERCATI <strong>DM</strong>M<br />
Mutti innova<br />
lo scaffale con la Polpa<br />
di Datterini<br />
Mutti amplia l’offerta del segmento polpe con la Polpa<br />
Datterini, la cui peculiarità è quella di essere realizzata<br />
con pomodoro datterino 100% italiano, una varietà dal<br />
gusto naturalmente dolce, che conferisce al prodotto<br />
un sapore delicato, morbido e avvolgente. Tagliata in<br />
polposi pezzetti e particolarmente succosa, è ideale<br />
nelle cotture brevi e perfetta per condire la pasta secca, da<br />
quelle di semola a quelle integrali e a base di legumi, e per<br />
ricette con pesce e molluschi. La referenza va ad ampliare<br />
la gamma di Polpa Mutti, affiancandosi alla Polpa di<br />
pomodoro in finissimi pezzi, caratterizzata invece<br />
da un gusto fresco, perfetta in abbinamento a<br />
pasta fresca, carne, verdure e pizza.<br />
27,6%, val. e dal Nord<br />
Ovest con +23% vol. e<br />
+26,8% val. Fanalino di<br />
coda il Nord Est, che<br />
registra +13,6% a vol. e<br />
+16,3% a val.<br />
Cresce la voglia di<br />
biologico e naturale<br />
Negli ultimi mesi prosegue<br />
la crescita del biologico,<br />
sul quale Petti ha<br />
puntato per primo e sin<br />
dal lancio nello scaffale<br />
dei rossi. «In linea con<br />
queste tendenze – afferma<br />
Pasquale Petti,<br />
direttore generale Petti<br />
– abbiamo unito nei<br />
nostri prodotti di punta<br />
della linea Bio anche la<br />
specialità della materia<br />
prima oltre a quella<br />
regionale, raggiungendo<br />
ottimi risultati con la<br />
passata e la polpa fine di<br />
pomodori datterini biologici<br />
toscani da 350 g, che<br />
rimangono un unicum<br />
sul mercato e che restano<br />
in linea anche con la<br />
crescente richiesta dei<br />
formati ad alto servizio».<br />
La grande attenzione<br />
da parte<br />
del consumatore<br />
verso referenze<br />
sane e naturali<br />
ha portato Consorzio<br />
Casalasco<br />
del Pomodoro<br />
a sviluppare<br />
prodotti a base<br />
di pomodoro a<br />
“Residuo Zero”,<br />
punto di transito<br />
per un’ulteriore<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 47
Inox Design - Milano<br />
MODENA<br />
Si sa, gli italiani di passate di<br />
pomodoro se ne intendono.<br />
È per questo che del nostro<br />
“Lampomodoro” apprezzano<br />
la genuinità, la straordinaria<br />
corposità e la naturale<br />
dolcezza. Lo sappiamo perché<br />
grazie al loro giudizio<br />
abbiamo vinto il “Quality<br />
Award”, un importante riconoscimento<br />
che ci gratifica<br />
e onora. Perché per noi il<br />
gradimento degli italiani è<br />
molto importante. E per voi?<br />
Buoni si nasce.<br />
Per la nostra passata usiamo<br />
solo pomodori cresciuti in<br />
Emilia Romagna, una terra<br />
generosa e particolarmente<br />
fertile che grazie alle ottime<br />
caratteristiche pedoclimatiche<br />
conferisce al pomodoro<br />
il tipico sapore dolce e la<br />
particolare compattezza della<br />
polpa.<br />
Piace<br />
anche all’ambiente.<br />
L’utilizzo di coltivazioni a basso<br />
impatto ambientale ha permesso<br />
ai nostri pomodori di<br />
essere certificati dal marchio<br />
“Qualità Controllata”. Una<br />
garanzia in più per l’ambiente<br />
e per la salute.<br />
La qualità premia.<br />
Il “Quality Award” è il risultato<br />
di una valutazione espressa<br />
direttamente dai consumatori<br />
chiamati a giudicare nel corso<br />
di rigorosi blind test le caratteristiche<br />
del prodotto nel suo<br />
complesso: aspetto, profumo,<br />
sapore, consistenza, ecc.<br />
Ecco come crescono<br />
i nostri pomodori.<br />
Crescita in rotazioni +48,6%<br />
(vs mkt +33.5%)<br />
Crescita vendite a volume +52.6%<br />
(vs mkt +10.6%)<br />
dati IRI I+S+LSP YTD Agosto <strong>2020</strong>
MERCATI <strong>DM</strong>M<br />
Qualità certificata per<br />
Le Conserve della Nonna<br />
Le Conserve della Nonna, fra le<br />
prime aziende in Italia a realizzare<br />
conserve di pomodoro in vaso di vetro<br />
trasparente, a garanzia di una<br />
bontà che prima si vede e poi si assaggia,<br />
utilizza per i propri prodotti<br />
solo varietà di pomodoro dal sapore<br />
particolarmente dolce, raccolti<br />
esclusivamente in Emilia-Romagna,<br />
coltivati con metodologie a basso<br />
impatto ambientale, che le hanno<br />
garantito anche il marchio “Qualità<br />
Controllata” della regione. «Il simbolo<br />
QC – sottolinea Lorenza Baretti,<br />
responsabile marketing<br />
prodotto comparto conservati Le<br />
Conserve della Nonna – garantisce<br />
una produzione integrata, rafforzata<br />
anche dal fatto che la maggior<br />
parte del nostro pomodoro proviene<br />
da campi situati a pochi km<br />
dal nostro stabilimento, quindi una<br />
produzione altamente sostenibile a<br />
tutela della salute del consumatore<br />
e dell’ambiente. Il particolare processo<br />
produttivo inoltre ci consente<br />
di ottenere passate particolarmente<br />
dense e corpose con<br />
un basso coefficiente<br />
Bostwich, altamente<br />
performanti in cucina.<br />
Qualità riconosciuta<br />
che ci ha permesso<br />
di vincere il Quality<br />
Award <strong>2020</strong>, un premio<br />
attribuito direttamente<br />
dai consumatori<br />
a seguito dell’assaggio<br />
del prodotto».<br />
diminuzione dell’impatto sull’ambiente<br />
e l’offerta di un prodotto<br />
eccellente: un pomodoro fresco e<br />
maturo pronto alla lavorazione senza<br />
alcun residuo di agrofarmaci. Il<br />
residuo zero rappresenta quindi<br />
un’evoluzione del prodotto<br />
convenzionale per ottenere<br />
referenze più sicure, salubri e<br />
sostenibili.<br />
Il valore aggiunto della<br />
segmentazione regionale<br />
Il mercato ha cercato di<br />
rinnovarsi e di innalzare il<br />
valore dei prodotti a scaffale<br />
puntando sulla segmentazione<br />
regionale. È quello che<br />
ha fatto Mutti con le Passate<br />
Regionali, tre diversi prodotti il<br />
cui carattere rispecchia a pieno<br />
quello del territorio in cui il pomodoro<br />
nasce: la Passata Siciliana al<br />
palato briosa e vivace, perché fatta<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 49
Le Selezioni<br />
L , eccellenze del territorio Italiano.<br />
datterino Sicilia<br />
di<br />
Cirio seleziona le migliori varietà di pomodoro, scegliendo i territori d'origine d'eccellenza.<br />
Come i Datterini di Sicilia, coltivati solo nelle zone più vocate, su terre antiche, dove il sole e il terreno<br />
li rendono straordinariamente dolci, e subito lavorati con le più moderne tecniche.<br />
Così nascono Le Vellutate di Datterino di Sicilia Cirio: prodotti eccezionali caratterizzati da una estrema<br />
dolcezza naturale, grazie alla provenienza territoriale e da una polposità e cremosità uniche:<br />
100% Sole di Sicilia, 100% Gusto e Natura.<br />
Maturati al<br />
sole di Sicilia<br />
Estrema dolcezza<br />
naturale<br />
Raccolti<br />
a mano<br />
Qualità<br />
certificata<br />
100% Pomodoro<br />
Siciliano
MERCATI <strong>DM</strong>M<br />
solo con pomodoro<br />
ciliegino 100% siciliano,<br />
coltivato nel territorio<br />
della Piana di<br />
Catania, nella Sicilia<br />
Sud-Orientale, ai piedi<br />
dell’Etna; la Passata<br />
Pugliese, dal carattere<br />
rustico e vigoroso<br />
perché realizzata solo<br />
con pomodoro lungo<br />
100% pugliese, coltivato<br />
nel territorio<br />
della Capitanata, nella<br />
Puglia settentrionale;<br />
la Passata Emiliana,<br />
morbida e armoniosa<br />
come il pomodoro<br />
datterino 100% emiliano<br />
da cui nasce, che<br />
proviene dal territorio<br />
delle campagne<br />
Parmensi, nel cuore<br />
dell’Emilia.<br />
Ad arricchire l’offerta<br />
troviamo anche la<br />
nuova linea Le Selezioni<br />
Cirio, un’esclusiva<br />
gamma dedicata<br />
a valorizzare l’eccellenza<br />
del territorio<br />
italiano, la qualità e<br />
l’origine della materia<br />
prima per le produzioni<br />
regionali di Puglia e<br />
Sicilia. In particolare,<br />
la novità Datterini di<br />
Sicilia Cirio, realizzata<br />
con datterini<br />
rossi e gialli,<br />
presenta una<br />
grande dolcezza<br />
naturale<br />
grazie alla<br />
provenienza<br />
territoriale,<br />
alla polposità<br />
e cremosità<br />
che la terra e<br />
il sole di Sicilia<br />
riescono a<br />
garantire.<br />
Agromonte,<br />
invece, colora lo scaffale<br />
di giallo con “I<br />
Gialli di Agromonte”,<br />
gamma che comprende<br />
anche una passata<br />
a base di pomodorini<br />
ciliegino gialli, 100%<br />
Made in Italy e 100%<br />
siciliani, coltivati in<br />
serra con metodi<br />
naturali, raccolti manualmente<br />
e lavorati<br />
entro 24 ore con procedimenti<br />
tradizionali<br />
per mantenere inalterati<br />
il sapore e le proprietà<br />
nutrizionali.<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 51
Pomodoro pugliese<br />
anche per Rosso Gargano,<br />
il cui prodotto<br />
di punta è il pelato di<br />
Puglia, caratterizzato<br />
da una forma più<br />
allungata rispetto ai<br />
pelati tradizionali,<br />
tratto distintivo e tipico<br />
delle coltivazioni della<br />
provincia di Foggia.<br />
La comunicazione<br />
è sempre più digital<br />
Le numerose attività di<br />
comunicazione e marketing<br />
messe a punto<br />
dai player del comparto<br />
per sostenere i<br />
propri brand e prodotti<br />
si concentrano prevalentemente<br />
sul web, in<br />
particolare sull’utilizzo<br />
dei social network.<br />
Facebook, Instagram,<br />
Twitter,<br />
Pinterest<br />
e YouTube<br />
sono i canali<br />
scelti<br />
da Cirio per<br />
creare una<br />
forte community<br />
con<br />
la quale<br />
interagire<br />
quotidianamente,<br />
a cui si<br />
aggiunge<br />
un’intensa<br />
collaborazione<br />
con foodblogger<br />
e portali di cucina.<br />
Per quanto riguarda<br />
Mutti, l’azienda comunica<br />
su diversi media<br />
online con un tone of<br />
voice più istituzionale<br />
sui canali Linkedin<br />
e Twitter e con una<br />
comunicazione maggiormente<br />
rivolta al<br />
consumatore su Instagram<br />
e Facebook,<br />
dove il prodotto la fa<br />
da padrone. L’ultima<br />
novità, a tal proposito,<br />
è il format “Voci di<br />
Impegno” ideato per<br />
raccontare il premio<br />
dedicato a valorizzare<br />
l’eccellenza degli<br />
agricoltori conferitori<br />
di Mutti, il Pomodorino<br />
D’Oro. Per la sua<br />
21esima edizione, è<br />
stato creato un vero e<br />
proprio viaggio attraverso<br />
l’attenzione al<br />
territorio, la valorizzazione<br />
della filiera del<br />
pomodoro e il rispetto<br />
per le persone, raccontato<br />
dalla conduttrice<br />
di Radio Deejay<br />
La Pina e dal cantautore<br />
Elianto. Anche<br />
Consorzio Casalasco<br />
MERCATI <strong>DM</strong>M<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 53
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA<br />
Per l’autunno<br />
MOLINO ROSSETTO<br />
punta sulle farine di mais<br />
In linea con i propri progetti per il <strong>2020</strong>, con l’arrivo della stagione autunnale,<br />
Molino Rossetto investe sulla propria linea di farine di mais, con un progetto<br />
di valorizzazione del packaging e della presenza sul punto vendita. L’azienda<br />
veneta guarda infatti oltre al mondo polenta, alla quale tali referenze sono inevitabilmente<br />
e quasi esclusivamente collegate, individuando nuovi e interessanti<br />
momenti e occasioni di consumo. Le Farine di Mais sono altamente versatili<br />
e possono tradursi non solo in questo piatto simbolo della stagione invernale,<br />
ma anche in una serie di interessanti ricette facili, veloci e creative, in grado di<br />
attrarre anche i consumatori più giovani e meno tradizionalisti. Un messaggio<br />
nuovo che merita di essere veicolato in modo altrettanto nuovo. Ecco perché<br />
Molino Rossetto ha scelto di vestire i due prodotti di punta della linea, ovvero<br />
la Farina di mais per Polenta Bramata e la Farina di Mais per Polenta Istantanea,<br />
entrambe frutto di una filiera 100% italiana, con l’innovativo contenitore<br />
“Vpack”, la rivoluzionaria confezione moderna e sostenibile ideata dall’azienda<br />
in collaborazione con Italpack. Realizzato in carta FSC®, con tappo apri-chiudi<br />
in plastica bio-based, è resistente, facile da stivare, completamente riciclabile,<br />
ma soprattutto richiudibile, consentendo di conservare il prodotto in modo pratico,<br />
senza effettuare travasi in appositi contenitori. Inoltre, la finestra laterale<br />
mostra a colpo d’occhio e senza ausilio di bilance il quantitativo rimanente suddiviso<br />
per porzioni, facilitando così il dosaggio. Grazie alla presa sicura dovuta<br />
alla caratteristica forma “a V” della confezione e al tappo dosatore, poi, può<br />
essere versata facilmente nell’acqua di cottura mentre si mescola con la frusta,<br />
con un alto livello di servizio per il consumatore. A queste si affiancano altre<br />
referenze, che consentono di allestire uno scaffale davvero completo in grado<br />
di rispondere alle diverse esigenze dei consumatori. Si va infatti dalle classiche<br />
Farina di Mais per Polenta Bramata Gialla e Farina di Mais per Polenta Bianca,<br />
alle “speciali”. Tra queste, Farina di mais per Polenta Integrale senza glutine<br />
Bio e Farina di Mais per Polenta Fioretto, Farina di Mais per Polenta Istantanea<br />
Gialla, Farina di Mais per Polenta Istantanea Bianca, la speciale Farina di Mais<br />
e Grano Saraceno per Polenta Taragna Istantanea oltre ai Preparati per Polenta<br />
ai Formaggi e per Polenta ai Funghi Porcini.<br />
Tutte referenze interessate da un restyling in linea con le scelte estetiche adottate<br />
per i “Vpack” – trama grafica che rimanda al filato grezzo della juta e oblò<br />
che mostra il contenuto - con l’intento di creare una comunicazione di linea<br />
coerente e una macchia a scaffale altamente riconoscibile per i consumatori. A<br />
disposizione delle insegne, inoltre, anche un espositore dedicato da 45 pezzi.
MERCATI <strong>DM</strong>M<br />
del Pomodoro punta<br />
fortemente sulla<br />
comunicazione digital:<br />
«Il web – afferma<br />
Fabrizio Fichera, direttore<br />
marketing di<br />
Consorzio Casalasco<br />
del Pomodoro – assorbe<br />
l’80% dei nostri<br />
investimenti, sia in<br />
Italia sia nel mondo,<br />
da oltre due anni.<br />
La creazione di una<br />
piattaforma digitale<br />
multi-paese, con 13<br />
siti dedicati ai mercati<br />
strategici e più importanti<br />
per il marchio<br />
Pomì ne è una tangibile<br />
testimonianza.<br />
Sul portale sono disponibili<br />
contenuti in<br />
8 lingue diverse, ricchi<br />
di informazioni su prodotti,<br />
azienda e filiera,<br />
con ricette originali,<br />
notizie e curiosità».<br />
Maggiori risorse in<br />
ambito digital anche per<br />
Petti, a partire proprio<br />
dai social network. Dal<br />
prossimo autunno l’azienda<br />
conta di lanciare<br />
nuove campagne di collaborazione<br />
con blogger<br />
e influencer del settore<br />
sfruttando al massimo<br />
le potenzialità dei mezzi<br />
online per consolidare<br />
ulteriormente il dialogo<br />
diretto e il rapporto di<br />
fiducia instaurati con i<br />
consumatori.<br />
Anicav valorizza la filiera del pomodoro da industria<br />
L’Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali<br />
in questi anni sta lavorando intensamente per un recupero reputazionale<br />
del settore e a tal fine ha commissionato nel 2019 a Reputation<br />
Institute - società leader mondiale specializzata in corporate<br />
reputation - uno studio che ha analizzato il legame emotivo degli italiani nei confronti delle conserve<br />
di pomodoro e delle aziende, identificando i driver reputazionali per consolidare il posizionamento<br />
e l’immagine del comparto. «È fondamentale – dichiara Giovanni De Angelis, direttore generale<br />
Anicav – riuscire a comunicare al consumatore gli “aspetti positivi” della filiera: tracciabilità,<br />
eticità, sostenibilità ambientale, qualità e salubrità. L’obiettivo dovrà essere quello di allontanare il<br />
pomodoro dal concetto di commodity a basso costo, puntando sulla formazione di un consumatore<br />
consapevole, disposto a pagare un premium price nel quale sia compreso il benessere sociale e in<br />
grado di riconoscere gli sforzi della filiera in tema di sostenibilità». Inoltre, Anicav ed EZ Lab, pmi innovativa<br />
specializzata in soluzioni digitali avanzate per il settore smart agri-food, hanno dato il via al<br />
progetto sperimentale “Tomato Blockchain” che, grazie all’impiego della tecnologia blockchain, punta<br />
a valorizzare la produzione del pomodoro di qualità, garantendone l’origine, la sicurezza e i valori<br />
sociali da trasferire al consumatore finale, certificando tutti i passaggi del processo di produzione e<br />
trasformazione.<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 55
Quando tutti dicono tondo<br />
e tu dici quadrato<br />
Scopri di più su mortadellabologna.com<br />
Perché sai quello che vuoi.<br />
Mortadella Bologna è fatta in Italia da sole aziende italiane<br />
nel rispetto del Disciplinare di produzione ed è garantita e protetta dal Consorzio di Tutela.<br />
Il marchio IGP attesta la sua qualità e il forte legame con il territorio di produzione.<br />
Per questo piace proprio a tutti.<br />
Buona per ogni momento.<br />
Finalmente<br />
Ad ottobre con Mortadella Bologna IGP vinci un premio ogni giorno! *<br />
- acquista Mortadella Bologna IGP e partecipa al concorso<br />
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MERCATI <strong>DM</strong>M<br />
Princes in prima linea per garantire un futuro<br />
sostenibile alla filiera<br />
La sostenibilità guida l’operato di Princes Industrie Alimentari,<br />
società che gestisce a Foggia il più grande stabilimento in Europa<br />
per la trasformazione del pomodoro e parte di Princes,<br />
primario gruppo internazionale del food&beverage del Regno<br />
Unito. Nel febbraio 2019, l’azienda ha infatti siglato con Coldiretti<br />
uno storico accordo nazionale di filiera per la sostenibilità<br />
e l’etica della filiera “Pomodoro 100% Italiano”, con l’obiettivo<br />
di dare nuova competitività a un comparto strategico per l’agricoltura<br />
italiana e garantire un futuro sostenibile e duraturo<br />
a tutta la filiera, dal punto di vista economico, ambientale e<br />
sociale. «Il nostro è un impegno concreto e a 360°: abbiamo<br />
sempre lavorato e investito – spiega<br />
l’AD di Princes, Gianmarco<br />
Laviola – per garantire il rispetto<br />
dei diritti umani dei lavoratori in<br />
tutta la filiera, anche al di fuori dei<br />
nostri cancelli. Nell’ambito di questo<br />
focus sulla sostenibilità etica<br />
abbiamo lanciato dal 2018 il programma<br />
“Lavoro senza frontiere”,<br />
in collaborazione con la Caritas di<br />
Foggia, che prevede l’assunzione in<br />
azienda di migranti per dare loro<br />
non solo un’opportunità di lavoro<br />
ma anche di integrazione nella società<br />
in cui viviamo».<br />
fidelizzati secondo modalità<br />
certificate. Mutti<br />
è stata la prima realtà<br />
a certificare i suoi<br />
prodotti con il marchio<br />
“Produzione Integrata<br />
Certificata” e, a partire<br />
dal 2001, ha ottenuto<br />
la dichiarazione “non<br />
ogm”. Inoltre, dal 2016<br />
ha raggiunto la completa<br />
certificazione di<br />
tracciabilità di filiera,<br />
secondo la norma internazionale<br />
Iso 22005<br />
a garanzia della provenienza<br />
del pomodoro.<br />
Trasparenza e<br />
attenzione all’impatto<br />
ambientale anche per<br />
Consorzio Casalasco<br />
e le aziende agricole<br />
socie: alcuni mesi<br />
fa è stato pubblicato<br />
il nuovo Bilancio di<br />
Sostenibilità 2019, un<br />
documento particolarmente<br />
dettagliato col<br />
quale la cooperativa si<br />
impegna a condividere<br />
pubblicamente aspetti<br />
etici, ambientali e di<br />
gestione operativa per<br />
trasferire i valori coi<br />
quali opera da anni.<br />
Cresce l’attenzione<br />
verso tracciabilità e<br />
impatto ambientale<br />
La crescente sensibilità<br />
nei confronti della<br />
sostenibilità orienta<br />
le scelte delle aziende<br />
che operano nel comparto.<br />
Per Mutti sostenibilità<br />
significa anche<br />
qualità dei prodotti e<br />
dei processi produttivi:<br />
l’azienda utilizza esclusivamente<br />
pomodoro di<br />
origine 100% italiana,<br />
coltivato da agricoltori<br />
La sostenibilità passa<br />
anche dal packaging<br />
Attenzione verso l’ambiente<br />
e innovazione<br />
sembrano andare di<br />
pari passo quando si<br />
parla di packaging.<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 57
MERCATI <strong>DM</strong>M<br />
Sono molte, infatti, le<br />
aziende che lavorano<br />
da anni sulla realizzazione<br />
di imballi poco<br />
impattanti e sempre<br />
più green. «La sostenibilità<br />
– afferma<br />
Giuseppe Tammaro,<br />
direttore commerciale<br />
Italia La Doria – è un<br />
tema centrale per la<br />
nostra cultura organizzativa<br />
che guida tutti<br />
i processi aziendali,<br />
dalla selezione della<br />
materia prima fino al<br />
prodotto finito. Siamo<br />
rivolti sempre più alla<br />
realizzazione di prodotti<br />
bio, derivanti da<br />
agricoltura sostenibile<br />
e rispettosa del pianeta.<br />
Inoltre, produciamo<br />
internamente scatole<br />
e coperchi in banda<br />
stagnata, un materiale<br />
totalmente riciclabile e<br />
all’infinito che ci consente<br />
di confezionare i<br />
nostri prodotti riducendo<br />
le emissioni di CO₂<br />
relative al trasporto dei<br />
materiali provenienti<br />
da fornitori esterni».<br />
Le etichette dell’azienda<br />
sono inoltre stampate<br />
con vernice ad<br />
acqua, per ridurre al<br />
minimo gli impatti ambientali<br />
di ogni singolo<br />
pezzo realizzato negli<br />
stabilimenti. Investimenti<br />
in questo senso<br />
anche per Conserve<br />
Italia che sta lanciando<br />
in questi mesi prodotti<br />
con packaging più<br />
sostenibili che comprendono<br />
bottiglie con<br />
50% di plastica riciclata<br />
e confezioni in Tetra<br />
Crystal che riducono<br />
del 13% le emissioni di<br />
CO₂ rispetto a quelle<br />
standard. Particolare<br />
attenzione alle confezioni<br />
per Petti, che per<br />
la campagna da pomodoro<br />
fresco <strong>2020</strong> ha<br />
scelto nuove etichette<br />
in carta patinata con<br />
fibre riciclate al 30% e<br />
di provenienza garantita<br />
FSC per il restante<br />
CONSERVE RISPOLI SCEGLIE<br />
LE CONFEZIONI IN TETRA RECART<br />
Rispoli Luigi & C., azienda familiare<br />
fondata nel 1969 e specializzata<br />
nella lavorazione di pomodoro<br />
100% italiano, un paio di anni fa<br />
ha intrapreso una nuova sfida: produrre<br />
pomodori pelati e pomodorini<br />
biologici confezionati in Tetra<br />
Recart, un packaging in grado di<br />
garantire massimo rispetto per la naturalità<br />
dei pomodori per offrire al<br />
consumatore un prodotto salutare,<br />
gustoso e a basso impatto ambientale.<br />
Le nuove confezioni Tetra Pak di<br />
Valle del Cilento, disponibili in Gdo<br />
nei formati da 390 g e 500 g, sono<br />
composte prevalentemente da carta<br />
garantita FSC, una risorsa naturale<br />
e rinnovabile. Questo tipo di packaging<br />
consente di limitare le emissioni<br />
di CO 2 nell’ambiente: confezionare<br />
1Kg di polpa in Tetra<br />
Recart impatta,<br />
in termini di emissioni<br />
di CO 2 , circa<br />
cinque volte meno<br />
rispetto a confezioni<br />
in vetro o lattina<br />
di acciaio.<br />
70%, nel rispetto di una corretta<br />
gestione delle risorse<br />
forestali, realizzata in modo<br />
completamente sostenibile.<br />
Questa caratteristica distintiva<br />
sarà riconoscibile sui prodotti<br />
grazie a un logo dedicato che<br />
riporta l’indicazione internazionale<br />
“Manufactured from<br />
recycled paper”.n<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 59
RETAIL INNOVATIONS <strong>DM</strong>M<br />
Caso in anteprima dalla ricerca internazionale ‘Retail Innovations 15’<br />
Area chiave: Omni experience<br />
Tendenze complementari:<br />
Rational experience; Grammable<br />
KaveHome.com<br />
Spagna<br />
Il primo DNVB (Digital Native Vertical Brand)<br />
ad applicare le logiche del fast-fashion<br />
al settore dell’arredo-design, con uno stile<br />
e un posizionamento in grado di attrarre<br />
Millennial e amanti del buon gusto.<br />
Info chiave<br />
2013: lancio ecommerce<br />
48 ore massimo per le consegne<br />
2019: vendite in 6 Paesi EU<br />
40 nuovi prodotti inseriti ogni settimana<br />
2019: primo negozio Barcellona<br />
1.000 mq<br />
2 piani<br />
3 negozi in Spagna<br />
€ 15 mln 2018 (+ 80%)<br />
Julià Grup<br />
1982: inizio attività<br />
65 Paesi<br />
35 mln €: fatturato 2018<br />
60 <strong>DM</strong> MAGAZINE
RETAIL INNOVATIONS <strong>DM</strong>M<br />
Kave Home Italia<br />
2017: lancio ecommerce<br />
2019: 5 shop in shop<br />
Kave Home nasce dall’idea di un’azienda<br />
catalana di mobili con 37 anni di attività,<br />
Julià Grup: vendere online prodotti di design<br />
a un prezzo ragionevole e con un costante<br />
aggiornamento del catalogo.<br />
Rational experience<br />
Il sito ecommerce ha tutte le funzionalità<br />
che ci si aspetta da un retailer nativo digitale:<br />
facilità di navigazione, adeguata presenza<br />
di filtri, chat per assistenza live, recensioni<br />
dei clienti, informazioni e immagini<br />
complete sui prodotti, dettagli chiari sulla<br />
consegna e sulla politica di reso, attenzione<br />
per lo storytelling , contenuti editoriali e<br />
molto altro ancora. Le consegne sono rapide<br />
rispetto agli standard del settore, entro<br />
le 48 ore.<br />
Omni-experience<br />
Come tutti i principali etailer anche Kava<br />
Home ha deciso col tempo di aprire negozi<br />
fisici: il primo a Barcellona nel 2019. Rivolto<br />
soprattutto ai Millennial, ne intercetta il<br />
desiderio di sensorialità nei confronti dei<br />
prodotti di arredo che sono esposti in 14<br />
ambienti dislocati su due piani e integrati<br />
con un ‘online bar’ per accedere al catalogo<br />
digitale con l’intero assortimento.<br />
Ai clienti in negozio viene chiesto di fornire<br />
la propria email per effettuare gli acquisti,<br />
proprio come avviene online, per tenere<br />
traccia delle abitudini di acquisto e impostare<br />
relazioni personalizzate.<br />
Grammable<br />
L’ambiente curato in ogni dettaglio, la costante<br />
attenzione per i design trend che si<br />
riflette nelle nuove linee proposte con 40<br />
nuovi prodotti ogni settimana e nel visual<br />
merchandising delle ambientazioni rendono<br />
il negozio particolarmente instagrammabile.<br />
Kave ha anche impostato un programma<br />
di affiliazione per Instagrammer e blogger<br />
digitali che possono diventare ambasciatori<br />
del brand.<br />
Commento finale Kiki Lab<br />
Kave è un’interessante<br />
esempio di DNVB (Digital<br />
Native Vertical Brand) che<br />
per la prima volta applica<br />
nel settore dell’arredodesign<br />
le logiche del fastfashion.<br />
Dopo quello di<br />
Barcellona ha già aperto<br />
altri due negozi a Madrid e<br />
a Vigo e prevede di aprirne<br />
altri 20 nei prossimi due<br />
anni. Sfida: integrare in<br />
modo fluido le esperienze<br />
on e off dei clienti.n<br />
Autore: Fabrizio Valente,<br />
founder e amministratore<br />
di Kiki Lab – Ebeltoft Italy<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 61
DIGITAL CLUB/RETAIL <strong>DM</strong>M<br />
Lo SMARTPHONE<br />
entra in negozio<br />
(parte 8a)<br />
Le modificate abitudini dei consumatori a seguito del COVID potrebbero influenzare gli andamenti dei<br />
prossimi mesi. Una maggior predisposizione all’uso dei propri dispositivi, più tempo speso on-line invece<br />
che all’interno dei negozi, che impatto avranno?<br />
Dopo una pausa di tre mesi<br />
per parlare della pandemia,<br />
in attesa dei suoi sviluppi<br />
autunnali che ci auguriamo<br />
non nefasti, proviamo a riprendere<br />
il filo su smartphone<br />
e negozi. Negli articoli precedenti<br />
qui su <strong>DM</strong> <strong>Magazine</strong><br />
abbiamo visto diversi aspetti.<br />
Partendo dal quesito fondamentale:<br />
quanto è disruptive<br />
lo smartphone per il negozio?<br />
Che speriamo sia archiviato<br />
come storico, poiché il punto<br />
non è se e come vivere la<br />
sfida, quanto saperne cogliere<br />
le opportunità al meglio.<br />
Per molti la reazione è stata<br />
pensare o realizzare una propria<br />
app come le difficoltà<br />
che abbiamo analizzato, la<br />
principale il basso tasso di<br />
adozione da parte dei clienti<br />
senza un chiaro beneficio di<br />
ritorno. Integrare il pagamento<br />
una strada possibile,<br />
ma non sufficiente da sé,<br />
con qualche eccezione positiva,<br />
più però nella ristorazione<br />
che nel retail.<br />
Un altro filone da seguire<br />
per far conoscere la<br />
propria app e incentivarne<br />
l’uso è legarla ai programmi<br />
di loyalty, dove però bisogna<br />
saper andare oltre la pura<br />
dematerializzazione della<br />
tessera, e integrare le possibilità<br />
in più che il digitale<br />
consente. Abbiamo poi visto<br />
alcuni dati sull’uso della app<br />
per sostituire il volantino cartaceo<br />
e come anche qui sia<br />
necessario fornire un valore<br />
aggiunto consistente per non<br />
soccombere nel confronto dei<br />
siti (e delle app) degli aggregatori<br />
di promozioni.<br />
Analizzando i dati di alcune<br />
ricerche di mercato abbiamo<br />
visto cosa si aspettano i<br />
clienti: controllare la disponibilità<br />
di un prodotto prima<br />
di recarsi nel punto vendita,<br />
poter acquistare anche via e-<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 63
DIGITAL CLUB/RETAIL <strong>DM</strong>M<br />
commerce un prodotto visto<br />
e/o provato in negozio e ricevere<br />
ulteriori informazioni<br />
sul prodotto stesso (incluse<br />
altre versioni, taglie o colori<br />
nel caso dell’abbigliamento).<br />
Ciò ci ha portato a ragionare<br />
su tecnologie come il proximity<br />
marketing o l’Rfid andando<br />
a vedere casi concreti<br />
d’uso e di successo. Casi che<br />
sono per fortuna anche in<br />
Italia, e non solo oltreoceano<br />
come spesso avviene.<br />
Menzione a parte merita il<br />
tradizionale SMS che è stato<br />
rinverdito con molto successo<br />
da alcuni retailer per<br />
semplificare l’interazione<br />
con i propri clienti.<br />
Tornando invece alle app,<br />
ma anche qui ci sono casi<br />
con SMS o Whatsapp, altre<br />
funzioni integrabili riguardano<br />
il self-checkout o la realtà<br />
aumentata per arricchire<br />
l’etichetta di un prodotto. A<br />
queste aggiungo la mia idea<br />
sull’uso dello smartphone<br />
per aiutare il cliente a localizzare<br />
un prodotto all’interno<br />
del punto vendita, in<br />
particolare nel settore della<br />
grande distribuzione organizzata.<br />
Una funzione che<br />
potrebbe aiutare le insegne<br />
ad allargare il numero di<br />
referenze, per far fronte alla<br />
concorrenza specializzata<br />
on-line, senza complicare<br />
troppo le disposizioni a<br />
scaffale.<br />
Sempre per la gdo abbiamo<br />
visto alcuni casi<br />
in cui l’app può integrare dei<br />
servizi al banco o, tornando<br />
per un attimo alla pandemia,<br />
la gestione delle code. E proprio<br />
le modificate abitudini dei<br />
consumatori a seguito del covid<br />
potrebbero influenzare gli<br />
andamenti dei prossimi mesi.<br />
Una maggior predisposizione<br />
all’uso dei propri dispositivi,<br />
più tempo speso on-line invece<br />
che all’interno dei negozi,<br />
che impatto avranno? Chi sarà<br />
più veloce non solo ad adeguare<br />
la propria offerta digitale,<br />
ma soprattutto ad allineare<br />
i propri processi con essa?<br />
Nei prossimi appuntamenti<br />
torneremo a parlarne,<br />
emergenza sanitaria permettendo.<br />
Torneremo anche a<br />
guardare i casi internazionali<br />
più significativi, da Sears a<br />
Net-A-Porter, da Starbucks<br />
a Nike. Sono settori merceologici<br />
anche molto diversi fra<br />
di loro, possiamo però estrapolare<br />
la logica di servizio,<br />
il beneficio per il cliente per<br />
trovare nuove idee per altre<br />
applicazioni sia in contesti<br />
simili che in altre tipologie di<br />
commercio.n<br />
Paolo Pelloni<br />
Digital Club/Retail<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 65
CUSTOMER <strong>DM</strong>M<br />
La comunicazione<br />
nella CX<br />
La Customer Experience<br />
è fattore critico di successo<br />
per i Brand.<br />
Le marche devono attivarsi<br />
decisamente per<br />
ascoltare e capire come i<br />
propri clienti percepiscono<br />
e entrano in contatto<br />
con i valori del Brand,<br />
che devono poi ritrovarsi<br />
in tutto l’ecosistema di<br />
comunicazione.<br />
Sembra strano, ma ancora<br />
oggi i Brand pensano<br />
troppo spesso in ottica<br />
“marca-centrica”, riducendo<br />
al minimo l’attenzione<br />
al cliente finale.<br />
Oggi invece, e su questo<br />
dobbiamo riflettere,<br />
si è ribaltata la piramide<br />
dell’influenza (fonte: Edelman<br />
2016). Siamo passati<br />
da una posizione in cui chi<br />
aveva potere e chi influenzava<br />
era al vertice della<br />
piramide “insieme”, oggi le<br />
due anime si sono “sdoppiate”<br />
e sequanzializzate.<br />
Chi influenza ha un volume<br />
rilevante (85% della popolazione)<br />
con un Trust Index<br />
di 48% (mass population)<br />
versus Authoriy che rappresenta<br />
il 15% della popolazione<br />
(Informed public)<br />
con il 60% di Trust Index.<br />
La Customer Experience è<br />
quindi fattore critico di successo<br />
per i Brand.<br />
Le marche devono attivarsi<br />
decisamente per<br />
ascoltare e capire come i<br />
propri clienti percepiscono<br />
e entrano in contatto con i<br />
valori del brand, che devono<br />
poi ritrovarsi in tutto l’ecosistema<br />
di comunicazione e<br />
ancora di più in tutti i touch<br />
point fisici e digitali. Il cliente<br />
finale “vive” i valori in due<br />
dimensioni (psicologica e<br />
fisica/esperienziale) e quindi<br />
quanto espresso nella brand<br />
equity non può mancare nei<br />
punti vendita di qualsiasi<br />
categoria merceologica.<br />
66 <strong>DM</strong> MAGAZINE
CUSTOMER <strong>DM</strong>M<br />
I valori di marca si devono<br />
inserire in una strategia<br />
di Customer Experience<br />
chiara e ben definita e che,<br />
a differenza delle attività<br />
marketing fino a oggi utilizzate<br />
(in logica outbound)<br />
deve essere più customer<br />
centrica, conversazionale<br />
(Inbound). La Customer<br />
Experience parte infatti dal<br />
cliente, dai suoi bisogni evidenti<br />
e latenti, e la marca<br />
deve “sintonizzarsi” con<br />
queste esigenze.<br />
Il Customer Experience<br />
Management è il processo<br />
per gestire strategicamente<br />
tutte le esperienze<br />
dei clienti con la Marca e<br />
i loro punti in comune. Il<br />
C.E.M. è quindi un concetto<br />
fortemente orientato al<br />
cliente, al cui centro sta<br />
il cliente stesso, l’analisi<br />
dell’esperienza del cliente<br />
e i punti di contatto tra<br />
questo e la marca; questo<br />
permette di sviluppare una<br />
strategia per il customer<br />
e un’implementazione<br />
nel rapporto con la marca<br />
all’altezza delle richieste.<br />
(Bernd Schmitt, 2009). Il<br />
segreto per una Customer<br />
Experience Strategy<br />
è quella di comprendere a<br />
fondo come interagiscono<br />
i clienti con la marca, con i<br />
valori della marca e come<br />
riuscire a veicolare nel<br />
migliore dei modi il brand<br />
value all’interno dei canali<br />
di comunicazione di cui si<br />
dispone. Oltre ad analisi<br />
qualitative, esperienziali,<br />
etnografiche, l’ingresso<br />
sulla scena dei big data ci<br />
rende più facile comprendere<br />
come progettare e<br />
veicolare il messaggio nei<br />
diversi punti di contatto;<br />
questo consente<br />
di passare i giusti<br />
valori ai giusti clienti,<br />
di creare loyalty, di<br />
restituire una conoscenza<br />
e consapevolezza<br />
distintiva del<br />
brand.<br />
Lo scopo della Customer<br />
Experience<br />
è quella di essere<br />
positiva per l’utente,<br />
di lasciare sempre<br />
una esperienza gratificante,<br />
unica, affinché la relazione<br />
sia vantaggiosa; cosi<br />
facendo è molto più probabile<br />
che il cliente diventi leale<br />
e faccia più acquisti. Da<br />
uno studio di Oracle risulta<br />
che il 74% dei manager che<br />
si occupano di marketing<br />
in azienda, pensano che la<br />
Customer Experience sia<br />
impattante sulla volontà di<br />
un consumatore di essere<br />
leale a un brand. E anche<br />
le statistiche riguardanti i<br />
consumatori spingono verso<br />
questa interpretazione.<br />
I social sono i più grandi<br />
inglobatori di informazioni<br />
e di conversazioni: il mondo<br />
digitale per sua natura<br />
riduce il time to market e<br />
di conseguenza deve essere<br />
ridotto anche il tempo di<br />
risposta.<br />
Coltivare queste relazioni<br />
vuol dire anche<br />
portare il cliente ad essere<br />
esso stesso un brand ambassador,<br />
capace di divulgare<br />
i valori e la filosofia<br />
del brand tra i propri contatti.<br />
Risposte immediate,<br />
quindi, e una customer<br />
care pensata e studiata<br />
nei dettagli, permette ai<br />
brand di creare un nuovo tipo<br />
di Customer Experience, che<br />
faccia sentire il cliente ascoltato,<br />
sono forse oggi il veicolo<br />
migliore per interagire con il<br />
proprio cliente, un touch point<br />
fondamentale per far sentire<br />
la presenza del brand con<br />
tutti i suoi valori.<br />
Creare una connessione<br />
emotiva con il proprio<br />
consumatore, dopo aver<br />
compreso esattamente chi<br />
è e cosa cerca, analizzare i<br />
dati e riuscire ad arrivare e a<br />
rendere felice il cliente è sicuramente<br />
fondamentale per<br />
la creazione di una Customer<br />
Experience Strategy vincente.<br />
culturali non saranno modesti,<br />
multidimensionali, globalizzati,<br />
cross generazionali (7 generazioni<br />
al momento nel pianeta),<br />
avviluppati, incrociati, intersecati,<br />
mescolati con tanto altro<br />
crea una ambiente complesso.<br />
I clienti finali saranno diversi<br />
da come ce li aspettiamo e<br />
dovremo predisporre soluzioni<br />
alternative se desideriamo<br />
competere e avere continuità<br />
(e ribadiamo, solo nell’ambito<br />
consumer).n<br />
Marco Zanardi<br />
Presidente Retail Institute<br />
e Partner Beready<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 67
MERCATI <strong>DM</strong>M<br />
OLIO E ACETO:<br />
il mercato accelera su tracciabilità e qualità<br />
Andamento positivo per il comparto nell’anno terminante<br />
ad agosto <strong>2020</strong>: l’olio mostra un incremento delle vendite<br />
del +9,8% a volume e del +5,3% a valore sull’anno precedente,<br />
con olio extravergine di oliva e olio di semi che trainano<br />
le vendite. Sorride anche il mercato dell’aceto con<br />
una crescita sia a volume (+8,7%) che a valore (+2,7%).<br />
Prodotti biologici, alta qualità della materia prima 100%<br />
italiana, tracciabilità certificata e novità che strizzano l’occhio<br />
ai trend salutistici vivacizzano il mercato.<br />
Dopo alcuni anni<br />
di difficoltà, il<br />
mercato olio e<br />
aceto ha mostrato<br />
importanti segni<br />
di ripresa nel 2019 per<br />
poi registrare nel <strong>2020</strong><br />
performance nel complesso<br />
positive. In particolare,<br />
l’olio mostra un<br />
incremento delle vendite<br />
del +9,8% a volume e del<br />
+5,3% a valore sull’anno<br />
precedente (fonte: IRI Totale<br />
Italia Iper+Super+LSP<br />
AT agosto <strong>2020</strong>). Al suo<br />
interno, l’olio extravergine<br />
di oliva registra il trend<br />
di crescita maggiore con<br />
+10% a volume e +4,4 a<br />
valore, seguito dall’olio di<br />
semi che segna un incremento<br />
pari a +9,9% a<br />
volume e +10,4% a valore.<br />
L’olio di oliva, invece,<br />
registra +7,4% a volume<br />
e -1,6% a valore, mentre<br />
quello di sansa segna<br />
68 <strong>DM</strong> MAGAZINE
MERCATI <strong>DM</strong>M<br />
+2,1% a volume e -12,9% a<br />
valore. Il comparto, inoltre,<br />
si caratterizza per l’importante<br />
peso della private<br />
label, che detiene infatti<br />
la quota di mercato maggiore.<br />
«Se analizziamo il<br />
primo semestre del <strong>2020</strong><br />
– dichiara Manuel Sirgiovanni,<br />
direttore divisione<br />
consumer Oleificio Zucchi<br />
–, per quanto riguarda la<br />
categoria oliva, vediamo<br />
che il biologico continua<br />
la sua crescita, anche se<br />
in leggero rallentamento<br />
rispetto al passato. Dal<br />
punto di vista della provenienza,<br />
il segmento<br />
maggiormente in crescita<br />
è il 100% italiano, che<br />
registra un aumento di più<br />
del 40%, favorito anche da<br />
un posizionamento prezzo<br />
più competitivo rispetto<br />
agli anni scorsi. Sempre in<br />
termini di posizionamento<br />
prezzo, notiamo che il<br />
mercato nei primi sei mesi<br />
dell’anno si è polarizzato<br />
sugli estremi dell’offerta,<br />
favorendo la crescita dei<br />
segmenti premium e superpremium<br />
da una parte<br />
e low price dall’altra, a<br />
scapito della fascia mainstream».<br />
Bene anche gli<br />
oli di semi, che in questa<br />
fase di crescita generale,<br />
mostrano performance<br />
particolarmente brillanti<br />
nel segmento arachide<br />
e girasole, con il trend<br />
positivo del girasole altoleico.<br />
Aree geografiche e canali<br />
distributivi<br />
Per quanto riguarda<br />
l’andamento per aree<br />
geografiche, il Nord-ovest<br />
risulta in crescita del<br />
+26,3% a volume e del<br />
+30% a valore, mentre il<br />
Nord-est segna +19,4 a<br />
volume e +22,2% a valore.<br />
L’area Centro+Sardegna<br />
segna +26,7% a vol. e<br />
+26,8% a val. e il Sud registra<br />
+27,7 a vol. e +21%<br />
a val. Il canale Supermercato<br />
presidia la fetta di<br />
mercato più considerevole<br />
(+72,5% a volume e<br />
+72,4% a valore), staccando<br />
di molto Lsp (+16,1%<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 69
MERCATI <strong>DM</strong>M<br />
a volume<br />
e +15,3%<br />
a valore) e<br />
Iper (+11,4%<br />
a volume<br />
e +12,3% a<br />
valore). Oltre<br />
al discount,<br />
che continua il suo percorso<br />
di espansione, anche<br />
le vendite online diventano<br />
sempre più rilevanti,<br />
come conferma Stefano<br />
Checcarelli, brand manager<br />
di Costa d’Oro: «l’ecommerce<br />
è stato l’altro<br />
grande canale che ha visto<br />
crescere in modo netto<br />
la sua importanza a causa<br />
della limitazione degli<br />
spostamenti, ma in questo<br />
caso l’aspettativa è di una<br />
crescita solida, simile a<br />
quella che le vendite digitali<br />
hanno avuto nelle altre<br />
categorie del non-food».<br />
Italianità e tracciabilità,<br />
driver d’acquisto<br />
Garanzia d’origine della<br />
materia prima e tracciabilità<br />
sono due aspetti<br />
molto importanti nella fase<br />
di acquisto. Proprio per<br />
questo i principali player<br />
del comparto propongono<br />
prodotti di cui è possibile<br />
conoscere la provenienza<br />
in modo chiaro e<br />
trasparente, soprattutto<br />
per quanto riguarda<br />
il segmento dell’olio<br />
extravergine di oliva.<br />
All’inizio del <strong>2020</strong> Costa<br />
d’Oro ha lanciato i nuovi<br />
extra vergine 100% Italiani<br />
- Il Grezzo, Il Grezzo<br />
Bio e L’Italiano - con<br />
un sistema di tracciabilità<br />
certificata dell’origine<br />
del prodotto. «Costa<br />
d’Oro – afferma Stefano<br />
Checcarelli – ha sviluppato<br />
un sistema unico<br />
per il dettaglio delle<br />
informazioni che il consumatore<br />
è in grado di<br />
ottenere autonomamente.<br />
Questi oli extravergine<br />
sono prodotti secondo lo<br />
standard di tracciabilità<br />
di prodotto ISO 22005,<br />
con qualità garantita<br />
dalla Specifica Tecnica di<br />
Prodotto 8 Rev.7 di DNV,<br />
dove troviamo parametri<br />
più restrittivi rispetto<br />
a quelli di legge». Nel<br />
secondo semestre <strong>2020</strong><br />
è stata lanciata la Selezione<br />
Italiana Monini,<br />
una prestigiosa selezione<br />
di oli extravergine di<br />
qualità, ottenuti da olive<br />
acquistate e frante esclu-<br />
Farchioni valorizza le Dop italiane<br />
La storica azienda umbra ha confermato anche nel 2019<br />
la posizione di testa nella grande distribuzione italiana<br />
già raggiunta nel 2017 e mantenuta nel 2018, registrando<br />
numeri da record per il numero di bottiglie vendute:<br />
30milioni in tutto, pari all’11% del volume totale delle<br />
vendite di olio evo in Italia nel segmento distribuzione<br />
moderna. Oltre ai risultati positivi dell’olio Farchioni<br />
Classico e de Il Casolare, numeri soddisfacenti arrivano<br />
anche dalla linea delle Dop Italiane. «La<br />
superficie degli oliveti aziendali di proprietà<br />
– dichiara Giampaolo Farchioni, manager<br />
dell’omonima azienda – conta<br />
attualmente 450 ettari ripartiti tra Umbria,<br />
Lazio, Puglia e Toscana. Questi territori<br />
donano olio di grande carattere che offriamo<br />
ai nostri clienti anche come Dop locale,<br />
nel rispetto delle caratteristiche aromatiche<br />
e sensoriali delle cultivar autoctone». La<br />
gamma si compone di: Dop Umbria Colli<br />
Martani, fruttato medio; Dop Terra di Bari<br />
Castel del Monte, fruttato intenso; Dop Riviera<br />
Ligure, delicato e dolce; Dop Chianti<br />
classico, equilibrato e armonico.<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 71
MERCATI <strong>DM</strong>M<br />
sivamente in Italia. «La<br />
gamma – afferma Andrea<br />
Marchelli, direttore marketing<br />
Monini – è sottoposta<br />
a tracciabilità per<br />
consentire al consumatore<br />
di conoscere il luogo di<br />
provenienza del prodotto<br />
acquistato attraverso un<br />
QR code posto in etichetta.<br />
In questo modo è possibile<br />
offrire referenze di qualità<br />
eccellente, controllate e<br />
garantite dal Consorzio<br />
Extravergine di Qualità<br />
(CEQ), un organismo<br />
che definisce le regole e<br />
le procedure per un olio<br />
extravergine sempre perfetto<br />
per proprietà nutrizionali,<br />
gusto e sapore».<br />
La gamma si compone<br />
degli extravergini<br />
GranFruttato dal<br />
gusto deciso, Amabile<br />
dal gusto morbido<br />
e Bios, il Biologico<br />
pluripremiato. Coricelli,<br />
inoltre, ha<br />
lanciato Casa Coricelli,<br />
la nuova linea<br />
di prodotti certificati<br />
che racconta il viaggio<br />
dell’olio dal campo in<br />
cui vengono raccolte le<br />
olive fino allo scaffale grazie<br />
al QR Code posto sulle<br />
etichette delle bottiglie.<br />
La gamma comprende<br />
tre oli extravergine: 100%<br />
italiano, biologico e fruttato.<br />
Con il suo marchio<br />
Terre Nostre, Montalbano<br />
Agricola continua<br />
ad investire nel progetto<br />
integrato di filiera per<br />
offrire al consumatore<br />
oli extra vergine di oliva<br />
100% italiani con caratteristiche<br />
uniche e garanzie<br />
di origine e tracciabilità:<br />
attraverso il lotto di produzione<br />
sul retro dell’etichetta<br />
si può conoscere<br />
chi ha coltivato le olive, il<br />
frantoio che le ha lavorate<br />
e chi ha confezionato<br />
l’olio. «L’obiettivo – spiega<br />
Viviana Benvenuti, communication<br />
e marketing<br />
manager di Montalbano<br />
Agricola – è valorizzare<br />
PANTALEO PUNTA<br />
SULLA TERRITORIALITÀ<br />
e salvaguardare l’olivicoltura<br />
nazionale, penalizzata<br />
in questi anni dal clima e<br />
dalle politiche commerciali,<br />
preservando la sua biodiversità<br />
unica al mondo».<br />
Oli di semi sempre<br />
più salubri<br />
Il segmento degli oli di<br />
semi è sempre più interessato<br />
da un rinnovo in chiave<br />
salutistica e sostenibile<br />
Con la nuova campagna olearia 2019/20 Pantaleo<br />
ha lanciato l’olio extravergine di oliva Igp Olio di<br />
Puglia. «L’approvazione del disciplinare è avvenuta il 23<br />
dicembre 2019 – spiega Nicola Pantaleo, amministratore<br />
delegato della Nicola Pantaleo – e siamo stati fra i primi ad<br />
adeguare la produzione e a lanciare il prodotto sul mercato.<br />
La Puglia, producendo circa il 60% dell’olio della nostra<br />
nazione, non poteva non avere un Igp, potendo contare su<br />
un’enorme eterogeneità di cultivar e quindi di caratteristiche<br />
organolettiche, che consentono di ottenere oli equilibrati e di<br />
altissima qualità. Il nostro Igp è prodotto interamente nella<br />
nostra azienda agricola Pantaleo Agricoltura, dove sono a<br />
dimora 15 diverse cultivar e dove possiamo cadenzare e<br />
controllare tutte le fasi, dalla raccolta alla molitura fino<br />
alla conservazione e quindi al confezionamento, anche<br />
grazie a un QR-code apposto sull’etichetta del prodotto».<br />
Per il <strong>2020</strong> l’azienda ha in programma un<br />
olio extravergine biologico e il Rusticano<br />
100% italiano, un extravergine italiano<br />
non filtrato.<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 73
FRESCO E FRAGRANTE<br />
O DENSO E PERSISTENTE?<br />
Ogni piatto ha il suo Aceto Balsamico<br />
di Modena I.G.P. Ponti preferito.<br />
Per sceglierlo, c’è il nuovo sistema<br />
di classificazione Ponti con i suoi tre parametri,<br />
da oggi su ogni etichetta.<br />
MATURAZIONE<br />
In botti di legno pregiato,<br />
conferisce aromi<br />
e struttura<br />
MOSTO<br />
Ingrediente fondamentale,<br />
caratterizza con profumi<br />
e sapore unici<br />
DENSITÀ<br />
Caratteristica essenziale<br />
della qualità, dona<br />
armonia e persistenza<br />
Con l’esperienza di chi fa aceto<br />
da nove generazioni,<br />
Ponti offre uno strumento<br />
chiaro e trasparente garantito da SGS,<br />
leader mondiale delle certificazioni.<br />
Per orientare l’acquisto e arricchire l’offerta.<br />
Scopri di più su ponti.com
MERCATI <strong>DM</strong>M<br />
Gruppo Salov presenta il brand premium Filippo Berio<br />
Filippo Berio, brand del Gruppo Salov lanciato in Italia a fine<br />
2019 e già conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, propone<br />
quattro oli extravergine di oliva prodotti secondo il Metodo Berio,<br />
il percorso di qualità e sicurezza tracciato lungo tutta la filiera che<br />
da ora si fregia anche della certificazione di Sgs. Tale metodo<br />
utilizza l’applicazione di tecniche di coltivazione e produzione<br />
integrata, nel pieno rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema e di<br />
scrupolosi controlli durante tutte le fasi del processo produttivo e di<br />
selezione, trasporto in frantoio e molitura delle olive. La spremitura<br />
si avvale soltanto delle olive migliori e avviene rigorosamente a freddo e nel minor tempo possibile.<br />
La gamma comprende: il Classico, la referenza più versatile ed equilibrata della linea; il Bassa Acidità,<br />
rotondo e armonico con un’acidità massima naturale di 0,3%; il 100% Italiano, fruttato e vivace,<br />
prodotto unicamente con olive di origine italiana; il Biologico, realizzato con sole olive da agricoltura<br />
biologica controllando ogni passaggio della produzione secondo la regolamentazione europea dedicata<br />
al biologico (codice IT BIO 006).<br />
con l’aggiunta<br />
a scaffale di<br />
referenze con<br />
caratteristiche<br />
particolarmente<br />
apprezzate<br />
da chi è attento<br />
ad uno stile<br />
di vita sano e<br />
alle tematiche<br />
riguardanti<br />
l’impatto ambientale.<br />
Tra<br />
le novità spicca l’olio di<br />
semi di girasole altoleico<br />
100% Italiano Zucchi,<br />
che va a completare la<br />
gamma degli oli di semi<br />
100% italiani da filiera<br />
tracciata e certificata,<br />
lanciata nel 2014. Questo<br />
prodotto, grazie alla<br />
sua composizione di<br />
acidi grassi insaturi e al<br />
suo punto di fumo elevato,<br />
sta conquistando i<br />
consumatori per le fritture<br />
e le cotture ad alta<br />
temperatura. Attenzione<br />
all’ambiente, invece,<br />
per Friol che rinnova<br />
il proprio packaging in<br />
chiave green. «Friol,<br />
brand leader nel segmento<br />
degli oli per<br />
frittura con il 24% di<br />
quota, – afferma Roberto<br />
Sassoni, direttore<br />
generale business unit<br />
Italia Carapelli Firenze<br />
– è stato protagonista di<br />
un importante rilancio<br />
all’insegna dell’ecosostenibilità.<br />
Abbiamo<br />
infatti introdotto una<br />
nuova bottiglia ottenuta<br />
con il 14% di<br />
plastica in meno, che<br />
presto sarà estesa<br />
anche al resto della<br />
gamma dei semi».<br />
L’importanza della<br />
comunicazione<br />
Oltre a comunicare<br />
con il consumatore<br />
finale attraverso i prodotti<br />
stessi, le aziende<br />
del comparto adottano<br />
una strategia di comunicazione<br />
che fa un uso<br />
bilanciato dei media<br />
tradizionali e dei canali<br />
digital. Il <strong>2020</strong> vede<br />
il ritorno di Carapelli<br />
in comunicazione televisiva,<br />
con una ricca<br />
pianificazione su tutte le<br />
principali reti nazionali<br />
e sui canali satellitari,<br />
oltre a una importante<br />
presenza su piattafor-<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 75
PURA PASSIONE PER IL GUSTO<br />
Monorigine Perù<br />
Nei lontani territori del Perù amazzonico nasce un eccezionale cacao,<br />
unico e incontaminato, perfetto per elaborare ricette dalle ineguagliabili note aromatiche<br />
e per abbinamenti ricercati.<br />
Le Tavolette Biologiche<br />
Le 6 nuove tavolette Biologiche firmate Vanini stupiscono per la loro golosità,<br />
nata dall’incontro fra note dolci e sfumature salate, fra un cioccolato amabile e rotondo<br />
ed inclusioni croccanti dal gusto deciso.
MERCATI <strong>DM</strong>M<br />
me digitali e<br />
canali social.<br />
Il nuovo spot<br />
celebra la<br />
capacità di<br />
un grande<br />
olio di ispirare<br />
ogni<br />
preparazione<br />
culinaria,<br />
alla stregua<br />
di una creazione artistica<br />
e racconta una storia<br />
di italianità e qualità<br />
centenaria, di cui Carapelli<br />
è protagonista.<br />
Oleificio Zucchi, che<br />
quest’anno festeggia i<br />
suoi 210 anni, in marzo<br />
ha lanciato una nuova<br />
campagna pubblicitaria,<br />
dedicata a raccontare il<br />
nuovo posizionamento<br />
di marca, i valori e la<br />
storia dell’azienda, il<br />
tutto sintetizzato nel<br />
payoff “<br />
La nostra idea di olio”.<br />
Partita a inizio anno con<br />
il primo spot tv su tutte<br />
le principali reti e piattaforme<br />
nazionali, con<br />
questo progetto l’azienda<br />
valorizza l’approccio<br />
a 360° al mondo dell’olio<br />
puntando su sostenibilità,<br />
tracciabilità e<br />
arte del blending. Il sito<br />
e le pagine Facebook<br />
e Instagram restano,<br />
invece, gli strumenti<br />
più immediati e di forte<br />
impatto per far conoscere<br />
i propri prodotti ai<br />
consumatori. Monini ad<br />
aprile ha invece lanciato<br />
una campagna di comunicazione<br />
integrata<br />
articolata su mezzi offline<br />
e online, con spot<br />
di diversi formati per<br />
raccontare la nuova storia<br />
Monini, volta a valorizzare<br />
l’immagine della<br />
marca e la sua posizione<br />
nel mercato italiano<br />
e internazionale. Una<br />
storia fatta di tradizione,<br />
qualità, ma soprattutto<br />
di piacere, nonché di<br />
condivisione di un valore<br />
che Monini fa proprio<br />
e di cui si fa portatore:<br />
l’italianità.<br />
SPAZIO AGLI OLI BIOLOGICI FUNZIONALI<br />
Nel segmento biologico trovano spazio anche referenze con funzioni benefiche per la salute. Gli Oli<br />
della linea Biologica Benvolio 1938 nascono proprio dalla prerogativa di trarre il meglio dalla natura,<br />
offrendo un prodotto naturale da agricoltura biologica certificata e garantita. «Tutti i nostri prodotti<br />
– spiega Martina Manna, global sales marketing manager di Benvolio – fanno parte della grande<br />
famiglia degli Oli del Benessere e oltre a possedere caratteristiche organolettiche uniche, nascono<br />
come alimenti funzionali al servizio della salute, in grado di aiutare le persone a stare bene partendo<br />
dalla tavola e dal mangiare sano. Ognuno è il frutto di una filiera biologica certificata e senza Ogm<br />
ed è naturalmente ricco di sostanze preziose per l’organismo. Olio di avocado e olio di zucca sono gli<br />
ultimi lanci di completamento per la linea». Tra la fine del 2019 e l’inizio del <strong>2020</strong>, l’azienda ha anche<br />
investito sulla sostenibilità aumentando la tracciabilità dei prodotti e utilizzando per gli oli materiali<br />
riciclati e ‘leggeri’. Gli oli della linea Benvolio bio vengono raccontati nel viaggio dal campo allo<br />
scaffale in un’ottica di trasparenza verso il consumatore grazie alla presenza di un QR Code e a dati<br />
memorizzati in una blockchain.<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 77
MERCATI <strong>DM</strong>M<br />
L’aceto gode<br />
di buona salute<br />
Sorride anche il mercato dell’aceto<br />
con una crescita sia a<br />
volume, pari a +8,7%, che a<br />
valore, pari a +2,7% (fonte: IRI<br />
Totale Italia Iper+Super+LSP<br />
AT agosto <strong>2020</strong>). Nello specifico,<br />
l’aceto classico cresce del<br />
+6,9% a volume e del +3,3% a<br />
valore, mentre l’aceto di mele<br />
registra un incremento pari al<br />
+6,4% a volume e al +6% a<br />
valore. La crescita più vivace è<br />
però registrata dai segmenti altri<br />
aceti (+47,8% a vol. e +45,2% a<br />
val.) e aceto di alcool (+31,5% a<br />
vol. e +30,5% a val.). Andamento<br />
un po’ meno brillante per l’aceto<br />
balsamico, che segna +0,3% a<br />
volume e -0,8% a valore. In calo,<br />
il segmento aceto speciale, che<br />
registra -2% sia a volume che<br />
a valore, e la glassa di aceto<br />
balsamico con una flessione pari<br />
a -4,2% a volume e -5% a valore.<br />
I primi tre produttori coprono a<br />
valore il 50,9% del mercato (Ponti,<br />
Acetificio De Nigris e Monari<br />
Federzoni), con la private label<br />
che pesa il 29,8%.<br />
Andamento per aree<br />
geografiche e canali<br />
Il Nord Ovest si dimostra<br />
l’area più performante,<br />
con una crescita<br />
del +29,9% a volume<br />
e del +30,2% a valore,<br />
seguito dal Nord Est<br />
con +24,6% a volume<br />
e 28,1% a valore, dal<br />
Sud con +25% a volume<br />
e +20,8% a valore e<br />
dal Centro+Sardegna<br />
con +20,5% a volume<br />
e +20,9% a valore. A<br />
livello di canali, il Super<br />
stacca tutti mettendo a<br />
segno +71,4% a volume<br />
e +71,5% a valore, mentre<br />
Lsp segna +17%<br />
a volume e +15,7% a<br />
valore e Iper registra<br />
+11,6% a volume e<br />
+12,8% a valore.<br />
Monari Federzoni amplia<br />
la gamma Gli Artigianali<br />
La storica azienda modenese, produttrice<br />
di Aceto Balsamico di Modena<br />
Igp, condimenti e bevande, co-leader<br />
di mercato in Italia, continua ad arricchire<br />
la propria gamma di prodotti<br />
con due nuove referenze di alta qualità<br />
che entrano a far parte della linea Gli<br />
Artigianali. La prima novità è “Forte”,<br />
il primo aceto di vino 8° di acidità, la<br />
più alta gradazione di aceto di vino<br />
attualmente presente sul mercato, nelle<br />
varianti Bianco e Rosso. Uve 100%<br />
nazionali, un processo produttivo realizzato<br />
interamente nella storica sede<br />
modenese di Monari Federzoni e affinamento<br />
in botti di legno pregiato danno<br />
vita a due prodotti che si distinguono<br />
per proprietà e caratteristiche organolettiche<br />
uniche, gusto deciso e profumi<br />
intensi. Sono indicati come condimenti<br />
per insalate, per la marinatura di pesce<br />
e carni e particolarmente adatti per la<br />
realizzazione di salse. La linea Gli Artigianali<br />
si amplia anche grazie all’Aceto<br />
di Vino Bianco Biologico: una referenza<br />
ottenuta da uve 100% italiane certificate<br />
biologiche. Senza solfiti, pesticidi,<br />
allergeni, coloranti e conservanti,<br />
questa proposta, fresca e profumata, è<br />
caratterizzata da 6° di acidità risultando<br />
ideale per la preparazione di insalate<br />
di verdure crude o cotte.<br />
78 <strong>DM</strong> MAGAZINE
MERCATI <strong>DM</strong>M<br />
I consumatori apprezzano le<br />
proposte healthy<br />
Ricerca, sperimentazione e<br />
analisi dei trend di consumo<br />
hanno dato vita a nuove<br />
referenze che soddisfano<br />
pienamente le esigenze di<br />
chi ama seguire uno stile di<br />
vita orientato al benessere.<br />
È il caso di Bongiorno Vinegardrink<br />
di Monari Federzoni,<br />
innovativa gamma di<br />
healthy drink bio con Aceto<br />
Balsamico di Modena Igp<br />
e Aceto di Mele proposta<br />
in cinque varianti: arancia,<br />
frutti rossi & melograno,<br />
limone & zenzero, mela &<br />
cannella e miele. I drink<br />
Bongiorno - disponibili<br />
in bottiglia di vetro 100%<br />
riciclabile - hanno un basso<br />
contenuto calorico, sono<br />
non gassati, non filtrati<br />
e con ‘madre’: sostanza<br />
naturale ricca di fibre.<br />
Le referenze sono inoltre<br />
gluten e OGM free, con solo<br />
zuccheri della frutta per<br />
un prodotto 100% made<br />
in Italy. Inoltre, le bevande<br />
Bongiorno sono ideali<br />
gustate subito prima della<br />
colazione e, se assunte<br />
ogni mattina, contribuiscono<br />
alla regolare funzione<br />
digestiva. Nella stessa direzione<br />
va anche De Nigris<br />
con gli Aceti del Benessere:<br />
tre referenze – MelaMadre,<br />
Aceto di Melograno e Aceto<br />
di Cocco – fortemente innovative<br />
che uniscono le virtù<br />
dell’aceto con le proprietà<br />
benefiche di mela, melograno<br />
e cocco. Tutti e tre<br />
non filtrati, non pastorizzati<br />
e biologici, i prodotti sono<br />
ricavati da aceto madre e<br />
sono naturalmente senza<br />
glutine. Le referenze<br />
sono inoltre molto versatili<br />
poiché sono aceti da bere,<br />
condimenti e ingredienti<br />
preziosi per creare cocktail<br />
e bevande. «Il riscontro<br />
che hanno ottenuto i nostri<br />
Aceti del Benessere – dichiara<br />
Armando De Nigris,<br />
presidente del Gruppo<br />
de Nigris – è stato fin da<br />
subito positivo: questi aceti<br />
si sono posti sul mercato<br />
nazionale creando un segmento<br />
fino ad allora inesistente.<br />
Allo stesso tempo<br />
sui mercati internazionali si<br />
presentano come prodotti<br />
assolutamente in linea con<br />
i nuovi trend salutistici».<br />
Attenzione alla salute anche<br />
per Acetum con il suo<br />
aceto di mele Melinda Bio<br />
non filtrato. La referenza<br />
contiene tutte le proprietà<br />
benefiche della madre<br />
dell’aceto ed è pienamente<br />
in linea con le nuove abitudini<br />
di consumo che vanno<br />
sempre più nella direzione<br />
di prodotti non solo buoni<br />
ma anche alleati del benessere.<br />
La sostenibilità al<br />
primo posto<br />
Per De Nigris la sostenibilità<br />
passa attraverso un<br />
progetto etico, trasparente<br />
e sostenibile intrapreso con<br />
Aceto dal Campo, un aceto<br />
di vino di Filiera controllata<br />
e certificata, nato in<br />
seno a Coldiretti. Grazie a<br />
questo percorso l’azienda<br />
ha cercato di accorciare<br />
in maniera importante la<br />
filiera ottenendo un prodotto<br />
plastic free e 100% Made<br />
In Italy, riducendo anche le<br />
emissioni di CO2 bypassando<br />
circa quattro passaggi<br />
della filiera produttiva. Per<br />
Monari Federzoni l’attenzione<br />
all’ambiente, invece,<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 79
Liberi di scegliere<br />
di mangiare sano<br />
Felicia. L’Avena che diventa Pasta.<br />
Fonte di fibre, biologica, vegan e naturalmente gluten free, la Pasta con<br />
Avena Felicia dal gusto unico e delicato consente molteplici abbinamenti<br />
in cucina, dal dolce al salato; è buona anche fredda e adatta a chi desidera<br />
gustare un piatto di pasta fuori dai pasti. Scopri tutte le altre referenze.
MERCATI <strong>DM</strong>M<br />
si traduce in un sistema<br />
articolato e integrato<br />
di azioni e misure. Sul<br />
fronte del risparmio di<br />
risorse energetiche e<br />
naturali, l’azienda ha<br />
realizzato qualche anno<br />
fa un impianto di cogenerazione<br />
a oli vegetali<br />
che produce 3,2 milioni<br />
di KWh di energia da fonti<br />
rinnovabili, ha ridotto<br />
del 60% il consumo di<br />
energia per l’illuminazione<br />
grazie all’installazione<br />
di lampade a<br />
LED e del 36% i consumi<br />
d’acqua rispetto al 2018.<br />
«Per quanto riguarda il<br />
packaging – sottolinea<br />
Matteo Candotto, direttore<br />
commerciale Monari<br />
Federzoni – entro il<br />
<strong>2020</strong> l’81% di imballi in<br />
cartone sarà realizzato<br />
in materiale riciclato e<br />
certificato FSC, crescerà<br />
la quota di bottiglie in<br />
vetro riciclato utilizzate,<br />
oggi pari al 66%, e saranno<br />
eliminati i tappi in pvc per<br />
i prodotti bio. Non manca<br />
poi l’attenzione alla gestione<br />
dei rifiuti, che nel<br />
<strong>2020</strong> saranno differenziati<br />
all’80%». Acetum considera<br />
la sostenibilità una delle<br />
proprie mission, perché<br />
parte integrante della<br />
cultura aziendale. «L’Aceto<br />
Balsamico – afferma Cesare<br />
Mazzetti, presidente di<br />
Acetum – non esisterebbe<br />
senza il suo territorio, per<br />
questo Acetum è in prima<br />
linea nella riduzione dei<br />
consumi, nella produzione<br />
di energia pulita, nella depurazione<br />
delle acque reflue,<br />
nella sostenibilità<br />
dei processi produttivi e<br />
di confezionamento. Da<br />
tempo abbiamo iniziato la<br />
strategia di riduzione dei<br />
materiali plastici, come<br />
l’adozione di inchiostri non<br />
tossici per etichette e cartoni.<br />
Promuoviamo inoltre il<br />
recupero e la raccolta differenziata<br />
di tutti i nostri scarti<br />
di produzione, produciamo<br />
energia elettrica pulita dal<br />
nostro impianto fotovoltaico<br />
che soddisfa oltre il 40%<br />
dell’intero fabbisogno aziendale<br />
e abbiamo installato<br />
un depuratore a fanghi attivi<br />
biologico per la gestione dei<br />
reflui industriali».n<br />
Arriva l’Aceto Balsamico di Modena Igp Biologico - Quattro Foglie<br />
Acetum, storica azienda italiana specializzata nella produzione di aceto e,<br />
in particolare, nel segmento dell’aceto balsamico di Modena e derivati, ha<br />
recentemente lanciato l’Aceto Balsamico di Modena Igp Biologico - Quattro<br />
Foglie, ottenuto dalle migliori materie prime biologiche e perfezionato<br />
in botte fino a raggiungere una consistenza complessa e fruttata. Per le<br />
sue caratteristiche specifiche è un condimento perfetto per le insalate di<br />
stagione, le verdure alla griglia e le vinaigrette. Il sistema “foglie” di AIB<br />
(Assaggiatori Italiani Balsamico), creato vent’anni fa e a oggi utilizzato da<br />
un numero crescente di aziende e su uno stimato di mezzo miliardo di bottiglie in tutto il mondo, è<br />
importante per comunicare le differenze qualitative tra le referenze. Si tratta, infatti, dell’unico sistema<br />
indipendente di classificazione delle qualità di Aceto Balsamico di Modena: un metodo oggettivo di<br />
valutazione che identifica quattro semplici categorie qualitative costruite su parametri chimico-fisici e<br />
sensoriali, rappresentate da un numero di foglie crescente, da uno a quattro, che permettono di riconoscere<br />
a prima vista il prodotto più adatto ad ogni esigenza.<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 81
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA<br />
14esima convention Consorzio Coralis:<br />
la TRASFORMAZIONE NECESSARIA<br />
La convention si è svolta in<br />
una duplice forma: live per<br />
gli ospiti che sono potuti intervenire<br />
fisicamente e in remoto<br />
per dare la possibilità<br />
di partecipare ai soci che non<br />
erano presenti.<br />
Eleonora Graffione, presidente<br />
del Consorzio, ha aperto<br />
i lavori: “E’ stato un periodo<br />
difficile ma insieme ce l’abbiamo<br />
fatta! In questi mesi il<br />
lavoro della centrale non si è<br />
fermato”, ci siamo rafforzati<br />
migliorando la tecnologia per<br />
garantire tutti i servizi e abbiamo<br />
valutato nuovi progetti<br />
da mettere a disposizione<br />
dei soci. Abbiamo migliorato<br />
il Servizio Immagino di GS1<br />
e a novembre ci sarà l’evoluzione<br />
verso la piattaforma Allineo<br />
di GS1 per completare<br />
le informazioni di prodotto<br />
messe a disposizione dai fornitori,<br />
mentre per l’e-commerce<br />
abbiamo siglato un<br />
accordo con RESTORE per un<br />
set di servizi completi con un<br />
accesso dedicato ad ogni insegna.<br />
E poi continuità dei tavoli<br />
commerciali per migliorare la<br />
conoscenza dei prodotti e le<br />
condizioni contrattuali, e migliori<br />
procedure supportate<br />
da nuove tecnologie, per la<br />
sicurezza ed adattabilità di lavoro<br />
dei nostri collaboratori.<br />
“Ci siamo sostenuti e abbiamo<br />
saputo leggere le reciproche<br />
necessità e provvedervi”.<br />
Un’apertura che ha parlato di<br />
progetti futuri ma che aveva<br />
anche il buon sapore di un ringraziamento<br />
collettivo.<br />
Ospiti della convention, Cristina<br />
Lazzati, direttore di prestigiose<br />
testate di settore e<br />
Giorgio di Tullio, Identity Innovation<br />
Design. Due interventi<br />
densi di spunti che, pur<br />
partendo la prima da una premessa<br />
concreta e tangibile la<br />
seconda filosofica e visionaria,<br />
sono convertiti su alcune<br />
parole chiave per il futuro<br />
della GDO: etica, omnicanalità,<br />
sostenibilità, prossimità,<br />
sicurezza, trasformazione. “Le<br />
differenze raccordano” ha dichiarato<br />
Giorgio Di Tullio valorizzando<br />
in questo modo il<br />
dna di Coralis e spingendo i<br />
soci ad una sempre maggiore<br />
sinergia.<br />
Cristina Lazzati ha invece regalato<br />
alla platea un’attenta analisi<br />
del panorama della GDO<br />
domestica e internazionale.
Nasce Aicube 4.0,<br />
supercentrale d’acquisto promossa<br />
da Gruppo VéGé e Carrefour<br />
Andrà a rappresentare, in fase di negoziazione,<br />
circa 5.256 punti vendita sull’intero territorio nazionale,<br />
per un fatturato complessivo al consumo superiore a 15,7<br />
miliardi di euro.<br />
ruppo VéGé e Carrefour Italia hanno annunciato<br />
lo scorso settembre la sigla del nuovo patto<br />
G<br />
che sancisce il varo di Aicube 4.0, supercentrale<br />
d’acquisto nello scenario della Grande Distribuzione<br />
Organizzata italiana, con una progettualità e una<br />
rotta ben definite. Aicube 4.0, acronimo di Associazione<br />
Imprese Internazionali Indipendenti 4.0, che<br />
avrà a brevissimo una sede propria pienamente<br />
operativa, nasce con una market share del 12,7%<br />
[fonte: elaborazione Aicube4.0 su dati Nielsen,<br />
GNLC ed. Febbraio <strong>2020</strong>].<br />
La nuova supercentrale andrà a rappresentare,<br />
in fase di negoziazione, circa 5.256 punti vendita<br />
sull’intero territorio nazionale, per un fatturato<br />
complessivo al consumo - inclusi gruppi mandanti<br />
– superiore a 15,7 miliardi di euro. «Aicube<br />
4.0 nasce dalla comune volontà di proseguire una<br />
collaborazione che si è dimostrata solida e<br />
proficua mettendo a frutto il meglio<br />
delle esperienze acquisite in questi<br />
anni - ha dichiarato Nicola<br />
Mastromartino -. Ci sono poi<br />
istanze che una realtà come<br />
Aicube 4.0 è senz’altro in<br />
grado di rappresentare con<br />
maggior forza. Mi riferisco<br />
non solo alla capacità di dispiegare<br />
un’offerta sempre<br />
più articolata di prodotti di<br />
qualità a prezzi convenienti,<br />
ma anche a un’interlocuzione<br />
sempre più costruttiva ed<br />
equilibrata nelle relazioni commerciali<br />
con le grandi imprese<br />
industriali di marca».<br />
Il patto sottoscritto da Gruppo<br />
VéGé e Carrefour Italia impegna<br />
le due realtà di primissimo piano<br />
APERTURE <strong>DM</strong>M<br />
della Gdo italiana per il prossimo triennio,<br />
senza facoltà di recesso anticipato.<br />
L<br />
’architettura della nuova centrale d’acquisto,<br />
tuttavia, rende possibile da subito<br />
l’ingresso di ulteriori soci che vogliano condividere<br />
la mission del progetto. «L’alleanza<br />
con Gruppo VéGé, con cui collaboriamo da 2<br />
anni, mostra come organizzazioni con matrici<br />
differenti possano convergere dando vita a una<br />
struttura snella, efficiente e reciprocamente<br />
vantaggiosa, ma soprattutto capace di sviluppare<br />
sinergie e progetti ambiziosi a beneficio<br />
dei consumatori, andando oltre la somma<br />
delle quote di mercato da spendere in sede di<br />
contrattazione - commenta Christophe Rabatel<br />
per Carrefour Italia -. Aicube 4.0 prende in<br />
carico il potenziale dell’aggregazione precedente,<br />
in particolare il focus sulla convenienza<br />
e la valorizzazione delle filiere». n<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 83
Piatti monouso<br />
in alluminio:la rivoluzione<br />
sostenibile<br />
del food delivery<br />
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA<br />
Innovazione dei prodotti, soddisfazione dei clienti e rispetto dell’ambiente: sono questi gli asset fondamentali<br />
sui quali si fonda Contital, azienda che da più di 25 anni si occupa della produzione e della distribuzione di imballaggi<br />
in alluminio e non solo. In virtù di questi concetti chiave e del particolare periodo storico che stiamo<br />
vivendo, l’azienda ha deciso di lanciare sul mercato una nuova linea di piatti monouso in alluminio per la grande<br />
distribuzione e per il mondo Ho.Re.Ca. La gamma di prodotti, caratterizzata da un design innovativo e funzionale,<br />
è interamente realizzata con il 100% di materiale riciclato. A conferma ulteriore della vocazione ambientale<br />
dell’azienda, Contital ha anche deciso di avvalersi della metodologia LCA (Life Cycle Assessment) per valutare in<br />
maniera scientifica e trasparente i potenziali impatti ambientali della nuova linea di piatti monouso in alluminio<br />
nudo e laccato. Lo Studio LCA, verificato con Critical Review dall’ente accreditato SGS, evidenzia come il ciclo<br />
integrato di Contital permetta ai piatti di ottenere valori LCA molto competitivi. Per soddisfare le esigenze del<br />
mercato del food delivery e del takeway, i piatti hanno pareti rigide e un bordo liscio che può essere sigillato<br />
con film salvaliquidi - tradizionale e bio – o chiuso con coperchi preformati in materiale riciclabile, per garantire<br />
sicurezza e igiene. Hanno un costo competitivo, se paragonati ai prodotti simili realizzati con polpa di cellulosa<br />
o bio-plastica e sono adatti all’uso in forni tradizionali e a microonde, per congelamento e surgelazione. Questa<br />
nuova gamma di prodotti, che ha vinto già nei primi<br />
mesi del <strong>2020</strong> ben tre premi internazionali, è disponibile<br />
in varie tipologie (multiuso, superfondo, fondo, piano e<br />
dessert) e forme (quadrata, rotonda e altre in realizzazione).<br />
I piatti monouso in alluminio sono stati pensati per<br />
offrire un’alternativa pratica, esteticamente accattivante<br />
e soprattutto sostenibile, a un pubblico che sempre più<br />
cerca un prodotto di qualità e rispettoso dell’ambiente da<br />
poter utilizzare comodamente a casa propria.
IMPRESE <strong>DM</strong>M<br />
Caffè Borbone<br />
prosegue la sua<br />
crescita nel<br />
mercato italiano<br />
I prodotti del brand sono interessati<br />
da altissime rotazioni,<br />
in continuità oltre che in promozioni,<br />
e l’azienda sta lavorando<br />
costantemente su tutte<br />
quelle che sono le leve del<br />
marketing mix.<br />
Caffè Borbone, tra i principali<br />
torrefattori specializzati<br />
nella produzione di caffè in<br />
grani, cialde e capsule, stima<br />
di chiudere il <strong>2020</strong> a circa 215<br />
milioni di fatturato, tra canale<br />
moderno e professional. «Un<br />
risultato davvero soddisfacente<br />
– dichiara Francesco Garufi, direttore<br />
commerciale retail – se<br />
si considera che l’anno scorso<br />
abbiamo chiuso a 170 milioni di<br />
euro e due anni fa a 135 milioni».<br />
Caffè Borbone è una realtà<br />
italiana in continua espansione,<br />
che punta ad ampliare il proprio<br />
giro d’affari ulteriormente<br />
nei prossimi anni, con sviluppi<br />
e potenzialità di incremento<br />
anche nel mercato estero a cui<br />
sta dedicando già dei progetti<br />
sempre più strutturati.<br />
L<br />
’azienda registra una crescita<br />
importante anche<br />
nell’ambito della grande distribuzione,<br />
sia a livello di pondera-<br />
ta sia a livello di performance di<br />
fatturati. «Siamo leader in Area<br />
4 nel mondo del monoporzionato<br />
– prosegue Garufi – e stiamo<br />
aumentando la nostra penetrazione<br />
nelle aree 3, 2 e 1 Nielsen.<br />
A settembre abbiamo raggiunto<br />
la quota ponderata di 58 punti e<br />
l’obiettivo, ambizioso ma assolutamente<br />
raggiungibile, è di<br />
arrivare entro il prossimo anno<br />
a 85 punti di ponderata a livello<br />
Italia».<br />
prodotti del brand sono interessati<br />
da altissime rotazioni, I<br />
in continuità oltre che in promozioni,<br />
e l’azienda sta lavorando<br />
costantemente su tutte quelle<br />
che sono le leve del marketing<br />
mix che consentono di poter far<br />
crescere le quote e allargare<br />
gli assortimenti. Oltre ad incrementare<br />
la distribuzione, infatti,<br />
Caffè Borbone mira ad accrescere<br />
la presenza dei prodotti<br />
sugli scaffali aumentando le<br />
referenze nelle strutture che già<br />
distribuiscono il brand napoletano.<br />
Il marchio si distingue anche<br />
per la sua anima green ed è<br />
consapevole dell’importanza<br />
di avere un approccio integrato<br />
quando si parla di sostenibilità.<br />
In particolare, le certificazioni<br />
acquisite negli anni, riconosciute<br />
a livello internazionale, come<br />
la certificazione Compostabilità<br />
CIC per la cialda compostabile.<br />
Inoltre, l’azienda possiede le<br />
certificazioni BRC Food e la IFS<br />
Food e le certificazioni ISO 9001<br />
del 2015. Vengono eseguite periodicamente<br />
analisi materiali e<br />
verifiche di fattibilità in relazione<br />
alla compostabilità e tracciabilità<br />
dei prodotti in tutte le fasi di<br />
produzione, trasformazione e<br />
distribuzione, e analisi del prodotto<br />
finale per verificare la presenza<br />
di metalli, contaminanti e<br />
ogni agente indesiderato.n<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 85
86 <strong>DM</strong> MAGAZINE<br />
Di qualità, innovative<br />
e naturali, le caramelle<br />
che piacciono di più
FOCUS<br />
Le vendite di caramelle<br />
nell’anno terminante a<br />
gennaio <strong>2020</strong> nei supermercati<br />
e negli ipermercati<br />
del nostro Paese hanno<br />
abbondantemente superato<br />
i 350 milioni di euro,<br />
facendo registrare una variazione<br />
di +1,1% rispetto<br />
ai dodici mesi precedenti.<br />
Dure, ripiene, morbide, colate, gelatine, gommose,<br />
alla fragola, al limone, all’arancia, alla<br />
liquirizia, alla menta, al cioccolato o al mix di<br />
sapori. Ce n’è davvero per tutti i gusti quando<br />
si tratta di scegliere quale caramella mangiare. Il mercato<br />
di queste piccole dolcezze, sempre molto apprezzate dai<br />
consumatori italiani, è ricchissimo di varietà<br />
di prodotti così come di brand, alcuni<br />
dei quali con le loro specialità hanno<br />
fatto la storia di questo settore. Secondo i<br />
dati elaborati da Iri, le vendite di caramelle<br />
nell’anno terminante a gennaio <strong>2020</strong><br />
nei supermercati e negli ipermercati del<br />
nostro Paese hanno abbondantemente<br />
superato i 350 milioni di euro, facendo<br />
registrare una variazione di +1,1% rispetto<br />
ai dodici mesi precedenti. In termini di<br />
volumi, invece, sono state vendute circa<br />
32.000 tonnellate di prodotti, un quantitativo<br />
sostanzialmente in linea con quello<br />
del 2018 (-0,3%).<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 87
FOCUS<br />
Sono molte le novità che le aziende<br />
del comparto lanciano ogni<br />
anno sul mercato cercando di<br />
soddisfare le preferenze dei consumatori<br />
con gusti originali e con<br />
accostamenti particolari di due o<br />
più ingredienti. Una spinta innovativa<br />
che riguarda anche i formati<br />
e il packaging con confezioni in<br />
grado di incontrare sempre di più<br />
le nuove esigenze dello shopper.<br />
La caramella è sicuramente un<br />
prodotto che porta con sé un elevato<br />
valore di autogratificazione<br />
e di puro piacere, ma negli ultimi<br />
anni è cresciuta molto anche la<br />
componente salutistica. Con un<br />
consumatore sempre più esigente<br />
e attento al proprio benessere<br />
fisico, infatti, i player del mercato<br />
continuano a proporre tante referenze<br />
senza zucchero, con soli<br />
ingredienti naturali o con vitamine,<br />
destinate anche a un pubblico<br />
vegano o con particolari necessità<br />
alimentari come le intolleranze al<br />
glutine o al lattosio. L’emergenza<br />
sanitaria causata dalla pandemia<br />
del Covid-19, poi, ha accentuato<br />
questa tendenza ed è in aumento<br />
la domanda di caramelle con<br />
produzione “made in Italy”, con<br />
filiera corta e con materie prime<br />
da agricoltura biologica.<br />
CRESCONO LE CARAMELLE<br />
MORBIDE<br />
Il canale moderno nel 2019 ha registrato<br />
una lieve crescita a valore, trainata<br />
dalle caramelle morbide. «Con<br />
i due nostri marchi principali, Werther’s<br />
Original, le storiche caramelle<br />
Alla conquista della Penisola<br />
Storck lancia ogni<br />
anno nuovi prodotti<br />
a livello internazionale,<br />
con<br />
un tasso molto<br />
alto di innovazione<br />
su caramelle e altre referenze,<br />
soprattutto a base cioccolato. «In<br />
Italia, anche nel 2021 lavoreremo<br />
per continuare a offrire novità nella<br />
regione in cui siamo più “maturi”<br />
e dove buyer e consumatori ci<br />
conoscono da molti anni – spiega<br />
Michele Tentindo – nel frattempo,<br />
proseguiremo ad allargare la<br />
distribuzione nel resto del Paese<br />
con i prodotti più storici e consolidati,<br />
seguendo i casi di successo<br />
già registrati in molti altri mercati<br />
europei e non solo».<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 89
Da sempre Fida seleziona materie prime di alta qualità per le<br />
sue caramelle creando prodotti unici ed infinitamente golosi<br />
come Rossana e Bonelle. Scopri di più su www.fidacandies.it
FOCUS<br />
alla panna, e Nimm2 Smilegummi,<br />
ovvero le gommose alla frutta con<br />
vitamine – afferma Michele Tentindo,<br />
Business Unit Director di<br />
Storck –, siamo cresciuti in Trentino-Alto<br />
Adige, nel quale da sempre<br />
abbiamo una quota molto elevata,<br />
ma i volumi sono in aumento anche<br />
nel resto del Paese, dove stiamo<br />
allargando la distribuzione in Gdo».<br />
GRANDE ATTENZIONE<br />
ALLA FILIERA CORTA E AGLI<br />
INGREDIENTI NATURALI<br />
Il 2019 ha visto consumi stabili e<br />
spostamenti interessanti delle aziende<br />
verso l’area di prodotto più qualificato.<br />
Poi la tempesta del Covid.<br />
«Lo scorso anno – afferma Luigi<br />
Serra, AD di Serra Industria Dolciaria<br />
– la nostra strategia è stata<br />
quella di presidiare un settore “premium”<br />
di caramelle come le territoriali<br />
di qualità, con le nostre “Le<br />
Specialità Italiane”, o il biologico,<br />
con le nostre “Le Specialità BIO”.<br />
Oggi, invece, la filiera corta,<br />
la produzione nazionale e la specialità<br />
territoriale sono argomentazioni<br />
vincenti, così come la “clean label”,<br />
cioè l’ingredientistica essenziale, corta<br />
e il più possibile naturale».<br />
Gustose novità senza<br />
zucchero<br />
L’azienda produce<br />
anche barrette di<br />
frutta, naturali e<br />
bio, ma lo storico<br />
core business rimane<br />
quello delle<br />
caramelle. «Siamo soddisfatti di<br />
aver proposto nel <strong>2020</strong> una linea di<br />
caramelle senza zucchero decisamente<br />
innovative – continua Luigi<br />
Serra – sia in termini di accostamenti<br />
di gusti, come per esempio<br />
la nota speziata<br />
dello zenzero in<br />
sottofondo, sia soprattutto<br />
per il ricco<br />
sapore fruttato,<br />
privo di retrogusti<br />
“chimici”».<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 91
FOCUS<br />
Nuova combinazione<br />
armoniosa<br />
SODDISFARE IL CONSUMATORE<br />
ATTENTO AL BENESSERE<br />
Il <strong>2020</strong> ha messo ancora più in luce<br />
l’attenzione del consumatore per il<br />
proprio benessere. «Il mercato delle<br />
caramelle ha inevitabilmente risentito<br />
della situazione che<br />
purtroppo ci siamo ritrovati<br />
a vivere in questi<br />
mesi – afferma Emanuela<br />
Busi, Marketing<br />
Manager di Divita<br />
– ma Ricola, proprio<br />
Con l’arrivo dell’autunno<br />
l’azienda ha<br />
lanciato una nuova referenza<br />
della linea “Ricola<br />
Azione Glaciale”.<br />
«Dopo l’introduzione<br />
sul mercato, esattamente un anno fa,<br />
del gusto Menta Forte – spiega Emanuela<br />
Busi – proponiamo una nuova<br />
variante: Limone e Mentolo, una<br />
combinazione davvero armoniosa. I<br />
due prodotti, disponibili nel formato<br />
tascabile in astuccio da 50 g e in busta<br />
da 70 g, hanno in comune un gusto<br />
forte per una caramella funzionale,<br />
ma nello stesso tempo gradevole e freschissima».<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 93
FOCUS<br />
Nuova morbidezza<br />
da gustare<br />
Lo scorso maggio<br />
Fida ha lanciato sul<br />
mercato una gustosa<br />
novità. «Le nuove<br />
Bonelle Toffee<br />
uniscono tutta la<br />
qualità e la bontà di Bonelle – spiega<br />
Pierluigi Gravina – per regalare<br />
al consumatore una caramella ricca<br />
di gusto e piacevole da masticare.<br />
È disponibile in tre golose varianti:<br />
al Latte, la più classica tra le<br />
toffee, Liquirizia, per regalare momenti<br />
di puro piacere, e Mentaliquirizia,<br />
un delizioso mix per un<br />
sapore autentico da gustare dall’inizio<br />
alla fine. Le nuove Bonelle<br />
Toffee, inoltre, sono senza glutine,<br />
100% vegetariane<br />
e certificate Halal».<br />
grazie al posizionamento di<br />
marca che la contraddistingue e<br />
all’offerta di prodotti benefici e<br />
naturali a base di erbe officinali,<br />
è riuscita a guadagnare quote<br />
di mercato, mostrando come i<br />
valori che la caratterizzano dalla<br />
sua nascita, 90 anni fa, siano<br />
più che mai attuali».<br />
I PLUS DEL BRAND SONO<br />
ANCORA DECISIVI<br />
Oggi il consumatore è sempre<br />
più attento all’etichetta del prodotto<br />
e ai plus qualitativi che la<br />
marca è in grado di veicolare. «Il<br />
brand Rossana ha confermato<br />
anche nel 2019 un importante<br />
trend di crescita a doppia cifra<br />
già mostrato negli anni precedenti<br />
– afferma Pierluigi Gravina,<br />
Direttore Commerciale di<br />
Fida – grazie anche al supporto<br />
della referenza Rossana Cioccolato<br />
175 g, mentre Rossana<br />
l’originale ancora una volta è<br />
prima nelle vendite a valore nella<br />
distribuzione moderna».n<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 95
L’ORGOGLIO,<br />
SENZA PREGIUDIZIO
REAL ESTATE <strong>DM</strong>M<br />
Il futuro<br />
del retail<br />
non è il retail<br />
La maturità dei centri commerciali non è solo un fatto quantitativo come emerge nel<br />
report quanto piuttosto un fatto qualitativo. Per superare questo problema la sfida è<br />
di abbinare nuove funzioni a quella propria del commercio.<br />
Diverse parti indicano<br />
come consolidata una<br />
tendenza alla saturazione<br />
degli spazi commerciali,<br />
ancor più vero se riferito<br />
ai centri commerciali. Una<br />
maturità che vede sempre<br />
più vicina la domanda di spazi<br />
rispetto all’offerta. Questo<br />
avvicinamento è stato certamente<br />
favorito dalla sempre<br />
maggiore importanza del<br />
commercio elettronico e di<br />
tutte le forme di commercio<br />
“non fisico”, tendenza<br />
ben lungi dall’aver espresso<br />
tutto il potenziale. Secondo<br />
un report realizzato a livello<br />
europeo da Cushman &<br />
Wakefield, questa maturità<br />
porta a concentrare l’attenzione<br />
degli sviluppatori verso<br />
azioni di riqualificazione e di<br />
ristrutturazione volte a creare<br />
spazi per lo shopping e il<br />
tempo libero più moderni e<br />
accoglienti.<br />
Ciò porterebbe a un ulteriore<br />
polarizzazione e<br />
distanza fra prime location in<br />
crescita e posizioni secondarie<br />
in difficoltà. La soluzione<br />
proposta nel citato report<br />
sarebbe quella di focalizzare<br />
l’attenzione degli sviluppatori<br />
verso la riconversione delle<br />
posizioni secondarie a funzioni<br />
quali uffici, abitazioni o<br />
altre tipologie non commerciali.<br />
Questa visione, eccessivamente<br />
semplicistica, è stata<br />
ulteriormente indebolita<br />
dalla crisi “covid-19” che ha<br />
turbato le logiche di mercato.<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 97
La verità è che la “stanchezza”<br />
del consumatore<br />
verso le strutture dei centri<br />
commerciali è stata solo<br />
stimolata dai fattori<br />
richiamati, ma era<br />
già in atto da diverso<br />
tempo e, fin che è<br />
stato possibile, si è<br />
cercato di contrastarla<br />
con l’attività<br />
di leasing o di<br />
maquillage sugli<br />
edifici. La maturità<br />
dei centri commerciali,<br />
pertanto, non è<br />
solo un fatto quantitativo<br />
come emerge nel<br />
report quanto piuttosto<br />
un fatto qualitativo. Per<br />
superare questo problema<br />
la sfida è di abbinare nuove<br />
funzioni a quella propria del<br />
commercio (acquisto di beni)<br />
in misura sapiente e sempre<br />
più strutturata oltreché<br />
adattata ai luoghi e ai bacini<br />
demografici.<br />
In quest’ottica, le funzioni<br />
aggiuntive – se ben equilibrate,<br />
nel medio periodo<br />
possono assumere una<br />
duplice valenza rispetto<br />
al retail che sempre di più<br />
da loro dipende; non solo<br />
quella di sostenerlo e rafforzarlo<br />
bensì integrarlo, dando<br />
luogo così a nuovi schemi<br />
frequentati anche per aspetti<br />
relazionali, di intrattenimento,<br />
di benessere, di<br />
svago, abitativi ecc…<br />
La sfida è avvincente proprio<br />
perché ora il successo passa<br />
anche per la giusta calibratura<br />
del mix di funzioni. Un<br />
interessante esempio, in<br />
corso di realizzazione con<br />
apertura prevista 2022, è<br />
offerto da “Milanord2” un<br />
complesso che, partendo<br />
da solide dotazioni infrastrutturali<br />
e da una rilevante<br />
e agiata catchment area,<br />
propone una combinazione di<br />
commercio (centro commerciale,<br />
super & fresh market),<br />
intrattenimento e tempo<br />
libero (sky plaza e cinema),<br />
ristorazione (food court), innovazione<br />
(area eventi digitali)<br />
proporzionata in modo non<br />
scontato.<br />
La tendenza è che questi<br />
oggetti edilizi si vanno<br />
aprendo sempre più verso<br />
l’esterno, sono resi più<br />
accoglienti e non solo esteticamente<br />
più attraenti.<br />
Luoghi in cui si sta bene e<br />
si trova o si può fare (quasi)<br />
tutto quello di cui si necessità:<br />
non solo beni ma anche<br />
servizi alla persona, cultura,<br />
cibo, lavoro, benessere ecc…<br />
Luoghi integrati e a ciò favoriti<br />
dalla gestione estesa a tutto il<br />
complesso, che al contempo<br />
garantisce novità per i fruitori<br />
e una costante vitalità.<br />
REAL ESTATE <strong>DM</strong>M<br />
Si amplia la categoria di<br />
servizi offerti, per aumentare<br />
la platea dei frequentatori.<br />
Superare la<br />
logica esclusiva del<br />
canone di affitto che<br />
accentua troppo la<br />
valutazione nel breve<br />
periodo, quanto<br />
piuttosto abbracciare<br />
una logica di<br />
valore biunivoca<br />
poiché nel mediolungo<br />
risiede,<br />
nell’esperienza di<br />
chi scrive, uno dei<br />
fattori di garanzia di<br />
ritorno dell’investimento<br />
– e quindi di durata<br />
– per ciascun soggetto che<br />
nel tempo si succede nella<br />
proprietà dell’asset. Questa<br />
prospettiva è soltanto apparentemente<br />
sbilanciata<br />
verso criteri sociologici ed<br />
estetici a discapito degli<br />
aspetti economici. In realtà,<br />
rimodellare il real estate<br />
verso soluzioni mixed-use è<br />
una strategia che, come la<br />
diversificazione di qualsiasi<br />
portafoglio finanziario, offre<br />
maggiore protezione dai rischi<br />
insiti nelle varie fasi del<br />
ciclo economico. Certo, diversificare,<br />
tramite l’acquisizione<br />
di diverse asset class,<br />
ma anche tramite un approccio<br />
“uso misto” nell’ambito<br />
di un singolo progetto e ciò<br />
per dare al bene immobiliare<br />
una maggiore resilienza<br />
durante i cicli del mercato<br />
e meglio reagire alla evoluzione<br />
degli scenari politici,<br />
demografici ed economici.n<br />
Alberto Deiana<br />
Project Management and<br />
Real Estate Executive, Mi.NoTer.<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 99
TECNOLOGISTICA <strong>DM</strong>M<br />
ALTAVIA,<br />
lancia la nuova tecnologia Proflyer<br />
Una piattaforma digitale integrabile nell’app del retailer che permette di ampliare<br />
in maniera esponenziale le potenzialità del principale investimento in comunicazione<br />
delle insegne: il volantino cartaceo.<br />
L’azienda, specializzata<br />
nella comunicazione<br />
commerciale del settore<br />
retail, ha presentato un<br />
innovativo sistema tecnologico<br />
che rivoluziona<br />
il volantino tradizionale,<br />
trasformandolo in un<br />
media digitale. Ne abbiamo<br />
parlato con Paolo<br />
Mamo, Presidente e<br />
Amministratore Delegato<br />
di Altavia.<br />
Cosa è la tecnologia<br />
Proflyer?<br />
Proflyer è una piattaforma<br />
digitale integrabile nell’app<br />
del retailer che permette di<br />
ampliare in maniera esponenziale<br />
le potenzialità del<br />
principale investimento in<br />
comunicazione delle insegne:<br />
il volantino cartaceo. Con Proflyer,<br />
infatti, esso si evolve in<br />
un nuovo spazio multimediale<br />
omnicanale, uno strumento<br />
di comunicazione dinamico,<br />
orientato all’aumento del<br />
traffico in-store e alla fidelizzazione,<br />
con un’importante<br />
focalizzazione sulla<br />
profilazione, l’engagement<br />
e l’interazione con i clienti.<br />
Grazie all’interazione e<br />
all’integrazione con il CRM<br />
del retailer, Proflyer mostrerà<br />
a chi lo utilizza, quelle<br />
offerte e quelle promozioni<br />
che sono coerenti con chi<br />
lo sta utilizzando. Se lei è<br />
vegetariana, vedrà evidenziate<br />
per lei solo offerte<br />
e contenuti (ricette, concorsi,<br />
game) coerenti con<br />
la sua profilazione. Inoltre<br />
le informazioni di<br />
navigazione tramite<br />
la tecnologia Proflyer<br />
arricchiranno<br />
il CRM dell’insegna.<br />
Un flusso costante<br />
di informazione<br />
che consente una<br />
targettizzazione<br />
scientifica. E poi la<br />
semplicità e velocità<br />
di passare dalla<br />
scelta a volantino<br />
all’acquisto in-store<br />
per redimere promozioni e<br />
vantaggi. Grazie a un codice<br />
datamatrix univoco stampato<br />
su ogni volantino e al<br />
login effettuato dai clienti<br />
per accedere alla tecnologia<br />
Proflyer, inoltre, l’insegna<br />
potrà conoscere esattamente<br />
quanti volantini sono stati<br />
consegnati e dove.<br />
In cosa si differenzia da un<br />
normale volantino?<br />
Il volantino che incorpora la<br />
tecnologia Proflyer ha l’aspetto<br />
di quello tradizionale,<br />
100 <strong>DM</strong> MAGAZINE
TECNOLOGISTICA <strong>DM</strong>M<br />
tutt’ora considerato<br />
lo<br />
strumento<br />
principe della<br />
comunicazione<br />
commerciale<br />
(il 69% dei<br />
consumatori,<br />
infatti, vi<br />
trova prodotti e offerte<br />
interessanti, mentre l’87%<br />
dei clienti decide quali<br />
referenze acquistare sulla<br />
base delle offerte disponibili,<br />
messe a confronto<br />
con le diverse insegne).<br />
Il valore aggiunto consiste<br />
nella possibilità d’interagire<br />
con chi lo consulta e<br />
di offrire contenuti diversi<br />
a seconda di chi li utilizza,<br />
ma anche di garantire la<br />
possibilità di fare comunicazione<br />
a più livelli arricchendo<br />
contemporaneamente<br />
il CRM dell’insegna.<br />
Quali sono i vantaggi per<br />
un distributore?<br />
E per i consumatori?<br />
Retailer, brand e consumatori<br />
traggono evidenti<br />
vantaggi dalla tecnologia<br />
Proflyer: i primi, infatti, vedono<br />
aumentare il traffico<br />
in-store, la<br />
fidelizzazione e<br />
la profilazione<br />
dei clienti. La<br />
distribuzione<br />
certificata con<br />
il codice datamatrix,<br />
inoltre,<br />
consente l’ottimizzazione<br />
degli<br />
investimenti.<br />
I brand, invece,<br />
acquisiscono un<br />
nuovo canale per<br />
offrire promozioni<br />
personalizzate,<br />
ma anche l’opportunità di<br />
fare cross-selling, nonché<br />
la possibilità di raccogliere<br />
e utilizzare dati profilati ad<br />
alto valore aggiunto. Per<br />
quanto concerne i consumatori,<br />
infine, il vantaggio<br />
sta nel disporre di uno<br />
strumento interattivo, in<br />
grado di fornire informazioni<br />
dettagliate sui prodotti e<br />
contenuti innovativi.<br />
Con quali sistemi può<br />
interagire Proflyer?<br />
Proflyer è concepito per<br />
interfacciarsi con ogni sistema<br />
utilizzato dai retailer, dal<br />
CRM, alle casse: esso, infatti,<br />
gestisce tutti i flussi di comunicazione<br />
dei dati, da e verso<br />
i sistemi dei clienti, attraverso<br />
l’impiego di tecnologie<br />
standard e “leggere”.<br />
Può fare un esempio di<br />
case history di successo,<br />
se già disponibile?<br />
Proflyer è sul mercato solo<br />
da qualche settimana, quindi<br />
è presto per una case history.<br />
Tuttavia, abbiamo già riscontrato<br />
grande interesse<br />
da parte di vari interlocutori.<br />
Posso anticipare, però, che<br />
entro la fine del <strong>2020</strong> Proflyer<br />
sarà integrato nel sistema<br />
di acquisto e promozione<br />
di un big player del retail<br />
alimentare italiano.n<br />
Paolo Mamo,<br />
Presidente e Amministratore<br />
delegato di Altavia<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 101
NEWS <strong>DM</strong>M<br />
Riso Gallo alla conquista<br />
dei mercati esteri<br />
Sace e Banco BPM hanno finalizzato un’operazione di<br />
finanziamento da 3 milioni di euro a supporto del piano<br />
di crescita sui mercati esteri di Riso Gallo, azienda<br />
leader nella produzione di riso e risotti. L’operazione è<br />
stata perfezionata in piena emergenza Covid-19 e<br />
grazie al finanziamento erogato da Banco BPM, tramite<br />
la propria struttura Mercato Corporate Milano Lodi,<br />
e garantito da Sace, il noto brand investirà in attività di<br />
marketing, ricerca e sviluppo, nella registrazione di<br />
marchi e brevetti e nel rinnovo e riqualificazione di<br />
impianti e macchinari, oltre che nella partecipazione a<br />
fiere internazionali e nel capitale circolante. “In un<br />
anno complesso come questo - spiega Carlo Preve,<br />
amministratore di Riso Gallo, siamo orgogliosi di dare<br />
un segnale positivo e di concretizzare il nostro impegno<br />
come azienda simbolo del Made in Italy all’estero.”<br />
Famila mette a segno una crescita<br />
del +9,3% a parità di rete<br />
Famila, l’insegna nazionale di Selex Gruppo Commerciale,<br />
entra nell’autunno di un anno impegnativo con il<br />
miglior risultato dell’ultimo decennio: +9,3% a parità di<br />
rete. Un dato ancor più positivo se confrontato con il<br />
mercato (Iper+Super) che ai primi di settembre era al<br />
+1,2%. La previsione di un andamento positivo per<br />
l’ultimo trimestre dovrebbe portare a un +12,8% di fatturato<br />
a fine anno, circa 2.200 milioni (1.950 milioni nel<br />
2019). Sono quattro le declinazioni dei 235 punti vendita:<br />
Famila, Superstore, Iper e Market; quest’ultima, nata<br />
nell’estate 2019 dalla<br />
volontà di intercettare<br />
una fascia di consumatori<br />
attenti alla<br />
“prossimità” ma al tempo<br />
stesso esigenti in<br />
termini di completezza<br />
della spesa e con assortimenti<br />
adattati a<br />
differenti esigenze.<br />
H&M chiuderà 250 negozi nel 2021<br />
Il Covid-19 lascia segni pesanti su H&M: il<br />
colosso svedese, con oltre 5.000 punti vendita<br />
nel mondo, ha infatti in programma di<br />
chiudere, entro il 2021, qualcosa come 250<br />
negozi, pari al 5% del proprio network. Il dato<br />
è la somma algebrica di un piano di 100<br />
opening, contro 350 dismissioni. Nel periodo<br />
da gennaio a fine agosto il colosso del pronto<br />
moda ha chiuso 118 negozi e ne ha aperti<br />
85, con un saldo negativo di 33. A motivare<br />
il taglio della rete fisica, ma anche a fungere<br />
da camera di compensazione è infatti,<br />
come per altri retailer, soprattuto lo sviluppo<br />
del canale online, attivo, per il marchio portabandiera,<br />
H&M, in 51 nazioni. La sua incidenza<br />
ha raggiunto il 26% dei ricavi totali, e<br />
una variazione positiva, nei 9 mesi, del 36<br />
per cento.<br />
Sofidel: nuovo impianto negli Stati Uniti<br />
È pienamente operativo a Inola, in Oklahoma, il nuovo<br />
stabilimento di Sofidel, fra i leader a livello mondiale<br />
nella produzione di carta per uso igienico e domestico.<br />
Con sede a Porcari (Lucca), di proprietà delle famiglie<br />
Stefani e Lazzareschi, il Gruppo è noto in Italia e in Europa<br />
in particolare per il marchio Regina. Un impianto<br />
integrato – comprendente cioè sia la fase di cartiera,<br />
sia quella di trasformazione – la cui realizzazione ha<br />
comportato un investimento complessivo di circa 360<br />
milioni di dollari. Nell’impianto sono impiegate oltre 300<br />
persone. Il sito produttivo di Inola è il secondo – dopo<br />
quello di Circleville, in Ohio, inaugurato nel 2018 – realizzato<br />
ex novo da Sofidel negli Stati Uniti, e va ad aggiungersi<br />
ai siti Sofidel già attivi in altri stati del paese<br />
nordamericano.<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 103
CONFINDUSTRIA<br />
ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA<br />
PERIODICA SPECIALIZZATA
VIDEO <strong>DM</strong>M<br />
ERBERT INAUGURA A MILANO<br />
È sbarcato a Milano Erbert, il nuovo concept store ecosostenibile,<br />
inaugurato lo scorso giugno e situato in via<br />
Moscati 11. Il format innovativo, ideato da Enrico Capoferri<br />
fondatore e Ceo della startup EatRight, basa la propria<br />
filosofia sul rispetto ambientale e sul mangiare sano:<br />
i prodotti, infatti, provengono tutti da filiera controllata,<br />
frutta e verdura derivano da produzioni biologiche, mentre<br />
il packaging dell’intero assortimento è realizzato con<br />
materiali compostabili. Maggiori dettagli sono forniti ai<br />
mostri microfoni da Enrico Capoferro.<br />
TRENTINGRANA RINNOVA IL PACKAGING<br />
Trentingrana CONCAST, il Consorzio della Provincia<br />
Autonoma di Trento, ha presentato due importanti<br />
novità nel corso dell’evento intitolato “Rinascimento<br />
Trentingrana”. Lo Stagionato 30 mesi un<br />
prodotto di nicchia, è realizzato con latte ricavato<br />
da bovine allevate sul territorio, la cui alimentazione<br />
controllata è costituita da fieno, foraggi e mangimi<br />
rigorosamente No Ogm, senza l’impiego di insilati.<br />
Per il <strong>2020</strong>, è prevista la realizzazione di circa 2500<br />
forme, che il Consorzio si propone di aumentare a<br />
5 mila nei prossimi 5 anni. Cambia la veste grafica<br />
dell’intera Gamma di formaggi del Trentino, rielaborata<br />
in collaborazione con Neurexplore, società<br />
trentina specializzata in neuromarketing.<br />
SPAZIO LENOVO INAUGURA A MILANO<br />
Sbarca in Italia Spazio Lenovo, il primo store europeo<br />
della multinazionale tecnologica di Pechino,<br />
situata ai numero 8/10 di Corso Matteotti, su mille<br />
metri quadrati di superficie commerciale, articolati<br />
su tre livelli. Si tratta di un concept altamente<br />
innovativo, che si propone come luogo in cui i<br />
consumatori possono sperimentare i vantaggi che<br />
la tecnologia è in grado di offrire per andare incontro<br />
alle esigenze quotidiane, nonché alle nuove<br />
necessità lavorative e di comunicazione. All’interno<br />
dello store, alcune aree stanno dedicate all’incontro<br />
e all’apprendimento. Ce ne parla nel dettaglio<br />
Natasha Perfetti, Country Marketing Manager<br />
di Lenovo Italia.<br />
DHL SUPPLY CHAIN APRE LE PORTE DELLO STABILIMENTO DI CORTEOLONA (PV)<br />
DHL Supply Chain ha aperto le porte dello stabilimento<br />
di Corteolona, in provincia di Pavia, un campus tecnologico<br />
vasto oltre 80 mila metri quadrati, 10 mila dei<br />
quali sono adibiti all’attività di co-paking. L’offerta di<br />
servizi a valore aggiunto è fornita sia alle aziende di<br />
stoccaggio nel magazzino di Corteolona, sia a clienti<br />
esterni, che si avvalgono della sola attività di co-packing<br />
attraverso l’impiego di un sistema di navettaggio che<br />
consente lo spostamento delle merci nei vari depositi.<br />
Ce ne parla nel dettaglio Fabrizio Mascherpa, co-packing<br />
Manager di DHL Supply Chain.<br />
<strong>DM</strong> MAGAZINE 105
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